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INDUSTRIA 4.0 LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Nel processo di trasformazione, le imprese italiane segnalano un ritardo ancora significativo Pagina 3 marzo 2017 Anno IV - n. 3 www.cilanazionale.org Pagina 2 EDITORIALE ANALISI La manifattura e la quarta rivoluzione industriale Pagina 4

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INDUSTRIA 4.0LA NUOVA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Nel processo di trasformazione, le imprese italiane segnalano un ritardo ancora significativoPagina 3

marzo 2017 Anno IV - n. 3 www.cilanazionale.org

Pagina 2

EDITORIALE ANALISILa manifattura e la quarta rivoluzione industriale

Pagina 4

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INDICEEDITORIALEdel Presidente della CILA

Antonino Gasparo

La situazione sempre più critica cui è sottoposto il settore artigiano, in un Paese come l’Italia in cui ha sempre costituito il cuore pulsan-te dell’economia, necessita una riformulazione urgente.I numeri sempre più allarmanti, ci parlano di attività cessate, disse-sti finanziari, beni venduti all’asta e presentano ai nostri occhi uno scenario raccapricciante in cui l’impresa artigiana resta schiacciata nella morsa della disperazione, con esiti a volte estremi come nel caso dei suicidi dei piccoli imprenditori artigiani.

La piccola e media imprenditoria italiana, pur rappresentando il centro nevralgico del nostro Paese, riversa in condizioni sempre più gravose. Basta osservare gli ultimi allarmanti dati statistici sulle chiusure e sui fallimenti, che hanno raggiunto dei livelli mai visti e che rappresentano una triste realtà.

Quali sono i doveri dello Stato di fronte alla drammaticità di una tale condizione?

Lo Stato, quello con la “S” maiuscola, dovrebbe prendere a cuo-re il problema come un genitore premuroso, intervenendo con dei provvedimenti mirati volti a tutelare gli interessi dei piccoli e medi imprenditori. Per aiutarli a uscire dall’impasse, incentivando colo-ro che decidono d’intraprende una nuova attività imprenditoriale, detassando completamente l’investimento iniziale e garantendo la copertura economico finanziaria durante i primi anni. Per motivar-li, tenendo conto che la fase iniziale di qualsiasi attività imprendi-toriale è caratterizzata dalla remissione.

Di fronte alla drammatica situazione rappresentata da questi dati, la CILA si rivolge al governo e alle Istituzioni, invitandole a ricor-dare ancora una volta, i valori fondamentali espressi nella nostra Costituzione e nell’art. 45 in particolare: “La legge provvede allo sviluppo e alla tutela dell’artigianato”.

Semplici parole, che hanno però un forte impatto e ci aiutano a capire quanto la valorizzazione e la tutela dell’artigianato, siano state a cuore ai Padri Costituenti. I quali hanno prestato particolare attenzione a questo settore, sin dai primi atti della neonata Repub-blica Italiana. E’ nostro auspicio, pertanto, che la politica e le Istituzioni vigenti acquisiscano una nuova consapevolezza e sensibilità nei confron-ti dei loro “figli”. Apprezzandone il lavoro e il coraggio che ogni giorno, con altruismo e dedizione, mettono in atto al fine di produr-re reddito e occupazione per il bene loro e delle generazioni future.

PAGINA FISCALE

AGEVOLAZIONI E INCENTIVI

Editoriale del Presidente

Industria 4.0 la nuova rivoluzione indu-striale

La manifattura e la quarta rivoluzione industriale

Scadenze fiscali e contributive

Sentenze del Giudice Amministrativo

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ARTIGIANATO & PMINovità sul credito d’imposta

Società a responsabilità limitita semplifica-ta e a capitale ridotto in Italia

DURC sospeso per la rottamazione delle cartelle

La normativa anti-suicidio

La riforma che farà scomparire il fallimento approda in Senato

Siti web e PMI, le novità in arrivo daGoogle

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Bandi e incentivi10

AGRICOLTURALinee guida per un uso consapevole dei prodotti fitosanitari

Accordo sul protocollo d’intesa per lasalvaguardia del patrimonio apistico

Come sarà la PAC futura?

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COMMERCIOManovra bis. Ritocco accise carburanti.

Home restaurant: cos’è e come aprirlonel 2017

SCIA2: le novità per il commercio

Ccnl Commercio: tutte le novità sulrinnovo contrattuale

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Siamo pronti al cambiamento?

Nel processo di trasformazione, le imprese italiane segnalano un ritardo ancora significativo

Industria 4.0la nuova rivoluzione industriale

I cambiamenti indotti dalla tec-

nologia porteranno le imprese a

dover affrontare una nuova rivo-

luzione industriale, denominata

“Industria 4.0”, dal momento che

guardando al passato è possibile

individuare almeno tre altre gran-

di fasi di epocale trasformazione

attraversate dal settore industriale.

A livello globale, il peso dell’indu-

stria nella creazione del valore si

è progressivamente spostato verso

le economie emergenti. Nel 1995

il valore aggiunto dell’industria

manifatturiera era concentrato per

quasi l’80% nei paesi più avanzati

e per poco più del 20% nelle eco-

nomie emergenti. Venti anni dopo,

la quota dei paesi emergenti è più

che raddoppiata arrivando a pesare

il 45% del valore aggiunto mani-

fatturiero. Per l’Europa l’obiettivo

fissato nel 2012 era quello di tor-

nare entro il 2020 al 20% di valore

aggiunto manifatturiero rispetto al

15% attuale. A tre anni da tale sca-

denza l’obiettivo appare difficile

da conseguire. In considerazione

dell’attuale ritardo, pur estendendo

l’arco temporale al 2030, si cal-

cola che l’Europa, per aumentare

il peso del manifatturiero di cin-

que punti percentuali, dovrebbe

investire in media 60 mld di euro

all’anno, per un ammontare com-

plessivo di 1.200 mld, generando

un incremento di valore aggiunto

pari a circa 500 mld di euro. Le im-

prese italiane segnalano un ritardo

ancora significativo sul tema Indu-

stria 4.0. Nel guidare il processo di

trasformazione dell’industria ita-

liana il governo ha messo a punto

un piano che prevede una serie di

obiettivi tra cui: +10 mld di euro di

investimenti privati in innovazio-

ne nel 2017; + 11,3 mld di spesa

privata per ricerca e sviluppo nel

triennio 2017-2020; un impegno

pubblico di 13 mld di euro (distri-

buito tra il 2018 e il 2024) per la

copertura degli investimenti priva-

ti sostenuti nel 2017, attraverso il

contributo di superammortamento,

iperammortamento, nuova Saba-

tini e investimenti supportati dal

credito di imposta per la ricerca. La

nuova Legge di Stabilità ha intro-

dotto inoltre l’iperammortamento

al 250% per gli investimenti legati

al piano del governo Industria 4.0.

Un cambiamento così ampio dello

scenario industriale porterà a note-

voli ricadute occupazionali. Un re-

cente report stima una perdita a li-

vello mondiale di circa 5,1 milioni

di occupati nel periodo 2015-2020,

che costituiscono il saldo tra la

perdita di 7,1 milioni nei comparti

amministrativi e della produzione

e la creazione di 2 milioni di posti

di lavoro in settori tecnici (infor-

matico, matematico, architettura

e ingegneria). Gli effetti a livello

paese dipenderanno da numerosi

parametri quali, ad esempio, il tipo

di industria, la regione geografica,

il tipo di occupazione e l’abilità nel

gestire il cambiamento

Marco Strada

Articolo di fondo

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La manifattura e la quarta rivoluzione industriale

Il rilancio della crescita e della competitività per sostenere e raf-forzare la ripresa rimane una prio-rità per l’Europa e soprattutto per l’Italia che, negli ultimi quindici anni, ha presentato tassi di cresci-ta economica in media inferiori a quelli prevalenti nei principali pa-esi dell’Eurozona. Il settore ma-nifatturiero rappresenta in Italia il principale motore della crescita economica, produce effetti diretti e indiretti sugli altri settori, origina la gran parte delle attività di ricerca e sviluppo e genera oltre i tre quar-ti delle esportazioni. Esiste peraltro un forte legame tra il settore della manifattura e quello dei servizi. Il manifatturiero ha acquisito un peso rilevante anche sulla domanda di-retta di servizi; si calcola che in Italia la domanda di servizi da par-te dei settori manifatturieri arrivi al 17% del valore della produzione. Le imprese manifatturiere produ-cono e offrono servizi in gran parte legati all’assistenza post-vendita. Confindustria stima che in Italia il manifatturiero produca servizi per oltre il 6% del valore totale della produzione. I cambiamenti indotti dalla tecnologia porteranno tutte le imprese a dover affrontare una nuova rivoluzione, alla quale non è possibile sottrarsi. Non si tratta del-la prima svolta epocale nel mondo manifatturiero; l’attuale sfida è sta-ta infatti denominata Industria 4.0 proprio perché guardando al passa-to è possibile individuare almeno tre altre grandi fasi di cambiamen-to attraversate dal settore industria-le. Diventa strategico a questo pun-to valutare in quale modo gestire il cambiamento: le scelte effettuate potrebbero portare in pochi anni, anche a livello locale, a una map-pa della realtà manifatturiera diffe-rente da quella attuale. In estrema sintesi la prima rivoluzione indu-

striale viene fatta risalire all’in-venzione del motore a vapore alla fine del 18° secolo, la seconda alla diffusione nell’uso dell’elettricità alla fine del 19° secolo, e la terza all’introduzione dell’IT all’interno dei sistemi produttivi a partire da-gli anni settanta.Questa quarta rivoluzione indu-striale non appare legata a una sin-gola innovazione ma si presenta come caratterizzata da numerosi cambiamenti legati a un processo di digitalizzazione che investe tutte le unità produttive dell’economia. Tra gli aspetti più noti è possibile annoverare: 1. la robotica applica-ta all’industria e l’automatizzazio-ne di processi e lavori attualmente svolti dall’uomo; 2. le problemati-che connesse al Big data manage-ment, ossia alla gestione di enormi quantità di dati che richiede un’ar-chitettura informatica differente dai sistemi attualmente in uso; 3. la stampa 3D per la creazione di oggetti fisici in tre dimensioni di-rettamente da un modello digitale; 4. l’internet delle cose, ossia la dif-fusione di dispositivi di uso quoti-diano equipaggiati con un softwa-re che permetta lorodi scambiare dati con altri oggetti connessi; 5. il cloud computing, ossia la conser-vazione e la condivisione di dati e informazioni attraverso piattafor-me virtuali anziché server locali; 6. la cybersecurity, ovvero lo svi-luppo di processi e tecnologie che

rendano un ambiente digitale così ampio e sviluppato impermeabile ai tentativi di intrusione e/o sabo-taggio. Il ritardo accumulato dall’I-talia nel settore degli investimenti e le difficoltà incontrate dalle PMI nella fase di ripresa dalla crisi non hanno creato le condizioni miglio-ri per affrontare questa sfida. Uno studio di Federmeccanica segnala un ritardo ancora significativo delle imprese italiane sul tema Industria 4.0. L’indagine è stata condotta su un campione di 527 imprese al fine di valutare il grado di adozione da parte delle imprese di 11 tecnolo-gie abilitanti e qualificanti rispet-to al tema della digitalizzazione della manifattura (Meccatronica, Robotica, Robotica collaborativa, Internet of Things (IoT); Big Data; Cloud computing; Sicurezza in-formatica; Stampa 3D; Sistemi di simulazione di prodotto; Nanotec-nologie e Materiali intelligenti). Il 64% delle imprese (definite “adop-ters”) dichiara di avere adottato almeno una delle 11 tecnologie in-dividuate come “abilitanti e quali-ficanti” in ottica 4.0, mentre il 36% (le “non-adopters”) dichiara di non averne adottata alcuna. Le impre-se che utilizzano queste tecnologie presentano rispetto alle altre livelli più alti di dipendenti laureati, mag-giori rapporti con le università, un valore più elevato di investimen-ti in ricerca e sviluppo. Inoltre gli adopters esportano una quota

Il settore manifatturiero rappresenta in Italia il principale motore della crescita economica

Analisi

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Analisimaggiore del proprio fatturato (in media il 44% contro il 33%) e con-siderano importanti per la propria competitività la qualità, l’innova-zione e la personalizzazione del prodotto mentre considerano il prezzo una variabile meno rilevan-te. In assenza di azioni correttive, il divario tra le imprese più avanzate e quelle più arretrate è destinato ad accentuarsi. L’introduzione delle nuove tecnologie sortirà notevoli effetti sull’organizzazione dellavoro e sulle competenze richieste per affrontare il cambiamento in modo efficace. Alcune analisi ipo-tizzano un impatto negativo in ter-mini di perdita di posti di lavoro, ma l’effetto netto dipenderà dalla capacità di indirizzare gli investi-menti in tecnologia nella giusta direzione, quella che porta ad au-mentare la produttività dei lavora-tori e ad accrescerne formazione e valorizzazione, un passaggio obbli-gato per guadagnare competitività e preservare l’occupazione. L’im-portanza di avviare questo proces-so di transizione non trova tutta-via riscontro con i valori registrati dall’indagine in merito alle inten-zioni di investimento delle impre-se. Circa il 50% delle imprese non ha ad oggi intenzione di investire in nuove tecnologie 4.0. Di qui nasce l’esigenza di predisporre un piano di incentivi efficace per non accrescere il divario tra le imprese

italiane e quelle internazionali e tra le “adopters” e non “adopters”. Tra le possibili azioni da adottare, oltre alla leva fiscale, le imprese indica-no come prioritaria l’informazione circa gli strumenti finanziari a sup-porto degli investimenti.Nel guidare il processo di trasfor-mazione dell’industria italiana il governo ha deciso di guardare a un duplice obiettivo. Da un lato mettere in equilibrio il modello di industria digitale globale con la salvaguardia del made in Italy, continuando a valorizzare il brand territoriale, o anche promuovendo filiere 4.0 di produttori italiani che seguono i meccanismi delle grandi catene del valore a livello mondia-le. Dall’altro calibrare la quota di intervento pubblico nel monte an-nuo degli investimenti, muovendo-si tra i due principali modelli di ri-ferimento, quello statunitense (nel quale la componente pubblica è pressoché assente) e quello tedesco nel quale la partnership pubblico-privato nel settore industriale co-stituisce un modello consolidato. Un cambiamento così ampio dello scenario industriale porterà a no-tevoli ricadute nel settore occupa-zionale. Anche in questo caso non si tratta della prima volta che ciò accade. Già durante la terza rivo-luzione industriale, caratterizzata dall’ingresso nella fabbriche dei sistemi informativi, si è assistito

ad un fenomeno di riduzione dei ruoli ricoperti dagli operai adibiti ai lavori meccanici tipici della ca-tena di montaggio. Con l’introdu-zione dell’Iot (Internet of things) la catena di montaggio necessiterà sempre meno dell’apporto della presenza di operai per operazioni meccaniche e sempre più per le at-tività di settaggio dei macchinari e di risoluzione di problemi. Si trat-ta di ridisegnare una nuova mappa delle competenze e di preparare un piano di riqualificazione della forza lavoro. L’automazione dei processi, lo sviluppo della roboti-ca e il crescente ruolo affidato alle macchine e alla cosiddetta “intel-ligenza artificiale”, comporterà un ripensamento dell’intero settore in-dustriale. Molte occupazioni subi-ranno una enorme trasformazione, alcune saranno destinate a scompa-rire e nel contempo nasceranno nu-merose nuove figure professionali. Il saldo netto in termini occupazio-nali di questa trasformazione non è di facile lettura. Il tentativo di for-nire delle risposte a questi interro-gativi porta di solito a una polariz-zazione tra coloro che vedono nel nuovo contesto un numero poten-zialmente illimitato di nuove figure professionali e coloro che pongono l’accento sulla quantificazione dei ruoli e delle professionalità desti-nate a scomparire. Arrivare ad una risposta univoca non è agevole, gli effetti si dispiegheranno in modo diverso in funzione di numerosi parametri quali ad esempio: il tipo di industria, la regione geografica, il tipo di occupazione e l’abilità da parte degli stakeholders di gestire il cambiamento.

Marco Strada

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Pagina FiscaleScadenze fiscali e contributive

MARZO

3 MarzoAFFITTI - Versamento Imposta di registroSOGGETTI: Parti contraenti di contratti di locazione e affitto che NON abbiano optato per il regime della “cedolare secca”.ADEMPIMENTO: Versamento dell’imposta di registro sui contrat-ti di locazione e affitto stipulati in data 01.02.2017 o rinnovati tacita-mente a decorrere dal 01.02.2017MODALITA’: L’imposta di regi-stro deve essere autoliquidata e versata entro 30 giorni dalla stipula prima della registrazione mediante mod. F24 Elide (con modalità te-lematiche per i titolari di P. IVA, ovvero secondo le modalità previ-ste dall’art. 11, comma 2, D.L. n. 66/2014 per i non titolari di partita IVA); la copia dell’attestato di ver-samento va poi consegnata all’Uf-ficio Territoriale dell’Agenzia del-le Entrate insieme alla richiesta di registrazione. In caso di registra-zione telematica, il pagamento è contestuale alla registrazioneCODICE TRIBUTO - Mod. F24 Elide (Modello “F24 versamenti con elementi identificativi”):1500 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per prima registrazione1501 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per annualità successive1502 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per cessioni del contratto1503 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per risoluzioni del contrat-to1504 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per proroghe del contratto1505 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di

bollo1506 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Tributi spe-ciali e compensi1507 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Sanzioni da ravvedimento per tardiva prima re-gistrazione1508 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Interessi da ravvedimento per tardiva prima re-gistrazione1509 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Sanzioni da ravvedimento per tardivo versa-mento di annualità e adempimenti successivi1510 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Interessi da ravvedimento per tardivo versa-mento di annualità e adempimenti successivi

15 MarzoIVA - Fatturazione differita mese precedenteSOGGETTI: Soggetti IVA.ADEMPIMENTO: Emissione e registrazione delle fatture differite relative a beni consegnati o spediti nel mese solare precedente e risul-tanti da documento di trasporto o da altro documento idoneo ad iden-tificare i soggetti tra i quali è effet-tuata l’operazione nonché le fattu-re riferite alle prestazioni di servizi individuabili attraverso idonea do-cumentazione effettuate nel mese solare precedente.MODALITA’: La fattura deve an-che contenere l’indicazione della data e del numero dei documenti

cui si riferisce. Per tutte le cessio-ni e prestazioni di servizi effettuate nel mese precedente fra gli stessi soggetti è possibile emettere una sola fattura riepilogativa.IVA – Registrazione corrispettiviSOGGETTI: Soggetti esercenti il commercio al minuto e assimilati e soggetti che operano nella gran-de distribuzione che già possono adottare, in via opzionale, la tra-smissione telematica dei corrispet-tivi (Circolare n. 8/E/2006).ADEMPIMENTO: Registrazione, anche cumulativa, delle operazioni nel mese solare precedente per le quali è stato rilasciato lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale.MODALITA’: Annotazione nel re-gistro dei corrispettivi.IVA – Registrazione corrispettivi Associazioni senza scopo di lucro in regime agevolatoSOGGETTI: Associazioni sportive dilettantistiche, associazioni senza scopo di lucro e associazioni pro loco che hanno effettuato l’opzione per il regime fiscale agevolato di cui all’art. 1 della L. n. 398/1991.ADEMPIMENTO: Scade il ter-mine per annotare, anche con uni-ca registrazione, l’ammontare dei corrispettivi e di qualsiasi provento conseguito nell’esercizio di attivi-tà commerciali, con riferimento al mese precedente.MODALITA’: Annotazione nel prospetto approvato con D.M. 11/02/1997,opportunamente inte-grato.

16 MarzoIVA - Versamento saldo annuale unica o prima rataSOGGETTI: Contribuenti IVA.ADEMPIMENTO: Versamento in unica soluzione o come 1° rata dell’IVA relativa al periodo d’im-posta 2016 risultante dalla dichia-razione annuale IVA 2017,senza applicazione della maggiorazione

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Pagina FiscaleScadenze fiscali e contributive

a titolo di interessi MODALITA’: Modello F24 con modalità telema-tiche.CODICE TRIBUTO: 6099 - Ver-samento IVA sulla base della di-chiarazione annualeSOSTITUTI D’IMPOSTA - Versa-mento ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilatiSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento ri-tenute alla fonte sui redditi di lavo-ro dipendente e assimilati corrispo-sti nel mese precedente.MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamen-te (utilizzando i servizi “F24 web” o “F24 online” dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i canali telema-tici Fisconline o Entratel oppure ricorrendo, tranne nel caso di mo-dello F24 a saldo zero, ai servizi di internet banking messi a dispo-sizione da banche, Poste Italiane e Agenti della riscossione conven-zionati con l’Agenzia delle Entra-te) oppure tramite intermediario abilitato.CODICE TRIBUTO:1001 - Ritenute su retribuzioni, pensioni, trasferte, mensilità ag-giuntive e relativo conguaglio1002 - Ritenute su emolumenti ar-retrati1004 - Ritenute sui redditi assimi-lati a quelli di lavoro dipendente1012 - Ritenute su indennità per cessazione di fine rapportoSOSTITUTI D’IMPOSTA - Versa-mento ritenute alla fonte su redditi di lavoro autonomoSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento ri-tenute alla fonte su redditi di lavo-ro autonomo corrisposti nel mese precedente.MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamen-te (utilizzando i servizi “F24 web” o “F24 online” dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i canali telema-

tici Fisconline o Entratel oppure ricorrendo, tranne nel caso di mo-dello F24 a saldo zero, ai servizi di internet banking messi a dispo-sizione da banche, Poste Italiane e Agenti della riscossione conven-zionati con l’Agenzia delle Entra-te) oppure tramite intermediario abilitato.CODICE TRIBUTO: 1040 - Rite-nute su redditi di lavoro autonomo: compensi per l’esercizio di arti e professioniSOSTITUTI D’IMPOSTA - Versa-mento ritenute alla fonte su prov-vigioniSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento ritenute alla fonte su provvigioni (per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rap-presentanza) corrisposte nel mese precedente.

MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamen-te (utilizzando i servizi “F24 web” o “F24 online” dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i canali telema-tici Fisconline o Entratel oppure ricorrendo, tranne nel caso di mo-dello F24 a saldo zero, ai servizi di internet banking messi a dispo-sizione da banche, Poste Italiane e Agenti della riscossione conven-zionati con l’Agenzia delle Entra-te) oppure tramite intermediario abilitato.CODICE TRIBUTO: 1040 - Rite-nute su redditi di lavoro autonomo: compensi per l’esercizio di arti e professioni. (codice modificato a partire dal 1° gennaio 2017)SOSTITUTI D’IMPOSTA - Versa-mento ritenute alla fonte su inden-nità di cessazione del rapporto di

collaborazione a progettoSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento ritenute alla fonte su indennità di cessazione del rapporto di collabo-razione a progetto corrisposte nel mese precedente.MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamen-te (utilizzando i servizi “F24 web” o “F24 online” dell’Agenzia delle Entrate, attraverso i canali telema-tici Fisconline o Entratel oppure ricorrendo, tranne nel caso di mo-dello F24 a saldo zero, ai servizi di internet banking messi a dispo-sizione da banche, Poste Italiane e Agenti della riscossione conven-zionati con l’Agenzia delle Entra-te) oppure tramite intermediario abilitato.CODICI TRIBUTO: 1001 - Rite-nute su retribuzioni,pensioni, tra-sferte, mensilità aggiuntive e rela-tivo conguaglioINPS – Versamento contributi la-voratori dipendentiSOGGETTI: Datori di lavoro.ADEMPIMENTO: Versamento all’INPS dei contributi previden-ziali a favore della generalità dei lavoratori dipendenti, relativi alle retribuzioni maturate nel mese pre-cedente.MODALITA’: Tramite il Modello di pagamento F24.INPS – Versamento contributi ge-stione separata collaboratoriSOGGETTI OBBLIGATI: Tutti i committenti che hanno corrispo-sto nel mese precedente compensi inerenti ai venditori porta a porta ed ai rapporti di collaborazione co-ordinata e continuativa per i quali sussiste l’obbligo contributivo e associanti in partecipazione.ADEMPIMENTO: Versamento dei contributi previdenziali per i collaboratori a progetto, occasio-nali e associati in partecipazione corrisposti nel mese precedente.

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Pagina Fiscale

MODALITA’: il versamento dei contributi deve essere eseguito dal titolare del rapporto contributivo (committente o associante) entro il giorno 16 del mese successivo a quello di corresponsione del com-penso, mediante il modello F24 te-lematico.CAUSALE CONTRIBUTO:CXX - Contributi dovuti per sog-getti non titolari di pensione (di-retta o indiretta), e non titolari di ulteriori contemporanei rapporti assicurativi.C10 - Contributi dovuti per sog-getti titolari di pensione (diretta o indiretta) e/o di ulteriori contem-poranei rapporti assicurativi.SOSTITUTI D’IMPOSTA - Ver-samento addizionale regionale all’IRPEF operazioni di cessazione del rapporto di lavoroSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento in unica soluzione dell’addizionale regionale all’IRPEF trattenuta ai lavoratori dipendenti e pensionati sulle competenze del mese prece-dente a seguito delle operazioni di cessazione del rapporto di lavoro.MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamente o tramite intermediario.CODICE TRIBUTO: 3802 - Ad-dizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – So-stituti d’impostaSOSTITUTI D’IMPOSTA - Ver-samento addizionale comunale all’IRPEF operazioni di cessazione del rapporto di lavoroSOGGETTI: Sostituti d’imposta.ADEMPIMENTO: Versamento in unica soluzione dell’addizionale comunale all’IRPEF trattenuta ai lavoratori dipendenti e pensionati sulle competenze del mese prece-dente a seguito delle operazioni di cessazione del rapporto di lavoro.MODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamente o tramite intermediario.CODICE TRIBUTO: 3848 - Addi-

zionale comunale all’IRPEF tratte-nuta dal sostituto d’imposta – Sal-doIVA - Liquidazione e versamento Iva mensileSOGGETTI: Contribuenti IVA mensiliADEMPIMENTO: Versamento IVA dovuta per il mese precedenteMODALITA’: Modello F24 con modalità telematiche, direttamente o tramite intermediarioCODICE TRIBUTO: 6002 - Ver-samento IVA mensile

27 Marzo

AFFITTI - Versamento Imposta di registroSOGGETTI: Parti contraenti di contratti di locazione e affitto che NON abbiano optato per il regime della “cedolare secca”.ADEMPIMENTO: Versamento dell’imposta di registro sui contrat-ti di locazione e affitto stipulati in data 01.03.2017 o rinnovati tacita-mente a decorrere dal 01.03.2017MODALITA’: L’imposta di regi-stro deve essere autoliquidata e versata entro 30 giorni dalla stipula prima della registrazione mediante mod. F24 Elide (con modalità te-lematiche per i titolari di P. IVA, ovvero secondo le modalità previ-ste dall’art. 11, comma 2, D.L. n. 66/2014 per i non titolari di partita IVA); la copia dell’attestato di ver-samento va poi consegnata all’Uf-ficio Territoriale dell’Agenzia del-le Entrate insieme alla richiesta di registrazione. In caso di registra-zione telematica, il pagamento è contestuale alla registrazioneCODICE TRIBUTO - Mod. F24 Elide (Modello “F24 versamenti con elementi identificativi”):1500 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per prima registrazione1501 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per annualità successive

1502 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per cessioni del contratto1503 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per risoluzioni del contrat-to1504 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di registro per proroghe del contratto1505 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Imposta di bollo1506 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Tributi spe-ciali e compensi1507 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Sanzioni da ravvedimento per tardiva prima re-gistrazione1508 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Interessi da ravvedimento per tardiva prima re-gistrazione1509 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Sanzioni da ravvedimento per tardivo versa-mento di annualità e adempimenti successivi1510 - LOCAZIONE E AFFITTO DI BENI IMMOBILI - Interessi da ravvedimento per tardivo versa-mento di annualità e adempimenti successivi

SOSTITUTI D’IMPOSTA: Conse-gna agli interessati della CU 2017ADEMPIMENTO: Consegna agli interessati della Certificazione Unica (c.d. CU 2017) contenente i dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro dipenden-te, assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autono-mo, provvigioni e redditi diversi corrisposti nel 2016.MODALITA’: Mediante invio po-stale o consegna diretta.Scadenza posticipata per effetto della modifica introdotta dal De-creto Fiscale - DL 193/2016.

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Sentenze del Giudice AmministrativoSENTENZA DEL 13/01/2017 N. 701/5 - CORTE DI CASSAZIONE

La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà non ha efficacia probatoria nel processo tributario

La Corte di Cassazione afferma che nel contenzioso tributario la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, così come l’autocertificazione in genere, è priva di efficacia probatoria, anche in base a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 546 del 1992, articolo 7, comma 4, “giacché, eludendo il divieto di giuramento e pro-va testimoniale, finirebbe per introdurre un mezzo di prova, non solo equipollente a quello vietato, ma anche costituito al di fuori del processo.” La Suprema Corte, con tale orientamento, accoglie il motivo di appello dell’Amministrazione secondo il quale non può ritenersi provata, sulla base di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa da un terzo, una circostanza volta a escludere una voce positiva di reddito ascritta dall’uf-ficio in capo a un contribuente.

SENTENZA DEL 11/01/2017 N. 14/1 - COMM. TRIB. REG. PER LA LIGURIAE’ irretroattiva la norma che estende la possibilità di presentare la dichiarazione integrativa “a

favore” anche oltre l’anno

L’entrata in vigore del D.L. n. 193 del 22/10/2016, che ha esteso la possibilità di presentare la dichiarazione integrativa “a favore” anche oltre l’anno, non ha carattere retroattivo, per cui dispone solo per l’avvenire. Lo dicono i giudici della CTR ligure, i quali, aderendo all’orientamento contenuto nella recente pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione n.13378/2016, hanno rigettato l’appello della società contribuente che riven-dicava la validità delle dichiarazioni integrative “a favore” presentate oltre il termine di presentazione della successiva dichiarazione. Sul punto la Suprema Corte testualmente afferma che: “la possibilità di emendare la dichiarazione dei redditi, per correggere errori che abbiano determinato l’indicazione di un maggior reddito, mediante la dichiarazione integrativa, è esercitabile non oltre il termine prescritto per la presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo.”

SENTENZA DEL 25/01/2017 N. 547 – TAR NAPOLI – SEZ. IIIPresupposti per il rilascio di patentino per la vendita di tabacchi

Monopoli e tabacchi – Rivendita di tabacchi – Patentino – Rilascio – Presupposti – Individuazione. In sede di rilascio del patentino per la vendita di tabacchi, la valutazione dell’Amministrazione compe-tente non si esaurisce nel mero riscontro della sussistenza di requisiti specifici dovendo, con ampio margine di apprezzamento, verificare l’adeguatezza della rete distributiva dei tabacchi lavorati nell’area di rilevanza; in particolare, la redditività dell’impresa richiedente si misura sui ricavi dell’esercizio, che denotano la rilevanza delle vendite e delle entrate e, di riflesso, la potenzialità dell’offerta al pubblico anche di ulteriori prodotti (in specie, dei tabacchi) (1).

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SENTENZA DELL’ 1/02/2017 N. 685 – TAR NAPOLI – SEZ. VII Soccorso istruttorio in relazione ai requisiti di partecipazione alla gara

Contratti della Pubblica amministrazione – Soccorso istruttorio - Modifica elemento afferente ad un requisito di partecipazione alla gara – Art. 83, comma 9, d.lgs. n. 50 del 2016 – Esclusione. Il disposto dell’art. 83, comma 9, d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 non consente la modifica di un elemento afferente ad un requisito di partecipazione alla gara non posseduto dal concorrente entro il termine di scadenza dell’of-ferta (1).

Pagina Fiscale

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Agevolazioni e incentivi

Bando Blogs & Crafts“Blogs & Crafts i giovani arti-giani e il web” nasce nel 2014 in occasione del Ventennale della mostra “Artigianato e Palazzo”, per arricchirla di uno sguardo contemporaneo rivolto ai giovani e all’impor-tanza di trovare un connubio tra tradizione e multimediali-tà.L’iniziativa nasce dalla volon-tà di combinare il saper fare e il saper comunicare, per pro-muovere e valorizzare l’arti-gianato ed il Made in Italy.Anche questa IV edizione di “BLOGS & CRAFTS” vedrà

un’apposita Giuria seleziona-re 10 artigiani under 35, a cui sarà dedicata un’intera area espositiva all’interno della Mostra.Contemporaneamente saran-no selezionati e invitati a Fi-renze i migliori blogger ope-ranti sui temi di artigianato, lifestyle, moda e turismo, che saranno chiamati a raccontare live blogging la Mostra con tutte le caratteristiche più sa-lienti che la rendono unica nel suo genere, realizzando al ter-mine della manifestazione un articolo sui propri blog dell’e-

sperienza vissuta.

L’ammissione è riservata ai blogger che operano nei se-guenti settori:– Arte;– Artigianato;– Cultura;– Eventi;– Lifestyle;– Moda;– Turismo.

Gli interessati dovranno in-viare la domanda di parteci-pazione entro e non oltre il 17 marzo 2017.

Bando sostegno sistema imprenditorialeProsegue la collaborazione tra Invitalia e il Ministero del-lo Sviluppo Economico, per l’attuazione delle politiche di sostegno al sistema im-prenditoriale. L’Agenzia, af-fianca il MISE nella gestione del “Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pa-gamenti”. Istituito dalla legge di stabili-tà 2016, il Fondo è destinato alle Piccole e medie imprese

in potenziale crisi di liquidi-tà per mancati pagamenti, da parte di aziende debitrici im-putate per reati di estorsione, truffa, insolvenza fraudolenta e false comunicazioni sociali. Per il triennio 2016-2018 la disponibilità finanziaria è di 10 milioni di euro annui, per un totale di 30 milioni di euro.L’agevolazione, concessa in regime “de minimis”, consiste in un finanziamento agevolato

a tasso zero d’importo non su-periore alla somma dei crediti documentati e non pagati van-tati dall’impresa richiedente, nei confronti delle imprese debitrici e comunque non su-periore ai 500mila euro. Le modalità e i termini sono definiti dalla Circolare diret-toriale del 22 dicembre 2016 e sarà possibile presentare richiesta di agevolazione , a partire dal 3 marzo 2017.

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Agevolazioni e incentivi

Bando ReStartAlp

ReStartAlp è un Campus per l’avvio di idee d’impresa e la creazione di start-up impegna-te nello sviluppo economico e sociale del territorio Alpino, che persegue una continuità di azione tra quanto avviato in Appennino nel 2014 con i Campus ReStartApp.Un Campus di 10 settimane (da giugno a settembre, con interruzione di un mese tra lu-glio e agosto) a Premia (VCO) sulle Alpi Nord-Occidentali, per sostenere la nascita di im-prese in ambito:- Agricoltura, gestione fore-stale, allevamento e agroali-mentare; - Turismo, artigianato e cul-tura.La seconda edizione del Cam-

pus ReStartAlp, realizzato grazie alla collaborazione con Fondazione Cariplo, prosegue e rafforza l’impegno di Fon-dazione Edoardo Garrone ri-volto ai giovani aspiranti im-prenditori della montagna. Il progetto, pensato e organizza-to in continuità strategica con la già consolidata esperienza di ReStartApp, si pone l’o-biettivo di diffondere una vera e propria cultura dello svilup-po delle terre alte italiane e di offrire un concreto sostegno alle giovani imprese montane del territorio nazionale.Il Campus è aperto gratui-tamente a un massimo di 15 partecipanti selezionati sulla base delle idee di impresa e dell’effettivo contributo che

possono fornire al rilancio e alla valorizzazione del territo-rio alpino.

L’iter di selezione prevede: la valutazione delle candidature formale e di merito e un col-loquio motivazionaleI requisiti:- Avere meno di 35 anni;- Essere cittadino italiano o cittadino straniero residente in Italia;- Avere un’idea di impresa o un’impresa (costituita da meno di 12 mesi) in ambito agricolo e turistico;- Avere un’idea che valorizzi il territorio alpino.Il termine ultimo per la pre-sentazione delle candidature è il 21 aprile 2017, alle ore 13.

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“Marzo, andiamo. È tempo d’inve-stir”Si potrebbe riassumere tramite questa parafrasi la nuova situa-zione d’investimento nazionale, soprattutto per il Mezzogiorno. Il D.M. 29 luglio 2016, infatti, ha as-segnato le risorse al credito d’im-posta per l’acquisto di beni stru-mentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del sud Italia: misura atta ad incremen-tare le aliquote di agevolazione e ampliare la base di calcolo dell’at-tuale credito d’imposta e acquisire nuovi beni strumentali dal 2016 al 2020. Sono stati assegnati 163 milioni di euro, distribuiti come segue:i primi 40 milioni destinati alle Re-gioni in transizione, come Molise, Abruzzo e, comunicato settimane fa, anche la Sardegna; i restan-ti 123 milioni destinati alle altre meno sviluppate, come la Sicilia,

la Puglia, la Campania, la Basilica-ta e la Calabria. Gli importi del credito d’imposta del ‘Bonus Sud 2017’ cambiano in base all’azienda. Le grandi avran-no un bonus de 25%, le medie im-prese del 35%. La vera novità ri-guarda le PMI: l’agevolazione per loro arriva al 45%, permettendogli di godere dell’agevolazione pari quasi alla metà di quanto speso per l’acquisto di beni strumentali. Riguardo alle tipologie dei proget-ti delle PMI, potranno riguardare, dopo aver soddisfatto determinati criteri di ammissibilità, diversi am-biti come l’ampliamento della ca-pacità di uno stabilimento esistente o un eventuale cambiamento del processo produttivo complessivo, la creazione di un nuovo stabili-mento o la diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati.Gli ambiti su cui praticare i proget-ti sono ancora più vari. Al primo

posto ovviamente c’è il discorso ambientale, quindi la riduzione dell’impatto ambientale e il sosten-tamento dell’industria sostenibile Altro campo ‘sempre verde’ riguar-da il turismo e la conservazione, gestione e valorizzazione dei beni culturali, artistici e paesaggistici. Si aggiungono progetti di mobilità urbana, per la prevenzione e molti altri. Il dubbio della Cila non è nella teoria, ma nella pratica. Investire sul serio per le PMI tramite questi progetti, potrebbe significare un effettivo e reale miglioramento per le condizioni lavorative, soprattut-to nel Sud Italia. Quanti, però, di questi fondi saranno reali? Quanti dispersi? Quante potranno usufru-irne senza perdersi o arrendersi nel labirinto burocratico? Lo sapremo solo facendo un’altra citazione: “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Francesco Fario

Novità sul credito d’impostaper le piccole e medie imprese del mezzogiorno

Previste per le PMI meridionali agevolazioni fino al 45%

Nuove risorse destinate al Sud Italia

Artigianato & PMI

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Artigianato & PMI

Nate per favorire l’accesso ai gio-vani nell’imprenditoria, le società a responsabilità limitata semplifi-cate (srls) e a capitale ridotto stan-no crescendo sempre di più nel no-stro paese.Ricordiamo che per la costituzio-ne di una Srls non sono dovute né spese notarili né imposta di bollo sull’atto costitutivo o per l’iscri-zione al registro delle imprese. Gli ultimi dati, che sono stati pub-blicati dal Notariato e fanno ri-ferimento alla situazione al 31 dicembre 2016, prendono in consi-derazione il numero delle imprese registrate esistenti a tale data sul territorio nazionale ed iscritte come Srls o Srl a capitale ridotto nel cor-so del 2016, mentre il numero delle cessazioni è da intendersi al netto delle cancellazioni d’ufficio.Il numero di società srls e a ca-pitale ridotto, anche per il 2016 è in aumento. Le regioni più vir-tuose che registrano un aumento consistente all’anno 2015 sono il Lazio (+48,25), e la Campania (+46.28%). Buone percentuali di crescita ri-spetto al 2015 anche in Basilica-ta, Liguria e Trentino Alto Adige. Mentre per la Valle D’Aosta si re-gistra una descrescita nel numero di imprese registrate. Le srl semplificate a capitale ridot-to, le cosiddette “società con capi-tale di 1 euro” nate nel 2012, hanno fatto registrare un avvio tutt’altro che positivo, ma oggi cominciano a rappresentare numero consistente di realtà imprenditoriali sopratutto a conduzione giovanile.

Ricordiamo che dopo un anno dalla loro introduzione, le srls e a capitale ridotto, fecero registrare il 60% d’inattivatà e solo una su dieci dichiarava di avere personale. Oggi la situazione sempre ben di-versa: 129.551 quelle registrate solo nel 2016, dato nettamente in aumento rispetto al 2015 quando erano 89.458. L’aumento del numero di imprese che sceglie questa forma giuridi-ca aumenta probabilmente grazie all’esborso minimo dovuto per la costituzione, che ammonta a cir-ca 700/800 euro di spese vive più i costi legati all’attività di consu-lenza prestata dal professionista incaricato per la valutazione della forma e della struttura dell’impresa (business plan, analisi costi benefi-

ci, valutazione giuridica compara-tiva, ecc.). Tra i dati più significativi dello studio, quello relativo alle cessa-zioni che, solo nel 2016, sono state 2.235.Un dato che dovrebbe far riflettere: più di 6 società al giorno vengono chiuse perchè non solide e perchè non riescono a far fronte alle spese di gestione dell’attività.Insomma anche con le semplifi-cazioni e le agevolazioni per la costituzione di nuove società, si continua ad assistere al fallimento della piccola imprenditoria italiana senza che lo Stato riesca a mettere in campo una reale politica a soste-gno della linfa vitale del paese.

Ilaria Di Paolo

Società a responsabilità limitita semplificatae a capitale ridotto in Italia

Pubblicati i dati del Notariato per il 2016

Cresce il numero delle registrazioni ma ancora troppe chiudono

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Tra i cavalli di battaglia del go-verno Renzi, prima che il risulta-to negativo del referendum del 4 dicembre ne decretasse la fine, vi è stato quello della rottamazione delle cartelle Equitalia. Il D.L. n. 193/2016 ha consentito la defini-zione agevolata delle cartelle Equi-talia, che consente di corrispondere solo le somme inizialmente richie-ste senza sanzioni e interessi di mora. La procedura prevista dal legislatore è la seguente: la do-manda di rottamazione delle car-telle Equitalia va presentata entro il 31 marzo 2017 e la consecutiva risposta dell’agente di riscossione deve essere fornita entro il 31 mag-gio 2017. Le rate possono essere al massimo 5, e sussiste l’obbligo di versare almeno il 70% del dovuto entro il 2017, ed il rimanente 30% entro il settembre 2018. Alla pubblicazione della norma erano sorti dubbi se essa valesse anche per avvisi di addebito INPS per cui gli uffici non avessero an-cora affidato la riscossione a Equi-talia. Dalla lettura dell’articolo 30 del DL 78/2010, si è derivato come la definizione agevolata sia appli-cabile anche a tale fattispecie. Per la definizione agevolata del-le somme dovute all’INPS, però,

all’applicazione concreta della normativa, ed in particolare, nella lettura sovrapposta delle norme, si è avuto un risultato negativo ina-spettato: gli imprenditori che han-no aderito alla possibilità offerta da D.L. 193/2016 non potranno avere il Documento Unico di Regolarità Contributiva valido prima di lu-glio. Equitalia e l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Conta-bili (ODCEC) di Roma hanno tenu-to insieme un tavolo tecnico per ri-spondere ai quesiti inoltrati da vari ODCEC territoriali. Ad una speci-fica domanda posta dall’ODCEC di Chieti, circa le conseguenze sul rilascio del DURC in caso di ade-sione alla definizione agevolata, la risposta di Equitalia è stata net-ta nel chiarire che la competenza circa il rilascio del DURC sia di esclusiva competenza dell’INPS. È stato poi aggiunto come, a se-guito di istanza di un contribuente, l’INPS abbia comunicato di aver interessato il Ministero del Lavoro al fine di ottenere i necessari chia-rimenti sulla corretta interpretazio-ne della previsione in esame. Sino ad allora in presenza di notifica di invito a regolarizzare, per il qua-le il contribuente non ha attivato

nessuna forma di regolarizzazione prevista dalla specifica normativa in materia (pagamento oppure di-lazione), il DURC sarà irregolare.Il consiglio che per ora viene dato ai contribuenti coinvolti per tor-nare ad avere il DURC valido è di ritirare l’istanza di adesione agevo-lata, azione che può essere fatta al massimo entro il 31 marzo.La vicenda sta divenendo di pub-blico dominio configurandosi come l’ennesimo esempio dei ri-tardi e dei costi che possono essere ingenerati all’attività di impresa per via della disomogenea scrittura delle norme. Vale, quindi, la pena ricordare come negli Stati Uniti, al fine di cautelarsi da tale problema-tiche, una legge non diviene effica-ce fin quando non è stata avallata dall’OIRA (Office of Information and Regulatory Affairs). La fun-zione principale di questo Ufficio è proprio quella di assicurare che le regolamentazioni delle Agen-zie non confliggano tra di loro. In Italia, il D.P.C.M. n. 170/2008 ha sì stabilito che l’amministrazione competente all’iniziativa normati-va debba predisporre un’apposita relazione circa l’Analisi dell’Im-patto della Relazione (relazione AIR) ma, come ha riconosciuto una relazione dello stesso Sena-to “L’AIR è stata tuttavia spesso considerata come un adempimen-to meramente formale - complice anche il processo di elaborazione delle decisioni - piuttosto che esse-re posta a sistema per raggiungere chiari obiettivi di miglioramento del ciclo della regolamentazione.”. Quel che l’OIRA riesce ad assicu-rare negli USA è ancora ben lonta-no dall’essere attuato in Italia.

Alessia de Santis

DURC sospeso per la rottamazione delle cartellePer i debiti contributivi la definizione agevolata porta a spiacevoli conseguenze.

IL D.L. n. 193/2016 non trova sempre facile applicazione

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I debiti possono condurre a tragi-che decisioni e il trend non è ras-sicurante. L’impossibilità di sal-dare banche, fornitori, Equitalia e Pubbliche Amministrazioni hanno spinto al suicidio, solo nel primo semestre del 2016, 81 persone, ov-vero il 20 % rispetto alla seconda metà dell’anno precedente.La situazione è monitorata dall’“Osservatorio Suicidi per cri-si economica”, istituito nel 2012. I dati vengono studiati da “Link Lab”, il laboratorio di Ricerca So-ciale diretto dal sociologo Nicola Ferrigni della “Link Campus Uni-versity” di Roma. Per il direttore, «i dati relativi ai primi sei mesi del 2016 disegnano una nuova geogra-fia del fenomeno, che all’inizio in-teressava soprattutto l’Italia setten-trionale e nello specifico le regioni del Nord-Est (come Venezia, Pado-

va e Treviso), storicamente ad ele-vata densità industriale, per poi co-noscere nell’arco di un quadriennio una progressiva uniformità sull’in-tero territorio. Oggi invece il qua-dro appare decisamente trasforma-to, con la maggior parte dei suicidi avvenuti nelle regioni del Centro Italia (27,2%) e il Sud al 25,9%. In sensibile diminuzione – ha conclu-so il sociologo - sia il Nord-Est che il Nord-Ovest, rispettivamente con il 17,3% e 16%, mentre il dato cre-sce nelle Isole, ora al 13,6%, con un forte incremento in Sicilia» (Fonte: Il Tempo). La fascia più fragile è quella tra i 45 e i 54 anni, in cui il 36 % di vittime tra gli imprenditori (50,6% sono invece quelli dovuti alla disoccupazione). Il 2012, però, è anche l’anno in cui la normativa ha cercato di aiutare chi ha forti debiti, attraverso la Legge 3/2012

detta “Salva suicidi”. L’art. 6 com-ma 1 lett. a) della legge n. 3/2012, stabilisce che può beneficiarne chi si trova in una situazione di so-vraindebitamento, vale a dire ‘“a situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte ed il pa-trimonio prontamente liquidabile, che determina una significativa difficoltà o incapacità di estinguere i debiti”. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste.La legge “Salva Suicidi” (o “Can-cella debito”) è destinata ai sogget-ti non fallibili, tra cui, privati, pen-sionati o professionisti, che hanno assunto obbligazioni per scopi estranei all’attività imprenditoria-le, subendo per esempio la svaluta-zione di un immobile a causa della crisi immobiliare; piccoli impren-ditori sotto le soglie di fallibilità; imprenditori agricoli, che sono

La normativa anti-suicidioLa Legge 3/2012 permette di rinegoziare il debito in caso di crisi

Sono ancora troppe le vittime dei debiti con banche ed Equitalia

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Artigianato & PMIesclusi dalla legge fallimentare; as-sociazioni ed enti no profit. Il so-vraindebitato si può rivolgere a un organismo riconosciuto dalla legge (l’O.C.C. “Organismo di Com-posizione della crisi”, che studia anche i motivi per cui si è arrivati alla crisi per troppi debiti) oppure a un professionista (avvocato, no-taio, commercialista) che deposita nel Tribunale di competenza un ac-cordo di ristrutturazione, in cui si stabiliscono termini e garanzie del pagamento a cui si può far fronte. Ci sono tre modi per assolvere i do-veri verso i creditori: il “piano del consumatore”, ovvero il privato propone un piano di pagamento ra-teizzato; l’“accordo del debitore”, che presentano enti e imprese non fallibili e da approvare per mano del 60% dei creditori; infine, qua-lora invece decidessero di respin-gerlo, la “liquidazione del patri-

monio”, ad eccezione dei beni non pignorabili. Ci sono dei vantaggi anche per i creditori. Equitalia, che sdebita dal 2015 consentendo di tagliare fino al 30-40%, ha il vantaggio che, non potendo pignorare la prima casa, riceve indietro una parte della somma. Quando si tratta di forni-tori, se accettano il compromesso economico hanno delle agevola-zioni fiscali. Il precedente su Equi-talia è stata una cittadina di Busto Arsizio che è riuscita a ridiscutere il suo debito a 11 mila euro dagli 86 mila di partenza. Un altro esem-pio è quello di un consumatore di Napoli che ha potuto dimezzare i debiti di un mutuo ipotecario con una banca.Chi non può invece usufruire della Legge 3/2012? I soggetti coinvol-ti in procedure concorsuali; chi ha fatto appello alla legge negli ultimi

5 anni e chi non ha prodotto la do-cumentazione utile per quantifica-re il debito e la propria situazione patrimoniale (le risorse degli ulti-mi 5 anni, le dichiarazioni dei red-diti degli ultimi 3 anni e le spese per sostenere la famiglia). Infatti, dopo aver depositato la richiesta al Tribunale, il giudice nomina un Contabile che mette insieme la do-cumentazione sui beni quantifican-done il valore, per proporre fino al 60% della riduzione del debito. Segue la proposta di rientro e l’u-dienza, fissata dal giudice entro 60 giorni. I creditori ne hanno invece 10 per accettare il piano di paga-mento, che se trova l’approvazio-ne, viene omologato entro 6 mesi dalla presentazione della proposta in Tribunale.

Lavinia Marnetto

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Artigianato & PMI

La Camera dei Deputati ha appro-vato a inizio febbraio di quest’an-no lo stralcio più importante della legge delega per la riforma delle discipline relative alla “crisi di impresa e dell’insolvenza” e ha provveduto alla sua trasmissione all’altro ramo del Parlamento. L’i-ter che ha di fronte a sé la proposta, presentata per la prima volta l’11 marzo 2016, è ancora molto lungo ma vale la pena delinearne il con-tenuto perché preannuncia innova-zioni di una certa rilevanza.Il motivo e la necessità di una tale riforma viene ricondotta dai refe-renti alla Camera al fatto che la le-gislazione in materia di fallimento d’impresa si fonda su di un sistema basato sul regio decreto del marzo 1942 che, seppur subendo modi-fiche anche sostanziali nel corso degli anni, si rivela sempre più an-tiquato specialmente nei confronti di una crisi economica recente che ne ha esibito tutte le sue fragilità. Lo scopo della legge è quindi una riforma organica della disciplina relativa alla gestione delle situa-zioni di insolvenza per aggiornarla e riportarla al passo con i tempi. Molte le novità annunciate dalla

legge che cercheremo di riassume-re in breve.Una delle introduzioni di maggiore rilievo previste dalla norma al va-glio del Senato è la definizione di uno ‘stato di crisi’ dell’azienda in difficoltà economiche da intendersi come una “probabilità di futura in-solvenza”. Il focus di questa inno-vazione sarebbe quello di indicare una situazione di allerta preventiva che eviti interventi delle autorità solamente nel caso in cui l’insol-venza sia già conclamata, con il ri-schio che si arrivi troppo tardi nella gestione della crisi e che l’impren-ditore si affidi a personalità poco qualificate che possono aggravare la posizione dell’impresa e del tes-suto economico nel suo complesso. Lo stato di crisi è uno strumento di rilievo non solo per la salvaguar-dia del singolo imprenditore, ma anche per gli istituti di credito, per le imprese che ruotano attorno a quella in difficoltà, per i lavorato-ri dell’azienda. Alla dichiarazione della situazione di rischio dovreb-bero far seguito delle procedure di allerta e di compensazione assistita “di natura non giudiziale e confi-denziale, finalizzate a incentivare

l’emersione anticipata della crisi e ad agevolare lo svolgimento delle trattative tra debitore e creditori”.Da notare inoltre che le procedure di insolvenza saranno applicate in maniera estensiva a tutte le catego-rie di debitori ad esclusione degli enti pubblici, siano essi persone fisiche o giuridiche, professioni-sti, attività commerciali, agricole o artigianali, consumatori o enti collettivi. Particolare accento è stato conferito al principio della continuità aziendale, venendo con-templata la possibilità di salvare l’impresa anche a costo di cam-biare l’imprenditore al suo vertice. Viene inoltre prevista dalla legge anche una procedura per i gruppi di imprese.Tra le previsioni più interessanti della riforma si segnala senz’altro l’eliminazione della parola ‘falli-mento’ dalla normativa e la sua so-stituzione con termini quali ‘insol-venza’ o ‘liquidazione giudiziale’. Il cambiamento di lessico è stato proposto per eliminare dalla giuri-sprudenza un termine che impatta in misura eccessiva sulla reputa-zione personale dell’imprenditore laddove, viene spiegato, l’insol-venza è invece una componente inevitabile nel rischio d’impresa e complementare al successo econo-mico.Va ricordato che l’iter della rifor-ma è ancora lungo dal momento che la la legge delega deve passa-re ora all’esame del Senato e solo in seguito metterà in condizione il Governo di elaborare un decreto legislativo che possa impattare sul-la normativa vigente.

Daniele Di Giovenale

La riforma che farà scomparire il fallimentoapproda in Senato

Lo stralcio della legge delega in materia di crisi di impresa passa al vaglio del Senato.

Tra le novità della norma un’allerta preventiva da comunicare alle autorità.

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Artigianato & PMI

Tra Avere un sito web è obbliga-torio, fondamentale, cruciale per qualsiasi attività, che si tratti di un’azienda (di qualsiasi tipo, di-mensione e grado), di un profes-sionista, di una non-profit e così via. Per chi possiede o gestisce un sito web di una PMI, sono in ar-rivo grandi cambiamenti. Google si assicurerà che il vostro sito sia protetto, iniziando proprio dalla barra degli indirizzi. Il dominio potrà iniziare con le lettere “http” o “https”. La differenza tra queste due è che quest’ultimo indica un sito web sicuro e tutte le comuni-cazioni tra il browser e il sito web sono crittografate. In un sito “http” standard, la comu-nicazione avviene in formato testo e chiunque potrebbe leggere o ad-dirittura intercettare le informazio-ni. In passato, la modalità cifrata

(o “https”) era adottata principal-mente da banche e grandi portali e-commerce che consentivano i pagamenti con carta di credito. Ora non più. Google vuole che tutti uti-lizzino la crittografia per impedire agli hacker di modificare un sito per ingannare un utente.Vi ricordate quando Google nel 2015 aveva lanciato il famoso Mo-bilegeddon? Il cambiamento dell’algoritmo di Google per premiare i siti web ot-timizzati per il mobile. Il risultato di questo cambiamento è che se qualcuno effettua una ricerca su un dispositivo mobile, i risultati mo-strano in cima i siti web ottimizzati per quel dispositivo, a sfavore dei siti web che non lo sono. Il motore di ricerca della Silicon Valley ha in serbo grandi novità per il 2017. Infatti, sta pensando di concentrare

tutte le ricerche in modo che i siti web mobile-friendly vengano mo-strati prima degli altri, anche nelle ricerche effettuate da postazioni fisse. Questo rende praticamente obbligatorio avere un sito respon-sive o mobile friendly. Quindi per gli amministratori di siti web per PMI è importante applicare queste modifiche per non essere penaliz-zati in nessun modo e ottenere il massimo vantaggio dal mondo di-gitale, senza farsi trovare imprepa-rati dagli altri brand o competitor. I nostri associati che stanno apren-do o hanno un sito web aziendale, possono chiedere consigli e infor-mazioni presso la nostra sede in Via Sant’Agata dei Goti, 4, o scri-vere una mail a [email protected].

Marianna Naclerio

Siti web e PMI, le novità in arrivo da GoogleOttimizzazione e indicizzazione per il Mobile, le novità in arrivo da Google per i siti di PMI

Google ripropone l’algoritmo Mobile per i siti di PMI

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Commercio

Manovra bis. Ritocco accise carburanti.Probabili riflessi sul commercio

Previste misure correttive per adeguarsi alle richieste di Bruxelles

Nuovo rischio caro-benzina per realizzare il consolidamento dei conti pubblici

L’Italia sta avanzando con enor-mi difficoltà nel difficile percorso di ridimensionamento e assesta-mento del debito pubblico impo-sto dall’Europa. Servono circa 3,4 miliardi di euro da acquisire attra-verso una manovra bis che vale lo 0,2 per cento del Prodotto Interno lordo per rientrare nei parametri previsti dall’UE. Ce lo impone Bruxelles, altrimenti scatterà la procedura d’infrazione per deficit eccessivo che potrebbe comporta-re un commissariamento che dure-rebbe diversi anni e che il gover-no Gentiloni non può permettersi. L’Europa chiede nuovi sacrifici dunque e l’Esecutivo entro aprile, prima della presentazione del DEF (Documento di Economia e Finanza) dovrà presentare una manovra aggiuntiva. Di que-sti 3,4 miliardi di euro, 2,5 po-trebbero derivare dell’aumento delle accise sulla benzina, sui tabacchi e sui bolli (totale 1,5 miliardi). L’ulteriore miliardo si ricaverà dalla lotta all’evasio-ne con l’estensione dello split payment. La parte rimanente per arrivare a 3,4 miliardi sarà ricava-ta dai tagli alla spesa, soprattutto quella ai ministeri. Si parla di un caro benzina di almeno 2 centesimi che ha già sollevato un coro di no. Il ritocco delle accise oltretutto au-menterebbe la base imponibile su cui si applica l’IVA danneggiando enormemente non solo la categoria dei benzinai, ma anche gli opera-tori economici che usano i mezzi di trasporto per lavoro, e i cittadini che si spostano con l’automobile. Il pieno di gasolio costa agli italia-ni il 10,6% in più che ai francesi. Si registra anche un +17,4% rispetto agli sloveni, +17,5% sulla Germa-

nia e il +24,3% sulla Spagna; spes-so l’aumento delle accise viene uti-lizzato per fronteggiare situazioni di emergenza, senza che poi si rien-tri nei parametri pre - crisi. Di fatto dunque un rifornimento di benzina in Italia è molto più oneroso che nel resto d’Europa. Nella lettera inviata alla Commissione Ue, Pa-doan scrive poi che “il PIL dell’I-talia nel 2016 probabilmente sarà superiore allo 0,8% stimato dal go-verno - e che - il Governo intende continuare sulla strada di un conso-lidamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali. Un ritmo di ag-giustamento eccessivamente acce-lerato colpirebbe l’economia in un

momento di accresciuta incertezza politica ed economica a livello glo-bale”. Solo dal 2011 al 2016 le im-poste sulla benzina sono aumentate complessivamente del 29 per cento mentre quelle sul gasolio sono rin-carate addirittura del 46 per cento. Le accise sui carburanti sono state alzate 18 volte dal 1935 ad oggi: questi aumenti, in teoria tempora-nei, sono diventati permanenti. Gli automobilisti odierni, quindi paga-no ancora, ad esempio, i costi della guerra di Etiopia del 1935, il disa-stro del Vajont del 1963, e cinque terremoti, tra cui quello dell’Irpi-nia occorso nel 1980. Una misura questa certamente efficace per far

cassa rapidamente: un aumento di un centesimo delle accise produ-ce un gettito annuo di 400 milioni di euro. Tutto questo però rischia di ripercuotersi sulle PMI che do-vranno tener conto degli aggravi che necessariamente si troveranno a subire a causa degli ulteriori costi da sopportare e che inevitabilmen-te ricadranno anche sui consuma-tori finali a causa dell’aumento dei prezzi legato al parallelo aumento del costi del trasporto delle merci, e dei trasferimenti dal produttore al consumatore. E’ necessario che il Governo nel valutare la neces-sità di chiedere nuovi sacrifici per ottenere nuovi introiti calcolati

automaticamente, tenga conto della flessione che questa misu-ra genererà sull’intera economia nazionale, già gravemente fiac-cata da una tassazione ai massi-mi livelli. Le imprese dovranno dunque valutare se saranno in grado di sostenere questa nuova stangata mantenendo il livello dei prezzi costante o se faranno ricadere l’aumento dei costi dei

trasporti che dovranno sopportare sui prezzi finali, col rischio però di subire una stagnazione dei consu-mi. In entrambi i casi la conseguen-za sarà una contrazione dei profitti che di fatto causerà una diminuzio-ne dei versamenti che gli esercenti saranno in grado di trasferire nelle casse dello stato. Sono necessarie riforme strutturali, mirate ed ocu-late, che realizzino una crescita percorribile a lungo termine, tale da non generare queste situazioni emergenziali durante le quali viene richiesto al Paese di fare cassa in poco tempo.

Valeria Della Valle

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Commercio

Home restaurant: cos’è e come aprirlo nel 2017Da quest’anno un disegno di legge cambia le carte in tavola:

limitazioni e obblighi per condurre un’attività saltuaria

Home restaurant, per chi mastica un po’ d’inglese la traduzione è immediata: ristorante domestico. Si tratta, cioè, della possibilità di aprire le porte della propria casa (e della propria cucina) ad amici, co-noscenti ed estranei, condividendo il pasto e mettendo a frutto la pro-pria passione per i fornelli per gua-dagnare qualcosa. Un tipo di atti-vità che permette di arrotondare lo stipendio, ma anche di lanciare il proprio business; basta considerare che nel 2014, secondo uno studio del Centro studi turistici, il fattu-rato è stato di 7,2 milioni di euro. Per lo stesso anno si sono contati circa 37 mila eventi e la parteci-pazione di 300 mila persone: dati che danno l’idea di una realtà in forte crescita. Una crescita dovu-ta, probabilmente, anche all’anar-chia legislativa nella quale queste attività di ristorazione domestica si sono trovate a muoversi. Fino al 2015, infatti, non esisteva al-cuna normativa che le regolamen-tasse, tanto che non c’era bisogno

dell’autorizzazione del Comune né quella dell’Asl. Il 10 aprile del 2015, con la risoluzione n. 50481, si è arrivati ad equiparare l’home restaurant alla somministrazione di bevande e cibo, richiedendo a coloro che volessero praticare que-sto tipo di attività la presentazione della SCIA e di sottoporsi a lunghe procedure burocratiche. Il quadro è nuovamente cambiato a gennaio di quest’anno, con l’approvazione da parte della Camera di uno spe-cifico disegno di legge, richiesto a gran voce dai ristoratori tradizio-nali, che hanno ravvisato in questa attività una potenziale minaccia di concorrenza sleale. Pranzi e cene preparati in casa propria potranno essere considerati attività saltuaria di impresa esclusivamente entro precisi limiti: soltanto 500 coperti e un incasso di massimo 5.000 euro all’anno, pena l’essere considerati (e tassati) come un esercizio pub-blico. È decaduto l’obbligo di pre-sentare la SCIA, sostituito da una dichiarazione telematica che faran-

no i portali virtuali su cui poggiano le attività, così come quello di do-tarsi di certificazione HACCP: sarà il Ministero della Sanità a indicare le norme igieniche da rispettare per garantire ai clienti la sicurezza alimentare e prevenire il rischio di intossicazioni.Ulteriori limitazioni riguardano il luogo in cui si svolge l’attività, che non potrà essere una casa vacanze né un appartamento affittato con AirBnb, il portale online che per-mette ai privati di affittare alloggi per brevi periodi; bisognerà allora scegliere tra il mettere a disposizio-ne le proprie abilità culinarie o una stanza in più, senza poter coniuga-re le due forme di ospitalità. No ai pagamenti in contanti, che potreb-bero agevolare dichiarazioni men-daci ed evasione: sarà necessario allora che prenotazioni e compensi passino attraverso le tante piatta-forme online di social eating che sono state alla base dell’esplosio-ne del fenomeno: Gnammo, New Gusto, Home Restaurant.com... un provvedimento necessario a garan-tire trasparenza e a impedire che si inneschi un circolo vizioso, tale da sottrarre risorse all’economia tradizionale della ristorazione, già ampiamente regolamentata e ora vittima di una concorrenza destina-ta necessariamente a crescere con l’avvento della sharing economy.Si colma così un vuoto di legge, cercando di tutelare la categoria dei ristoratori dal pericolo dell’e-mergere di vere e proprie imprese mascherate da piccole attività sal-tuarie, senza però soffocare un si-stema destinato sicuramente a mu-tare ed evolversi nel breve periodo.

Sara Fabrizi

Novità sulla legislazione dei ristoranti domestici

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CommercioSCIA2: le novità per il commercio

Cosa cambia per le attività private con il nuovo decretoIl Decreto Legislativo SCIA2 (n.222 del 25 novembre 2016, per la G.U. 26 novembre 2016 n.277) è entrato in vigore l’11 dicembre 2016 e con esso sono iniziate ad at-tuarsi le norme sulla semplificazio-ne delle attività private in materia di edilizia, ambiente e commercio. Il decreto disciplina «l’individua-zione di procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certi-ficata di inizio di attività (SCIA), silenzio assenso e comunicazione e di definizione dei regimi ammi-nistrativi applicabili a determina-te attività e procedimenti». Quali sono i presupposti e quali le novità per il mondo del commercio? Nel Decreto sono individuati i tito-li abilitativi necessari per l’avvio delle attività in determinati settori e i relativi regimi per il loro eserci-zio (Tabella A allegata al Decreto). Le principali attività commerciali coinvolte sono: commercio su area privata e su area pubblica; sommi-nistrazione di alimenti e bevande; strutture ricettive e stabilimenti balneari; spettacoli e intratteni-menti; sale giochi; autorimesse; distributori di carburanti; officine di autoriparazione; acconciatori ed estetisti; panifici; tintolavanderie; arti tipografiche, litografiche e di stampa, fotografiche. I titoli abili-tativi riguardano la segnalazione certificata di inizio attività, l’au-torizzazione espressa, il silenzio-assenso, la comunicazione. Vedia-moli nel dettaglio:- Comunicazione:dove è previ-sto tale regime essa produce effetto dal momento della presentazione alla Pubblica Amministrazione in-teressata o allo Sportello Unico.- Il regime Scia si articola in tre varianti. Scia (art.19, Legge 241/1990): se l’attività può esse-re iniziata immediatamente, entro 60 giorni sono effettuati i con-

trolli sulla sussistenza dei requi-siti e dei presupposti richiesti per lo svolgimento dell’attività; Scia unica (art.19-bis, comma 2, Legge 241/1990): se per lo svolgimento di un’attività soggetta a Scia sono necessarie altre Scia o comunica-zioni e notifiche, l’interessato pre-senta un’unica Scia allo Sportello Unico del Comune, il quale la tra-smette immediatamente alle altre amministrazioni interessate per i controlli di loro competenza; Scia condizionata (art.19-bis, comma 3, Legge 241/1990): nel caso in cui essa sia subordinata all’acquisizio-ne di autorizzazioni, l’interessato presenta l’istanza allo Sportello Unico contestualmente alla Scia, entro 5 giorni è convocata la Con-ferenza di servizi e l’avvio delle at-tività è subordinato al rilascio delle autorizzazioni che viene comuni-cato dallo Sportello Unico all’in-teressato. Per le attività soggette a Scia, il termine di diciotto mesi entro il quale può essere disposto l’annullamento d’ufficio decorre dalla data di scadenza del termine previsto dalla legge per l’esercizio del potere ordinario di verifica da parte dell’amministrazione com-petente. Resta in ogni caso fermo quanto stabilito dall’art.21, Legge 241/1990: in caso di carenza dei requisiti può essere vietata la pro-secuzione dell’attività o essere ri-chiesta la conformazione dell’atti-vità alla normativa vigente, mentre in caso di dichiarazioni mendaci o di false attestazioni non è ammessa la conformazione dell’attività.- Autorizzazione: se indicata nella Tabella A è necessario un provve-dimento espresso, salvi i casi in cui è previsto il silenzio-assenso. Se per lo svolgimento dell’attività è necessario acquisire ulteriori atti di assenso si applicano le norme in tema di Conferenza di servizi. Quest’ultima è convocata entro 5

giorni per acquisire le autorizza-zioni il cui rilascio è comunicato dallo Sportello Unico all’interes-sato. Le amministrazioni, nell’ambito delle rispettive competenze, posso-no ampliare le attività non espres-samente elencate nella Tabella A anche in ragione delle loro speci-ficità territoriali, pubblicandole sul proprio sito istituzionale. I Comuni – d’intesa con le Regioni e sentite le Soprintendenze e le associazioni di categoria – avranno la possibili-tà di delimitare zone o aree di va-lore storico-artistico, archeologi-co e paesaggistico in cui è vietato – o subordinato ad autorizzazione espressa – l’esercizio di una o più attività commerciali individuate con riferimento al tipo o alla cate-goria merceologica, in quanto non compatibile con le esigenze di tute-la e valorizzazione del patrimonio culturale. Con l’emanazione di SCIA2 è stato dato l’atteso seguito all’obiettivo di definire i regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti. Il fulcro del Decre-to risiede, infatti, nell’Allegato A il quale esemplifica – grazie a nume-rose tabelle – le tipologie di pro-cedimenti da seguire per ciascuna attività specificamente individuata. Tuttavia, permangono ancora alcu-ne perplessità: la mappatura delle attività e dei regimi amministrativi non è esaustiva e sarebbe da valu-tare un suo aggiornamento periodi-co; inoltre, nelle tabelle non sono trattate numerose attività artigiane e tutte quelle attività che stanno nascendo legate al mondo del di-gitale. Nonostante il tentativo di definire i procedimenti legati alle attività private, il Decreto offre una loro identificazione ancora parziale e non completamente esaustiva.

Pantalea Mazzitello21

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Commercio

Ccnl Commercio: tutte le novitàsul rinnovo contrattuale

Per far fronte alla crisi il contratto di lavoro tutelerà anche le PMI

Il commercio è un settore molto importante per l’economia nazio-nale in quanto genera occupazione e contribuisce in maniera deter-minante alla crescita del Pil. At-tualmente sono oltre 3 milioni i lavoratori e le lavoratrici che sono occupati in questo settore e ai quali si applica il contratto nazionale di lavoro del Commercio. Secondo quanto previsto nell’ultimo rinno-vo del Ccnl commercio le aziende che applicano il contratto de quo sono tenute a versare ai lavoratori un aumento salariale di 85,00 euro al IV livello da riparametrare per gli altri livelli che deve essere ero-gato in 5 tranche. Le aziende sono inoltre tenute ad erogare ai propri dipendente l’elemento economico di garanzia, il quale avrà un impor-to variabile a seconda delle dimen-sioni medio piccole dell’azienda interessata. Secondo il Ccnl del Commercio infatti le aziende con più di 10 dipendenti dovranno ver-sare un importo pari a pari a 90,00 euro mentre per le aziende con meno di 10 dipendenti la cifra è di 80,00; in entrambi i casi la somma è da riparamentrare per i diversi livelli. Ricordiamo che il versa-mento dell’elemento economico di garanzia grava sulle aziende che ri-sultino prive di una contrattazione integrativa territoriale e deve es-sere riconosciuta ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato, con contratti di inserimento o di apprendistato. Tale importo dovrà versato nelle buste paga di novem-bre 2017. Per aiutare le imprese ad assumere personale senza dover

sostenere costi proibitivi, il nuovo Ccnl permette di ricorrere sia al contratto a termine senza però le limitazioni previste dalla legge se applicato a particolari categorie di lavoratori, (ad es. disoccupati o la-voratori autonomi con livelli molto bassi di reddito) che al contratto di apprendistato di primo e secondo livello, che consente all’azienda di assumere giovani e di corrispon-dere una retribuzione stabilita in misura percentuale minore rispet-to a quella prevista per il livello corrispondente. Per far fronte alle

dinamiche che caratterizzano l’e-conomia del nostro Paese, le parti sociali hanno firmato il 24 novem-bre un accordo sul nuovo sistema di relazioni sindacali e il nuovo modello contrattuale che detterà le linee guida per i futuri rinnovi con-trattuali. Come sarà quindi il Ccnl Commercio del futuro? Le novità che saranno inserite nel prossimo contratto di lavoro riguarderanno innanzitutto gli aumenti retribu-tivi che saranno stabiliti facendo riferimento alle dinamiche macro-economiche, agli andamenti del settore e dei tradizionali indici di prezzo al consumo che verranno valutati in sede di rinnovo contrat-tuale. Fondamentale quindi sarà

la valutazione delle variabili eco-nomiche e sociali che caratteriz-zeranno il settore di riferimento. Per favorire nuovi investimenti delle aziende in un settore come quello del commercio che sente il peso della crisi economica sarà possibile derogare quanto previsto nel contratto nazionale mediante accordi territoriali e/o aziendali. Questo significa che saranno adot-tati contratti ad hoc per contrastare situazioni aziendali di crisi oppure per sostenere l’occupazione e inco-raggiare lo sviluppo di singole im-prese. Per tutelare maggiormente le PMI saranno ammessi accordi di produttività con le organizzazioni sindacali che prevedano la possi-bilità di usufruire di agevolazioni fiscali sui premi di produttività in-trodotte dall’ultimo Governo. Tale possibilità sarà riconosciuta anche a quelle imprese prive di una rap-presentanza sindacale interna, che potranno far firmare l’accordo dal sindacato confederale del territorio di riferimento. Attualmente quindi con il nuovo Ccnl del Commercio si tutela non solo i diritti dei lavo-ratori, ma si va incontro anche alle imprese tenendo in considerazione le difficoltà che devono affrontare ogni giorno per mantenere la pro-pria azienda. Sicuramente grazie alle linee guida che le parti sociali hanno predisposto per la firma dei futuri ccnl di settore l’attenzione per le sorti delle PMI sembrereb-bero essere, se non migliorate del tutto, almeno prese di più in consi-derazione.

Chiara Troncarelli

Maggiore apertura per le aziende grazie ad alcune previsioni più elastiche

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Linee guida per un uso consapevoledei prodotti fitosanitari

Agricoltura

Prodotti e miscele fitosanitarie impongono regole stringenti di utilizzo affinchènon si rivelino dannose per l’uomo o l’ambiente

Quando si parla di prodotti fitosa-nitari si fa riferimento a tutti quei prodotti contenenti sostanze atti-ve: antidoti, agronomici o siner-gizzanti, destinati alla protezione e alla prevenzione dei vegetali da tutti i possibili organismi nocivi ed all’influenza sul ciclo vitale dei ve-getali.Nel 2011 furono presentate, a li-vello nazionale, le linee giuda per un utilizzo consapevole dei pro-dotti fitosanitari. Negli anni queste regole si sono imposte come docu-mento di riferimento finalizzate al miglioramento delle conoscenze e dei comportamenti di agricoltori, tecnici e consulenti. Questa raccol-ta di obblighi e buone pratiche ha promosso un uso più sicuro e so-stenibile dei prodotti fitosanitari.La nuova versione delle linee gui-da (II edizione Dicembre 2016) mantiene la struttura per fasi del ciclo di vita del prodotto fitosani-tario, dall’acquisto e trasporto, al trattamento, fino allo smaltimento delle rimanenze. Rispetto alla ver-sione precedente, le più importanti differenze riguardano l’abilitazio-ne, o patentino, necessaria per l’u-tilizzo del prodotto fitosanitario e la diversa valutazione dell’impatto ambientale di quest’ultimo.Per l’acquisto e l’utilizzo di tutti i formulati, attualmente in commer-cio, è obbligatorio il possesso del certificato di abilitazione, a pre-scindere dalla loro classificazione di pericolo. Dal 26 novembre 2015 il certificato è quindi obbligatorio, non solo per chi acquista, ma an-che per chi utilizza il fitosanitario. La certificazione rimane obbli-gatoria anche per la distribuzione sul mercato del prodotto fitosani-

tario. Ricordiamo che coloro che svolgono attività di consulenza nell’ambito della difesa fitosani-taria, compresa quella integrata e biologica, sono obbligati a posse-dere la certificazione. Per ottenerla è necessario partecipare ai relativi corsi di formazione e al supera-mento dell’esame di abilitazione. L’esame è previsto solo in fase di rilascio, per ottenere il rinnovo (la validità è cinque anni) è sufficiente l’attestazione di frequenza ai corsi specifici definiti dalle regioni.Nelle nuove linee guida cambia la valutazione sulla sostenibilità dei prodotti fitosanitari, grazie all’in-troduzione del PAN (piano d’azio-ne nazionale per l’uso sostenibile dei fitosanitari). Esso definisce gli obiettivi quantitativi e le misure e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall’utilizzo dei fitosanitari sulla salute umana e sull’ambiente. Lo scopo di questo piano è incoraggiare lo sviluppo e la difesa integrata di tecniche alter-native, in modo da ridurre i rischi per l’ambiente, gli operatori e gli astanti. Dal 31 maggio 2017 en-treranno in vigore nuovi criteri di classificazione per i pericoli fisici dei prodotti fitosanitari e verranno introdotte informazioni supple-mentari in etichettatura. La clas-sificazione determina il tipo e la gravità dei rischi di una sostanza, seguendo criteri fissati a livello eu-ropeo. Non bisogna però confon-dere il pericolo con il rischio, tutti i fitosanitari possono essere definiti

pericolosi, ma essi determinano un rischio qualora non vengano rispet-tati tempi di esposizione, quantita-tivi e intervalli di sicurezza.Il fitosanitario pertanto sarà uti-lizzabile solo per le avversità, alle modalità e dosi riportate in etichet-ta, in modo da ridurre il rischio e renderlo accettabile in tutte le si-tuazioni (qualsiasi altro impiego sarà illegale e passibile di sanzio-ne). L’agricoltore dovrà sempre ri-spettare gli intervalli temporali di sicurezza fra il trattamento con il prodotto fitosanitario e la commer-cializzazione delle colture, affinché il fitosanitario abbia avuto il tempo per degradarsi fino ad un livello tale da non produrre effetti avversi sul consumatore. Infine concludiamo questo intervento indicando alcuni sistemi di difesa integrata, a basso apporto di fitosanitari, obbligatori dal 1 gennaio 2014, atti a ridurre il rischio per l’operatore e l’ambien-te. Per sopprimere o prevenire gli organismi nocivi, gli agricoltori devono innanzitutto fare utilizzo della rotazione colturale e dell’ac-crescimento degli organismi utili. Gli organismi nocivi devono es-sere monitorati direttamente sul campo, grazie all’intervento di consulenti competenti, solo allora potrà essere scelto il possibile trat-tamento fitosanitario da applicare, non più preventivamente ad inizio stagione. Ai metodi chimici, l’agri-coltore dovrebbe sempre anteporre metodi biologici, ove possibile.Ringraziamo il Dott. Bengasi Bat-tisti, presidente dell’associazione Comuni Virtuosi, per i consigli forniti, utili alla stesura di questo articolo.

Elisa Bianchini

Nel 2016 sono state pubblicate le nuove regole di utilizzo dei prodotti fitosanitari

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Agricoltura

Accordo sul protocollo d’intesa per la salvaguardia del patrimonio apistico.

L’importanza della difesa del patrimonio apistico ai fini della custodia del patrimonio ambientale e produttivo nazionale.

Albert Einstein con lungimiranza sosteneva: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Ogni singolo tassello dell’ecosistema biologico contem-pla un ruolo indispensabile depu-tato alla corretta implementazione del ciclo vitale. Nello specifico, il patrimonio apistico riveste una funzione ad honorem per l’organi-cità e la sistematicità delle produ-zioni sementiere attraverso l’attivi-tà d’impollinazione; l’Italia detiene il primato in questo settore e ambi-sce a mantenerlo. Nel contempo la questione relativa alla salvaguar-dia delle api viene inserita in un discorso di più ampio respiro che comprende il contesto ambientale in toto e il patrocinio della biodi-versità. I protagonisti dello scena-rio non sono solo gli apicoltori, ma anche i sementieri, moltiplicatori e contoterzisti. Queste categorie ve-dono compromesso il loro lavoro da alcuni fattori perniciosi quali: diminuzione degli spazi atti all’a-picoltura; abuso di pesticidi e di-serbanti; scarsi controlli di qualità sui prodotti; parziale utilizzo delle reali possibilità produttive; con-correnza dei paesi esteri; lassismo nell’investimento in aggiornamen-ti e in specia-lizzazioni nel settore d’in-teresse; infine la deficitaria emissione dei marchi di qua-lità e d’origine sui prodotti confezionati. Per far fronte alla situazione

problematica in cui versa il patri-monio apistico, le relative conse-guenze sull’attività produttiva e sul palinsesto economico nazionale, il 27 gennaio 2017 a Cesena è sta-to stilato un accordo denominato, “Protocollo d’intesa per l’applica-zione delle buone pratiche agricole e la salvaguardia del patrimonio apistico”, al vaglio e al plauso di una “tavola rotonda” composta da associazioni di settore con il benestare dell’assessore regiona-le all’Agricoltura Simona Caselli e il supporto del Servizio fitosa-nitario. Il monito stigmatizzato in questa occasione da Giuseppe Carli (Presidente di Assosementi) è la tutela dei pronubi (insetti che nelle piante zoidiofile impollinano i fiori) e della biodiversità: con il suo intervento sottolinea la diretta correlazione tra la salute delle api, l’alto coefficiente produttivo delle sementi e benessere ambientale. Il primo step prevede una disami-na delle migliori soluzioni atte a garantire le coltivazioni sementie-re che tenga in considerazione il patrimonio naturale e apistico, in ottemperanza agli input verso una maggiore formazione e professio-nalizzazione del personale addetto. Passaggio importante è il divieto

di trattare le colture durante la fase della fioritura: a tal proposito Carli decreta il ruolo chiave d’impolli-nazione delle api che sottende alle colture agrarie e forestali.Un coro unanime si alza per pre-servare in modo efficace e organi-co il tesoro prezioso racchiuso in questi piccoli insetti che svolgono delle funzioni utilissime per il no-stro ecosistema, a partire dai pro-venti diretti per il miele, polline, propoli, cera, al ruolo di incentivo naturale per rendere gli ambien-ti produttivi, sfruttandoli in modo non distruttivo. A tal fine il regi-me delle piccole e medie imprese agricole è in primis beneficiario di questa evoluzione in linea con la biodiversità. L’accordo stilato a suffragio di questa etica costitu-isce una pietra miliare nell’iter del consolidamento di attività impren-ditoriali caratteristiche della nostra cultura nazionale. A monito di ciò l’entourage imprenditoriale sposa questa causa con la convinzione che ne possa derivare una maggio-re considerazione per il settore in

particolare e un vantaggio per la produzione nazio-nale, contenendo l ’ impor taz ione e agevolando il marchio italiano.

Costanza Marana

“Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape”

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Come sarà la PAC futura?

Agricoltura

Politica agricola europea, nata nel 62’ e in fase di riorganizzazionecondivisa in ambito trans nazionale

La Politica Agricola Comune (PAC) rappresenta uno dei pilastri sui quali si fonda la cooperazione europea volta alla crescita soste-nibile nel rispetto dell’ecosistema, delle peculiarità ambientali e terri-toriali, oltre alla necessità di perse-guire crescita economica. La PAC è una delle politiche di più lunga tradizione, nata nel 1962, si è evo-luta negli anni al fine di rispondere in modo efficace alle nuove sfide derivate dai mutevoli scenari dei mercati. Ai sensi dell’articolo 39 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea gli obiettivi principali da raggiungere sono: in-crementare la produttività dell’a-gricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agrico-la, stabilizzare i mercati, garantire

la sicurezza degli approvvigiona-menti, assicurare prezzi ragionevo-li ai consumatori. Oggi assistiamo a nuove incertezze legate alla crisi, al calo dei prezzi, disoccupazione, depauperamento dei terreni, inqui-namento, concorrenza dei mercati trans-europei: questi fattori hanno costretto gli attori internazionali a ridefinire scelte strategiche per consentire all’Europa di soprav-vivere alle difficoltose condizioni. La PAC negli anni ha goduto di enormi trasferimenti pubblici stan-ziati nel bilancio comune ed oggi rappresenta il settore sul quale si è più investito, che tuttavia ha spes-so viaggiato autonomamente senza confrontarsi ed adeguarsi ad altre scelte e politiche operative. La Commissione europea, il 2 febbra-

io scorso ha avviato una consulta-zione pubblica al fine di acquisire contributi dagli attori coinvolti per poter definire le future priorità e legittimare i propri interventi che dovranno quindi essere legati ad esigenze formalmente espresse e depositate. Phil Hogan, Commis-sario per l’agricoltura ha dichiarato “Oggi iniziamo a muovere i primi passi verso la modernizzazione e semplificazione della politica agri-cola comune per il XXI secolo. Con l’avvio di questa consultazio-ne pubblica chiediamo a tutte le parti in causa e a coloro che sono interessati al futuro dell’alimenta-zione e dell’agricoltura in Europa di partecipare alla definizione di una politica per tutti i cittadini eu-ropei”. La consultazione pubblica

Al via la consultazione con gli attori europei per determinare nuovi orientamenti in ambito agricolo

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Agricoltura

rimarrà aperta per 12 settimane; i cittadini, gli agricoltori, le orga-nizzazioni e associazioni potranno presentare pareri, proposte ed idee. La Commissione si avvarrà di tali contributi al fine di redigere entro la fine dell’anno un documento uf-ficiale che sintetizzi l’attuale fun-zionamento del settore, corredato da possibili opzioni di sviluppo che siano corroborate da eviden-ze e che possano essere effettiva-mente percorribili e raggiungibili.

L’Italia continua a beneficiare di fondi consistenti, in particolare, il settennio che va dal 2014 al 2020 vedrà complessivamente introiti dedicati al settore pari a 20,85 mi-liardi di euro di cui 18,6 destinati alle politiche regionali. L’ambito agricolo evidenzia una controten-denza rispetto ad altri in forte crisi, specie legati al settore industriale. Il Made in Italy agroalimentare si distingue per la qualità dei pro-dotti, esportati su scala mondiale.

Il belpaese vanta inoltre il prima-to europeo per numero di aziende agricole e lo scorso anno è stato registrato un incremento dell’oc-cupazione con oltre 50 mila azien-de condotte da giovani con meno di 35 anni, che, in una importante percentuale – oltre il 36% - pos-seggono titoli di studio elevati qua-li laurea o master. In linea con le nuove tendenze internazionali che puntano ad investire nella produ-zione biologica, anche l’Italia ha registrato in questi anni un costante sviluppo, grazie ad una maggiore consapevolezza, sia fra i produttori che tra i consumatori in materia di sicurezza alimentare. Sarà dunque fondamentale comprendere quali saranno le scelte future che avran-no una ricaduta sull’attuale assetto e sulla gestione di migliaia di po-sti di lavoro che hanno garantito a questo settore, fino ad oggi, livelli qualitativi in ascesa su scala nazio-nale.

Valeria Della Valle

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Anno IV - N. 3 marzo 2017

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