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inno vi. TORINO, 10 novembre 1907. N. 45. I-A STAMPA , ^ » Automobilismo - Ciclismo Alpinismo - Areostatiea Nuoto - Canottaggio - Yaetating zrnfn^ - Ippica - Atletica - Scherma Ginnastica - Cassia - Tiri » Podismo Giuochi Sportivi « Variata SPORTIVA Esce ocfrti T)omenica in 20 pagine illustrate. (Conto corrente colla posta;. £ DIRETTORE: G U S T A V O V E R O N A Sr ABBONAMENTI | DIREZIONE E HM1VIINISTRHZI0NE $ INSERZIONI i r i i t <> T^. 5 = E s t e r o & f. 4 „,, N u m e r o S "a'i* Cent. IO 1 , . , r $ TORINO - Via Davide Bertototti, 3 - TORINO Ì trattative rivolgersi presso D n Numero j Estero _ , 5 j Arretrato Cent. 15 ± ^ telefono jsU, t' l'Amministrazione del Giornal. » iìTriTrTT777ì .ìrriTii limili iimniniiiiniiiiiiiiiiiiHii I MAT6HES INTERNAZIONALI DI FOOT-BALL Un " m a t c h „ di foot-ball ( rugby ) f r a la squadra dei Sud-Africani ed una Inglese. ( Vedi rubrica speciale del Foot-ball a pag. 6).

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inno v i . T O R I N O , 10 novembre 1907 . N. 45 .

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I MAT6HES INTERNAZIONALI DI FOOT-BALL

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( Vedi rubrica speciale del F o o t - b a l l a pag. 6).

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morte del Presidente dell 'Automobile-Club d'Italia

Corriere automobilistico

Il Principe Strozzi irenica 3 novembre, alle ore 8,50, è spirato jrenze il principe Piero Strozzi, presidente A. C. d'Italia. Egli è morto di angina pec-, e la sna malattia prese origine mesi sono Alessandria. Egli era il gentiluomo di S. M. la ina madre, la quale sino all'ultimo si è inte-nta grandemente della sua malattia. Anche l K. il Conte di Torino fece moltissime visite piazzo Strozzi. La città di Firenze ha seguito ansia le fasi della lunga malattia. Al mo-lto della morte trovavansi al capezzale dell'il-

infermo la madre, i fratelli, la sorella ma-Guicciardini, il dottor Grazzini e una suora

urità. Per questa morte, lamentata, prende-10 il lutto moltissime famiglie dell'aristocrazia ntina, fra cui i principi di Centurione, che irtengono alla famigliadella madre dell'estinto, cipessa Antonietta. Il principe Piero Strozzi senatore dal 1896, cavaliere dell'Ordine di ta, e titolo di principe ereditario. Il fratello, i Leone, aveva sposato la principessa polacca liga, vivendo oggi a Parigi, ma separati. 1 principe Piero Strozzi Firenze ha reso fil-ili solenni, che ebbero luogo lunedì. La salma esposta dalle ore 11, vestita dell'abito da ca-jre di Malta, fra le corone della famiglia e Conte di Torino. Alle 14,30 cominciarono i irali, solennissimi ; tutte le autorità e le no-lità dell'aristocrazia, la truppa, gli Istituti di ificenza, seguiti da una folla enorme, camini-ilio ai lati del feretro. Il prefetto, il sindaco, inorale Lamberti, i senatori Torrigiani e Cor-il deputato Merci, un rappresentante della

atazione provinciale e la Croce Eossa segui-li feretro assieme al Conte di Torino, ai fra-dei defunto ed al deputato Francesco Guic-

Jini.

itti i Clubs automobilistici italiani avevano ato ricche corone. L 'A. C. d'Italia era uffi-nente rappresentato dal marchese Lorenzo Gi-Lisci, presidente del Club A. di Firenze, a un numero indescrivibile dei più noti cit-ili di Firenze la salma venne sepolta nella iella del Cimitero Soffejano. a i diversi lasciti il principe dona il proprio zzo allo Stato, e per questo al Ministero della dica istruzione. Nella donazione del palazzo contemplate alcune condizioni d'indole pri-II principe dona inoltre al Ministero della

blica istruzione l'archivio di famiglia, prege-isimo per la raccolta dei documenti storici ; la poi al Comune di Firenze varii quadri esi-ti attualmente nel suo palazzo, obbligando il Comune a conservarli nel Palazzo Civico

1 luogo che crederà più opportuno, .esce difficile tessere la vita sportiva del prin-Piero Strozzi. Dopo essersi dedicato all'ippica, ò con entusiasmo nell'automobilismo, di cui ippassionatissimo. Nominato delegato dell 'Au-)bile Club di Firenze all'Automobile Club ilia, venne dai colleghi ad unanimità eletto esidente sul finire del 1906.

grande Associazione sportiva italiana il cipe Strozzi avrebbe certamente portato la attività, se non ne fosse stato impedito dal bo che già minava la sua esistenza. E per to appunto, allo spirare del suo primo anno residenza egli rassegnava le sue dimissioni carica. Il Consiglio, bene augurando p- r la

salute, lo riconfermava ad unanimità e lo zzi accettando lasciava la gestione del Club illega marchese Ferrerò di Ventimiglia. non è un mese alla sede del Club giungeva

lettera del principe Strozzi, disgraziatamente ima, in cui pregava insistentemente i colleghi « t i a r e le sue dimissioni, non permettendogli la salute di coprire più oltre, anche ad hono-la carica. Triste presagio!... seguito a questa lettera è stato convocato 11 giorno 8 corrente il Consiglio direttivo 4. C. d'Italia. Mentre il nostro giornale va 'acchina forse il successore dello Strozzi sarà

nominato. ad augurarsi, per l'incremento dello sport

móbilistico italiano, che la scelta sia caduta Do sportsman che al prestigio del nome unisca lità sportiva.

La Stampa sportiva.

le corse per la Coppa d 'Evreux. La Coppa d'Evreux ha riunito 64 vetture. Le sole

categorie che abbiano presentato alquanto inte-resse sono le seguenti:

Prima categoria (formola Coppa dell'Impera-tore): L Hemery, con macchina Bene, coprendo il chilometro in 30" 3/5.

Seconda categoria (formola Targa Florio): L FJa-ment, su vettura Bayard-Olément, in 33" 4/5; 2. Motargy, su vettura Barracq, in 34" 2/5.

Terza categoria (vetture senza limitazione) : 1. Rigat, su vettura Barracq, in 27" 2/5. Questo fu il miglior tempo battuto nella giornata; 2. Geor-get, su macchina Mors, in 31" 2/5.

l e tre grandi prove francesi. In questo novembre, come è noto, si riunirà

nel Salone dell'A. C. di Francia, in occasione del-l'Esposizione Decennale di Parigi, il Congresso del Calendario. Quest'anno jare che esso debba assumere un'importanza superiore a quella degli

V Esposizione Internazionale di Automobili - Torino. (18 gennaio - 2 febbraio 1908).

Più volte ci è stato domandato se si farà nel 1908 l'Esposizione di automobili a Torino.

A sfatare ogni dubbio possiamo assicurare che il Y Salone si terrà a Torino dal'18 gennaio al 2 febbraio, e che esso non riuscirà certo inferiore ai quattro che l'hanno preceduto.

All'Automobile Club di Torino si lavora, e no-nostante che poco tempo ancora sia trascorso dalla pubblicazione dei regolamenti, già sono per-venute iscrizioni dalla Germania, Francia e nu-merose dall'Italia.

In questa settimana la Commissione esecutiva della Mostra ha spedito a Parigi buon numero di regolameuti e due grandi quadri. Essi saranno ospitati gentilmente nello stand del Touring Club Italiano, che si è proposto di far propaganda al Salon di Parigi per la manifestazione di Torino.

Dei due quadri l'uno rappresenta il manifesto-réclame del Ballerio di Milano, riprodotto dalla ditta Doyen di Torino; il secondo, un ben riu-scito lavoro di D. Gaido di Torino, ritrae in tono allegro il crescente sviluppo delle Mostre torinesi.

Speriamo che finalmente il bel tempo permetta

Le corse automobilistiche per la coppa d'Evreux. In alto a destra: La concorrente Jeanne Herven. — In basso: l concorrenti alla partenza. (Fot. Branger - Parigi).

anni scorsi perchè, da quanto si legge sui giornali esteri, ogni paese si presenta con un numero di gare importantissime che faranno del 1908 una grande annata automobilistica.

L 'A. C. di Francia, la grande società d'incorag-giamento che tanto ha servito per il magnifico sviluppo dell'automobilismo in Francia, e che è ora alla testa di tutte le organizzazioni consimili del mondo, prepara tre grandi prove, o meglio, la riproduzione delle tre grandi prove che già fece svolgere, con successo, nell'anno 1907.

Esse sono: Il « Grand Prix » dell'A. C. di Francia (la corsa

annuale automobilistica che quest'anno, data la unificazione del regolamento, avrà quella vera in-ternazionalità che non le fu dato di completa-mente raggiungere nel 1907, per il regolamento non da tutti bene accetto).

La « Coupé de la Presse » (la corsa-concorso per vetture da turismo che ebbe un esito eccel-lente).

Un concorso per veicoli industriali, camions ed omnibus, per il quale si è ancora indecisi sul percorso, volendo che esso risponda al vero scopo per il quale è bandito, servendo cioè ad una in-tensa propaganda affincbè tutti gli interessati pos-sano de visu far conoscenza di questo mezzo di locomozione e trasporto facile e pratico. Sarà pro-babile che venga scelto come percorso un giro di Francia, onde i veicoli possano toccare tutte le città grandi e piccole che per le loro industrie risentono il bisogno di tali veicoli. La Francia si apparecchia bene per il 1908.

il ristauro del Palazzo delle Belle Arti al Valen-tino, che nel gennaio venturo sarà gradito ritrovo degli sportsmen italiani e della elegante società torinese.

Come è stato pubblicato, le iscrizioni si chiude-ranno il 30 corrente novembre.

L ' E spos i z i one decennale di Parigi. (12 novembre - 10 dicembre).

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto il Comitato organizzatore delle Esposizioni interna-zionali di automobili ed ha accettato l'invito di assistere all'inaugurazione dell'Esposizione decen-nale che avrà luogo il 12 novembre prossimo alle ore 10 del mattino.

Il presidente Fallières ha profittato di questa circostanza per attestare il grande interesse che egli ha per questa manifestazione, la di cui im-portanza abbraccia i progressi incessanti dell'in-dustria automobilistica. Ha aggiunto che egli non vuole soltanto percorrere l 'Esposizione, ma che intende interessarsi agli sforzi di tutti gli indu-striali, considerando come suo dovere onorare di una visita gli espositori del Gran Palazzo ed anche quelli degli annessi, dove sa di trovare delle se-zioni importantissime, come quelle delle macchine-utensili che hanno un avvenire come quello della stessa vettura automobile.

Intanto l'ufficio della Camera sindacale dell'Au-tomobile ha invitato il Ministro del commercio al grande banchetto che avrà luogo il 14 novembre, banchetto che sarà la vera grande festa inaugu-rale di questo importantissimo decimo Salon.

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« necessità, l'utilità di quanto gli italiani ha « fatto, ciò è perdonabile.

« Non è così però con quelli... e sono ita| « che per un eccessoj^di ospitalità non voir| « comprendere le giusto ragioni dei loro coi <•, trioti » .

Varie. Finora gare di qualche importanza non ne

vaino avute se si eccettuano alcuni matclies lenamento di scarso interesse, come quelli a nei passati giorni festivi fra la II squadra F. C. Torino e quella della Pro Piemonte, ( Milano fra il locale Cricket (li) e Libertas vinse con 2 goals a zero.

Domenica scórsa ebbimo invece un bell'inro a Milano per la Palla Dappìes, che per pe sima volta VAusonia F. C. volle tentare di p dere al Milan Cricket.

Com'era prevedibile vinsero i rossi e neric goals a zero, malgrado una buona difesa da p dell'Ausonia.

»*« Ci perviene, in ritardo, il Regolamento, e in veste elegante dal Costeggio Club, per la Co Lombardia, splendida concezione artistica de lore di lire tremila, che si disputerà il prosi 17 novembre.

Le iscrizioni, clie quest'anno si prevedono merose, si sono chiuse il 5 corrente.

Come si sa, detta Coppa venne in possesso,! scorsa stagione, del Milan F. B. and Cricket ( A chi toccherà quest'anno1! Se i rossi e nei vinceranno nuovamente, essendo il terzo i consecutivo, la Coppa passerà in definitiva proprietà.

A Parigi la stagione di foot-ball è stati presa con la massima alacrità.

Di interessante abbiamo avuto domenica se la vittoria del Cercle Amicai, che battè in & l'équipe dello Stade Frangais, campione di Pa

A proposito del Campionato di Parigi notei che le squadre di seconda e di terza categ che vi concorreranno ascendono alla bella < di 350.

Le squadre di prima categoria sono le segui Rugby : Stade Francai» ; Racing Club de Prai

Sporting Club Universitaire ; Association S tive; Cercle Amicai.

Association: Racing; Cercle Athlétique; J ciation Sportive; Union Sportive; Gallia C Club F r a n c i s ; Cercle Athlétique du XIV Ar dissement; Standard Athlétique Club; Ut Sports and Swiss Club; Club Athlétique.

I neo-Zelandesi. Son ritornati i baldi campioni della Neo

landa nella vecchia Europa, son ritornati a strabiliare per la loro agilità, a competere aiì

Sud Africani contro i campioni del Midland Counties.

La squadra attuale dei Neo Zelandesi.

Foot = ball Giuoco «lei calcio.

Magni, il competente critico di foot-ball della Gazzetta dello Sport, ha introdotto da qualche tempo una innovazione nel titolo della sua ru-brica, innovazione che, a mio parere, è il vero in-dice di quel vivace sentimento d'italianità che ha di questi giorni straripato dalla maggioranza dei nostri giuocatori di foot-ball.

Magni ha dunque intitolata la sua rubrica: Calcio. Può suonar male la parola, ostica per ora, ma noi non dubitiamo punto che fra qualche anno, perseguitando ad usarla, a diffonderla, diverrà comune, simpatica, generale.

Tutt'altro che alieni dal l'accettare le buone idee da qualunque parte esse vengano, ci associamo al roseo sportivo milanese e intitoleremo noi pure d'ora innanzi la nostra rubrica settimanale al Giuoco del calcio.

Calcio solo ci parrebbe un po' poco, almeno per ora che l'abbiamo dato — come vorrebbe mo-strarlo una saporita caricatura del Muggiani — ai giuocatori stranieri.

Non dubitiamo che i nostri lettori — per quel carattere d'adattabilità che ha il nostro popolo — si abitueranno ben presto a questa nuova deno-minazione che è prettamente italiana, come del

resto è prettamente nazionale (e sarebbe inutile il ripeterlo) l'origine di questo sport.

Ma noi andiamo più in là della proposta del Magni e diciamo: Poiché ora il foot-ball l'abbiamo fatto giuoco nazionale, poiché i principali organi del giornalismo sportivo italiano lo chiamano giuoco del calcio, perchè non dovremmo chiamare l'ente che ci governa: Federazione Italiana del Giuoco del Calcio, mutando le iniziali F. I. F. in F. T.G.C A

La pretesa non è esagerata e speriamo verrà presto presa in buona considerazione passando tosto in... cosa giudicata.

Non sarebbe anzi stato bene avanzarla senz'altro all' Assemblea generale della Federazione che ebbe luogo il 1° novembre, in Milano!

* * *

Giacché ho accennato all'amico Magni, riporterò di lui alcune frasi che mi sembra abbiano proprio colpito nel giusto sull'attuale crisi federale do-vuta all'intransigenza più di quelli che noi chia-mammo apologisti dell'aiuto straniero, che non gli stranieri stessi. .

Essi mi fan la figura di quei monarchici arrab-biati che finiscono per essere più dinastici... del Re medesimo !

Ed ecco come si esprime in proposito il collega milanese :

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Il doppio Giro di Lecco, effettuatosi domenica 27 ottobre per la terza volta, ha minacciato d'essere anche quest'anno guastato dal pessimo tempo, che con costanza degna di miglior causa ci delizia da

arecchie settimane. Ma dopo una notte di pioggia Rottissima, che ridusse le strade in paludi, il sole

ha voluto rifulgere per render più gaia la virile ma-nifestazione della gioventù podistica. L'importanza dei premi numerosi e di valore, messi in pallio dalla

iovane e fiorente Unione Sportiva Lecchese, banditrice ella gara, aveva fatto si che 28 fossero gli iscritti,

dei quali 23 s'allinearono all'ordine dello starter. Il percorso, di 10 km. circa, venne felicemente compiuto da 21 dei concorrenti, che si classificarono nell'ordine seguente :

1. Zanti della P. R. L. di Milano, 2. Daverio della Ginnastica e Scherma di Novara. 3. Riva G. della Co-stanza di Milano, 4. Poveromo Vito dell' U. S. Lec-chese, 5. Belgeri della Libertas di Lecco, 6. Reoli della G. P. M., 7. Farè della P. R. L„ 8. Colombo G. della P. R. L., 9. Marni della U. S. L., 10. Longoni della Gostanza, 11. Colombo D., 12. Redaelli, 13. Testa, 14. Castelli, 15. Corti G., 16. Girelli, 17. Laudi, 18. Po-veromo U., 19. Sacchi, 20. Zanotti, 21. Redaelli Aldo.

La Coppa di rappresentanza viene assegnata alla Società Libertas di Lecco. Il premio pel più giovane al decenne Zanotti Attilio di Lecco, e quello pel primo lecchese al sig. Poveromo Vito dell' U. S. Lec-chese.

Componevano la Giuria: Corti Libero, Zanotti Luigi, Milani A., starter, Isimbaldi F., Colombo ra-gioniere Luigi e MiDa Alfredo, cronometristi. Perfetta l'organizzazione, numerosissimo il pubblico al tra-guardo e nei punti di pas-aggio.

*** Domenica scorsa, organizzati dallo Sport Pe-destre Lodi, ebbero luogo i campionati lodigiani.

Gruppo di Fortiores di Lodi. (Fot. A.

ato a sentimenti tutt'altro che pacifici e ili. re però che gli inglesi abbiano compreso nente che sotto la splendida lotta sportiva la il più spudorato professionismo da ambe irti, compresa l'intermediaria, ossia... l'impre-, poiché a queste prime rencontres poco 'lieo assistette. produciamo nella nostra prima pagina iln isimo gruppo di questi campioni del rugby, vandoci di illustrare in seguito più detta-amente la loro tecnica di giuoco, nonché ac-are alle più clamorose vittorie.

G. C. C.

PODISMO PRATICO principale associazione podistica nazionale ato nuova prova della sua importanza ed in-vadenza. «udiamo parlare del glorioso Sport Pedestre ri, che per opera del suo direttore generale '• B. Rota, ha testé fondato un altro impor-|simo sodalizio, il Fortior Podistico Italiano. 'successo ottenuto è inutile far parola; il 0 giornale ne ha dato ampia relazione nei ti passati, corredando gli articoli con nttme-6 nitide fotografie. mentre vediamo ovunque che le marce del

• I- ottengono insperati esiti, a Milano, la °he dovrebbe essere quasi una delle metro-

U Ysttlmc proVc sporti^ italiane

FavaH Angelo, dello Sport Pedestre Lodi, campione di velocità.

(Fot. A. Tosetti - Lodi).

jeani lo pseudonimo di gazzelle (Springboks) prò assalti vivacissimi, condotti con una tat-ui una precisione degna d'uno sportista in... ,je matematiche ! , maltrattata vecchia Europa è pur sempre scrigno inesauribile, una miniera che non ha |0) come fu detto da un economista francese ondosi all'Inghilterra. nella nebbiosa Inghilterra per l'appunto son •nati per la seconda volta i Neo-Zelandesi, jori e grati dell'ultima tournée, tanto proficua Dori morali e di... sterline ! inno cominciato da qualche settimana le loro jsioni fortunate, lottando contro le più abili Dre di professionisti inglesi e del paese di (s, ed hanno vinto. , squadra di quest'anno non è però quella , stagione 1907, dacché solo quattro giuoea-jel vecchio team sono rimasti nel nuovo. Keo-Zalandosi, quando scendono iu campo, uno completamente in nero, e innanzi di prin-ire la partita intonano un canto guerresco U delle loro tribù semi-selvaggie, canto in-

poli del podismo, riscontriamo una certa indo-lenza, che ci reca non poca sorpresa e dispiacere.

La prima marcia ufficiale del Fortior raccolse (vergogna a dirsi) cinque soli partecipanti. Mentre la seconda che si sta ora organizzando forse a stento raggiungerà la trentesima iscrizione.

E perchè? Lo spiegheremo avanti; intanto di-ciamo subito che gli organizzatori milanesi sono di intraprendenza straordinaria, ma i loro sforzi godono di poca ricompensa da parte dei podisti.

Non sappiamoci perchè; sarà forse un invete-rato uso di non partecipare a lunghe marce, stante la poca pittoresca bellezza dei luoghi immediata-mente adiacenti a Milano, o sarà... forse la paura di non essere buoni a compiere il percorso.

Chissà !... Intanto però vediamo le altre città, come Ge-

nova, che a dispetto delle poche strade che con-ducono in luoghi diversi (ciò che invece si trova copiosamente a Milano), compiono marce collet-tive di 40, 50, 60 km. e con che frequenza !

Gli alunni delle scuole genovesi vengono abi-tuati, fino dalle prime classi, a lunghe passeggiate

mensili; e Je passeggiate di 10, 15 km. delle prime classi ele-mentari, diventano di 20, 30, 40 km. delle classi superiori.

Gli assessori agli studi inco-raggiano poi gli organizzatori di marce collettive non solo scolastiche, pia, anche sportive, con numerosi premi e coll'invi-tare gli alunni delle scuole a parteciparvi numerosi. E per-chè? Perchè a Genova si è consci dei benefici effetti delle marce di lungo percorso, che abitueranno i giovani a quelle forzate quando saranno sotto le armi.

E così dicasi di Torino, dove abbiamo anche una forte squa-dra di signorine audaces; e di molte altre città che non enu-meriamo per essere brevi.

Ma a Milano, ahimè, la sezione milanese dell 'Audax P. I. creb-be, vegetò e morì... di tisi. E le marce collettive con essa furono sepolte.

E' da augurarsi quindi che la nuova sezione dei F. P. I. possa crescere rigogliosa e piena di salutare vitalità. E noi invi-diamo i podisti di Milano a so-stenerla ed appoggiarla, parte-cipando numerosi alle marce da essa indette. Intanto ci per-mettiamo osservare come qual-che giornale sportivo ostacoli queste sane esplicazioni del più puro podismo pratico.

Facciamo ora un augurio, che un giorno cioè anche le società podistiche milanesi siano riunite in un solo fascio e non smem-

Toaetti - Lodi). brate come ora, ed a titolo di cronaca per il lettore, diamo qui

in calce l'elenco delle società di Milano, che o sono esclusivamente podistiche o fanno nel loro pro-gramma una buona parte di podismo:

Sport Pedestre Milano, Post Besurgo Libertas, Sport Pedestre Lombardo, Sport Pedestre Italia, Sport Club Minerva, Sport Club Sempione, Società Podistica « Tiremm Innati c », Club Podisti Mila-nesi, Sport Club Milano, Sport Club Agamennone, Società « Voluntas ».

Non contiamo poi gli innumerevoli (per disgrazia troppo innumerevoli)comitati di sport smeno pseudo sportsmen che indicono giornalmente un dedalo di gare che formano dei veri gruppi di Salomone, che è troppo difficile spiegare e sbrogliare al pa-ziente lettore; e lasciamo nella penna chissà quante altre società che ora ci sfuggono alla me-moria !

Ecco perchè il vero podismo pratico sarà per molto tempo ancora (almeno a Milano) un vero desiderio !

Angelo Bolongaro, dell'Unione Sportiva di Omegna. (Fot. Borgia - Stresa).

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La marcia di resistenza con pieno carico militare disputata il 20 ottobre a Treptow, nei pressi di Berlino. - U vincitore Ralh, di Praga, chegua-dagnò già due anni fa lo stesso premio. (Fot. A. Croce, Milano).

4 Daverio di Novara, in 43'25", b. Dasso di Torino, in 44', 6. Cattro di Torino, 7. Gambarova di Biella.

*** Dopo Biella, Ravenna ebbe il suo grande avvenimento podistico con due gare di eorsa e marcia snl percorso di circonvallazione della città. Le due prove sortirono l'esito seguente: _ ,

Corsa km. 8, tempo massimo minuti 3 5 _ 1. Casadio Felice della Forza e Coraggio, in 29'34" 4)5. 2. Randi Riccardo, 3. Melandri Guglielmo, 4. Ravaglia Aristide, 5. Alboni Pie-tro, 6. Rambelli Enrico.

Marcia km. 8, tempo massimo min. 55. — 1 Scodellari Balilla della Forti per esser Liberi, in 44'37" 2)5, 2 Pinza Ezio, 3. Malatesta Guglielmo, 4. Zam-boni, 5. Malatesta Giacomo.

Corsa Mezzo Fondo km. 1, tempo massimo min. 3'15". - 1. Casadio Felice della Forza e Coraggio, in d 2 , 2. Belletti Arturo, 3. Tassinari Do-menico, 4. Rambelli Enrico.

*** Pubblichiamo oggi pure la fo-tografia di Angelo Bolongaro dell ti-mone Sportiva di Omegna.

Campione del Lago Maggiore del 1904, il compatriota di Fraschim ha riportato ultimamente a Locamo il primo premio nella categoria velocita (m 250), battendo il campione del-l'Alta Italia: Cortieelli di Como. Fra le altre minori sue incontrastate vittorie, vanno ricordate quelle di Busto Arsizio, Oleggio, Lonate Poz-zolo, Vogogna, Arona, che segnarono altrettanti passi giganteschi nella carriera del giovine campione.

6" Anjou, francese, Garnier, pilota. 7° United States, americano, Hersey, pilot, 8» Louis II, inglese, Brewer, pilota. Tanto il primo quanto il secondo degli !

nauti sono arrivati ieri a New York. Ho avi piacere di incontrare alla Stazione Centrale,e senza difficoltà, il Leblanc. Con la vera cor dei francesi, egli mi ha raccontato brevemen viaggio. Ha coperto la maggior distanza aere ogni altro concorrente. La maggior altezzi raggiunta dal sno pallone, elevandosi a 1

piedi (circa 3300 metri) sopra la città di delphia ; a tale altitudine la temperatura , 8 gradi sotto zero. Il tempo si è sempre i nuto splendido e le notti erano illuminate i luna magnifica che dava alla terra degli as Indescrivibili. Il Leblanc è stato sorpreso fatto che, mentre in Europa le correnti negl stati dell'atmosfera vanno da Ovest ad Est, in America vanno da Est ad Ovest.

11 pilota francese fu obbligato a scendere solo perchè era in vista dell'Oceano, ma perchè l'aiutante Mix era stato preso da poco dopo la partenza. Leblanc ha dovuto lavorare tutto il tempo da solo, non mostrai pertanto menomamente stanco.

Tutti gli altri concorrenti coprirono disi dai 50 ai 300 miglia di meno ed in tempo maggiore dei primi. ,

È da deplorare che in un contesto di tali portanza, ove quattro nazioni hanno preso ] sia mancato un rappresentante dell Italia italiani già si mostrarono arditi e valenti areostatica, e perchè nessuno è qui venuto

Speriamo che un altr'anno non sia così. New York, 24 ottobre 1907.

Rag. Francesco Pena.

Alle ore 15, sul passeggio, si corre il Campionato di velocità, m. 100. Dopo le batterie ed il repechage, nella finale arrivano: .

1 Favari Angelo dello Sport Pedestre Lodi, in 12 ; 2. Steffenini Arnaldo, 3. Maggi Arturo (8. P. L.), 4. De-Righetti Umberto (S. P. L.).

Nel Campionato di resistenza (km. 20), è manifesta la superiorità di Pagetti ed Anghemm, ed intatti arrivano :

1. Pagetti Mario, in ore 1,13. dello Sport Pedestre Lodi; 2. Anghenini Giacomo, idem; 3. Mai Alfonso (<?. L.). Gli altri in tempo massimo. Ritirato Gra nata.

Nel Campionato di mezzofondo, m. 1000, arrivano dopo bellissima lotta :

1. Granata Annibale (C. L.), 2. Mazzocchi Carlo dello Sport Pedestre Lodi, a spalla, 3. Bussoli Giu-seppe (S. P. L.). .

E per ultimo il Campionato di marcia, km. 10, nel quale arriva:

1. Bruni Giovanni. Gli altri ritirati. L'organizzazione fu perfetta, e di ciò ne va data

lode allo Sport Pedestre Lodi, che anche quest anno ebbe il maggior evento in questi campionati.

**» Pare organizzata dallo Sport Pedestre Lodi ebbe luogo la marcia ufficiale, n. 86, del Fortior Podistico Italiano, snl percorso Lodi-Codogno e ritorno, km. 50, da compiersi in ore 9. Tutti i partenti compirono la marcia in ore 8,50. Essi sono i signori : Tosetti Ar : turo, Mazzucchi Carlo, Valletti Achille, Ponzom Gaetano, Ajroldi Luigi, Angelini Francesco.

*** Il doppio giro di Biella ha segnato una novella vittoria per il Lunghi di Genova. La classifica di detta prova fu la seguente:

1. Lunghi E. di Genova,in 40'25", 2. Zanti Fortu-nato di Milano, in 42'25", 3. Maggi di Genova,in 43 ,

tosa di pallini «. .slatini i . tanta Uonnott vinta Hai IfiHfiSCO ErbSO h. I " * La coppa Gordon-Bennett vinta dal tedesco Erbsolh.

(Nostra corrispondenza particolare).

Il pallone tedesco Pommern, pilotato da Oscar Erbsolh con l'aiutante H. Clayton, ha vinto la seconda gara internazionale di palloni aposta-tici e la coppa offerta da James Gordon Bennett.

Il pallone vincitore è disceso in Asbury Park, nello Stato del New Jersey, dopo aver coperto 880 miglia in linea retta dalla città di St-Louis, punto di partenza. Il pallone francese Ile de France, pilotato da Alfred Leblanc, è stato clas-sificato secondo, pur avendo fatto maggior viaggio aereo del primo. Esso prese terra ad Hubertsville, pure nello Stato del New Jersey, coprendo in linea retta 875 miglia.

Ecco un sommario del risultato: 1° Pommern, tedesco, pilotato da Oscar Erbsolh,

H Clayton aiutante. Partito alle ore 16 de 21 ottobre da St-Louis; terra alle ore 9 del 23 ottobre in Asbury Park, N. J. Tempo: 39 ore 59' 25". Distanza dal punto di partenza 880 miglia.

2" Ile de France, francese; Alfred Leblanc pilota, E. Mix, aiutante; partito alle ore 16 e 11 del 21 ottobre ; terra alle ore 13,10' del 23 ottobre a Hubertsville. Distanza 875 miglia. Tempo ore 43 59' 00".

3» Dusseldorf, tedesco, von Abeson, pilota. 4° St-Louis, ' americano, Hawley, pilota. 5° America, americano, Mac Coy, pilota.

f * a Torino, il Consiglio d'amministrazione Società anonima : Itala, fabbrica di automobili capitale di L. 1.750.000, deliberò di affidare al Guido Bigio la carica di amministratore deleg nominò il signor Pavesio Edoardo ispettore nistrativo. Il Consiglio deliberò, infine, di l la firma e la rappresentanza sociale al presi all'amministratore delegato, congiuntamente ali tore amministrativo prof. Edoardo Pavesio; « ministratore delegato in unione ad un altro nistratore ; all'ispettore amministrativo prol. E Pavesio in unione ad altro amministratore » amministratori congiuntamente.

* A Torino, il Consiglio d'amministrazior Società anonima: Officine Meccaniche Torinesi vetti automobili Peugeot, con capitale di Li. i. (già Società Peugeot-Croizat), Società anonra liana per la fabbricazione dei veicoli automol proceduto all'elezione delle cariche sociali del presidente e vice-presidente, eleggendo alle tive cariche i signori: cav. avv. Cesare Goni e cav. rag. Pasquale Lupo ; in seguito, ha mato alla carica di amministratore delegati Società il signor cav. Grosso-Campana, aflida la firma sociale. .

* A Torino, l'assemblea ordinaria e straor i degli azionisti della Società anonima sotto li "minazione : Società Italiana Automobili elettrici con capitale di L. 500.000, deliberò lo scioe della Società e la messa in liquidazione de cietà, e nominò a liquidatore il signor rag. b Gobbi con tutti i poteri di cui all'art. 203 w commercio.

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Il nuovo aeroplano Santos Dumont.

Il Giro eli Iyombardia Ebbe luogo domenica 3 novembre sul percorso di i 210 km. Cento furono i partenti e 88 gli arrivati.

& corsa indetta dalla Gazzetta dello Sport si svolse il strade pessime, per cui si ebbero e registrare nu-nprose cadute. Un pubblico enorme è accorso all'arrivo dei con-

.orrenti. i quali giunsero quasi irriconoscibili, tanto r&no ricoperti di fango. Tra la folla si notavano ;li tporltme-i giunti da ogni parte della Lombardia toE solo, ma i rappresentanti dell'Unione Velocipe-listica, del Touring e di tutti i più importanti So-lalizi ciclistici dell'Alta Italia. La dura prova è riuscita un vero Criterium finale

Iella stagione, poiché si è svolta su un terreno dei iìù accidentati, ed i nostri più forti routiers ebbero «incorrenti di nazione straniera, e fra questi i più 'orti campioni di Francia. Gli iscritti alla prova rano 113, e fra essi non mancava, si può dire, alcun irofessionista e dilettante italiano. Fra i concorrenti tranieri vi erano Emilio Georget, Rhinvald, Le-[uatre, Petit Breton, Garrigou. Ecco l'ordine d'arrivo dei concorrenti : 1. Gerbi G. di Asti, con macchina Bianchi, gomme

Janlop, ore 14 8'33", impiegando ore 714'33", con ma velocità media di km. 28,980 all'ora; 2. Gar-igou G. di Pautin, con macchina Peugeot, gomme Ifolber, ore 14,47'41" li5, impiegando ore 7 53'41"li5, Velocità media km. 27,668 ; 3. Petit Breton di Parigi, ioe macchina Peugeot, gomme Wolber, ore 14 47'42", mpiegando ore 7 53'42"; 4. Azzini E. di Milano, ire 15 5", impiegando ore 8 6 '5" ; 5. Gannadi Varese, ire 156'80"; 6. Galazzi di Busto Arsizio, ore 1512' e 11"; 7. Massironi di Milano, ore 1517'6"; 8. Rhein-vald H. di Ginevra, ore 1529'57"; 9. Ferrari E. di ìoverbella, ore 15 29' 57" 1]5; 10. Mirancelli F. diGe-lova, ore 15 29' 58"; 11. Gajoni di Milano, ore 15 29', 8" 1[5 ; 12. Alberti di Legnano, ore 15 43'; 13. Jac-hino G. di Genova, ore 1543'20" ; 14. Bertarelli di filano, ore 1543' 20" 1T5 ; 15. Lampaggi P. di Genova, ire 1546'33"; 16. Magni A. di Milano, ore 1548' 16" ; 7. Noseda di Como, ore 161' 4" 2p5; 18. Verga E. di filano, ore 16 5 '22" ; 19. Guffanti C. di Musocco, ». Carminati di Milano, 21. Mustacchi di Milano, 2. Gobbi Belcredi N. di Pavia, 23. Bertoni di Gai-arate, 24. Terruzzi di Milano, 25. Niccolini di Mede, fi. Marchesi di Torino, 27. Lonati di Musocco, fi. Gazzaniga di Milano, 29. Cravotto di Torino, ». Capitani di Bergamo, 31. Ferrari di Gagliate, fi. Visconti di Genova, 33. Ardemagni di Milano, H. Castelli dì Milano, 35. Magnaghi di Milano, fi. Andreoni di Milano, 37. Gavazzoni di Milano, 8. Trombetta di Mondovì. Il Giro di Lombardia si disputava quest'anno per

1 terza volta, ed il vincitore odierno fu il medesimo Iella prima prova, disputata nel 1905. Nel 1906 riu-niva invece vincitore il milanese Cesare Brambilla. .Questa volta la corsa è riuscita, come organizza-ione e come numero di concorrenti, superiore ad 'gni altra manifestazione ciclistica dell'annata, ma il esultato sportivo finale è stato inferiore e di molto, .reclami che hanno seguito all'arrivo dei corridori " confermano tale nostra impressione. Parecchi reclami furono infatti presentati dal

•gnor Picena, rappresentante della Casa Peugeot, a '«me dell 'équipe dei francesi, contro i due svizzeri,

altri contro il Gerbi, il quale si sarebbe fatto ab stare. Molto facilmente i reclami saranno accettati la Giuria squalificherà il Gerbi. Pino al momento di andare in macchina nessun

;?>nunicato ufficiale muta l'ordine di arrivo dei cor-idori. e lo si spiega facilmente non essendo il ver-letto finale della Giuria cosa che si prenda 11 per 11,

ma astrattamente da tale verdetto noi possiamo oc-cuparci piuttosto del risultato morale dell'avveni-mento.

Un redattore della Gazzetta dello sport, che seguiva in automobile la corsa ciclistica del Giro di Lom-bardia, cosi narra l'incidente, che è base del reclamo più grave, che è stato avanzato contro la vittoria di

« I corridori erano giunti a Legnano allorché Gerbi con uno scatto disperato si è portato in testa e au-mentando progressivamente, ben secondato dal suo compagno Chiodi, che era in seconda posizione, prende dapprima cinquanta metri, poi cento. Dietro a Chiodi è Emilio Georget, poi gli altri a qualche centinaio di metri. .

« Arriviamo così al passaggio a livello tra le sta-zioni di Legnano e di Busto Arsizio.

« Qui si assiepa oltre un centinaio di persone che si stringono attorno al passaggio a livello sbarran-dolo completamente. Quando noi fermiamo la vet-tura il passaggio è chiuso e chiuso è pure il piccolo transito riservato alle persone. Gerbi è attorniato, sollevato, e passa subito il passaggio chiuso ; la folla, si vede, è certamente patriottica.

«Passato il primo, è la volta di Chiodi. I patnotti non riconoscono subito Chiodi e si serrano attorno a lui come per impedirgli il passo, ma riconosciuto 10 prendono in ispalla, il casellante,un giovanottone biondo, riceve la macchina e il piccolo torinese è passato. , .

« E' la volta di Emilio Georget, nessuno lo aiuta, anzi egli trova una resistenza ostile. Alza la bicicletta per passare, ma il casellante lo respinge, toccandolo anche alla testa colla bandiera, mentre i patnotti cercano di trattenerlo, gridando che sta per arrivare 11 treno : ma questo non passa prima di 4 minuti ».

Dopo d'allora Gerbi non fu più potuto rag-giungere, anzi aumen-tò di 39 minuti i 4 gua-dagnati ai francesi al passaggio a livello fra Busto e Legnano.

L'altro reclamo sa-rebbe originato dall'a-vere per un certo tratto di strada, dopo Erba, avuto avanti a sé un corridore, certo Mori, che aveva già abban-donato la corsa.

Ora la Giuria è chia-mata a vedere se Gerbi fu complice nel primo incidente e quale im-portanza ebbe il se-condo fatto, visto che il Mori, come col Gerbi, bì accompagnò anche coi francesi Garrigou e Petit Breton.

Frattanto Giovanni Gerbi ha mandato alla Gazzetta dello Sport una dichiarazione sfidando Emilio Georget, Petit Breton, L. Garrigou a rifare il giro di Lom-bardia a cronometro partendo ad un'ora di

distanza l'uno dall'altro, controllati da au-tomobili che faranno completo rifornimento di macchine, gomme e cibarie.

Sarà vincitore chi dei quattro farà il miglior tempo ; Gerbi mette come posta della sfida L. 5000.

I corridori francesi Garrigou, Georget e Petit Breton ci comunicano una lettera colla quale dicono di essere disposti ad accettare la sfida di Gerbi, purché questa si svolga su un circuito chiuso, oppure in Francia, o in una nazione completamente neutra.

La lettera è concepita in termini molto vi-vaci, deplorando i corridori francesi che verso di es9i si sia mancato ai doveri dell'ospi-talità. >

Ed a questo punto non possiamo a meno di esprimere il nostro rincrescimento per quanto è accaduto.

La Stampa Sportiva ha da qualche tempo intrapreso una campagna contro il professio-nismo e contro tutte le corse ciclistiche che, invece di contribuire con i loro risultati allo sviluppo sempre maggiore dello sport cicli-stico in Italia, ne ottengono l'effetto con-trario e tendono ad arrestarlo del tutto. Il fatto deplorato oggi si è già ripetuto più volte durante la stagione sportiva del 1907. Ed oggi è doppiamente deplorevole, poiché in gara abbiamo pure, con l'italiano, il con-corrente straniero.

Ieri, sulla pista del Motovelodromo Um-berto I, ed oggi sulle strade della Lombardia, il concorrente professionista italiano, con la sua scorretta forma di corsa, ha perduto ogni suo vero merito. La Gazzetta dello Sport era riuscita a mettere in gara, con i soliti pro-fessionisti, più di 70 dilettanti, i quali, ba-sandosi sulle proprie forze, ed animati dalla maggiore severità del regolamento, secondo

il quale le biciclette dovevano essere tutte punzonate, affrontarono con entusiasmo i pericoli di un percorso accidentato. Ma anche il risultato di questa nuova prova ha dimostrato come vincitori riescano sempre i soliti, e quello che è peggio, come ai professionisti che partecipano a corse, perchè interessati dall'una o dal-l'altra grande fabbrica di biciclette, siano forniti tutti i mezzi, anche non regolamentari, pure di poter riu-scire a vincere il premio.

Peccato, poiché il vincitore odierno, date le sue precedenti performances, poteva riuscire ugualmente primo, anche se privo di mezzi di allenamento.

Da tutti si spera che l'Unione Velocipedistica in-tervenga nella grave questione, e voglia, con squa-lifiche di lunga durata, punire i colpevoli.

Farà qualche cosa l'Unione? V. G.

Automobile Club di Torino - Automobile Club d'Italia. Mentre andiamo in macchina ha luogo l'assem-

blea ordinaria dei soci dell 'Automobile Club di Torino; l 'ordine del giorno contiene la nomina del presidente, vice-presidente e del Consiglio direttivo dimissionari.

Venerdì, 8, si raduneranno a Torino la Commis-sione sportiva ed il Consiglio direttivo dell'A. C. I-Mentre la prima s'occuperà del regolamento di corse, del calendario sportivo italiano, ecc., il secondo nominerà il nuovo presidente.

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Garrigou ed Emilio Georget partecipanti al Giro di Lombardia. (Fot. Ditta Ambrosio e C. - Torino).

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1 tre primi A sinistra Ernesto, •

uno ad uno, indistintamente, gli dimostrano chiaramente di quale tempra essi siano formati. Intanto la folla, nel suo impeto bestiale, seguita il brontolìo ostinato e rab-bioso.

E ora, due righe di critica. E prima di tutto : Perchè si tardò molto a render noto ai corridori italiani il nome delle singole cop-pie, mentre era prevedibile che in Francia i quattro campioni sapes-sero da lungo tempo di discendere insieme in Italia? Perchè non si pensò ad Anteo Carapezzi, più pra-tico di Jacobini per tali prove su pista? Forse che il campione ita-liano non avrebbe accettato il deli-cato incarico di difendere il nostro ciclismo ? Perchè non si cercò di formare una coppia tra Cuniolo e Verri, anziché con Gramaglia, im-preparato e incerto, per non dir di p e g g i o ? Mah!. . . Mistero! Ad ogni modo, il fatto sta che Jaco-bini sembrava non conoscesse nes-suna pista, Verri pareva... cioè Verri non pan Verri, Gramaglia, che in certi momenti ritrovò sua energia d'una volta, fu quasi sempre pam e poco corretto; infine l 'unico che lottò, che fu nè pauroso nè scorretto, ma solo sfortuul fu Cuniolo, e anche i francesi devono ave riconosciuto questo merito.

In quanto poi a Petit-Breton, quell'uomo è un uomo, è una china, e poi basta il dare il suo record dell' senza allenatori, ehiloffli 41,621, per capire che avesse voluto, avrebbe tuto distaccare di più giro tutti i suoi avvers

Georget, evidenteme invecchiato, ha una stenza straordinaria, inferiore di molto a Breton per la velocità, serien e Garrigou mi vero all'altezza della fama: corridori posseu corretti.

E il pubbl i co? Ab pubbl ico ho intenzione dire quattro parole.

Credo che non potrò tacciato di poca itali31

perchè, proprio su colonne, ho più volte

«MSLISTI I Provve-detevi del vero Fanale

« y i i l & s „ a raggio di 100 metri.

I veri " A q u i l a . , , portano impressa la Maroa di fianco e la rola « A quilas

A r t i -coli d'il-lamina -z i o n e , casali n-

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O m n i b u s & C a m i o n s d e l a t i e « i s t e m i .

Petit Breton, vincitore del match franco-italiano e 3° arri-vato nel Oiro di Lombardia.

(Fot. Ditta Ambrosio e C. - Torino).

SPORT NEGATIVO Abbiamo più volte espresso il nostro parere sullo

spettacolo che ci offrono alcuni avvenimenti della pista, dicendo una volta ancora la verità a prò dello sport. La nostra parola franca, disinteressata. non ha piaciuto a qualcuno, ma ha invece riportato il plauso dei più. Quanto si è verificato domenica al Motovelodromo Umberto I, è pur troppo dolo-roso ripeterlo, non onora punto gli sportsmen ed il pubblico italiano. Biasimo merita l'opera di chi ha fallito nella scelta dei corridori, biasimevole pure il procedere della Giurìa che non seppe evi-tare il disgustoso spettacolo, punendo a tempo i colpevoli, e punizione severa reclama oggi da parte dell' Unione Velocipedistica Italiana il contegno scorretto di alcuni corridori.

Occorre, per progredire, togliere dall'ambiente sportivo gli elementi negativi, incoraggiare con sane prove il giovane dilettante, rendere lo spettacolo meno disgustoso di quello che quest'anno è riuscito l'avvenimento del Campo Sportivo Torinese.

Se ( 'Unione Velocipedistica non dimostrerà mag-gior energia, lo scopo giusto dell'odierna manife-stazione ciclistica fallirà del tutto, ed in tale caso sarebbe meglio, per l'onore italiano, ritirarci senza lo scandalo.

Del resto, ripetiamo, è doloroso scrivere oggi la verità di un fatto che torna a disonore del nostro

Il match fra il ciclista Della Ferrera ei il tandem Stoppmi-Durando. (Fot. Ditta Ambrosio e C. - Torino).

Il gran momento era giunto : le quattro coppie avversarie, allineate al traguardo, attendevano il segnale della partenza, impazienti di slanciarsi alla conquista della vittoria ambita. Per la folla immensa disseminata nella tribuna, nel parterre, nei posti popolari, circondante la pista come una folta siepe umana, passò un fremito di trepida-zione nel secondo d'attesa ; poi il colpo di rivol-tella sonò in quel silenzio come rauco grido di comando, e a quel segnale gli otto uomini si chi-narono nervosamente sul manubrio d'acciaio e pronti alla lotta febbrile si slanciarono forti e irruenti sulle curve ardite. Presto la matassa lu-cente e multicolore, tra cui spiccavano le maglie francesi, si snodò, s'assottigliò in fila indiana, e dietro il comando di Cuniolo apparvero ad una ad una le altre sette macchine obbedienti alla mano che le guidava. La lotta s'era delineata aperta: i compagai avevano cercato i compagni, s'eran trovati, s'eran uniti, pronti a difendere l 'onore del proprio team, i colori del proprio paese ; e intanto, tra la folla immensa, nascono mille speranze, serpeggiano mille paure, si fanno mille confronti, si scrutano e si esaminauo lino ad uno i vizi e i muscoli dei ciclisti, e tra il bi-sbiglio incessante e indistinto, che denota l 'im-pazienza e l'interesse della folla, si sente or sì or no il ritmico pedalare dei corridori, lo scricchiolìo della pista al passaggio delle macchine veloci. A d un tratto, un'esclamazione, una bestemmia, un grido erompe dalla massa informe e vitale che costituisce la folla: la maglia grigia di Verri non è più tra le altre, il mantovano ò caduto, la fila indiana s'è rotta; Passerieu e Petit-Breton sono in testa e forzano il passo seguiti dagli altri, ma per poco : anche Jacobini, distaccato, discende di macchina.

Un urlo vago, che a poco a poco si forma chiaro e distinto, erompe dalla fol la: in macchina, in macchina ! E' il pubblico che reclama un suo di-ritto pagato con due lire d'ingresso, è quel pub-blico che è venuto credendo in ima lotta, fidu-cioso in una fiera difesa, sperando in una vittoria. Ma la folla nei suoi impeti non ragiona più, e ottiene però quel che reclama vio lentemente : Jacobini risale in macchina seguito da Verri, ed insieme si slanciano all 'inseguimento.

Cinque giri di pista sono già stati fatti, cinque giri di ansia, di trepidazione, di paure, d'entu-siasmo; restano ancora da compiersi cento e venti giri, ma la vittoria appare troppo incerta, anzi inafferrabile. Ecco, ora Petit-Breton e Passerieu, velocissimi, han rimontato il grappo e son fug-giti in un baleno... una maglia nera li segue, è Cuniolo, e il pubblico lo incoraggia e lo applaude ma presto facile all'entusiasmo e all 'imprecazione, brontola sordamente al ritiro di Verri e di Jaco-

bini. Infatti, il mantovano, abbandonato dal suo coe-quiper, d o p o d 'esser ca-duto pili volte, lascia la pista affidando l 'onoro della difesa a Cuniolo e a Gra-maglia.

Intanto, una maglia ce-leste, i s o l a t a , spicca nel bruno della pista, avvici-nandosi s e m p r e più al gruppo compatto : è Petit-Breton che velocissimo ha quasi raggiunto i compa-gni, anzi li ha raggiunti. E allora irresistibile e pronto scoppia un applauso per quell 'uomo dalla fibra d'ac-ciaio, che ha saputo da solo e con estrema facilità gua-dagnare quattrocento metri sai suoi avversari, ma l 'ap-plauso non lo commuove. Petit-Breton non accenna nemmeno d'averlo sentito; impassibile, senza un mo-vimento che denoti stan-chezza o s o d d i s f a z i o n e , senza cangiar la posizione delle mani, passa dinanzi ai suoi c o m p a g n i e si

mette in testa, guidando la corsa col suo pa, energico e cadenzato.

Siamo già al settantacinquesimo giro, e la v toria è fuggita per sempre: Cuniolo, Passeri, Garrigou sono caduti, ma l 'unico che rimane . terreno è Cuniolo; gli altri, rimontati in ^ china, raggiungono il g ruppo ; il nostro migip e leale campione, ferito e insanguinato, è port, a braccia fuori della pista ; dolora, lo sì capii e pur cerca di sorridere...

Un sordo brontolio, minaccia di non loata tempesta, s'alza dai posti popolari, qualche fisci, qualche zittìo accompagna il passaggio dei rìn nenti : tutti francesi, eccetto Gramaglia; a solo, che rimane sulla breccia, è affidato Poni italiano, ma quel poco che avrebbe potuto f, non l'ha fatto. Incoraggiato dal pubblico, segutj una tattica sua speciale, comoda, ma poco bel riesce a mantenersi nel gruppo francese, che p.

£a grande sfida itale-francese

sport, ma occorre fare una severa lezione in fa-miglia e mutare sistemi di programma e di dire-zione. Così, del resto, pensammo ieri e penseremo sempre.

Ciò premesso, diamo posto ben volentieri allo scritto di un nostro ottimo collaboratore, l'avvocato Nino Salvaneschi, il quale, assistendo allo spetta-colo di domenica, ce lo descrive e commenta come segue: ( V . G . )

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( ! ! > \ T I C • n K U T V V | ; i ) | ; i ) l X t l A - X k J Società Anonima Frera - Milano J L L I 1 JL L l V

. , . T Le Esposizioni di automobili irò di Lombardia. „r _ , a destra: Azzini Ì M L u r o p a

una, 5« arrivato. ,, Salon Be,ga di qaest,anno prende delle proporzioni gran-

iiose. Il Comitato esecutivo si riunisce ogni set-timana per nuove disposizioni, in modo da dare il Salon un'importanza mai sinora raggiunta.

Una cara speciale avranno i veicoli industriali, ti quali sarà dato un posto molto spazioso. Le aigliori fabbriche hanno mandata la loro iscri-ttone, occupando dei larghissimi spazi.

Tra gli iscritti vi sono già i seguenti nomi: V. Bruckwilder, Gauthier e Trentelivres, de

jiuyter, de Messine, l 'Auto, Mixte, Michotte e fils, 31). Bostijn e Ci., Ch. Joachim, Codyn, Van Oo-teren, Robert Bosch, Sooiété Air Liquide, Minerva fotors, Dunlop Tyres, Ateliers Germain, Engle->ert e fila, Compagnie Internationales d'Automo-)iles, Agence des Panbard, Antidérapant Desélée, ùémy e C.ie, Société de Traction Automobile, Jsines Pipe, Caplain, Berger, Jenatzy, Leleux, b'evsaeck, Bicbotte, Carlier, Etablissements Fra-ieau, Delaunay-Belleville, Pastró, Pneu Hutcbin-'on, Ch. Fondu, Automobiles Nagant, M. WansoD,

Driessens, Berliet, d'Iete-ren, Snutsel frères, Pied-bceuf, Automobiles Impe-ria, M. Walraf, Colonial Rubber, Carrosserie Van den Plas, Helin, Usine s Suain, Pueu H o u b e n , Pneu Elastès, Michel Jack-son, Henri Carette, Grou-v e l l e et Arquembourg, Willocq - Bottin, Bayard, La Métalìurgiquo, Sociétf le Gaz Aérogène, Miche lin e Ci.

Il Salon Germanico pro-mette quest'anno di riu-scire veramente impor-tante. Si annunzia che si-nora 300 case costruttrici hanno già fatto domanda per collocare i loro stands. Tra esse si notano per l'Italia: Fiat, Itala, Bian chi, S.P.A.; l 'Itala esporrà la vettura del raid Pe-chino-Parigi, e la Fiat la vittoriosa macchina del Taunus. Prima del

Le c a s e tedesche sa-ranno al completo, con le Mercédès, Benz, Adler, N. A. G., Opel, Durkoff, Stoewar, Bussing, Argues, Siemens, ecc., ecc. Le marche francesi vi saranno anche in numero grandissimo. Come novità sarà una vera attrazione un automobile originalissimo, costruito con i di-segni dell'ingegnere Hoedt. Questa vettura a 4 ruote può circolare in tutti i sensi, avanti, in-dietro, a destra e a sinistra; sarà il clou del l 'E-sposizione che promette di ottenere un gran suc-cesso.

Annunziano da Vienna che l 'Automobile Club Austriaco conta di organizzare la prossima Espo-sizione internazionale automobilistica a Vienna, in primavera, durante il mese di aprile del 1908.

la chiusura delle corse al galoppo a San Siro (3 novembre 1907)

Come il grigio della Razza Gerbido, Excelsior, vincendo con 62 chilogrammi Vhandicap« San Siro» (L. 10.000) su 4000 metri, confermava l'alta sua classe, la quale gli aveva permesso di riportare con tutta facilità il « Premio Sempione » , così Demetrio, l'ottimo puledro della scuderia Doria, vincendo il «Premio Chiusura» (L. 10.000, m. 1400) ha riaffermato le sue due vittorie nel « Criterium Nazionale» e «Internazionale ». Ciò che noi abbiamo giorni sono augurato si è avverato: la triplice vittoria di Demetrio ha più grande valore di quella di Euro, il solo due anni che finora avesse ri-portato le tre importanti gare.

L'incontro tra Demetrio e Brimo, da tutti desi-derato, lo si è avuto domenica a San Siro : tra i due deve senza dubbio preferirsi, almeno su queste distanze, il figlio di Clairon, il quale fin d'ora si presenta come il competitore più temibile per le prove del 1908.

A dir vero, questo diciottesimo « Premio di Chiusura», dai lato dei partenti, non è stata una gran corsa : l'incontro, da molti progettato, di Ma-drée c o i migliori d u e anni non ha potuto av-verarsi; tra gli assenti si è pure trovato Chiaro-monte il quale, su queste distanze, ha sempre for-nito ottime corse, dispu-tando però con insuccesso questa corsa nel 1905 e 1906.

L ' u n i c o t re anni il quale si sia avvicinato ai due puledri che passa-rono il palo nell'ordine Demetrio e Brimo, è stata Rosetta. Questa puledra, che la Razza Volta ha ven-duto al signor Guerrini, ha dimostrato nell'autun-no una eccezionale forma riportando parecchie cor-se consecutive : passata in proprietà del nob. En-sengrini non ha più po-tuto trovar vittoria. Dopo Rosetta, tra i non piaz-zati, si sono trovati i due

match franco-italiano. — Passerieu e Verri. (Fot Ditta A. Ambrosio e C.).

rappresentanti della scuderia Sir Rholand Dilla e Oostaeo, il fortunato vincitore del « Premio Pa-rioli » , ed il due anni Trumpeter che trovava avversari superiori alla sua classe.

La scuderia Doria ha vinto per la prima volta il «Premio Chiusura» che si corre dal 1888, ma che non venne disputato nel 1894 e 1895. La distanza che prima era di m. 1200 venne portata a m. 1000, poi nuovamente da m. 1000 a 1200 : dal 1903 (come nel 1898) si disputa su 1400 metri. La corsa fu vinta otto volte dai puledri di tre anni, otto volte dai due anni, una volta da un quattro anni ed una volta da un cavallo sopra età. 1

Espérance del marchese Birago e Rugiada della Razza Volta hanno vinto la corsa a (lue e a tre anni rispettivamente nei bienni 1889-90 e 1904-905.

Così si è chiusa la brillante riunione autunnale di San Siro, alla quale le scuderie, come sempre, hanno fatto buon viso procurando un più che suf-ficiente numero di partenti in ogni singola corsa; e questo è dovuto certo all'ottima fattura dei suoi programmi, dai quali altre Società, cui non po-trebbe mancare il successo, dovrebbero attin-gere ottimi ammaestramenti.

La pioggia, i cui danni sono al giorno d'oggi incalcolabili, ha in questo ottobre giuocato un brutto tiro alla Società Lombarda. Ma da quanto si annuncia si deve pensare che le sue finanze non ne abbiamo sofferto; infatti ci giunge notizia che per il prossimo 1908 le giornate saranno da 30 portate a 33, con duo giornate in più nella riunione di giugno, ed una in quella di settembre. Aumentando le giornate la Società ha aumentato anche le allocazioni di alcune importanti corse: avranno un premio di lire 10.000 le corse per il « Premio Garbagnate » (28 maggio) ; il « P r e m i o

1 concorrenti al match franco-italiano à allineano sul traguardo per la partenza. (Fot. Ditta Arturo Ambrosio e O.).

feso il nome e l'onore italiano dagli attacchi fran-cesi e tedeschi, ma quell'appunto che proprio io, in compagnia d'altri colleglli, rivolgevo alla francia e alla Germania, son costretto di rivol-gerlo oggi, il domani della sconfitta, a noi stessi, „1 nostro pubblico. Non cerco, uè voglio cer-care. scuse, non so quale parte del pubblico ha fischiato la vittoria francese, se la parte intel-ligente o la parte ineducata, poco importa tutto questo e il fatto rimane tal quale: più volte i corridori francesi furono zittiti, più volte si ap-plaudì il contegno poco leale di Gramaglie, e a

Le non resta che un doloroso ufficio: quello di Lotare che accanto al cliauvinisme francese e te-desco ve n'ò pure un altro : il cliauvinisme ita-liano. E lo riconosco io stesso, prima che qualche

|giornale d'oltr'Alpe venga a far notare che il sangue latino non è più troppo gentile. D'altronde possiamo consolarci: mal comune, mezzo gaudio...

Nino Salvaneschi.

Non è vero ? Ed ora... ora non ci resta che

ringraziare il campo sportivo torinese, che ha permesso di farci notare tante belle e ina-spettate cose, ringraziarlo, colla premessa però c h e un'altra volta prima di pubblicare dei manifesti con tanto d i : Sfida franco-italiana, o italo-tedesca, o anglo-italiana, pensi, e pensi bene, se non fosse ancora il caso di scrivere per esempio : Pietoso c o n f r o n t o italo-fran-cese... E' il titolo che questa volta sarebbe stato proprio ben appropriato...

Torino, 2 novembre 1907.

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Giro Lombardia GERBI GIOVANNI

è arrivato PRIMO al traguardo d'arrivo a Milano, in ore 7, m. 14 e sec. 33, distanziando il gruppo di min. 39 e 8 sec., e montando i suoi preferiti

PNEUMATICI

DUNL I che appunto perchè più resistenti e scerreveli

riportarono anche nel 1907 le più importanti vit-

torie, quali: « i r ò di F r a n c i a : 1° Petit Breton Milano-San R e m o : 1° Petit Breton « r a n Corsa Nazionale : 1° Gerbi « i r ò Antiche Provincie : 1° Gerbi Milano-Firenze : 1° Gerbi Firenze -Roma: l° Galletti R o m a - N a p o l i - R o m a : 1° Gerbi Coppa del R e : 1° Zanzottera Coppa di Savona : 1° Gerbi Milano-Torino-Milano: 1° Ganna

Km. 4 5 0 0 290 320 336 320 320 460 160

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Li A. o LA 1VL LI A iOPULXLLVA IO

Tralascio il lato poetico, beninteso. E non descrivo la bellezza del paesaggio nordico traverso cui caval-chiamo come un'apparizione. E' il silenzio che ci cir-conda, ma un silenzio suggestivo e pensoso che svi-luppa tutte le nostre facoltà di sentimento. Anche la solitudine ci irrobustisce, come in una specie di esal-tamento della nostra attività individuale ; come se centuplicasse le nostre forze mostrando a loro che sono sole. Fare un esercizio qualunque in mezzo a gente è diverso che farlo da soli. Quel che diamo in attenzione noi perdiamo per il movimento. La nostra mente distratta non si immedesima completamente nello sforzo del nostro corpo e sottrae a questo sforzo gran parte della sua efficacia. Per questo la ginna-stica da camera ha tanti proseliti e vanta tanti suc-cessi... Ma non divaghiamo...

Solitudine e silenzio. Questi due fattori di grande importanza nello sport non accompagnano anche chi fa del canottaggio d'inverno ? Scivolare sovra un'acqua vitrea e gelida, ma deliziosamente limpida, e veder fuggire, di fianco, delle rive brulle ma componenti dei labili quadri di una malinconia mirabile ! Un in-canto. Scender un fiume all'ora del tramonto, quando un lume roseo pervade le acque e par di tuffare i remi in una fiorita di foglie di rose irrigidite e fug-genti. Anche le mani devono parere per un momento irrigidite, anche le braccia. Ma a poco a poco il sangue si avviva e precipita; e il torace che l'aria batte respira più liberamente. E veder passare sulle rive, sui murazzi del fiume, delle donne impellicciate, degli uomini col pastrano. Vergogna ! Coprirsi a quel modo quando ci sono appena dieci gradi sotto zero !

Se vi descrivessi la caccia d'inverno poi diventerei assolutamente lirico. Non so più qnal poeta caro alla mia infanzia abbia descritto le lepri carolanti sulla neve al lume della luna; ma so che fin d'allora a quella idea delle carole e delle caroline delle lepri mi veniva una gran voglia di sparar dietro loro dei pazzi colpi di fucile. E vedevo le lepri cadere e il sangue rigar la neve — sempre al lume della luna — e una gran boscaglia, tutta impietrita dal gelo, guar-dare le mie prodezze e le agonie delle bestie colpite. Fantasie eroiche che non ho mai realizzato. Ma non importa. Se diverrò cacciatore, sarò un cacciatore del nord.

E andrò a skiare sulla neve, ad abballottarmi sulla neve, a slittar sulla neve come fanno, non so se a

Davos o a Cant, o a St-Moritz, o in tutti i paesi dove la neve è una istituzione sicura e una materia permanentemente bianca. Da noi non c'è più che la nevepoltiglia o il ghiaccio di princisbecco. Quella è nera, questo

è fragile. Ah! quei bei fiumi su cui si pattina a vela, su cui l'uomo scorre come una farfalla dalle ali smisurate. Quanti si-stemi di locomozione noi igno-riamo, noi abituati ai nostri in-verni di mezza taglia. Quello di mettermi delle vele di dietro mi ha sempre tentato; e l'idea di non esser più costretto al passo di sessanta o di settanta centi-metri mi è sempre parsa una fe-licità.

Non pare una f e l i c i t à alle ragazze e agli innamorati bal-lare? Ecco un altro sport che va d'accordo con l'inverno come un paio di mani a un paio di guanti della stessa misura. Lo sport più desiderato, anzi, che l'inverno porta con sè, e ali-menta e consiglia. Non fosse che per questo, bisognerebbe proprio dire che l'inverno è la stagione sportiva per eccellenza...

Nel ballo, già, si galoppa e si scivola, si pattina... e si tira alle lepri. E come in tutti gli sporte

c'è un pericolo larvato, sotto, che ne rende la delizia più grande. Non c'è più la solitudine e non c'e più il silenzio, forse. Ma può esserci una solitudine a due che, anche quella, centuplica le energie; e un silenzio, più remoto del rumor dell'orchestra, che prepara pa-role e segni abilissimi a comporre un destino...

F. di Posa.

3 successi del Cantiere " fit *** A Napoli, la scorsa settimana, Elei/, la bellis-

sima lancia automobile con cabina a vetri del Cantiere Navale Fit, fu vista partire da Mergellina per fer-marsi sotto la nave ammiraglia. Dopo i saluti d'uso, il cav. Gennaro Como, comandante la Regia Nave, ed il signor Giulio Fumanti, capitano del Genio ci-vile, s'imbarcarono sulla Eley, ricevuti a bordo dal-l'ing. Guido Romano e dal signor Remo De Mar-sanich. Il cav. Como ed il capitano Fumanti restarono entusiasmati della prova di velocità della Eley, che dal molo San Vincenzo al castello dell'Ovo navigò con la velocità di 11 miglia all'ora, suscitando la loro ammirazione. Tali personaggi si congratularono vivamente per la bella e solida costruzione dello scafo (12 mt.), pel funzionamento del motore (Lozier 15 X 25 HP), per la finitezza della mano d'opera ed il confort. Dopo qualche ora di felicissime evoluzioni, Eley sbarcava alla Regia nave ammiraglia i suoi autorevoli ospiti, completamente soddisfatti.

Il yochey G. Bartholomew che ha montato Caronte II nel

lezze del piccolo mondo sandonatese, le quali rap-presentavano la grazia ad un ludo schiettamente virile ; nella platea, la folla delle grandi occasioni.

Si suonò la Marcia Reale, che provocò vivissimi applausi e la prima ovazione a Trieste e agli ospiti nostri.

Alla smarra: D.Giuseppe Rovis di Trieste D. Pie-tro Boer di San Donà, i quali non ebbero l'avvedu-tezza di presentare al pubblico gli schermidori, il che fu cansa di confusione, tanto più che gli assalti non seguirono secondo il programma.

Gli assalti furono varii e brillanti, e il pubblico li seguì con attenzione e con interesse fino al-l'ultimo. Duolmi di dover, per amore di brevità, darne troppo succinto ragguaglio; non posso però far a meno di segnalare l'impareggiabile valentia e la squisita correttezza dei maestri Tagliapietra, Gianese, bello e biondo, Arista, Tamborra, Fer-rante e Del Moro nei varii assalti sostenuti tra loro e coi dilettanti, degni loro avversari, Lieb-nian, Carniel, ecc.

Il trattenimento si chiuse a ora tarda, al suono degli inni patriottici, che provocarono un subisso di applausi e una nuova, clamorosa ovazione alla forte città, da noi disgiunta, che si affaccia « alle due viste d'Adria » .

più. Noi no, da noi, nipoti, il fuo-

_ . , , „ . w., co non esiste : « Premio del Sempione », o Milano. esiste soitBnto y

calore. Ma un ca-lore antipatico, che non parlando ai nostri occhi, non ci consiglia affatto le soste e le dormitine. Ter-mosifoni e caloriferi. Chi è che può leggere una gaz-zetta dinanzi a una bocca di calore ? Niente. Bisogna uscire lo stesso, pensando che l'alloggio è maravi-gliosamente riscaldato, ma che quasi quasi si sta meglio fuori, nel moto. E il moto è sport, da quando — oh nobiltà delle parole ! — lo hanno chiamato podismo!

Ma il podismo sarebbe l'abbici del mio sport inver-nale. Montare a cavallo in inverno ! Traverso l'odor caratteristico della nebbietta novembrina che sa di scottizzo, come una cucina campagnuola ; traverso la fine umidità che par trasudi dalla terra, dai tronchi, dal panorama stesso ! Galoppare e prender nel naso e nei bronchi l'odore delle foglie morte e dei rami stillanti ; e sentirsi ventar sulla faccia l'aria vivifi-cante dove non è più atomo di polvere. Il cavallo emana dalle froge non più fiato ma fumo, come una nobile locomotiva; e fuma dai fianchi, da tutto il corpo. E' contento anche lui, povera bestia. E il ca-valiere, mettendolo al passo e carezzandogli il garrese, sente comunicarsi alla sua mano il fremito di quella contentezza fumante. Il buon calore che entrambi, l'animale e l'uomo, provano dopo ! Un calore sano, che non è quello dei termosifoni e dei caloriferi, e che viene dai muscoli esercitati, dal sangue alacre in più libera circolazione ! In estate si gocciolerebbe come fontane e l'energia si disperderebbe in umidità. Qui si raccoglie, si rattiene, e serve a regolare tutta la nostra macchina interna...

g. Gottardo » (14 giugno) ; il « Premio dei Primi passi » (18 giugno) ; l'handicap « Monte Rosa » (28 giugno) ed il «Cri ter ium» (4 ottobre).

Le riunioni incomincieranno il 26 aprile col «Grande Steeple Chase» (L. 20.000).

Le date per le altre principali corse sono le seguenti: «Premio del Commercio» (L. 50.000), 10 maggio ; 1' « Handicap Giubileo » (L. 10.000), 31maggio; «Gran Premio Ambrosiano» (L.100.000), 7 giugno ; « Gran Premio Sempione » (L. 50.000), 11 ottobre.

Alla munifica Società Lombarda auguriamo che il 1908 sia foriero di novelli trionfi.

*

La stagione ippica si chiuderà in Italia colla giornata di domenica 10 a Pisa, la quale sarà preceduta da una grande asta di puro sangue.

Hector.

Alla sera, banchetto presso l'albergo Centrale, durante il quale regnò la più schietta cordialità. Allo champagne cominciarono i discorsi. Il primo a prendere la parola fu il sindaco, cui fecero se-guito i signori Trentin, Bortolotto, Plateo.

Il discorso, infiorato di eleganze oratorie, pieno di foga giovanile, esuberante di passione, pronun-ciato dall'avv. Guido Bortolotto, che rivolse il pensiero e il saluto a Venezia, a Udine e, sopra-tutto, a Trieste, fu incitamento a una nuova cor-dialissima dimostrazione di simpatia e a una nuova affermazione di italianità, alla quale par-teciparono, con unanime consentimento, tutti gli intervenuti.

La bellissima e simpatica festa lasciò negli spettatori, come in quelli che ne furono prota-gonisti, il più lieto e caro ricordo.

San Donà di Piave, 4 novembre. (Rit) .

Lo sport in provincia to teatro b<

Mi piace darvi notizia di una bella festa d'armi tenutasi il 27 ottobre, in questo teatro So-ciale, la quale, per il numero e per la nomea dei tiratori che vi presero parte, avrebbe potuto seguire non indegnamente in qualsiasi ambiente cittadino.

Ideata dal cav. A. Trentin, pre-sidente del Comitato festeggiamenti prò Società operaia, questa bene riuscita accademia di scherma potè avere attuazione, con inatteso suc-cesso, mercè l'efficacissimo aiuto dato corte-semente da quel gentil-uomo e va-l e n t u o m o che è il ca-valier Vitto-rio Taglia-pietra, diret-t o r e d e l l a S c u o l a di scherma di Trieste, che vi partecipò coi suoi gio-vani allievi triestini, cioè i signo-ri: Zvillichievich, Liebman, Co-mozzi , N. Carniel, De Perco , dilettanti degni del maestro.

E vanno aggiunti : Arista di Rologna ; Concato, Rossini, Pepe di Udine; Gia-nese, Banci, Tamborra, Ferrante, Bel-loni, Dal Moro di Venezia. Una schiera di valenti, adunqneT da levarcisi il cap-pello, i quali diedero prova di valore e saggio di cortesia.

Il teatro si aprì alle ore 20; nei palchi si diedero convegno le più distinte bel-

Lo sport e l'inverno Io, se fossi un uomo di sport, è sopratutto d'in-

verno che farei dello sport. L'estate è come la civiltà : ammollisce i costumi.

I popoli del Sud, difatti, amano meglio stare in pan-ciolle che far qualche cosa. Lo sport del sogno, lo

sport della fantasticheria trovano nel sole un al-leato, e nel sonno una terminazione. E sono tutti sports che si fanno a sedere. Ma l'inverno,

il buon inverno che sferza, che sveglia, che incita, che fa frizzare il sangue e le orec-chie, e pizzica gli occhi e ne aguzza lo sguardo ! Il buono insopportabile freddo che assidera chi si riposa e costringe al moto, al va e vieni, al tarantolismo. I nostri nonni avevano, è vero, i bei foco-lari, i bei caminetti, davanti ai quali pote-vano lasciarsi prendere dalla pigrizia proprio lo stesso come in estate, e forse forse di

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In alto: V accampamento dei canottieri Baldesio i quali, data l'enorme piena del fiume, impossibilitati di recarsi allo chalet piantarono le loro linde presso il ponte sul Po (Cremona). In basso: Lo chalet dei canottieri Baldesio pochi minuti prima che venisse inghiottito dalle acque. (Fot. P. Beazzi, Cremona).

Il dilettantismo sportivo Giacché la questione viene attualmente dibat-

tuta in Francia, solleviamola, o meglio risollevia-mola (perchè ad essa già altre volte si è accen-nato) anche in Italia.

In Italia, e nello sport internazionale, fuorché in pochi paesi forse più di noi ragionevoli, esiste il fenomeno dilettante per la semplicissima ragione che esiste il fenomeno professionista !

Esso, è vero, ci viene dal fatto che il secondo vive dandoci spettacolo ed il primo vive anche diversamente. Ho detto anche perchè il più delle volte il dilettante ipocritamente si veste di questa veste, ma fa, per suo conto, del professionismo puro e semplice.

Quanti dilettanti non abbiamo noi conosciuto e conosciamo tuttora che prendono denaro, e me-daglie d'oro (anch'esse denaro contante) e se ne impipano di tutti i regolamenti di questa terra! ' giusta ragione molti oggigiorno ne propongono la scomparizione, chiedendo che non se ne parli più, e che ognuno sia libero di far quello che vuole, accettare o no del denaro, concorrere o no dove i professionisti concorrono, ed altre simili cose.

Questo menerebbe quindi direttamente non al-l'abolizione del diiettante solo, ma a quella, e forse più importante, del professionista.

E sarebbe una vera fortuna. Ecco, io sono sempre stato fautore della massima libertà nello sport, libertà però che non impedisca l'ordine.

Dovendo essere lo sport fine a sè stesso e non soltanto fonte di guadagni, io credo che incorpo-rando il numero abbastanza ragguardevole di di-lettanti nel professionismo, avremmo una maggior

varietà di lotte ed anche un maggior accanimento in esse.

Perchè, sentitemi, dove voi non con-cedete libertà di mo-vimenti , invogliate alla frode, e questa frode, è noto ormai, la si compie in mille modi non controlla-bili.

Nei premi ai dilet-tanti alcune volte è

il valore vero e proprio in de-naro, le case costruttrici si servono di essi, le società or-ganizzatrici, evitando magari con le debite facili cautele, li assoldano con la scusa delle indennità, quale garanzia resta al purista legislatore ! Le squa-lifiche pure che non abbiano che la t'orza 01 mai delle scomu-niche, e se voi per certuni do-mandaste il come lia fatto a non accorgersi della mancanza commessa, vi sentireste rispon-dere : Lo sapevo prima !

E poi quale è l'esatta diffe-renza ormai! Queste due parole furon create ai tempi del cicli-smo e nessuno spoi t ne abusa tanto come esso.

Nell'ippica sì, è chiaro, ab-biamo il fantino ed il gentle-man, e nessuno può cadere in errore... per quanto non siano mancati esempi di gentlemen che fanno gli al ari, o affaroni loro, come fantini, ma c'è i baffi di meno...

In automobilismo non si può parlare di professionisti o dilet-tanti, perchè i regolamenti di corse o concorsi giustamente non fanno di queste inutili di-visioni.

In podismo l'Italia non ha ancora messo la barriera fra i puri e gli impuri, fra quelli che vivono con i piedi e quelli che... vogliono tenere alto il nome di amateurs.

Ed in tutti i varii giuochi, come foot-ball, ginnastica, pal-lone, e nei tiri, dove è la divi-sione !

Esiste bensì nella scherma, ma a chi la consideri bene questa divisione appare chiara-mente la logicità di essa.

Nella scherma l ' individuo riconosciuto da apposita Com-missione veramente abile al viene nominato maestro con

dilettante resta mestier dell'arme delle debite attribuzioni, ed i così sicuro del fatto suo, e nessuna confusione è possibile.

Dopo questo poche e povere mie considerazioni non è giusto che i dirigenti maggiori dei nostro sport, e più che degli altri dello sport ciclistico, facciano una benigna attenzione al come si sta svolgendo la questione in Francia, e cerchino di portarla sul tappeto anche in Italia.

Il mio parere, io ripeto, sarebbe quello di abo-lire questa categoria di dilettanti, restando abolita per conseguenza quella professionisti. Libertà ad ognuno di partecipare a corse con premi in de-naro o no, nessuna squalifica quindi, ma una sola vera e grande qualifica, quella data dal fatto sportivo, dalle vittorie ottenute.

Quale danno se ne potrebbe ottenete ! Per quanto mi sforzi io non posso trovarlo. Amerei anzi in proposito una discussione seria e frutti-fera, come oggi si sta facendo in proposito sulla stampa francese.

C'è qualche cosa di vecchio forse nelle nostre istituzioni sportive, ma c'è qualche cosa di nuovo nello sport italiano, e non è giusto mantenere il primo per impedire il progresso al secondo.

Sono perciò questioni che hanno un interesse altamente considerevole e nelle quali io vorrei ©

partecipassero quegli uomini che hanno al loro attivo tutto un passato di disinteresse e di vera passione per questa rigogliosa vita sportiva che tanto bene ha fatto e dovrà fare alla patria nostra.

Raffaele Perrone.

Terze gare biennali di g'uochi a Sant'i lena ( V e n e z i a )

Favorite da un sole, deside at > dopo lauti giorni di pioggia, si svolsero sul prato di Smt'Elena le annunciate gare di giuochi, indtttc dalla nostia Sooieti Ginnastica 0. Reyer e dirette dall'egregio ed infaticabile prof. Arnoldo Cibiti. Vi assisteva molto pubblico, trattenuto a stento da funi al di ià dei limiti tracciati per lo svolgimento dei sin-goli giuochi. Alle 14 ' / j ciica scesero in campo a disputarsi il primato al giuoco del calcio il Cricket •and Font-Ball Club di Milano contro l'Associazione del Calcio di Vicenza, e dopo lotta accanita ed interessante, la vittoria rimase al Cricket, che ad-dimostrò fin dal principio una superionià indi-scutibile, vincendo sei punti contro uno; la « Coppa Venezia » venne quindi definitivamente conqui-stata dai forti milanesi, avendola essi vinta per tre bienni consecutivi.

Alla gara di calcio seguì quella di tamburello fra le due squadre veneziano della Reyer e della Juventus; dopo brillanti partite la « Coppa San Marco » venne aggiudicata alla l'eyer, che vinse con sette giuochi contro sei.

Da ultimo la squadra della Daniele Manin si misurò con quella della R< yer alla palla vibrata. La vittoria fu assai facile a quest'ultima per la valentìa dei giuocatori, già campioni nazionali, signori Bozza Umberto, Zerbo Giuseppe, Bonaldi Gino, Campagnari Giovanni, Bastianello Virgilio. La « Coppa Resistenza ad ogni costo» venne così definitivamente conquistata dalla C. Reyer, aven-dola vinta per tre bienni consecutivi. Fungeva da arbitro in tutti tre i giuochi l'egregio prof. An-tonio Dal Dan, direttore della Società Ginnastica di Udine.

A gare finite la 0. Reyer volle festeggiate i suoi campioni, offrendo loro un'aitistica medaglia d'ero a ricordo della triennale vittoria; e la consegna venne fatta alla presenza di una cinquantina di soci riuniti a banchetto nel salone del Ristorante a Santa Chiara. Il benemerito vicepresidente dot-tor Francesco Miilier, con frasi felici ed appro-priate, riassunse le vittorie di cui potè gloriarsi quest'anno la C. Reyer, fulgida fra tutte l'orga-nizzazione e ia riuscita dei recente memorabile Concorso Internazionale ginnastico del maggio scorso, ultima e non piccola affermazione di vita-lità sportiva del vecchio e glorioso sodalizio ve-neziano, quella di ieri.

CORRISPONDENZA.

Milano. — Boa. Il podismo, come ogni qualsiasi forma di sport, fa parte del nostro programma. Quindi le sue giuste note dovevano interessarci. Grazie.

Lecco. — L. Corti. Grazie, pubblichiamo il resoconto. La fotografia è troppo confusa per potersi riprodurre.

Omegna. — G. G. Noci. Pubblichiamo e facciamo spedire le copie richieste.

Lodi. — Cinio. Grazie. Già provvisti, l'altra foto-tografia non si poteva riprodurre.

L'abbonamento alla S t a m p a S p o r t i v a

= costa L. 5

Bozza Umberto. Bonaldi Gino. Campignari Giov. Bastianello Virg. Zerlo Giuseppe. La squadra della Reyer di Venezia, vincitrice del Campionato di palla vibrala.

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Fino dalle prime grandi corse automobilistiche su strada, fino dalla gara Parigi-Amsterdam, si crearono degli abiti speciali per gli automobilisti. Le pelli le più costose, le meno conosciute, fu-rono utilizzate.

Così venne ideato il cosidetto parapioggia del chauffeur.

Ecco due sports, l 'uno vecchio come il mondo, l'altro appena adulto, che hanno occasionato una rivoluzione completa nella moda.

Al primo (podismo) noi dobbiamo una calzatura razionale, all'altro l ' impiego della pelle, del cuoio, del cautchoue.

Altra volta sembrava ridicolo un giovane ele-gante che avesse indossato una grande pelliccia, oggi invece è riconosciuto che bisogna proteggerci dal freddo quando si marcia a 100 km. all 'ora. Attualmente, tutti gli sports sono di moda, ed è più che giusto che lo sport stesso comandi alla moda.

Nelle ultime esposizioni di automobili tenutesi in Europa, una delle maggiori attrattive fu ap-punto la toilette dello chauffeur.

Coloro che dettano, dai loro magazzini di tail-

La moda automobilistica. Tipo di maschera per automobilisti.

gionato. E' questo evidentemente un risultato splendido, e c iò è un merito speciale dello sport. Le innovazioni portate dalla marcia in una così piccola parte del costume sportivo, l 'automobi-lismo le ha occasionate in tutto il resto. Ma qui il caso è ancora più curioso. Non si tratta più di trasformazioni, ma di creazioni; tutto un com-plesso di nuovi bisogni è stato originato dal pro-gresso automobilistico.

Nello stesso tempo che si sono cercati dai no-stri industriali i motori più perfetti da adibire alla nuova locomozione, l 'automobilista ha creato i mezzi di difesa contro il freddo, contro la pol-vere e contro la pioggia.

La moda, in generale, ci viene da Parigi, e là, nella capitale dello sport europeo, anche la moda riguardante lo sport ha subito grandi trasforma-zioni.

Appena creata l'attuale bicicletta si è pensato ad un nuovo equipaggiamento per i lunghi viaggi 6 all'abito per le solennità sportive che hanno luogo nelle città.

Ricordo un medico della mia città natale, ai 'empi eroici del velocipede, il quale ogni giorno 8i recava a visitare i malati con un solido triciclo, Ha senza abbandonare la classica redingote nera M _ — ^ e il cappello a ei-

l im i t o . H ^ H ^ ^ L ^ ^ H B E La m o d a non

ammette • M T ^ H ^ ^ ^ ^ g i g i o r n o simili • S j B B B a b b i g l i a m e n t i e

I ^ H ^ ^ m B K tende a d a r e Hi sports-•L • B j man la divisa,

costume che più ^^Dlfl£ST18LMlCflETS^R si confà.

leur, legge di eleganza al mondo intero, non hanno voluto lasciarsi sfuggire l 'occasione di conquistare i visitatori delle Mostre, ed hanno esposto gli ab-bigliamenti più pratici ed eleganti per chi si di-letta di teuf-teuf, ed insieme tutti quei ninnoli e tutti quegli accessori, che rivelano un'intelligenza superiore, sempre in evoluzione, ed un senso pra-tico, meraviglioso.

Y i erano esposti nuovi tessati leggeri in seta impermeabile, forme varie, strane di copricapo che mai niuno aveva osato ideare. Gli espositori sono entrati fin nei capelli delle signore ed hanno mostrato un nuovo sistema di pettinatura vera-mente pratica, che deve resistere al vento, che sarà solida ed elegante, di modo che sarà superata la difficoltà e smentita la tradizione, ehe cioè le signore non possono acconciarsi il capo con la speranza di mantenere per qualche tempo intatta la loro pettinatura allorquando salgono in auto-mobile.

Ma non è tutto: lo yachting automobile non è dimenticato; vi è pure un costume insommergi-bile per canotto; ecco le ultime trovate della moda sportiva.

Una volta le signore cercavano tutte le arti, magari tutti i sotterfugi, pur di riuscire ad essere o a parer belle. Oggi invece fra molte di esse è una gara a colei che sia più brutta ed antipatica nell 'abbigl iamen to.

Bisogna indossare degli abiti pratici , degli abiti che ci difendano dalla polvere, dall'aria, dal freddo, dal sole, da tutti gli elementi che l 'automobile

Questo sarà pronto a giorni e su di esso sarà probabilmente aperto un concorso fra le diverse case costruttrici che intendessero partecipare al lavoro. Si spera di cominciare la demolizione dei locali prima della fine dell 'anno, e cioè appena avuta l 'approvazione definitiva del Consiglio di amministrazione.

jW mondo commerciale sportivo A Milano, la gran Casa Isotta e Fraschini sta

preparando i tipi del 1908 da esporsi al Salon di Pa-rigi, che a detta dei competenti sono una meraviglia per eleganza di linee e robustezza meccanica.

Altre novità importantissime sta preparando la Casa milanese, e saranno tutte improntate a continue migliorìe attorno a quelle vetture automobili ehe tanti allori hanno raccolto sul suolo bresciano.

Non vogliamo aggiungere di più. Sarebbe come togliere a qualcuno una gradita sorpresa. E sarebbe male !

*** A Torino, l'assemblea generale ordinaria e straordinaria degli azionisti della Società anonima sotto la denominazione d i : Officine meccaniche e me-tallurgiche di Caluso, con capitale di L. 538.000, deli-berò che la rappresentanza della Società e la firma sociale sia affidata al presidente del Consiglio. Il Consiglio potrà delegare tutti o parte dei suoi po-teri e anche la rappresentanza della Società e la firma sociale ad uno o più dei suoi membri.

*** A Torino, il Consiglio d'amministrazione della Società anonima: Stabilimenti di amianto e gomma ela-stica già Bender e Martiny, con capitale di L. 1.500.000, nominò direttore della Società, in sostituzione del signor Carlo Bachstadt, il signor Guglielmo Goy, con autorizzazione di rappresentare la Società e di assumere la firma sociale collettivamente o con uno dei procuratori della Società, ovvero con un altro direttore.

sfida superbamente e disdegnosamente. Stoffa, taglio, colore, tutto deve tendere a questo unico scopo : esser libere nei movimenti e ben protette contro... tutto.

Del resto le fotografie che pubblichiamo dicono tntto.

La moda sportiva E' cosa interessante oggi studiare l'influenza

ulte ha prodotto lo sport sulla moda e le trasfor-mazioni che le ha fatto subire, non per il capriccio ji uno snobismo più o meno ricercato, ma per )e necessità della vita attiva, igienica di chi col-tiva gli sports. Così l 'educazione fisica deve ricer-che l'adattamento del costume sportivo.

Prendiamo per esempio lo sport più semplice, la marcia a piedi, la volgare marcia. Questo sport, per la diffusione considerevole che ha preso, ha permesso di fare degli studi coscienziosi sulla vera calzatura ed ha deciso i nostri moderni cal-ciai a stabilire per l'uso normale un tipo razio-nale di calzature, rassomigliante il più possibile a quello usato dal marciatore.

Senza pretendere di fare la storia della calza-tura attraverso i tempi e attraverso i paesi, con-statiamo le trasformazioni più recentemente por-tate a questa parte essenziale del costume. La marcia ha stabilito quali sono le necessità asso-lute di questo sport, in quali condizioni il piede lei marciatore lavora, quali sono i punti dove maggiormente sferza e per conseguenza quali i punti dove deve essere sostenuto. In tal guisa l'arte del calzolaio non è più sottomessa all 'empirismo di mondanità sovente capric-ciose, ma diviene un'arte che ha fon-dato le sue applicazioni specialmente su quanto deve riuscire utile, pratico e ra-

Il palazzo dell' Automobile - Club d i I V l i l a n o

Il Consiglio d'amministrazione della Società ano-nima per il palazzo del l 'Automobile Club di Mi-lano ha affidato ad un Comitato esecutivo com-posto dei signori : Crespi onorevole comm. Silvio, Brigatti Luigi , Dal Pozzo nob. Fazio, Guastalla dott. cav. Gildo e Weil lschott dott. cav. Aldo, le pratiche relative all 'esecuzione del palazzo stesso.

Questo Comitato in successive sedute ha esa-minato i progetti che erano stati presentati da alcuni amici del Club, e precisamente quelli dei signori ing. Combi e capomastro Fossati, dell ' in-gegner Premoli, della ditta Odorico e dell 'ing. La-

veni; ma per diverse considerazioni ha giudi-cato che nessun di essi corrispondeva piena-mente alle necessità dei Club. Decise allora di nominare un professionista a ingegnere del Club, e scelse a tale mansione l 'ing. Premoli,

al quale la Commissione espose le proprie idee e diede incarico di fare un progetto ex-novo.

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