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INDICE la strana storia di Tusk ...odiato in patria dalle donne di potere che vogliono ridurre le donne in schiavitu’... ...una Polonia divisa tra integrazione Europea e attrazione fatale verso il mai morto Patto di Varsavia I MIGLIORI ARTICOLI DEL MESE Sotto molti punti di vista la Polonia è il paese dell’est europeo più importante: per popolosità, per economia e anche per forza militare. Polacco è anche l’attuale presidente del Consiglio europeo: Donald Tusk (già premier dal 2007 al 2015, di indirizzo politico liberale) è stato infatti rieletto per la seconda volta consecutiva, ma non all’unanimità: 27 sì contro un no, al vertice dell’organizzazione europea, paradossalmente con il voto contrario – si pensi un po’ – proprio della madrepatria Polonia. A PAGINA17 TRUMP, È GUERRA SUI DAZI A PAGINA 7 Il presidente muove i primi passi nel delicato settore degli interscambi commerciali con il par- tner europeo. Dietro la misura, di cui dà notizia il “Wall Street Journal”, ci sarebbero le proteste dei produttori statunitensi, secondo i quali l’Ue non ha aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne non trattata con gli ormoni, come pre- vedeva un accordo del 2009. Facebook Italia: “Il protezionismo è un controsenso”. L’amministra- zione Trump passa dalle dichiarazioni bellicose ai fatti. E dopo le tante minacce di porre un freno alle importazioni attraverso l’introduzione di nuovi dazi si profila il varo della prima concreta misura di stampo protezionistico. A PAGINA 3 Il dibattito e la questione del nostro – indispen- sabile – approvvigionamento energetico è sempre aperto. L’approvvigionamento energetico è riferito sia alla produzione che all’importazione dell’energia sotto varie fonti. In Italia l’approvvigionamento energetico copre una quota del 86% del fabbiso- gno energetico, purtroppo – e questa è una nota dolente soltanto il 14% della domanda di energia è soddisfatta con la produzione interna (dato 2006). Per questo abbiamo intervistato il presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, Umberto Minopoli. Nell’intervista sono emersi messaggi su cui dovremmo tutti riflettere. A PAGINA 15 Carlo Tavecchio è stato rieletto alla presi- denza della Figc. Nell’assemblea elettiva te- nutasi oggi all’Hotel Hilton di Fiumicino, il presidente uscente ha ottenuto 275,17 voti, pari al 54,03%, contro i 234,08 voti (45,97%) dello sfidante Andrea Abodi. Nessuna scheda bianca. Tavecchio, in carica dall’11 agosto 2014 dopo le dimissioni di Giancarlo Abete, resterà quindi alla guida della Federcalcio per il prossimo quadriennio, fino al 2021. Carlo Tavecchio è stato rieletto presidente federale. Alla terza e decisiva votazione ha sconfitto Andrea Abodi ottenendo il 54,03% dei voti contro il 45,97% del rivale. A PAGINA 11 Si fa avanti il tandem “Emiliano Marroni”; il primo come candidato alla segreteria del Partito Democratico, il secondo come probabile candidato premier. Marroni, ex dalemiano, viene dalla componente del ministro Martina, che è rimasta ad appoggiare Renzi alle primarie. Che spiega: «Per ricostruire la prospettiva del Pd è necessaria quindi una scossa, per un PD popolare e non populista come ha affermato Emiliano, che sosterrò alle primarie. Michele Emiliano approda nella Capitale. ILF ATTOGIORNALIERO.IT 3 - TRUMP, È SUPER GUERRA SUI DAZI 7 - INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NUCLEARE, UMBERTO MINOPOLI 11 - FEDERCALCIO, TAVECCHIO RIELETTO PRESIDENTE 15 - PD, EMILIANO: “SE VINCO LE PRIMARIE NON FACCIO IL CANDIDATO PREMIER” aprile 2017 IlFattoGiornaliero.it www.ilfattogiornaliero.it - [email protected] numero 9 INTERVISTA A UMBERTO MINOPOLI FEDERCALCIO, RIELETTO TAVECCHIO PD: TANDEM EMILIANO – MARRONI

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INDICE

la strana storia di Tusk...odiato in patria dalle donne di potere che vogliono ridurre le donne in schiavitu...

...una Polonia divisa tra integrazione Europea e attrazione fatale verso il mai morto Patto di Varsavia

I MIGLIORI ARTICOLI DEL MESE

Sotto molti punti di vista la Polonia il paese dellest europeo pi importante: per popolosit, per economia e anche per forza militare. Polacco anche lattuale presidente del Consiglio europeo: Donald Tusk (gi premier dal 2007 al 2015, di indirizzo politico

liberale) stato infatti rieletto per la seconda volta consecutiva, ma non allunanimit: 27 s contro un no, al vertice dellorganizzazione europea, paradossalmente con il voto contrario si pensi un po proprio della madrepatria Polonia.

A PAGINA17

TRUMP, GUERRA SUI DAZI

A PAGINA 7

Il presidente muove i primi passi nel delicato settore degli interscambi commerciali con il par-tner europeo. Dietro la misura, di cui d notizia il Wall Street Journal, ci sarebbero le proteste dei produttori statunitensi, secondo i quali lUe non ha aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne non trattata con gli ormoni, come pre-vedeva un accordo del 2009. Facebook Italia: Il protezionismo un controsenso. Lamministra-zione Trump passa dalle dichiarazioni bellicose ai fatti. E dopo le tante minacce di porre un freno alle importazioni attraverso lintroduzione di nuovi dazi si profila il varo della prima concreta misura di stampo protezionistico.

A PAGINA 3

Il dibattito e la questione del nostro indispen-sabile approvvigionamento energetico sempre aperto.Lapprovvigionamento energetico riferito sia alla produzione che allimportazione dellenergia sotto varie fonti. In Italia lapprovvigionamento energetico copre una quota del 86% del fabbiso-gno energetico, purtroppo e questa una nota dolente soltanto il 14% della domanda di energia soddisfatta con la produzione interna (dato 2006).Per questo abbiamo intervistato il presidente dellAssociazione Italiana Nucleare, Umberto Minopoli. Nellintervista sono emersi messaggi su cui dovremmo tutti riflettere.

A PAGINA 15

Carlo Tavecchio stato rieletto alla presi-denza della Figc. Nellassemblea elettiva te-nutasi oggi allHotel Hilton di Fiumicino, il presidente uscente ha ottenuto 275,17 voti, pari al 54,03%, contro i 234,08 voti (45,97%) dello sfidante Andrea Abodi. Nessuna scheda bianca. Tavecchio, in carica dall11 agosto 2014 dopo le dimissioni di Giancarlo Abete, rester quindi alla guida della Federcalcio per il prossimo quadriennio, fino al 2021.Carlo Tavecchio stato rieletto presidente federale. Alla terza e decisiva votazione ha sconfitto Andrea Abodi ottenendo il 54,03% dei voti contro il 45,97% del rivale.

A PAGINA 11

Si fa avanti il tandem Emiliano Marroni; il primo come candidato alla segreteria del Partito Democratico, il secondo come probabile candidato premier. Marroni, ex dalemiano, viene dalla componente del ministro Martina, che rimasta ad appoggiare Renzi alle primarie. Che spiega: Per ricostruire la prospettiva del Pd necessaria quindi una scossa, per un PD popolare e non populista come ha affermato Emiliano, che sosterr alle primarie. Michele Emiliano approda nella Capitale.

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3 - TRUMP, SUPER GUERRA SUI DAZI

7 - INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLASSOCIAZIONE ITALIANA NUCLEARE, UMBERTO MINOPOLI

11 - FEDERCALCIO, TAVECCHIO RIELETTO PRESIDENTE

15 - PD, EMILIANO: SE VINCO LE PRIMARIE NON FACCIO IL CANDIDATO PREMIER

aprile 2017 IlFattoGiornaliero.it www.ilfattogiornaliero.it - [email protected] numero 9

INTERVISTA A UMBERTO MINOPOLI FEDERCALCIO, RIELETTO TAVECCHIO PD: TANDEM EMILIANO MARRONI

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TRUMP, SUPER GUERRA SUI DAZI

Il presidente muove i primi passi nel delica-to settore degli interscambi commerciali con il partner europeo. Dietro la misura, di cui d notizia il Wall Street Journal, ci sareb-bero le proteste dei produttori statunitensi, secondo i quali lUe non ha aperto abbastan-za i propri mercati alla loro carne non trattata con gli ormoni, come prevedeva un accordo del 2009. Facebook Italia: Il protezionismo un controsenso

Lamministrazione Trump passa dalle dichiarazioni bellicose ai fatti. E dopo le tante minacce di porre un freno alle importazioni attraverso lintroduzione di nuovi dazi si profila il varo della prima concreta misura di stampo protezionistico. Secondo il Wall Street Journal lamministrazione Usa sta infatti valutando di imporre dazi punitivi del 100% su prodotti come gli scooter Vespa (Piaggio), lacqua Perrier (Nestl, che produce anche la San Pellegrino) e il formaggio Roquefort in risposta al bando Ue sulla carne di manzo Usa di bovini trattati con gli ormoni. Attacca Luca Colombo, country manager di Facebook: Il protezionismo per noi un mezzo disastro, sta nella missione di Facebook di rendere il mondo aperto e connesso, per tanti attori di questo settore e tante piattaforme digitali un controsenso. La notizia dei dazi del 100% su alcuni prodotti europei invece non coglie di sorpresa e, in particolare, non preoccupa la Piaggio, secondo quanto riferiscono fonti vicine allazienda. A met febbraio lazienda ha partecipato assieme al ceo dellAma (American Motorcyclist Association) e ai responsabili di Bmw, Ducati, Ktm, Husqvarna a un public hearing presso gli uffici dellU.S. Trade Representative per spiegare le possibili ricadute sulleconomia e sulloccupazione

locale. Per il gruppo Piaggio peraltro il mercato americano complessivo corrisponde a meno del 5% del fatturato. Protezionismi e muri non possono frenare la qualit, commenta Gentiloni intervenendo alla cerimonia della consegna della nave da crociera Majestic Princess nello stabilimento della Fincantieri. LItalia un paese aperto, di qualit e scambi, ribadisce il premier. Critico anche il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

Dietro le misure protezionistiche allo studio negli Stati Uniti ci sarebbero le proteste dei produttori di carne di manzo americani, secondo i quali lUe non ha aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne di manzo non trattata con gli ormoni, come prevedeva un accordo del 2009.

Intanto, dopo la sconfitta subita sulla sanit e sullabrogazione dellObamacare Donald Trump serra i ranghi e sposta lattenzione su un altro cruciale obiettivo della sua amministrazione, ovvero la riforma del sistema fiscale. Come si legge sul sito di Bloomberg News, il presidente americano incontrer i suoi collaboratori, tra cui Gary Cohn, numero uno del National Economic Council, per sentire quali siano le opzioni possibili per portare

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avanti in tempi brevi la riforma. Una delle questioni chiave sul tavolo saranno proprio i dazi doganali e le tasse sulle importazioni: lo speaker della Camera Paul Ryan ha sostenuto una proposta per sostituire allattuale aliquota del 35% sugli introiti corporate con un tributo del 20% sulle vendite interne e i beni importati, mentre le esportazioni sarebbero esentate. Secondo indiscrezioni, Trump ricever anche aggiornamenti su un piano proposto dallex deputato Dave Camp nel 2014, che potrebbe essere rispolverato e che prevede la riduzione dellaliquota corporate al 25% e leliminazione di alcuni crediti ficali e deduzioni. La Casa Bianca prender in considerazione anche altre opzioni, in modo di arrivare a una bozza di legge in grado di superare le divisioni del Congresso. Il portavoce del presidente Sean Spicer ha fatto sapere che il piano per la riforma fiscale sar concentrato sulla creazione di posti di lavoro e sulla crescita economica, piuttosto che sul riequilibrio dei conti.

La reazione di Confindustria

Le politiche protezionistiche preannunciate dal neo presidente Usa Donald Trump costituiscono un forte rischio al ribasso

per le prospettive del commercio globale. Labbandono o la riformulazione dei grandi trattati commerciali (Ttp, Ttip e Nafta) e lintroduzione di tassazione allimportazione di merci potrebbero innescare ritorsioni da parte di altri paesi, via barriere tariffarie e svalutazioni competitive, con un effetto domino per lintera economia globale. lallarme lanciato dal Centro studi Confindustria, secondo cui comunque la tendenza al protezionismo non una novit, visto che costituisce una delle cause principali del rallentamento degli scambi mondiali. La frenata del commercio, prosegue lo studio, inoltre stata accompagnata, nei paesi avanzati, da un crescente sentimento anti-globalizzazione, frutto della polarizzazione del tessuto economico e sociale. Dazi e altre barriere commerciali, per, non sono la soluzione, anzi aggravano il problema: lo insegna la storia della Grande Depressione negli anni 30. Occorre, invece, creare le condizioni per una crescita solida, inclusiva e sostenibile. Irrobustendo, su scala nazionale, gli strumenti di supporto per le classi medio-basse e le misure a favore dellinnovazione; riattivando, a livello globale, il circolo virtuoso tra commercio estero e crescita del Pil.

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLASSOCIAZIONE ITALIANA NUCLEARE, UMBERTO MINOPOLI

di Daniele Giacobbe

Il dibattito e la questione del nostro indispen-sabile approvvigionamento energetico sem-pre aperto. Lapprovvigionamento energetico riferito sia alla produzione che allimportazione dellenergia sotto varie fonti. In Italia lapprovvi-gionamento energetico copre una quota del 86% del fabbisogno energetico, purtroppo e questa una nota dolente soltanto il 14% della doman-da di energia soddisfatta con la produzione in-terna (dato 2006).

Per questo abbiamo intervistato il presidente dellAssociazione Italiana Nucleare, Umberto Minopoli. Nellintervista sono emersi messaggi su cui dovremmo tutti riflettere.

D.: Presidente Minopoli sono passati 30 anni dal referendum sul Nucleare in Italia, quali sono le valutazioni da fare a riguardo? E possibile un bilancio oggettivo?

Intanto non dimentichiamolo mai: labbandono del nucleare ha comportato conseguenze negative per lintero sistema elettrico italiano. Luscita dal nucleare ha infatti causato costi pesantissimi per il mantenimento in sicurezza degli impianti e per il decommissioning, caratterizzato peraltro in Italia da un forte ritardo; costi questi che gravano sulla bolletta dei cittadini senza un corrispettivo in termini di produzione di energia. Laddio alla produzione di energia nucleare ha inoltre causato una struttura distorta del mercato dellenergia, con unincidenza altissima della produzione da fonti fossili e una incessante dipendenza dallimportazione di energia dallestero. Il recente caso del nucleare francese ha fatto comprendere bene quanto limportazione di energia lItalia importa 40 terawattora allanno di energia elettrica dalla Francia rappresenti un fattore strutturale della nostra bilancia energetica.

D.: La scienza e la tecnologia anche nel comparto

dellenergia nucleare continuano a progredire? E se si, quali sono stati i passi avanti? A che punto la ricerca sullenergia nucleare oggi?

La ricerca sul nucleare sta esplorando percorsi nuovi. Accanto al tradizionale campo della ricerca sullenergia nucleare da fissione, si registrano infatti crescenti progressi per quel che riguarda la dimostrazione delle possibilit fisiche della fusione. Il progetto ITER, a Cadarache nel sud della Francia, passato alla fase di costruzione dellimpianto dimostrativo che preceder lavvio del prototipo per la fusione. ITER, un progetto fortemente voluto e sostenuto dallUnione europea e da Paesi come India, Corea del Sud, USA, Cina, Giappone e Russia, ha gi sviluppato, al di l dellobiettivo della fusione, tecnologie come il sistema criogenico a 25 Kw o i magneti superconduttori con generazione di campi magnetici fino a valori intorno a 10 15 Tesla. Notevoli progressi sono poi riscontrabili anche nel campo della fissione: prosegue la prototipizzazione dei reattori di IV generazione, caratterizzati da un ciclo pi efficiente del combustibile e migliori condizioni di sicurezza, e avanzano le soluzioni ingegneristiche pensate per migliorare la sicurezza anche degli attuali reattori di III generazione.

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D.: Entriamo pi nello specifico: vero che nel futuro il nucleare potr essere usato per produrre idrogeno e biocombustibili? E se si, pu spiegarci quali potrebbero essere le implicazioni?

La penetrazione delle tecnologie nucleari sta enormemente aumentando in numerosi campi. Il nucleare rappresenta una tecnologia assolutamente centrale per affrontare le prospettive di una societ che far un uso crescente dellidrogeno come combustibile del futuro. Le applicazioni che sfruttano i processi nucleari per la produzione di idrogeno sono significative, soprattutto pensando alle aree in cui pi difficile il reperimento di acqua. Nei campi dellagricoltura e della medicina si moltiplicano le tecnologie che fanno uso di processi nucleari; crescono gli utilizzi del nucleare nel campo della propulsione spaziale. Nellambito della generazione elettrica, infine, si avverte lesigenza del nucleare come fonte pulita per contrastare il cambiamento climatico. Laccordo sul clima di Parigi, che ha posto lambizioso obiettivo di limitare linnalzamento della temperatura entro i 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, stato fondato anche sulla previsione del mante-nimento dellattuale contributo nucleare. Sappiamo tuttavia che, per mantenere immutato il contributo del nucleare, bisogna affrontare il tema degli impianti vecchi e del loro avvicendamento con impianti di nuova concezione.

D.: Oggi sembrano sempre pi affermarsi almeno come linea di preferenza teorica le cosiddette energie rinnovabili come solare ed eolica; facendo passare il messaggio che queste Fonti/modelli energetici sono buoni mentre il nucleare il cattivo per antonomasia. Che argomenti porta per ribaltare questa tesi molto in voga?

Non appare opportuno ragionare ancora in termini di fonti buone e fonti cattive, ma bisogna pensare alle caratteristiche e alla natura delle diverse fonti. Per avere una bilancia energetica efficiente e razionale si deve uscire dalla dipendenza da ununica fonte, mettendo in primo piano la sicurezza dellapprovvigionamento energetico del nostro Paese. necessaria quindi una pluralit di fonti. Oggi le rinnovabili sono ancora e non prevedibile sapere fino a quando saranno tecnologie non autonome,

caratterizzate dallintermittenza del loro contributo alla generazione elettrica che ha bisogno di essere accompagnato da un backup di fonti convenzionali. Sarebbe razionale che questo backup fosse costituito non solo da fossili, ma da una fonte pulita come il nucleare. Il vero problema non una contrapposizione preconcetta, ma utilizzare la tecnologia per avere un abbassamento dellinquinamento e delle emissioni di CO2 attraverso tutte le fonti.

D.: LItalia con la scelta del referendum del 1987 ha voltato le spalle al nucleare, ma che fine ha fatto quel patrimonio di eccellenza di competenze e know how di cui potevano vantarci nel mondo?

LItalia era la terza potenza nucleare in Occidente, con una solida cultura nucleare sulla quale il Paese aveva puntato, fin dagli anni 50 del secolo scorso. Avevamo maturato una relativa autonomia tecnologica che avrebbe potuto giocare un importante ruolo internazionale. Oggi questa eredit deve fare i conti con le difficolt italiane e trova quindi riscontro maggiormente in campo internazionale, basti pensare alla presenza delle nostre eccellenze allinterno del CERN o del progetto ITER. Grazie a una rete di corsi di laurea in ingegneria nucleare presenti in diversi atenei del nostro Paese, lItalia riesce ancora a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel quadro del sistema europeo della ricerca.

D.: Concludendo, ci sono ancora giovani talentuosi e interessati a studiare lenergia nucleare nel nostro paese? E che prospettive di lavoro anno?

Vi possono essere opportunit anche fuori dalla generazione elettrica. Il nostro un Paese fortemente sismico e il nucleare, proprio sul tema del rischio sismico, ha dovuto compiere continui avanzamenti dal punto di vista delle conoscenze e delle risultanze applicative. La trasmigrazione delle tecnologie nucleari in altri settori potrebbe quindi rappresentare una grande opportunit per i giovani. Le nuove sfide del presente, a partire dal decommissioning e fino a settori ancora solo marginalmente considerati, possono contribuire alla creazione di opportunit nuove in Italia e allestero per i nostri giovani.

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FEDERCALCIO, TAVECCHIO RIELETTO PRESIDENTE

Carlo Tavecchio stato rieletto alla presiden-za della Figc. Nellassemblea elettiva tenutasi oggi allHotel Hilton di Fiumicino, il presidente uscente ha ottenuto 275,17 voti, pari al 54,03%, contro i 234,08 voti (45,97%) dello sfidante An-drea Abodi. Nessuna scheda bianca. Tavecchio, in carica dall11 agosto 2014 dopo le dimissioni di Giancarlo Abete, rester quindi alla guida della Federcalcio per il prossimo quadriennio, fino al 2021.

Carlo Tavecchio stato rieletto presidente federale. Alla terza e decisiva votazione ha sconfitto Andrea Abodi ottenendo il 54,03% dei voti contro il 45,97% del rivale. Le prime due votazioni erano andate a vuoto: 56,49% per Tavecchio, 42,92% per Abodi nella prima, 53,7% per Tavecchio, 45,41% per Abodi nella seconda. Al terzo scrutinio per essere eletti bastava il 50% pi una delle preferenze.

Ore 13.30. Abodi: Due anni e mezzo fa, daccordo con le mie societ, scelsi Tavecchio. Pensavo sarebbe stato linizio di un percorso in cui ogni componente sarebbe stata parte integrante del sistema. Mi sbagliavo. E ora non possiamo bearci di quello che stato fatto, senza preoccuparci del tanto che c da fare. E nel frattempo la gente, i tifosi ci abbandonano. Riconosco a Tavecchio i successi internazionali, ma quanto davvero abbiamo promosso il nostro calcio allestero? Vorrei essere il portabandiera di un calcio finalmente dignitoso. Caro Carlo, le cose le hai fatte con una struttura di grande valore e con compagni di viaggio che sono stati sempre leali. Caro Nicchi, mi sarebbe piaciuto ascoltare da te parole sul rispetto che la Lega di B ha manifestato agli arbitri. Mi avrebbe fatto piacere che il 2% dellAia restasse sacro. Sono affezionato alluomo Tavecchio, sono soddisfatto che la campagna elettorale sia stata sostanzialmente corretta. Ho visto delle cose che non sono nobili, ma cerchiamo

di andare avanti. Con pudore. Sono convinto che ci siamo confrontati sui temi. Il clima ci differenzia: fin qui ognuno ha pensato ai fatti propri. Con me sar diverso: prima di pensare ad avere pi soldi, proviamo a immaginare cosa potremo farci. Lho detto tante volte a Malag: se la nostra fiducia non fosse stata tradita, se davvero fossimo stati sistema, avrei ascoltato gli appelli allunit. Ma cos non stato. la colpa non solo di Tavecchio, lo riconosco. Anchio ne sono responsabile. La trasparenza che ho invocato quella che avrebbe impedito alla Federazione lagguato legislativo sulla Melandri. Non stato un segnale di seriet e correttezza. Voglio che ognuno di voi si senta libero di votare per chi vuole. Mi dicono che parlo di fumo? Ma io lavoro da una vita con i numeri. Sono un uomo felice e sereno, ho vissuto questa avventura con forza e onore. Non ho negoziato con nessuno, la mia dignit non ha prezzo.

Ore 13.00. Tavecchio: Le Nazionali sono cresciute, come la nostra credibilit internazionale. Abbiamo unorganizzazione efficiente e i conti in ordine. Abbiamo fatto alcune cose e altre le abbiamo avviate: vanno completate. Il prossimo quadriennio manterr i giovani al centro della politica federale. Abbiamo iniziato con i centri territoriali, proseguiremo anche con lo sviluppo del settore tecnico. Dite che abbiamo fatto poco per il calcio femminile? Ma abbiamo investito

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denaro e attenzioni. Proseguiremo sulla strada del potenziamento delle Nazionali e sul ruolo delle societ professionistiche. Grazie alla collaborazione di A e B, continueremo nella politica degli stage in Nazionale: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Voglio ricordare le norme approvate sulla sostenibilit, il tetto alle rose, lobbligo di schierare i calciatori cresciuti nei vivai. Caro Damiano (Tommasi, ndr), se i conti e i bilanci non fossero in regola, sarebbe gravissimo. Sono il presupposto di una buona politica. E farebbero gli interessi innanzitutto dei calciatori. LAic ha sostenuto labolizione del vincolo, eppure oggi sostiene il candidato con idee diverse. Non stato un biennio semplice per lItalia, ma mi piace pensare che la Figc abbia fatto la sua parte, dando un contributo di ricchezza. Anche nel sociale. Per la riforma dei campionati serve il contributo di tutti: finora non ci siete riusciti. arrivato il momento di mettere da parte interessi corporativi, ma facendo affidamento solo sulle risorse realmente disponibili. Io resto ben ancorato alla realt. Ecco perch ho elencato solo cose realmente realizzabili. Voglio proseguire per arrivare ad un calcio moderno, europeo, senza deroghe. Basta deroghe, non si possono pi tollerare. Diceva Ford: avere unidea una bella cosa, ma ancora pi bello saperla realizzare. Il rinnovamento gi iniziato . Febbricitante, distrutto, alla fine del discorso, a tendergli la mano Abodi.

Ore 12.55. Cosimo Sibilia, presidente Lnd: La Lnd felice di ritenersi cardine per la rielezione di Carlo Tavecchio. Io ho auspicato unit almeno sulle riforme, sperando che tutti avremmo avuto lonest di riconoscere i risultati raggiunti da Tavecchio. Ringraziamo Abodi per lattenzione che ha riservato alla Lega Dilettanti, ma noi oggi ribadiamo con convinzione, non per convenienza, il nostro sostegno a Carlo Tavecchio.

Ore 12.45. Gravina: La riforma dei campionati che ci ha proposto Tavecchio non ci piace. Nel merito e nel metodo. Una riforma che si basa su risorse al momento indisponibili. E che non presenta alcun vantaggio sportivo. Perch Abodi? Ci piacciono idee e metodi, lui cerca di avvicinare le componenti.

Ore 12.30. Beretta: Sforziamoci di aggregare le componenti e giocare di squadra. La nostra mancata elezione? Ci siamo confrontati e a

larghissima maggioranza sosteniamo la rielezione di Carlo Tavecchio.

Ore 12.20. Ulivieri durissimo con Tommasi e Abodi: Dopo aver fatto la nostra scelta non abbiamo risposto agli attacchi personali. Non ci garbato che noi fossimo i cattivi e loro i buoni. Non ci garbato il discorso tutti tranne Tavecchio. Non ci garbato che noi fossimo dipinti come vecchi restauratori e loro come i giovani rivoluzionari. Tavecchio stato il presidente di tutta la Federazione. In passato, ci furono scontri durissimi con i Dilettanti, ma in questi due anni la situazione cambiata, tornato uno spirito di collaborazione, anche per questo sosteniamo il candidato della Lnd. Abbiamo studiato i programmi, da una parte contenuti, dallaltra serie di intenti. Mi stato detto tu con il tuo passato, voti Tavecchio. Ma per vestire la casacca rivoluzionaria ci vuole un passato, non ci si inventa. Noi saremo al fianco della Lega Dilettanti per un calcio sociale: fatti, non chiacchiere.

Ore 12.15. Lunghissimo applauso della platea per Tommasi che afferma: il mio ultimo intervento in questa sede, perci sar politicamente scorretto. Vedo molte catene legate alle poltrone. Non solo qui, anche al Coni. Ci sono 48 ragazzi e 4 ragazze a cui ho chiesto unit nella scelta. Due anni e mezzo fa presentammo il migliore. Ora non voglio dire che gli atleti devono comandare, ma dirigenti che gli facciano prendere responsabilit. Noi sosteniamo Abodi perch speriamo di partecipare, con dignit. Questa Federazione mortifica il calcio femminile e i centri federali non cambieranno le sorti del calcio italiano. Per me oggi giusto che ognuno di noi si guardi allo specchio prima e dopo il voto.

Ore 12.00. Nicchi: Fino a ieri sera siamo stati lunica componente che non ha espresso preferenza. Volevamo valutare con attenzione. Ci siamo chiesti cosa avesse fatto Tavecchio per noi arbitri: il presidente Tavecchio ci ha consentito di lavorare con serenit senza sottrarci un euro, nonostante i tagli del Coni. E ci stata messa a disposizione la tecnologia della Var. Io devo riconoscere al presidente Tavecchio i fatti. Come organo di garanzia, sosteniamo chi ci ha fatto del bene, perci lo appoggiamo

Ore 11.55: Tavecchio sorteggiato per primo, toccher prima a lui poi ad Abodi.

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PD, EMILIANO: SE VINCO LE PRIMARIE NON FACCIO IL CANDIDATO PREMIER

Si fa avanti il tandem Emiliano Marroni; il primo come candidato alla segreteria del Partito Democra-tico, il secondo come probabile candidato premier. Marroni, ex dalemiano, viene dalla componente del ministro Martina, che rimasta ad appoggiare Renzi alle primarie. Che spiega: Per ricostruire la prospet-tiva del Pd necessaria quindi una scossa, per un PD popolare e non populista come ha affermato Emiliano, che sosterr alle primarie.

Michele Emiliano approda nella Capitale. Il governatore della Puglia candidato alle primarie del Pd ha chiuso laccordo con Umberto Marroni: il deputato ex capogruppo del Pd in Campidoglio sar il suo punto di riferimento a Roma. Marroni. Che spiega: Per ricostruire la prospettiva del Pd necessaria quindi una scossa, per un PD popolare e non populista come ha affermato Emiliano, che sosterr alle primarie.

Un PD di centrosinistra che non riproduca stancamente

il passato nella divisione tra ex DS ed ex Margherita, o ancor meno la surreale e ambigua discussione del Partito della Nazione, ma che affronti le sfide della crisi del Paese e di una globalizzazione senza regole.

Spiega il deputato per motivare il cambio di rotta: Le sconfitte delle amministrative di giugno e quella referendaria hanno chiuso un ciclo politico e hanno evidenziato un allarmante distacco tra il PD e la societ, con la perdita di milioni di consensi. Risultati negativi, ai quali si aggiunta la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato lItalicum e ha sostanzialmente reintrodotto il sistema proporzionale, chiudendo cos un ciclo politico.

E mancata unanalisi approfondita nel Partito sulle ragioni di questo trend negativo: invece di affrontare gli evidenti problemi politici di merito e di metodo, Renzi ha posto prima di tutto il tema della sua leadership con una rinnovata personalizzazione lo stesso errore fatto in occasione del referendum.

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LA STRANA STORIA DI TUSK...ODIATO IN PATRIA DALLE DONNE DI POTERE CHE VOGLIONO RIDURRE LE DONNE IN SCHIAVITU...

...UNA POLONIA DIVISA TRA INTEGRAZIONE EUROPEA E ATTRAZIONE FATALE VERSO IL MAI MORTO PATTO DI VARSAVIA

*di Daniele Giacobbe

Sotto molti punti di vista la Polonia il paese dellest europeo pi importante: per popolo-sit, per economia e anche per forza militare. Polacco anche lattuale presidente del Con-siglio europeo: Donald Tusk (gi premier dal 2007 al 2015, di indirizzo politico liberale) stato infatti rieletto per la seconda volta con-secutiva, ma non allunanimit: 27 s contro un no, al vertice dellorganizzazione europea, pa-radossalmente con il voto contrario si pensi un po proprio della madrepatria Polonia.

Varsavia infatti governata dallottobre 2015 dalla maggioranza assoluta nazional-conserva-trice del PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia guidato da Kaczynski) un partito uscito vincitore dalle urne e molto pi a destra delle posizioni del liberale Tusk; la diversit ideologica tra i due partiti e i rispettivi leader che PiS si addirittura opposto fino allultimo alla sua riconferma alla presidenza del Consi-glio europeo. Unopposizione netta e aperta che riflette uno scollamento ideologico se non ad-dirittura antropologico tra due polonie: ognuna delle quali si sente interprete della Storia con la S maiuscola e del diritto in senso pi nobile.

Una doppia divisione - di stretta attualit in tut-to loccidente per cui la societ e levoluzione antropologica polacca sono sotto particolare attenzione da parte di sociologi, psicologi, ana-listi politici, storici e ovviamente i giornalisti. Per ragioni apparentemente distanti: due pila-stri infatti sono oggetto di lotta, discussione e divisione tra polacchi: lidentit cattolica con-tro quella progressistasecolarista da un lato e i rapporti con unUnione Europea spesso diri-gista, autoreferenziale e burocratica dallaltro.

Questa diversa se non opposta concezione di diritti e di doveri di ciascuno non poteva non toccare la questione dellaborto e della condi-zione delle donne in generale.

Per capire meglio la questione basti notare che lavversario di Tusk - il leader carismatico e po-pulista del partito di governo Diritto e giusti-zia, Kaczynski - non si candidato alle elezioni dellautunno 2015 ma ha affidato alla rassicu-rante Beata Szydlo il compito di riportare al potere la destra nazional-populista dopo gli otto anni dellesecutivo Tusk, fondatore appun-to della liberale Piattaforma civica. Da allora stato Kaczynski a guidare il partito in un cor-po a corpo con media e giudici che ha destato seria preoccupazione a Bruxelles. In assenza di una sinistra compatta e libera dal peso del pas-sato comunista, le due formazioni di destra si spartiscono di fatto lintera scena politica della sesta economia dEuropa, rispecchiando le due anime del Paese.

Il fatto che a Varsavia sedesse un premier don-na non ha impedito tuttavia che lo scorso 23 settembre la camera bassa del parlamento della Polonia votasse a favore di un disegno di legge che se definitivamente approvato avrebbe ridotto di molto le possibilit di aborto, in un paese dove la pratica dellinterruzione di gravi-

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danza gi ristretta a pochissimi casi.

Diritto e Giustizia ha vinto le elezioni anche grazie al sostegno della Chiesa cattolica (il 90 per cento dei cittadini polacchi si definisce cat-tolico) e promettendo, tra le altre cose, impor-tanti riforme di politica interna a favore della cosiddetta famiglia tradizionale. La proposta di legge che ha spaccato in due il paese voleva equiparare lembrione a una per-sona, finendo inoltre per punire la donna che abortisce fino allaccusa di omicidio: Il Pis tiene poco conto delle opinioni dei cittadini. Questi fanatici devono essere fermati, ha detto Barbara Nowacka, tra gli organizzatori. La rab-bia di molte donne polacche scattata alcuni giorni fa quando, nonostante le promesse del Pis di tener conto di ogni proposta popolare di legge, la maggioranza parlamentare ha respinto quella sottoposta dal gruppo di Nowacka sulla liberalizzazione dellaborto - chiamata Salva le donne - e nello stesso giorno ha deciso di con-tinuare i lavori nelle commissioni parlamentari su unaltra proposta, del gruppo Ordo Iuris, che va verso il divieto pressoch totale dellinterru-zione di gravidanza.

Attualmente la legge in vigore in Polonia, accol-ta nel 1993, permette laborto in caso di stupro (solo entro la 12sima settimana), di malforma-zione del feto e quando la gravidanza mette in pericolo la vita della madre. Secondo i dati del sistema sanitario polacco, nel 2014 ci sono stati 1.812 aborti legali in Polonia, 500 in pi circa dellanno precedente.

Ai primi di Ottobre il Parlamento respinge le nuove norme che avrebbero imposto un indi-rizzo ancor pi restrittivo all interruzione di gravidanza. Restano in vigore le norme vigenti, comunque gi molto restrittive. Le manifestanti ci hanno fatto riflettere, e ci hanno dato una lezione di umilt, cos Jaro-slaw Gowin, ministro di Scienza e Pubblica istruzione.

Quasi una non notizia, se non fosse per la stra-na coppia di Varsavia, Jarosaw Kaczyski, capo del partito Diritto e giustizia, la prima ministra Beata Szydo. Che non sopportano il moderatis-simo liberale ed ex Presidente polacco Donald Tusk, eletto presidente del Consiglio europeo

con lunico voto contrario si pensi un po proprio della Polonia.

Abbiamo vinto la battaglia, sostiene Monika Wielichowska, una parlamentare che si era da subito opposta alla legge, ma non la guerra. E la guerra continua.

Nel contempo lala conservatrice della chiesa polacca cerca e sostiene ci che ritiene un utile strumento contro la secolarizzazione prove-niente da Bruxelles. Il nuovo cattolicesimo po-lacco tradizionalista ed antieuropeo.

LEuropa abituata da molti lustri a vedere tut-to in unottica di bilancio e crescite di pil da un lato e cultura secolarista crescente dallal-tro; per questo quella polacca una societ da tenere sotto una lente di ingrandimento specia-le - perch pu essere il crocevia e lepicentro storico di una svolta spirituale e identitaria op-pure il lasciapassare per una societ in cui ogni desiderio individuale giudicato legittimo e a questo secondo la mentalit dominante - do-vrebbe conseguire un diritto assoluto e inalie-nabile. Un crocevia storico interessante che ci riguarda tutti. Nessuno escluso.

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LA UE ALLITALIA: BENE IMPEGNI SUI CONTI PUBBLICI. MA LINCERTEZZA POLITICA UN PROBLEMA

La Commissione prende nota positivamen-te del pubblico impegno preso dal governo di adottare misure di bilancio aggiuntive pari allo 0,2% del Pil entro il mese di aprile 2017. E il giudizio di Bruxelles sulla manovra di correzione dei conti pubblici italiani che il governo Gentiloni deve dettagliare nei prossimi giorni. Un parere che accompa-gna le previsioni economiche sullEuropa e sui principali Paesi membri. Per lItalia, la Commissione prevede ora una crescita dello 0,9% del Pil nel corso del 2017, in li-nea con quanto messo in conto in autunno, mentre per il 2018 c un leggero migliora-mento al +1,1%.

Migliorano le stime di crescita del 2017 per lEurozona (1,6% del Pil anzich l1,5% annunciato a novembre), ma non per lItalia, che rimane ferma allo 0,9% previsto in autunno. Ma il dato pi significativo delle previsioni economiche diffuse questa mattina dalla Commissione europea, come anticipato da La Stampa in edicola il 13 febbraio, che Bruxelles rileva un rischio dovuto alla incertezza politica, oltre che al lento aggiustamento del settore bancario.

LUe teme che un eventuale voto anticipato possa danneggiare il percorso di crescita dei conti italiani. Discorso simile, anche se in contesto diverso, anche per gli altri Paesi che andranno alle urne nel 2017: Le numerose elezioni che si terranno in Europa questanno, al pari dei negoziati per la Brexit e delle intenzioni della nuova amministrazione Usa alimentano quelle incertezze che rappresentano rischi eccezionali.

Tornando allItalia, un voto anticipato potrebbe mettere a rischio gli impegni

presi dal governo in merito alla richiesta di correzione dei conti pubblici. Su questo punto, la Commissione scrive che ha preso nota positivamente degli impegni presi pubblicamente dal governo relativi a un aggiustamento strutturale dello 0,2% del Pil. Misure che saranno prese in considerazione non appena ci saranno sufficienti dettagli. Bene le promesse di Padoan, dunque, ma guai a invertire la rotta.

Del resto i numeri dicono che la crescita italiana ha registrato un miglioramento nel 2016 (0,9% anzich 0,7% previsto a novembre), ma per ora non ci sono segnali positivi per il 2017 (rimane ferma al 2017). Anzi, lincertezza politica potrebbe addirittura mettere a rischio quel numero. Resta inchiodato al 2,4% del Pil il deficit nominale, che nel 2018 potrebbe addirittura schizzare al 2,6% a politiche invariate. Mentre quello strutturale viene portato al 2% per il 2017 (era il 2,2% a novembre). In crescita anche il debito pubblico: dal 133,1% di novembre, il valore atteso per il 2017 pari a 133,3% a causa degli interventi a sostengo del settore bancario.

Per quanto riguarda la disoccupazione, il tasso resta oltre quota 11% (11,6% per il 2017), mentre linflazione 2017 dovrebbe andare a quota 1,4%.

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MAGGIORANZA VS MINORANZA, LA BATTAGLIA INTERNA AL PARTITO DEMOCRATICO

A poche ore dalla cruciale riunione della di-rezione, la fotografia del Pd si presenta con una miriade di gruppi e sottogruppi, che ve-dono in battaglia quelle che finora si sono definite maggioranza renziana e mino-ranza. Dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre e la nascita del governo Gentilo-ni, le faglie che attraversano i democratici si sono moltiplicate. In platea ad ascoltare il segretario ci saranno i membri della direzio-ne, ma anche parlamentari e segretari pro-vinciali. Sul fronte della minoranza, ci sara Pier Luigi Bersani e potrebbe tornare, dopo lunga assenza, Massimo DAlema. Si parler di congresso e legge elettorale: convitato di pietra, lipotesi di elezioni anticipate contro cui si battono minoranza Pd e un pezzo di maggioranza.

Ci si pu giocare lItalia, per un ultimo giro di roulette russa? Prima di parlare alla direzione del Pd, oggi pomeriggio, Matteo Renzi dovrebbe farsi questa semplice domanda. Perch al dunque, e al netto del corale e autoreferenziale vaniloquio politicista del tutti contro tutti (che la gente comune non segue e non capisce), questa la posta in palio: il destino di un Paese, gi stremato e impoverito di suo. Con una sorprendente coazione a ripetere, lex premier sembra voler rilanciare una scommessa che tuttavia, anche stavolta, non riguarda solo lui e il suo partito, ma tutti noi.

Il suo schema totale (dimissioni da segretario del Pd, congresso immediato, rattoppo in corsa della legge elettorale, voto anticipato a giugno-settembre) rischia di accentuare una visione titanica della leadership che non giova a nessuno. Ognuno dei passaggi di questa avventurosa road map sembra nascere dallidea della rivincita, e dellannesso

regolamento dei conti. Il segretario sembra presentarsi dimissionario per sfidare i suoi avversari interni, pi che per avviare una riflessione profonda su tutto ci che non ha funzionato nella proposta di governo di questi due anni e mezzo. Il congresso sembra programmato per annientare la minoranza interna, pi che per rifondare una sinistra allaltezza dei cambiamenti in atto (leuro dopo lausterit, lEuropa dopo Brexit, la globalizzazione dopo Trump).Il rattoppo al Consultellum e al Legalicum sembra richiesto per andare a votare subito e a ogni costo, piu che per riscrivere una volta per tutte una buona legge elettorale che garantisca governabilit. Le elezioni anticipate sembrano necessarie per non sbiadire lontano da Palazzo Chigi, sotto la linea di galleggiamento del governo Gentiloni e sotto londa anomala grillo-leghista, pi che per puntare a un esecutivo forte e coeso che risolva gli enormi problemi del Paese.

Unaltra roulette russa, appunto. La politica vissuta come un continuo blitzkrieg . Una somma di guerre-lampo, dove lunica cosa che conta sembra essere la conta stessa, i vincitori contro i vinti. Una logica suicida, alla quale non sfuggono n la maggioranza renziana n la minoranza bersaniana (che non sa mettere in campo unalternativa, da tre anni concentra il

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fuoco amico contro il quartier generale, ma non spara un colpo contro il nemico pentastellato). Una tecnica del conflitto nella quale, alla fine, si smarrisce proprio il senso pi profondo della battaglia. Le sue ragioni pi autentiche, che la rendono degna di essere combattuta al di l dei destini individuali. In una parola (e se la parola non suonasse ormai come un insulto): la politica.

Intendiamoci: Renzi ha le sue ottime ragioni, quando dice prima si vota meglio . Giusto ridare la parola al popolo sovrano, dopo quattro governi non eletti. E ha altrettante ragioni quando dice no alla manovra aggiuntiva imposta dalla Ue fatta con nuove tasse sulla benzina e le sigarette. Cos tiravano a campare i governi Andreotti della Prima Repubblica, cos non dovrebbe tirare a campare Gentiloni fino alla fine della legislatura. Perch se cos, allora quasi meglio che tiri le cuoia.

Ma dove pu portare una rottura nel Pd? I democratici hanno due sbocchi, uno pi rovinoso dellaltro. La scissione, nel solco disfattista di DAlema. O il duello interno, nel segno meridionalista di Emiliano. Nel primo caso, il Pd rischia di completare la metamorfosi neo-centrista, nellillusione (gi strafallita tante volte in passato) di intercettare i famosi e sempre inafferrabili moderati. Nel secondo caso, il Pd compie la sua definitiva balcanizzazione, in una frattura che non pi solo identitaria

ma persino geografica. E dove possono portare le elezioni anticipate? Senza regole certe, purtroppo, a un solo esito (neanche il peggiore, essendo laltro un infausto esecutivo Frankenstein, cio M5S-Lega): un bel governo Renzusconi. La Mesta Coalizione Pd-Forza Italia, costruita su basi ignote, e comunque inquietanti. Basti pensare che ieri, su questo giornale, il Cavaliere ha proposto di reintrodurre le am-lire, per dare ossigeno alleconomia. Se arrivasse un po di ossigeno anche ai cervelli, di questi tempi, non guasterebbe.

Il primo Renzi, in fondo, era questo. Una salutare, energica boccata daria fresca, nelle stanze polverose di una nomenklatura esausta e delegittimata. La grande speranza che incarnava stava proprio qui: la volont di rottamare il vecchio e di costruire il nuovo, ridando dignit alla politica e modernit alla sinistra. Quella speranza via via scemata, in una routine di governo in cui i grandi disegni riformatori hanno lasciato il posto ai piccoli bonus elettorali. La volont di potenza ha lasciato il posto alla volutt del potere. Le ragioni della buona politica hanno lasciato il posto alle pulsioni dellanti-politica. Un alternarsi continuo tra la cultura del ciaone (vedi il referendum sulle trivelle) e il grillismo di Palazzo (vedi la sortita sui vitalizi).

Oggi quella speranza rischia di svanire del tutto, se lex premier in direzione si ripresenter come il Grande Vendicatore di se stesso, e non come il tenace tessitore di un partito che, se vuole davvero ricostruire una vocazione maggioritaria e presentarsi come il cardine intorno al quale ruota il sistema politico-istituzionale, deve tornare a parlare agli italiani e non pi solo agli apparati. Come ha detto ieri Mario Tronti su questo giornale, il dramma proprio questo: un partito di sinistra che ci sta a fare al mondo, se non si occupa dei problemi quotidiani delle persone? Il Pd si salver, e forse continuer ad esistere, solo se imparer a salire ogni mattina sui tanti bus 776 che attraversano le periferie, non se si limiter a entrare ogni sera nei troppi salotti televisivi che affollano i palinsesti.

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USA, GIUDICE SOSPENDE LO STOP AGLI STRANIERI DI TRUMP

Donald Trump attacca i magistrati americani, con in gioco la posta pi alta della sua neona-ta presidenza: il divieto allingresso di rifu-giati e la revoca dei visti ai cittadini di sette paesi islamici di Medio Oriente e Nordafrica, simbolo della sua crociata contro gli immigra-ti e per un rilancio di legge, ordine e sicurezza anti-terrorismo. In una escalation dello scon-tro tra poteri e della crisi istituzionale.

Spiazza tutti, tutti i giorni, anche pi volte al giorno, a cominciare dai giornalisti, sia americani che europei che adesso tendono allautocritica ammettendo di essersi accodati allanti-trumpismo rozzo e stradaiolo. Sta emergendo cos la vera tattica di Donald Trump: spiazzare e sorprendere, restando impassibile con la sua mitraglietta per tweeter sempre in mano. In meno di quarantotto ore ha colpito amici e nemici restando impassibile e assicurando che tutto si rimedier. Ma, come diceva il presidente Theodore Roosevelt, avendo sempre in mano un nodoso bastone. Intanto ha fatto buon viso a cattivo gioco di fronte a un giovane giudice dello Stato di Washington il quale dalla piovosa Seattle ha emesso un ruling una regola con valore di legge, che annulla la chiusura delle frontiere ai viaggiatori di sette Paesi islamici, fra cui Iran, Iraq, Libia e Siria con i suoi rifugiati. Trump, che per il fine settimana nel suo resort a Palm Beach ha reagito in modo sprezzante contro il cosiddetto giudice il cui ridicolo provvedimento sar azzerato. Lo ha definito un giudice che pretende di mettere ai margini le forze dellordine dal nostro Paese.

Il giorno prima, aveva compiuto il beau geste di autorizzare personalmente larrivo di una bimba iraniana che deve essere operata

durgenza al cuore bench con lIran abbia aperto un contenzioso di cui diremo fra poco. Ma cominciamo dalla Russia. Spiazzando tutti ha insediato unambasciatrice allOnu lex governatrice del South Carolina Nikki Haley che non si sogna minimamente di alleggerire le sanzioni alla Russia considerando inaccettabile la politica aggressiva verso lUcraina di Vladimir Putin. Sorpresa amara per il Cremlino subito addolcita con un pacco dono consistente in attrezzature hi-tech per agenti segreti: i russi non sanno produrne di cos sofisticate e in genere le copiano: zio Donald le regala con un fiocco rosso per marcare il campo e mostrare fraternamente chi comanda.

Altrettanto fraternamente ha sbattuto la porta in faccia a Bibi Netanyahu che stava festeggiando a colpi di nuovi insediamenti nel West Bank luscita di scena dellarcinemico Barak Obama, consigliandolo fraternamente di piantarla subito perch con nuove case in territorio ex palestinese non si va avanti nel processo di pace. Un grazioso consiglio, alla vigilia dellarrivo a Washington del primo ministro israeliano che a casa sua pieno di guai per una maggioranza traballante e nuove accuse di corruzione.

Con lIran andato gi pesantissimo dopo

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lultimo lancio di un missile balistico di Teheran decretando nuove pesanti sanzioni economiche, il consiglio di prendere sul serio il suo avvertimento e dichiarando in video che lopzione militare is not out of the table, non affatto esclusa. Questa decisione a muso duro nei confronti di Teheran anche un altro strappo allipotesi di alleanza con Putin, il quale vorrebbe benignamente invitare gli Stati Uniti al tavolo che decide le sorti della Siria, intorno al quale siedono oltre ad Assad e lo stesso Putin, anche il turco Erdogan e gli Ayatollah iraniani che controllano le milizie Hezbollah in Libano. Il tavolo pazientemente messo insieme dal presidente russo non ha cos alcuna possibilit di funzionare se lultimo invitato, Trump, minaccia di bombardare il collega iraniano. Per ora Mosca tace, ma la preoccupazione cresce.

Il quarantacinquesimo Presidente ha poi mandato segnali analoghi ma del tutto imprevisti alla Corea del Nord spedendo il neo segretario di Stato Rex Tillerson a Seul per affermare che per Pyongyang sono pronte reazioni devastanti e mostruose se solo la Corea del Nord si azzarda ad usare unarma atomica o se minaccia di farlo. Parole, queste, dolci come il miele per il Giappone di Shinzo Abe che gi nel periodo di attesa dellinsediamento di Trump si era piazzato nella sua Tower a New York e aveva detto: Signor Presidente, vorrei avvertire il mondo che il Giappone tornato e che pu ricostruire le sue potenti e modernissime forze armate.

E poi lAustralia: un Paese fratello che ha partecipato a tutte le guerre americane, dalla prima guerra mondiale allAfghanistan e che

adesso si vede brutalizzato dal presidente americano a causa di un vecchio accordo fra il primo ministro Malcolm Turnbull e Barak Obama sullaccoglimento di alcune migliaia di emigrati islamici per ora stanziati in Australia. C il giallo della telefonata tempestosa con linterlocutore di Canberra che sarebbe dovuta durare unora e che invece finita dopo solo 28 minuti perch The Donald avrebbe (ma la versione ufficialmente smentita) sbattuto il telefono in faccia allinterlocutore. Anche gli Aussies, come vengono affettuosamente chiamati gli australiani, sono scesi in strada con i cartelli anti Trump, come i manifestanti di Washington.

Queste, sono tutte apparenti contraddizioni: Trump aveva detto che avrebbe abolito la Nato, e invece non se ne parla, mentre restano ben insediate le nuove truppe mandate da Obama in Polonia e accolte come salvatrici. Idem con la Corea di cui aveva detto in campagna elettorale che non era affar suo occuparsene e idem anche per il Giappone avvertito fino a qualche mese fa che gli Stati Uniti non sono pi la baby sitter dei costosi alleati.

Tutti questi eventi e questi segnali sembrano andare in ununica direzione: lAmerica di Trump non pensa affatto di chiudersi in se stessa ma sembra pi che mai protesa sugli scenari esterni per stabilire le regole del nuovissimo secolo americano fondato sul ricco business per chiunque voglia giocare, ma anche su una risposta militare super tecnologica che nessuno in grado di contrastare. Anche lidea di un Trump tenuto al guinzaglio da Putin sembra far parte delle fantasie del passato. Trump dice: eccellenti e fraterni rapporti con Mosca, per alle mie condizioni.

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IL CASO VITULANO E QUEL NO A NUOVI MIGRANTI: NON SIAMO RAZZISTI

Saranno dirottati su un altro centro di accoglienza del beneventano i circa 40 migranti che erano stati desti-nati a Vitulano. Larrivo dei nuovi rifugiati aveva pro-vocato la reazione del sindaco Pd del paese, Raffaele Scarinzi, che sabato aveva emesso unordinanza per disporre la chiusura dellunica strada che porta alla struttura individuata per ospitare gli stranieri, un agri-turismo dove gi sono allocati diversi richiedenti asilo, mediante il deposito di un cumulo di terra che ha fisi-camente bloccato laccesso alla via.

Un sindaco dice no a nuovi arrivi di migranti, emette unordinanza che impone un blocco fisico (con un cumulo di terra) allunica strada di accesso, poi raggiunge unintesa con la Prefettura sul numero dei rifugiati da accogliere (da 34 a 12), il blocco viene rimosso, e alla fine giunge anche la decisione del prefetto di chiudere la struttura privata. Accade nel Sannio, a Vitulano, piccolo comune di poco meno di tremila abitanti, nel Parco Regionale del Taburno-Camposauro. Esasperato come i suoi concittadini dal numero di immigrati inviati sul suo territorio Raffaele Scarinzi, sindaco del Partito Democratico, gi ospita nel suo territorio uno Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Di fronte alla imminente prospettiva di nuovi arrivi, disposti dalla Prefettura, emette unordinanza di chiusura dellunica strada di accesso ad una struttura ricettiva agrituristica (agibile per 12 persone). Lesecuzione dellordinanza sindacale non prevede un segnale stradale ad hoc ma una massa di terra scaricata da un camion: un ostacolo che rende inaccessibile lunica strada di accesso alla struttura individuata. Lordinanza viene affissa su una transenna a poca distanza dal cumulo. Una decisione che trova il plauso di Matteo Salvini, segretario della Lega e presidente Ncs, che dice: Per qualche buonista ha sbagliato, per me ha fatto bene! Il sindaco del Pd: razzista, populista e leghista anche lui..? Comunque sar appena possibile a trovare i cittadini di Vitulano. Con gli immigrati commenta il sindaco Scarinzi bisogna che lo Stato rispetti i patti e le regole con gli enti locali. I comuni che gi ospitano uno Sprar non

possono ospitare altre strutture per immigrati gestite da privati. Quindi tiene a precisare il primo cittadino che un avvocato non si tratta di essere insensibili ai problemi dellimmigrazione ma di chiedere il rispetto delle regole. Larrivo dei 34 nuovi immigrati nel comune sannita era stato predisposto dalla Prefettura in seguito al sequestro, su richiesta della Procura, del Centro di accoglienza alla contrada Madonna della Salute di Benevento, e della quale erano ospiti, avvenuto venerd scorso. Il trasferimento aveva suscitato non poche proteste da parte della cittadinanza che aveva reclamato con il primo cittadino. Ma a protestare ancor prima erano stati gli stessi immigrati non contenti del nuovo alloggio vitulanese, forse un po isolato rispetto alla struttura cittadina dove erano stati ospitati fino a qualche giorno fa. Sta di fatto che quando gli immigrati sono stati convinti dalle forze di polizia a recarsi nella nuova struttura hanno trovato la strada chiusa. Lagriturismo non stato pi raggiungibile per la presenza di un cumulo di terra sversata da un camion su decisione del primo cittadino. Di qui la trattativa con la Prefettura da parte dellavvocato Scarinzi. Sono troppi ha detto Scarinzi e la loro presenza preoccupa la mia comunit. Una trattativa conclusasi prima con la riduzione del numero degli arrivi e poi con la chiusura della struttura ricettiva privata (i migranti saranno ospitati in un altro comune della provincia). A Vitulano restano solo i 30 immigrati che dal 2013 sono ospitati nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, gestito dal nostro Comune per conto del ministero dellInterno dice Scarinzi allAnsa.

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ROMA. VIRGINIA RAGGI TRA POLIZZE, RAGGI(RI) E CONFESSIONI.... IN UNA CITT ETERNA ANCHE PER LE SUE CONGIURE.....

*Di Daniele Giacobbe

Raccontava Gioachino Belli in uno dei suoi sonetti di come il Padreterno, per sventare la sedizione degli angeli ribelli, decise di schierare in armi i suoi che-rubbigneri, sorta di angeli-carabinieri. Alla loro testa pose san Michele arcangelo, che avanzava fieramente al galoppo sotto uno stendardo bianco e giallo, i nuo-vi colori dello stato pontificio. Ma il grande blitz poli-ziesco, la cosmica retata, pot partire solo quando un angelaccio de li neri, per aver salva la vita, spiffer allAltissimo la congiura. Questo perch se vero che la Storia la storia delluomo, e la storia delluomo la storia dei suoi oggetti del desiderio, ecco il deside-rio dei desideri, il problema dei problemi: quello del potere.

In primo luogo, il potere, in quanto manifestazione di una volont di potenza, come desiderio di accresce-re il proprio controllo sugli uomini e sullambiente, insita in tutti gli esseri umani (che si differenzia indi-vidualmente secondo il diverso patrimonio genetico e culturale), tende sempre a ricostituirsi, concentrarsi ed espandersi. Ma anche a generare rancore o invidia in chi il potere non ce lha (Andreotti docet).

Ecco dunque che appare lapalissiano quanto la radice sia psicologica ed esistenziale nelluomo rispetto al po-tere e chi lo incarna o gestisce; ecco dunque il perch dallantichit ai giorni nostri, ci furono tantissime con-giure (alcune molto note, altre meno): una corsa verso il potere amato (per se stessi) ma soprattutto temuto o odiato negli altri, una corsa in cui uomini e donne spes-so non esitano ad eliminare i propri amici o persino i fa-miliari. Ma se tutto il mondo paese e ripete gli stessi schemi di invidia o di rancore, ricerca di complici e di una strategia di complotto e poi lazione, di tutti gli am-bienti a fare da sfondo un luogo spaziale privilegiato da sempre la citt eterna.

Dal tentativo fallito e represso nel sangue di Catilina fino a Virginia Raggi passando per le trame del Rinascimen-to italiano raccontate magistralmente dal Machiavelli - sono molti i grandi personaggi della Storia - e di Roma in particolare - coinvolti in queste congiure.

La congiura pi famosa di Roma quasi come paradig-

ma di tutti i complotti contro il potente di turno rimane quella riuscita contro Giulio Cesare: in realt pochi sanno che Cesare pens di mandare Marco Antonio ad annullare la seduta del Senato! Allora i congiurati invia-rono Decimo Bruto ad esortare Cesare a presentarsi in Senato perch i senatori erano gi da tempo arrivati e lo stavano aspettando. Annullare la seduta a quel punto sarebbe stata unoffesa per i magistrati. Cesare credette a Decimo Bruto, allamico fedelissimo, addirittura no-minato suo secondo erede nel testamento. E qui fu il suo tragico errore secondo i pi.

Passano i secoli e la storia si ripete quasi sempre sotto forma di dramma: non vi , scriveva il lucido Niccol Machiavelli, impresa pi pericolosa n pi temeraria della congiura, perch la difficile e pericolosissima in ogni sua parte. Donde ne nasce che molte se ne ten-tino, e pochissime hanno il fine desiderato. Il filosofo e politico fiorentino non si basava soltanto sulla lunga sequela di congiure e complotti che hanno costellato la storia italiana fin dai tempi appunto - dei Romani; ma parlava anche in qualit di testimone del soffocamento della congiura rinascimentale per antonomasia: quella tentata e fallita ai danni di Cesare Borgia, il Valentino, (figlio di Papa Borgia e fratello dellaltrettanto famosa Lucrezia) presso il quale si trovava e che poi gli ispirer addirittura la sua opera capolavoro: Il Principe.

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Dalla Roma dei papi e dei cardinali, passando per i moti carbonari fino alla prima repubblica (senza dimenti-care gli attentati a Mussolini) il potere temporale ha le sue costanti e tra queste la cultura del sospetto che cresce dentro chi sta al vertice. Quindi cosa dedurre da una capitale che ha visto succedersi ben 62 governi in 68 anni di storia repubblicana? Tanto basta da lasciar pen-sare che Roma il posto ideale nel tempo e nello spazio dove la decapitazione virtuale del potente di turno uno sport non solo ampiamente praticato ma che riesce con successo con numeri da primato mondiale. Senza timore di smentite. E da qui la cultura crescente del so-spetto.

Arriva poi la fase discendente della seconda repubblica da Monti e Letta prima, allascesa di Matteo Renzi (co-stretto continuamente a rassicurare il suo predecessore su Twitter - Stai sereno). Infine Beppe Grillo.

Ecco arrivare i neofiti per antonomasia: i grillini e con la loro imponente ondata, la sindaca Virginia Raggi. Le vicende e il sospetto allora assumono sempre pi il sapore di un romanzo che va avanti tra farsa isterica e durezza di principi enunciati. Tale Serenetta Monti la prima vittima nota a Roma del sistema 5 stelle: calunnie, delazioni, esposizioni alla gogna del web e chiacchie-re velenose soffiate nelle orecchie dei leader nazionali, Grillo e Casaleggio. Perch la congiura nelle democrazie moderne, tecnologiche e mediatiche del xxi secolo non si serve pi di rozze armi materiali come fino nel tormentato Rinasci-mento italiano ma non per questo meno efficaci, risolutive e crudeli.

E allora di questi giorni linsieme di notizie per cui pian piano emerge mediaticamente e giudiziariamente il triangolo indissolubile tra Raggi-Romeo-Marra (a cui si aggiunge lex vicesindaco Frongia, gi rilevato dallex capo di gabinetto Carla Raineri) che stato al centro di un fiume crescente di polemiche e risentimento allin-terno del movimento pentastellato fino ad assumere agli occhi della sindaca sempre pi i colori, i toni e in-fine i contorni della pi classica e crudele delle congiu-

re ordite nellombra a suo danno: quella che scaturisce dallinterno del proprio partito.

Ma le congiure anche nel xxi secolo, anche nella Capita-le a gestione grillina, per essere efficaci richiedono due livelli di comunicazione: uno ufficiale di lealt assoluta di fronte alla vittima ed uno carbonaro tra i congiu-rati. Ecco quindi a completare il puzzle della vicenda tra il farsesco e il romanzo giudiziario i messaggi che Marra e Romeo si scambiano perfino alle due di notte; il segno di unassoluta confidenza, rivelando un dato sconcertante: dei quattro amici al bar, per chiamarlo come si erano nominati essi stessi sulla famosa chat di WhatsApp, almeno due (Marra e Romeo) giocavano unaltra partita la loro. E quando Raffaele Marra, detenuto dal 16 dicembre per unaltra inchiesta che lo chiama a rispondere del reato di corruzione, sar inter-rogato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sosti-tuto Francesco DallOlio, molte domande prenderanno probabilmente spunto proprio dallesistenza evidente di due diversi livelli nel famoso raggio magico tan-to da poterlo definire un raggi(ro) magico ad opera dei due funzionari.

Con i due funzionari in qualche modo al comando del gruppo e sindaca e vicesindaco (Daniele Frongia che ha poi rinunciato allincarico) che finiscono nei fatti in un ruolo gregario. E il meccanismo turpe della gogna in rete, dove le armi mediatiche prima e giudiziarie poi hanno un che di geniale e di cinico al tempo stesso, con-vergendo in una sua pervicacissima efficacia. Perch la gogna lalfa e lomega dellelettore del movimento e quindi il cuore del movimento stesso.

Alcuni di questi intrighi nella storia di Roma vanno a segno, mentre la maggior parte fallisce per colpa del solito traditore pronto a vendersi alla vittima di tur-no, congiurando contro la stessa congiura.

Sulla pericolosit di portare avanti certe imprese concor-dava -per una volta - lo storico Francesco Guicciardini, che normalmente la pensava in modo antitetico a Ma-chiavelli, (non esistono leggi storiche generali; gli eventi cambiano continuamente e luomo deve essere in grado di discernere le loro particolarit adattandole al suo agi-re) non aveva dubbi: Non si possono fare le congiure sanza compagnia di altri, e per sono pericolosissime; perch, essendo la pi parte degli uomini o imprudenti o cattivi, si corre troppo pericolo a accompagnarsi con persone di simile sorte: a prescindere da qualsiasi vi-sione della storia o a quale partito si appartenga, ecco perch le cospirazioni, almeno a Roma, probabilmen-te non finiranno mai.

aprile 2017 34IlFattoGiornaliero.it

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PRODI: POPULISMI FENOMENO IN CRESCITA. ANTICIPARE TRUMP

Il professore sollecita lUnione Europea a ri-spondere alla sfida dei nascenti populismi da Trump alla Brexit. Parla di anticipare il neo presidente eletto americano nellapertura nei confronti della Russia di Putin. Spiega che il malessere si impadronito della classe media e anche di quella operaia. Esclude un suo ritorno in politica ma possibilista sullutilit della ri-costituzione dellUlivo.

Romano Prodi invita lEuropa a rispondere alle dichiarazioni di Donald Trump che, avverte, segnano una rivoluzione nei rapporti con lUe, e propone di revocare le sanzioni alla Russia per non lasciare al neo-presidente Usa un rapporto privilegiato con Mosca.

In unintervista alla Stampa, lex presidente della Commissione ha lamentato che lEuropa per ora e inesistente di fronte alla novita confermate Trump al suo insediamento: A me ha meravigliato che nessuno abbia avvertito lurgenza di un vertice straordinario, ha annotato Prodi.

Lex premier suggerisce allUe un contropiede dicendosi fortemente convinto della necessita di togliere immediatamente le sanzioni alla Russia

e, nel caso di allentamento dellimpegno Usa nella Nato, chiede di preparare subito un progetto comune di difesa europea. Quanto alla mancata reazione della Germania alle dichiarazioni di Trump, Prodi lo lega allidea che possa essere la Germania a voler abbandonare leuro. Comincia a nascere in me il dubbio che la Germania si tenga una strategia di riserva: fare da sola, ha affermato.

Ritorno allUlivo? Pu essere un elemento di coesione Non esiste assolutamente la possibilit di un ritorno in campo di Romano Prodi, ma in un mondo pieno di crepe lUlivo pu tornare a essere un elemento di coesione politica e sociale. Lo dice lo stesso ex presidente del Consiglio a la Stampa. Ho grande fiducia in Gentiloni, dice tra le altre cose Prodi.

Lex premier parla di malessere della classe media, ma anche operaia e si rivolge alla sinistra spiegando che si deve muovere anzitutto cercando di capire che cosa accade. Trump si impadronito di questo malessere, pur appartenendo lui e i suoi principali collaboratori alla parte privilegiata della societ americana. Il malessere tale che basta la denuncia, anzi la denuncia pi nuda e meglio . Se la denuncia ha radici ideologiche non funziona.

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FACEBOOK, PARTE ANCHE IN EUROPA LA CACCIA ALLE FAKE NEWS

Facebook ha annunciato lintroduzione di misure e sistemi per contrastare la diffusio-ne di bufale in Germania, Paese in cui tra qualche mese si terranno le elezioni poli-tiche. Il social network ha annunciato che il centro di ricerche sullinformazione Cor-rectiv avr la responsabilit di controllare la veridicit delle notizie diffuse su Facebook, e che spera di coinvolgere presto altri me-dia. Alcuni aggiornamenti serviranno a fa-cilitare la segnalazione di notizie false, ha detto Facebook.

I FILTRI anti-bufale di Facebook sono pronti al varo. E secondo una indiscrezione del Financial Times, poi confermata dal social, i tedeschi saranno i primi a testarne le capacit al di fuori degli Stati Uniti. Una scelta non casuale, che ambisce a essere tempestiva, dato che alla fine di questanno in Germania si terranno le attese elezioni federali. Cos Fb spera di mettere gli utenti teutonici in guardia dalle notizie false che da tempo stanno circolando tanto sia sul network di Mark Zuckerberg che su siti esterni.

Lo scenario tedesco. Infatti, stando a quanto rivela unanalisi di BuzzFeed News, le storie scritte sia in inglese sia in tedesco che hanno ottenuto maggior popolarit sulle piattaforme sociali nellanno appena trascorso sono degli articoli ingannevoli che riguardano Angela Merkel. E, in particolare, le sue politiche relative allemergenza rifugiati. Molti di questi siti, scrivono i due giornalisti autori dellindagine, mixano un legittimo contenuto politico di parte con informazioni false e cospirazioniste, soprattutto su Islam e rifugiati, in modo da suscitare passione e

aumentare il coinvolgimento. Lobiettivo screditare il lavoro della cancelliera. Una situazione che preoccupa Berlino. A tal punto che il mese scorso la coalizione di governo ha pensato di introdurre una nuova legge: previste multe fino a 500mila euro alle aziende che, operando nel settore dei social media, dopo una segnalazione non provvedono a rimuovere una notizia falsa entro 24 ore.

Un problema globale. Sembra un film gi visto negli Stati Uniti, dove la campagna presidenziale statunitense stata dominata dalle cosiddette fake news. Un bacino di disinformazione che, per alcuni commentatori, avrebbe preparato il terreno allelezione del repubblicano Donald Trump. In Italia, la situazione non di certo migliore. Lo dimostra linchiesta di Attivissimo e Puente sui fabbricatori di bufale. E anche la presunta dichiarazione (Necessario che gli italiani facciano dei sacrifici) del neo eletto presidente del Consiglio Paolo Gentiloni diventata virale in poche ore, mai pronunciata. Per non parlare della notizia falsa che prima di Natale stata alla base di tensioni tra il ministro della Difesa del Pakistan e quello dIsraele. Un problema globale. Per questo Facebook cos come le altre compagnie

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digitali sta cercando di correre ai ripari. Una decisione che accompagna la recente scelta del social di impegnarsi apertamente nel giornalismo.

Facebook, Zuckerberg ammette: Siamo una media company

Come ti costruisco una bufala sul web

Come funziona. I nuovi strumenti anti-bufala di Facebook dovrebbero essere disponibili per gli utenti tedeschi nelle prossime settimane. Funzioneranno cos: gli utilizzatori del social avranno la possibilit di segnalare sempre pi facilmente le sospette notizie false. Queste segnalazioni verranno poi inoltrate a compagnie di fact checking di base in Germania che hanno siglato laccordo Poynters International Fact Checking Code of Principles, tra cui Correctiv. Se larticolo ritenuto falso, sar contrassegnato da un marchio e accompagnato da una spiegazione

su come si arrivati a tale conclusione. Inoltre, Facebook rafforzer le politiche che minano le ragioni economiche alla base della produzione di fake news. E dovrebbe avvisare lutente quando sta condividendo una baggianata che vedr la propria visibilit diminuita, comparendo sempre pi in basso sulla nostra bacheca.

Facebook: Segnalate i post falsi. Il clic anti-bufale che divide il web

Impareremo da questi test, li proseguiremo ed estenderemo nel tempo, ha scritto ine Kerr, manager of journalism partnerships del social, in un post sul blog della compagnia. La Germania , quindi, solo la prima tappa. Se funzioneranno, lo sapremo presto. Perplessit suscita pure la facolt di lasciare a Facebook e compagnie affiliate di decidere che cosa disinformazione. Del resto, come ha annotato il sociologo Evgeny Morozov in una recente intervista a Repubblica: Finch ci sar libert di espressione, ci saranno anche notizie false

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GRADIMENTO POLITICI LOCALI: PRIMA LA APPENDINO, PENULTIMA LA RAGGI

Sondaggio IPR Marketing condotto per il Sole24Ore stila una classifica tra gli amministratori locali (comu-ni e regioni) pi graditi e meno. E balzano agli occhi le posizioni delle due sindache del M5Stelle: Appendino (Torino) la prima e Raggi (Roma) in penultima posizio-ne. Ben piazzato risulta anche Pizzarotti (fuoruscito dal Movimento grillino) che amministra Parma. I governa-tori. Lindagine di Ipr ha riguardato anche i presidenti di Regione. Tra i governatori primeggia il Veneto con Luca Zaia (Lega) al primo posto col 60% dei consensi, seguito da Enrico Rossi (Pd), a capo della Toscana.

Due sindache, entrambe del M5S, ma ai poli opposti della classifica. La prima cittadina di Torino, Chiara Appendino, vince la Governance Poll 2017, il sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Il Sole 24 Ore sul gradimento dei politici locali da parte dei cittadini. Quella di Roma, Virginia Raggi, sprofonda in penultima posizione, al 103esimo posto. Peggio di lei solo Maria Rita Rossa, sindaca piddina di Alessandria, fanalino di coda per il quarto anno consecutivo (ma il Comune piemontese in dissesto finanziario dal 2012).

Sul podio. In particolare, Appendino realizza una crescita di 7 punti e mezzo rispetto al consenso ottenuto nel giorno dellelezione (a giugno 2016) e ottiene il 62%. Al secondo posto si piazza il sindaco di Firenze del Pd Dario Nardella con il 61%, mentre spicca in terza posizione con il 60,5% lex grillino Federico Pizzarotti, alla guida del Comune di Parma, uscito definitivamente dal Movimento a ottobre scorso dopo un braccio di ferro durato cinque mesi.

Sala trentesimo. Buono il piazzamento al quarto posto di Damiano Colletta, il primo sindaco non di centrodestra di Latina dal 1993, e a pari merito di Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli che risale dalle posizioni di coda delle ultime edizioni del sondaggio. Sorprende inoltre il decimo posto del sempreverde Clemente Mastella, eletto a giugno sindaco di Benevento, mentre Beppe Sala a Milano solo trentesimo, con il 55% dei consensi, pi di tre punti in meno rispetto al risultato del suo predecessore Giuliano Pisapia.

Appendino-Raggi a confronto. Ma il dato pi stridente,

come accennato allinizio, la caduta verticale di Raggi nella Capitale: una flessione inarrestabile verso il basso che le fa perdere circa un terzo del consenso ottenuto alle elezioni della scorsa primavera (-23,2%) e la pone al penultimo posto con il 44% di cittadini romani soddisfatti. proprio il confronto fra Torino e Roma ad offrire gli spunti pi interessanti per i Cinque Stelle. La distanza fra le due sindache ribalta il risultato delle urne, a suo tempo molto pi generoso con Raggi che con Appendino, e misura le profonde divergenze nei metodi di conduzione delle due citt: pi graduali i cambiamenti della sindaca del capoluogo piemontese, che per ha ricevuto in dote un Comune ben amministrato. Pi dimpatto le scelte di Raggi che per, unite ad alcuni errori clamorosi nella scelta della sua squadra, hanno reso ancora pi difficile il compito di governare una metropoli con problemi enormi dai trasporti, alla pulizia, alla manutenzione delle strade, alla sicurezza ereditati dalle giunte precedenti.

I governatori. Lindagine di Ipr ha riguardato anche i presidenti di Regione. Tra i governatori primeggia il Veneto con Luca Zaia (Lega) al primo posto col 60% dei consensi, seguito da Enrico Rossi (Pd), a capo della Toscana, che guadagna il 9% rispetto alla precedente rilevazione e si ferma al 57%. Medaglia di bronzo al presidente della Lombardia Roberto Maroni (Lega) che arriva al 54% (+11,2%). Alle ultime tre posizioni i governatori di centrosinistra del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani

(-6,4%), della Sardegna Francesco Pigliaru (-12,5%) e della Sicilia Rosario Crocetta (-3,5%). In generale, rileva il dossier, il consenso dei cittadini verso i presidenti di regione si attesta in media al 43%, sotto il livello di sufficienza.

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BARACK OBAMA FA IL SUO DISCORSO DI COMMIATO

Obama fa il suo discorso di addio alla presi-denza degli Stati Uniti dAmerica ricordando lo slogan che scand la sua prima campagna presidenziale: Yes we can!. Rivendicando con forza che: Oggi lAmerica migliore; in particolare ha evidenziato la legalizzazione delle nozze gay e in economia il salvatag-gio dellindustria dellauto. Obama ha voluto questa cerimonia nella sua Chicago citt da cui era partito otto anni fa, in un bagno di folla davanti a 20 mila persone festanti. Infine a rin-graziato la first Lady Michelle. Sar ricordato per essere stato il primo presidente di colore della storia americana.

Yes we can!. Con lo slogan che lo ha portato alla presidenza nel 2008 Barack Obama conclude il suo discorso di addio alla nazione, rilanciando quellappello davanti a migliaia di persone riunite a Chicago, la citt dalla quale part la sua avventura. Ma stavolta, davanti a 20 mila persone in delirio, aggiunge: Yes we Did. S, perch oggi lAmerica migliore, rivendica. Perch negli ultimi otto anni il cambiamento c stato: Lo abbiamo fatto, lo avete fatto. Due esempi su tutti: la legalizzazione delle nozze gay e il salvataggio dellindustria dellauto, sullorlo della bancarotta dopo la grande crisi. Dopo otto anni alla Casa Bianca, la prima first family afroamericana nella storia degli Stati Uniti saluta gli americani un lungo emozionato abbraccio tra Barack e Michelle, poi un lungo bagno di folla tra strette di mano e abbracci. Ma lelenco dei risultati raggiunti nel corso dei suoi due mandati presidenziali non il cuore dellultimo discorso da presidente. Il cuore del messaggio piuttosto sui valori che rendono lAmerica eccezionale e che non vanno traditi in nessun modo. E per i quali lui continuer a combattere anche fuori dalla Casa Bianca: E stato un onore servire gli americani, non mi fermer. Continuer a farlo per il resto dei miei giorni. Le standing ovation non si contano. Le lacrime in platea e in tribuna scendono copiose. Anche Obama pi volte appare decisamente commosso. Come quando viene scandito in coro

four more years, quattro anni ancora. Non cita mai Donald Trump, se non per dire che far di tutto per agevolare la transizione con il suo successore. Ma afferma chiaro e forte come il futuro del Paese dipenda proprio dalla salvaguardia di quei principi di libert, uguaglianza, democrazia che furono dei padri fondatori, e che in questa fase soprattutto la minaccia del terrorismo rischia di intaccare. Cos sottolinea che non accetter mai qualunque discriminazione contro i musulmani in America. Anche perche lIsis sar sconfitta sottolinea solo se non prevarr la paura e si sapranno salvaguardare proprio quei valori che il terrorismo vuole distruggere. E ancora Obama mette in guardia da un ritorno indietro sul fonte delle discriminazioni razziali nei confronti di tutte le minoranze, a partire da quella afroamericana: Servono le leggi, anche se queste non bastano. Devono cambiare i cuori. Anche negare i cambiamenti climatici altra stoccata al suo successore sarebbe tradire le generazioni future e lo spirito del Paese. E poi il monito a non trasformare lAmerica come altre potenze che definisce rivali: la Russia e la Cina. Paesi che non possono eguagliare la nostra influenza nel mondo afferma a meno che non siamo noi a mollare quello in cui crediamo e ci trasformiamo in un altro grande Paese che fa il prepotente con i vicini pi piccoli. Ringrazia infine la first lady Michelle: Sei la mia migliore amica. Mi hai reso orgoglioso, hai reso orgogliosa lAmerica. E i riflettori si spengono.

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PARTE IL GOVERNO GENTILONI, OGGI LA FIDUCIA.

Il neo premier parte affermando che ci sono delle difficolt e che il primo nodo da scio-gliere di cercare la pi vasta intesa possibile sulla nuova legge elettorale. La squadra vede spostato Alfano agli esteri ed entra Minniti agli Interni, la Finocchiaro al posto della Bo-schi, Valeria Fedeli sostituisce la Giannini allistruzione. Fuori i verdiniani che non so-sterranno il governo.

Il neo premier parte affermando che ci sono delle difficolt e che il primo nodo da sciogliere di cercare la pi vasta intesa possibile sulla nuova legge elettorale. La squadra vede spostato Alfano agli esteri ed entra Minniti agli Interni, la Finocchiaro al posto della Boschi, Valeria Fedeli sostituisce la Giannini allistruzione. Fuori i verdiniani che non sosterranno il governo. l presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e i ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella pronunciando la formula di rito nel salone delle feste. Lesecutivo ora nella pienezza dei poteri. Gentiloni terr le dichiarazioni programmatiche del governo nellAula della Camera alle 11. La conferenza dei capigruppo convocata per le 9:30.Cinque giorni dopo le dimissioni di Matteo Renzi, nasce cos il governo Gentiloni. Gentiloni ha sciolto la riserva in un colloquio di unora con il capo dello Stato Sergio Mattarella e ha presentato la lista dei ministri. Sono 18, di cui 5 senza portafoglio. Maria Elena Boschi sar sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In mattinata la presentazione in Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, per la fiducia che sar votata entro mercoled per consentire al neopremier di rappresentare lItalia al Consiglio europeo di gioved a Bruxelles. Dodici le conferme rispetto al governo Renzi. La principale novit il passaggio di Angelino Alfano dal Viminale alla Farnesina, mentre il nuovo ministro dellInterno Marco Minniti. Solo tre i volti del tutto

nuovi rispetto alla compagine di Renzi. Oltre a Minniti, diventa ministro Anna Finocchiaro, gi presidente dei senatori del Pd, ai Rapporti con il Parlamento, per seguire il confronto difficile sulla riforma elettorale; mentre a Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato del Pd, va la responsabilit dellIstruzione al posto di Stefania Giannini che lascia il governo. Con quello di Alfano dallInterno agli Esteri, sono poi tre i cambi di casella allinterno dellesecutivo: a Claudio de Vincenti, finora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, va il nuovo ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno; Luca Lotti passa da sottosegretario alla presidenza con delega allEditoria a ministro dello Sport. Sono 12 su 18 i ministri confermati nello stesso incarico: Padoan allEconomia, Orlando alla Giustizia, Pinotti alla Difesa, Calenda allo Sviluppo Economico, Delrio alle Infrastrutture, Poletti al Lavoro, Lorenzin alla Salute, Franceschini ai Beni culturali, Martina alle Politiche Agricole, Galletti allAmbiente, Madia alla Pa, Costa alle Regioni.Ho fatto del mio meglio per formare il nuovo governo nel pi breve tempo possibile, per aderire allinvito del presidente della Repubblica e nellinteresse della stabilit delle istituzioni alla quale guardano gli italiani ha detto Gentiloni al Quirinale Come si vede dalla sua struttura, il governo proseguir nellazione di innovazione svolta dal governo Renzi e nel contempo si

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adoperer per facilitare il lavoro delle diverse forze parlamentari volto a individuare nuove regole per la legge elettorale. Mentre il nuovo presidente del Consiglio presenta la lista dei ministri a Mattarella, sulla sua strada scoppia la prima grana. Viene da Denis Verdini che, a nome di Ala e Scelta Civica (18 senatori che potrebbero essere decisivi a Palazzo Madama), minaccia di non votare la fiducia senza una adeguata rappresentanza. Ovvero senza la responsabilit di un ministero che, nella lista del nuovo governo, non c. Non voteremo la fiducia a un governo fotocopia che sarebbe stato pi comprensibile se fosse stato un Renzi-Bis. Il nuovo esecutivo deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilit, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a questultimo principio, scrivono in una nota Verdini e Enrico Zanetti. Parole che non hanno cambiato le intenzioni del nuovo premier. Il governo a Palazzo Madama non avr alcun problema di numeri malgrado la defezione di Ala e Sc, e la maggioranza sar comunque solida, ampia e autonoma, come abbiamo dimostrato tante volte, prevede Paolo Naccarato, senatore di lungo corso ora nel gruppo Autonomie e Libert. Buon lavoro a Paolo Gentiloni e al governo.

Viva lItalia, ha scritto in un tweet Matteo Renzi pochi minuti prima che Gentiloni annunciasse di aver sciolto la riserva. Dure le prime reazioni dellopposizione. Non consentiremo al fantasma Gentiloni di demoralizzarci, il nostro momento sta arrivando. Hanno paura del voto. Hanno fabbricato lennesimo governo in provetta, pensando di poter fermare la rivoluzione gentile che compiono i cittadini italiani ogni volta che sono chiamati a votare. Ma non ci riusciranno. Si stanno scavando la fossa con le loro stesse mani, scrive su Facebook il vicepresidente della Camera del M5s, Luigi Di Maio. Pensano di poter tirare a campare fino alla pensione parlamentare (settembre 2017) e intanto faranno le nomine nelle grandi aziende di Stato. Sono degli illusi. Pi lasceranno Gentiloni a Palazzo Chigi, pi il loro consenso croller e saranno costretti a mollare. M5S E LEGA, che non hanno partecipato alle consultazioni, vanno ALLATTACCO: Matteo Salvini ha fatto sapere che la Lega resta sullAventino e non parteciper ai voti di fiducia. Mentre Beppe Grillo annuncia che entro il 24 gennaio (data delludienza della Consulta sullItalicum) i cinque stelle scenderanno in piazza.

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REFERENDUM COSTITUZIONALE: VINCE IL NO

Non passa la riforma costituzionale voluta dal premier Matteo renzi: i no prevalgono deci-samente sui si per 60% contro il 40%. Ana-lizzando il voto per regione, le uniche in cui prevalso il Si sono state tre: Toscana, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Se invece si va a guardare il voto per adesione partitica hanno votato in massa per approvare la riforma pro-posta solo gli elettori del PD. Alta laffluenza al voto: si sono recati alle urne il 69% degli aventi diritto.Il presidente del Consiglio Matteo Ren-zi annuncia le sue immediate dimissioni.

Gli italiani hanno deciso: la riforma costituzionale del governo non diventer legge. Con il No attestato attorno 60%, il referendum confermativo della legge Boschi si concluso nel peggiore dei modi per il premier Matteo Renzi, che subisce una sconfitta pesantissima e che a poco pi di unora dalla chiusura dei seggi annuncia le proprie dimissioni: Non sono riuscito a portare il S alla vittoria. Lesperienza di questo governo finisce qui, ce ne andiamo senza rimorsi. Domani pomeriggio (oggi per chi legge) riunir i ministri, poi salir dal presidente della Repubblica e rimetter il mandato. Renzi, in quello che potrebbe essere il suo ultimo intervento nella sala stampa di Palazzo Chigi da premier pienamente in carica, ha espresso soddisfazione per la grande affluenza alle urne, ha parlato di festa della democrazia e ha riconosciuto il successo alle forze politiche che compongono il variegato fronte del No lanciando loro la palla della nuova legge elettorale che si render necessaria per il Senato, dato che lItalicum stato concepito per la sola elezione della Camera: Tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie.

Le mosse di Renzi e del Pd

Prima di prendere la parola davanti alle telecamere, il premier aveva affidato ad un tweet il suo primo pensiero a caldo: Grazie a tutti, comunque. Non ha rinunciato a un pizzico di ironia, aggiungendo un Arrivo, arrivo con tanto di faccina sorridente, autocitazione del tweet postato il 21 febbraio 2014, giorno dellinsediamento al governo, poco prima di recarsi al Quirinale per il giuramento. Ora al Quirinale dovr tornare, ma in un clima decisamente diverso. Abbiamo dato agli italiani una chance di cambiamento ha sottolineato ancora Renzi ma non ce labbiamo fatta. Abbiamo ottenuto milioni di voti ma non sono sufficienti: volevamo vincere, non partecipare. Mi assumo ogni responsabilit della sconfitta. Il vicesegretario Lorenzo Guarini ha gi annunciato la convocazione per marted dei massimi organismi del partito al Nazareno per una valutazione politica del risultato e delle strategie da adottare per il prosieguo della legislatura. Il timone passa in ogni caso nelle mani del presidente Mattarella che dovr trovare un nome in grado di raccogliere una maggioranza per un governo che traghetti la legislatura al suo termine. In pole position il ministro dellEconomia, Pier Carlo Padoan.Intanto gioiscono gli avversari del premier. Grande la soddisfazione del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, tra i principali sostenitori del No: Noi siamo pronti a votare il prima possibile con qualunque legge elettorale perch

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se gli italiani vogliono scelgono un governo. Noi siamo pronti e pensiamo di poter vincere. Secondo il capogruppo dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, il Pd ha la maggioranza ed ha il dovere di fare un altro governo visto che in Parlamento ha la maggioranza ma senza Renzi. Silvio Berlusconi non ha commentato davanti alle telecamere ma una sua dichiarazione stata riportata da fonti parlamentari: Renzi per una volta ha mantenuto la parola, aveva detto che si sarebbe dimesso e lo ha fatto. Gli italiani hanno deciso: la riforma costituzionale del governo non diventer legge. Con il di No attestato attorno 60% , il referendum confermativo della legge Boschi si concluso nel peggiore dei modi per il premier Matteo Renzi, che subisce una sconfitta pesantissima e che a poco pi di unora dalla chiusura dei seggi annuncia le proprie dimissioni: Non sono riuscito a portare il S alla vittoria. Lesperienza di questo governo finisce qui, ce ne andiamo senza rimorsi. Domani pomeriggio (oggi per chi legge