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n. 616 Domenica 15 ottobre 2017 Motto perpetuo Ogni volta che viene realizzato un mutamento genetico, lo Stato sta decidendo quali siano i geni giusti e i geni sbagliati(Jeremy Rifkin , 1945) di Luca De Biase Crossroads TERAPIE GENICHE IN CERCA DI CURA L e terapie geniche sono in pieno sviluppo. Intervengono sul Dna dei pazienti per correggere errori nel sistema di informazioni che fa funzionare la vita, o che genera invece disfunzioni. Sta per essere valutato - e probabilmente approvato, come riporta il Financial Times - dalla Fda un trattamento che curerà in una sola somministrazione una rarissima malattia che rende praticamente ciechi i bambini. La Spark Therapeutics che vuole portare sul mercato il trattamento non annuncerà il costo del trattamento fino a quando non sarà approvato definitivamente, ma gli analisti sostengono che si aggirerà intorno al milione di dollari. Il trattamento si chiama Luxturna e servirà alle persone affette da “Amaurosi congenita di Leber”, stimate in circa 6mila in Usa e Europa, per le quali fino a ora non erano possibili cure. L’origine della tecnologia è una ricerca condotta da Telethon. In passato, Telethon aveva dato in licenza un’altra terapia genica - Ada-Scid - alla Gfk. Che l’ha messa sul mercato, con l’approvazione dell’Ema, a circa 650mila dollari per trattamento. Le malattie rare riguardano poche persone ma sono molto numerose: il costo unitario elevato delle cure sarà sostenibile? Siamo di fronte a un cambiamento radicale del sistema sanitario? «Dobbiamo ammettere che ci sono poche alternative: o dovremo mettere in campo una nuova economia sanitaria che aumenti molto le risorse a disposizione delle cure; oppure dovremo decidere che non tutti meritano di essere curati; oppure troveremo il modo di produrre trattamenti a costi molto più bassi» commenta Francesca Pasinelli direttore generale di Telethon. Esiste in effetti una strada di sviluppo delle terapie geniche che prevede la realizzazione di “piattaforme” che consentano la distribuzione di trattamenti per diverse malattie: l’economia di scala si farebbe sulla piattaforma, la cura su misura con il singolo trattamento. È un percorso che va esplorato, anche se servono enormi investimenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA direttore responsabile Guido Gentili redazione Luca De Biase (caporedattore), Pierangelo Soldavini (vicecaporedattore), Alessia Maccaferri (caposervizio), Francesca Cerati (vicecaposervizio), Luca Tremolada (coordinatore Nòva24tech online), Antonio Larizza ufficio grafico Cristiana Acquati, Clara Mennella, Antonio Missieri digital design Laura Cattaneo nòva aj powered by Seac02 Ingegneria genetica Dna e Rna Applicazioni L’editing genetico diventa umano Le forbici molecolari Crispr hanno dimostrato di essere una tecnica versatile. E ora a 5 anni dalla scoperta stanno per partire i trial sull’uomo Alimentazione globale/1 Più fotosintesi più cibo Grazie all'editing genetico e senza incrementare il consumo di suolo e acqua. Test su soya e kassava di Agnese Codignola Alimentazione globale /2 Il potenziale delle alghe verdi Due studi pubblicati su Cell lasciando intravedere un ampio spazio di potenziamento della fotosintesi di Agnese Codignola Ogm Food evolution Attivisti pro e anti Ogm sostengono che la scienza è al loro fianco. Un film mette a confronto il dibattito di Agnese Codignola di Francesca Cerati a Sono passati solo cinque anni dalla sua scoperta, eppure Crispr – lo strumento sem- plice ed economico per l’editing genetico - dopo aver dimostrato in laboratorio le sue potenzialità è già pronto per essere testato sull’uomo. In questo breve lasso di tempo, che in ambito scientifico è davvero pochissi- mo, queste forbici molecolari si sono guada- gnate una notevole reputazione: essere la tecnologia che rivoluzionerà la medicina, e a guardare i successi ottenuti solo in quest’ul- timo anno, ne ha tutte le potenzialità. Senza fare troppi passi indietro, ma fer- mandoci al 2017, grazie a Crispr i ricercatori hanno: “corretto” il Dna embrionale portato- re della cardiomiopatia ipertrofica, una ma- lattia genetica del cuore che colpisce una per- sona su 500; eradicato il virus Hiv e impedito il progredire dell’infezione in tre diversi mo- delli animali; sviluppato organismi semi-sin- tetici coltivando il battere Escherichia coli con un codice genetico anomalo a 6 lettere; creato con il metodo taglia-incolla un gene capace di mirare il centro di comando del cancro nei to- pi; costruito superbugs suicidi, ovvero ag- giungendo sequenze di geni resistenti agli antibiotici nei batteriofagi si sono innescati meccanismi auto-distruttivi, una via alterna- tiva a nuovi antibiotici; limitato la diffusione delle zanzare colpendo i geni della fertilità; modificato la malattia di Huntington nei to- pi; progettato alghe che producono il doppio di biocarburante rispetto a quelle “naturali”. Infine, le più recenti scoperte vengono da uno dei padri di questa tecnica, il cinese naturaliz- zato americano Feng Zhang, che ha dimo- strato su “Nature” che Crispr funziona in mo- do efficiente anche per smaltire in modo dif- ferenziato l’Rna dei mammiferi e delle piante, eguagliando e superando le prestazioni del- l’Rna intereferenza (approccio usato in pre- cedenza a questo scopo), e poco prima, su Science, ha mostrato come Crispr possa esse- re applicato anche alle diagnosi mediche. L’ha chiamato Sherlock (Specific High Sensitivity Enzymatic Reporter UnLocking) e proprio come un detective è in grado di rilevare nei campioni di pazienti la presenza di virus (co- me Zika e Dengue), di batteri e addirittura di specifiche sequenze genetiche mutate pre- senti in certi tipi di cancro. Sulla carta, la sen- sibilità è un milione di volte superiore a quella del più comune test in uso oggi, l’Elisa. Risultati sorprendenti, che ci permettono di intravedere quello che potrà davvero esse- re la medicina del futuro: modificare il no- stro corpo per combattere o prevenire le ma- lattie attraverso un sistema tuttofare e mo- dulabile. Perché a seconda dell’enzima a cui è associato (Cas9, Cas13, Cas13a, ecc), Crispr interviene in maniera precisa e con meccani- smi diversi sul Dna o sull’Rna. Tutte queste evidenze in ambito della ri- cerca di base e preclinica hanno creato le condizioni per avviare le prime sperimenta- zioni cliniche sull’uomo, e sono già una ven- tina i trial in cantiere. Molti di questi si basa- no sulla rimozione delle cellule dal paziente, la riscrittura del Dna sostituendo o spegnen- do il gene “fallato”, e il reinserimento delle cellule modificate nel paziente. Tra queste c’è quella del gruppo di ricercatori dell’Istitu- to San Raffaele Telethon per la Terapia geni- ca (Sr-Tiget) di Milano che ha messo a punto la road map per sperimentare l’editing del genoma per il trattamento di una grave ma- lattia ereditaria, l’immunodeficienza severa combinata trasmissibile tramite cromoso- ma X (Scid-X1). «L’editing del genoma - evo- luzione della terapia genica - consente di correggere il difetto genetico in maniera pre- cisa direttamente sulla sequenza di Dna mu- tata, come un tipografo che corregge le lette- re di un testo - spiega Luigi Naldini, direttore del Sr-Tiget e docente all’Università Vita-Sa- lute San Raffaele, nonchè membro nel comi- tato scientifico internazionale Human gene editing study della National academy of sciences e della National academy of medici- ne -. Questo è un vantaggio straordinario, perché permette di ripristinare la funzione e conservare la naturale regolazione del gene – quanto, quando e dove viene espresso. Nel nostro studio lo abbiamo applicato alle cellu- le staminali del sangue che una volta corrette riacquisiscono la capacità di produrre le cel- lule mancanti del sistema immunitario». Ma anche se è relativamente semplice ri- muovere questo tipo di cellule, editarle e reinserirle in circolo, non è possibile farlo nella maggior parte dei tessuti. Poter modifi- care le cellule all’interno del corpo senza ri- muoverle permetterebbe infatti di trattare molte altre condizioni - dai disturbi genetici al colesterolo alto. Affinché Crispr possa esprimere il suo potenziale, deve quindi tro- vare la strada giusta all’interno dell’organi- smo per arrivare al bersaglio. Si apre quindi anche l’area di ricerca che sperimenta le “tec- niche di consegna”. Un primo tentativo è stato fatto in Cina per trattare il papillomavirus per via topica. I ri- cercatori stanno sviluppando un gel capace di inattivare i geni virali dell’Hpv lasciando intatto il Dna delle cellule sane. Il gel verrà applicato direttamente sulla cervice due vol- te alla settimana per 4. All’Università di Wisconsin-Madison stanno sviluppando un probiotico Crispr bevibile o commestibile che colpisce solo i batteri nocivi. Ad Harvard sono state testate con ottimi risultati iniezio- ni a base di Crispr direttamente nelle orec- chie dei topi per disattivare un gene chiama- to Tcm1, responsabile di una progressiva perdita uditiva. Infine, anche gli innesti cuta- nei potrebbero essere un modo per gestire il diabete di tipo 2. All’Università di Chicago li hanno utilizzato per ridurre l’obesità e i livel- li di zucchero nel sangue. © RIPRODUZIONE RISERVATA Onlife Expansion Percezione Dimensione esistenziale Esperienze senza più confini Online offline si mischiano: il digitale pervasivo dà vita a nuove dimensioni fruitive di Francesco Morace a Per molti anni si è discusso della relazione delicata tra reale e virtuale, fisico e digitale, e soprattutto tra esperienza online e offline, come dimensioni alternative e/o contrap- poste. I due mondi apparivano inconciliabili e in contrasto anche nella vita personale, sol- levando paure e polemiche, e attivando in una parte della società comportamenti di- fensivi e logiche avversative (si, ma...). Nelle strategie di comunicazione e soprattutto nel retail, si sono fronteggiati per anni questi due mondi: offline (ad es. Walmart) contro online (ad es. Amazon). Si sono immaginate seconde vite o esistenze parallele nel cyber- spazio, capacità relazionali dei negozianti o algoritmi per interpretare i gusti dei clienti. Poi è arrivato lo smartphone e ha messo d’accordo tutti, annullando progressiva- mente il gap tra i due mondi di esperienza e rendendo possibile una convergenza per- vasiva tra fisico e digitale, definendo le ca- ratteristiche di una dimensione in prece- denza inimmaginabile: l’esperienza Onlife. Amazon ha aperto negozi fisici, Walmart ha avviato una potente piattaforma di vendite online. In Italia Gnammo, che propone cene a casa di privati utilizzando una piattafor- ma digitale, o Cortilia, che consegna a do- micilio cassette di frutta e verdura fresca sulla base di richieste personalizzate, inter- pretano la strada italiana dell’onlife, par- tendo da una delle passioni nazionali: la preparazione dei cibi in casa. La pervasività dell’onlife – come spieghe- remo venerdì 20 ottobre alle 14,15 al Festival della Crescita (Milano, Palazzo delle Stelli- ne, www.festivalcrescita.it ) - è tale da stra- volgere la vita quotidiana di ciascuno in ter- mini di percezione ancora prima che di co- municazione e relazione. L’onlife tende cioè a espandersi secondo una progressione ge- ometrica che non si limita a contrarre il tem- po e annullare lo spazio come avveniva in passato, ma a mescolarli in modo imprevi- sto, espandendo lo spazio vitale e rendendo elastico il tempo, intervenendo nelle pieghe più nascoste e private del quotidiano e delle attività di ciascuno. Vengono così abbattute le frontiere tra prodotto e servizio, pubblico e privato, psi- cologico ed economico, e le aziende stesse si trovano a intervenire in dimensioni fruitive che mai avremmo immaginato: sia vertical- mente, accompagnando in modo innovati- vo l’esperienza unica dei propri clienti, sia orizzontalmente, entrando in mondi e set- tori merceologici contigui e poi sempre più distanti dal business originario, come dimo- strano i progetti sempre più ambiziosi di Go- ogle, Amazon, Apple, Facebook. Occhiali che integrano la vista con stimoli digitali e auto che si guidano da sole (Google), riconosci- mento facciale (Apple) e manipolazione del- l’umore (Facebook): ogni dimensione esi- stenziale viene metabolizzata e sperimenta- ta fino alla frontiera estrema che risponde al sogno dell’immortalità. Yuval Noah Harari nel suo libro Homo Deus affronta questo paradosso: da un lato ci sentiamo divini, dall’altro abbiamo paura che la macchine ci sovrastino. E chiude con una domanda: è più importante l’intelligen- za o la consapevolezza? Mentre Thomas L. Friedman in Grazie per essere arrivato tardi a sua volta chiarisce che il digital divide è de- stinato a esaurirsi con il potenziale di acces- sibilità ubiqua, mentre si allarga il solco di un motivational divide che penalizza i popoli e i paesi ricchi, soprattutto le generazioni più giovani che - ebbri di dati - si dimostrano de- boli in termini di motivazione e tensione verso il futuro, mentre paesi come India e Ci- na sono impegnati a fondo nel recupero di posizioni che implicano integrazione di in- formazione e conoscenza. L’Onlife Expansion tende dunque a una espansione senza confini definiti della pro- pria presenza nell’esistenza collettiva e indi- viduale, resa possibile dal potere digitale che tutti noi oggi abbiamo nelle nostre tasche: il digitale diventa pervasivo e a noi rimane il compito di incanalarlo sui progetti che più ci stanno a cuore, nella nostra “totalife”. Tutto ciò interviene a diversi livelli e ci piace se- gnalare in chiusura un caso che interviene nel mondo della sicurezza e dello spazio ur- bano, proponendo l’esperienza Virtual Crash: nelle grandi città europee migliaia di pedoni sono vittime di incidenti e nella sola città di Parigi la media annuale è di 4.500 persone investite. Partendo da questo dato, l’autorità fran- cese di sicurezza stradale (Driea) con il sup- porto creativo dell’agenzia Serviceplan, ha attivato a Parigi una campagna per aumen- tare la consapevolezza circa i pericoli dettati alla dilagante “distrazione digitale”, causa principale di incidenti stradali urbani. In al- cuni incroci strategici della città, sono stati posizionati dei sensori che si attivano al pas- saggio pedonale con il rosso. A quel punto il soggetto viene coinvolto in un incidente vir- tuale, come se un’automobile stesse inutil- mente frenando, investendolo. L’espressio- ne di terrore del pedone viene fotografata e mostrata in tempo reale su un cartellone di- gitale posto dall’altro lato della strada, dove un claim recita: «Non guardare la morte in faccia, attraversa in sicurezza». L’altra faccia dell’Onlife Expansion. © RIPRODUZIONE RISERVATA Aumenta il giornale Scarica la app NòvaAJ, inquadra l'immagine con il logo dell'app. Scarica il contenuto, leggi e condividi Statua di Amenofi II assiso in trono, dal Tempio di Karnak © The Egyptian Museum, Cairo

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Page 1: Ingegneria genetica Dna e Rna Applicazioni L’editing ...Ingegneria genetica Dna e Rna Applicazioni L’editing genetico diventa umano Le forbici molecolari Crispr hanno dimostrato

n. 616 Domenica 15 ottobre 2017 Motto perpetuo Ogni volta che viene realizzato un mutamento genetico, lo Stato sta decidendo quali siano i geni giusti e i geni sbagliati(Jeremy Rifkin , 1945)

di Luca De Biase

Crossroads

TERAPIEGENICHEIN CERCADI CURA

L e terapie geniche sonoin pieno sviluppo.Intervengono sul Dnadei pazienti per

correggere errori nel sistema di informazioni che fa funzionare la vita, o che genera invece disfunzioni. Sta per essere valutato - e probabilmente approvato, come riporta il Financial Times - dalla Fda un trattamento che curerà in una sola somministrazione una rarissima malattia che rende praticamente ciechi i bambini. La Spark Therapeutics che vuole portare sul mercato il trattamento non annuncerà il costo del trattamento fino a quando non sarà approvato definitivamente, ma gli analisti sostengono che si aggirerà intorno al milione di dollari. Il trattamento si chiama Luxturna e servirà allepersone affette da “Amaurosi congenita di Leber”, stimate in circa 6mila in Usa e Europa, per le quali fino a ora non erano possibili cure. L’origine della tecnologia è una ricerca condotta da Telethon. In passato, Telethon aveva dato in licenza un’altra terapia genica - Ada-Scid - alla Gfk. Che l’ha messa sul mercato, con l’approvazione dell’Ema, a circa 650mila dollari per trattamento. Le malattie rare riguardano poche persone masono molto numerose: il costo unitario elevato delle cure sarà sostenibile? Siamo di fronte a un cambiamento radicale del sistema sanitario?«Dobbiamo ammettere che ci sono poche alternative: o dovremo mettere in campo una nuova economia sanitaria che aumenti molto le risorse a disposizione delle cure; oppure dovremo decidere che non tutti meritano di essere curati; oppure troveremo il modo di produrre trattamenti a costi molto più bassi» commenta Francesca Pasinelli direttore generale di Telethon. Esiste in effetti una strada di sviluppo delle terapie geniche che prevede la realizzazione di “piattaforme” che consentano la distribuzione di trattamenti per diverse malattie: l’economia di scala si farebbe sulla piattaforma, la cura su misura con il singolo trattamento. È un percorso che va esplorato, anche se servono enormi investimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

direttore responsabileGuido Gentili

redazioneLuca De Biase (caporedattore), Pierangelo Soldavini(vicecaporedattore),Alessia Maccaferri (caposervizio),Francesca Cerati (vicecaposervizio),Luca Tremolada (coordinatoreNòva24tech online),Antonio Larizza

ufficio graficoCristiana Acquati,Clara Mennella,Antonio Missieri

digital designLaura Cattaneo

nòva ajpowered by Seac02

Ingegneria genetica Dna e Rna Applicazioni

L’editing geneticodiventa umanoLe forbici molecolari Crisprhanno dimostrato di essereuna tecnica versatile. E oraa 5 anni dalla scoperta stannoper partire i trial sull’uomo

Alimentazione globale/1

Più fotosintesi più ciboGrazie all'editing genetico e senza incrementare il consumo di suolo e acqua. Test su soya e kassava

di Agnese Codignola

Alimentazione globale /2

Il potenziale delle alghe verdiDue studi pubblicati su Cell lasciando intravedere un

ampio spazio di potenziamento della fotosintesidi Agnese Codignola

Ogm

Food evolutionAttivisti pro e anti Ogm sostengono che la scienza è al loro fianco. Un film mette a confronto il dibattito

di Agnese Codignola

di Francesca Cerati

a Sono passati solo cinque anni dalla suascoperta, eppure Crispr – lo strumento sem-plice ed economico per l’editing genetico -dopo aver dimostrato in laboratorio le sue potenzialità è già pronto per essere testato sull’uomo. In questo breve lasso di tempo, che in ambito scientifico è davvero pochissi-mo, queste forbici molecolari si sono guada-gnate una notevole reputazione: essere la tecnologia che rivoluzionerà la medicina, e aguardare i successi ottenuti solo in quest’ul-timo anno, ne ha tutte le potenzialità.

Senza fare troppi passi indietro, ma fer-mandoci al 2017, grazie a Crispr i ricercatori hanno: “corretto” il Dna embrionale portato-re della cardiomiopatia ipertrofica, una ma-lattia genetica del cuore che colpisce una per-sona su 500; eradicato il virus Hiv e impedito ilprogredire dell’infezione in tre diversi mo-delli animali; sviluppato organismi semi-sin-tetici coltivando il battere Escherichia coli conun codice genetico anomalo a 6 lettere; creatocon il metodo taglia-incolla un gene capace dimirare il centro di comando del cancro nei to-pi; costruito superbugs suicidi, ovvero ag-giungendo sequenze di geni resistenti agli antibiotici nei batteriofagi si sono innescatimeccanismi auto-distruttivi, una via alterna-tiva a nuovi antibiotici; limitato la diffusione delle zanzare colpendo i geni della fertilità; modificato la malattia di Huntington nei to-pi; progettato alghe che producono il doppio di biocarburante rispetto a quelle “naturali”. Infine, le più recenti scoperte vengono da uno

dei padri di questa tecnica, il cinese naturaliz-zato americano Feng Zhang, che ha dimo-strato su “Nature” che Crispr funziona in mo-do efficiente anche per smaltire in modo dif-ferenziato l’Rna dei mammiferi e delle piante,eguagliando e superando le prestazioni del-l’Rna intereferenza (approccio usato in pre-cedenza a questo scopo), e poco prima, suScience, ha mostrato come Crispr possa esse-re applicato anche alle diagnosi mediche. L’hachiamato Sherlock (Specific High Sensitivity Enzymatic Reporter UnLocking) e propriocome un detective è in grado di rilevare nei campioni di pazienti la presenza di virus (co-me Zika e Dengue), di batteri e addirittura di specifiche sequenze genetiche mutate pre-senti in certi tipi di cancro. Sulla carta, la sen-sibilità è un milione di volte superiore a quelladel più comune test in uso oggi, l’Elisa.

Risultati sorprendenti, che ci permettonodi intravedere quello che potrà davvero esse-re la medicina del futuro: modificare il no-stro corpo per combattere o prevenire le ma-lattie attraverso un sistema tuttofare e mo-dulabile. Perché a seconda dell’enzima a cui èassociato (Cas9, Cas13, Cas13a, ecc), Crisprinterviene in maniera precisa e con meccani-smi diversi sul Dna o sull’Rna.

Tutte queste evidenze in ambito della ri-cerca di base e preclinica hanno creato lecondizioni per avviare le prime sperimenta-zioni cliniche sull’uomo, e sono già una ven-tina i trial in cantiere. Molti di questi si basa-no sulla rimozione delle cellule dal paziente,la riscrittura del Dna sostituendo o spegnen-do il gene “fallato”, e il reinserimento delle cellule modificate nel paziente. Tra questec’è quella del gruppo di ricercatori dell’Istitu-to San Raffaele Telethon per la Terapia geni-ca (Sr-Tiget) di Milano che ha messo a puntola road map per sperimentare l’editing del genoma per il trattamento di una grave ma-lattia ereditaria, l’immunodeficienza severacombinata trasmissibile tramite cromoso-ma X (Scid-X1). «L’editing del genoma - evo-luzione della terapia genica - consente di correggere il difetto genetico in maniera pre-cisa direttamente sulla sequenza di Dna mu-

tata, come un tipografo che corregge le lette-re di un testo - spiega Luigi Naldini, direttoredel Sr-Tiget e docente all’Università Vita-Sa-lute San Raffaele, nonchè membro nel comi-tato scientifico internazionale Human geneediting study della National academy ofsciences e della National academy of medici-ne -. Questo è un vantaggio straordinario, perché permette di ripristinare la funzione econservare la naturale regolazione del gene – quanto, quando e dove viene espresso. Nelnostro studio lo abbiamo applicato alle cellu-le staminali del sangue che una volta corretteriacquisiscono la capacità di produrre le cel-lule mancanti del sistema immunitario».

Ma anche se è relativamente semplice ri-muovere questo tipo di cellule, editarle e reinserirle in circolo, non è possibile farlo nella maggior parte dei tessuti. Poter modifi-care le cellule all’interno del corpo senza ri-muoverle permetterebbe infatti di trattare molte altre condizioni - dai disturbi geneticial colesterolo alto. Affinché Crispr possaesprimere il suo potenziale, deve quindi tro-vare la strada giusta all’interno dell’organi-smo per arrivare al bersaglio. Si apre quindi anche l’area di ricerca che sperimenta le “tec-niche di consegna”.

Un primo tentativo è stato fatto in Cina pertrattare il papillomavirus per via topica. I ri-cercatori stanno sviluppando un gel capacedi inattivare i geni virali dell’Hpv lasciandointatto il Dna delle cellule sane. Il gel verràapplicato direttamente sulla cervice due vol-te alla settimana per 4. All’Università diWisconsin-Madison stanno sviluppando unprobiotico Crispr bevibile o commestibileche colpisce solo i batteri nocivi. Ad Harvardsono state testate con ottimi risultati iniezio-ni a base di Crispr direttamente nelle orec-chie dei topi per disattivare un gene chiama-to Tcm1, responsabile di una progressivaperdita uditiva. Infine, anche gli innesti cuta-nei potrebbero essere un modo per gestire ildiabete di tipo 2. All’Università di Chicago lihanno utilizzato per ridurre l’obesità e i livel-li di zucchero nel sangue.

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Onlife Expansion Percezione Dimensione esistenziale

Esperienze senza più confini

Online offline si mischiano:il digitale pervasivo dà vitaa nuove dimensioni fruitive

di Francesco Morace

a Per molti anni si è discusso della relazionedelicata tra reale e virtuale, fisico e digitale, esoprattutto tra esperienza online e offline, come dimensioni alternative e/o contrap-poste. I due mondi apparivano inconciliabilie in contrasto anche nella vita personale, sol-levando paure e polemiche, e attivando in una parte della società comportamenti di-fensivi e logiche avversative (si, ma...). Nellestrategie di comunicazione e soprattutto nelretail, si sono fronteggiati per anni questi due mondi: offline (ad es. Walmart) controonline (ad es. Amazon). Si sono immaginateseconde vite o esistenze parallele nel cyber-spazio, capacità relazionali dei negozianti oalgoritmi per interpretare i gusti dei clienti.

Poi è arrivato lo smartphone e ha messod’accordo tutti, annullando progressiva-mente il gap tra i due mondi di esperienza erendendo possibile una convergenza per-vasiva tra fisico e digitale, definendo le ca-ratteristiche di una dimensione in prece-denza inimmaginabile: l’esperienza Onlife.Amazon ha aperto negozi fisici, Walmart haavviato una potente piattaforma di venditeonline. In Italia Gnammo, che propone cenea casa di privati utilizzando una piattafor-ma digitale, o Cortilia, che consegna a do-micilio cassette di frutta e verdura frescasulla base di richieste personalizzate, inter-pretano la strada italiana dell’onlife, par-tendo da una delle passioni nazionali: lapreparazione dei cibi in casa.

La pervasività dell’onlife – come spieghe-remo venerdì 20 ottobre alle 14,15 al Festivaldella Crescita (Milano, Palazzo delle Stelli-ne, www.festivalcrescita.it ) - è tale da stra-volgere la vita quotidiana di ciascuno in ter-mini di percezione ancora prima che di co-municazione e relazione. L’onlife tende cioèa espandersi secondo una progressione ge-ometrica che non si limita a contrarre il tem-po e annullare lo spazio come avveniva inpassato, ma a mescolarli in modo imprevi-sto, espandendo lo spazio vitale e rendendoelastico il tempo, intervenendo nelle pieghepiù nascoste e private del quotidiano e delleattività di ciascuno.

Vengono così abbattute le frontiere traprodotto e servizio, pubblico e privato, psi-cologico ed economico, e le aziende stesse sitrovano a intervenire in dimensioni fruitiveche mai avremmo immaginato: sia vertical-mente, accompagnando in modo innovati-vo l’esperienza unica dei propri clienti, siaorizzontalmente, entrando in mondi e set-tori merceologici contigui e poi sempre piùdistanti dal business originario, come dimo-strano i progetti sempre più ambiziosi di Go-ogle, Amazon, Apple, Facebook. Occhiali cheintegrano la vista con stimoli digitali e autoche si guidano da sole (Google), riconosci-mento facciale (Apple) e manipolazione del-l’umore (Facebook): ogni dimensione esi-stenziale viene metabolizzata e sperimenta-ta fino alla frontiera estrema che risponde alsogno dell’immortalità.

Yuval Noah Harari nel suo libro HomoDeus affronta questo paradosso: da un lato cisentiamo divini, dall’altro abbiamo paurache la macchine ci sovrastino. E chiude conuna domanda: è più importante l’intelligen-za o la consapevolezza? Mentre Thomas L. Friedman in Grazie per essere arrivato tardi asua volta chiarisce che il digital divide è de-stinato a esaurirsi con il potenziale di acces-sibilità ubiqua, mentre si allarga il solco di un

motivational divide che penalizza i popoli e ipaesi ricchi, soprattutto le generazioni piùgiovani che - ebbri di dati - si dimostrano de-boli in termini di motivazione e tensioneverso il futuro, mentre paesi come India e Ci-na sono impegnati a fondo nel recupero diposizioni che implicano integrazione di in-formazione e conoscenza.

L’Onlife Expansion tende dunque a unaespansione senza confini definiti della pro-pria presenza nell’esistenza collettiva e indi-viduale, resa possibile dal potere digitale chetutti noi oggi abbiamo nelle nostre tasche: ildigitale diventa pervasivo e a noi rimane ilcompito di incanalarlo sui progetti che più cistanno a cuore, nella nostra “totalife”. Tuttociò interviene a diversi livelli e ci piace se-gnalare in chiusura un caso che intervienenel mondo della sicurezza e dello spazio ur-bano, proponendo l’esperienza Virtual Crash: nelle grandi città europee migliaia dipedoni sono vittime di incidenti e nella solacittà di Parigi la media annuale è di 4.500 persone investite.

Partendo da questo dato, l’autorità fran-cese di sicurezza stradale (Driea) con il sup-porto creativo dell’agenzia Serviceplan, haattivato a Parigi una campagna per aumen-tare la consapevolezza circa i pericoli dettatialla dilagante “distrazione digitale”, causa principale di incidenti stradali urbani. In al-cuni incroci strategici della città, sono statiposizionati dei sensori che si attivano al pas-saggio pedonale con il rosso. A quel punto ilsoggetto viene coinvolto in un incidente vir-tuale, come se un’automobile stesse inutil-mente frenando, investendolo. L’espressio-ne di terrore del pedone viene fotografata emostrata in tempo reale su un cartellone di-gitale posto dall’altro lato della strada, doveun claim recita: «Non guardare la morte infaccia, attraversa in sicurezza». L’altra facciadell’Onlife Expansion.

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