Indicatori di Risultato Sia nella fase di controllo preventivo, o programmazione, che in quella di...
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Indicatori di RisultatoSia nella fase di controllo preventivo, o programmazione,
che in quella di controllo successivo (“a consuntivo”), è utile poter disporre di
indicatori delle prestazioni aziendalicioè di “elementi”:• singoli e misurabili• capaci di segnalare “sinteticamente” , cioè con un
semplice valore numerico• quanto bene (o male) è andata o sta andando la
gestione aziendale (o un processo o attività)Si noti che il termine “indicatore” ci dice che stiamo
misurando non proprio la prestazione che ci interessa (es.: la capacità di essere innovativi), che magari è difficile da esprimere o misurare, ma qualcosa che “indica” il suo andamento (es.: il n° di nuovi modelli commercializzati)
Indicatori di risultato economicoLa capacità di creare valore è fondamentale per le imprese:
una delle prime esigenze di misurazione che si è avvertita è stata, infatti, quella di misurare il “reddito” di periodo (utile o perdita) che è il “risultato” per antonomasia
Anche nel caso del risultato economico di esercizio, in realtà, siamo di fronte ad un indicatore: è il valore che – sulla base di determinate ipotesi e valutazioni – riusciamo a “costruire” col conto economico ed “attribuire” all’esercizio (risultato di competenza economica)
Come si fa dire se il risultato economico conseguito nell’esercizio è buono? rispetto a che cosa?
Indicatori e “numeri indice” (ratios)Un modo per rendere confrontabile un valore è quello di
“relativizzarlo”, rapportandolo a un altro valore (creando, cioè, un “indice”, in inglese – ricalcato sul latino - “ratio”)
Si può fare in due modi:• confrontarlo con un parametro-obiettivo che fa da unità
di misura (es.: il valore dell’anno prima)• parametrarlo rispetto ad una dimensione prestabilita
Es.: l’impresa A ha un utile di 100, l’impresa B di 200; quale ha avuto il risultato “migliore”?
Possiamo pensare di “relativizzare” l’utile rispetto alla “grandezza” dell’impresa (misurata, ad es., dal valore dell’Attivo) o rispetto al denaro che gli azionisti hanno investito nell’impresa (i Mezzi Propri o Capitale Netto)
Indicatori ec./fin.:ROI e ROEIn particolare, si possono calcolare due principali indicatori di
redditività:• ROI (Return On Investment)
Risultato Operativo (o Margine Operativo Netto)Capitale Investito (Totale Attivo)
Il RO (o MON) altro non è che il risultato economico al lordo dei costi per interessi passivi (OF) e della gestione straordinaria e fiscale
Indica la ricchezza che l’impresa produce con la sua gestione caratteristica ed ordinaria, senza considerare le conseguenze delle scelte di finanziamento (se e quanto ricorrere al capitale di debito), degli eventi straordinari e delle imposte (che dipendono dal Paese in cui si opera)
• ROE (Return On Equity)Reddito Netto
Capitale Proprio(rispetto al ROI, si toglie dal numeratore il reddito e dal denominatore il
capitale di pertinenza dei terzi finanziatori)
SCHEMI DI CONTO ECONOMICO E STATO PATRIMONIALE SEMPLIFICATI
CONTO ECONOMICO
RICAVI
- COSTI OPERATIVI .
= MARGINE OPERATIVO NETTO
- ONERI FINANZIARI
= REDDITO NETTO
(PER SEMPLICITA’, SI IPOTIZZA CHE NON VI SIANO COMPONENTI STRAORDINARI E IMPOSTE)
STATO PATRIMONIALE
ATTIVO MEZZI
PROPRI
(EQUITY)
MEZZI DI
TERZI
(DEBT)
(A=D+E)
Relazione tra ROI e ROETrascurando, per semplicità, i componenti straordinari di
reddito e le imposte, la relazione algebrica tra ROI e ROE mette in luce la cd
LEVA FINANZIARIA
ROE = ROI + D / E x (ROI –r)
ROE = RN / E r = OF / DROI = MON / (D +E) RN = MON - OF
es.: E = 1000 D = 1000 MON = 200 r = 5%RN = (200 – 5% x 1000) = 150 ROI = 200/2000 = 10%
ROE = 10% + 1000 / 1000 x (10% -5%) = 15% (= 150/1000)
se E = 500 e D = 1500 RN = (200 – 5% x 1500) = 125ROE = 10% + 1500 / 500 x (10% -5%) = 25% (= 125/500)
Leva Finanziaria, ROI e ROECome si nota, finchè il costo del capitale di terzi (r) è
inferiore al ROI, è conveniente sostituire capitale di debito (D) a capitale proprio (E)
Quanto minore è il capitale proprio rispetto al capitale investito:
1. tanto più aumenta il rischio per gli azionisti, ai quali, come noto, va solo il reddito residuale:
es.: E = 1000 D = 1000 MON = 60 r = 5%RN = (60 – 5% x 1000) = 10 ROI = 60/2000 = 3%
ROE = 3% + 1000 / 1000 x (3% -5%) = 1% (= 10/1000)
se E = 500 e D = 1500 RN = (60 – 5% x 1500) = - 15ROE = 3% + 1500 / 500 x (3% -5%) = -3% (= -15/500)
La leva, cioè, agisce anche nel senso di peggiorare ancora di più risultati poco soddisfacenti o negativi ! (segue)
Leva Finanziaria, ROI e ROE2. (segue) tanto più le banche pretenderanno interessi (r)
elevati e tanto meno facilmente concederanno credito A parte “l’effetto leva”, ROI e ROE possono essere utilizzati
come indicatori di prestazioni:ROE per l’impresa nel suo complesso (o Gruppo
aziendale)le scelte di finanziamento (cioè la proporzione tra E e D) sono decise al livello corporate
ROI singola area di business (es.: divisione; impresa facente parte di un gruppo)la redditività operativa, infatti, dipende (oltre che dalla bravura dei manager) dalle condizioni competitive della singola combinazione prodotto /mkt (o area d’affari)
La scomposizione del ROI: ROS e Indice di Rotazione delle Vendite
Il ROI può avere un certo valore perché il fatturato è molto elevato rispetto al capitale investito, oppure perché il margine unitario sui prodotti venduti è elevato:
ROI = MON / A A = Attivo = (D + E)
Algebricamente, moltiplicando e dividendo A per il valore delle Vendite o per il Valore della Produzione (VdP):
ROI = MON / VdP x VdP / A es 1: MON = 200 A = 2000VdP = 500
ROI = 200 / 500 x 500 / 2000 = 10%= 0,40 (o 40%) x 0,25 (o 25%)
MON / VdP = margine percentuale sul fatturato o ROS (return on sales)
VdP / A = rotazione dell’attivo
ROS e Indice di Rotazione delle Vendite
ROS e indice di rotazione dell’attivo possono variare nel tempo per la stessa impresa, ma dipendono in grande parte dal settore di attività e dalla “politica” di vendita
Ad esempio, una gioielleria, rispetto a un supermercato alimentare, avrà un più elevato margine sul fatturato (ROS), ma una minore rotazione delle vendite:
ROI = MON / VdP x VdP / A supermercato: MON = 100 A = 1000 VdP = 500ROI = 100 / 500 x 500 / 1000 = 20% x 50% = 10%
gioielleria: MON = 200 A = 2000 VdP = 500ROI = 200 / 500 x 500 / 2000 = 40% x 25% = 10%
Indicatori finanziari: limitiGli indicatori di prestazione economico-finanziari (ROE, ROI, etc.) si
basano su dati tratti dalla CoGeDi conseguenza, i loro principali limiti sono:• scarsa tempestività: perché richiedono
– La rilevazione delle transazioni “fisiche”– La loro valorizzazione economica– L’aggregazione dei dati contabili nel bilancio– Il calcolo degli indici sulla base dei dati di bilancio
• orientamento al passato e al breve periodo (anziché al futuro e al lungo periodo): – Sono basati su dati passati– Favoriscono iniziative (es.: risparmi su manutenzioni,
formazione, ricerca) che aumentano il risultato di periodo ma compromettono la competitività futura
– penalizzano gli investimenti (gli indici aumentano se diminuisce il denominatore: ROE: capitale proprio; ROI: capitale investito)
Indicatori non finanziariPer superare i limiti degli indicatori di prestazione
economico-finanziari (ROE, ROI, etc.) la soluzione può consistere nell’integrare il sistema con indicatori di tipo non finanziario, che misurano:
• le prestazioni attuali dell’impresa rispetto ai principali fattori critici di successo (FCS) o fonti di differenziale competitivo: qualità dei pdt o dei processi; tempi di risposta al mkt; produttività (efficienza); flessibilità, etc.
• lo stato delle risorse dell’impresa: ad es., in termini di turnover (ricambio) dei dipendenti; riconoscibilità del marchio; livello di ricerca e sviluppo (R&D)
Gli indicatori non finanziari sono poco standardizzabili, perché per ogni impresa i FCS possono essere diversi e molto specifici
Ogni impresa deve sviluppare il proprio sistema di indicatori
Indicatori non finanziari: vantaggi ed esempi• Tempestività: ad es., è possibile controllare giorno per
giorno la percentuale di scarti di lavorazione in un reparto, mentre la valorizzazione economica richiede di calcolare tutti i dati di costo del reparto
• Orientamento al lungo periodo: ad es., se il principale vantaggio competitivo dell’impresa è il basso costo (che dipende, tra l’altro, dallo sfruttamento di economie di scala e dall’efficienza) buoni indicatori saranno la quota di mercato (quanto l’impresa è “grande” rispetto alle altre) e la produttività (cioè l’efficienza con cui utilizza i principali fattori produttivi)se il FCS è la capacità di proporre nuovi pdt o nuovi modelli di pdt già esistenti, un buon indicatore sarà il tempo di sviluppo (time to market) di nuovi pdt/modelli, dall’ideazione, alla progettazione, alla sperimentazione, all’implementazione della produzione in serie, alla commercializzazione, etc.