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1 Indagine con dati telerilevati sull’uso del suolo agricolo: analisi e confronto con dati eterogenei in un’area campione del territorio salentino Paola Polimeno* Cecilia Lezzi Santoro* Marco Palazzo** Lorenzo Vasanelli** INTRODUZIONE Lo studio dell’uso del suolo rappresenta uno strumento indispensabile per la corretta pianificazione e gestione del territorio e per lo studio delle sue dinamiche socio-economiche. L'uso di immagini satellitari può oggi rappresentare uno strumento sempre aggiornato ed obiettivo per raccogliere informazioni di questo tipo. Le immagini telerilevate da satellite infatti, con l’elevato grado di risoluzione spaziale raggiunto dalle attuali tecnologie e con la ricchezza di informazione legata alla rilevazione delle immagini in diverse regioni spettrali, dal visibile all’infrarosso, possono raccogliere una quantità molto grande di informazioni. La ripetizione periodica di osservazioni sulla stessa area, legata alla regolarità delle orbite dei satelliti, riesce inoltre a registrare le variazioni che intervengono su di un territorio, cogliendone anche la “dinamicità”. Il notevole sviluppo tecnologico degli ultimi decenni non è stato accompagnato da un altrettanto rapido sviluppo delle tecniche interpretative, per cui l’analisi di immagini telerilevate da satellite non si è ancora consolidata come strumento ordinario di studio e monitoraggio del territorio. E’ necessario approfondire gli studi sulle metodologie di interpretazione e sulla loro affidabilità, anche effettuando un confronto con altre sorgenti di informazione. Numerosi sono gli studi che hanno affrontato il tema delle analisi di immagini satellitari per la raccolta di informazioni sull'uso del suolo. Ne sono esempi studi e ricerche a carattere internazionale quali quelle di Pax-Lenney et al. (1996), Pax-Lenney and Woodcock (1997), Petit et al. (2002), Luoto et al. (2002), Hayes et al. (2002) solo per citarne alcuni. Diversi sono, inoltre, i progetti della U.E. che utilizzano immagini satellitari, tra cui ricordiamo il progetto CORINE Land-Cover (http://etc.satellus.se/the_data/overview.htm), col quale è stata realizzata la carta di copertura del suolo per l’intero territorio europeo, e il Progetto LACOAST (www.survey.nta.gr/main/labs/resen/deCETI/NTUAL/Lacoast/Lacoast_11.html) che si è interessato delle variazioni intervenute nella copertura del suolo lungo le coste dei paesi dell’Unione Europea. Le tecnologie del telerilevamento, pur costituendo uno strumento sempre aggiornato ed obiettivo, non sono ancora del tutto consolidate nei diversi settori ambientali a causa di una visione fenomenologica, in termini spaziali e temporali, molto differente rispetto alle tecniche tradizionali di studio e monitoraggio. E’ necessario valutare l’affidabilità delle tecniche del telerilevamento con il confronto con dati ancillari e con altre ________________________________________________________ * Università di Lecce - Dipartimento di Studi Storici. Sez.Geografia ** Università di Lecce - Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione

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Polimeno P., Lezzi Santoro C.,Palazzo M. & Vasanelli L.L’Universo, Istituto Geografico Militare, Anno LXXXIII – N°4.

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Indagine con dati telerilevati sull’uso del suolo agricolo: analisi e confronto con dati eterogenei in un’area campione del territorio salentino

Paola Polimeno* Cecilia Lezzi Santoro* Marco Palazzo** Lorenzo Vasanelli**

INTRODUZIONE

Lo studio dell’uso del suolo rappresenta uno strumento indispensabile per la corretta

pianificazione e gestione del territorio e per lo studio delle sue dinamiche socio-economiche.

L'uso di immagini satellitari può oggi rappresentare uno strumento sempre aggiornato ed

obiettivo per raccogliere informazioni di questo tipo. Le immagini telerilevate da satellite

infatti, con l’elevato grado di risoluzione spaziale raggiunto dalle attuali tecnologie e con la

ricchezza di informazione legata alla rilevazione delle immagini in diverse regioni spettrali,

dal visibile all’infrarosso, possono raccogliere una quantità molto grande di informazioni. La

ripetizione periodica di osservazioni sulla stessa area, legata alla regolarità delle orbite dei

satelliti, riesce inoltre a registrare le variazioni che intervengono su di un territorio,

cogliendone anche la “dinamicità”.

Il notevole sviluppo tecnologico degli ultimi decenni non è stato accompagnato da un

altrettanto rapido sviluppo delle tecniche interpretative, per cui l’analisi di immagini

telerilevate da satellite non si è ancora consolidata come strumento ordinario di studio e

monitoraggio del territorio. E’ necessario approfondire gli studi sulle metodologie di

interpretazione e sulla loro affidabilità, anche effettuando un confronto con altre sorgenti di

informazione.

Numerosi sono gli studi che hanno affrontato il tema delle analisi di immagini satellitari per

la raccolta di informazioni sull'uso del suolo. Ne sono esempi studi e ricerche a carattere

internazionale quali quelle di Pax-Lenney et al. (1996), Pax-Lenney and Woodcock (1997),

Petit et al. (2002), Luoto et al. (2002), Hayes et al. (2002) solo per citarne alcuni. Diversi

sono, inoltre, i progetti della U.E. che utilizzano immagini satellitari, tra cui ricordiamo il

progetto CORINE Land-Cover (http://etc.satellus.se/the_data/overview.htm), col quale è stata

realizzata la carta di copertura del suolo per l’intero territorio europeo, e il Progetto

LACOAST (www.survey.nta.gr/main/labs/resen/deCETI/NTUAL/Lacoast/Lacoast_11.html)

che si è interessato delle variazioni intervenute nella copertura del suolo lungo le coste dei

paesi dell’Unione Europea. Le tecnologie del telerilevamento, pur costituendo uno strumento

sempre aggiornato ed obiettivo, non sono ancora del tutto consolidate nei diversi settori

ambientali a causa di una visione fenomenologica, in termini spaziali e temporali, molto

differente rispetto alle tecniche tradizionali di studio e monitoraggio. E’ necessario valutare

l’affidabilità delle tecniche del telerilevamento con il confronto con dati ancillari e con altre ________________________________________________________

* Università di Lecce - Dipartimento di Studi Storici. Sez.Geografia ** Università di Lecce - Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione

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sorgenti di informazione. Diversi studi e progetti, soprattutto a livello regionale e provinciale,

hanno confrontato dati derivanti da fonti diverse: immagini satellitari con dati ISTAT, con l’

inventario forestale, con cartografie catastali.

Nel seguente lavoro sono state analizzate due banche dati scelte per il loro rilevante utilizzo,

anche se in modo completamente indipendente l’una dall’altra, nelle politiche agricole ed

ambientali; sono i dati istituzionali dell’ISTAT e i dati della mappa di uso del suolo del

programma europeo CORINE Land-Cover, realizzato con immagini del satellite a media

risoluzione Landsat Thematic Mapper.

AREA DI STUDIO

Lo studio è stato condotto su un’area circoscritta a quattro comuni facenti parte della Regione

Agraria di Gallipoli. L’area à localizzata a circa 50 Km a Sud-Ovest di Lecce, tre dei quattro

comuni sono litorali e si affacciano sul mar Ionio. I comuni sono: Alliste, Racale, Taviano

(comuni litorali) e Melissano (comune dell’entroterra) (figura 1). La scelta è stata fatta sulla

base di considerazioni relative alla disponibilità di dati satellitari facilmente analizzabili

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Fig. 1: localizzazione della zona di studio

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Alliste

al liclip.shp1.1.1. T essuto U rbano continuo1.1.2. T essuto urbano discontinuo2.1.1. Seminativi in aree non irrigue2.1.1.3. Colture orticol e da pieno campo a ciclo prima2.2.1 V igneti2.2.3 Oliveti2.4.1. Colture annuali associate a colture permanenti

0 3000 6000 9000 M etersN

EW

S

Melissano

M elisclip.shp1.1.1. T essuto U rbano continuo2.1.1. Seminativi in aree non irrigue2.2.1 V igneti2.2.3 O liveti2.4.1. C olture annuali associate a colture permanenti2.4.2. Sistemi coltural i e particel l ari compl essi

N

EW

S

0 3000 6000 Meters

Racale racacl ip.shp

1.1.1. T essuto U rbano continuo1.1.2. T essuto urbano discontinuo2.1.1. Seminativi in aree non ir rigue2.1.1.3. C ol ture or ticole da pieno campo a ciclo prima2.2.1 V igneti2.2.3 O l iveti2.4.1. C ol ture annual i associate a col ture permanenti2.4.2. S istemi col tural i e par ticel lari compl essi

0 3000 6000 9000 M eters

N

EW

S

Taviano tavicl ip.shp

1.1.1. T essuto U rbano continuo1.1.2. T essuto urbano discontinuo2.1.1. Semi nativi in aree non irrigue2.2.1 V igneti2.2.3 Ol iveti2.4.1. C ol ture annuali associate a colture permanenti2.4.2. Sistemi coltural i e parti cell ari compl essi3.2.1. A ree a pascolo naturale e praterie d'al ta quota

0 3000 6000 9000 M eters

N

EW

S

Fig.2: mappa di uso del suolo dei quattro comuni di interesse. Le mappe sono state ricavate da elaborazioni sulla mappa CORINE Land-Cover.

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grazie alla omogeneità e regolarità della morfologia del territorio. Questa parte del territorio

salentino ha subito, inoltre, una profonda evoluzione socio-economica ed agricola nell’ultimo

trentennio.

La metodologia di studio è stato comunque strutturata in modo da poter essere agevolmente

ripetuta in altre zone del territorio.

In tabella 1 sono riportate alcune informazioni generali sui comuni prescelti. I dati sono

riportati sul sito della Provincia di Lecce (www.provincia.le.it).

Tabella 1: dati generali sui comuni oggetto dello studio

COMUNE Livello altimetrico (m) Superficie

(Kmq.)

Densità demografica

(ab./kmq.) Regione agraria Litoraneità

Del centro Minimo Massimo

ALLISTE 54 - 86 23,47 286 Pianura di Gallipoli Litoraneo

MELISSANO 59 46 59 12,42 603 Pianura di Gallipoli Non litoraneo

RACALE 55 - 104 24,47 425 Pianura di Gallipoli Litoraneo

TAVIANO 58 - 86 21,18 595 Pianura di Gallipoli Litoraneo

TOTALE PROVINCIA

2.759,40 296

METODOLOGIA DI ANALISI DEI DATI SATELLITARI

La ricerca è stata condotta analizzando e confrontando i dati provenienti dal progetto europeo

di studio della copertura del suolo CORINE Land-Cover, che per la regione Puglia è stato

terminato nel 1990, e i dati istituzionali dell’ISTAT “Censimenti generali dell’agricoltura”

1990.

I dati provenienti dal progetto europeo del CORINE Land-Cover sono derivati da immagini

telerilevate del sensore satellitare Landsat Thematic Mapper. Esso è un satellite NASA

(USA) in orbita dal 1982, dotato di 7 bande spettrali, le prime 3 nel visibile, la banda 4

nell’infrarosso vicino, le bande 5 e 7 nell’infrarosso medio e la banda 6 nell’infrarosso

termico (Brivio et al. 1992, pp. 199-201), fornisce immagini con risoluzione spaziale

(dimensione del pixel dell’immagine) di 30 metri x 30 metri e l’intervallo temporale tra due

passaggi successivi sulla stessa superficie terrestre è di 16 giorni.

Il Programma CORINE (Co-ordination of Information on the Environ-ment) è stato realizzato

dalla Commissione Europea dal 1985 al 1990 esso ha coperto gran parte del territorio europeo

e parti significative dei paesi dell’Est Europeo e del Mediterraneo.

La metodologia raccomandata, descritta nella guida tecnica appositamente redatta dagli esperti

della Commissione Europea, dovrebbe consentire un aggiornamento periodico, già codificato

nel metodo e negli strumenti, agevole e di costo contenuto, di precisione sufficiente per

rilevare modificazioni significative indotte nell’ambiente.

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Le caratteristiche del progetto sono costituite da una carta digitalizzata della copertura del

suolo alla scala nominale di 1:100.000, con unità minima interpretata di 25 ettari ed una

legenda di 44 voci su 3 livelli.

La metodologia di realizzazione ha previsto l’interpretazione assistita da calcolatore di stampe

di riprese satellitari (TM) in scala 1:100.000, con apporto dei dati ancillari disponibili

(cartografie tematiche, dati statistici, riprese aeree fotogrammetriche, con particolare riguardo

al volo Italia ‘88-89 in scala media 1:70.000 ad alta risoluzione). Successiva digitalizzazione e

correzione geometrica delle immagini.

Alcune regioni hanno realizzato il progetto su incarichi diretti del Ministero dell'Ambiente e

dell'Amministrazione Regionale: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia (ultimate nel

1990) e Liguria (ultimata nel 1996), richiedibili all’Agenzia Europea per l’Ambiente o al

Centro Tematico Europeo per il Land Cover

Nel lavoro, la zona di studio, comprendente i comuni di Taviano, Alliste, Melissano, Racale, è

stata delimitata digitalizzando, utilizzando il programma ArcView Gis 3.1, una carta raster

della provincia di Lecce, realizzata mediante rilievo aereofotogrammetrico nel 1997, scala

nominale 1:10.000, sistema di riferimento Gauss-Boaga. Successivamente si è proceduto alla

sovrapposizione della suddetta carta con la mappa CORINE ottenendo una prima mappa di

uso del suolo della intera zona di interesse. Operando sempre con lo stesso software

(ArcView 3.1) si sono realizzati quattro “clips” staccando, in tal modo, i quattro comuni

dall’intera area ed ottenendo quattro mappe di uso del suolo separate per i ciascun comune

(figura 2). Per ciascuna delle mappe così ottenute, è stato possibile ricalcolare le aree adibite

ai differenti usi agricoli (macro classi colturali) ottenendo i valori soggetti ad analisi e

confronto per ciascuno dei comuni di interesse.

Le macro classi colturali di interesse sono state estrapolate a seguito del confronto e

decodifica delle legende delle due fonti di informazioni (CORINE e ISTAT) e, per la banca

dati CORINE, esse sono riportate in tabella 2:

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Tabella 2: macro classi colturali utilizzate, derivate dal confronto e decodifica con dati CORINE. CORINE MACRO CLASSI

COLTURALI Sigla decodifica corine

1.Seminativi 2.1.1.

2.1.2. 2.4.1

- Seminativi in aree non irrigue - Seminativi in aree irrigue - Colture annuali associate a colture permanenti (colture temporanee, seminativi e/o prati, in associazione con colture permanenti sulla stessa superficie, quando le particelle a frutteto (o altro) comprese nelle colture annuali non associate rappresentano meno del 25% della superficie totale)

2. Ortive 2.1.1.3. 2.4.2

- Colture orticole da pieno campo a ciclo primaverile - Sistemi colturali e particellati complessi (mosaico di piccoli appezzamenti con varie colture annuali, prati stabili e colture permanenti, occupanti ciascuno meno del 75% della superficie totale dell’unità. Vi sono compresi gli “orti per pensionati” e simili. Eventuali “lotti” superanti i 25 ha sono da includere nelle zone agricole).

3. Vite 2.2.1.

- Vigneti

4. Fruttiferi 2.2.2. - Fruttiferi e frutti minori 5. Olivo 2.2.3 - Oliveti 6. Prati permanenti e pascoli

2.3.1 - Prati stabili

ANALISI DATI CORINE

Dalle mappe riportate in figura 2 si sono calcolati i dati relativi alla copertura del suolo da

parte delle macro classi colturali per i comuni di interesse. I risultati sono riportati in tabella 3.

Tabella 3: superficie in ettari adibita alle differenti macro classi colturali nei comuni di

studio

SEMINATIVI VITE OLIVO PRATI PERM. E PASCOLI

ORTIVE

ALLISTE 338,70 26,18 1508,17 247.38

MELISSANO 164,19 126,86 26,76 772.60

RACALE 571,60 51,40 1281,37 169.48

TAVIANO 508,59 18,66 785,17 0,18 536.70

fonte: dati tratti da elaborazioni sulla mappa CORINE Land cover del 1990

La distribuzione percentuale delle diverse classi colturali determinati l’uso del suolo agricolo

è riportata in figura 3. E’ possibile osservare come complessivamente quasi il 45% della

superficie agricola è adibita ad olivo. Tale uso del suolo non è uniformemente distribuito nei

quattro comuni ma vi sono alcuni in cui viene superato il 70% (Alliste) contro altri la cui

superficie adibita ad olivo non supera il 2% (Melissano). La non omogeneità nell’uso del

suolo agricolo è rappresentato anche dalla distribuzione delle superficie ad orticole che supera

il 70% nel comune dell’entroterra e si riduce nei comuni litorali riducendosi all’8% nel

comune di Racale.

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Va osservato che in questa macro classe colturale sono inserite, secondo la tabella 1, sia

“Colture orticole da pieno campo a ciclo primaverile” che “Sistemi colturali e particellati

complessi”, questi ultimi rappresentano, da soli, la macro classe delle ortive nei comuni di

Taviano e Melissano dove ricoprono rispettivamente il 29% e il 71% della intera superficie

agricola.

Le superfici adibite a seminativi, variano dal 16% al 28% e presentano una distribuzione più

omogenea mentre le superfici adibite a vite non superano il 2% nei comuni litorali ma

raggiungono il 12% dell’intera superficie agricola nel comune di Melissano.

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ALLISTE

16%

1%

71%

12%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

MELISSANO

15%

12%

2%

71%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

RACALE

28%

2%

62%

8%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

TAVIANO

28%

1%

42%

29%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

Fig. 3: distribuzione percentuale dell'uso del suolo agricolo nei comuni di studio. I valori sono tratti da elaborazioni del CORINE Land-Cover 1990.

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E’ osservabile una tendenza a maggiori superfici adibite ad olivo nei tre comuni litorali

(Alliste, Racale e Taviano) dove le percentuali vanno dal 42% al 71% con una proporzionalità

diretta legata alla linea di costa e una rilevante diminuzione nel comune dell’entroterra

(Melissano) dove la superficie adibita ad olivo è del 2%. Parallelamente vi è una estesa

superficie adibita ad ortive nel comune di Melissano (71%) contro i comuni del litorale che

non superano il 29%. Va evidenziato che le ortive nel comune di Melissano (71%), sono

rappresentate solo da “Sistemi colturali e particellati complessi” ciò testimonia un territorio

caratterizzato da antica vocazione agricola tipicamente condotta da forte parcellizzazione e

frammentazione del suolo agricolo.

RISULTATI DELL’ANALISI DEI DATI ISTAT

I dati ricavati dai censimenti ISTAT, a differenza di quelli telerilevati, non sono ovviamente

localizzati sul territorio comunale, ma rappresentano il risultato complessivo per ciascun

comune dei dati derivanti dai “Censimenti generali dell’agricoltura” che vengono svolti ogni

dieci anni a partire dal 1960. I Censimenti dell’agricoltura sono delle operazioni importanti

perché forniscono un quadro completo e dettagliato del settore agricolo, utile sia per gli

operatori del settore, sia per il Governo nazionale ai fini della definizione delle politiche

agricole (www.censimenti.it). Essi si basano su risposte ad un questionario dettagliato

distribuito a tutti gli operatori agricoli e da questi compilato.

Anche per i dati ISTAT, l’analisi è stata effettuata individuando macro classi colturali,

riportate in tabella 4.

Tabella 4: macro classi colturali utilizzate. Esse sono derivate dal confronto e decodifica con dati ISTAT ISTAT MACRO CLASSI

COLTURALI 1. Seminativi - Seminativi

(cereali/frumento, foraggere, orticole, leguminose) (comprendono terreni investiti a colture erbacee soggette all’avvicendamento e i terreni a riposo)

2. Ortive - Ortive 3. Vite - Viti 4. Fruttiferi - Fruttiferi + agrumi 5. Olivo - Olivo 6. Prati permanenti e pascoli - Prati permanenti e pascoli

Dall’elaborazione dei dati ISTAT riferiti al “Censimento generale dell’agricoltura” del 1990

sono state calcolate le superfici adibite alle differenti classi colturali per i comuni di interesse.

I risultati sono riportati in tabella 5.

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Tabella 5: superficie in ettari adibita alle differenti colture nei comuni di studio.

SEMINATIVI VITE OLIVO

PRATI PERM. E PASCOLI

ORTIVE FRUTTIFERI

ALLISTE 450.32 112,75 648,04 12,58 41.21 15.04

MELISSANO 106.39 174,68 201,72 0,55 18.55 2.24

RACALE 372.98 114,66 671, 32,54 50.01 6.1

TAVIANO 659.22 80,32 621,47 1,26 151.49 21.4

fonte: elaborazioni su dati ISTAT “Censimenti generali dell’agricoltura” 1991

Come nell’analisi dei dati CORINE anche per i dati ISTAT si è analizzata la distribuzione

percentuale delle diverse classi colturali determinati l’uso del suolo agricolo. I risultati sono

riportati in figura 4.

Dall’osservazione della figura è possibile valutare l’uso del suolo agricolo secondo i

“tradizionali” dati istituzionali. Complessivamente, e coerentemente col dato CORINE, circa

il 60% della superficie agricola è adibita ad olivo ma, a differenza del dato telerilevato, essa

appare distribuita con una certa omogeneità nei quattro comuni. La vite risulta essere una

delle maggiori colture presenti nel comune di Melissano con una percentuale di copertura del

suolo del 33% contro il 5% nel comune di Taviano che registra la percentuale più bassa. I

seminativi per ISTAT variano dal 24% al 44% nell’uso del suolo e sono presenti con un trend

simile a quello del dato CORINE mentre le coltivazioni ortive si discostano dalla

distribuzione del dato telerilevato, esse sono presenti nell’intero territorio con percentuali

medie molto più basse (circa del 6%). I dati ISTAT, a differenza dei dati CORINE,

evidenziano, anche se per percentuali minime, la presenza di suolo adibito a fruttiferi (Alliste

e Taviano) e prati permanenti e pascoli (Racale).

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ALLISTE

35%

9%

51%

1%

3%

1%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

PRATI PERM. EPASCOLI ORTIVE

FRUTTIFERI

MELISSANO

24%

33%

39%

4%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

RACALE

30%

9%53%

3%

5%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

PRATI PERM. EPASCOLI

ORTIVE

TAVIANO

44%

5%

40%

10% 1%

SEMINATIVI

VITE

OLIVO

ORTIVE

FRUTTIFERI

Fig.4: distribuzione percentuale dell'uso del suolo agricolo nei comuni di studio. I valori sono tratti da elaborazioni sui "Censimenti generali dell'agricoltura" ISTAT 1990

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CONFRONTO E DISCUSSIONI

Le differenze tra le due fonti di acquisizione dati analizzate sono state evidenziate in figura 5

dove sono stati messi a confronto i dati CORINE ed i dati ISTAT. Dalle elaborazione e dalle

analisi fatte, risulta che le due fonti presentano delle discrepanze nella valutazione delle

superfici agricole adibite alle varie colture, tuttavia la forte correlazione tra le due fonti di dati

(R = 0.94)( figura 6) evidenzia attendibilità del dato telerilevato.

Considerata l’unità minima cartografabile (25 ettari) del dato satellitare utilizzato nello

studio, i valori ottenuti evidenziano che la fonte CORINE, per la maggior parte dei casi,

sovrastima e solo in alcune situazioni uguaglia o sottostima la fonte ISTAT.

Le maggiori discrepanze tra le due fonti di dati sono state registrate in riferimento alle

superfici investite ad oliveti. In particolare è stato osservato che la base dati CORINE

sovrastima la base dati istituzionale nei comuni litorali (Alliste, Racale e Taviano).

In tali comuni la mappa costruita con il CORINE colloca, lungo la fascia costiera, una vasta

superficie riconosciuta come oliveto. Nella realtà, la fascia più vicina alla costa, è investita da

una vegetazione arborea sparsa che il CORINE non distingue dagli oliveti. Si può notare che

le differenze tra il dato CORINE e il dato ISTAT appaiono incrementare con l’aumentano

della lunghezza della linea di costa dei comuni studiati. Una ipotesi di spiegazione delle

differenze registrate nelle superfici ricoperte ad olivo, potrebbe essere legata alla risoluzione

del sensore Landsat. Esso è un sensore a media risoluzione spaziale e potrebbe non

discriminare dagli ulivi la vegetazione arborea sparsa, presente a ridosso della linea costiera

lungo la vegetazione olivicola, ciò potrebbe motivare anche la non rilevazione da parte del

dato telerilevato delle superfici a fruttiferi sempre sottostimate dal CORINE. D’altra parte,

difficoltà da parte del sensore di discriminare gli alberi di olivo nella penisola salentina, è

stata già evidenziata da un precedente studio (D’Amico et al. 2001). Un’altra macro classe

colturale che risulta sempre sovrastimata dal CORINE è quella riferita alle ortive, in questo

caso, va precisato, che nelle classe delle ortive viene considerata anche la classe dei “Sistemi

colturali e particellati complessi” costituiti da un mosaico di piccoli appezzamenti con varie

colture tutti inferiori all’unità minima cartografabile, vi sono compresi gli “orti per

pensionati” e simili ma anche appezzamenti di incolto o di piante erbacee permanenti che

vanno ad incidere, sovrastimando rispetto al dato ISTAT, le colture orticole.

In conclusione possiamo dire che le tipologie delle due fonti di dati utilizzate nella ricerca

sono molto eterogenee e ciò crea, forse inevitabilmente, dei problemi di comparabilità.

Entrambe le fonti rivestono una certa importanza sia per il “peso” istituzionale (ISTAT) sia

per la loro obiettività e aggiornabilità (immagini telerilevate).

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I censimenti possono essere oggetto di soggettività in quanto si basano su formulazione, da

parte di un intervistatore, di questionari individuali mentre le immagini telerilevate sono

legate a caratteristiche strutturali e funzionali dei sensori.

Gli errori di omissione e di commissione contenuti nella base dati ottenuta dal

telerilevamento satellitare, sono dovuti essenzialmente alla bassa risoluzione spaziale dei

sensori utilizzati che risultano, pertanto, non del tutto adeguati per un riconoscimento

puntuale dell’uso del suolo agricolo. Questi problemi possono essere superati dai sensori

satellitari di nuova generazione (Ikonos e Quickbird) caratterizzati da una risoluzione

spaziale metrica e sub-metrica che può consente il riconoscimento dei singoli alberi e quindi

può permettere la discriminazione degli oliveti dal resto della vegetazione arborea.

Possiamo quindi concludere che i dati derivati da sensori satellitari costituiscono

un’insostituibile sorgente di informazione per l’analisi, la gestione e la progettazione del

territorio che, se affiancati a tecniche di studio e monitoraggio tradizionali (quali censimenti,

rilevamenti in campo), possono essere utilizzati per l’attuazione di un adeguato controllo e

monitoraggio dell’ambiente che sia di complemento per studi socio-economici, basilari nello

sviluppo di politiche e strategie di gestione delle dinamiche di uso del suolo e di controllo

sull’azione antropizzante.

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ALLISTE

0

400

800

1200

1600

SU

PE

RF

ICIE

(etta

ri)

ISTAT

CORINE

ISTAT 450,32 112,75 15,04 648,04 12,58 41,21

CORINE 338,70 26,18 1508,17 247,38

SEMINATIVI VITE FRUTTIFERI OLIVO PRATI ORTIVE

MELISSANO

0

200

400

600

800

SU

PE

RF

ICIE

(et

tari) ISTAT

CORINE

ISTAT 124,39 174,68 2,24 201,72 0,55 18,55

CORINE 164,19 126,86 26,76 772,60

SEMINATIVI VITE FRUTTIFERI OLIVOPRATI PERM. E PASCOLI

ORTIVE

RACALE

0

300

600

900

1200

1500

SU

PE

RF

ICIE

(etta

ri) ISTAT

CORINE

ISTAT 372,98 114,66 6,1 671,20 32,54 59,01

CORINE 571,60 51,40 1281,37 169,48

SEMINATIVI VITE FRUTTIFERI OLIVO PRATI PERM. E

ORTIVE

TAVIANO

0

200

400

600

800

SU

PE

RF

ICIE

(et

tari) ISTAT

CORINE

ISTAT 659,22 80,32 21,4 621,47 1,26 151,49

CORINE 508,59 18,66 785,17 536,70

SEMINATIVI VITE FRUTTIFERI OLIVO PRATI PERM. E PASCOLI

ORTIVE

Fig. 5: confronto delle superfici agricole provenienti dalle due fonti di acquisizione dati. I dati ISTAT sono riferiti al “Censimento generale dell’agricoltura” 1990. I dati CORINE sono risultati dalla interpretazioni di immagini telerilevate utilizzate nel progetto europeo CORINE Land-Cover terminato per la Puglia nel 1990.

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ISTAT VS CORINE

y = 1,0089x - 4,9378R = 0,94

0

200

400

600

800

1000

0 100 200 300 400 500 600 700

fonte dati ISTAT

font

e da

ti C

OR

INE

Fig. 6: correlazione tra i dati rilevati dalla fonte istituzionale (ISTAT) e i dati provenienti da immagini telerilevate (CORINE Land-Cover).

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RIASSUNTO In questo lavoro è stato condotto uno studio per valutare la possibilità di utilizzare dati telerilevati da satellite per effettuare indagini sull’uso del suolo agricolo. Lo studio dell’uso del suolo rappresenta uno strumento indispensabile per la corretta pianificazione e gestione del territorio e per lo studio delle sue dinamiche socio-economiche. L'uso di immagini satellitari può oggi rappresentare uno strumento sempre aggiornato ed obiettivo per raccogliere informazioni di questo tipo. Il lavoro è stato focalizzato sullo studio dell’uso agricolo del suolo, in una zona campione del territorio salentino, effettuato attraverso il confronto, per l’anno 1990, di due banche dati fra loro molto eterogenee. Le due banche dati utilizzate sono state quella proveniente da immagini telerilevate da satellite (Landsat Thematic Mapper), appartenenti al programma europeo di studio di copertura del suolo CORINE Land-Cover, e quella costituita dai dati statistici ufficiali (dati ISTAT relativi ai censimenti generali dell’agricoltura). Il confronto tra le due fonti di acquisizione dati è stato fatto dopo aver reso omogenee, e quindi confrontabili, le legende provenienti dalle due banche dati. Il confronto tra i dati ISTAT e dati telerilevati mostra, in generale un sostanziale accordo, anche se, per alcune colture, sono state rilevate discrepanze. Dall’analisi critica dei dati e dal loro confronto emerge chiaramente che, soprattutto con i satelliti di nuova generazione che raggiungono risoluzioni spaziali notevolmente elevate, è possibile ottenere una accurata informazione sull’uso del suolo ai fini di una corretta gestione e pianificazione del territorio.

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