Insegnamento di BIOMECCANICA - uniroma2.it · Calibrazione della bilancia a molla • il modello...

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE MOTORIE AA 2011-2012 Insegnamento di Prof.ssa Maria Guerrisi Dott. Pietro Picerno Insegnamento di BIOMECCANICA

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U N I V E R S I TA’ D E G L I S T U D I D I R O M A T O R V E R G ATA

FA C O LTA’ D I M E D I C I N A E C H I R U R G I A

L A U R E A T R I E N N A L E I N S C I E N Z E M O T O R I E

A A 2 0 11 - 2 0 1 2

I nsegnamento d i

P r o f . s s a M a r i a G u e r r i s i

D o t t . P i e t r o P i c e r n o

I nsegnamento d i

BIOMECCANICA

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Programma del corso

MODULO 1: Introduzione alla biomeccanica

MODULO 2: Misura e stima

MODULO 3: Centro di massa

MODULO 4: Analisi del salto verticale

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 2Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

MODULO 5: Analisi del cammino

MODULO 6: Macchine da muscolazione

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Modulo 2

Misura e stima

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 3Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Misura e stima

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MISURA

misurare una grandezza significa determinarne il valore in rapporto ad

un’altra grandezza prefissata della stessa specie, assunta come unità di

misura

Misura e st ima

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 4Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

STIMA

stimare una grandezza significa ottenere l’informazione cercata a partire

da informazioni di più semplice individuazione, utilizzando misure di altre

grandezze e opportuni modelli matematici

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Strumento di misura

STRUMENTO

DI

MISURA

MISURANDO MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 5Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Prendendo l’esempio del fruttivendolo, il misurando (in entrata) è il sacco di

patate di cui il fruttivendolo è interessato a conoscere la massa, mentre la

misura (in uscita) è il valore, in kg, della massa del sacco di patate.

Lo strumento di misura con cui il fruttivendolo verrà a conoscenza di questa

informazione è la bilancia a molla.

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Domanda

La bilancia a molla misura o stima la massa del sacco di patate?

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 6Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

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Strumento di misura

STRUMENTO

DI

MISURA

MISURANDO MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 7Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

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Strumento di misura

STRUMENTO

DI

MISURA

MISURANDO MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 8Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

MISURANDO TRASDUTTORE MISURAMODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE

Uno strumento di misura è composto da un trasduttore e da un modello dicalibrazione

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Strumento di misura

STRUMENTO

DI

MISURA

MISURANDO MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 9Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

MISURANDO TRASDUTTORE MISURAMODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE

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Strumento di misura

TRASDUTTOREMISURANDO SEGNALE

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 10Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

MISURANDO SENSORE SEGNALE

ELEMENTO

DI

CONVERSIONE

STATO

Il trasduttore è composto a sua volta da un sensore e da un elemento diconversione

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MISURANDO SENSORE SEGNALE

ELEMENTO

DI

CONVERSIONE

STATO

Il sensore è un sistema che reagisce alla sua esposizione al misurando

I l sensore

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 11Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Il sensore è un sistema che reagisce alla sua esposizione al misurandosubendo una variazione di stato.

Nel nostro caso, il sensore è la molla, la quale modifica il suo stato, cioè lasua lunghezza di riposo o iniziale (si deforma) quando viene esposto allaforza peso del sacco di patate.

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L’elemento di conversione

MISURANDO SENSORE SEGNALE

ELEMENTO

DI

CONVERSIONE

STATO

L’elemento di conversione è un sistema che trasforma (converte) la

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 12Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

L’elemento di conversione è un sistema che trasforma (converte) lagrandezza fisica che descrive la variazione di stato del sensore in unagrandezza di cui già possediamo uno strumento di misura pratico, accuratoed economico.

Nel nostro caso, l’elemento di conversione può essere un semplice righellocon cui possiamo misurare, in centimetri, la deformazione della mollasottoposta alla forza peso del sacco di patate

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Strumento di misura

STRUMENTO

DI

MISURA

MISURANDO MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 13Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

MISURANDO TRASDUTTORE MISURAMODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE

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Modello di cal ibrazione

MODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE MISURA

Il modello (matematico) di calibrazione è costituito da una funzione chestabilisce una relazione biunivoca fra segnale e misura.

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 14Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

stabilisce una relazione biunivoca fra segnale e misura.

I coefficienti di questa funzione sono detti parametri di calibrazione delmodello.

La rappresentazione grafica del modello di calibrazione si dice curva dicalibrazione.

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Calibrazione

La calibrazione comporta la conoscenza a priori della misura.

Segnale e misura, in questa occasione, devono essere, dunque, ambeduenoti.

MODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE MISURA

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 15Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

noti.

Ciò vale a dire che, nel caso della nostra bilancia a molla, durante lacalibrazione devono essere noti sia la massa che vorremmo in seguitomisurare con la nostra molla (misura) che di quanto si deforma la molla inseguito alla sua esposizione a questa massa (segnale)

La calibrazione avviene solo una volta: una volta ottenuti i parametri dicalibrazione, ci basterà solo l’elemento di conversione con cui ottenere ilsegnale, ovverosia ci basterà solo misurare la deformazione della molla

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Calibrazione

Si intende per calibrazione l’insieme di procedure che consentono di

determinare il modello di calibrazione.

Per calibrare uno strumento di misura occorre perseguire alcuni obiettivi:

• identificare una misura nota e facilmente reperibile (in base al tipo di

misurando)

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 16Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

• identificare un elemento di conversione (semplice e pratico) con cui poter

misurare le variazioni di stato del sensore in risposta all’applicazione della

misura nota

• determinare il tipo di funzione analitica che rappresenta il modello di

calibrazione (curva di primo grado o retta, curva di secondo grado ecc…)

• determinare i parametri di calibrazione

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Calibrazione del la bi lancia a molla

• Se lo strumento di misura deve misurare la massa (misurando), allora lamisura nota con cui poter calibrare la bilancia è facilmente reperibile:

(il disco è tarato, cioè in fabbrica lo confrontano con un altro

peso noto e certificano, cioè danno per sicuro, che la sua massa

è, in questo caso, 2kg)

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 17Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

• Contemporaneamente alla conoscenza del valore della massa a cui vieneesposto il nostro sensore (molla), dobbiamo ora misurare in manierasemplice il cambiamento di stato del nostro sensore, ovverosia lavariazione di lunghezza (deformazione) della molla:

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Calibrazione del la bi lancia a molla

MODELLO DI

CALIBRAZIONESEGNALE MISURA

=

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 18Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

kg = f(cm)

=

Dobbiamo determinare, mediante dati raccolti sperimentalmente, larelazione matematica (cioè la funzione) che lega la variazione dellalunghezza della molla (in centimetri) al valore della massa applicata allamolla (in chilogrammi).

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Calibrazione del la bi lancia a molla

In base alla funzione con cui decidiamo rappresentare il nostro modello dicalibrazione, occorre ottenere alcuni dati sperimentali con cui andare acostruire la nostra curva di calibrazione.Ad esempio, se il volessimo rappresentare la relazione tra deformazionedella molla (in centimetri) e massa dell’oggetto applicato (in chilogrammi)attraverso una retta, due punti (dati sperimentali) sono sufficienti:

y

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 19Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

x [cm] y [kg]

10 5

lunghezza molla [cm]

xdis

co p

esi [k

g]

10 20 30

510

y

5 kg

10 cm

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Calibrazione del la bi lancia a molla

In base alla funzione con cui decidiamo rappresentare il nostro modello dicalibrazione, occorre ottenere alcuni dati sperimentali con cui andare acostruire la nostra curva di calibrazione.Ad esempio, se il volessimo rappresentare la relazione tra deformazionedella molla (in centimetri) e massa dell’oggetto applicato (in chilogrammi)attraverso una retta, due punti (dati sperimentali) sono sufficienti:

y

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 20Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

x [cm] y [kg]

10 5

lunghezza molla [cm]

xdis

co p

esi [k

g]

10 20 30

510

y

20 cm

10 kg

20 10

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Calibrazione del la bi lancia a molla

In base alla funzione con cui decidiamo rappresentare il nostro modello dicalibrazione, occorre ottenere alcuni dati sperimentali con cui andare acostruire la nostra curva di calibrazione.Ad esempio, se il volessimo rappresentare la relazione tra deformazionedella molla (in centimetri) e massa dell’oggetto applicato (in chilogrammi)attraverso una retta, due punti (dati sperimentali) sono sufficienti:

y

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 21Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

x [cm] y [kg]

10 5

lunghezza molla [cm]

xdis

co p

esi [k

g]

10 20 30

510

yy = a·x

a = y/x

a = 5/1020 10

20 cm

10 kg

a = 0.5

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Calibrazione del la bi lancia a molla

• il modello scelto è una retta (primo grado)

• “a” è il nostro parametro di calibrazione

Al nostro fruttivendolo basterà avere una fettuccia metrica per misurare la

deformazione della molla e il parametro di calibrazione (conversione) “a”

per trasformare i centimetri misurati in chilogrammi

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 22Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

per trasformare i centimetri misurati in chilogrammi

y = 0.5 · x

Ad esempio, un sacco di patate che provocherà una deformazione della

molla di 35 cm corrisponderà ad una massa di 0.5 * 35 = 17 kg

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Risposta

La bilancia a molla STIMA la massa del sacco di patate.

(la misura diretta non è la massa bensì la deformazione della molla)

Gli strumenti di misura sono generalmente venduti già

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 23Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Gli strumenti di misura sono generalmente venduti già

calibrati.

Nel nostro caso, la parte frontale della bilancia è

contrassegnata da tacche che riportano i chilogrammi.

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Sulla scelta del model loLa curva di calibrazione, cioè il modello o funzione, può essere di primo grado (retta)

o di grado superiore a seconda del numero dei dati sperimentali acquisiti per la

costruzione del grafico e dell’accuratezza che si vuole dare alla stima.

Se ad esempio mi limito ad usare solo due dati sperimentali, come ad esempio 5 e

10 kg, sono sicuro che la relazione continua ad essere valida se poi mi trovo a dover

stimare oggetti superiori ai 10 kg? (range di calibrazione). E’ ovvio che più dati

sperimentali prendo e meglio sarà.

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 24Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Sulla scelta del modello: una disposizione in grafico di dati sperimentali del genere

siete sicuri possa essere “modellata” con una retta?

0

10

20

30

40

0 10 20 30 40

[kg]

[cm]

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Errori intr inseci al la st ima

Mettiamo il caso sia abbiano a disposizione dati sperimentali presi in corrispondenza

di 4 punti:y = 0.4045x + 1.1975

R² = 0.9692

0

5

10

15

20

[kg]

x [cm] y [kg]

10 5

20 10

29 12

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 25Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

0

0 10 20 30 40

[cm]

Usando Microsoft Excel costruiamo il grafico, inseriamo una linea di tendenza (retta) e

chiediamo di esplicitare equazione della retta e coefficiente di determinazione.

Il coefficiente di determinazione esprime la bontà della relazione tra variabile

dipendente e indipendente e va da 0 (minima) a 1 (massima).

Più la distanza tra i punti e la retta è minima e più la relazione e quindi la stima sarà

buona

33 15

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Limit i dei model l i di cal ibrazione

Abbiamo calibrato la nostra bilancia molla e siamo pronti ad andare in piazza della

frutta con la bilancia, una fettuccia metrica e l’equazione che sta sul grafico

y = 0.4045x + 1.1975

R² = 0.9692

5

10

15

20

[kg]

x [cm] y [kg]

10 5

20 10

29 12

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 26Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

0

0 10 20 30 40

[cm]

Andiamo per pesare un sacco di patate e la deformazione della molla è proprio di

20cm, proprio come uno dei valori acquisiti sperimentalmente durane il processo di

calibrazione. Vado comunque a svolgere l’equazione per x = 20cm e ottengo:

y = 0.4045*20 + 1.1975 � y = 9.3 kg !!

Cioè mi accorgo che il modello non restituisce 10 kg. Questo perché la retta cerca di

passare vicino a più punti possibili, cioè minimizza la somma del quadrato delle

distanze di ciascun punto dalla retta (metodo dei minimi quadrati).

29 12

33 15

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Tipologie di errori

Sia la misura che la stima di una grandezza fisica comportano SEMRPE degli errori.

Errore casuale

il suo valore non è prevedibile utilizzando le leggi della fisica, è spesso considerato a

valore medio nullo.

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 27Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

Errore sistematico

è un errore che si ripete ad ogni misura, in generale causato da imprecisioni nella

calibrazione dello strumento.

Artefatti:

sono errori associati alle condizioni di misura, spesso dovuti a eventi indesiderati che

si sovrappongono al fenomeno analizzato.

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Un esempio di artefatt i

ARTEFATTI DI PELLE

Prendiamo il caso dell’analisi del cammino, dove è fondamentale misurare la posizione

di repere anatomici (corrispondenti a punti ossei palpabili e ben identificabili come ad

esempio, gran trocantere, malleolo, epicondilo ecc) per poter stimare la cinematica

articolare come visto nel relativo modulo.

Mettiamo il caso che la misura della posizione dei repere venga fatta con videoanalisi

(fotogrammetria).

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 28Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

(fotogrammetria).

L’operatore si facilita l’identificazione in ciascun fotogramma posizionando dei

marcatori attaccati sulla pelle in corrispondenza dei ciascun repere. L’identificazione

avviene e la collocazione del marcatore avviene a soggetto fermo.

Durante il cammino (o corsa ancor peggio) il movimento di pelle e tessuti molli

sottostanti provocano una variazione di posizione tra marcatore esterno e repere

osseo sottostante: il marcatore identificato non corrisponde più al repere osseo; ne

consegue un errore nella stima di cinematica articolare.

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Precisione

La precisione è associata alla ripetibilità della misura/stima, come tale dipende

essenzialmente dall’errore casuale.

più precisa meno precisa

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 29Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

valore vero

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Accuratezza

L’accuratezza è associata alla distanza della misura dal valore vero della grandezza

misurata/stimata, come tale dipende essenzialmente dall’errore sistematico.

più accurata meno accurata

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 30Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

(stessa precisione)

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Accuratezza e precisione

accurata e precisa non accurata, non precisaaccurata e precisa non accurata, non precisa

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 31Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

accurata e non precisa non accurata e precisa

accurata e non precisa non accurata e precisaaccurata e non precisa non accurata e precisa

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Risoluzione

La risoluzione di uno strumento di misura è costituita dalla più

piccola variazione del misurando (espressa nella unità di misura di

quest’ultimo) in grado di generare una variazione apprezzabile del

segnale.

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 32Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

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Fondo scala

Il fondo scala rappresenta il limite superiore del campo di misura.

fondo scala

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 33Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

0

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Lineari tà

25

30

La linearità di uno strumento è legata alla linearità della sua curva di calibrazione.

L’intervallo di punti all’interno del quale la curva di calibrazione (relazione tra

variabile dipendente e indipendente) è lineare:

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 34Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

0

5

10

15

20

25

0 10 20 30 40

[kg]

[cm]

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Frequenza di campionamento

La frequenza di campionamento è legata a quanti dati lo strumento è in grado di

registrare nell’unità di tempo (1 secondo). Si misura in Hertz (Hz).

Ad esempio, le videocamere commerciali vanno a 25 fotogrammi al secondo, vale a

dire scattano (e quindi misurano) 25 immagini al secondo. La loro frequenza di

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 35Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

campionamento è quindi di 25 Hz. Ogni fotogramma quindi dura un venticiquesimo

di secondo e cioè 0.04 secondi e cioè 4 centesimi di secondo (1/25), che

rappresenta il famoso “delta t”.

Una pedana dinamometrica che campiona a 100 Hz vuol dire che registra la forza

100 volte in un secondo.

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Frequenza di campionamento

Il concetto di quantità media e istantanea (ad esempio, velocità media Vs. velocità

istantanea) è strettamente legato alla frequenza di campionamento dello strumento.

Più la frequenza è alta e più la grandezza misurata sarà istantanea.

Sinonimo di frequenza di campionamento è la risoluzione temporale della misura

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 36Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

8che si affianca a quella spaziale, vedi slide precedente)

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Domanda

Una pedana dinamometrica con frequenza di campionamento di 10 Hz è

sufficiente per misurare le forza di reazione al suolo in un gesto come lo

sprint?

No, perché con 10 Hz probabilmente perdo delle informazioni che

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 37Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

No, perché con 10 Hz probabilmente perdo delle informazioni che

succedono tra un campione e l’altro in quanto rapide variazioni di velocità

come gli impatti avvengono in un intervallo di tempo minore.

Page 38: Insegnamento di BIOMECCANICA - uniroma2.it · Calibrazione della bilancia a molla • il modello scelto è una retta (primo grado) • “a” è il nostro parametro di calibrazione

Modulo 2: apprendimento

Dopo questa lezione dovreste:conoscere:

• la differenza tra misurare e stimare una grandezza fisica

• i principali componenti (e le relative funzioni) di cui uno strumento di misura

è composto

• cosa vuol dire calibrare uno strumento di misura

Modulo 2 - Misura e stima - pag. 38Biomeccanica (A A 2011-2012) Picerno – Guerrisi

• cosa vuol dire calibrare uno strumento di misura

• quali sono i passi da compiere per calibrare uno strumento di misura

• quali sono i limiti dei modelli di calibrazione

• quali sono i tipi di errore

• quali sono le principali caratteristiche degli strumenti di misura