«INCONTRI RAVVICINATI» Una «nursery» di meduse...

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Venerdì 3 maggio 2013 II I Venerdì 3 maggio 2013 I III LECCE PRIMO PIANO LECCE PRIMO PIANO IL CASO «INCONTRI RAVVICINATI» EVENTO STRAORDINARIO Bagnanti e studiosi incuriositi dalla concentrazione abnorme di plancton e invertebrati di specie rare in queste zone PREVISIONI La prossima stagione potrà vedere la nascita di migliaia di esemplari cresciuti in loco. I danni? Da calcolare «CITIZEN-SCIENCE» I bagnanti possono diventare parte attiva inviando al sito immagini e notizie di avvistamenti Una «nursery» di meduse sui fondali del Salento «L’enorme biomassa sta depositando migliaia di larve. Effetti sulla pesca» DANIELA PASTORE l Una biomassa di tonnel- late di meduse cinge da giorni la costa ionica del Salento. Mi- gliaia e migliaia di esemplari, che hanno scelto la costa della Terra d’Otranto per fare scor- pacciate di larve di molluschi, crostacei, pesci, trasformando i fondali in una gigantesca «nursery» di micro polipi (le future meduse). Un fenomeno giudicato ec- cezionale anche da chi il plan- cton e gli invertebrati marini li studia e li osserva ogni giorno. «La straordinarietà di quello che sta avvenendo nel Salento riguarda sia le dimensioni dell’assembramento, sia il tipo di specie avvistate», osserva il professor Stefano Piraino, della facoltà di Scienze dell’Università del Salento (di- partimento Disteba), coordina- tore del progetto transfronta- liero Med-Jelly-Risk. I riflettori sono puntati in particolare sull’Aurelia, medu- sa innocua per l’uomo, rico- noscibile dai caratteristici quattro cerchi simmetrici che decorano l’ombrello, capace di ingurgitare anche 40 larve di pesce per volta. «E’ una me- dusa che generalmente sceglie gli habitat lagunari, per cui è interessante la sua presenza in così alta concentrazione qui nel Salento», insiste Piraino. Quel che è certo è che l’im- patto del passaggio di centi- naia di migliaia di «bolle» fa- gocitanti non sarà irrilevante per il comparto ittico, anche se non facilmente quantificabile. Le larve di pesce, le uova in particolare, vivono sugli strati superficiali, formando il co- siddetto «Neuston»: una sorta di «pranzo» che galleggia gra- zie alle goccioline d’olio con- tenute in ogni uovo. «Avranno fatto razzia di questo ittioplan- cton», assicura Piraino, «a sca- pito dei gamberetti o dei pic- coli pesci che si nutrono del medesimo cibo». Di certo le «Aurelia» non hanno scoraggiato i bagnanti che, attratti da uno spettacolo davvero insolito, si sono la- sciati coraggiosamente circon- dare dalla danza fluttuante di migliaia di esserini gelatinosi. Non solo lo Ionio, però. Anche i bagnanti dell’Adriatico hanno fatto incontri ravvicinati con migliaia di invertebrati, tra cui le Velella vellella, un idrozoo coloniale (non una vera e pro- pria medusa) che vive galleg- giando in superficie e che in questi giorni sta infestando il Mediterraneo. Un fenomeno, quello regi- strato nel Salento, che ha però i giorni contati. «All’arrivo dei primi venti che portano verso il largo si ridurrà sicuramente l’entità. Inoltre - rassicura Pi- raino - Aurelia non è una me- dusa che tollera temperature troppo alte». Pronte a lasciare il Salento, dunque, ma non prima di aver consegnato uno speciale «souvenir». «Questa enorme quantità di meduse lascerà sicuramente dei “po- lipi”. La primavera è il periodo tipico della riproduzione. Quel- li che avvistiamo in questi giorni sono organismi sessual- mente maturi, nati con ogni probabilità nel Nord dell’Adriatico e spinti a Sud dalle correnti costiere. E plau- sibile che prima di partire per altri lidi depositeranno mi- gliaia di “larvette” destinate a diventare polipi». Dipenderà dalla capacità della specie di resistere alle alte temperature agostane la capacità di tra- sformarsi in «meduse gallipo- line». Una fioritura di questa por- tata, ribadiscono gli esperti, è sicuramente eccezionale. Ma gli operatori balneari non de- vono fasciarsi la testa. «Ripeto, con ogni probabilità le meduse e il plancton spariranno presto - chiosa Piraino - Resta però da capire se quello a cui stiamo assistendo resterà un passag- gio isolato o se invece ci sono le premesse perché diventi un ap- puntamento annuale». RIVA AFFOLLATA Alcune immagini della eccezionale concentra- zione di meduse sulle coste salentine A PORTATA DI PALMARE Una delle sezioni di «Meteo Meduse» abbellita dai disegni di Alberto Gennari Urticanti o docili? Chiedetelo all’iPhone Un’applicazione creata dall’Università del Salento l Carybdea marsupialis, Cassiopea andromeda, Olindias phosphorica, velel- la velella. Una sfilata di affascinanti crea- ture gelatinose a portata di i-pad o di smart-phone. A realizzare l’interessante «applicazione», scaricabile gratuitamen- te, è la rivista Focus che si è avvalsa della collaborazione fondamentale dell’Uni- versità del Salento ed in particolare dello staff del professor Stefano Piraino, coor- dinatore del progetto Med-Jelly-Risk. APP -La «app», che si avvale dei di- segni artistici di Alberto Gennariuna valida «bussola» per i bagnanti di tutta Italia. E a giudicare dai giudizi espressi dagli utenti è molto apprezzata: la quinta stella (massimo gradimento de- gli internauti) è colorata quasi del tutto. Che cosa è possibile fare con Focus Meteo Meduse? Soprattutto segnalare la pre- senza di meduse sulla propria spiaggia e ricevere un’informazione di ritorno. Nel Salento gli appassionati di mare, nelle ultime estati (il programma è stato pub- blicato sull’AppStore il 30 giugno 2011) oltre a capire che vento tira, possono far pesare sulla scelta della costa da godersi anche il clic su questa «app». Un modo semplice per evitare il tocco urticante delle meduse: grazie all’idea di Focus e dell’Università del Salento è possibile in- fatti verificare se nella spiaggia preferita ne sono state avvistate. Il programma è il primo progetto italiano di «scienza dei cittadini»: le segnalazioni dei bagnanti consentiranno di realizzare una mappa dettagliata e aggiornata in tempo reale. I dati poi saranno elaborati dall’ateneo leccese per realizzare un censimento del- le varie specie e studiarne il fenomeno. L’utente può vedere la mappa e ricevere informazioni sulle varie specie di me- duse, su come evitare il contatto, su cosa fare dopo la puntura. Si scopre anche che il loro tocco, potendo causare schock ana- filattico, può essere fatale per l’uomo. L’APPELLO -I biologi marini dell’uni- versità del Salento invitano poi bagnan- ti, turisti e residenti a segnalare gli av- vistamenti di meduse, in particolare di specie rare, sulla pagina facebook di Med Jelly risk o sul sito www.jellyrisk.eu. «E’ sempre più importante il concetto della “citizen science”, ovvero il contributo dei cittadini alla scienza - osservano i biologi dell’ateneo salentino - perché per noi scienziati è come avere migliaia di satelliti, ovvero gli occhi dei cittadini, dislocati in tutto il pianeta. Grazie a loro la raccolta di immagini, dati, video può essere infinita. Un contributo fondamen- tale alla ricerca scientifica». L’ESPERTO IL BIOLOGO FERDINANDO BOERO ASSICURA: «LE ACQUE TORNERANNO LIMPIDE» «Le salpe ormai pronte a prendere il largo» GIOVANNI NUZZO l «E’ un fenomeno che ha le ore contate». Il professore Fer- dinando Boero, docente di Bio- logia marina all’Università del Salento, ricercatore del Cnr, stu- dioso ed esperto nel campo delle meduse, spiega che la grande produzione di Thalia democra- tica che ha invaso le coste sa- lentine inizia a spiaggiarsi de- componendosi di giorno in gior- no. «Questi banchi di organismi gelatinosi – continua il profes- sore – che galleggiano da una settimana invadendo la costa Adriatica da San Cataldo sino a Santa Maria di Leuca, ma anche sino a Gallipoli, affonderanno non appena le correnti marine, che nel Canale d’Otranto sono molto potenti, avranno preso più vigore. Se poi si aggiungerà la forza del vento che soffierà in superficie, questa grande produ- zione di fitoplancton sospesa in superficie sparirà». Il docente, che da anni si oc- cupa dei mutamenti della vita dei mari, assicura che il fenomeno non è legato all’ inquinamento. «Occorre comunque sempre mo- nitorare i nostri mari – ribadisce – anzi la presenza di questi de- licati organismi costituisce una prova della buona qualità delle acque. Scomparso il fenomeno naturale di questi giorni, sarà un’acqua limpida, i fondali ri- torneranno trasparenti». Certo, i turisti che in questi giorni hanno preso d’assalto le spiagge e la scogliera rimangono ancora perplessi, ma non c’è nul- la di cui preoccuparsi, assicu- rano gli studiosi. «La Thalia de- mocratica ha davvero le ore con- tate». Quanto al nome, attribuito a questa tipologia di plancton, il professore spiega che “Salpa de- mocratica” si chiama così perché può formare «lunghe catene di zooidi a forma di barilotto, con una evidente macchia arancione ben visibile in trasparenza. Le catene possono essere lunghe an- che sei metri». Le salpe possono formare banchi estesissimi che, di solito, si sviluppano lontano dalla costa. Le esplosioni demo- grafiche di questi animali sono improvvise e durano solo pochi giorni. Il microplancton viene filtrato in modo efficientissimo e poco rimane per i crostacei fil- tratori, che sono alla base delle reti alimentari che arrivano ai pesci e poi anche a noi. SERPENTI GELATINOSI Una delle centinaia di esemplari di «Thalia democratica» avvistati mercoledì sulla costa adriatica PASSATEMPO STUPORE E TANTI VACANZIERI CHE HANNO AFFOLLATO MERCOLEDÌ LA COSTA GALLIPOLINA Tutti a pesca di «gelatina» Un divertito esercito di jelly-fisher, armati di setacci, canne e pazienza GIUSEPPE ALBAHARI l GALLIPOLI. In acqua con setacci, secchielli, canne e perfino una fio- cina molto «old style». Nel giorno in cui si festeggiava il lavoro (che non c’è, aggiungono in molti, ma questa è un’altra storia), sul litorale sud cittadino era spon- taneo chiedersi che cosa cercassero in mare, acqua alla caviglia, i nu- merosissimi bagnanti impegnati a scrutare i fondali. In realtà, lo «sport» più praticato del primo di maggio è stato il jel- ly-fishing, ossia la pesca di meduse. Attività che ha coinvolto anche cop- pie di bagnanti, armate di canna, come Arcangelo Russo e Simona Montanaro, spinti da Francavilla Fontana a Gallipoli per amore dello Jonio. Che hanno però trovato straor- dinariamente infestato di meduse. Chi va per mare ha tentato invano di allontanarsi dalla costa alla ricerca di acqua in cui bagnarsi senza im- battersi nella presenza di estese co- lonie gelatinose di plancton e so- prattutto di meduse, «inquietanti ec- toplasmi» secondo il commento di un diportista, forse poco logico, ma si- curamente efficace. Chi camminava lungo il bordo delle banchine portuali, ne ha avvistate sia nel seno del canneto, sia nello scalo commerciale; molti hanno rinunciato al bagno, infine, tra coloro che ave- vano affollato i litorali, teatro anche di scenette animate da ragazze ti- morose e boyfriend che facevano fin- ta d’insistere, «ché non erano meduse urticanti», ma si sono ben guardati dall’immergersi. Ritornando ai nostri cacciatori di meduse, Arcangelo ha fatto di ne- cessità virtù e ha utilizzato alcune valve di conchiglie per trasformare il terminale della canna in rostro, cat- turare e trasferire in una busta di plastica gli esemplari, risultati di diverse specie: trasparenti, del colore del mare; simili, ma con una sorta di ciliegia rossa; dalla lieve colorazione violacea, intensa solo a formare quat- tro approssimativi cerchi; ad anello tempestato di microgranuli rossi. Illustrando il campionario di me- duse, il «jelly-fisher» ha assicurato di averne catturata una con striature bianche e nere e a quel punto una voce fuoricampo, sicuramente non un fan della Vecchia Signora, ha commentato: «Juventina, figurati!» PESCA POCO ROMANTICA Arcengelo Russo e Simona Montanaro a caccia di meduse l MARINA DI MARITTIMA. Anche se le condizioni delle acque marine di una lunga fascia costiera del basso Adriatico stanno pian piano migliorando, si notano ancora banchi estesi di organismi gelatinosi a ridosso della scogliera, lunga oltre 70 chilometri. Molti bagnanti, nonostante conoscessero l’inno- cuità di queste colonie di plancton, denominate scientificamente hanno preferito im- mergersi in acqua con la muta per evi- tare eventuali infe- zioni epidermiche. «E’ la prima volta che assisto ad un simile fenomeno nelle acque di questo mare – dice Germano Gelli, un turista di Firenze, che nei weekend tor- na spesso nel Salento - mi sono immerso per ammirare come sempre il fondale di questa splendida sco- gliera della marina di Marittima e con sor- presa, a pochi metri di profondità, ho no- tato un lungo serpen- te trasparente con pallini rossi che si muoveva sinuosamente impedendomi il passaggio sul fondale». «Seppur con diffidenza - aggiunge il sub - ho toccato con le mani questi organismi senza tuttavia avvertire reazioni urticanti. Ma ammetto di aver provato molto ribrezzo». «Rispetto ai giorni scorsi – sostiene Luisa Gassi, biologa nutrizionista, barese, in vacanza nel Salento – il fenomeno si sta attenuando e la “corona” si sta sfaldando, lasciando alla deriva ogni singolo pezzo gelatinoso con una sfera rossa a mò di occhio. Sono tranquilla perché, come ci hanno spiegato gli stu- diosi, non si tratta di inquinamento, ma di un fenomeno naturale forse da attribuire al gran caldo di questi giorni». LA TESTIMONIANZA L’AFFOLLATA IMMERSIONE DI UN SUB «Mi hanno circondato sono del tutto innocue ma fanno un po’ senso» SUB Il turista toscano Germano Gelli reduce da un incontro ravvicinato con una «Salpa»

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Venerdì 3 maggio 2013II I Venerdì 3 maggio 2013 I IIILECCE PRIMO PIANO LECCE PRIMO PIANO

IL CASO«INCONTRI RAVVICINATI»

EVENTO STRAORDINARIOBagnanti e studiosi incuriositidalla concentrazione abnorme di planctone invertebrati di specie rare in queste zone

PREVISIONILa prossima stagione potrà vederela nascita di migliaia di esemplaricresciuti in loco. I danni? Da calcolare

«CITIZEN- SCIENCE»I bagnanti possono diventareparte attiva inviando al sitoimmagini e notizie di avvistamenti

Una «nursery» di medusesui fondali del Salento« L’enorme biomassa sta depositando migliaia di larve. Effetti sulla pesca»

DANIELA PASTORE

l Una biomassa di tonnel-late di meduse cinge da giornila costa ionica del Salento. Mi-gliaia e migliaia di esemplari,che hanno scelto la costa dellaTerra d’Otranto per fare scor-pacciate di larve di molluschi,crostacei, pesci, trasformandoi fondali in una gigantesca«nursery» di micro polipi (lefuture meduse).

Un fenomeno giudicato ec-cezionale anche da chi il plan-cton e gli invertebrati marini listudia e li osserva ogni giorno.«La straordinarietà di quelloche sta avvenendo nel Salentoriguarda sia le dimensionidell’assembramento, sia il tipodi specie avvistate», osserva ilprofessor Stefano Piraino,della facoltà di Scienzedell’Università del Salento (di-partimento Disteba), coordina-tore del progetto transfronta-liero Med-Jelly-Risk.

I riflettori sono puntati inparticolare sull’Aurelia, medu-sa innocua per l’uomo, rico-noscibile dai caratteristiciquattro cerchi simmetrici chedecorano l’ombrello, capace diingurgitare anche 40 larve dipesce per volta. «E’ una me-dusa che generalmente scegliegli habitat lagunari, per cui èinteressante la sua presenza incosì alta concentrazione qui

nel Salento», insiste Piraino.Quel che è certo è che l’im -

patto del passaggio di centi-naia di migliaia di «bolle» fa-gocitanti non sarà irrilevanteper il comparto ittico, anche senon facilmente quantificabile.Le larve di pesce, le uova inparticolare, vivono sugli stratisuperficiali, formando il co-siddetto «Neuston»: una sortadi «pranzo» che galleggia gra-zie alle goccioline d’olio con-tenute in ogni uovo. «Avrannofatto razzia di questo ittioplan-cton», assicura Piraino, «a sca-pito dei gamberetti o dei pic-coli pesci che si nutrono delmedesimo cibo».

Di certo le «Aurelia» nonhanno scoraggiato i bagnantiche, attratti da uno spettacolodavvero insolito, si sono la-sciati coraggiosamente circon-dare dalla danza fluttuante dimigliaia di esserini gelatinosi.Non solo lo Ionio, però. Anche ibagnanti dell’Adriatico hannofatto incontri ravvicinati conmigliaia di invertebrati, tra cuile Velella vellella, un idrozoocoloniale (non una vera e pro-pria medusa) che vive galleg-giando in superficie e che inquesti giorni sta infestando ilMediter raneo.

Un fenomeno, quello regi-strato nel Salento, che ha peròi giorni contati. «All’arrivo deiprimi venti che portano verso

il largo si ridurrà sicuramentel’entità. Inoltre - rassicura Pi-raino - Aurelia non è una me-dusa che tollera temperaturetroppo alte». Pronte a lasciareil Salento, dunque, ma nonprima di aver consegnato unospeciale «souvenir». «Questaenorme quantità di meduselascerà sicuramente dei “po -

lipi”. La primavera è il periodotipico della riproduzione. Quel-li che avvistiamo in questigiorni sono organismi sessual-mente maturi, nati con ogniprobabilità nel Norddell’Adriatico e spinti a Suddalle correnti costiere. E plau-sibile che prima di partire peraltri lidi depositeranno mi-

gliaia di “l a r ve t t e ” destinate adiventare polipi». Dipenderàdalla capacità della specie diresistere alle alte temperatureagostane la capacità di tra-sformarsi in «meduse gallipo-line».

Una fioritura di questa por-tata, ribadiscono gli esperti, èsicuramente eccezionale. Ma

gli operatori balneari non de-vono fasciarsi la testa. «Ripeto,con ogni probabilità le medusee il plancton spariranno presto- chiosa Piraino - Resta però dacapire se quello a cui stiamoassistendo resterà un passag-gio isolato o se invece ci sono lepremesse perché diventi un ap-puntamento annuale».

R I VAA F F O L L ATAAlcuneimmaginidellaeccezionaleconcentra-zionedi medusesulle costesalentine

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A PORTATADI PALMAREUna dellesezionidi «MeteoMeduse»abbellitadai disegnidi AlbertoGennari

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Urticanti o docili?Chiedetelo all’iPhoneUn’applicazione creata dall’Università del Salento

l Carybdea marsupialis, Cassiopeaandromeda, Olindias phosphorica, velel-la velella. Una sfilata di affascinanti crea-ture gelatinose a portata di i-pad o dismart-phone. A realizzare l’i n t e re s s a n t e«applicazione», scaricabile gratuitamen-te, è la rivista Focus che si è avvalsa dellacollaborazione fondamentale dell’Uni -versità del Salento ed in particolare dellostaff del professor Stefano Piraino, coor-dinatore del progetto Med-Jelly-Risk.

APP -La «app», che si avvale dei di-segni artistici di Alberto Gennari, èuna valida «bussola» per i bagnanti ditutta Italia. E a giudicare dai giudiziespressi dagli utenti è molto apprezzata:la quinta stella (massimo gradimento de-gli internauti) è colorata quasi del tutto.Che cosa è possibile fare con Focus MeteoMeduse? Soprattutto segnalare la pre-senza di meduse sulla propria spiaggia ericevere un’informazione di ritorno. NelSalento gli appassionati di mare, nelleultime estati (il programma è stato pub-blicato sull’AppStore il 30 giugno 2011)oltre a capire che vento tira, possono farpesare sulla scelta della costa da godersianche il clic su questa «app». Un modosemplice per evitare il tocco urticantedelle meduse: grazie all’idea di Focus edell’Università del Salento è possibile in-fatti verificare se nella spiaggia preferitane sono state avvistate. Il programma è ilprimo progetto italiano di «scienza deicittadini»: le segnalazioni dei bagnanticonsentiranno di realizzare una mappadettagliata e aggiornata in tempo reale. Idati poi saranno elaborati dall’at e n e oleccese per realizzare un censimento del-le varie specie e studiarne il fenomeno.L’utente può vedere la mappa e ricevereinformazioni sulle varie specie di me-duse, su come evitare il contatto, su cosafare dopo la puntura. Si scopre anche cheil loro tocco, potendo causare schock ana-filattico, può essere fatale per l’u o m o.

L’A P P E L LO -I biologi marini dell’uni -versità del Salento invitano poi bagnan-ti, turisti e residenti a segnalare gli av-vistamenti di meduse, in particolare dispecie rare, sulla pagina facebook di MedJelly risk o sul sito www.jellyrisk.eu. «E’sempre più importante il concetto della“citizen science”, ovvero il contributodei cittadini alla scienza - osservano ibiologi dell’ateneo salentino - perché pernoi scienziati è come avere migliaia disatelliti, ovvero gli occhi dei cittadini,dislocati in tutto il pianeta. Grazie a lorola raccolta di immagini, dati, video puòessere infinita. Un contributo fondamen-tale alla ricerca scientifica».

L’ESPERTO IL BIOLOGO FERDINANDO BOERO ASSICURA: «LE ACQUE TORNERANNO LIMPIDE»

«Le salpe ormai prontea prendere il largo»

GIOVANNI NUZZO

l «E’ un fenomeno che ha leore contate». Il professore Fer -dinando Boero, docente di Bio-logia marina all’Università delSalento, ricercatore del Cnr, stu-dioso ed esperto nel campo dellemeduse, spiega che la grandeproduzione di Thalia democra-tica che ha invaso le coste sa-lentine inizia a spiaggiarsi de-componendosi di giorno in gior-no. «Questi banchi di organismigelatinosi – continua il profes-sore – che galleggiano da unasettimana invadendo la costaAdriatica da San Cataldo sino aSanta Maria di Leuca, ma anchesino a Gallipoli, affonderannonon appena le correnti marine,che nel Canale d’Otranto sonomolto potenti, avranno preso piùvigore. Se poi si aggiungerà laforza del vento che soffierà insuperficie, questa grande produ-zione di fitoplancton sospesa insuperficie sparirà».

Il docente, che da anni si oc-cupa dei mutamenti della vita deimari, assicura che il fenomenonon è legato all’ i n q u i n a m e n t o.«Occorre comunque sempre mo-nitorare i nostri mari – ribadisce– anzi la presenza di questi de-licati organismi costituisce unaprova della buona qualità delleacque. Scomparso il fenomenonaturale di questi giorni, saràu n’acqua limpida, i fondali ri-torneranno trasparenti».

Certo, i turisti che in questigiorni hanno preso d’assalto lespiagge e la scogliera rimangonoancora perplessi, ma non c’è nul-la di cui preoccuparsi, assicu-rano gli studiosi. «La Thalia de-

mocratica ha davvero le ore con-t at e » .

Quanto al nome, attribuito aquesta tipologia di plancton, ilprofessore spiega che “Salpa de-m o c r at i c a ” si chiama così perchépuò formare «lunghe catene dizooidi a forma di barilotto, conuna evidente macchia arancioneben visibile in trasparenza. Lecatene possono essere lunghe an-che sei metri». Le salpe possonoformare banchi estesissimi che,di solito, si sviluppano lontanodalla costa. Le esplosioni demo-grafiche di questi animali sonoimprovvise e durano solo pochigiorni. Il microplancton vienefiltrato in modo efficientissimo epoco rimane per i crostacei fil-tratori, che sono alla base dellereti alimentari che arrivano aipesci e poi anche a noi.

SERPENTIG E L AT I N O S IUna dellecentinaiadi esemplaridi «Thaliademocratica»avvistatimercoledìsulla costaadriatica

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PA S S AT E M P O STUPORE E TANTI VACANZIERI CHE HANNO AFFOLLATO MERCOLEDÌ LA COSTA GALLIPOLINA

Tutti a pesca di «gelatina»Un divertito esercito di jelly-fisher, armati di setacci, canne e pazienza

GIUSEPPE ALBAHARI

l GALLIPOLI. In acqua con setacci,secchielli, canne e perfino una fio-cina molto «old style».

Nel giorno in cui si festeggiava illavoro (che non c’è, aggiungono inmolti, ma questa è un’altra storia),sul litorale sud cittadino era spon-taneo chiedersi che cosa cercasseroin mare, acqua alla caviglia, i nu-merosissimi bagnanti impegnati ascrutare i fondali.

In realtà, lo «sport» più praticatodel primo di maggio è stato il jel-ly-fishing, ossia la pesca di meduse.Attività che ha coinvolto anche cop-pie di bagnanti, armate di canna,come Arcangelo Russo e SimonaM o n t a n a r o, spinti da FrancavillaFontana a Gallipoli per amore delloJonio. Che hanno però trovato straor-dinariamente infestato di meduse.

Chi va per mare ha tentato invanodi allontanarsi dalla costa alla ricercadi acqua in cui bagnarsi senza im-battersi nella presenza di estese co-lonie gelatinose di plancton e so-prattutto di meduse, «inquietanti ec-toplasmi» secondo il commento di undiportista, forse poco logico, ma si-curamente efficace.

Chi camminava lungo il bordo dellebanchine portuali, ne ha avvistate sianel seno del canneto, sia nello scalo

commerciale; molti hanno rinunciatoal bagno, infine, tra coloro che ave-vano affollato i litorali, teatro anchedi scenette animate da ragazze ti-morose e boyfriend che facevano fin-ta d’insistere, «ché non erano meduseurticanti», ma si sono ben guardatidall’immerg ersi.

Ritornando ai nostri cacciatori dimeduse, Arcangelo ha fatto di ne-cessità virtù e ha utilizzato alcunevalve di conchiglie per trasformare ilterminale della canna in rostro, cat-turare e trasferire in una busta di

plastica gli esemplari, risultati didiverse specie: trasparenti, del coloredel mare; simili, ma con una sorta diciliegia rossa; dalla lieve colorazioneviolacea, intensa solo a formare quat-tro approssimativi cerchi; ad anellotempestato di microgranuli rossi.

Illustrando il campionario di me-duse, il «jelly-fisher» ha assicurato diaverne catturata una con striaturebianche e nere e a quel punto unavoce fuoricampo, sicuramente nonun fan della Vecchia Signora, hacommentato: «Juventina, figurati!»

PESCAPOCOROMANTICAArcengeloRussoe SimonaMontanaroa cacciadi meduse

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l MARINA DI MARITTIMA. Anche se le condizionidelle acque marine di una lunga fascia costiera delbasso Adriatico stanno pian piano migliorando, sinotano ancora banchi estesi di organismi gelatinosi aridosso della scogliera, lunga oltre 70 chilometri.

Molti bagnanti, nonostante conoscessero l’inno -cuità di queste colonie di plancton, denominatescientificamentehanno preferito im-mergersi in acquacon la muta per evi-tare eventuali infe-zioni epidermiche.«E’ la prima volta cheassisto ad un similefenomeno nelle acquedi questo mare – diceGermano Gelli, unturista di Firenze,che nei weekend tor-na spesso nel Salento- mi sono immersoper ammirare comesempre il fondale diquesta splendida sco-gliera della marina diMarittima e con sor-presa, a pochi metridi profondità, ho no-tato un lungo serpen-te trasparente conpallini rossi che simuoveva sinuosamente impedendomi il passaggio sulfo n d a l e » .

«Seppur con diffidenza - aggiunge il sub - ho toccatocon le mani questi organismi senza tuttavia avvertirereazioni urticanti. Ma ammetto di aver provato moltoribre zzo».

«Rispetto ai giorni scorsi – sostiene Luisa Gassi,biologa nutrizionista, barese, in vacanza nel Salento –il fenomeno si sta attenuando e la “c o ro n a ” si stasfaldando, lasciando alla deriva ogni singolo pezzogelatinoso con una sfera rossa a mò di occhio. Sonotranquilla perché, come ci hanno spiegato gli stu-diosi, non si tratta di inquinamento, ma di unfenomeno naturale forse da attribuire al gran caldo diquesti giorni».

LA TESTIMONIANZA L’AFFOLLATA IMMERSIONE DI UN SUB

«Mi hanno circondatosono del tutto innocuema fanno un po’ senso»

SUBIl turistatoscanoGermanoGellireduceda unincontroravvicinatocon una«Salpa»

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