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1 Influenza sociale Germano Rossi ISSR 2011/12 G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 2 Premessa Durante la II guerra mondiale milioni di persone sono stati tenuti nei campi di concentramento nazisti che erano vere e proprie industrie di morte Nel 1978, un senatore americano andò in visita al Tempio della Gente a Guayana, dove trovò plagio e imprigionamento di persone. Fu ucciso mentre tornava in aereo e il capo del Tempio ordinò a circa 1000 dei suoi seguaci di suicidarsi e loro lo fecero L’11 di settembre del 2001, 2 aerei furono scagliati contro le torri gemelle, 1 sul Pentagono e 1 cadde senza raggiungere nessun obiettivo. Migliaia di persone morirono Perché?

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Influenza sociale

Germano Rossi

ISSR 2011/12

G. Rossi - Introduzione alla psicologia

Influenza sociale 2

PremessaDurante la II guerra mondiale milioni di persone sono stati tenuti nei campi di concentramento nazisti che erano vere e proprie industrie di morteNel 1978, un senatore americano andò in visita al Tempio della Gente a Guayana, dove trovò plagio e imprigionamento di persone. Fu ucciso mentre tornava in aereo e il capo del Tempio ordinò a circa 1000 dei suoi seguaci di suicidarsi e loro lo feceroL’11 di settembre del 2001, 2 aerei furono scagliati contro le torri gemelle, 1 sul Pentagono e 1 cadde senza raggiungere nessun obiettivo. Migliaia di persone morironoPerché?

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Premessa

Nello spiegare questi eventi siamo portati a pensare che i nazisti, i seguaci del Tempio e quelli di Bin Laden fossero persone cattive o pazzi, guidati da persone cattive o pazze.Questo è un errore di attribuzione, cioè la tendenza a spiegare le azioni delle persone sovrastimando l’influenza della personalità e sottostimando l’influenza delle situazioni o delle circostanze

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Premessa

La psicologia sociale è lo “studio scientifico dei modi in cui il comportamento e i processi mentali delle persone sono modellati dalla presenza degli altri, reale o immaginaria”Anche se le singole persone possono rispondere in modo diverso alla stessa situazione, la presenza di altre persone fa sìche le risposte di una singola persona siano influenzate dalle risposte (reali o ipotetiche) degli altri

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Presenza degli altri

Fin dal 1898, diversi esperimenti dimostrano l’influenza della presenza di altre persone sui risultati.I ciclisti vanno più veloci quando gareggiano in coppia che quando sono soliI bambini svolgono un compito meglio se sono con altri bambiniLe formiche scavano tre volte di più se sono con altre.In pratica, la presenza di qualcuno che svolge lo stesso compito, attiva un meccanismo inconsapevole di competizione

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Presenza degli altri

Anche la semplice presenza di spettatori, facilita l’esecuzione di un compitoQuesto effetto è stato chiamato “facilitazione sociale”Esiste anche un effetto opposto, chiamato “inibizione sociale” che porta a risultati di qualità peggiore in presenza di altre persone

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Presenza degli altri

Facilitazione e inibizione sociale rientrano nei meccanismi di influenza socialeLa facilitazione sociale sembra abbinata ai compiti sempliciL’inibizione sociale ai compiti complessiPer spiegare questi fenomeni sono state proposte due teorie

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Presenza degli altri

1. La prima è stata proposta da Zajonc, secondo cui alti livelli di attivazione tendono a rinforzare le risposte dominanti di un organismoLa presenza di altre persone, aumenta l’eccitazione e l’attivazione. In questo caso la risposta dominante ha più probabilità di essere la risposta corretta se i compiti sono semplici, ma meno probabilità se sono complessi.

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Presenza degli altri

1. La seconda teoria fa riferimenti ai fattori attentivi. La presenza di altre persone èdisturbante in quanto dobbiamo far attenzione sia al compito che agli altriIn questo caso, con compiti semplici è piùfacile mantenere l’attenzione su entrambi, ma non con compiti difficiliLe due teorie sembrano vere entrambe, ma un successivo esperimento ha dimostrato che la teoria corretta è la seconda

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Presenza degli altri

L’esperimento consiste nel mostrare sequenze di segni e di parole scritte in colori diversiIl compito è quello di identificare il colore e di ignorare i segni o le paroleLeggere le parole anziché interpretare il colore è un compito predominante, quindi la teoria di Zajoncpredice inibizione sociale;La teoria attentiva, considerando che il compito èrelativamente semplice, ritiene che si attivi la facilitazione sociale

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Presenza degli altri

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I risultati di questo esperimento ed di altri simili, dimostrano che si attiva una facilitazione sociale. Questo dimostra che la teoria corretta è quella attentiva.Ovvero le persone hanno una migliore prestazione in presenza di altri.

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Deindividuazione

Un altro fattore che agisce nei comportamenti collettivi è il processo della de-individuazione ovvero quando l’individuo diminuisce l’importanza della propria identitàpersonale e quindi riduce anche il senso di responsabilità sociale.In queste situazioni è anche più facile avere comportamenti aggressivi o insoliti“La folla è sempre intellettualmente inferiore all’individuo isolato” (Le Bon, 1985)

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Deindividuazione

Perché questo fenomeno si manifesti sono necessarie due condizioni: la numerosità del gruppo e la anonimitàAnonimità: quando una persona sente di non avere la responsabilità di quello che faNumerosità: quando ci sono più di due persone

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DeindividuazioneIn un esperimento, ad un gruppo di studentesse universitarie, in gruppi di 4, si chiese di somministrare scosse elettriche ad un’altra donna che partecipava all’esperimento con loro. Metà delle donne indossavano grossi camici di laboratorio e cappucci (tipo Ku Klux Klan) che nascondevano il volto (anonimità).Per accentuare l’anonimità le persone del gruppo non venivano mai chiamate con il loro nomeLe donne del secondo gruppo, vestivano i loro abiti normali e venivano chiamate con il loro nome ed erano state presentate reciprocamente

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Deindividuazione

Quando il soggetto sperimentale commetteva un errore ogni donna del gruppo doveva premere un pulsante che avrebbe somministrato una scossa elettrica (non era vero)L’uso di camici e cappucci faceva sentire le donne come se fossero anonime, mentre chiamare le donne con il loro nome accentuava la loro identità personaleI risultati hanno dimostrato che le donne in forma anonima somministravano scosse in numero doppio rispetto a quelle con una identità

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Deindividuazione

Un altro esperimento è stato condotto durante la notte di HalloweenQuando i bambini arrivavano in una casa, la donna che apriva la porta “poteva” chiedere i loro nomi e stabilire una relazione con loro, poi presentava il cesto delle caramelle, dicendo di prenderne una sola, ma poi si allontanava lasciando i bambini da soliQuando non veniva chiesto loro il nome, i bambini prendevano più caramelle di quanto indicato mentre se era stato loro chiesto il nome prendevano una sola caramella

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DeindividuazioneSiccome la maggior parte degli esperimenti, utilizzava in qualche modo dei costumi (come costumi di Hallowen, o i cappucci simili a quelli del Ku Klux Klan), si è pensato che l’abito potesse creare e influenzare il comportamento.Il primo esperimento è stato ripetuto con donne vestite da infermiera oppure in divisa tipo “poliziotte”(oppure con i propri abiti). Le infermiere somministravano sensibilmente meno scosse elettriche delle “poliziotte”, mentre le donne nei propri abiti, pur somministrando meno scosse, non lo facevano “molto meno” delle poliziotte.

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Deindividuazione

Questi ed altri esperimenti hanno portato a riformulare il concetto di deindividuazione: “Le situazioni che riducono la responsabilitàpubblica non influiscono semplicemente sulla salienza dell’identità personale degli individui ma simultaneamente rafforzano la salienza dell’identità gruppale”Ovvero una maggiore conformità alle norme sociali specifiche della situazione

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Effetti degli astanti

L’effetto degli astanti è la situazione in cui le persone sono meno propensi ad aiutare gli altri in presenza di altre personeGeneralmente pensiamo che quando ci serve dell’aiuto dovrebbe essere più facile averlo se ci sono molte persone attorno a noiInvece proprio la presenza di altre persone ci impedisce di fare qualcosaCi sono due condizioni: la definizione della situazione e la diffusione della responsabilità

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Definizione della situazione

Molti stati di emergenza iniziano in modo ambiguo. Un uomo che barcolla, sta male o èsemplicemente ubriaco?Un modo comune di affrontare la situazione èdi rimandare l’azione e di guardarsi intorno per vedere come reagiscono gli altriMa quello che si vede, sono altre persone che stanno agendo come se non ci fosse nulla di strano e che si guardano attorno per vedere come reagiscono gli altri

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Definizione della situazione

Una delle espressioni facciali tipiche in questa situazione può essere chiamata “non so che fare, cosa facciamo, chi agisce per primo?” e produce uno stato di ignoranza collettivaall’interno del gruppo ogni individuo trae in inganno gli altri definendo la situazione come una “non-emergenza”

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Definizione della situazione

In un esperimento, degli studenti universitari maschi furono invitati per fare un’intervista. Nella sala d’attesa potevano essere da soli oppure in un gruppo di tre personeMentre aspettavano e compilavano un questionario, da una grata d’aerazione usciva del fumo intensoIl 75% dei soggetti da soli, uscì dalla stanza avvisando di un incendioMa solo il 13% delle persone in gruppo uscì dalla stanza anche se si riempiva di fumo

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Definizione della situazione

Poteva essere però che questo esperimento facesse sentire i maschi in una posizione di codardiaIn un secondo esperimento i soggetti che attendevano nella stanza sentivano una persona nella stanza accanto cadere per terra e urlare dicendo di essersi storta una cavigliaAnche se soltanto una tenda separava i soggetti dalla persona caduta, la situazione fu la medesima dell’esperimento precedente

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Definizione della situazione

In tutti i casi, il gruppo di persone che non intervenne, giustificò la cosa dicendo che non pensavano fosse niente di serio…, era fumo dell’aria condizionata, era smog, non pensavano che la persona si fosse fatta male davveroOgni individuo del gruppo non voleva mostrare i propri dubbi; l’apparente calma degli altri faceva propendere per una mancanza di emergenza

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Definizione della situazione

Un altro meccanismo che crea la “non-emergenza” è quello delle situazioni familiariSe vediamo una donna e un uomo che litigano e pensiamo che siano marito e moglie o fidanzati, non interveniamoSe vediamo dei ragazzi litigare e sappiamo (o pensiamo) che sono fratelli, non interveniamo

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Definizione della responsabilitàQuando una persona sa che sono presenti molte altre persone, l’onere della responsabilità non ricade solo su di luiIn un esperimento, delle persone vennero messe in una cabina con un citofono e gli venne detto che in altre cabine c’erano altre persone (due o tre o sei) con cui discutere un determinato argomento. Ogni persona poteva parlare per due minuti a turno, mentre gli altri stavano zitti e ascoltavano. Un meccanismo automatico assegnava la parola a una persona e chiudeva il microfono delle altre. La discussione non veniva monitorata.

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Definizione della responsabilità

In realtà non esistevano altre cabine e non esistevano altri soggetti sperimentaliIn una prima fase, uno dei partecipanti (finto) disse di essere soggetto a crisi epilettiche.Successivamente, il soggetto sperimentale ascoltava questa persona mentre aveva una crisi epilettica.Non c’era un’ambiguità dell’emergenza, il soggetto non poteva sapere come stessero reagendo nelle altre cabine, ma il soggetto sapeva che lo sperimentatore non poteva rendersi conto dell’emergenza.

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Definizione della responsabilità

Quando il gruppo era formato da due cabine, l’85% riferì dell’attacco epilettico chiamando aiuto solo 62% di quelli che pensavano di essere in tre, chiese aiutoE quando il soggetto credeva di far parte di un gruppo di sei, solo il 31% chiese aiutoNelle interviste successive tutti soggetti avevano percepito chiaramente la realtàdell’emergenza

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Definizione della responsabilità

Questo implica che se la responsabilità viene suddivisa fra molte persone ci si sente meno responsabili se non si fa nulla, in quanto tutti si aspettano che siano gli altri ad intervenireMa in una situazione in cui l’ignoranza collettiva e la diffusione della responsabilitàsono rese minime cosa succederà?

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Definizione della responsabilità

Nel metrò di New York venne condotto l’esperimento: due sperimentatori salivano in una carrozza e uno dei due fingeva di star male. Se nessuno interveniva, interveniva il compliceLo sperimentatore che stava male poteva avere un bastone in mano (come se fosse malato) oppure puzzare di alcol (ubriaco), poteva essere di razza bianca o di razza nera.In ogni caso non c’era ambiguitàInoltre, tutte le persone della carrozza potevano vedere tutte le altre

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Definizione della responsabilità

Quando la vittima aveva un bastone, il 95% delle volte ricevette un aiuto spontaneo velocemente (cinque secondi)Quando era ubriaco ricevette aiuto il 50% (entro due minuti)Il colore della pelle delle vittime con il bastone non produceva risultati diversiÈ non importava il numero delle persone presenti in carrozza

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Gli altri come modelli

Nell’esperimento della metropolitana, appena una persona si muoveva per aiutare, molte altre seguivanoQuesto potrebbe significare che utilizziamo le altre persone sia per definire una situazione come di “non-emergenza” ma anche per definirla come un’emergenzaQuesta seconda ipotesi è stata verificata con diversi esperimenti

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Gli altri come modelli

Ad un gruppo di bambini di sei anni viene fatto vedere un episodio del telefilm Lessi, nel quale un bambino soccorre dei cuccioli in difficoltàAd un altro gruppo di bambini viene fatto vedere un altro tipo di telefilmSuccessivamente, mentre i bambini facevano una gara, videro dei cuccioli piangenti. Quelli del primo gruppo si fermarono a consolarli anche se, così facendo, perdevano la gara

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Gli altri come modelli

Gli stessi risultati sono stati ottenuti con altri esperimenti:Una persona si ferma ad aiutare una donna con una gomma a terra, se ha visto qualcuno in una situazione simile qualche chilometro primaSe vediamo qualcuno fare la carità, siamo piùpropensi a farlo anche noi.

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Gli altri come modelli (TV)

Diverse ricerche hanno preso in considerazione bambini che guardano la televisioneAd un gruppo di bambini vennero mostrati cartoni animati violenti per un certo periodo di tempo; ad un altro gruppo, cartoni animati non violenti per lo stesso periodo di tempoDurante questo periodo di tempo fu registrata la quantità di aggressività mostrata dai bambini nelle loro attività giornaliereI bambini del primo gruppo risultarono più aggressivi nei loro rapporti con i coetanei

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Gli altri come modelli (TV)In un altro studio furono presi in considerazione 800 bambini fra gli 8 e i 10 anni. Vennero raccolte informazioni sulle preferenze televisive e sui loro comportamenti aggressiviI ragazzi (soprattutto i maschi) che preferivano programmi (o videogames) violenti mostravano comportamenti più aggressivi nei rapporti interpersonali10 anni più tardi, gli stessi bambini (maschi) furono analizzati nuovamente; chi era stato esposto maggiormente alla violenza televisiva a 9 anni mostrava un’alta aggressività a 19

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Gli altri come modelli (TV)

Nonostante queste ed altre ricerche dimostrino una forte relazione tra programmi televisivi violenti e comportamenti aggressivi nei ragazzi e negli adolescenti, molte persone pensano che la televisione non influenzi il comportamentoAlcuni dei ragazzi americani protagonisti di stragi scolastiche erano abituati a giocare con videogames violenti e sanguinari

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Ruolo dell’informazione

Conoscere questi meccanismi sociali ci aiuta?In un esperimento, alcuni studenti seguirono una lezione o guardarono un video su questi processi sociali.La settimana successiva, uno sperimentatore li mise in una situazione in cui incontravano una “vittima” bisognosa di aiuto.Rispetto agli altri studenti, questi erano piùpropensi ad aiutare

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Conformismo

Il conformismo è quando ci adeguiamo alle decisioni della maggioranza anche se non siamo d’accordoin un gruppo di persone, se la stragrande maggioranza sono d’accordo fra loro (anche contro l’evidenza), le ultime persone si sentono costrette ad adeguarsi al gruppoÈ comunque sufficiente che anche una delle persone non sia d’accordo con la maggioranza perché subito scatti la dissidenza

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ConformismoAll’interno del conformismo possiamo distinguere l’accondiscendenza, l’influenza sociale informativa e l’influenza sociale normativaL’accondiscendenza è il conformismo puro quando cioè non c’è alcuna possibilità che la persona abbia effettivamente cambiato ideaNell’influenza sociale informativa le persone si conformano perché ritengono che le interpretazioni degli altri ad una situazione ambigua siano piùcorrette delle proprie L’influenza sociale normativa è quando ci conformiamo alle norme sociali o ai comportamenti tipici di un gruppo per poter essere accettati da loro

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AccondiscendenzaIn un esperimento, venivano presentate tre linee di diversa lunghezza; quindi (su un altro foglio) una riga sola e i partecipanti dovevano dire a quale riga corrispondesse quest’ultimaTutti i partecipanti erano “complici” dell’esperimento tranne uno (l’ultimo a parlare)Quando i complici sbagliavano grossolanamente tutti, anche l’ultimo, si conformava, malgrado l’evidenzaAlcuni manifestavano evidenti comportamenti di disagio, incredulità…Se anche uno solo dei complici dissentiva (magari comunque sbagliando), l’accondiscendenza non c’era

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Influenza sociale informativa

Siete a cena da ospiti illustri o in un ristorante di lusso e avete davanti una serie notevole di posate e bicchieri vari che non sapete come usareCosa fate?Guardate come si comportano gli altri e prendete informazioniVi conformate perché cercate di ottenere informazioni dagli altri

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Influenza sociale normativa

Quando siamo in un gruppo che non conosciamo e in cui vogliamo inserirci, ci adeguiamo al comportamento degli altriOppure mettiamo in atto comportamenti che ci rendano “accettabili” per quel gruppo

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L’influenza della minoranza

Le minoranze possono portare le maggioranze dalla loro parte se presentano una posizione coerente, senza apparire rigide, dogmatiche o arrogantiL’influenza non si manifesta in pubblico (come nel conformismo) ma nel privato, perché produce cambiamenti nel singoloL’influenza della minoranza è più efficace se difende una posizione coerente con gli sviluppi delle norme sociali

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L’influenza della minoranza

L’influenza della minoranza si basa sul contratto implicito di indulgenzaImplica che i membri della maggioranza permettano a quelli della minoranza di esprimersi. Tuttavia in questo modo aprono la porta alla loro influenza, creando dubbi in alcuni individuiL’influenza della minoranza non si applica all’intera maggioranza ma a una certa quantità di individui della maggioranza

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Obbedienza all’autorità

Se analizziamo le situazioni in cui le persone fanno cose terribili giustificandole in base agli ordini che hanno ricevuto (ad es. il Nazismo) siamo nella situazione definita di obbedienza all’autoritàIn un esperimento “famoso”, a una (diverse) persona qualunque fu affidato il compito di “insegnante” ed ad un’altra persona qualunque (un complice dell’esperimento) il ruolo di alunno

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Obbedienza all’autorità

Nell’esperimento, l’insegnante sottoponeva l’alunno a delle prove. Per ogni risposta sbagliata, l’alunno veniva punito con una scossa elettrica che aumentava in base al numero degli erroriL’alunno reagiva con urla di dolore, picchiando il muro o il tavolo, chiedendo di smettere… in base al livello di scossa elettrica che avrebbe dovuto ricevere

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Obbedienza all’autorità

Fino a che punto si sono spinti gli insegnanti?La maggior parte dei soggetti ha raggiunto il massimo grado di scossa (da 15 a 450 volt), ma ci sono condizioni diverse Perché si attivi l’obbedienza sono necessarie 5 condizioni: 1) sorveglianza; 2) schermi; 3) presenza di modelli; 4) situazioni emergenti; 5) giustificazione ideologica

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Obbedienza all’autoritàSorveglianza: se la persona sottoposta ad ordini èstrettamente controllata oppure sorvegliata; quanto più vicina e stretta è la sorveglianza, tanto maggiore è l’obbedienza; se lo sperimentatore era visibile oppure “parlava” con l’insegnante al telefonoGli schermi sono qualunque tipo di impedimento che esiste tra la persona sottoposta all’obbedienza e il compito che deve svolgere; più distante è l’obiettivo dell’ordine e più diminuisce la sensazione di responsabilità; se l’alunno era visibile dall’insegnante, l’obbedienza calava massicciamente; se l’insegnante doveva controllare che l’alunno tenesse la mano sulla piastra della scossa, calava ancora di più.

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Obbedienza all’autorità

I modelli di ruolo sono delle persone esterne che ci possono servire da modello: se qualcuno disubbidisce o mette in discussione un ordine perché non lo ritiene moralmente accettabile anche noi possiamo metterlo in discussione; insegnanti multipli o 2 sperimentatoriTuttavia i modelli di ruolo permettono solo di obbedire o di conformarsi ai modelli

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Obbedienza all’autorità

Con il termine “situazioni emergenti” si intende il fatto che nessuna situazione inizia in modo predefinito, ma si sviluppa pian piano e solo alla fine si delinea per quello che èrealmenteNella maggior parte dei casi in cui persone normali, obbedendo agli ordini hanno commesso atrocità, probabilmente non avevano realmente capito il compito finaleSono la persona che l’aveva ideata, sapeva quello che avrebbero fatto alla fine

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Obbedienza all’autorità

Le altre persone invece, iniziano con qualcosa che non sembra cattivo (identificare gli ebrei), proseguono con passaggi intermedi poco sfumati (stella gialla, licenziamento) e si ritrovano alla fine in una situazione pesante (campi di sterminio) che non riescono a risolvereIn questo caso, la mancanza di informazioni sul disegno globale e il tempo necessario per pensare a quello che stanno facendo, influisce sulla situazione

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Obbedienza all’autorità

Noi tutti viviamo in un contesto sociale; genitori, sistemi scolastici e lavorativi ricordano all’individuo l’importanza di seguire le regole.Per comprendere l’obbedienza in una particolare situazione, quindi, dobbiamo capire l’accettazione da parte dell’individuo di un’ideologia (un insieme di convinzioni ed atteggiamenti) che legittima l’autorità della persona che comanda e giustifica il seguire le sue direttive: la giustificazione ideologica

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Obbedienza nella vita quotidiana

In molte situazioni della vita quotidiana noi ubbidiamo a degli ordini che ci vengono da persone che riteniamo superioriA volte questi ordini, violano delle regole ma noi ci fidiamo di chi da quell’ordineIn molti casi questo dipende dalla situazione in cui ci troviamo; se avessimo la possibilità di pensare realmente a quello che stiamo facendo potremmo decidere di non farlo

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Interiorizzazione

La maggior parte degli studi sul conformismo e l’obbedienza si focalizza sul fatto che gli individui si facciano più o meno influenzare pubblicamenteNella vita di tutti giorni, però, molte persone cercano di modificare i nostri atteggiamenti privati per ottenere cambiamenti che persisteranno nel tempo (genitori, educatori, preti, politici, pubblicitari…)È l’interiorizzazione

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Interiorizzazione

Un esempio di interiorizzazione è l’auto-giustificazione che è il processo per cui le persone razionalizzano il proprio comportamento passato, costruendo o adattando convinzioni private per poterlo sostenereSe qualcuno vi chiedesse di mettere un piccolo cartello sulla finestra di casa per una buona causa, e voi decideste di accettare, poi vi troverete a convincervi di aver fatto la scelta giusta

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Interiorizzazione

Se successivamente qualcuno vi propone qualche cosa di più impegnativo ma sullo stesso tema, vi sentireste obbligati ad accettare, per coerenzaLa teoria della dissonanza cognitiva spiega questo comportamento presupponendo un impulso alla coerenza cognitiva, per cui, quando due pensieri sono fra loro incoerenti o contrastanti, la persona tende a rimuovere l’incoerenza e a riportare l’armonia

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Interiorizzazione

Quando dobbiamo prendere una decisione, se è facile, non saremmo molto contenti di quello che abbiamo scelto e potremo aver dubbi sulla validità della scelta; ma se è una decisione sofferta e meditata ci auto-convinceremo di aver fatto la scelta giusta, anzi l’unica scelta possibileMolte persone che si convertono (ad una religione o ideologia), tendono ad essere un po’ fanatiche perché devono auto-convincersi di aver fatto un passo importante e giusto

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Influenza sociale

Un concetto importante che abbiamo illustrato, è quello della potenza delle forze situazionaliBisogna ricordare però che queste forze situazionali sono spesso invisibili, agiscono senza che noi ce ne accorgiamoCambiamo i nostri atteggiamenti interni per essere coerenti con il nostro comportamento esterno

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Gruppi di riferimento

Ogni individuo appartiene a qualche gruppo e ogni gruppo ha un insieme implicito o esplicito di credenze, atteggiamenti e comportamenti che considera correttiAttraverso la ricompensa o una punizione sociale, i gruppi ai quali apparteniamo ottengono la nostra accondiscendenzaSe rispettiamo e ammiriamo altri individui o gruppi potremmo voler seguire le stesse credenze, atteggiamenti e comportamenti, quindi identificarci con loro

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Gruppi di riferimento

Un partito politico, ad esempio, può essere pensato come un gruppo di riferimentoNon necessariamente dobbiamo accettarli integralmente; potremmo avvicinarci ad un partito perché siamo d’accordo su una loro idea specifica ma se non abbiamo un gruppo politico di riferimento potremmo anche finire per identificarci e accettare anche le altre ideeLo stesso meccanismo può funzionare con i gruppi e le associazioni religiose

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Gruppi di riferimento

Un gruppo di riferimento ci dà le regole di comportamento generaliOgni individuo generalmente ha più gruppi di riferimento, il più importante è sicuramente la famiglia seguito dagli amici

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Interazioni di gruppo

Un’altra parte della psicologia sociale, anziché occuparsi di come l’individuo reagisce in un ambito sociale, si occupa di come più individui reagiscono assiemeDobbiamo infatti considerare che la società èformata da istituzioni e organizzazioni al cui interno esistono delle regole di comportamento che spesso sono istituzionalizzate (scuola, fabbrica, chiesa…, ma anche supermercati, piscine, autobus…)

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Interazioni di gruppo

“Regole istituzionalizzate” significa che esistono aspettative di comportamenti per le persone che occupano determinati ruoli (ad esempio gli impiegati di una banca, i poliziotti, gli insegnanti o gli alunni) in determinati contestiIn molti casi il comportamento assunto dall’individuo non è sempre legato al carattere individuale della persona, ma è piùspesso legato al ruolo che sta svolgendo