IINDICE

LE FRASI CELEBRI 1^AL..........................42 1^A.............................32 2^B.............................16 3^AL..........................11 4^B.............................22

EDITORIALE ................................................................................2ECO dei CORRIDOI Il segreto del carbonio7....................................................3 Ubi maior minor cessat...................................................12 Storia del rock..................................................................17 Ai morti in guerra............................................................23 Gita a Roma......................................................................27 A.I.A. Associazione Italiana Arbitri..............................31 Salute e bellezza...............................................................33 “Vuoi studiare? NO GRAZIE...”...................................43APPROFONDIMENTI Chi può giudicare chi?....................................................19 Scie chimiche....................................................................39 Malnutrizione e obesità: il paradosso alimentare.......44 Le nuove schiavitù...........................................................46 Sociologia..........................................................................48RECENSIONI Francesco Minutello........................................................23 Mengoni Live 2015..........................................................24 Storia di una ladra di libri..............................................29 Ubu Re..............................................................................50RACCONTI e POESIE Gioco d’azzardo: le cinque fasi........................................7 Scommettisudite...........................................................30

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EEdItORIALE

Ebbene sì, nuovo anno e nuovo numero!Abbiamocambiatoancorailnome,equestavolta-sispera-saràquellodefinitivo.Siamo sempre noi, a tormentarvi con gli articoli e ad alleggerirvi le giornate con le frasi celebri, e a ricordarvi che esiste un ottimomododi perdereun’ora il venerdìpomeriggio.Questa volta, prima di correre a sfogliare le pagine per leggere le battute, passatedagli articolidi cronaca, edalla sezione“voci fuoridal coro”.Rifletteteunpo’ connoisulvincereesulperdere,sulloscegliere,sulcombattere.Eparliamoanchedelledipendenze, della guerra e dello scrivere.Leggetedifilosofia,distudio,dilavoroediattualità.Diricerca,dilibri,difilmedimusica.Ricordateconnoilegite,lefoto,iprogettietuttoquellochequestiultimimesicihannolasciato.E tra assemblee, laboratori che prendono fuoco e interrogazioni di questa o quella materia, ridete un po’ con noi, ricordando insieme quest’anno, e continuando a sperare che il prossimo sia migliore. O più corto ;)E adesso che fuori c’è il sole e noi dobbiamo ancora finire di studiare filosofia, vilasciamoaquestonumerodicuisiamomoltofiere,ecisirivedeilprossimoanno.

LeCaporedattrici,Vane, Sara, Ale, Fede e Juls.

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EIl segreto del Carbonio7

Mentre veniva annunciato il Premio Nobel per la Fisica, l’Accademia Reale Svedese delle Scienze dichiarò che il carbonio, l’elemento alla base di ogni forma di vita conosciuta sulla terra, ci ha sorpresi ancora una volta.IlCarbonio12rappresentalastrutturadelcarboniopiùfrequentementeriscontrata.Sitrattadiunisotopocostituitoda6protoni,6elettronie6neutroni.6-6-6.Viricordaqualcosa?!dopo l’Ossigeno, il secondo più abbondante elemento presente nel corpo umano è proprio il Carbonio 12 presente nel dNA e, dopo l’Idrogeno e l’Elio, rappresenta l’elemento fondamentale nell’universo.di conseguenza rappresenta in assoluto l’elemento più essenziale perché, appunto, sussista la vita per come noi oggi la conosciamo.E’ appunto questo che probabilmente l’autore dell’Apocalisse intendeva comunicare quandoaffermòcheil666fosseilnumerodell’uomo(onumerodellabestia).CiòrisultaparticolarmentesignificativoquandocirendiamocontodelletrasformazionicheattendonotaleCarbonio,quellecheconferirannoall’uomopoterisuperumanidarendere ogni avanzamento tecnologico datato.

Esattamente come il ferro ha la capacità digenerare intorno a sé un campo magnetico, alla stessa maniera il Carbonio ha l’innegabile capacità di trasportare campi iperdimensionali; èingradodiamplificarepersinoilpensiero.In natura, tale isotopo, viene generato nei cervelli degli adepti dello Spirito, quando questi ultimi sviluppano esperienze extra-corporee o danno origine ad altri fenomeni soprannaturali quali la bi-locazione o la materializzazione di oggetti,etc.Nel corso di tali eventi, la luminosità o l’aureola che si crea intorno al capo di questi esseri

evoluti è, in effetti, legata all’eccessodi neutroni generatoquando ilCarbonio 12tende a trasformarsi in Carbonio 7 all’interno dei loro cervelli.Inognicaso,taleCarbonio7tendeadecadererapidamente,convertendosiinstrutturepiù stabili nell’ambito del reame della materia.Quindirisultaallimitedell’impossibilerilevaredirettamentetaleelementoall’internodel corpo umano.

La Storia e la Religione ci hanno offerto numerosi indizi per identificare questostraordinarioelementoattraversoannotazionicriptiche,simbolietestienigmatici.E’

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Estatotuttavianecessariocoprirequest’ultimotramiteunlinguaggioenigmaticodato che tale conoscenza nelle mani sbagliate avrebbe potuto condurre alla distruzione di questo pianeta.In questo caso, molti potrebbero chiedersi perché rivelarlo ora, quando quei rischi sono ancora presenti. Ci sono due ragioni fondamentali :

1. Siamo oggi alle soglie della più significativa trasformazione a cuil’umanità sia mai andata incontro. Questo è il tempo in cui tutti i segretiverranno rivelati. Abbiamo cercato questo segreto a lungo e la Natura si è espressa tramite segni, indicando che il tempo per la rivelazione di tale segreto sia giunto.

2. Sebbenelastrutturaatomicaeleproprietàdiquestostraordinarioelementovengano oggi rivelate, risulta estremamente complesso sintetizzare il Carbonio 7 in laboratorio, se non grazie a costosissimi acceleratori di particelle.

Nell’ambitodel sistemadellaKundalini, la configurazionedelCarbonio7 (6-6-1) èriscontrabile nelle controparti maschili e femminili che vanno a costituire i 6 chakra di livello più basso, a cui va ad aggiungervisi ilsettimo,ilneutroSahasvara.Nel Giudaismo, Metatron, considerato il mediatore tra dio e l’Uomo, viene il più delle volte rappresentato tramite un cubo costituito da 13 cerchi che comprendono un cerchio più interno, circondato, a sua volta, da 6 cerchi interni e 6 esterni. Nel Cristianesimo, la famosa “Ultima Cena” di Leonardo da Vinci, che illustra un episodio poco antecedente alla Crocifissione diCristo e alla successiva Resurrezione, è una simbolica raffigurazione di taleconfigurazione6-6-1,incuii6apostolisonocollocati tanto a destra quanto a sinistra della figura centrale (1) rappresentata daCristo.Oggi si è ancora impegnati ad approfondire e comprendere la funzione del neutrone.Ilneutroneopererebbecomeunasortadiviadipassaggiotraprotoneedelettrone,unmeccanismo comunicativo e interpretativo tra lamateria (protone) e lo spirito(elettrone).SitrattaquindidiaffrontareiltemarelativoaognisingoloentecheesistasullaTerra,inclusigliumani,ediciòchelianima,ovverol’essereelettricoomeglioilduplicato energetico di ogni ente.Sei6neutronidell’attualeconfigurazionehannooperatocomeunasortadicaleidoscopioquasiprismaticocomeunmeccanismointerpretativo,inquestosenso,rispettoal616,dovrebbe risultare palese una non necessaria comunicazione sovraccarica di elementi nonnecessari…quellacheoggisiverificatramitei6neutroni.Sebbeneincredibilmentecomplesso,ilconcettoessenzialepotrebbeessereespressoin

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E manieraestremamentesemplificatacome666-l’essereumano,616-l’esserepiùfluidoeprivodisostanzamaterialegraziealqualeentreremonelreame‘privodi forma’, o meta-reame, pur avendo la possibilità di una comunicazione continua con i piani tridimensionali.In altre parole, per creare qualunque cosa, è necessario avere a disposizione dueelementiecondurliall’unificazione.

La più prossima, decisamente forzata e ultima analisi, fasulla corrispondenza in questo senso,sarebbequellaalternativaall’unionefisicatrauomoedonnaalfinediprocreareunbambino.Dicofasullapoiché,comesiverificaperognifenomeno,lasuaapparenzanonrendegiustiziaaciòcheineffettisistaverificando.Ilrisultatodiquellasintesi,crea un terzo elemento.Lavostracoscienzanonèaffattoinsignificante…sebbenesitrattidimateria.Quandolavostra coscienza si fonde con il vostrometa-sé, si verifica la fusionedi elementimateriali con altri, per cui si manifesterà un nuovo ente, che, a quel punto, avrà la possibilità di favorire la ‘partecipazione’ di un ‘corpo’ basato sulCarbonio 7. Talecorpo,nonappena‘precipitato’,saràcaratterizzatodatuttiquegliattributitipicamentesuperumani.Dopotutto,avremmobisognodell’assaimenomaterialeCarbonio7nelcasointendessimoattraversarelepareti.

Approfondiamo ora la questione relativa alla manieraincuiil6sirelaziona‘ateealtuomondo’.Prestateparticolareattenzionealconcetto‘teeiltuomondo’.Anchequestainterpretazionenonècorrettaperchési parla di una separazione.Ciòcheinveritàsidovrebbeaffermareèche‘tuseiil tuo mondo’.dato che il fondamento geometrico del tuo mondo è un cubo, per rappresentare qualunque oggettopresente nel tuomondo hai la necessità di ricorrere a tre coordinate (x, y, z), chedefiniscono,appunto,latridimensionalità.Un cubo ha 6 facciate, quindi tu hai tre dimensioni:

1. sopraesotto2. destra e sinistra3. davanti e dietro

etuttiisolidiplatonici(daiqualilamateriaècomposta)possonoesseresovrappostioinseriti uno all’interno dell’altro.Quandociòsiverifica,otteneteilCubodiMetatron.A livello intuitivo, si nota chiaramente la corrispondenza tra i 6 neutroni e il cubo a 6 facce. Siamo, quindi, costituiti da atomi di carbonio che in sé definiscono, conprecisione, la maniera in cui il vostro mondo è percepito tramite la distorsione e gli aspettirappresentatidai6neutroni.In questo senso, voi siete il vostro mondo, la vostra programmata percezione dello stessoe,tramiteununiconeutrone,saràlavostrastessacostituzioneadefinireefissare

la vostra meno limitata percezione.Riducendo ilnumerodineutronida6a1, lanostrapercezionesimodifica:daspazio cubico a una forma alternativa dello spazio, nell’ambito della quale la ‘spazialità’nonèpiùcaratterizzatadalladistanza.

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ELadistanzaèunelementocaratteristicodelquiolì,eil‘qui’eil‘lì’sono,appunto,glielementicaratteristicidellaseparazione.Percuilaseparazioneèunelementodicuituttinoipossiamofareesperienzasoloinunreamecaratterizzatoda3dimensioni,com’èlaTerra.Ilreame,nelqualesiamosulpuntodiconfluire,puòesseredefinitocomeprivo di distanze, e quindi privo di separazione.Potrebbesorgereladomanda:Cos’èchecaratterizzerebbel’individuazionesenzaunaseparazionepiùchefluida?L’Avvento a venire rappresenta l’elemento di passaggio critico in seguito al quale transiteremodauno‘spazio’caratterizzatodalladistanzaall’individuazione,privadiuna separazione, che sia riconducibile allo spazio.Il sé fisico non è più necessario e all’istante si disgregherà in unflashdi luce perritornare al Nulla.Ciò che risulta importante tenere presente è il fatto che lo spazio caratterizzatodalladistanzaè,appunto,ladefinizionepiùesattadellalimitazionestessaperchéènecessario muoversi all’interno di esso per raggiungere qualsiasi luogo.

MIStERO dELLE LACRIMEIlprofessoreWilliamFrey,autoredellibro«Crying:TheMysteryofTears»(Piangere:il mistero delle lacrime), per spiegare cosa accade quando noi piangiamo, ha formulato la«recoverytheory»(teoriadellaguarigione).Partendodallascopertachele«lacrimeemozionali», quelle causate da un dolore o da una forte emozione, sono diversechimicamente da quelle provocate da stimoli non emotivi, come quelle che versiamo ogni qual volta sbucciamo una cipolla, lo scienziato suggerisce che il primo tipo di lacrimaèprodottodalnostroorganismoperrestituirealnostrocorpounacondizionedi equilibrio e di benessere che era stata perduta a causa di una situazione stressante.Il professore inoltre pensa che le lacrime siano necessarie e che senza lacrime lo stress incamerato non sarebbe espluso e ciò farebbe aumentare il rischio di infarto o di danni alcervello:«Lacapacitàdell’uomodipiangereglipermettedisopravvivere».Tutte le ricerche, comunque, sembranod’accordonell’affermare cheproprioperchéèun’attivitànecessaria,nonbisognaaververgognadipiangere.SecondoilprofessorFreylelacrime,aiutandociacombatterelostress,cihannopermessodisopravvivereallepressionidellaselezionenaturale:«Piangereèunadellecosechecifadistinguerecomeesseriumani».ADESSOciavetemaifattocasocheinparticolaristatidellacondizioneumana,spessoinperiodidi sofferenzaodiprostrazione che inducono alpianto, ci ritroviamoadappisolarci e sognare,viviamoareediverseeapparentemente illusorie rispettoallareale situazione.Sihannovisioni,sisognanopersone,sihannocontatticonloro…Perchèavvienequesto?Puòdarsichelafunzionefisiologicachelelacrimeinduconocreano una mutazione chimica riguardo a quella piccola particella di Carbonio-12 che tutti abbiamonel nostro cervello? E che questo determini la possibilità di attrarrecampi iperdimensionali come avviene per le persone già dotate di carbonio-7?

Alessia Molinaro

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R Gioco d’azzardo:le cinque fasi

Lasalaerabuia,malilluminatasolodallalampadaappesaalsoffittochediffondevanell’ambienteunalucegiallaesfarfallante.L’ariaerasatura,puzzolentedifumoefrittura,alcolesudore,didisillusione ed esistenze sprecate.Lo schermo della macchina conferiva al suo volto una cadaverica sfumatura bianco-bluastra, accentuando leocchiaiesottoagliocchichiariescavandogli leguance, facendolosembrareancora più scarno di quel che era.Inserìlamoneta,sbadigliò,preseuntirodallasigarettalasciataaspegnersiinunposaceneresbeccato,premetteiltastosullaslot.Sentì in bocca il sapore del tabacco bruciato e negli occhi la rapida e nauseabonda rotazione degli schemi sullo schermo, che gli fece girare la testa. Lentamente, la stanchezza gli velò gli occhi, confondendo le immagini che aveva davanti al ritmo frullante delle tessere che ruotavano

e si perse inseguendo un pensiero, o un sogno, che non riusciva a ricordare.Il tintinnio di poche monete sul vassoio metallico della slot lo riportò alla realtà, facendolo piegare meccanicamente a raccoglierle.Strinsegliocchiarrossati,osservandolaluceriflettersiin lampi fugaci sullemonetinedallamacchinetta chelo invitava ad una nuova partita. Fissò per qualche momentoglispiccioliappenavinti,sorrettidalpallidopalmo della sua mano, per poi lasciar correre lo sguardo vacuo lungo la stanza, sui pochi clienti rimasti nel pub, sui tavoli dall’aria appiccicosa, sul padrone del localedietroalbancone, congliocchigonfie stanchi

dallagiornatadilavoro.Riflettéperqualcheistantesecontinuareagiocareomeno,unasortadi avidità morbosa che si stava facendo di nuovo strada nelle sue viscere, nella sua mente, spingendoloainfilareperl’ennesimavoltalemonetenellafamelicaboccadellamacchinetta.Laslotaccantoallasuagorgogliò,sfarfallò,trillòcomeitelefonigiocattolodeibambini,diunsuonosquillanteepreregistratomanonmetallico.Edemisequellasinfoniadisconfittachegliera così familiare, quella decrescenza di toni robotici che annuncia con troppa tragica allegria “Gameover:youlose.”L’uomochesedevalìaccanto,decisamentepiùvecchiodi lui,corrucciòilvoltofinoafarloassomigliareadunfazzolettoaccartocciatoegettatovia.Menòunpugnoperariaconstizza,perpoiabbatterloconviolenzasullamacchinetta,facendosolosobbalzareilgiovane.L’orologiosullaparetedifondosegnavachemancavanopochiminutialletredelmattino.Luistrinseilpugnoattornoallemonete,lasigarettasieraormaispentanelposacenere.Affondòlemaninelletasche,dirigendosifuoridallocaleeaugurandounabuonanottealproprietariodel pub con uno stanco cenno del capo.L’ariadellanotteerafreddaepungenteelocolpìcomeunschiaffoinpienafaccia,svegliandoloda quel torpore che si era impossessato di lui nelle ore che aveva passato seduto sullo scomodo sgabellodelpub.Tiròfuoridallatascaunosgualcitopacchettodisigaretteeseneportòuna

allelabbra,stringendol’accendinotraleditasottili.Soffiònellanotteunascompostanuvoladifumo,piùdensadelsuofiatocondensatoesiincamminòversocasatramozziconicalpestati,lattinevuote,nottibuie,volantinisbiaditiesperanze perdute, il giaccone troppo largo, dall’aria stropicciata, la testa bassa e l’incedere

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Rlentoerassegnatodichinonhafrettaperchénonhanienteadaspettarlo.Prese una nuova, lunga boccata di fumo, respirando a fondo e passando di fronte a un vecchio negozio chiuso da anni: le vetrate impolverate, che lasciavano intravedere la stanza sventrata con cavi e tubi a vista, davano all’osservatore quel senso di vecchiezza e abbandono e i cartoni protettiviattaccatidall’internocongrossolanoscotchdapacchiperschermarelavista,eranotutti mezzi caduti e scollati, contribuendo all’effetto. Volantini pubblicitari mangiati dallapioggia e dall’umidità tentavano di supplire a quel ruolo. Fra i tanti in un allegro cartonato rosso spiccava l’annuncio di un incontro formativo sulle varie dipendenze che avveniva nel teatro del paese, ormai chiuso, secoli prima.Forseciavevaaddiritturapartecipato.Sbuffòunanuvoladifumocontroilcartonatorossoeproseguìilsuocammino.

Sirigiròfralecoperteuna,due,trevolte.Sigiròancoraapanciasotto,sidisteseapanciasopra,siaccucciòdilato.Occhi,golaecentrodelpettoglibruciavanod’inferno,sisentivalegambestanche e le braccia deboli: mentre la mente lo implorava di uscire di lì, il corpo lo manteneva incollatoalletto.Alla fine la sensazione di oppressione dellastanza e il buio denso che lo avvolgeva ebbero la meglio sulla stanchezza che gli permeava le ossa.Si alzò, indossando una larga felpa grigia sopra ai pantaloni del pigiama blu che portava in quel momento.L’appartamento dove viveva era minuscolo, un trilocale con un terrazzino aperto e gli infissischeggiati,magliandavapiùchebene.Sichinòversoilmobilettodovestavapoggiatala tV, un vecchio tubo catodico che prendeva sì e no tre canali, perennemente spenta e perennemente coperta di polvere, e ne estrasse una bottigliainiziatadiwhiskeydibassaqualità.Erastanco,nonsolofisicamente.Erastancoinmodiincuinemmenosapevafossepossibilepotersi stancare e di cose di cui la gente normalmente non si stancava.Uscìsulterrazzo,tralemaniunbicchierevuoto,labottigliadivetroeunpacchettodisigarette.Si rannicchiò su una delle due sedie che facevano compagnia al tavolino di plastica e iniziò a fare ordine sul tavolo e fra i pensieri.Dasottounvasorovesciatoatestaingiùcacciòunbloccodipost-iteunapennaquasiscarica:allineò lapennaaccanto al blocchetto, affiancòalpacchettoaperto l’accendino edaultimoposizionòilbicchierevuotoelabottigliapiena.Siriempìungenerosobicchierediwhiskeye,primadiingollarlotuttod’unfiato,losollevòallapallidaluna,brindandoconleiadun’altranotteinsonne.Poiselocacciòingola.Le chiamavano le cinque fasi del cordoglio, ne aveva sentito parlare una volta.Guardando la nottenebbiosa e umida oltre la ringhieradella balconata, iniziò a ripensareproprio a quello.Siacceseunasigaretta:dovevanoessere lequattrodelmattinoesuquelbalconefacevaunfreddo cane.Eraquasisicurodiessereall’ultimostadiogiàdaunpo’,riflettémentreil fumocheuscivadallesuelabbradisegnavaarabeschigrigiopallidocontroilcielodellanotte.Fase uno: negazione.Ah, quella se la ricordava bene: l’aveva passata e anche a pieni voti. Si ricordava come cercava di convincere gli altri, di autoconvincersi, che non era niente, che era solo il classico “posso smetterequandovoglio”.

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Lacenerecaddenelvasoinunlamporossoincandescentequandocolpìilfiltroconil pollice. Si versò un altro mezzo bicchiere, ma prima di berlo, scrisse sul primo post-it,inunatuttosommatobuonacalligrafia,laparola“negazione”.Poiloincollòsultavoloconperizia.Buttògiùilwhiskey,inspirandol’ariatraidentistrettiperlenireilbruciorechegliinfiammavalagola.Fase due: rabbia.

Istantaneamente, il suo pensiero volò all’uomo che aveva visto seduto alla slot machine accanto allasua,alsuopugnorabbiosoagitatoinariaeabbattutoacolpireconviolenzalamacchinetta.Lo rivide corrucciare il volto e stringere gli occhi in un moto di rabbia che faceva quasi paura. E sirivide:gliscattid’ira,ledebolibracciachescuotevanoinvanolaslotconrabbia,icalcifuriosimenati contro il pesante marchingegno… Schiacciò il mozzicone sul fondo del vaso, mentre strizzavagliocchistanchineltentativodiallontanareiricordi.Osservòprimalabottiglia,poilesigaretteeallafineoptòperilblocco:scrisselaparola“rabbia”conmanitremantidalfreddoelofissò,passandociduevolteilditosopra,sulbordoconvessodelvaso.Superata,sidisse.Fasetre:patteggiamento.Sieratrovatoesattamentecomeinquelmomento,sulterrazzo,incompagniadeipost-it,delsuowhiskeyedialcunesigarette,avalutareleopzioni.Quellanotteeraconsapevoledelfattoche doveva farsi aiutare, sapeva di aver bisogno d’aiuto, ma ciò che gli mancava era qualcuno disposto a darglielo. O, più probabilmente, il coraggio di chiederlo. E forse ora era nella stessa situazione.Un’altra,consistentesorsatadiwhiskeyvenneversatanelbicchieredalfondospesso,ancoraunpaioelabottigliasarebbestatavuota.Forse era per quello che si era nascosto in fondo alla sala di una delle tante conferenze di prevenzione e aiuto, senza il coraggio di fare domanda, come stava vedendo fare a molti, convinto, o meglio, cercando di convincersi, che era tutto inutile e che non avrebbe maifunzionato.Forseeraquellamancanzadicoraggiochel’avevaspintoauscireprimadellafinedell’incontro,afferrandounabrochureconicontattieirecapitideicentrispecializzati,solopergettarlonelprimo bidone una volta fuori.Avevacercatodellesoluzioni,l’avevafattodavvero,eforseseneavessemessainpraticaanchesolo una, forse ne sarebbe uscito. Forse si sarebbe salvato. Si era messo in discussione e dopo aver superato con fatica lo stadio della rabbia, aveva realizzato che forse era un problema più grosso di quel che voleva credere.

A sua insaputa, quella fase di trattativa con sestesso lo stava conducendo lentamente verso la fase successiva, verso la consapevolezza che non si sarebbe salvato in ogni caso.Dopotutto,nessunoècapacedisalvarsidasolo.Ingoiò rapidamente il whiskey, ricevendo incambio un brivido caldo lungo la schiena e un bruciore orribile in mezzo al petto e, alzandosi,si accese un’altra sigaretta. Poi scarabocchiòfrettolosamente, ma con sua sorpresa, inuna calligrafia ancora accettabile, la parola“patteggiamento”. Questa volta attaccò il post-itallamanigliadellaportafinestra.

Fasequattro:depressione.Nonciavevamairiflettutodaquelpuntodivista,manonostanteilfumo,l’alcolel’oratarda,quellaclassificazioneavevaunsenso.

Inquella fasediritrattazionedelsuopercorsocheerastata la fasedelpatteggiamentoaveva valutato ponderatamente le opzioni che gli si ponevano di fronte, passando da un risoluto stato di positiva ricerca alla nera consapevolezza che per lui non c’era più alcuna

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speranza.E quando quest’ultima aveva preso il sopravvento era sopraggiunta la quarta fase.Avevainiziatoamangiaredimeno,abereeafumaredipiù,nellamentelospettrooscurodellasperanzadistruttaedell’egocentricaconvinzionechesoloperluifossefinita,quellastessaconvinzionecheglifacevaevitarequasicriticamenteogniforma

d’aiuto incontrata sul suo cammino.Per gli altri forse quelle cose potevano essere utili e d’aiuto, ma a lui no: a lui le cose andavano sempre peggio che agli altri.Lasigarettafinìdispegnersicontroilcorrimanodel balcone e il mozzicone volò da qualche parte,indefinibilmentedentroofuori.“Depressione” lo scrisse su unpost-it che finìincollato sulla pianta rinsecchita del terrazzo, con una calligrafia frettolosa e poco chiara erestòafissarloperunpo’,cercandodistimarelacorrettezzanellaquantitàdi“s”presenti.Finìcon l’optareperunnuovo sorsodiwhiskey e

unanuovasigaretta.Cacciòpost-itepennaintasca,mentreconunamanostringevailcollodellabottigliaormaivuotee fra leditadell’altra reggeva la sigaretta.Siappoggiòalla ringhiera,malfermosullegambe, il selciato alcuni piani più in basso, si avvicinava e allontanava come nei cartoni della WarnerBrosquandoqualcunosoffredivertigini.Alternòunpaiodivolteunsorsodiwhiskeyauntirodellasigaretta,pensandocheormaipeggiodicosìnonpotevaandare.Era sempre più sicuro di essersi addentrato da tempo nella quinta ed ultima fase. Ormai sapeva cheognisperanzaerapersapersempre,neeraconsapevoleel’avevaaccettato.Sidomandavasolo, a quel punto, cos’altro potesse fare.Pensòaddiritturadipregare,rendendosicontochelafedechecercavaerasvanitainsiemeallecose in cui credere e per cui pregare già da tempo.Non c’era più nulla da pregare o in cui sperare, per lui. Aveva smesso di credere da tempo: nelle false speranze, negli aiuti, nei miracoli, in se stesso…Non c’era più speranza, nessun aiuto.A quelli come lui i miracoli non accadevano e lassù non c’era nessun dio.C’erasololalunacheloguardavabeffarda,sopradiluieilsuoloinmotovertiginoso,sottodilui.La cupa rassegnazione che gli svuotava l’anima gli fece capire che non c’era più niente da fareelabottigliaormaivuotascivolòfuoridallasuastretta,cozzandoconilpavimentosenzarompersi.tirò fuori il blocco dei post-it e ci scrisse sopra il nome dell’ultima fase, stringendo gli occhi per mettereafuoco.L’ultimaletterafinìconunalungalineatraballantefuoridalfoglioelaparolafinìincollataaltubodimetallodellaringhiera.Nelpacchettosultavolorestavanoancoraunpaiodisigaretteelìsarebberorimaste,pensòsoffiandol’ultimotirodellasigarettachestringevatraleditaversolaluna,chenonaccennavaasmetteredisfotterlo.Fasecinque:accettazione,pensòguardandoilmozziconevolaregiùdallafinestra,comeunfulmineincandescentenelbuiodellanotte.Lasuaminuscolalucinarossasispensealcontattoconilsuolo.Sporgendosi dal balcone, scelse di credere a quello.

Giulia Russo

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Le frasi celebri della 3^ ALvengonogiùdalsoffitto??!”Classe: “Sono residui di decorazioni natalizie”Piazza: “Sul serio? Sembrano animali! Quello non vi sembra un millepiedi?”

Interrogazione letteratura inglese: Romanotraduce una parte del testo “the miller” (Chaucer)“Andbroadaswell,asthoughitwereaspade;)and,at itsverytip,hisnosedisplayedawart […]. Allora... ‘Avevaunabarba sopra la quale esponeva un naso’…”Prof allibita e classe in delirio :) :) :)

Nell’ora di Piazza, c’è qualche problema con ilregistroelettronico...Piazza: “NO!!!Maèdaquestamattina chenonriescoametterevoti!”Chirivì: “Non può chiedere aiuto a qualche collega?”Piazza: “Alzati”Chirivì non capisce cosa stia succedendo, ma si alza comunque.Piazza: “Girati in senso orario di 180°.”Francesca stupita si gira seguendo le parole del prof...Piazza: “Ora di 90° in senso orario e vai avanti. Stop! 90° in senso orario, vai avanti. Stop!35°insensoorario,vaiavanti[…]”Francesca è arrivata vicino alla porta...Chirivì: “Ma cosa devo fare???”Piazza: “Esci”Chirivì: “Perchè?”Piazza:“Perquellochehaidetto!”Chirivì:«Cioè?!Chedevefarsiaiutaredaunsuocollega?»Piazza: “Sì”Chirivì: “... Ma devo uscire veramente?!”Piazza(ridendo):“Sì!”Francesca esce triste.Piazza a Caterina: “dai, vai a chiamarla”

Supplenza... di confrontiPiddiu: “Io sono stata al Classico... Non so niente di matematica e mi dispiace... A voi non piacerebbe approfondire il latino?”La classe mormora...Piddiu: “Cosa vi costerebbe fare qualche ora in più? dai!”Romano: “Ore di vita!”

tessarin: “...Come si dice quando abbiamo tre polinomi non nulli? Se per due diciamo ‘entrambi’...Comediremopertre?”Romano: “Entrantri”tessarin: “Vuoi uscire?!”

durante l’ora di tedesco, Francesca taglialegne legge un testo a voce bassissima...Chirivì: “Puoi alzare un po’ la voce? Non sento niente!”taglialegne: “Eh... Ma non so cosa sto leggendo!!!”

Sablich: “Ma se io vi dico che Shakespeare è nato nel 1530 o nel 1540 vi cambia qualcosa a livello di comprensione?”Romano: “No... Shakespeare andava in giro con Napoleone... In Egitto... Ai tempi ditutankhamòn...”Sablich: “Lapidatelo! Avete il permesso di lapidarloepoivimettoilvoto”

Cambio d’orataglialegne: “Ma il nostro orologio è indietro...”Elisa La Boria: “No, non credo.”Petillo: “Ma sì! ti lo dico io che è indietro!”Taglialegne:“Mettilodueminutiavanti...”Elisa La Boria: “Vabbè... Per la patria!”

Esposizione di arte a gruppiElisaLaBoria:“Lecittàetruscheeranosolitamente circondate da mura e ...”Piazza: “Ma cosa sono quelle robe che

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Vi è mai capitato di pensare che il mondo sia marcio? Quando vi guardate intorno e vi chiedete dovesianofinitelepersonechecombattono,quellechecredononelleloroideeechelottanofinoallosfinimentoperciòcheper loroè importante.Quandopensatechenonesistepiùgentecheama,checrede,checombatte,magarichenonvincemachecomunquelotta,edèfieradifarlo,ancheseperde.Quandointornoavoivedetesoloprepotenza,eipocrisia,eindifferenza.Visietemaichiestisesiamaiesistitoqualcunocheabbiacombattutodavveroperqualcosa?Se la storia, con le sue rivoluzioni, i suoi passi avanti, le indipendenze, le conquiste, le leggi elecongiureabbiaavutounsignificato,seporticonséunlascitodegnodiesserericordato?Guardandovi intorno, c’è solo il presente, e non è un bel presente, non è qualcosa di cui andarefieri,nonsempre.Vi siete mai posti il problema di alzare gli occhi dalla massa grigia di asfalto su cui passiamo le nostre giornate, le nostre vite, per porvi il problema di capire ciò che vi circonda? Avere il coraggiodivedereilmondo,dichiedersichecosasignifica,perchéècosì,operchénonèinun altro modo, e cercare di immaginare come è stato, o come potrà essere.La verità è una, ed è sempre la stessa, ed è sempre fastidiosa allo stesso modo, e nessuno la vuole ascoltare, ma c’è e bisogna ricordarsene sempre. La verità è che non esiste più la libertà di pensiero. Siamo talmente abituati ad andare avanti come una massa di pecore belanti che ormai quasi ci viene naturale, forse ci piace. Perché in fondo lo sappiamo, è più facile eseguire degli ordini, magari pesanti e di cui potersi lamentare senza però mai trasgredire, che pensare con la propria testa. È più facile eseguire che scegliere.Perchésceglierefapaura.Lagenteèabituataalottareperlalibertà,perildiritto,perlaparola,ma in realtà ne è spaventata, spaventata a morte. È così facile schierarsi contro un’ingiustizia, sbattendoipugnisultavoloepestandoipiedi,allaricercadiunasoluzione,megliosecalatadalcielo.Maquandosiarrivaallaresadeiconti,quandotuttiinodiarrivanofinalmentealpettine,èquasiautomaticofareunpassoindietro.Perché?Perchésceglierenonènellanostranatura, non più. Ci siamo trovati dei leader, delle guide, dei capi, che possano scegliere al nostroposto,ecisiamodisabituatiapensare,mettendolenostrevitenellemanidichiorahail potere di disporne come meglio crede. E adesso, anche se ci lamentiamo in continuazione didovesiamoarrivatiedichicihacondottiqui,dimenticandocicheinrealtàcisiamofregaticonlenostremani,noncifermiamomaiapensarechecivabenecosì,infondo.Èperfettopernoi,ildoversottostareadun’autoritàinattaccabile,invalicabileeirraggiungibile,talmentelontana che non solo non può essere compresa, ma che non può nemmeno essere cambiata. E ci va bene, perché è questo che vogliamo, la negazione, la possibilità di dare la colpa delle

Ubi maior, minor cessat.Quando l’idealismo muore.

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cose a qualcuno che non possa difendersi, che non possa sentirci.Ci siamo creati degli dei, un dio, per fare questo, e perché non dovremmo farlo anchecontuttociòcheintornoanoicomportadellescelte?Edèquichesiarriva,allafineditutto.Oforseèl’inizio.Lescelte.Lascelta.Quantoèbellacomeparola,quantoèprofondaequantoèdifficileda capire, da elaborare. Eppure la usiamo talmente spesso senza nemmeno capirne il

significato,perchéèbellopoterladire,illudendosidipadroneggiarla.Ma, infindeiconti,checos’èunascelta?Unamarcadidentifriciopiuttostocheun’altra?Ilcolorediunafelpa?Ilpiattodaordinarealristorante?Unregalodafare?Ilnomediunfiglio?Il modello di una macchina?Si, queste sono scelte. Ma forse, più che scelte, sono decisioni.Èvero,ladifferenzaètalmentesottiledaaverciportatoaconsiderarlesinonimi,maconservanoancoraunaparvenzadiindipendenza.Lescelte,ormai,nonsonoquasinemmenodefinibili,

soprattutto perché non ciappartengono più.Si sceglie, valutate tutte lepossibilità, se intraprendere o no una strada, anche se non si sa dove ci porterà. Si sceglie, considerati pro e contro, di sostenere o meno un’idea. Si sceglie, a conti fatti, seintraprendereunabattaglia,enon si sta parlando di spade e scudi. E non si torna indietro.E in fondo, quando mai abbiamo la libertà di scegliere davvero qualcosa? Ci manca l’indipendenza necessaria, perché siamo

troppolegatiallasocietà,alpensiero,all’opinionepubblica,aregoleinutilidettatedalpudoreodall’apparenza,eallafinesiamotroppocondizionatipersceglieredavvero.Allafine,unadecisione viene presa, ma non è libera, non è autentica.Ci fermiamo a pensare al futuro, al passato, al bene, al male, alla speranza e all’opportunità, e allafinescegliamoqualcosachenonsempreciappartiene.E non è sbagliato, perché siamo fatti così, siamo stati noi ad incatenarci in questo circolovizioso di negazione, quindi ci sta bene, quindi va bene. E parlarne non cambia le cose, perché ormaitornareindietrononsipuò,einfondononsistaneanchetantomale.Dopotutto,questaforse è stata la nostra unica vera scelta, quella di costringerci a non scegliere, e magari è stata involontaria,maèstatafattaeoradovremoconviverci.Manontuttisonocosì.Esiste ancora gente che pensa, che sceglie.Perché, sedavveropensareescegliere fapaura,perchéc’èqualcunocheancora lottaper ildirittoallalibertà?Sempreammessochenonsiasoloapparenza,l’ombradiundesideriochein realtà non vuole essere realizzato, esiste davvero qualcuno che ci crede veramente? Forse, ma sono in pochi. Perché alla maggior parte, alla gente, la libertà piace solo se masticata come parola altisonante, da scrivere sugli striscioni e sui titoli di giornale. Ma la libertà fa paura. E comepotrebbenonfarlo?Comportadeirischi,enontuttisonodispostiadaccettarli.Illiberoarbitrio non è un’opzione. Il libero arbitrio non esiste, è solo un’illusione.

Manonpertutti.C’èchicicredeancora,chipensadavvero,chiprovaascegliere,chicombatte.Enonèfacile.Nonbastaalzarsiunamattinapensando“iovogliopensareconlamiatesta”.

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O forse sì, basta, ma bisogna tenere conto di una lunga serie di conseguenze, perché non ci si può scordare che viviamo in una società che è annegata così tanto nella autoconservazionedapreferirlaatuttoilresto,autoimmuneaciòchelacirconda,efermamentebloccatanellasuaarretratezza.Etuttociòcheènuovo,spaventa,evacontrastato.Eallorachipensa,chicombatte,nondevelottaresoloperciòincuicrede,maanchecontrociòchelocirconda,elìdiventadifficile,elìtantimollano.

Maancoranonsiamoarrivatialpunto.Esembraquasichetuttoquestopreamboloassurdo non sia servito a niente, ma non è così.dobbiamo ancora parlare della questione più importante.Perché sarà anche vero, ci siamo scelti una guida che decida al posto nostro, ci siamo creati una società che ci impedisca il libero arbitrio e siamo bloccati in un mondo che non concede la libertàdipensiero,eabbiamoappuratocheforsetuttaquestalibertànoncipiacerebbepoipiùdi tanto.Ma se esiste ancora qualcuno che preferisce spezzarsi che piegarsi, che ritiene più dignitoso sbatterecentovoltecontrolostessomurodimattonipiuttostochechinareilcapo,chevuoleancoradifendereleproprieideeelepropriescelteconleunghieeconidenti,finoasanguinare,e vi posso garantire che queste persone esistono, e sono più di quante si possa immaginare, e molto più forti di quanto siamo abituati a credere, e più determinate di quanto ci piaccia pensare,chefinehannofatto?Si sono arresi?No. Questa non è gente che si arrende. Questa è gente che digrigna i denti per lo sforzo e stringe gli occhi per nascondere la delusione del fallimento, ma non cede un millimetro, mai.Maallora,seriamente,dovestatuttaquestagente?Questoesercitodileaderliberieindipendenti,pensanti? Perché si nascondono?Forse, perché non ce la fanno più. Sono stanchi di combatterebattaglie estenuanti elogoranti, di spendere tutteleproprieforzeinuna guerra che non ha sbocco.Una volta, una persona mi ha detto che lebattaglie perse non sicombattono. Che senella storia nessuno ha mai intrapreso una guerra che era consapevole di non poter vincere un motivo ci sarà. Che se anche sai di volerlo affrontare,perchétisembragiustooperchénevalelapena,unoscontrochenonpuòavereesitopositivononmeritadiesserenemmenosfiorato.Personalmente, credo che sia una scelta di ognuno. Perché c’è, e sarà sempre così, chi ha la forzadiopporsiechino.Èsemplice.Ocombattiotipieghi.Enelnostromondo,unmondoincuileregolevengonoignorate,unmondoincuil’indifferenzasfioraunlimitechetendepericolosamenteaconfondersiconlacattiveria,unmondoincuil’opinione non conta, un mondo in cui riesci a farti sentire solo se hai il potere di piegare chi ti

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stadavanti,combattereèmasochistico.Perché se quella che vige è la legge del più forte, dove non è la meritocrazia a fare un nome,malacattiveriaconcuicisiimponesuglialtri,sesonoideboliacomandareun mondo che ha ceduto loro il coltello senza spiegare ciò che è giusto e ciò che è sbagliatoprimadiaffilarelalama,chesensohaprovarci?Ubi maior, minor cessat.

Perdiildirittoallaparola.Ubi maior, minor cessat.Perdi la libertà di scelta.Ubi maior, minor cessat.Tiadeguiadelleregolechenonvalgonopertutti.Ubi maior, minor cessat.Abbassi la testa e preghi che quel coltello passi oltre.Ubi maior, minor cessat.ti mordi la lingua per non parlare.Ubi maior, minor cessat.Stringiipugnieinghiottileparole.Ubi maior minor cessat.Eavrannoragioneloroallafine.Perchétuavraitenutoilcapochinotuttoiltempo,lasciandotiscivolareaddossoognicosa,senzaobbiettare,senzacombattere,eavrannovinto.

Ioadessosonoqui,dietroaduncomputer, inunastanza,aparlaredibattaglieedi liberopensiero. A parlare di potere e di debolezza. A parlare di scelte e di coraggio.Ma che cosa ne so io in fondo? Nulla, davvero.Ma ci ho pensato a lungo, credetemi. E sono giunta alla conclusione che in fondo ne vale sempre la pena.Èvero,ocombattiotipieghi.Esecombatti,tipuoifaretantomale,puoiperderetutto,puoicadere e spezzarti. Ma se non lo fai, se chini il capo e basta, non saprai mai se potevi vincere. E potrestirimpiangerlo,dopotutto.Iocredochechipensaecombattefacciapartediunaspecieinviad’estinzione.Gliipocritilistanno uccidendo, stroncando quell’ultimo barlume che ormai sembra essere solo un puntino nell’oscurità più completa.Unavolta,qualcunomihadettocheseunabattagliaèpersainpartenza,nonvacombattuta.Io non ci credo.Io non voglio crederci.Io voglio continuare a pensare che la scelta sia mia, che ci sia sempre speranza, che in fondo qualunque guerra, per quanto terribile possa essere, non potrà mai togliermi quello che non ho.Eiocontinueròacombattere,aparlare,ascrivere,enonsmetteròfinchéqualcunononmiavràdimostrato che avevo torto.Perché,quandoallafinemiguarderòindietro,vogliopotersorridereepensareche,ehi,cel’hofatta.Magarihoperso,macihoprovato.Non lasciate che vi spezzino. Non lasciate che uccidano la vostra libertà, il vostro idealismo. Non è una frase in latino che dà il potere ad una persona. Il mondo può essere cambiato. Nessunabattagliaèdataperpersa,siamonoichedecidiamosevalelapenadicombatterla.Credetemi,velodicodaunachehasbattutocontrotantimuriecheèancorainpiedi.Ne vale sempre la pena. Sempre.

Sara de Cecco

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Le frasi celebri della 2^ Bfattol’ultimoesercizio?”Nicola: “Prof, ma l’ultimo esercizio non si fa mai.”

Musumeci:“Giulia,whataretheshelves?”Giulia: “Niente.”

Piazza: “Ragazzi, conoscete la cultura friulana?”Tutti:“Sìprof.”Piazza: “Sapete cucinare i gamberi di fiumecon la polenta?”Tutti:“No.”Piazza: “Come no? Altro che storia dell’arte, qui servirebbero lezioni per saper cucinare i gamberidifiumeconlapolenta!”

Roberto, interrogato, continua a parlare nonostante gli errori.Musumeci: “Oh ragazzi, non cominciamo a dire bestemmie.”

Piazza: “Come si trova il punto G in questo disegno?”Stella: “Allora, il punto G...”Piazza: “No, “punto G” suona male. Cambiamo punto.”

Ismaele continua a parlare durante la lezione.Monetti:“Ismaele,senonlasmettivengolìe...ti bacio! SULLA BOCCA!”Ismaele non parla più.

Musumeci: “Giulia non si usa il telefono in classe.”Giulia: “Prof, ma è una calcolatrice!”Musumeci: “dovrei ritirartelo, per stavolta passi.”

Tessarin:“Cos’èlagittata?”Berna: “Con l’acqua.”

Pilosio:“IclosethewindowbecauseI’mfred.”

Isma: “La versione era su Cicerone.”Berna: “Cesarone?”Tessarin:“ChihadettoCesarone?”Berna:“Ismaelelohadetto.Isma: “Ma cosa? Vi fumate i funghi allucinogeni!”

Musumeci: “In questa frase si usa il perfect continuos.”Edo: “Ma il past perfect continuos estiste? Perché hochiestoaDanieleehadettochenonesiste.”Musumeci sconvolta.

Piazza:“Perlaprossimavoltafatedellefotografiea vostro piacere.Edo: “Si può anche fotografare una ragazza?”

Pilutti:“Cosadevifarelì?”Pilosio:“Ilprodottoincrociato.”Pilutti:“Bravo!”Pilosio: “Come si fa?”

Isma: “Ma quindi la differenza fra presentperfect e present continuos qual’è?”Musumeci: “Voglio piangere ragazzi.”

Pilutti:“Vedeteragazzichequandoviimpegnateil cervello vi si sblocca?”Berna: “Prof, il mio è ancora bloccato.”

Berna tossisce.Musu: “Cos’era quell’essere? Non si è capito se era umano oppure no.”

Piazza: “come si chiama uno dei più celebri scultori del Rinascimento? La Ferrero ha preso il suo nome per un cioccolatino.”Stella: “Roches!”Piazza:“Mettiunpuntoinmenosullaverifica.”

Beccando qualcuno a non correggere gli esercizi in classe.Musumeci: “Basta ragazzi, cambio mestiere. Vado a seminare zucche e melanzane tutta lavita.”

Riferendosi ai risvoltini.Piazza: “C’è l’acqua alta oggi, Pilosio?”Pilosio: “No prof, è la moda.”Piazza: “Si, la moda della laguna. da dove vieni, dalla palude?”

Giulia:“Prof,haveyoucorrectedthetexts?”Musumeci: “No, I haven’t.”Berna: “Yesssss.”

Musumeci: “Roberto, perché non hai

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La storia del rockNegli anni del dopoguerra americano la musica leggera è caratterizzata da tre elementiprincipali:rhythmandblues,musicadaballomoltoritmata;lamusicapopdicaratterecommerciale,basatasumelodieorecchiabiliesemplici,edilcountryandwestern.E’prendendospuntodaquestitre‘filoni’cheversolametàdeglianni‘50nasceilrockandroll,unnuovogeneremusicaledairitmiveloci,cheriprendemolticaratteridellamusica afroamericana, e incarna lo spirito ribelle delle nuove generazioni.Glistrumentichelocaratterizzanosonolachitarraacusticaoelettricaamplificateelabatteria.

Anni sessanta:La diffusione del rock prese inizio dagli StatiUniti; negli anni sessanta arrivò in Europa ed “esplose” in particolare in Inghilterra, grazie a gruppi come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who, che invasero il il mercato americano.Inquestoperiodol’abbreviazzione‘rock’sistavasempre di più sostituendo al nome originale.

FuinquestoperiodochesiunironoancheiJeffersonAirplane,iDoors,iGratefulDead,JimiHendrix,iPinkFloyd,iCream,EricClaptoneCarlosSantana.

Anni settanta:

Lavitalitàdel rockproseguìneglianniSettanta, lamusicaclassicaeuropea ispirò ilrock progressivo dei Genesis, degli Yes, degli Emerson, dei Lake & Palmer. Mentre

dall’avanguardia newyorkese prese lemosseilglamourrockdeibritanniciDavidBowieeRoxyMusic,inveceBruceSpringsteenriportòsulle scene mondiali canti e ballate delle origini del rock.Il rock degli anni S e t t a n t a s v i l u p p ò i n o l t r e gli stili

amplificatiefortementeritmicidell’hardrockdeglianni Sessanta. Un ruolo centrale, a questo proposito, ebbero gruppi come i Led Zeppelin e i deep Purple, daiqualisarebbenatol’heavymetal.

Come forma di espressione estrema di protesta sociale, a metà del decennio nacque il punk rock, tendenza opposta e speculare all’emergere della disco music. Negli Stati Uniti emerse il talento

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di Patti Smith, che fece propria la precedente esperienza del rock urbanodi Lou Reed e dei Velvet Underground. Il punk fu contrassegnato dalle manifestazioni estreme, in scena e nella vita, dei suoi esponenti: i Sex Pistols , i i Clash in Inghilterra e gli statunitensi Ramones.

Anni ottanta e novanta:Come reazione al punk, all’inizio deglianniOttantasiaffermaronole più morbide sonorità dei dire Straits,la“newwave”deiCureeil rock venato di coloriture reggae dei Police.Un fenomeno a sé fu lo sperimentalismo dei talking Heads, che produssero testi e arrangiamenti più sofisticati,anticipando sonorità e ritmi della worldmusic.Latradizionepunk,

sopravvissuta negli anni Ottanta anche grazie aidissacranti Guns’n’Roses, è ancora oggi viva. Negli anni Novanta l’anima del punk riemerse con il grunge dei Nirvana, mentre stili di dance music come la techno si frammentarono in un numero semprepiùgrandedisottogenerinell’ambitodellacultura rave.

Caratteristiche:Il rock ha molteplici sfumature che vengono caratterizzatedallasceltadelritmo,della tonalità,degli strumenti, ma ci sono generi che si sono creati unendo due o più generi simili o anche totalmente

diversi tra loro.Eccone alcuni, associati a un cantante o a una band:● IlRockabillyèunafusionetrablues,R&Bebluegrasscountry(cantanteBrianSetzer).● IlSurf rock è una delle forme più popolari del rock ed è nato negli anni sessanta inCalifornia(bandTheBeachBoys).● IlGarage rock è la forma più grezza del rock sviluppata negli anni sessanta (GruppoTheSeeds).● IlFolk rock unisce gli elementi della musica rock a sonorità ispirate alla musica folkloristicaoccidentale(gruppoNeilYoung).● Lamusicabeatèungeneremusicalenatodalrockandrollconinfluenzeswing,blues,skiffleedoo-wop(Beatles).● IlBlues rockcomesipuòdedurredalnomeèmixdirockeblues(RollingStones).● IlGrunge chiamatoancheSeattlesoundèstatofondatonellametàdeglianniottanta(Nirvana).

Giorgia tomba

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desideriamo condividere l’esperienza di un nostro ex compagno di Liceo, vissuta e rielaborata lo scorso autunno, prima di partire per alcuni mesi di volontariato in India. Crediamo sia diaiutoariflettereconluciditàsulproblemadell’immigrazione,orasemprepiùpressanteecontroverso, e sulla disinformazione ad esso correlata.

CHI PUO’ GIUdICARE CHI?

-Losoiocosafannoquestiqua,perchélivedo!Fumano,nonfannonientetuttoilgiornoeprendono anche 800 euro al mese! -Questo è stato uno dei primi commenti chemi è giunto alle orecchie stamattina, durantel’attivitàpittorica,daunasignoraresidenteinzonadadecenni.I soggettipresi in causanon sono criminali, né tossicodipendenti e neanchedeipolitici, sistaparlandodeiprofughiafganiecurdiospitiormaidatresettimaneinunhoteldiquellatranquillacittadinachesirivelaessereLignanoneimesiinvernali.Il discorso odierno con quell’anziana signora, gentile e carina, non è già nulla se confrontato

alla reazione che hanno avuto e stanno tutt’ora avendo molte altre persone, nascostepuntualmente da schermi sicuri o maschere perbeniste.Sempre fresca di stamane è la notizia di un giro diSMSede-mails,senzacontareimessaggifatticircolare, per avvertire la popolazione di girare al largo dal parco adiacente all’hotel dove si trovano di stanza queste persone. Il motivo?Oltre all’insensata paura che i propri bambini vengano a contatto con questi individui - chepuzzanoanche-vadiffondendosilanotiziadelpericolo di contagio della scabbia sedendosi sulle panchine da loro spesso occupate.Provando a porre freno al razzismo verso i razzisti, il primo pensiero che mi viene in testa è: le persone che leggono ed inoltrano tali messaggi hanno qualche idea su come si diffonde lascabbia?Come succede troppo spesso ultimamente, il problema si trova a formare un solido nucleo fisso, un seme maledetto: la mancanza diinformazione.Una mancanza tanto grave da aver messo in ridicolo la nostra comunità di fronte a chiunque

detieneancoraunpo’dimateriagrigiaedaccentuatadaalcuni“illustri”cittadini.Sistaparlandodellaraccoltafirmecontroi-clandestini!-allaquale,ahimè,nonhopotutopartecipare,volutadaqualchepersonaggioafflittodaquellagravemalattiachiamataxenofobia,

altro che scabbia!Mentre qualche operatore amatoriale riprendeva la scena, i video spopolavano tramite i socialnetworkequelsimil-politicanteannaspavanelsuostessodiscorso, lamiamente

Chi può giudicare chi?

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era ancora immobile ad osservare l’enorme divario esistente tra le parole profugo e clandestino.Esisteveramenteancoraqualcunochenonneintravedeladifferenza,sottilequantoun continente?InItaliavienedefinitaclandestinaunapersonacherimanenelpaeseanchedopoaver ricevuto un ordine di espulsione.Ora,avendoilconfineaduepassiedessendolalorovitaaffidataallemanidellostato, quanto verosimilmente può avvicinarsi lo status di queste persone al termine clandestino?di questi ragazzi e uomini non mi è capitato di incontrarne neanche uno che abbia abbandonato la patria nativa senza essere stato per qualche motivo obbligato a farlo.Guerre, persecuzioni e corruzione sono i motivi principali, ma molti individui, che la guerra l’hannovistasoloneifilm,fannofaticaacomprenderetaledrammaumanodiunatransumanzaobbligata.SedutisuilorocomodidivaniaspettanochelaTVsmettadiparlarediquestecosenonvedendol’ora di assistere assetati ad una coloratissima pubblicità.Inmomenticomequesto,incuiunagocciadiveritàètantodifficiledatrovarealpuntocheacquista il valore dell’oro, si rende necessario procacciarsi autonomamente le informazioni, coi sensi, col linguaggio, rispolverando l’intelligenza oggi usata come soprammobile.E’ fondamentale e vitale farlo, per non cadere nel circolo vizioso della disinformazione che genera nulla di meno che la paura.Sì, tanto semplici quanto forti sono le cause della paura: l’ignoto, il diverso, la stranezza.Basterebbe una fievole fiammaper far luce in questo mare oscuro d’inquietudine e scoprire che magari non siamo poi così diversi, che la stranezza può essere sinonimo di bellezza e che la paura già è fuggita anche dalla nostra memoria.Storie umane, come le nostre, spezzate bruscamente da qualche evento o da una limitazione della libertà che nessun Umano che voglia mantenere questo prestigioso titolo può sostenere.W.ha25anniestamattina,quasipercaso,conunsorrisostampatosullelabbra,ciporgelasuamano per fare conoscenza, noncurante delle macchie di vernice e colore che io e mio cugino ci portiamo addosso.E’ estasiato dall’aver incontrato due persone per strada, due giovani che per di più hanno risposto alla sua voglia di conoscersi, in una Lignano dove gli animi spesso hanno la stessa tintagrigiadelcielonovembrino,unfattochevacontroognilogicanellacittàdelturismoedell’accoglienza.Ci confessa il suo - neanche un po’ segreto – desiderio di fare amicizia e si propone per darci unamano;tanto,apartefumareetrasmetteremalattieaglionesticittadini,nonhamoltoaltroda fare.Losciroccosoffiaancorapossentedalmareecontinuaamacchiareilcielodinubielaterradipioggia.Vuoleinvitarciapranzo,masiamocostrettiadeclinarelaproposta,quindicilasciamocon la promessa di trovarci nel pomeriggio davanti al murales che stiamo dipingendo.Sarebbeandataeffettivamentecosìsenonfossestatoperlapioggiabattenteecostantechenonci ha dato possibilità di uscire di casa.Approfittiamodiunapausachesembraesserepiùpromettentedellealtreemunitidimantelle

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impermeabili usciamo un po’.L’oradeltramontosiavvicinaepasseggiandointutt’altroluogorispettoalmurales,incontriamo proprio il nostro amico dalla pelle olivastra e gli occhi del color del mare in burrasca.Questavoltaèaccompagnatodaunaltrouomodalnomedifficiledapronunciareeancorpiùdaricordareche,conlesembianzediunventenne,fieroportaisuoi45

anni.Sedutisuunapanchinacioffronoduebirrecomprateappostapernoi(nonbevonoalcool)epatatine a volontà, si ride, si scherza e si parla.W.èstato9anninell’esercito,dicui5conilgradodicapitano,finchénonhacominciatoadessereperseguitatodaitalebaniedèstatocostrettoallafuga,abbandonandolamoglieedifiglidi 5 e 3 anni.-Youwoman,youchildren,withtalibannoproblem.Youguy,youman,haveproblem-Così, con un inglese non peggiore di quello insegnato in molte scuole italiane, ci spiega la situazione di oggi in Afghanistan, principalmente di Kabul, dove in passato ha trascorso molti pomeriggi a bere the e festeggiare con i colleghi dell’esercito americano.

L’altro uomo ogni tanto sfodera, al posto dell’inglese, una poderosa ed esauriente risata che facilmente contaminatuttinoi.Quanta forza d’animo, quanto coraggio, quante lacrime regalate alla terra prima di concedersi di ridere di nuovo.Una famiglia sola e lontana, un lavoro abbandonato, una vita spezzata ed il sorriso più sincero del mondo scolpito in faccia ad ognuno di loro.Se solo chi ha bisogno di mendicare un sorriso da porre sulla propria facciaprestasseunpo’diattenzioneaquesteperleregalateatutti!

Se solo ci rendessimo conto dell’assurdità dei volti scontrosi e chiusi coi quali ci presentiamo aquestomondofattodiespressionidolcieparolemusicalitroppospessointerpretatecomesegnalidisfida.Le risate aumentano quando proviamo a cimentarci noi con un po’ di pashto e loro con l’italiano.Si fa buio ed il vento, che ha già cambiato direzione, ci porta ora un freddo abbraccio nordico.Ci proponiamo per ricambiare la birra ricevuta con un the caldo, ma ormai hanno già bevuto una cola e non vogliono che si mischi con quest’altra bevanda, quasi per non desacralizzare questo “rituale”, ci penseremo domani.Lui, il ragazzo che ama l’Italia e crede che ogni italiano sia una brava persona si alza, raccoglie tuttigliscartiinunsacchettoedinungestonaturalissimolibuttavia...unacosacheforsesoloa Natale e Pasqua ho visto fare a dei miei coetanei.Ci salutiamo con un “a presto” ed un “ma-na-na”, grazie.Interessante è riflettere sulla natura di un pregiudizio e se, nel perverso gioco delladiscriminazione, ci troviamo veramente nella posizione giusta per poter giudicare.

Lignano, 12.11.2014

Francesco Sandri

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Le frasi celebri della 4^ Bl’erba!”

Michele ha la testa appoggiata sul banco.Matassi: “Io voglio parlare con i tuoi genitori persaperesedormidinotte.Macosafaitu?Ilbuttafuoriinunadiscoteca?Ilgigolò?”

Sbru rientra in classe tardi dopo il cambio dell’ora.Matassi: “Oh, buongiorno!”Sbru: “Scusi prof, ero in bagno.”Matassi: “deve essere stata una cosa complicata!”

Oradifilosofia.Montagner: “Questa, ragazzi, non è una lezione di scienze o di fisica. Noi stiamofacendo matematica!”

Zamburlini: “Ragazzi, ho capito: volete andare in aula di arte perché siete in astenia di Piazza!”

Montagner disegna un sole stilizzato alla lavagna.Si volta verso la classe, che lo guarda in silenzio.Montagner: “Che c’è? Ho avuto come maestro il maestro di Piazza. Qualche problema?”

Musumeci: “Bene bene, interroghiamo. Chi interroghiamo?Maybe...Filippo,maybe?”Filippo: “Eh... sì”Musumeci: “Filippo... sì?”Filippo: “Posso dirle di no?”Musumeci: “Certo che puoi dire di no. Però io ti do tre!”

Montagner: “Quello che vi sto facendo fare è unodeilavoripiùdifficilichesipossonodareda fare agli studenti delle medie. Credetemi. Io hofattonoveannidimedie!”

Meneghel: “Ma la Borghesia, prima di appropriarsidituttoilpotere,checosafa?”davide: “Nasce!”Federica: “... cresce, corre...”

Matassi: “Qualcuno vada a prendermi dei gessetti colorati in 3A scientifico. Perché tantoalla Musumeci non servono, mica deve farci i disegnini. deve solo scriverci, giusto?”davide: “Scrivere, la Musumeci? Parliamone!”

SbrustaripassandoStoriadurantel’oradifisica.La Matassi lo guarda e se ne accorge.Sbru: “No prof, stavo anche seguendo.”Matassi: “No, anche perché sei un maschio, e non sai fare due cose contemporaneamente.”

Zamburlini: “Ragazzi, come si pulisce un vulcano?”Classe: “...”Zamburlini: “Si lava!”Classeattonita.

Sbru è andato in bagno e non è ancora tornato. La Meneghel manda Samuele a cercarlo.Quando rientrano, Sbru ha una bottiglietta inmano.Sbru: “Scusi prof, ero andato a prendere l’acqua:”Federica: “Al pozzo?”Meneghel: “Sì, se lo sarà scavato.”

Zamburlini: “Lorenzo, dov’è il virus?”Lorenzo: “...Boh!”Zamburlini: “Eh, boh, là!”Classe sconcertata.

Montagner: “Ragazzi, io non sono la Matassi.... Ma sono comunquepiuttosto soddisfattodellamia identità.”

Sembradisentiredeglisparifuoridallafinestra.La Meneghel, guardando fuori: “Anche i vecchiettisistannoaffacciando,quindilacosasifa interessante.”

Zamburlini viene a riprendersi i libri in classe dopo la ricreazione, durante l’ora di matematica.Zamburlini: “Ho visto che sei molto territoriale.”Matassi:“Si,sonocomeigatti.Mimancasolo

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FrancescoMinutello,exstudentedelLiceoScientifico“E.L.Martin”,all’etàdiseiannientranellascuoladimusicaS.CeciliadiPortogruaro(VE),iniziandodueanni dopo lo studio della tromba nella classe del maestro Giovanni Vello. Ancora giovanissimo inizia a suonare con un primo quintetto di trombe, laboratoriomusicale della classe di tromba, che vince vari concorsi nazionali ed internazionali, diventando poi l’ “Ensemble trombe Portogruaro”.Nel 2005 raggiunge il diploma di tromba, sempre seguito dal suo primo insegnante GiovanniVello,alconservatoriodiAdria(RO)comeprivatistaediniziaquindiad intraprendere la strada jazzistica, dapprima con Angelo Comisso, e studiando poi con Markus Stockhausen.Nel 2008 si laurea con il massimo dei voti e la lode presso l’ Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sull’organizzazione di un festival jazz.Nel 2012 si laurea con il massimo dei voti e la lode al biennio superiore di jazz presso il conservatorio di Rovigo con Marco tamburini.Segue svariati corsi con musicisti d’indiscussa fama nazionale ed internazionale come Sthephen Burns, Marco Pierobon, Alberto Frugoni, Fabiano Maniero, MarkusStockhausen,CecilBridgewater,FabrizioBosso,FulvioSigurtà,AmbroseAkinmusire e Marco tamburini. Partecipa ai seminari “Summer Jazz Workshop inBassano–VenetoJazz–2006″,“SienaJazz2008–2014″,“GoriziaJazzWorkshop2009″.Nel corso degli anni ha partecipato a numerosi Festival e Rassegne come: Vicenza Jazz,Udin&Jazz,StrofeDipintediJazz,JazzbythePool,TheNightflyInternationalJazz Festival on the Beach, Mescolanze Musicali, Venezze Jazz Festival, Gospel Air,TutteleStradePortanoalJazzealtri.Attualmente,oltreasvolgerel’attivitàconcertisticaconvarieformazioniJazz,dalduoallaBigBand,èleaderdelprogetto“F.M.4tet”chevedelapartecipazionedeisassofonistiMauroNegrieAlfonsoDeiddaedhaall’attivodiversepubblicazionidiscografiche.Conta inoltre varie collaborazioni sia in studio che in live performance con formazioni, cori gospel, orchestre e musicisti del Nord Italia.

Francesco Minutello

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dopo la prima serata del MENGONI LIVE 2015 – il tour

Ieri ho vissuto una serata a dir poco incredibile... tantissima ansia, ma di quella positiva, prima di salire sul palco, la lancetta dell’orologiosembrava non girare mai e poi finalmente loshow.Tutta la tensione che svanisce allaprimanota,al primo boato del pubblico che impazzisce non appena Marco sale sul palco. due ore intensissime e cariche di emozioni che, però, come tutte le

cose belle, passano troppo in fretta.120 minuti che sembravano 12... e poi la carica, gli abbracci di gioia, quella verastampatasuivoltiditutti.Essere consci di aver sudato e lavoratoduramentepertresettimanepercreareunospettacolointenso.Gliabbracci e i complimenti dei fan che aspettanofuoridalpalazzetto!La data 0 è andata...adesso pronti per “conquistare” l’Italia con i prossimi concerti!

Francesco Minutello

Mengoni live 2015- il tour