Inizia una nuova era: l’estrazione in sotterraneo promossa...

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39 I l marmo di Carrara è universalmente noto. Lo cavavano già i romani e Mi- chelangelo sceglieva personalmente i blocchi per le sue sculture. Quello di Candoglia (nella vicina Ossola) è destinato esclusivamente alla costru- zione del Duomo di Milano. La cava di marmo Cristallina, in Valle di Peccia, non vanta «sponsor» tanto illustri. In 65 anni di esistenza si è comunque fatta un nome conquistandosi un posto di rilievo sul mercato nazionale e internazionale. Fra i suoi «atout» spicca il fatto che la cava sia l’unica attiva in Svizzera e che il marmo si distingua dagli altri per la grandezza e la brillantezza dei cristalli di carbonato che lo compongono. Inoltre, il Cristallina è un eccellente materiale da costruzione per pavimenti, pareti o facciate esterne nonché perfetto per la scultura (la Scuola di scultura di Peccia ne è esemplare testi- mone). Sul mercato sono presenti vari tipi marmo dalle diverse brillanti tonalità. Brillanti e pieni di entusiasmo sono anche gli occhi di Marzio Maurino, terza generazione di cavisti con aziende attive in Riviera e in Vallemaggia, che ai primi di dicembre ha presentato la sua nuova «creatura», primo frutto di una sfida co- raggiosa. «Dopo diversi passaggi di pro- prietà – spiega Maurino – nel giugno del 2010 la Cristallina SA è stata acquistata dalla nostra famiglia con relativo contrat- to stipulato con il Patriziato di Peccia per l’estrazione del marmo e un grosso quan- titativo di blocchi già presenti sul posto. Subito sono iniziati i lavori di definizione del nuovo assetto della cava con, in primo luogo, l’ampliamento della strada nella parte alta in modo da permettere l’accesso agli autocarri direttamente ai banchi estrat- tivi. Questi interventi, che hanno richiesto un grosso investimento, sono stati effettua- ti – grazie alla disponibilità del Comune di Lavizzara e del Patriziato – con mezzi propri». In… miniera con la sega cingolata Una volta completata questa prima fase, la Cristallina SA ha iniziato l’estra- zione a cielo aperto. Vistasi però preclusa la possibilità di procedere al prelevamen- to di alcuni tipi di marmo sommersi da grandi quantità di detriti, ha voluto veri- ficare la fattibilità di procedere all’estra- zione in galleria che ha dato esiti positivi. La tecnica utilizzata è già in uso in diverse cave d’Italia, ma per la Svizzera rappre- senta una novità. I lavori, con la segatrice mobile, hanno già preso avvio, preceduti dalla messa in sicurezza della parete so- vrastante il fronte della galleria, dalla co- struzione di una nuova strada di accesso e di un portale protettivo. Spiega ancora Maurino: «Abbiamo acquistato (con una spesa di circa mezzo milione di franchi) una speciale sega cin- golata – pesante 30 tonnellate – che fun- ziona elettricamente e che permette il taglio perimetrale e quello successivo dei blocchi. La segatrice è composta da un carro cin- golato con un montante frontale sul quale si muove verticalmente e orizzontalmente una grossa lama lunga 4 metri dotata di una catena con inserti diamantati che gira lentamente asportando il marmo su una larghezza di 4 centimetri e una profondità fino a 4 metri. Una volta tagliato il peri- metro della galleria, sul retro della bancata viene inserito un filo diamantato che taglia il fondo. In seguito si procede all’estrazione dei blocchi». La galleria di accesso al giacimento, che ha una sezione di 9 metri di larghez- za e di 5.80 metri di altezza, sarà svuotata seguendo il filone di marmo. Inizialmente si scaverà per 50 metri di lunghezza. Poi si valuterà se creare altre gallerie laterali. Questa tecnica consente di seguire i filoni del marmo, evitando di estrarre dello gneiss o del prodotto non pregiato, diminuendo così lo scarto. Fra i vantaggi di questa forma di lavorazione figura, ele- mento non del tutto trascurabile conside- rando che si lavora a 1200 metri di quota, la possibilità di prolungare la stagione estrattiva; operando al coperto diminu- irà notevolmente il periodo di inattività invernale. In Valmaggia non… si passa Peccia è lontana dagli assi di transito internazionale e la strada della Lavizzara è inaccessibile agli autotreni. L’inverno è lungo. Manca, purtroppo, anche la mano- dopera locale appositamente formata nel- la lavorazione del marmo. Esigui anche gli spazi disponibili e adatti alla lavorazione in loco. Posta davanti a questa situazione, la Cristallina SA avrebbe voluto costruire un laboratorio sui terreni dell’attuale de- posito di Cevio-Riveo. «Malauguratamen- te – afferma Marzio Maurino – a causa del- la mancata pianificazione di questa zona e alla presenza della linea dell’alta tensione, quest’area risulta inutilizzabile. Per que- sto motivo stiamo pensando di trasferire la lavorazione, che attualmente è eseguita in modo limitato presso la Graniti Mau- rino di Biasca, in un’altra zona del Ticino o all’estero. Purtroppo – conclude Mau- rino – in tutta la Valmaggia è impossibile reperire un terreno industriale di almeno 10-15’000 metri quadrati per l’edificazione di un laboratorio». Il marketing Per rilanciare il marmo di Peccia in Ticino, in Svizzera e all’estero, all’inter- no dell’azienda è stato creato un ufficio La nuova segatrice mobile a funzionamento elettrico. Marzio Maurino, un imprenditore accorto, lungimirante ed entusiasta. Inizia una nuova era: l’estrazione in sotterraneo promossa dal Gruppo Maurino Il Cristallina «the best in the world» Da Peccia, marmo a chilometro zero

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Il marmo di Carrara è universalmente noto. Lo cavavano già i romani e Mi-chelangelo sceglieva personalmente i blocchi per le sue sculture. Quello di Candoglia (nella vicina Ossola) è destinato esclusivamente alla costru-

zione del Duomo di Milano. La cava di marmo Cristallina, in Valle di Peccia, non vanta «sponsor» tanto illustri. In 65 anni di esistenza si è comunque fatta un nome conquistandosi un posto di rilievo sul mercato nazionale e internazionale. Fra i suoi «atout» spicca il fatto che la cava sia l’unica attiva in Svizzera e che il marmo si distingua dagli altri per la grandezza e la brillantezza dei cristalli di carbonato che lo compongono. Inoltre, il Cristallina è un eccellente materiale da costruzione per pavimenti, pareti o facciate esterne nonché perfetto per la scultura (la Scuola di scultura di Peccia ne è esemplare testi-mone). Sul mercato sono presenti vari tipi marmo dalle diverse brillanti tonalità.

Brillanti e pieni di entusiasmo sono anche gli occhi di Marzio Maurino, terza generazione di cavisti con aziende attive in Riviera e in Vallemaggia, che ai primi di dicembre ha presentato la sua nuova «creatura», primo frutto di una sfida co-raggiosa. «Dopo diversi passaggi di pro-prietà – spiega Maurino – nel giugno del 2010 la Cristallina SA è stata acquistata dalla nostra famiglia con relativo contrat-to stipulato con il Patriziato di Peccia per l’estrazione del marmo e un grosso quan-titativo di blocchi già presenti sul posto. Subito sono iniziati i lavori di definizione del nuovo assetto della cava con, in primo luogo, l’ampliamento della strada nella parte alta in modo da permettere l’accesso agli autocarri direttamente ai banchi estrat-tivi. Questi interventi, che hanno richiesto un grosso investimento, sono stati effettua-ti – grazie alla disponibilità del Comune di Lavizzara e del Patriziato – con mezzi propri».

In… minieracon la sega cingolata

Una volta completata questa prima fase, la Cristallina SA ha iniziato l’estra-zione a cielo aperto. Vistasi però preclusa la possibilità di procedere al prelevamen-to di alcuni tipi di marmo sommersi da grandi quantità di detriti, ha voluto veri-ficare la fattibilità di procedere all’estra-zione in galleria che ha dato esiti positivi. La tecnica utilizzata è già in uso in diverse

cave d’Italia, ma per la Svizzera rappre-senta una novità. I lavori, con la segatrice mobile, hanno già preso avvio, preceduti dalla messa in sicurezza della parete so-vrastante il fronte della galleria, dalla co-struzione di una nuova strada di accesso e di un portale protettivo.

Spiega ancora Maurino: «Abbiamo acquistato (con una spesa di circa mezzo milione di franchi) una speciale sega cin-golata – pesante 30 tonnellate – che fun-ziona elettricamente e che permette il taglio perimetrale e quello successivo dei blocchi. La segatrice è composta da un carro cin-golato con un montante frontale sul quale si muove verticalmente e orizzontalmente

una grossa lama lunga 4 metri dotata di una catena con inserti diamantati che gira lentamente asportando il marmo su una larghezza di 4 centimetri e una profondità fino a 4 metri. Una volta tagliato il peri-metro della galleria, sul retro della bancata viene inserito un filo diamantato che taglia il fondo. In seguito si procede all’estrazione dei blocchi».

La galleria di accesso al giacimento, che ha una sezione di 9 metri di larghez-za e di 5.80 metri di altezza, sarà svuotata seguendo il filone di marmo. Inizialmente si scaverà per 50 metri di lunghezza. Poi si valuterà se creare altre gallerie laterali.

Questa tecnica consente di seguire i filoni del marmo, evitando di estrarre dello gneiss o del prodotto non pregiato, diminuendo così lo scarto. Fra i vantaggi di questa forma di lavorazione figura, ele-mento non del tutto trascurabile conside-rando che si lavora a 1200 metri di quota, la possibilità di prolungare la stagione estrattiva; operando al coperto diminu-irà notevolmente il periodo di inattività invernale.

In Valmaggianon… si passa

Peccia è lontana dagli assi di transito internazionale e la strada della Lavizzara è inaccessibile agli autotreni. L’inverno è lungo. Manca, purtroppo, anche la mano-dopera locale appositamente formata nel-la lavorazione del marmo. Esigui anche gli spazi disponibili e adatti alla lavorazione in loco. Posta davanti a questa situazione, la Cristallina SA avrebbe voluto costruire un laboratorio sui terreni dell’attuale de-posito di Cevio-Riveo. «Malauguratamen-te – afferma Marzio Maurino – a causa del-la mancata pianificazione di questa zona e alla presenza della linea dell’alta tensione, quest’area risulta inutilizzabile. Per que-sto motivo stiamo pensando di trasferire la lavorazione, che attualmente è eseguita in modo limitato presso la Graniti Mau-rino di Biasca, in un’altra zona del Ticino o all’estero. Purtroppo – conclude Mau-rino – in tutta la Valmaggia è impossibile reperire un terreno industriale di almeno 10-15’000 metri quadrati per l’edificazione di un laboratorio».

Il marketingPer rilanciare il marmo di Peccia in

Ticino, in Svizzera e all’estero, all’inter-no dell’azienda è stato creato un ufficio

La nuova segatrice mobile a funzionamento elettrico.

Marzio Maurino, un imprenditore accorto, lungimirante ed entusiasta.

Inizia una nuova era: l’estrazione in sotterraneo promossa dal Gruppo Maurino

Il Cristallina «the best in the world»Da Peccia, marmo a chilometro zero

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marketing che, grazie a importanti inve-stimenti, promuoverà il Cristallina con lo slogan: «Cristallina Swiss Marble – the best in the world» partecipando alle fiere nazionali e internazionali del settore.

Il marmo «nostrano», come altre roc-ce metamorfiche, è composto prevalen-temente di carbonato di calcio al 98%. Il bacino della cava è composto da milioni di metri cubi di pregiati marmi. Per il momento l’attività della Cristallina SA si concentra sull’estrazione di blocchi per l’edilizia, l’arte funeraria e la scultura. In seguito si valuterà l’utilizzo dei detriti polverizzati di marmo per il settore del-la chimica. Gli scarti frantumati del car-bonato di calcio sono infatti utilizzati in grandi quantità e con modalità diverse. Sono introdotti nel mangime per animali; in agricoltura servono a bonificare i terre-ni. L’industria li utilizza nel campo della gomma, della plastica e dell’acciaio. Com-paiono in intonaci, lacche, gesso, calce e persino in medicina.

La storia della cavaLa presenza di marmo, benché po-

chissimo utilizzato, era nota già da molto tempo agli abitanti della valle. La fonda-zione della Cristallina SA risale al 1946. I primi brillamenti seguirono la costruzione della strada di accesso. Nel primo anno di esercizio, il 1947, l’estrazione ammontò a 270 metri cubi; negli Anni Settanta si rag-giunsero i 1000 metri cubi. In passato, gran parte degli oltre 40 posti di lavoro, era oc-cupata da operai e specialisti residenti in valle. Dal 2004 al 2006 l’attività estrattiva fu completamente interrotta per essere brevemente ripresa nel 2007, fino al 2010 e all’acquisizione del gruppo Maurino.

Il prossimo appuntamento in cava è già fissato da Marzio Maurino quando sarà raggiunta la profondità di scavo in galleria di 50 metri. «Saremo dentro il gia-cimento», dice. E aggiunge: «Ho già altri progetti in mente». Lasciamoci sorprende-re. A Peccia, il marmo, è… caldo.

Maurizia Campo-Salvi

Nelle foto: 1. Giornalisti e curiosi davanti al portale della futura galleria. 2. La cava di marmo. 3. L’addetto alla macchina è un operaio specializzato. 4. Il quadro di comando della macchina. 5. Il fronte della galleria con la strada di accesso.

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