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www.initonline.it n° 20 Direttore Scientifico Paolo E. Balboni Direttore Responsabile Domenico Corucci Redazione Mario Cardona Marco Mezzadri Anthony Mollica Editore Guerra Edizioni Via Manna, 25 - 06132 Perugia tel +39 075 5270257 - 8 fax +39 075 5288244 www.guerra-edizioni.com e-mail: [email protected] Grafica e impaginazione Keen s.r.l. Copertina Letizia Pignani - Keen s.r.l. Stampa Guerra Stampa - Perugia Pubblicità Guru S.r.l. Via Manna, 25 - 06132 Perugia tel +39 075 5270257 - 8 fax +39 075 5288244 Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 12 del 04/03/2000 Tiratura 12.000 copie Le illustrazioni di questo numero riproducono oggetti del design e della creatività italiani. 1 In.IT Sommario 20 2007 Italiano LS nel Mondo Un secolo e mezzo di emigrazione italiana nel mondo Giovanni Freddi Il progetto “Italiano nelle scuole” in Argentina Mónica Arreghini L’italiano in Bulgaria e nei Balcani del Sud Intervista di Lorenzo Guglielmi a Umberto Rinaldi Italiano L2 in Italia Italiano L2: dall’emergenza alla promozione della qualità Marco Mezzadri La pubblicità televisiva nella didattica dell’italiano L2 Grazia Musumeci Metodologia La comunicazione non verbale e insegnamento dell’italiano a stranieri Dilek Pecenek Strumenti Un portale aggiornato per insegnanti di italiano a stranieri: www.insegnare-italiano.it Greta Mazzolato Recensione a: Massimo Vedovelli (a cura di), Manuale della certificazione dell’italiano L2, Roma, Carocci, 2005, pp. 370 Matteo Santipolo Università per Stranieri di Perugia. Università per Stranieri di Siena. Università di Venezia. Materiali didattici Civiltà punto it pag pag pag pag pag pag pag pag pag pag pag pag 2 7 8 12 18 24 28 29 30 31 32 10

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Quadrimestrale di servizio per gli insegnanti di italiano come lingua straniera.

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  • www.initonline.itn 20

    Direttore ScientificoPaolo E. Balboni

    Direttore ResponsabileDomenico Corucci

    RedazioneMario CardonaMarco Mezzadri Anthony Mollica

    EditoreGuerra Edizioni

    Via Manna, 25 - 06132 Perugiatel +39 075 5270257 - 8

    fax +39 075 5288244www.guerra-edizioni.com

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    CopertinaLetizia Pignani - Keen s.r.l.

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    Autorizzazione Tribunale di Perugian 12 del 04/03/2000

    Tiratura12.000 copie

    Le illustrazioni di questo numero riproducono oggettidel design e della creativit

    italiani.

    1 In.IT

    Sommario 20 2007Italiano LS nel Mondo

    Un secolo e mezzo di emigrazione italiananel mondoGiovanni Freddi

    Il progetto Italiano nelle scuole in ArgentinaMnica Arreghini

    Litaliano in Bulgaria e nei Balcani del SudIntervista di Lorenzo Guglielmia Umberto Rinaldi

    Italiano L2 in Italia

    Italiano L2: dallemergenza alla promozionedella qualitMarco Mezzadri

    La pubblicit televisiva nella didatticadellitaliano L2Grazia Musumeci

    Metodologia

    La comunicazione non verbale e insegnamentodellitaliano a stranieriDilek Pecenek

    Strumenti

    Un portale aggiornato per insegnanti di italianoa stranieri: www.insegnare-italiano.itGreta Mazzolato

    Recensione a: Massimo Vedovelli (a cura di),Manuale della certificazione dellitaliano L2,Roma, Carocci, 2005, pp. 370Matteo Santipolo

    Universit per Stranieri di Perugia.Universit per Stranieri di Siena.Universit di Venezia.

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    nei diversi stati del mondocopre un arco di un secolo emezzo. Essa era infatti unfenomeno significativo fin dal1840 ed ha esaurito la suaforza propulsiva con lultimaondata di Gastarbeiter inGermania negli anni 70.Lepopea dellemigrazione,cos come andata costruen-

    dosi e stratificandosi nellimmaginario col-lettivo degli Italiani, un gigantesco affrescofatto di slanci, di meschinit, di equivoci, disofferenze, di momenti epici e di elementimelodrammatici.Ma questo affresco non autentico in ognisua parte e non ci restituisce la verit storica.Esso avrebbe bisogno di un radicale restau-ro che elimini la patina retorica dei potenti eprepotenti, le manomissioni e le alterazionidei furbi di professione, i ritocchi fumosi einteressati delle ideologie e, naturalmente,le pennellate di una lunga tradizione oleo-grafica, quella tradizione popolare arrivatacidagli immigrati stessi e tramandata in patriadai parenti. Non che siano mancati momentidi disumana sofferenza o di tragici imbrogli,ma occorre prendere atto che il paradigmaintepretativo dellemigrazione italiana nonpu essere dato dal racconto deamicisianoDagli Appennini alle Ande.In vista di una revisione critica del fenomenovorremmo disporre delle sapienti tecnichedei restauratori di quadri e affreschi in mododa riportare alla luce le linee originarie. Lavastit dellimpresa ci costringe a farlo sudettagli-campione, cos come duso pressoi nostri maestri restauratori prima di mettersiallopera.Ripensare e valutare criticamente il fenome-no dellemigrazione richiede una pregiudizia-le verifica numerica. Le cifre, si sa, non sonomai esaltanti; ma se dietro ognuna di essesappiamo vedere un emigrante con il suofardello di sofferenza, di rimpianti e di spe-ranze, le cifre, a poco a poco, prendono vita.Cercando di integrare con mano prudente lavariet delle fonti a disposizione con ladisparit delle cifre offerte, possibile affer-mare che nei centotrentanni che vanno dal1840 al 1970 sono emigrati dallItalia pi di30 milioni di compatrioti, di cui una decinadi milioni nel secondo dopoguerra. Da talecifra, abbastanza impressionante, va detrat-to il corposo contingente degli emigrati rien-trati poi in patria che valutato in una venti-na di milioni. La documentazione di cui

    disponiamo permette inoltre di individuare soprattutto per il periodo 1876-1940 le per-centuali approssimative degli emigrati siaper le grandi aree geografiche sia per leregioni e province. Questi i dati: Nord-ovest26,7%, Nord-est e Centro Italia 38,6%,Meridione e Isole 34,7%. I bacini che alimen-tano il flusso migratorio sono primcipalmen-te due: larco collinare-montano, alpino eappenninico, che circonda la Padania (conlaggiunta di Cremona e Mantova con unaltissimo 15 per mille) e la parte dura delcosiddetto osso appenninico delMezzogiorno (in particolare il Molise, laCampania interna e la Calabria). Di conversorisultano aree di scarsa emigrazionelEmilia-Romagna, la Toscana, il Lazio, lePuglie e la Sardegna.Allinterno del flusso migratorio possibilerilevare una specializzazione regionale:lItalia settentrionale si spinge prevalente-mente verso il Nord, in direzione di altri pae-si europei, mentre lItalia meridionale cono-sce unemigrazione prevalentemente transo-ceanica. Il fatto non stupisce qualora si con-sideri che, fino a qualche decennio fa, unviaggio dal cuore della Sicilia alla Germaniacostava molto pi che imbarcarsi perlAmerica.Allinizio della Seconda guerra mondiale(1940) la graduatoria della presenza italiananel mondo la seguente: Argentina, Brasile,Stati Uniti, Canada, Oceania (Australia),Africa, Austria, Svizzera, Francia, Germania,Belgio, ecc.Ma chi sono questi nostri emigranti che par-tono? Intanto, per il 90%, si tratta di indivi-dui al di sopra dei 15 anni; inoltre i maschiprevalgono nettamente sulle femmine e, perla stragrande maggioranza, si tratta di con-tadini che lasciano alle spalle unagricolturaarretrata portandosi come dote la sola forzadelle braccia. Si aggiunga che, per una quo-ta elevatissima, sono analfabeti e quasi tuttiparlanti dialettofoni.La grande avventura migratoria era comin-ciata nella prima met dellOttocento con lepartenze verso la Plata, dove qualcunovaghegger poi di creare una pi grandeItalia. I primi ad arrivare in Sudamerica furo-no i contadini del Nord Piemonte, Liguria,ecc. assieme a qualche esule mazzinianodi grande fede umanitaria e di modestolivello culturale. Gli ideali mazziniani-garibal-dini con il loro umanitarismo quasi religiosofurono, come si dice oggi, il collante delleprime comunit di coloni italiani (cos chia-

    LEMIGRA-ZIONE

    ITALIANA

    Un secolo e mezzo di emigrazione

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    di Giovanni Freddi

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    mavano s stessi e cos furono chiamati).Il flusso migratorio fu manovrato e pilotatodai consolati delle repubbliche americaneche, dintesa con le compagnie di navigazio-ne interessate ai viaggi transoceanici, aveva-no disseminato la Penisola di emissari,intermediari e maneggioni allo scopo discremare la migliore forza lavoro di unagri-coltura ancora primitiva. Il ruolo avuto daiconsoli e dalle compagnie la Lavarello, laPiaggio, la Florio, la Rubattino nel recluta-mento, nel trasporto e nella collocazionedegli emigranti stato largamente esploratoe sono emersi comportamenti di cinismo, diavidit e di inganni che ricordano la trattadegli schiavi negri dalle coste africane.Dopo lUnit dItalia (1861) una parte dellaborghesia illuminata basti il nome diStefano Jacini avrebbe voluto ricreare quelsodalizio citt-campagna che, durante ilperiodo comunale, aveva determinato unsalto di civilt e di prosperit. Ma la miopiadegli agrari, incapaci di prospettarsi uneco-nomia agricola moderna, ostacol con tutti imezzi ogni riforma della nostra agricolturaprovocando lespulsione dal nuovo stato dimilioni di contadini allo stremo. Da questopunto di vista lemigrazione risulta essereuna risposta di massa alla mancata soluzio-ne della questione agraria dellItalia unifica-ta. Il Jacini denunci tale miopia e questetragedie provando inoltre che le condizionidei nostri emigrati giunti in America si rive-lano inferiori persino a quelle dei negri dellaCarolina del Sud, dove i piantatori di cotone,consapevoli del loro tornaconto pi dei loca-tori di manodopera italiana, non lasciavanomorire i loro schiavi, ma li provvedevano divitto e alloggio.Nei decenni di fine Ottocento la retorica post-unitaria teorizzava e accreditava lemigrazio-ne italiana come una colonizzazione di terrenuove e pertanto una soluzione diversa,intermedia fra lespansione commerciale e ilcolonialismo politico-militare (reincarnazionedel vecchio mito della terza via, sempre caroagli Italiani!). Nello stesso periodo il nostroemigrante giungeva in America con cento lirein tasca, inconsapevole del fatto che perimpiantare una colonia agricola ne occorre-vano almeno tremila. Finiva cos che egli siinsediava in citt, pronto a svolgere i lavoripi umili nella speranza di lucrare e di torna-re, ricco e onorato, nella sua terra dorigine.Per meglio comprendere queste incongruen-ze riportandole alle dimensioni reali utileseguire il ciclo migratorio tipo. Questo pren-

    deva lavvio dalle miserabili condizioni del-lagricoltura e del piccolo artigianato rurale;veniva attivato dai consolati dei paesi ameri-cani, dalle compagnie di emigrazione e,spesso, anche da famigliari o parenti emi-grati in precedenza (si parla di catene fami-gliari) facendo avere il biglietto prepagatoe un po di denaro; prendeva forma nellav-venturoso viaggio in capo al mondo, seguitoda anni di lavoro massacrante, spesso disu-mano, ma tale da consentire allemigrato dipoter tornare un giorno al suo paese percostruirvi una casa e vivere di rendita.Questo atteggiamento, confermato dallaltis-simo numero di emigrati rimpatriati duesu tre spiega le condizioni di marginalitdelle comunit italiane nei paesi di immi-grazione. Per anni essi hanno vissuto sem-plicemente accanto al popolo straniero, conla testa persa nel sogno del ritorno.Daltra parte era impensabile che i nostriemigranti potessero percepirsi, e pertantoorganizzarsi, come comunit nel paese ospi-tante, se si pensa che, almeno allinizio,molti di loro erano partiti come sudditi bor-bonici, piemontesi, pontifici o di altri statidella Penisola per ritrovarsi ad un certomomento (1870-71) cittadini dello stessostato italiano, unificato fortunosamente inloro assenza. Questa natura regionale senon provinciale, se non paesana dellemi-grazione italiana aiuta a comprendere comele attuali regioni svolgano ognuna una pro-pria politica estera, parallela a quella delloStato italiano.

    italiana nel mondo

  • Nel dibattito ottocentesco sulla nostra emi-grazione non erano mancati, come si visto, momenti di lucidit nelle analisi delfenomeno e nelle proposte per affrontarlo.Agli inizi degli anni 80 il ministro Berti pote-va cos riassumere le linee di unemigrazio-ne finalizzata: Molti lamentano la qualitdella nostra emigrazione composta da ele-menti incapaci a renderla fruttuosa e a costi-tuire colonie utili alla madre patria. Si osser-va che essa formata da braccia soltanto,non governata da menti, non aiutata dacapitali. mestireri aggiungeva il Berti che lemigrazione sia composta da personeintelligenti, agiate ed educate a vita efficace-mente operosa, e non di povera gente privadi qualsiasi educazione, spesso non praticadi alcun mestiere e appena adatta a lavorarela terra.Affermazioni illuminate, affermazioni ricor-renti, affermazioni disattese. Nei decenni acavallo del secolo il nostro flusso migrato-rio, specie verso il Nordamerica e il Brasile,si trasform in una fiumana e, nel 1920, gliStati Uniti introducevano il Literary test, unaccertamento di alfabetizzazione che eradestinato a falcidiare il contingente di immi-granti provenienti dallItalia.Nelle discussioni che spesso si fanno circa ladiffusione dellitaliano allestero ed i suoirapporti con lemigrazione partita dallanostra Penisola emerge talora un interrogati-vo che riguarda le ragioni per cui, a dispettodella loro incisiva consistenza numerica, gliemigranti italiani non sono riusciti a costrui-re delle Italie fuori dallItalia, cos comeinvece gli Anglosassoni hanno potuto darevita a un immenso English-speaking Worlde gli Iberici hanno potuto creare delle patriespeculari nellAmerica Centro-meridionale.Se per questa ipotesi mancata ci sono ragio-ni di natura sociopolitica e socioeconomica(un conto detenere il potere politico edeconomico del paese e un altro conto giun-gere in esso con lo status di emigranti pove-ri), ci sono pure delle ragioni sociolinguisti-che che non possibile ignorare. Si pensi alrepertorio linguistico che lemigrante italianoporta con s, al suo livello culturale e profes-sionale, alla situazione sociolinguistica delpaese di arrivo, al destino della sua madre-lingua che si gioca nel lavoro, nella scuoladei figli, nella vita sociale, ecc.Come si accennato, lemigrazione italianacomincia verso il 1840, in un momento incui lItalia ancora divisa nei tanti stati uscitidal Congresso di Vienna. I nostri emigranti

    arrivano oltre oceano in questo periodonella regione del Plata provvisti qualcunodel passaporto napoletano, altri del passa-porto piemontese, altri ancora del passapor-to lombardo-veneto, ecc. Hanno certo laconsapevolezza di appartenere ad unanazione italiana, ma questa resta un vagoriferimento che si colloca tra storia e mito;quasi una sorta di lontana parentela non picoltivata da tempo immemorabile.Sul versante linguistico la situazione moltodifficile: questi nostri emigranti, pi cheessere uniti da una stessa lingua nazionale,sono divisi da decine di parlate dialettaliimpenetrabili le une alle altre (gli specialisticalcolano che gli italofoni della Penisola fos-sero in quegli anni attorno al milione). Ilrisultato che gli emigrati friulani non capi-scono quelli piemontesi, i quali non capisco-no i veneti, i quali a loro volta non capisco-no gli abruzzesi e via dicendo. Questa fram-mentazione e la conseguente incomunicabi-lit non sono le pi adatte a favorire un sen-timento di comune appartenenza e identitfra i nostri emigrati.Per superare la precariet della nuova situa-zione e per soddisfare i bisogni primari diunesistenza difficile e isolata essi ricreanonel paese daccoglienza delle patrie regionali;fiorisce in tale modo quel reticolo di asso-ciazioni che assicurano agli emigranti strut-ture solidaristiche e strumenti di resistenzaallassimilazione.La gamma delle strutture associative-assi-stenziali creata allestero dagli emigrati ita-liani impressionante: Fogolar Furlan,Fameja Piemontesa, associazioni diCalabresi, Siciliani, Veneti, ecc., societ dimutuo soccorso, circoli sportivi, club ricrea-tivi, ecc., tutte realt che a volte si richiama-no alla regione, a volte alla provincia e avolte al paese dorigine. Della regione o delpaese essi concorrono a tener viva la parlataconservandole quella funzionalit comunica-tiva che equivalente di vitalit. Gli anninon hanno ridotto lo slancio associazionisti-co dei nostri emigrati, che come statoaccennato ha trovato recentemente nelleregioni un supporto morale, culturale e tal-volta anche finanziario.Il fatto di queste Italie mancate acuisce lacuriosit dello studioso ma, dovendo fornireuno schema esplicativo della complessarealt dellemigrazione italiana di massa, citroviamo costretti a semplificare le cose.Parleremo pertanto di una famiglia-tipocostituita dai genitori emigrati in et adulta

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    Un secolo e mezzo di emigrazione italiana nel mondo

    italiano LS nel mondo

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  • (prima generazione), dai figli nati nel paesedadozione o introdottivi in tenera et(seconda generazione) e dai figli dei figli(terza generazione).La prima generazione di emigranti giungenel paese di destinazione con il solo posses-so del dialetto natio. Gli unici interlocutoriche potranno trovare nella nuova realtsono i paesani emigrati in precedenza(interi paesi italiani si sono trapiantati alle-stero) e, al limite, gli immigrati dellarearegionale di provenienza. Per le ragioniaccennate non potranno essere loro interlo-cutori i connazionali provenienti da altreparti della Penisola; a maggior ragione nonlo potranno essere i residenti, i quali parla-no una lingua del tutto straniera. Anche secol tempo riusciranno a crearsi uno stru-mento di comunicazione linguistica demer-genza intendiamo una specie di pidgincostruito sulla base di una rudimentalegrammatica italiana e di un approssimati-vo vocabolario della lingua locale (spagnolo,inglese, portoghese, ecc.) gli immigrati diprima generazione vivono il dramma delle-marginazione e dello sfruttamento fino ailimiti della sopravvivenza.Li sorregge in questa sfida solitaria controtutto e contro tutti la volont e la speranzadi assicurare ai figli un avvenire pi prospe-ro e dignitoso. Quando si tratta di emigrantitemporanei, questi raccomandano ai fami-gliari rimasti in Italia di mandare i figli ascuola. Scriver nel 1920 Francesco Coletti:DallAmerica vengono incitamenti allemogli per mandare i figli a scuola. La neces-sit e il tornaconto di saper leggere e scrive-re fanno pi di qualunque incitamento lega-le. Se si tratta invece di emigranti defini-tivi, stabilitisi con la famiglia allestero, que-sti tendono ad assicurare ai figli unistruzio-ne basata sulla lingua del paese daccoglien-za e sulla lingua italiana. La prima diventaveicolo di scolarizzazione e di inserimentosociale; la seconda un mezzo per mantenerei contatti con la medrepatria dei genitori, lecomunit italiane presenti nel paese e lafamiglia.Listruzione della seconda generazione(i figli) consiste di norma nella frequenza del-la scuola locale con laggiunta dello studiodellitaliano che pu effettuasi allinterno del-la struttura scolastica statale o allesterno diessa ad iniziativa di comitati consolari o asso-ciazioni di emigrati, della Dante Alighieri o dialtri enti. Allo studio dellitaliano vengonoassegnati due obiettivi: il possesso della

    lingua della madrepatria dei genitori e lacco-stamento alla civilt italiana vista nelle suemanifestazioni pi ordinarie e straordinarie.Veniamo alla cosiddetta terza generazione,quella dei nipoti. La condizione di emigratigioca spesso quale fattore di coesione tra legenerazioni e in particolare fra nonni e nipo-ti. Il legame di affetti e di intese che lega laprima e la terza generazione si traduce perquestultima in curiosit per la patria deinonni, la quale suscettibile di diventareper essi la propria patria adottiva.Non un interesse superficiale che li muove,in quanto si indirizza, nel nostro caso, sullamentalit degli Italiani, sul loro modo di con-cepire e organizzare lesistenza, sui prodottidelle arti, della musica, della letteratura, delcinema, sulle realizzazioni della ricerca scien-tifica e tecnologica, insomma su tutto ci chepu rientrare in un moderno concetto di cul-tura. La cultura italiana, appunto.

    Nei nipoti non si riscontrano in genere i tur-bamenti, i conflitti e i problemi didentitrilevati nei genitori e lo stesso quadro socio-linguistico risulta profondamente modificato.Per la terza generazione, infatti:a) la lingua locale (spagnolo, inglese, tede-

    sco, ecc.) la madrelingua; il suo impiegocopre la quasi totalit delle situazioni comunicative: in casa, a scuola, nelleattivit sportive, ecc.

    b) il dialetto dorigine della famiglia posse-duto a livello soprattutto ricettivo nellinte-razione famigliare, specie con i nonni;

    c) litaliano, quando esso studiato, una lingua straniera sui generis che pu diventare lo strumento per la scoperta delle proprie radici e la voce della patria dadozione.

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    di Giovanni Freddi

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  • Con la terza generazione si chiude dunque ilciclo: dal dialetto alla lingua del paese ospite,ad una apertura allitaliano come lingua dicultura privilegiata.Nei paesi di forte immigrazione italiana(Argentina, Brasile, Stati Uniti, Canada,Germania, Australia) sussistono spesso lecondizioni perch si possa parlare di uninsegnamento dellitaliano pi ricco. Quilitaliano non si impara solo a scuola, maviene riverberato sul discente dalluso chese ne fa nelle associazioni, nei clubs, da par-te della radio e della televisione (che diffon-dono programmi in italiano), sulla stampa dilingua italiana. In famiglia il discente putrovare una variet di italiano pidginizzato, ecertamente il dialetto dorigine se il trasferi-mento allestero avvenuto grosso modoprima del 1960, oppure la lingua italiana seil trasferimento dei genitori ha avuto luogodopo il 1960.

    Nel quadro che stiamo delineando possonotrovare risposte adeguate le richieste di ita-liano proveninenti tanto dalla seconda quan-to dalla terza generazione di immigrati. Conentrambe si profila ormai praticabile linse-gnamento di un italiano standard, cio lalingua degli affetti profondi, rappresentatifisicamente dai nonni e dai genitori.Oltre a quella esaminata, esiste una direttri-ce che potrebbe fare degli antichi paesi diemigrazione (Argentina, Canada, Stati uniti,Brasile, ecc.) dei modelli di societ multilin-gui. Essa suggerita dallAustralia che, alivello di istruzione primaria, assicura a tuttila possibilit di studiare litaliano in quantocommunity language, in quanto cio lin-gua di una delle componenti della societaustraliana. Una siffatta prospettiva, che sipu solo suggerire e al massimo secondare, una scelta di civilt che ha dei costi, com-preso quello di assicurare a chi lo richieda lostudio di unaltra lingua minoritaria presente

    nel paese di adozione e diversa dallitaliano.In unindagine di alcuni anni fa voluta dalConsiglio Nazionale delle Ricerche sullinse-gnamento dellitaliano nel mondo e condottada chi scrive risultato chiaro che lo spazioper la nostra lingua oggettivamente limita-to fuori dItalia. A parte il numero ristretto distudiosi, di artisti e di universitari che vi siaccostano allo scopo di poter accedere allanostra cultura, allitaliano risultano interessa-ti gli emigrati di seconda e, soprattutto, diterza generazione e un buon numero di stra-nieri che sentono il richiamo del patrimonioartistico-culturale e paesaggistico dellItalia,per i quali la motivazione per lo studio delli-taliano costituita da un amalgama di cultu-rale e di turistico. A questi due filoni si puaggiungere un terzo contingente, numerica-mente limitato ma politicamente significati-vo, di studenti provenienti dallarea mediter-ranea e dal terzo mondo.

    Il futuro dellitaliano allestero si gioca intempi brevi. Se non migliora la qualit delsuo insegnamento prima che londa lungadellemigrazione si esaurisca, si perder ilgrosso contingente della terza generazionedi cui si diceva; se non si rinnova inoltre ilpotenziale e lapparato del nostro turismo intermini di immagine, efficienza e competiti-vit, le correnti turistiche prenderanno altredirezioni con quanto ne consegue sul pianoculturale ed economico. La prima urgenza sisovrappone alla seconda dato che, dei turistiche annualmente visitano lItalia, una parteapprezzabile costituita da figli o nipoti diemigrati. In ogni caso, il futuro dellitalianocome lingua straniera legato allimmagineche lItalia sapr proiettare di s allestero.In definitiva le sorti della lingua italianasono legate alla cultura, alla vita e allasociet italiane e a come queste sarannopercepite dallesterno.

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    Un secolo e mezzo di emigrazione italiana nel mondo

    italiano LS nel mondo

    Design PininfarinaDettaglio

  • di Mnica Arreghini

    Il progetto italiano nelle scuole rappresen-ta unesperienza innovativa e nasce da unAccordo tra il Consolato Generale dItalia e il Governo della Citt di Buenos Aires.Durante gli anni 90 cera il rischio di chiusuradi alcuni corsi di italiano, passato da materiacurricolare a materia extracurricolare; dimi-nuivano gli studenti, cerano scarso materia-le didattico, poche attrezzature tecnologiche,nessun aggiornamento didattico dei docenti.Era necessario un intervento da parte delleautorit politiche italiane ed argentine, capacedi garantire una migliore e maggiore diffu-sione dellitaliano nel contesto scolastico: daqui gli accordi del 1997 e poi del 1999, miranti al mantenimento ed al rafforzamento

    dellitaliano nelle scuole dove gi esisteva; allinserimento dellitaliano come materia

    curricolare in nuove scuole; alla formazione docente e al servizio di

    assistenza permanente per i docenti; alla consegna di materiale didattico, di

    materiale multimediale e di supporti tecnologici considerando gli interessi degli alun-ni e tenendo conto delle necessit manife-state dai docenti nel rilevamento-dati.

    Dopo limplementazione del Progetto siosservano cambiamenti qualitativi e quanti-tativi. Da un punto di vista quantitativoaumentano il numero di scuole pubbliche diBuenos Aires in cui si insegna litaliano, ilnumero di docenti e di studenti. Per quantoriguarda le scuole, si passa da 47 scuole nel1997 a 57 scuole nellanno 2004. Il maggiorincremento si constata nella scuola elemen-tare: nel 2001, 7 scuole elementari insegna-no litaliano; nel 2004 ne abbiamo 12, di cui5 sono scuole plurilingui.

    Fonte: Rilevamento Assoc. Dante Alighieri Ente Gestore,1997/2001/2004

    Nel 1999 risulta che 5381 studenti imparanola lingua nelle scuole di Buenos Aires, men-tre nel 2004 abbiamo 6841 studenti, 1460alunni in pi.Nel caso dei docenti si verifica un maggiornumero di posti di lavoro. Nel 1999, abbia-mo 67 docenti; nel 2004 83 docenti.Da un punto di vista qualitativo, uno dei con-tributi pi efficaci la consegna di materialedidattico aggiornato, supporti tecnologici,materiale multimediale; libri di letture gra-duate per i bambini delle prime classi e libridi testo. Nel 2002 si sono consegnati 1757libri di letture graduate e nel 2003, 1350 libridi testo. Lesperienza si ripetuta nel 2004.Uno degli obiettivi del Progetto Italianonelle Scuole favorire la formazione docente.Si sono organizzati sei corsi di aggiorna-mento con specialisti di diverse Universititaliane: Universit Ca Foscari di Venezia,Universit per Stranieri di Siena, Universitper Stranieri di Perugia, il gruppo IARD diMilano e corsi con specialisti locali. Sonostate assegnate 8 borse di studio per fre-quentare il Master ITALS dellUniversitCa Foscari di Venezia.Un aspetto innovativo del Progetto lapertura dei corsi di italiano per i genitorie per i docenti di altre materie dei bambinidelle scuole plurilingui. Lobiettivo dei corsinon soltanto quello di soddisfare linteres-se personale per lapprendimento della lin-gua ma anche quello di permettere ai geni-tori e ai docenti di accompagnare i figli e gli studenti durante il loro processo di appren-dimento. Per concludere possiamoaffermare che il risultatodel lavoro coordinato ecooperativo di autorititaliane ed argentine,pubbliche e private cheoggi a Buenos Aires unmaggior numero di bambini e di adolescenti, la maggio-ranza di origine non italiana,imparano la lingua. Risultaquesto un dato interessan-te, da tenere presentequando si attiverannonuovi programmi di politica linguistica.

    italiano LS nel mondo

    Il progettoItalianonelle scuole in Argentina

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    Intervista di Lorenzo Guglielmia Umberto Rinaldi

    Umberto Rinaldi si occupa di Balcani fin dal-la tesi sulluso delle fonti bizantine nelloperadi uno storico dalmata del XVII secolo,Giovanni Lucio, tesi elaboratata a Belgrado;dopo la laurea arriva a Sofia, dove insegnacome lettore fino al 1971, per poi ritornarvia distanza di 7 anni, e poi dal 2002 comedirettore dellIstituto Italiano di Cultura.

    L.G.: Lei ha fatto unesperienza senzaltrosignificativa nella Jugoslavia di Tito, emble-ma della diversit socialista, di non alli-neamento, di autogestione, termini certonon privi di valenza ideologica etc.U.R.: A conoscerlo, era un paese divertentedal punto di vista umano e culturale. Alloranon cos piccolo, e fiero della sua importanzainternazionale di guida nel movimento deigrandi non allineati, camminava a fiancodellEgitto di Nasser e dellIndia di Nehru.Tutti erano accomunati da una tensionemodernizzatrice indipendente da Mosca.Belgrado era davvero una capitale importante.La libert di espressione era notevole se para-gonata ad altri paesi socialisti; le tensioninazionaliste, pi o meno latenti e represse,erano gi brace sotto la cenere: i serbi, lamaggioranza relativa, si consideravano ilPiemonte unificatore del Paese, ed erano visticon diffidenza dagli altri, i croati si ritenevanooppressi, i pi ricchi sloveni facevano parteper se stessi, i macedoni erano marginali.

    L.G.: Oggi lei in Bulgaria. Qual la vostralinea di azione culturale dellIIC?U.R.: Abbiamo organizzato grandi esposizionie tante mostre pi leggere, itineranti nellegallerie civiche bulgare, anche in provincia,poi congressi con universit e Accademia del-le scienze, e grandi concerti di musica classicao barocca, che sono forse gli elementi piqualificanti del programma. Prioritaria lacollaborazione con le istituzioni locali.Quanto alla letteratura, i classici comeDante, Petrarca, Boccaccia e Machiavellisono tradotti da sempre, mentre allepocadel socialismo veniva tradotta la letteraturaconsiderata progressista. Larte e la lette-ratura contemporanea sono note solo aglispecialisti, mentre grande e incondizionata lammirazione per il cinema italiano,il neorealismo soprattutto, che viene conside-rato il migliore in assoluto. Dopo la svoltapost 89, giunta anche la cultura materiale,con una larga diffusione della pizza e delle-spresso, che ha soppiantato il caff turco.

    L.G.: Se le chiedessimo di scattare unaistantanea sulla situazione della lingua ita-liana in Bulgaria, che cosa metterebbe a fuo-co?U.R.: Direi che ci sono due lettorati universi-tari, a Sofia e a Tarnovo, e che una cattedraa Blagoevgrad appena stata inaugurata,che litaliano insegnato come prima linguastraniera in vari licei del paese mentre ilCentro Nazionale di Gorna Banja, a Sofia,rilascia una maturit riconosciuta dallItalia.La situazione in evoluzione, ma siamo inogni caso, e di gran lunga, lultima linguastraniera. Secondo le statistiche bulgare gliinsegnanti di ruolo sono rispettivamente:inglese 5.380, tedesco 1.835, russo 1.721,francese 1.097, spagnolo 209, italiano 68; lo stesso vale per la prima lingua stranierainsegnata nelle scuole, il cui numero :inglese 2.281, russo 1.458, tedesco 941, fran-cese 939, spagnolo 44, italiano 16. Un primoproblema evidente, che va a gravare su que-sta nostra sesta posizione di ordine logisti-co. I manuali sono scarsissimi e i supportitecnologici particolarmente poveri.

    L.G.: C spesso lidea, non del tutto infon-data, che nei paesi dellex patto di Varsaviaprevalgano i metodi grammatico-traduttivi.In realt la Bulgaria ha dato i natali a unostudioso come Lozanov, padre della sugge-stopedia e il paese ha una sua tradizioneforte di studi linguistici. Quali sono le ten-denze glottodidattiche in atto?U.R.: A parte Lozanov, linsegnamento fon-damentalmente tradizionale, ma almeno nel-le intenzioni rigoroso (vecchia scuola rus-so-sovietica, applicata a tappeto con le infi-nite etnie alloglotte dellURSS); se applicatocon coerenza e la materia prima c, dancora risultati notevoli, cio una buonapadronanza lessicale, sintattica e morfologi-ca e grammaticale, capacit di scrivere ecc.;richiede tuttavia un impegno costante, mava ancora bene se non ci sono possibilit dipermanenza allestero. Ceteris paribus,un buon liceale bulgaro supera di moltoil collega italiano.

    L.G.: Si sente spesso dire che gli slavi sonoportati alle lingue straniere e che i bulgaribrillano per un particolare talento.U.R.: Non credo che lapprendimento di unalingua straniera sia condizionato da fattoribiologici o caratteristiche innate di un popolo.Non ci sono popoli naturalmente portati allelingue. Vi sono piuttosto fattori socio-cultu-rali che sui tempi lunghi hanno portato amentalit consolidate: poich il bulgaro non

    italiano LS nel mondo

    Officine PaneraiDettagli

    Litaliano in Bulgaria e nei Bal

  • usato al di fuori dei propri confini statali,da sempre stato necessario cavarsela conun paio di altre lingue pi diffuse e la cosafaceva dunque parte dellabc delleducazione.

    L.G.: Si parla molto della crescita della lin-gua italiana nel mondo, ma qual la suaopinione sulla politica culturale italiana?U.R.: Litaliano avrebbe in generale una certaquota di sua spettanza nel mercato inter-nazionale delle lingue straniere e poco im-porta, almeno allinizio, sapere perch: se lagente vuole pizza, spendi i soldi per dargliela,e non per chiederti perch la vuole con inchie-ste su inchieste che disperdono energie. Il fat-to che investiamo poco e male, in mododisattento e non coerente. In generale direi: prassi deleteria ritenere che certi eventi,

    come le tradizionali Settimane della lin-gua italiana nel mondo possano sostituire la mancanza di unofferta permanente di servizi, che invece costituisce la spina dor-sale di una sensata politica della lingua. Non sono i fuochi dartificio che compen-sano la mancanza sistematica di energia elettrica per il consumo domestico;

    non servono n alla diagnosi n alla tera-pia luoghi comuni che passano dal trionfa-lismo al disfattismo del tipo tutti voglionostudiare litaliano o nessuno lo vuole. Aiutano poco convinzioni diffuse, salda-mente difese, spesso ripetute ma inconsi-stenti, come laffermazione che si studia una lingua perch si vuole apprendere la cultura, la cucina ecc.; in generale la lingua secondo me un piacere fine a se stesso, come il biliardo, gli sci o il bridge: faccia-mo queste cose semplicemente perch ci piace farle, trahit sua quemque voluptas, come diceva Virgilio. Non sempre utili, ma spesso costosi, sono i seminari di aggiorna-mento, non perch non valgano, ma perchla realt quotidiana della scuola estremamente vischiosa e quanto appreso rimane quasi sempre lettera morta. Sono moltoperplesso anche sul fiorire di Master, anchequi non perch non valgano, ma perch si offrono pezzi di carta pi o meno costosi invece di preoccuparsi, in parallelo, e con opportune, mirate, dure (direi) azioni poli-tiche, perch si creino posti di lavoro reali,che diano un senso palpabile al pezzo di carta. Anche qui dunque il solito difetto nostro, cio di credere che levento sostituisca il servizio, che la carta burocratica crei la realt.

    L.G.: Va bene, ma se non vogliamo caderenel disfattismo dobbiamo tentare labbozzo

    di una diagnosi e di una terapia. Tocchiamoper esempio tre questioni tipiche dellitalia-no LS: libri, docenti locali e docenti madre-lingua. Che opinioni ha in proposito?U.R.: Posso per indicare alcuni temi suiquali varrebbe la pena di riflettere, sempreche ci sia a monte una volont reale dicambiare. Dunque: manuali: quelli prodotti in Italia sono troppo

    costosi per i paesi poveri in transizione dove lo stipendio medio netto si aggira forse sui 200 euro al mese; tra laltro, al prezzo di copertina si sommano i costi aggiuntivi di trasporto. Si potrebbe deloca-lizzare il processo di stampa, prendendo accordi con lindustria locale? Si potrebbe dare un aiuto perch si provveda alla ste-sura di manuali locali o alla traduzione e adattamento di opere italiane?

    docenti locali: rimangono comunque la spina dorsale dellinsegnamento linguisticoallestero. Si pu pensare a una politica coerente e prolungata di formazione e aggiornamento di questi quadri? Si parla qui di borse di studio, fornitura gratuita di materiale informativo, sistematici soggiorniin Italia, accordi con i Ministeri della P.I. locali che riconoscano a questi insegnanti un plus di punteggio o di stipendio per la qualificazione raggiunta e utilizzino i miglioricome punto di riferimento e di consulta-zione per i loro colleghi;

    docenti di madrelingua: tasto dolente. Ora utilizziamo prevalentemente personale di ruolo inviato in missione allestero, troppocostoso (restrizioni di bilancio, risparmio sulla spesa pubblica) per un insegnamentofrontale in classe. Si pu pensare a neo-laureati, giovani e motivati, magari in linguestraniere o che almeno mastichino un po le lingue locali, ma con esami di italiano come L2 o titolo di Master? Si pu rifletteresu uneventuale integrazione dello stipen-dio locale per i paesi poveri e disagiati? Sulla concessione di congruo punteggio per i futuri concorsi italiani? Si pu pensarea dottorati di ricerca svolti parzialmente allestero, con studio per la propria tesi e attivit di insegnamento parallela rimune-rata? Magari prendendo in considerazione anche altre facolt, oltre a quelle tradizio-nali di filologia?

    Poich non sono ricco n di fantasia n dicreativit, e mi piace riconoscere i miei debi-ti intellettuali, preciso subito che quanto det-to sopra semplice frutto di osservazione diquanto fa la concorrenza, decisamente piagguerrita e pi concreta di noi, di linguecome tedesco e spagnolo.

    9 In.IT

    Design MomoDettagli

    cani del Sud

  • 10 In.IT

    Materiali didatticimateriali didattici

    novit

    I CONTENUTIIl libro presenta percorsi didat-tici basati su testi di lettura ilcui contenuto vuole essereuna presentazione della cul-tura, intesa a 360, dellItalia dioggi. Dunque, non solo culturacon la C maiuscola, ma ancheuna cultura di tipo antropologi-co, per cercare un equilibrio trai vari elementi, quellequilibrioche spesso si respira in Italia,paese dai tanti strati storici eculturali sovrapposti, giustap-posti o miscelati. E cos, selapproccio vuole essere di tiposincronico, dare cio voce

    allItalia di oggi, tuttavia in tutto lo sviluppo dei percorsi proposti vi unattenzione prioritaria alla trasmissione di un atteggiamentoculturale che promuove un approccio diacronico, storico, alla com-prensione della contemporaneit: se siamo cos oggi perch veni-amo da un percorso storico che va conosciuto.

    I DESTINATARIIl libro stato scritto avendo in mente un pubblico preciso, quellodei ragazzi che studiano litaliano come lingua straniera.La sua struttura ne permette luso anche con bambini a partire dai9-10 anni det e con giovani adulti.Il testo propone 22 percorsi graduati dal livello A1 al B2 del QuadroComune Europeo di Riferimento per le Lingue. La scelta delle strut-ture grammaticali, del numero e della qualit delle parole, nonchla struttura del discorso risentono della forte attenzione alla cresci-ta armonica delle competenze linguistico-comunicative dello stu-dente. In questo senso il testo risponde sistematicamente alla pro-gressione che per litaliano, ad esempio, possiamo trovare sulpiano grammaticale e sintattico nelle certificazioni internazionaliper litaliano, con rare eccezioni dettate dal carattere specifico deitesti di civilt che si propongono. Suddivisione dei moduli secondo le scale del Quadro ComuneEuropeo di Riferimento per le Lingue:Percorsi 1-3 > A1 Percorsi 10-19 > B1Percorsi 4-9 > A2 Percorsi 20-22 > B2

    IL LESSICOIl lessico impiegato nei percorsi stato scelto in base a criteri di fre-quenza. A questo fine si sono utilizzati strumenti (tra cui il softwareCensor) per la rilevazione delle frequenze e delle occorrenze basatesul Vocabolario di Base (VdB) di De Mauro.Oltre il 90% dei termini usati fanno parte della prima fascia delleparole del VdB, cio rientrano nelle prime 2000 parole dellitalianoin quanto a frequenza duso. Quanto pi sono frequenti nel lin-guaggio comune le parole utilizzate nel testo, tanto pi probabileche lo studente straniero abbia avuto occasione di apprenderledurante il percorso di studio della lingua italiana. Le parole che nonrientravano nel VdB sono state sostituite, oppure spiegate eaccolte quando giudicate inevitabili.

    Numero di parole nei diversi livelli:A1 > percorsi 1-3 > circa 600 paroleA2 > percorsi 4-9 > circa 1300 paroleB1 > percorsi 10-19 > circa 1300 paroleB2 > percorsi 20-22 > circa 1000 parole

    LA GRAMMATICA E LA SINTASSICome gi affermato, il testo rispetta una rigida progressione gram-maticale. Con alcune eccezioni: viene introdotto da subito, cio dallivello A1, la possibilit di fare comparazioni attraverso luso delcomparativo di maggioranza. In realt lo studente ha bisogno dicomprendere luso di pi in italiano senza la necessit di appro-fondire elementi quali luso discriminato di che e di per lintro-duzione del secondo termine di paragone. Unaltra struttura che si impiega fin dallinizio il che relativo (noncui che viene introdotto al livello B1). Questo perch i testi portanouno sviluppo armonico anche sul piano sintattico. preponderanteluso della paratassi sullipotassi anche se la prevalenza della coor-dinazione affiancata da alcuni elementi di subordinazione cheaiutano la comprensione, anzich ostacolarla. il caso appuntodelle frasi subordinate introdotte dal che relativo, da quando, per-ch e dove. Nel testo si noter una progressione anche nelluso di connettori ealtri elementi che rendono pi coerente e coeso il discorso e per-mettono di coglierne meglio lo sviluppo logico. Cos, parole comedunque, cos, perci, tuttavia, comunque, allora, ecc. vengono uti-lizzate introducendole a poco a poco.Nei percorsi soprattutto di livello A1 landamento sintattico deltesto presuppone una forte attenzione a criteri ritenuti importantiper migliorarne la comprensibilit: ad esempio vengono evitate ledislocazioni a sinistra e a destra o gli incisi e si promuove un ordinedella frase costantemente di tipo SVO (soggetto-verbo-oggetto).

    LIMPIANTO DIDATTICO Lo studente viene accompagnato nel percorso di crescita delle suecompetenze linguistico-comunicative mettendolo nelle condizionidi gestire sempre pi autonomamente la comprensione dei testiproposti. A questo fine vengono sviluppate diverse abilit di studioquali luso del dizionario bilingue e monolingue, il prendere appun-ti ed elaborarli, la promozione della comprensione senza laconoscenza di tutti i termini del discorso, delle varie tipologie di let-tura, ecc. Un grande ruolo ha nel libro lattivazione e lo sviluppo dellex-pectancy grammar. Vengono cos tracciati percorsi di sviluppo del-la capacit di osservazione interculturale che crediamo possaessere una delle chiavi per la realizzazione di quellindividuoautonomo dotato di libert di giudizio e azione cui siamo chiamati,in quanto educatori, dal Quadro Comune Europeo di Riferimentoper le Lingue (p.4). I percorsi non sono basati tanto su esercizi eattivit di comprensione dopo la lettura (quesiti vero-falso, s-no,ecc. che comunque linsegnante potr alloccorrenza introdurredove lo ritiene necessario) quanto piuttosto su una miscela dimomenti in cui lo studente chiamato ad attivare la conoscenzapregressa, come strumento per una miglior comprensione deltesto, e a mettere in pratica quanto compreso e appreso attraversola lettura del testo. Ogni tre percorsi vi una caccia al tesoro che,sempre in chiave ludica, porta gli studenti a lavorare (spessoinsieme, convinti come siamo della possibilit di creare conoscen-za collaborando tra pari) per rispondere a quesiti finalizzati al con-solidamento della conoscenza acquisita e creare progetti che per-mettono anche di espandere sia quanto gi si sa, sia le abilit perlacquisizione di nuova conoscenza.

    CIVILT ITPUNTO

    civilt e cultura italiana per ragazzi

    Marco Mezzadri - Linuccio Pederzani

  • 11 In.IT

    - contatti con altri insegnanti- corsi di aggiornamento- forum- newsletter- metodi didattici

    - entrare nel mondo della lingua italiana

    - test e questionari per esercitarsi- contatti con altri studenti

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  • di intervento formativo chemira a superare la sogliadelle competenze linguistico-comunicative di livelloelementare in italiano peraffrontare la complessadimensione delle competenzenecessarie per lutilizzodellitaliano per lo studio.

    Lo scenarioLa presenza di alunni stranieri nelle scuoleitaliane costituisce in molte realt un dato incostante aumento. Nellanno scolastico2005/2006, secondo i dati riportati dallalloraMinistero per lIstruzione nella Circolare24/06, la percentuale era di circa il 5% sultotale della popolazione scolastica e ilnumero globale di studenti presenti nellescuole italiane aveva superato le 400000unit. La percentuale si alza in manieranotevole se si osservano i casi di determina-te province e comuni, in particolare delNord Italia, e alcune tipologie di scuole. Ad esempio nella scuola secondaria disecondo grado numerosi istituti professio-nali e tecnici presentano percentuali a dop-pia cifra. In dieci anni, dal 1995 al 2005, il numero di alunni stranieri aumentato di oltre il 600%

    1.

    I dati statistici riteniamo siano uneloquentetestimonianza della profondit del fenome-no e delle questioni ormai annose che essosuscita. Non cos, tuttavia, la dimensionedellemergenza nella quale si inseriscono lamaggior parte degli interventi messi in attonella scuola.

    Dallemergenza alla promozionedella qualitUna sensazione diffusa tra coloro che nellascuola operano per favorire linserimentodegli alunni stranieri, dagli insegnanti di ita-liano L2 ai referenti per lintercultura, ecc. che le risorse messe in campo per affrontarela pluralit dei problemi connessi alla pre-senza straniera non siano sufficienti sul pia-no finanziario, cos come su quello delleprofessionalit disponibili. Non esiste unaclasse di concorso specifica per litaliano L2e quindi una figura docente espressamenteinquadrata su questo ruolo, anche se sem-brano andare in questa direzione le espe-rienze nate per rispondere a bisogni estre-mamente diffusi, quali i distacchi di inse-gnanti per lalfabetizzazione o listituzionedei CTP prima e ora la rilettura del loro ruo-

    lo (cfr. CM 24/06) in particolare come risorsadi rete per il raccordo tra ordini di scuola.Unaltra denuncia una sorta di luogocomune della scuola: per quanto riguardagli alunni stranieri occorre agire in assenzadi una cornice normativa di riferimento effi-cace. Si tratta in realt di unopinione nonveritiera. La normativa di riferimento esisteed espressamente riportata nelle Lineeguida per laccoglienza e lintegrazione stra-nieri emanate dal MIUR con la CM 24/06dopo anni di assordante silenzio, esse stes-se la pietra miliare da cui muovere per com-prendere come la scuola italiana dellauto-nomia possa strutturarsi per rispondere aibisogni degli alunni stranieri. Su questopunto torneremo in seguito. possibile, crediamo, schematizzare le pra-tiche invalse nella scuola a tutti i livelli perrispondere ai bisogni linguistico-comunicati-vi e relazionali generati dallinserimentodellalunno straniero nel momento del suoarrivo in Italia. Si va dal laboratorio di italia-no L2 allinserimento diretto nella classe perseguire le diverse lezioni disciplinari. Moltospesso questo avviene contestualmente.Oltre a una schematizzazione, la nostra vuolessere anche una provocazione, ben sapen-do che sono in atto esperienze di altro tipopurtroppo non ancora portate a modello peril sistema.

    Le pratiche pi consuete non prendono inconsiderazione quanto le stesse Linee guidasopraccitate chiaramente indicano:

    La lingua per comunicare pu essere appresa in un arco di tempo che pu oscil-lare da un mese a un anno, in relazione allet, alla lingua dorigine, allutilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni, considerato che si tratta di competenze specifiche.

    In queste poche righe vengono riassunti, e in parte interpretati, anni di ricerche e di studi nellambito delleducazione bilingueche anche in Italia hanno prodotto contributidi notevole interesse

    2.

    Il salto di qualit che pensiamo occorra pro-porre riguarda lo sviluppo dellitaliano dellostudio. I nodi stanno venendo rapidamenteal pettine: linadeguatezza del sistema risultaormai insostenibile. Basti pensare alla valu-tazione dei percorsi dapprendimento deglistudenti stranieri e alla rispondenza deirisultati con gli obiettivi fissati.

    12 In.IT

    PROPO-NIAMO UNMODELLO

    Gio PontiPalazzo Pirelli, Milano

    italiano L2 in Italia

    Italiano L2: dallemergenza alla p

  • Oltre ad essere un salto di qualit anche diun cambiamento di prospettiva che coinvol-ge tutti i docenti e non solo quelli che sioccupano di italiano L2 e di intercultura. Allabase sta la considerazione che leducazioneinterculturale non una disciplina aggiunti-va, ma una dimensione trasversale, unosfondo che accomuna tutti gli insegnanti e gli operatori scolastici. (CM 24/06). Taleconsiderazione comporta lampliamento innumerose direzioni dellagire nelle scuoleriguardo a queste tematiche: occorre affron-tare il nodo della formazione dei docenti inservizio (peraltro in assenza di una normati-va, questa s, che torni a prevedere laggior-namento come componente ineludibile delrapporto di lavoro).Questi anni hanno visto un proliferarebenaugurate di iniziative che vanno in que-sta direzione, nel campo della ricerca acca-demica, della formazione, delleditoria, insostanza di tutti gli operatori del settore.Manca tuttavia il dato di sistema, la possibi-lit di mettere a regime e di sostenere lo svi-luppo dei percorsi formativi per studenti eper docenti in italiano L2 per lo studio

    3.

    Il progetto Sviluppo e certificazione dellecompetenze linguistico-comunicative initaliano L2Se partiamo dal dato attuale, come afferma-to, mancano interventi strutturali specificisugli studenti stranieri volti a perseguireobiettivi dapprendimento legati agli ambitidisciplinari. Ne deriva la frequente situazio-ne che vede lalunno straniero non protago-nista attivo dei propri processi di apprendi-mento, ma destinatario di un input incom-prensibile sul piano culturale e linguistico epossibilmente, se la situazione di isolamen-to dal contesto didattico si protrae nel tem-po, anche su quello cognitivo. In altre paro-le, durante buona parte dellattivit didatti-ca, laddove come nel caso della scuolasecondaria di secondo grado si consolidanopercorsi di tipo disciplinare e modalit didat-tiche in cui prevale, per dirlo in modo imme-diatamente rappresentabile, la lezione fron-tale, gli alunni stranieri rischiano di trovarsiparcheggiati allinterno della classe senzapoter realmente partecipare in modo attivoai percorsi didattici. Il progetto Sviluppo e certificazione dellecompetenze linguistico-comunicative in ita-liano L2 si inserisce in questo contesto epropone lindividuazione di obiettivi di qua-lit certificabili attraverso percorsi formativi

    finalizzati alla promozione delleccellenza.Il progetto si rivolge a studenti stranieri del-le scuole secondarie di secondo grado e aglialunni di almeno quindici anni di et inseritinelle scuole secondarie di primo grado.Le colonne su cui poggia la struttura sonoessenzialmente tre: per ci che concerne glialunni, lo sviluppo delle competenze lingui-stico-comunicative di italiano L2 verso ilivelli avanzati e lacquisizione di strategiedapprendimento adeguate alle necessitformative del contesto scolastico; per quantoriguarda gli insegnanti, un percorso di for-mazione glottodidattica che prevede anchelo sviluppo di competenze organizzative.Il progetto nasce nel 2006 a Parma per ini-ziativa di una rete di istituzioni locali(Provincia e Comune di Parma, Ufficio scola-stico provinciale, Universit degli Studi diParma, CTP IV Circolo di Parma, parecchiistituti secondari di primo e secondo gradodella citt).La logica che lo governa quella dellotti-mizzazione delle risorse del territorio attra-verso la partecipazione in rete di enti e isti-tuzioni, ognuno disponibile a mettere adisposizione le proprie competenze e le pro-prie risorse per cercare, insieme, di cogliereobiettivi di qualit, difficilmente realizzabilisenza un coordinamento e un dialogo sia infase progettuale che in fase attuativa tra idiversi attori. Questa logica quella esplici-tamente indicata e fortemente caldeggiatanelle Linee guida della CN 24/06Gli alunni che partecipano al progetto hannogi raggiunto un livello di competenza lin-guistica minimo quantificabile secondo lascala del Quadro Comune europeo di riferi-mento in un A2 compiuto. Obiettivo del progetto portare gli alunni araggiungere un livello di competenza equi-valente almeno al B2 o possibilmente al C1.Consideriamo infatti il livello B2 come lasoglia minima per unadeguata fruizionedelle lezioni scolastiche

    4.

    Gli strumenti per la realizzazione del progettoPatto formativo: sulla scorta dei risultati deitest e dellanalisi dei bisogni dello studente,si strutturato un percorso individualizzatostipulando un patto formativo attraverso ilquale stato disegnato il percorso, stabilitigli obiettivi e il tempo necessario per il lororaggiungimento. Lo strumento normativo a disposizione oggisu cui ci si basati il Piano EducativoPersonalizzato

    5, noto a molti ma ancora non

    13 In.IT

    di Marco Mezzadri

    Gio PontiMilano

    romozione della qualit

  • sfruttato appieno, soprattutto per risponderealle esigenze di individualizzazione degliinterventi e dei percorsi formativi degli stu-denti stranieri. Si tratta senza alcun dubbiodi uno strumento potente che presupponetuttavia un alto livello di condivisione dellafilosofia sottesa e delle strategie applicativeda parte di tutti i docenti. La comprensionee la condivisione di tale strumento costitui-sce per il progetto che stiamo descrivendoun ambito di formazione dapprima per i diri-genti e per i referenti L2 coinvolti e quindiper un pi ampio numero di docenti.

    Curricolarit: il termine sicuramenteimproprio, cos come anacronistico e fuor-viante potrebbe essere la descrizione delpercorso formativo proposto semplicementecome obbligatorio. I meccanismi che si cer-ca di mettere in atto riguardano il coinvolgi-mento attivo della scuola nel suo complessoe in particolare i docenti, oltre naturalmentead alunni e famiglie straniere circa loppor-tunit formativa fornita dal progetto. Ottimoalleato per questo percorso risultato esse-re il pubblico stesso degli studenti stranieriche ha dimostrato notevoli livelli di consa-pevolezza circa i propri bisogni di formazio-ne linguistica in italiano L2 oltre i livelli dicompetenza elementare e la speculare diffu-sa latitanza della scuola nella promozionedei livelli avanzati.Elemento imprescindibile per cogliere lavalenza innovativa del progetto comunquela dimensione di sistema e lenfasi postadalle singole scuole sul percorso formativoche pu giungere, nel rispetto dellofferta diogni singolo istituto, allobbligatoriet delpercorso in italiano L2. La rilevanza del progetto non comportasolamente unanalisi dei benefici per lo stu-dente ma interroga la scuola e in particolarei docenti allinterno dei consigli di classecoinvolti sui meccanismi necessari per ren-dere coerenti le azioni didattiche con gliobiettivi e con le modalit operative propo-sti nei piani educativi personalizzati.

    Organizzazione dei corsi: nella fase inizialedel progetto gli alunni accolti sono stati sot-toposti a test di ingresso che ha valutato leloro competenze sia sul piano della linguaitaliana generale, sia per quanto attiene allalingua dello studio. La costituzione delle classi ha poi portato acreare gruppi omogenei sul piano linguisti-co, disomogenei per quanto riguarda le pro-

    venienze e le nazionalit, misti per lapparte-nenza degli studenti a istituti professionali otecnici, a licei e a scuole secondarie di primogrado.Gli alunni di scuola media hanno cos lapossibilit di avvicinarsi alla scuola superio-re in modo pi diretto. Il progetto agisce inquesto caso anche come strumento per pro-muovere lorientamento scolastico e percombattere il rischio di dispersione. Alla finedel percorso gli alunni certificati potrannopresentare un credito nella scuola superiorecui accederanno con lanno scolastico suc-cessivo.Si sono, quindi, attivati corsi estensivi (3 oresettimanali) di durata annuale, tenuti in dueistituti di Parma da cui proviene una buonaparte degli alunni stranieri in formazione.Qui sono state ospitate le cinque classi perun totale di circa cento studenti. Parte del monte ore settimanale viene dedi-cato al lavoro sulla lingua italiana generalefinalizzata al raggiungimento delle compe-tenze per il conseguimento della certificazio-ne e parte dedicato allo sviluppo delle strate-gie di apprendimento e del metodo di studio.

    Valutazione e certificazione: secondo le lineeguida del progetto i corsi sono suddivisi indue quadrimestri con cadenza raccordatacon il termine del primo e del secondo qua-drimestre delle scuole di provenienza. Al ter-mine del primo quadrimestre lo studente sottoposto a verifica sommativa intermediae il risultato viene comunicato al docentecoordinatore del consiglio di classe dellascuola di provenienza.Alla fine dellanno scolastico lo studente vienesottoposto, se ha raggiunto lobiettivo mini-mo del livello B2, a un esame di certificazio-ne internazionale oppure a un esame inter-no con attestazione del livello raggiunto. Icosti della certificazione sono assunti dallarete di soggetti promotori, in particolare dalla Provincia di Parma.Il percorso si ritiene concluso con lassegna-zione da parte del consiglio di classe del cre-dito formativo, in caso di superamento delle-same di certificazione internazionale o delle-same interno oppure, in caso di mancatosuperamento dellesame finale, con lasse-gnazione di un debito formativo che il consi-glio di classe valuter in maniera formale aseconda delle modalit di ogni singola scuolae delle indicazioni del patto formativo.Alla fine dellanno una relazione finale deidocenti del CTP specifica il programma svol-

    14 In.IT

    Italiano L2: dallemergenza alla promozione della qualit

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    italiano L2 in Italia

  • to dallo studente, gli obiettivi raggiunti e leore frequentate. Quanto sopra esposto costituisce una sortadi guida per loperare delle singole scuoleafferenti alla rete, le quali sono autonomenella definizione delle modalit gestionaliinterne della valutazione riferita al corso diitaliano L2. Allo studente straniero, ovvia-mente, rimane in caso di superamento del-lesame di certificazione la possibilit dispendere nei modi e nelle sedi possibili iltitolo culturale conseguito. opportuno sottolineare che la promozionedella certificazione non contrasta, nellimpo-stazione datale dagli ideatori del progetto,con le considerazioni e le convinzioni matu-rate ormai da decenni in Italia circa la valu-tazione. Il percorso non prevede infatti unatteggiamento certificativo sordo alle sol-lecitazioni della valutazione formativa e inparticolare ai bisogni di costante adegua-mento dei percorsi formativi attraverso cuisi realizza questo progetto. Adottare la certi-ficazione di qualit, nella versione di unadelle certificazioni linguistiche internazionaliproposte per litaliano L2, significa abbrac-ciare la filosofia del miglioramento continuoe finalizzare a un obiettivo concreto il percor-so formativo dellalunno straniero. In questocaso si tratta di unevidente sostituzione diobiettivi formativi di altro tipo che la scuolaoggi non presenta, in quanto non praticacorrente individuare parametri di curricola-rit per litaliano L2, allo stesso tempo pro-movendo percorsi di reale valutazione dellecompetenze linguistico-comunicative deglistudenti stranieri nelle diverse discipline.

    La formazione docenti: a completamento delprogetto, per un miglior funzionamento euna miglior condivisione dello stesso si ritenuto necessario realizzare azioni di for-mazione di base sulla didattica della linguaitaliana a stranieri da destinare ai referentidelle scuole superiori cittadine coinvolte.Lobiettivo prioritario la responsabilizzazio-ne degli insegnanti nella co-gestione delpercorso qui descritto, ma anche quello dirafforzare nei docenti la consapevolezza del-la necessit di affrontare con soluzioni disistema il problema dello sviluppo dellecompetenze linguistico-comunicative in ita-liano di studenti non madrelingua.

    Il disegno curricolare: per quanto riguardagli obiettivi linguistico-comunicativi legati alconseguimento della certificazione linguisti-

    ca il percorso basato sui sillabi inclusi nel-la tipologia di certificazione scelta. Il rappor-to tra lo sviluppo delle competenze linguisti-co-comunicative generali verso i livelli B2 eC1, la preparazione specifica allesame dicertificazione e lo sviluppo dellitaliano perlo studio risulta essere estremamente inter-relato. Ci porta a una gestione particolaredel tempo classe, da un lato e dallaltro alcollegamento tra lesperienza del corso diitaliano L2 e i percorsi curricolari nelle variediscipline. Non questa la sede per unariflessione pi approfondita su questo tema,ma vorremmo proporre il tipo di sillabo del-le abilit di studio che costituisce la cornicedellazione didattica. Il riferimento concet-tuale fornito dal Quadro comune europeo.Alla parte relativa allo sviluppo delle compe-tenze linguistico-comunicative fa da corolla-rio lampio discorso condotto nel Quadrocirca lacquisizione di saperi o competenzegenerali (savoir, savoir tre, savoir faire esavoir apprendre). proprio su questultimosapere che si concentra questa sezione delsillabo del progetto. Lobiettivo il rafforzamento di un'imposta-zione metodologica che conduce allo svilup-po dell'autonomia dello studente attraversoun percorso mirante alla presa di coscienzadelle strategie di apprendimento necessarieper diventare dei bravi studenti in e di lin-gua italiana.La traduzione pratica di queste idee datada un incontro sinergico tra almeno duecomponenti dell'insegnamento: da un lato losviluppo coerente di un sillabo relativo alleabilit di studio, dall'altro, per permetterneun monitoraggio cosciente da parte dellostudente, l'impiego e la spiegazione delletecniche adottate dall'insegnante durantel'azione didattica. Esse vengono poi riassun-te nel sillabo delle abilit di studio.Occorre aggiungere ai due elementi citati, laconsiderazione circa la necessit di imposta-re l'insegnamento in modo da sfruttare almeglio le preconoscenze linguistiche, cultu-rali e strategiche dello studente, in altreparole, bisogna agire al fine di attivare inmaniera efficace la sua expectancy grammar.

    Il sillabo Presentato sotto forma di obiettivi, quelloche segue il sillabo delle abilit e delle tecniche di studio che rientrano nel percorsodi insegnamento della lingua italiana delprogetto che ha come fine ultimo lo svilup-po dellautonomia dello studente.

    15 In.IT

    di Marco Mezzadri

    Vetrerie Salviati VeneziaVaso in vetro soffiato

  • Lo studente sa organizzare il lavoro in classe e a casa

    attraverso l'uso del libro di testo e delle sue diverse componenti (indice, sequenzadei materiali, appendici, tabelle riassunti-ve), diari e piani di lavoro;

    sa relazionarsi e collaborare con l'inse-gnante e i compagni;

    conosce e sa applicare le strategie per migliorare non solo le conoscenze lingui-stiche e culturali, ma anche le tecniche e le abilit di studio;

    Sviluppo e impiego dellexpectancygrammar e comprensione testuale conosce e sa applicare le strategie di pre-

    visione e danticipazione; conosce e sa applicare le strategie di

    elicitazione e dinferenza; conosce e sa applicare le tecniche relative

    alla comprensione globale e dettagliata di un testo orale o scritto;

    sa fare previsioni utilizzando il titolo; sa usare le foto, la grafica e l'impaginazione

    per favorire la comprensione; sa riconoscere la struttura logica di un

    testo; sa identificare i paragrafi, la frase centrale,

    i temi e le parole chiave di un testo; sa dedurre il significato dal contesto; sa indovinare il significato di parole

    sconosciute; sa riconoscere gli elementi di coesione

    del testo; sa usare il titolo, il paragrafo, le frasi ini-

    ziali e finali per comprendere un testo;

    Lavorare sul testo sa riconoscere il tipo di testo; sa riconoscere i personaggi, il narratore,

    l'intenzione dell'autore per scopilinguistici;

    Rielaborare il testo sa sintetizzare informazioni eliminando

    quelle superflue; sa collegare le frasi: le congiunzioni

    subordinanti e coordinanti; sa ricostruire un testo oralmente o per

    iscritto attraverso le immagini; sa prendere appunti ascoltando; sa prendere appunti leggendo; sa rielaborare appunti; sa prendere appunti eliminando

    il superfluo; sa usare e predisporre una scaletta; sa usare e predisporre mappe concettuali;

    sa riscrivere un testo come riassunto; sa elaborare un testo partendo da appunti; sa riconoscere e utilizzare i marcatori del

    discorso orale; sa utilizzare adeguate strategie di elezione

    e conseguimento: ad es. la perifrasi; sa applicare strategie sociolinguistiche

    adeguate: ad es. riconoscere e utilizzare ivari registri;

    Lessico sa imparare parole nuove; conosce, applica e sa sviluppare tecniche

    per la memorizzazione; conosce, applica e sa sviluppare tecniche

    per la rappresentazione mentale visiva, auditiva, emozionale di parole, concetti, informazioni;

    sa riconoscere e utilizzare i prefissi e i suffissi;

    sa comprendere ed elaborare la forma-zione delle parole: dei sostantivi, degli aggettivi, degli avverbi, dei verbi;

    sa riconoscere e utilizzare le derivazioni delle parole e le filiazioni: dal sostantivo all'aggettivo o avverbio; dall'aggettivoal sostantivo; dal verbo alsostantivo, ecc.

    sa applicare strategie lessicali adeguate per la comprensione e l'utilizzo di sinonimie contrari;

    sa applicare strategie lessicali adeguate per la comprensione e l'utilizzo di omo-grafi e parole polisemiche;

    sa applicare strategie lessicali adeguate per la comprensione e l'utilizzo di parole composte;

    sa applicare strategie lessicali adeguate per la comprensione e l'utilizzo della seriazione di parole;

    sa applicare strategie lessicali adeguate per la comprensione e l'utilizzo di modi di dire;

    sa comprendere i limiti d'uso delle parole:termini desueti, settoriali, ecc.;

    Metalingua comprende la metalingua;

    Comunicazione extralingusitica sa compensare la comunicazione

    attraverso i gesti o altri strumenti non verbali adeguati;

    Strumenti didattici e paratestuali conosce e applica tecniche di testing

    e autovalutazione; sa usare il dizionario monolingue;

    16 In.IT

    Italiano L2: dallemergenza alla promozione della qualit

    italiano L2 in Italia

    Piero FornasettiVasi in ceramica

  • 17 In.IT

    sa usare il dizionario bilingue; sa selezionare e usare strumenti di

    consultazione quali grammatiche diriferimento, enciclopedie, siti web, ipertesti multimediali, atlanti;

    sa comprendere e utilizzare tabelle,grafici, istogrammi, diagrammi.

    Il sillabo che qui presentiamo costituisce untentativo di rispondere attraverso lo svilup-po delle tecniche e delle abilit di studio auna parte degli obiettivi che il Quadrocomune europeo illustra in termini di abilitdi studio allinterno della sezione dedicataal saper apprendere e che qui citiamo(Quadro, 5.1.4.3, pp. 132-133).Tra [le abilit di studio] troviamo: la capacit di sfruttare efficacemente le

    occasioni di apprendimento offerte dalle situazioni dinsegnamento, ad es.: - prestare attenzione alle informazioni

    presentate (concentrazione)- cogliere lo scopo del compito da svolgere- cooperare efficacemente nel lavoro in

    coppia e in gruppo- svolgere le attivit usando il pi possibile

    la lingua appresa la capacit di usare il materiale che si ha

    a disposizione per lapprendimentoautonomo

    la capacit di organizzare e usare materialiper lapprendimento auto-diretto

    la capacit di apprendere in modo efficace(sotto laspetto linguistico e socio-culturale) dallosservazione e dallapartecipazione diretta a eventi comunica-tivi, sviluppando e sfruttando le abilitpercettive, analitiche e euristiche

    la consapevolezza dei propri punti di forzae di debolezza nellapprendimento

    la capacit di riconoscere i propri bisogni e definire i propri scopi

    la capacit di organizzare strategie eprocedure per perseguire questi scopi, tenendo contro delle proprie caratteristichee delle proprie risorse.

    Lintervento didattico nellambito del proget-to Sviluppo e certificazione delle compe-tenze linguistico-comunicative in italianoL2 prevede una serie di azioni finalizzateallintegrazione del sillabo sopra proposto,laddove questo non presentasse strategiee tecniche sufficienti per raggiungereadeguatamente gli obiettivi del Quadro.

    ConclusioniPer concludere vorremmo abbozzare unulti-ma riflessione circa il ruolo che lassunzionedi responsabilit da parte di tanti soggettidel territorio ha rispetto ad alcuni problemiche la realt pluriculturale della societ ita-liana di oggi presenta. Il progetto sopradescritto ambisce a fornire un prodotto finale,la certificazione linguistica che vuole esserelo specchio di un percorso formativo il cuiobiettivo principale fornire adeguati stru-menti linguistici agli studenti stranieriaffinch essi possano sfruttare al megliole opportunit formative che vengono loroofferte. La scelta di comunicare in modo trasparentele competenze linguistiche acquisite daglistudenti attraverso la certificazione muoveanche da considerazioni sulla necessit difornire loro una sorta di patente linguisticae alla scuola in quanto istituzione la legitti-mazione a proseguire sulla strada dellinte-grazione scolastica basata su criteri di qua-lit. Uno studente non nativo certificatoai livelli proposti da questo progetto nonpu pi costituire il capro espiatorio sulpiano linguistico per possibili criticit riguar-do ai livelli di apprendimento degli studentinativi che dovessero emergere allinternodelle nostre scuole.

    1 Dati del Centro Studi Sintesi di Venezia resi pubblici il 14-7-2006.

    2 Il tema stato trattato da molti autori e sotto angolature diverse. In ambito glottodidattico vale la pena ricordare alcuni studi su tutti: il lavoro pluridecennale di Jim Cummins su tutti, di cui il capitolo Cognitive Theories of Bilingualism and the Curriculum del testo Baker C.,Foundationsof bilingual Education and Bilingualism, Multilingual Matters, Clevedon 1996, pp. 144-161 propone una sintesi convincente. Oppure in ambito italiano le riflessioni sviluppate da C. M. Coonan inLa ingua straniera veicolare, Utet Libreria, Torino 2002 (pp. 79-90) o ancora il lavoro legato al Progetto ALIAS (Approccio Lingua Italiana Allievi Stranieri) a cura di M. C. Luise, Italiano L2: fondamenti e metodi, vol. 1, Guerra Edizioni, Perugia 2003.

    3Sia per quanto riguarda le esperienze di formazione nelle scuole, sia per lambito accademico e delleditoria, non potremmo che fare torto a tanti se citassimo alcuni esempi. Ci limitiamo allora a riportare la memoria sulProgetto pilota del MIUR, Direzione generale del personale della scuola, in collaborazione con 21 Universit: Azione italiano L2: Lingua di contatto,lingua di culture. Una riflessione su questo progetto a cui rimandiamo proposta da P.E. Balboni in Il Progetto Italdue del MIUR, articoloapparso su In.it n. 17 (2005).

    4La scala globale contenuta nel Quadro comune europeo per le linguepropone nella traduzione italiana (Oxford/Nuova Italia, Firenze 2002) quanto segue riguardo alle competenze dellapprendente di livello B2: in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti sia astratti, comprese le discussioni tecniche nel proprio settore di specializzazione. in grado di interagire con relativa scioltezza e spontaneit, tanto che linterazione con un parlante nativo si sviluppa senza eccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari earticolati su unampia gamma di argomenti e esprimere unopinione su un argomento dattualit, esponendo i pro e i contro delle diverse opzioni.

    5 Il D.P.R. 31/08/1999 n. 394, art. 45, comma 4 recita: il collegio dei docentidefinisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi dialunni per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ovepossibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana pu essere realizzata altres mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla basedi specifici progetti, anche nell'ambito delle attivit aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa.

    NOTE

    di Marco Mezzadri

    Piero FornasettiFornasetti girl

  • uno dei mezzi dicomunicazione pi diffusie pervasivi della nostraepoca e riesce a riprodurree a trasformare i modellicollettivi e le immaginidella societ stessa, quindipu essere considerataun valido strumento permigliorare la capacit di

    comprendere lItalia, oltre che per presenta-re e consolidare i diversi usi linguistici eapprofondire i fenomeni socioculturali.In particolare, illustreremo qui i vantaggidegli spot televisivi perch, come ben sap-piamo, limmagine in movimento, richiaman-do lattenzione del destinatario e coinvolgen-dolo soprattutto a livello emozionale, si rive-la molto utile per presentare a scopo glotto-didattico quelle componenti non verbali che,intersecandosi con la lingua, danno unit ecompiutezza a ogni tipo di messaggio. Non bisogna dimenticare infatti che, datoche lindagine culturale passa anche attra-verso lanalisi dei modelli relativi per esem-pio alle abitudini alimentari, ai valori e aglistili di vita di un popolo, necessario farscoprire agli allievi proprio quegli aspetti equei modi di vita tipicamente italiani chedevono sempre essere confrontati con glistili di vita e con i valori di cui portatoreogni studente straniero.Infatti, se il parlante nativo riesce a interpre-tare certe allusioni e certi significati legati,per esempio, a un determinato gesto, a unparticolare capo dabbigliamento o aune-spressione ironica, lo studente straniero habisogno di essere guidato nellosservazionee nella scoperta di queste specifiche regoleduso.Il fatto che quella italiana sia una fra le cul-ture che utilizzano maggiormente il contattofisico con gli interlocutori e che ricorronospesso a gesti di tipo convenzionale, nonpu che favorire poi lo sfruttamento didatti-co degli spot in tutti gli aspetti, visto che ilcodice cinesico di cui ha imparato ad avva-lersi la pubblicit si rivela decisamente utileper catturare lattenzione del destinatariodestando la sua curiosit.La pubblicit, in cui abiti, oggetti e cureestetiche provvedono inoltre a rispecchiarele convenzioni e le regole di una data comu-nit socioculturale, pu essere pertanto digrande utilit nel mostrare le differenze fra ivalori, gli aspetti sociali e di costume pre-senti nei diversi paesi, al fine di mettere in

    campo lanalisi comparativa con culturediverse dalla propria e di incoraggiare lacomprensione, il rispetto e, perch no,lamore verso lAltro.

    Spot per studenti adulti di italiano L2I messaggi pubblicitari generano di solito unimmediato interesse da parte degli studentiadulti, in quanto agevolano il loro impattocon la nuova realt, soprattutto se i vari fil-mati presentano limmagine di unItaliaattuale, dinamica e che potr essere da loroosservata e vissuta.Chiaramente, necessario che il docente fil-tri con le sue competenze il materiale auten-tico in questione, trasformando linput tele-visivo in uno strumento valido ed efficace eaiutando gli studenti a estrapolare e a ren-dere applicative le potenzialit del filmato.In particolare, dovr analizzare e valutare glielementi da porre in evidenza dal punto divista dei significati prettamente linguistici eculturali e della loro pertinenza con il pro-gramma del corso, non dimenticando ditenere in considerazione gli aspetti sociolin-guistici, paralinguistici ed extralinguistici.Per sfruttare appieno i vantaggi che la pub-blicit pu offrirci, occorre scegliere il filma-to da utilizzare adottando il punto di vistadel ricevente, poich sar lui a decodificareil messaggio propostogli e ad attribuirgli unsignificato in base alle sue conoscenze e allesue componenti affettive (Lageder E.,Lageder L. 1990: cap.1).Si considerer pertanto innanzitutto letdegli studenti destinatari, il loro livello lin-guistico e i loro possibili interessi.Nel nostro caso si dovr ricercare del mate-riale che presenti dei temi che siano ade-guati alla crescita psicologica e sociale deglistudenti adulti e che riescano a metterli incontatto con i modelli culturali e i prodotticon i quali si rapporteranno durante la loropermanenza in Italia. Lutilizzo del materiale pubblicitario puessere utilizzato per tutti i livelli, ma natural-mente occorre far attenzione alle caratteristi-che che ogni spot presenta.Se per un livello elementare si preferisconoinfatti pubblicit di facile comprensione (siaa livello del significante che del significato)e si faranno osservazioni riguardanti i diver-si ambiti di vita quotidiana puntando sul les-sico e sulle strutture morfosintattiche dibase, per un livello intermedio si introdur-ranno testi che presentano, oltre che conver-sazioni quotidiane pi complesse, alcuni fra

    18 In.IT

    Armando TestaCampagna pubblicitaria

    Pirelli

    italiano L2 in Italia

    LAPUBBLI-

    CIT

    La pubblicit televisiva nella did

  • 19 In.IT

    di Grazia Musumeci

    i pi noti elementi extralinguistici e si guide-ranno gli allievi nella scoperta dei riferimentisocioculturali impliciti presenti nellannun-cio. Per un livello pi avanzato si sceglieran-no invece quegli spot che propongonovariet di lingua decisamente distanti daquella neo-standard e riferimenti impliciti dinon facile comprensione e si potranno gui-dare gli studenti a riconoscere le strategiecomunicative che si trovano sempre dietroogni annuncio pubblicitario, il target a cuilannuncio rivolto, cos come gli stereotipipresenti nel testo.In ogni caso, si dovr quindi analizzare cor-rettamente il significato e il significante deimessaggi pubblicitari da proporre per crearepoi delle attivit appropriate, finalizzate afornire quegli strumenti necessari a svolgereuna lettura critica dei fenomeni in questionee a stimolare losservazione degli elementidi lingua e di costume.Per comprendere appieno il testo di un qual-siasi messaggio occorre inoltre trascriveretanto il sonoro quanto le immagini e regi-strare i dialoghi separatamente, in modo daprestare attenzione al rapportosonoro/immagini e allinfluenza che questopu avere nella ricezione e nella comprensi-bilit del messaggio. La registrazione audio, in particolare, potrrivelarsi utile per presentare attivit di tipoaudio-orali che mirano a isolare i tratti pro-sodici, fonetici e fonologici presenti nel mes-saggio (Pavone L., 2003: cap.3). In una fase successiva si potr segmentare ilvideo in microsequenze, in relazione agli ele-menti del testo da presentare (personaggi,argomento, ecc.) e agli obiettivi linguistico-comunicativi che si intendono perseguire.Prima di affrontare la fase di globalit equindi la visione dello spot stesso neces-sario contestualizzare il filmato da presenta-re, guidando il processo di anticipazione eaiutando ad attivare le preconoscenze deglistudenti relative allargomento del filmato. Richiamare questo tipo di conoscenze,acquisite nei livelli precedenti o tramiteesperienza diretta, indispensabile perchpermette allinsegnante di conoscere i pro-pri studenti e le loro esigenze, incoraggian-do fin da subito un dialogo con la classeteso ad instaurare un clima disteso.Appurato che linformazione visiva pone insecondo piano quella uditiva, presentare auna prima visione un filmato completo diimmagini e sonoro potrebbe pregiudicare lacomprensione del testo, che si baser quasi

    completamente su quanto verr visto.Pertanto, potrebbe essere utile presentareper la prima visione lo spot senza il sonoro,in modo da far prevedere le espressionilinguistiche compatibili con quanto suggeritodalle immagini, cos come far ascoltare ilsonoro senza lausilio delle immagini, inmodo da far effettuare allo studente ipotesirelative al possibile scenario comunicativo.Gli studenti dovranno indicare cos, megliose in gruppo, il maggior numero di notizierelative agli elementi che possibile estrapo-lare dal testo e di cui hanno preso appuntidurante la visione, per poi avere un riscontroper mezzo della visione completa del filmato.Durante la visione si potranno presentareabbinamenti, tabelle da riempire, completa-menti o risposte a scelta multipla che avrannoil fine di guidare la comprensione del testo. Dopo losservazione e lanalisi degli elemen-ti strettamente linguistici, si guideranno glistudenti nellosservazione delle variet lin-guistiche e dei registri linguistici presentinello spot (competenza sociolinguistica),soffermandosi sulle parole o sulle espressio-ni di tipo colloquiale o formale. Si potrinoltre focalizzare lattenzione sul ruolo chepossono avere aspetti quali lintonazione o iltono della voce (competenza paralinguistica)nella comprensione del testo, sul rapportofra immagini e sonoro (ridondante, comple-mentare, autonomo, contrario) e su quegliaspetti metaforici e ironici la cui errata omancata interpretazione potrebbe pregiudi-care la comprensione del messaggio. Per quanto riguarda lanalisi di tipo cultura-le, si potranno mettere in risalto, attraversodelle griglie per esempio, il valore deimodelli culturali nella vita degli Italiani, oltreche quegli elementi relativi per esempio allacomunicazione non verbale (competenzaextralinguistica) allinterno della quale potre-mo far notare i significati e il ruolo dei gesti,cos come il valore culturale degli spazi edelle distanze.In seguito, si potranno prevedere diversiesercizi di ampliamento, utilizzando peresempio testi paralleli (che mostrano cio lostesso tema presente nello spot esaminato),o lavori che comportino il reimpiego creativodei contenuti appresi fino a quel momento. Lutilizzo di testi paralleli, in particolare, puessere di grande aiuto per ampliare le noti-zie relative agli schemi culturali presentatidal testo pivot e per inserirne di nuovi,facendo leva ancora una volta sulla motiva-zione degli studenti.

    Oliviero ToscaniCampagna pubblicitariaBenetton

    attica dellitaliano L2

  • Articoli di approfondimento, sondaggi,fumetti, o pi semplicemente immagini per-metteranno cos allo studente, oltre che dirichiamare alla mente ci che stato espo-sto nellunit, di ampliare le informazionirelative allargomento presentato. Si potr chiedere agli allievi di esprimere leproprie impressioni su quanto stato appre-so, o di presentare, magari in gruppo, unoslogan pubblicitario relativo a un modelloculturale tipico del proprio paese, offrendoloro la possibilit di manifestare apertamentele proprie idee e di mettere in evidenza le dif-ferenze di forma, distribuzione e significato

    6.

    Presentiamo qui, a titolo di esempio, un per-corso didattico da proporre a degli studentistranieri adulti di livello intermedio e cheprende spunto da due fra i pi noti spot tele-visivi mandati in onda la scorsa estate(Aranciata San Pellegrino e Granigel). Ilseguente lavoro non riporta nella sua inte-rezza le attivit create per lunit, ma alternaagli esercizi proposti per intero delle brevidescrizioni che espongono i contenuti diquegli esercizi che hanno bisogno di sussidiaudio e video per essere mostrati o che uti-lizzano immagini estrapolate dal filmatopubblicitario stesso (e che pertanto non pos-siamo mostrare in questa sede).

    La pubblicit televisiva nella didattica dellitaliano L2

    20 In.IT

    italiano L2 in Italia

    Prodotto: Aranciata San Pellegrino

    Descrizione: si tratta di tre spot umoristiciin cui un addetto al controllo qualitSanpellegrino esamina attentamentelorigine delle arance pervenute nello stabilimento

    Durata: 30 (primo); 15 (secondo); 15 (terzo)

    Target: adulti stranieri di livello intermedio

    Obiettivi linguistici: lessico relativo agliagrumi e ad alcuni aggettivi qualificativi

    Obiettivi sociolinguistici: variet regionaledellitaliano (siciliana) e dialetto siciliano

    Obiettivi extralinguistici: porre in evidenzalarancia come agrume tipico siciliano, ilcanto popolare tipico siciliano Ciuri Ciurie i significati di alcuni fra i gesti conven-zionali pi diffusi in Italia

    Numero attivit: 1-19

    Prodotto: Granigel

    Descrizione: lo spot presenta un uomobaffuto che si aggira in un supermercatoalla ricerca della granita Granigel

    Durata: 15

    Target: adulti stranieri di livello intermedio

    Obiettivi linguistici:

    Lessico: aggettivi qualificativi

    Obiettivi sociolinguistici:

    Variet: variet regionale dellitaliano(siciliana)

    Obiettivi extralinguistici: porre in evidenzalimmagine stereotipata del Siciliano, datadallabbigliamento e dal suo attaccamentoalla famiglia e alla madre in particolare

    Numero attivit: 20-28

    BialettiMoka

  • La scelta di utilizzare i tre spot Sanpellegrinoper la creazione del presente percorso didat-tico stata imposta dal successo ottenuto edalloriginalit dellidea che sta alla basedegli spot stessi; la scena iniziale semprela stessa: un responsabile del controllo qua-lit Sanpellegrino valuta la sicilianit dellearance pervenute nello stabilimento into-nando un tipico inno della Sicilia: Ciuri ciuri. Solo larancia che sapr rispondergli a ritmodi tarantella avr il permesso di continuarela strada che la condurr finalmente a diven-tare Aranciata Sanpellegrino, a differenzadelle altre che saranno irrimediabilmentecacciate. Inutile dire che tutti i tentativi dellearance clandestine di passare inosservateverranno ovviamente sventati.Al fine di sviluppare i meccanismi di predi-zione, sono stati scelti degli esercizi che sot-to forma di risposta multipla e di domandaaperta aiuteranno, oltre che a contestualizza-re gli spot che verranno presentati successi-vamente e a riflettere sulla parola-chiaveclandestine, a confrontare le abitudini ali-mentari dei paesi dai quali provengono glistudenti con quelle italiane.

    1. Indica nella prima colonna quali sono, secondo te, le bevande pi consumatein Italia, mentre nella seconda quelle pidiffuse nel tuo paese.

    Coca colaBirraChinottoLimonataVinoAltro ...

    Dopo questa fase, si presenter per la primavisione lo spot senza il sonoro, al fine di farprevedere le espressioni linguistiche compa-tibili con quanto suggerito dalle immagini.In tal modo gli studenti formuleranno ediscuteranno insieme delle ipotesi relative aquanto visto.

    Al fine di aiutare lo studente a raggiungereunadeguata competenza cinesica, si chie-der poi di individuare il significato del gesto(pollice alzato= ok) compiuto dalluomonel contesto particolare dello spot presenta-to e di trovare (nellesercizio seguente) allinterno di un insieme di immagini raffigu-ranti altri gesti (Diadori 1990: pp.33-36) quelliche presentano un significato affine a quellocompiuto dalluomo.

    Succhi di fruttaTSidroAranciataCaff

    6. Adesso guarda questi gesti e segna quelliche secondo te hanno un significatosimile al gesto compiuto dalluomo.

    21 In.IT

    di Grazia Musumeci

    a c

    d e f

    b

    IllyTazzina da collezione

  • Durante la visione completa dello spot sarchiesto agli studenti di completare un clozetest che riproduce la frase proferita dallavoce fuori campo alla fine dei tre spot(Solo le vere arance siciliane diventano, la-ranciata, la rossa e lamara Sanpellegrino).Questa frase servir anche a introdurre unesercizio che mira a far notare agli studenti,abituati probabilmente a una variet di lin-gua neostandard o tipica della regione in cuisono inseriti, come le parole esposte dallavoce fuori campo presentino una pronunciae unintonazione di evidente provenienzasiciliana.A tal proposito verranno presentate delleregistrazioni che, presentando la medesimafrase con pronunce regionali differenti (mila-nese, romana e genovese), aiuteranno lallie-vo ad allenare la ricezione di variet diverse.Successivamente verranno introdotti degliesercizi sotto forma di scelta multipla, clozee completamenti che permetteranno allostudente di comprendere globalmente ilmessaggio, mentre degli incastri avranno ilfine di ordinare, secondo la corretta succes-sione, le immagini viste nello spot. Una vol-ta stabilito lordine, lo studente dovr com-mentare ciascuna immagine, in modo da ricostruirne la storia. Tali tecniche sono stateinserite, oltre che per la loro efficacia prag-matica, anche perch risultano generalmen-te gradite agli studenti adulti, i quali potran-no valutare privatamente i risultati tramiteil riascolto del testo originale.

    In seguito, lo studente verr indotto a riflet-tere sullespressione siciliana Veru sicilianusugnu e in particolare sulla particolarecostruzione della frase che, come nel latino,riserva al verbo lultima posizione. Per ampliare le informazioni riguardanti gliagrumi e la loro diffusione stata introdottauna miniricerca (tratta e adattata dalGrande Dizionario Enciclopedico Utet), allaquale sono state abbinate delle domande ditipo vero/falso che permettono di verificarela comprensione del testo.Lintroduzione di alcune stampe pubblicitarieche pubblicizzano lo stesso prodotto per-mette di far notare allo studente la distanzafra le due tipologie pubblicitarie, oltre che lapresenza di altre espressioni siciliane(Figghiu, Matri mia, Ti vogghiu beni,ma ) che potrebbero interessare soprattut-to quegli studenti che risiedono in Sicilia eche quindi avrebbero a che fare nella vita ditutti i giorni con espressioni di questo tipo.La presenza di queste espressioni