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INFORMACI pagine di vita associativa di Azione Cattolica 1

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rivista di formazione e informazione dell'Azione Cattolica di Modena-Nonantola

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IN QUESTO NUMERO:

EDITORIALE Altri muri sono da abbattere!Lo Acccolse con Gioia!

TESTIMONI DI CRISTO RISORTO Luisa Guidotti

A CASA NOSTRA Settore Giovani – Se sei felice … tu lo sai

Giovanissimi in campeggio

AVEtrina – Le proposte dell'editrice AVE

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Redazione: Paolo Seghedoni, Enrico Artioli, Raffaele Campana, Nicola Battilani, Ciro Amarante, Andrea Poggi, Gianluca Ghirardini

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ALTRI MURI SONO DA ABBATTERE!

Era il 1979 quando i Pink Floyd composero The Wall. Raccontava di un muro immaginario ma pur sempre percepibile, creato dall’alienazione e condito di schizofrenia. Dieci anni dopo, nel novembre 1989, sulle macerie del “Muro” preso a picconate, The Wall fu la colonna sonora di un epico concerto di Roger Waters, le cui note risuonano ancora innanzi ai molti muri che continuiamo ad erigere, giorno dopo giorno, in ogni angolo di mondo fra ricchi e poveri, potenti e deboli, democratici e chi democratico non è, fra quelli che hanno tutto e quelli che non hanno nulla. E ovunque i deboli vogliono oltrepassare i muri che sono stati eretti per tenerli a distanza, e ovunque i potenti temono moltissimo di ritrovarsi al posto dei deboli, come se la felicità di qualcuno si potesse realizzare solo a costo di privazioni e “confinamenti” di altre persone.

Nell’antichità il Vallo di Adriano e la Grande Muraglia cinese erano baluardo a difesa delle civiltà insidiate dai barbari che premevano sui confini degli imperi. Oggi, dopo aver abbattuto il “Muro di Berlino”, gli stessi portabandiera della libertà e della democrazia innalzano muri in giro per il mondo. Muri di difesa. Muri di chi è incapace di risolvere la sofferenza dei popoli e preferisce occultarla.

Oggi il “nemico” esterno per eccellenza non è più il capitalismo dell’Ovest, bensì ciò che quello stesso sistema ha prodotto all’apice

della sua espansione e al culmine della sua crisi: il controllo della popolazione migrante che più di ogni altra paga le conseguenze di un divario economico tra ricchi e poveri con rari precedenti nella storia.

Il nemico oggi è solo l’altro, il diverso, l’immigrato, ovvero quella sorta di funzione specchio di noi che ogni giorno ci mostra il volto distorto di una storia schizzata via da quelle poche, terribili, certezze murate. Oggi c’è solo la paura e l’incertezza a rinchiudere chiunque osi sfidare il nostro finto “ordine costituito”. Una sorta di libertà auspicata tanto quanto “murata”.

Se togliamo le parole Berlino e comunismo ci resta “il muro”. Il muro tout court che

continua ad essere utilizzato come un simbolo e una realtà per significare, attraverso forme chiare di sopraffazione e potere, il nostro presente fatto di deliri localisti, di politiche

razziste, di guerra.

A soli cinque anni dalla caduta del “Muro di Berlino”, nel 1994 se ne costruiva un altro, tra Messico e Stati Uniti, assai noto come “Muro di Tijuana”. Una barriera alta 4 metri e lunga sino a 1.123 km fatta di lamiere e filo spinato, controllata a vista da migliaia di militari, costruita con il solo fine di ripristinare una nuova ideologia: quella securitaria. Il muro di Tijuana sarebbe servito e serve a tenere lontani i migranti

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latinos dal finto Eldorado, ovvero dalla speranza di una vita diversa negli Stati Uniti.

Il 16 giugno del 2002 Israele costruisce un altro muro lungo quasi 750 km e alto circa 8 metri. Blocchi di cemento separati gli uni dagli altri da uno spazio di pochi centimetri; anche qui fili spinati e recinzione elettrificata. Una mostruosità che travalica gli stessi confini del giudizio storico sul conflitto israelo-palestinese. Un nuovo “muro del pianto”, verrebbe da dire, spostato al di fuori della mitica città vecchia di Gerusalemme.

Ceuta e Melilla, 2005, enclaves spagnole in Marocco. Quasi 12.000 migranti tentano di oltrepassare i confini per raggiungere la Spagna. Zapatero decide di rafforzare le barreras per impedirglielo: prima spedisce 1.200 militari, poi quasi 2.000 agenti di polizia autorizzati a sparare proiettili di gomma contro i migranti, infine costruisce un muro alto 6 metri e stanzia 28 milioni di euro per costruirne un secondo da lui stesso definito “invalicabile”.

Padova, agosto 2006. In nome del “decoro urbano”, il sindaco Flavio Zanonato firma un’ordinanza amministrativa per costruire

un muro in Via Anelli lungo 80 metri e alto tre. Obiettivo? Separare il complesso edilizio della “Serenissima” entro cui, a suo dire, vivevano “gruppi di cittadini extra-comunitari appartenenti ad etnie diverse”, tendenzialmente dediti allo spaccio e alla produzione di “cattivi odori” non proprio affini alle esigenze olfattive degli “autoctoni”. Nell’ordinanza si chiedeva anche di “murare” tutte le finestre e le porte del complesso edilizio.

E che dire dei muri di Belfast? Dei muri costruiti dai ricchi possidenti di Los Angeles a Canoga Park per distinguersi dai neri che popolano la città? Per non parlare degli innumerevoli muri “invisibili” che continuano a segnare “zone” virtuali di esclusione dell’altro. Se il comunismo ha perso il suo simbolo principale nell’89, la contemporaneità lo ha riacquistato e lo ha riabilitato a pieno titolo per legittimare le paure, il cinismo e l’intolleranza che sempre più accompagnano la difesa del benessere individuale e la nostra incapacità di guardare agli altri “non come all’inferno, ma come alla sola salvezza che abbiamo e la nostra unica occasione di comunione”.

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LO ACCOLSE CON GIOIA, Lc 19,6

Anche quest'anno, all'inizio dell'anno pastorale, torniamo “in onda”. E come ogni anno provo a raccontare quali sono gli obiettivi dell'anno associativo e dell'adesione all'Azione Cattolica; in particolar modo in quest'anno associativo dove saremo stimolati alla cura delle relazioni e del legame associativo che ci caratterizza.Personalmente e come associazione siamo invitati a riscoprire la forza e la bellezza del desiderio, dei desideri grandi del nostro cuore che aprono la nostra vita, ci strappano alle nostre sicurezze e ci spingono in alto: riscoprire e aiutare chi ci sta accanto e quanti sono affidati alla nostra cura educativa, riscoprire la forza del desiderio di Dio.Così come Gesù entra nella casa di Zaccheo, nella nostra vita personale, nella nostra associazione, nella nostra chiesa, Egli si offre a noi attraverso la Parola. La Parola ci consegna in ogni momento l'amicizia e la vicinanza affettuosa di Gesù, e la comunione con Lui inizia proprio attraverso la frequentazione della sua Parola. Ogni socio di AC si impegna a lasciare che essa entri nella nostra "casa", nelle situazioni e negli incontri, nel nostro modo di essere al mondo e di viverne le tensioni, se lasciamo che essa illumini tutto questo. Ci è chiesto di consentire alla Parola di Gesù di fermarsi presso di noi, di lasciarci plasmare da essa, di consentire che metta radici nella nostra vita fino a renderci capaci di vivere secondo la sua luce e la sua verità.Nell'anno associativo 2009-2010 siamo invitati a sperimentare, dunque, come persone e come comunità associativa e parrocchiale, l'apertura del cuore e l'accoglienza, l'accoglienza del Signore Gesù e l'apertura all'altro, alla comunità che viene sollecitata dalla Sua

Parola.TESSERA O ADESIONE?Adesione e tessera non sono sinonimi. La seconda è solo un segno che ci aiuta a ricordare una scelta di impegno personale. Aderire all'AC significa voler contribuire alla costruzione di un progetto mettendoci del proprio, condividendo con molte altre persone gli obiettivi, uno stile e un metodo per stare nella Chiesa "da laici" e raccontare la bellezza di Gesù, oggi, in questo nostro tempo e nei luoghi in cui ci è dato vivere. L'AC non ha altre finalità che non quelle che sono della Chiesa tutta. Aderire comporta certo una fatica, non è mai un "sì" detto una volta per tutte ed è un impegno che va rinnovato ogni giorno attraverso una partecipazione piena alla vita dei gruppi, alle attività missionarie, al supporto dei nostri parroci e alla vita della parrocchia. Aderire è anche un fatto che ci educa alla responsabilità e ci tocca sul vivo perchè ci

chiede un piccolo sacrificio economico, che permette all'AC di sostenersi attraverso i contributi di ciascuno. I vantaggi dell'aderire all'AC non sono una raccolta-punti per premi da mettere nelle nostre credenze ma, anche se meno visibili, sono certamente di maggior valore: imparare a fare comunità, scambio intergenerazionale, educazione alla democraticità, impegno personale... sono solo alcuni dei "premi in catalogo". E allora a chi partecipa ai gruppi di ACR, Giovanissimi, Giovani e Adulti da

simpatizzante, rivolgiamo in particolar modo l'invito ad aderire, affinchè la tessera dell'AC diventi davvero il segno forte della partecipazione e perchè c'è bisogno del contributo di tutti per fare dell'AC uno strumento di evangelizzazione sempre più bello!

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TESTIMONI DI CRISTO RISORTO: LUISA GUIDOTTINel Maggio del '32 nasce a Parma, e nello stesso mese viene battezzata al Battistero della città, Luisa Guidotti Mistrali.Sia la famiglia paterna sia quella materna godono di certa agiatezza e sono profondamente religiose. Dopo un lungo peregrinare in giro per l'Italia, un po' per il lavoro del padre, un po' a causa della guerra, Luisa, nel '48 si ritrova a Modena dove vive con il padre e una zia materna (la madre venne a mancare alla fine del '47). Frequenta qui il liceo scientifico e si iscrive successivamente alla facoltà di medicina; dal '69 inizia il suo pellegrinaggio tra gli ospedali africani; non ha mai un'attività precisa ma si occupa del campo sanitario, così come di quello preventivo, alimentare e igienico. Inoltre le condizioni sono estremamente precarie: manca l'elettricità, a volte le strutture e si trova a visitare a cielo aperto, l'aiuto medico ed infermieristico è assai carente.In questo contesta organizza, con mezzi propri, una Scuola Infermiere e gestisce l'allargamento dell'ospedale improvvisandosi ingegnere e direttore dei lavori. A queste opere si aggiunge subito l'organizzazione di un orfanotrofio.A metà degli anni '70 Luisa si trova in Rhodesia, colonia inglese, governata da un regime razzista che in nome di 200000 bianchi opprime sei milioni di neri. In questo periodo la guerriglia è più che mai intensa. Per deontologia medica e scelta

cristiana, Luisa cura ogni ammalato, ogni ferito, senza distinzione di razza o di opinione politica.Nel'76 si trova ad affrontare anche un processo per aver soccorso un presunto guerrigliero senza denunciarlo. Assolta dall'accusa, anche grazie all'opera del Vaticano, della Croce Rossa e dell'ordine dei medici internazionale, Luisa conclude la sua giornata con le parole: “C'era un malato, l'abbiamo curato. È bastato

mettere in pratica una volta tanto il Vangelo per far muovere tutto il mondo...Dobbiamo mparare a mettere in pratica il Vangelo sempre.”La situazione politica e sociale si aggrava maggiormente e tra il '77 e il '79 si intensificano anche i bombardamenti. Proprio nel'79, al rientro da un Ospedale alla missione in cui si trovava, due raffiche di mitra partono da entrambi i lati della strada. La lentezza dei soccorsi e la gravità delle ferite non lascia scampo a Luisa che si spegne nell'ospedale di Mtoko la mattina del 6 Luglio 1979.Dal 1988 Luisa Guidotti Mistrali riposa nel Duomo di Modena. Intanto la Rhodesia è diventata

Zimbabwe, stato indipendente. Tra i vari riconoscimenti postumi ricevuti da Luisa, uno riporta in shona e in italiano un versetto significativo del Vangelo di San Giovanni: “NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO, DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI”

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SETTORE – GIOVANI: SE SEI FELICE... TU LO SAI12 Novembre, giovedì sera, temperatura classica intorno ai 10°C. Una ventina di giovani e un tema che pone tanti domande per interrogarsi. Il ciclo di incontrocorrente è partito con la sua solita carica propulsiva immergendosi nel tema degli incontri: la FELICITA'.L'introduzione al tema è stata la degustazione delle ricette della felicità, 13 ricette per essere felici, 13 citazioni, dal Qoelet a Meryl Streep, da Nitzsche a Samuele Bersani, da De Crescenzo a Muccino (Gabriele). 13 ricette che hanno cercato di raccontare il personale viaggio alla ricerca della felicità degli autori.Provando a misurare la distanza tra la nostra idea di felicità e l'idea di felicità degli autori ci siamo interrogati sul cos'è e come si raggiunge la felicità, quale è la nostra

ricetta, quali sono gli ingredienti irrinunciabili per essere felici.La voglia di essere felici, la soddisfazione di compiere un gesto, la consapevolezza di non poter essere felici in eterno ma che si può tornare ad essere felici superati i momenti di difficoltà, l'aspetto comunitaria della felicità che necessariamente coinvolge chi ci circonda e non necessariamente solo chi è strettamente

legato a noi, il desiderio e la speranza nel futuro purchè non diventino ossessione, il raggiungimento dell'essenza delle cose. Una ricetta proposta molto corposa che nasce dalla personale e difficoltosa ricerca della felicità.La felicità, viviamo in un'oasi felice o solo in una costruzione di miraggi? Questo l'obiettivo del secondo incontro di approfondimento che si terrà giovedì 10 Dicembre sempre presso le sale parrocchiali di San Giovanni Evangelista (via Emilio Diena) alle ore 21.Come sempre vi aspettiamo numerosi.

GIOVANISSIMI IN CAMPEGGIOCome ogni anno eccoci di nuovo qui a presentare l'iniziativa invernale dei giovanissimi. My hands, Your Heart: le mie mani, il tuo cuore. Un titolo di certo affascinante, e affascinante è sicuramente il tema, la corporeità e l'affettività, che

verrà trattato nei tre giorni 26-29 Dicembre nella splendida cornice di Villa Immacolata. L'iniziativa, che come di consueto riscuote grande successo, quest'anno pare che raggiungerà quota oltre 100 partecipanti!!! e se non volete perdere l'occasione di

partecipare correte ad iscrivervi (come da istruzioni nel volantino in ultima pagina!). A tutti gli educatori e i ragazzi che volessero partecipare estendiamo l'invito a contattarci per non perdere questa occasione di scambio e conoscenza!!!

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AVEtrinale pubblicazioni proposte dall'AVE

L'elogio della laicità con cui si apre il volume indica lo spirito e lo stile dei pensieri che in esso si svolgono.Laicità, per i cristiani, è assumere in pieno l'umanità che essi hanno in comune con tutti, e di essa mostrare la bellezza, il valore, le responsabilità.Attraverso una riflessione che si snoda dall'ascolto della vita fino ad alcuni spunti per promuovere una nuova soggettività dei laici, il libro invita a guardare alla realtà e

alle sue diverse dimensioni con occhi nuovi: non con lo sguardo di chi coglie di essa soprattutto i limiti, ma con quello sapiente di chi cerca e vede le ricchezze, il dono, i compiti, nella convinzione che la storia umana è abitata dal mistero.Tocca soprattutto al laico riconoscere il mistero presente nella vita, svelarne il Nome, vivere in modo da portare alla luce, già da oggi, i germi di risurrezione presenti nella realtà. Per questo occorre, da parte dei laici, una nuova capacità di iniziativa, per stare nel mondo da testimoni della bellezza pasquale delle cose.

Ho scommesso su di te!

D'amore si muore, di speranza si vivedi: Domenico Sigalini

Dopo la fortunata serie di Questo vangelo mi interessa, mons. Domenico Sigalini ci offre un'altra selezione di riflessioni fresche e concise sui brani di vangelo delle settimane di Avvento (anno A, B e C) fino alla solennità del Natale.

Scritte per essere proposte dal microfono di una radio, le 40 provocazioni del vescovo di Palestrina, formulate con il solito linguaggio immediato, raggiungono al cuore l'interlocutore. Ci sono situazioni in cui «la nostra fede - dice don Domenico - è messa a dura prova. Solo la speranza aperta alla Resurrezione ce ne scioglierà l'enigma».

Ma dove trovo questa speranza? È la domanda che echeggia al termine di ogni meditazione e traduce lo sconforto di chi vorrebbe credere ma fatica a fidarsi. Non si rende conto che Gesù ha scommesso davvero su ciascuno.

Forse il segreto della risposta è nel sottotitolo: D'amore si muore, di speranza si vive. Anche se è difficile localizzare la speranza, darle un nome, essa diventa promessa di un Natale che rompe la noia della nostra esistenza e ci chiama a rendere ragione del dono di un Dio bambino.

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Dare sapore alla vitaDa laici nel mondo e nella ChiesaDi: Paola Bignardi

altri autori e curatori...

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IL CALENDARIO DELLE PROSSIME ATTIVITA'MARTEDÌ 8 DICEMBRE: FESTA DELL'ADESIONE!!!

Giovani – ISSIMIGiovedì 10 Dicembre: INCONTROCORENTE presso parrocchia di San Giovanni Evangelista

Sabato 26-Martedì29 Dicembre: Campo Invernale ISSIMI(volantino a seguire)

ACR:6 Febbraio: Festa della PACE!!!

ADULTI:10 Gennaio: Incontro su Dossetti19 Gennaio: Incontro su Lazzati

per tutte le iniziative è consigliabile contattare i settori e consultare i volantini che vengono distribuiti per la promozione delle iniziative

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Parrocchia____________________________________________________________

Recapito (telefono o mail):______________________________________________

Proposte:____________________________________________________________

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campeggio invernaledei giovanISSIMIvilla ImmacolataDogana Nuova

26 - 29 Dicembre 2009

un po' di info utili:il campo invernale si terrà dal 26 Dicembre, partenza ore 14,30 presso il piazzale dell'autostazione, al 29 Dicembre, partenza da Villa Immacolata indicativamente alle ore 17,30.

il costo dei 4 giorni è di 140€, di cui 50 vanno versati all'iscrizione e 90 all'arrivo al campo.

Sono necessari abiti comodi per potersi muovere e coprenti per il freddo!!!è necessario il sacco a pelo o le lenzuola e la federa; inoltre servono gli asciugami.Porta con te una torcia e le scarpe da neve oltre che ad un quadernino o block notes e la Bibbia.Per iscriverti contatta Raffaele (Lele) e consegna ad un tuo educatore il coupon e la caparra di 50€ ENTRO IL 14 DICEMBRE

Raffaele: 3491868131 – [email protected]

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Nome_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Cognome _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 

Nato a _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  il _ _ _­_ _ _­_ _ _

abito a _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _in via _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _  

tel.casa e/o cell. dei genitori_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 

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