Infezioni Nosocomiali
Transcript of Infezioni Nosocomiali
Infezioni nosocomiali Infezioni nosocomiali
Traditi F.Traditi F.
La storia delle infezioni ospedaliere I.O.
possiamo farla iniziare con l’antisepsi applicata
da Pasteur e da Lister alle strutture ospedaliere e
con l’osservazione di Sommelweiss che le donne
che partorivano in strada correvano minore
rischio di contrarre la sepsi puerperale rispetto
alle ricoverate.
La storia delle infezioni ospedaliere I.O.
possiamo farla iniziare con l’antisepsi applicata
da Pasteur e da Lister alle strutture ospedaliere e
con l’osservazione di Sommelweiss che le donne
che partorivano in strada correvano minore
rischio di contrarre la sepsi puerperale rispetto
alle ricoverate.
PasteurPasteurListerLister
Incidenza % ricoverati di infezioni ospedaliere per reparto NNIS 1986/1998Incidenza % ricoverati di infezioni ospedaliere per reparto NNIS 1986/1998
Definizione
Infezione contratta durante il ricovero in ospedale,
i cui sintomi si manifestano oltre le 48 h dopo il
ricovero e il cui periodo di incubazione o piu’ breve
della durata dell’ospedalizzazione o non è noto
Definizione
Infezione contratta durante il ricovero in ospedale,
i cui sintomi si manifestano oltre le 48 h dopo il
ricovero e il cui periodo di incubazione o piu’ breve
della durata dell’ospedalizzazione o non è noto
• INFLUISCONO
- Stato salute del paziente
- Qualita dell’assistenza
- Costi ospedalieri
• SI POSSONO SVULUPPARE PER :
- Partcolari caratteristiche dell’agente patogeno
- Condizioni dell’ospite
- Modalita’ di trasmissione
• INFLUISCONO
- Stato salute del paziente
- Qualita dell’assistenza
- Costi ospedalieri
• SI POSSONO SVULUPPARE PER :
- Partcolari caratteristiche dell’agente patogeno
- Condizioni dell’ospite
- Modalita’ di trasmissione
Infezioni nosocomiali Infezioni nosocomiali
Circolare del ministero della Sanita’ 52/1985
• Delineare i principi generali di lotte alle IO mediante comitato multidisciplinare a livello ospedaliero
• Definire i compiti
• Definire la strategia di lotta
• Verificare i programmi di sorveglianza, contollo e loro efficacia
• Verificare la formazione culturale e tecnica del personale
• Illustrare le figure professionali che dovrebbero comporre il comitato considerato in Italia un organo di consulenza della direzione Sanitaria ( un igienista, un microbiologo, uno specialista in malattie infettive, una caposala, tre infiermieri professionali, un farmacologo)
La normativa italiana non definisce in modo specifico le tecniche di sorveglianza e prevenzione
lascia al Cio un ampia discrezionalita’
“La scelta dell’approccio piu’ consono alla sorveglianza delle IO in ciascun ospedale dovra’ essere effettuata dal CIO”
• Delineare i principi generali di lotte alle IO mediante comitato multidisciplinare a livello ospedaliero
• Definire i compiti
• Definire la strategia di lotta
• Verificare i programmi di sorveglianza, contollo e loro efficacia
• Verificare la formazione culturale e tecnica del personale
• Illustrare le figure professionali che dovrebbero comporre il comitato considerato in Italia un organo di consulenza della direzione Sanitaria ( un igienista, un microbiologo, uno specialista in malattie infettive, una caposala, tre infiermieri professionali, un farmacologo)
La normativa italiana non definisce in modo specifico le tecniche di sorveglianza e prevenzione
lascia al Cio un ampia discrezionalita’
“La scelta dell’approccio piu’ consono alla sorveglianza delle IO in ciascun ospedale dovra’ essere effettuata dal CIO”
1. Avvio di sistema di sorveglianza
2. Monitoragio del fenomeno
3. Identificazione di aree prioritarie di intervento
4. Misure di controllo adottate
5. Distinzione tra infezione e colonizzazione
6. Definizione tra infezioni comunitarie e infezioni ospedaliere basata sui dati clinici o meno dei dati di laboratorio ad eccezione delle infezioni unirinarie e delle batteriemie
Circolare del ministero della Sanita’ 8/1988
L’isolamento di un germe nell’ambiente ospedaliero o nel personale sanitario non indica necessariamente che quella sia la sorgente di ‘infezione
Alcune IO hanno una origine endogena ma studi rcenti suggeriscono che sono sempre dovute a colonizzazione esogena
La durata del ricovero e l’assunzione di antibiotici a largo spettro facilita la colonizzazione intestinale da parte di ceppi antibiotico-resistenti
La colonizzazione intestinale puo’ avvenire anche con alimenti ospedaliere
Le IO possono evolvere verso la disibilita’ permanente o temporanea (infezioni della ferita chirurgica 22%) o la morte per sepsi 14/38%, per polmonite 7% in reparto comune, 15% in terapia intensiva
I costi stimati negli Stati Uniti (1992) 4,5 miliardi di dollari, in gran Bretagna 111 milioni di sterline
Il costo per setticemie ospedaliere al Policlinico Umberto I° e’ superiore al 15.000 ¤/paziente
Normali barriere protettive contro le infezioni
Tipo di difesa Lesionespecifica
Cellule preposte Microrganismi Malattia
BARRIERA
FISICA
Soluzione di
Continuita’
Cellule epiteliali Stafilococchi
Streptococchi
Cellulite,
infezionicutanee estese
FAGOCITOSI Splenectomia CelluleReticolo-endoteliali
S. pneumoniae.H. influenzae,
N. meningitidis
Setticemiarapidamente
fataleFAGOCITOSI Assenza di
Granulociti
Granulociti
neutrofili
Stafilococchi
StreptococchiBatteri enterici
Setticemia
IMMUNITA’
UMORALE
Assenza di
anticorpi
Cellule B S.pneumoniae
H. influenzae,N. meningitidis
Inf. Da
microrganismicapsulati,
sinusite,polmonite
IMMUNITA’CELLULARE
Assenza dicellule T
Cellule T emacrofagi
M. tuberculosis,listeria, Virus
erpetici, Miceti,Parassiti
intracellulari
Infezioni dabatteri
intracellulari,funghi e
parassiti
Prevenibilita’ delle I.O.
• Infezioni delle vie urinarie 30-40%
• Infezioni delle basse vie aeree 13-27%
• Infezioni delle vie chirugiche 20-35%
• Batteriemie ed infezioni sistemiche15-35%
Sistema di sorveglianzaBasata sul laboratorio Identifica precocemente un aumento improvviso degli
isolamenti
Sottostima la frequenza di infezioni;
Considera come infetti pazienti colonizzati
Con studi di prevalenza ripetuti
E’ possibile monitorare l’andamento delle infezioni nel tempo, i fattori di rischio e l’efficacia degli interventi
Richiede meno tempo, minore risorse e figure professionali
Continuativa di reparti ad alto rischio
Mirata ai soli pazienti infetti che vengono raffrontati ai pazienti ricoverati nello stesso periodo (ed un mese)
Estesa a tutti i pazienti ricoverati mediante una scheda annessa alla cartella, va effettuata dal personale del reparto, rappresenta una priorita’ negli ospedali di grandi dimensioni
Orientata per problemi Quando siano stati identificati i problemi prioritari e’ utile avviare tale sistema, utile per identificare le aree di intervento
La scelta del sistema di sorveglianza dipendera’ da
• Funzionalita’ del laboratorio di microbiologia
• Dimensioni dell’ospedale e tipo di reparti rappresentati
• Risorse disponibili
• Grado di interazione raggiunto tra le diverse figure
professionali
Principali funzioni di un programma di controlloPrincipali funzioni di un programma di controllo
• Sorveglianza delle infezioni prioritamente nei reparti ad alto rischio
• Indagine degli eventi epidemici• Educazione del personale• Prevenzione delle infezioni occupazionali• Politica degli uso degli antibiotici• Messa a punto di politiche e procedure per ridurre il rischio
di i.o.• Valutazione di nuovi prodotti e presidi medici• Valutazione della qualita’ dell’assistenza
• L’incidenza delle infezioni ospedaliere e’ divenuta un indicatore della qualita’ dell’assistenza fornita nelle strutture sanitarie (Larson 1988)
• Valutazioni di costo/efficacia hanno rivolto gli sforzi preventivi soprattutto sui reparti ad alto rischio quali i reparti di terapia intensiva, i centri per i trapianti, alcune chirurgie (Shaheen 1992)
• Nella strategia di rpevenzione delle I.O. e’ indispensabile evidenziare i punti di maggior rischio e quindi di piu’ frequente ed attento intervento da parte dei singoli medici del CIO
Questa potrebbe basarsi sui seguenti punti:
1. Asepsi nelle procedure a rischio, specie se invasive
2. Scelta di una politica per il controllo dell’antibiotico resistenza
3. Adozione di pratiche di disinfezione e sterilizzazione efficaci
4. Interventi sulle strutture dei reparti
Distribuzione % dei microrganismi isolati - NNIS 1995-96
Patogeno totale I.V.U. F.C. BAT. POLM.
S. aureus 13 2 20 16 19E. coli 12 24 8 5 4S. coagul. Neg 11 4 14 31 2Enterococcus 10 16 12 9 2P. aeruginosa 9 11 8 3 17Enterobacter 6 5 7 4 11C. albicans 5 8 3 5 5K. Pneumoniae 5 8 3 5 8Anaerobi Gram+ 4 0 1 1 0P. mirabilis 3 5 3 1 2Altri Streptococchi 2 1 3 3 1Altre candida 2 3 1 3 1Altre funghi 2 3 0 1 1
• Quasi tutti gli agenti infettivi posso provocare I.O.• Gli streptococchi sono storicamente i primi• Negli anni ‘50 lo stafilococco aureo era il piu’ frequente• Dagli anni 70 ha prevalso lo streptococco gruppo B• Frequenti e pericolose le infezioni da Proteus,
Pseudomonas, Enterobacter, Klebsiella, Serratia
Questi agenti patogeni sopravvivono in ambiente ospedaliero per
• Minime esigenze nutrizionali• Resistenza ai piu’ comuni antibiotici• Incapacita’ di colpire ospite immunocompetente
Studi italiani multicentrici di infezioni ospedaliere in reparti ad alto rischio ed in pazienti esposti a procedure invsive
Autore Anno Reparti partecipanti N. pazienti Incidenza%
Ippolito 1985 TERAPIE INTENSIVE
(71)
4000 30,4
Bisicchia 1989 PATOLOGIA
NEONATALE (66)
8756 18,3
Moro 1993/1994 PATOLOGIANEONATALE (23)
2733 24,9
Greco 1987/1989 CHIRURGIA
GENERALE (20)
7641 13,6
Greco 1987/1989 SOLO INTERVENTIPULITI
2285 4,8
Greco 1988 PAZIENTI CONCATETERIVESCICALI
333 25,0
Moro 1990 PAZIENTI CONCATETERE VENOSO
CENTRALE (9)
607 9,3
Moro 1995 TERAPIE INTENSIVE(52)
672 9,4
Autore Anno Reparti partecipanti N. pazienti Incidenza%
Ippolito 1985 TERAPIE INTENSIVE
(71)
4000 30,4
Bisicchia 1989 PATOLOGIA
NEONATALE (66)
8756 18,3
Moro 1993/1994 PATOLOGIANEONATALE (23)
2733 24,9
Greco 1987/1989 CHIRURGIA
GENERALE (20)
7641 13,6
Greco 1987/1989 SOLO INTERVENTIPULITI
2285 4,8
Greco 1988 PAZIENTI CONCATETERIVESCICALI
333 25,0
Moro 1990 PAZIENTI CONCATETERE VENOSO
CENTRALE (9)
607 9,3
Moro 1995 TERAPIE INTENSIVE(52)
672 9,4
Criteri per la diagnosi delle I.O.
• Infezioni urinarie: urinocoltura positiva con conta batterica > 100.000 batteri/ml oppure sintomi clinici associati a piuria o presenza di batteri nel sedimento urinario
• Infezioni basse vie respiratorie: rx torace + espettorato purulento o segni clinici; diagnosi clinica + espettorato
• Infezioni delle ferite: presenza di essutato purulento; febbre e segni locali di flogosi o febbre e coltura positiva del materiale
• Batteriemie/infezioni sistemiche: una emocoltura per un patogeno noto o due emocolture per un agente contaminante
Secondo la circolare n° 8/1988 Min. Sanita
Principali meccanismi di
trasmissione delle infezioni in ospedale
Contatto diretto Un soggetto sano viene a contatto diretto con un soggetto colonizzato infezione(ad esempio trasmissione attraverso le mani)
Contatto tramite “droplet” Goccioline emesse nell’atto del tossire o starnutire da un soggetto infetto ad uno suscettibile collocato ad almeno 50 cm
Contatto indiretto Attraverso un veicolo contaminato (ad esempi endoscopi, strumenti chirurgici contaminati
Veicoli comune Un veicolo contaminato (cibo, sangue, liquidi di infuasione, disinfettanti, ecc.)trasmette l’infezione a piu’ persone contemporaneamente
Via area Trasmissione attraverso microrganismi che sopravvivono nell’aria e vengono trasmessi a distanza
Principali serbatoi delle infezioni in ospedale
Personale ospedaliero soprattutto le maniPazienti colonizzati o infetti narici, feci, urine ecc.
Acqua apparecchiature piscine per fisioterapie, acqua per la contenenti liquidi dialisi, pompe per palloni intraortici
Apparecchi per respirazione umidifidificatori, nebulizzatori, assistita circuiti respitori, ecc.
Liquidi intravenosi fluidi per nutrizione parenterale, o infusione endovenosa
Superfici ambientali in letti, comodini, ecc (solo per prossimita’ di pazienti infetti pochissimi specifici microrganismi)
Disinfettanti contaminati soprattutto composti dell’ammonioquaternario
I fattori dell’ospite associati al maggior rischio d’infezione
Stato morbosoNeoplasie (linfomi), Agranulocitosi, Immunodeficienza umorale e cellulo-mediata, ustioni gravi, malattie della pelle, malnutrizione grave, Coma, Diabete mellito, Affezioni broncopolmonari, Urermia, Cirrosi
Tecniche diagnostiche e terapeuticheprocedure chirurgiche, incisioni di tessuti con inserimento di corpi estraneo, cateteri endovenosi e vescicali, tracheotomia ed intubazione tracheale, respirazione controllata ed anestesia, dialisi, trasfusioni, immunosoppressori, chemioterapia antineoplastica, corticosteroidi, antimicrobici, strumenti diagnostici contaminati
Caso paragdimatico di responsabilita’ professionalein ambito di infezioni nosocomiali
Caso paragdimatico di responsabilita’ professionalein ambito di infezioni nosocomiali
6 Aprile 1998 - vengono operati 11 pazienti, 8 dei quali per cataratta
7 Aprile 1998 - 4 di questi presentano un quadro di endoftalmite
Vengono immediatamente effettuati tamponicongiuntivali per esame batteriologico ripetuti il giorno
successivo
8 Aprile 1998 - non si svolge sala operatoria
9 Aprile 1998 - 2 donne vengono sottoposte ad exeresioculare
Dal materiale oculare, inviato a due diversi laboratori viene isolato il B. cereus, dai tamponi congiuntivali degli
stessi pazienti era stato isolato sempre il B. cereus
Bacillus cereus
9 aprile 1988 il Servizio di igiene e tecnica Ospedaliera
inzia l’indagine epidemiolgica 4 giorni dopo l’accaduto caratterizzato da:
Controllo del blocco operatorio
- le sale operatorie erano state lavate e disinfettate- il materiale chirurgico era stato piu’ volte sterilizzato- era stato usato un solo facoemulsificatore- la sala disponeva di tre soli ricambi chirurgici; quindi il
materiale veniva continuamente risterilizzato- le lenti venivano disigillate solo al momento dell’intervento
INDAGINE EPIDEMIOOLOGICA
INDAGINE EPIDEMIOOLOGICA
- sale e i lettini utilizzati
- composizione dell’equipe
- indagini ambientali per la ricerca della carica microbica --> con
modesto inquinamento microbiologico
- ricerca dell’agente patogeno nella POLVERE del locale di
sterilizzazione dove e’ stato isolato un ceppo di B. cereus
- ricerca batteriologica sul personale sanitario
- ricerca batteriologica sul materiale oftalmoterapuetico
- sale e i lettini utilizzati
- composizione dell’equipe
- indagini ambientali per la ricerca della carica microbica --> con
modesto inquinamento microbiologico
- ricerca dell’agente patogeno nella POLVERE del locale di
sterilizzazione dove e’ stato isolato un ceppo di B. cereus
- ricerca batteriologica sul personale sanitario
- ricerca batteriologica sul materiale oftalmoterapuetico
INFORMAZIONIOTTENUTE
INFORMAZIONIOTTENUTE
- 4 Casi su 6 con irrigazione endooculare si sono infettati
- tutti e quattro i casi operati dal chirurgo n.°2 come 1° e 2° operatori
sono esitati in endoftalmite
- un solo caso di endoftalmite e’ stato operato dal chirurgo n° 1
- la ricerca dell’agente patogeno nella polvere del locale di sterilizzazione
ha rilevato un ceppo di B. cereus
- la ricerca batteriologica sul personale sanitario negativo
- il materiale oftalmoterapeutico e’ risultato negativo
- 4 Casi su 6 con irrigazione endooculare si sono infettati
- tutti e quattro i casi operati dal chirurgo n.°2 come 1° e 2° operatori
sono esitati in endoftalmite
- un solo caso di endoftalmite e’ stato operato dal chirurgo n° 1
- la ricerca dell’agente patogeno nella polvere del locale di sterilizzazione
ha rilevato un ceppo di B. cereus
- la ricerca batteriologica sul personale sanitario negativo
- il materiale oftalmoterapeutico e’ risultato negativo
Campionamenti ambientali eseguiti nel blocco operatorio
Campionamenti ambientali eseguiti nel blocco operatorio
- lettino sn Assente
- lettino centrale Assente
- lettino sinistro Assente
- cannula impianto elettrico Assente
- stanza lavamani armadio Assente
- stanza lavamani davanzale Assente
- finestra ghigliottina Assente
- finestra davanzale Assente
- sala sterilizzazione Assente
- armadio in metallo (1) Assente
- armadio in metallo (2) Bacillus
cereus
- maioliche sotto-finestra Assente
Sequenza operatoriaSequenza operatoria
Paziente per ordine di intervento Tipo intervento FACO Endoftalmite 1° opertore 2° operatore1 CATARATTA OS SI SI 2 32 CATARATTA OD SI NO 4 33 CATARATTA OS NO SI 3 24 CATARATTA OD SI NO 4 95 CATARATTA OD NO NO 5 66 CATARATTA OS SI SI 2 3
Sala grande, lettino sinistroSala grande, lettino sinistro
Paziente per ordine di intervento Tipo intervento FACO Endoftalmite 1° opertore 2° operatore1 CATARATTA OD NO NO 6 52 VITRECTOMIA OS NO 7 103 CATARATTA OS SI SI 1 2
Sala grande, lettino centraleSala grande, lettino centrale
Paziente per ordine di intervento Tipo intervento FACO Endoftalmite 1° opertore 2° operatore1 CICLOCRIO OS NO 8
Paziente per ordine di intervento Tipo intervento FACO Endoftalmite 1° opertore 2° operatore1 NEVO CONGIUNTIVALE NO 4
Sala grande, lettino destroSala grande, lettino destro
Sala piccolaSala piccola
CONSIDERAZIONICONSIDERAZIONI
- per il ritardo dell’indagine epidemiologica non si e’ potuto individuare la sorgente
dell’epidemiologia
- e’ dimostrato il ruolo del B. cereus patogeno opportunista isolato da 2 pazienti e da
un locale del blocco operatorio
- il numero di interventi era notevolmente elevato
- la sala operatoria era inadeguata
- la dotazione strumentale assolutamente insufficiente
- i cicli di sterilizzazione presentavano una combinazione tempo/temperatura
troppo bassa
- la mancata sterilizzazione dei tubicini del facoemulsificatore con permanenza negli
stessi del liquido di lavaggio avrebbe potuto trasformarli in un veicolo di
contaminazione
- malgrado la pulizia quotidiana il locale di sterilizzazione e’ stato trovato con
evidenti depositi di polvere contaminata dal B. cereus
- per il ritardo dell’indagine epidemiologica non si e’ potuto individuare la sorgente
dell’epidemiologia
- e’ dimostrato il ruolo del B. cereus patogeno opportunista isolato da 2 pazienti e da
un locale del blocco operatorio
- il numero di interventi era notevolmente elevato
- la sala operatoria era inadeguata
- la dotazione strumentale assolutamente insufficiente
- i cicli di sterilizzazione presentavano una combinazione tempo/temperatura
troppo bassa
- la mancata sterilizzazione dei tubicini del facoemulsificatore con permanenza negli
stessi del liquido di lavaggio avrebbe potuto trasformarli in un veicolo di
contaminazione
- malgrado la pulizia quotidiana il locale di sterilizzazione e’ stato trovato con
evidenti depositi di polvere contaminata dal B. cereus
Effetti dei sistemi di sorveglianza in USA delle I.O. (NNIS)
Tipi di I.O. 1980 1990
Infezioni urinarie 40% 35%
Infezioni ferita chirurgica
20% 18%
Polmoniti 16% 16%
Batteriemie 6% 11%
Incidenza e caratteristiche eziologiche in Italia e nel Mondo
Regione geografica Dato statistico
Stati Uniti 1975-1976 6.6%
Paesi europei prevalenza 7,6 - 10, 3%
Italia (1983) prevalenza in 131 ospedali
7.6%
Roma 6.3%
L’incidenza e’ in aumento
• Sorveglianza piu’ attenta• Impegno diagnostico• Miglioramento tecniche di laboratorio• Sopravvivenza dei pazienti, ridotte difese
dell’ospite• Crescente eta’ dei pazienti colpiti• Maggiore rischio nei neonati e negli
anziani
Barriera anatomo funzionale
• Cute e mucose• Epitelio ciliato • Lacrimazione salivazione e flusso
urinario• Defecazione• Lisozima• Alfa1-antitripsina• Acidita’ gastrica
Le infezioni ospedaliere sono per definizione un im-
portante problema di sanità pubblica non solo per le
gravi ripercussioni sull’utente/paziente (aumento di 5
giorni della degenza media) e la comunità sociale, che
vede impiegare risorse aggiuntive per la salvaguardia,
cura e ripristino dello stato di salute, ma anche e
soprattutto per quanto attiene il controllo della qualità
delle prestazioni erogate dai professionisti sanitari.
In termini di impatto sanitario, è significativo ricordare
come, ad esempio, delle oltre due milioni di I.O. che si
verificano annualmente negli ospedali degli Stati Uniti,
più di 25.000 (circa 1%) risultano letali ed oltre 70.000
(3,5%) rappresentano una importante concausa del
decesso.
Secondo i dati del NNIS System (National Nosocomial Infection Surveillance System U.S.A.) le I.O. sono così distribuite:
infezioni delle vie urinarie: 35-45%;
infezioni della ferita chirurgica: 20%;
infezioni dell’app. respiratorio: 15%;
batteriemie: 4-8%.
Queste ultime, per quanto a lungo trascurate, rappresentano senza dubbio le forme in assoluto più
gravi, in virtù di tassi di letalità fino al 50%.
Sulla base delle indicazioni della letteratura e degli studi effettuati in
questi anni, si puo’ stimare che in Italia dal 5 all’8% dei pazienti ricoverati
contragga una I.O.
Quindi, annualmente, si verificano, nel nostro Paese, dalle 450.000 alle
700.000 infezioni in pazienti ricoverati in ospedale.
Poiché le I.O. potenzialmente prevenibili rappresentano il 30% circa di
quelle insorte, si può stimare che ogni anno si verifichino dalle 135.000 alle 210.000
infezioni prevenibili e che queste siano direttamente causa del decesso nell’1% dei
casi (dai 1.350 ai 2.100 decessi circa prevenibili in 1 anno).
ETIOLOGIA
Sotto il profilo etiologico le I.O. hanno fatto riscontrare sensibili modificazioni nell’ultimodecennio.
Il sistema di sorveglianza statunitense ha registrato una sostanziale stabilità dell’incidenza di infezioni da agenti gram-negativi e consistenti incrementi per 4 gruppi di patogeni:
Stafilococchi coagulasi-negativi (da +424% a +754%);
Candida spp (da +219% a 487%);
Staphylococcus aureus;
Enterococchi.
In Italia gli isolamenti di gram-positivi (48,7%) hanno ormai
superato quelli di gram-negativi (46,6%), mentre in crescita
risultano quelli di miceti (4,7%).
Tra i gram-positivi i più frequenti sono: Staphylococcus aureus,
stafilococchi coagulasi-negativi, streptococchi di gruppo D come gli
enterococchi; mentre tra i gram-negativi: Escherichia Coli,
Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella spp., Serratia spp., Proteus spp.
Tra i miceti il più frequente è la Candida albicans.
In Italia gli isolamenti di gram-positivi (48,7%) hanno ormai
superato quelli di gram-negativi (46,6%), mentre in crescita
risultano quelli di miceti (4,7%).
Tra i gram-positivi i più frequenti sono: Staphylococcus aureus,
stafilococchi coagulasi-negativi, streptococchi di gruppo D come gli
enterococchi; mentre tra i gram-negativi: Escherichia Coli,
Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella spp., Serratia spp., Proteus spp.
Tra i miceti il più frequente è la Candida albicans.
Agenti maggiormente diffusi come causa di I.O.:
Staphylococcus spp. (35,4%)
Escherichia coli (15,7%)
Pseudomonas spp. (10,1%)
Streptococcus spp. (8,6%)
Candida spp. (4,1%)
Salmonella spp. (2,4%)
Corynebacterium spp. (1,6%)
Serratia spp. (1,6%)
Bacillus spp. (1,3%)
Proteus spp. (1,3%)