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Industria culturale e media studies 2015/2016 Modernità e Postmodernità

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Industria culturale e media studies

2015/2016

Modernità e Postmodernità

«Nei momenti di disperazione della nostra vita –

come si ode ovunque – questa scienza non ha

nulla da dirci. Le questioni che la scienza esclude

per principio sono proprio le questioni scottanti

nella nostra infelice epoca per un’umanità

abbandonata agli sconvolgimenti del destino:

sono le questioni che riguardano il senso o

l’assenza di senso dell’esistenza umana in

generale»

(E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la

fenomenologia trascendentale, 1930)

Moderni (solo?) a parole

«Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo

chiusi in noi stessi. Le macchine che danno

l'abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza

ci ha trasformato in cinici, l'abilità ci ha resi

duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo

troppo poco. Più che di macchine abbiamo

bisogno di umanità. Più che d'intelligenza

abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza

queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà

perduto. »

(C. Chaplin , Il grande dittatore, 1940)

Moderni (solo?) a parole

«La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i

vestiti, fare lavori che odiamo per comprare

cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo

della storia, non abbiamo né uno scopo né un

posto. Non abbiamo la Grande Guerra né la

Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è

quella spirituale, la nostra Grande Depressione è

la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione

che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati

miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è

così. E lentamente lo stiamo imparando.»

(Tyler Durden, Fight Club, 1999)

Moderni (solo?) a parole

Crisi e ripensamento

della modernità

Post- Modernità

Progetto della Modernità

Modernizzazione

Modernismo

Modernità radicale

Modernità in polvere

Tardo Modernità

Modernità liquida

Crisi della Modernità

Modernità eroica

Disagio della Modernità

Modernità

L’aggettivo moderno è la traduzione dal tardo latino dottomodernum = attuale, recente

derivante a sua volta dall’avverbiomodum = ora, adesso

Il concetto di modernità

Indica ciò che è recente, che si riferisce al presente:

moderno VS anticoNell’Ottocento: moderno VS vecchio

Un processo di evoluzione storica

Uno scenario di cambiamenti sociali e culturali

Un insieme di cambiamenti individuali e collettivi

Un quadro di sviluppi scientifici e tecnologici

“[…] every epoch sees in images the epoch which is tosucceed it, the latter appears coupled with elements ofprehistory”

W. Benjamin, Paris – Capital of the Nineteenth Century, 1933

CHE COSE’ LA MODERNITA’?

“Non c’è mai stata un’poca che non

si sia sentita a suo modo moderna con la

lucida coscienza di stare nel mezzo di

una crisi decisiva…

W. Benjamin, Parigi. Capitale del XIX secolo, Torino, Einaudi, 1986

Il concetto di modernità

…Per questo ogni epoca si presenta irrimediabilmente moderna”

Il progetto della modernità

Il progetto della modernità nasce con gli illuministi

Il progetto della modernità

Jürgen Habermas chiama il progetto della modernità ciò che si

proponevano i grandi pensatori illuministi nel XVIII secolo:

“sviluppare una scienza obiettiva, una morale e un diritto universali e un’arte autonoma secondo le rispettive logiche

interne”

Il progetto della modernità

Il progetto della modernità difeso da Habermas è quello fondato sull’ autonomia della autonomia di arte, morale e scienza, cioè della loro fondazione su principi universali, in grado di evitare il particolarismo delle tradizioni: ciò comporta lo sviluppo di attività separate e gestite da specialisti, ma non necessariamente il loro totale isolamento. Il progetto illuminista, infatti, è anche un progetto di razionalizzazione delle differenti sfere dell’attività sociale, la cui autonomia è orientata alla riforma della società, della cultura, della vita quotidiana.

Il progetto della modernità nasce con gli illuministi

Il progetto della modernità

Jürgen Habermas chiama il progetto della modernità ciò che si

proponevano i grandi pensatori illuministi nel XVIII secolo:

“sviluppare una scienza obiettiva, una morale e un diritto universali e un’arte autonoma secondo le rispettive logiche

interne”

Periodo collocabile tra l’epoca

rinascimentale e la Rivoluzione

Francese

Nascita degli Stati nazionali.

Nascita della società

capitalistica:

taylorismo, fordismo.

Differenziazione e mobilità

sociale.

Nascita del

progetto

La Storia Nasce dalle conoscenze che si accumulano nel tempo e arricchiscono

l’esperienza del soggetto e conduce naturalmente verso il progresso.

Il Progresso Acquista una dimensione oggettiva che enfatizza il valore della

memoria collettiva e del sapere

La CulturaE’ un’ accumulazione costante di conoscenze

Caratteristiche del progetto

Il Tempo lineare

è l’unità di misura del mondo e il suo vettore

di razionalizzazione

“Moderno”

è sinonimo, in questo contesto, di una cultura e di una

società che sono state plasmate da una visione

antitradizionale, ossia contraria a principi metastorici

e permanenti

Caratteristiche del progetto

Descartes si libera dal mondo delle sensazioni e delle opinioni, tanto ingannevole da non permettergli di risalire dai fatti alle idee e alla scoperta del mondo creato da Dio.

Descartes si libera dell’idea di cosmo. Il mondo non ha più unità; esso non è che un insieme di oggetti offerti alla ricerca scientifica

Il mondo di Descartes non è né quello della natura né quello dello spirito universale, è quello dell’uomo che dubita e, con ciò, è separato da Dio, ma anche che trova solido appoggio solo in se stesso.

René La Haye en Touraine, 31 marzo 1596 – Stoccolma 11 febbraio 1650, filosofo e matematico francese , fondatore delle matematica e della filosofia moderna. [

Renè Descartes, Discorso sul metodo, 1637

Il razionalismo dei Lumi vede la libertà dell’uomo nel trionfo della ragione e nella distruzione delle credenze

"Siamo nani issati sulle spalle dei giganti

che ci hanno preceduto ed é solo

per questo che riusciamo a vedere

lontano"

Bernardo Di Chartres, filosofo francese, XI secolo

"Scienza è qualsiasi disciplina in cui anche uno stupido di questa

generazione può oltrepassare il punto

raggiunto da un genio della generazione

precedente”.

Max Gluckman , antropologo britannico, XX sec

Le dicotomie della modernità

Le dicotomie della

modernità

Individuo vs Società

Natura vs Cultura

Corpo vs Anima

Soggetto vs Oggetto

Crisi della modernità

“Le cose crollano, il centro non può reggere.Mera anarchia è scatenata sul mondo”

Sul concetto di modernità,William Butler Yeats, Dublino, 1956,

poeta, drammaturgo, scrittore

Il patto-scommessa Lo Streben (la tensione conoscitiva interiore ):

“Mefistofele sfida Dio, dimostrando che Faust, pur affannato alla ricerca di nuovi ed elevati saperi, è in realtà pur sempre disponibile ad un piacere che proviene dall'abbandono della sapienza. La parola 'streben' caratterizza il protagonista, il suo continuo sforzo di superare i limiti, di non appagarsi mai in nessuna situazione; rappresenta anche lo spirito della borghesia, la sua forza innovativa e rivoluzionaria. Faust, nel primo prologo, è disperato: il sapere cui è pervenuto non gli permette di conoscere l'intima essenza della Natura e decide dunque di darsi alla magia, evocando Mefistofele. Faust è salvato in extremis dal suicidio: sente la campane della pasqua e la gioia che da esse deriva. In Faust, va sottolineato, convivono due anime in contrasto: la prima tende al potere-sapere, l'altra ad un legame con il mondo”.

Diego Fusaro, Johann Wolfgang Goethe

La crisi della modernità

La crisi della modernità. Alle origini dei mutamenti culturaliDavid Harvey, Edizioni Il Saggiatore, Milano, 1997

Il controllo scientifico della natura prometteva la libertà rispetto alla povertà, ai bisogni e all’arbitrarietà delle calamità naturali

Il XX secolo – con i suoi campi di concentramento, due guerre mondiali e l’esperienza di Hiroshima e Nagasaki – ha certamente dissolto questo ottimismo

Horkheimer e Adorno in Dialettica dell’Illuminismo, alla luce dell’esperienza della Germania di Hitler e della Russia di Stalin, sostengono che la logica che si nasconde dietro alla razionalità dell’Illuminismo è una logica di dominio e oppressione

La Dialettica dell’Illuminismo

La crescita della razionalità

finalizzata – strumentale non

porta alla realizzazione concreta

della libertà universale,

ma alla creazione di una gabbia

d’acciaio di razionalità

burocratica da cui non si può

fuggire

La crisi del progetto della modernità

La crisi del progetto della modernità

Processo di urbanizzazione

Inserimento del concetto di massa

nel sistema politico nazionale

Secolarizzazione

Separazione di sfera pubblica/privata

Avvento dei mezzi di comunicazione

Modernità, società e comunicazione

Fra l’Ottocento e il Novecento si sviluppala Sociologia, che cerca di ripensare lanuova società moderna in rapporto allasocietà tradizionale ?La crisi del progetto della modernità

Lo stile di vita urbano si fondasulla divisione del lavoro e sullarazionalità astratta del denaro.

Impersonalità e Soggettività

L’individuo cerca di attirarel’attenzione degli altri in un

mondo spersonalizzato

Modernità, società e

comunicazione

Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito, 1957

Un universo relativo non è un universo fondato sul relativismo assoluto ma sulla dialogicità e la pluralità.

E’ un “multiverso” che ci chiede di essere responsabili del nostropunto di vista e delle nostre scelte, che reclama il riconoscimento delle

differenze.

La crisi del progetto della modernitàLa Relatività

Sepolta l’idea di una razionalità centrale della Storia, la Società della comunicazione mette in scena le mille razionalità locali: minoranze

etniche, religiose, culturali, estetiche

L'evoluzione della fisica, della chimica, della biologia,della termodinamica e della cibernetica nel XXsecolo, hanno reso necessario un nuovo tipo dipensiero scientifico, più vicino a ciò che un tempoera chiamato "pensiero quantitativo" e, allo stessotempo, lontano dalla preoccupazione unilateraledella scienza classica per l'universale, ildeterministico, le categorie unilaterali.

La nuova scienza

Per questa nuova epistemologia, il disordine (l'entropia) non solopermea l'ordine, ma crea l'ordine, dalle strutture dell'universo giù fino alcervello dell'uomo e alla più complessa forma di tutte: la società umana.Questo lascia spazio per un approccio multilaterale al gioco fra natura ecultura, o potere e società così pure per le incertezze teorizzate dallascienza moderna

Per usare le parole di Prigogine:

“L'uomo sa di non avere più il potere di capire tutto da un unico centro (il posto - si presume - occupato dal suo pensiero)”

La nuova scienza

Edgar Morin: le paradigme perdu: la nature humaine (Paris, 1973) e La Méthode (Paris, 1977)

Albert Einstein(14 marzo 1879, Ulm - 18 aprile

1955, Princeton)

Il mondo esiste sempre in relazione a un osservatore.

Non esiste un punto di vista assoluto sull’universo ma

sempre e soltanto gli infiniti punti di vista di osservatori particolari

Modernità relativa

Dalla logica dell’aut-autalla logica dell’et-et

Werner Heisenberg(5 dicembre 1901,

Würzburg – 1 febbraio 1976, Monaco)

La crisi del progetto della modernità

La società delle scienze umane, apartire dall’Illuminismo, è quella incui l’uomo è diventato finalmenteoggetto di sapere, rigoroso, valido,verificabile.

L’uomo può diventare consapevoledi sé in una sfera pubblica, dove sisvolgono libere discussioni, senzapregiudizi né superstizioni.

Jürgen Habermas

La fine di un’illusione?

Johnny Deep in Sleepy Hollow, 1999Regia di Tim Burton

La crisi del progetto della modernità

I soldati che tornano dalla guerra non sono più ricchi d’esperienza ma più poveri, perché il trauma che hanno vissuto li ha proiettati in una dimensione estranea.

La povertà della loro esperienza è povertà d’esperienza comunicabile. Le prove che hanno affrontato hanno spezzato la “ragione abituale”.

Al di là del principio di piacere1920, Sigmund Freud

Il silenzio della ragione…

“Non scriverò più nessun libro, né in inglese né in latino perché la lingua in cui mi sarebbe dato non solo di scrivere, ma forse anche di pensare non è il latino né l’inglese né l’italiano o lo spagnolo, ma una lingua di cui non una sola parola mi è nota, una lingua in cui mi parlano le cose mute, e in cui forse un giorno nella tomba mi troverò a rispondere a un giudice sconosciuto”

Hoffmanistal, Lettera di Lord Chandos,1902

Edward Munch, L’urlo 1893

Il silenzio della ragione…

Il mistero di

Sleepy Hollow

Titolo originale: Sleepy Hollow Nazione: UsaAnno: 1999Genere: HorrorDurata: 1h e 51'Regia: Tim Burton

Trama: 1799. Il poliziotto Ichabod Crane viene inviato nel piccolo paese di Sleepy Hollow per indagare su una serie di omicidi commessi daun presunto cavaliere senza testa.

King KongTitolo originale: King KongNazione: UsaAnno: 1933Genere: ThrillerDurata: 90'Regia: Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack

Trama: Carl Denham, avventurosoproduttore di documentari, parte conla giovane disoccupata Ann verso SkullIsland, un'isola tropicale dominata daUn gigantesco gorilla chiamato KingKong. Dopo averlo catturato e portatoa New York per esibirlo, il gorilla riescea liberarsi. Lo uccideranno i cacciasopra la vetta dell'Empire State Building,dove Kong si era rifugiato con l'adorataAnn.

ZeligTitolo originale: Zelig

Nazione: Usa

Anno: 1983

Genere: Commedia

Durata: 80'

Regia: Woody AllenCast: Woody Allen, Mia Farrow

Trama: Storia di Leonard Zelig, un ebreo

americano, tra le due guerre, che nella sua

smodata smania di essere accettato e

amato ha sviluppato la capacità

camaleontica di assumere le caratteristiche

somatiche, psichiche e lessicali di chiunque

incontri. Apologo sul conformismo e lo

sforzo d'integrazione degli emigranti USA,

satirica riflessione sul mito del successo

La rosa purpurea

del CairoRegia: Woody AllenNazione: USAAnno: 1985Durata 85‘

Trama: New Jersey, 1935. La giovane cameriera Cecilia, sposata a un ubriacone, passa gran parte del suo tempo al cinema. Un giorno viene licenziata e torna a vedere La rosa purpurea del Cairo, un fìlm che l'aveva entusiasmata. Durante la proiezione, il personaggio di Tom Baxter esce dallo schermo e dichiara di amarla.

PleasantvilleTitolo originale: PleasantvilleNazione: UsaAnno: 1998Genere: CommediaDurata: 2hRegia: Gary RossCast: Tobey Maguire, Reese Witherspoon,Jeff Daniels, Joan Allen, William H. Macy

Trama: Due teenagers degli anni ‘90, David e Jennifer (Tobey Maguire e Reese Whiterspoon), si ritrovano trasportati in una sit-com in bianco e nero ambientata negli anni '50. La loro presenza sconvolgerà la piccola comunità.

Il cielo sopra

BerlinoTitolo originale: Der himmel über BerlinNazione: Francia e GermaniaAnno: 1987Genere: DrammaitcoDurata: 130'Regia: Wim WendersCast: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander

Trama: Due angeli, Damiel e Cassiel, scendono dal cielo sopra Berlinosulla città e osservano il comportamento degli umani, la loro disperazione, ma non possono fare nulla per aiutarli. Alla fine Damiel, innamoratosi di una bella trapezista dal cuore puro, perderà la sua condizione di angelo e resterà nella città.

MatrixTitolo originale: The Matrix

Nazione: Usa

Anno: 1999

Genere: Azione/Fantascienza

Durata: 131'

Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski

Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne,

Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Hugo

Weaving

Trama: Morpheus (Laurence Fishburn)

chiede l'aiuto di Neo (Keanu Reeves)

per liberare l'umanità dall'influsso

della vita artificiale conosciuta come

Matrix.

Tardomodernità

In realtà, è finita quella società in cui erano presenti la determinazione e la speranza, l’illusione di poter risolvere tutti i problemi.

L’illusione della modernità è quella di affrontare ad uno ad uno i mille problemi presenti nella società e di risolverli.

“La vera libertà viene barattata in favore della sicurezza”.

Zygmunt Bauman

La modernità è finita ?

"All'idolatria del progresso si contrappose quella della sua maledizione:

si sommarono così due luoghi comuni”

Paul Valéry

Post- Modernità

Tardo Modernità

Il termine “post – modernità”viene introdotto nel 1930 da Federico De Onis

Il testo di riferimento è:“La condizione postmoderna”di Jean-Francois Lyotard

L’ipotesi dominante di Lyotard è che sia profondamente mutata la condizione del Sapere nelle società più sviluppate

Il concetto di “tardo modernità” viene elaborato da Antony Giddens e sviluppato all’interno del volume “Le conseguenze della Modernità”

Prendendo lo spunto da altri autori, tra cui Beck, il sociologo inglese punta ad evidenziare la radicalizzazione della crisi della Modernità

“L’oggetto di questo studio è la condizione del sapere nelle società più sviluppate. Abbiamo deciso di chiamarla postmoderna. La definizione è corrente nella letteratura sociologica e critica del continente americano. Essa designa lo stato della cultura dopo le trasformazioni subite dalle regole dei giochi della scienza, della letteratura e delle arti a partire dalla fine del XIX secolo. Tali trasformazioni saranno messe qui in relazione con la crisi delle narrazioni”

La società postmoderna

Jean-Francois Lyotard, La condizione postmoderna, Milano, 1981, Feltrinelli, p.5

La condizione postmoderna, caratteristica della cultura nelle società industriali avanzate, è quella di chi vive in una società aleatoria con infiniti conflitti disseminati in ogni settore; nella quale si assiste alla fine delle Grandi Narrazioni, cioè di una comprensione dell'esperienza storica come svolgimento unitario e dotato di un senso coerente

Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di progresso cumulativo di matrice illuminista e il

progresso non appare più certo ma rientra nell'ordine delle possibilità

La società postmoderna

La condizione postmoderna, caratteristica della cultura nelle società industriali avanzate, è quella di chi vive in una società aleatoria con infiniti conflitti disseminati in ogni settore; nella quale si assiste alla fine delle Grandi Narrazioni, cioè di una comprensione dell'esperienza storica come svolgimento unitario e dotato di un senso coerente

Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di progresso cumulativo di matrice illuminista e il

progresso non appare più certo ma rientra nell'ordine delle possibilità

La società postmoderna

Cos’è la modernità?

“In prima approssimazione possiamo semplicemente dire che il termine modernità si riferisce a quei modi di vita o di organizzazione sociale che affiorarono in Europa intorno al XVII secolo e che successivamente estesero la loro influenza a quasi tutto il mondo. Molti sostengono che con la fine del XX secolo sta per dischiudersi una nuova era”

Ritmo del cambiamento (ex. il passaggio delleinformazioni);Portata del cambiamento (ex. l’estensione deimercati, fino alla globalità);Natura delle istituzioni moderne (ex. lo Statonazionale, la mercificazione dei prodotti, il lavorosalariato).

Non siamo usciti dalla modernità, ne stiamo vivendo una radicalizzazione

Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità, 1994, Bologna, Il Mulino, p. 15

La società tardomoderna

Partendo dalla profonda critica al concetto di postmodernità, Giddens utilizza uno schema a 3 tempi:

prima fase della modernità: illuminista e illusa, convinta di poter comprendere e governare

seconda fase della modernità: realizzata e gradualmente in crisi, perché profondamente basata sul “politeismo disincantato”, in cui tutti possono aver ragione a seconda del loro punto di vista

terza ed ultima fase: modernità radicale, basata sul ripensamento degli stessi vincoli sociali che le prime forme di modernità avevano fondato

La società tardomoderna

Anthony Giddens

1938 –

Sociologo inglese

Esponente del partito laburista britannico,

membro della camera dei

Lord

Ideatore della “terza via”

di Tony Blair

La costituzione della società, Ed.

Comunità, Milano,

1990;

Oltre la destra e la sinistra,

Mulino, Bologna, 1997;

L’Europa nell’età globale,

Laterza, Bari,

I momenti disgregativi, come quelli che dominano nella modernità radicale, vedono la complessità sociale indurre all’astrazione processi e relazioni rispetto ai loro specifici contesti, in dimensioni spazio-temporali e con simboli e sistemi esperti che contribuiscono a una forte insicurezza e alla frammentazione dell’esperienza; La fiducia è connessa con eventi che non possono essere previsti, ed è necessaria nelle società in quanto non sono trasparenti. A questo processo la società fa fronte attraverso forme di riaggregazione, che creano nuove forme di relazioni sociali, comunitarie e politiche , che sostituiscono quelle tradizionali

La società tardomoderna

La società della Seconda Modernità

Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità”

La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse

Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino

La società della Seconda Modernità

Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità”

La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse

Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino

La società della Seconda Modernità

Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità”

La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse

Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino

Modernità radicale

Modernità in polvere

Modernità liquida

Il testo di riferimento è LA SOCIETA’ DEL RISCHIO. VERSO UNA SECONDA MODERNITA’. Beck elabora una teoria secondo cui la modernità non è stata affatto superata, ma è andata incontro ad una crisi e ad una rielaborazione

Il testo curato da Arjun Appadurai mette in luce gli strettissimi legami tra il concetto di modernità e quelli di globalizzazione e localizzazione

Il testo di riferimento è MODERNITÀ LIQUIDA di Zygmunt Bauman. L’autore esprime profonde perplessità nei confronti di ogni tentativo

di definire la modernità delle società contemporanee

Zygmunt Bauman

La fluidità è lo stato dei liquidi e dei gas “La proprietà caratteristica dei fluidi è il continuo ed irreversibile mutamento di posizione di una parte della materia rispetto ad un’altra”

I fluidi hanno un legame profondamente diverso rispetto ai solidi: si tratta di relazioni spazio-temporali differenti

“La modernità solida è definita tale per la sua tendenza a creare istituzioni durevoli e stabili che la porta a privilegiare il legame spaziale e territoriale all'effervescenza temporale” .

La Modernità liquida

Se per i corpi solidi la dimensione principale è lo spazio,

per i liquidi è il tempo la variabile determinante

La modernità è stata liquida da sempre: nonostante la formazione di corpi solidi (istituzioni, reti sociali, comunità ben definite), la modernità hacontinuato letteralmente a liquefare ciò che incontrava

“Fondere i corpi solidi”, secondoMarx ed Engels (Il Manifesto del Partito Comunista), eraL’obiettivo dello spirito modernonei confronti di una società considerata stagnante

La Modernità liquida

Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley e 1984 (1948) di George Orwell rappresentano due mondi profondamente differenti ma anche due utopie negative che prospettavano un futuro tetro

Le categorie di

BaumanIndividualità

Un futuro in cui il margine di libertà sarebbe costantemente diminuito

Un mondo sotto controllo

Oggi l’ubbidienza agli standard sociali, culturali, ma anche lavorativi,

viene raggiunta attraverso la lusinga e la seduzione

La situazione, oggi, si è rovesciata e ora sono i molti che controllano i pochi(T. Mathiesen, The viewer society: Michael Foucalt’s “Panopticon”rivisited,in “Theoretical Criminology”, 1-2, 1997):

Gli spettacoli prendono il posto della mera sorveglianza senza perdere alcunché del loropotere disciplinativo

Le categorie di Bauman

IndividualitàUn mondo sotto controllo

Vivere in mezzo a un numero apparentemente infinito di possibilità acquisisce il gradevole sapore del poter diventare chiunque

La gabbia d’acciaio è stata spezzata

La libertà appare l’unica condizione possibile

La società non esiste più, esiste solo l’individuo o meglio il consumatore la cui principale attività diventa lo shopping esistenziale

Le categorie di BaumanIndividualità

Un mondo sotto controllo

Viene meno il concetto di autorità, come anche quello di autorevolezza: opinion leader

Non esistono più punti di riferimento precisi, impersonati da autorità

Esistono esclusivamente esempi che possono essere presi in considerazione

Le categorie di BaumanIndividualità

Un mondo sotto controllo

La vita desiderata tende spesso a essere quella vista in televisione, anche se paradossalmente proprio in televisione viene meno la barriera

tra sfera pubblica e sfera privata

I talk show legittimano il dibattito pubblico sugli affari privati, attivandosi come rituali di esorcismo nei confronti delle più diffuse

paure e come confessioni pubbliche

Le categorie di BaumanIndividualità

Un mondo sotto controllo

Le categorie della modernità

Dalla premodernità alla postmodernità

MEDIUM PAROLA SCRITTURA ELETTRICITÀ

MODALITÀ

STRUTTURA SOCIALE

SIGNIFICATO BASATO SUL…

STRUTTURA PSICOLOGICA

MODALITA’

PEDAGOGICA

ORALE LETTERATA DIGITALE

COLLETTIVATRIBU’

INDIVIDUALEPERSONA

CONNETTIVARETE

CONTESTO TESTO IPERTESTO

HOMO AEQUALIS HOMO CLAUSUSHOMO COMMUNICANS

HOMO COMPLEXUS

PARLARE PENSARE CONNETTERE

Categorie P C R

Stato Identità nazionali

Burocrazia, secolarizzazione

controllo

Localismi globalizzazione

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Categorie P C R

Società Separazione PubblicoPrivato

Ordine/Conflitto “Società degli individui”

Società della comunicazione

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Categorie P C R

Lavoro Taylorismo, Fordismo

Flessibilità del Capitale

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Nobilitazione dell’uomo

Il punto cruciale nel dibattito sulla modernità è rappresentato esattamente da questa coppia e dal passaggio da un termine a un altro:

Società tradizionale Società modernaFerdinand Tönnies (1855 – 1936)

Comunità e società (1887)

Gemeinschaft (comunità) Gesellschaft (società)

Società

Nella società industriale domina la logica della razionalità diretta allo

scopo e della finalità che può essere

calcolata

Max Weber, Economia e società, (postuma, 1922)

Società

Tempo

Categorie P C R

Tempo

Lineare Frammentato Istantaneo

Le categorie della modernità

P = ProgettoC = CrisiR = Radicalizzazione

La premodernità: il tempo circolare

Risalirono alla genesi del tempo e si accorsero che essa iniziava ad un certo punto della costituzione naturale.

Misuravano il tempo nel campo delle forze più sottili, e secondo un processo ciclico, circolare, quindi, e non rettilineo

Nel rapportarsi alla Realtà, i nostri Padri valutavano il tempo in base ai fenomeni ciclici della Natura.

I popoli primitivi hanno un concetto di tempo legato al sacro, rifuggono iltempo “profano”, considerato di scarso valore. Il rifiuto della storia si esprimenella salvaguardia patrimonio tradizionale: i popoli pre-moderni non redigonocronache, non registrano eventi, non raccontano la storia, ma usano l’archetipodi un episodio storico trasformandolo in mito.

Il tempo è reale – solo se viene impiegato per riattualizzare il tempo sacro, iltempo delle origini, il tempo del mito. Quando l’individuo agisce non tendendoconto del sacro, compie qualcosa di irreale, inutile e pericoloso per la comunità.Ne deriva una nostalgia delle origini, tipica di tutte le culture antiche (cfr. il mitodell’età dell’oro), il rimpianto del tempo iniziale della creazione, quando ilmondo era in piena armonia, mentre nel presente si vive una situazione dicontinua degradazione. In questo contesto si inserisce il rito, che serve ariattualizzare quel tempo e a collocare il presente nel mito.

IL TEMPO DEL MITO

Il tempo

La storia del tempo nasce con la modernità, o meglio: la modernità è la storia del tempo

Ai tempi delle olimpiadi greche nessuno pensava di registrare i record olimpici e tanto meno di infrangerli

La modernità: il tempo lineare

Non esistevano i cronometri……ma non esisteva neppure qualcosa che potesse essere più veloce di un uomo o di un animale, per questo non si prestava attenzione alle singole capacità motorie di un individuo

Il tempo

Quando furono inventati mezzi meccanici in grado di diminuire costantemente il tempo necessario a percorrere uno spazio, allora

spazio e tempo si scissero, diventando due categorie a se stanti

La modernità:

il tempo lineare

Il tempo lineare che si snoda tra passato, presente e futuro e consente la narrazione della storia, è legato al monoteismo giudaico che situa il tempo all'interno della creazione

Prodotto dell'eternità, il tempo ha un inizio e conseguentemente una fine, può essere narrato, frantuma ogni ciclicità

La modernità:

il tempo lineare

Il tempo venne a differenziarsi dallo spazio perché ora può essere più facilmente cambiato e manipolato.

Nell’ambito di un’ipotetica equazione, in cui tempo e spazio assumevano i caratteri di incognite variabili e indipendenti, il tempo si

dimostra l’elemento più dinamico

La modernità: il tempo lineare

Come durante un viaggio, la continua accelerazione, e dunque compressione del tempo, diede gradualmente la possibilità di aumentare lo spazio percorso e raggiungibile: la modernità nacque sotto le stelle dell’accelerazione e della conquista della terra

In tal modo nella prima modernità si affermò il tempo standardizzato: il ritmo lavorativo fordista

La modernità: Il tempo lineare

La nostra esperienza è caratterizzata dal divenire, sia dei nostri stati interiori, sia degli oggetti della natura.

Il divenire non è un accostamento di differenti stati, ma un fluire continuo nel quale il passato si proietta nel presente.

la durata è creazione continua

Henri Bergson

Il tempo della crisi

Henri Bergson

Il tempo della crisi

Il tempo "spazializzato“ è astratto edesteriore, è quello della meccanica, dellafisica, della scienza positivistica.Bergson cita ad esempio una collana diperle, uguali e separate fra loro.Il tempo come "durata" è un tempospirituale; costituito da momentiirripetibili;. ed è interiore. Bergson , a taleproposito, fa l’esempio di un gomitolo difilo che cambia continuamente e crescesu se stesso. Il tempo come "durata"dunque è auto-creazione continua elibertà.

Secondo Baudelaire:

“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”

Il pittore della vita moderna, 1863

La modernità sembra essere la condizione in cui le uniche certezze sono l’effimero ed il mutamento

Il tempo della crisi

Il tempo della crisi

Attraverso questa definizione Baudelaire ci introduce nel tempo della metropoli, luogo in cui si confondono folle e razze, in le esperienze non si solidificano ma sono sfuggenti . La storia di ogni individuo è composta da scene insignificanti per l’uomo comune, mentre l’artista ci proietta nel mistero del loro avvenire mediante la rappresentazione del bello.Il bello, infatti, è fatto di un elemento eterno, invariabile, la cui quantità è oltremodo difficile da determinare e di un elemento relativo, di circostanza, che sarà, se si vuole, di volta in volta o contemporaneamente, l’epoca, la moda, la morale, la passione.L’artista, per rappresentare il “bello” deve diventare “cittadino del mondo”..Uomo di mondo come uomo del mondo intero, che capisce il mondo e le ragioni misteriose delle sue usanze; A muovere la sua attenzione per il mondo è “la curiosità”. Egli, vive tra la gente e ne respira gli umori.

L'ho finita con la psico-analisi. Dopo di averla praticataassiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. Non hoancora congedato il dottore, ma la mia risoluzione èirrevocabile. … In questa città, dopo lo scoppio della guerra, cisi annoia più di prima e, per rimpiazzare la psico-analisi, io mirimetto ai miei cari fogli. il mio abbandono. Ma ora mi trovosquilibrato e malato più che mai e, scrivendo, credo che minetterò più facilmente del male che la cura m'ha fatto. Almenosono sicuro che questo è il vero sistema per ridare importanzaad un passato che più non duole e far andare via più rapido ilpresente uggioso.

Ma di ciò non m'importerebbe gran fatto e non è questa la ragione per cui lascio la cura. Se le ore di raccoglimento presso il dottore avessero continuato ad essere interessanti apportatrici di sorprese e di emozioni, non le avrei abbandonate o, per abbandonarle, avrei atteso la fine della guerra che m'impedisce ogni altra attività. Ma ora che sapevo tutto, cioè che non si trattava d'altro che di una sciocca illusione…come potevo sopportare la compagnia di quell'uomo ridicolo, con quel suo occhio che vuole essere scrutatore e quella sua presunzione che gli permette di aggruppare tutti i fenomeni di questo mondo intorno alla sua grande, nuova teoria? Impiegherò il tempo che mi resta libero scrivendo. Scriverò intanto sinceramente la storia della mia cura. (La coscienza di Zeno, 1923)

Memoria volontariaIl tempo della crisi

Italo Svevo

Nella crisi del progetto della modernità, dal tempo lineare si passa a un tempo “nuovo” e

incomunicabile che perciò non è più amico dell’uomo

O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita

e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore

cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.

Il nemico, C. Baudelaire

Il tempo della crisi

Ricordati che il tempo è giocatore avido:guadagna senza barare, ad ogni colpo! È legge.Il giorno declina, la notte cresce; ricordati!L'abisso ha sempre sete; la clessidra si vuota. L’orologio, C. Baudelaire

"Ogni ora della nostra vita, appena morta, s'incarna e si nasconde in qualche oggetto materiale, e vi resta prigioniera per sempre, salvo che noi non ci imbattiamo in quell'oggetto. Attraverso lui la riconosciamo, la chiamiamo ed essa viene liberata ..."

L’universo del protagonista è racchiuso in una tazza di tè

Memoria involontaria

Il tempo e la memoria

La memoria involontaria mette in crisi il tempo omogeneo e lineare

La "fine della storia": è un ritorno al "tempo immobile" degli antichi, all’istante eterno

"In contrasto con un tempo lineare e progressivo che diventa rapidamente omogeneo ed esteriore, il tempo vissuto socialmente e individualmente è quello della ripetizione, della circolarità"

Il tempo della crisi

Ne è testimonianza la catastrofe dell’idea di progresso, che esigevache il presente fosse interpretato esclusivamente alla luce di unfuturo concepito come "miglioramento" o "ottimizzazione": questebelle promesse, sempre tradite, non fanno più sognare.

Gli uomini, incapaci di credere nell’avvenire e spesso privati delricordo del passato, vogliono ormai vivere nel presente, accettare "ilgioco del mondo, o il mondo come gioco".

Maffesoli fa notare che la vita come gioco è una sorta diaccettazione del mondo così com’è.

M. Maffesoli, L’instant éternel, Denoël, Paris 2000

Il tempo della crisi

Il mito dell’eterno ritorno“Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto”

F. Nietzsche, La gaia scienza (1882)

Il mito dell’eterno ritorno“Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto”

F. Nietzsche, La gaia scienza (1882)

Il mito dell’eterno ritorno

Questo è l’eterno ritorno dell’uguale. La vita non è più una linea retta che rimanda sempre a un domani per la sua realizzazione, ma è un’interminabile ripetizione di se stessa. Un’ininterrotta e identica ripetizione di quello che abbiamo vissuto così come lo abbiamo vissuto, di quello che stiamo vivendo, di quello che vivremo.

Nietzsche sostituisce a questo individuo impaurito, debole e disarmato un uomo nuovo, Il Superuomo , che abbandona una prospettiva finalistica della vita e afferma il “ qui e ora” come imperativo dell’essere, accettando l’esistenza con una carica, entusiastica, “ dionisiaca”.

Il mito dell’eterno ritorno

“L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni

cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha

questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in

precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla.

Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché

trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili.”

Milan Kundera, L’ insostenibile leggerezza dell’essere

Il mito dell’eterno ritorno

Milan Kundera, L’ insostenibile leggerezza dell’essere

Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, le nostre vite possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza.Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa?Il fardello più pesante ci opprime, ci schiaccia al suolo. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica.Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato.Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza?Questa domanda se l’era posta Parmenide nel sesto secolo avanti Cristo. Egli vedeva l’intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo, essere-non essere. Uno dei poli dell’opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il sottile, l’essere), l’altro negativo. Questa suddivisione in un polo positivo e in uno negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso: che cos’è positivo, la pesantezza o la leggerezza?Parmenide rispose: il leggero è il positivo, il pesante è negativo.Aveva ragione oppure no? Questo è il problema. Una sola cosa era certa: l’opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni

La tecnologia che domina e foggia il mondo in cui viviamoè fatta di macchine, nel senso tradizionale del termine,ma è soprattutto definita, in modo essenziale, da sistemidi raccolta e trasmissione delle informazioni.

La riduzione della storia sul piano della simultaneitàsottolinea

la contemporaneità del mondo contemporaneo

Il tempo istantaneo

La conoscenza analogica

A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma diconoscenza analogica (o olistica).

L’ipotesi di una coesistenza dielementi contraddittori, coincidecon le differenze tra epoca modernae tardo-moderna.

“L’analogia è una tecnicasimbolica che, contrariamentealla dialettica, non supera lecontraddizioni, ma le mantienein quanto tali in una globalitàconflittuale di cui l’amore e l’odio,la crudeltà e la tenerezza”. M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso,

Garzanti, Milano, 1990

La conoscenza analogica

A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma diconoscenza analogica (o olistica).

L’ipotesi di una coesistenza dielementi contraddittori, coincidecon le differenze tra epoca modernae tardo-moderna.

“L’analogia è una tecnicasimbolica che, contrariamentealla dialettica, non supera lecontraddizioni, ma le mantienein quanto tali in una globalitàconflittuale di cui l’amore e l’odio,la crudeltà e la tenerezza”. M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso,

Garzanti, Milano, 1990

Secondo la fisica quantistica la realtà è coinvolta in una danzaastratta; tutte le particelle possono essere divise in due gruppia seconda della danza che eseguono, alcune compiono unadanza antisimmetrica, altre una danza simmetrica.

In contrasto con laconcezionegiudaico-cristianadel tempo lineare,la psicologia junghianaha anche esplorato unadimensione sincronica, critica nei confronti della centralitàdella logica di causa-effetto, uno dei capisaldi della scienzanewtoniana.

Syncronicity

Spazio

Categorie P C R

Spazio Esteso Metropoli Annullato

P = ProgettoC = CrisiR = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

La società dell’immagine con i suoi linguaggi e i suoi apparati si sviluppanell’Ottocento.

Il mondo si trasforma in immagine, e così anche lo spazio, perché è solo in questo modo che si può possederlo realmente.

Lo spazio

Nascono così le grandi Esposizioni Universali: insediamenti territoriali in grandi scenari metropolitani in cui vengono pubblicizzate le tecnologie e le merci per affermarle nei rapporti di potere della società e della vita quotidiana

A. Abruzzese, D. Borrelli, L’industria culturale. Tracce e immagini di

un privilegio

Nei grandi centri urbani del XIX secolo si ridefiniscono i rapporti tra spazio interno e spazio esterno.Nella metropoli mezzi fantasmagorici cercano di valorizzare la visibilità: l'illuminazione nelle strade, l’esposizione delle merci nellevetrine, lo spettacolo delleEsposizioni universali.

Modernità e metropoli

Le grandi Esposizioni Universali rendono omaggio ai beni della civiltà occidentale. Le vetrine fanno sognare i passanti e promuovono desideri, in sintonia con la sensibilità romantica.

Nella metropoli i vecchi legami vengono recisi, crescono i contatti interpersonali e casuali

Le scelte individuali si vanno a collocare su una linea di confine tra autonomia ed eteronomia

Modernità e

metropoli

Nell’organizzazione del tempo metropolitano le tradizioni rituali della dimensione comunitaria primitiva sono venute a mancare e il potere

delle immagini va assumendo una funzione fantasmagorica

Nathaniel Hawthorne (Wakefield), Edgar Allan Poe (L'uomo della folla)

Walter Benjamin,l’individuo nella società moderna non deve sapere orientarsi, ma sapersi perdere.

Georg Simmel, la metropoli garantisce il massimo livello di sviluppo per la vita

individuale : “Il punto decisivo è che la vita urbana ha trasformato la lotta con la natura per il cibo in una lotta per l’uomo”“Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la preponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullo spirito soggettivo”

La razionalità inserita in una semplice macchina da cucire (oggettività priva di

coscienza, progettata però consapevolmente da uno o più uomini) prende il

posto della coscienza, dell'abilità, della capacità, dell'attenzione della donna che con l'ago e il filo eseguiva a mano le medesime operazioni

G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito

Modernità e metropoli

La metropoli è il luogo in cui la concentrazione della produzione industriale (nella forma della merce) e l’immaginario artistico

entrano in contatto.

Modernità e metropoli

“Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per lapreponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullospirito soggettivo: in altre parole, nel linguaggio come nel diritto,nella tecnica della produzione come nell’arte, nella scienza comenegli oggetti di uso domestico, è incorporata una quantità dispirito al cui quotidiano aumentare lo sviluppo spirituale delsoggetto può tener dietro solo in modo incompleto, e con distaccosempre crescente [...]”

G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito

Georg Simmel,

“o

Modernità e metropoli

Il flâneur non è un individuo che vaga sperduto nella metropoli moderna. Ne è piuttosto l’esploratore, il soggetto che nella molteplicità delle persone, nel proliferare delle merci e nell’incontenibile crescita dei messaggi culturali tenta di cogliere ciò che è veramente significativo. Le sue strategie di orientamento, sono fondate sull’attenzione per ciò che è marginale e trascurato

Walter Benjamin

L ‘individuo Blasè è colui che abita nella metropoli, è disincantato e annoiato, “ha già visto tutto”, è indifferente nei confronti di tutta la varietà qualitativa delle cose; il susseguirsi quotidiano di notizie ed emozioni fa divenire tutto normale, consuma le energieanche se poi questa annoiata indifferenza è solo una forma di difesa posta in essere dall’abitante della metropoli, di fronte alla frenesia che caratterizza la vita delle grandi città

“In ogni caso, l’individuo è sempre meno all’altezza dello sviluppo lussureggiante della cultura oggettiva [...] l’individuo è ridotto ad una quantité négligeable, ad un granello di sabbia di fronte ad un’organizzazione immensa di cose e di forze che gli sottraggono tutti i progressi, le spiritualità e i valori, trasferiti via via dalla loro forma soggettiva a quella di una vita puramente oggettiva”

(G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito)

Modernità e metropoli

Il concetto di non-luogo può essere fatto risalire a Marc Augè e a Georges Benko.

Sono tali i luoghi in cui viene scoraggiata ogni possibilità di insediamento duraturo, in cui è impossibile la possibilità di colonizzazione.

Il non-luogo è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia.

Sono gli aeroporti, le stanze d’albergo, i mezzi pubblici di trasporto.

In un non-luogo, chiunque deve sentirsi a casa propria, ma nessuno deve comportarsi come a casa propria.

Lo spazio I non-luoghi

Il bello e l’utile

L’arte si collega sempre più strettamente alla vita quotidiana, all’estetizzazioneegli oggetti (design), al culto delle forme, al rispetto dell’ambiente.

Dagli oggetti misurabili, sostituibili, analizzabili, Dall’organizzazione rigorosa della realtà agli oggetti estetizzati, che diventano merci, immagini, consumi.

La Modernità è segnata dall’esperienza

Dell’interazione mediata e dall’agire a

distanza.

I media esprimono il bisogno che

venga restituita visibilità agli oggetti e ai

soggetti che occupano il proprio ambiente

di vita: Esposizioni Universali, fotografia,

cinema, televisione, Rete.

Le immagini rappresentano le forme di

riappropriazione simbolica di una società

nella quale si moltiplicano segni e presenze.

L’evoluzione dell’industria culturale

coincide con la storia della metropoli.

Media e ModernitàNella civiltà dell’immagine…

“Dai viaggi in terre lontane ai viaggi nella propria stanza e nella propria testa. Questa è anche la storia dei media. Dalla fotografia che scopre il mondo delle cose all’informazione

audiovisiva; dallo straniero in quanto eroe dell’immaginario ottocentesco all’ospite in studio del set televisivo.

Dallo schermo al computer.A ogni mutamento il soggetto si è trovato a disporre di una artificialità dell’espressione che affondava le sue radici nel

mutamento stesso e cioè nei bisogni del soggetto.”

A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e Gabriele Montagano, La scena immateriale, Costa & Nolan, Genova, 1994, p. 117

“Giunti a non essere più compatibili con i precedenti mezzi di rappresentazione e di comunicazione, l’azione espressiva del soggetto li forza, distorce, destruttura, sino a farli implodere in un nuovo mezzo di espressione. L’immaginazione umana è spinta dal desiderio di ridare

corpo, presenza, visibilità a ciò che produce. Per questo essa ha superato le mura e le strade della metropoli, la pagina scritta e la scena teatrale,

arrivando così allo schermo cinematografico, per questo il video ha moltiplicato i suoi territori iperreali.”

A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e Gabriele

Montagano, La scena immateriale, Costa & Nolan,

Genova, 1994, p. 117

Società e identità

La rivendicazione dell’uguaglianza nel periodo illuministico si presentò come un movimento di reazione alle disuguaglianze subite da grandi masse ed individui e divenuti per essi insopportabili.

Queste disuguaglianze non furono avvertite in prima istanza come lesive di un astratto diritto a essere uguali, ma della più primaria e sentita esigenza di affermare liberamente la propria personalità. L’uguaglianza apparve cioè come uno strumento per far valere l’individualità negata.

G. Simmel, Forme dell’individualismo, Armando, 2001

Categorie P C R

Soggetto Identità forte Identità debole Identità plurime

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Evoluzione del concetto

di IdentitàL’uomo della Modernità era determinato da eventi naturali e abitudini sociali.

L’uomo della Crisi è costretto a creare il proprio destino, prova un sentimento di insecuritas e sensi di colpa, non trova più la strada della salvezza.

Spezzati i legami che connettevano l’esistenza umana alla natura, agli altri e a Dio, l’uomo si ripiega su se stesso e ascolta la vita che scorre al proprio interno.

L’individuo moderno era un individuo “sostanziale” dotato di un nucleo metafisico a cui fare riferimento e nello stesso tempo, contro cui lottare per liberarsi dai vincoli della tradizione, della morale, della religione, dello Stato.

L’individuo moderno affronta la lotta prometeica contro le forze della natura e contro l’ordine sociale tradizionale.

Uno….Identità

Renè Descartes (La Haye, Turenna 1596 -

Stoccolma 1650)

Opera di riferimento: Discorso sul metodo

1637

Il soggetto forte cartesiano, homo oeconomicus, lascia il posto a un’identità frammentaria e nomade.

Nella crisi della modernità l’identità non è più un dato ma una sfida, un processo sempre più affidato alle risorse e alle

capacità individuali.

... nessuno, ….

?Identità

In un mondo in continuo mutamento, il soggetto ha il problema di garantire un nucleo stabile.

La sfida ora non è più il cambiamento, ma assicurare l’unità e la continuità della storia Individuale.

… centomila

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: - Io mi chiamo Mattia Pascal. - Grazie, caro. Questo lo so. - E ti par poco?

Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza: - Io mi chiamo Mattia Pascal.

Il fu Mattia Pascal, Luigi Pirandello (1904)

Identità

Lo scontro di libertà e uguaglianza produce una rottura dell’equilibrio

illuministico

Si credeva che la libertà avrebbe prodotto un’uguaglianza naturale,

universale e duratura

L’individualismo illuminista è quantitativo

Uomo universale

Libertà vs uguaglianza

Liberazione dell’uomo dalla tradizione, dalla religione,dalla metafisica, dai legami causali della natura (Kant)

Al razionalismo del XVIII sec. non interessava l’uomoparticolare ma l’uomo astratto, che si emancipa dallecorporazioni medioevali

“un essere razionale deve essere senz’altro un individuo,ma non questo o quell’individuo determinato” (Ficthe)

L’uomo universale

Friederich Wilhelm Nietzsche(15 ottobre 1844 – 25 agosto 1900)

In Nietzsche trova piena affermazione l’individualismo ottocentesco dell’unicità

Ogni uomo rappresenta l’umanità in una forma particolare

Gli individui resi autonomi dalle istituzioni vogliono ora distinguersi l’uno dall’altro

Il superuomo è il soggetto del superamento della soggettività della razionalità classica

Identità eroica

…colui che sa “continuare a sognare sapendo di sognare” …

L’unico mondo reale è quello dell’esperienza, le cui contraddizioni non si risolvono però in una sintesi razionale, salvifica e consolatrice

I fatti non esistono ma esistono solo le interpretazioni. Il mondo è un testo misterioso e non ancora decifrato

Identità eroica

La scienza ora è una struttura coerente di errori indispensabile alla sopravvivenza dell’uomo; per rendere calcolabile e controllabile l’avvenire ne elimina l’imprevedibilità e l’innovazione.

Un filo invisibile lega arte e scienza:

è stata l’arte, che favorendo il culto del “non vero” e della finzione, ha reso accettabile il modo in cui oggi si presenta la scienza.

Oltre il silenzio possono prodursi nuove parole, strumenti per decifrare ciò che non si sa, l’impensato.

Identità e inconscio

E’ l’inconscio di Freud, un luogo sconosciuto nel quale ci si avventura nell’assenza e nel groviglio di parole, attraverso l’interpretazione e la costruzione critica.

Sigmund Freud(1856 Freiberg – 1939 Londra)

Nel 1900 viene pubblicato il poderoso lavoro: l'interpretazione dei sogni.

Identità e assurdo

E’ l’insetto della Metamorfosi di Kafka (3 luglio 1883, Vienna - 3 giugno 1924, Kierling), che con il suo

sguardo acuto osserva le cose, cogliendone il bordo acuto e tagliente

L’uomo moderno è schiacciato da organismi statali e burocratici che lo dominano senza che egli neppure ne conosca il volto, gli scopi, i procedimenti.Dalla deformazione del quotidiano nascono situazioni grottesche

L’inquietudine, l’insoddisfazione, e nel frattempo, l’attesa di un’indicazione, di un messaggio, la ricerca di una Legge caratterizzano la condizione dell’uomo moderno

Identità e assurdo

“Gregor si spaventò nel sentire lapropria voce che rispondeva allamadre, era sempre la sua di prima,non si poteva sbagliare, ma vi simescolava, nei toni bassi, un pigoliodoloroso impossibile a sopprimereche lasciava sussistere le parolesoltanto nel primo istante in cui eranopronunciate e poi le soffocava, tanto da non saperese erano state capite o no”

La metamorfosiFranz Kafka, 1916

Identità e assurdo

Identità e metamorfosi

Il Bruco e Alice si guardarono a vicenda per qualche tempo insilenzio; finalmente il Bruco staccò la pipa di bocca, e le parlòcon voce languida e sonnacchiosa:Chi sei? - disse il Bruco.Non era un bel principio di conversazione. Alice rispose conqualche timidezza: - Davvero non te lo saprei dire ora. So dirtichi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d'alloracredo di essere stata cambiata parecchie volte.- Che cosa mi vai contando? - disse austeramente il Bruco. -Spiegati meglio.- Temo di non potermi spiegare, - disse Alice, - perchè nonsono più quella di prima, come vedi.- Io non vedo nulla, - rispose il Bruco.- Temo di non potermi spiegare più chiaramente, - soggiunseAlice in maniera assai gentile, - perchè dopo esser statacambiata di statura tante volte in un giorno, non capisco piùnulla.- Non è vero! - disse il Bruco

Consigli del bruco, Alice nel Paese delle

Meraviglie (1865)di Lewis Carroll

Identità e metamorfosi

In una società molto differenziata l’uomo fa l’esperienza diretta della propria diversità, ma sperimenta anche la difficoltà di riconoscersi negli altri.

Un io molteplice non fa riferimento a un’essenza permanente, ma al processo delle proprie identificazioni successiveAttraverso i cambiamentidi forma l’identità diventa un processo di negoziazione tra parti diverse di noi stessi e diversi sistemi di relazione ma l’indebolimento delle identificazioni esterne produce l’esigenza di trovare nuove radici e rassicurazioni

Identità e metamorfosi

Zelig, Usa, 1983, regia di Woody Allen

Categorie P C R

Cultura Relativismo, falsificabilità,

incertezza

MidCult

Eccedenza comunicativa

MassCult

P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione

Le categorie della modernità

Accumulazione costante di

Sapere

Cultura Alta

Sigmund Freud(1856 Freiberg – 1939 Londra)

Modernità e

civilizzazione

Nel lungo processo che conducealla Modernità la forma e la forzadell’autocontrollo cambianoseguendo una linea di sviluppo storico

“La tendenza aggressiva è nell’uomo unadisposizione pulsionale originaria e indipendente,che la civiltà trova in essa il suo più grave ostacolo …”

La civiltà è disagio perché l’uomo per vivere insieme agli altririnunciando in gran parte alla libera espressione di una parte dellasessualità

La società di corte è il luogo nel quale prende avvio il processo di razionalizzazione da cui nasce il mondo moderno.

Man mano che l’aristocrazia si trasferisce a corte e il potere centrale si consolida, nasce un habitus più pacifico e addomesticato.

I cavalieri medioevali erano guerrieri rudi e violenti, i cavalieri che vivono a corte sviluppano un tipo di autocontrollo, sostituendo all’aggressione fisica strategie di studio dell’avversario che necessitano di introspezione psicologica.

Modernità e civilizzazione

Elias dà della civilizzazione una lettura sostanzialmente positiva. Nonostante non siano scomparsi conflitti e sofferenze, tuttavia la civiltà pacifica produce un minor grado d’infelicità generale

Freud considera la repressione degli istinti come un prezzo troppo alto da pagare per la la civiltà pacificata

Modernità e civilizzazione

Modernità e civilizzazione

L’uomo moderno è un uomo che si auto-reprime in misura molto superiore a quella di uomini di società più semplici.

Attraverso il processo di civilizzazione gli uomini rinunciano sempre più regolarmente alla soddisfazione dell’istintualità, ad esprimere le emozioni, eliminando al violenza fisica dai rapporti sociali.

Norbert EliasLa civiltà delle buone maniere,

Il processo di civilizzazione, Bologna, Il Mulino, 1982

La razionalizzazione è un aspetto della civilizzazione

L’avanzare della civiltà produce sul versante macro l’affermazione del potere statale si realizza grazie a una

concentrazione delle risorse economiche, simboliche, mentre sul versante micro l’individuo tende a sviluppare un

autocontrollo sempre più omogeneo e continuo.

Modernità e civilizzazione

Media e Modernità

Sviluppo degli apparati di produzione e distribuzione dei beni culturali

Nascita dell’industria culturale moderna

Creazione di un mercato di massa

Modernità e mezzi di

comunicazione

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha avuto un ruolo di fondamentale importanza nella nascita delle società moderne

A partire dalla metà del diciannovesimo secolo si verifica una grande espansione delle reti di comunicazione e informazione che progressivamente estendono la loro ampiezza fino a raggiungere una dimensione globale

L’uso dei mezzi di comunicazione implica la creazione di nuove forme di azione e di interazione nel mondo sociale, di nuovi tipi di relazione e di nuovi modi di rapportarsi agli altri e a se stessi per la prima volta indipendenti dalla condivisione di un medesimo ambiente

Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha reso visibile il potere su una scala senza precedenti

Modernità e mezzi di

comunicazione

L’incontro con l’opera d’arte è un modo di fare esperienza, attraversol’immaginazione di altri mondi possibili, facendo uscire l’uomo dal suo mondo “reale”.

M. Heidegger definisce la Modernità come “l’epoca delle immagini del

mondo”.

Modernità e mezzi di

comunicazione

Si può uscire dalla modernità?

La Modernità è l’epoca in cui diventa un valore determinante il fatto di essere moderni

Nessuno sa cosa c’è fuori, né se si può uscire, e questo dà un senso di vertigine, che viene sintetizzato razionalmente con il prefisso POST

Pensiamo di ribellarci alla Modernità ma abbiamo a disposizione solo i suoi linguaggi, le sue regole, le sue categorie concettuali Si tratta di concetti dati per scontati: il soggetto di cui parla la sociologia classica è implicitamente bianco, forte, sano, adulto

Si può uscire dalla Modernità?

La modernità è più autoriflessiva che critica

La Storia come scrittura di gruppi e classi sociali dominanti. La memoria collettiva ha sempre un carattere ideologico (Benjamin 1938, Tesi sulla filosofia della storia)

I movimenti che hanno voluto esprimere altre soggettività si sono scontrati con il Potere

La modernità è più autoriflessiva che critica

Si può uscire dalla Modernità?

In conclusione…

Post- Modernità

Progetto della Modernità

Modernizzazione

Modernismo

Modernità radicale

Modernità in polvere

Tardo Modernità

Modernità liquida

Crisi della Modernità

Modernità eroica

Disagio della Modernità

Modernità

Indicazioni bibliografiche

Arjun Appadurai, MODERNITA ’ IN POLVERE,2001, Roma, Meltemi

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