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Stili di vita Indagine statistica sugli studenti dell’istituto “P. Scalcerle” Classi 3 e sanitario A.s. 2014-2015

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Stili di vita Indagine statistica sugli studenti dell’istituto

“P. Scalcerle”

Classi 3e sanitario

A.s. 2014-2015

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PRESENTAZIONE

Nel corso dell’anno scolastico 2014/2015, le classi 3e dell’istituto P. Scalcerle

indirizzo chimica e biotecnologie sanitarie hanno svolto un’attività inerente il

laboratorio di igiene: hanno somministrato un questionario inerente vari aspetti

della vita di un ragazzo ad un campione rappresentativo della popolazione

scolastica. Come ci aveva spiegato l’insegnante di laboratorio, si trattava di

imparare a raccogliere dati utili nello studio di una popolazione ed effettuare

un’analisi statistica degli stessi, in modo da rappresentare graficamente gli stili di

vita dei nostri coetanei.

Il lavoro si è svolto seguendo uno schema ben preciso:

- Predisposizione di un questionario contenente domande relative ad alcuni

parametri individuali (peso, altezza, sesso ecc…) e ad alcuni aspetti della vita

quotidiana che possono influire sullo stato di salute attuale o futuro (uso di alcol,

fumo, alimentazione, attività sportiva);

- Distribuzione dei questionari ad un campione di quasi 850 studenti, di tutte le

classi e di entrambi gli indirizzi di studio (tecnico e linguistico);

- Calcolo dell’I.M.C o B.M.I. di ciascuno studente (utilizzando i dati peso e altezza)

per valutare la distribuzione dei valori ponderali sulla popolazione scolastica;

- Inserimento dei dati raccolti in un’applicazione Access appositamente

predisposto dal Sig. Barraco Onofrio;

- Rielaborazione dei risultati mediante programma Excell, sotto la guida della prof.

Galesso;

- Pubblicazione dei risultati.

Riportiamo qui di seguito alcuni grafici che intendono rappresentare i risultati

ottenuti nei vari quesiti e che abbiamo cercato di interpretare.

Speriamo troviate interessante il lavoro e vi ringraziamo dell’attenzione.

Ringraziamo anche gli insegnanti delle varie classi che cortesemente ci hanno

accolto durante le proprie ore di lezione e hanno permesso agli studenti la

compilazione dei questionari e gli studenti stessi che hanno risposto alle nostre

domande...

I ragazzi della 3G e 3H

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Abbiamo chiesto agli studenti di dichiarare peso e altezza, due parametri che ci hanno permesso di

calcolare il BMI o indice di massa corporea secondo la formula:

BMI= peso in Kg: ( altezza in m)2

I risultati ottenuti sono stati confrontati con le classi di BMI proposte dall’ O ga izzazio e Mo diale della Sanità (OMS), qui di seguito riportate in tabella:

Classi

Grave magrezza <16,00

Sottopeso da 16,00 a 18,49

Regolare da 18,50 a 24,99

Sovrappeso da 25,00 a 29,99

Obeso I da 30,00 a 34,99

Obeso II da 35,00 a 39,99

Obeso III >40,00

Si tratta però di classi riferite ad una popolazione adulta e quindi non perfettamente applicabili al nostro

campione la cui età va dai 15 ai 20 anni.

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Mettendo a confronto i due grafici, vediamo come in entrambi i sessi, la maggioranza della popolazione

(75% maschi; 67% femmine) ha un valore di BMI regolare.

Notiamo che in entrambi i grafici presi in esame, sono presenti percentuali significative di persone con

valori di BMI corrispondenti a situazioni di sottopeso e sovrappeso. Si ha una maggioranza del valore

sottopeso (27%) nelle femmine, mentre nei maschi si ha un valore minore (13%). Viceversa nei maschi

troviamo un valore maggiore di sovrappeso (9%), mentre nelle femmine si ha un valore inferiore (3%). Ci si

aspettavano queste differenze perché molto spesso le femmine tengono maggiormente alla propria linea.

Si hanno comunque piccole percentuali di grave magrezza e di obesità lieve: la prima si trova soprattutto

nel grafico delle femmine con una percentuale del 3%, la seconda si trova soprattutto nel grafico dei

as hi o u valo e dell’ %. Questi dati o o po ta o u a g ave p eo upazio e poi h comprendono una piccolissima parte della popolazione, resta il fatto che siano lo stesso da prendere in

considerazione perché potrebbero essere le manifestazioni di situazioni di anoressia o di obesità.

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Dal g afi o possia o osse va e he, sia ei as hi he elle fe i e, p evale l’ali e tazio e mista seguita dal 92% della popolazio e. “i diffe e zia o pe l’ali e tazio e ipe p otei a e vegeta ia a: elle fe i e p evale uella vegeta ia a o il % ispetto all’ipe p otei a he aggiu ge il %, ei as hi p evale l’ipe p otei a o u a pe e tuale del % ispetto alla

vegeta ia a he aggiu ge solo l’ %. I fi e otia o he i e t a i i sessi po o p esa i o side azio e l’ali e tazio e vega a, he aggiu ge solo l’ %.

TIPO DI ALIMENTAZIONE

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L’ali e tazio e ista seguita da aggio pa te della popolazio e, pe h o tie e tutti gli alimenti e non è difficile da seguire.

Negli ultimi anni, si sono sviluppate nuove tipologie di alimentazione come quella iperproteica,

vegetariana e vegana.

La dieta iperproteica che limita il consumo di zuccheri, pane, pasta, riso e cereali e aumenta la

quota di proteine offre il vantaggio di mantenere costanti i livelli di insulina, aumentare il

metabolismo basale e stimolare il dimagrimento. In questo tipo di alimentazione, però vi sono

degli sva taggi he dipe do o dall’e essiva assu zio e di p otei e che comporta un impegno

renale maggiore, soprattutto nel caso in cui non si assumano abbastanza liquidi (circa due litri di

acqua al giorno).

Nella dieta vegetariana, viene eliminato il consumo di carne e pesce, mentre è consentito il

consumo di derivati animali (uova, latte, ecc.). Le proteine e altri nutrienti provenienti da carne e

pes e, ve go o i t odotti ell’o ga is o att ave so il o su o di ve du e, o e i legu i. La dieta vegana prevede solo il consumo di verdura e frutta, eliminando carne e pesce e i relativi

derivati: è sicuramente la dieta che può facilmente comportare delle carenze alimentari se non

adeguatamente integrata.

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Il grafico sopra esposto è stato ottenuto da un sondaggio su una fascia di studenti di scuola

secondaria di secondo grado fino a 15 anni per un totale di 187 persone prese in esame. Da tale

grafico è risultato che il 71% dei candidati consuma sempre la colazione al mattino; il 22%

consuma la colazione saltuariamente e il 7% non consuma alcun tipo di colazione.

Il secondo grafico sopra riportato è stato ottenuto da un sondaggio su una fascia di studenti con

età compresa tra 16 e i 18 anni, per un totale di 451 persone. Da tale grafico è risultato che il 68%

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dei candidati consuma sempre la colazione al mattino; il 24% consuma saltuariamente la colazione

e t e l’ % o o su a la olazio e.

Il terzo grafico ottenuto da un sondaggio su una fascia di studenti dai 19 anni in su, per un totale di

194 persone, mostra che il 68% degli studenti presi in esame consuma sempre la colazione al

atti o, il % o su a la olazio e solo ual he volta, e t e l’ % o o su a ai la colazione.

Si può notare come il secondo e terzo grafico presentano le stesse percentuali nonostante siano

due fasce di età diverse. Gli studenti fino a 15 anni di età che consumano sempre la colazione al

mattino sono in numero maggiore rispetto alle altre due fasce di età prese in esame (71% contro il

68%). Un numero inferiore di studenti fino a 15 anni consuma saltuariamente la colazione rispetto

agli studenti dai 16 in su (22% contro 24%). La percentuale delle persone che non consumano mai

in tutte tre le fasce di età la colazione, risulta essere intorno allo stesso valore, corrispondente al

7-8%. Dai dati esaminati possiamo quindi affermare che prevale tra gli studenti di tutte e tre le

fasce il consumo quotidiano della colazione al mattino. Questi risultati sono abbastanza positivi in

quanto secondo i nutrizionisti la colazione dovrebbe apportare almeno il 20% delle calorie

giornaliere. La prima colazione è infatti il pasto più importante del giorno, quello che ci permette

di affrontare una giornata in forma e con il minimo stress possibile. Questo perché appena svegli i

ost i livelli di zu he o el sa gue si a assa o e ’ isog o di u appo to di glu osio he li riporti a valori normali. Senza gli zuccheri necessari infatti potremmo facilmente avere sintomi di

stanchezza, spossatezza e irritabilità.

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Da questo grafico si riesce a dedurre che nell’istituto il 91% degli studenti effettua lo spuntino e il 9% non lo effettua.

Gli spuntini tra un pasto e un altro sono molto importanti, ci sono ottimi motivi per non

saltarli. Secondo i canoni della sana e corretta alimentazione, per essere in forma e in

salute è importante consumare 5 pasti al giorno, di cui: 3 principali (colazione, pranzo e

cena) e 2 spuntini (uno a metà mattina, l’altro a metà pomeriggio). Gli spuntini sono quindi da considerare momenti fondamentali della giornata, anche per

chi segue una dieta a regime ipocalorico.

Uno spuntino dovrebbe apportare circa dal 5% al 10% delle calorie (kcal) da assumere

nell’intera giornata, che potranno essere ripartite, più o meno, nel modo dell’esempio seguente:

• 20-25% colazione

• 5-10% spuntino

• 35% pranzo

• 5-10% merenda

• 25-30% cena

Lo spuntino è dunque importante, ma bisogna fare attenzione a non cadere in alcuni errori

banali, come esagerare con snack dolci e salati (spesso carichi di zuccheri e grassi) o

bere bevande zuccherate e succhi di frutta (apportano calorie ma quasi nessun nutriente).

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FREQUENZA DI VISITE AL FAST FOOD

In questa analisi ci siamo soffermati sulla frequentazione di fast food in relazione al sesso.

Dai dati raccolti emerge che sia tra i maschi che tra le femmine, più della metà degli studenti

intervistati (52% delle ragazze, 55% dei ragazzi) si reca al fast food saltuariamente.

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Mettendo invece in contrapposizione maschi e femmine, possiamo notare che coloro che non

frequentano mai i fast food rappresentano una percentuale maggiore del totale femminile( 44%),

rispetto alla percentuale di maschi che non va mai al fast food (37%); di conseguenza la

percentuale di ragazze che spesso frequentano i fast food è inferiore alla relativa percentuale dei

maschi.

Bisogna però tenere conto che alcuni intervistati non hanno fornito una risposta, quindi i dati reali

potrebbero essere leggermente differenti.

In generale emerge che è maggiore il numero di ragazze che tende ad evitare di frequentare i fast

food, e quindi il cibo spazzatura, preferendo altri tipi di alimentazione. Sono comunque molto

pochi gli intervistati che, da entrambe le parti, frequentano assiduamente i fast food: questo dato

va ad evidenziare ulteriormente il fatto che, nel campo del cibo, gli studenti cercano di mantenere

una dieta equilibrata.

La maggior parte degli studenti sceglie quindi di seguire una dieta generalmente corretta,

frequentando solo saltuariamente i fast food

Te ia o p ese te he l’ali e tazio e da fast food (veloce ed economica) è un tipo di

alimentazione che presenta delle problematiche derivanti da: un apporto elevato di energia, una

bassa quantità di acqua, sali minerali e vitamine (solitamente contenuti in verdura e frutta),

notevole apporto di grassi, colesterolo e dolcificanti, cibi molto salati.

I is hi di u f e ue te a uso di uesti ali e ti ausa l’au e to del peso, ipe gli e ia, ipertensione e diabete.

Inoltre i cibi fritti, la cui cottura implica una carbonizzazione di grassi ,proteine e carboidrati

possono portare alla cancerogenesi, tumori e leucemia.

Questi prodotti tossici si trovano ad esempio in un unico pasto a base di hamburger e patatine

fritte!

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Lo sport

Lo spo t u ’attività u a a he igua da al e o quattro importanti dimensioni: la

salute, l’edu azio e, la so ialità, la ualità della vita. L’attività fisi a - che valorizza le

diverse capacità, le diverse motivazioni, le differenze di età e di sesso, il diverso

modo in cui tutti possono integrarsi - dovrebbe pertanto costituire un diritto

fondamentale di tutti i cittadini, soprattutto dei più giovani...

Dai seguenti grafici si può ricavare la percentuale di maschi e femmine che fanno

sport: percentuale più alta nei maschi rispetto alle femmine (ben 11 % in più).

Per quel che riguarda l’i peg o setti a ale, t a olo o he p ati a o u o spo t, riscontriamo una frequenza pari al 16% circa di persone che praticano sport per 1-2

ore settimanali, un 30% che dedica allo sport dalle 3 alle 6h/sett. e il rimanente che

si alle a pe olt e h/sett. e he p o a il e te fa u ’attività ago isti a i te sa (fi o a 18h/sett.!).

L’attività spo tiva olto utile ell’età adoles e ziale, a he pe h contribuisce al

iglio a e to uotidia o dell’e uili io f a o po e psi he pu ta do al miglioramento di doti quali la perseveranza e la determinazione. Inoltre, lo sport,

asso iato ad u ’ali e tazio e e uili ata, apporta vantaggi dal punto di vista della

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salute dell’i dividuo, di i ue do i asi di o esità, dia ete, di patologie cardiovascolari e predisposizione di stati ansiosi o depressivi.

E’ du ue p eo upa te ileva e he u a pe e tuale osì alta di agazzi ( % dei

maschi e 39% delle femmine) non pratichi attività sportiva al di fuori delle due ore di

scienze motorie a scuola.

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Per la prima volta negli ultimi tre anni scolastici, non è presente alcuna differenza tra il

numero di fumatori e fumatrici e si nota che la percentuale di fumatori non è molto elevata

rispetto al campione preso in esame.

Nel terzo grafico riguardante il numero di sigarette fumate al giorno mostra che la frequenza

più alta del numero di sigarette fumate è 5 seguito subito dopo dal numero 10.

Vista l’alta concentrazione di fumatori abituali ma non assidui si potrebbe notare in questi una maggiore facilità nello smettere di fumare al contrario delle fasce di ragazzi che fumano

con una maggiore frequenza giornaliera.

Parlando dei danni che può comportare il consumo di tabacco, ricordiamo:

- danni all'apparato respiratorio: irritazione, aumento del muco, bronchite acuta e poi cronica, enfisema polmonare,

aumento dell'incidenza di infezioni delle vie respiratorie e di molti tipi di tumore (non

esclusivamente alle vie respiratorie)

- danni a cuore e circolo: fa aumentare la pressione arteriosa, accelera l'aterosclerosi, ostacolando la circolazione del

sangue nei vasi e aumentando il rischio di infarto e di ictus.

- danni specifici alle donne: diminuisce la fecondità ed aumenta il rischio di aborti, parti prematuri, neonati sottopeso e

morti premature; aumenta il rischio di osteoporosi e di tumori dell'utero.

- altro: riduce notevolmente le prestazioni atletiche, aumenta lo stress ossidativo, aumenta il rischio

di gengiviti ed incrementa l'incidenza di ulcere gastro-duodenali.

Il 31 maggio è la giornata mondiale senza tabacco promossa dall’ OMS.

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FARE SPORT E FUMARE:

Nel grafico sottostante sono state però prese in considerazione le persone che, pur

praticando uno sport, fumano e comparate con quelle che praticano sport e non

fumano.

Dal grafico emerge che il 77% degli intervistati pratica sport senza fumare e il 23%

pratica sport e fuma.

L’a alisi positiva pe h la aggio pa te delle pe so e he p ati a spo t o fuma. Il 23% che invece pratica sport e fuma incorre in danni più o meno seri.

Se chiediamo quanto negativamente incide il fumo sulla prestazione sportiva, molti

sportivi che fumano (e purtroppo ce se ne sono molti) non sembrano avvertire

particolari penalizzazioni di sorta, soprattutto se sono abbastanza giovani. Invece

dovrebbero sapere che fumando alterano negativamente la propria performance

sportiva, giacché fumare riduce la resistenza muscolare e respiratoria, in quanto il

fu o ea aggio affati a e to poi h l’ossige o o ies e a aggiu ge e e e i muscoli data la diminuzione del flusso di sanguigno; senza contare gli effetti del

fumo a lungo termine.

In conclusione, praticare sport fa bene se non si fuma, e se si fuma è importante per

smettere!

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ORE CUFFIETTE

Dall’ i dagi e o dotta, si può dedu e he l’utilizzo degli appa e hi (cuffiette) in funzione del

sesso, risulta pressoché uguale: la maggior parte degli intervistati utilizzano le cuffiette per 1-3h al

giorno. Sono però più i maschi a farne a meno (18% contro 9%) e le femmine a farne uso anche 4-

6h al giorno (11% contro 7%)

L’utilizzo p olu gato di uesti appa e hi isulta da oso all’appa ato uditivo. Dopo o e di as olto a volu e elevato, a he u a volta spe to l’appa e hio, si può avvertire come un ronzio o un

senso di ovatta e to per diversi minuti. Alcuni studi hanno dimostrato che la miglior cosa

sarebbe ascoltare la musica e qualsiasi tipo di filmato in viva voce, quando è possibile (magari se si

è da soli e senza disturbare nessuno). Ciò nonostante, le cuffiette sono un apparecchio molto

pratico per ascoltare la musica, senza dare noia a chi sta vicino. Il loro utilizzo è consigliato durante

la guida, osì da o distoglie e l’atte zio e dalla st ada.

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ORE DI SONNO

A ia o hiesto agli stude ti di uesta s uola, ua te o e do isse o ell’a o delle 24h e i dati raccolti sono rappresentati da questi grafici che mettono in

relazione le ore di sonno con il sesso di appartenenza.

Dai grafici emerge che più della metà dei maschi (59%) dorme tra le sette e le otto ore, ovvero le

ore di sonno per notte consigliate dai dottori.

Anche per le femmine più di metà del campione (65%) dorme tra le sette e le ore e, confrontando

uesto dato o il dato as hile, e e ge he i as hi isulta o do i e u po’ di più pe h ella fascia tra le nove e le dieci ore abbiamo un 29% contro un 23%.

Ci sono soggetti (9% in entrambi i sessi) che dormono tra le cinque e le sei ore cioè meno rispetto

a quanto consigliato.

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È da i o da e he olti espe i e ti o dotti ell’uo o di ost a o he il so o est e a e te i po ta te pe l’e uili io fu zio ale del e vello e pe il esto dell’o ga is o, age do o e meccanismo stabilizzatore e di recupero delle capacità del Sistema Nervoso Centrale.

Fisiologi a e te, il so o i flue za lo stato di e esse e ge e ale dell’i dividuo sia elle sue prestazioni che nel suo assetto psicologico, tanto che in seguito a prolungata insonnia possono

comparire profondi squilibri emotivi, aspetti allucinatori, sindromi neurologiche con tremori e

disartria (non si riesce ad articolare la parola)

Ecco quindi che per la popolazione scolastica è fondamentale trovare il tempo per dormire,

possi il e te di otte, a, i aso di i p evisti , a he di gio o o il lassi o iposi o po e idia o…