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Indice Dimezzati i tagli alle autonomie (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 2 Caserme, la vendita coprirà i tagli (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 3 L'antitrust: sui servizi locali regole più strette (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 4 Tagli per quasi 20 miliardi caccia all'ultimo sconto (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 6 Imposta municipale con effetti collaterali (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 11 Lavori in corso anche per i rifiuti (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 12 Ai sindaci l'arma delle addizionali (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 13 Meglio le province delle regioni (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 14 Online i pagamenti per la p.a. (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 15 Antitrust: no alle tariffe consigliate (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 17 Comuni, un pieno di promesse (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 18 Doppio taglio agli stipendi dei direttori generali (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 19 Dirigenti a contratto non per tutti (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 20 Il museo contadino nel futuro (La Voce di Romagna Ravenna - 27/08/11) pag. 21 Pagina 1 di 21

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Indice

Dimezzati i tagli alle autonomie (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 2

Caserme, la vendita coprirà i tagli (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 3

L'antitrust: sui servizi locali regole più strette (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 4

Tagli per quasi 20 miliardi caccia all'ultimo sconto (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 6

Imposta municipale con effetti collaterali (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 11

Lavori in corso anche per i rifiuti (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 12

Ai sindaci l'arma delle addizionali (Il Sole 24 Ore - 27/08/11) pag. 13

Meglio le province delle regioni (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 14

Online i pagamenti per la p.a. (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 15

Antitrust: no alle tariffe consigliate (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 17

Comuni, un pieno di promesse (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 18

Doppio taglio agli stipendi dei direttori generali (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 19

Dirigenti a contratto non per tutti (Italia Oggi - 27/08/11) pag. 20

Il museo contadino nel futuro (La Voce di Romagna Ravenna - 27/08/11) pag. 21

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Dimezzati • tagli alle autonomie • L'annuncio di Calderoli e Alfano: «Accordo raggiunto nella maggioranza»

Eugenio Bruno ROMA

Il pressing asfissiante di Re-gioni ed enti locali ha avuto effet-to. Nell'accordo di maggioranza annunciato alla "Berghem fest" da Roberto Calderoli e conferma-to da Roberto Maroni e Angelino Alfano presenti al suo fianco sul palco, un ruolo di primo piano lo ha avuto la scelta di dimezzare i tagli alle autonomie contenuti nel-la manovra bis. E, se possibile, az-zerarli addirittura per i Comuni.

L'ammorbidimento dei nuovi saldi imposti dal patto di stabilità è sembrato sin dall'inizio uno dei pochi temi unificanti tra Lega e Carroccio. Nonostante un emen-damento ancora non ci sia e diffi-cilmente ci sarà prima di lunedì, le intenzioni dell'Esecutivo al pro-posito sembrano chiare. E la con-ferma definitiva si è avuta ieri, pri-ma ancora che da Bergamo arri-vasse la conferma della "fumata bianca" che lunedì dovrà essere ratificata ad Arcore. In momenti diversi della giornata il segretario pidiellino Alfano - che in mattina-ta ha incontrato i suoi colleghi di partito Roberto Formigoni, Giu-seppe Castiglione e Osvaldo Na-poli in rappresentanza di Regio-ni, Province e Comuni - e il mini-stro leghista dell'Interno Maroni - che nel pomeriggio ha visto al Viminale il sindaco capitolino Gianni Alemanno (Pdl) - aveva-no già espresso lo stesso concet-to: la terza stretta in un anno sarà fortemente ridimensionata.

In che misura dipenderà dalle

risorse che la maggioranza reperi-rà con l'aumento dell'Iva al 21%,

l'introduzione della patrimoniale anti-evasione e un eventuale nuo-vo giro di vite sui ministeri. Conti alla mano per abbattere del 5o% l'aggravio da 6 miliardi nel 2012 e 3,2 nel 2013 imposto dal Dl 138 ser-virebbero 4,6 miliardi. Per elimi-nare del tutto o ridurre dell'8o% la quota parte dei sacrifici a cari-co dei Comuni, come piacerebbe a Maroni, ci vorrebbe un altro mi-liardo. Ma così si prosciughereb-be l'extragettito prodotto dall'in-

LA SOLUZIONE L'allentamento della stretta dipenderà dal gettito recuperato con le altre misure: peri Comuni si punta all'azzeramento

nalzamento di un punto dell'Iva. Da qui l'altra ipotesi di differen-

ziare lo sconto a seconda dei com-parti. Verrebbe così concesso qualcosa in più a quello municipa-le, magari in abbinata a uno sbloc-co per i "virtuosi" del 5-6% dei re-sidui passivi (su cui si veda Il Sole 24 Ore di ieri) congelati in cassa, e qualcosa in meno a quello provin-ciale e regionale. Certo bisognerà vedere come reagiranno i gover-natori che, per bocca del lombar-do Formigoni, hanno ripetuto ie-ri: «Le Regioni incidono sulla spe-sa pubblica per il 16% e sono gra-vate dal 57,7% dei tagli». Secondo

i calcoli dei suoi tecnici, dei 104,75 miliardi di sacrifici complessivi previsti per il quadriennio 2011-2014 da tutti gli ultimi inter-venti di finanza pubblica, 25,5 mi-liardi sono a carico dello Stato, 60,45 delle Regioni, 4,1 delle Pro-vince e 14,7 dei Comuni.

Una scelta del genere non pia-cerebbe nemmeno alle Province che potrebbero comunque conso-larsi con lo stralcio della cancella-zione per quelle inferiori a 3oomi-la abitanti contenuta nella mano-vra bis. Al suo pesto dovrebbe ora arrivare un disegno di legge costi-tuzionale con cui riformare gli ar-ticoli 131,132 e 133. Al fine di razio-nalizzare i 104 enti di area vasta con il coinvolgimento dei livelli di governo superiori e inferiori senza però sopprimerli.

Un analogo sospiro di sollievo lo tireranno i 1.970 primi cittadini dei municipi con meno di 1.000 abitanti che hanno manifestato sotto Montecitorio e sono stati ri-cevuti dal sottosegretario alla pre-sidénza del Consiglio, Gianni Let-ta. Proprio Letta li ha rassicurati. Su questo punto le alternative so-no due: o lo stralcio dell'articolo 16, invocato dal vicepresidente dell'Anci, Mauro Guerra, e dal presidente delle comunità monta-ne, Enrico Borghi e il rinvio della questione al Codice delle autono-mie ovvero una potatura soft che cancelli le neonate unioni munici-pali e rafforzi invece le unioni di Comuni incentivandole a gestire in forma associata tutti i servizi.

RIPRODUIIDEE OISFEVOrO

- Accordo annunciato a Bergamo. li ministro dell'Interno Roberto Maroni, il segretario Pd Angelino Alfano e il . —

Dimezzati i tagli alle autonomie

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o dir; - lissl

Agli irnmobitideltaDifesa .Il ministro La Russa sull'emendamento al decreto : fondi per gli investimenti ma anche perle spes e

«Caserme, la vendita coprirà i tagli»

Isabella Bufacch iROMA

Potenzialmente, la dismis-sione di caserme, fari e altri im-mobili non più funzionali all eForze armate può fruttare in tr eanni «e senza fatica» la copertu-ra integrale dei tagli che rica-dranno sulla Difesa, tra quelliprevisti nel capitolo minister idella manovra . Di tale potenziali -tà, rimasta inespressa perch él'alienazione del patrimonio im-mobiliare militare negli anni si èrivelato più teoria che pratica,ne è convinto il ministro della Di -fesa, Ignazio La Russa, che h apronto un emendamento per ildecreto anti-crisi con la finalit àdi sbloccare lo stallo con inter -venti mirati «per evitare che i mi -litari sostengano solo costi sen-za alcun vantaggio e per semplifi -care la burocrazia con procedu-re più snelle» .

L'emendamento stabilisceche circa la metà degli incassi d adismissione andrà allo Stato -per ridurre lo stock del debit opubblico - e agli enti locali men -tre l'altra metà resterà alla Dife-sa per finanziare nuovi investi -menti e per sostenere spese va -rie, Eurostat permettendo : peresempio la manutenzione degl iimmobili militari oppure la co-pertura dei costi dei trasferimen -ti, «che sono onerosi e che frena -no la razionalizzazione degli spa -zi e lo svuotamento delle caser-me parzialmente occupate» ... .. . .. .. .. . . .. .. .. . .. .. .. . .. .. . .. .. .. . .. . .. .. . .. .. .. . .. .. .. . .. . .. .. . .. .. ..

IL TEST OMetà dell'incasso dell ealienazioni andrebbea ridurre il debito pubblic oe agli enti locali, l'altr ametà alle Forze Armate

L'emendamento recita: «e som-me riassegnate alla Difesa con-fluiscono nei fondi... per le spes edi riallocazione di funzioni, ivi in-cluse quelle relative agli eventua -li trasferimenti di personale im-piegato negli immobili alienati, eper la razionalizzazione del set-tore infrastrutturale della difesa ,nonché, fino alla misura del i oper cento, nel fondo casa . . .» .

La ripartizione della torta, se-condo il ministro, potrebbe se-guire queste grandezze : ogni 50 0

incassati da alienazioni, i ioo delvalore di libro verrebbero rad-doppiatia2oo e trasferiti allo Sta -to, 50 agli enti locali e i rimanent i250 rimarrebbero alla Difesa .«Le difficoltà finora sono dipesedal fatto che non ci si è preoccu-pati del bilancio della Difesa, del-la storia e delle tradizioni dei mi-litari - ha spiegato La Russa al So-le 24 Ore - Le caserme completa-

mente vuote e inutilizzate sonopoche, molte invece sono par-zialmente occupate e il trasferi-mento dei militari non è facilequando si richiede di collabora-re senza tornaconto» .

Un altro ostacolo all'alienazio -ne degli immobili della Difesa se -condo il ministro è stato finor aquello relativo alla definizionedella variante urbanistica, allamodifica della destinazioned'uso che richiede l'intervent odegli enti locali i quali puntano aottenere l'immobile gratis .L'emendamento prevede inve-ce il termine perentorio di i8 ogiorni per la conclusione delleprocedure di valorizzazione ,analogo a quello recentement eintrodotto per quelle di compe-tenza degli enti territoriali, e lapossibilità di ricorso a conferen-ze di servizi indette dalla compe-tente articolazione della Difesa ,ovvero ad accordi di program-ma promossi dagli enti territo-riali, con laratifica del Consigli ocomunale entro 30 giorni o consilenzio assenso .

RIPRODUZIONE RISERVATA

Risorse dalle caserme . Il ministro della Difesa Ignazio La Russa

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II Sole

t Garante per ta concorrenza e i errato . La segnalazione inviata al Parlamento e al Govern o

L'antitrust sui servizi locali regole più stretteCelestina Dominell i

ROMA

È una buona iniezione a favo -re della concorrenza e della mo-dernizzazione dei servizi privat ie pubblici . Per raggiungere i ri-sultati sperati occorrono però al-cuni correttivi . Dall'Antitrust ar-riva un sostanziale disco verdealla manovra : cinque pagine in-viate a Camera e Governo dalpresidente Antonio Catricalà efinalizzate «a fornire emenda-menti migliorativi» delle normeall'esame del Senato .

Un passo avanti si registra sicu -ramente nei servizi privati dov el'Autorità giudica positivamente

la cancellazione delle restrizion iall'accesso e all'esercizio delle at-tività economiche . Ma ci sono an-cora dei paletti da rimuovere . Peresempio, va eliminato il riferi-mento «ad autorizzazioni aggan-ciate, direttamente o indiretta -mente alla popolazione o altri cri-teri di fabbisogno» . Il rischio, av-. .. .. .. . .. .. . .. . .. .. .. . .. .. . .. .. . .. .. . .. .. . .. .. .. . .. .. . .. . .. .. .. . .. .. . .. .. .

CORRETTIVIDa rivedere il comma sull etariffe professionali e lasoglia di 900mila eur oche è stata introdottaper gli affidamenti in house

verte Catricalà, è che diversamen-te si reintroducano nuove restri-zioni alla libera concorrenza .L'Antitrust suggerisce poi di rifor -mulare il comma che cancella lerestrizioni relative ai prezzi mini-mi per evitare interpretazioni ri-duttive . Un'abrogazione che an-drebbe estesa anche a prezzi e ta-riffe massime lasciando che sia ilmeccanismo competitivo delmercato a calmierare eventualisquilibri nell'offerta dei servizi.Sebbene si riconosca comunqu el'importanza «di tutelare i consu-matori da prezzi eccessivi o gra-vosi». Lo stesso decreto preved edel resto la possibilità di introdur -

re alcune eccezioni, ma queste, ri-corda Catricalà, dovranno esseregiustificate da ragioni di ordinepubblico, pubblica sicurezza, sa-nità e tutela dell'ambiente .

Sul fronte delle professioni ,l'Authority bacchetta la scelta d iindividuare le tariffe come para-metro legale di riferimento per ladeterminazione del compensodel professionista. «Eunpasso in-dietro» rispetto alla cancellazio-ne di tariffe obbligatorie fisse ominime contenuta nel decretoBersani. E soprattutto incide ne-gativamente sulla liberalizzazio-ne del mercato delle professioni.Pollice verso poi sull'introduzio-

ne dei consigli di disciplina . Ch eperdono per strada la necessari aterzietà vista la scelta di riservar -ne la partecipazione solo aprofes -sionisti appartenenti all'ordine .Va ridotto inoltre da tre a due an-ni il tempo massimo del tirocinio .Catricalà sollecita però maggior ecoraggio . Se l'obiettivo è infatti ac -celerare l'incontro tra i giovani eil lavoro, allora si potrebbe fare dipiù consentendo di svolgere il ti-rocinio durante gli anni dell'uni-versità . E ancora, di conseguir elauree che, in combinazione conl'esame di Stato, abilitino all'eser-cizio della professione (si veda an-che Il Sole 24 Ore di ieri).

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Infine, il capitolo dei servizipubblici locali . Qui il faro è punta-to sul ricorso alla procedura i nhouse per servizi di valore inferio-re o pari 9oomila euro . Una sogli agiudicata elevata e che si presta fa -cilmente «a comportamenti elusi -vi» delle amministrazioni . Unesempio? «Sarebbe sufficiente -osserva Catricalà - frazionare gliaffidamenti in tante "tranche", tut -te sotto i 9oomila euro, per poter-le attribuire a controllate in hou-se» . Meglio dunque la regola del-la gara obbligatoria salvo partico-lari situazioni locali . Ultima anno -tazione sulle privatizzazioni . Be-ne gli incentivi secondo l'Autori-tà, ma attenzione a garantire «ch etali procedure si svolgano nel mo -do più concorrenziale possibile» :la strada da privilegiare è quindila gara a evidenza pubblica .

RIPROI O©ONF RISERVATA

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SCO ASI 20 MTT TARDI

TINI Previsti sacrifici per enti locali, pubblico impiego e ministeri In sede di conversione molte disposizioni potrebbero cambiare

a rasoiata dei tagli di spesa tocca circa i zo miliardi. Ma questa

_I faccia della manovra- quella che a differenza della Francia prevede anche tagli, oltre all'aumento delle tasse - è il capitolo più incerto e controverso. Quello su cui tra decreto di Ferragosto e conversione in legge si leggeranno le maggiori differenze sui saldi. Patto di stabilità interno, pubblico impiego e riduzioni di spesa dei ministeri sono i tre macrocapitoli in cui si collocano la soppressione delle Province e dei Comuni con meno abitanti, la gestione associata di settori come polizia locale, scuola, viabilità o ambiente. Ma il braccio di ferro con sindaci ed enti locali è ancora in corso e già si parla di

stralcio delle norme più controverse. Altro capitolo è il pubblico impiego. I dipendenti stanno già dando molto con il blocco degli stipendi, il taglio delle retribuzioni più alte, la rateizzazione delle buonuscite e l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne, molto più rapido di quello per il settore privato. In questi casi, non si parla diveri e propri tagli, ma di sacrifici che produrranno economie e risparmi nei prossimi anni. Su tagli e contenimento delle spese, insomma, la forbice resta incerta.

DIZIONARIO A CURA DI Laura Cavestri

Per le singole voci di taglio de la manovra di Ferragosto è stato preso l'effe to fissato per ciascuna misura da parte della relazione tecnica preparata dairEsecufvo. Normalmente si è preso il valore complessivo e non per singolo anno collegato alla misura

Nel giudizio di fatti bi lità si è cercato di riassumere in un'espressione sintetica le valutazioni che la nota del Servizio Bilancio del Senato ha dato per le stime che sono state presentate nella relazione tecnica da parte del Governo.

LEGENDA

LE STIME DEL GOVERNO dob in rnici di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

ALTA MEDIA al) BASSA

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Congedo «forzato» con 40 anni di contributi Le pubbliche amministrazioni

potranno - anche nel triennio 2012-2014 - continuare a mandare in pensione il personale che ha raggiunto i 4o anni di anzianità contributiva, anche se non ha presentato la domanda di pensione. Possibilità introdotta nel 2008 e che ha permesso a molte amministrazioni pubbliche tra il 2009 e il 2011, di arrivare al ricambio di personale e dirigenti. Anzianità contributiva non significa però automaticamente numero di anni di effettivo servizio. Quindi sono compresi, ad esempio, i riscatti del servizio militare e dell'università. Le amministrazioni hanno un solo vincolo: devono comunque garantire il rispetto del preavviso di • almeno sei mesi.

Tra spesa pensionistica e buonuscita si prevede un aumento di spese per 8 milioni nel 2013 e di 46 nel 2014. Oneri immediati ma destinati a produrre risparmi a lungo termine sui costi di personale

LE STIME DEL GOVERNO dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• Il servizio bilancio non quantifica diversamente gli effetti d'impatto, basati sul fatto che permangano le attuali "propensioni" al pensionamento di coloro che si avvicinano a maturare 40 anni di contributi. Nulla si dice poi sugli effetti finanziari della norma sugli enti commissariati

Stretta sui dicasteri con esclusione dei Fondi In attesa che la riforma costituzionale

introduca la regola del pareggio di bilancio, si esige che tutti i ministeri propongano, per il triennio 2012-2014, tagli, rispettivamente di 6 miliardi di curo per il 2012 e di 2,5 miliardi per il 2013. Dalla "scure" restano esclusi il Fondo per il finanziamento ordinario delle università, le risorse destinate alla ricerca, all'istruzione scolastica e al finanziamento del 5 per mille, il Fondo unico per lo spettacolo e le risorse per la conservazione dei beni culturali. È, invece incluso nei sacrifici il Fondo per le aree sottoutilizzate. Con Dpcm ad hoc saranno individuati i corrispondenti obiettivi in termini di saldi da finanziare e da ripartire tra i dicasteri.

Ma la partita non è chiusa. Tra gli emendamenti - a firma di alcuni esponenti del Pdl - si prevede che tutti i ministeri, entro due mesi, debbano presentare a Palazzo Chigi un piano per ridurre gradualmente le strutture del 25 per cento.

LE STIME DEL GOVERNO dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• La relazione tecnica fa notare che è in sede di individuazione degli obiettivi di riduzione di spesa, per ciascun dicastero, che si capirà l'effettiva spendibilità delle risorse

• 16 miliardi di tagli per il 2012 possono essere ridotti dall'aumento dell'Ires sul settore energetico

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Sacrificio aggiuntivo per le autonomie Il conto aggiuntivo chiesto a Comuni

e Province passa attraverso la modifica del meccanismo del patto di stabilità interno appena varato con la prima manovra correttiva (decreto legge 98/2011). I cambiamenti prevedono tagli alle autonomie per 6 miliardi nel 2012 e 3,2 miliardi nel 2013. I "sacrifici" sono ripartiti tra: Comuni con più di 5mila abitanti (1,7 miliardi nel 2012 e i miliardo nel 2013); Regioni ordinarie (sulle due annualità, rispettivamente,1,6 miliardi e 800 milioni); Regioni a statuto speciale e Province autonome (2 e i miliardo) e Province (zoo milioni nel 2012 e 400 nel 2013). I meccanismi del patto, se rimarranno invariati, determineranno l'impossibilità per Comuni e Province di programmare nuove opere pubbliche (manutenzione strade, verde, patrimonio pubblico), oltre che tensioni sugli avanzamenti delle opere in corso di realizzazione. Le norme prevedono anche la soppressione delle Province con meno di 3oomila abitanti.

Le disposizioni per i Comuni con meno di 5mila abitanti riguardano, invece, anche la gestione, in modo associato, di almeno due funzioni fondamentali entro la fine dell'anno e le restanti quattro entro la fine del 2012, a prescindere dalla data di scadenza dei propri organi di governo. Le funzioni fondamentali sono quelle previste dalla legge sul federalismo fiscale: amministrazione, gestione e controllo per almeno il 70% della spesa corrente; polizia locale; servizi sociali; gestione del territorio e ambiente; viabilità e trasporti; istruzione pubblica. I Comuni possono optare tra le unioni, le convenzioni e, probabilmente, la delega alle comunità montane, mentre non possono dare vita a consorzi. La forma di gestione associata scelta deve comunque raggiungere la soglia minima di lomila abitanti, ma le giunte regionali con propria deliberazione possono aumentarla o diminuirla

Partita diversa quella dei Comuni con meno di L000 abitanti, la cui sorte non è ancora decisa dopo le polemiche e le proteste dei sindaci. Dovranno gestire in modo associato tutte le proprie funzioni tra Comuni confinanti, attraverso le

LE STIME DEL GOVERNO dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• La relazione tecnica non fornisce elementi sufficienti a verificare la concreta conseguibilità degli obiettivi di risparmio nè le regole da seguire per ottenere i risparmi. Inoltre va chirito che l'esonero degli enti virtuosi non pregiudica i volumi complessivi di risparmio

unioni municipali; non è invece prevista alcuna fusione obbligatoria. L'obbligo decorre dal primo rinnovo del consiglio comunale. Le unioni municipali avranno un'assemblea composta dai sindaci dei Comuni aderenti, una giunta e un presidente eletto dall'assemblea che deve necessariamente essere sindaco; avranno piena autonomia, quindi il proprio bilancio e il proprio personale, anche se mancano indicazioni per la fase di prima applicazione. Le unioni municipali dovranno darsi lo statuto e le regole di funzionamento, in base alle indicazioni fissate in un regolamento che dovrà essere emanato dal Governo entro la metà del mese di novembre. È prevista la nomina da parte dei prefetti, previa diffida, di un commissario ad acta, con il compito di provvedere in caso di inadempienza da parte dei Comuni.

Tuttavia, non è detto che queste misure vadano in porto. Si fa, infatti, strada, in queste ore, l'ipotesi di rinviare la soppressione delle Province sotto i 3oomila abitanti a un D dl costituzionale. Mentre le misure sui "mini-comuni" potrebbero essere stralciate per confluire in un codice delle autonomie.

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n.

Slitta il calendario per il ritiro Si armonizzano le regole per andare

in pensione allineando quelle del personale della scuola a quelle già in vigore per l'intero comparto del pubblico impiego.In questo modo, si allunga il calendario per il personale scolastico. L'unica "finestra" di uscita prevista è all'inizio dell'anno scolastico o accademico (tranne per coloro che maturano i requisiti entro il prossimo 31 dicembre).

A rischio, secondo modalità ancora tutte da studiare, ci sono anche le tredicesime, che vengono rateizzate quando l'amministrazione non raggiunge gli obiettivi di bilancio fissati dai documenti di finanza pubblica.

L'effetto complessivo delle economie che si producono risulta di ioo milioni di euro nel 2012, 1 miliardo nel 2013 e 774 milioni nel 2014. Ricadute anche negli anni successivi:490 milioni nel 2015, 532 milioni nel 2016 e 548 milioni nel 2017.

LE STIME DEL GOVERNO dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• La relazione tecnica definisce corretta la quantificazione dei tagli. In relazione ai parametri utilizzati, però, si rileva che non sono espressamente spiegati gli elementi che hanno portato a individuare la platea degli interessati

Salario differito in ritardo anche di 24 mesi Le misure più significative

interessano chi è in vista dell'uscita dal lavoro nel settore pubblico. In particolare, per coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione dopo lo scorso 13 agosto, slitta il versamento del trattamento di fine rapporto, di sei mesi per chi va in pensione di vecchiaia e di 24 mesi nel caso dell'uscita di anzianità. Si introduce il differimento del Tfr di 24 mesi nel caso del pensionamento di anzianità e di sei mesi per quello di vecchiaia. Si determina dunque un ritardo nella corresponsione di tali risorse che può arrivare fino a un anno e mezzo. La disposizione non riguarda solo il personale dipendente delle amministrazioni statali, ma anche quello delle altre Pa, comprese sanità, Regioni ed enti locali. I risparmi previsti prevedono: 33o milioni nel 2012, 1 miliardo nel 2013 e 723 milioni per il 2014.

LE STIME DEL GOVERNO dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• Il servizio bilancio non contestai calcoli e le ipotesi effettuate dalla relazione tecnica. Le valutazioni sui risparmi appaiono sostanzialmente corrette per gli anni fino al 2015. Mentre mancano informazioni sulle proiezioni per il 2016

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Donne: dal 2016 tempi lunghi per la pensione Le dipendenti del settore privato si

allineano alle "colleghe" del pubblico per quanto riguarda i requisiti della pensione di vecchiaia. L'allineamento dell'età pensionabile avviene per piccoli scalini che, dal 2016 in poi, crescono gradualmente. Il requisito anagrafico aumenta di un mese nel 2016, cresce di due mesi dal 2017, di tre mesi dal 2018, di quattro mesi dal 2020, di cinque mesi dal 2021; dal 2022 la crescita diventa più incisiva: sei mesi ogni anno. Questo accade fino al 2027. L'armo successivo - il 2028 -l'ultimo gradino è di tre mesi e l'età di vecchiaia delle donne del settore privato si stabilizzerà definitivamente a 65 anni.

Il risparmio non è immediato, ma le economie - calcolate, per ora, a partire dal 2017 e sino al 2021 — pro dùrranno un risparmio, su quel periodo, di circa 4 miliardi di euro. Un effetto diluito rispetto a quanto già previsto per il pubblico, dove l'età minima è cresciuta da 6o a 61 anni nel 2011, e crescerà da 61 a 65 il i ° gennaio del 2012.

LE STIME SULLE INDICAZIONI ANCI dati in mld di euro

GRADO DI ATTENDIBILITÀ

• Il Servizio bilancio sottolinea che la relazione tecnica non ha mai fornito una puntuale indicazione dei risparmi attesi.

• La stima dei risparmi è posta su un andamento progressivamente crescente, ma non ci sono abbastanza informazioni per una valutazione

press unE 27/08/2011

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press L.IfE27/08/2011

Luig iLovecchi o

Impostamunicipalecon effetticollaterali

a possibile anticipazion edell'Imu, nella version eattuale, al 2012, ha un

elevato grado di fattibilítà, inconsiderazione delle evident isimilitudini con Ylci .Presupposto, soggetti passivi ebasi imponibili, infatti ,coincidono. Non servirannodunque rilevanti modificheorganizzative, anche se uncerto periodo di adattamentosarà necessario . I punticritici sono sostanzialmentedue. Il primo è di natur ainterpretativa e riguard al'applicabilità nell'Imu di un apluralità di disposizioni Ic inon espressamente richiamate.Per evitare un'entrata invigore al buio del nuovo tribut osarebbe opportuno preveder euna disposizione disalvaguardia con un rinviogeneralizzato alla normativadell'attuale imposta locale ,ove non diversament estabilito . Il secondo punt ocritico è connaturato al tributofederale e riguarda la divers adistribuzione del caric od'imposta. L'Imu infatti no nsarà a somma zero per i singolicontribuenti . A fronte delguadagno di alcuni, altr isubiranno un aggravio . S ipensi agli immobili d'impresama anche all'esenzionedell'abitazione principale .L'idea di includere il prelievosui rifiuti nell'Imu appare ,invece, troppo problematicaper essere condivisibile .

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OSIAPIO DA O

press LinE 27/08/2011

II soler /,1

Il dopo Tarsuffia. Allo studio l'accorpamento

Lavori in corso anche per i rifiuti Tra le proposte in discus-

sione nell'àmbito della mano-vra sui conti pubblici c'è il rior-dino del prelievo sui rifiuti. Si tratta di un nodo che si tenta inutilmente disciogliere da cir-ca 13 anni.

La situazione attuale, recepi-ta e fotografata nell'articolo 14 del Dlgs 23/ton, prevede l'ap-plicazione alternativa di tre prelievi diversi. Il primo è la Tarsu, la tradizionale tassa sui

rifiuti urbani, disciplinata nel DIgsso7/93.Ilsecondo è la tarif-fa Ronchi o «Tia i» (articolo 49, Dlgs 22/97),I1 terzo è latarif-fa integrata ambientale o «Tia 2», istituita con l'articolo 238, del Dlgs 152/2006. La «Tia malgrado il contrario parere delle Finanze, ha natura tributa-ria e non è soggetta a Iva. La «Tia 2», pur applicandosi con le stesse regole della «Tia per espressa disposizione di

legge (articolo 14, comma 33, del DI 78/2010) ha natura patri-moniale e dovrebbe essere sog-getta a Iva.

I comuni, in base a valuta-zioni di opportunità, hanno adottato uno di questi prelie-vi. Nel frattempo, prosegue il contenzioso sulla restituzio-ne dell'Iva applicata alla «Tia i», che, in quanto tributo, non integra il presupposto oggetti-vo dell'imposizione sul valo-

re aggiunto. E non è escluso che le controversie si estenda-no alla «Tìa 2».

Si sta ora valutando l'oppor-tunità di accorpare nell'Imu una quota riferibile al prelievo sui rifiuti. Perché questo non contligga con il principio comu-nitario «chi inquina paga», oc-correrà prevedere una sorta di tributo duale, dì cui una parte riprodurrà l'imposizione Ici, l'altra contemplerà il tributo

sulla gestione dei rifiuti. Diver-se dovrebbero essere anche le basi imponibili. Un'imposta fondata sulla capacità contribu-tiva, invece che sulla attitudine a produrre rifiuti, infatti, non è conforme alle direttive comu-nitarie.

Anche così però i problemi non mancano. In realtà, mentre l'imposta sul possesso è a cari-co di chi vanta un diritto reale sugli immobili, il prelievo sui ri-fiuti dovrebbe essere addebita-to al soggetto che utilizza il be-ne (comodatario o inquilino).

Lu.Lo. PIFRODUZIONE ISEEVATA

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Ai sindaci Parma delle addizionali .....,.

press LinE 27/08/2011

Il Sole12

Ai sindaci l'arma delle addizionali Si fa strada l'ipotesi di anticipare al prossimo anno il debutto dell'Imu sugli immobili

Luigi Lovecchio Lo sblocco delle addiziona-

i li comunali e regionali all'Irpef a partire dal 2012 è uno dei princi-

I pali interventi in campo fiscale previsti dalla manovra di Ferra-gosto (Dl 138/2ou). In particola-re, i comuni potranno innalzare l'aliquota, con delibera consilia-re, sino al tetto massimo dello o,8 per cento. Le Regionipotran-no, con propria legge, elevare la quota base, pari allo 0,9%, sino all'1,4 per cento. Il margine di va-riazione dello o,5% opererà sino al 2013, per diventare l'1,1%, per il 2014, e il 2,1% a partire dal 2015. Nella legislazione sul federali-smo regionale è peraltro previ-sto che, con decreto, l'aliquota base dello o,9% sarà rimodula-ta, con effetto a partire dal 2012. Questo senza aggravio per i con-tribuenti poiché sì provvederà a ridurre proporzionalmente gli scaglioni dell'Irpef.

I comuni potranno prevede-re soglie di esenzione e potran-no stabilire aliquote variabili,

secondo gli scaglioni dell'Irpef. Per le regioni è previstala facol-tà dí disporre detrazioni e dí scaglionare il prelievo, a parti-re però dal 2013. Questo rinvio appare tuttavia poco logico, vi-sto lo sblocco immediato delle aliquote.

Un altro pilastro del federali-

LE CRITICITÀ

Per l'applicazione anticipata serviranno chiarimenti sull'operatività di una serie di regole valide oggi per l'Ici

smo comunale, a regime, è l'Imu, l'imposta sugli immobili. Si discute in questi giorni la pos-sibilità di anticipare l'applicazio-ne del nuovo tributo locale dal 2014 all'anno prossimo. Nella versione attualmente contenu-ta negli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 23/ton, l'Imu è nella

sostanza una riproposizione dell'Ici, con alcune variazioni. L'Imu infatti sostituisce l'Irpef sui redditi fondiari degli immo-bili non locati. Per questo moti-vo, l'aliquota base, pari al 7,6 per mille, è più elevata di quella dell'Ici. I comuni potranno va-riare l'aliquota sino a un massi-mo del 3 per mille. Gli immobili d'impresa, in quanto non pro-duttivi di reddito fondiario, ve-dranno la duplicazione del tribu-to comunale con le imposte sui redditi. A parziale attenuazio-ne, è prevista la facoltà dell'ente locale di ridurre l'aliquota sino alla metà. L'Imu inoltre restrin-ge notevolmente l'esenzione Ici dell'abitazione principale. Non saranno più valevoli le assimila-zioni legali e regolamentari all'abitazione principale. Que-sto significa, ad esempio, che la casa assegnata in uso gratuito a un parente tornerà soggetta al tributo comunale. Anche la no-zione di abitazione principale è più limitata. È infatti prescritta

la coesistenza della residenza anagrafica e della dimora abitua-le. Dovrà trattarsi inoltre di una unica unità immobiliare iscrit-ta in catasto o iscrivibile come tale. Le pertinenze, infine, do-vranno avere categoria catasta-le C2, C 6 o Cy e potranno esse-re al massimo una per ciascuna categoria. La normativa sul nuovo tributo, tuttavia, non ri-produce integralmente la disci-plina dell'Ici. Questo comporte-rà il problema di non poco con-to di stabilire se una specifica disposizione conservi validità nel contesto federalista. Si pen-si, ad esempio, all'esenzione dei fabbricati rurali, non espres-samente richiamata nell'Imu. O ancora alla riduzione d'impo-sta per gli immobili inagibili o inabitabili.

In rampa di lanCio dovrebbe essere anche lo sblocco dell'im-posta di scopo. Il tributo, disci-plinato nell'articolo i, commi 145 e seguenti, della legge 296/2006, è in attesa di un rego-

lamento, annunciato per la fine di ottobre. Si tratta di una addi-zionale dell'Ici, calcolata cioè sulla stessa base imponibile, che può arrivare al massimo al-lo 0,5 per mille. La sua istituzio-ne è rimessa alla decisione del singolo comune che deve vinco-larne il gettito alla realizzazione di un'opera pubblica. La revisio-ne in itinere prevede l'allunga-mento da 5 a io anni del periodo massimo di applicazione e la possibilità che l'imposta finanzi interamente il costo dell'opera pubblica Infine, nel panorama delle imposte federali, compare l'imposta municipale seconda-ria. Il tributo, anch'esso annun-ciato per il 2014, sostituirà la To-sap/Cosap e l'imposta sulla pub-blicità o il canone alternativo di autorizzazione all'installazione degli impianti pubblicitari. Si tratta di un prelievo fondato sui metri quadrati occupati per il quale tuttavia manca ancora il regolamento attuativo.

F 1PP ODUZIGNE RISERVAI./

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press L.IfE27/08/2011

ItaliaOggi

È la tesi del deputato del Pdl, Giuseppe Moles, docente universitario alla S . Pio V di Roma

Megli, o le province delle regioniPer questo vanno tenute le prime e soppresse le seconde

DI MARCO BERTONCINI

liminerei le regio-ni, non le provin-ce. Preferisco entisnelli e, quindi, più

controllabili dai cittadini» . Pocheparole, controcorrente, fuori delcoro, politicamente scorrettissi-me . Le ha pronunciate Giusep-pe Moles, «deputato del Pdf ,liberista, 44 anni, di Potenza ,laureato in Scienze politiche eprofessore universitario alla S.Pio V di Roma, che ha come pun-to di riferimento politico Antoni oMartino». Così lo presenta LaGazzetta del Mezzogiorno, comesintesi di un'intervista . In effet-ti, mentre contro le province(le province in quanto tali ,indipendentemente dalladimensione demografi-ca) le voci che si alzanosono numerose, com eparecchi sono coloroche propugnano l asoppressione deipiccoli comuni(soppressione che,è bene ricordarlo,assolutamentenon avviene con

la manovra, la quale lascia so-pravvivere tutti i comuni italia-ni, nessuno escluso), nei confron -ti delle regioni i dissenzienti nonabbondano .

Semmai, l 'obiettivo è il nu-mero delle regioni . Numerosiesponenti politici (compresi ipresidenti della Lombardia ,Roberto Formigoni ,e della Campania ,Stefano Caldo-ro) asserisconola necessità diaccorpare s" ,a-riate region icostitue _mega regi+ -ni . Qua e là è emersa l 'assurdità di aver

creato, da una semplice pro-vincia qual era quella di Cam-

pobasso, una regione (il Molise)con due province (Campobas-

so e Isernia) .Il sindaco di Rom a

ha, con ragione, ricor-dato che vi sono mu-nicipi, interni a Romacapitale, più popolosidell ' intero Molise .Moles, però, avrebberagioni da venderenell'opporsi all'istitu-

to regionale. I danni più gravi ,in termini di costi, di burocra-zia, di istituzioni, sono giuntiproprio dalle regioni . Sul pian ostorico e politico, c'è da guarda-re indietro, agli anni fra il 1946(quando s ' insediò la Costituen-te) e il 1970 (quando si svolser ole prime elezioni nelle quindiciregioni a statuto ordinario) .Le previsioni sul disastro cheavrebbero rappresentato le re-gioni si sprecarono : da CiccioNitti a Giovanni Malagodi ,da Alfredo Covelli aLuigi Ei-

Stefano Caldoro

naudi, da Giorgio Almirantea Vittorio Emanuele Orlan-do, gli insigni personaggi ch esegnalarono i guai futuri furononumerosi . Il grave è che la real-tà andò ben oltre le più fosch eprevisioni.

Si noti che negli anni Ses-santa, quando ancora doveva-no sorgere le regioni a statut oordinario, v'era già un esempi opalpabile, concreto, educativodiremmo, di quel che il nuovoente avrebbe potuto significa -re: la Sicilia . E non si dica chesi trattava di una regione astatuto speciale e di un caso asé. Senza dubbio la Sicilia as-somma il peggio, però avevaallora in nuce tutte le lezion iper far riflettere sui malannirecati dall 'istituto regionale .Stupisce che fra gli eredi degliillustri nomi prima citati, con lasolitaria eccezione di Moles, no nsi trova uno solo che rivendichi ,sia pure come bandiera ideale,l ' antiregionalismo . Grave è, inparticolare, che tanto i libera-li nel Pdl, quanto gli ex di An ,abbiano sempre taciuto sullaquestione . -©Riproduzione riservata--

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press L.IfE27/08/2011

ItaliaOggi

VINOVR11 JJLS Verso l'attuazione delle disposizioni del codice dell'arnrninistrazione digital e

Online i pagamenti per la p .a.La piattaforma DigitPa fornirà la connessione degli enti

DI ANTONIO CICCIA

mpulso ai-pagamenti in -formatici alle pubblich eamministrazioni . Con lapiattaforma della Digi-

tPa, messa a disposizione de -gli enti pubblici per la inter-connessione con i gestori de iservizi di pagamento . Lo pre-vede il decreto sulla manovr abis (decreto legge 138/2011) ,che aggiunge il comma 2-bisall 'articolo 81 del CAD (codic edell 'amministrazione digitale ,d .lgs 82/2005) .

Si tratta, dunque, di dareuna spinta all'attuazionedell'articolo 5 del CAD, anch ese non è chiaro se ci sarann ole risorse per realizzare il pro -getto .

L'articolo 5 citato impon ealle pubbliche amministra-zioni di consentire l'effettua-zione dei pagamenti ad ess espettanti, a qualsiasi titol odovuti, con l'uso delle tecno-logie dell'informazione e dellacomunicazione . E eccettuata ,però, la riscossione dei tribu-ti .

Sempre l'articolo 5 del Cadconsente alle pubbliche am-ministrazioni centrali di av-valersi di prestatori di servizidi pagamento per consentir eai privati di effettuare i paga -menti in loro favore attraver-so l'utilizzo di carte di debito ,di credito o prepagate e di ognialtro strumento di pagamentoelettronico disponibile .

Peraltro ricevuto il paga -mento, il gestore effettuerà i lriversamento dell'importo a ltesoriere dell'ente .

In materia, con decreti at-tuativi devono essere indivi-duate le operazioni di paga-mento interessate, i tempi d acui decorre l'obbligo, le mo-dalità per il riversamento, l arendicontazione da parte delprestatore dei servizi di pa-gamento e l'interazione tra isistemi e i soggetti coinvoltinel pagamento, e il modello diconvenzione che il prestator edi servizi di pagamento dev esottoscrivere per effettuare il

servizio .Il pagamento con sistemi in-

formatici riguarda non solo l eamministrazioni centrali, m aanche regioni, le asl e gli entilocali, che devono approvarepropri regolamenti per confor-marsi ai principi formulati da lCAD .

Il comma 5 del decreto138/2011 modifica l'articol o81 del CAD che disciplina i lruolo di DigitPA nell 'ambitodel sistema pubblico di con-nettività (SPC) .

Il sistema pubblico di con-

nettività (SPC) è l'insieme diinfrastrutture tecnologiche edi regole tecniche, per lo svi-luppo, la condivisione, l ' inte-grazione e la diffusione delpatrimonio informativo e deidati della pubblica ammini-strazione, necessarie per as-sicurare l ' interoperabilità dibase ed evoluta e la coopera-zione applicativa dei sistem iinformatici e dei flussi infor-mativi, garantendo la sicurez-za, la riservatezza delle infor-mazioni, e la salvaguardia el ' autonomia del patrimoni o

COSA FA DIGITPA

DigitPA è l'ente nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazion e

assiste le amministrazioni pubbliche nel processo di innovazione tecnologic a

emana regole e guide tecniche, il controll o

ha compiti di studio, ricerca, sviluppo e sperimentazione In materia di tecnologie dell'informazion eedella comunicazion e

segue progetti quali il Sistema Pubblico di Connettività (SPC), la Posta Elettronica Certificata, la Firm aDigitale, la digitalizzazione della Giustizia e la banca dati legislativa pubblica "Normattiva "

COME FUNZIONANO I PAGAMENTI INFORMATIC I

Il CAD impone alle PA di consentire ai cittadini l'effettuazione de ipagamenti con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazion eeccezione per la riscossione dei tributi .

possibile avvalersi di prestatori di servizi di pagamento per consentire ai privati di ICarte

effettuare i pagamenti con carte di debito, di credito o prepagate e con pagament ielettronic i

Piattaforma DigitPa DigitPA mette a, disposizione una piattaforma tecnologica per I'interconnessione eI'interoperabilità tra le PAe i prestatori di servizi di pagamento abilitat i

Autenticazione Con la piattaforma DigitPa si deve assicurare l'autenticazione certa dei soggett iinteressati all'operazione di pagamento .

Controllo posizione le PA possono utilizzare, entro il 31 dicembre 2013, la piattaforma tecnologica

debitoria

per la messa a disposizione della posizione debitoria dei cittadini nei confront idello Stato

Controllo posizione le PA possono utilizzare, entro il 31 dicembre 2013, la piattaforma tecnologicadebitoria

per la messa a disposizione della posizione debitoria dei cittadini nei confront idello Stato

Pagament iinformatici

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COLLEGATEVI_j

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press L.IfE27/08/2011

ItaliaOggi

informativo di ciascuna pub-blica amministrazione .

DigitPA è, invece, l 'ente na-zionale per la digitalizzazionedella pubblica amministrazio-ne subentrato al CNIPA) . Di-gitPA assiste le amministra-zioni pubbliche nel processo diinnovazione tecnologica .

DigitPA, tra gli altri suoicompiti istituzionali, eman aregole e guide tecniche e curala realizzazione della PostaElettronica Certificata, la Fir-ma Digitale, la digitalizzazio-ne della Giustizia e la banca

dati legislativa pubblica "Nor-mattiva" .

Il nuovo comma 2-bis dell'ar-ticolo 81 del CAD, dunque ,prevede che, al fine di dareattuazione a quanto previstodall'articolo 5 del CAD, Digi-tPA mette a disposizione, at-traverso il sistema pubblico d iconnettività, una piattaform atecnologica per l ' interconnes-sione e l'interoperabilità tr ale pubbliche amministrazion ie i prestatori di servizi di pa -

gamento abilitati : l 'obiettivoé assicurare l 'autenticazionecerta dei soggetti interessatiall'operazione in tutta la ge-stione del processo di paga -mento .

Sul punto il servizio bilanciodel senato, relativamente all acostituzione di una piattafor-ma tecnologica per l'intercon -nessione e l ' interoperabilit àtra le pubbliche amministra-zioni e i prestatori di serviz idi pagamento abilitati, mettein rilievo che non é chiaro conquali risorse la DigitPA po-trà mettere a disposizione lapiattaforma e se sono previstieventuali oneri da parte delleamministrazioni pubbliche odi altri utenti che fruirannodei relativi servizi .

Il comma 6 dell 'articolo 6del decreto legge 138, infine ,autorizza le pubbliche ammi-nistrazioni ad utilizzare, entroil 31 dicembre 2013, la piatta -forma tecnologica prevista da lnuovo comma 2-bis dell'artico -lo 81 del CAD, anche al fine d iconsentire la realizzazione ela messa a disposizione dell aposizione debitoria dei cittadi -ni nei confronti dello Stato .

--ORiproduzione riservata

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press L.IfE27/08/2011

ItaliaOggi

li garante Antonio Catricalà scrive al governo . Ordini, servizi pubblici e prwatizzazione ai raggi x

Antitrust: no alle tariffe consigliateProfessionisti e clienti devono essere liberi di contrattar e

DI IGNAZIO MARINO

Antitrust ribadisce : pro-fessionista e cliente de-vono poter contrattarela parcella per una pre-

stazione liberi di qualsiasi vincolo,normativo o deontologico . Dun-que, su questo fronte la Manovraeconomica di Ferragosto rappre-senta un passo indietro rispettoall'esistente . In compenso il decre-to legge 138/2011, va apprezzato,quando parla della spinta rifor-matrice degli ordini . Con questeargomentazioni il garante dell aconcorrenza Antonio Catricalà h ascritto ieri ai presidenti del consi -glio dei ministri, della camera deideputati e del senato per fornireuna lettura dettagliata del detta-to normativo, che interessa peròanche i servizi pubblici locali.

La visione d'insieme

Quello dell'Antitrust è un giu-dizio, almeno in parte, in con-trotendenza rispetto al passato .L'Autorità, infatti, più volte inquesta legislatura è tornata abocciare vari tentativi legislatividi riportare in vita le tariffe mi-nime inderogabili (vedasi riforma

forense) . Nella segnalazione d iieri, invece, per la prima volta siva oltre e si legge che «con riguar-do alle disposizioni relative allenorme applicabili alle professioniliberali, esse appaiono senz'altroapprezzabili laddove prevedon ouna riforma degli ordini profes-sionali in senso pro-competitivo,affinché questi garantiscano ch el ' esercizio dell'attività rispon-da senza eccezioni ai principidi libera concorrenza, al fine diassicurare l'effettiva possibilitàdi scelta degli utenti nell ' ambi-to della più ampia informazionerelativamente ai servizi offerti» .Il riferimento è per le disposi-zioni che affermano la libertà diaccesso alla professione, la cu ieventuale limitazione numericaè consentita unicamente laddoveessa risponda a ragioni di interes -se pubblico; al riconoscimento infavore del tirocinante di un equocompenso di natura indennita-ria, commisurato al suo concretoapporto all'attività professionale ;alla previsione secondo cui l acomunicazione pubblicitaria deiprofessionisti deve poter essere ef-fettuata con ogni mezzo e riguar-dare, tra l 'altro, anche i compensidelle prestazioni.

Il nodo tariffe

Per quanto riguarda invec ele disposizioni del decreto inmateria di tariffe professionali ,lamenta Catricalà, «presentanoalcune criticità concorrenziali ecostituiscono un passo indietrorispetto alla disciplina dettat adal decreto legge 4 luglio 2006 ,n . 223 (decreto Bersani, ndr) cheaveva abrogato l ' obbligatoriet àdelle tariffe fisse o minime». Lanuova disciplina individua letariffe professionali come para -metro legale di riferimento perla determinazione del compen-so (che deve essere pattuito periscritto all 'atto del conferimentodell'incarico professionale), purchiarendo che è ammessa la pat -tuizione dei compensi anche i nderoga alle tariffe. «La disciplina»,si legge sulla segnalazione, «purpotendo trovare una giustifica-zione per la tariffa massima nel -la tutela del consumatore, risultatuttavia idonea a disincentivar efortemente la determinazione dicompensi per l'attività professio-nale svincolati dalle tariffe e nonsembra né necessaria, né propor -zionata, ma piuttosto contraddit-toria e contraria all'obiettivo che

intende perseguire, vale a dire l aliberalizzazione del mercato deiservizi professionali» .

La nota stonata

Per l'Antitrust «la durata mas-sima del tirocinio, fissata in treanni, appare eccessiva, anch ealla luce della prassi instauratada alcuni Ordini, che hanno pre-visto periodi di apprendistato didue anni».

Altre misure

Quanto alla previsione dell'ob-bligo per il professionista di segui-re percorsi di formazione continuapermanente, per l'Antitrust «essaè indubbiamente da apprezzare» .Con riguardo infine all 'istituzio-ne dei consigli di disciplina, le cuifunzioni dovranno essere tenutedistinte da quelle di natura ti-picamente amministrativa degliordini, 1'Agcm «sottolinea che ,secondo quanto emerge dal de-creto, in assenza di indicazionecontraria, tali organi dovrebberoessere composti esclusivamenteda professionisti appartenent iall'ordine . Tale circostanza sem-bra depotenziare di molto il carat-

tere innovativo del nuovo organodisciplinare, che continuerebbe adifettare dei requisiti di neces-saria terzietà» .

Servizi pubblici local ie privatizzazion i

Semaforo verde per quanto ri-guarda il rilancio del processo diliberalizzazione dei servizi pub-blici locali, colmando il vuoto nor -mativo lasciato dal referendu mma introduce la soglia dei 90 0mila euro al di sotto della qualela gara per la scelta del gestoredei servizi non è obbligatoria .A fronte dell'accresciuto favoreverso le procedure di dismissio-ne del patrimonio pubblico con -tenuto nel decreto, che prevedeimportanti e positive forme diincentivazione economica aglienti locali, occorre garantire chetali procedure si svolgano nelmodo più concorrenziale possi-bile, privilegiando lo strument odell'evidenza pubblica».

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press LITE27/08/2011

ItaliaOggi

I sindaci incassano le assicurazioni di Letta, Maroni e Alfano . Ma aspettano gli emendamenti

Comuni, un pieno d1 promesseDal dietrofront sui mini-enti alla riduzione dei tagl i

DI FRANCESCO CERISAN O

Dopo le promesse i fatti .In vista della prossim asettimana, quando l amanovra di Ferragosto

entrerà nel vivo con la presenta-zione degli emendamenti al se-nato, è questo il sentiment degl ienti locali a conclusione di unagiornata, come quella di ieri, cheli ha visti fare il pieno di assi-curazioni sul proprio futuro . Hacominciato il sottosegretario allapresidenza del-consiglio GianniLetta che, incontrando la dele-gazione dei piccoli comuni guida -ta da Mauro Guerra dell'Ancie Franca Biglio dell'Anpci, nonha promesso nulla di concretoma si è speso in una dichiara-zione solenne: «siete la forza delnostro paese e io sarò la vostravoce in cdm» .

Ha proseguito il ministrodell'interno Roberto Maroniche, incontrando al Viminale ivertici dell'Anci, si è sbilancia-to un po ' di più, promettendo l ostralcio delle disposizioni sull'ac -corpamento forzoso dei comunisotto i 1 .000 abitanti in cambiodi un'accelerazione dell'iter del -la Carta delle autonomie (sul cu iaffossamento, va detto, i comun inon hanno alcuna responsabili -tà visto che, dopo un'approvazio -ne all'unanimità alla camera, ilprovvedimento è fermo al senatoda più di un anno) . E ha conclusoil segretario del Pdl, Angelin oAlfano, che nel vertice in viadell'Umiltà con i ministri Raffa-ele Fitto, Renato Brunetta e irappresentanti degli enti localidel partito, ha lasciato intende-re che «non si interverrà in ma-niera drastica sulle autonomie» .Anzi, ha aggiunto, sono in arrivo«correzioni significative» ai tagli .Che potrebbero essere addirittu-ra dimezzati .

Tutto bene? Manco per sogno,

perché gli enti locali, scottati daanni di promesse non mante-nute, non si fidano e prima dicantare vittoria vogliono vederequeste promesse tradotte negliemendamenti che da lunedì ar-riveranno sul tavolo della com-missione bilancio di palazz oMadama.

A guidare le fila degli scet-tici è Mauro Guerra, coordina-tore nazionale piccoli comunidell'Anci. «Voglio vedere cosa cisarà scritto negli emendamen-ti», dice a ItaliaOggi, «perché l eproposte di modifica all 'art. 16che ci sono state presentate (siveda ItaliaOggi di ieri ndr) nonci soddisfano. Noi chiediamo sol ouna cosa : lo stralcio dell'art .16 euna spinta all ' associazionism ocomunale partendo dalle unio-ni di comuni che ci sono già evanno incentivate. Esattament eil contrario di quanto fatto dalgoverno che vuole creare nuov ienti, le unioni municipali ,la cui gestione rischia diaccrescere i costi dellapolitica locale» .

Ma non c'è solo l'ac-corpamento dei piccolicomuni a infiammaregli animi dei sindaci.L'alleggerimento delpatto di stabili-

tà, ulteriormente inasprito dallamanovra bis, e lo sblocco di unaquota di residui passivi (il famosotesoretto di 43 miliardi che i co-muni non possono utilizzare perglí investimenti) saranno, comesempre, al centro delle trattati-ve col governo . A chiederli a granvoce sono soprattutto i sindacidel nord (i più virtuosi dal pun-to di vista finanziario) che lunedìa Milano accorreranno in massaalla manifestazione dell'Anci . At-tilio Fontana, sindaco di Varesee presidente di Anci Lombardia,prometté battaglia : «sarà unamanifestazione corale per met-tere al centro due temi : l'assur-dità delle misure che cancellano iconsigli comunali nei comuni conmeno di 1 .000 abitanti e l'inso-stenibilità dei tagli imposti an-cora una volta» . Tra le 500 fascetricolori attese all'auditoriumGaber ce ne saranno di pesan-

ti : Giuliano Pisapia,Gianni Alemanno,

Piero Fassino,Marta Vintemi,Virginio Mero-la, Flavio Tosi.Ma sarà a Roma,come sempre ,

che si decideràtutto.

Roberto Maroni

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press L.IfE27/08/2011

ItaliaOggi

Doppio taglio agli stipendi dei direttori general iDoppio taglio agli stipendi dei direttorigenerali . Secondo la Corte dei conti, in-fatti, si applicano contemporaneamentel'articolo 6, comma 3, e l'articolo 9, com -ma 2, del dl 78/2010, convertito in legge122/2010 . Lo hanno stabilito le sezioniper la Lombardia, col parere 27 maggio2011, n . 315, e per la Toscana, col parere3 maggio 2011, n . 67 .

L'articolo 6, comma 3, della manovr aestiva 2010 stabilisce che dispone che, adecorrere dal 1° gennaio 2011, le inden -nità, i compensi, i gettoni, le retribuzion io le altre utilità comunque denominatecorrisposti dalle pubbliche amministra-zioni ai componenti di organi di indirizzo ,direzione e controllo, consigli di ammi-nistrazione e organi collegiali comunqu edenominati ed ai titolari di incarichi diqualsiasi tipo sono automaticamente ri-dotte del 10% rispetto agli importi risul-tanti alla data del 30 aprile 2010 .

Dunque, secondo la magistratura con-tabile, poiché la norma si riferisce ai ti-tolari di incarichi di qualsiasi tipo, pergarantire che sia colta la sua finalità e ,cioè, un risparmio per le casse pubbli-che, si deve necessariamente ricondurrel ' assegnazione delle funzioni di direttoregenerale alla tipologia appunto di inca-richi. Ne discende l'irrimediabile tagliodel 10% al compenso.

Non finisce qui, però. Poiché i diret-tori generali, sia che si tratti di segre-tari comunali cui sia stata conferit ala specifica funzione, sia che si trat-ti di soggetti esterni assunti ai sens idell'articolo 108 del dlgs 267/2000, son odipendenti pubblici assimilabili alla di-rigenza, nei loro confronti scatta anchela disposizione del l ' articolo 9, comma 2 ,della manovra 2010 . Per effetto dellaquale la parte di trattamento econo-

mico superiore ai 90.000 euro vienedecurtata del 5% ; la parte che superai 150.000 euro, del 105 .

Sul punto, tuttavia, tra la sezione To-scana e quella Lombardia pare rinvenirsiuna divergenza. Infatti, la magistraturacontabile della toscana intende riferir ela piena applicazione dell'articolo 6, com-ma 3, della manovra solo ai segretari co-munali incaricati anche come direttori .La sezione afferma che «la figura del di -rettore generale, qualora incaricato a isensi dell'art . 108 Tuel, soggiace inveceal disposto di cui all'art . 9, comma 2 de lcitato dl 78/201 .0 convertito nella legge122/2010». Dunque, per il direttore ge-nerale «esterno» opererebbe solo il tagliospecifico previsto per la dirigenza.

A parte l'ormai consueta diversifica-zione di vedute tra sezioni, in ogni caso l evalutazioni espresse sul merito da part edella magistratura contabile non appa-iono condivisibili . I pareri della sezioneLombardia e Toscana sembrano ecces-sivamente preoccupati dalla necessitàdi dare effettività ai risparmi previstidalla legge, così finendo abbastanzachiaramente per andare oltre gli stess iintenti del legislatore . L'applicazione aidirettori generali dell'articolo 6, comma3, è da escludere recisamente per almen odue ragioni.

In primo luogo, l'articolo 6, comma 3 ,va letto per intero . Il suo ultimo period odispone: «La riduzione non si applica altrattamento retributivo di servizio» . Illegislatore, dunque, in modo forse sin-tetico, afferma comunque abbastanz achiaramente che la riduzione secca de l10% non opera nei confronti degli emo-lumenti connessi ai trattamenti econo-mici del personale dipendente, che congli enti conducano un rapporto di lavoro

subordinato. In effetti, oggetto dell ' ar-ticolo 6, comma 3, sono i compensi perincarichi di tutt'altro tipo, i cui reddit inon sono la remunerazione di lavoro di -pendente: presidenti e amministratoridi società, componenti di organismi dicontrollo e similari.

Per i lavoratori dipendenti si applican ole disposizioni fissate dal l'articolo 9 dellamanovra 2010, il quale contiene la nor-ma speciale per la dirigenza esplicitataal comma 2 .

Di conseguenza, e questa è la secondamotivazione, ai lavoratori dipendentinon può che essere applicata la regol aprecipuamente riservata loro . E questovale non solo per il direttore generaleesterno, come afferma la Corte dei cont idella Toscana, ma anche per il segreta -rio cui sia stata conferita la funzione didirettore generale . Infatti, tale incaricoè connesso inscindibilmente al rapportodi lavoro condotto con l'ente e, per altro ,è espressamente regolato (anche se nonquantificato) dalla contrattazione na-zionale collettiva dell'area dei segretari .Pertanto, l'eventuale indennità rappre-senta comunque una prestazione stipen-diale legata al «trattamento retributiv odi servizio» .

Per quanto le interpretazioni dell amagistratura contabile abbiano mes-so in allarme gli uffici, i quali si sonoallertati per operare entrambe le de-curtazioni, non può che prendersi attodell ' eccessiva rigidità dei pareri e dell aloro incompatibilità con i veri intent idella manovra, confermati dalla lettu-ra sistematica degli articoli 6 e 9 dell alegge 122/2010, dalla quale deriva senzaalcun dubbio l 'inapplicabilità del tagli odi cui al comma 3 dell'articolo 6 ai di-rettori generali .

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press L.IfE27/08/2011

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Il dlgs 141, correttivo della riforma Brunetta, subordina le assunzioni all'efficienza gestionale

Dirigenti a . contratto non per tuttiIncarichi solo nei comuni virtuosi . E nel limite del 18%

Pagina a curaDI LUIGI OLIVERI

Incarichi dirigenziali acontratto solo per gli ent ilocali virtuosi . La ste-sura definitiva del dlg s

141/2011 che modifica in par-te la riforma Brunetta, perquanto concerne la question edelle percentuali dei dirigent iextra ruolo che possono esser eassunti dalle amministrazio-ni locali contiene una sorpre -sa imprevista per Anci e Upi ,che auspicavano la più ampiaestensione possibile del ricor-so a dirigenti a contratto .

All'articolo 19 del dlgs165/2001 è stato aggiunto uncomma 4-bis, ai sensi del qua -le «per gli enti locali, che ri-sultano collocati nella classedi virtuosità di cui al l'articolo20, comma 3, del decreto legge6 luglio 2011, n . 98, convertito ,con modificazioni, dalla legge15 luglio 2011, n . 111, com eindividuati con il decreto dicui al comma 2 del medesimoarticolo, il numero complessi-vo degli incarichi a contrattonella dotazione organica diri-

all'efficienza della gestione .Per gli enti locali, dunque ,

resta solo la consolazione del-la norma transitoria contenu-ta nell'articolo 6, comma 2, deldlgs 141/2011, che fino alladata di emanazione deidecreti posti a indivi-duare gli enti virtuosifa salvi «i contrattistipulati in base aprevisioni legislati-ve, statutarie e rego -lamentari», purchéperò «nel rispettodelle limitazioni fi-nanziarie sulla spe-sa del personale esull'utilizzo dei con -tratti di lavoro a tempodeterminato» ,anche se

abbiano superato i contingent idi cui all'articolo 19, comma6, del dlgs 165/2001 (cioè 1'8 %della dotazione della dirigen -za), e fossero in essere all adata del 9 marzo 2011. Tali

contratti possono es -sere mantenuti

fino alla loroscadenza, «fer-

mo restand ola valuta-bilità del-la confor-mità dei

contrattistessi e degli

incarichi adogni altra di-

sposizione nor-mativa» .

C 'è, tuttavia, da osservareche la configurazione dellapossibilità di assumere di-rigenti a contratto come s itrattasse di un premio per l'ef-ficienza degli enti è una con-traddizione in termini eviden -tissima. Infatti, presuppostoper l 'assunzione di dirigent ia contratti, in applicazion edell'articolo 19, comma 6, de ldlgs 165/2001, norma da appli -care anche agli enti locali, è l acopertura di posti, attribuen -doli a persone di particolaree comprovata qualificazion eprofessionale, avendo accer-tato la loro assenza nei ruolie con specifica motivazione .Sembra, allora, che gli entivirtuosi, proprio in quantotali, non possano dimostraredi non avere nei propri ruolidirigenti efficienti . Dovrebbe-ro, al contrario, essere gli entinon virtuosi nelle condizionidi poter dimostrare l'assenzanei ruoli di dirigenti dotatidelle competenze necessarie ,così da giustificare realmen-te il ricorso ai dirigenti a con -tratto .

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genziale, conferibili ai sensidell'articolo 110, comma 1, delTesto unico delle leggi sull'or-dinamento degli enti locali, dicui al decreto legislativo 1 8agosto 2000, n. 267, non pu òin ogni caso superare la per-centuale del diciotto per cent odella dotazione organica dellaqualifica dirigenziale a tem-po indeterminato. Si applicaquanto previsto dal comm a6-bis» .

Dunque, per gli enti nonvirtuosi niente dirigenti acontratto . Ma, pare necessa-rio concludere, dalla lettur adel comma 4-bis visto prima ,che nelle more della definizio-ne delle classi di virtuosità edella verifica concreta dell acollocazione di ciascun entelocale in ogni specifica classe ,la possibilità di assumere di-rigenti a tempo determinatorisulti congelata .

Si tratta, ovviamente, d iun pregiudizio all'autonomialocale, ma coerente con l'im-postazione del dlgs 141/201 1che intende evidentement econnettere la possibilità d iassumere dirigenti a contratto

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In settembre si inaugura il rinnovato spazio espositivo di San Pancrazi o

Il museo contadino nel futuroNuovo allestimento grazie alla Grama

Il museo è il frutto di 15 anni di ricerche dell'associazione La Gram a

Superata questa prima parte, eccoi primi reperti, come il tavolo di la-voro della magliaia e il banco de lfalegname con decine e decine d istrumenti un tempo di uso comu-ne. Una litografia appesa alla pare -te ricorda anche il pezzo mancant epiù pregiato, il Santo Graal su cui

un giorno Bendandi spera di met-tere le mani: il buratto, macchin ainventa da Aldo Fabbri - anche lu idi San Pancrazio - a inizio '900 .Un marchingegno che si presenta -va come un mobile che nasconde -va al suo interno un meccanismoper separare le diverse misure de l

RUSSI - Appena entrati a San Pan-crazio, a due passi dal centro, sitrova il Museo della Vita Contadi-na . Struttura moderna, inauguratanel 2009, è ormai pronta a offrire alpubblico i nuovi allestimenti .La presentazione ufficiale sarà i lprossimo 4 settembre, in occasion edella terza edizione della manife-stazione 'Cibo e convivialità in Ro-magna'. Si tratta di una giornata de-dicata ai laboratori di tessitura epreparazione dei formaggi, dovenon mancheranno il buon cibo, iburattini per i ragazzi e i mercatinidi antiquariato . Per l'occasione, sa-ranno visitabili anche i nuovi re-parti del museo che abbiamo avutola fortuna di vedere in anteprimaaccompagnati dal suo presidente,Franco Bendandi.Il primo impatto per gli ospiti del -la struttura, sarà sempre con l'e-mozionante ingresso fatto di cord edi canapa, dietro le quali, si na-sconde l'installazione di un gigan-tesco aratro di legno con il timon erivolte verso un cielo - il soffitto -tempestato di falcetti . Attorno, labicicletta della bracciante e la car-riola degli scariolanti . Un gioco diluci illumina i diversi angoli, men-tre un video spiega l'uso che si fa-ceva di questi strumenti . " Un ostratagemma per accostare alla pri-ma impressione di romantiche not-ti estive passate a contemplare ilciclo distesi sul fieno, quella dellavita reale del tempo, che si ripre-sentava inesorabilmente dura ognimattina" spiega Bendandi .

grano macinato . Un oggetto che fubrevettato e vinse anche dei premiin fiere nazionali . "Di intatti no nne abbiamo mai trovati, se qualcu-no dovesse possederne uno, lo in-vito a contattarci" è l'appello diBendandi .Proseguendo oltre, nel grande salo-ne al piano terra, si arriva nell'are adedicata ai laboratori, completa-mente rinnovata, con quasi 1 .50 0bambini della scuola primaria edell'infanzia che si cimentano du-rante l'anno nei diversi percorsiformativi : canapa e tessitura, dalgrano al pane, dal latte al formag-gio, granturco e polenta, la sfoglia .Il più gradito? "Fare il pane è l asoddisfazione più grande, devi ve-dere la faccia dei bambini quand oapriamo il forno!" dice Bendandi .Saliti al primo piano, ecco che sia-mo di fronte a innumerevoli ogget-ti, a volte riconoscibili, a volte dal-le forme così strane che nemmen oBendandi è in grado di spiegarn el'uso . Tutti i reperti provengono d aSan Pancrazio, tanto che il muse opuò considerarsi il frutto di 15 an-ni di ricerche dell'associazion eculturale La Grama, che iniziò nel1994 con interviste sugli usi e i co-stumi, proseguendo poi la ricerc adel maestro Luigi Silvestroni, ch egià dal 1968 diede inizio alla rac-colta di vecchi strumenti del lavo-ro contadino che formarono lo zoc-colo duro del vecchio museo etno-grafico, poi diventato dal 2002 Mu-seo della Vita Contadina .

Marco Riciputi

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