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283 I modi di parlare del futuro nella didattica dello spagnolo: dai manuali all’aula. Inmaculada Solís García (Università di Salerno) in Schena L. (a cura di) Gli insegnamenti linguistici dell’area economico-giuridica in Europa. Alcuni casi significativi, Egea, Milano 2006. Come si parla del futuro nelle grammatiche della lingua spagnola per stranieri e nei manuali didattici 1 più usati? Quali potrebbero essere le attività più efficaci per favorire l’acquisizione dei modi di parlare del futuro? Queste sono le prime due domande che ci siamo posti al momento di affrontare questo lavoro. La risposta alla prima questione l’abbiamo sviluppata all’inizio di questo articolo; nel la seconda parte abbiamo avanzato una serie di proposte a partire dagli studi di Francisco Matte Bon 2 sul funzionamento di alcuni degli operatori grammaticali coinvolti nell’espressione del futuro, il Futuro semplice, la Perifrasi “ir+a+infinito” e il Presente 3 . I. Il futuro nelle grammatiche per stranieri e nei manuali didattici 4 . Saranno oggetto della nostra analisi tre grammatiche didattiche con caratteristiche molto diverse tra di loro: la Grammatica spagnola di Manuel Carrera Díaz 5 (abbrevieremo questo titolo con la sigla GS), la Gramática básica del 1 In questo lavoro usiamo il termine “manuale” in due sensi diversi. Nel titolo intendiamo per “manuali” sia i manuali di grammatica sia i libri di testo su cui si organizza un corso di lingua. A questo significato generico opponiamo quello specifico, quando chiamiamo “manuali” soltanto i libri di testo che si adoperano nelle classi di lingua. Non useremo, quindi, il termine “grammatica” come nella tradizione italiana, per riferirci ai libri di testo adoperati nella classe, ma per i libri che descrivono sistematicamente il funzionamento della lingua. 2 Francisco Matte Bon, Gramática comunicativa de la lengua española, Edelsa, Madrid 1995 (nuova edizione) e Francisco Matte Bon, “Maneras de hablar del futuro en español entre gramática y pragmática. Futuro, ir + infinitivo y presente de indicativo: análisis, usos y valor profundo”, redELE n. 6, Febbraio 2006 (d’ora in poi Matte Bon 2006). 3 Per evitare la confusione tra il nome degli operatori grammaticali e i concetti temporali di presente e futuro che questi possono esprimere abbiamo scelto di indicare con le maiuscole gli operatori grammaticali e con le minuscole i concetti. 4 Teniamo a chiarire che non rientra nei nostri obiettivi il criticare gli autori e le opere citate, meritorie del massimo rispetto in quanto si tratta di studi fondamentali nell’ambito della didattica della lingua spagnola; l’obiettivo è piuttosto quello di far emergere alcune questioni metodologiche sull’analisi e la descrizione della lingua spagnola. 5 M. Carrera Díaz, Grammatica spagnola, Laterza, Bari 1997. Si tratta di uno studio contrastivo tra la lingua spagnola e la lingua italiana.

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I modi di parlare del futuro nella didattica dello spagnolo: dai manuali all’aula.

Inmaculada Solís García (Università di Salerno)

in Schena L. (a cura di) Gli insegnamenti linguistici dell’area economico-giuridica in

Europa. Alcuni casi significativi, Egea, Milano 2006.

Come si parla del futuro nelle grammatiche della lingua spagnola per stranieri e

nei manuali didattici1 più usati? Quali potrebbero essere le attività più efficaci per

favorire l’acquisizione dei modi di parlare del futuro? Queste sono le prime due

domande che ci siamo posti al momento di affrontare questo lavoro. La risposta alla

prima questione l’abbiamo sviluppata all’inizio di questo articolo; nella seconda parte

abbiamo avanzato una serie di proposte a partire dagli studi di Francisco Matte Bon2

sul funzionamento di alcuni degli operatori grammaticali coinvolti nell’espressione

del futuro, il Futuro semplice, la Perifrasi “ir+a+infinito” e il Presente3.

I. Il futuro nelle grammatiche per stranieri e nei manuali didattici4.

Saranno oggetto della nostra analisi tre grammatiche didattiche con

caratteristiche molto diverse tra di loro: la Grammatica spagnola di Manuel Carrera

Díaz5 (abbrevieremo questo titolo con la sigla GS), la Gramática básica del

1 In questo lavoro usiamo il termine “manuale” in due sensi diversi. Nel titolo intendiamo per “manuali” sia i manuali di

grammatica sia i libri di testo su cui si organizza un corso di lingua. A questo significato generico opponiamo quello

specifico, quando chiamiamo “manuali” soltanto i libri di testo che si adoperano nelle classi di lingua. Non useremo,

quindi, il termine “grammatica” come nella tradizione italiana, per riferirci ai libri di testo adoperati nella classe, ma per

i libri che descrivono sistematicamente il funzionamento della lingua. 2 Francisco Matte Bon, Gramática comunicativa de la lengua española, Edelsa, Madrid 1995 (nuova edizione) e

Francisco Matte Bon, “Maneras de hablar del futuro en español entre gramática y pragmática. Futuro, ir + infinitivo y

presente de indicativo: análisis, usos y valor profundo”, redELE n. 6, Febbraio 2006 (d’ora in poi Matte Bon 2006). 3 Per evitare la confusione tra il nome degli operatori grammaticali e i concetti temporali di presente e futuro che questi

possono esprimere abbiamo scelto di indicare con le maiuscole gli operatori grammaticali e con le minuscole i concetti. 4 Teniamo a chiarire che non rientra nei nostri obiettivi il criticare gli autori e le opere citate, meritorie del massimo

rispetto in quanto si tratta di studi fondamentali nell’ambito della didattica della lingua spagnola; l’obiettivo è piuttosto

quello di far emergere alcune questioni metodologiche sull’analisi e la descrizione della lingua spagnola. 5 M. Carrera Díaz, Grammatica spagnola, Laterza, Bari 1997. Si tratta di uno studio contrastivo tra la lingua spagnola e

la lingua italiana.

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estudiante de español6 (GBEE) e la Gramática cognitiva para profesores de español

L2 (GC) di Ángel López García7. Inoltre, abbiamo esaminato tre dei libri di testo

comunicativi più diffusi: Gente8, Abanico

9, Rápido, Rápido

10 e un’opera di

impostazione più tradizionale su base grammaticale quale è il Curso de

perfeccionamiento11

. In questi testi analizzeremo tre aspetti alla luce delle relazioni

che si stabiliscono tra il sistema linguistico e i dati del contesto pragmatico12

.

1.Queste opere presentano un’unica prospettiva d’analisi (onomasiologica o

semasiologica) sull’uso degli operatori grammaticali esaminati. La prospettiva delle

grammatiche si distingue da quella dei manuali nell’osservazione dell’area che ci

riguarda. Le grammatiche tendono a presentare gli operatori da un punto di vista

semasiologico (partono dalla morfologia e dalla sintassi del Presente, del Futuro e

della Perifrasi e arrivano, infine, all’idea di futuro, probabilità, ecc che ognuno può

esprimere); i manuali, invece, propendono per una presentazione onomasiologica

(partono dall’idea del futuro e descrivono l’uso degli operatori che possono

esprimerla). Tuttavia, circoscrivere la descrizione sul funzionamento di un operatore

linguistico a un’unica prospettiva è una scelta che, come vedremo, non è esente da

problemi didattici.

Cominciamo dalle grammatiche. Se ci soffermiamo sulle descrizioni possiamo

osservare che non si fa un confronto onomasiologico tra tutti gli operatori (Presente,

Futuro e Perifrasi) concorrenti in uno stesso contesto (espressione del futuro) allo

scopo di capire le differenze. Soltanto la GBEE completa la visione semasiologica

con quella onomasiologica, ma in maniera non sistematica, giacché confronta il

6 AAVV, Gramática básica del estudiante de español, Difusión, Barcelona 2005. L’impostazione di questa grammatica

non è contrastiva; è rivolta a tutti gli studenti di lingua spagnola come L2. 7 A. López García, Gramática cognitiva para profesores de español L2, Arco/Libros, Madrid 2005. Anche se nel titolo

l’autore sembra rivolgersi a professori di lingua, nell’introduzione afferma che è rivolta anche agli studenti di lingua

spagnola che parlano lingue tipologicamente lontane dallo spagnolo. 8 AAVV, Gente 1,2,3, Difusión, Barcelona 2004 (nuova edizione).

9 AAVV, Abanico, Difusión, Barcelona 1997. Questo manuale dedica uno spazio piuttosto marginale al microsistema

del futuro. 10

AAVV, Rápido, Rápido, Difusión, Barcelona 2002. 11

AAVV Curso de perfeccionamiento, SGEL, Madrid 2000. 12

Per quanto riguarda la relazione tra sistema linguistico e pragmatica sulla quale si fonda la nostra ricerca vedi M.V.

Escandell Vidal, Introducción a la pragmática, Ariel, Barcelona 1996.

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Presente con il Futuro ma non il Presente con la Perifrasi né la Perifrasi con il Futuro.

Il mancato confronto può determinare, come vedremo, una limitata differenziazione

dei valori nel sistema di questi tre operatori

Un’altra delle difficoltà dovuta all’unica prospettiva di analisi dipende

dall’organizzazione strutturale; se scorriamo gli indici delle grammatiche, vediamo

che non sono organizzati per provvedere all’esigenza degli studenti stranieri di

“trovare” un operatore grammaticale che non conoscono ancora e che sia appropriato

a esprimere una certa idea (v.g. di futuro, di probabilità, ecc.)13

. Facciamo un

esempio. Se chi consulta queste grammatiche ancora non conosce l’operatore “Ir a +

infinito” ma vuole sapere in che modo si può presentare in spagnolo un’azione futura

come un’intenzione, dovrà sfogliare tutta la grammatica per trovare l’operatore

pertinente poiché gli indici sono articolati a partire dagli operatori grammaticali e non

dalle idee che questi possono esprimere.

Alle obiezioni precedenti si sommano quelle riferite ai manuali. La maggioranza

dei libri di testo presenta un problema inverso rispetto a quello delle grammatiche:

offrono soltanto una prospettiva onomasiologica che parte dall’idea di futuro e

descrive l’uso degli operatori (Presente, Futuro e Perifrasi) limitandosi

all’espressione di quest’idea, senza offrire una visione globale delle potenzialità

espressive di ogni operatore (espressione della concessione, della probabilità…). Nei

manuali la prospettiva semasiologica è ridotta di solito alla morfologia di questi

tempi verbali. Fanno eccezione i materiali di impostazione più tradizionale, come il

Curso de perfeccionamiento, che continuano a presentare gli usi da una prospettiva

semasiologica debitrice delle grammatiche per stranieri e, in alcuni casi, delle

grammatiche per i parlanti nativi.

In quest’unica prospettiva onomasiologica la difficoltà per uno studente straniero

si pone quando questi volesse capire tutte le possibilità di uso di un operatore senza

limitarsi all’idea del futuro. Ad esempio, l’operatore Futuro può esprimere l’ipotesi

13

Questa critica è già stata sollevata da Francisco Matte Bon a proposito delle grammatiche di lingua spagnola

pubblicate in Italia (vid. Francisco Matte Bon, “El análisis contrastivo en algunos manuales de gramática española

publicados en Italia en los últimos años” Mots Palabras Words 6, 2004 (in corso di stampa)).

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nel presente, la concessione, ecc., ma, in un manuale come Gente, il Futuro

cosiddetto “concessivo” non viene descritto né nel capitolo dedicato al futuro, né nel

capitolo dedicato alla concessione o alla contrapposizione di informazioni14

. Manca

una visione semasiologica che completi la descrizione di questo operatore

linguistico15

.

Uno dei pericoli che si può manifestare a causa di un’unica prospettiva

onomasiologica consiste nel fatto che lo studente identifichi un contesto d’uso con il

valore dell’operatore nel sistema; così, per esempio, l’utente abituato a consultare i

manuali potrebbe pensare che il valore dell’operatore linguistico “Futuro semplice” si

limiti all’espressione di un’azione futura, oppure che la Perifrasi “Ir a + infinito”

soltanto serva per esprimere delle intenzioni.

Analizziamo un esempio di questo problema riguardante il Presente e il Futuro.

Nel testo della GBEE si afferma che:

También usamos el Presente para hablar del futuro cronológico cuando queremos presentar la

información como segura y totalmente controlada. Hablamos de algo que conocemos y que no

depende del tiempo para ser verdad. Declaramos así lo que sabemos sobre el futuro o

preguntamos lo que otros saben. Cómo es el FUTURO:

INFORMACIONES YA SEGURAS. Mi novio vuelve mañana. Si quieres, nos vemos esta tarde.

[Altri esempi] Lola, ¿qué haces mañana por la tarde? ¿trabajas?

INSTRUCCIONES: Mira, sales por esa puerta, giras a la izquierda y sigues hasta el final...

[Altri esempi]. Si queremos presentar la información como una predicción, usamos el Futuro:

A las cuatro estaré allí16.

Gli autori esemplificano così dei contesti in cui si usa il Presente, cioè per parlare

di qualcosa che già sappiamo oppure per chiedere quello che gli altri già sanno,

contesti che non vanno confusi con il valore dell’operatore Presente, per almeno due

motivi. Primo, perché se fossero “valori” di questo operatore sarebbero in

contraddizione tra di loro; cioè si userebbe il Presente con valore futuro per parlare di

quello che già sappiamo ma anche per chiedere quello che non sappiamo.

14

Gente 3:150-151. 15

In realtà non sempre un manuale segue la stessa prospettiva. Per esempio, nella descrizione del funzionamento del

sintagma nominale l’operatore LO, in Gente 3:128, è presentato in una prospettiva semasiologica. 16

GBEE:109. La sottolineatura risponde al carattere in grassetto del testo originale.

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In secondo luogo, perché in questi contesti si potrebbero usare anche gli altri

operatori; vale a dire che, per parlare di qualcosa che già sappiamo oppure per

chiedere quello che gli altri già sanno, possiamo usare anche il Futuro o la Perifrasi,

come si può vedere in: Mi novio volverá mañana. Si quieres, nos vemos esta tarde /

Lola, ¿qué harás mañana por la tarde? ¿vas a trabajar? / Mira, saldrás por esa

puerta, girarás a la izquierda y seguirás hasta el final..17

. Non entreremo adesso ad

analizzare i differenti effetti espressivi dovuti all’uso del Futuro o della Perifrasi.

Quello che vorremmo dimostrare è che in questi contesti –anche se con intenzioni

diverse- è possibile usare altri operatori di futuro. Non si tratta, quindi, di valori del

Presente, ma di contesti d’uso.

In realtà, nel testo esaminato non si afferma esplicitamente che si tratti di valori

del Presente; ma nemmeno si indica che si tratti di contesti in cui si possono usare gli

altri operatori. Questo silenzio potrebbe indurre lo studente a pensare che ci sia una

relazione univoca tra i contesti e il valore dell’operatore Presente, oppure che si tratti

di diversi valori del Presente. Forse sarebbe stato utile discernere tra la descrizione

dei contesti e la descrizione del valore del Presente in quei contesti.

Altro problema legato al confronto onomasiologico parziale in questo testo

riguarda il Futuro e la Perifrasi. La mancanza della comparazione con la Perifrasi ci

impedisce di capire che il valore ipotizzato per il Futuro –presentare l’informazione

come una previsione- è comune alla Perifrasi e, quindi, non si tratta di un valore

esclusivo del Futuro, come si può notare nelle previsioni: “Va a perder las próximas

elecciones”/ “Perderá las próximas elecciones”.

Dunque, nella pratica, anche questa visione limitata dei manuali rappresenterebbe

un doppio problema per lo studente, il quale, come abbiamo appena affermato, se

vuole conoscere tutte le potenzialità espressive di un operatore, v.g. del Futuro,

potrebbe non trovarle oppure trovarle incomplete. Dall’altra parte, lo studente

dovrebbe conoscere a priori le potenzialità di un certo operatore, poiché potrebbe

consultarle soltanto se le conosce; cioè, solo se sa che il Futuro può avere un valore

17

Esempi dell’autore.

288

concessivo, andrebbe a cercare nei capitoli dedicati all’espressione della concessione

per verificare se il Futuro può essere usato con questo effetto espressivo.

In conclusione, per quanto riguarda l’unicità del punto di vista (onomasiologico

oppure semasiologico) i confronti parziali e poco sistematici che abbiamo osservato

ci fanno dubitare dell’efficacia didattica di questo tipo di impostazione. La

comparazione onomasiologica dovrebbe essere completata da una descrizione

semasiologica degli operatori che illustrasse le loro potenzialità espressive.

2. Nelle opere prese in esame non viene distinto il valore profondo di un operatore

nel sistema dagli effetti espressivi che esso può esprimere in un contesto determinato.

Questa questione si manifesta in diversi modi. In alcuni casi si presentano gli effetti

espressivi come se fossero il valore di un operatore nel sistema. Per esempio, nel

testo della GBEE che abbiamo precedentemente citato: Usamos el Presente para

hablar del futuro cronológico cuando queremos presentar la información como

segura y totalmente controlada. [...] Si queremos presentar la información como una

predicción, usamos el Futuro18

è stato selezionato uno degli effetti contestuali

(presentar la información como segura y totalmente controlada) senza un accenno, in

questa sezione dedicata a illustrare gli usi del Presente, al suo valore nel sistema.

La confusione tra il valore profondo di un operatore e gli effetti espressivi

dovuti al contesto d’uso è il sintomo di una visione debole della grammatica che non

sembra essere in grado di creare negli apprendenti una comprensione autentica del

suo funzionamento. Questa debolezza dell’approccio metodologico si manifesta nelle

diverse versioni che si possono offrire come spiegazioni del fenomeno di cui adesso

ci stiamo occupando: l’espressione della sicurezza. Per l’autore della GC, per

esempio, il Futuro si userebbe in contesti in cui l’enunciatore vuole esprimere un alto

grado di sicurezza:

El pasado simple “vine” significa un enunciado cuyo mundo referido no coincide con el

momento de la enunciación]. […] El equivalente del pasado simple “vine” es el futuro simple

18

GBEE:109.

289

“vendré”, el cual significa un enunciado cuyo mundo referido no coincide con el momento de la

enunciación […]. En cualquier caso, el empleo del futuro pide contextos en los que el hablante

tenga seguridad razonable de que los acontecimientos expresados por dicho futuro se cumplirán:

decimos indistintamente” el próximo verano iremos / vamos a ir / vamos a Ibiza para las

vacaciones”, pero “¿qué vas a hacer este fin de semana?” o “¿qué haces este fin de semana?”

se prefieren claramente a “¿qué harás este fin de semana?” porque no se tiene la seguridad de

lo que vamos a hacer19

.

Nella GBEE, invece, abbiamo visto che si afferma che è il Presente, e non il

Futuro, l’operatore che si usa per indicare “sicurezza”. Altri autori20

ipotizzano anche

che la differenza tra la Perifrasi, il Presente e il Futuro sarebbe il grado di sicurezza

espressa sui fatti annunciati; ma secondo la loro visione dei fatti, il massimo grado

corrisponderebbe al Presente, alla Perifrasi corrisponderebbe un grado intermedio ed

il grado minimo al Futuro. Inoltre, è facile trovare esempi di Futuri o di Presenti in

contesti chiaramente dubitativi come in: No sé si iré a Madrid, no me apetece mucho;

¿Será verdad lo que dice?; Qué hago, ¿voy o no voy de vacaciones? Es que no tengo

mucho dinero; ¿Qué haces mañana?.

Come sostiene Matte Bon21

, queste incoerenze sono dovute al fatto che la

sicurezza è un effetto espressivo dipendente dal contesto e non solo dal tempo verbale

utilizzato nella comunicazione; sia il Presente che il Futuro o la Perifrasi, infatti,

possono contribuire, senza perdere le loro rispettive caratteristiche, a costruire

contesti interpretabili in termini di “sicurezza”, come in: Mañana es mi cumpleaños;

Estoy convencido de que Juan estará ya allí cuando lleguemos nosotros; El domingo

vamos a ir a la playa ¿quieres venir con nosotros?. Non si tratta, quindi, di un effetto

espressivo legato all’uso di un solo operatore linguistico.

Un altro dei problemi legati alla descrizione del valore di un operatore nel sistema

è che spesso viene preso come valore profondo uno degli effetti contestuali: quello

temporale. Conseguentemente può diventare difficile percepire le differenze tra

19

GC: 154-156. 20

Almeida e Díaz citati in Matte Bon 2006:17. 21

Per le argomentazioni di Matte Bon contro la confusione tra i valori profondi e gli effetti espressivi di questi operatori

si veda Matte Bon 2006:1-17.

290

questi operatori, per cui diventano addirittura operatori quasi “sinonimi”

nell’espressione del futuro. Così vengono presentati nella GS:

[Si usa il futuro]1. Per indicare che un’azione o evento avrà luogo con posteriorità rispetto al

momento dell’enunciazione: (1) Mañana saldremos a las tres = Domani usciremo alle tre.

In questo uso, soprattutto nella lingua parlata, il futuro spagnolo subisce la concorrenza di altri

operatori verbali:

-il presente indicativo: come in italiano, i parlanti usano spesso questo tempo con il valore di un

futuro, specie se accompagnato da referenti temporali espliciti come mañana, el año que viene,

el domingo, ecc.: (2) Mañana salimos a las tres = Domani usciamo alle tre.

-la perifrasi ir a + infinito, nella quale il verbo ir perde il valore originale di movimento.

Introduce spesso una sfumatura di intenzionalità: (3) No voy a decirte nada = Non ti dirò

niente.

-in certe zone della Spagna (Galizia) e soprattutto in America, la perifrasi haber de + infinito:

(= No le he de decir nada = Non gli dirò niente)22

.

Secondo queste spiegazioni, si può pensare che il Futuro, il Presente e la Perifrasi

haber de siano sinonimi quando si parla di azioni future. Questa deduzione viene

confermata se consultiamo la sezione dedicata al Presente, dove si afferma che in

riferimenti temporali: il presente indicativo può riferirsi: […] – a fatti che

avverranno nel futuro: come in italiano, anche in spagnolo è costante l’uso del

presente al posto del futuro: (5) Mi hermano se casa dentro de cuatro meses = Mio

fratello si sposa fra quattro mesi23

. Sembra, quindi, che i parlanti compierebbero una

sostituzione in questi contesti: invece del Futuro -che sarebbe “il tempo giusto”-

opterebbero per il Presente. In alcuni casi la preferenza sarebbe dovuta a motivi

geografici24

.

Una visione sinonimica di questi tre operatori si può riscontrare anche nel tipo di

esercitazioni proposto nel Curso di perfeccionamiento: Sustituye la construcción en

cursiva por una perífrasis que tenga el mismo sentido; Sustituye los futuros de las

22

GS: 242. Tutte le sottolineature nei testi citati sono nostre. 23

GS: 30. 24

Per una critica a questa spiegazione della variazione geografica legata all’uso della Perifrasi e del Futuro, vid. Ramón

Trujillo, Principios de semántica textual, Arco/Libros, Madrid 1996, pp. 241-242.

291

siguientes frases por otro tiempo, donde sea posible; Transforma el infinitivo en un

tiempo (cualquiera) que dé sentido al texto25

.

Un altro dei limiti di questo tipo di concettualizzazioni è collegato al fatto che, a

volte, si fanno dipendere dai valori temporali altri valori che difficilmente derivano

da questi. Ad esempio, nella seguente descrizione di Gente:

Expresar futuro. – (1) El Futuro de Indicativo se usa para hablar propiamente del futuro, de

situaciones o de acontecimientos futuros que se presentan sin relación con el momento presente:

“Mañana lloverá en la parte sur del país”. “A partir de hoy tendremos un servicio nocturno”.

– (2) Usamos la perífrasis ir a + infinitivo cuando queremos relacionar el futuro con el momento

presente. La acción futura se presenta como una intención, un proyecto o una previsión.

[…]”Vamos a organizar un viaje. ¿Quieres participar?”.”Voy a hacer lo que me pide, pero no

lo veo claro”. –(3)Usamos el Presente de Indicativo para expresar futuro, normalmente junto

con expresiones del tipo “ahora mismo”, “enseguida” o “en un momento”. En estos casos el

futuro se vincula al presente por diversas razones: Hecho presentado como inmediato. “Ahora

mismo voy”; “Enseguida le atiendo”; “Vuelvo en un minuto”; Hecho presentado como

resultado de una decisión: “¿Qué hacéis mañana?” “El año que viene me caso”; Parte de un

ciclo que se repite. “Este año Semana Santa es en marzo”. “Mañana miércoles está cerrado”.

Resumiendo Futuro: Hechos objetivos:“¿Le has dicho ya a Fernández lo que ha pasado? No.

Se lo diré esta tarde”; Ir a + infinitivo: Intenciones:”¿Le has dicho ya a Fernández lo que ha

pasado?- No. Ni se lo he dicho ni se lo voy a decir”; Presente de indicativo: Decisiones:

“Deberías hablar con Fernández.-Vale. Mañana se lo explico todo”26

.

i valori riassuntivi finali, secondo i quali il Futuro indicherebbe hechos objetivos, il

Presente decisiones e la Perifrasi intenciones, non si desumono dai valori temporali

descritti inizialmente. Di conseguenza, uno dei limiti di questa concettualizzazione

consisterebbe nell’impossibilità di giustificare in che modo dipendono dai valori

temporali le interpretazioni finali fornite che temporali non sono.

Questa difficoltà si manifesta anche nella distinzione tra valori primari di un

operatore e valori secondari derivati. Per esempio, nel Curso de perfeccionamiento si

propone come obiettivo del corso insegnare l’“uso desviado de los tiempos27

”. In

25

Curso de perfeccionamiento: passim. 26

Gente 2:148. 27

Nell’introduzione del Curso de Perfeccionamiento (Curso de Perfeccionamiento:5) leggiamo: Este manual va

dirigido a estudiantes que quieren perfeccionarse a través de la ampliación de vocabulario, la matización de algunos

términos, la elección de las formas verbales, el uso desviado de los tiempos, etc. In questo senso si considerano “usi

propri” quelli temporali; ad esempio, il Futuro che esprime futuro cronologico; il Futuro con un valore ipotetico nel

292

questa ottica, il valore temporale sarebbe quello centrale e gli altri usi sarebbero usi

“deviati” da questo. Ma, come abbiamo osservato, queste priorità non permettono di

spiegare gli usi “deviati”; per esempio, l’interpretazione del Futuro come ipotesi nel

presente entra in contraddizione con il valore profondo temporale proposto per il

Futuro che “coloca la acción dependiendo de un “después de algo”, es decir, es un

tiempo venidero respecto al presente del hablante”28

. Nell’opera in questione non

vengono studiati i valori comuni che hanno tutti questi usi né tanto meno spiegati

quali meccanismi determinano queste interpretazioni contestuali (“futuro de

probabilidad”; “futuro de extrañeza o reprobación”; “futuro concesivo”; “futuro de

mandato”)29

.

3. Le opere considerate non percepiscono il valore che nell’interpretazione degli

effetti espressivi acquistano i dati del contesto e, in particolare, le dinamiche

comunicative. In nessuna delle grammatiche o dei manuali presi in considerazione si

fa notare che l’interpretazione di un enunciato è il prodotto di una serie di inferenze

che realizziamo tenendo presenti tutti i dati contestuali: dalla semantica dei verbi, al

calcolo di plausibilità, la persona, l’intonazione, la dinamica comunicativa, la

conoscenza del mondo, ecc. Quindi, da questo punto di vista, un operatore

grammaticale dà un contributo all’interpretazione di un effetto espressivo, ma non è

l’unico elemento che interviene nell’interpretazione finale. Tuttavia, nei testi

consultati le descrizioni fornite possono far pensare che l’interpretazione di un

determinato effetto contestuale sia dovuta soltanto all’operatore grammaticale in

questione. Così succede quando si afferma che il Futuro o il Presente indicano

“sicurezza” o la Perifrasi “intenzionalità”.

Questa visione parziale del funzionamento della comunicazione può

determinare, tra le altre conseguenze, la non considerazione delle dinamiche

contestuali. Ogni operatore è studiato per compartimenti stagni (basta volgere uno

presente, invece, sarebbe considerato un “uso improprio”. Questa concezione della questione è frequente negli studi di

grammatica spagnola. 28

Curso de perfeccionamiento:33. 29

Op. cit.: 33-34.

293

sguardo agli indici delle grammatiche oppure alle appendici grammaticali dei

manuali)30

e a partire da frasi estratte fuori da ogni contesto. Come abbiamo appena

osservato, si tratta di una concezione della lingua che dimentica il processo

comunicativo; ma la grammatica non può limitarsi a studiare gli operatori linguistici,

che funzionano come meccanismi di contestualizzazione, come se agissero in contesti

unici, isolati da tutto il resto e senza tenere presente tutto quello che c’è già

nell’universo comunicativo in cui si inserisce ognuno dei suoi usi. Ricordiamo, a

modo di esempio, come l’interpretazione “concessiva” del futuro dipende dal fatto

che sia già stata presentata nel contesto (o presupposta) la relazione predicativa

soggetto-verbo come un dato, in Presente: - Es caro. - Será caro, pero me lo

compro31

.

Concludendo, i testi consultati presentano un’incompleta descrizione degli usi di

questi operatori che non distingue tra il valore nel sistema e gli effetti espressivi e non

spiega sufficientemente i meccanismi a cui si devono le interpretazioni contestuali.

II. Attività pratiche.

Il primo esercizio che proponiamo è volto a migliorare la percezione degli

effetti contestuali derivati dall’uso dei tre operatori in uno stesso atto linguistico; il

secondo intende sviluppare la consapevolezza che queste forme non sono sempre

interscambiabili; nel terzo, invitiamo a svolgere un’attività di riflessione sugli effetti

espressivi generati dalla presentazione della stessa relazione predicativa attraverso

diversi operatori nel contesto di un medesimo scambio comunicativo.

30

L’indice della GS è articolato come segue: Capitolo 4. L’indicativo presente (I). 1. Il verbo e la coniugazione in

spagnolo; 2. L’indicativo; 3. L’indicativo presente. 3.1. Forme – 3.2. Funzioni. […]; Capitolo 19. L’indicativo futuro.

1. Preliminari; 2. Il futuro semplice; 3. Il futuro anteriore. […]; Capitolo 30. Le perifrasi con l’infinito. 1. Preliminari;

2. La perifrasi del futuro prossimo; L’indice della GBEE è simile al precedente: Sección 4- Verbos. Capítulo 21.

Presente de indicativo. A. Verbos regulares; b. Verbos con alteraciones vocálicas; c. Verbos con alteraciones

vocálicas; d. Primera persona irregular; e. Primera persona irregular y otras alteraciones; f. Verbos totalmente

irregulares; g. Usos. Afirmar el presente; h. Usos. Afirmar el futuro; i. Usos. Afirmar en general; […] Capítulo 28.

Futuro. A. Significado; b. Formas regulares; c. Verbos irregulares; d. Usos. Predecir el futuro; e. Usos. Suponer el

presente. […] Capítulo 37. Perífrasis verbales. A. Ir a+infinitivo. Per quanto riguarda la GC, anche se si presentano gli

argomenti da una nuova prospettiva, quella visuale, non si propone un ripensamento delle osservazioni tradizionali per

quanto riguarda questi operatori, studiati soltanto da una prospettiva semasiologica e per compartimenti stagni. 31

Matte Bon 2006: 34-35.

294

II.A. Effetti espressivi legati a un atto linguistico: la minaccia32

.

Presentiamo una serie di testi riconoscibili come minacce e chiediamo agli

studenti, in un primo momento, di identificare questi atti linguistici; poi, di discutere

sugli aspetti che hanno in comune e le differenze tra le diverse strategie messe in atto

dagli enunciatori33

. L’esercizio vorrebbe propiziare il riconoscimento degli atti

linguistici, degli esponenti linguistici con cui essi si compiono, delle loro differenze

e, infine, stimolare la capacità di formulare ipotesi di spiegazione dei fenomeni

linguistici.

1) [Conversazione colloquiale. Antonio sta per dire qualcosa ai genitori che Miguel

non vuole che essi sappiano] -Antonio: Se lo voy a decir a papá y a mamá.

Miguel: ¡Como digas algo, las llevas!

2) [Conversazione colloquiale. Juan non vuole andare a scuola]- Juan: Que no voy.

Padre: Si no vas, te llevo a rastras…

3) [Articolo giornalistico: El País, 18/11/1997- (Banca dati CREA)34

] Donde sí tienen

muertos que llorar es en las viviendas de Aberroe. A la caída del sol, las viviendas

32

Secondo la definizione del Dizionario della lingua italiana di Tullio De Mauro, la minaccia è “un discorso che ha lo

scopo di annunciare a qualcuno un danno, un male, un castigo, specialmente allo scopo di intimorire o costringere a

fare o non fare qualcosa”. Abbiamo scelto quest’atto linguistico perché è proiettato verso il futuro ed è possibile

osservare chiaramente le differenze d’uso dei tre operatori. Nelle esercitazioni si potrebbe proporre anche l’analisi di

altri atti come, ad esempio, i giuramenti, le promesse, ecc. 33

Come prerequisito per poter arrivare a cogliere il tipo e il grado di intervento dell’enunciatore e le operazioni

metalinguistiche di cui sono traccia il Presente indicativo, la Perifrasi IR A + infinito e il Futuro indicativo, è necessario

che gli studenti conoscano i seguenti principi sul funzionamento della comunicazione linguistica (seguo qui l’approccio

e la terminologia di H. Adamczewski che si può consultare, tra le altre opere, in Adamczewski H.- Delmas C,

Grammaire linguistique de l’anglais, Armand Colin, Parigi, 1982): a) la centralità dell’enunciatore. L’enunciatore è

l’unico vero responsabile del suo progetto enunciativo, delle strategie, della scelta delle opzioni grammaticali offerte dal

sistema. Ha un’intenzione comunicativa ed è immerso in una situazione extralinguistica (io, qui, adesso); b) la lingua

come sistema di contestualizzazione. La comunicazione linguistica funziona come un sistema di contestualizzazione in

cui tutto quello che è comparso precedentemente fornisce una chiave di interpretazione e una base per tutti gli enunciati

posteriori. c) la relazione predicativa. Lo studente dovrà spostare la sua attenzione dall’ordine superficiale della catena

lineare (l’enunciato come prodotto finito) alle operazioni di costruzione degli enunciati (la loro genesi). Così, dovrà

sapere che l’enunciatore individua e isola, fra tutte quelle teoricamente possibili, due nozioni fondamentali per la

costruzione di una sua Relazione Predicativa: la nozione destinata a svolgere, nell’enunciato finale, la funzione di

soggetto e quella destinata a svolgere la funzione di predicato, ed intreccia fra loro una relazione. Vedi anche G.

Gagliardelli Elementi di grammatica enunciativa della lingua inglese, CLUEB, Bolonia 1999. 34

REAL ACADEMIA ESPAÑOLA: Banca dati CREA (“ Corpus de referencia del español actual”) [on line].

<http://www.rae.es> . La consultazione di questo corpus è avvenuta il 18 Febbraio 2006.

295

ofrecen una imagen dantesca. Los bomberos han tenido que derribar los muros de

las casas del piso bajo para buscar los cuerpos de una mujer embarazada y de sus

dos hijos.[…]. Los chavales que ayudan en las tareas de rescate reparten esfuerzo e

indignación a partes iguales. “A ése le haces una foto y te parto la cara”, grita una

chica. Ése es el marido de una de las víctimas, que abandona el lugar de la tragedia

ayudado por dos voluntarios de Cruz Roja.

4) [Conversazione colloquiale tra una madre e sua figlia] Madre: Ya estás recogiendo

tu habitación o no sales.

5) [Articolo giornalistico, ABC, 26/08/1989- (Banca dati CREA)] La tragedia

ocurrida el pasado jueves en el distrito de Ventas, en la que un carnicero segó con

una hoz y un cuchillo la vida de su amante y la del hijo de ésta, e hirió a dos vecinos,

no fue sino la culminación de una situación infernal, que durante años ha mantenido

en tensión a los ocupantes de la vivienda. […] El drama vivido en la Avenida de

Trueba sigue latente en una habitación del madrileño hospital Gregorio Marañón,

donde la pareja herida por una acción propia de un loco, convalece de los cortes

recibidos.“Ja,ja,ja… te voy a matar”, fueron las únicas palabras que, según

Milagros López, profirió Narciso antes de abalanzarse sobre su marido blandiendo

una hoz y un cuchillo. Sin embargo, la dramática historia comenzó momentos antes,

cuando el matrimonio, ajeno a los sangrientos acontecimientos que ocurrían en la

vivienda contigua, se disponía a comenzr un nuevo dñia. Eran las once de la

mañana. “A esa hora salí al patio a coger una camisa para planchársela a mi

marido y dejé, como casi siempre, la puerta abiera”, comentó Milagros a ABC

recordando lo sucedido. Mientras tanto, Pedro permanecía en el dormitorio, donde

terminaba de vestirse. De repente – asegura éste- Narciso entró en la habitación con

una hoz y un cuchillo. No decía nada, sólo me miraba riéndose….

296

6) [Conversazione colloquiale tra madre e figlio] Madre: ¡Niños a dormir! ¡Ya está

bien de jaleo!

Antonio: Mamá, Felipe me ha pegado…

Madre: Y más te voy a pegar yo, si no te callas…

7) [Conversazione colloquiale in ambito familiare] Felipe- ¡Juan es tonto!

Abuela- pero¿qué está diciendo el niño?

Begoña- que Juan es tonto.

Juan - ¡Me voy a enfadar! ¿eh?

Begoña: ¡Uy qué miedo!

8) [Conversazione colloquiale tra madre e figlia] Madre: ¿Me compraste lo que te

había pedido?

Ana: ¡Vaya! Se me ha olvidado

Madre: Te voy a matar. Te olvidas siempre de todo lo que yo te encargo.

9) [Monologo inserito in un romanzo- (Banca dati CREA)] Apenas una hora después

el niño veía cómo aquel hombrón, al que no conocía, mataba a golpes a su padre. No

entendió por qué discutían, y con el tiempo llegó a olvidar que discutían y sólo

alcanzó a recordar la brutalidad la brutalidad de los golpes, aquel gemido del

cuerpo inconsciente antes de que la enorme piedra le aplastase la cabeza, aquellas

piernas inmóviles, sus infantiles esfuerzos por mover la piedra, y, sobre todo, su

amenaza, desde lejos, dirigida a aquel hombre que lo miraba con mucha atención:

“Algún día te mataré con mis propias manos”. Una voz escalofriante por proceder

de un niño y que había sonado como ajena a él, como si hubiese salido de él sin su

participación.

10) [Conversazione colloquiale inserita in un romanzo-(Banca dati CREA)]

- Tienes razón –admitió- he perdido. En cuanto amanezca, te llevaré a Sidi-el Madia.

297

- Cuando amanezca, no. ¡Ahora!

- ¡Estás loco! Exclamó.

- Escucha – le advirtió – Si llegamos al pozo de Sidi-el- Madia, vivirás. Si no

llegamos, te mataré aunque la culpa no sea tuya. –Dejó que meditara en lo que

acababa de decir, y añadió por último-: Y recuerda que soy un inmouchar y

cumplo siempre mi palabra.

-

11) [Monologo di teatro-(Banca dati CREA)] ¿Cómo he podido ser tan tonta? Mi

hermana prepara un falso rapto para quitarme mi herencia y Aniceto se lía con la

rubia y aprovecha la ocasión para quedarse con el dinero… ¡He estado ciega! ¡Oh,

insensata!, ¡estúpida! ¡Ojalá nunca me hubiera tocado en suerte esta herencia

maldita que no trae más que desgracias!. ¡Pero, no! ¡Se acabaron los lloros! Aunque

me hayan engañado yo me vengaré de todos ellos. Y a Dios pongo por testigo que

nunca volverán a reírse de mí.

12) [Monologo inserito in un romanzo- Eduardo Mendoza, La ciudad de los

prodigios.] Primero Su Majestad, luego la familia real, luego Primo de Rivera y sus

ministros, detrás el monisario regio de la Exposición, el señor obispo, los señores

embajadores y legados… y a mí ¿dónde córcholis me toca ir? ¿en el furgón de cola?

[…] No, se decía súbitamente serenado, una cosa tan manifiesta no puede ser casual

ni achacarse a ignorancia o a incompetencia. Esto es por fuerza un insulto

premeditado a mi persona y a mi cargo; y a través de mi cargo, a Barcelona entera.

Con esta reflexión se acaloraba de nuevo y su soliloquio adquiría ribetes de

desvarío. Me vengaré, por Dio Todopoderoso que me vengaré, decía a media voz,

con los dientes apretados.

298

Le intuizioni degli apprendenti devono essere confrontate in una discussione-

formulazione finale in cui si illustra il valore degli operatori nel sistema35

. A tale

scopo consigliamo di commentare gli esempi.

Nei testi 1), 2), 3) e 4) gli enunciatori esprimono delle minacce che si

presentano come dati che non si vogliono negoziare, come decisione ferme, già prese,

ma le strategie di presentazione dell’azione che si vuole evitare sono diverse. In 1)

Miguel presenta l’azione temuta (como digas algo) come una informazione condivisa

con il suo interlocutore perché è nell’aria (forse suo fratello è solito accusarlo),

mentre la minaccia (las llevas) è presentata come un dato che deriva automaticamente

dall’azione di Antonio. Anche il padre, in 2) esprime la minaccia come una

conseguenza dell’azione del figlio; ma, al contrario di Miguel, non presuppone

l’azione temuta; è una prima menzione veicolata dall’operatore “si” e l’Indicativo

Presente . Si tratta di una minaccia presentata come il frutto di un ragionamento non

negoziabile.

Un po’ diversa è la strategia dell’enunciatore nell’esempio 3). Il giornalista che

fa il reportage sembra che porti con sé una camera fotografica e stia per fare una

fotografia a una delle vittime della catastrofe; la ragazza, per evitare che faccia questa

foto, lo minaccia presentando come due dati nuovi le relazioni predicative tra

<tú>/<hacer fotos> e <yo>/<partirte la cara>. Nessuna di queste relazioni è

presentata virtualmente. La ragazza presenta l’azione temuta come un’informazione

nuova per il suo interlocutore, informazione che avrebbe potuto presentare come

acquisita, alla stregua dell’enunciatore dell’esempio 1), poiché era un’idea che stava

“nell’aria” in quella situazione comunicativa. In realtà, presentandola in questo modo,

rifiuta di condividere con il suo interlocutore la semplice possibilità di mettere

insieme le nozioni <tú> e <hacer fotos>. Non ci sono elementi che bloccano il

riferimento al mondo extralinguistico, quindi si ha la sensazione che la ragazza stia

informando su fatti concreti, descrivendo fatti oggettivi. Inoltre, la minaccia non si

presenta esplicitamente come una condizione, come un dato che deriva

35

Per illustrare i valori nel sistema si può usare lo schema proposto da Matte Bon (in Matte Bon 2006: 38).

299

automaticamente dall’azione della persona oggetto della minaccia (come avviene in

1) o 2)). L’enunciatore presenta le due azioni (l’azione temuta e l’azione minacciata)

in correlazione coordinante. Le azioni sono presentate come indipendenti ed è

lasciata l’interpretazione della sua relazione condizionante all’interlocutore.

Una strategia che va nella stessa direzione della precedente è quella che segue

l’enunciatore di 4); ma in questo caso non si presenta l’azione temuta ma l’azione

desiderata dalla madre. Quest’ultima è presentata attraverso un operatore che blocca

il riferimento al mondo extralinguistico: estar + gerundio. Questo costrutto esprime

in questo caso proprio quello che non succede nel momento dell’enunciazione, cioè

che la figlia non sta riassettando la sua stanza. La madre presenta alla figlia la

minaccia come conseguenza della eventuale scelta di non fare quello che lei vuole

tramite un Presente, dato-informazione che si presenta come oggettivo e già stabilito.

In sintesi, con il Presente è più importante la dimensione concreta e le

conseguenze pratiche dell’informazione che costituisce la minaccia, che l’annuncio di

qualcosa di nuovo riferito al futuro, come succede, invece, con la Perifrasi e il Futuro.

Come è già stato segnalato da Matte Bon36

, gli usi dei tempi verbali negli atti

linguistici sembrano essere fortemente codificati. Nelle minacce abbiamo potuto

notare che è più probabile che si realizzino attraverso il Presente37

. L’uso del Futuro o

della Perifrasi sembra generare un’interpretazione di questo atto linguistico più vicina

a un annuncio.

Negli esempi 5), 6), 7) e 8) le minacce vengono espresse attraverso la Perifrasi.

La prima differenza rispetto al Presente è la maggiore implicazione dell’enunciatore;

questi sembra presentare la relazione predicativa soggetto-verbo come qualcosa che

non si produce da sola, spontaneamente e senza problemi, segnalando che è

36

Matte Bon 2006: 24-29. 37

Grazie a una ricerca nel corpus CREA sulla frequenza di questi operatori in espressioni verbali che avessero un valore

inequivocabile come minacce, come ad esempio: “Te mato”, “Te pego”, “Te parto la cara”, “Te doy una hostia”, “Te

dejo en el sitio”, abbiamo potuto verificare che su 10 minacce, 6 sono in Presente, 2 in Futuro e 2 con la Perifrasi. I

risultati di questa piccola ricerca approssimativa sulla minaccia sono: “Te mato” (93 casi) – “Te voy a matar” (14 casi)

– “Te mataré” (17 casi); “Te pego…” (22 casi) – “Te voy a pegar…” (4 casi) – “Te pegaré…” (0 casi); “Te parto la

cara” (10 casi); “Te voy a partir la cara” (3 casi); “Te partiré la cara” (1 caso); “Te doy una/dos hostias” (2 casi); “Te

voy a dar una/dos hostias” (0 casi); “Te daré una/dos hostias (0 casi); “Te dejo en el sitio” (2 casi); “Te voy a dejar en

el sitio” (0 casi); “Te dejaré en el sitio” (0 casi). Le percentuali in questo piccolo campionario sono: in un 76 % degli

300

l’enunciatore a farsene carico. In mancanza del Presente che dà la sensazione di

informare su dei fatti concreti, la Perifrasi provoca l’effetto di maggior

concentrazione sulla relazione predicativa. A seconda delle caratteristiche della

situazione comunicativa in cui avviene l’atto linguistico, l’uso della Perifrasi può

essere interpretato come segno di garanzia da parte dell’enunciatore del compimento

della minaccia, come succede negli esempi 5) , 6) e 7) oppure come qualcosa di

sorprendente, di inaspettato come in 8). Vediamo perché.

Nell’esempio 5), l’enunciatore si presenta nella scena con una falce in mano e

con evidenti intenzioni di uccidere, dopo aver già ucciso altre due persone e la finalità

del suo atto è annunciare il suo progetto di uccidere una terza persona. In questa

minaccia, che si compie in una situazione comunicativa in cui è inequivocabile

l’intenzione dell’enunciatore, la Perifrasi segnala che dietro la relazione predicativa

tra <yo> e <matarte> c’è il suddetto enunciatore con falce e coltello e in

atteggiamento aggressivo, contribuendo a dare maggior garanzia di realizzazione

della minaccia. Anche in 6), la mamma si fa garante della relazione predicativa che

enuncia. In 7) Juan segnala che dietro la relazione predicativa tra le nozioni <yo> e

<enfadarme> c’è lui come garante; tentando una parafrasi è come se l’enunciatore

dicesse “il fatto che io voglia mettere insieme le nozioni <yo> e <enfadar> e me ne

faccia carico dovrebbe essere per voi che mi conoscete una minaccia”.

Invece, l’uso della Perifrasi nell’esempio 8) non si può interpretare come una

implicazione dell’enunciatore che dà garanzia del compimento della minaccia. Al

contrario, l’enunciatore usa la Perifrasi per minacce che non ha intenzione di

compiere. Si tratta di un’implicatura dovuta alla massima di sincerità. La figlia

suppone che la madre non stia minacciando di ucciderla, e quindi che abbia messo in

relazione le nozioni <yo> e <matarte> per dirle qualcos’altro, come segnalare la sua

arrabbiatura. Così, la Perifrasi contribuisce a quest’interpretazione in un modo

diverso dagli esempi precedenti, indicando che la relazione tra queste due nozioni

non è spontanea, che queste nozioni non si attraggono come delle calamite, ma è la

esempi si usa il Presente; in un 12,5 % la Perifrasi e in un 10,71 % il Futuro. Sono dati da prendere con la dovuta

cautela ma ci permettono di riflettere sulle strategie comunicative legate a questo atto linguistico.

301

madre quella che sta dietro alla loro associazione non per farsene garante, ma per

attirare l’attenzione sulla forzatura che si è imposta nel mettere in relazione queste

due nozioni.

Con il Futuro l’enunciatore si muove sempre sul piano dell’annuncio, ma non

evidenzia, come con la Perifrasi, la sua partecipazione o la sua responsabilità su

quello che dice. Si tratta dell’attribuzione di un predicato virtuale al soggetto. In

alcuni contesti questa attribuzione virtuale può interpretarsi come l’intenzione di

differire il compimento della minaccia. Questo rinvio della minaccia può essere

motivato, ad esempio, dal fatto che non si è in condizioni di realizzarla, come nel

testo 9) dove l’enunciatore, un bambino, di fronte all’assassino del padre, rimanda la

vendetta, o nell’esempio 10) dove l’uccisione avverrà dopo il mancato

raggiungimento di un obiettivo.

Negli esempi 11) e 12) l’interlocutore è un pubblico (il lettore del romanzo

oppure, nel caso del monologo teatrale, il pubblico del teatro) e non le persone

oggetto della minaccia, per cui l’enunciatore si limita ad annunciare in un modo

neutro l’intimidazione che pesa sugli altri personaggi. L’uso del Futuro implica una

minore partecipazione dell’enunciatore nell’attribuzione della relazione predicativa.

II.B. Non interscambiabilità degli operatori.

Questa attività consiste nella realizzazione di una serie di manipolazioni sullo

stesso esempio in modo da capire che non sempre si possono scambiare questi tre

operatori per esprimere la minaccia, ma che l’uso di ognuno dipende da fattori

associati all’espressione dell’intenzione comunicativa dell’enunciatore in un contesto

determinato. Useremo a tale scopo il testo numero 9).

Abbiamo appena interpretato l’uso del Futuro in questo testo (Algún día te

mataré con mis propias manos) come un rinvio dell’azione minacciata al mondo

virtuale. Il bambino parla da lontano al suo interlocutore (in realtà sarebbe meglio se

non lo sentisse); è ancora piccolo, non ha la forza, deve rinviare a un tempo indefinito

la sua azione, perciò allontana la vendetta dalla situazione di enunciazione verso un

302

mondo virtuale, quando sarà adulto e potrà attuare questa minaccia uccidendo

l’assassino di suo padre.

Mentre il Futuro rimanda la relazione predicativa ad un mondo non coincidente

con la situazione enunciativa, il Presente (Algún día te mato con mis propias manos)

la rappresenta come un dato che si verifica nelle condizioni in cui avviene

l’enunciazione. Da questa prospettiva la minaccia non sembra molto appropriata,

poiché il soggetto continua a essere un bambino con le sue piccole mani di fronte alla

potenza adulta dell’assassino. La poca adeguatezza del Presente in questo contesto

non sembra dovuta ad un problema temporale legato alla espressione algún día, che

riporta a un tempo indefinito rispetto al presente dell’enunciazione, e all’uso del

Presente, poiché è possibile profferire una minaccia usando questo operatore e

l’espressione temporale algún día, come si può vedere in: Si sigues hablando mal de

mí, algún día te dejo en el sitio/te pego una hostia, ecc..

Con la Perifrasi (Algún día te voy a matar con mis propias manos), invece,

l’enunciatore non rimanda a un modo virtuale, ma vuole manifestare esplicitamente

che lui è l’origine della relazione predicativa; cioè, non presenta la relazione tra <yo>

e <matar> come spontanea, ma è il risultato di una sua implicazione. Come si può

vedere, questa intenzione comunicativa, diversa comunque rispetto a quella espressa

dal Futuro, non entra in contrasto con il contesto, come succedeva con l’Indicativo

Presente.

3. Effetti espressivi legati alle relazioni in praesentia.

Come abbiamo anticipato quando abbiamo fatto riferimento all’implicatura

“concessiva” del Futuro38

, l’enunciatore può provocare degli effetti espressivi

attraverso l’uso di più di uno di questi operatori linguistici per la stessa relazione

predicativa. Si interpreta diversamente un Futuro che si presenta da solo rispetto a un

Futuro che si usa dopo una Perifrasi per attribuire la stessa relazione predicativa.

38

Nel punto 3 della prima parte.

303

L’osservazione delle dinamiche contestuali che generano questo tipo di implicature

sarà l’obiettivo di quest’ultima esercitazione. Rimanendo ancora nell’ambito della

minaccia, esamineremo i seguenti testi:

1) Mi amiga Loreto, ya la conoces ¿verdad? –doña Sara seguía hablando con la

gratuita magnanimidad de quienes no necesitan luchar para ganar sus guerras, y

Sarita asentía con la cabeza, ya me las pagarás, hija de puta, decorosa, serenamente,

me las vas a pagar todas juntas, sentada en el borde de la silla, tan discreta y atenta

como se espera de una señorita.

Sarita non sta parlando con doña Sara, ma con se stessa e presenta la relazione tra

la nozione nominale <tú> e la nozione verbale <pagármelas> in due fasi; nella prima

lo fa con il Futuro; si tratta di una minaccia differita. E’ un annuncio neutro di

vendetta; nel secondo momento, la Perifrasi comporta un suo maggior

coinvolgimento, aggiunge la garanzia che lei si fa carico di quella relazione

predicativa. Sarita passa dal semplice annuncio a un atto più complesso in cui si

compromette o vuole mostrarsi più convinta di quello che sta dicendo.

L’interpretazione di maggior garanzia legata all’uso della Perifrasi dipende dalla

dinamica contestuale, in cui si passa dal Futuro alla Perifrasi (anche se non sempre si

ottiene questo effetto con la Perifrasi).

2) - Te voy a decir una cosa, Nicanor. Yo no maté a mi hermano. Pero como Tamara

se entere de esto, como escuche una sola palabra, aunque sólo sea un rumor, como

se te ocurra decirle alguna vez que yo maté a su padre, te voy a matar a ti – entonces

levantó el vaso y se bebió la mitad de un trago, mientras percibía que esa violencia

desmedida y congénita que tanto había sorprendido siempre a todos, que tanto le

había sorprendido siempre a él, afloraba a su rostro con la mansuedumbre de un

perro bien adiestrado cuando escucha el sonido de un silbato-. Acuérdate siempre de

lo que te estoy diciendo, porque te lo estoy diciendo en serio. Como Tamara se entere

304

de esto, te mato, Nicanor. Recuérdalo. Porque te juro que no he dicho nada más en

serio en toda mi vida.

Questa minaccia si manifesta inizialmente con il pieno coinvolgimento

dell’enunciatore attraverso la Perifrasi; in un secondo momento, l’enunciatore vuole

compiere un passo in avanti rappresentandola con il Presente come un dato, una

decisione ferma non negoziabile.

Come conclusioni finali, concordiamo con gli studiosi che riconoscono la

necessità di un maggior approfondimento delle dimensioni tanto onomasiologica

quanto semasiologica nella descrizione dell’uso di questi operatori. Per quanto

riguarda la tipologia delle attività di riflessione metalinguistica, sarebbe utile

costruire delle esercitazioni su tutti i fattori per il momento individuati che

intervengono nell’interpretazione degli effetti espressivi: la dinamica comunicativa,

la semantica dei verbi, il calcolo di plausibilità, la persona, l’intonazione, la

conoscenza del mondo… In questo modo potremmo fornire strumenti per l’uso

autonomo della lingua da parte degli studenti stranieri.