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Ing. ENRICO BIGUZZI Via V. Veneto 6 - 47023 CESENA (FC) Ing. FRANCO MORETTI Tel./Fax. : 0547-29065 e-Mail : [email protected] Committente : Az. Agricola Minotti Ivo & C. s.s. Via del Confine, 5840 – 47020 Pioppa di Cesena Allevamento di Via Guarnera, 10 a Castiglione di Ravenna Oggetto : STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE PER AMPLIAMENTO DI UN ALLEVAMENTO SUINICOLO DA REALIZZARSI IN LOCALITA’ CASTIGLIONE DI RAVENNA, IN VIA GUARNERA N°10 Titolo : RELAZIONE TECNICA SULLE EMISSIONI IN ATMOSFERA Cesena, 22 settembre 2006 Il tecnico : ing. Franco Moretti ________________

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Ing. ENRICO BIGUZZI

Via V. Veneto 6 - 47023 CESENA (FC)

Ing. FRANCO MORETTI

Tel./Fax. : 0547-29065e-Mail : [email protected]

Committente :

Az. Agricola Minotti Ivo & C. s.s. Via del Confine, 5840 – 47020 Pioppa di Cesena

Allevamento di Via Guarnera, 10 a Castiglione di Ravenna

Oggetto :

STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE PER AMPLIAMENTO DI UN ALLEVAMENTO SUINICOLO DA REALIZZARSI IN LOCALITA’ CASTIGLIONE DI RAVENNA, IN VIA GUARNERA N°10

Titolo :

RELAZIONE TECNICA SULLE EMISSIONI IN ATMOSFERA

Cesena, 22 settembre 2006

Il tecnico :

ing. Franco Moretti

________________

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INDICE 1. INQUADRAMENTO DELL’AREA E DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

2. RIFERIMENTI NORMATIVI

3. METODOLOGIA UTILIZZATA

4. SINTESI DEI DATI UTILIZZATI NELLA MODELLAZIONE

Dati meteoclimatici

Fattori di emissione

Sorgenti di emissione

Griglia di controllo

Conformazione del terreno

Monitor Point

5. STIMA DELLE EMISSIONI MEDIANTE MODELLO DI DISPERSIONE

Mappe di dispersione

Diagrammi delle concentrazioni su base giornaliera

Diagrammi delle concentrazioni su base oraria

6. CONFRONTO TRA MODELLO ANTE-OPERAM E POST-OPERAM

7. MITIGAZIONI POSSIBILI

8. CONCLUSIONI

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1. INQUADRAMENTO DELL’AREA E DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO L’intervento in oggetto consiste nell’ampliamento di un allevamento suinicolo sito in località Castiglione di Ravenna, in via Guarniera, nel Comune di Ravenna. Attualmente lo stabilimento è costituito da tre capannoni (Cod. C1, C2, C3) per l’allevamento di suini, e lo stoccaggio dei liquami avviene in una laguna (Cod. D) e in due vasche coperte (Cod. E, F). Nello stato futuro l’allevamento sarà composto da sette capannoni (Cod. C1 – C7) di allevamento, e lo stoccaggio dei liquami avverrà in una laguna (Cod. L), in due vasche coperte (Cod. Vc1, Vc2) e in una serie di vasche a pareti verticali (Cod. V1). L’area su cui insiste l’allevamento suinicolo è caratterizzata da una morfologia pianeggiante, in cui i ricettori sensibili in prossimità dell’allevamento stesso sono individuabili in poche unità; in particolare sono presenti SEI edifici abitativi isolati (fabbricati ad uso abitativo o suscettibili di potenzialità edificatorie a scopo abitativo) e QUATTRO fabbricati produttivi o di servizio nel raggio di 500 metri. Al fine di ottenere una stima delle emissioni e delle concentrazioni nei pressi dei “recettori sensibili” sono stati posizionati nel modello quattro punti di monitoraggio.

Fig. 1.1 – Planimetria su base CTR con indicazione dello stato di fatto, del progetto e dei recettori.

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2. RIFERIMENTI NORMATIVI Il D.Lgs. 4/08/1999 n. 351 “Attuazione della direttiva 96/62 in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351” si configura come un provvedimento programmatico che definisce i principi base di una strategia per la qualità dell’aria basato sul processo dinamico di adeguamento della normativa nazionale con il sistema delle direttive figlie e dei decreti attuativi a cui è demandata sia la regolamentazione dei valori limite e valori obiettivo degli inquinanti in atmosfera, sia la normativa tecnica degli strumenti di pianificazione : le reti di monitoraggio, gli inventari delle emissioni, gli strumenti di analisi e stima. Ne costituiscono importanti esempi: - il D.M. 2/04/2002 n. 60 “Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22

aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/697CE relativa ai valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio”

- il D.M. 1/10/2002 n. 261 “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente”

La Direttiva 2001/81/CE (Gazzetta ufficiale L 309/23 del 27.11.2001) del 23 ottobre 2001, è stata emanata allo scopo di assicurare nella Comunità Europea una maggiore protezione dell'ambiente e della salute umana dagli effetti nocivi provocati dai fenomeni dell'acidificazione (deposizione di inquinanti acidi sulla vegetazione, sulle acque superficiali, sui terreni, sugli edifici e sui monumenti), dell'eutrofizzazione (alterazione degli ecosistemi terrestri e acquatici in conseguenza della deposizione di composti azotati dall'atmosfera) e della formazione di ozono a livello del suolo. A tal fine, la direttiva stabilisce la limitazione delle emissioni di sostanze inquinanti ad effetto acidificante ed eutrofizzante e dei precursori dell'ozono, tramite la predisposizione di un sistema di limiti nazionali (tetti) per le emissioni di biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV) ed ammoniaca (NH3). Ciascuno Stato Membro deve ridurre, entro il 2010, le emissioni nazionali annue dei suddetti inquinanti al disotto dei limiti massimi stabiliti dalla direttiva. Relativamente alle emissioni inquinanti provenienti dalle “Attività Produttive”, il quadro normativo consolidato è costituito dai D.P.R. 203/1988 e dal D.M. 12/07/1990. Tuttavia il recente recepimento della direttiva comunitaria IPCC 96/61 con il D. Lgs. N.59 del 31 gennaio 2005, relativa all’autorizzazione ambientale integrata, è destinata ad avere riflessi significativi in quanto i limiti delle emissioni autorizzate dovranno riferirsi alle migliori tecnologie disponibili almeno per gli impianti a maggiore potenziale impatto.

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Per quanto riguarda le “emissioni odorigene” in Italia allo stato attuale la normativa italiana non prevede limiti alle emissioni di sostanze maleodoranti intese come miscela in grado di provocare molestia olfattiva, né metodologie per valutare la rilevanza o meno del livello di molestia. Sarebbe auspicabile l’adozione (come avviene in altri paesi europei) di una normativa basata sul controllo delle concentrazioni espresse in unità odorimetriche (U.O.) per metro cubo di aria analizzata. Una unità OU/m3 è, per definizione, la concentrazione di una data sostanza molesta alla soglia di percezione. Il D. Lgs. n. 22/97 (Decreto Ronchi) contempla che le relative attività siano condotte in modo tale da prevenire i cattivi odori e il D.M. 5 febbraio 1998 relativo alle procedure di riutilizzo dei rifiuti, per gli impianti di compostaggio e di CDR, contempla che i requisiti costruttivi minimizzino le molestie olfattive. Come si può constatare, il legislatore ha affrontato il problema da un punto di vista “qualitativo”, poiché la “quantificazione”, dell’odore non è stata definita dal momento che la soglia di molestia dipende da molti fattori (soggettività, cumulabilità, condizioni meteorologiche e climatiche, ecc.). INQUINANT

INQUINANTE PERIODO DI MEDIAZIONE VALORE LIMITE ANNO DI

RIFERIMENTO

Biossido di zolfo

Anno

(civile e inverno)

Giorno (non più di 3 volte l’anno)

Ora

(non più di 24 volte l’anno)

20 µg/m3

Prot. Ecosistemi

125 µg/m3 Prot. Salute umana

350 µg/m3

Prot. Salute umana

2001

2005

2005

Biossido di azoto

Anno

Ora (non più di 18 volte l’anno)

40 µg/m3

Prot. Salute umana

200 µg/m3 Prot. Salute umana

2010

2010

Ossidi di azoto

Anno

30 µg/m3

Prot. Vegetazione

2001

PM10

Anno

Giorno (non più di 35 volte l’anno)

40 µg/m3

Prot. Salute umana

50 µg/m3 Prot. Salute umana

2005

2005

Piombo

Anno

0.5 µg/m3

Prot. Salute umana

2005

Benzene

Anno

5 µg/m3

Prot. Salute umana

2010

CO

Max 8 h (giorno)

10 mg/m3

Prot. Salute umana

2005

Tab. 2.1 – Valori limite per la protezione della salute umana e per la protezione degli ecosistemi (DM 60/2002)

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3. METODOLOGIA UTILIZZATA Con il presente studio ci si propone di mettere a confronto due ipotesi, ossia uno stato Ante-Operam (Capannoni C1-C2-C3 e stoccaggio D-E-F) ed uno stato Post-Operam (Capannoni C1-C2-C3-C4-C5-C6-C7 e stoccaggio L-Vc1-Vc2 e V1). Lo studio verterà sull’analisi delle emissioni tipiche di un allevamento suinicolo, ossia Metano (CH4), Ammoniaca (NH3), Polveri sottili (PM10) e Composti organici volatili non-metano (NMCOV). E’ opportuno osservare che, per avere una stima assoluta della qualità dell’aria in fase post-operam, sarebbe necessario procedere oltre che ad una stima mediante modello matematico di dispersione, anche ad una campagna di rilevamento in sito degli inquinanti. In questa sede, data la natura dello studio di impatto proposto, si ritiene sufficientemente accurato il risultato comparativo ottenuto mediante modello analitico, in quanto anche solo mediante tale modello si possono ottenere sufficienti informazioni sulle eventuali modifiche significative alle concentrazioni di inquinanti dovute all’esecuzione delle opere in progetto. Il software di simulazione adottato è AUSTAL Views, basato sul modello di calcolo AUSTAL2000; si tratta di un modello di medio-lungo periodo basato sulle equazioni di dispersione di tipo lagrangiano, che fornisce le mappe di dipersione e le concentrazioni medie sui recettori, in funzione dei dati meteoclimatici, delle caratteristiche delle fonti emissive, di fattori di emissione, della geometria del terreno. Il modello AUSTAL2000 è stato sviluppato da ARGUSOFT, sulla base delle direttive dell’UBA (Agenzia Federale Ambientale Tedesca) del 15 maggio 2001. Ulteriori dettagli sul modello fisico utilizzato da AUSTAL2000 sono consultabili del documento di riferimento “VDI3945 / sheet 3” della stessa Agenzia.

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4. SINTESI DEI DATI UTILIZZATI NELLA MODELLAZIONE

DATI METEOCLIMATICI Per effettuare una modellazione il più possibile “precisa” è necessario che i dati meteoclimatici siano significativi e caratterizzanti il sito in esame. Dal momento che non è pensabile avere dei dati storici per un qualsiasi determinato sito, si rende necessario ricercare la più vicina stazione meteo che abbia a disposizione delle serie storiche di dati (in particolare Direzione del vento, intensità del vento e classe di stabilità). A tal proposito si è contattata la Stazione Metereologica dell’aeroporto militare di Pisignano ma ad oggi, pur essendo avviata la pratica di richiesta dati, l’autorità militare non ha ancora provveduto alla fornitura degli stessi. Nel frattempo i dati meteoclimatici utilizzati nella presente modellazione sono stati reperiti presso il Servizio Idro-Metereologico di ARPA, mediante il sistema informatizzato “Dexter” per l'accesso diretto al database del Servizio IdroMeteorologico (ARPA - SIM). I dati utilizzati coprono un intero anno, e si tratta in parte di dati a frequenza oraria (dal 2/1/2006 al 7/9/2006) ed in parte a medie giornaliere (dal 7/9/2005 al 1/1/2006). La stazione meteo di riferimento è quella di RAVENNA (Lat. 12,200 e Long. 44,415), con centralina automatica di rilevamento posta a 16 metri di quota. Per brevità non si riporta la tabella integrale con i singoli dati orari, ma si fornisce una sintesi mediante i seguenti diagrammi:

Fig. 4.1 – Tabella delle frequenze, distribuite su otto direzioni di provenienza del vento

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Fig. 4.2 – Diagramma della intensità del vento (si può notare che da gennaio a settembre il dato

è riportato su base oraria, mentre da settembre a dicembre il dato è su base giornaliera)

Fig. 4.3 – Rosa dei venti, con direzioni prevalenti di provenienza e frequenze di intensità.

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FATTORI DI EMISSIONE Gli inquinanti monitorati sono Metano (CH4), Ammoniaca (NH3), Polveri sottili (PM10) e Composti organici volatili non-metano (NMCOV). Per quanto riguarda i primi due, si fa riferimento ai Fattori di Emissione riportati nella tabelle E4 E5 E6 della Domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale e calcolati mediante il “metodo regionale Net IPPC”. Per quanto riguarda le Polveri sottili e i NMCOV si fa riferimento al “Manuale dei Fattori di Emissione nazionali” redatto dall’ ANPA CTN-ACE (Centro Tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni in Aria / 2002). Fattori di Emissione in fase ANTE-OPERAM

Ammoniaca NH3 Metano CH4 Polveri Sottili PM10 Composti Organici Volatili

NMCOV STRUTTURA

N°capi mediamente

presenti all’anno [kg/anno] [kg/ora] [kg/anno] [kg/ora] [kg/capo *

anno] [kg/anno] [kg/ora] [kg/capo * anno] [kg/anno] [kg/ora]

C1 – capannone stabulazione 1190 1729 (1) 0,1974 5502 (1) 0,6280

C2 – capannone stabulazione 779 1940 (1) 0,2214 5502 (1) 0,6280

C3 – capannone stabulazione 779 1940 (1) 0,2214 5502 (1) 0,6280

D – laguna

E – vasca coperta F – vasca coperta

stoccaggio liquami 11600 (1) 1,3242 71100 (1) 8,1164

TOTALE 2748 capi/anno 0,043 (2) 118 0,0135 0,021 (2) 58 0,0066

Fattori di Emissione in fase POST-OPERAM

Ammoniaca NH3 Metano CH4 Polveri Sottili PM10 Composti Organici Volatili

NMCOV STRUTTURA

N°capi mediamente

presenti all’anno [kg/anno] [kg/ora] [kg/anno] [kg/ora] [kg/capo *

anno] [kg/anno] [kg/ora] [kg/capo * anno] [kg/anno] [kg/ora]

C1 – capannone stabulazione 857 1676 (1) 0,1913 8238 (1) 0,9404

C2 – capannone stabulazione 857 1676 (1) 0,1913 8238 (1) 0,9404

C3 – capannone stabulazione 857 1676 (1) 0,1913 8238 (1) 0,9404

C4 – capannone stabulazione 1140 2230 (1) 0,2546 14155 (1) 1,6158

C5 – capannone stabulazione 1140 2230 (1) 0,2546 14155 (1) 1,6158

C6 – capannone stabulazione 1140 2230 (1) 0,2546 14155 (1) 1,6158

C7 – capannone stabulazione 1140 2230 (1) 0,2546 14155 (1) 1,6158

L – laguna

Vc1 vasca coperta

Vc2 vasca coperta

V1 vasche p. vert.

stoccaggio liquami 20200 (1) 2,3060 150000

(1) 17,1233

TOTALE 7131 capi/anno 0,043 (2) 306 0,0350 0,021 (2) 150 0,0171

(1) Stima ricavata mediante la metodologia regionale Net IPPC (2) Stima ricavata dal “Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria della Provincia di Ravenna”

(Tab.7.37) le cui fonti sono il “Manuale dei Fattori di Emissione nazionali” redatto dall’ ANPA CTN-ACE / 2002 e l’IIASA. (Tab.10.37)

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SORGENTI DI EMISSIONE Le fonti di emissione sono state modellate sotto forma di sorgenti “areali”, considerando l’ingombro di ciascun capannone di allevamento e l’ingombro complessivo delle aree di stoccaggio. Per quanto riguarda PM10 e NMCOV, dato che il fattore di emissione è legato all’intero ciclo produttivo, le sorgenti sono state considerate corrispondenti all’intera area dell’allevamento, sia in fase ante-operam che in fse post-operam (si faccia riferimento alla figura 1.1). GRIGLIA DI CONTROLLO Al fine di produrre delle idonee mappe di dispersione degli inquinanti, è stata posizionata nel modello una “griglia” di punti di controllo. I punti di controllo altro non sono che punti in corrispondenza dei quali il modello calcola la concentrazione di inquinanti. Per produrre una mappa di dispersione il modello procede poi ad interpolare i valori calcolati tra i diversi punti di controllo. Per ottenere una buona precisione di calcolo si è adottata una griglia di controllo a passo variabile: - tra 1500-1000 metri dalla sorgente il passo della griglia è 100 metri; - tra 1000-500 metri dalla sorgente il passo della griglia è 50 metri; - entro 500 metri dalla sorgente il passo della griglia è 25 metri. CONFORMAZIONE DEL TERRENO Il terreno è stato considerato piano; in effetti la quota del terreno nell’area interessata dallo studio (circa 5 x 4 chilometri) è variabile tra 1,5 e 6 metri s.l.m. però l’approssimazione apportata garantisce comunque una buona approssimazione dei risultati ottenuti nella modellazione. MONITOR POINT Nell’ambito del modello di calcolo sono stati collocati quattro punti di monitoraggio in corrispondenza dei recettori sensibili più prossimi all’allevamento suinicolo. Si tratta di due siti residenziali ad una distanza compresa tra 300 – 500 metri dalla sorgente (M_01 e M_02), di un sito residenziale posto ad una distanza di circa 600 metri a nordest dalla sorgente (M_03) e infine di un complesso di abitazioni poste ad una distanza di circa 700-800 metri a sudest della sorgente. I diagrammi contenenti le medie orarie e giornaliere delle concentrazioni saranno riferite a questi “monitor point” (tali punti sono indicati e numerati nella Figura 1.1).

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5. STIMA DELLE EMISSIONI MEDIANTE MODELLO DI DISPERSIONE

Mediante il già citato modello di dispersione AUSTAL Views è stata svolta una simulazione per stimare la concentrazione di alcuni inquinanti che vengono prodotti abitualmente nella tipologia di impianto in oggetto (allevamento suinicolo). Le condizioni meteoclimatiche adottate sono le stesse sia per il modello ante-operam (che analizza le emissioni dell’allevamento allo stato attuale) che per il modello post-operam (che analizza le emissioni che verranno prodotte a seguito dell’ampliamento in progetto). I dati meteoclimatici adottati sono quelli relativi al periodo dal 7/9/2005 al 7/9/2006. Si deve precisare che le concentrazioni medie ottenute dalla modellazione, sono quelle che derivano esclusivamente dalla sorgente di emissione considerata; infatti i risultati della modellazione sono da considerare “puliti” rispetto ad una normale concentrazione di sottofondo (dovuta per esempio al traffico, al riscaldamento, a fenomeni naturali, etc…) che volendo valutare in maniera rigorosa sarebbe da ricavare mediante campagna di rilevamento in sito. In ogni caso quello che interessa il presente studio è il confronto tra la qualità dell’aria allo stato attuale e la qualità dell’aria allo stato futuro, e tale confronto è perfettamente svolgibile mediante lo studio analitico svolto. MAPPE DI DISPERSIONE Nelle pagine seguenti si riportano, sotto forma di mappe di dispersione, le concentrazioni degli inquinanti analizzati in termini di medie annuali, sia nella fase ante-operam che nella fase post-operam. Si precisa inoltre che la scala utilizzata nei diagrammi di dispersione è di tipo logaritmico, quindi al paggassio di ogni “linea di livello” si ha un raddoppio della concentrazione dell’inquinante considerato.

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Fig. 5.1 – AMMONIACA- Mappa di dispersione (media annuale) in fase ANTE-OPERAM

Fig. 5.2 – AMMONIACA- Mappa di dispersione (media annuale) in fase POST-OPERAM

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Fig. 5.3 – METANO - Mappa di dispersione (media annuale) in fase ANTE-OPERAM

Fig. 5.4 – METANO - Mappa di dispersione (media annuale) in fase POST-OPERAM

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Fig. 5.5 – NMCOV - Mappa di dispersione (media annuale) in fase ANTE-OPERAM

Fig. 5.6 – NMCOV - Mappa di dispersione (media annuale) in fase POST-OPERAM

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Fig. 5.7 – PM10 - Mappa di dispersione (media annuale) in fase ANTE-OPERAM

Fig. 5.8 – PM10 - Mappa di dispersione (media annuale) in fase POST-OPERAM

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DIAGRAMMI DELLE CONCENTRAZIONI SU BASE GIORNALIERA Nelle pagine seguenti si riportano, sotto forma di istogrammi, le concentrazioni medie giornaliere riferite all’intero periodo annuale, relative ai quattro punti di monitoraggio individuati (vedere la Fig. 1). Sono anche evidenziati i valori massimi riscontrati per ciascun recettore. Si evidenzia che i valori massimi si riscontrano nel periodo 7/9/2005 – 1/1/2006; questo dipende dall’approssimazione indotta nel modello di calcolo derivante dal fatto che in tale periodo i dati meteoclimatici sono stati reperiti su base giornaliera, quindi il modello di calcolo considera, nelle ore di quei giorni, condizioni molto uniformi. In sintesi è come se per tutte le 24 ore di una girnata il vento soffiasse sempre alla stessa intensità dalla stessa direzione.

Fig. 5.9 – AMMONIACA – Medie giornaliere delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.10 – AMMONIACA – Medie giornaliere delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.11 – METANO – Medie giornaliere delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.12 – METANO – Medie giornaliere delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.13 – NMCOV – Medie giornaliere delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.14 – NMCOV – Medie giornaliere delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.15 – PM10 – Medie giornaliere delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.16 – PM10 – Medie giornaliere delle concentrazioni POST-OPERAM

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DIAGRAMMI DELLE CONCENTRAZIONI SU BASE ORARIA Nelle pagine seguenti si riportano, sotto forma di istogrammi, le concentrazioni medie orarie riferite all’intero periodo annuale, relative ai quattro punti di monitoraggio individuati (vedere la Fig. 1). Sono anche evidenziati i valori massimi riscontrati per ciascun recettore. Da osservare però che il dato orario è valido solo per il periodo 2/1/2006 – 7/9/2006.

Fig. 5.17 – AMMONIACA – Medie orarie delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.18 – AMMONIACA – Medie orarie delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.19 – METANO – Medie orarie delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.20 – METANO – Medie orarie delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.21 – NMCOV – Medie orarie delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.22 – NMCOV – Medie orarie delle concentrazioni POST-OPERAM

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Fig. 5.23 – PM10 – Medie orarie delle concentrazioni ANTE-OPERAM

Fig. 5.24 – PM10 – Medie orarie delle concentrazioni POST-OPERAM

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6. CONFRONTO TRA MODELLO ANTE-OPERAM E POST-OPERAM

Nelle pagine seguenti si riporta, per ciascun inquinante analizzato (ossia CH4 - NH3 - PM10 - NMCOV) una tabella di sintesi che evidenzia il confronto tra la stima della qualità dell’aria in fase ante-operam e la qualità dell’aria in fase post-operam per ciascuno dei quattro recettori considerati. Il dato significativo da valutare è quindi l’incremento delle concentrazioni medie di inquinanti dovuto alla realizzazione dell’ampliamento suinicolo in oggetto.

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Note e Osservazioni: (1) Le concentrazioni medie orarie massime sono quelle che si sono calcolate nel periodo tra

il 2/1/2006 e il 7/9/2006 (periodo in cui sono stati utilizzati nel modello di calcolo dati meteoclimatici a frequenza oraria). Le concentrazioni medie giornaliere massime sono riferite al periodo 7/9/2005 – 1/1/2006 (tali valori possono essere leggermente sovrastimati in quanto è stata introdotta nel modello di calcolo una approssimazione: i dati meteoclimatici di quel periodo sono stati reperiti su base giornaliera, quindi il modello di calcolo considera condizioni molto uniformi).

(2) Per tutte le modellazioni svolte, in fase ante-operam e in fase post-operam, i parametri di

input sono rimasti invariati; l’unica eccezione è (ovviamente) costituita dal numero e dalla tipologia dlle sorgenti emissive.

(3) Le concentrazioni qui stimate non sono quelle totali, ma solo quelle che hanno origine

dall’allevamento in questione; d’altronde è vero che per quanto riguarda metano ed ammoniaca l’allevamento è la causa predominante, tanto più che in zona non sono presenti altre fonti significative di tali sostanze. Discorso diverso vale per le polveri sottili e i composti organici volatili non-metano: tali inquinanti hanno molteplici tipologie di fonti, e l’allevamento suinicolo è solo una di queste fonti. Tra le più significative basta ricordare il traffico veicolare, i riscaldamenti domestici a gasolio, le emissioni naturali dovute all’erosione, etc… Per fornire la stima delle concentrazioni totali sarebbe necessario conoscere lo stato della qualità dell’aria mediante una campagna di rilevamento; tale studio però si ritiene non necessario (oltrechè estremamente costoso e di difficile attuazione, vista la carenza di centraline mobili e la necessità di eseguire campagne in siti molto più vulnerabili). In ogni caso il confronto tra la stima ante-operam e la stima post-operam è un buon indicatore sull’impatto atmosferico dell’intervento in progetto.

(4) Per quanto concerne l’AMMONIACA (NH3) la soglia di esposizione, ossia la

concentrazione oltre la quale nel caso di esposizione prolungata (oltre 8 ore) si possono avere dei fenomeni di irritazione, risulta essere di circa 6 mg/m3 (10 p.p.m.), mentre la soglia olfattiva è di circa 3 mg/m3 (5 p.p.m.). Tali valori è presumibile che non vengono raggiunti, in quanto la modellazione ha stimato una concentrazione massima media oraria inferiore a 0,5 mg/m3 . La concentrazione normale di ammoniaca nella atmosfera, a quota del suolo, risulta essere di circa 1,5 µg/mc (2 p.p.b.). La concentrazione media annua stimata dalla modellazione nei recettori risulta leggermente superiore a questo valore. Si osserva che nel diagramma comparativo relativo all’ammoniaca sono state indicate anche le emissioni stimate sulla base dell’adozione delle “Migliori Tecniche Disponibili” al fine di ridurre le emissioni di questo componente.

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(5) Il METANO (CH4) è un gas sostanzialmente inodore e non è tossico per l’uomo in quanto non ha una tossicità propria, ma essendo irrespirabile può causare problemi qualora la sua concentrazione in aria riduca a valori troppo bassi il tenore di ossigeno necessario per la respirazione. La concentrazione media normale di metano nell’atmosfera è di circa 1,7 p.p.m. corrispondenti a circa 1,1 mg/mc.

(6) Le sostanze organiche comprese nei NMCOV (Composti Organici Volatili Non-Metano)

sono molteplici e alcune di esse presentano elevata tossicità (basti ricordare il benzene e il benzo-a-pirene). La legislazione italiana fissa alcuni limiti alla concentrazione massima di tali sostanze; in particolare per i NMCOV il D.P.C.M. 28/03/1983 fissa un limite (che non deve essere superato per più di tre ore consecutive) pari a 200 µg/mc. Dalla modellazione svolta le concentrazioni massime orarie di NMCOV provenienti dall’allevamento suinicolo non superano i 5 µg/mc sia allo stato attuale che allo stato futuro.

(7) Per quanto riguarda le polveri sottili (PM10) i limiti normativi sono stabiliti dal DM

60/2002 e consistono in 40 µg/mc (come media annuale) e in 50 µg/mc (come media giornaliera da non superare per più di 35 volte all’anno). Tali valori sono riferiti al 2005, mentre i valori-obiettivo per il 2010 sono di 20 µg/mc (media annuale) e 50 µg/mc (media giornaliera da non superare per più di 7 volte l’anno). Le polveri prodotte dall’allevamento suinicolo in questione sono abbondantemente al di sotto di tali limiti, ma a queste bisognerebbe aggiungere quelle “di sottofondo” dovute ad altre cause. Da osservare che le polveri sottili sono costituite da una grande varietà di sostanze sia in fase solida che in fase liquida, e le polveri provenienti da allevamento veicolano alcune sostanze odorigene che sono poi la causa del cattivo odore (idrogeno solforato, mercaptani, composti amminici, composti organici fermentati, etc…); inoltre la formazione di cattivo odore può essere innescato dalla presenza di ammoniaca che favorisce processi anaerobici su alcune sostanze veicolate tramite le polveri. La valutazione dell’impatto olfattivo di tali sostanze è di difficile attuazione, e anche la normativa italiana, allo stato attuale, non fornisce metodologie per valutare la rilevanza o meno del livello di molestia olfattiva.

(8) La modellazione svolta si basa sul presupposto che le emissioni siano distribuite

uniformemente nel tempo, ossia si è considerato l’ammontare totale delle emissioni annue di ciascun componente, e lo si è distribuito uniformemente in 8760 ore (365 giorni).

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7. MITIGAZIONI POSSIBILI In questo paragrafo si illustra una serie di interventi atti a “mitigare” l’impatto che l’allevamento suinicolo (ed il suo ampliamento) può avere nei confronti della qualità dell’aria. In merito all’adozione delle MTD (Migliori Tecnologie a Disposizione) si veda la “Relazione Progettuale”. A) Barriere verdi Le piante agiscono come filtri purificatori dell'aria intercettando i contaminanti gassosi e il particolato trasportati dal vento. In particolare, il monossido di carbonio, il biossido d'azoto, l'anidride solforosa e l'ozono sono assorbiti dalle foglie, mentre i PM10 sono trattenuti dai peli e dai composti cerosi presenti sulla superficie delle foglie o dalle rugosità della corteccia del tronco e dei rami. La capacità degli alberi di rimuovere gli inquinanti atmosferici dipende dalla forma, dal numero e dalla densità delle foglie, dalla chioma e dalla grossezza, e dalla posizione delle piante. Questa soluzione, tutta naturale, ha però alcuni limiti: innanzitutto le foglie non sono presenti durante l'inverno e, quindi, non sono di aiuto contro l'inquinamento prodotto durante questo periodo; inoltre esiste la possibilità che i profumi (o composti organici volatili - VOC), emessi da alcune specie vegetali, come querce, eucalipti, pioppi e salici, favoriscano la formazione di ozono in presenza di biossido d'azoto, a temperature vicine ai 30°. Anche se è innegabile che un certo effetto positivo esista, è però impossibile fornire una stima analitica dell’effetto migliorativo imputabile ad una barriera verde. B) Possibili soluzioni per ridurre le emissioni di ammoniaca con coperture artificiali Le “migliori tecniche disponibili” comprendono alcuni accorgimenti atti a limitare l’emissione in atmosfera di ammoniaca nella fase di stoccaggio dei liquami; tra questi accorgimenti si può trovare l’adozione di coperture artificiali: - Coperture rigide - Coperture flottanti con film plastici - Coperture con argilla espansa (ottima resa in primavera ed estate ) - Coperture con recupero di biogas (resa indicativa: 1 m3 di biogas ogni m3 di stoccaggio) C) Formazione del “cappello” naturale con lavorazioni che non lo danneggino Tra le “Migliori Tecniche Disponibili” vi è senz’altro l’accorgimento di consentire, al di sopra delle vasche di stoccaggio dei liquami, la formazione di un “cappello” naturale di materiale solido che a tutti gli effetti si comporta come una copertura. Tale cappello si deve mantenere intatto durante le lavorazioni di miscelazione e di prelievo dei liquami, effettuando le operazioni dal basso delle vasche. Il cappello naturale si dovrà rompere solo nel momento dello svuotamento completo della vasca (quindi una volta l’anno).

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Si osserva che la presenza di una copertura artificiale ostacola la formazione del cappello naturale, inoltre tali coperture risultano di difficile utilizzo (se non addirittura dannose) per le operazioni di miscelazione e prelievo dei liquami. Alla luce di quanto detto, e tenendo conto anche del costo “proibitivo” che per gli allevamenti zootecnici presentano le coperture artificiali, si può affermare che la formazione di un cappello naturale in merito alla copertura di vasche di stoccaggio liquami, risulta essere una delle MTD (migliori tecnologie disponibili). 8. CONCLUSIONI L’ampliamento dell’allevamento suinicolo in oggetto comporta un incremento dei capi/anno mediamente presenti: da 2748 a 7131 (dati riportati nelle tab. E.5 della domanda di A.I.A.). A fronte di tale ampliamento il modello di calcolo di dispersione ha mostrato, in corrispondenza dei recettori monitorati, un incremento delle concentrazioni stimate di ammoniaca, metano, NMCOV e polveri sottili, desumibile dalle tabelle riportate nel Capitolo 6. Tale incremento, seppur per taluni recettori presenta un aumento del 100% della concentrazione ante-operam (ossia un raddoppio), rimane comunque basso in termini assoluti, nel senso che comunque è presumibile che i limiti normativi e le soglie di esposizione non vengano mai superati, almeno per quanto riguarda ammoniaca, metano e NMCOV. Discorso a parte per il PM10 in quanto è ormai consolidato il fatto che si tratta dell’inquinante che più spesso supera i limiti fissati anche in siti dove apparentemente non sono presenti fonti di emissione. Comunque il problema delle polveri prodotte dall’allevamento non è legato al superamento dei limiti (in cifre: la media annua limite di legge è di 50 µg/mc, mentre la media annua dovuta al solo allevamento in questione è inferiore a 1 µg/mc in tutti i recettori studiati), ma è legato piuttosto al trasporto di sostanze odorigene di difficile valutazione. Sulla base delle stime sui recettori risultanti dalla modellazione, l’ammoniaca non risulta essere un problema, né per quanto riguarda il superamento della soglia di esposizione (circa 6 mg/mc o 10 p.p.m.) né per quanto riguarda il superamento della soglia olfattiva (circa 3 mg/mc o 3 p.p.m.); infatti risulta che il massimo fenomeno di picco comporti una concentrazione oraria inferiore a 0,5 mg/mc. Per quanto riguarda i NMCOV la modellazione svolta mostra che le concentrazioni massime orarie sui recettori, provenienti dall’allevamento suinicolo, non superano i 5 µg/mc sia allo stato attuale che allo stato futuro, a fronte di un limite di legge (D.P.C.M. 28/03/1983) fissato in 200 µg/mc da non superare per più di tre ore consecutive. Pertanto si esclude la possibilità di superamenti per tali inquinanti.

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La concentrazione media normale di metano nell’atmosfera è di circa 1,7 p.p.m. (corrispondenti a circa 1,1 mg/mc). La modellazione svolta mostra che nei ricettori considerati l’incremento di concentrazione media annua dovuta all’ampliamento dell’allevamento si mantiene entro 0,05 mg/mc e questo non altera in maniera apprezzabile la situazione attuale. L’incremento delle concentrazioni stimate nella modellazione si traduce quindi non in un pericolo per la salute, ma piuttosto nel possibile aumento dei fenomeni che portano a manifestazioni odorigene, ossia nel possibile incremento del numero di eventi in cui, nei recettori considerati, si avverte cattivo odore. L’adozione delle “migliori tecniche disponibili”, seppure facoltativa per la tipologia di allevamento in oggetto, consente di abbattere di circa il 25%-30% l’emissione di ammoniaca, con benefici che si ripercuotono nella minore formazione di sostanze maleodoranti. Cesena, 22 settembre 2006

Ing. Franco Moretti

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