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Ing. Mutussis DimitriosArch. Zuelli FilippoArch. Schianchi SibillaIng. Orboni Paolo

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RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA Quando andavamo a correre dall’Oltretorrente fino al Parco del Cinghio, il momento più atteso era l’attraversamento del ponte della Navetta. Ogni volta ci si fermava nel mezzo per prendere respiro ed ogni volta ci impensieriva la stranezza di quel passaggio, soprattutto per la sua inclinazione rispetto alla direzione dell’alveo e la sua fattura antica e misteriosa. Abbiamo scoperto, purtroppo solo dopo la sua distruzione dall’evento alluvionale dell’ottobre 2014, che era stato costruito dall’ingegnere Alfonso Pettenario alla fine del XII secolo, per proteggere la città proprio dalle alluvioni e dal pericolo delle piene e che la forma e l’inclinazione rispondevano alla primaria funzione di condotta d’acqua.

Quanto disappunto abbiamo provato per questo dispetto della Natura, che con la sua tipica imprevedibilità e potenza ha rovinato in pochi istanti quanto costruito dall’Uomo per sua difesa. La reazione più immediata ad ogni violenta distruzione è solitamente la ricostruzione fedele della rovina. Ma in questo caso, per ragioni di vigente norma idraulica che hanno imposto il requisito della campata unica e della minima distanza dal fondo alveo non si è potuto procedere con questa soluzione. Ma come arrendersi all’idea che la forza della Natura cancelli un’opera che è appartenuta per molti secoli al paesaggio e alle abitudini degli abitanti di quel luogo?. Per questo, il motivo dominante che ha caratterizzato la nostra proposta progettuale è il rispetto di quanto è esistito e di quanto è scampato dalla furia del torrente. Il tentativo di riproporre lo schema di ponte ad archi ha fatto intravedere nella sua forma una travatura reticolare tipo Warren come rappresentato nella figura seguente.

Figura 1 - SCHEMA TRAVATA RETICOLARE TIPO WARREN

La necessità di inserire il percorso pedo-ciclabile a via inferiore è stata risolta imponendo un impalcato a sbalzo, con funzione irrigidente per la travata principale, integrando elementi rigidi ad “L” (fig.2) collegati nel piano orizzontale da un’ulteriore reticolare con funzione di diaframma per contrastare gli effetti degli eventuali sbandamenti laterali.

Figura 2 - ELEMENTI AD "L" PER SOSTEGNO IMPALCATO

Figura 3 - RETICOLARE ORIZZONTALE DI DIAFRAMMA

Per dare corpo alla struttura e assicurarsi da ogni fenomeno secondario, quali effetti torsionali e di instabilità globale, la travata principale è stata concepita come elemento “scatolare” di lamiere in acciaio corten di adeguato spessore e imbottito da fondelli che separano e stabilizzano le pareti principali, le briglie reticolari ed i diagonali di taglio. (fig.4)

Figura 4 - MODELLO DI CALCOLO F.E.M.

In definitiva, la struttura ponte è assimilabile ad un grande profilo angolare ad ali simmetriche (fig.5) con caratteristiche meccaniche e di deformazione compatibili con i limiti imposti dalle Norme Tecniche delle Costruzioni (D.M. 2008) nella trattazione dei ponti di 3a categoria, comprese le condizioni di carico e le verifiche sulle vibrazioni.

Figura 5 - PRIMI 4 MODI DI VIBRARE

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Completano l’impianto strutturale, dell’impalcato a travata unica in semplice appoggio, le spalle in cemento armato su cui si scaricano azioni sostanzialmente puntuali e significative soprattutto per le azioni ambientali orizzontali.

Figura 6 - SPALLE PONTE SPONDA DESTRA E SINISTRA

La spalla destra è inserita nella sagoma dello “sperone” in muratura esistente che sarà completamente ricostruita per dare continuità architettonica all’attuale assetto visibile con particolare cura nel salvaguardare la bocca di scolo del canale Cinghio. (fig.8). La spalla sinistra è impostata sulla pila “sopravvissuta” che sarà adeguatamente rinforzata anche per raccogliere gli sforzi dell’arcata in muratura esistente che è parte del progetto di recupero. Il riutilizzo della pila esistente è occasione oltre per valorizzare l’antica struttura architettonica anche per ricordare l’evento calamitoso che ha rovinato il ponte. In quel punto infatti anche il nuovo ponte si “spezza” e da un’inclinazione (8%) al piano compatibile con i limiti imposti dal superamento della barriere architettoniche. In questo modo si è riusciti a non invadere eccessivamente il lato su via Baganza che non presentava ampi spazi per inserire le necessarie rampe imposte dal dislivello tra il piano di calpestio della nuova passerella e la pista ciclabile esistente.

Figura 7 - SCHIZZO PRELIMINARE DI PROGETTO VALORIZZAZIONE RUDERE

L’inserimento delle rampe per il superamento delle barriere architettoniche ha condizionato anche il progetto dell’area di accesso dal lato di via Navetta che presentava altre al vincolo imposto della presenza della cabina Enel anche la scelta di non modificare la viabilità preesistente (rotonda e parcheggio) e di salvaguardare l’antico muro curvo in pietra. Per allentare il dinamico incrocio formatosi tra lo sbarco del ponte, la pista ciclabile verso il quartiere Montanara e l’arrivo delle rampe è stato inserito un balcone panoramico per una eventuale sosta contemplativa. Le rampe sono state arredate da semplici sedute posizionate in prossimità dei pianerottoli di riposo. Nella figura seguente è illustrato schematicamente il sistema dei percorsi.

Figura 8 – SCHEMA PERCORSI CON LEGENDA

L’illustrazione della sezione trasversale tipo (fig.9) presenta i particolari costruttivi e la dotazione di impianti caratterizzati da una facile e ridotta manutenzione. La struttura principale composta da lamiere in accaio corten con componenti saldati presentano solo una verifica visiva con cadenza decennale.

Figura 9 - SEZIONE TRASVERSALE TIPO IMPALCATOl piano di calpestio formato con elementi in

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Per restare nel motivo progettuale anche il materiale scelto per realizzare sia gli elementi strutturali, gli arredi e le sistemazioni esterne è il corten, la cui materia richiama il pigmento del ferro responsabile della tipica colorazione rossa del mattone in laterizio pieno, materiale da costruzione del ponte preesistente. Il piano di calpestio è realizzato con listoni in pietra tipo LITOTECH (fig.11), composto matericamente da adaxite in ARS (alto resistenziale ai solfati) per conferire la resistenza necessaria sopportare l’azione degradante degli agenti atmosferici più infiltranti e l’aggressione climatica delle zone umide. E’ direttamente fissato su un reticolo di elementi secondari metallici tramite viti smontabili per la eventuale verifica del passaggio impianti. Il parapetto presenta il mancorrente e le specchiature di rete in acciaio inox (AISI 316) che garantiscono durata e assenza di manutenzione in ambienti esterni. (fig.10)

Figura 10 – LISTONI LISTOTECH

Il sistema di illuminazione è stato sviluppato su un doppio registro, sia funzionale che di accento architettonico. Si prevede pertanto l’ installazione di corpi illuminanti da incasso a pavimento (fig.13) con fonte luminosa asimmetrica a LED che garantiscono livelli di illuminamento medi necessari ed una sicura percorribilità notturna senza creare ostacoli o fenomeni di abbagliamento ai passanti, con consumi e manutenzione ridotta.

Figura 11 - VISTA NOTTURNA ESTRATTA DA PROGRAMMA DIALUX

Una seconda tipologia (fig.14) è stata invece studiata per risaltare la particolare architettura strutturale e prevede l’installazione di corpi illuminanti a led a pavimento con fascio di luce a 180°. Posizionati al centro di ogni arcata creano lame di luce che risaltano il sott’arco in tutta la sua ampiezza. Viene sempre rispettata la normativa tecnica regionale sull’ inquinamento luminoso ed il risparmio energetico (LR 19/2003). Le sorgenti a led consentono un consumo ridottissimo e una durata di vita della sorgente che raggiunge le 50.000 ore contenendo di conseguenza i costi di manutenzione. E’ possibile alloggiare un nastro fotovoltaico da 3kWall’estradosso della travata verticale (35mq) per autoalimentare l’impianto di illuminazione.

STIMA DEI COSTI A CORPO IN MACROVOCI:

x Opere di carpenteria metallica corten per impalcato ponte 380000€ x Opere in acciaio inox per parapetti ponte e rampe 35000€ x Opere di arredo per esterni in acciaio corten 65000€ x Opere in cemento armato per spalle e rinforzi 80000€ x Opere murarie nuove e di ripristino 150000€ x Movimenti terra e sistemazioni esterne 85000€ x Pavimentazione impalcato ponti in listoni di pietra ricostruita 45000€ x Impianto di illuminazione 20000€

Totale 860000€

Non sono previsti costi per espropri nella soluzione proposta. Le opere fondali sono state ipotizzate non avendo a disposizione una relazione geologica dell’area.

Figura10 – RETE INOX TIPO JAKOB

Figura 13 – LAMPADA AD INCASSO A PAVIMENTO PER ILLUMINAZIONE RADENTE

Figura 14 – LAMA DI LUCE A 180° ILLUMINAZIONE SCENOGRAFICA

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Via Baganza

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Piazzale Fiume

Via Varese

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Taro

Il tentativo di conservare l'immaginario collettivodell'antico ponte ad arcate, il suo naturaleinserimento ambientale e la necessità di realizzareuna soluzione a campata unica, ha fatto intravederenel modello originario con la sua ombra, una travereticolare per sostenere il passaggio ciclopedonale.

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