Incontriamoci S a n Raffaele ounit · Per altri momenti prendere accordi ... siamo soli, non devo...

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Vita e... “miracoli” della Parrocchia “Gesù dice: venite e vedrete.” Gv, 1,35-51 Gesù chiama i primi discepoli Comunità informa Via Codazzi n° 28 tel. 773085 8 www.sraffaele.it Incontriamoci ORARIO ESTIVO da Domenica 26 marzo Anno Pastorale 2016 • 2017 Aprile • Lettera n° 5 Orario delle SS.Messe Confessioni Festivi: 8,00 - 11,00 - 19,00 Prefestivi: 19,00 Feriali: 7,30 ogni Sabato dalle 15,00 alle 16,30 Per altri momenti prendere accordi direttamente con il Sacerdote. Mi trovo a volte a pensare alla bellezza di far parte di una Comunità come la nostra e nello stesso tempo - consapevole dei miei limiti, errori e debolezze - mi pongo riflessioni che mi piacerebbe esternare, come possibile spunto di confronto. Donare in libertà Il bello di far parte di una comunità cristiana è poter liberamente donare qualcosa ai “fratelli” senza misure, vincoli, giudizi, solo per goderne spiritualmente. Subito dopo, mi chiedo se la mia libertà nel donare possa limitare la libertà altrui, nella misura in cui prevalgono aspetti egoistici, se pur piccoli. In una comunità “donare” è il fulcro di tutto, una indistruttibile forza di coesione, ma se è fine a se stesso per un cristiano può non bastare, perché potrebbe diventare un modo per “lavarsi le mani” prescindendo dagli altri, anzi, senza neppure vedere cosa gli altri fanno e come stanno. Al contrario, posso donare poco, ma se lo faccio con partecipazione e attenzione verso chi mi è vicino, il valore del dono si moltiplica, anche a vantaggio della comunità. Se quello che “dono” è per me una gioia, perché mi fa sentire più vicino a Cristo che ha donato la vita per noi, non devo sentirmi triste quando un fratello fa più di me o è più bravo. Così come non devo scocciarmi se penso che un fratello faccia meno di me. Il valore del mio donare deve puntare ad accrescere il bene comune; lo sforzo singolo (il suo come il mio) conta solo in una visione d’insieme. I lavoratori della parabola lavorano nella vigna per periodi diversi ma il Signore li ricompensa con la stessa paga. Anch’io voglio essere contento del mio, guardando l’altro solo per condividere il progetto globale di Nostro Signore. Né devo cadere nell’inganno terribile della gelosia: se mio fratello fa o ha di più, devo esserne felice con lui. Potrebbe anche succedermi, nel tempo, di non riuscire più a fare quello che facevo prima, o di perdere la spinta iniziale. Potrebbe subentrare una graduale “stanchezza” che spinge a fare confronti: “perché solo io devo lavorare e impazzire?” oppure “gli altri se ne fregano, fanno meno di me o fanno male quello che fanno”… Sento che non dovrei fermarmi o arrendermi al primo problema o screzio, e andare avanti con serenità pensando che comunque avrò dei limiti, abbandonandomi a qualcosa di più grande, che Nostro Signore saprà completare. “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?... Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.” (Mt 6,27-27.34) Questo scritto esce dal cassetto di Angelo, un operatore pastorale. Uno di noi, che sente il bisogno di meditare sul proprio “ministero” mettendosi di fronte al Signore e alla comunità che ama. Emergono dubbi, fatiche, incertezze, ma soprattutto l’intuizione di una strada che richiede apertura al Padre e agli altri, in umiltà e gratitudine. Una strada frutto di rinascita costante… di Risurrezione! Offriamo a tutti le parole di Angelo per augurare Buona Pasqua e per incoraggiarci a non mollare, a rinascere di continuo. Come fare comunità? segue a pag. 2 SETTIMANA SANTA 2017 Domenica 9 Aprile Passione del Signore ore 8.00-11.00 Benedizione delle Palme Lunedì 10 Aprile ore 7.30 Santa Messa ore 20.45 Liturgia penitenziale Martedì 11 Aprile ore 7.30 Santa Messa Mercoledì 12 Aprile ore 7.30 Santa Messa Giovedì 13 Aprile ore 7.30 Recita di Lodi ore 21.00 “Messa in Coena Domini” Presentazione dei bambini di IV Elementare alla comunità. Seguirà l’adorazione dell’Eucaristia fino alle ore 24. Venerdì 14 Aprile Giorno di digiuno e astinenza ore 7.30 Recita di Lodi ore 20.30 Celebr. della Passione del Signore Sabato 15 Aprile ore 7.30 Recita di Lodi ore 15.00 Benedizione delle uova, confessioni ore 22.00 Solenne Veglia Pasquale Domenica 16 Aprile Santa Pasqua Sante Messe secondo l’orario festivo Lunedì 17 Aprile Lunedì dell’Angelo Sante Messe secondo l’orario festivo Domenica 7 maggio 2017 ore 11,00 Festa comunitaria degli ANNIVERSARI DI NOZZE (10 - 25 - 40 - 50 - 60 - 65 - 70…) comunicare in parrocchia la propria presenza Venerdì 7 Aprile ore 20.30 Via Crucis interparrocchiale partenza dal piazzale della chiesa Domenica 23 aprile ore 10,30 Messa di Prima Comunione per n.38 nostri ragazzi NB: La consueta Messa delle ore 11,00 non avrà luogo Sabato 29 aprile 2017 GIORNATA DEL MALATO 17,00 - S. Messa e Unzione degli Infermi 18,00 - nel salone, merenda e incontro fraterno L’Unzione dei Malati è un momento di preghiera della comunità insieme a chi è colpito da malattie, per ottenere guarigione, forza e conforto. Comunicare il nome in parrocchia entro giovedì 27 aprile. Far sapere se c’è bisogno di essere trasportati (tel. 0541-773085). NB: Sabato 29 non verrà celebrata la Messa vespertina delle ore 19,00 Diocesi di Rimini San Raffaele

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Vita e... “miracoli” della Parrocchia

“Gesù dice: venite e vedrete.” Gv, 1,35-51 Gesù chiama i primi discepoli

Comunitàinforma

Via Codazzi n° 28 tel. 7730858www.sraffaele.it

Incontr iamoci

ORARIO ESTIVO da Domenica 26 marzo

Anno Pastorale 2016 • 2017

Aprile • Lettera n° 5

Orario delle SS.Messe ConfessioniFestivi: 8,00 - 11,00 - 19,00Prefestivi: 19,00Feriali: 7,30

ogni Sabato dalle 15,00 alle 16,30

Per altri momenti prendere accordi direttamente con il Sacerdote.

Mi trovo a volte a pensare alla bellezza di far parte di una Comunità come la nostra e nello stesso tempo - consapevole dei miei limiti, errori e debolezze - mi pongo riflessioni che mi piacerebbe esternare, come possibile spunto di confronto.Donare in libertà Il bello di far parte di una comunità cristiana è poter liberamente donare qualcosa ai “fratelli” senza misure, vincoli, giudizi, solo per goderne spiritualmente. Subito dopo, mi chiedo se la mia libertà nel donare possa limitare la libertà altrui, nella misura in cui prevalgono aspetti egoistici, se pur piccoli.

In una comunità “donare” è il fulcro di tutto, una indistruttibile forza di coesione, ma se è fine a se stesso per un cristiano può non bastare, perché potrebbe diventare un modo per “lavarsi le mani” prescindendo dagli altri, anzi, senza neppure vedere cosa gli altri fanno e come stanno. Al contrario, posso donare poco, ma se lo faccio con partecipazione e attenzione verso chi mi è vicino, il valore del dono si moltiplica, anche a vantaggio della comunità.

Se quello che “dono” è per me una gioia, perché mi fa sentire più vicino a Cristo che ha donato la vita per noi, non devo sentirmi triste quando un fratello fa più di me o è più bravo. Così come non devo scocciarmi se penso che un fratello faccia meno di me. Il valore del mio donare deve puntare ad accrescere il bene comune; lo sforzo singolo (il suo come il mio) conta solo in una visione d’insieme.I lavoratori della parabola lavorano nella vigna per periodi diversi ma il Signore li ricompensa con la stessa paga. Anch’io voglio essere contento del mio, guardando l’altro solo per condividere il progetto globale di Nostro Signore. Né devo cadere nell’inganno terribile della gelosia: se mio fratello fa o ha di più, devo esserne felice con lui.Potrebbe anche succedermi, nel tempo, di non riuscire più a fare quello che facevo prima, o di perdere la spinta iniziale. Potrebbe subentrare una graduale “stanchezza” che spinge a fare confronti: “perché solo io devo lavorare e impazzire?” oppure “gli altri se ne fregano, fanno meno di me o fanno male quello che fanno”… Sento che non dovrei fermarmi o arrendermi al primo problema o screzio, e andare avanti con serenità pensando che comunque avrò dei limiti, abbandonandomi a qualcosa di più grande, che Nostro Signore saprà completare. “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?... Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.” (Mt 6,27-27.34)

Questo scritto esce dal cassetto di Angelo, un operatore pastorale. Uno di noi, che sente il bisogno di meditare sul proprio “ministero” mettendosi di fronte al Signore e alla comunità che ama. Emergono dubbi, fatiche, incertezze, ma soprattutto l’intuizione di una strada che richiede apertura al Padre e agli altri, in umiltà e gratitudine. Una strada frutto di rinascita costante… di Risurrezione! Offriamo a tutti le parole di Angelo per augurare Buona Pasqua e per incoraggiarci a non mollare, a rinascere di continuo.

Come fare comunità?

segue a pag. 2

SETTIMANA SANTA 2017

Domenica 9 Aprile Passione del Signoreore 8.00-11.00 Benedizione delle Palme

Lunedì 10 Aprileore 7.30 Santa Messa ore 20.45 Liturgia penitenziale

Martedì 11 Aprileore 7.30 Santa Messa

Mercoledì 12 Aprileore 7.30 Santa Messa

Giovedì 13 Aprileore 7.30 Recita di Lodi ore 21.00 “Messa in Coena Domini”Presentazione dei bambini di IV Elementare alla comunità. Seguirà l’adorazione dell’Eucaristia fino alle ore 24.

Venerdì 14 AprileGiorno di digiuno e astinenzaore 7.30 Recita di Lodi ore 20.30 Celebr. della Passione del Signore

Sabato 15 Aprileore 7.30 Recita di Lodiore 15.00 Benedizione delle uova, confessioniore 22.00 Solenne Veglia Pasquale

Domenica 16 AprileSanta PasquaSante Messe secondo l’orario festivo

Lunedì 17 AprileLunedì dell’AngeloSante Messe secondo l’orario festivo

Domenica 7 maggio 2017ore 11,00

Festa comunitaria degli

ANNIVERSARI DI NOZZE

(10 - 25 - 40 - 50 - 60 - 65 - 70…)comunicare in parrocchia la propria presenza

Venerdì 7 Aprileore 20.30

Via Crucis interparrocchialepartenza dal piazzale della chiesa

Domenica 23 aprileore 10,30

Messa di Prima Comunioneper n.38 nostri ragazzi

NB: La consueta Messa delle ore 11,00 non avrà luogo

Sabato 29 aprile 2017

GIORNATA DEL MALATO17,00 - S. Messa e Unzione degli Infermi18,00 - nel salone, merenda e incontro fraternoL’Unzione dei Malati è un momento di preghiera della comunità insieme a chi è colpito da malattie, per ottenere guarigione, forza e conforto.Comunicare il nome in parrocchia entro giovedì 27 aprile. Far sapere se c’è bisogno di essere trasportati (tel. 0541-773085).NB: Sabato 29 non verrà celebrata la Messa vespertina delle ore 19,00

Diocesi di Rimini

San Raffaele

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leVita di Comunità

Servire in umiltà e gratitudineCerto non si può mettere la testa sotto la sabbia quando si percepisce qualcosa che onestamente ci sembra sbagliata e soprattutto ci fa temere che rischi di far naufragare tutto. Occorre intervenire, ma con spirito di umiltà, senza giudicare, cercando il bene del prossimo non il mio e con la consapevolezza che il Padre guarda e guida. Non siamo soli, non devo pensare di essere io il fulcro di tutto, di saper fare tutto io, e magari meglio degli altri. Chiunque faccia del bene, lo fa nel nome di Dio, come insegna il Signore riferendosi a chi scacciava i demoni senza essere un discepolo: “Lasciatelo fare, perché non c’è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio e poi subito si metta a parlare male di me. Chi non è contro di noi è con noi. E se qualcuno vi darà anche soltanto un bicchiere d’acqua, per il fatto che siete discepoli di Cristo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa” (Mc 9,39-41).Senza tanti ragionamenti, pensiamo che il bene è più contagioso del male e se ci mettiamo gioia nel donare questa si vede e si comunica. Il dialogo aperto, trasparente, pacato, umile può fare il resto. È necessario tanto dialogo. Gli incontri periodici sono importanti per analizzare e affrontare varie possibili situazioni e farne tesoro. Ma con spirto di servizio verso la Comunità, non per compilare una lista di buoni e cattivi. Dovrei ricordare sempre le parole di Gesù: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti” (Mc 10,45).

L’ANSPI ricorda che presso il bar è aperto il tesseramento 2017. La tessera è un segno piccolo, che rafforza il senso di appartenenza alla nostra comunità. Orari del bar: Mar. 18,00-23,00 - Mer. 16,00-23,00 - Ven. e Sab. 16,00-24,00 - Dom. 08,30-11.00 e 15,00-23,00 - Lun. e Gio. chiuso (aperto i giovedì di Europa League dalle 20,30).

Destinazione del 5xMille È un aspetto importante per contribuire allo svolgimento dei progetti dell’ANSPI sempre più numerosi e impegnativi anche per l’aspetto economico (v. la serata del 27 aprile col dott. Mussoni). Destinare il 5xMille non costa nulla a chi lo fa, mentre per l’ANSPI è utile e vitale.

Come procedere: si copia o si ritaglia il cedolino stampato qui sotto; quando si va a compilare il 730 o l’Unico, lo si consegna a chi cura gli adempimenti fiscali chiedendo di indicare i nostri riferimenti. Anche chi è dispensato dall’obbligo di presentare la dichiarazione e ha solo il CUD, può scegliere di donare il 5xMille all’ANSPI: basta compilare il modulo allegato al CUD, metterlo in busta chiusa, scrivere sopra “Scelta della destinazione dell’8xMille e del 5xMille dell’Irpef”, codice fiscale, cognome e nome del contribuente e portarla presso lo sportello di un ufficio postale. Chi ha dubbi, può contattarci.

Il Consiglio del CIRCOLO ANSPI San Raffaele ArcangeloMi accorgo di avere bisogno di crescere dietro queste linee: donare con gioia, senza misure; cercare il bene del prossimo e della comunità; affidarmi al Signore; dialogare con umiltà. Penso che seguendo questi criteri anche la nostra Comunità potrà essere forte e coesa.

Angelo

Domenica 5 marzo Messa delle 11,00 - Presentazione alla comunità di 5 catecumeni adulti, che si preparano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana la notte di Pasqua, in cattedrale. Sono Edrilona e Edmond Pershqefni, coniugi albanesi, Irena Snalla e Ditlinda Disha, anch’esse albanesi, e l’italiano Giovanni Tortoriello. Nelle foto don Giuseppe accoglie e presenta i catecumeni, accompagnati dai loro catechisti.

Da alcuni anni, in quaresima, si fa tappa in luoghi dove si vive e lavora, per celebrarvi l’Eucarestia.

L’ambiente è familiare: nascono confidenze, ci si sente uniti e in pace, si prega con partecipazione, ricordando e condividendo momenti della vita nostra, dei vicini, della comunità e facendo memoria dei defunti.

Lunedì 13 marzo la saletta del Bar Zeta era piena, l’armonia è stata forte e viva. Questa foto è del professor Umberto Moretti, che ringraziamo, come ringraziamo i presenti, a partire dalle mascotte della serata: Ariel di 6 anni e Rosa di 94!

Giovedì 27 aprileOre 21,00

Una società e un’economiaa immagine della famiglia

dibattito guidato dal

dott. MAURIZIO MUSSONIFacoltà di economia

Università di Bologna

Martedì 25 aprile

Gita alla Diga di RidracoliRidracoli unisce l’utilità alla bellezza. Sito a 557 m. vicino a Bagno di Romagna, allo sbarramento di due fiumi, fornisce acqua a tanti romagnoli. È un piccolo angolo di paradiso, da ammirare passeggiando e navigando in battello sul lago, per vivere una giornata in comunione tra noi e con la natura.

Partenza ore 7.00 dopo la messa (6.15); pranzo al sacco; rientro alle 21.30 circa. Altre informazioni su locandine e volantini, in bacheca e al circolo ANSPI.

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Casa Betania Testimonianza

Caro Amico Paolo, hanno delegato me per dedicarti questo pensiero preparato insieme. Quanti momenti belli abbiamo trascorso in tua compagnia! Le vacanze estive in montagna col “fienile” di Selva, le camminate massacranti su a San Martino e le discese spericolate giù nel ghiaione. Tu in bermuda e gilet multitasche anche nel freddo del Pordoi, dove col ghiaccio inventi la granita alla grappa, per dissetarci. Tu che con abilità e passione cucini piatti elaborati e fantasiosi per la comitiva. E quando al Monte Pincio per sfamare un’enorme tavolata, hai impastato 5 Kg di farina senza fare una piega? Un altro si sarebbe perso! Mitici i tuoi cenoni di fine anno a base di pesce, indimenticabili i tuoi passatelli: piatti unici, irripetibili perché inventati secondo l’estro del momento. E tu che finalmente ti sedevi a capotavola, nel posto che ti abbiamo sempre riservato, a guardare soddisfatto amici felici intorno a te.Le serate estive in campagna finivamo coi fuochi d’artificio, ogni volta più belli e sorprendenti,

un’altra tua passione (e anche mia)… Una volta a Perticara noi due con l’Apocalypse abbiamo rischiato di incendiare il boschetto del mio vicino: noi a correre coi secchi e tu sempre sereno. Ma quanto ci siamo divertiti?! Poi i weekend di primavera in Valdobbiadene a fare il pieno di Prosecco e caricare nel tuo furgone damigiane per tutta la compagnia. Paolo, sei stato il nostro leader, il punto di riferimento, la persona su cui poter fare affidamento: pacifico, accomodante, pronto a sdrammatizzare, competente e informato su tutto. A te ci si rivolgeva per avere un parere equilibrato e autorevole,

che esprimevi con naturalezza e semplicità infondendo sicurezza.Ma la cosa più grande era il tuo cuore, un cuore immenso che non si risparmiava per nessuno, ce n’era per tutti in ogni circostanza. Abbiamo ammirato la dedizione e la passione per il tuo lavoro, come l’amore e l’attenzione verso tutti i tuoi cari. Rosa, una moglie eccezionale, ti ha dato tutta se stessa fino all’ultimo istante, Beatrice e Giacomo due bravi figli, porteranno con onore il cognome che gli hai dato. Voi siete fieri di avere avuto un marito e un padre come Paolo. Il suo esempio e l’insegnamento vi guideranno nella vita.Siamo stati fortunati ad averti avuto come amico. Paolo, ti saremo sempre grati per i momenti belli che ci hai donato e che porteremo con noi: tu sarai sempre a capotavola nei nostri cuori. Grazie, Paolo!

Nadia e Leo, Stefano e LorettaSandra e Paolo, Angela e Angelo

Per grazia di Dio, la nostra comunità è attenta ai propri defunti e pronta a farne memoria. La Lettera mensile parlerebbe volentieri di tutti coloro che ci hanno lasciato, perché ciascuno merita ricordo e gratitudine. Ci proviamo ogni tanto. Questa volta presentiamo una testimonianza di amicizia. La morte di Pierpaolo Tentoni (presidente del Centro Studi Ambientali) avvenuta il 25 gennaio all’età di 60 anni, ha rappresentato un forte colpo per la famiglia e gli amici, ai quali è venuto spontaneo incontrarsi e dedicargli pensieri venuti dal cuore, letti durante il funerale da Angelo, uno di loro. Li pubblichiamo, con una premessa.

«Paolo - scrive Angelo - era uno della comunità, anche se non tutti lo conoscevano. Per far capire il suo animo, è giusta la figura del buon samaritano, parabola letta durante la messa. Pensando a Paolo, viene spontaneo ricordare l’amicizia che ci legava. E nella parola “amicizia” c’è l’amore, nell’amore c’è il bene e nel bene c’è sempre Nostro Signore. Estremizzando, avviene quasi come in un rapporto coniugale. Per il coniuge vuoi sempre il bene e così lui per te; la stessa cosa avviene fra gli amici: ognuno vuole il “bene” dell’altro. Ecco appunto, il Bene, e quando impari a fare il Bene agli amici, diventa più facile farlo a tutti, come sapeva fare Paolo a chi lo incrociava, senza clamori, con semplicità e umiltà. Dove c’è il bene c’è Nostro Signore, che nella sua Misericordia sa vedere e valorizzare tutto quello che facciamo e perdonare le nostre mancanze».

Quel posto a capotavola

Da decenni lo sport è uno degli strumenti che favorisce l’integrazione delle persone e ne consolida la socializzazione. L’attività ludica in sé coinvolge il gruppo in maniera naturale, senza pregiudizi, stimolandone la crescita individuale. Lo sport quindi è un veicolo di socializzazione e di integrazione.Così si è rivelato anche per un ragazzo straniero proveniente dal Ghana, Emmanuel, arrivato in Italia come tanti altri richiedenti asilo. Sfuggendo da uno Stato ormai ostile, è approdato nella città di Rimini. Ospite della Caritas Diocesana da circa un anno, dal mese di maggio è stato inserito nel progetto parrocchiale gestito dalle Parrocchie San Gaudenzo e San Raffaele.

Ben presto Emmanuel ha mostrato le sue capacità in ambito sportivo durante incontri di pallavolo organizzati il giovedì pomeriggio al Campo Don Pippo. Quando l’estate è finita, desiderava coltivare ancora la sua passione, per cui operatori e volontari hanno cercato una squadra capace di valorizzare le sue capacità e di aiutarlo a socializzare. Varie ricerche senza risultato, finché una si è dimostrata pronta ad accoglierlo, l’Athena Rimini composta per lo più da giovani che si riuniscono una volta la settimana per sviluppare la loro passione per la pallavolo.

L’anello mancanteEmmanuel, emozionato e anche un po’ spaventato dalla nuova esperienza, ottiene un risultato davvero soddisfacente: dopo le prime prove, viene accettato con grande gioia dalla nuova squadra e in breve tempo riesce a inserirsi perfettamente. Al momento del suo tesseramento, il Presidente insieme al Direttivo della nuova squadra si sensibilizza alla sua storia e decide di farsene carico. Emmanuel da questo momento può partecipare agli allenamenti e alle partite insieme ai suoi nuovi compagni: un gruppo che ha saputo accoglierlo senza pregiudizi, valorizzandolo come persona e giocatore.Il nostro desiderio è che una storia a lieto fine come questa possa capitare a tanti altri ragazzi che risiedono a Rimini e in altre città italiane,

perché lo sport è importante per tutti nonostante la provenienza o il colore della pelle. È un mezzo che può consentire di creare legami con l’altro differente “da noi” ma non diverso perché nessuno è migliore o peggiore. Il gioco della pallavolo è stato in questo caso l’anello mancante che ha saputo unire due culture creando un esempio di integrazione positiva.

L’équipe di Casa Betania

Nella Lettera n. 4 pag. 3 c’è un errore. Nella didascalia della foto abbiamo chiamato Omar l’amico del Marocco. In realtà si chiama Oumarou di nome e Diaby di cognome. Ce ne scusiamo.

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Speciale Carnevale Ascoltare, pensare, capire

Domenica 19 febbraio, Carnevale zonale sul tema Cielo, terra e mare ti trasportano al carnevale. I ragazzi di Casa Betania hanno partecipato, costruendo nuvole, disegnando viaggi in mare, la vita in Africa e componendo pensieri poetici che, raccolti insieme, sono stati letti durante la festa, a rincorrere nuvole che presto sono diventate qualcos’altro!

Nuvole...

Delle volte vorrei essere una nuvola…Potrei volare con leggerezza un po’ dove mi pare.Sarebbe bello vedere tutto dall’alto, i ricordi tristi forse sembrerebbero più lontani e quelli felici più facili da raggiungere… Potrei fare una capatina al di là del maretutte le volte che voglio...vedere il mio paese e la mia casa,e se tutti stanno bene.. Forse sarei una nuvola un po’ pazzerella e mi metterei a piovere proprio in quei posti dove gli uomini costruiscono muri, barriere, fili spinati …Per ricordare a tuttiche non basta un confine per terra per dire “qui ci sto io e tu non c’entri”,che le nuvole vanno dove vogliono… cariche di sogni e di speranza!

Venerdì 24 febbraio, nel salone della parrocchia Festa di Carnevale dell’associazione Noi Libera-Mente Insieme. Castagnole e fiocchetti, musiche e danze, canti e recite si sono concluse con la lettura di questa poesia.

Canto il sogno del mondoAmasaluta la gentedona, perdona, ama ancora e saluta.

AmaDai la mano, aiuta, comprendidimentica e ricorda solo il bene.E del bene degli altrigodi e fai godere.

Godi del nulla che haidel poco che basta giorno dopo giorno: e pure quel poco - se necessario - dividi.

E vai, vai leggerodietro il vento e il sole e canta.Vai di paese in paese e saluta tuttiil nero, l’olivastro e perfino il bianco.

Canta il sogno del mondoche tutti i paesi si contendano di averti generato.

David Maria Turoldo

“Quelli (che) seguono la guida del loro Signore; quelli sono coloro che prospereranno. In verità [per] quelli che non credono, non fa differenza che tu li avverta oppure no: non crederanno. Allah ha posto un sigillo sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c’è un velo; avranno un castigo immenso. Tra gli uomini vi è chi dice: “Crediamo in Allah e nel Giorno Ultimo!” e invece non sono credenti. Cercano di ingannare Allah e coloro che credono, ma non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono” (Sura 2,5-9).

Queste frasi tratte dalla seconda sura del Corano invitano ad essere intellettualmente onesti. Spiegano che come è inutile cercare di convertire chi è sordo, è altrettanto inutile fingere di credere. È impossibile ingannare Allah, che conosce i pensieri umani e prepara per loro il Giudizio, in questo caso

“un castigo immenso”. Parole che suonano forti, ma che non implicano l’assenza di un perdono divino.

Piuttosto sono contraddittorie con il concetto di jihad e di conversione coatta, che hanno perpetrato i popoli islamici nei secoli più bui. Infatti le frasi invitano a seguire i valori e le leggi del Corano senza curarsi dei miscredenti, i quali hanno già la loro punizione.

Il Libro non incita esplicitamente alla “guerra santa” come mezzo di conversione e afferma di combattere solo a livello difensivo. La jihad come la conosciamo noi è perciò frutto di pessime interpretazioni, non condivise da tutti i musulmani.

Gabriel Semprini

Ci chiediamo spesso se la disumana violenza che applica il sedicente “stato islamico” al suo interno e ovunque gli riesca seminare terrore e morte, nasca dalla religione e trovi impulso nelle parole del Corano, il Libro sacro dell’Islam. Anche un giovane della comunità (16 anni) si è posto il problema, ha letto e ora offre questa breve, intensa riflessione.

Corano e Jihad

Domenica 12 Marzo 2017. Nel pomeriggio, in duomo, il vescovo Francesco ha incontrato i cresimandi delle parrocchie urbane con le loro famiglie. Ecco una panoramica dell’incontro, con centinaia di volti attenti alle parole del vescovo. Tra loro ci sono anche 33 ragazzi di San Raffaele, che si preparano alla Cresima del prossimo autunno.