Insieme a Maria · Maria Primo Mistero Luminoso: ... volto alla ricerca e al raggiungimento della...

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Insieme a Maria Primo Mistero Luminoso: Il Battesimo nel Giordano «Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”». (Mt 3,16-17) Gesù, il Figlio di Dio, ha assunto pienamente la condizione umana, tranne che per il peccato; quindi non aveva necessariamente bisogno di ricevere il battesimo da Giovanni. Con questo gesto Egli intende dare l’esempio e al tempo stesso testimoniare che la predicazione del Battista, circa la venuta del Messia, è veritiera. All’atto del battesimo nelle acque del fiume Giordano, lo Spirito di Dio e la voce del Padre si manifestano, confermando che Egli è Colui del quale Giovanni ha profetizzato. L’acqua è simbolo di purificazione, e il battesimo è il sacra- mento mediante il quale, lavati dal peccato originale, diventiamo pienamente figli di Dio. Il battesimo di Gesù è il momento nel quale il Padre riconosce con potenza che Gesù è il suo Figlio. C’è un collegamento evidente tra l’acqua, che purifica e dà la vita, e l’essere chiamati figlio di Dio: il Signore è venuto, come un nostro fratello maggiore, per farci conoscere il Padre e aprirci la via per la purificazione dai peccati. Egli ci indica che la forza derivante dal battesimo è la presenza attenta e premurosa dello Spirito nella nostra vita. Dopo questo incontro con Giovanni, Gesù starà per quaranta giorni nel deserto e affronterà, senza cedere, le tentazioni di Satana. Non c’è lusinga o falsa promessa del diavolo che possa far crollare la fiducia di Gesù nel Padre suo. Dobbiamo diven- tare consapevoli che questo dono è stato fatto anche a ciascuno di noi, proprio nel giorno del nostro battesimo. Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e altri - Il battesimo di Cristo (1475-1478) Galleria degli Uffizi, Firenze

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Insieme a Maria

Primo Mistero Luminoso: Il Battesimo nel Giordano

«Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”».

(Mt 3,16-17)

Gesù, il Figlio di Dio, ha assunto pienamente la condizione umana, tranne che per il peccato; quindi non aveva necessariamente bisogno di ricevere il battesimo da Giovanni. Con questo gesto Egli intende dare l’esempio e al tempo stesso testimoniare che la predicazione del Battista, circa la venuta del Messia, è veritiera. All’atto del battesimo nelle acque del fiume Giordano, lo Spirito di Dio e la voce del Padre si manifestano, confermando che Egli è Colui del quale Giovanni ha profetizzato. L’acqua è simbolo di purificazione, e il battesimo è il sacra-mento mediante il quale, lavati dal peccato originale, diventiamo pienamente figli di Dio. Il battesimo di Gesù è il momento nel quale il Padre riconosce con potenza che Gesù è il suo Figlio. C’è un collegamento evidente tra l’acqua, che purifica e dà la vita, e l’essere chiamati figlio di Dio: il Signore è venuto, come un nostro fratello maggiore, per farci conoscere il Padre e aprirci la via per la purificazione dai peccati. Egli ci indica che la forza derivante dal battesimo è la presenza attenta e premurosa dello Spirito nella nostra vita. Dopo questo incontro con Giovanni, Gesù starà per quaranta giorni nel deserto e affronterà, senza cedere, le tentazioni di Satana. Non c’è lusinga o falsa promessa del diavolo che possa far crollare la fiducia di Gesù nel Padre suo. Dobbiamo diven-tare consapevoli che questo dono è stato fatto anche a ciascuno di noi, proprio nel giorno del nostro battesimo.

Andrea del Verrocchio, Leonardo da Vinci e altri - Il battesimo di Cristo (1475-1478)

Galleria degli Uffizi, Firenze

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Secondo Mistero Luminoso: Le Nozze di Cana

«Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a manca-re il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi:

“Fate quello che vi dirà”». (Gv 2, 1-5)

Il Signore Gesù è venuto per “fare nuove tutte le cose”. Egli chiede a ciascuno di noi la conversione della vita e del cuore, non diversamente da come ha fatto con tutti coloro che ha incontrato e di cui ci narrano i Vangeli. La conversione è un cambiamento, operato non certo e non soltanto per il gusto di cambiare qualcosa nella propria vita e provare a vedere come va; è un cambiamento operato alla luce della Parola di Dio, cercando di fare la Sua volontà per cooperare al suo progetto per la nostra vita. Il gesto del mutare l’acqua in vino è se-gno di questa ventata di cambiamento che Gesù ha portato nella storia e nella creazione. Un cambiamento verso il meglio, volto alla ricerca e al raggiungimento della vera gioia che non delude. Gesù trasforma l’ac-qua in vino proprio nel momento in cui le sorti della festa degli sposi di Cana rischiano di prendere una brutta piega: senza vino non si sarebbe potuto condividere alcun brindisi, e gli sposi avrebbero sfigurato agli occhi dei loro ospiti. L’azione di Gesù ridona sapore e gioia a ciò che non ne ha, una gioia di cui il vino è qui un sim-bolo. Spesso, nei Vangeli, leggiamo episodi in cui Gesù partecipa a banchetti: anche l’ultima cena è un mo-mento di convivialità e fraternità attorno alla tavola. Infine, come non osservare la dolce ma al tempo stesso ferma premura di Maria, che sollecita Gesù a manifestarsi? Ella lo invita a compiere, di fatto, il primo di una serie di segni e miracoli mediante i quali il Cristo renderà testimonianza al Padre, e al tempo stesso si adope-rerà per il bene dei fratelli, alleviando le loro sofferenze e donando la gioia di una vita cambiata, rinnovata.

Anonimo - La Madre di Dio e scene della Passione di Cristo, icona bizantina del sec. XII, particolare con due scene delle nozze di Cana; Monastero di Santa Caterina, Sinai

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Terzo Mistero Luminoso: L’Annuncio del Regno di Dio

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. (Mc 1, 15)

Abbiamo già accennato al fatto che Gesù ci invita alla conversione. Ora vediamo che Egli ci sprona direttamente a cambiare la nostra vita a partire dall’annuncio del Vangelo. La Parola di Dio non resta sospesa nell’aria, ma compie ciò che promette, realizza ciò che annuncia. Gesù stesso è il compimento di una promessa di salvezza; per questo afferma che il tempo è compiuto. Colui che doveva venire per liberare Israele, come affermato nella Legge e nei Profeti, era giunto, ed era Lui in persona. Gesù però si rendeva conto che non tutti avevano colto che il Regno di Dio era vicino, non tutti lo riconoscevano nonostante i suoi gesti e le sue parole. In molti non credevano all’annuncio e non convertivano la propria vita fidandosi di Dio. Gesù sapeva che per lui il compimento avrebbe significato non solo il compiere segni e miracoli, ma anche l’accettare la croce, proprio per la salvezza di coloro che faticavano, e avrebbero faticato in futuro (come noi oggi), a convertire il cuore. Per questo l’annuncio del Vangelo è quanto mai attuale anche per noi, nel nostro tempo, e l’invito a credere e a convertirsi in vista della venuta del Regno si rinnova ogni volta che riusciamo a percepire la Parola di Dio agire nella nostra vita, per il bene nostro e dei fratelli.

Tintoretto - Paradiso (particolare) 1588-1592, Palazzo Ducale di Venezia

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Quarto Mistero Luminoso: La Trasfigurazione

«Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li con-dusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò

come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17, 1-2)

Nella trasfigurazione Gesù si mostra rivestito di quella luce e di quella gloria che lo pervaderanno nel momento della sua risurrezione. Prima di affrontare le ore tragiche e dolorose della Passione e della morte, Cristo si mani-festa pienamente come Figlio di Dio, splendente dell’amore del Padre. Gesù è portatore di luce, e si fa tramite affinché la luce del Regno discenda ed illumini la vita dei credenti. Non è però ancora giunto il momento, per Gesù, di raggiungere il Padre; per questo, dopo la salita sul monte e la trasfigurazione, occorre ridiscendere, fortificati dalla visione di quel volto splendente più del sole e di quella veste luminosa. Quel Gesù che contem-pliamo ora trasfigurato nella gloria del Padre è lo stesso Gesù che vedremo sfigurato da colpi e sputi, insangui-nato e tumefatto. La trasfigurazione ci ricorda a quale livello Cristo sia voluto scendere per salvarci dal pec-cato e dalla morte, per renderci partecipi della sua stessa gloria e della sua stessa luce, nel Regno del Padre.Siamo di fronte ad uno dei momenti più alti della manifestazione di Gesù; nella trasfigurazione Egli ci fa dono di quella visione che i Santi desiderano raggiungere durante tutta la loro vita: la vera luce del volto di Dio.

Raffaello Sanzio - Trasfigurazione (particolare), 1518-1520, Pinacoteca vaticana, Roma

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Quinto Mistero Luminoso: L’Eucaristia

«Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:

“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”» (Mt 26, 26).

Ogni Gesto che Gesù compie è la manifestazione del dono di sé che Egli fa agli uomini. Ma l’istituzione dell’Eu-caristia durante l’ultima cena è il dono più prezioso che Cristo ci ha fatto. Dando il proprio corpo e il proprio sangue nella benedizione del pane e del vino, Gesù ci affida anche il compito di fare memoria di questo dono e di rinnovare ogni giorno, nella celebrazione della Santa Messa, il sacrificio che Egli ha compiuto per noi. Nel pane spezzato alla mensa dell’Eucaristia è veramente presente il corpo di Gesù spezzato sulla croce per la no-stra salvezza. Il corpo di Cristo è allo stesso tempo un corpo sofferente e glorioso: sofferente perché sfigurato dalla violenza e glorioso perché trasfigurato dall’amore del Padre. Non è un caso che Cristo scelga proprio la notte del tradimento, dell’arresto e dell’abbandono per fare questo dono ai discepoli e a tutti gli uomini. L’ora del tradimento è quella in cui il Signore può liberamente compiere ciò per cui è venuto in mezzo a noi: dare la propria vita, il proprio sangue e il proprio corpo per noi. Gesù sceglie il pane in quanto “frutto della terra e del lavoro dell’uomo”, cioè dono della benevolenza di Dio e risultato delle fatiche quotidiane. Quel pane, nel-le mani del sacerdote durante la preghiera di consacrazione, diventa realmente il corpo di Gesù, proprio per-ché il Signore ha voluto che i credenti rinnovassero questo gesto “in memoria di Lui” e del Suo sacrificio per noi. Attorno alla mensa del pane e del vino, del Corpo e del Sangue di Cristo, Gesù desidera che tutti noi ci raduniamo, uniti dall’amore per il Padre e per i fratelli. La parola Eucarestia significa rendimento di grazie, rin-graziamento. Possiamo forse non ringraziare Dio per i grandi doni che ci ha fatto dandoci il proprio figlio Gesù?

Anonimo - Ultima cena, bassorilievo precedente al XII secolo, Duomo di Lodi