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2013 Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria Carabinieri a Reggio Calabria INCONTRO CON LA STAMPA Reggio Calabria, 13 Dicembre 2013

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Comando Provinciale Carabinieri di

Reggio Calabria

Carabinieri a Reggio Calabria

INCONTRO CON LA STAMPA

Reggio Calabria, 13 Dicembre 2013

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INDICE

INTRODUZIONE pag. 3

ATTIVITA’ OPERATIVA pag. 7

OPERAZIONI DI RILIEVO pag. 9

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INTRODUZIONE

Anche quest‟anno il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria ha

il piacere, a margine della presentazione del calendario storico, di scambiare

gli auguri di fine anno con la “Stampa” reggina, vera testimone di 12 mesi di

intenso lavoro.

Quando parliamo di sicurezza lo facciamo ancora una volta con riferimento

ad un concetto complesso di attività criminali che coinvolgono la

popolazione, senza dimenticare la morsa della criminalità organizzata che

tenta di stringere la provincia in vicende che non fanno giustizia della parte

onesta ed operosa. Dal furto in abitazione, alla rapina, all'omicidio, fino alla

criminalità mafiosa che gestisce i grandi traffici transnazionali (droga, armi,

immigrazione clandestina) e che reinveste e ricicla enormi quantità di denaro

alterando le regole del libero mercato, tutti rappresentano gli obbiettivi per il

Comando Provinciale in ogni sua articolazione operativa. La “criminalità

diffusa” e la “criminalità predatoria” di questa provincia, seppur

costituiscono apparentemente una minaccia di minore entità rispetto a quella

organizzata, hanno in loro stesse la caratteristica dell‟aggressività, che le

connota come le espressioni criminali più temute perché evidenti anche agli

occhi più ignari della società.

I risultati raggiunti sono incoraggianti e gratificano l‟Istituzione per gli sforzi

compiuti.

L‟Arma garantisce un servizio di “pronto intervento”, in grado di gestire le

circa cinquantamila (49.798) chiamate pervenute nel 2013 al numero di

emergenza 112 (in media oltre 130 chiamate al giorno), alle quali sono

conseguiti migliaia di interventi (5.675), realizzati attraverso tutte le

componenti operative dell‟Arma dislocate sul territorio: dalle pattuglie delle

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Stazioni, alle “Gazzelle” dei Nuclei Radiomobili, sino al Carabiniere di

“Quartiere”. Queste componenti sono anche chiamate a svolgere un delicato

compito di prevenzione, attraverso un costante controllo del territorio e della

circolazione stradale (nel 2013 sono state controllate 155.283 persone e 92.940

mezzi); per questo ultimo aspetto sono state intensificate le verifiche nei fine

settimana ed in prossimità di locali notturni, al fine di ridurre gli incidenti e il

numero delle vittime della strada (le cc.dd. “stragi del sabato sera”) a riprova

di una vicinanza dell‟Arma ai giovani e alla voglia di vivere che essi

esprimono e che le Istituzioni devono proteggere.

Sul versante del contrasto alla criminalità organizzata il Comando Provinciale

di Reggio Calabria ha attuato un modulo organizzativo, a ragione

denominato “Modello Operativo Reggio Calabria”, che prevede che le attività

di controllo del territorio si sviluppino attraverso:

- la concezione e l‟organizzazione di servizi preventivi, sia per la

prevenzione generale in tutte le sue accezioni (polizia di prossimità,

ravvicinata, integrata, soddisfacimento della sicurezza percepita, ecc.),

sia per quella volta a contrastare particolari fenomeni, attentamente

studiati avvalendosi dell‟analisi operativa (ricorrenze di reati predatori

e/o fatti indicatori di attività mafiose, come i danneggiamenti, le

intimidazioni o le richieste estorsive, ovvero accadimenti di diversa

natura che si sono registrati sul territorio, ecc.);

- l‟attività investigativa vera e propria, sviluppata da tutte le componenti

operative del Comando Provinciale, sinergicamente orientate a operare

in stretta intesa e collaborazione con i reparti speciali (ROS, Cacciatori,

NAS, NOE, ecc.).

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Riguardo alle rapine in danno dei cacciatori in esercizio venatorio, la stagione

venatoria 2013-2014, mostra un ulteriore evidente calo numerico, in quanto le

rapine sono passate da:

31 nella stagione 2011-2012;

17 nella stagione 2012-2013;

ad 1 solo evento nella stagione in corso (chiusura prevista il 30.01.2014); a

riprova dell‟efficacia del sistema operato e del piano organizzato sulla base

delle perlustrazioni compiute anche in aree rurali, boschive e montane.

Riguardo il contrasto alla coltivazione illegale della canapa indiana le

operazioni di servizio hanno permesso di: rinvenire 17.995 piante di cannabis,

arrestare 53 persone in flagranza di reato e segnalarne 8 a piede libero e

stimare in 4.500.000,00 di euro circa il valore delle sostanze sequestrate.

Il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha fornito un contributo rilevante

anche per fronteggiare le esigenze di Ordine Pubblico (basti ricordare i

numerosi eventi istituzionali e sportivi che si sono svolti nel corso di

quest‟anno).

Ma l‟”operazione di Servizio” a cui i Carabinieri di Reggio Calabria si

vogliono in qualche misura sentirsi più legati per il 2013 è quella che ha

consentito con un vero “Blitz” di riportare, sotto la nostra protezione, nella

notte tra il 5 ed il 6 dicembre i “Bronzi di Riace” nella loro casa nel cuore della

città, affinché tornino, fieri e guerrieri onorevoli, a segnare la direzione al loro

popolo; e che questo sia veramente un segno di rinascita.

Qualsiasi sforzo organizzativo sarebbe tuttavia stato vano se non fosse stato

valorizzato dal fattore umano, ovvero da tutti quegli operatori che - a vario

titolo - sono poi chiamati a dare attuazione pratica alle direttive operative. Un

sincero ringraziamento va rinnovato a tutti i Carabinieri di ogni ordine e

grado per il costante impegno che dimostrano quotidianamente nello

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svolgimento dell‟attività istituzionale. Ed in particolare, per la presenza e la

costante attenzione alle problematiche del territorio, ai Comandanti di

Stazione che, essendo a più immediato contatto con le esigenze dei cittadini,

garantiscono con i militari dipendenti da sempre la sicurezza delle comunità

e l‟insostituibile presenza dell‟Arma sul territorio.

Ringraziamo le Autorità provinciali, il Sig. Prefetto Piscitelli per la costante e

insostituibile opera di coordinamento nell‟attività preventiva, la Magistratura

requirente, in primis il Procuratore della Repubblica, dott. Cafiero de Raho,

per la vicinanza la disponibilità e la condivisione di strategie di contrasto; e

giudicante, avuto riguardo dell‟esemplare modello di efficienza garantito dal

Presidente del Tribunale, dott. Gerardis e le Autorità amministrative

territoriali. Allo stesso modo, va il nostro ringraziamento alle altre Forze di

polizia per la sinergia degli sforzi prodotti e per il comune impegno nel

contrasto alla criminalità e per l‟amicizia che sempre nasce tra chi condivide

le stesse cose con gli stessi sentimenti.

Infine, doveroso è il ringraziamento a voi giornalisti, indifferentemente se

della carta stampata o della televisione definiti, da noi Carabinieri la

“Stampa”, per l‟attenzione dimostrata verso le nostre esigenze di

comunicazione, nell‟esercizio di una professione delicata ed impegnativa che,

specie in questo territorio, riveste il ruolo fondamentale di stimolo alla

crescita sociale e culturale della collettività di cui ci sentiamo parte.

Vi auguro buon lavoro con l'auspicio che il nuovo anno sia, per tutti voi, ricco

di ogni desiderata soddisfazione!

Reggio Calabria, 13.12.2013

Col.t.ISSMI Lorenzo Falferi

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ATTIVITA’ OPERATIVA

Nel 2013 sono state arrestate 1272 persone (tra cui 23 latitanti comuni e 1

inserito nell‟elenco dei latitanti pericolosi), più di 65.000 i servizi di

prevenzione effettuati (Pattuglie, Perlustrazioni, Carabiniere di Quartiere).

Sono stati intensificati i servizi finalizzati al contrasto dell‟immigrazione

clandestina e all‟individuazione e all‟allontanamento dei cittadini stranieri

(anche comunitari) che sono risultati pericolosi per la sicurezza pubblica.

Significativi sono stati i risultati ottenuti con le indagini concluse: “SISTEMA

E ASSENZIO 2”, “A.D.A.”, “TRAMONTO”, “EL DORADO”, “TERRA

BRUCIATA”, “ALL INSIDE 3”, “VITTORIO VENETO”, “ALBA DI

SCILLA 3”, “TRAMONTO 2”, “LUPUS IN FABULA”, “SIPARIO”,

“ERINNI”, “PENELOPE”, “ALL CELAN”, “INGANNO”.

I provvedimenti restrittivi scaturiti dalle varie attività investigative condotte

dai reparti dell‟Arma dei Carabinieri, coordinati dalla D.D.A. di Reggio

Calabria, hanno permesso di confermare e rafforzare le risultanze

dell‟operazione “CRIMINE” che ha delineato l‟esistenza della organizzazione

„ndrangheta avente base strategica nella provincia di Reggio Calabria, con

attive ramificazioni sia nel nord Italia, in particolare in Lombardia, sia

all‟estero, dove è stato replicato il modello organizzativo calabrese da parte di

quelle articolazioni che risultano dipendenti dai vertici decisionali presenti

nel territorio reggino e che costituiscono centro propulsore dell‟intero

sodalizio mafioso. L‟organizzazione ricomprende un vertice, denominato

“Provincia”, riferimento dei responsabili dei tre “Mandamenti” (Tirrenico, del

Centro e Jonico), all‟interno dei quali risultano operative le “Locali” di

„ndrangheta, organizzate sempre su base territoriale. L‟ordine gerarchico

all‟interno della struttura mafiosa, che garantisce alle singole cosche anche

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ampi margini di autonomia, é assicurato dai tradizionali gradi e cariche

operative nei diversi livelli dell‟organizzazione. Le attività illecite sono

riconducibili a tre filoni principali: le strutture e l‟operatività

dell‟organizzazione mafiosa, l‟illecito arricchimento e il riciclaggio di denaro

e il condizionamento della vita economico-imprenditoriale nei territori di

riferimento.

L‟attualità investigativa conferma la struttura unitaria e della „ndrangheta e

l‟operatività di organismi di vertice.

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OPERAZIONI DI RILIEVO

13.01.2013 in Corigliano Calabro (CS), catturato il latitante CAIA Antonio, nato a Scilla il 29.07.1970, inserito nell‟elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell‟Interno. CAIA, latitante dal mese di aprile 2009 ed indagato nell‟ambito dell‟indagine denominata “ARTEMISIA”, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, è esponente di vertice della „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “GIOFFRE‟”, operante in Seminara.

24.01.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando Provinciale hanno dato esecuzione a un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 2 indagati contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “DE STEFANO - TEGANO”, operante in Reggio Calabria, ritenuti responsabili di concorso in associazione di tipo mafioso. Le investigazioni hanno consentito di documentare come gli indagati - amministratori di una società titolare di numerosi esercizi commerciali esercenti la grande distribuzione alimentare attraverso supermercati a marchio SMA siti in Reggio Calabria e provincia - abbiano fornito un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo alla cosca “DE STEFANO - TEGANO”, per conto della quale si attivavano, al fine di favorirne gli interessi economici, attraverso l‟esecuzione di contratti di fornitura di beni e/o servizi con numerose imprese, ditte e/o società riconducibili ad importanti cosche di „ndrangheta di questo centro ed in particolare: “DE STEFANO - TEGANO”, “CARIDI - BORGHETTO - ZINDATO”, “LO GIUDICE”, “CONDELLO”, “ROSMINI” e “LABATE”. Contestualmente all‟esecuzione della misura restrittiva, questo Comando, unitamente al Centro Operativo D.I.A. ed al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo dell‟intero complesso aziendale e di quote azionarie di 15 imprese, per un valore

L’anno 2013 scandito mese per mese dalle operazioni di servizio dell’Arma dei Carabinieri del

Comando Provinciale di Reggio Calabria impegnati a tutto campo contro la criminalità

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complessivo di oltre 30 milioni di euro (Operazione “SISTEMA E

ASSENZIO 2”).

29.01.2013 a Cinquefrondi (RC), personale dipendente, unitamente a quello del Commissariato di P.S. di Polistena (RC), dava esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi, nei confronti di 4 persone ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine. L‟indagine, avviata per una serie di furti e rapine consumati a Cinquefrondi e Polistena dal marzo 2011 al marzo 2012, ha consentito, altresì, di denunciare in stato di libertà altre 10 persone ritenute compartecipi all‟associazione.

12.02.2013 in Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Varese, Asti, Roma e Viterbo, militari di questo Comando Provinciale, unitamente a personale del Raggruppamento Operativo Speciale, dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell‟8° Nucleo Elicotteri Vibo Valentia e collaborati da personale delle citate provincie, hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 65 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di Porto Salvo (RC) e territori limitrofi, tutti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso ed a vario titolo dei reati singolarmente contestati. Le indagini hanno consentito di documentare come la cosca, oltre a controllare un cospicuo traffico di armi e di sostanze stupefacenti, aveva realizzato una totale infiltrazione della locale pubblica amministrazione, riuscendone a condizionare ed orientare ogni attività. Contestualmente al provvedimento custodiale è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cui una agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo) riconducibili alle cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 4 milioni di euro circa (Operazione “A.D.A.”).

19.02.2013 in Africo Nuovo (RC), Brancaleone (RC), Palizzi Marina (RC) e Sellia Marina (CZ), militari dipendenti, unitamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e ad unità cinofile del G.O.C. di Vibo Valentia, davano esecuzione all‟ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal Tribunale di Locri (RC) - Ufficio G.I.P., a carico di 7 persone

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ritenute responsabili in concorso in produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope (Operazione “ENOTRIA”).

06.03.2013 in San Ferdinando (RC), militari dipendenti, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, davano esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio Calabria, nei confronti di 5 persone ritenute responsabili - in concorso ed a vario titolo - di associazione di tipo mafioso, usura, rapina, estorsione, intestazione fittizia di beni,con l‟aggravante delle modalità mafiose di cui all‟art. 7 l.203/91. Il provvedimento scaturisce da un‟indagine che ha documentato le attività delittuose poste in essere da una ramificazione della famiglia di „ndrangheta denominata “BELLOCCO”, volte ad assumere il predominio nell‟ambito della criminalità organizzata operante in San Ferdinando e Rosarno. Il 27.03.2013, in esecuzione di decreto dell‟A.G., veniva eseguito il sequestro preventivo di un immobile ubicato a Rosarno e dell‟esercizio commerciale denominato “Bar - Blu Marine” sito in San Ferdinando (Operazione

“TRAMONTO”).

22.03.2013 in Reggio Calabria e Roma, militari di questo Comando, unitamente al Nucleo Investigativo di Roma, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, di 4 imprese, 9 terreni, 22 fabbricati, 32 automezzi e 6 conti correnti, per un valore di 10.000.000 euro circa, nei confronti di3 soggetti tutti detenuti e ritenuti organici alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “IAMONTE”. L‟attività trae elementi probatori dalle risultanze investigative poste alla base delle ordinanze di custodia cautelare eseguite nell‟ambito dell‟operazione convenzionalmente denominata “A.D.A.”.

28.03.2013 in Reggio Calabria e Roma, militari di questo comando, unitamente a personale del Centro Operativo D.I.A., hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, di 2 imprese, 84 fabbricati, 118 terreni e numerosi rapporti bancari, per un valore di oltre 150.000.000 euro, nei confronti di soggetti contigui alla

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„ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “SERRAINO”. Le investigazioni hanno dimostrato che MUSOLINO Rocco ha svolto la propria attività imprenditoriale sfruttando i legami con la „ndrangheta; legami che gli hanno consentito di raggiungere, in diversi settori economici, una posizione di sostanziale monopolio, con le modalità di sopraffazione ed intimidazione tipiche dell‟impresa mafiosa. Contestualmente all‟esecuzione del provvedimento ablativo, militari dipendenti hanno notificato l‟avviso di conclusioni indagini nei confronti di 5 persone indagate per abusivo esercizio dell‟attività finanziaria e favoreggiamento personale.

02.04.2013 in Scilla (RC), militari di questo Comando hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, di imprese, appartamenti, terreni e rapporti bancari, per un valore di oltre 15 milioni di euro, nei confronti di GAIETTI Matteo, nato a Scilla (RC) il 22.10.1969, attualmente detenuto presso la casa circondariale di Reggio Calabria, appartenente alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “NASONE - GAIETTI”, operante a Scilla (RC). L‟attività ha permesso di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da GAIETTI Matteo e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare del suddetto proposto, che il patrimonio è il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite, in particolare dei proventi di attività delittuose di tipo estorsivo.

02.05.2013 in Marina di Gioiosa Jonica (RC), Corniglio (PR) e San Giorgio Lucano (MT), militari dipendenti hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Locri, nei confronti di 16 soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle truffe. Dall‟attività investigativa emergeva che i componenti dell‟associazione truffavano veicoli e altri beni, consegnando in pagamento assegni falsificati. Nell‟ambito dell‟indagine venivano effettuate varie perquisizioni, a seguito delle quali venivano sequestrati telefoni cellulari, sim card, computer, assegni contraffatti, oltre al rinvenimento di materiale informatico utilizzato per la contraffazione di documenti d‟identità, assegni, certificati assicurativi, certificati anagrafici e altro.

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06.05.2013 in Reggio Calabria, Condofuri (RC), province di Viterbo, Terni e Roma, militari di questo Comando Provinciale unitamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, collaborati da personale delle citate province, hanno dato esecuzione ad un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “locale di Gallicianò”, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso ed a vario titolo dei reati ascritti. L‟attività ha disvelato la presenza di una nuova locale di „ndrangheta nella frazione aspromontana Gallicianò del comune di Condofuri e documentato come l‟organizzazione, oltre al controllo del territorio, fosse riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico della provincia di Viterbo, con la costituzione di ditte riconducibili ad alcuni degli odierni indagati. In particolare è stato accertato come con strumenti, condotte e dinamiche tipiche della criminalità organizzata, il sodalizio gestisse un efficiente sistema di riciclaggio di denaro sporco che, partendo dalla Calabria, era ripulito attraverso le ditte ubicate nel viterbese, per tornare successivamente nel capoluogo reggino. Contestualmente al provvedimento custodiale è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di sei imprese (di cui due ortofrutticole, una immobiliare e tre di autotrasporti) per un valore complessivo di 20 milioni di euro circa (Operazione “EL DORADO”).

08.05.2013 in Gioia Tauro (RC), militari dipendenti, congiuntamente a militari del Gruppo G.D.F. di Gioia Tauro, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, dai Cinofili del G.O.C. di Vibo Valentia e dalla C.I.O. del 12° Btg. “Sicilia”, davano esecuzione all‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi (RC), a carico di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, ricettazione, truffa, falsità in scrittura privata e uso di atti falsi, favoreggiamento personale. La competente A.G. ha altresì disposto il sequestro preventivo di 4 società riconducibili all‟organizzazione nonché il sequestro di 1 conto corrente acceso presso la banca M.P.S. filiale di Gioia Tauro.

10.05.2013 in Reggio Calabria, militari del dipendente Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione su

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richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, di imprese, terreni e veicoli, per un valore di 1 milione di euro circa, nei confronti di NICOLÒ Antonino alias “pasticcino”, nato a Reggio Calabria (RC) il 16.07.1952, elemento di spicco della „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “SERRAINO”, operante in Reggio Calabria. L‟attività ha permesso di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da NICOLÒ Antonino e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare del suddetto proposto, che il patrimonio è il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite, in particolare di tipo estorsivo.

14.05.2013 in San Luca (RC), militari dipendenti e personale del Gruppo della Guardia di Finanza di Locri (RC) davano esecuzione al decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di GIORGI Francesco Antonio, nato a San Luca il 15.06.1965, e di GIORGI Giovanni, nato a Locri il 05.06.1968, ritenuti contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca MAMMOLITI alias “fischiante”, operante in San Luca e territorio nazionale. A seguito di attività di indagine congiunta, emergeva una netta sproporzione tra quanto fiscalmente dichiarato e quanto realmente posseduto dai predetti. Sono stati sottoposti a sequestro terreni, un conto corrente postale e buoni fruttiferi postali, polizze assicurative ramo vita, un deposito titoli, un libretto di deposito nominativo e uno postale, per un valore complessivo di oltre 270 mila euro. Inoltre, a seguito di perquisizione domiciliare presso le abitazione dei fratelli GIORGI, sono stati rinvenuti e sequestrati preventivamente buoni fruttiferi postali per un valore complessivo di 105.000,00 euro.

24.05.2013 in Palmi (RC) e territori limitrofi, militari dipendenti traevano in arresto 7 persone, in esecuzione di ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi - Ufficio G.I.P., ritenute responsabili di aver costituito una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ricettazioni, falsità in scrittura privata e sostituzione di persona. In particolare, le attività investigative hanno consentito di ricostruire la struttura e l‟operato dei componenti dell‟associazione i quali, utilizzando schede telefoniche intestate a prestanome, assegni falsificati e false fideiussioni, hanno commesso plurime truffe, ricettazioni ed altri reati contro il patrimonio in danno di importanti aziende operanti

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nel settore automobilistico, orafo, alimentare (ed altro), nell‟intero territorio nazionale. Venivano, inoltre, sottoposte a sequestro 5 attività commerciali e 2 conti correnti, intestati agli arrestati e ritenuti provento delle attività illecite (Operazione “NON SOLO

MODA”).

11.06.2013 in Reggio Calabria e Villa San Giovanni (RC), militari di questo comando hanno dato esecuzione ad un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 soggetti appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca libri, operante nel quartiere di Cannavò della zona sud di Reggio Calabria, responsabili di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata dall‟aver favorito un sodalizio mafioso. Le indagini hanno consentito di documentare le pressioni esercitate dagli indagati ai danni della vittima, per indurlo al pagamento di una somma di 50.000 euro per consentirgli la prosecuzione di alcuni lavori di edilizia privata in questo centro. Le investigazioni hanno focalizzato l‟attenzione anche sulle attività della cosca che, nel territorio di influenza criminale, ha monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato, attraverso il controllo di imprese locali e più in generale riuscendo a condizionare tutte le attività produttive, subordinando al proprio benestare l‟inizio di qualunque attività economica, attraverso il frequente ricorso alle varie pratiche estorsive: dal pagamento del pizzo, all‟imposizione delle forniture e della manodopera (Operazione “TERRA BRUCIATA”).

13.06.2013 in Rosarno (RC), Milano, Monza e Verona, militari di questo Comando Provinciale unitamente a quelli territorialmente competenti e del G.O.C. di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a 23 provvedimenti di custodia cautelare, emessi dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Reggio Calabria nei confronti di altrettante persone, appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “ASCONE”, operante a Rosarno (RC) e territori limitrofi, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale, danneggiamento, rapina, ricettazione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, detenzione e porto illegale di armi, spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio mafioso. L‟attività investigativa ha fornito uno spaccato degli assetti

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criminali esistenti a Rosarno, documentando gli equilibri tra i soggetti appartenenti alle diverse cosche, in particolare, è emersa la centralità delle famiglie PESCE e BELLOCCO cui fanno riferimento le altre cosche dell‟area anche per la risoluzione di contrasti legati alla sovrapposizione di interessi criminali. Le investigazioni hanno focalizzato l‟attenzione sulle attività della cosca “ASCONE” ed hanno consentito di accertare numerosi reati fine, tra i quali: traffico di sostanze stupefacenti e di armi da fuoco anche da guerra, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e favoreggiamento di latitanti (Operazione “ALL INSIDE 3”).

27.06.2013 in Cinquefrondi (RC) e Messina, militari di questo Comando Provinciale unitamente a quelli dei comandi Arma territorialmente competenti, G.O.C. e Nucleo Cinofili Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a 8 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di appartenenti e contigui alla „ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche “FORIGLIO” e “PETULLÀ”, operanti a Cinquefrondi (RC), responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope del tipo cocaina, spaccio in concorso di ingenti quantitativi della citata sostanza stupefacente e concorso in detenzione e porto illegale di armi da fuoco (Operazione “VITTORIO VENETO”).

02.07.2013 in Scilla (RC) e Ragusa militari di questo Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 7 persone appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “NASONE - GAIETTI”, attiva nel territorio di scilla (rc), ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso in tentata estorsione, concorso in intestazione fittizia di beni, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio di tipo mafioso. Le investigazioni rientrano in una più ampia manovra investigativa nei confronti della citata cosca di „ndrangheta che ha già portato all‟esecuzione di altri provvedimenti restrittivi e di sequestro beni. Le indagini hanno documentato la pervasiva infiltrazione della „ndrangheta negli appalti per la realizzazione del 5° e 6° macrolotto dell‟autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria, mediante la costante pressione dell‟organizzazione sulle ditte impegnate nei lavori, oggetto di ripetuti danneggiamenti (Operazione “ALBA DI SCILLA 3”).

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09.07.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando hanno dato esecuzione a un‟ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “LABATE”, operante nei quartieri Sbarre e Gebbione della zona sud di Reggio Calabria, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall‟aver favorito un sodalizio mafioso. Le investigazioni, avviate nel mese di marzo 2011, consentivano di accertare che gli indagati - minacciando la clientela affinché non si rifornisse più presso l‟impresa della vittima REMO Umberto ed indirizzandola verso quelle collegate alle imprese riferibili alla comune cosca di „ndrangheta - determinavano il fallimento dell‟attività commerciale e successivamente costringevano la vittima a cedere un opificio industriale ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Contestualmente all‟esecuzione della misura restrittiva, questo comando ha eseguito un decreto di sequestro preventivo dell‟intero complesso aziendale di 5 imprese, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro.

23.07.2013 in San Ferdinando (RC), militari di questo Comando Provinciale hanno dato esecuzione all‟ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Tribunale - Sezione G.I.P. - di Reggio Calabria, nei confronti di 6 persone, ritenute responsabili - in concorso ed a vario titolo - dei reati di intestazione fittizia di beni, rapina, estorsione, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, tutti commessi con l‟aggravante delle modalità mafiose di cui all‟art. 7 l. nr. 203/91. Il provvedimento, emesso su richiesta della DDA di Reggio Calabria, scaturisce dall‟attività investigativa, intrapresa dal febbraio del 2012, che ha documentato le attività delittuose poste in essere da una ramificazione della famiglia di „ndrangheta denominata “BELLOCCO”, volte ad assumere il predominio nell‟ambito della criminalità organizzata operante in San Ferdinando e Rosarno (Operazione “TRAMONTO 2”).

14.10.2013 militari di questo Comando Provinciale, del R.O.S. e del G.I.C.O. della G. di F. hanno notificato a ZAPPALA‟ Santi cl. 1960 un provvedimento di confisca beni. Il valore dei beni sottoposti a provvedimento ablativo ammonta a 14 milioni di euro circa.

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26.10.2013 in San Luca (RC), militari dipendenti hanno notificato a GIORGI Domenico cl. 1987, residente a San Luca, ritenuto contiguo per vincoli di parentela alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca MAMMOLITI alias “fischiante”, un decreto di confisca di beni per un valore complessivo di oltre 450.000,00 €.

07.11.2013 in Rosarno (RC), i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 soggetti appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “PESCE”, operante nel comune di Rosarno (RC) e territori limitrofi, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi comuni da sparo e di armi da guerra, nonché di munizionamento per armi comuni e da guerra, tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose (art. 7 L. 203/91). L‟indagine, avviata lo scorso mese di giugno, ha consentito di documentare: la piena organicità degli indagati alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca PESCE; il possesso da parte degli indagati di armi e munizioni di origine illegale e la possibilità di reperirle, anche in tempi brevi, tramite riservati canali di approvvigionamento; la programmazione curata nei minimi dettagli di un progetto omicidiario nei confronti di un soggetto in fase di identificazione, evento che non veniva portato a compimento per cause indipendenti dalla volontà degli indagati (Operazione “LUPUS IN FABULA”).

20.11.2013 in Reggio Calabria e l‟Aquila, militari di questo Comando Provinciale, unitamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell‟8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e collaborati da personale del Comando Provinciale dell‟Aquila, hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di Porto Salvo (RC) e territori limitrofi, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso in illecita concorrenza con minaccia o violenza, concorso in turbata libertà degli incanti,

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abuso d‟ufficio e falsità materiale commessa dal P.U. in atti pubblici, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 7 L. 203/91). E‟ stato accertato come il comprensorio del comune di Melito di Porto Salvo fosse sottoposto al pervasivo controllo della cosca “IAMONTE”, infatti, le indagini hanno consentito di documentare come la cosca aveva realizzato una totale infiltrazione della locale pubblica amministrazione, riuscendone a condizionare ed orientare ogni attività. Inoltre, le investigazioni hanno permesso di accertare che l‟organizzazione criminale, con strumenti, condotte e dinamiche tipiche e consolidate della criminalità organizzata ha: condizionato, con il supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati alla cosca IAMONTE e con la connivenza degli amministratori locali, il regolare svolgimento delle gare d‟appalto bandite dal comune di Melito Porto Salvo e da altri comuni del basso Jonio; monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato, attraverso il controllo delle imprese locali, riuscendo, più in generale, a condizionare tutte le attività produttive, attraverso il frequente ricorso a diversificate modalità estorsive (dal mero pagamento del pizzo, all‟imposizione delle forniture e della manodopera, fino all‟accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell‟estromissione da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca); gestito il traffico di armi e di stupefacenti, unitamente ad esponenti di altri sodalizi criminali. Contestualmente al provvedimento custodiale è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di sei imprese edili riconducibili alla cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 20 milioni di euro circa (Operazione “SIPARIO”).

26.11.2013 in Reggio Calabria, Roma, Latina, Catanzaro, Cosenza, Macerata e Agrigento, militari di questo Comando Provinciale, unitamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell‟8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e collaborati da personale di quei Comandi Provinciali, hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo, disposto dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 19 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “MAZZAGATI-POLIMENI-BONARRIGO” e cosca “FERRARO-RACCOSTA”, operanti ad Oppido Mamertina (RC) e territori limitrofi, tutti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso in

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omicidio, concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di diverse armi da fuoco anche da guerra e clandestine, concorso in sequestro di persona, concorso in intestazione fittizia di beni, concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, concorso in ricettazione, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 7 l. 203/1991). Nel corso dell‟attività investigativa, è stato accertato come nel comprensorio del comune di Oppido Mamertina insista una “locale”, con propaggini oltre i confini provinciali e regionali. In particolare, le indagini hanno consentito di documentare: l‟articolata struttura, la gerarchia interna e gli affiliati della “locale”; gli stabili rapporti con altre “locali” e con altre cosche del vibonese del crotonese e del catanzarese; numerosi reati fine dell‟associazione tra cui 5 omicidi; le mire espansionistiche nel settore economico-finanziario a Roma dove l‟organizzazione ha acquisito beni fittiziamente intestati a terzi. Contestualmente all‟esecuzione del provvedimento restrittivo è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di 14 imprese edili e commerciali riconducibili alle cosche, nonché beni mobili e immobili, per un valore complessivo di 70 milioni di euro circa. Nel corso delle perquisizioni veniva sottoposto a sequestro denaro contante per complessivi 170.000 euro (Operazione “ERINNI”).

03.12.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando e del ROS, unitamente a quelli del G.I.C.O. della Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione a 17 decreti di sequestro, emessi dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, di imprese, appartamenti, terreni e rapporti bancari, per un valore di circa 30 milioni di euro, nei confronti di 27 soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “FICARA - LATELLA”, operante nella zona sud di Reggio Calabria. L‟attività trae gli elementi probatori dalle risultanze investigative poste alla base dell‟operazione “REGGIO SUD” e costituisce la prosecuzione delle indagini patrimoniali che avevano già portato all‟esecuzione di provvedimenti di sequestro beni. Le indagini hanno permesso di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli indagati e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare dei proposti, che i beni di cui è stato disposto il sequestro ai fini della successiva confisca sono il frutto o il

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reimpiego dei proventi di attività illecite della cosca (Operazione

“PENELOPE”).

10.12.2013 nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno, militari di questo Comando e del ROS, unitamente a quelli del G.I.C.O. della Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione a 12 decreti di confisca, emessi dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di 15 soggetti appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “PESCE”, operante nel comune di Rosarno (RC) e territori limitrofi, con cui è stata disposta la confisca di un ingente patrimonio del valore di circa 90 milioni di euro, costituito da beni immobili, mobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie. L‟attività rientra in una più ampia manovra investigativa nei confronti delle cosche di „ndrangheta operanti nel territorio della città di Rosarno (RC) e trae gli elementi probatori dalle risultanze investigative relative all‟operazione “ALL INSIDE”. Le investigazioni hanno permesso di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli indagati e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare dei proposti, che i beni di cui è stata disposta la confisca sono il frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite della cosca, che ha esercitato un controllo quasi totale del territorio di competenza e delle relative attività economiche e produttive nel settore agrumicolo, dei trasporti, della distribuzione di carburante e lubrificanti e della vendita di abbigliamento (Operazione “ALL CLEAN”).

12.12.2013 in San Luca (RC), Benestare (RC), Roma e Cosenza, militari di questo Comando Provinciale hanno dato esecuzione all‟ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 6 persone indagate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, truffa, peculato, con l‟aggravante del metodo mafioso. L‟indagine ha permesso di accertare l‟appartenenza all‟associazione di tipo mafioso denominata „ndrangheta, segnatamente della “locale” di San Luca, di ex amministratori pubblici (sindaco ed assessore all‟ambiente) del citato comune – sciolto per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso – nonché di altri soggetti, tra cui il titolare di un‟impresa edile aggiudicatrice di rilevanti appalti pubblici. E‟ stata documentata l‟acquisizione del controllo e della gestione dell‟area mercatale del comune di San Luca, e

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specificamente della zona di Polsi, nonché l‟ostacolo al libero esercizio del voto in occasione delle consultazioni regionali del 2010. E‟ stato acclarato come parte dei finanziamenti elargiti dal Ministero della Gioventù, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, dall‟Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria e dalla fondazione “Enel Cuore”, da utilizzare per la gestione – da parte del “MOVIMENTO DELLE DONNE DI SAN LUCA” – di un bene confiscato alla cosca PELLE alias “gambazza” di San Luca, sia stata impiegata per finalità esclusivamente private (Operazione “INGANNO”).

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