Insegnamentodi* - unikore.it · La comunicazione sociale - Pragmatica della comunicazione umana:...
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Corso di Laurea in SERVIZIO SOCIALE
Insegnamento di Psicologia sociale Prof.ssa Irene Petruccelli
Enna, 18 novembre 2014
A.A. 2014-‐2015
Pragma/ca della comunicazione umana
Nel 1967 Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin e Don D. Jackson, pubblicano "Pragma&cs of Human Communica&on. A Study of Interac&onal Pa:erns, Pathologies, and Paradoxes", che riporta gli studi condoW al Mental Research InsYtute (MRI) sugli effeW pragmaYci che la comunicazione umana ha sui modelli interaWvi e sulle patologie, con una disamina del ruolo dei paradossi comunicaYvi.
Due tesi sono centrali: • il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) non esiste nell'individuo isolato ma è soltanto un Ypo di interazione patologica tra individui;
• “è possibile, studiando la comunicazione, individuare delle 'patologie' della comunicazione e dimostrare che sono esse a produrre le interazioni patologiche”.
Conce5o di scatola nera: Paradossale autoreferenzialità di discipline come la psicologia e la psichiatria, i cui studiosi studiano la mente con la propria mente! Impossibilità di vedere "il lavoro" della mente e ciò che realmente accade in essa! Non abbiamo bisogno di ricorrere ad alcuna ipotesi intrapsichica (che è fondamentalmente indimostrabile) e possiamo limitarci ad osservare i rapporY di ingresso-‐uscita, cioè la comunicazione!
Pragma/ca della comunicazione umana
Consapevolezza e non consapevolezza: in merito all'importanza di stabilire se un comportamento sia consapevole, inconsapevole, volontario, involontario o sintomaYco, gli autori mostrano come in realtà sia rilevante il "significato" che ad esso viene dato!
Presente e passato: fallacia e assenza di oggeWvità nel rievocare evenY! Qualunque persona A che parli del suo passato alla persona B è streiamente legata alla relazione in corso tra queste due persone (e ne è determinata). L'indagine del passato viene ritenuta inaiendibile; si preferisce l'osservazione direia della comunicazione nel suo qui-‐e-‐ora (hic et nunc), che permeie l'idenYficazione di modelli di comunicazione uYli da un punto di vista diagnosYco e per la messa a punto delle più appropriate strategie terapeuYche.
Causa ed effe5o: le cause di un disturbo perdono importanza, mentre gli effeW ne acquistano notevolmente; gli effeW che sintomi o disturbi complessi hanno sul contesto, sul sistema in cui si esprimono, fanno assumere al sintomo/disturbo il ruolo di "regola del gioco" (inteso come sequenze di comportamento governate da regole, in linea con la matemaYca Teoria dei Giochi) giocato in quel parYcolare contesto. "In genere, riteniamo che il sintomo sia un comportamento i cui effeW influenzano profondamente l'ambiente del malato. A questo proposito si può enunciare una regola empirica: dove resta oscuro il perché? di un comportamento, la domanda a quale scopo? è possibile che dia una risposta valida”.
Circolarità dei modelli di comunicazione: Conceio di "retroazione” (importato dalla ciberneYca) = "parte dei daY in uscita sono reintrodoW nel sistema come informazione circa l'uscita stessa”. Ci troviamo così in sistemi aperY in cui il comportamento a determina b che torna ad influenzare a. "È patologica la comunicazione di una data famiglia perché uno dei suoi membri è psicoYco, o uno dei suoi membri è psicoYco perché la comunicazione è patologica?” Non ha senso parlare del principio o della fine di una catena di evenY: "non c'è fine né principio in un cerchio”!
Rela/vità delle nozioni di "normalità" e "anormalità": un comportamento acquisisce un senso specifico all'interno del contesto in cui si aiua; "sanità" e "insanità" perdono così il loro significato, poiché ciò che è sano in un contesto può non esserlo in un altro, e l'osservatore può giudicare un dato comportamento come "normale" o "anormale" a seconda della sua oWca preconceia. "Ne consegue che la 'schizofrenia' considerata come una malaGa incurabile e progressiva della mente di un individuo e la 'schizofrenia' considerata come l'unica reazione possibile a un contesto di comunicazione assurdo e insostenibile (una reazione che segue, e perciò perpetua, le regole di tale contesto) sono due cose del tu:o diverse”!
La comunicazione sociale - Pragmatica della comunicazione umana: Primo assioma
In base ai principi della “Pragmatica della comunicazione umana” elaborata dalla Scuola di Palo Alto il cui esponente più noto è Paul Watzlawick possiamo affermare che:
1) Non si può non comunicare
qualsiasi comportamento, in situazione di interazione tra persone,
rappresenta una forma di comunicazione.
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Quali sono le cose che il passeggero “A” non può fare?
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Il passeggero “A” 1) non può andarsene ;2) non può non comunicare…
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Reazioni possibili del passeggero “A”: -‐ rifiuto della comunicazione -‐ acceiazione della conversazione -‐ squalificazione della comunicazione -‐ il sintomo come comunicazione
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Reazioni possibili del passeggero “A”: -‐ rifiuto della comunicazione: con maniere più o meno brusche il passeggero “A” può far capire al passeggero “B” che non ha voglia di conversare. Ma per le regole della buona educazione questo è un modo di agire riprovevole che richiede un certo coraggio e che provocherà un silenzio imbarazzante e teso; inoltre in questo modo il passeggero “A” non è certo riuscito a evitare, come voleva, una relazione con “B”.
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Reazioni possibili del passeggero “A”: -‐ Acce5azione della comunicazione: “A” si rassegna a conversare con “B”; è probabile che questo gli farà odiare se stesso e l’altra persona. L’aspeio importante della decisione di “A” è che presto si renderà conto della saggezza di una regola militare secondo la quale “in caso di caiura dare soltanto il nome, il grado e il numero di matricola”; è infaW possibile che il passeggero “B” non sia affaio disposto a fermarsi a metà strada e voglia scoprire tuio di “A”.
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Reazioni possibili del passeggero “A”: -‐ Squalificazione della comunicazione: è una tecnica importante a cui “A” può ricorrere per difendersi, egli può comunicare in modo da invalidare le proprie comunicazioni o quelle dell’altro, ad esempio contraddicendosi, cambiando argomento, dicendo frasi incoerenY o incomplete, fraintendendo, eccetera.
Lui non vuole comunicare
“A”
Lei vuole comunicare
“B”
Reazioni possibili del passeggero “A”: -‐ Il sintomo come comunicazione: il passeggero “A” può fare finta di avere sonno, di essere sordo, di non senYrsi bene, di non conoscere la lingua o può simulare qualunque altro stato di incapacità che giusYfichi l’impossibilità di comunicare. In tuW quesY casi, il messaggio è sempre lo stesso: “non mi dispiacerebbe parlare con lei, ma c’è qualcosa di più forte che me lo impedisce”.
Secondo assioma In base ai principi della pragmatica della comunicazione umana possiamo affermare che: 2) Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione Il primo trasmette i dati della comunicazione, il secondo definisce il modo in cui si deve assumere la comunicazione. Un individuo che proferisce un ordine esprime, oltre al contenuto-notizia (la volontà che l’altro compia una determinata azione), anche la relazione-comando che intercorre tra chi comunica e chi è oggetto della comunicazione, nel caso particolare quella di superiore-subordinato.
Ogni comunicazione oltre a trasmettere informazione, implica un impegno tra i comunicanti e definisce la natura della loro relazione… Il ricevente accoglie un messaggio che possiamo considerare oggettivo per quanto riguarda l’informazione trasmessa, ma che contiene anche un aspetto meta-comunicativo che definisce un modello che rientra in un’ampia gamma di possibili relazioni differenti tra i due comunicanti. Gli scambi comunicativi “patologici” sono caratterizzati da una lotta costante per definire i rispettivi ruoli e la natura della relazione, mentre l’informazione trasmessa passa in secondo piano.
L’aspetto di relazione di una comunicazione è definito dai termini in cui si presenta la comunicazione stessa, dal non verbale che ad essa si accompagna e dal contesto in cui questa si svolge. In un contesto comunicativo “patologico” si può avere spesso a che fare con episodi di confusione tra contenuto e relazione.
Perché l’aspetto relazionale della comunicazione umana è così importante?
Perché, con la definizione della relazione tra i due comunicanti, questi definiscono implicitamente se stessi. Una delle funzioni della comunicazione consiste nel fornire ai comunicanti una conferma o un rifiuto del proprio Sé; attraverso la meta-comunicazione si sviluppa dunque la consapevolezza del Sé, la coscienza degli individui coinvolti nell’interazione. E’ essenziale che ognuno dei comunicanti sia consapevole del punto di vista dell’altro.
L’accordo a livello di contenuto mette in luce il disaccordo a livello di relazione: immaginiamo che la persona “P” dà la definizione di sé alla persona “O”. La persona “P” può farlo in molti modi, ma qualunque cosa comunichi e comunque la comunichi a livello di contenuto, il prototipo della comunicazione sarà: “ecco come mi vedo”. La comunicazione umana consente tre possibili reazioni da parte di “O” alla definizione che “P” ha dato di sé; e tutte sono di grande importanza per la pragmatica della comunicazione umana.
Conferma: La persona “O” può accettare (confermare) la definizione che “P” ha dato di sé. Da molte ricerche è emerso che proprio la conferma del giudizio rappresenta un fattore che garantisce lo sviluppo e la stabilità mentali. Rifiuto: Il rifiuto, per quanto doloroso, presuppone il riconoscimento, sia pure limitato, di quanto si rifiuta e quindi esso non nega necessariamente la realtà del giudizio di “P” su di sé. Disconferma: non si occupa più delle verità o delle falsità, della definizione che “P” ha dato di Sé, ma nega la realtà di “P” come emittente di tale definizione. In altre parole, mentre il rifiuto equivale al messaggio “tu hai torto”, la disconferma in realtà dice “tu non esisti”.
Terzo assioma
3) La natura di una comunicazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i soggetti, cioè dall’ordine (causa-effetto) che i soggetti danno alle loro azioni e contro-reazioni. In un caso in cui il marito trascura la moglie e questa non ha cura di sé, avremo:
Marito
Moglie
Lui la trascura
1 3 5 7
9
2 4 6 8
Marito
Moglie
Lui la trascura
Il marito percepisce soltanto le triadi 2-‐3-‐4, 4-‐5-‐6, 6-‐7-‐8 in cui il suo comportamento (freccia rossa) è semplicemente una risposta a quello della
moglie (freccia verde).
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Marito
Moglie
Lui la trascura
La moglie invece, punteggia le sequenze di evenY secondo le triadi 1-‐2-‐3, 3-‐4-‐5, 5-‐6-‐7, 7-‐8-‐9 e vede se stessa solo nell’aio di reagire al comportamento di suo
marito, non di determinarlo.
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Marito
Moglie
Lui la trascura
In questo caso può sorgere un conflitto su ciò che si ritiene la causa e ciò che si considera l’effetto dei reciproci comportamenti, quando invece l’interazione è di tipo circolare e, quindi, nessuna delle versioni dei coniugi può essere considerata corretta; il marito trascura la moglie perché lei non ha cura di sé e la moglie non ha cura di sé perché il marito la trascura.
1
2
3
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9
“La profezia che si autodetermina” Nella comunicazione, il dare la cosa per scontata si può considerare
l’equivalente della profezia che si autodetermina. Il comportamento provoca negli altri una reazione alla quale quel
dato comportamento sarebbe la risposta adeguata. Per esempio, una persona che agisce in base alla premessa “non
piaccio a nessuno”, si comporterà in modo sospettoso, difensivo, schivo, eccetera, ed è probabile che gli altri reagiscano con antipatia al suo comportamento, confermando la premessa da cui il soggetto stesso era partito.
Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo.
Quarto assioma 4) Gli esseri umani comunicano sia mediante le parole,
cioè i nomi convenzionalmente dati agli oggetti (comunicazione numerica o digitale), sia per mezzo di immagini, che sono di per sé simili alla cosa, legate ad essa da un nesso non convenzionale (come nel caso precedente), ma specifico (comunicazione analogica). Dire “mi sono tagliato un dito” rappresenta una comunicazione numerica o digitale. Esprimere questa stessa situazione con mezzi non verbali (gesticolando, urlando…) rappresenta una comunicazione analogica.
5) Gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che si basino sull’uguaglianza o sulla differenza: • nel primo caso i comportamenti dei soggetti tendono a rispecchiarsi, a trovare le motivazioni l’uno nell’altro (è il caso del rapporto tra eguali);
• nel secondo il comportamento dell’uno completa quello dell’altro, differenziandosi notevolmente (per esempio madre-figlio)
Quinto assioma
Rapporto simmetrico: ciascuno tende ad essere uguale all’altro, o meglio a non essere da meno dell’altro. Ognuno si comporta come se volesse dire a volte: “io conto quanto te” o, altre volte, “tu conti quanto me”. Tutto avviene in condizioni di reciprocità. Tuttavia, in alcuni casi questi comportamenti possono tendere alla competitività, si ha così una vera e propria escalation simmetrica in cui ciascuno cerca di essere “più uguale” all’altro, il che all’interno di una coppia può creare un vero e proprio scisma.
Rapporto complementare: è impostato sulla differenza reciproca; uno è “quello che sta al di sopra” one-up, l’altro “quello che sta al di sotto” one-down. Questo tipo di rapporto, così come il precedente non è intrinsecamente positivo o negativo, in quanto ci sono persone che sono soddisfatte in una relazione simmetrica, e altre che lo sono in una complementare, ma diventa pericoloso quando la complementarietà diventa rigida, cioè quando “quello che sta al di sopra” soffoca la personalità dell’altro, tenendolo in una condizione di dipendenza emotiva.
In una relazione normalmente vi sono fasi ed ambiti di simmetria o di complementarietà. Non bisogna compiere l’errore di porre in relazione simmetria e complementarietà con i concetti di buono e cattivo: entrambe hanno funzioni importanti ed anzi è indispensabile saper comunicare in modo simmetrico in certe situazioni ed in modo complementare in altre. Si definisce questa situazione di mobilità del rapporto tra simmetrico e complementare come rapporto parallelo.
La comunicazione secondo l’approccio strategico
• La Scuola di Palo Alto e la teoria della pragmaYca della comunicazione di Paul Watzlawick
• I cinque assiomi della comunicazione umana
• Le tecniche d’intervento per facilitare la comunicazione efficace
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Tecniche per facilitare l’ascolto reciproco
Ascoltare chi parla (ascolto aWvo, a:ending): • Porsi di fronte a chi parla, • Guardare chi parla, • Mantenere una postura aperta, • Restare appena fuori del suo spazio personale (“zona cuscineio” circa 90-‐180 cm),
• “Riconoscimento” • Invitare l’altro a parlare (domande aperte, “apri-‐porte”, “frasi-‐invito”)
• Feedback
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Tecniche per gesYre il confliio Perché non dovrebbero accordarsi di non essere d’accordo?
• Voltare le spalle all’altro e annotare i punY sui quali ha torto (in silenzio)
• Se qualcuno non si controlla -‐> “si giri un po’ più di schiena”
In questa maniera l’interazione conYnua, ma in modo tacito, senza interferenze.
• “Messaggio Io”
La tecnica del ricalco: • Ricalcare lo stato d’animo
di una persona, i suoi gesY, la sua mimica, significa meiersi in sintonia con il suo stato aiuale.
• Riprodurre la comunicazione non verbale, le posture ed i movimen/ dell’interlocutore che in tal modo si sen/rà maggiormente accolto e rilassato.
La comunicazione indire5a
• si realizza facendo ricorso al linguaggio analogico fa5o di aneddo5, metafore e aforismi dal forte potere evoca/vo e sugges/vo.
La tecnica della ristru9urazione • Consente di cambiare lo sfondo conce5uale ed emozionale in cui il cliente colloca il suo disagio, ponendolo all’interno di una cornice alterna/va dove la situazione problema/ca può trovare una spiegazione perfino migliore
• Lo spostamento del punto di osservazione perme5e all’interlocutore di ricodificare le immagini e le percezioni della realtà, o5enendo così un’alterazione del significato che le viene a5ribuito
Refraiming (P
NL)
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