INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi...

54
Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione INDICE Danza e pittura con Piccoli Movimenti Colorati 03/05/12 Ravenna e Dintorni 2 Le promesse mancate 07/05/12 Il Sole 24 Ore 3 Fisco sugli immobili verso i 55 miliardi 07/05/12 Il Sole 24 Ore 4 La Spagna non tassa le locazioni agli under 35 07/05/12 Il Sole 24 Ore 5 Bolletta energetica sotto la pressione di continui ritocchi 07/05/12 Il Sole 24 Ore 6 Da Imu e tariffe 500 euro in più all'anno 07/05/12 Il Sole 24 Ore 7 Toscana capofila per il costo dell'acqua 07/05/12 Il Sole 24 Ore 9 Acquisti centralizzati: la Pa taglia fino al 70% 07/05/12 Il Sole 24 Ore 11 La sfida infinita degli enti sempre più inutili 07/05/12 Il Sole 24 Ore 13 Efficienza e qualità per una vera svolta 07/05/12 Il Sole 24 Ore 14 In due regioni su tre la spesa pubblica va oltre la media 07/05/12 Il Sole 24 Ore 15 Se la spending review resuscita il taglia-enti 07/05/12 Il Sole 24 Ore 17 NORME E TRIBUTI: Una multa per ogni ingresso nella zona a traffico limitato 07/05/12 Il Sole 24 Ore 18 NORME E TRIBUTI: L’Iva al23% frena le opere eaumenta il debito 07/05/12 Il Sole 24 Ore 19 NORME E TRIBUTI: Il consolidato delle spese si applicamasenza criteri 07/05/12 Il Sole 24 Ore 20 NORME E TRIBUTI: ANALISI DI MERCATO AL VIA 07/05/12 Il Sole 24 Ore 21 NORME E TRIBUTI: Nel caos di regole vincerà la legge del copia-incolla 07/05/12 Il Sole 24 Ore 22 NORME E TRIBUTI: Idrico, rischio sospensione per i gestori inadempienti 07/05/12 Il Sole 24 Ore 23 All'anagrafe 1.3 milioni di fantasmi 07/05/12 Il Sole 24 Ore 24 CASA, TUTTI I PASSI PER IL PRIMO ACCONTO 07/05/12 Il Sole 24 Ore 25 AUMENTI INEVITABILI SE I TAGLI RIMANGONO QUELLI PREVISTI OGGI 07/05/12 Il Sole 24 Ore 27 A giugno lo 0,76% sulla seconda casa vuota o affittata 07/05/12 Il Sole 24 Ore 28 Abitazione principale a perimetro ristretto 07/05/12 Il Sole 24 Ore 30 IL MOLTIPLICATORE DECIDE SU NEGOZI E CAPANNONI 07/05/12 Il Sole 24 Ore 35 Alla cassa con aliquote base e modelloF24 07/05/12 Il Sole 24 Ore 39 Sindaci,conti al test del gettito 07/05/12 Il Sole 24 Ore 42 Sconti selettivi per categoria 07/05/12 Il Sole 24 Ore 45 Addio premi anti-evasione 07/05/12 Il Sole 24 Ore 49 Partecipate, dismissioni al palo Guadagnano e assegnano poltrone 07/05/12 Italia Oggi 51 Da Asti alla Calabria L’Italia degli sprechi e delle consulenze d’oro 07/05/12 La Stampa 54 Pagina 1 di 54

Transcript of INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi...

Page 1: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Cultura e Turismo

Pubblica Amministrazione

INDICE

Danza e pittura con Piccoli Movimenti Colorati03/05/12 Ravenna e Dintorni 2

Le promesse mancate07/05/12 Il Sole 24 Ore 3

Fisco sugli immobili verso i 55 miliardi07/05/12 Il Sole 24 Ore 4

La Spagna non tassa le locazioni agli under 3507/05/12 Il Sole 24 Ore 5

Bolletta energetica sotto la pressione di continui ritocchi07/05/12 Il Sole 24 Ore 6

Da Imu e tariffe 500 euro in più all'anno07/05/12 Il Sole 24 Ore 7

Toscana capofila per il costo dell'acqua07/05/12 Il Sole 24 Ore 9

Acquisti centralizzati: la Pa taglia fino al 70%07/05/12 Il Sole 24 Ore 11

La sfida infinita degli enti sempre più inutili07/05/12 Il Sole 24 Ore 13

Efficienza e qualità per una vera svolta07/05/12 Il Sole 24 Ore 14

In due regioni su tre la spesa pubblica va oltre la media07/05/12 Il Sole 24 Ore 15

Se la spending review resuscita il taglia-enti07/05/12 Il Sole 24 Ore 17

NORME E TRIBUTI: Una multa per ogni ingresso nella zona a traffico limitato07/05/12 Il Sole 24 Ore 18

NORME E TRIBUTI: L’Iva al23% frena le opere eaumenta il debito07/05/12 Il Sole 24 Ore 19

NORME E TRIBUTI: Il consolidato delle spese si applicamasenza criteri07/05/12 Il Sole 24 Ore 20

NORME E TRIBUTI: ANALISI DI MERCATO AL VIA07/05/12 Il Sole 24 Ore 21

NORME E TRIBUTI: Nel caos di regole vincerà la legge del copia-incolla07/05/12 Il Sole 24 Ore 22

NORME E TRIBUTI: Idrico, rischio sospensione per i gestori inadempienti07/05/12 Il Sole 24 Ore 23

All'anagrafe 1.3 milioni di fantasmi07/05/12 Il Sole 24 Ore 24

CASA, TUTTI I PASSI PER IL PRIMO ACCONTO07/05/12 Il Sole 24 Ore 25

AUMENTI INEVITABILI SE I TAGLI RIMANGONO QUELLI PREVISTI OGGI07/05/12 Il Sole 24 Ore 27

A giugno lo 0,76% sulla seconda casa vuota o affittata07/05/12 Il Sole 24 Ore 28

Abitazione principale a perimetro ristretto07/05/12 Il Sole 24 Ore 30

IL MOLTIPLICATORE DECIDE SU NEGOZI E CAPANNONI07/05/12 Il Sole 24 Ore 35

Alla cassa con aliquote base e modelloF2407/05/12 Il Sole 24 Ore 39

Sindaci,conti al test del gettito07/05/12 Il Sole 24 Ore 42

Sconti selettivi per categoria07/05/12 Il Sole 24 Ore 45

Addio premi anti-evasione07/05/12 Il Sole 24 Ore 49

Partecipate, dismissioni al palo Guadagnano e assegnano poltrone07/05/12 Italia Oggi 51

Da Asti alla Calabria L’Italia degli sprechi e delle consulenze d’oro07/05/12 La Stampa 54

Pagina 1 di 54

Page 2: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

RAVENNA DINTORNI

Danza e pittura con Piccoli Movimenti Colorati Dopo l'inaugurazione, proseguono gli appuntamenti di Artebebè, la ras-

segna teatrale nata da un'idea di Drammatico Vegetale e pensata per i più piccoli e le loro famiglie. Questa settimana andrà in scena Piccoli Movimenti Colorati, un'azione poetica per bambini dai 2 ai 5 anni, dove il corpo dan-zante di Maria Ellero viene accompagnato dai colori del pittore Gianni Fran-ceschini alla scoperta dello spazio bianco, di quel grande foglio in cui si trova, metafora dell'esperienza della vita stessa. Lo spettacolo sarà proposto a Russi, all'Asilo Nido Babini venerdì 4 maggio ore 10; a Lugo, alla Scuola d'infanzia comunale Capucci sabato 5 maggio ore 17; e a Ravenna, al Teatro Rasi domenica 6 maggio ore 11. Info: wwwdrammaticovegetale.com

Pagina 2 di 54

Page 3: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

LO SPOSTAMENTO DEL PRELIEVO

Le promesse mancate di Cristiano Dell'Oste e Gianni Trovati

oveva essere uno «spostament a è s

o», è stato solo un aumento. La castata al centro di tutte le manovre fiscali

messe in campo negli ultimi mesi dal Gover-no per tenere in piedi i conti pubblici (e non solo, visto che l'aumento dell'Irpef sugli af-fitti dovrebbe fmanziare anche la riforma del lavoro). Ma la pioggia di tasse sul matto-ne non è stata accompagnata da alcun rie-quilibrio fiscale su altri settori. Anzi.

Dai consumi all'auto, passando per i red-diti che faticano a mantenere costante il pro-rio potere d'acquisto, non c'è voce nel dizio-nario della crisi italiana che non sia stata og-getto di interventi. Votati da tutti i partiti che formano la «strana maggioranza» a so-stegno del Governo Monti, salvo poi invoca-re rateazioni e alleggerimenti a ridosso del turno elettorale.

Uno degli «elementi di continuità» con il Governo Berlusconi, rivendicati dal presi-dente del Consiglio, sarebbe invece lo spo-stamento del carico fiscale dalle persone al-le cose. Obiettivo ispiratore della riforma fi-scale abbozzata da Giulio Tremonti, ripre-so in più di un'occasione dallo stesso Monti, ma finora sostanzialmente eluso. A meno che non si pensi che possa bastare il mecca-nismo di deduzione del costo del lavoro dall'imponibile Irap.

Certo, le condizioni di finanza pubblica non permettono leggerezze nel taglio delle tasse. E di fatto tutte le fonti che dovevano finanziare la riduzione delle imposte sul la-voro e sull'impresa sono state dirottate ver-so il pareggio di bilancio e la sfida al debito. D'altra parte, però, nessun Paese può pensa-re di uscire da una recessione economica au-mentando la pressione fiscale su tutti i setto-ri, senza misure di rilancio. Anche perché il taglio della spesa pubblica sembra faticare ancora a partire davvero.

Un segnale servirebbe subito, anche per spegnere gli incendi che oggi agitano il di-battito propagandistico su Imu e dintorni, ed evitare di deprimere ancora di più la do-manda interna e la fiducia dei consumatori. In uno scenario del genere non è saggio affi-dare le proprie speranze a un'ipotetica «Fa-se due», di rilancio dopo i sacrifici. Da Pro di a Berlusconi, il miraggio della «Fase due» è stato la maledizione di ogni Governo. E di ogni contribuente.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 1

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 3 di 54

Page 4: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Fisco sugli immobili verso 55 miliardi I tributi erodono il 3% del Pil - Le incognite delle aliquote Imu e dell'aumento Iva da ottobre

Cristiano Dell'Oste

Messe tutte insieme, quest'anno le tasse sugli immo-bili possono superare 155 miliar-di di euro, per poi arrivare a 58 miliardi nel 2013. La misura esat-ta del prelievo dipenderà dalle scelte definitive sulle aliquote dell'Imu, ma la progressione è già tracciata dagli ultimi provve-dimenti: dal decreto salva-Ita-lia, che ha introdotto la nuova imposta municipale, fino al dise-gno di legge di riforma del lavo-ro, che aumenta l'Irpef sugli af-fìtti dal prossimo i"gennaio.

Il totale di 55 miliardi conteg-gia gli stessi tributi immobiliari che erano stati inseriti nel peri-metro del federalismo fiscale: l'Ici, la Tarsu-Tia e le quote di Iva, Irpef, Ires, imposte di regi-stro e ipocatastali riconducibili al mattone. Nel 2010, quando si pensava di finanziare più o me-no integralmente i Comuni con le tasse applicate sugli immobi-li, il conto complessivo era di 42,6 miliardi. Quest'anno, inve-

ce, sarà più allo almeno del 25% - ma si potrebbe sfondare an-che il 30% - e buona parte del gettito finiràallo Stato.

Gli ultimi rincari Il totale delle tasse sul mattone è più elevato di quello calcolato dal Sole 24 Ore alt indomani del decreto salva-Italia, e questa dif-ferenza dipende da almeno tre novità intervenute negli ultimi mesi. Primo: i dati sulle entrate tributarie dimostrano che la ce-dolare secca si sta rivelando molto meno popolare del previ-sto, e questo riduce lo "sconto fiscale" che lo Stato è costretto a sostenere, anche se il dato va letto anche in negativo, come minori incassi dovuti all'emer-sione degli affitti in nero.

Secondo: per finanziare la ri-forma del lavoro, dal 20131a de-duzione forfetta ria sugli affitti incassati dai privati è destinata a scendere dal 15 al 5%, di fatto aumentando il prelievo Irpef. La relazione tecnica stima 347,7

milioni di maggiori imposte, ma il dato è sicuramente sotto-stimato perché presuppone che tutti i proprietari di case af-fittate abbiano scelto la cedola-re (e così non è).

Terzo: l'Imu è stata limata con la detrazione extra di so eu-ro per ogni figlio che convive nella prima casa (sconto che co-sta 400 milioni all'erario), ma è anche scoppiata la polemica dei sindaci, che in molti casi saran-no costretti ad applicare aliquo-te superiori a quella ordinaria dello 0,76 per cento. Per inten-derci, se il livello medio doves-se essere dello o,86%, il gettito sarebbe di almeno 2,5 miliardi superiore alle stime iniziali.

Il grafico riportato a sinistra tiene conto di questi nuovi ele-menti e ipotizza tre scenari: uno con l'Imu ordinaria allo 0,76%, uno con l'Imu media allo o,86% e un altro senza l'incremento di due punti delle aliquote Iva del io e del 21% (incremento che per adesso è in calendario dal

prossimo i° ottobre, ma che il Governo cercherà di evitare at-tingendo altrove le risorse).

La pressione sul Pil In concreto sono possibili an-che altre soluzioni. Tanto per cominciare, Palazzo Chigi ha una wild card che consente al Governo di modificare le ali-quote Imu fino al 10 dicembre. Fin più si è detto disponibile a correggere la disciplina del-l'Imu a partire dal 2053 per veni-re incontro alle richieste dei sindaci. Senza dimenticare, in-fine, che alcuni tributi come la nuova Res su rifiuti e servizi de-vono ancora diventare piena-mente operativi. Di certo, in as-senza di correzioni, i tributi im-mobiliari - non solo quelli pa-trimoniali in senso stretto - ro-sicchieranno nel 2012 tra il 3,3 e il 3,5% del prodotto intern o lo r-do, avvicinandosi al 3,6% l'an-no prossimo.

11/WW.iv/ittencomIc_a'elloste

C RIP ROD J2I0 NE RISERVATA

Il precedente

>>>,

koue awuta.53~0

Sul Sole 24 Ore del 12 dicembre scorso è stata pubblicata la prima misurazione della pressione fiscale sul mattone, rapportata al prodotto interno lordo L'elaborazione era stata effettuata partendo dai da ufficiali contenuti nelle relazioni tecniche ai decreti :'.

sul fecleratisrnoli scale e alla manovra salva-Italia appena varata dal Governo Monti

60.000

55.000

50.000

L'andamento

L'evoluzione del prelievo sugli immobili. Dati in milioni di euro

Con Imu media allo 0,86%

sui fabbricati diversi dalla prima

casa

Prelievo sul mattone

Senza aumento dell'Iva dal primo

ottobre 2012

4.

45.000

40.000

2011

Pressione fiscale in raPPort0 al PII

Elaborazione delSole 24 Ore

Variazione % rispetto all'anno precedente

Pagina 2

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 4 di 54

Page 5: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Nek reste d'Europs In Francia sgravi del 30% sui canoni fino a 15mila euro

La Spagna non tassa le locazioni agli under 35 Rosanna Acierno

Deduzioni analitiche per le spese sostenute mentre i ca-noni concorrono a formare il reddito complessivo tassato ad aliquote progressive. È questo il filo conduttore del-la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come in Francia e Spagna. Per quanto riguarda, invece, la tassazio-ne indiretta, solo il Regno Unito e (ancora) la Spagna prevedono, come in Italia, la registrazione dei contratti di locazione e, dunque, l'assog-gettamento all'imposta di re-gistro, seppure in maniera di-versa: oltre Manica, infatti, il prelievo delli% scatta solo per canoni annuali che sup e rano ii48mila euro. Ma vedia-mo nel dettaglio.

Francia

Sono assoggettati a tassazio-ne i redditi derivanti dalla lo-cazione di immobili urbani o rurali situati nel Paese o all'estero (revenus fonciers), tranne quelli espressamente esenti e a condizione che non siano percepiti nell'ambito di un'attività agricola, d'im-presa o di lavoro autonomo. In linea generale, la base im-ponibile è costituita dalla dif-ferenza tra i canoni di locazio-ne percepiti (escluse le cau-zioni) e le spese sostenute dal proprietario per apporta-re migliorie o per la manuten-zione ordinaria (qualora sia tenuto) o straordinaria del-l'immobile. Nel caso di im-porti inferiori a 15mila euro, la base imponibile è costitui-ta dal canone annuale abbat-tuto forfettariamente del 3o% a titolo di spese.

Così come per gli altri red-diti (per esempio, quelli da la-vero dipendente o autono-mo), i revenus fonciers sono assoggettati all'Ir (imposta sul reddito complessivo cal-colata sulla base del foyer fi-

scal, ossia nucleo familiare) secondo aliquote marginali che attualmente variano dal 5 al 4i per cento. In ogni caso, i contratti di locazione di im-mobili destinati a uso abitati-vo non sono soggetti all'obbli-go di registrazione e, quindi, non scontano alcuna impo-sta di registro.

Germania

L'imposta sui canoni dell'af- fitto segue aliquote dallo o al

kiní r. AiTnz

Affitti .

H FRANCIA

\>0 I canoni annui di locazione fino a 15mda euro possono usufruire di una deduzione forfetaria del 30 per cento. Per it resto i canoni scontano una tassazione progressiva che va dal 5 al 11.1%

,

SPAGNA •

I redditi da abitazione affittata a giovani tra i 18 e i 35 anni sono esenti da tassazione. Per il resto, il prelievo segue, le aliquote da124 al 45% ed è prevista la deduzione anatitic delle spese sostenute

ZIP REGNOUNITO '.

A (,

I canoni. d'affitto superiori 125mila sterline (148mil

a euro) sono soggetti alla Stamp duty, un irnPosta registrao paria circa l'1 per cento. I redditi da locazione seguon la tassazione progressiva

45 per cento. Quest'ultima è applicabile se l'imponibile complessivo del contribuen-te supera i 250mila euro cir-ca. In ogni caso, a fronte dei canoni di locazione percepiti è riconosciuta una deduzio-ne pari all'importo comples-sivo delle spese effettivamen-te sostenute. Non c'è, infine, alcun obbligo di registrazio-ne dei contratti di locazione.

Regno Unito

I canoni da locazione concor-rono a formare, insieme alle altre tipologie reddituali, il reddito complessivo del con-tribuente cui si applica la per-sonal income tax (imposta sul reddito delle persone fisi-che) sulla base del world-wide principle (principio dei redditi ovunque prodotti). L'imposta è soggetta ad ali-quote progressive per sca-glioni di reddito fino a un massimo del 5o per cento. È comunque prevista una de-duzione analitica delle spese effettivamente sostenute per la manutenzione dell'immo-bile locato. Inoltre, sui cano-ni d'affitto superiori a 125mi-la sterline (148mila euro) si applica anche la Stamp duty, un'imposta di registro pari a circa l'i per cento.

Spagna

Il locatore usufruisce del-l'esenzione integrale delle im-poste sulreddito se l'abitazio-ne sia affittata a giovani tra i i8 e i 35 anni. Anche se su questa come su altre agevolazioni re-sta l'incognita delle misure an-ti-crisi al vaglio del Governo. Per il resto, la tassazione dei canoni di locazione, così co-me gli altri redditi, avviene se-condo aliquote che vanno dal 24 al 45 per cento. Anche in questo Paese è prevista una deduzione analitica per le spe-se che sono state effettiva-mente sostenute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 2

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 5 di 54

Page 6: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

utenze L'impatto sui bilanci domestici

Era già nell'aria, ma l'ulti-mo adeguamento del costo dell'elettricitàvarato dall'Auto-rità dell'energia (Aeeg) ha dato un'altra scossa ai conti di casa degli italiani. Un rincaro del 4,3% da maggio, pari a una mag-giore spesa annua di 21,5 euro: cronaca di una "stangata annun-ciata", giustificata da motivazio-ni già sentite, ossia la copertu-ra degli incentivi diretti alle fonti rinnovabili e assimilate. L'adeguamento di maggio va ad aggiungersi al precedente rincaro del 5,8% già deciso a partire da aprile, altri 27 euro all'anno (per la famiglia consi-derata dall'Authority, con un consumo cioè di circa 2700 kWh all'anno e, sul versante gas, dotata di riscaldamento autonomo e un consumo an-nuo di i400 metri cubi). Com-plessivamente quasi 5o euro in più all'anno (rispetto agli adeguamenti fissati a dicem-bre 20n) per far funzionare gli interruttori di casa. E sempre in attesa dei prossimi adegua-menti trimestrali.

Inoltre si tratta sempre di medie, valide per un profilo in-dicativo. E solo per le utenze lu-

ce e gas. Altre spese obbligate sono quelle per servizi come i rifiuti, l'acqua, il telefono. Più nel dettaglio, scendono le sti-me pubblicate in questa pagina riferite a tre tipologie di uten-ze, che rappresentano un'anti-cipazione del rapporto sulle ta-riffe che Ref Ricerche e Indis di Unioncamere realizzano an-nualmente nell'ambito dell'atti -

vità di monitoraggio dei servizi pubblici locali. Elaborazioni che ci danno anche un'idea de-gli aumenti "serviti" alle fami-glie. Ebbene tra energia, gas, ri-fiuti e acqua l'incremento nel 2012 rispetto al 2011 si aggira in-torno al 10% e a pesare di più sa-ràla bolletta della luce (e in ba-se allo scenario più favorevole, ossia ipotizzando che le condi-zioni in vigore nel secondo tri-mestre di quest'anno non ven-gano variate sino a fine anno). Ma ecco i particolari.

Se nel 2011 un single con un consumo di circa 1.200

kWh/anno ha sostenuto una spesa totale intorno ai 180 eu-ro, a spendere quasi un quinto in più (il 18%) dovrà preparar-si per l'anno in corso (211 eu-ro). Da 252 a quasi 300 euro

(+17%) salirà invece la spesa della coppia di pensionati che si limitino a 1.800 kWh, men-tre intorno ai 500 euro (+14%) spenderà la coppia con figli con un fabbisogno di 2.70o kWh (profilo simile a quello monitorato dall'Aeeg).

Per le elaborazioni- specifi-ca lo studio di Ref Ricerche e Indis Unioncamere - si è ipo-tizzata una fornitura a prezzo monorario, quindi non diffe-renziato per fascia. Per le uten-ze dotate di contatore biora-rio (che ora sono la maggior parte) ricorrere a comporta-menti virtuosi, concentrando la maggior parte dei consumi nelle ore meno care (la sera e la notte, nei week end e nei fe-stivi) potrebbe consentire qualche risparmio, ma inferio-re alla decina di euro all'anno (si veda il Sole 24 Ore del 3o

"

Maggior spesa Il rincaro nel 2012 solo per gas, elettricità, acqua e rifiuti

aprile e del 13 febbraio scorsi). Intorno al 12% si aggira l'au-

mento per gli stessi profili di utenze che abbiano una secon-da casa (con un massimo di cir-ca 700 euro di spesa per il nu-cleo genitori e figli).

Analogo (+n%) l'aggravio per il servizio gas. Il nucleo di quattro persone con 1.600 me-tri cubi di consumo arrivereb-be a spendere quasi 1.50o euro (senza tra l'altro considerare le differenza climatiche sul terri-torio). E per risparmiare su que-sto fronte, le soluzioni non so-no molte, salvo ridurre i consu-mi, abbassare la temperatura in casa, o investire in interventi di efficienza energetica (il che si-gnifica comunque spendere). Meno pesanti (ma sempre supe-riori all'ultimo indice sul costo della vita) i rincari sui fronti ri-fiuti (+4,9%) e acqua (+54%).

Nel complesso a soffrire di più sarà ovviamente il profi-lo numeroso, che pagherà per luce, gas, acqua e rifiuti oltre 2.50o euro (contro i 2.280 del 2011): 200 euro in più solo per l'energia.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Bolletta energetica sotto la pressione di continui ritocchi

Pagina 3

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 6 di 54

Page 7: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Da Imu e tariffe 500 euro in più all'anno La spesa per una famiglia tipo aumenterà del 20% - Sulle seconde case rincari fino a un terzo

Cristiano Dell'Oste

Giovanni Parente

Immaginate di posare una moneta da un euro su tutte le piastrelle del pavimento di ca-sa. Ecco, se in famiglia ci sono due adulti e due bambini, e se la casa è circa di mo metri quadra-ti, questo è quanto dovrete pa-gare in più nel 2012 tra imposte e bollette. A conti fatti, 472 eu-ro, con un aumento del 20,7% ri-spetto all'anno precedente. Se invece l'alloggio è un po' più piccolo e appartiene a una cop-pia di pensionati, la maggior spesa da mettere a budget è 314 euro, che si fermano a 127 euro per un single in un bilocale di 5o metri quadrati.

Il rincaro dipende dal ritorno della tassazione sulla prima ca-sa e dagli aumenti tariffari su energia elettrica, gas, acqua e ri-fiuti. Le simulazioni - condotte sulla parte tariffaria da Ref ri-cerche e Unioncamere Indis -considerano un consumo me-dio a livello nazionale per tre fa-miglie-tipo. La stessa imposta-zione è stata seguita anche per calcolare l'Imu, ipotizzando tre abitazioni con rendite catastali intermedie, senza considerare le anomalie degli alloggi censiti come «ultrapopolari» in centro (molto favoriti) e di quelli di re-cente costruzione in zone peri-feriche (i più penalizzati).

Imu leggera non per tutti

Per la famiglia con due bambi-ni e la coppia di anziani, l'Imu costituisce circa metà della spe-sa extra per il 2012. È vero, co-me ha rilevato la scorsa setti-mana il ministero dell'Econo-mia, che per le rendite catastali più basse l'Imu pesa meno del-la vecchia Ici. Ma l'Ici sulla pri-ma casa non si paga più dal

2008, e quindi il confronto tra il 2012 e l'anno precedente com-porta un aggravio secco per il bilancio familiare. E poi biso-gna considerare altri due ele-menti che possono distorcere la distribuzione del prelievo: da un lato, le rendite catastali non riflettono necessariamen-te il valore di mercato dei fab-bricati; dall'altro, la detrazione di 200 euro sulla prima casa è concessa a tutti gli immobili, a prescindere dal reddito dei pro-prietari e dal valore catastale. Un punto, quest'ultimo, che spiega ad esempio perché il sin-gle riesca quasi ad azzerare l'imposta municipale.

La casa al mare

L'aggravio è più forte per chi ha una seconda casa al mare o in campagna e la utilizza per il fine settimana o le vacanze estive. In questo caso, anche se il prez-zo delle utenze è maggiore, i consumi concentrati in pochi giorni dell'anno comportano un rincaro più contenuto rispet-to alle prime case.

Ciò che aumenta "senza se e senza ma" è invece il carico tri-butario legato all'Imu. Rispetto all'Ici versata l'anno scorso, in-fatti, cambiano il coefficiente moltiplicatore usato per calco-lare il valore catastale (aumen-tato del 60%) e l'aliquota appli-cata, che con l'Imu parte dallo 0,76% e può arrivare fino all'1,06 per cento. In realtà, po-

trebbe anche diminuire fino al-lo 0,46%, ma al momento le ca-se a disposizione sembrano es-sere i fabbricati su cui si concen-treranno gli aumenti dei Comu-ni. Tutto sommato, anche calco-lando l'Imu con l'aliquota ordi-naria, il proprietario della se-conda casa si troverà quest'an-no a pagare 316 euro in più, con un rincaro del 30 per cento.

L'incognita -addizionale

Il conteggio fmale potrebbe ri-velarsi ancora più alto. Di fatto, le aliquote Imu sono tutte da de-cidere, perché i pochi Comuni che hanno già deliberato po-tranno ripensarci fino al 3o set-tembre, e perché lo Stato potrà ritoccare il livello del prelievo addirittura fino allo dicembre. Ma anche sul fronte dei rifiuti il dossier è aperto in molte città. Le simulazioni di Ref sugli au-menti del 2012, per esempio, ten-gono conto degli adeguamenti che sono stati deliberati nei pri-mi tre mesi di quest'anno. Fin da adesso, però, si può già preve-dere che molti Comuni inter-verranno nelle prossime setti-mane. Anche se la tassazione lo-cale andrà poi analizzata a 36o gradi: chi sceglierà di tenere bassa l'Imu o il prelievo sui rifiu-ti, ad esempio, potrebbe optare per l'aumento dell'addizionale comunale all'lrpef, "sbloccata" dal decreto salva-Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 3

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 7 di 54

Page 8: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Il soler /,1 press LinE 07/05/2012

+ 67

ks" \\\\\\\\\«\\\\\\\\\\\\\\\\\‘

+ 43

6 + 10

Gli esempi

La spesa per tasse sulla casa e tariffe di utenze domestiche. Valori in euro

11R5

Differenza

+ 16

Elettricità

Im u

fl profilo. Si ngle proprietario di un bilocale di 50 metri quadrati (337,50 re eu ro di rendita catastale già rivalutata de1.5%)-Alt'anno consuma

i 1.200

chìlowattora di energia elettrica, 750 metri cubi di gas mentre consumi di acqua ammontano 'a 80 metri cubi nell'arco dei 12 mesi

709

111

138

+ 5 Ne 'aumento complessivo di 127 euro spicca il rincaro della bolletta del gas ^ ercuiilsingle spenderà in più 67 euro

642

106 Acqua

... ----- Rifiuti

.............

1.468 + 141

......................

I u

,,,,•,,,,•/,•1

437

1.327

mm

Il profilo. Coppia con due bambini che possiede un 108 metri quadrati (rendita rivalutata di 850 euro) annuale di energia elettrica è pari a 2.700 chilowat t

ammonta a 1,600 metri cubi e quello idrico a 160 m

appartamento di Il consumo ora, quello di gas atri cubi

L'Inin pesa,per poco. più della metà dell'aumento com plessívo di 472 euro

Acqua

Rifiuti

Differenza

+ 244

61

2012

244

498

\N N\s'Sk3

icità

Oltre sull'abitazione principale, anche la bolletta d el, gas mostra una crescita sostenuta (106 euro piu)

252 295

004 1.110

130 137

251 263

7 Acqua

Rifiuti 11 profilo. Coppia d i anziani in pensione che possiede un appartamento di 90 metr quadrat i (540 curo di rendita rivalutata) ,. Il consumo a nnuale ch energia elettrica e pari a 1.800 chilowattora, que o diga ammonta a 1.200 metri cubi e quello idrico a 100 metri cubi

TIPS

Im u

Elet

\\\Q. "\\\ \\,~7

Fonte elaborazioni Ii Sole 24 Ore del lunedì, Ref ricerche e Llnionca mare Indis

Differenza

Pagina 3

ULY':C3N1

Differenza

+ 254

186

72

Acqua

La tipologia.Abitazio e di 60 metri quadrati (495 eu ro di rendita catastale già rivalutata del5%) utilizzata per l'estate 'e i fine settimana. I consumi i poti zzati cor spondono a circa un terzo di quelli della famiglia . con l'ambirli e ten ono conto di prezzi e tariffe per le seconde case

+ 19

+35

4 La spesa aggiuntiva rispetto al 2011 è dovuta per la quasi totalità (80,6%)

UMentO dell'Imil

Pagina 8 di 54

Page 9: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

moffitorng% OttadínanutfivaA Firenze, Pistoia e Prato l'esborso annuo è di 474 euro

Toscana capofila per il costo dell'acqua Gianni Trovati

Ad Agrigento l'acquedotto costa in bolletta n volte in più rispetto a Milano, anche se in Lombardia la rete perde il 19 per cento dell'acqua che gesti-sce mentre in Sicilia se ne va in media più del doppio.

Tra le tasse e tariffe comunali che continuano a procedere a passo di corsa ci sono anche quel-le idriche. L'anno scorso, secon-do l'analisi annuale sul servizio idrico integrato che l'Osservato-rio prezzi e tariffe di Cittadinan-zattiva diffonderà oggi, una fami-glia media di tre componenti con un consumo annuo di 192 metri cubi ha speso 290 euro, con un in-cremento del 5,8% sul 2010 e del 24,5% rispetto al 2007. È una cre-scita silenziosa, perché la bollet-ta dell'acqua pesa meno di altre voci e continua ad attestarsi su li-velli inferiori rispetto ad altri Pa-esi europei, ma come mostra la dinamica degli ultimi anni le bol-

lette hanno incrementato il rit-mo e doppiano abbondantemen-te i tassi d'inflazione.

Nel caso dell'acqua, oltre alla corsa dei prezzi a colpire è la lo-ro variabilità, che si traduce in una girandola di cifre a seconda delle zone. La bolletta è divisa in tre componenti: la quota fis-sa (nata come noleggio del con-tatore, e quasi triplicata in cin-que anni), quella relativa all'ac-quedotto, che rappresenta la componente più importante, e quella destinata a pagare depu-razione e fognatura.

L'unione delle tre componen-ti fa primeggiare le città toscane,

MIZOIM AVAgli L'importo medio è salito dell'80,5% a Lecco ma incrementi sostenuti si sono registrati anche a Lodi e Benevento

anche se fra 2010 e 2011 a sentire più drasticamente gli aumenti so-no stati gli abitanti di Lecco, che hanno dovuto fare i conti con un incremento dell'8o,5% rispetto all'anno prima (a Lodi gli aumen-ti sono stati del 35%, e a Beneven-to del 27,4%). Le bollette più care d'Italia, sempre per la famiglia-ti-po presa in esame dall'Osservato-rio di Cittadinanzattiva, sono sta-te invece recapitate alle famiglie di Firenze, Pistoia e Prato, con 474 euro all'anno, seguite da quel-le di Arezzo (465 euro), Grosseto e Siena (457). All'altro capo della classifica si trova Isernia, dove la stessa famiglia paga un conto

Ia womau Nelle aree del Mezzogiorno il tasso di dispersione della rete idrica può arrivare a toccare picchi del 65%

che da cinque anni rimane anco-rato ai no euro all'anno.

Il conto in bolletta, naturalmen-te, non basta da solo a indicare la qualità, e soprattutto la so stenibi-lità, del servizio. Il Molise, con le sue tariffe immobili nel tempo, è infatti di gran lunga la regione più economica d'Italia per gli utenti del servizio idrico, ma è percorsa da una rete che con il suo tasso di dispersione al 65% reclama a gran voce investimenti e manutenzio-ne. Situazioni simili tornano in lar-ga parte del Mezzogiorno: anche la Basilicata perde per strada più di metà (53%) dell'acqua che cir-cola sulla rete regionale, mentre Calabria, Abruzzo e Sardegna ne lasciano andare il 44 per cento. Tassi insostenibili dai quali, oltre alla Lombardia, solo Piemonte, Emilia Romagna, Ligura, Trenti-no Alto Adige e Marche si tengo-no lontane riuscendo a condurre a destinazione più de175% dell'ac-qua gestita dalla rete.

Quello infrastrutturale, del re-sto, è uno degli snodi critici dell'intero sistema dell'acqua, e nella gestione delle tariffe si lega al tema dei controlli, essenziali vista la varietà del quadro. Giu-sto in queste settimane l'autorità per l'energia e il gas ha ereditato dal ministero dell'Ambiente i compiti di approvazione e con-trollo dei piani tariffari elaborati dagli ambiti territoriali (sul pun-to si veda anche il servizio a pagi-na n del dorso Norme e tributi), e dovrà trovare una soluzione al bi-sogno di investimenti che carat-terizza il settore: secondo il Blue Book realizzato ogni anno dalla Fondazione Utilitatis, il servizio idrico avrebbe bisogno di investi-menti da 2 miliardi all'anno per i prossimi 20 anni In tempi grami per la finanza pubblica, risponde-re a questa esigenza senza grava-re troppo sulle bollette non sarà un'impresa semplice.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 3

press LinE 07/05/2012

Il soler /,1

Pagina 9 di 54

Page 10: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Il Sole12 press LinE 07/05/2012

% Var.% 2010111. 2007111.

Il confronto di convenienza

Le città con la spesa annua più alta e più bassa per il servizio idrico integrato

DOVE COSTA DI PIÙ... ... E DOVE COSTA DI MENO

Var.% Var. % 2010/11 2007/ii

+5,2 +34,6 - - - -------

+5,2 +34,6

+5,2 +34,6

+6,5 +28,1

+8,3 +39,1

+8,3 +39,1

+18,4 +38,4

+7,0 +38,8

+7,0 +28,1

Nota: Ilservizio idrico integrato per uso domestico comprende le voci: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione

e quota fissa (o ex noleggio di contatori). I dati sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192

metri cubi di acqua e sono comprensivi di Iva al10 per cento Fonte: Cittadinanzattiva

Pagina 3

Spesa 2 11 (e)

110 ..... . . ....... ....

120

166

16$

175

176

178

82

184

457 ......................

453

Urbino 453

Livorno 447

Agrigento

Spesa 011(€)

474

Città 2

Firenze

Pistoia

Prato

Arezzo

Grosseto

Siena

Pesaro

+4,9

+11,4

+1,8

+2,2

Catanzaro, Caserta, Teramo

Cttta

Isernia

Trento

Milano

Campobasso

Varese

Udine

Chieti

Cremona

Como

-39,3

+16,4

+5,0

+32,4

-13,5

-4,1

-1,0

Pagina 10 di 54

Page 11: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Categorie di merci

Arredi per ufficio

Buoni pasto

Carburanti extra rete

Carburanti rete

Centrali telefoniche

Energia elettrica

Fotocopiatori in noleggio

Gasolio da riscaldamento

Pc desktop

Pc portatili

Server

Stampanti

Telefonia mobile

Telefonia fissa

% di risparmio

35,0 - - ---

2,8

5,3

,6

77,2

4,0

23,3

36,9 .

67,9

34,5

29 ,4

Acquisti centralizzati: la Pa taglia fino al 70% I risparmi ottenuti con le maxi-convenzioni Consip: -30% per una scrivania, telefonia a prezzi di saldo

Valeria Uva

Le amministrazioni pubbli-che che l'anno scorso hanno bus-sato alla Consip per acquistare una centrale telefonica hanno ri-sparmiato, in media, il 77 per cento. Stesso prezzo low cost an-che per la stampante: -67% ri-spetto all'offerta fatta al singolo ente pubblico. In media - secon-do i calcoli del ministero dell'Economia e dell'Istat nella «Rilevazione 2011 dei prezzi uni-tari dei prodotti acquistati dalle Pubbliche amministrazioni» - il risparmio globale ottenuto at-traverso la gestione centralizza-

KR :MURO Secondo il rapporto Giarda soltanto il 3% degli appalti passa oggi attraverso la Spa di proprietà del Tesoro

ta delle forniture è stato de116%, vale dire un quinto del totale.

Un bel punto di partenza per chi, come il neocommissario per gli acquisti Enrico Bondi, de-ve garantire in15 giorni il recupe-ro di almeno due miliardi dei 4,2 globali della spending review, tagliando sprechi e inefficienze dal fiume di commesse pubbli-che che in totale ne vale 136 (si veda anche il Sole 24 ore del 3 maggio). Un'idea di quanto può pesare il "metodo Consip" si può avere leggendo le rilevazio-ni congiunte (ministero dell'Economia, che controlla Consip, e Istat) che dal 2004 a og-gi fotografano come e quanto

spende la Pa. Prendiamo ad esempio le scri-

vanie di fascia media da ufficio: a dicembre 2011 sul mercato (non quello privato, ma quello degli appalti pubblici che segue, spesso, dinamiche particolari) la "quotazione" del singolo pez-zo era di 156 euro, mentre l'ente che aveva deciso di ricorrere al-la convenzione Consip poteva pagare lo stesso prodotto 109 eu-ro, il 30% in meno.

Stesso discorso per il compu-ter: il modello di fascia alta ad agosto 2010 veniva offerto a 526

euro, la centrale acquisti invece aveva spuntato un taglio del 22% con un prezzo medio di 409.E proprio sul Pc si è verifica-to quello che si potrebbe chia-mare "effetto Consip": quando scende in campo la super-acqui-rente centralizzata con una con-venzione che resta aperta per di-versi mesi riesce a calmierare tutto il mercato, anche quello fuori dal proprio perimetro. Lo si capisce seguendo le spese per lo stesso Pc riportate nella tabel-la qui a fianco: fino ad agosto 2010 costava alle amministrazio-ni 526 euro; soltanto il mese do-po, mentre nel mercato libero i prezzi continuavano a scende-re, per la Pa il "prezioso" Pc è bal-zato a 686 euro. Come mai? Giu-sto a settembre la convenzione Consip era momentaneamente esaurita e quindi il Comune, la scuola o la Asl che avevano ur-gente bisogno di computer non hanno avuto altra scelta che ri-volgersi al mercato.

Quindi i prezzi della gestione centralizzata delle forniture (ot-tenuti senza la mannaia del me-

todo del massimo ribasso) or-mai fanno da benchmark per tut-ti. «È anche per questo motivo -spiegano da Consip - che si ten-ta di garantire più continuità al-le convenzioni».

Anche in tema di innovazio-ne hanno fatto scuola alcune ga-re. Come quelle per il servizio di illuminazione pubblica: in prati-ca il contratto affida al fornitore la gestione di luci e semafori a un canone fisso; il fornitore è quindi incentivato a introdurre meccanismi di risparmio ener-

La sforbiciata

Risparmio medio per la Pa nell'acquisto di merci mediante le convenzioni di Consip

Fonte: indagine Mef-Istat 2011

getico. Hanno aderito 200 Co-muni con un risparmio di 45 mi-lioni di Kw all'anno (-24%) e 24mila tonnellate di anidride carbonica in meno.

Ma il vero "nodo" che Enrico Bondi dovrà sciogliere subito è quello di allargare il perimetro della centrale di acquisto: oggi solo le amministrazioni statali (escluse le scuole) sono obbliga-te a rifornirsi tramite Consip e solo per otto categorie merceo-logiche (individuate da un Dm del2oo6): arredi e macchine per ufficio,buoni pasto, telefonia fis-sa e mobile, centrali telefoniche, carburanti, autoveicoli sia a no-leggio che acquistati. Per tutti gli altri prodotti l'ente può prov-vedere direttamente e tenere per sé la strategica leva degli ap-palti (succede nel 97% dei casi secondo il rapporto Giarda), an-che se deve rispettare i parame-tri di prezzo-qualità Consip. Ma il controllo avviene solo a valle degli acquisti, quando la Corte dei conti va a spulciare delibere e bilanci. E lì spesso l'ente giusti-fica lo scostamento sostenendo di aver bisogno proprio di quel-la scrivania o di quel Pc, insom-ma di un prodotto che non ha eguali sul mercato.

Eppure non è solo una que-stione di prezzo: con la centrale d'acquisto unica si possono otte-nere anche altri risparmi, forse più difficili da percepire, ma al-trettanto importanti. «Chi si affi-da a noi - spiegano dalla Spa pub-blica - evita la gara e quindi ta-glia tempi e costi di approvigio-namento, con un risparmio glo-bale di 500 milioni l'anno».

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 6

press LinE 07/05/2012

Il Sole/ /,1

Pagina 11 di 54

Page 12: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Il Sole12 press LinE 07/05/2012

IMAGOECONOMICA IM AG O ECO NO MICA

Gli esempi concreti

Alcuni esempi di prezzi medi di singoli beni che le convenzioni Consip sono riuscite a spuntare, rispetto ai prezzi delle forniture pubbliche e relativo risparmio (differenza%). Dove il valore manca la convenzione non era attiva

prezzo medio praticato alla Pubblica amministrazione fuori dalla convenzione Consip; M prezzo medio praticato nella convenzione Consip

e, \mt

MARIA MARIA

Data Prezzo in euro

Febbraio 2005 228

,,214 Maggio 2008

150 Dicembre 2010

Risparmio Consil3

Risparmio Consip Data

Prezzoin euro

Aprile 2008

Agosto 2010

Settembre 2010

5%

22%

40%

30%

Data Prezzo in euro

Risparmio Consip Data

Novembre 2007

Gennaio 2010

Febbraio 2010

46 2007

Agosto 2010

Settembre 2010

Prezzo in euro

Risparmio Consip

FOTOGRAMMA

27% 17%

2%

Data

Gennaio 2007

Gennaio 2008

Gennaio 2010

Risparmio Consi

0,4%

7%

0,2%

P 850

Prezzo in euro

Prezzo in euro

Risparmio Consi P

Agosto 2008 36%

Nota: Fonte: elaborazione Sole 24 Ore su dati Rilevazioni annuali prezzi medi Mef/Istat

Pagina 6

Pagina 12 di 54

Page 13: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

UM,'Mà.'.. Le promesse del riordino

La sfida infinita degli enti sempre più inutili Antonello Cherchi Valentina Melis

Ridurre, anche tramite ac-corpamento, gli enti strumentali e vigilati dai ministeri e le s ocie-tà pubbliche. È uno degli obietti-vi che si dovrebbe raggiungere conia revisione della spesa pub-blica, secondo la direttiva ema-nata dal Presidente del Consi-glio il 3o aprile. In realtà, il ta-glio degli enti ritenuti inutili è un risultato che diversi Gover-ni, da decenni, hanno tentato di raggiungere, ma con risultati scarsi o nulli.

Per rimanere all'ultimo de-cennio, è dalla Finanziaria del 2002 che si tenta di dare vigore ed efficacia all'operazione ta-glia-enti, che - stando almeno al-le cifre contenute nella Finan-ziaria 2007 - promettono bei ri-sparmi: in quell'occasione, infat-ti, si stimò che il disboscamento avrebbe prodotto 415 milioni di

euro all'anno di minori spese. Il calcolo è, però, rimasto un puro esercizio ragionieristico, per-ché di quei risparmi se n'è vista una parte infinitesimale.

Il taglia-enti riproposto con grande enfasi nel 2008 dall'allo-ra ministro della Semplificazio-ne, Roberto Calderoli, promet-teva sfracelli, ma di fatto non ha tagliato niente. Un meccani-smo cervellotico - con tagli di-versificati a seconda della di-mensione dell'ente, al di sotto o al di sopra dei cinquanta dipen-denti, sui quali sarebbe dovuta calare la tagliola se non si fosse-

TAGUCLA ULDEROLI Il meccanismo messo a punto

dall'allora ministro

della Semplificazione

non ha prodotto

alcun disboscamento

ro riorganizzati -, una pletora di deroghe, ma soprattutto la mancanza di una mappa da cui partire, ha fatto naufragare quel progetto. E i risparmi sono così rimasti sulla carta. O, per ade-guarsi al linguaggio della spen-ding review, si è continuato a spendere per mantenere in vita strutture inefficienti.

Si deve aspettare il 2010 per vedere veramente le prime te-ste cadere: il decreto legge 78 in-dica con nome e cognome gli en-ti che devono lasciare la scena. Sono 24, ma diventeranno 25 con l'aggiunta nel 2011 (legge io,

Rì:DM"aSIONAMENTO L'operazione di potatura

si accompagna a quella

di riorganizzazione

di vari organismi

tra cui le agenzie fiscali

di conversione del Dl 225) del Banco nazionale di prova delle armi da fuoco.

Altri tagli arrivano con il de-creto legge salva-Italia (Dl 201/2011), che sopprime dieci en-ti: in primis, attribuendo all'Inps le funzioni dell'Inpdap e dell'Enpals, soppressi dal i° gen-naio 2012. Il legislatore, però, si è poi ricreduto sulla soppressione di alcuni enti: in particolare, sull'istituzione di un consorzio nazionale dei grandi laghi preal-pini (Maggiore, Iseo e Como), e ha ripristinato i tre consorzi loca-li (Ticino, Oglio e Adda).

Il taglio degli enti inutili è sta-to accompagnato, in particolare dall'ultimo anno, da manovre di contenimento delle spese del personale attraverso il riordino di vari organismi. Manovra che è ancora in corso. Entro giugno dovranno essere ridimensionati - come prevede il salva-Italia -

Finanziaria 2002 (legge 448/2001) E il primo tassello dell'operazione taglia-enti affrontata nell'ultimo decennto: sono

Finanziaria 2007 (legge 296/2006) Si quantificano i risparmi derivanti dall annunciato taglio degli enti inutili: le

Legge 133/2008 (conversione DL 112 Parte iltaglia-enti targato Roberto Calderoli, allora ministro della

emplificazione. I criteri di razionalizzazione sono rimaneggiati più volte ma dopo due anni di tagli non si vede neanche l'ombra. Il risultato finale è il

Ar agseerfr

(Agenzia

. 15r ai s, od rateo: (i, ,s isttui (Istituto edc

equi

il i n

ripristinato

sndnt ae p e

, ormat o con o per d

e l DL 98 Jopp „,

t'lncre °l'Un.

n li' Dl 2 comm

(A mento d e ll

e (Union e

ercio

sogpennzia per [ razzee

ione nazi101),

41a nazi

sette del settore

autono °nale per

20 re ippic

mia scot er

12, l'Ansas o) ,

astica

lege

estero, l'I 'L

conversione

previste una serie di regole per sopprimer o accorpare gli organismi ritenuti inutili. L'obiettivo non viene, però, centrato

minori spese attese ammontano a 515 milioni di euro per i primi due anni e 415

Rioni a regime a partire dal 2009

. riordino di 13 organismi pubblici non economici statali, con conseguente soppressione di 61 cariche, amministrative

Legge 122/2010 (conversione del DL 78) Si passa al taglio nominale: spariscono 25 enti

l'Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca innovativa)

Legge 214/2011 (conversione Dl 201) . Il DI. salva-Italia taglia dieci enti I tre consorzi, peri laghi prealpini sono poi salvati dalla legge 14/2012, mentre la soppressione dell'Eipli a130 settembre 2012

.s\\

Storia di insuccessi

Le operazioni taglia-enti dell'ultimo decennio

,n N

gli organi collegiali di indirizzo, amministrazione, vigilanza e controllo delle agenzie, incluse quelle fiscali, e degli enti e orga-nismi strumentali. Entro luglio, poi, dovrebbero arrivare i rego-lamenti che - secondo quanto previsto dal decreto legge sem-plificazioni (Dl 5/2012, converti-to dalla legge 35) - trasformano in soggetti di diritto privato gli enti pubblici non economici vigi-lati dal ministero della Difesa. Il riordino era già in corso, invece, per gli enti che ricadono sotto l'ombrello del ministero della Sa-lute, ma con l'ultimo Milleproro-ghe è arrivato uno slittamento. Un riordino analogo dovrà inte-ressare anche gli enti vigilati dal ministero del Lavoro.

Entro fine anno si dovrebbe, poi, chiudere la partita della rior-ganizzazione delle società parte-cip ate dagli enti locali.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 6

Acquisti centralizzati: la Pa taglia fino al 70%

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 13 di 54

Page 14: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

di Giovanni Valotti

- 295 b ilemiliarcdi di spesa rive di- , cosìcome definita dal

A.piano di spending review lanciato dal Governo, rappresen-tano un obiettivo ambizioso e im-portante ma danno solo parzial-mente conto di quanto sia possibi-le fare sul piano della razionalizza-zione della spesa pubblica.

Non c'è dubbio che, dato lo sta-to delle nostre finanze ed il livel-lo di pressione tributaria rag-giunto, la strada della riduzione della spesa sia ineludibile e, pro-prio grazie alle condizioni di emergenza in cui purtroppo si trova il paese, oggi anche concre-tamente possibile.

Tuttavia, le esperienze di spending review condotte in al-tri paesi (Canada, Australia, Uk, Olanda, Danimarca, Finlandia, ad esempio) ci insegnano che l'occasione si presta per il rag-giungimento di un altro obietti-vo fondamentale: migliorare la qualità della spesa.

Infatti, in termini assoluti e rap-portata al Pil l'entità della spesa pubblica inItalia è sì importante e riducibile, ma non del tutto fuori scala rispetto alla situazione dei paesi con i quali più frequente-mente ci confrontiamo.

Lavera differenza è rappresen-tata dall'efficacia e dall'efficienza della spesa. Ovvero: le spese so-stenute servono davvero e sono capaci di produrre servizi di quali-

tà ed un impatto finale positivo sui bisogni dei cittadini? E inoltre: i costi di produzione dei beni e dei servizi pubblici, e quindi l'effi-cienza delle organizzazioni pub-bliche, sono allineati ai migliori standard internazionali e, perché no, del settore privato?

Si pone, in altri termini, dram-maticamente, una questione "rendimento" della spesa, altret-tanto importante di quella della relativa "riduzione". Da questo punto di vista il nostro paese ha seri problemi, come ben dimo-stra l'essere sistematicamente fa-nalino di coda negli indici di pro-duttività comparati dei Paesi Oc-se (uno su tutti, il Pil prodotto per ora lavorata).

C'è un solo modo, infatti, per ridurre la spesa senza impatti for-temente negativi sui livelli di ser-vizio pubblico: aumentare, signi-ficativamente, la produzione quali-quantitativa per unità di ri-sorsa impiegata.

Benvenga, quindi, l'approccio del Governo teso a superare la lo-gica dei tagli orizzontali, ingiusta-mente punitivi per le ammini-strazioni piùvirtuose, a condizio-ne che questo si accompagni ad un'operazione che entri davvero nel merito delle diverse catego-rie di spesa, elimini quelle impro-duttive, valorizzi quelle strategi-che e induca tutti gli enti a ricer-care un continuo collegamento tra livelli di spesa e risultati effet-tivamente prodotti.

Solo questo, combinato con una maggiore necessaria traspa-renza sull'uso delle risorse pub-bliche e sui livelli di servizio ga-rantiti, può consentire di affronta-re, finalmente, il grande tema del-la disomogeneità dei livelli di effi-cienza e di spreco nelle diverse amministrazioni pubbliche. Di nuovo, le esperienze internazio-nali maturate in ambito pubblico ci insegnano che è uno strumen-to importante di miglioramento il confronto sistematico di perfor-mance tra amministrazioni simi-lari e la ricerca del benchmark, ovvero del valore di riferimento al quale tendere. Nulla, o poco, di tutto ciò si fa nel nostro paese, ac-cettando passivamente disparità clamorose di rendimento tra le amministrazioni.

Più trasparenza quindi, sul-l'uso e la produttività delle risor-se pubbliche, più confronti tra am-ministrazioni per meglio valuta-re le singole performance e pro-muovere interventi mirati sulle amministrazioni meno virtuose, forse anche per risvegliare il sen-so di responsabilità e l'orgoglio di poter essere tra i migliori.

Ma tutto questo richiede, ac-canto a una regia di sistema, una responsabilizzazione diffu-sa di tutte le amministrazioni, ovvero i centri di spesa, del set-tore pubblico.

E qui sta la differenza tra la spending review come interven-to una tantum e un nuovo modo di amministrare che faccia della qualità e dell'efficienza della spe-sa i propri pilastri portanti. Della prima abbiamo sicuramente biso-gno in questa fase, sul secondo si fonda il futuro del settore pubbli-co e lo sviluppo del nostro paese.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Efficienza e qualità per una vera svolta

Pagina 7

press LinE 07/05/2012

II soler /,1

Pagina 14 di 54

Page 15: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

press LinE 07/05/2012

II soler /,1

In due regioni su tre la spesa pubblica va oltre la media In Lazio e Molise il record pro capite Lombardia e Veneto tra i virtuosi Andrea Biondi

Potrebbe essere compren-sibile il dato del Lazio (4.275 eu-ro pro capite), gonfiato dalla presenza di ministeri e uffici sta-tali. Meno invece quelli del Mo-lise, come della Calabria, Basili-cata o Liguria, le cui spese cor-renti "regionalizzabili" sono ben sopra la media nazionale (2.921 euro pro capite). Ed è an-che difficile spiegare come un dipendente della Regione (que-stavolta intesa come ente), p os-sa costare 178 euro per cittadi-no in Molise contro i 23 della Lombardia: cifra, questa, tre vol-te inferiore rispetto a quella del-la Campania.

Le elaborazioni del centro studi Sintesi - o, come nel caso delle retribuzioni dei dipenden-ti regionali, dall'ufficio studi del-la Confartigianato su fonte Co-paff (Commissione per l'attua-zione del federalismo fiscale) e Istat - restituiscono l'immagine di un'Italia che, oltre alle cento città e ai mille "campanili", può anche vantare una declinazio-ne territoriale delle spese certa-mente molto varia. Da cui, vo-lendo trovare un dato di sintesi, emerge che il 6o% delle regioni ordinarie ha un livello di spesa corrente superiore alla media; percentuale che sale al 67% fra i territori a statuto speciale.

«Se ci si addentra nell'analisi della spesa dello Stato e nella sua disaggregazione, per quan-to possibile, a livello regionale -dicono dal centro studio Sintesi - ci si rende conto di come nel nostro Paese non ci facciamo mancare nulla. Si scopre che per consumi intermedi, per le spese del personale, ma anche per il totale della spesa, le cifre che risultano da una lettura pro capite dei dati sono significati-vamente diverse tra regione e regione». Differenze da consi-derare, eccome, in tempi di spending review. Del resto, se è

vero che il federalismo sembra aver perso priorità dinanzi all'emergenza di risanamento dei conti pubblici, è altrettanto vero che un'azione di revisione dei conti non potrà che partire dall'obiettivo di individuare benchmark su costi e spese. Qualcuno in passato ci ha prova-to a fare qualche simulazione. Per esempio, Unioncamere Ve-neto che, facendo i conti sulla spesa media in un quinquennio (2003-2007), ha calcolato il ri-sparmio se si calibrassero costi dei consumi intermedi, nume-ro dei dipendenti pubblici e co-sto del lavoro per ogni dipen-

DISPARTÀ NON ORDMARIE Il centro studi Sintesi sottolinea che nei territori a statuto speciale il costo dei servizi generali è più alto del benchmark

dente pubblico ai valori del Ve-neto o al modello tedesco. I ri-sparmi sarebbero intorno ai 27,8 miliardi nel primo caso e fi-no a 49,4 miliardi nel secondo.

Sia chiaro: a volte differenze di territorio, di distribuzione anagrafica, di clima, inevitabil-mente rendono le regioni poco omogenee tra di loro. Tuttavia, a guardare le elaborazioni del centro studi Veneto, si può leg-gere che il numero di dipenden-ti pubblici in Valle d'Aosta sia il 69,3% superiore alla media na-zionale; in Trentino-Alto Adige 31 32%; nel Lazio (che però dalla sua ha la forte presenza di uffici e ministeri) il 27%; in Friuli-Ve-nezia Giulia il 25%; in Sardegna quasi 3117%; in Molise 3116%; in Liguria il 15 per cento. Alcune sono regioni speciali, ma per al-tre la forte presenza di dipen-denti pubblici fa riflettere: ai 62,3 dipendenti ogni mille abi-

tanti del Molise e ai 61,8 della Li-guria, si contrappongono i 41,3 della Lombardia e i 46,1 del Ve-neto. Interessante è inoltre il confronto sui "consumi inter-medi", cioè i beni e servizi che servono per far funzionare gli uffici. Qui a guidare la graduato-ria è il Lazio (345 euro pro capi-te), seguito a una certa distanza da Liguria (174) e Calabria (173).

Anche osservando tra le va-rie funzioni di spesa l'analisi evi-denzia sostanziali differenze. E così le spese per servizi genera-li raggiungono i 3.253 euro pro capite in Molise, contro i 1.566 del Veneto o i 1.772 dell'Emilia-Romagna. «In questa funzione di spesa - precisano dal centro studi Sintesi - è interessante guardare anche ai territori a sta-tuto speciale. Avranno pure un regime particolare, ma per i ser-vizi generali della Pa spendono molto di più della media rileva-ta tra le regioni a statuto ordina-rio». E così a fronte di una me-dia di 2.169 euro pro capite fra le regioni ordinarie, ci sono 2.497 euro per abitante in Sicilia, 3.782 in Sardegna, 4.051 in Friuli-Venezia Giulia, fino a salire tra i 7 e gli 8mila euro in Trentino-Al-to Adige e agli nmila euro pro capite circa in Valle d'Aosta.

Differenze fra le regioni non mancano neanche nella sanità (al 6% sul Pil in Emilia-Roma-gna, al 7,3% di media italiana e sopra il 10% in Molise, Campa-nia, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) mentre, almeno su un punto le distanze sembrano non esistere. Infatti sul fronte "istruzione" i 687 euro pro capi-te di media nazionale sono per la quasi totalità inghiottiti dalla spesa corrente. Con buona pa-ce dei 5 euro pro capite in conto capitale: quegli investimenti che consentono di oliare e far andare avanti la "macchina".

andrea blondt@Ilsole24ore com

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 7

Pagina 15 di 54

Page 16: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Le classifiche per territorio

••• ••• •••• ••• •••• .... ••- ••••••••• ••••• ■ •• .•••• .... •••• •••• •• ■ • •• ■ ••••••••• •-••••••• ••••• ••• • .

7.pRyKr, RRqQN:k iroggp pRgR - - -

O „

I Di.

Bilancio dello Stato 2 010 Dati in curo pro•capite SERVIZI. GENERALI ISTRUZIONE ORDINE P ORDLT,E.0

zíci.. Molise Calabria Basili c ata Ligúria Campania Abruzzo__ !1.1.gli a

9 Umbria

Toscana Marche Piemonte Emilia ........... Veneto Lombardia

Valle d'Aosta P.A. Trento P.A. Bolzano'

Me ia ertu(i:y..:9i9»a Sicilia tale

( * )Solo Perla parte regionalizzabile Fante:elaborazione centro Studi Si nt

').35 mro Il primato del Veneto Il dato pro capite del Veneto è il più basso d'Italia quanto a spesa peri servizi generali della Pa fra le regioni ordinarie. All'estrem o opposto c'è la spesa nel M otise (3.253 euro pro capite) a fronte di una media di 2.169 euro

DIPENDE.Nll PA

Dipendenti ogni mille abitanti gin Vatel'Aosta ilnumero più altod dipendenti pubblici per abitante. Segue un'altro territorio a statuto speciale: il Trentina Alto Adige (71,3). Fra le regioni ord ì s inarie " va elLa , dai 68,5 d el La zio e 62,3 del MoUse ai 41,3 relativi alta Lombardia

etzle Spesa in conto capitale Secondo i dati elaborati dal Centro studi Sintesi la spesa per gli investimenti è, in media, di gran lunga inferiore al dato della spe o pro capite). Nelle regioni speciali la proporzione è di 4 contro 683

In;percentuale sul Pii Nel 010 il costo del Servizio sanitario nazionale è sceso dal 7,4 a17,3% del Pii per la media delle regioni. Per sei di esse si va oltre i 110% mentre i dati migliori sono quelli di Lombardia (5,3%)

Emilia-Ronnagna (6%)

%5 , 9 e tig(ì Il peso in Liguria Dopo i Lazio 946 euro pro Capite) è la Liguria la regione ch

e nel dato per abitante ha la spesa pubblica più elevata perla funzione di spesa "difesa e ordi ne pu oblii o"• All'estremo o 305 euro della Lombardirjaposto i

DIPENDENU REION

,

Il costo in Mo ise d l borazioni

studi di Confa rtìgia nato e in Molise . costo più alto per abi ante. La

media nelle regioni a statuto dinarioècli45euro. Puravendo

una popolazione simile, la spende 12 volte più del Veneto

Sicilia Del 2012

Pagina 7

Tot. spesa Spesa per Consumi

corrente(*) flpersonale intermedi

:075 1.417 345 1.00

3:56J

:ià"5 • 129

3,342 980 174

3,287 987

3 X56 1098 163

.004 796 109

1 89 7 162

2.868 826 147

2.738 823 118

2,581` 728 128 i.56•• 2,392 ....... ....

2.107 641 : 134

. ..

1,172 7.30-4

7.453 5.(35 i.6/3, 4.496 4.219

404 290

292

945 1.165 1.015

77 50

149 144 155

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 16 di 54

Page 17: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Se la spending review resuscita il taglia-enti DOPO UN P.ASSATO.z.M .NSUCCE52.

N Tel 2007 era stato preventivato un risparmio di 415 milioni di euro l'anno. Minori spese per lo Stato se fosse riuscito a tagliare o riorganizzare gli enti inuti-

li. Operazione già tentata in passato, ma con scarsissimi risultati. Cinque anni fa sembrava, però, la volta buona. E il fatto che si fosse fatto di conto e capito che il disboscamen-to premiava in termini non solo di immagine politica, ma anche economici, faceva ben sperare. Invece la manovra, cavalcata con enfasi dall'allora ministro della Semplifica-zione Roberto Calderoli, ha sortito risultati minimi Nulli in termini di risparmio. È nell'ultimo periodo che si è co-minciato a tagliare davvero, facendo venir meno 36 incari-chi di presidente e 353 poltrone di amministratori. La spen-ding review trova, in questo senso, la strada aperta. Si trat-ta di un varco di dimensioni contenute, perché l'universo di organismi superflui o quanto meno sovradimensionati è ancora vasto. E nessuno ne conosce gli esatti confini. Il Governo, però, ci vuole tentare: la riduzione e l'accorpa-mento degli enti è fra i punti di revisione della spesa. Insie-me alla riorganizzazioni della galassia delle società pubbli-che. Il risparmio è garantito. Lo si sa da cinque anni.

Pagina 10

Pagina 17 di 54

Page 18: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Codke deh stmU, Violazioni plurime commesse in tempi diversi

Una multa per ogni ingresso nella zona a traffico limitato Paolo Russo

L'automobilista che viola ripetutamente la zona a traffico limitato, accedendovi con il proprio veicolo in orari non consentiti, non può ottenere l'annullamento delle innumere-voli multe comminategli invo-cando la complessità della se-gnaletica o la mancanza del tim-bro sul retro del cartello di di-vieto. E nemmeno può invoca-re l'irrogazione di una sanzione unica, trattandosi pur sempre di violazioni plurime commes-se in tempi diversi.

Lo ha affermato la Cassazio-ne (sentenza 58o9/12) in accogli-mento del ricorso avanzato da un Comune, teso a richiedere la convalida dei provvedimenti emessi nei confronti della pro-prietaria di un'autovettura e con-sistenti, nello specifico, in ben 33 verbali della polizia municipa-le, recanti la contestazione della violazione dell'articolo 7 del Co-dice della strada «per altrettan-ti ingressi non consentiti in una zona a traffico limitato» della cit-tà, avvenuti nel giro di due soli giorni. L'automobilista adiva le vie legali per richiedere l'annul-lamento di tutti i verbali.

L'impugnazione, rigettata in primo grado, veniva invece ac-colta in appello. Sulla scorta del-la documentazione fotografica, infatti: a) la segnaletica sarebbe stata inadeguata, contradditto-ria, poco leggibile e tale da in-durre in errore gli automobili-sti, in quanto, a un primo cartel-

lo indicante un divieto di svolta a destra limitato a una determi-nata fascia oraria, ne faceva se-guito un secondo «complicatis-simo con diciture assai minu-te» indicanti diversi orari di di-vieto di transito; b) sul retro dei cartelli, inoltre, non sarebbero stati indicati gli estremi del provvedimento comunale isti-tuente i divieti.

Avverso la sentenza il Comu-ne proponeva ricorso in Cassa-zione, mentre la convenuta resi-steva avanzando ricorso inci-

NESSUNA SCUSANTE Ben 33 ammende senza

poter invocare neppure

la segnaletica complessa

o la mancanza del timbro

sul retro del cartello

dentale. E la Suprema corte ha accolto le istanze del Comune, non reputando configurabile, nella situazione descritta in gra-do di appello, alcuna contraddit-torietà della segnaletica, tale da indurre in errore un automobili-sta dotato di media diligenza. In particolare, «la possibilità di svolta a destra in determinati orari, desumibile dal primo car-tello menzionato nella sentenza impugnata, non dispensava il conducente dal prestare atten-zione ai successivi segnali, che, proseguendo nella marcia, avrebbe poi incontrato, conside-

rato che la vigenza spaziale di ogni divieto o prescrizione non può che valere fino al punto in cui non se ne incontri una suc-cessiva di contenuto diverso». Smentita, poi, la ricostruzione operata in appello quanto alla presunta illegittimità della se-gnaletica, data la mancata speci-fica deduzione, a opera della ri-corrente, della «non conformità della stessa alle caratteristiche dimensionali, simbologiche e grafiche previste» nel regola-mento di attuazione del Codice della strada. «Manifestamente infondato», infine, è stato giudi-cato il ricorso incidentale, nella parte in cui il cumulo dei verbali sarebbe stato da annullare «te-nuto conto della identità delle violazioni e del limitato arco temporale della relativa com-missione», che avrebbero inte-grato un'«unica condotta di du-rata», così da comportare l'irro-gazione di una sanzione unica.

I giudici hanno tuttavia preci-sato che, sotto il profilo della "continuazione", la normativa in materia di sanzioni ammini-strative non prevede un istituto di generale applicabilità, analo-go a quello di cui all'articolo 8i del Codice penale, e, pertanto, nel caso di una pluralità di viola-zioni commesse in tempi diver-si in esecuzione di un medesimo disegno trasgressivo, è corretta l'irrogazione di un numero di sanzioni equivalente a quello delle infrazioni rilevate.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 10

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 18 di 54

Page 19: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

pressunE 07/05/2012

Il Sole12

ra. Ma l'aspetto più impor-tante di questa disposizio-ne è l'effetto che produrrà l'aumento dell'aliquota del io% sui costi e relative mo-dalità di finanziamento con-nessi alla realizzazione del-le principali opere pubbli-che poste in essere dagli en-ti territoriali come strade, parcheggi, reti di illumina-zione pubblica, asili nido, scuole, rete idrica e fogna-ria, tutte opere di urbanizza-zione assoggettate all'ali-quota del io% in base al Dpr 633/1972 tabella A parte II punto 127 quinquies.

Considerato il notevole impegno finanziario, per queste opere normalmente gli enti provvedono a finan-ziarsi presso Cassa depositi e prestiti o presso istituti bancari. Quindi ogni ente sarà costretto a richiedere un aumento del mutuo ori-ginariamente contratto ma senza avere la certezza di ot-tenerlo. Infatti le originarie richieste di mutuo faceva-no riferimento all'articolo 2, comma 39 del DI 225/2010, entrato in vigore i129 dicembre 2010, che ave-va ridotto la capacità di in-debitamento degli enti loca-li stabilendo che l'importo annuale degli interessi, sommato a quello di mutui precedentemente contrat-ti, di obbligazioni emesse e di garanzie prestate, al net-to di eventuali contributi statali e regionali in conto interessi, non dovesse supe-rare il 12% per il 2011, il io% per il 2012, 1'8% per il 2013, delle entrate del rendicon-to del penultimo anno pre-cedente quello in cui viene prevista l'assunzione dei mutui. L'articolo 8 della leg-ge 183/2011 (legge di stabili-tà 2012) ha ridotto ulterior-mente queste percentuali portandole all'8 per cento per il 2012, al 6 per cento per il 2013 e al 4 per cento a de-correre dal 2014. In ogni ca-so, per effetto dell'aumento dell'aliquota ridotta dal 10% al 12%, si avrà, a livello generale, un aumento del debito pubblico nazionale, considerato che ad oggi l'in-cidenza del debito delle am-ministrazioni locali pesa per circa il 7% sul debito complessivo del Paese.

D RIPRODUZIONE RISERVATA

L'Iva al 23% frena le opere e aumenta il debito

Domenico Luddeni

La spending review av-viata dal Governo Monti, per stessa ammissione del premier, non «scongiura» l'aumento di due punti delle aliquote Iva oggi al io e 21%

in programma per il i° otto-bre in base all'articolo 18 del D1201/2011.

Gli enti dovranno quindi monitorare con attenzione le dinamiche di spesa in quanto, le regole generali ai fini Iva stabiliscono che l'in-cremento dell'aliquota non si applica, in caso di presta-zioni di servizi, se il fornito-re emette la fattura prima dell'entrata in vigore del-l'aumento (indipendente-mente dal pagamento o dall'effettuazione del servi-zio), mentre per quanto ri-guarda le forniture di beni, il momento di effettuazione dell'operazione e, di conse-guenza, la corrispondente aliquota da applicare, coin-cide con la consegna delle merci indipendentemente dalla data di emissione del-la fattura (salvo improvvidi interventi legislativi, come accaduto in occasione del-l'incremento dell'aliquota ordinaria dal 20 al 21% a set-tembre 2011).

Gli enti locali, comun-que, subiranno un ulteriore incremento delle spese sog-gette ad Iva 21% quali manu-tenzioni di impianti e ope-re, fornitura di energia elet-trica e combustibili agli uffi-ci, servizi professionali, a cui si aggiungerà l'aumento di quelle soggette ad aliquo-ta ridotta,10%, quali fornitu-ra di acqua, energia elettri-caresidenziali, organizza-zioni di manifestazioni (i ca-chet degli artisti), manuten-zioni ordinarie e straordina-rie degli immobili di edili-zia residenziale pubblica, trasporto scolastico, eccete-

Pagina 11

Pagina 19 di 54

Page 20: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Personate Il tetto alle uscite di Comuni e società

Il consolidato delle spese si applica ma senza criteri Gianluca Bertagna

Le spese di personale delle società partecipate si sommano sin da subito a quelle degli enti locali. La legge 44/2012, di con-versione del decreto fiscale, con-ferma l'immediata applicazione del rapporto tra spese di perso-nale e spese correnti, computa-to con i valori degli organismi esterni alle amministrazioni. Un eventuale Dpcm potrà defi-nire nel dettaglio i tanto attesi pa-rametri di calcolo. Si chiude in questo modo l'emendamento in-serito all'articolo 76, comma 7, del D1112/2008.

Il rapporto tra spese di perso-nale e spese correnti costituisce l'indicatore principale per capi-re se un ente locale può o non può assumere. La percentuale è fondamentale in quanto, alla lu-ce delle varie interpretazioni del-le sezioni regionali della Corte dei conti, un valore oltre al 50% inibisce non solo l'assunzione dall'esterno, ma qualsiasi scelta discrezionale che possa portare a un incremento delle spese di personale, come ad esempio le prestazioni di lavoro flessibile, la mobilità, la stipula di conven-zioni o comandi in entrata, l'in-cremento del fondo delle risorse decentrate di parte variabile.

Le cose si sono però compli-cate dopo che la manovra estiva 2011 ha richiesto un calcolo ag-gregato con i valori delle società partecipate. I due bilanci non si parlano, e per questo gli operato-

ri si sono bloccati in attesa di istruzioni per l'uso che non so-no arrivate.

In questo periodo sono stati approvati consuntivi del 2011,

ma la situazione non è cristalli-na, in quanto si sono succeduti al-cuni interventi non sempre chia-ri da parte della Corte dei conti.

Dal punto di vista delle spese di personale degli enti locali, le Sezioni riunite si sono già espres-se con la delibera 27/2011, preve-dendo l'impossibilità di esclusio-ne di qualsiasi tipologia di com-penso o di attività lavorativa.

ATTBA

La legge di conversione del decreto fiscale si limita a «promettere» un Dpcm per superare la confusione dei parametri

Sul fronte delle spese delle so-cietà, il punto fermo rimane inve-ce la delibera 14/2011 della sezio-ne Autonomie, che ha iniziato a esaminare la modalità di calcolo del parametro, mettendo qual-che paletto ben preciso: O i dati sono da recuperare dai questio-nari dell'organo di revisione al conto consuntivo; 2) non va fat-ta alcuna rettifica sui valori eco-nomici; 3) si incide esclusiva-mente sul numeratore ovvero sulle spese di personale. Queste ultime, però, vanno inserite ri-

spetto alla proporzione tra i tra-sferimenti che l'ente locale fa al-la società e il valore della produ-zione.Il calcolo funziona special-mente in presenza di organismi strumentali che effettuano servi-zi quasi solo a favore degli enti. Quando però le società fornisco-no prestazioni anche ai cittadini, la proporzione va rifatta. È quan-to si ricava dalla delibera 3/2012

della Corte dei conti Toscana e dalla 75/2012 della sezione Lom-bardia. Oltre, infatti, a ripropor-zionare le spese di personale al-le tariffe percepite dall'utenza, quest'ultimo valore va anche ag-giunto al denominatore (spese correnti del Comune).

Si tratta di meccanismi com-plicati che si scostano dal tenore letterale della norma, che sem-brava richiedere l'esposizione al numeratore dei costi del per-sonale delle società e al denomi-natore unavalore assimilabile al-le spese correnti (costo della produzione?).

Gli uffici hanno, quindi, prova-to diverse simulazioni di calcolo senza la certezza di avere opera-to correttamente, anche alla lu-ce del fatto che le tipologie di par-tecipazione sono molto diverse tra di loro. Il Dpcm diventa, per ciò, imprescindibile sianell'iden-tificazione delle società da inseri-re nel consolidato, sia per dare omogeneità al calcolo del rap-porto tra spese di personale e spese correnti.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 11

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 20 di 54

Page 21: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

ServW pu S

L Approvato il regolamento - Ambiti territoriali da indicare alle Regioni entro maggio :C. :. :C.

Analisi di mercato al via Tempi stretti per le delibere sulla liberalizzazione delle attività Alberto Barbiero

L'istruttoria per l'attribuzio-ne dei diritti di esclusiva nei ser-vizi pubblici locali con rilevan-za economica deve essere avvia-ta rapidamente dagli enti affi-danti, per poter dare corso entro l'anno alle prime procedure per i nuovi affidamenti.

La versione consolidata del decreto ministeriale attuativo dell'articolo 4 della legge 148/2011 definisce le varie fasi e le numerose operazioni che de-vono essere svolte, fornendo al-le amministrazioni uno schema operativo già valido.

Il regolamento che disciplina il percorso per la verifica è stato sottoposto dalla Conferenzauni-ficata il 19 aprile, e M quella sede sono stati presentati dalle Regio-ni, dall'Anci e dall'Upi dei docu-menti con richieste di emenda-mento, finalizzate, per quanto possibile, a ottimizzare lo svilup-po del delicatissimo passaggio ri-spetto a scadenze impellenti.

Il confronto istituzionale ha infatti evidenziato come la ride-finizione degli ambiti territoria-li ottimali condizioni l'analisi istruttoria per molte tipologie di servizi, rendendo problematico (se non addirittura impossibile) il rispetto della tempistica previ-sta dall'articolo 4 della legge 148/2on per l'adozione della deli-bera-quadro.Le Regioni dovran-no definire gli ambiti entro il 30 giugno, e gli enti locali hanno tempo fino a131 maggio per pro-porre eventuali sub- ambiti.

Nella prospettiva di un even-tuale passaggio correttivo del da-to legislativo con un intervento del Governo, è tuttavia necessa-rio rilevare come il comma 4 in-dividui i113 agosto 2012 (un anno dall'entrata in vigore del decre-to che ha riscritto la disciplina dei servizi pubblici locali) come data per l'invio all'Agcm dell'istruttoria, al fine di ottener-ne (entro 60 giorni) il parere ob-bligatorio.

Anche questa prospettiva, tuttavia, non garantisce agli en-ti affidanti il completamento

OBRUGO AMPIO Prima di Ferragosto va inviata la delibera-quadro che verifica articolazione e valore dei diversi settori e degli investimenti

del percorso in tempi utili per avviare le procedure per i nuovi affidamenti prima della scaden-za dei termini delle gestioni esi-stenti (per l'in house stabilita nel 31 dicembre 2012): su questo aspetto sono intervenute Anci e Upi, suggerendo modifiche che consentano uno sviluppo più rapido per le situazioni esi-stenti gestite in house (anche con riferimento alle "società d'ambito", costituibili per una gestione transitoria triennale) o con società miste non confor-mi ai principi comunitari del

partenariato pubblico-privato. Gli enti locali egli altri sogget-

ti configurabili come enti affi-danti (ad esempio gli organismi che in alcune Regioni hanno so-stituito le autorità d'ambito) so-no comunque chiamati ad avvia-re sin da ora le attività di analisi, che sono fondamentali anche per i nuovi affidamenti.

I,a verifica dell'articolazione delle attività, la rilevazione de-gli obblighi di servizio pubblico (e il dimensionamento delle re-lative compensazioni), nonché l'individuazione del valore com-plessivo del servizio e dei relati-vi investimenti, infatti, costitui-scono elementi essenziali per la corretta impostazione delle pro-cedure di affidamento, sia in re-lazione alla gara sia in relazione alla società mista con il socio pri-vato operativo.

I ,e attività istruttorie per la de-libera-quadro si presentano co-me elementi informativi di so-stanziale importanzaper l'elabo-razione di qualsiasi piano indu-striale, e incidono sugli stessi strumenti di relazione tra l'ente affidante e il soggetto gestore.

L'elemento più critico, in que-sta prospettiva, è l'individuazio-ne degli obblighi di servizio pub-blico, che condiziona le dinami-che economiche complessive, ma che può risultare fattore deci-sivo (in ragione, ad esempio, del peso nell'assetto gestional e del-le attività) per l'attribuzione dei diritti di esclusiva.

C RrPRCD,ON E RCERVARA

ogni servizio Pubblico

• ?::::"k„■,..› h

Lati enti affidant i G ffidan i (non solo i Comuni, ma qualsiasi' ente pubblico affid i

co

tua

Ato) denivopnroesini gviliaareall'Aut ' garante

lo:f

gestiti perla

rds leea essere

concorren za

s r era iztaat i l quali

d iiedoivillosce invecee essere

affidamento

diretto. La delibera va Preceduta da una Puntuale

ottenuto va o nqi v&-id definitiva ,rru (r:

AidcipLi-no.anaalas[ruiraaddeireo,eesrArvezteul iinbontadeoti fotrr:iai trlde even tuali i .àaCl een ae nS d P 1 l

OZIOrle

cta :\ en(:"at delle estioni

avviatele nuove Procedure

esistenti devono essere ,

affidamento, in base al ttato della delibera quadro

Pagina 11

Il calendario

s

I sub-ambitl Gli enti locali proporre alle di ambiti terr dalla dimens

";.

Gli ambiti Le Regioni devono definitegli ambiti territoriali ottimali per

analisi dí mercato per ogni servizio

IL parere L'Autoritàgaran e deve emanare i l parere sulla delibera quadro inviata da ogni ente

affidante. Nel caso dei Comu ni con meno di lomila abitanti il pa rete non è vincolante

devono Regioni ipotesi itoriali diversi one provinciale

pressunE 07/05/2012

Il Solere /,1

Pagina 21 di 54

Page 22: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

ANAL-

Nel caos di regole vincerà la legge del copia-incolla di Stefano Pozzoli

l regolamento sui servizi pubblici è al traguardo,

„ ,ma restano molti dubbi e perplessità.

Anzitutto viene da chieder-si se sia ragionevole immagina-re una frammentazione de iva-ri servizi. Passare, in potenza, da un ciclo integrato de i rifiuti a una sua segmentazione ha davvero senso? E che impatto avrà tutto ciò sulla tariffa (che si chiami Tarsu, Tia o Tares)? Il rischio è quello di aumenta-re le difficoltà di una regolazio-ne che ad oggi non ha dato pro-va di grande efficacia.

Ancora, a seguito di questa suddivisione più o meno artifi-ciosa, i soggetti privati con cui interloquire non saranno uno ma molti. Siamo sicuri che il presunto risparmio che, in astratto, potrà essere spunta-to in certi segmenti del servi-zio, non comporti nella realtà un maggiore costo di regola-zione e un rischio di contenzio-so assai più elevato?

lascia perplessi, inoltre, l'idea di rinunciare a un'inte-grazione che riservi al libero mercato le porzioni di servi-zio più convenienti (difficile che su quelle più povere qual-cuno manifesterà il proprio interesse).

Tutto ciò non può che signi-ficare la perdita di quelle com-pensazioni che consentono una riduzione del costo com-plessivo del servizio a carico della collettività.

Queste sono le perplessità sulle idee di fondo del regola-mento, che sembrano assai più radicali di quelle del Dl 138/2011. Non mancano, poi, problemi sulla stessa delibera quadro che i nostri enti do-vranno emanare entro - udite, udite - il 13 agosto.

Anzitutto, l'ente dovrà deli-berare solo sui servizi che ri-mangono nella sua disponibili-tà, e che saranno noti solo do-po che la Regione avrà dispo-sto in merito a quelli da orga-nizzare in ambiti territoriali ot-timali come prevede l'articolo 3-bis del Dl 138/2011.

La delibera quadro dovràri-guardare tutti i servizi erogati dall'ente, siano questi affidati a società partecipate, a terzi o anche realizzati in economia.

È inutile dire quanto sia complesso effettuare in un

tempo così breve una reale ve-rifica di mercato, tanto più se si dovrà procedere a una con-sultazione degli operatori (lo prevede l'articolo a, comma 4, lettera a del regolamento).

Tutto ciò, poi, serve soltan-to a decidere se lasciare al libe-ro mercato il soddisfacimento del servizio, anche se preve-dendo eventuali compensa zio-ni economiche (cosa che stri-de con il suo svolgimento con-correnziale) o se affidarlo in privativa mediante procedura a evidenza pubblica.

Vale davvero la pena di far fare questo complicato com-pitino a oltre 8mila enti? Pro-babilmente, anche ammet-

L'OSTM:010 Gli enti non possono effettuare accertamenti puntuali e dettagliati su ogni aspetto in poche settimane

L'ALTERNATIVA Sarebbe meglio iniziare dai Comuni maggiori e limitare i controlli agli affidamenti vicini alla data di scadenza

tendone l'utilità (e noi non la vediamo) sarebbe il caso di procedere per gradi, inizian-do con i Comuni di maggiori dimensioni, piuttosto che ge-neralizzare un obbligo che troverà adempimento solo grazie alla consolidata tecni-ca del «copia e incolla», con-tro la quale poco potrà la stes-sa Autorità garante della con-correnza una volta inondata di delib ere fotocopia.

Se si vuole procedere con se-rietà, e al tempo stesso conte-nere il costo di questa attività, si può ritenere che, una volta fatto un "inventario dei servi-zi", si p ossa però soprassedere a pro cedere a fare approfondi-men ti per i servizi già affidati e che non vadano a scadenza a breve, dal momento che la «ve-rifica del la gestione concor-renziale» andrà comunque ag-giornata al momento del rinno-vo dell'affidamento.

O E PRODLI,O. RISERVATA

Pagina 11

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 22 di 54

Page 23: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Vamú dfonin, Le competenze a ll'Autho rity energia

Il servizio idrico integrato richiede un nuovo modello di go-vernance, che deve essere coe-rente con le direttive comunita-rie in materia e deve precisare le funzioni di regolazione.

La definizione di ruoli e com-petenze è stata elaborata dal Go-verno con un Dpcm che specifi-ca i compiti del ministero dell'Ambiente e, soprattutto, dell'Autorità per l'energia elet-trica e il gas (Aeeg).

Il decreto ridisegna le funzioni di regolazione, per renderle coe-renti coni principi dettati dalla di-rettiva Ue 2000/60, secondo una

logicaunitaria della difesa idroge-ologica, della gestione integrata dell'acqua e del governo delle ri-sorse idriche.

In questa prospettiva andran-no rese operative le autorità di bacino distrettuali, ma nel frat-tempo molte funzioni di regola-

Il nuovo controllore dovrà definire i livelli minimi

delle prestazioni

e potrà anche distribuire

incentivi e sanzioni

zione sono rimesse al l'Aeeg. Le nuove regole scontano le pro-blematiche di evoluzione del si-stema, con una soluzione che in-dividua nel ministero dell'Am-biente il produttore delle ma-cro-linee di indirizzo e degli standard di qualità delle risorse idriche validi su tutto il territo-rio nazionale, e nell'Autorità il regolatore con maggiore inci-denza sulle dinamiche degli am-biti territoriali ottimali.

All'Aeeg, infatti, spetta la mo-dulazione dei livelli minimi e de-gli obiettivi di qualità del servi-zio idrico integrato per ogni sin-

golo gestore (anche in ragione di quanto previsto nei contratti di servizio), e la verifica dei piani d'ambito, in sinergia con le am-ministrazioni locali.

Questo elemento qualifica l'or-ganismo come l'interfaccia ope-rativo degli affidatari del servizio idrico e degli enti locali, con pote-ri divigilanza e di intervento stra-ordinari, traducibili in premialità e penalità, ma anche in sanzioni amministrative o addirittura, in caso di gravi o reiterate violazio-ni, nella possibilità di proporre al soggetto affidante la sospensio-ne o la cessazione dell'affidamen-to al gestore inadempiente.

I compiti di regolazione dell'Autorità sono rilevanti an-che sul versante tariffario, in quanto l'Aeeg deve definire le componenti di costo per la deter-minazione della tariffa del servi-zio idrico integrato (compresi i

profili economici per gli investi-menti), a predisporre e rivedere il metodo tariffario, ma soprattut-to ad approvare le tariffe del ser-vizio idrico integrato (e dei singo-li servizi che lo compongono), proposte dal soggetto competen-te sulla bas e del piano di ambito.

Il nuovo assetto comporta per gli enti locali un confronto accu-rato proprio nei processi formati-vi della pianificazione del servi-zio in area vasta, nel quale do-vranno essere evidenziati anche gli elementi fondamentali per l'impostazione delle dinamiche economiche. L'ampio novero dei compiti dell'Autorità compren-de, infatti, anche l'esercizio del ruolo di garante per i cittadini, connotando la classica funzione complementare a quelle princi-pali di regolazione.

AI.Ba. AIPIRODUNONHISERVA,

Idrico, rischio sospensione per i gestori inadempienti

Pagina 11

press LinE 07/05/2012

Il Sole/ /,1

Pagina 23 di 54

Page 24: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Ceulmnto Istat, Dalle prime anticipazioni sui risultati emerge uno scarto rispetto alle ultime rilevazioni

di Gian Carlo Blangiardo

onvi è dubbio che l'improvvisa scompar-

k%. o- , \ sa di oltre un milione di abitanti sia un

evento da "primissima pagina" che d vrebbe decisamente sconvolgere l'opinione pubblica.Eppure, quando iI27 aprile l'Istatha uf-ficializzato, come prima anticipazione dei risul-tati del 15 °censimento della popolazione, la cifra di 59,5 milioni i residenti in Italia alla data del 9 ottobre 2011, pochi ne sono rimasti sconvolti (o anche solo stupiti). Forse ancor meno si sono ac-corti che la stessa /stat segnalava a fine settem-bre, ossia nove giorni prima, un totale di iscritti in anagrafe - i residenti per l'appunto, - pari 6o,8 milioni (ben 1,3 in più). Fuga in massa per sfuggi-re alle tasse o reagire al cambio di Governo che andava ventilandosi? Oppure semplice defail-lance statistica? Niente di tutto questo.

In realtà la rettifica del numero di abitanti in occasione di una c onta censuaria è cosa del tutto normale; anzi, è proprio una delle finalità del censimento. Così come altrettanto usuale è la di -

mensione "milionaria" della rettifica. Qualcuno ricorderà che i primi dati del censimento del 2001 segnalavano un numero di missingpersino superiore: 1,5 milioni di unità in meno rispetto al dato anagrafico; e un simile riscontro si era os-

servato anche conlapre cedente rilevazione ceri- suaria de11991 (-1,3 m il i on i). D'altra parte, l'espe- rienzainsegna che, se sihalapazienza di attende- re il conteggio definitivo, gli scomparsi "a volte ritornano". Nel1991 le risultanze finali hanno in-fatti ridotto lo scarto iniziale a "solo" poco meno diunmilione di unitàe nel2omildivario definiti-vo è sceso acuta 8o omila: non è dunque irreali-stico immaginare che, anche questi volta, il calo sarà in parte ridimensionato, tanto da ritenere che l'immagine di un Paese con almeno 6o milio-ni di residenti verrà alla fine ripristinata.

Ma se anche ciò che è accaduto non rappre-senta né una novità, né un fatto definitivamente acquisito nei termini con cui oggi ci appare, re-sta pur sempre la curiosità di comprendere qua-li sia la spiegazione di un così alto numero di per-sone formalmente iscritte in anagrafe ma di fat-to assenti, o almeno non reperibili, là dove do-vrebbero risiedere. Partiamo da alcuni dati strutturali e territoriali. L'esercito dei "fanta-smi" nelle anagrafi del 2on, il cui peso a livello nazionale equivale al 2,2% dei censiti, sembra per lo più formato da maschi, 739mila contro

573mila femmine, e risulta localizzato soprattut-to al Centro-Nord, con punte d'incidenza pari al 7,4% dei censiti a Milano e al 6,49‹, a Roma (a fronte dell'assai minore 1,1' o di Napoli o dell'an-corpiùmodesto o,3% di Palermo). Ciò non è tut-tavia sorprendente allorché ci si rende conto che alla base delle defezioni in anagrafe ci sono, molto verosimilmente, iprocessi di turn over della popolazione straniera. Una popolazione che, non a caso, dal confronto tra anagrafe e cen-simento risulta in deficit per circa un milione di unità - a un'aspettativa di 4,8 milioni di residen-ti corrispondono 3,8 milioni di censiti - per il 30% mancanti nelle regioni di Nord-Ovest, per i117% al Nord-Est e per i136% al Centro.

Se poi a questo accostiamo il dato sull'inten-zione degli immigrati a trasferirsi all'estero nei prossimi dodici mesi - un dato che l'indagine Orim-Ismu del 2on stima pari al 54% con desti-nazione paese d'origine e a15,1% verso altre na-zioni- l'ipotesi che i trasferimenti senza cancel-lazione anagrafica accumulatisi nei dieci anni dalla precedente conta censuaria spieghino in buona p arte il suddetto deficit non è del tutto pii-va di fondamento.

In ogni caso, saranno anche usciti alla cheti-chella, senza informare nessuno e saltando i con-troni burocratici, ma chi si sentirebbe oggi di af-fermare, stante la congiuntura economica di questi ultimi anni, che siano da bollare come "as-senti ingiustificati"?

Università Mii ano Bicocca

RIPRODUZIONE R1SERVA,

All'anagrafe 1,3 milioni di fantasmi

Pagina 12

La differenza

Deficit tra censiti al 9 ottobre 2011 e iscritti in anagrafe a fine settembre 2011

Ripartizione Totale residenti

Deficit (migliaia) Stranieri (*)

%sul totale Totale residenti

censiti Stranieri (*)

Nord Ovest -240 2,5 18 Nord Est -135 1,8 13 Centro -286 3,4 33 Sud -100 1,7 29

-39 1,2 2

(*) per gli stranieri la differenza è calcolata tra il censimento al 9 ottobre 2011 e anagrafeall ° gennaio 2011

Fonte: Fondazione Ismu 2012

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 24 di 54

Page 25: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Casa, tutti i passi per il primo acconto La bussola per i cittadini alle prese con il prelievo - Le incognite dei Comuni su importi e gettito

Cristiano Dell'Oste Gianni Trovati

Il rompicapo dell'Imu è ar-rivato all'ultimo miglio: man-cano 41 giorni alla scadenza per il pagamento dell'acconto (i8 giugno), e i contribuenti e gli amministratori locali sono ancora alle prese con una di-sciplina difficile da inquadra-re e da applicare.

L'ultimo restyling è opera del Parlamento, che pochi giorni fa ha convertito con la legge 44/2012 il decreto fiscale (il Dl 16). E stato così introdotto, ad esempio, il limite di una sola abitazione principale per nu-cleo familiare, per arginare la prassi delle residenze diverse tra i coniugi nello stesso Comu-ne. Ma cosa succede se ad aver preso la re sidenza in un altro al-loggio è un figlio maggiorenne? O se le due case si trovano in cit-tà differenti? La legge non lo di-ce espressamente, e gli inter-preti hanno già iniziato a pro-

L'aliquota ordinaria È il prelievo base sui fabbricati diversi dalla prima casa

porre le proprie letture. Quando le regole sono chia-

re, comunque, non è detto che siano facili da applicare, anche per la scelta "originale" di finan-ziare con la stessa imposta il Go-verno centrale e quelli locali. Basti pensare al meccanismo che impone ai cittadini di calco-lare la quota di tributo destina-ta al Comune e quella indirizza-ta allo Stato. Certo, sull'abitazio-ne principale tutto il gettito va al sindaco, ma basta avere due pertinenze della stessa catego-ria catastale (ad esempio, due garage, oppure una cantina e un magazzino) per doverne tassa-re una con l'aliquota ordinaria dello o,76% e dover dividere in due quote - nazionale e locale -l'ammontare del tributo.

Né le cose sono più semplici per gli amministratori locali, i cui bilanci continuano a essere avvolti nell'ombra. I punti inter-rogativi per le amministrazioni locali - va chiarito subito - non sono un capitolo a sé, da addetti ai lavori, ma interessano da vici-no i contribuenti. E questo per una ragione semplice: con i pre-

ventivi stretti dalle urgenze di cassa, le tante incertezze sulla disciplina dell'imposta e soprat-tutto sui frutti reali che questa può portare producono un'ov-via spinta al rialzo delle aliquo-te. In altri termini, nella confu-sione può crescere la tendenza a tutelarsi alzando il conto.

Le ragioni per un allarme del genere non mancano, e risiedo-no prima di tutto nei tanti ingra-naggipoco trasparenti nel mec-canismo dell'Imu. Le prime contestazioni, per esempio, si sono concentrate sulle stime di gettito indicate dal ministe-ro dell'Economia per ogni Co-mune. La norma prevede che il «fondo di riequilibrio», cioè gli ex trasferimenti, oltre alle sforbiciate dettate dalle ultime manovre subisca un taglio ulte-riore pari alla differenza fra l'Imu stimata dall'Economia e il gettito medio effettivo dell'Icinel 2009 e 2010.1 nume-ri ministeriali, lamentano i sin-daci, sono ampiamente sovra-stimati, con i risultati che i tagli sono certi e le "compensazio-ni" in entrata rimangono quan-tomeno ipotetiche.

Nessuno, poi, ha ancora cal-colato l'impatto delle novità in-trodotte dal Parlamento nella legge di conversione del decre-to fiscale, che hanno ridotto l'imposta per alcune categorie a partire dal settore agricolo. Per il momento, i numeri del gettito calcolati in base al decre-to salva-Italia sono curiosamen-te sopravvissuti alle novità. Le difficoltà del sistema Imu ren-dono poi difficile la concreta ap-plicazione di alcune possibilità in teoria offerte dalle norme, co-me l'aumento delle detrazioni per l'abitazione principale o un trattamento di favore su alcune categorie di immobili ritenute meritevoli di tutela, come quel-li di piccole imprese e commer-cianti o le abitazioni concesse in affitto a canone concordato.

Su tutto il panorama, poi, pe-sa l'incognita delle successive revisioni di aliquote, che i Co-muni possono ritoccare fino al 3o settembre e lo Stato addirit-tura fino al io dicembre. Un'in-cognita, questa, che non pesa sull'acconto, da pagare in base alle aliquote di riferimento in-dicate nel decreto salva-Italia, ma che rende per ora impossi-bile capire quale sarà il peso ef-fettivo dell'imposta su ogni contribuente nel 2012.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 13

tatti i passi per il rniro acconti,

press LinE 07/05/2012

Il soler /,1

Pagina 25 di 54

Page 26: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Le scadenze data per data

L'ACCONTO ALLA CASSA Entro questa data va versato l'acconto dell'Imu , pari a 160% dell'imposta calcolata applicando le aliquote base (0,4% prima casa, 0,76% sugli altri immobili tranne i rurali strumentali, che hanno lo 0,2%). Per la prima casa, sì può scegliere l'acconto di 1/3. Sui rurali strumentali, l'acconto è il 30%

17 seneil'.bre . . . .........................

LA SECONDA RATA Peri proprietari di abitazioni principali che scelgono di pagare ìn tre rate, scade il termine per il versamento della seconda rata, sempre pari a 1/3 dell'imposta annua calcolata secondo l'aliquota base (0,4% con detrazione di 200 euro)

•• • •• - • - • • •- • ■ - • ■ - • ■ - • • -• • • -• • • - •• • •

RURALI DA ACCATASTARE I fabbricati rurali (case e altre costruzioni) ancora censiti al catasto dei terrenidevono essere iscritti al catasto edilizio urbano entro quest data. Per questi fabbricat i

, l'acconto Imu non è dovuto. • si paga tutto a dicembre

- - -------------------------- -------

CONGUAGLIO COMPLICATO L'appuntamento con il saldo si annuncia complicato peri proprietari si dovrà calcolare l'imposta dovuta su base annua alla luce dell'aliquota definitiva fissata da Stato e Comune; poi bisognerà sottrarre l'importo già versato in accontoedividereilsaldo tra quota statale e comunale

L'ORA DEL BILANCIO Entro la %ledi giugno i Comuni approvano il bilancio preventivo, utilizzando il gettito Imu convenzionale, cioè l'importo "stimato" dal ministero dell'Economia e delle finanze. Fin da adesso i Comuni possono approvare le delibere con le aliquote Imu e il relativo regolamento, anche se poi, potranno modificarli

30

L E SCELTE SULLE ALIQUOTE Le aliquote comunali devono essere definite entro la fine di settembre: ogni Comune deve quindi stabilire il livello del prelievo sulla prima casa (da 0,2% a 0,6%) e sugli altri immobili (da 0,46% a 1,06%). E possibile stabilire aliquote differenziate. Inoltre, sono possibili sconti fino allo 0,4% sugli immobili locali e delle imprese, così come un incremento delle detrazioni per l'abitazionei principale

LE DECISIONI DEL GOVERNO Fino a sette giorni dalla scadenza per i l versamento

intervenire saldo, il Governo può n

terveni re con un Dpcm per modificare le aliquote base dell'Imu, i margini di manovra dei Comuni e l'ammontare delle detrazioni per la prima casa. In pratica, Palazzo Chigi si riserva di rivedere il livello del prelievo alla luce del gettito derivante dal primo acconto. Se i l Dpcm arriverà dopo settembre, però, l'intreccio con le dei Comuni rischia di creare problemi di coordinamento

Pagina 13

tatti i 1asi per, il rniro acconto

press LinE 07/05/2012

Il soler /,1

Pagina 26 di 54

Page 27: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

5gn5s Gli effetti della manovra sulle aliquote

Aumenti inevitabili se i tagli rimangono quelli previsti oggi di Silvia Scozzese

1 decreto salva-Italia, nell'inter- vento straordinario per salva- guardare gli equilibri di bilan-

cio del Paese, ha inciso in maniera radicale sull'assetto della finanza comunale contribuendo fortemen-te alla grande difficoltà in cui versa la programmazione del bilancio. Nel 20121a manovra complessiva a carico del comparto ammonta a cir-ca 3,5 miliardi, pari allo% della spe-sa corrente, che si aggiunge allame-desima misura varata nel 2011.

L'Imu sperimentale è un inter-vento molto ampio: il gettito vale quasi 2,5 volte l'Ici, l'inedita com-partecipazione statale è pari alla metà del gettito non derivante dall'abitazione principale. L'attri-buzione di gettito Imu allo Stato e la riduzione "compensativa" dei trasferimenti, per circa 3,2 mi-liardi, fanno sì che ogni Comune non riceva un euro in più di quan-to incassato con la vecchia Ici; il risultato è un trasferimento im-proprio di responsabilità fiscale. Il meccanismo si basa sulle stime ministeriali che mostrano diver-genze molto ampie con quelle co-munali, come emerge dalla rile-vazione Ifel.

Il D116/2012 cerca di rimediare permettendo all'Economia di ri-vedere le aliquote base, preferibil-mente entro il 31 luglio (il termine formale è alio dicembre). Per evi-tare che i Comuni siano costretti ad aumentare le aliquote per cor-reggere gli errori di stima, il Dl fi-scale ha riesumato l'«accertamen-to convenzionale», utilizzato nel rimborso statale dell'esenzione Ici dell'abitazione principale: ta-gli certi quantificati su stime di gettito, imprecise, in particolare in un sistema come il nostro, com-posto da oltre 8mila e senza una conoscenza capillare a livello na-zionale della base imponibile e delle situazioni soggettive dei contribuenti. Si disegna per i Co-muni, quindi, un bilancio di previ-sione «virtuale», in cui i tagli so-no per legge corrispondenti con

le entrate comunicate, in attesa della verità del gettito fiscale, che sarà anticipata dopo l'acconto Imu di metà giugno e che costitui-rà il vettore della necessaria revi-sione dell'entità dei trasferimenti spettanti ad ogni ente.

Purtroppo, per ora non sono noti gli effetti delle ultime modifi-che, l'entità dei trasferimenti è in-certa> stesse aliquote dibase po-trebbero subire revisioni all'esito dei pagamenti dei cittadini. I Co-muni, a loro volta, potranno varia-re le aliquote fino al 30 settembre 2012, oltre il termine di delibera-zione del preventivo (3o giugno). Il saldo di dicembre assorbirà tut-te queste possibili variazioni.

Il 2012 vede quindi un contrad-dittorio nuovo avvio dell'autono-mia comunale, tanto auspicata ma di fatto utilizzata dallo Stato per coprire buona parte della ma-novra necessaria sulle maggiori entrate per salvare il Paese dalla crisi. I Comuni dispongono di ri-sorse inferiori rispetto al 2on, il re-cupero dei tagli per mantenere le entrate al livello del 2011 vale un punto di aumento delle aliquote ordinarie e la continuità dei servi-zi potrebbe richiedere ulteriori in-crementi; l'obbligo di mantenere i bilanci in avanzo porterà a ulte-riori riduzioni di circa i120% della spesa per investimenti, fonda-mentale volano anticrisi; le agevo-lazioni introdotte in quasi vent'anni di Ici sono cancellate mentre perequazione e fabbiso-gni standard restano sullo sfon-do. Eppure i Comuni sono l'unico comparto pubblico ad aver tenu-to ferma la spesa corrente nell'ul-timo decennio.

Il peso sui Comuni diventa in-sostenibile. C'è da domandarsi se davvero non esiste un'altra via, che riparta dalla distribuzione equa della manovra e dal valore delle funzioni fondamentali che la spesa locale incarna: garanzia dei servizi primari, coesione, soli-darietà e sviluppo.

Direttore scientifico Ifel

e RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 13

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 27 di 54

Page 28: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

A giugno lo 0,76% sulla seconda casa vuota o affittata L'aliquota standard va applicata anche agli immobili in uso ai parenti Antonio Piccolo

LLLLLLLLLLL L'Imu colpisce anche le se-:onde case. Categoria in cui rientrano - tra le altre - le abi-tazioni tenute a disposizione in una località di villeggiatura, quelle concesse in uso gratui-to (comodato) a parenti o ami-:i, quelle sfitte e quelle date in Locazione a canone calmiera-to o libero.

Peraltro, in base alla nuova e più restrittiva definizione di «abitazione principale», il trat-tamento di favore non è automa-tico (per legge) neppure per le abitazioni degli anziani o disabi-Li rimaste sfitte a seguito del lo-ro ricovero permanente in case Ai cura né per quelle dei cittadi-ni italiani residenti all'estero non concesse in locazione. Per queste ultime fattispecie, infat-ti, il legislatore ha attribuito ai Comuni la potestà regolamenta-re di assimilarle all'abitazione principale. Resteranno invece tempre escluse dal campo del regime agevolato le abitazioni Ai soggetti che per motivi di la-voro hanno l'obbligo della resi-lenza altrove o comunque la lo-ro residenza anagrafica non 20 incide con la dimora abituale (carabinieri, poliziotti, militari, :ustodi di stabili).

La disciplina originale

dell'Imu, dettata nel contesto del federalismo municipale, prevedeva l'aliquota dimezzata in modo automatico per gli im-mobili locati (articolo 8, com-ma 6, del Dlgs 23/2011). La disci-plina "sperimentale" introdot-ta dal decreto salva-Italia, inve-ce, rimette gli sconti sugli im-mobili locati alle scelte dei Co-muni, che possono ridurre l'ali-quota fino allo 0,4% (articolo 13, comma 9, del decreto legge 201/2011). In assenza di diverse scelte comunali, invece, l'ali-quota base su tutte le seconde case è dello 0,76%, manovrabi-le dello 0,3% in più o in meno da parte dei Comuni.

Le scelte degli enti locali, co-munque, influiranno solo per il versamento del saldo, dal mo-mento che l'acconto dovrà esse-re versato entro il 18 giugno sul-la base delle aliquote base nazio-nali (in questo caso, lo 0,76%, con il gettito diviso a metà tra Stato e Comune)

Va ricordato che l'Imu ha so-stituito anche l'Irpef sui redditi fondiari degli immobili non lo-cati- quindi anche l'Irpef dovu-ta sull'abitazione tenuta a pro-pria disposizione, la cui rendita catastale, rivalutata del 5%, an-dava maggiorata diun terzo (ar-ticolo 41 del Tuir). Nonostante

questo accorpamento è comun-que probabile che il prelievo sulle case tenute a disposizione risulti nel complesso più eleva-to di quello che era all'epoca dell'Ici. Vuoi per l'incremento del moltiplicatore utilizzato per il calcolo del valore catasta-le, che passerà da 100 a 160. Vuoi perché molti Comuni ap-plicheranno aliquote più eleva-te rispetto allo 0,76%, avvici-nandosi di fatto al livello massi-mo dell'1,o6% per gli immobili tenuti a disposizione, concen-trando altrove le agevolazioni (abitazione principale, immobi-li di soggetti Ires, fabbricati lo-cati a canone concordato).

In nessun modo le abitazioni date in comodato (uso gratui-to) a parenti o amici potranno essere assimilate all'abitazione principale. I Comuni possono invece considerare direttamen-te adibite ad abitazione princi-pale, con conseguente applica-zione dei benefici sia le unità im-mobiliari possedute (a titolo di proprietà o usufrutto) da anzia-ni o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari, sia quelle possedute da cittadini italiani residenti all'estero, a condizione che non siano locate.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 14

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 28 di 54

Page 29: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Gian Paolo Tosoni

Le abitazioni rurali ai fini dell'imposta municipale hanno il medesimo trattamento delle case civili. Sulla base della rendita catastale, rivalutata del 5% e moltiplicata per 160 si ottiene il valore imponibile soggetto ad imposta mediante l'aliquota ordinaria dello 0,76 per cento. Ovviamente se l'abitazione posseduta è quella principale in cui risiede l'agricoltore proprietario, l'aliquota è pari allo 0,4% e si applicano le detrazioni relative.

Nelle corti agricole si trovano spesso più abitazioni utilizzate da persone legate da vincoli di parentela. Nella fattispecie si può applicare la nuova regola introdotta nel Dl 16/2012 secondo la quale se i componenti del nucleo familiare hanno stabilito la dimora e residenza anagrafica in immobili diversi, si applicano le agevolazioni per un solo immobile; quindi si può scegliere di applicare l'aliquota ridotta e le detrazioni sull'abitazione che ha un maggior valore imponibile.

Le abitazioni dei dipendenti dell'impresa agricola assunti con un numero di giornate annue superiore a Zoo sono indicate nell'articolo 9 del Dl 557/1993 fra i fabbricati strumentali; nonper questo a nostro parere possono essere considerate frale costruzioni di categoria D e quindi soggette al coefficiente 6o e

aliquota dello 0,2 per cento. Nel modello emanato dal ministero dell'Economia con decreto 14 settembre 2011

queste abitazioni vengono classificate di categoria A.

Ai fini dell'Imu non rileva neppure la classificazione catastale nella categoria A/6R (abitazione rurale), in quanto non sussiste alcuna particolare agevolazione. Infatti occorre fare riferimento al classamento originario (articolo 13, comma 14-bis del D1210/2011). Semmai questa categoria è opportuna per le case già iscritte in catasto ai fini della esclusione da Ici per gli anni ancora suscettibili di accertamento.

Le abitazioni rurali sono soggette ad imposta anche se situate in territori montani.

Per le abitazioni rurali già iscritte in catasto l'Imu deve essere versata alle scadenze comuni agli altri immobili, e cioè la metà al 18 giugno e l'altra metà entro 3117 dicembre (oppure, a scelta, tre rate con la seconda al 17 settembre, per l'abitazione principale). Qualora invece le abitazioni rurali risultino ancora annotate nel catasto terreni, dovranno essere iscritte nel catasto fabbricati entro il prossimo 3o novembre, secondo la procedura Docfa con attribuzione della rendita proposta. L'imposta sarà versata quindi, in un'unica soluzione entro il 17 dicembre.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 14

Tassazione base per le dimore rurali

In sintesi

LE ALIQUOTE

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune per le case affittate

0,4%

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune per le seconde case non locate

046%

Aliquota ordinaria

Aliquota massima che può essere stabilita dal Comune sulle seconde case, affittate o no

CASE DIVERSE DALL'ABITAZIONE

PRINCIPALE

L'ESEMPIO Casa tenuta a disposizione, con una rendita catastale di 921 euro

Prendere la rendita catastale dell'abitazione

Rivalutarla del 5% 921,00

921,00

1,05 e 967,05

Applicare il moltiplicatore 967,05 Zì 160 154.728,00

Applicare l'aliquota ordinaria sul valore catastale

154.728,00 100 e 1.547,28

1.547,28 e 0,76 e 1.175,93

Calcolare l'acconto in due rate (la prima il 18 giugno)

1.175,93 0 2 e 588,00

Il pagamento va effettuato con il modello F24 dívidendo l'anímontare dell;9a9cico) e ta ntoa ciomuettàa tra la quota erariale (294 euro con codice tributo

comunale e 294 euro con codice tributo 3918)

press LinE 07/05/2012

II Soie/2

Pagina 29 di 54

Page 30: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

• • • Abitazione principale a perimetro ristretto Solo se il contribuente ha residenza e dimora nell'immobile può applicare il prelievo ridotto dello 0,4%

Angelo Busani

L'abitazione principale e le sue pertinenze ricevono nell'Imu un trattamento agevola-to: l'aliquota base è fissata allo o,4% e al contribuente spetta una detrazione di 200 euro (au-mentabile di 5o euro per ogni fi-glio, fino all'ottavo, di età non su-periore a26 anni, dimorante e re-sidente nella casa).

I Comuni possono incremen-tare il beneficio, abbassando l'aliquota fino allo 0,2% e au-mentando la detrazione fino a concorrenza dell'intera impo-sta dovuta. Le decisioni comu-nali, comunque, peseranno so-lo al momento del saldo, visto che l'acconto va calcolato con l'aliquota base.

Prima casa «di lusso»

Per abitazione principale si in-tende «l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio ur-bano come unica unità immobi-liare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagra-ficamente», ma con la precisa-zione che «nel caso in cui i com-ponenti del nucleo familiare ab-biano stabilito la dimora abitua-le e laresidenza anagrafica in im-mobili diversi situati nel territo-rio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale e per le relative pertinenze in relazio-ne al nucleo familiare si applica-no per un solo immobile».

La normativa sull'abitazione principale non allude ad alcuna caratteristica del bene immobi-le in questione: pertanto, esso può essere classificato in qualsi-asi categoria catastale (compre-

se quindi le categorie catastali A/1, A/7, A/8 e A/9, vale a dire le categorie che raggruppano i fab-bricati di maggior pregio), non-ché presentare quelle caratteri-stiche di lusso (di cui al Dm 2 ago-sto1969) che impediscono, in se-de di acquisto, di beneficiare dell'aliquota ridotta per l'impo-sta di registro o per l'Iva.

Inoltre, il testo legislativo pun-ta l'obiettivo sull'immobile nel quale il possessore e il suo nu-cleo familiare dimorano abitual-mente e risiedono anagrafica-mente: è palese che il legislato-re, con questa espressione con fi-nalità antielusiva, abbia voluto negare il regime agevolato sia all'unità immobiliare nella qua-le il possessore risieda anagrafi-camente ma non dimori (e quin-di si tratti di una residenza fitti-zia) sia all'unitànella quale il pos-sessore dimori (cioè abiti) ma non risieda anagraficamente. Da quanto precede discende, ad esempio, che:

non può essere considerato quale abitazione principale l'ap-partamento di titolarità di Tizio, da questi concesso in comodato al figlio Caio, nel quale Tizio non dimori e non risieda (per be-neficiare di un'aliquota ridotta in questi casi, bisognerebbe ipo-tizzare la stipula di un contratto di locazione trai soggetti interes-sati, nella speranza che il Comu-ne deliberi un'aliquota ridotta per le abitazioni locate, ma do-vrebbe trattarsi di un "vero" con-tratto, e non già di un contratto "fittizio" fatto solo per ottenere l'eventuale aliquota ridotta);

non può essere considerato quale abitazione principale l'ap-

partamento di titolarità di Tizic (nel quale Tizio non dimori E

non risieda), da questi concessc in locazione a un soggetto che v dimori e vi risieda;

allo stesso modo, le norme in-trodotte dalla legge 44/2o12, che ha convertito il D116, puntano impedire la situazione di due co-niugi che, avendo una casa d proprietà per ciascuno nellc stesso Comune, prendano la re-sidenza nelle due abitazioni, co-sì da duplicare il trattamentc agevolato riservato all'abitazio ne principale;

non può essere considerata come abitazione principale la ca-sa di titolarità dell'appartenentE alle forze armate che abbia l'ob bligo di residenza in caserma (s veda anche l'articolo alla pagine precedente).

Box, cantine e laboratori

Quanto alle pertinenze, l'abita-zione principale può averne a massimo tre, ognuna delle qual appartenente a una di queste tre categorie catastali: C/2 (magaz zini, soffitte, cantine, locali d sgombero), C/6 (box auto e gara ge) e C/7 (tettoie e posti auto). È quindi esclusa combinazione così non è possibile che le tre per-tinenze ammesse siano una di ca-tegoria C/2 e due di categoria C/6; né è possibile avere due per tinenze, se entrambe di catego-ria C/6; né è possibile considera-re come pertinenza dell'abitazio ne principale un'unità classifica-ta come C/3, e cioè come labora torio, nonostante il suo palese as servimento all'appartamento cui servizio essa è destinata.

O RIPRODUZIONE RISERVAT,

Pagina 15

princirde

press LinE 07/05/2012

Il Sole/2

Pagina 30 di 54

Page 31: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

II soler /,1 press LinE 07/05/2012

LE ALIQUOTE

Aliquota ordinaria

0,6%

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune

0,2%

Aliquota massima che può essere stabilita dal Comune

LA DETRAZIONE Per l'Imu dovuta sull'abitazione principale è prevista una detrazione. Dati in euro

LE PERTINENZE Lo stesso regime agevolato dell'abitazione principale si applica anche alle sue pertinenze, ma solo nella misura massima di tre, e non più di una per ognuna di queste categorie catastali:

In sintesi

Per ogni abitazione principale

Per ogni figlio di età non superiore ai 26 anni che abbia dimora e residenza nella stessa abitazione, fino a un massimo teorico di otto figli

Magazzini, cantine, soffitte, locali di sgombero

Garage, box auto

Tettoie chiuse o aperte, posti auto

C/6

Pagina 15

principnle

(/7

Pagina 31 di 54

Page 32: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

21.000 127.176,00

0,4

100 'ZZ.';, 1 .271 ,76

508,70

Calcolare l'acconto in due rate

308,70 2 154,00

OPPURE calcolare l'acconto in tre rate

3 C: 103,00 1.175,93

o n 2 8,70 30 Sottrarre la detrazione

508 70

Sommare catastali

Applica re l'aliquota ordinaria sul valore catastale complessivo

127.176,00

1.271,76

10 6.176

Il pagamento va effettuato con il modello F24 utilizzando il codice tributo 3912

L'ESEMPIO Abitazione principale con una rendita catastale di 632 euro e un box auto pertinenziale con rendita catastale di 125 euro

Prendere la rendita del box

125,00

Rivalutarla del 5%

125,00 e 1,05 131,25

Applicare il moltiplicatore

131,25 k3 160 e 21.000,00

Prendere la rendita catastale

Rivalutarla del

Applicare il moltiplicatore

632,00

632,00 1,05 Q 663,60

633 , 60 160 106476,00

I. FAMMLIA

Sull'ex casa coniugale l'assegnatario paga l'Imu Luigi Lovecchio

Novità in arrivo per la casa assegnata in sede di separazione o divorzio. Con la legge di conversione del decreto fiscale (D116/2o12), infatti, il coniuge assegnatario si considera, ai soli fini dell'Imu, titolare del diritto di abitazione sul bene. L'effetto è che l'unico soggetto passivo per l'ex casa coniugale diventa il coniuge assegnatario, anche nell'ipotesi in cui il coniuge non assegnatario dovesse vantare diritti reali sul bene. Se l'assegnatario dimora e risiede anagraficamente nell'immobile (come accade nella normalità dei casi), potrà applicare i benefici dell'abitazione principale (aliquota ridotta e detrazione). Laddove, inoltre, nella medesima abitazione dovessero convivere i figli di età non superiore a 26 anni, la maggiorazione di 5o euro per figlio andrebbe per intero a beneficio dell'assegnatario.

Il coniuge non assegnatario, invece, potrà senz'altro fruire delle agevolazioni dell'abitazione principale con riferimento all'immobile di proprietà nel quale egli dimora e risiede, anche se ubicato nello stesso Comune dell'ex casa coniugale.

Sull'immobile assegnato, infine, non trova applicazione la quota d'imposta erariale dello o,38%, trattandosi di abitazione principale a tutti gli effetti.

Dovrà invece essere meglio chiaritala situazione delle residenze separate nell'ambito dello stesso nucleo familiare. La nuova definizione di abitazione principale - introdotta dalla stessa legge di conversione

2012 — richiede che nell'immobile risieda non solo il contribuente, ma anche il suo nucleo familiare. Viene altresì precisato che se i componenti del nucleo acquisiscono residenze diverse nello stesso Comune, le agevolazioni di legge si applicano nei riguardi di una sola unità immobiliare.

Il primo dubbio riguarda l'esatta identificazione del nucleo familiare.Assumendo che si tratti del nucleo originario, composto da coniugi e figli, quantomeno sino a che non si verifichi la frattura del vincolo coniugale, occorre determinare quale è la condotta elusiva colpita dalla norma. Sembra infatti eccessivo disconoscere sempre e comunque la residenza separata acquisita dal figlio maggiorenne nello stesso

Comune. Nel contempo, c'è da chiedersi cosa accada ai coniugi non separati che risiedono e dimorano in abitazioni diverse: la norma impone di considerare come abitazione principale solo una delle due case se gli immobili si trovano nello stesso Comune. Ma cosa succede se le case sono in Comuni diversi? La norma non cita questo caso, ma è ispirata dal principio che ci sia una sola abitazione principale per famiglia. E del resto le residenze disgiunte si possono prestare facilmente a pratiche elusive. Anche se potrebbero esserci situazioni in culi coniugi risiedono e dimorano in città diverse per ragioni di lavoro, e quindi sarebbe opportuno un chiarimento.

E stato infine chiarito che i Comuni hanno inoltre la facoltà di assimilare all'abitazione principale le unità immobiliari non locate, possedute da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero e dai cittadini italiani residenti all'estero. Si ritiene tuttavia che, poiché è un'assimilazione facoltativa, anche in tale eventualità resti dovuta la quota di imposta erariale.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 15

princirde

press LinE 07/05/2012

II soler /,1

Pagina 32 di 54

Page 33: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

2 1 AGEVOLAZIONE

Base imponibile dimezzata per beni storici o inagibili

La disciplina Imu degli immobili inagibili o inabitabili e degli immobili d'interesse storico-artistico è stata resa meno gravosa dalle modifiche inserite in sede di legge di conversione del decreto fiscale (D116/2012). Si prevede infatti che per queste unità la base imponibile sia ridotta alla metà. Nella formulazione originaria l'imposizione avveniva con le regole ordinarie. Per gli immobili d'interesse storico-artistico si tratta di un'agevolazione molto diversa rispetto a quella vigente nell'Ici. Nell'ambito del vecchio tributo comunale, infatti, la base imponibile era determinata sulla scorta della tariffa d'estimo più bassa applicabile alle abitazioni ubicate nella medesima zona censuaria. Al contrario, per le unità inagibili o inabitabili si verifica un ritorno al passato, poiché nel regime Ici era già disposta la riduzione a metà dell'imposta. È riprodotta anche la disciplina per ottenere il riconoscimento dello stato di inagibilità o inabitabilità. È infatti stabilito

che, a tale scopo, il contribuente possa richiedere il sopralluogo dell'Ufficio tecnico comunale, a proprie spese, oppure presentare la dichiarazione sostitutiva di notorietà. In quest'ultimo caso, ovviamente, il Comune potrà sottoporre a controllo la veridicità della dichiarazione. Il beneficio compete a condizione che l'immobile non sia comunque utilizzato.

Secondo l'orientamento di Cassazione, ai fini dell'applicazione dell'agevolazione non è sufficiente che il bene sia di fatto inagibile o inabitabile, occorrendo la formale comunicazione da parte del contribuente di questo stato di fatto. A meno che il Comune non ne sia già ufficialmente a conoscenza, come accade ad esempio nei casi di ordinanze di sgombero. È stato inoltre ripristinato il potere dei Comuni di disciplinare con regolamento lo stato di fatiscenza sopravvenuta dei fabbricati che danno diritto

alla riduzione d'imponibile. L'agevolazione per i

fabbricati d'interesse storico-artistico spetta anche se l'immobile è l'abitazione principale del possessore. In questa eventualità, dunque, la riduzione si cumulerà con l'aliquota ridotta e la detrazione d'imposta.

Un caso particolare, tuttora privo di specifica regolamentazione, riguarda i fabbricati collabenti (cioè ruderi, diroccati e così via), identificati con la categoria catastale F/3, senza attribuzione di rendita. È evidente che, mancando un elemento fondamentale della base imponibile, gli stessi non possono essere tassati come fabbricati. Potrebbe tuttavia accadere che le unità collabenti insistano su di un'area qualificabile come fabbricabile. In tale ipotesi, il suolo ricadente nello strumento urbanistico generale sarà senz'altro soggetto a Imu sulla base del valore di mercato esistente al primo gennaio dell'anno.

Lu.Lo. RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 15

princiEvAR

press LinE 07/05/2012

Il Sole/2

Pagina 33 di 54

Page 34: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

31 LE PERTMENZE

Vale anche la cantina censita con l'alloggio Antonio Piccolo

Ai fini dell'Imu -fatti salvi gli altri requisiti - l'abitazione principale è un immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare. Che succede, dunque, se ci sono due alloggi adiacenti? Se le due abitazioni sono state fuse in una sola, con aggiornamento della situazione catastale, non ci sono problemi: c'è un'unica unità, e si può pagare l'Imu con le agevolazioni per l'abitazione principale. Se invece le abitazioni sono state collegate con l'ap ertura di una porta interna, ma senza informare il catasto, allora si è in presenza di un'irregolarità, che andrebbe sanata per poter beneficiare del regime agevolato. È vero che la legge parla di unità «iscrivibili» e non necessariamente «iscritte», ma è evidente che l'accorpamento di due alloggi contigui può far cambiare la consistenza, la rendita catastale e il conto dell'Imu da pagare.

Non è un ostacolo, invece, il fatto che sulle due unità immobiliari gravino diritti reali non omogenei (ad esempio, un'unità posseduta al l00% e

l'altra posseduta al 50% con il coniuge): se si viene a creare un'unica unità immobiliare, è possibile ottenere una fusione catastale di fatto e un'unica rendita ai fini fiscali (agenzia del Territorio, nota 21 febbraio 2002 protocollo 15232).

Un'altra novità riguarda le pertinenze dell'abitazione principale: il limite di una pertinenza per categoria catastale C/2, C/6 e C/7 (si veda l'articolo in alto), riguarda anche quelle iscritte in catasto unitamente all'unità abitativa. Ciò significa che nel computo delle pertinenze vanno considerate anche quelle accatastate con l'abitazione, per le quali è stata attribuita una rendita catastale unitaria. Quando c'è una cantina censita con l'alloggio, ad esempio, un eventuale magazzino accastato a parte va tassato allo o,76% (perché entrambe le pertinenze sono "censibili" in C/2). Servono istruzioni, però, che dicano come procedere nei casi più complessi, ad esempio quando con l'alloggio sono censite una soffitta e una cantina (entrambe in C/2).

RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 15

principule

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 34 di 54

Page 35: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Immobili a uso diverso

Il moltiplicatore decide • •

su negozi e capannoni Imposta più cara con i nuovi coefficienti Imu Marco Zandonà

Mentre l'Imu sulla prima ca-sa è attenuata dall'aliquota ridot-ta e dalla detrazione di zoo euro, nessun beneficio diretto è previ-sto dalla legge per gli immobili non abitativi posseduti da perso-ne fisiche o da imprese. L'articolo 13 del Dl 201/2011 prevede, anche per gli immobili non abitativi, che l'Imu sostituisca dal 2012 Ici,Irpef e le relative addizionali dovute su-gli immobili non locati, e che si ap-plichi con l'aliquota ordinaria del-lo 0,76% (e un range di manovra per i Comuni che varia dallo 0,46%

In attesa delle decisioni comu-nali, la prima rata dell'imposta (pari al 50%, senza possibilità di scegliere la divisione in tre rate) va versata entro il prossimo 18 giu-gno, con l'aliquota base dello 0,76%. Labase imponibile dei fab-bricati non abitativi è pari alla ren-dita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per i coefficienti ca-tastali, aggiornati ad hoc ai soli fi-nilmu. Ed è da questi nuovi coeffi-cienti che dipende buona parte del rincaro rispetto all'Ici.I1 calco-lo dell'imposta dovrà essere quin-di operato, moltiplicando la rendi-ta catastale rivalutata del 5% per i seguenti coefficienti:

160 per i fabbricati delle catego-rie C/2 (magazzini e locali di de-posito), C/6 (rimesse e autori-

messe) e C/7 (tettoie); 0140 per i fabbricati di gruppo B e categorie C/3 (laboratori), C/4 (palestre) e C/5 (stabilimen-ti balneari); o 8o per i fabbricati di catego-ria D/5 (istituti di credito e assi-curativi); o 8o per i fabbricati di categoria A/io (uffici); o 6o per i fabbricati del gruppo D (esclusi D/5). Dal 2013, tale molti-plicatore sarà pari a 65; o 55 per i fabbricati di categoria C/i (negozi).

I margini di sconto

I Comuni possano ridurre l'ali-quota sino allo 0,4% per gli immo-bili non produttivi di reddito fon-diario, cioè per gli immobili stru-mentali per natura o destinazio-ne, utilizzati dalle imprese per l'esercizio dell'attività (articolo 43 del Tuir 917/1986). Si tratta de-gli immobili diversi da quelli alla cui produzione o scambio è diret-ta l'attività dell'impresa e di quelli costituenti patrimonio. La stessa facoltà è prevista per gli immobili posseduti da soggetti Ires (socie-tà di capitali), nonché, più in gene-rale, per quelli concessi in locazio-ne a terzi, sia da parte delle perso-ne fisiche che delle imprese.

L'Imu, anche per gli immobili non residenziali sostituisce l'Ir-pef, ma solo per i fabbricati non

locati posseduti da soggetti non esercenti attività commerciale (persone fisiche non imprendi-tori). Se invece l'immobile non abitativo (ufficio, negozio) pos-seduto da privato è concesso in locazione, resta ferma la rilevan-za del reddito ritraibile anche ai fini Irpef.

Per le imprese (ditte individua-li e società di persone, soggetti Ir-pef) e i soggetti Ires in generale, l'Imu sul fabbricato strumentale o patrimonio, non assorbe in nes-sun caso l'Irpef o l'Ires sul reddi-to, che si tratti di fabbricato loca-to o detenuto direttamente dall'impresa.

Le esenzioni

Anche l'Imu (articolo 9, comma 8, del Dlgs 23/2011), come già l'Ici, prevede una serie di esenzioni. In particolare, alla luce anche delle modifiche apportate dalla legge 44/2012, di conversione del Dl 16/2012,1'Imu non si applica per: o gli immobili posseduti dallo Sta-to, dalle regioni e dagli enti locali, purché ubicati nei propri territo-ri, dalle comunità montane, dai consorzi tra tali enti, nonché da-gli enti del servizio sanitario na-zionale, destinati esclusivamente a compiti istituzionali; o i fabbricati classificati o classifi- cabili nelle categorie catastali da E/i a E/9 (si tratta degli immobili

«a destinazione particolare», qua-li ad esempio le stazioni e i ponti); o i fabbricati destinati ad usi cultu-rali (sedi aperte al pubblico di mu-sei, biblioteche, archivi, cinete-che, eccetera); o i fabbricati destinati esclusiva-mente all'esercizio del culto; o i fabbricati di proprietà della Santa Sede; o i fabbricati appartenenti a Stati esteri e ad organizzazioni interna-zionali per i quali è prevista l'esen-zione dall'imposta locale sul red-dito dei fabbricati in base ad ac-cordi internazionali resi esecuti-vi in Italia; o i fabbricati utilizzati dai sogget-ti (diversi dalle società) che non hanno per oggetto esclusivo, o principale, l'esercizio di attività commerciali, destinati esclusiva-mente allo svolgimento con mo-dalità non commerciali di attivi-tà assistenziali, previdenziali, sa-nitarie, didattiche, ricettive, cul-turali, sportive, eccetera. In caso di utilizzazione "mista", l'esen-zione spetta per la sola frazione nella quale si svolge l'attività non commerciale (articolo 91-bis, D11/2012, convertito dalla legge 27/2012); oi fabbricati distrutti o danneggia-ti dal sisma che ha colpito l'Abruz-zo il 6 aprile 2009 (legge 44/2012, di conversione del D116/2012).

e RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 16

Il moltiplicatore decide

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 35 di 54

Page 36: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

1 l AREE E TERRENI

Gian Paolo Tosoni

Anche i terreni agricoli e le aree edificabili sono soggetti all'Imu. Innanzitutto, bisogna precisare che - per legge - si considerano aree edificabili quelle utilizzabili a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico generale adottato dal Comune, indipendentemente dall'approvazione della Regione e dall'adozione di strumenti attuativi del medesimo (articolo 36, comma 2 del D1223/2006). Purtroppo questa definizione non si riscontra facilmente nei nuovi piani del territorio o simili, che hanno superato il concetto di piano regolatore.

La base imponibile Imu per le aree edificabili è pari al valore corrente di mercato al ° gennaio dell'anno di

imposizione.

Sono tuttavia considerati terreni agricoli le aree possedute e coltivate da imprenditori agricoli professionali (Iap), comprese le società agricole, e da coltivatori diretti iscritti nella previdenza agricola (articolo i del Dlgs 99/2004). In questo caso, la base imponibile è determinata moltiplicando per no il reddito dominicale rivalutato del 25%. Ora il beneficio è applicabile anche quando le società agricole sono in possesso della qualifica di lap o quando un amministratore per le società di capitale o un socio per quelle di persone abbia la medesima qualifica a titolo personale.

Terreni con deduzione

Per i terreni agricoli la base imponibile si ottiene moltiplicando il reddito

dominicale, rivalutato del 25%, per il coefficiente moltiplicatore 135.

Il coefficiente è ridotto a no per i terreni agricoli, compresi quelli non coltivati, posseduti e condotti da coltivatori diretti e lap iscritti nella previdenza agricola. La definizione è univoca e riguarda anche le società agricole in possesso della qualifica di lap. Sembra pertanto che - contrariamente a quanto avveniva per l'Ici -assumano rilevanza anche i terreni iscritti in catasto con attribuzione della tariffa di reddito dominicale, ancorché lasciati incolti, i quali sono soggetti al coefficiente 135 se non compresi in un fondo rustico condotto da coltivatori diretti o lap. Infine, sempre con riferimento ai coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali comprese le società, iscritti

nella gestione previdenziale, che coltivano i terreni agricoli di proprietà (o in forza di altro diritto reale), viene introdotta una riduzione della base imponibile fino al valore del terreni pari a 32mila euro. La franchigia opera nel seguente modo: fmo a 6mila euro la base imponibile è pari a zero; da 6mila a 15.500 è del 30% (e cioè di 2.85o euro); da 15.5oo a 25.500 il 50% (l'imposta è quindi dovuta sulla metà pari a 5.000); infine da 25.500 a 32.000 l'imponibile è pari al 75% (e cioè a4.875 euro). In sostanza la deduzione ammonta complessivamente a 19.275 euro. Questa deduzione si applica proporzionalmente agli aventi diritto in base alla loro quota di possesso.

Mantengono l'esenzione da Imu i terreni situati nei territori montani, ma sarà un apposito decreto a delimitarne le zone. Al momento restano anche le esenzioni per la cosiddetta "collina depressa" (articolo 7, lettera h) del Dlgs 504/1992), ma rischiano di non essere confermate dallo stesso decreto ministeriale.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Zone edificabili tassate con il valore di mercato

Pagina 16

Il moltiplicatore decide

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 36 di 54

Page 37: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

21 FABBRICATI RURM1

I fabbricati rurali a uso strumentale sono soggetti all'imposta municipale con l'aliquota ridotta dello o,2%;

essendo di categoria D/io, il co efficiente moltiplicatore della rendita catastale è pari a 6o. Quelli ubicati nei Comuni montani o parzialmente montani, invece, sono esclusi dall'Imu (articolo 4 del Dl 16/2012). Attenzione: si tratta di quelli situati nei Comuni montani o parzialmente montani di cui all'elenco predisposto dall'Istat, e la norma non fa alcun riferimento alla collina.

La definizione di fabbricato rurale strumentale è contenuta nell'articolo 9, comma 3-bis, del D1557/93. Sono compresi anche i fabbricati strumentali delle

31 5 EN MER C\.

cooperative agricole di trasformazione dei prodotti conferiti dai soci.

Alla luce dell'esenzione da Imu, per i fabbricati strumentali rurali situati in montagna sarebbe inutile l'accatastamento, in quanto dal i° gennaio 2012 è soppressa la disposizione che condiziona il requisito di ruralità all'appartenenza alla categoria catastale D/io (articolo 13, comma 14, D1201/2011). Però va anche sottolineato che l'esenzione consiste proprio nella circostanza che il fabbricato sia rurale. E il comma 14-ter del D1201/2012 stabilisce l'obbligo dell'accatastamento indipendentemente dall'assolvimento dell'imposta municipale. Peraltro la norma

prevede una deroga per i fabbricati situati nelle provincie di Trento e Bolzano le quali possono prevedere comunque la tassazione dei fabbricati rurali strumentali, con la aliquota massima dello 0,2% e con la facoltà di introdurre detrazioni o deduzioni. Per questi l'accatastamento è necessario.

Per i fabbricati strumentali rurali la prima rata dell'Imu è stabilita nella misura del 30% mentre per i fabbricati iscritti nel catasto terreni che dovranno transitare nel catasto urbano entro il 30 novembre, l'imposta municipale va versata in una unica soluzione entro i117 dicembre 2012.

Per tutti i fabbricati rurali si presentano quindi gli obblighi

di accatastamento. In primo luogo quelli tuttora annotati nel catasto terreni devono essere iscritti nel catasto fabbricati entro il prossimo 30 novembre 2012. La procedura di accatastamento è quella ordinaria mediante le modalità stabilite con il Dm19 aprile 1994, n.701 (Docfa). Verrà quindi determinata una rendita catastale proposta.

Molto opportuna inoltre la verifica della categoria catastale dei fabbricati già iscritti in catasto per i quali, se non risultano iscritti nella categoria A/6R per le abitazioni e D/io per quelli strumentali, possono scattare delle conseguenze in ordine all'accertamento ai fini dell'Ici nonché per il riconoscimento, per quelli strumentali, dell'aliquota ridotta Imu dello 0,2 per cento. Questa variazione catastale deve essere presentata agli uffici provinciali dell'agenzia del Territorio entro il 30 giugno 2012.

G.To. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stalle, portici e cascine si «fermano» allo 0,2%

L'Imu si applica anche sugli "immobili-merce" delle imprese edili, cioè sui fabbricati costruiti per la successiva vendita, che, in tal modo, continuano a scontare una tassazione di natura patrimoniale ancor prima di essere immessi sul mercato. Si tratta di un'imposizione particolarmente penalizzante in un contesto di mercato difficile come quello attuale. Tanto più che in altri casi, come ad esempio la tassazione sui mezzi di trasporto di lusso prevista dall'articolo 16 del D1201/2011 vengono esclusi «gli aeromobili immatricolati a nome dei costruttori e in attesa di vendita».

Il D11/2012, convertito, con

modificazioni, nella legge 27/2012 (articolo 56), ha attribuito ai Comuni la facoltà di ridurre l'aliquota Imu (sino allo 0,38%, dall'ordinario 0,76%) per i fabbricati costruiti e destinati dalle imprese costruttrici alla vendita, per un periodo massimo di tre anni dall'ultimazione dei lavori, a condizione che permanga la destinazione alla vendita del fabbricato e l'immobile non sia locato. L'eventuale riduzione dell'aliquota deliberata dal Comune non riduce però la quota del gettito Imu destinata allo Stato, rendendo di fatto molto difficile da attuare tale disposizione. Lo stesso problema si pone per le aree

edificabili possedute dalle imprese e inedificate o in corso di edificazione.

Fabbricati «D» senza rendita

Un altro caso particolare riguardagli immobili del gruppo D non dotati di rendita. Si tratta dei fabbricati a destinazione speciale trai quali rientrano opifici (D/1), alberghi (D/2), case di cura (D/4), istituti di credito (D/5). Ai sensi dell'articolo 13 del D1201/2011,1a base imponibile agli effetti dell'Imu dei fabbricati del gruppo catastale D, interamente posseduti da imprese e non iscritti in catasto, è determinata dall'ammontare dei costi risultanti dalle scritture contabili (valori iscritti in

bilancio o nel libro deibeni ammortizzabili) al i° gennaio dell'anno di imposizione (o, se successiva, alla data di acquisizione), al lordo degli ammortamenti, a cui si applicano appositi coefficienti di rivalutazione stabiliti annualmente con specifico decreto ministeriale.

Come già previsto ai fmi Ici (articolo 5, Dlgs 504/1992), il valore imponibile è pari all'ammontare dei costi risultanti dalle scritture contabili (al i° gennaio dell'anno cui è dovuta l'Imu) rivalutati in base ai coefficienti che per il 2012 sono stati fissati con il decreto 5 aprile 2012 (Gazzetta Ufficiale n. 85 dell'u aprile 2012). In sostanza, l'imponibile Imu sarà pari al valore contabile dell'immobile al i'gennaio 2012, moltiplicato per il coefficiente previsto in base all'anno di sostenimento dei costi di acquisizione.

Per gli alloggi invenduti sconto affidato ai sindaci

©RIPRODUZIONE RIS

Il moltiplicatore decide

press LinE 07/05/2012

Il soler /,1

Pagina 37 di 54

Page 38: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

II soler /,1 press LinE 07/05/2012

In sintesi

I MOLTIPLICATORI Mentre per le abitazioni e le pertinenze il valore catastale si calcola sempre moltiplicando la rendita catastale per 160, nel caso degli altri immobili il coefficiente cambia a seconda della categoria catastale

Categoria catastale

A/10

Negozio

Box auto, garage, magazzini e tettoie non pertinenziali di abitazioni principali

Laboratori per arti e mestieri

Capannoni, industriali, alberghi, teatri, ospedali e altri fabbricati commerciali e produttivi con fini di lucro

Banche e assicurazioni

Palestre e stabilimenti balneari senza fine di lucro

Collegi, scuole, ospedali, prigioni, caserme

Moltiplicatore

C/2, C/6, C/7

C/3

Di5

C/4, C/5

da B/1 a B/8

da D/1 a D/10 escluso D/5

L'ESEMPIO Negozio con una rendita catastale di 1.651 euro

Prendere la rendita catastale del negozio

1.651,00

Rivalutarla del 5% 1.651,00 0 1,05 1.733,55

Applicare il moltiplicatore corrispondente alla categoria

1.733,55 55 9 95.345,25

Applicare l'aliquota sul valore catastale

95.345,25 0, 100 953,45

953,4525 0 0,76 724,62

Calcolare l'acconto in due rate (la prima il 18 giugno)

724,62 2 C 362,00

Aliquota ordinaria

Il pagamento va effettuato con il modello F24 dividendo l'ammontare dell'acconto a metà tra la quota erariale

(181 euro con codice tributo 3919) e la quota comunale (181 euro con codice tributo 3918) 6% 1,0

Aliquota massima che può essere stabilita dal Comune

Pagina 16

Il moltiplicatore decide

Tipo di immobile

Ufficio

LE ALIQUOTE Il livello del prelievo sugli immobili diversi dalle case

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune per i fabbricati rurali strumentali

0 1%

Aliquota ordinaria per i fabbricati rurali strumentali

0,2%

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune a favore dei costruttori per i fabbricati invenduti

0,38%

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune per fabbricati locati, immobili d'impresa e dei soggetti Ires

0,4%

Aliquota minima che può essere stabilita dal Comune per gli altri fabbricati

0 ,46%

Pagina 38 di 54

Page 39: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Il calcolo passo per passo

Alla cassa con aliquote base e modello F24 Entroi118 giugno si paga la prima tranche - Divisione in tre rate possibile solo per l'abitazione principale

Luigi Lovecchio

Le regole dell'acconto Imu per il 2012 richiedono particolare attenzione. Nell'anno di debutto della nuova imposta patrimonia-le, infatti, trovano applicazione al-cune previsioni eccezionali. Non va poi dimenticato che per la pri-ma volta i contribuenti si trove-ranno ad affrontare la quota di im-posta erariale.

Calcolo con aliquote base

La prima rata in scadenza al 18 giugno prossimo sarà versata uti-lizzando le aliquote e la detrazio-ne di base. Ciò, per la semplice ragione che per l'anno in corso i Comuni hanno tempo sino al 3o giugno prossimo per deliberare le misure del prelievo. Questo si-gnifica quindi che, in occasione della scadenza del primo accon-to, le aliquote da applicare saran-no lo 0,4% per l'abitazione princi-pale, lo 0,76% per le altre unità immobiliari e lo 0,2% per i fabbri-cati rurali strumentali. La detra-zione per l'abitazione principa-le, inoltre, è di zoo euro, oltre 5o euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, convivente nell'immobile.

La norma sembra escludere, in-vece, la possibilità di utilizzare le aliquote comunali già a giugno, a scelta del contribuente, ove più fa-vorevoli di quelle nazionali.

Il calcolo dell'acconto avverrà assumendo il possesso per l'inte-ro anno e versando i150% dell'im-porto così determinato. Resta pe-raltro possibile calcolare il perio-do di possesso effettivo del pri-mo semestre in tutti i casi in cui il periodo è inferiore a sei mesi. Si pensi ad esempio all'immobile acquistato a fine febbraio 2012. In tale eventualità, il calcolo non potrà riguardare la metà del do-vuto per l'intero anno, ma l'effet-tivo periodo di possesso del pri-mo semestre (4 mesi).

Per l'abitazione principale, il contribuente può scegliere di ver-sare l'acconto del 50% entro il 18 giugno e il saldo a conguaglio en-tro il 17 dicembre. Oppure, in al-ternativa, può scegliere la riparti-zione in tre rate, aggiungendo di fatto una rata d'acconto entro i117 settembre. Di queste, le prime due sono calcolate in misura pari ad un terzo del totale, applicando aliquote e detrazione base. La ter-

za è ovviamente a saldo. Re sta co-munque ferma la scelta del paga-mento nelle ordinarie due rate.

Per i fabbricati rurali strumen-tali, il primo acconto è pari al 30% del totale. Per gli immobili rurali ancora iscritti al catasto dei terre-ni, strumentali ed abitativi, si ver-sa tutto a saldo, entro il 17 dicem-bre. Ciò perché la scadenza di leg-ge per procedere all'accatasta-mento obbligatorio con attribu-zione della rendita è il 30 novem-bre prossimo.

L'importo minimo

Ai fini della determinazione degli importi minimi da pagare per l'Imu, si applicano le regole gene-rali stabilite per i tributi locali. L'articolo 9, Dlgs 23/2011, richia-ma infatti l'articolo 1, commi da 161 a 170, della legge 296/2006. La previsione relativa alla quota di imposta erariale inoltre richiama a sua volta la disciplina della ri-scossione riferita all'Imu. Ciò comporta che, in assenza di rego-lamenti comunali, il minimo da versare è pari a 12 euro per cia-scun versamento (articolo 1, com-ma 168, legge 296/2006). Ne con-segue che se, ad esempio, il paga-mento del primo acconto è pari a

euro e il dovuto per tutto l'an-no è pari a 15 euro (perché il Co-mune ha deliberato un'aliquota più bassa di quella ordinaria), l'Imu dovrà essere versata per in-tero (cioè, per 15 euro) entro il 17 dicembre. Restano però salve le diverse determinazioni adottate nei regolamenti comunali.

La quota fissa statale

Una complicazione del tutto nuo-va è rappresentata dalla quota di imposta erariale. Questa si calco-la con l'aliquota dello 038% (la

metà di quella base) sull'imponi-bile soggetto a Imu. Ai fini di tale quota, non si tiene conto delle ri-duzioni di aliquota e delle detra-zioni deliberate dai Comuni. Per questo motivo, potrebbe anche accadere che applicando le rego-le comunali non vi sia nulla da pa-gare, mentre il debito verso l'Era-rio resta. In realtà, le maggiori dif-ficoltà si verificheranno in occa-sione del saldo di dicembre, per-ché solo allora troveranno ingres-so le delibere locali. Nella rata di giugno, infatti, sarà sufficiente di-videre a metà l'importo da versa-re e indicare nel modello F24 una quota con il codice tributo dell'Erario e l'altra con il codice tributo del Comune. A dicembre invece le complicazioni saranno tanto maggiori quanto più nume-rose saranno le aliquote decise dal singolo Comune. Ad ognuna di esse, diversa dall'aliquota ordi-naria, corrisponderà infatti un doppio conteggio da eseguire da parte del contribuente.

La quota erariale non è tuttavia dovuta su tutti gli immobili. Ne so-no esclusi tutti i casi nei quali la legge stabilisce una aliquota infe-riore a quella ordinaria. Si tratta pertanto dell'abitazione principa-le e dei fabbricati rurali strumen-tali. Per effetto delle modifiche ap-portate nella legge 44/2012, inol-tre, la quota statale non si applica agli immobili degli Iacp e delle co-operative edilizie a proprietàindi-visa nonché agli immobili dei C o-muni ubicati sul proprio territo-rio. Tra l'altro, il calcolo del saldo risulterà particolarmente impre-vedibile, in conseguenza della possibilità che Stato e Comuni ap-portino variazioni in corso d'an-no alle misure del prelievo.

e RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 17

nllacassa con aliyuure baie e modello F24

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 39 di 54

Page 40: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

11 LA COMPILAZIONE

I coniugi comproprietari presentano due moduli Luciano De Vico

L'acconto Imu si versa con il modello F24. Con la conversione del decreto fiscale (D116/2012), è stato previsto che dal i ° dicembre 2012 si potrà usare anche il bollettino postale. Il nuovo modello, approvato con provvedimento del 12 aprile, contiene la sezione dedicata all'Imu, in cui vanno indicati il codice catastale del Comune nel cui territorio sono situati gli immobili, il numero degli immobili per cui si esegue il versamento (divisi per codice tributo), l'anno d'imposta cui si riferisce il pagamento e l'importo da versare. Quest'ultimo va riportato al netto dell'eventuale detrazione spettante, da esporre nella casella in basso a sinistra, rapportata al periodo (metà o un terzo). Deve essere inoltre barrata la casella corrispondente all'acconto o al saldo, oppure entrambe, se si versa in unica soluzione.

Si ritiene che lo spazio «immobili variati», da barrare solo se sono intervenute delle variazioni per uno o più immobili che richiedono la presentazione della dichiarazione di variazione, al

momento non debba essere utilizzato. Se il versamento si riferisce ad un ravvedimento operoso, oltre a barrare la relativa casella, si deve indicare l'anno in cui il pagamento doveva essere effettuato.

I dati vanno raggruppati in funzione del codice tributo. Ad esempio, se il versamento si riferisce all'abitazione principale e alla pertinenza, occorre indicare due immobili. Se si possiede una seconda casa, anche nello stesso Comune, occorre adoperare altri due righi, in corrispondenza dei quali si utilizza l'apposito codice tributo, anzi gli appositi codici tributo, considerato che il versamento deve essere suddiviso a metà tra Comune e Stato. Fino a131 maggio 2013 è possibile adoperare il preesistente modello F24, indicando il versamento dell'Imu nella sezione Ici.

Il modello è intestato a un solo contribuente, per cui, in caso di comproprietà, occorre compilare tanti modelli di versamento per quanti sono i debitori d'imposta, anche nel caso di coniugi.

Il pagamento va effettuato con arrotondamento all'euro per

difetto se la frazione è inferiore a 49 centesimi, o per eccesso se superiore (articolo 1, comma 166, della legge 296/2006, applicabile anche all'Imu, richiamato dall'articolo 9, comma 7, Dlgs 23/2011).

Il versamento può essere effettuato presso gli sportelli di qualunque agente della riscossione o banca convenzionata e presso gli uffici postali in contanti, con bancomat (presso gli sportelli abilitati), con carta Postamat, Postepay o con addebito su c/c postale (presso le poste). Si possono adoperare anche assegni bancari o postali tratti dal contribuente a favore di se stesso oppure, presso gli agenti della riscossione, assegni circolari e vaglia cambiai. Per i soggetti titolari di partita Iva il versamento deve essere effettuato con modalità telematica, direttamente o tramite un intermediario.

La modalità online può essere adoperata da tutti i contribuenti, mediante i servizi di home banking messi a disposizione da banche e Poste, oppure attraverso il servizio telematico Entratel o Fisconline.

e RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 17

nllacassa con cliyuure baie e modello F24

press LinE 07/05/2012

Il Sole/ /,1

Pagina 40 di 54

Page 41: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

21 IN r) H 1A R IONE

L'imposta si può saldare usando il credito del 730

Il vantaggio di utilizzare il modello F24 consiste principalmente nella possibilità di compensare eventuali crediti vantati nei confronti di diversi enti impositori (Stato, Regioni, Comuni, Inps, Inail, Enpals), purché non richiesti a rimborso. La compensazione deve essere evidenziata nell'F24, che va presentato o trasmesso anche se a saldo zero. Ovviamente, non deve presentare il modello chi non deve sostenere alcuna spesa.

Anche coloro che si avvalgono del 730 possono decidere di compensare il versamento dell'Imu, attraverso la compilazione del quadro I. Se si intende adoperare l'intero credito risultante dal 73o, occorre barrare la colonna i del rigo h, mentre la colonna 2 è riservata all'indicazione dell'importo del credito che si vuole utilizzare in compensazione. In sede di conguaglio il sostituto d'imposta non effettuerà il rimborso dei crediti in busta paga, o rimborserà solo la differenza tra il credito spettante e l'importo indicato nel quadro I.

I crediti residui utilizzabili in compensazione per l'Imu sono riportati nel prospetto di liquidazione, modello 730-3, nei righi da i6i a 165, già suddivisi per tipologia d'imposta. Questi crediti dovranno essere riportati nel modello F24, ciascuno nella sezione di competenza, in corrispondenza della colonna «importi a credito compensati». Se, ad esempio, nel rigo 161 del 730-3 compare un credito Irpef di 400 euro, l'importo deve essere indicato nella sezione erario del modello F24 con il codice tributo 4001 (già indicato nel 730), rateazione 0101, anno di riferimento 2011.

Per i contribuenti che hanno compilato il quadro I, o si accingono a farlo, quindi, è utile attendere che il sostituto d'imposta, il Caf o il professionista abilitato consegnino il prospetto di liquidazione.

Il differimento dei termini disposto dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri lo scorso 26 aprile, può complicare le cose. E previsto, infatti, che il sostituto, in caso di

assistenza fiscale diretta, consegni la copia della dichiarazione e il prospetto di liquidazione entro i115 giugno, mentre il termine per i Caf e i professionisti è stato prorogato al 2 luglio. Considerato che il versamento dell'Imu scade il 18 giugno, chi si è affidato a un Caf potrebbe venire a conoscenza dell'esatto ammontare dei crediti compensabili oltre il tempo utile. A questo punto, o si chiede all'intermediario di conoscere in anticipo il risultato del 730, oppure è preferibile non compilare il quadro I.

Va infine ricordato che la compilazione del quadro Imu non esime il contribuente dalla presentazione o trasmissione del modello F24 per versare l'imposta municipale. Per chi presenta Unico, invece, i crediti da compensare devono risultare dalla dichiarazione annuale. Il quadro RX del modello Unico contiene il riepilogo di tutti i crediti risultanti dalla dichiarazione relativa al 2011.

L.D.V. RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 17

nllaca.ssa con aliyuure baie e modello F24

press LinE 07/05/2012

II Sole/ /,1

Pagina 41 di 54

Page 42: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Comuni al confronto sugli incassi previsti

Sindaci, conti al test del gettito Da rivedere le stime dell'Economia che determinano i tagli ai bilanci Andrea Ferri Corrado Pollastri

L'Imu "sperimentale" met-te a dura prova i bilanci dei Co-muni. Il classico (e corretto) percorso basato sullavalutazio-ne delle entrate si scontra con l'intreccio tra stime del gettito -nazionali e per singolo Comu-ne - e ammontare dei trasferi-menti statali (o del fondo di rie-quilibrio, peri Comuni delle Re-gioni ordinarie). La manovra de-terminale risorse comunali per il 2012 secondo una semplice re-gola di fondo: i Comuni posso-no contare su risorse equivalen-ti al gettito dell'Ici, più i trasferi-menti statali 201, ridotti di 2,5 miliardi. L'esigenza di maggiori entrate viene affidata alla facol-tà di aumentare le aliquote sui tributi comunali, in primo luo-go l'Imu. Considerando le sole risorse coinvolte (la metà del bi-lancio corrente), rispetto ai cir-ca 23 miliardi del 2011, i fondi di base disponibili nel 2012 passa-no a circa 20,5 miliardi. Parte della riduzione è proporziona-ta all'Imu di ciascun Comune.

Ma invece di delineare solu-zioni tecniche aderenti a questa regola, il riferimento per l'intero percorso è il gettito stimato dell'Imu per singolo Comune. Questa stima determina lavaria-zione compensativa deitrasferi-menti, attraverso la quale lo Sta-to prelevala differenza perripor-tare la nuova entrata allo stesso gettito dell'Ici che risulta dai con-suntivi 2009 e 2010. Si tratta di ben 3,2 miliardi, pari alla differen-za tra il gettito dell'Imu destina-ta ai Comuni (12,4 miliardi, di cui 3,4 per l'abitazione principale) e

il gettito Ici (9,2 miliardi). Que-sto complicato dispositivo impo-ne all'Economia una missione impossibile, "centrare" il gettito Imu di 8.094 Comuni; ogni sco-stamento dal gettito effettivo produrrà differenze non dovute sulle risorse di ciascun Comune.

La legge prevede ora l'accer-tamento «convenzionale» di Imu e trasferimenti, nella misu-ra indicata dal le stime governa - liv e. Si tratta di un'obiettiva faci-litazione, ma i Comuni dovran-no prodursi in equilibrismi nel-la gestione dei bilanci, anche per le incertezze su come ver-ranno riviste le stime alla luce del gettito effettivo Imu. Il ri-schio è duplice: l'ulteriore au-mento del prelievo, con la ma-novra delle aliquote, non com-misurato all'effettiva riduzione delle risorse, e un adeguamento delle stime ministeriali alla real-tà degli incassi che risulti in-completo, rivelando così livelli di entrata più bassi del previsto.

Le stime Imu formulate dai Comuni, che l'Ifel sta rilevan-do, evidenziano ampie differen-ze di percezione dell'impatto del nuovo tributo rispetto all'Economia. La distanza tra Imu "ministeriale" e Imu "co-munale" raggiunge anche il 50% del gettito Id. Guardando alla sola abitazione principale, emerge la sensazione che i dati dell'Economia portino una ge-neralizzata sovra stima. Inoltre, le stime non considerano le mo-difiche nella disciplina dell'Imu e nella ripartizione del gettito tra Stato e Comuni introdotte dal Dl16/2012.

Le decisioni comunali su bi-

lanci ed entrate devono essere caratterizzate da grande fred-dezza. Il principio compensati-vo del Dl 201/2011 deve guidare ogni previsione. Gli scostamen-ti tra le stime Imu ministeriali e comunali non possono essere valutati senza considerare le va-riazioni dei trasferimenti che ne discendono. Ciò che conta è la somma delle risorse movi-mentate (Imu e trasferimenti). In pratica, più alto è il gettito Imu stimato e più alto sarà il ta-glio derivante dall'articolo 28 della manovra, in costanza del-la restante parte delle risorse.

Non sono trascurabili i rischi di eccessiva "generosità" delle stime ministeriali. Il Dl 16/2012 nega qualsiasi diritto al ricono-scimento del gettito convenzio-nale previsto e accertato ed è le-cito dubitare che il Governo sa-rà in grado di esercitare con faci-lità la facoltà di aumento in cor-so d'anno delle aliquote di base tramite Dpcm. Si tratta, tuttavia di margini di rischio da non con-fondere con l'eventualità - da ri-gettare - che i trasferimenti sta-tali resteranno allo stesso livel-lo delle attuali elaborazioni mi-nisteriali anche a fronte di getti-ti Imu diversi rispetto alle previ-sioni. Dare stabilità ai bilanci e razionalità alla manovra sulle entrate locali è ancora possibi-le, ma a condizione di riprende-re relazioni costruttive tra Go-verno e Comuni, definendo in due-tre settimane al massimo il percorso concordato per la revi-sione delle stime Imu sulla base della nuova normativa e dei get-titi incassati.

I conti sul territorio

IL MECCANISMO Gli effetti del gettito Imu stimato dall'Economia sulle risorse comunali

Trasferimenti statali (fondo di riequilibrio)*

Gettito Ici 2009/10

Gettito Imu stimato dal ministero

Taglio ulteriore dei trasferimenti

Accertamento convenzionale — Gettito Imu

Trasferimenti statali

NELLE CITTÀ Il gettito Imu stimato dal ministero dell'Economia a confronto con il gettito Ici 2010. Dati in milioni di euro

I mu iIci N: : Differenza %

Roma

Milano

Torino

Na ooli

..,,, SK•

417 239,2 162,6

650,4 324,8 151,3 138,5

54,9%

RIPREDUZIONE RISERVATA (*) Al netto dei tagli prodotti dalle manovre 2011

Pagina 18

Sindaci, conti al del egtrito

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 42 di 54

Page 43: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Pagina 18

Fondo di riequilibrio incerto fino a marzo 2013 Alessandro Beltra mi

Definito il quadro entro il quale i Comuni possono delineare il bilancio di previsione 2012. Quasi contestualmente, mentre alla Camera si votava la fiducia per blindare il D1 fiscale, Viminale ed Economia pubblicavano i dati riguardanti le stime del nuovo tributo e il fondo sperimentale di riequilibrio.

Il fondo sperimentale pubblicato (i vecchi trasferimenti relativi ai Comuni delle Regioni a statuto ordinario) tiene conto di tutti gli interventi normativi realizzati nel corso di questi mesi, dalla riduzione operata per i12012 in attuazione dell'articolo 14, comma 2 del D178/2010, all'attribuzione dell'addizionale energia elettrica e alla compartecipazione Iva, fino alla riduzione (decisa nella Finanziaria 2010) dei costi della politica e agli effetti della manovra «Salva Italia».

L'effetto di tutto ciò ha rideterminato il fondo sperimentale di riequilibrio per 112012 in 6,8 miliardi, contro gli 11,2 miliardi previsti per lo scorso anno. La parte più consistente della riduzione è dovuta dalla compensazione definita dall'articolo 13, comma 17 del Dl 201/2011 a seguito dell'introduzione dell'Imu «sperimentale» già a decorrere da quest'anno (si veda anche l'articolo a fianco).

Per attribuire ad ogni singolo Comune l'Ici 2010 da confrontare, il ministero ha operato una ripartizione dei 9,2 miliardi previsti nella relazione tecnica al decreto, senza quindi

utilizzare in modo puntuale i dati inseriti nei certificati consuntivi.

I dubbi sulla fondatezza delle stime ministeriali rispetto all'effettivo gettito dell'Imu hanno spinto il legislatore a rivedere la disciplina dell'Imu e la sua contabilizzazione nei bilanci locali.

La rivisitazione della disciplina si è concretizzata in un emendamento governativo introdotto in sede di conversione del decreto fiscale che aggiunge il nuovo comma 12-bis all'articolo 13 del Dl 201/2011. La disposizione prevede che, ai fini del bilancio di previsione, i Comuni iscrivono l'entrata da Imu in base agli importi stimati dal ministero dell'Economia - dipartimento delle Politiche fiscali, dalla quale deve necessariamente derivare anche l'ammontare del fondo di riequilibrio 2012 da considerare nella previsione, in pratica il valore pubblicato dal ministero dell'Interno. Per tutelare lo Stato e gli accordi già sottoscritti in sede di conferenza Stato-Città, l'emendamento rimarca che l'accertamento convenzionale non dà diritto al riconoscimento da parte dello Stato dell'eventuale differenza tra gettito accertato e gettito reale, e che l'accertamento è rivisto, insieme agli accertamenti relativi al fondo sperimentale (e ai trasferimenti erariali per i Comuni di Sicilia e Sardegna), in esito a dati aggiornati da parte del ministero, come previsto nell'accordo in conferenza Stato-città e autonomie locali

del i'marzo 2012.

In sostanza, la nuova disposizione lascia indeterminato l'ammontare del fondo sperimentale di riequilibrio definitivamente riconosciuto, fino alla fine delle verifiche previste in sede di accordo, ossia fino all'ultima verifica prevista entro febbraio 2013.

Per garantire, in ogni caso, la correttezza degli importi iscritti sia nei bilanci degli enti locali sia in quello statale, lo stesso emendamento prevede che, con Dpcm su proposta dell'Economia, si possa provvedere entro il prossimo lo dicembre, sulla base del gettito della prima rata Imu, alla modifica delle aliquote, delle relative variazioni e delle detrazione stabilita dal presente articolo per assicurare l'ammontare del gettito complessivo previsto per il 2012.

La disposizione dovrebbe essere sufficientemente garante degli equilibri di bilancio dei Comuni: nel caso in cui il gettito a giugno non confermasse le stime ministeriali, il Governo incrementa le aliquote base fino a garantire le previsioni sia del bilancio statale, sia dei bilanci locali.

Per garantire l'attendibilità delle previsioni a livello locale, è data facoltà anche ai Comuni di rivedere, sulla base del gettito effettivo di giugno, le aliquote e la detrazione entro i130 settembre in deroga alle disposizioni che obbligano le modifiche di aliquote entro la data di approvazione del bilancio di previsione.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Sindaeiconti alt tdel senno

press LinE 07/05/2012

Il soler /,1

Pagina 43 di 54

Page 44: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

21 LA GESTIONE

Da tempi lunghi e rate doppio colpo alla cassa

Le ultime novità in tema di Imu e la pubblicazione degli importi (ancora provvisori) del fondo sperimentale di riequilibrio per l'anno 2012 (si veda l'articolo sopra), determineranno con ogni probabilità forti tensioni ai Comuni sul versante delle disponibilità di cassa.

La drastica riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio (ridotto di 4,4 miliardi in un solo anno) e le incertezze sul reale gettito prodotto dalla nuova imposta immobiliare, dovute sia alle stime ministeriali sia alla maggiore rateizzazione del tributo introdotta con la conversione del Dl fiscale, determinano una modifica strutturale dei flussi di cassa dei Comuni.

I trasferimenti fiscalizzati, infatti, sono erogati dal ministero dell'Interno secondo scadenze predefmite (in tre rate corrisposte a marzo, maggio e ottobre), e anticipate rispetto alle scadenze previste per il pagamento dell'Imu, e sono disponibilità certe a favore degli enti locali.

In regime ordinario, benché la modifica della tempistica di incasso dell'Imu

rispetto al fondo sperimentale di riequilibrio sia comunque sfavorevole per i Comuni, i flussi di cassa possono essere adeguatamente calibrati e programmati con una maggiore attenzione, adeguando i pagamenti in funzione degli incassi.

Per l'anno 2012, però, la forte contrazione del fondo sperimentale di riequilibrio (circa il 40% a livello complessivo) riduce drasticamente l'afflusso nelle casse degli enti di ingenti somme, senza avere, contestualmente e con certezza, un incremento di gettito di pari importo a titolo di imposta municipale. Prova ne sia l'introduzione, da parte del legislatore, della possibilità di accertare convenzionalmente le stime governative dell'Imu. L'accertamento convenzionale, se garantisce gli enti locali sotto il profilo degli equilibri di bilancio, espone i sindaci a forti criticità in termini di cassa. Il decreto fiscale, infatti, stabilisce espressamente che l'iscrizione delle stime nei bilanci locali non dà diritto al riconoscimento da parte dello Stato dell'eventuale differenza tra gettito

accertato convenzionalmente e gettito reale. In sostanza, come peraltro ribadito nell'accordo in sede di conferenza Stato-Città e autonomie locali del 2 marzo scorso, ad oggi non è previsto un incremento della dotazione del fondo sperimentale di riequilibrio.

Nel caso in cui i dati ministeriali risultassero sovrastimati, si rischierebbe nel corso del 2012 una crisi di liquidità del comparto comunale.

In caso di sovrastima, infatti, non resterebbe che attendere febbraio 2013 per rivedere complessivamente, sulla base del gettito Imu a quella data defmitivo, la corretta ripartizione a ogni singolo Comune del fondo sperimentale di riequilibrio.

A ciò si aggiungano, come più volte ribadito dal Presidente dell'Anci Graziano D elrio, gli effetti (ad oggi non stimabili) derivanti dalla rateizzazione dell'Imu sia per le abitazioni principali sia per i fabbricati strumentali che, affluiscono direttamente nelle casse dei Comuni e non riguardano la quota statale dell'imposta.

A.Bet. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 18

Sindaci, conti alt tdel egtrito

press LinE 07/05/2012

Il Sole/ /,1

Pagina 44 di 54

Page 45: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Le scelte degli amministratori

I MARGINI DI SCELTA

DEI COMUNI

0 0 o nnn

n

• • Sconti selettivi per categoria I sindaci possono agevolare tipologie di immobili o settori di attività Giuseppe Debenedetto

Dopo la legge 44/2012, di conversione del decreto 16/ 2012 sulle «semplificazioni fi-scali», bisogna decidere come azionare la leva fiscale del-l'Imu attraverso l'adozione delle delibere sulle aliquote. Si tratta di scelte importanti e delicate, sulle quali tuttavia permangono diversi nodi da sciogliere.

In particolare occorre chie-dersi se, accanto alle normali possibilità di aumento o ridu-zione entro i limiti stabiliti dal Dl 201/11, esistono anche i margini per differenziare le aliquote di singole categorie di immobili.

La disciplina statale presen-ta alcune situazioni tipizzaLe: è possibile infatti diminuire l'aliquota fino allo 04% per gli immobili delle imprese e per quelli locati, oltre alla facoltà di riduzione fino allo 0,38% prevista per i fabbricati "mer-

ce" (articolo 56 del DI1/12). Inoltre l'articolo 13, comma

lo del Dl 201/11 consente indi-rettamente di adottare un'ali-quota più elevata per gli immo-bili a disposizione.

Il ricorso alla potestà regola-mentare dell'articolo 52, Dlgs 446/97 dovrebbe consentire ai Comuni di intervenire an-che al di fuori di questi casi, ma le decisioni degli enti do-vranno essere detta Le da esi-genze di logicità e coerenza con la normativa.

Ad esempio non sarebbe am-missibile adottare per l'abita-zione principale o per gli im-mobili locati un'aliquota supe-riore a quella prevista per gli altri immobili, considerato il trattamento di favore che il le-gislatore riserva a tali catego-rie. Occorre comunque fare i conti con la quota statale dello 0,38% che deve comunque es-sere garantita anche in caso di riduzione dell'aliquota (si ve-

da l'altro articolo in pagina). In questo contesto le possi-

bilità concrete si riducono a quelle strettamente necessa-rie e ritenute rilevanti dall'en-te. Tra queste potrebbero rien-trare le abitazioni locate, in particolare quelle a canone concordato che negli anni scorsi sono state spesso tratta-te ad aliquote vicine allo zero.

Andrebbe inoltre alleggeri-to il carico per gli immobili del-le imprese che, unitamente agli immobili locati, subisco-no la penalizzazione derivan-te dall'aggravio dell'aliquota Imu e dalla duplicazione con le imposte sui redditi.

In tal caso si ritiene possibi-le diversificare le aliquote in base alle tipologie di attività, ad esempio agevolando gli im-mobili delle imprese artigiane oppure quelli delle imprese neo-costituite.

Anche le abitazioni conces-se in uso gratuito a parenti po-

trebbero scontare un'aliquota più bassa, tra ttandosi di agevo-lazione e non giù di assimila-zione alla prima casa.

In realtà sui comodati si re-gistrano pareri contrari, basa-ti sull'abrogazione della lette-ra e) dell'articolo 59 Dlgs 44 6/97, nonché sull'elimina-zione del riferimento allo stes-so articolo 59 disposta dalla legge 44/12, sostenendo che un'eventuale agevolazione si porrebbe in contrasto alla vo-lontà del legislatore. Tuttavia qui non si tratta di assimilare i como dati alle prime case, ope-razione evidentemente vieta-ta poiché si andrebbe ad appli-care lo stesso regime previsto per le abitazioni principali in-cidendo sulla quota statale; si tratta invece di introdurre un'aliquota agevolata di tipo selettivo. '1'ra le altre possibi-lità di manovra, si dovrebbe invece aumentare l'aliquota per le abitazioni a disposizio-

ne, considerato che non paga-no l'Irpef sui redditi fondiari. Da scartare invece la diversifi-cazione delle aliquote in base alle categorie catastali, in quanto si andrebbe indiretta-mente a incidere sui moltipli-catori e sulla base imponibile, ipotesi vietata dall'articolo 52 Dlgs 446/97.

Insomma la possibilità di di-versificare le aliquote è appa-rentemente molto ampia ma i confini non sono tuttora ben delineati. Peraltro in sede di conversione del D116/12 il le-gislatore avrebbe potuto codi-ficare la possibilità di diversi-ficare le aliquote anche con ri-ferimento alle diverse desti-nazioni d'uso degli immobili e caratteristiche socioecono-miche dei soggetti passivi. La soluzione avrebbe sicuramen-te offerto agli enti locali una più adeguata copertura alle scelte effettuate.

RI PROD JZIC NE RISERVAI

Pagina 19

Possibile ridurre l'aliquota fino allo 0,4% eventualmente differenziandola in ba a l tipo di contratto es. riduzione solo

per i canoni concordati)

Immobili Locati

Possibile aumentare l'aliquota fino all'1,06%, ma solo se non viene aumentata la detrazione per l'abitazione principale fino alla concorrenza '.

dell'imposta d vu

pressunE 07/05/2012

Il Soler /,1

Pagina 45 di 54

Page 46: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

li L'OSTACOLO

Pasquale Mirto

::::::::: La disciplina Imu dà ai Comuni la possibilità di disporre agevolazioni per ben individuate categorie di contribuenti, oltre a quelle che possono essere autonomamente decise, ricorrendo alla potestà regolamentare (articolo 52 del Dlgs 446/1997) che non pone limiti alla riduzione delle aliquote. Occorre fare attenzione alla tempistica iniziale. Il Comune può «approvare» o «modificare» il regolamento e la deliberazione entro i130 settembre 2012.

Molte decisioni saranno rinviate all'autunno, quando si avranno i primi dati sul gettito e si potrà stimare il costo delle agevolazioni.

Ed è proprio questo il tema chiave, perché lo Stato ha accollato ai Comuni il peso di tutti gli interventi per alleggerire il carico su particolari categorie. Si pensi all'abitazione principale di famiglie a basso reddito (pensionati), per le quali si può

anche aumentare la detrazione, accollandosene l'intero onere. L'articolo 13 del D1 zoi/zon prevede che i Comuni possano ridurre l'aliquota di base fmo allo 0,4% nel caso di immobili utilizzati solo per l'esercizio di arti e professioni o da imprese commerciali, di immobili posseduti dai soggetti Ires e di immobili locali; possono poi ridurre l'aliquota di base sino allo 0,38% per i fabbricati costruiti e destinati dal costruttore alla vendita, purché non locati, per un periodo non superiore a tre anni dall'ultimazione dei lavori.

I Comuni possono anche prevedere che l'aliquota ridotta per l'abitazione principale e la detrazione si applichino all'abitazione posseduta da cittadini italiani residenti all'estero o da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari, a seguito di ricovero permanente, a condizione che l'abitazione non risulti locata.

Il Comune potrà, poi, disporre riduzioni di aliquote

per ripristinare, parzialmente, le agevolazioni Ici. Così, ad esempio, si potranno prevedere aliquote ridotte, fmo anche allo 0,39 per cento (stante l'intangibilità della quota statale) per le abitazioni concesse in uso gratuito a parenti o per quelle locate con contratti a canone concordato.

Con riferimento all'abitazione principale i Comuni potranno elevare la detrazione fmo a concorrenza dell'imposta dovuta. In questo caso, però non si potrà stabilire un'aliquota superiore a quella ordinaria per gli immobili vuoti. Si ritiene che tale limitazione operi solo se il Comune disponga per tutti l'esenzione dell'abitazione principale, ma non nel caso in cui si sia aumentata la detrazione di un importo fisso o si sia agevolata una categoria di contribuenti, come pensionati con reddito non superiore a una certa soglia. Infine, con la soppressione della riserva della quota statale, disposta dal D116/2012, le abitazioni possedute dalle coop a proprietà indivisa e dagli ex Iacp, per le quali già compete la detrazione, possono essere difatti assimilate all'abitazione principale riconoscendo la medesima aliquota.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

Su anziani e imprese l'ente paga il «bonus»

Pagina 19

press LinE 07/05/2012

Il Sole/2

Pagina 46 di 54

Page 47: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Le scelte dei Comuni sulle agevolazioniImu sono condizionate dalla quota del tributo riservata allo Stato. Il Dl 201/2on prevede infatti il versamento all'Erario dello 0,38% con l'eccezione di abitazioni principali e pertinenze e fabbricati rurali strumentali. La legge 44/2012 ha poi aggiunto altri casi, innescando tuttavia alcuni dubbi interpretativi.

Con la conversione del Dl 16/2012 è stata comunque risolta la questione degli immobili comunali non istituzionali, per i quali «non è dovuta la quota di imposta riservata allo Stato». La formulazione della norma è chiara: i Comuni non saranno più costretti a pagare la quota statale dell'Imu anche sui loro immobili.

Non altrettanto chiara è la modifica per gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa e per gli alloggi assegnati dagli Iacp, ai quali «non si applica la riserva della

quota di imposta statale». La disposizione in questo caso è stata interpretata in due modi diversi: i) i presidenti dei vari Iacp/Ater affermano di essere esenti dall'Imu per la quota statale, sostenendo di dover pagare l'imposta con aliquota ridotta allo 0,38%; 2) l'Ifel ritiene invece che cooperative e Iacp non godano di alcuno sconto, ma che «l'intero gettito spetta ai Comuni». La norma dovrebbe quindi spingere i sindaci a ridurre il prelievo senza dover girare alcuna somma all'Erario.

Rischia di essere grottesca poi la soluzione che la legge 44/12 offre agli immobili dei ricoverati in strutture di lungodegenza o degli italiani residenti all'estero. L'intento iniziale era di alleggerire il carico su queste categorie senza dover gravare sui Comuni. Tuttavia, prima della votazione finale, è stata cancellata la frase che disapplicava la quota erariale su questi immobili. In primo

luogo non si comprende la portata innovativa della parte riguardante gli anziani, che di fatto coincide con quanto già previsto dall'ultimo periodo del comma io. In secondo luogo l'assimilazione introdotta dalla legge 44/2012 non può comportare la disapplicazione della quota statale, limitata alle abitazioni principali indicate al comma 7 dell'articolom e non estensibile a quelle «assimilate» dai Comuni ai sensi del comma Di conseguenza nel caso in cui il Comune decida di concedere l'agevolazione a questi immobili, l'Erario deve comunque ricevere il 3,8 per mille, peraltro non è chiaro da chi e con quali modalità. La detrazione di 200 euro o l'eventuale riduzione dell'aliquota sull'abitazione principale potrebbe infatti comportare l'azzeramento del tributo: in tal caso non si capisce se le agevolazioni erodono l'intera imposta o la sola quota comunale, e quindi se l'eventuale credito maturato possa essere o meno detratto dalla quota statale. In questo contesto è evidente che la norma spinge i Comuni a rinunciare a tale facoltà.

G. Deb. O RIPRODUZIONE RISERVATA

2 I O P0 NIUB E

Comuni e coop senzaquota statale

Pagina 19

press LinE 07/05/2012

Il Sole/2

Pagina 47 di 54

Page 48: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

31 LE STRATEGIE

Andrea Ferri Corrado Pollastri

Le manovre sulla fmanza locale consentono allo Stato di recuperare oltre 13 miliardi con tagli ai trasferimenti, inasprimenti del Patto e appropriazione di una grossa quota del gettito Imu. In questo nuovo assetto, le manovre (DI 138/2on e 201/20n) attribuiscono ai Comuni l'esercizio di nuove leve fiscali sulle imposte sul reddito (addizionale Irpef) e sul patrimonio (Imu). I Comuni potranno intervenire a compensazione dei nuovi tagli e degli inasprimenti del Patto incrementando le aliquote dell'addizionale Irpef fino allo o,8%, con la possibilità di differenziarle per livello di reddito. Il più rilevante margine sull'Imu riguarda le aliquote. Gli interventi sull'Imu potrebbero risultare più attrattivi per i Comuni rispetto agli incrementi dell'addizionale, almeno per

quanto riguarda il gettito ottenibile: per l'intero comparto, infatti, il raggiungimento dell'aliquota massima dell'addizionale vale io miliardi, circa un quinto della leva fiscale potenziale complessiva sull'Imu. Si consideri inoltre che molti enti già adottano l'aliquota massima (m% dei Comuni) o comunque relativamente elevata (nel 56% dei Comuni l'aliquota 2010 era maggiore di 0,4%).

I nuovi margini di manovra possono inoltre porre agli enti complesse alternative nella distribuzione del carico fiscale tra diverse tipologie di contribuenti. Il bilanciamento tra interventi Irpef e Imu consentirebbe di distribuire il carico fiscale tra lavoro e rendita, mentre un'articolazione progressiva delle aliquote Irpef concentrerebbe il prelievo sui redditi alti alleggerendo le famiglie con redditi inferiori.

Tuttavia rispetto a queste

opzioni che, per la dimensione delle grandezze in gioco, possono assumere un valore più che altro segnaletico, appaiono più concrete le opzioni di intervento selettivo per garantire la sostenibilità dell'imposta sui contribuenti a reddito più basso.

Questo tema riguarda in primo luogo l'Imu. Se infatti la sostenibilità dell'Irpef è direttamente controllata dall'aliquota, l'incidenza dell'Imu sul reddito può essere rilevante. Ad esempio nel caso di un pensionato con assegno sociale (5.577 euro annui), con abitazione principale "media" (rendita 513 euro), l'incidenza dell'Imu sul reddito supera il 2,6 per cento.

Esenzioni dall'Irpef dei contribuenti a basso reddito, inoltre, sono a rischio sia per l'evasione, sia per il carattere "personale" dell'Irpef, che non distingue tra i redditi più bassi quelli che sono inseriti in un contesto familiare di benessere; agevolazioni commisurate a un indicatore di condizione economica più complesso, come l'Isee, consentirebbe di escludere dai benefici un numero maggiore di «falsi poveri».

D RIPRODUZIONE RISERVATA

Le vie per tutelare i redditi più bassi

Pagina 19

press LinE 07/05/2012

Il Sole/2

Pagina 48 di 54

Page 49: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Addio premi allti evasi. >ne

Le procedure

Addio premi anti-evasione Il decreto fiscale ha abolito gli incentivi sull'emersione dell'Ici Pasquale Mirto ai compiti istituzionali. Stesso di versamento, in caso di situa-

Il «federalismo municipa- discorso per la possibilità di li- zioni particolari, perché si in-le» anziché ampliare l'autono- mitare ai soli fabbricati l'esen- terverrebb e sulla quota statale mia dei Comuni la restringe zione prevista per gli enti non dell'Imu e un differimento del-sempre più. Con l'abolizione commerciali. Ciò implica che la sola quota comunale non dell'articolo 59 del Dlgs nell'Imu sarà esente un'area avrebbe molto senso.

446/1997, contenuta nella leg- fabbricabile posseduta da ente Non sarà possibile, e non si g e di conversione del Dl non commerciale e utilizzata comprendono le ragioni, rico-16/2012, il regolamento Imu si per una delle attività previste noscere incentivi anti-evasio-assottiglia ulteriormente, cre- nella lettera i) dell'articolo 7 ne. Non sembra ammissibile ando molti problemi, sia agli del Dlgs 504/1992. neanche ricorrere alla previ- enti lo cali sia ai cittadini (si Dal lato dei contribuenti è si- sione contenuta nell'articolo 3, veda anche Il Sole 24 Ore del curamente penalizzante il di- comma 57 della legge 662/ 23 aprile). vieto di prevedere il diritto al 1996,6 quale autorizzava l'uti-

Nel regolamento andranno rimborso dell'imposta pagata lizzo di una percentuale del-disciplinate, se non già previ- conriferimento ad aree succes- l'Ici per il potenziamento degli ste nel regolamento generale sivamente divenute inedifica- uffici tributari del Comune, delle entrate, la misura degli stante la soppressione dell'Ici interessi, gli importi fino a e il principio generale che le di- concorrenza dei quali l'Imu AUTONMA RIDO TIA sposizioni Ici sono applicabili non è dovuta e non sono effet- Cancellato l'articolo 59 all'Imu solo se espressamente tuati i rimborsi, le modalità del Dlgs 446/1997 richiamate. con le quali i contribuenti Non dovrebbe più essere

è impossibile per l'ente possono compensare le som- possibile neanche considera- me a credito con quelle dovu- intervenire su basi imponibili re come regolarmente esegui- te al Comune. e discipline di rimborso ti i versamenti effettuati da un

Con la reintroduzione della contitolare anche per conto riduzione a metà dellabase im- degli altri. ponibile dei fabbricati inagibi- bili. Il problema sussiste so- Infme, a complicare ulterior- li o inabitabili, disposta dal Dl prattutto nella fase che va dal- mente il quadro normativo, oc-16/2012, il Comune dovràdisci- l'adozione all'approvazione corre domandarsi se siano ap-plinare le caratteristiche difati- dello strumento urbanistico, plicabili all'Imu quelle norme scenza sopravvenuta del fab- dove la possibilità di avere che permettono genericamen-bricato, non superabili con in- aree che ritornano a essere te di agevolare o esentare i tri- terventi di manutenzione, che agricole è più frequente. buti comunali, quali: a) l'artico- danno diritto alla riduzione. Dovrebbe essere ancora pos- lo 21 del Dlgs 46o/1997, con rife-

Per quanto riguardale possi- sibile determinare periodica- rimento alle Onlus; b) l'artico-bilità previste nell'articolo 59, mente i valori venali in comu- lo i della legge 549/1995, con ri-non potranno più trovare in- ne commercio delle aree fab- ferimento a esercizi commer-gresso quelle previsioni che bricabili, non solo a fini "infor- ciali situati in zone precluse al permettevano di intervenire mativi" ma anche al fine della traffico per la realizzazione di sulle fattispecie imponibili, co- limitazione del potere di ac cer- opere pubbliche; c) l'articolo 4 me la possibilità di disporre tamento del Comune, a condi- del Dlgs 207/2011, con riferi-l'e senzione per gli immobili zione però che siano individua- mento alle istituzioni pubbli-p osseduti dallo Stato, Regioni, ti valori venali realistici. che di assistenza o beneficen- Province e altri enti pubblici Non sarà possibile però sta- za (ex Ipab). non destinati esclusivamente bilire differimenti dei termini C RIP ODUZIONI R SEWA-A

Nei regolamenti

I criteri per la definizione delle regole locali sull'imposta

Ritardi Pagamenti

La misura degli interessi da applicare ai contribuenti che , pagano fuori termine

Esenzioni

Gli importi minimi al di sotto dei quali l'imposta non è dovuta e non vengono effettuati rimborsi (in mancanza, vale il tetto "nazionale" di 12 euro per versamento)

Compensammo

Le modalità che í contribuenti dovranno seguire

per compensare í proprí crediti con le somme dovute al Comune

Fabbricati inagibili

Le caratteristiche di fatiscenza sopravvenuta dei fabbricati inagibili, che non siano superabili con interventi di manutenzione

Premi antievasione

Vietato riconoscere incentivi al personale

mpegnato nell'attività di contrasto all'ev fiscale Imu

— —

Fattispecie imponibili

Non è più possibile definire localmente le fattispecie di immobili esenti dall'imposta

Rimborsi

mpossibile prevedere il diritto al rimborso

dell'imposta pagata su aree poi divenute in edifica bili

Calendario

Non è possibile introdurre differimenti dei termini di versamento per situazioni particolari

Pagina 20

press LinE 07/05/2012

Il Sole12

Pagina 49 di 54

Page 50: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Addio premi LI Tiri evasi. >ne

Pagina 20

Il Sole12

press 0110221r1 2

L'F24 non impedisce la riscossione esterna Giuseppe Debenedetto

Il passaggio dall'Ici all'Imu comporta alcune conseguenze anche sul fronte della riscossione e sui contratti di affidamento all'esterno.

L'Ici prevedeva diverse modalità di pagamento: conto corrente postale, versamento diretto in tesoreria o all'agente della riscossione, F24. L'Imu cambia invece registro e si affida allo strumento esclusivo dell'F24, necessario per assicurare il versamento della quota statale.

Tuttavia la disciplina dell'Imu non individua il soggetto a cui versare direttamente l'imposta, diversamente dal tributo Res che riserva al Comune la riscossione spontanea dello stesso, soluzione peraltro criticabile in quanto non considera che in molti Comuni a Tia il servizio non è gestito dall'ente.

L'utilizzo dell'F24 non dovrebbe quindi impedire una gestione esternalizzata, dal momento che il provvedimento dell'agenzia delle Entrate del 26 aprile 2007 prevedeva l'accreditamento ai «concessionari o agenti della riscossione» dell'Ici riscossa con i modelli F24. Tuttavia il recente provvedimento, adottato il 12 aprile scorso, prevede l'accreditamento

dell'Imu solo «ai Comuni», modificando l'assetto precedente senza considerare che molti Comuni hanno affidato all'esterno la gestione dei loro tributi.

Occorre peraltro considerare che la legge 44/2012 ha modificato il DI 76/2011 consentendo di esternalizzare la riscossione delle entrate pur imponendo agli affidatari di aprire uno o più conti correnti "dedicati", con obbligo di riversamento

PASSAGGIO

Il cambiamento d'imposta permette di mantenere i vecchi affidamenti ma restano da capire i margini per rinegoziazioni

alla tesoreria delle somme riscosse.

Soluzione peraltro in sintonia con il Ddl di delega fiscale approvato dal Governo il 16 aprile scorso.

La questione andrebbe quindi riconsiderata, anche perché lo strumento dell'F24 è limitato al versamento "spontaneo", mentre le maggiori somme derivanti dall'attività di recupero della quota erariale saranno interamente incamerate dai Comuni con strumenti diversi. Infatti il modello F24 non consente di indicare gli

estremi dell'avviso e non può essere quindi utilizzato per i versamenti da accertamenti Imu, così come accadeva per l'Ici.

In tale contesto il Comune è libero di utilizzare qualsiasi strumento per effettuare l'attività di recupero, compresa la possibilità di esternalizzare il servizio.

Andrebbe inoltre chiarita la sorte degli affidamenti disposti prima dell'entrata in vigore del decreto di Natale, quando cioè non si sapeva ancora nulla sull'anticipazione dell'Imu al 2612. Il passaggio dall'Ici all'Imu dovrebbe comportare la prosecuzione dei contratti aventi a oggetto l'Ici, in quanto «l'Imu sostituisce in tutto e per tutto l'Ici e il gettito di competenza del Comune dovrebbe essere equivalente a quello dell'Ici» (risposta Ancitel del 12 aprile 2612). Inoltre il D1261/2611, entrato in vigore successivamente all'aggiudicazione del servizio, non determina alcuna «illegittimità sopravvenuta» della disciplina di gara e non altera l'assetto degli interessi del rapporto di concessione (Tar Bari, ordinanza n. 282 del 18 aprile 2012).

Resta comunque da capire se ci sono margini per una eventuale rinegoziazione dei contratti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pagina 50 di 54

Page 51: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Pagina 8

press LinE 07/05/2012

ItaliaOggi

più alto numero di partecipate, 597) i comuni che detengono partecipazioni sono 1.502 su 1.546, in Veneto 580 su 581, nel-le Marche 238 su 239, in Umbria 90 su 92.

E c'è pure chi fa en plein, come Toscana ed Emilia-Romagna (dove il «socialismo municipale» è particolarmente radicato), Ba-silicata e Friuli-Venezia Giulia. Qui la totalità dei comuni è quo-tidianamente impegnata nella gestione di società che si occupa-no di un po' di tutto: dai servizi pubblici locali alla gestione delle farmacie, dalle infrastrutture all'edilizia, dall'istruzione alla ricerca, dal turismo al tempo libero. Anche se sono le utility a recitare la parte del leone. Su 3662 società, infatti, ben 1470 gestiscono servizi locali: tra-sporti, acqua, energia, welfare, rifiuti.

Ma quanto rendono queste im-prese ai comuni? La loro gestio-ne è un affare per i sindaci, visto che quasi nessuno riesce a farne a meno, o sono solo carrozzoni percepiti più come parcheggi per politici in disgrazia che come oc-casioni di sviluppo?

Entrambe le cose a giudicare dai dati dell'Anci e dalle tribola-te vicende delle riforme appro-vate dagli ultimi due governi per tentare (invano) di porre un freno al proliferare delle società comunali.

In Trentino le gestioni più redditizie. Grazie soprattutto alle performance delle società gestite dai comuni del Trentino-Alto Adige, le più redditizie vi-sto che nel 2009 hanno messo in cassaforte 202 milioni di euro. Si tratta di una miriade di società di utility (servizi pubblici locali, gestione delle risorse idriche, energie rinnovabili) costituite in particolar modo lungo l'arco alpino.

Dalla Val Maira piemontese alla Carnia friulana passando per il Primiero trentino e il Cado-re bellunese, si sono sviluppate in questi anni società pubbliche promosse da comuni e comunità montane (o loro consorzi) proba-bilmente sconosciute al grande pubblico, ma che movimentano cifre di tutto rispetto.

Prendiamo il caso di Primiero Energia, una spa costituita nel 2000 per subentrare all'Enel nella gestione di alcuni grossi impianti idroelettrici a cavallo tra il Trentino orientale e il Ve-neto.

La società è controllata da Acsm spa di Prirniero (53%), un'azienda consortile intera-mente in mano a 13 comuni del Trentino (Canal San Bovo, Ca-stello Tesino, Cinte Tesino, Fiera di Primiero, Imer, Mezzano, Pie-ve Tesino, Predazzo, Sagron Mis, Siror, Sovramonte, Tonadico e Transacqua) che ne detengono quote variabili dal 13 all'l%.

Nel giro di dieci anni la società è passata da un giro d'affari di 6,5 milioni di euro a un consoli-dato di 70 milioni e ogni anno di-stribuisce 1,5 milioni di dividen-di spartiti tra i 13 comuni soci. In media un centinaio di miglia-ia di euro a sindaco essenziali per pagare gli asili, i trasporti pubblici, i servizi sociali.

Lombardia al secondo po-sto e piccoli comuni sugli scudi. Al secondo posto nella classifica delle partecipate più redditizie ci sono quelle lombar-de che hanno chiuso il 2009 con un risultato netto di 65 milio-ni. Anche in Lombardia, come nel resto d'Italia, sono i piccoli comuni a farla da padrone. La voglia di partecipate, infatti, è inversamente proporzionale alla popolazione comunale (il 71,5fr dei comuni gestori ha meno di 5.000 abitanti, il 95% ha meno di 30.000 abitanti).

Dismissioni avanti a sin-ghiozzo. Più i comuni sono piccoli più creano società per gestire i servizi. Prendiamo il caso di Sosvav, srl partecipata da sei comuni dell'Alta Val Ca-monica (tra cui Pontedilegno e

Temù) attiva nel settore del tele-riscaldamento. Se Silvio Berlu-sconi prima e Mario Monti poi avessero tenuto fede alla tabella di marcia disegnata da Giulio Tremonti nel dl 78/2010 per queste imprese non ci sarebbe stato scampo. La stretta ideata dall'ex ministro dell'economia stabiliva inizialmente l'auto-matica liquidazione entro fine 2010 delle società partecipate da comuni con meno di 30.000 abitanti.

Ma c'è stata subito una levata di scudi (si veda ItaliaOggi del 4/6/2010) e la stretta è stata via via depotenziata. Prima è stato previsto che non si applicasse alle società comunali che negli ultimi tre esercizi avessero chiu-so col bilancio in utile e senza ri-duzioni di capitale conseguenti a perdite. Un escamotage per sal-vare le gestioni virtuose. Poi il termine per la dismissione delle quote è stato spostato in avanti fino ad arrivare al 31 dicembre 2013. Con la manovra di Ferra-gosto (dl 138/2011), l'ultima del governo Berlusconi, Tremonti ha tentato di anticipare la dead line di un anno portandola al 31 dicembre 2012, ma c'ha pensato il primo milleproroghe di Mario Monti (dl 216/2011) a fare mar-cia indietro con una soluzione salomonica: nove mesi in più fino al 30 settembre 2013. E c'è già chi scommette in un ulterio-re slittamento.

Perché tutta questa timidezza a portare avanti un serio pro-gramma di dismissione delle partecipate comunali'?

In 13 regioni su 20 le par-tecipate guadagnano. Innan-zitutto perché in 13 regioni su 20 le partecipate hanno chiuso il bilancio con i conti in utile. È quanto accaduto nel 2009 in Toscana (+46 milioni di euro

Sono 3.662 e valgono 24 nild. Tra cd,(1, controlli e burocrazia movimentano 30 mila incarichi

Partecipate, dismissioni al palo Guadagnano e assegnano poltrone

Pagine a cura DI FRANCESCO CERISANO

omune che vai, parte- cipata che trovi. Dalla Valle d'Aosta alla Si- cilia non c'è municipio

italiano che sfugga alla tenta-zione di entrare sul mercato e I dati contabili. Il patrimo-diventare imprenditore. Con nio netto delle 3.181 imprese risultati a volte lusinghieri, al- - che nel 2010 hanno depositato tre meno, ma poco importa. Le partecipate costituiscono un il bilancio consuntivo relativo al

business profittevole e un effi- 2009 ammonta a 27 miliardi di euro, ammortizzatore politico peruro, mentre il valore della pro

spartire poltrone. duzione è stimato in 24 miliardi

Sul totale degli 8.094 comuni di eurcL italiani sono 7.723 quelli che Numeri già di tutto rispetto detengono quote in società. E che sarebbero stati ancora più

i considerando che l'Anci, sulla importanti se sommati a quelli base dei dati del registro delle generati dalle società quotate imprese, ne ha contate 3.662 at- in borsa (Atea, A2A, Hera e via

tive (460 sono in liquidazione), il dicendo) escluse dall'indagine risultato è che ogni sindaco ha dell'Anci per evitare effetti di-

le mani in pasta mediamente in storsivi. due società. Nel complesso il sistema delle

patti generato utili per Con punte di ubiquità che rag- 8 p arteci ha 24 idi euro parzialmente

giungono i livelli massimi in Mo erosi da perdite per 581 milioni. lise dove in media ogni comune Il risultato netto, dunque, si è at- *possiede partecipazioni in quasi testato a quota a 243 milioni. sei imprese. Il 56% delle partecipate di cui La febbre da partecipazione, sono disponibili i bilanci ha un alta in tutto lo Stivale, al Nord indice di redditività (rappor- ti al Centro è incandescente. In to tra utile netto e patrimonio Piemonte su 1.206 comuni solo netto) positivo, il 41% negativo. dieci ne restano immuni, mentre Questo significa che nel 56% tutti gli altri 1.196 sono coinvolti dei casi la gestione è risultata nella gestione delle 320 società economicamente profittevole ri- censite sul territorio. spetto al capitale investito. In Lombardia (la regione col

Pagina 51 di 54

Page 52: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Pagina 8

Società 320 42

597 231 275

73 128 304 330

66 186 141 147 22

237 156 39

101 163 104

3,662

Comuni con partecipazioni Comuni soci 1196

40 1,502

326 580 218 182 348 287

90 238 297 296 131 491 242 131 386 377 365

7,723

Società Comuni totali

3.74 1206

0.95 74

2.52 1,546

1.41 333

2.11 581

2.99 218

1.42 235

1.14 348

0.87 287

1.36 92

1.28 239

2.11 378

2.01 305

5.95 136

2.07 551

1.55 258

3.36 131

3.82 409

2.31 390

3.51 377

2.11 8,094

press LinE 07/05/2012

ItaliaOggi

nel complesso), Emilia-Roma-gna (+32 mln), Piemonte (+21 mln), Veneto (+19 mln), Friuli (+17 mln), Liguria (+15 mln), Valle d'Aosta (+9 mln), Marche (+8,7 mln), Umbria (3 mln), Si-cilia (823 mila euro) e Basilicata (137 mila euro). A chiudere in perdita, invece, sono soprattutto le imprese dei comuni laziali che fanno acqua da tutte le parti. Nel 2009 hanno fatto registrare un rosso di 122 milioni di euro, una voragine cinque volte maggiore del risultato messo a segno dalla seconda maglia nera, la Puglia, dove le partecipate comunali hanno perso 24 milioni di euro. Gli altri segni meno si sono re-gistrati in Molise (3 mln), Cala-bria (5 mln), Abruzzo (10 mln), Sardegna (12 mln), Campania (17 mln).

Ma il fatto che si tratti di un business appetibile non spiega del tutto la proliferazione del-le partecipate a cui la politica guarda come una irrinunciabile chance per occupare poltrone.

Per gestire annualmente le 3.662 società censite dall'Anci ogni anno i contribuenti paga-no lo stipendio a 15868 ammi-nistratori (4,3 a società) a cui si aggiungono 11.617 componenti degli organi di controllo e 2.700 burocrati vari. Già perché solo una minima parte del paniere è gestito da un amministratore unico, mentre il restante 83% ha bisogno di un consiglio di ammi-nistrazione di norma variabile da tre a cinque membri (anche se nel 23% dei casi le poltrone in cda sono più di cinque). Due società su tre, inoltre, sono do-tate di organo di controllo che normalmente è rappresentato dal collegio sindacale (78% dei casi) e più raramente da socie-tà di revisione (21%). E non c'è di che meravigliarsi visto che quasi l'80% delle partecipate è costituito in forma di società di capitali: società per azioni o so-cietà a responsabilità limitata. Le altre forme societarie prescel-te (consorzi o società consortili per azioni o a responsabilità limitata) non raggiungono nel complesso il 20%.

Insomma, tutte (o quasi) pre-feriscono darsi un'organizzazio-ne articolata, di per sé dispensa-trice di poltrone.

La riforma Fitto. Un freno alla proliferazione degli incari-chi aveva tentato di porlo l'ex ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto. Nel regolamen-to attuativo della riforma delle utility disegnata dal decreto Fitto-Ronchi (dl n. 135/2009 le cui norme in materia di servizi pubblici locali sono state spaz-zate via dai referendum di giu-gno 2011) sono comparse per la prima volta disposizioni molto restrittive sui conflitti d'inte-resse e sulle incompatibilità per gli ex sindaci o amministratori comunali. Il dpr 168/2011 (que-

Regione Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino - Alto Adige Veneto Friuli - Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Totale

sti gli estremi del regolamento) precludeva lo svolgimento di in-carichi di gestione nelle società comunali agli amministratori, ai dirigenti e ai responsabili de-gli uffici comunali che avessero ricoperto tali ruoli anche nei tre anni precedenti. Il divieto si estendeva anche al coniuge, ai parenti e agli affini entro il quarto grado.

Poi però ci sono stati i refe-rendum che hanno cancellato la riforma Fitto, il dpr attuativo e con essi anche la stretta sugli incarichi. Insomma, è il caso di dirlo, è stato buttato via il bam-bino con l'acqua sporca.

Fortuna che il governo Ber-lusconi c'ha messo una pezza in extremis, recuperando nella manovra di Ferragosto (dl n. 138/2011) le disposizioni sulle incompatibilità cancellate dai referendari. Le norme sono state riproposte tali e quali nell'art. 4 (commi da 19 a 27) del decreto legge. Tutto a posto dunque? Manco per sogno perché sul de-stino dell'art. 4 grava la spada di Damocle della Consulta. Sei regioni (Puglia, Marche, Um-bria, Emilia-Romagna, Lazio e Sardegna) hanno impugnato l'art. 4 davanti alla Corte costi-tuzionale (che si pronuncerà a giugno) perkiolazione delle pro-prie prerogative. E il rischio che la stretta sugli affidamenti delle poltrone possa nuovamente slit-tare è concreto.

La Cassazione: sulle cau-se di incompatibilità non c'è _differenza tra srl e spa. Intanto, in attesa che la politica si decida, c'ha pensato la Cas-sazione a dare un giro di vite sulle cause di incompatibilità. Con la sentenza n. 17679/2011 gli Ermellini hanno affermato che la forma giuridica della so-cietà partecipata non è rilevan-te ai fini della sussistenza della causa di incompatibilità previ-sta dall'art. 60 del Tuel (dlgs n. 267/2000) che rende ineleggibile a sindaco il legale rappresen-tante o il dirigente di una spa

con capitale maggioritario del comune. Fino ad ora la norma era stata interpretata in senso strettamente letterale. Il divie-to, quindi, scattava solo quando il candidato sindaco era stato am-ministratore di società per azioni con capitale sociale del comune superiore al 50%.

Nella decisione la Cassazione ha proposto una lettura meno ri-gida del Testo unico. La vicenda, arrivata sul tavolo della Supre-ma corte, è stata originata dal

ricorso di quattro consiglieri di minoranza del comune di Pieve Torina (Macerata) che hanno con-testato l'elezione del sindaco in quanto già amministratore unico di una srl con capitale sociale in-teramente detenuto dal comune. Nei primi due gradi di giudizio (tribunale di Camerino e Corte d'appello di Ancona) i giudici non hanno rilevato la causa di incompatibilità aderendo alla stretta interpretazione dell'art. 60. La Cassazione, invece, ha ri-

Le partecipate dai Comuni per Regione

baltato tutto. Davanti agli Er-mellini ha prevalso la tesi dei legali dei ricorrenti (il profes-sor Filippo Satta e l'avvocato Anna Romano) secondo cui, essendo l'ineleggibilità imposta dalla legge per prevenire una possibile incidenza sulla libertà di voto da parte di soggetti che rivestano già un ruolo influente, le disposizioni dell'art. 60 T.u. devono trovare applicazione ,in-distintamente, a tutte le società di capitali in mano pubblica e in

particolare anche alle srl, non essendovi per questo aspetto differenze tra i poteri degli am-ministratori di spa e quelli degli amministratori delle srl.

Anche nelle società a respon-sabilità limitata, infatti, si può verificare, da parte degli ammi-nistratori, un uso improprio dei poteri, finalizzato non ad una corretta amministrazione bensì alla ricerca del consenso eletto-rale. Riproduzione riservata—E

Pagina 52 di 54

Page 53: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

press LinE 07/05/2012

ItaliaOggi

20.041. 780 2..590.546.11.2 2 4

3 3142rfryouppg,-.0

.757.073.67

4.24 7. 6

221.43

122.708.938

8.967,437'

-57 2.101

2.397.055.032

7.144.310.1

2.771 2.701

79.052.870 47..339.413 ,4 '7 63.720 67

26 35.0 6.9 20.874.942 77.786 -80.219.077 4.357,919.257 2.800.620.892

975.713.203

4.207.173.2.30 2.274.380.782

2.428.646.1

2.283.117.1

2.607.334.0.

453.478.189'

816.111.689:

484.788.

19.010,

42.749.274

11.619.762

43,618

-28.050.222

2.160.852

518 525 0

5.068.

2.822

20 43.717

2.351.632

66.824 992,169 49.484.910 719.015.9

496.

693.520.247

71.142.15

6 3 7

6.012.02

4.2

-2.690 .

206.236

568.742.936

18.767.674

518.915.692 422.212.043

8.445.55

214.099.76

10.783.701

61.213.236

3 .569.301

100.092.972 -3..204.39

429.357.

431.901. 692..56

2.417

712.841.888 448.161.634

7 167.717.4 -14.420

1.064.856.3

490.67

2.813.212.7

20.671.417

2. 2.420.685

9.1.02.392

-38.226.

-26.917.

-131.130. 2.907.344.7

1 .165.493.387

229.284.790

1.838.437.603

2.033.016.075

.714 02.2

171.62

4 877 91

Pagina 8

Pagina 53 di 54

Page 54: INDICE Cultura e Turismo Pubblica Amministrazione Le ... · Fisco sugli immobili verso 55 miliardi ... la tassazione degli affitti in Europa, anche se non manca-no agevolazioni come

Da \ sti alla Calabria de0 i spro:111 i

delle consulame d'imo

press LinE 07/05/2012 LA STAMPA

Da Asti alla Calabria L'Italia degli sprechi

e delle consulenze d'oro erve una cura da caval- lo contro gli sprechi», invoca il leader Idv,

Antonio Di Pietro, osservan-do le cifre diffuse sabato dal ministero della Funzione pubblica su collaborazioni e consulenze della Pubblica amministrazione nel 2011. A dati non ancora definitivi (c'è tempo fino al 30 giugno per comunicare gli incari-chi conferiti nel secondo se-mestre dell'anno scorso), si parla già di 139.544 consu-lenze per un totale di 689.642.907,91 euro.

Enti di ricerca Il Cnr è immenso e ha attivi-tà di ogni tipo seguite da istituti specifici. A Napoli l'Irat, Istituto di Ricerche sulle Attività Terziarie, ha pensato di affidare a Bleri-na Suta, una docente del-

VE MI w LA U R A una docente albanese

sulla poetica letteraria nel marketing

l'università di Tirana, quel-la che evidentemente era considerata una ricerca ta-le da meritare la spesa di 19.630 euro dei fondi pubbli-ci: «Il ruolo della Poetica let-teraria nei processi creativi e nelle strategie di marke-ting delle imprese del siste-ma moda italiano».

Ma le cifre sono sempre molto particolari quando si parla di enti come questi. Giancarlo Pranzetti, diret-tore amministrativo del-l'Istituto Superiore di Stu-di Germanici fino al 31 di-cembre 2011, lo scorso anno si è messo in tasca due asse-gni da 76.458 euro l'uno, va-le a dire oltre 150 milioni di euro.

Cifre di tutto rispetto an-che all'Istituto regionale di Ricerca per la Sperimentazio-ne degli aggiornamenti edu-

cativi del Molise che per una collaborazione con la Regio-ne ad un progetto per com-battere la piaga della disper-

sione scolastica ha speso in nove mesi oltre 45 mila euro.

All'Istat hanno messo a punto un ottimo colpo nel 2011: affidare per sei mesi l'attività di consigliere giuri-dico a Emiliano Granelli, che è anche consigliere della Cor-te dei Conti e dunque un con-trollore dell'ente statistico. Il tutto per la modica cifra di 277 mila euro. A chiunque passi lungo l'autostrada Na-poli-Salerno appare evidente la costruzione selvaggia di case fino alle pendici del Ve-suvio, è bene sapere però che l'Ente Parco del Vesuvio ha speso 52 mila euro in due an-ni per consulenti tecnico-le-gali nel settore dell'abusivi-smo edilizio. L'ente che però ha avuto più coraggio nelle spese è stato l'Aero Club d'Italia che per festeggiare i suoi cento anni lo scorso an-no ha organizzato un gran ga-là: 36 mila euro spesi in un colpo solo.

Regioni In Campania pesano ancora le consulenze da capogiro decise da Antonio Bassolino ma ap-partengono alla gestione at-tuale, quella di Stefano Caldo-

ro, i programmi per «Attratto-ri culturali e naturali del turi-smo» che per sei mesi sono co-stati 126 mila euro. La Basilica-ta mantiene un suo consulente per gestire l'ufficio della regio-ne a Bruxelles e lo paga 127.200 euro. La Toscana è ar-rivata a sborsare anche 4.500 euro per un relatore ad un se-minario per i 150 anni dell'Uni-tà d'Italia.

Comuni Nel 2011 hanno liquidato 173 milioni 233mi1a euro di consu-lenze: l'importo totale previ-sto supera i 420 milioni. A Co-senza, per esempio, il sindaco può contare su una nutrita pattuglia di consulenti. C'è quello «per l'attuazione del programma e i rapporti istitu-zionali» (45mila euro previ-sti), uno per «eventi culturali e rapporti con organismi na-zionali ed internazionali» per la stessa cifra, uno per «la programmazione e pianifica-zione del territorio» (40mila euro previsti), oltre natural-mente a un portavoce (45mila

euro), un'addetta alla segrete- ria (35mila) e due persone in- dicate entrambe, probabil-

UECENTORMA EURO Il sindaco di Cosenza

ne ha addirittura una pattuglia di sette

mente per errore, come capo di gabinetto (una a 40 e una a 35mila euro). Nessuno di loro, però, nel 2011, ha ancora rice-vuto un euro. Ma qual è uno spreco? I cittadini di Bene-vento, ad esempio, considere-ranno uno spreco i 12mila eu-ro promessi dalla loro ammi-nistrazione per l'impegno di un solo giorno, il 27 aprile del-l'anno scorso, alla pur brava attrice Margherita Buy per leggere dei brani delle opere concorrenti al premio Strega (soldi che il comune nel 2011 non ha erogato)? Cultura si può fare anche a meno: il co-mune di Imola ha dato 150 eu-ro appena allo scrittore Eral-do Baldini per presentare una rassegna di libri.

Pagina 14

I vescovi: tagli con più equità

Pagina 54 di 54