Inserto_notiziario_mar05

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inserto 1 insieme I insieme Convergenze, confronti, differenze, in- clusioni: sono alcuni dei momenti sui qua- li l’attenzione sarà particolare. Particolare per il nostro viaggio all’interno del mondo della cinematografia. E del suo linguag- gio. Un linguaggio che nel tempo si è espanso includendo, e spesso trasfor- mando linguaggi che ad altre Arti appar- tengono. Innescando, così, un costante e continuo processo di innovazione. Il Cinema, sin dagli esordi, ha amplia- to la propria identità accogliendo espres- sioni e sistemi comunicativi altri. Lettera- tura, Pittura, Architettura, Musica, Teatro, e più recentemente Radio, Televisione, Vi- deo, Pubblicità… sono queste le principa- li e più conosciute Arti con le quali il Cine- ma comunica. E attraverso le quali allo spettatore si rivolge. Il nostro viaggio consentirà di osserva- re tali momenti di incontro. Da questi, trarre elementi utili per stimolare sia una sana curiosità, sia soprattutto l’interesse al mondo della comunicazione. Realtà, quest’ultima, che richiede non un’emotiva attenzione, bensì una cosciente e raziona- le lettura. Dopo un breve accenno alle origini del Cinema, curioseremo nei rapporti che lo legano alla Letteratura, alla Pittura. Infine allargheremo sguardo e respiro tentando di cogliere quegli altri linguaggi che altre Arti identificano: Architettura, Televisione, Teatro, Fotografia… Buona lettura. Qui, il 28 dicem- bre 1895, ebbero luogo le prime pubbliche proie- zioni di fotografie animate, mediante il Cinematografo, apparecchio in- ventato dai fratelli Lumière”. Fin qui la lapide. Quella lapide in marmo, fatta apporre dal Consiglio municipale di Parigi, che con la sua iscrizio- ne ha ufficialmente segnato l’inizio di un’arte che ha rivoluzionato la cultura e la scienza. E non solo. La parete che fa da sfondo e so- stegno alla targa in marmo è quella di un in- teressante ritrovo parigino: il Grand Café. Il posto esatto? Boulevard des Capucines. Dunque, il Cinema è nato a Parigi. E di certo non all’improvviso. Un’altra data, per il nostro discorso, è importante: 1832. E un al- tro nome: Joseph-Antoine-Ferdinad Plateau. È colui che aprì la strada al Cinematografo. All’università di Gand, insegnava fisica e astronomia; le sue ricerche erano rivolte al- l’ottica e alla capillarità. Fu nel contesto de- gli studi sull’ottica che lo scienziato inventò - addirittura prima della comparsa della foto- grafia - alcuni procedimenti inerenti l’ani- mazione delle immagini. Ma il momento più importante ha luogo, per l’appunto, nel 1832. In quell’anno il nostro fisico ideò, pro- MASS MEDIA E LINGUAGGI 1 La nascita del cinema: dalle origini al sonoro 2 Il cinema e la letteratura 3 Il cinema e la pittura 4 Il cinema e i nuovi linguaggi 1 La nascita del cinema: dalle origini al sonoro Itinerario di formazione ai mezzi di comunica- zione sociale di Sebastiano Mangiameli*

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Inserto notiziario marzo 2005

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inserto 1 insieme Iinsieme

Convergenze, confronti, differenze, in-clusioni: sono alcuni dei momenti sui qua-li l’attenzione sarà particolare. Particolareper il nostro viaggio all’interno del mondodella cinematografia. E del suo linguag-gio. Un linguaggio che nel tempo si èespanso includendo, e spesso trasfor-mando linguaggi che ad altre Arti appar-tengono. Innescando, così, un costante econtinuo processo di innovazione.

Il Cinema, sin dagli esordi, ha amplia-to la propria identità accogliendo espres-sioni e sistemi comunicativi altri. Lettera-tura, Pittura, Architettura, Musica, Teatro,e più recentemente Radio, Televisione, Vi-deo, Pubblicità… sono queste le principa-li e più conosciute Arti con le quali il Cine-ma comunica. E attraverso le quali allospettatore si rivolge.

Il nostro viaggio consentirà di osserva-re tali momenti di incontro. Da questi,trarre elementi utili per stimolare sia unasana curiosità, sia soprattutto l’interesseal mondo della comunicazione. Realtà,quest’ultima, che richiede non un’emotivaattenzione, bensì una cosciente e raziona-le lettura.

Dopo un breve accenno alle origini delCinema, curioseremo nei rapporti che lolegano alla Letteratura, alla Pittura. Infineallargheremo sguardo e respiro tentandodi cogliere quegli altri linguaggi che altreArti identificano: Architettura, Televisione,Teatro, Fotografia…

Buona lettura.

“Qui, il 28 dicem-bre 1895, ebberoluogo le primepubbliche proie-zioni di fotografieanimate, medianteil Cinematografo,apparecchio in-ventato dai fratelliLumière”. Fin quila lapide. Quella

lapide in marmo, fatta apporre dal Consigliomunicipale di Parigi, che con la sua iscrizio-ne ha ufficialmente segnato l’inizio di un’arteche ha rivoluzionato la cultura e la scienza. Enon solo. La parete che fa da sfondo e so-stegno alla targa in marmo è quella di un in-teressante ritrovo parigino: il Grand Café. Ilposto esatto? Boulevard des Capucines.

Dunque, il Cinema è nato a Parigi. E dicerto non all’improvviso. Un’altra data, per ilnostro discorso, è importante: 1832. E un al-tro nome: Joseph-Antoine-Ferdinad Plateau.È colui che aprì la strada al Cinematografo.All’università di Gand, insegnava fisica eastronomia; le sue ricerche erano rivolte al-l’ottica e alla capillarità. Fu nel contesto de-gli studi sull’ottica che lo scienziato inventò- addirittura prima della comparsa della foto-grafia - alcuni procedimenti inerenti l’ani-mazione delle immagini. Ma il momento piùimportante ha luogo, per l’appunto, nel1832. In quell’anno il nostro fisico ideò, pro-

MASS MEDIA E LINGUAGGI

1 La nascita del cinema:dalle origini al sonoro

2 Il cinema e la letteratura

3 Il cinema e la pittura

4 Il cinema e i nuovilinguaggi

1 La nascita del cinema:dalle origini al sonoro

Itinerario di formazione ai mezzi di comunica-zione sociale di Sebastiano Mangiameli*

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gettò e costruì lo fenachistoscopio. Si trattadi un particolare disco sul quale si montanoradialmente fotografie durante le fasi di mo-to. L’apparecchio è dotato di una fessura,attraverso la quale si possono osservare leimmagini riflesse, durante un moto di rota-zione, su uno specchio parallelo. Tale osser-vazione, durante la fase di movimento, offrea chi guarda l’illusione del movimento delleimmagini.

Torniamo ai fratelli August e Louis Lumiè-re. I quali brevettarono il loro apparecchio il13 di febbraio del 1895. Uno strumento checertamente era il frutto di uno studio accura-to, e nel tempo approfondito. Uno studioche, per lunghi anni, aveva affrontato tema-tiche che dal movimento alla tecnica della ri-presa e a quella della riproduzione sul gran-de schermo andavano. E qui il discorso habisogno di importanti rimandi storici. Poiché,circa la proiezione su un grande schermo,esempi illustri nel passato qualcosa ci sug-geriscono. Intanto, una definizione soltantolanterna magica.

E magica, la lanterna, lo era davvero. Dalmomento che consentiva di dare l’illusionedel movimento a immagini fisse proiettate suparete. Pare che lo strumento abbia antena-ti lontani e illustri. Nello specifico il rimandoè agli egiziani. Ma noi preferiamo pensare al-lo strumento ottico più funzionale al nostrodiscorso, e così alle migliorie apportatevi daAttanasio Kircher va il pensiero. Era soltantoil 1646. Cento anni dopo, circa, il phantasco-pe del fisico belga Robertson, si rivelò lamacchina che riuscì a convincere il bel mon-do ad accorrere agli spettacoli. Altri impor-tanti nomi ancora si incontrano prima di arri-vare ai fratelli Lumière: Corner, Jules-EtienneMarey, Edward Muybridge. E questi sonosoltanto alcuni. Ma torniamo ai due nostrifratelli, a Parigi.

Il primo spettacolo proposto ai primispettatori cinematografici consisteva in diecipellicole mute da sedici metri ciascuna. Daititoli di questi brevi film possiamo dedurreanche quali erano gli interessi artistici delleorigini. I titoli: La uscita dalle officine Lumiè-re a Lione, Liti di bimbi, La fontana delle Tui-leries, L’arrivo del treno, Il reggimento, Il ma-niscalco, La partita a écarté, Erbacce, Il mu-ro, Il mare. Dunque, semplicemente, realtà.Aspetti della quotidianità e momenti partico-lari, realtà naturali e del lavoro, erano statiscelti per incuriosire le persone. E la curiosi-

Oliver Hardy - Stan Laurel

Cabiria di Giovanni Pastrone, 1914

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tà ci fu. E si sviluppò. Così da aumentare an-che la richiesta e di contro anche l’offerta.Sostanzialmente, soddisfatta con il primofilm comico della storia del cinema: L’annaf-fiatore annaffiato.

Il cinematografo, questa nuova arte, ri-chiamava gente. E, così, un po’ ovunque sicominciò a proiettare. Anche le parrocchiecol passare degli anni, e della prima produ-zione cinematografica, si candidarono alruolo di novelle sale ci-nematografiche. Evi-dentemente, la novitàartistica in pellicolaesercitava già il suo fa-scino. E di certo aggre-gava.

Nonostante il suc-cesso, però, per i fra-telli Lumière il cinema-tografo rimaneva soloun funzionale strumen-to di laboratorio. E,dunque, con delle va-lenze particolari, cui iricercatori potevano edovevano rivolgerel’attenzione e lo studio.Poiché, attraverso talestrumento, era possibi-le osservare e studiarenon soltanto la realtànelle sue espressionipiù varie, ma anche laquotidianità dell’uomonel suo svolgimentoanche più naturale. Po-tere avere, così, sotto una speciale lente diingrandimento scene che costituiscono in-tanto un documento. L’atto di documentareera, dunque, un momento importante e ca-ratterizzante del cinematografo, almeno per ifratelli Lumière. Questo per loro il centro diinteresse riguardo il cinematografo.

Diversamente altri la pensavano. Dopo isuccessi ottenuti dalla nuova arte, a Londragià nel 1896, a Bruxelles e, dopo, a Berlino ea New York. Fu in tale contesto di espansio-

ne e divulgazione che fu creata la prima car-rellata: ossia, la ripresa di una scena con unamacchina da presa montata su un carrelloche si sposta in orizzontale. Il luogo: Vene-zia, in gondola nel Canal Grande.

A pensarla in modo diverso, dai fratelliLumière, fu Georges Melies. Prestidigiatoreparigino e direttore del Teatro Houdini. Me-lies pensava al cinematografo quale oppor-tuno momento di spettacolo. Così, avendo

chiesto invano ai fratel-li di vendere il loro ap-parecchio, pensò benedi costruirsene unosulla base di uno stru-mento analogo, madalle prestazioni infe-riori, presso altri com-prato. Col tempo, reso-si conoscitore dellostesso, al documenta-rio tanto amato dai fra-telli fece subentrare lafantasia. E fu spetta-colo.

Il fascino della foto-grafia che si muoveva,cominciava sempre piùa essere presente nellarealtà quotidiana dellagente. E si proponeva,senza volerlo, al ruolodi nuova arte. Unanuova arte che, di cer-to, aveva interessatol’uomo sin dalle origini.Sin da quando i nostri

primitivi progenitori riproducevano figure eimmagini (scene di caccia, per esempio) sul-le pareti di una caverna, e a queste tentava-no di dare forza dinamica. Questa volontà dianimazione, ha, dunque, lontane radici. Sitentava già allora di far vivere l’immagine: coiLumiére l’immagine vive. E diventa cinema.

Comincia così l’avventura cinematografi-ca. E comincia prestissimo a giudicare dalledate. Di fatto, già nel 1896 Georges Mélièsproduce uno spettacolo in cui l’arte, la fanta-

Charlie Chaplin

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sia, e i trucchi sono ovviamente privilegiati.Alcuni titoli: Viaggio sulla luna, Ventimila le-ghe sotto i mari, Viaggio attraverso l’impossi-bile. E la sua fama giunge fino negli StatiUniti d’America. Sarà qui che Edwin Strattongirerà il primo film western della storia del ci-nema. L’anno, il 1903. Il titolo: L’assalto altreno.

Ha così vita il primo esempio di generecinematografico.In Italia, FiloteoAlberini gira il pri-mo film in costu-me: La presa diRoma, era il1905. Seguirannoesempi analoghiche daranno vitae costituiranno ilgenere storico.Non tralasciandoil fatto che in talecontesto avrà vitail kolossal. Titoliitaliani di questoperiodo: nel1908, Luigi Maggigira Gli ultimigiorni di Pompei;nel 1914 Giovan-ni Pastrone giraCabiria. E qui il discorso si fa più interessan-te poiché a curare le didascalie ci penseràGabriele D’Annunzio.

Ha inizio anche un periodo durante ilquale la cinematografia è vista quale mo-mento commerciale. Dunque, aumentano intale prospettiva gli investimenti non solo fi-nanziari ma anche tecnologici. Vengonocreati i primi studi di produzione, e le primesale cinematografiche. L’impegno a ottimiz-zare la fase di produzione e quella di proie-zione assorbe gli interessi di tanti, e diventail primo sintomo di una società che al cine-ma guarda con interesse crescente.

La macchina da presa ha sullo spettato-re un fascino particolare. Riesce a catturarela sua attenzione portandolo magicamente in

contesti curiosi, e in situazioni in cui la lumi-nosità suscita le emozioni più profonde e im-pensabili.

Nell’arco di pochi anni, la cinematografiariesce a radicarsi bene nel tessuto sociale.Propone, ormai, non soltanto fette di quoti-dianità sottratte di nascosto, ma raccontaanche: ispirandosi a fatti veri e a storie clas-siche. La letteratura, la Bibbia, la Passione di

Cristo offrono alcinema di questoperiodo più di unospunto per le sto-rie da raccontare eproiettare.

E intanto il pri-mo cinema, muto,accompagnatosonoramente damusiche e affidan-do la storia a dia-loghi presentati indidascalici quadribaroccamente in-corniciati, si in-cunea sempre piùnella vita quotidia-na. Decollano cosìi miti e i divi delmuto, che hannofatto la primissima

storia del Cinema. Ad essi, poco più tardi,nel 1919, subentreranno i divi del sonoro.

Si evolve e si innova sempre più veloce-mente la tecnologia. E con essa le offerte alpubblico si diversificano e aumentano.

* Sebastiano Mangiameli è docente di Elementi diiconografia e di linguaggio nelle Arti contemporaneepresso l’istituto Teologico San Tommaso di Messina, eresponsabile di corsi seminariali sulla drammaturgia aMessina, e sull’arte a Catania, presso lo Studio Teolo-gico San Paolo. Collaboratore di diverse riviste consaggi brevi e racconti, scrive e dirige cortometraggi se-lezionati in importanti festival nazionali.

Francesca Bertini