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1 - Analisi del voto I l risultato delle recenti elezioni appare, a prima vista, deludente per la coalizione di Monti e per l’UDC. Cerchia- mo di capire quello che è successo e di vedere se il proget- to politico che in questi anni abbiamo perseguito è ancora proponibile. Partiamo dalla coalizione montiana. Il nostro progetto di governabilità per il paese non è stato accolto dal- l’elettorato. Noi non chiedevamo i voti per gover- nare da soli. Chiedevamo i voti per essere decisivi e scegliere con chi governare con la speranza di riuscire a coagulare di nuovo un governo di re- sponsabilità nazionale. Chiedevamo i voti, per po- tere guidare l’uscita dal sistema bipolare. Gli elet- tori non ci hanno dato voti sufficienti a svolgere que- sta funzione di arbitraggio. Abbiamo perso? Sì e no. Sì perché il nostro progetto di governo non è passato. No perché non è passato nemmeno il pro- getto di governo del PD o del PDL e non è passata nemmeno la proposta di Grillo di una alternativa populista. Non ha vinto nessuno. Il centro non ha vinto, ma è sempre più chiaro che se non vince il centro questo paese non si governa. Il centro, d’altro canto, non ha neppure perso. Le elezioni non hanno risolto il problema politico del paese e, in un certo senso, tutte le opzioni rimangono aperte. > segue a pag. 2 Chi ha perso le elezioni Il nuovo c ttadino TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2013 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009 Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro, Marco Caldarelli, Paolo Ciccarelli Segreteria: Pamela Vigiani Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa PARIGI: ce ne sono ancora un milione e mezzo con retta coscienza Editoriale on. Luca Marconi 2008 rinascano i cristiano popolari S erve un movimento popo- lare di ispirazione cristiana fatto da donne e uomini di buo- na volontà, non rassegnati, amanti del bello e dell’intelli- genza, capaci di ragionare e dia- logare su tutto, capaci di assu- mersi responsabilità e di ren- dere conto del proprio operato, ma soprattutto di fede, quella piccola come un granello di se- nape, capace di muovere le montagne dell’ignoranza e del- la stupidità come le valli del vuoto e del nulla che sembra- no sempre più caratterizzare la geografia umana, spirituale, culturale e politica della nostra amata Italia. Basta con i tatti- cismi preelettorali e le inutili diplomazie ecclesiali. Serve sin- cerità, cuori generosi e dedica- ti allo scopo, serve una nuova volontà che a partire dagli in- contri di Todi si affidi non agli uomini con le loro pericolose furbizie, ma allo Spirito Santo che solo può condurci ad una vera e duratura unità. > segue a pag. 9 on. Rocco Buttiglione Manifestazione contro i matrimoni gay del 24/3/2013 Nelle pagine Nelle pagine Anno 2013 N. 2 1 Editoriale on. Luca Marconi Chi ha perso le elezioni on. Rocco Buttiglione 2 segue Chi ha perso le elezioni 3 Elezioni politiche 2013 Simone Marconi L’Europa, il voto e le aspettative La campagna elettorale. Un’analisi spietata e fantasiosa? 4 Tre foto al Grillismo Marco Caldarelli La testimonianza crea cultura Paolo Ciccarelli 5 Chavez, il “cristiano marxista” nemico della Chiesa e della libertà Alessandra De Lucia Lumeno Con Benedetto XVI nel 2008 Umberto Spalletti 6 Cattolici all’attacco Salutiamo Benedetto XVI Apostolo della verità Umberto Spalletti Un principe della Chiesa Giacomo Biffi 7 Cattolici all’attacco Antonella Fornaro Dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco 8 La libertà di non essere d’accordo Alessandra De Lucia Lumeno Santa Idelgarda: l’omosessualità è la suprema offesa contro Dio 9 Digiuno quaresimale per tutto l’anno Gabriella Ottaviani 10 10 L ’Italia il paese delle meraviglie Francesco Garofolo 11 11 Italia, rigore o fuori dall’euro Giovanni Fermani 12 12 Popolari 2008

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1 - Analisi del votoIl risultato delle recenti elezioni appare, a prima vista,

deludente per la coalizione di Monti e per l’UDC. Cerchia-mo di capire quello che è successo e di vedere se il proget-to politico che in questi anni abbiamo perseguito è ancoraproponibile.

Partiamo dalla coalizione montiana. Il nostro progetto digovernabilità per il paese non è stato accolto dal-l’elettorato. Noi non chiedevamo i voti per gover-nare da soli. Chiedevamo i voti per essere decisivie scegliere con chi governare con la speranza diriuscire a coagulare di nuovo un governo di re-sponsabilità nazionale. Chiedevamo i voti, per po-tere guidare l’uscita dal sistema bipolare. Gli elet-tori non ci hanno dato voti sufficienti a svolgere que-sta funzione di arbitraggio. Abbiamo perso? Sì eno. Sì perché il nostro progetto di governo non èpassato. No perché non è passato nemmeno il pro-getto di governo del PD o del PDL e non è passata

nemmeno la proposta di Grillo di una alternativa populista.Non ha vinto nessuno. Il centro non ha vinto, ma è sempre piùchiaro che se non vince il centro questo paese non si governa.Il centro, d’altro canto, non ha neppure perso. Le elezioni nonhanno risolto il problema politico del paese e, in un certosenso, tutte le opzioni rimangono aperte. > segue a pag. 2

Chi ha perso le elezioni

Il nuovo c ttadinoTRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 2-2013 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009

Scriveteci a: [email protected]: Giovanni Fermani

Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro,

Marco Caldarelli, Paolo CiccarelliSegreteria: Pamela Vigiani

Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa

PARIGI: ce ne sono ancora un milione e mezzo con retta coscienza

Editorialeon. Luca Marconi

2008 rinascanoi cristiano popolariServe un movimento popo-

lare di ispirazione cristianafatto da donne e uomini di buo-na volontà, non rassegnati,amanti del bello e dell’intelli-genza, capaci di ragionare e dia-logare su tutto, capaci di assu-mersi responsabilità e di ren-dere conto del proprio operato,ma soprattutto di fede, quellapiccola come un granello di se-nape, capace di muovere lemontagne dell’ignoranza e del-la stupidità come le valli delvuoto e del nulla che sembra-no sempre più caratterizzare lageografia umana, spirituale,culturale e politica della nostraamata Italia. Basta con i tatti-cismi preelettorali e le inutilidiplomazie ecclesiali. Serve sin-cerità, cuori generosi e dedica-ti allo scopo, serve una nuovavolontà che a partire dagli in-contri di Todi si affidi non agliuomini con le loro pericolosefurbizie, ma allo Spirito Santoche solo può condurci ad unavera e duratura unità.

> segue a pag. 9

on. Rocco Buttiglione

Manifestazione contro i matrimoni gay del 24/3/2013

Nelle pagineNelle pagineAnno 2013 N. 2

11 • Editoriale on. Luca Marconi

• Chi ha perso le elezionion. Rocco Buttiglione

22 • segue Chi ha perso le elezioni

33 • Elezioni politiche 2013Simone Marconi

• L’Europa, il voto e le aspettative

• La campagna elettorale.Un’analisi spietata e fantasiosa?

44 • Tre foto al GrillismoMarco Caldarelli

• La testimonianza crea culturaPaolo Ciccarelli

55 • Chavez, il “cristiano marxista”nemico della Chiesa e della libertàAlessandra De Lucia Lumeno

• Con Benedetto XVI nel 2008Umberto Spalletti

66 Cattolici all’attacco • Salutiamo Benedetto XVI

Apostolo della veritàUmberto Spalletti

• Un principe della ChiesaGiacomo Biffi

77 Cattolici all’attacco Antonella Fornaro

• Dal Concilio Vaticano IIa Papa Francesco

88 • La libertà di non essere d’accordoAlessandra De Lucia Lumeno

• Santa Idelgarda: l’omosessualità è la suprema offesa contro Dio

99 • Digiuno quaresimaleper tutto l’annoGabriella Ottaviani

1010 • L’Italia il paese delle meraviglieFrancesco Garofolo

1111 • Italia, rigore o fuori dall’euroGiovanni Fermani

1212 • Popolari 2008

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2Anno 2013 - N. 2

2 - Il governo del PaeseLa classe politica è divisa da un conflitto insa-

nabile. Il bipolarismo è la espressione di questoconflitto che non permette nessun dialogo e nes-suna unità nemmeno quando è a rischio la tenutacomplessiva del paese. Fra i problemi ed i conflit-ti della classe politica e le esigenze del paese si è crea-to un abisso. I grillini sono il risultato di questa cri-si e non la sua soluzione.

I grillini sono il risultato della crisi economica edella paura del futuro. Grillo non lo si batte inse-guendolo sul terreno della demagogia. L’antipoliti-ca si batte con la buona politica, quella che mostranei fatti che dopo i sacrifici viene il tempo dellosviluppo e del lavoro. La formula politica capace diassicurare questo risultato governerà a lungo nel no-stro paese.

I sacrifici fatti cominciano a dare i loro frutti po-sitivi. Un primo segno sono i provvedimenti con cuipaghiamo i debiti arretrati delle Pubbliche Ammi-nistrazioni ed allentiamo il Patto di Stabilità inter-no che stava strangolando i nostri enti locali e le no-stre imprese. Dobbiamo andare avanti su questastrada, in Italia ed in Europa. Dopo il tempo del ri-gore deve venire il tempo dello sviluppo. Non pos-siamo permettere che si torni invece alla politicadello spreco e della spesa facile, quella che ci ave-va portati sull’orlo della bancarotta. Dichiarare lapropria disponibilità ad alleanze significa aprireuna competizione virtuosa fra le estreme ricondu-cendole verso il servizio agli interessi veri del pae-se e riducendo il tasso di faziosità che ostacola il per-seguimento del bene comune.

3 - La valutazione sul centro politicoNelle elezioni la coalizione per Monti ha co-

munque conseguito il 10,5 per cento del suffragio po-polare. Meno di quello che avevamo sperato, ma co-munque circa il doppio del voto che nella consulta-zione precedente aveva ottenuto l’UDC sulla me-desima collocazione politica. Il risultato avrebbepotuto essere migliore? Probabilmente sì. Il coin-volgimento del mondo cattolico su di una propo-sta di rinnovamento intellettuale e morale della po-litica è riuscito in modo solo molto parziale. Il mo-vimento iniziato con tante speranze con l’incontrodi Todi non ha trovato un punto efficace di coagu-lo e di sintesi e ciò ha lasciato molti disorientati edanche amareggiati. Egualmente non ha trovato unosbocco politico il movimento dei ceti medi pro-duttivi che aveva portato alla creazione di Rete Im-presa Italia. Se la coalizione montiana vuole con-solidarsi in uno stabile soggetto politico dovrà al piùpresto definire la propria proposta politica versoquesti due interlocutori fondamentali che costi-tuiscono il suo naturale retroterra culturale e sociale.

Non hanno giovato, infine, le polemiche interneche hanno mostrato una volontà di esclusione ver-so l’UDC. Riassumendo: il progetto della coalizio-ne montiana può essere continuato e condotto alsuccesso a condizione che: a. si riprenda un dialogo costruttivo e fecondo con

il mondo cattolico per il rinnovamento moraledella politica;

b. si apra un canale di comunicazione efficace conil mondo dei ceti medi produttivi alla ricerca diuna rappresentanza politica;

c. si mostri di potere e sapere scegliere in occasio-ne della formazione delle coalizioni nella fasepreelettorale;

d. si costruisca una convivenza cordiale fra le com-ponenti approdate adesso alla politica e l’UDCche ha reso possibile la fuoriuscita dalla vecchiapolitica sfidando da sola l’intero vecchio siste-ma politico.

Occorre definire rapidamente il progetto politi-co ed il programma per procedere poi ad un gran-de sforzo organizzativo per radicare la nuova for-mazione politica sul territorio.

4 - La valutazione sull’UDCRivolgiamo adesso l’attenzione verso l’UDC. Noi

abbiamo, in un certo senso, sacrificato tutto al pro-getto politico. A partire dal 2008 e dalla nostra scel-ta di andare da soli denunciando il fallimento del bi-polarismo all’ italiana si è aggregato attorno a noi uncrescente consenso di opinione che ha raggiunto, asettembre 2012, nei sondaggi d’opinione la misuradell’ 8/9%. Tutto questo consenso di opinione noiabbiamo trasferito sulla lista Monti per dare più for-za al progetto politico. La prosecuzione naturale sa-rebbe stata la formazione di una unica lista per le ele-zioni sia alla Camera che al Senato. Questo non èstato possibile per una grave mancanza di genero-sità e di gratitudine da parte dei nostri compagni distrada. Siamo stati costretti a fare le liste nelle con-dizioni peggiori, con una lista comune al Senato etre liste diverse alla Camera. La lista di Scelta Civi-ca alla Camera, per di più, aveva praticamente lostesso simbolo della lista comune che presentava-mo al Senato. Per tutti gli elettori, tranne quelli rag-giunti direttamente dalla organizzazione di partito,è stato automatico votare Scelta Civica sia alla Ca-mera che al Senato. Abbiamo anche dovuto subireuna regola meccanica e poco intelligente di ricam-bio della classe politica che ci ha costretti, nella for-mazione delle liste, a rinunce dolorose e talvolta in-giustificate. La coalizione montiana ha cercato at-traverso un ostentato nuovismo di intercettare il

voto grillino. Non è riuscita e non poteva riuscire.La discriminante doveva essere il senso di respon-sabilità verso l’Italia e la buona politica.

5 - Alcune proposteChiamare a raccolta la base sul territorio per

verificare la voglia di non cedere e di continuarenella difesa dei nostri valori e del nostro proget-to politico.

Chiarire il rapporto con le altre componenti diScelta Civica su di una base di correttezza e di chia-rezza. Vogliamo fare insieme un partito nuovo? Conquali riferimenti ideali e programmatici? Con qua-li valori? Con quali regole? Certo su questa via è ne-cessario da parte di tutti lasciar cadere discrimina-zioni e pregiudizi. Vogliamo invece fare un ras-semblement che abbia gruppi parlamentari comu-ni, ma mantenga l’autonomia dei diversi partiti dallivello regionale in giù? Anche in questo caso dob-biamo definire precise regole di convivenza e dicollaborazione. Dobbiamo chiarire tutte queste co-se in un dialogo amichevole, ma franco con le al-tre componenti della coalizione, cominciando daquelle che ci sono culturalmente più vicine.

Organizzare lo spazio politico del centro che c’èe che è risultato tutt’altro che disprezzabile atte-standosi intorno al 10% degli elettori. Se non verràorganizzato rapidamente questo spazio rischia peròdi dissolversi.

Definire una prospettiva strategica e su quellachiamare ad un dialogo serrato il nostro retroterradi elezione, sia culturale (il mondo cattolico) chesociale (i ceti medi indipendenti). La prospettiva de-ve essere la costruzione del Partito Popolare Euro-peo in Italia. Abbiamo conquistato sul campo, pa-gando anche un prezzo elevato, il ruolo di forzaprimaria della modernizzazione europea. Non dob-biamo rinunciare a questo ruolo ed anzi dobbia-mo valorizzarlo. Il nostro obiettivo strategico de-ve essere ricostruire una grande forza centrale emoderata capace di stabilizzare l’Italia e di parteci-pare, con il Partito Popolare Europeo, alla costru-zione di una Europa politica libera e solidale.

> segue da pag. 1

Chi ha perso le elezionion. Rocco Buttiglione

•Stupidario ambientalista•

DALL’AMAZZONIA OSSIGENO ZERO Ecco un altro esempio di quanto la propaganda abbia preso il sopravvento sulla verità scienti-fica. Tutti siamo convinti che la foresta amazzonica sia il “polmone verde”del mondo. La realtà,invece è, che l’Amazzonia non genera neanche una molecola di ossigeno. Quando la foresta

raggiunge la maturità accumula una grande quantitàdi materiale in decomposizione sul suolo. Perciò, tuttol’ossigeno prodotto durante il giorno con la fotosinte-si, viene consumato la notte con i processi di putrefa-zione. Risultato netto finale: zero. Il vero “polmone ver-de” del mondo sono gli oceani. “È innegabile che latemperatura globale sia salita in questi ultimi 100 anni– prosegue il prof. Baldicero – ma ciò è successo per cau-se naturali e non antropiche. Il gelo artico si era giàsciolto, per esempio, tra il 1920 e il 1945, quando l’uo-mo emetteva appena il 10% di CO2 emessa oggi. Nel

2009 la copertura di ghiaccio era superiore al 2007, dopo un inverno molto severo al Nord”.Lo scienziato ricorda che durante il Medioevo (800/1200) vi fu un riscaldamento globale più pro-nunciato dell’attuale, il cosiddetto “optimum climatico medievale”. In questo periodo l’In-ghilterra produceva vino e la Groenlandia era ciò che il suo nome indica: terra verde. Dal se-colo XVI al XIX, invece, vi fu la “piccola era glaciale”. Le cronache narrano che il Tamigi ghiac-ciava regolarmente. Poi, all’interno di questi macro-cicli vi sono micro-cicli. Per esempio, all’i-nizio degli anni ’40 si diceva che la terra stava ribollendo, a causa del riscaldamento verifica-tosi tra il 1925 e il 1946. All’inizio degli anni ’70, si pensava, al contrario, che il pianeta stesseentrando in un’era glaciale a causa del raffreddamento tra il 1947 e il 1976.

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Caro lettore, non so se haivisto il voto degli italia-

ni all’estero. E’ una cartina altornasole utile per interpre-tare il malessere domestico.Vince il PD e stravince Mon-ti. In qualche circoscrizionearriva al 27 o 28 %. Pochi vo-ti per la PDL e meno dellametà per Grillo. Chi sta al-l’estero e non sente la crisi,interpreta il voto in manieradifferente. Cartina al torna-sole: ho come la sensazioneche il PD e Monti abbiano fat-to una campagna elettoralesolo per gli italiani all’estero.Non si sono accorti di quel-lo che c’era in Italia. Berlu-sca lo ha capito, Grillo già losapeva. In Europa gli italiani

votano i partiti europeisti, inItalia penalizzano i partiti eu-ropeisti. Secondo me qual-cuno dovrà spargersi un po’di cenere in testa!!!

Futuro. Sempre incerto èil futuro. Le cose da fare peròsono semplici questa volta,molto semplici quasi ele-mentari. Mai prima d’ora èpiù facile uscire dalla crisi.

La Germania ha presopaura. Approfittare di que-sta paura. Se l’Italia diventa laGrecia, l’Euro va in fumo el’Europa, germanici compre-si, in frantumi.

Dovranno aumentare i lo-ro salari e stipendi, accetta-re che la BCE compri non 103miliardi di euro di debito ita-

liano (come ha fatto fino adora), ma 200, 400, 600.

l’IMU va rimodulata, fuo-ri dall’ambito prima casa, fa-cendola pagare al netto deidebiti che insistono sull’im-mobile: almeno questo. Perla prima casa, abolizione co-munque.

Accettare un po’ di svalu-tazione e finirsela con i vin-coli di bilancio. Accettare nelbreve un deficit per la ripre-sa, ma con alle spalle la Bceche tiene basso il costo deldebito, altrimenti... non ser-virebbe a niente (quello chestanno facendo gli USA).

In Italia tagli e diminu-zioni di tasse e imposte. Equi-parare il pubblico al privato,fare una riforma del lavorodegna di questo nome. Diesempi ce ne sono a non fi-nire in giro per il Mondo.Non c’è bisogno di chissàquali geni per partorirla. Ba-sta fare copia e incolla un po’lì e un po’ là.

Fare cose intelligenti. Ba-sta con i contributi alle im-prese. Chiediamo meno tassealle imprese, e basta. Si al-leggerisce la burocrazia così,ma non lo capiscono?

Creare un nuovo indiriz-zo per il lavoro e le profes-sioni. Non bisogna creareper far questo, un ministeropieno di scemi che non san-no quello che devono fare.Basta un sito internet e unpiccolo motore di ricerca.Tutto gestito da un ministe-ro. Aziende che cercano e la-voratori che trovano. Checavolo ci vuole ad incrocia-re domanda e offerta. Poi sec’è offerta inevasa, preoccu-parsi della formazione inquei settori. Basta così. Masoprattutto, lo ripeto fino al-la fine, tagliare costi e spese

inutili, ma contemporanea-mente alleggerire la pressio-ne fiscale sui redditi e sul la-voro. Non sull’IMU, non suipatrimoni, ma sui redditi. InGermania le imposte sui pa-trimoni sono pesantine, co-sì come sugli affitti delle ca-se. Sono le imposte sui red-diti ad essere più leggere.Traduciamo. Se guadagni,guadagni e non ti devo rom-pere le scatole più di tanto.Poi quando spendi quelloche hai guadagnato allora,ma solo allora, ti posso ba-stonare un po’. È un’altra co-sa, mi pare.

3Anno 2013 - N. 2

ISTAT NEL 2012 PIL IN FLESSIONE DEL 2,4%I DATI ISTAT variazioni % 2012 su 2011

PIL -2,4 Conferma parziale: Il dato sul Pil sembra confermare le previsioni del Governo,in realtà da più parti ci si aspettava un -2,2%

DEFICIT/PIL -3,0 Il peso dello spread: L’aumento del costo del debito derivante dalla crisieuropea dei debiti sovrani ha messo a dura prova l’indebitamento

DEBITO/PIL 127 La conseguenza sul debito: La pressione sui titoli di Stato che ha caratterizzatoil 2012 si fa sentire anche sul rapporto debito/Pil, che va peggio delle previsioni

SALDO PRIMARIO 2,5 Il saldo soffre: Viste le pressioni sul debito e sul deficit, anche il saldo ha risentitodella situazione ed è risultato più pesante rispetto alle attese

IMPORTAZIONI -7,7 Import in sofferenza: La caduta del Pil è stata accompagnata da una fortecontrazione delle importazioni che nel 2012 è stata pari al 7,7%

ESPORTAZIONI 2,3 Conferma per l’export: In linea con le previsioni, l’export cresce contribuendoalla tenuta della produzione e della bilancia commerciale

INVESTIMENTI FISSI LORDI -8,0 Il crollo: Gli investimenti fissi lordi nel 2012 hanno registrato una forte flessionein volume dopo quella, contenuta nell’1,8% , del 2011

CONSUMI FINALI -3,9 Meno acquisti: Il calo dei consumi è stato particolarmente marcato per i beni(-7%); per i servizi registrata una diminuzione dell’1,4%

SPESA DELLE FAMIGLIE -4,3 La crisi morde: La spesa delle famiglie residenti si è contratta del 4,3%; è unavariazione che non ha precedenti dal dopoguerra a oggi

PRESSIONE FISCALE 44,0 Il calo delle tasse: Nonostante l’introduzione dell’Imu e l’enfasi sulle tasse, lapressione fiscale è risultata inferiore rispetto alle aspettative

Elezioni politiche 2013 a cura di Simone Marconi

L’Europa, il voto e le aspettative

Bersani paga più di tutti, anche se lo fa pagare all’Italia.Con Renzi aveva un’occasione d’oro. In tanti l’avrebbero

votato anche della Pdl. Avrebbe stravinto quasi ovunque.La vecchia guardia ha voluto resistere e ha buttato un’altraoccasione storica per il PD.

Renzi è il vero vincitore occulto di queste elezioni. Ber-sani e Vendola, patetici.

Berlusconi è un genio, un mago e un uomo con gli at-tributi. Crede in quello che fa e trasmette questo pensieroa chi gli sta vicino. Errori? Nessuno per lui.

Monti. Errori tanti. Presunzione, eccessiva sicurezza inse stesso e nelle cosine che diceva. Aveva la vittoria in ta-sca, lui e Casini, dopo che era caduto il Governo e Berluscalo aveva candidato. Casini aveva stravinto. Il suo uomo,quello sul quale aveva scommesso tutto, candidato da Ber-lusca. Un altro passo è rimasto oscuro. Quando Monti nonvoleva Rocco in lista, perché apparentemente rappresenta-va il vecchio. I riciclati di Pd e Pdl al Senato sono il nuovo eButtiglione è il vecchio?! Va bene, ci sta, in una mente pre-suntuosa come quella del Professore. E che fa l’Udc, si rac-comanda? Ma mandalo a fare un giro. Non ci voleva? Me-glio così!!!! Si andava ad Arcore (Canossa) e Silvio ci avreb-be accolti come il figliol prodigo del Vangelo. Bastava un 2per cento, e l’avremmo preso, per far vincere la Pdl e addi-rittura tener fuori Monti dal Parlamento. Non sarebbe arri-vato ne al Senato ne alla Camera.

Grillo stravince e continuerà la sua battaglia dentro e fuo-ri il Parlamento. Vuol mandare a casa tutti e ci riuscirà se tut-ti non capiscono il malessere che attanaglia il Paese. Tantechiacchiere e pochi fatti. Tagli, tagli e tagli e riduzioni di pri-vilegi alle caste (comprese quelle del Pubblico). Perché unaAsl se viene commissariata non può licenziare dipendenti?Se non ce la fa ad andare avanti devono pagare tutti, com-presi i dipendenti .

La campagna elettorale. Un’analisi spietata e fantasiosa?Giudichi il lettore

Visti così sono anche simpatici!

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4Anno 2013 - N. 2

Folle oceaniche hanno in-vaso le piazze e un popo-

lo orante ha oggi un nuovocondottiero, Beppe Grillo.Conquistati anche noi dallasaggezza delle parole del nuo-vo tribuno, dalle solide ar-gomentazioni, dall’indiscu-tibile prestigio dei suoi di-scepoli oggi parlamentari(non più onorevoli ma solocittadini) e dall’eleganza delsuo eloquio, torniamo qual-che settimana indietro neltempo e cerchiamo di esami-nare insieme i capisaldi delsuo programma che ne han-no decretato un così ampioe meritato successo.

Le fonti energeticherinnovabili

Grillo ha avuto quasi undecennio fa l’intuizione chel’energia verde sarebbe statal’energia del futuro prossimo,oggi ci fa sapere che per il fu-turo remoto la grande spe-ranza è l’energia marrone. Nelsenso dell’energia prodottadalla flautolenza umana. Atale scopo la base del movi-

mento ha già costituito com-missioni di studio di meteo-rismo applicato, che stannoproducendo risultati inco-raggianti. L’abbandono dimolti dei partecipanti ai pri-mi simposi non sembrapreoccupare la dirigenza, lanatura stessa dell’energia pe-tale impone un ricambio deiproduttori. Il biogas prodot-to appare facilmente ripro-ducibile, le eventuali fugheo perdite di tale gas sono fa-cilmente rilevabili anche ol-fattivamente e, a differenzadi una centrale a carbone o apetrolio o ad una pala eolica,l’erogatore è portatile e ciòne favorirà una distribuzionepiù capillare sul territorio.L’ iniziativa è vista di buonocchio anche dall’associa-zionismo agricolo, specie dal-la Conffagioli e dalla Con-

flenticchie, che vedono aprir-si nuovi spazi di mercato.

L’anonimato in politica

Il ceto politico degli ultimianni non era più presentabile.Gli scandali, le ruberie, gli abu-si ne hanno definitivamentedeturpato l’immagine. Ancheun consigliere comunale di 35anni, incensurato e mai nean-che sfiorato da uno scandaloè ormai roba da antiquariato.Servono volti nuovi. Che nonabbiano alcuna compromis-sione né con la politica, ormaidegenerata, né con le profes-sioni, colluse con il sistema.Che non siano imprenditori,

noti evasori, nédipendenti dellapubblica ammi-

nistrazione, parassiti da gene-razioni. La nuova classe poli-tica va scelta con criteri di as-soluta trasparenza e deve ri-spondere a pochi e solidi cri-teri: il candidato parlamenta-re deve essere un mentecattodel tutto anonimo, che di nul-la possa essere accusato. La se-lezione sembra aver dato ec-cellenti risultati.

L’esecutivo di qualità

L’impostazione del Movi-mento è a piramide: ad unpopolo della rete corrispon-de una rappresentanza par-lamentare di cittadini (vedisopra) puri e incapaci di in-ciuci, al di sopra della qualedeve operare un esecutivoguidato da personalità al di-sopra di ogni sospetto dicompromissione con la po-litica e l’economia. Il NuovoCittadino è entrato in pos-sesso della lista che il Movi-mento 5 Stelle avreb-be presentato al

Presidente Napolitano nel ca-so di incarico a Grillo. Que-sti i nomi: Presidente delConsiglio Lucio Grillo, il fra-tello di Beppe mai coinvoltoin incidenti stradali e dun-que candidabile alla guida delpaese; Ficarra agli Interni ePicone all’Economia – la co-mune provenienza dei dueministri tra loro e con quel-la del fondatore depone a lo-ro favore e garantisce quel-l’intesa che spesso manca tradue ministri così importanti:Franco Battiato, ormai liberoda incarichi, alla Farnesinaper l’indubbio prestigio arti-stico e la franchezza di lin-guaggio che consentirebbe-ro di adeguare l’immagine in-ternazionale alle caratteristi-che del suo vero leader; Mat-teo Messina Denaro alla Giu-stizia – effettivamente que-sta candidatura ha incontra-to qualche resistenza nellabase del movimento per qual-che pendenza del candidatocon la giustizia e per la suanon facile reperibilità, ma leriluttanze sono state supe-rate con l’argomento con-vincente che il Messina nonsarà mai un ministro com-promesso con i poteri giu-diziari, non avendo mai pra-ticato le aule di Giustizia eannessi ambienti legali,neanche da lontano. Al Mi-nistero dello Sviluppo Bep-pe avrebbe visto bene OresteLo Scalzo, scelto a seguitodi estrazione casuale del no-minativo dall’elenco telefo-nico di Caltanissetta, qualeportatore di quella genuinitàche solo chi non ha mai avu-to relazioni con il potere eche proviene dal popolo puòpossedere. Il nominativo èstato scartato solo dopo chesi è scoperto che il sig. LoScalzo è morto alcuni annifa e per errore risultava an-cora titolare di utenza te-lefonica. Oggi in pole posi-tion per lo Sviluppo c’è ilMago Otelma, molto stima-to dal fondatore, da temposostenitore del progetto Gaiadi Gianroberto Casaleggio esua guida spirituale. Al Mi-nistero della Felicità, copy-right del Movimento, l’uni-co volto già noto alla politi-ca, Nicole Minetti. L’ecce-zione pare motivata dall’in-discutibile capacità dellacandidata a incrementare lafelicità del prossimo.

Tre foto al Grillismodi Marco Caldarelli

E adesso? Adesso che in Parlamen-to non ci sono più cattolici che

tutelino certi valori, adesso che chidoveva essere coeso per diffondereuna voce comune si è disunito peruna virgola, adesso che i matrimonigay, l’eutanasia, l’aborto, passerannoper valori fondanti di una societàavanzata e moderna.. adesso cosa ci re-sta da fare?

Molto ci resta da fare!! Innanzitutto la storia insegna che

da ogni rottura, per quanto dolorosa etraumatica essa sia, nascono semprenuovi fermenti ed opportunità di mi-glioramento e crescita.

Poi ci resta la convinzione e la spe-ranza del cristiano: siamo servi inuti-li, ma sempre e comunque chiamati a

fare la nostra parte e dare la nostra te-stimonianza.

...E la nostra testimonianza, ora piùche mai, è essere uniti, ad una sola vo-ce, per dare forza ai valori in cui cre-diamo: vita, famiglia, lavoro, servizio.

La testimonianza crea una cultura.Occorrono per questo degli elementiimprescindibili.

Innanzitutto una base individualealimentata dalla formazione e dalla pre-ghiera personale.

Poi un collante che renda conta-gioso questo patrimonio personale.Ecco allora che si necessita di rela-zione, dibattito, condivisone, giocodi squadra, elementi fondanti dellavecchia politica, che forse in questianni si sono un pò persi nella scenapolitica, più attenti a seguire gli umo-

ri dei leader piuttosto che ad esserepropositivi.

Infine si necessita della consapevo-lezza che ognuno è indispensabile percostruire una società migliore.

Collante e consapevolezza trovanorisposta in un movimento (inteso co-me qualcosa in moto, dinamico, in evo-luzione) in cui ci si confronta, si traeforza uno dall’altro, si prende coscien-za che non siamo minoranza, nasconole idee, ed infine si esce (ognuno neisuoi ambiti civili e sociali) per dar vo-ce, con le parole, ma soprattutto con ifatti, ai valori in cui crediamo.

Solo da un movimento così radica-to e strutturato si fondano le basi diuna cultura.. e la cultura è come unfuoco, quando divampa contagia velo-cemente quello che tocca...

La testimonianza crea culturaUn movimento radicato nel popolo cristianodi Paolo Ciccarelli

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di Alessandra De Lucia Lumeno

Guardare avanti per il be-ne del paese. Questa l’e-

sortazione del cardinale JorgeUrosa Savino, arcivescovo diCaracas, che pochi giorni fa aRoma ha celebrato una mes-sa solenne per il defunto pre-sidente del Venezuela HugoChavez. «Credo che dobbia-mo rivolgere lo sguardo oltree cercare la pace e la com-prensione. Il progresso di unpaese non si ottiene con unatteggiamento di confrontopermanente, cerchiamo tuttidi guardare avanti per il benedel paese». Durante la messa,il cardinale ha invitato i fede-li presenti a pregare per Cha-vez, «perchè il Signore gli con-ceda l’eterno riposo» e per ilpopolo venezuelano perchè«possa vivere unito e lavora-re per risolvere sempre i no-stri conflitti in pace».

Tra Hugo Chavez e laChiesa cattolica i rapporti so-no stati a lungo difficili e bur-rascosi dopo l’ascesa al pote-re del presidente venezuelanonel 1999. Dai vescovi nel cor-so degli anni sono giunte mol-te critiche al suo progetto so-cialista e il caudillo era arri-vato a definire la gerarchia“un cancro”, minacciando larottura dei rapporti con il Va-ticano. «Mi considero sia cri-stiano sia marxista». Chavezsi è sempre definito cristianocattolico, ma ferocemente ne-mico della Chiesa, come daperfetta tradizione cattoco-munista. I vescovi venezue-lani, denunciando l’eccessi-va concentrazione di poterenelle mani del presidente, giànel 2002 non avevano soste-nuto il capo dello Stato nelcorso del tentativo di golpemilitare. Nel 2007, l’allora car-dinale di Caracas Rosalio Ca-stillo Lara, aveva avvertito:

«Se il popolo venezuelanonon riesce a comprendere laserietà della situazione e nonriesce ad esprimersi a favoredella democrazia e della li-bertà, ci troveremo soggioga-ti a un regime di tipo marxi-sta-leninista». Il suo prede-cessore, Ignacio Velasco, nel2002 affermava che «ognigiorno porgiamo l’altra guan-cia, ma finiremo per non ave-re più guance». Quando Ve-lasco morì, Chavez gli auguròdi andare “all’inferno” e al fu-nerale del cardinale i boliva-risti fecero un’irruzione conlanci di pietre. Nel secondomandato presidenziale (2006-2012), Chavez ha ulterior-mente alzato i toni contro la

Chiesa cattolica. Nel 2009 erascoppiato un grave conflitto,quando la Conferenza Epi-scopale si era opposta allariforma dei governatorati, cheavrebbe ridotto i poteri delleamministrazioni locali. Nel2010 Chavez propose di ri-vedere il concordato con laChiesa e in quell’occasionedisconobbe Benedetto XVI:«È il capo di Stato del Vatica-no, non l’ambasciatore di Cri-sto sulla terra: Cristo non habisogno di ambasciatori, Cri-sto è nel popolo e tra quelliche lottano per la giustizia ela libertà degli umili». Frasi innetto contrasto con il Chavezdell’ultimo periodo, colpitodalla malattia, che amava sot-

tolineare la sua fede cattoli-ca invocando Cristo e la Ver-gine. Fino a farsi riprendere loscorso anno dalle tv mentrepregava in lacrime alla mes-sa del Venerdì Santo chie-dendo a Dio di poter guarire.Risale all’11 maggio 2006 l’in-contro con Ratzinger, oggipapa emerito. Ben 35 minu-ti di colloquio a tu per tu nondefinito, però, nel comuni-cato diffuso successivamen-te con l’aggettivo «cordiale».Restarono, infatti, sospesi inrealtà tutti i nodi che da tem-po arrecavano sofferenza aBenedetto XVI: dalla minac-cia alla libertà nella nominadei vescovi, al rischio che ve-nisse stravolta l’identità del-

l’Università Cattolica SantaRosa da Lima, alla sordinaspesso imposta ai media dio-cesani, al progetto di riformain cui non avrebbe trovatopiù posto l’insegnamento del-la religione. In questi giornidi grande fermento per l’ele-zione del nuovo Papa non siè mancato di far sapere an-che che il Collegio dei cardi-nali invierà in Venezuela untelegramma di condoglian-ze, firmato dal decano Ange-lo Sodano, per la morte delpresidente Hugo Chávez.Perché almeno per la chiesacattolica il rispetto per i de-funti è ancora un valore.

Chavez, il “cristiano marxista” nemicodella Chiesa e della libertàHugo Chavez lascia un Paese politicamente polarizzato, istituzionalmente indebolito e impoverito da molti punti di vista. Il dopo Chavez è già iniziato e si spera in un grande cambiamento e soprattutto in un riavvicinamento con la Chiesa Cattolica

L a crisi globale che scoppia pochesettimane dopo si incarica di mo-

strare ad un tempo la necessità, direm-mo l’urgenza, dell’appello di BenedettoXVI e il provincialismo dei nostri poli-tici; ognuno a seconda dell’appartenen-za interpreta, ancora una volta, le paro-le del Papa come un incoraggiamentoper sé e un monito per gli altri.

Ma il cuore della questione è un al-tro, scrive in quei giorni FrancescoD’Agostino: “È quello dello spirito chedeve animare i cristiani che operanonel mondo del sociale. Se infatti, perquel che riguarda la materialità dellequestioni politiche, può non essercidifferenza alcuna tra l’impegno dei cri-stiani e quello dei non cristiani (e que-sto rende ragione di un fatto che stasotto gli occhi di tutti, cioè della legit-

tima presenza dei cristiani in diversiraggruppamenti politici), sul pianodelle ragioni ultime di questo impe-gno la differenza tra cristiani e non cri-stiani non può non esserci e deve es-sere rilevata.

Per i cristiani infatti l’impegno nel-la politica non si giustifica a partire dal-la difesa di interessi ideologico-econo-mici individualistici (come nel libera-lismo) o di classe (come nel marxismo)e nemmeno dalla (pur legittima) tute-la di tradizioni etniche e storiche (co-me nelle diverse forme del conserva-torismo politico).

Per il cristiano la comunità politicava tutelata, difesa e promossa, perchéè l’immagine inadeguata, ma non irri-levante, di quella comunione fraterna,la cui pienezza si rivelerà e si manife-

sterà compiutamente solo alla fine deitempi e della quale già fin da ora il cri-stiano, in fede, speranza e carità, è chia-mato a dare testimonianza”.

Anche tra i non credenti si avvertecome sempre più urgente la necessitàche nel nostro mondo si costruisca unanuova «etica della cittadinanza».

A noi piace chiamarla “Cultura diPentecoste”, la sola capace di parlaread ogni uomo, ogni singolo uomo nel-la sua “lingua”, la sola che riconosca inogni uomo il figlio del medesimo Dio eil destinatario della medesima miseri-cordia; l’unica che nella storia è statacapace di attivare (pur tra errori e pec-cati) autentiche forme di impegno, ge-nerose e gratuite, a favore di tutti, perla costruzione di un mondo misuratosui bisogni di ogni singolo uomo.

Con Benedetto XVI nel 2008Ripartiamo da quella data, 15 novembre 2008 per una nuova etica della cittadinanza secondo la Cultura di PentecosteL’esortazione è ad evangelizzare il mondo del lavoro, l’economia, la politicadi Umberto Spalletti

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Cooperatores Veritatis; èil motto episcopale di Jo-

seph Ratzinger, collaborato-ri della Verità.

Professore universitario,vescovo di Monaco, Prefettodella Congregazione per laDottrina della Fede, Pontefi-ce egli ha servito la verità da“umile operaio nella vigna delSignore” come si definì appe-na eletto al Soglio di Pietro.

Di questo siamo grati a Be-nedetto XVI: forte solo dellaParola non si è stancato di av-vertire l’Europa che perdere lasua tradizione filosofica, frut-to dell’incontro tra il pensierogreco, quello romano e la teo-logia cristiana significa “ave-re in odio se stessa”; ha sfida-to il pensiero dominante quan-do ha ricordato che in Africal’Aids non si sconfigge con ilpreservativo, ma educandouomini e donne al rispetto re-ciproco; ha tenacemente ri-cordato al mondo “laico e ra-zionale” che rispettare i prin-cipi non negoziabili significarispettare il diritto naturale.

Benedetto XVI non ha te-muto di dire la verità anchedentro la Chiesa; sulle vi-cende di pedofilia, sull’in-terpretazione e la corretta ap-plicazione del Concilio Vati-cano II, liberalizzando adesempio la liturgia latina.

Anche rilanciare la devo-

zione eucaristica e sottoli-neare l’importanza della bel-lezza liturgica ha significatofare la verità, perchè è ritor-nare al cuore della fede.

Dopo l’iniziale smarri-mento per la “rinuncia al mi-nistero petrino per il benedella Chiesa” siamo grati aBenedetto XVI perchè ci hadato l’occasione di vivere untempo di speciale affida-mento alla Provvidenza; lodiciamo prendendo a presti-to le parole di Blaise Pascal

“È bello stare su un vascellosbattuto dalla tempesta sa-pendo che non affonderà”.

Don Bosco diceva: l’Eu-caristia è il Cristo che tace,il Papa è il Cristo che parla.

E noi ascoltando l’umileoperaio della vigna del Si-gnore abbiamo incontrato ilCristo che ci diceva ancorauna volta ”Imparate da meche sono mite e umile di cuo-re e troverete ristoro per lavostra vita”.

Grazie Santo Padre. «Edificherò la mia Chie-

sa» dice Gesù nel cele-bre episodio di Cesarea di Fi-lippo. La Chiesa è di Cristo,non è di nessun altro; e nien-te può strapparla dalle suemani. Niente: né le potenzemondane, né le indegnità diuomini, né la nequizia di epo-che storiche.

«La mia Chiesa»: non c’èin tutto il Libro di Dio parolapiù semplice ed eloquente diquesta; parola che più di que-sta dischiuda davanti a noi ilprodigio della «ecclesialità».La Chiesa è sua: è nata dallasua sapienza, dal suo cuore,dalla sua immolazione.

Dell’esistenza della Chie-sa e della sua permanenza en-tro la vicenda umana, il re-sponsabile è Lui.

Appunto per questo, tra lecasupole effimere delle co-struzioni umane (sociali, po-litiche, culturali che siano) la

«casa di Dio» è l’edificio piùsaldo e più prezioso per l’uo-mo che sia mai stato eretto.

Che cos’è la Chiesa nellasua realtà più autentica e so-stanziale?

È l’umanità in quanto èraggiunta e trasformata dal-l’azione redentrice di Cristo,e in quanto è connessa e as-similata al Signore crocifissoe risorto, in virtù dell’effu-sione dello Spirito che eglicontinuamente ci invia dalladestra del Padre.

Essendo essenzialmenteopera dello Spirito, la Chiesasfugge alla conoscibilità di chidallo Spirito non è stato an-cora illuminato. «L’ uomo la-sciato alle sole sue forze – è lalezione di Paolo, che noi trop-po spesso dimentichiamo –non comprende le cose delloSpirito: esse sono follia perlui e non è capace di inten-derle, perché di esse si puògiudicare solo per mezzo del-lo Spirito» (cf 1 Cor 2,14).

Sembrerebbe dunque dicapire che secondo San Pao-lo non metta troppo conto diascoltare il parere sulla Chie-sa di chi magari ritiene cheDio non esista o che GesùCristo non è risorto o che loSpirito Santo sia una purametafora.

Il Card. Biffi, Vescovo di Bologna,

agli studenti. Messa di inizio anno scolastico 1998

Un principe della Chiesa

Giacomo BIFFISalutiamo Benedetto XVIApostolo della veritàdi Umberto Spalletti

CATTOLICI ALL’ATTACCO

Breviario SturzianoPolitici senza competenza

C’ è chi pensa che la politica siaun’arte che si apprende senza

preparazione, si esercita senza compe-tenza, si attua con furbizia. E’ ancheopinione diffusa che alla politica nonsi applichi la morale comune, e si par-

la spesso di due morali, quella dei rapporti privati, e l’altra(che non sarebbe morale né moralizzabile) della vita pub-blica. La mia esperienza lunga e penosa mi fa concepire lapolitica come satura di eticità, ispirata all’amore del pros-simo, resa nobile dalla finalità del bene comune.

Per entrare in tale convinzione, occorre essere educato al sen-so di responsabilità, avere forte carattere pur con le gentili ma-niere, e non cedere mai alle pressioni indebite e alle suadentilusinghe per essere indotto ad operare contro coscienza.

Si sbaglierà, di sicuro, non mai di proposito e ad occhiaperti, né per volontà perversa e a fini egoistici: l’errare èdell’uomo, il perseverare è del diavolo.

IL DIRITTO ALLA PACE

Il perdono reciproco non deve annullare le esigenze dellagiustizia né, tanto meno, precludere il cammino che portaalla verità: giustizia e verità rappresentano, invece, i re-quisiti concreti della riconciliazione. Risultano opportune leiniziative tendenti ad istituire organismi giudiziari inter-nazionali. Simili organismi, avvalendosi del principio dellagiurisdizione universale e sorretti da procedure adeguate,rispettose dei diritti degli imputati e delle vittime, possonoaccettare la verità sui crimini perpetrati durante i conflittiarmati. È necessario, tuttavia, andare oltre la determinazionedei comportamenti delittuosi, sia attivi che omissivi, e oltrele decisioni in merito alle procedure di ripartizione, pergiungere al ristabilimento di relazioni di reciproca acco-glienza tra i popoli divisi, nel segno della riconciliazione. E’necessario, inoltre, promuovere il rispetto del diritto allaPace: tale diritto “favorisce la costruzione di una società al-l’interno della quale ai rapporti di forza subentrano rapportidi collaborazione, in vista del bene comune”.

Dottrina della Chiesa CattolicaQUANTA ACQUA SERVE PER PRODURRE

1 pomodoro 1 fetta di pane 100 gr di formaggio 1 hamburger

13 litri 40 litri 500 litri 2.400 litri

consumo virtuale giornaliero

Per una dieta vegetariana sono necessari Per una dieta ricca di carne sono necessari

Dai 1.500 a 2.600 litri di acqua al giorno Dai 4.000 a 5.400 litri

CONSUMO PROCAPITE DI ACQUA (media giornaliera in litri)

Stati Uniti 575 Italia 385

Francia 285 Brasile 180

India 135 Cina 85

Siamo in linea con la custodia del creato invocata da Papa Francesco?La vera questione non è limitare il consumo perché l’acqua circola, ma aiutare chi non ce lafa ad averla a disposizione in acquedotti sani e controllati. E poi è proprio necessario con-sumare tutta questa carne? Per il colesterolo sicuramente sì.

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CATTOLICI ALL’ATTACCO di Antonella Fornaro

Riflessioni sulle nostre aspettative di fedeli laici

Dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco

«Non dimenticarti dei poveri!».«Quella parola è entrata in me: i po-veri, i poveri. In relazione ai poveri,ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi,ho pensato alle guerre. E Francesco èl’uomo della pace. L’uomo che ama ecustodisce il Creato, in questo mo-mento in cui abbiamo con il Creatouna relazione non tanto buona. è l’uo-

mo che ci dà questo spirito di pace,l’uomo povero».

«Non cediamo mai al pessimismoe allo scoraggiamento: abbiamo la fer-ma certezza che lo Spirito Santo donaalla Chiesa, con il suo soffio possente,il coraggio di perseverare e anche dicercare nuovi metodi di evangelizza-zione, per portare il Vangelo fino agli

estremi confini della terra. La verità cristiana è attraente e per-

suasiva perché risponde al bisognoprofondo dell’esistenza umana, an-nunciando in maniera convincente cheCristo è l’unico Salvatore di tutto l’uo-mo e di tutti gli uomini».

Ha chinato il capo, papa Francesco,giunto le mani, chiedendo la preghiera

di ciascuno di noi, per ottenere la be-nedizione del Padre. E si è fatto silen-zio assoluto. Tutto un popolo con le ma-ni giunte. Anzi, con le mani protese,imposte per l’effusione dello Spirito San-to su di lui, che non è il centro, ma il ser-vo, chiamato dallo Spirito a guidare ilpopolo di Dio. Verso la santità.

(Papa Francesco)

Speranze e aspettative del popolo cristiano Popolo e vescovo uniti per iniziare un cammino di “purificazione” contro il “carrierismo”

VolontariatoMISSIO AD INTRA

Altra dimensione dell’im-pegno dei laici nella Chiesa.Negli ospizi, nei dormitori peri senzatetto, per le persone di-pendenti, per le madri sole evittime della violenza, opera-no persone disposte a spen-dere il proprio tempo a servi-zio degli altri. Esse portanoaiuto ai malati, alle personesole, alle famiglie numeroseche vivono nell’indigenza, al-le persone con disabilità fisi-ca o mentale, secondo l’evan-gelico esempio del samarita-no. Poi ci sono tutti coloro cheintraprendono un’opera dieducazione, di preparazionealla vita matrimoniale e fami-liare, che difendono il dirittoalla vita di ogni essere uma-no dal concepimento fino al-la morte naturale.

Molti impegnano in taleattività i propri mezzi mate-riali, altri il proprio tempo,altri ancora offrono il donodella preghiera.

MISSIO AD EXTRASempre più numerosi lai-

ci partono per i paesi di mis-sione, per lavorare lì secon-do la loro preparazione pro-fessionale e i propri talenti,e allo stesso tempo per dareuna testimonianza di amorecristiano agli abitanti dellepiù povere regioni del mon-do, secondo la vocazione cri-stiana di ciascuno, nella con-sapevolezza dell’impegno chescaturisce dal Battesimo, diportare a tutti i popoli l’e-vangelico messaggio dell’a-more di Cristo.

(Benedetto XVI)

Educare la coscienza costruisce la società civile«La qualità della vita sociale e civile e della democrazia dipendono in buona parte dalla coscienza, da come la si intende e da

quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito sogget-tivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se in-vece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fra-telli – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro.

È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo checomincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparanoad approfondire le Sacre Scritture, che sono il “grande codice” della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della co-munità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è “la principale forza propulsiva per ilvero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera» (Caritas in veritate, 1)

Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito, nel gioco e nello sport, nellerelazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei piùcomplessi ambiti della politica e dell’economia. È qui che i Christifideles Laici sono chiamati a spendere generosamente la loroformazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per un’autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesadella vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione. «Se manca una formazione adeguata delle coscienze, facilmen-te possono prevalere, nell’orientamento dell’opinione pubblica, falsi valori o informazioni deviate.

Santità e carità pienamente vissutaTutti siamo chiamati alla santità: è la misura della vita cristiana. «Vi invito ad aprir-

vi all’azione dello Spirito Santo, per diventare tessere del grande mosaico di santitàche Dio va creando nella storia. Non abbiamo paura di tendere verso l’alto, non ab-biamo paura che Dio ci chieda troppo, ma lasciamoci guidare in ogni azione dallasua Parola, anche se ci sentiamo poveri, inadeguati, peccatori: sarà Lui a trasformarcisecondo il suo amore» (Benedetto XVI)

Ma «come può avvenire che il nostro modo di pensare e le nostre azioni diven-tino il pensare e l’agire di Cristo? Qual è l’anima della santità?». Ancora una voltail Concilio Vaticano II ci offre un’indicazione precisa; ci dice che la santità cristia-na non è altro che la carità pienamente vissuta.

Ruolo del laicato in politica

Dopo il Concilio, si sono sviluppati nel-la Chiesa vari movimenti aventi come finel’evangelizzazione. Essi non possono esi-stere “accanto” alla comunità universaledella Chiesa; fa parte dei compiti del ve-scovo mantenere un contatto vivo con es-si, incoraggiandoli ad operare conforme-mente al carisma riconosciuto dalla Chiesa.

Il Concilio Vaticano II già esortava: «Co-loro che sono o possono diventare idonei perl’esercizio dell’arte politica, così difficile, mainsieme così nobile, si preparino e si preoc-cupino di esercitarla senza badare al propriointeresse e al vantaggio materiale. Agiscanocon integrità e saggezza contro l’ingiustizia el’oppressione, il dominio arbitrario e l’intol-leranza d’un solo uomo e d’un solo partitopolitico; si prodighino con sincerità ed equitàal servizio di tutti» (Gaudium et spes, 75).

I politici cristiani devono prendere co-scienza della loro identità cristiana, così daimpegnarsi, con retta coscienza, a trasfonderei valori cristiani negli ordinamenti civili.

Soprattutto in una società pluralistica,occorre una giusta visione dei rapporti trala comunità politica e la Chiesa.

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“M atrimonio e ado-zione per tutti” è il

nome dato alla legge del Pre-sidente francese Hollandesui matrimoni gay. Come sesposarsi e crescere un figliofosse paragonabile a una di-stribuzione di brioches sti-le Maria Antonietta, un pri-vilegio per pochi a cui fi-nalmente una massa diesclusi può accedere.

Il matrimonio, screditatoda quella che Cristopher La-sch, storico americano e con-servatore di sinistra, ha defi-nito la cultura dell’antifami-glia, non è un oggetto di de-siderio, e se le associazionigay lo chiedono con tanta for-za è per svuotarlo definitiva-mente di senso e di impegno,come ha sostenuto GiulianoFerrara. Tempo fa si leggevasu Il Foglio un editoriale daltitolo alquanto bizzarro. “Ap-pello gay del Foglio”. L’arti-colo riportava in breve quan-to segue: «Questo è un ap-pello gay. Gli omosessuali nonmeritano di essere oggetto diun inganno ideologico. Le per-sone serie devono finirla dialterare la realtà delle cosecon l’abuso di un feticciopseudo universalistico. De-vono, a nostro sommesso av-viso, riconoscere che quandosi parla di matrimonio tramaschio e maschio, o tra fem-mina e femmina, di altro sitratta che non di un’equipa-razione di diritto valida pertutti. Devono riconoscere, anostro fallibile parere, che sitratta di una gran cazzata».Una forte verità. La stessa chebisognerebbe dire se si aves-se un po’ di onestà, coraggioe decenza intellettuale. Co-me ha recentemente deplo-rato il direttore della salastampa vaticana, Padre Lom-bardi, vi sono stati tre even-ti preoccupanti per quantoriguarda la legislazione sulmatrimonio: in Spagna laCorte Costituzionale ha ri-fiutato un ricorso che conte-stava la legge attuale, cheesclude ogni riferimento al-

la differenza fra l’uomo e ladonna e parla semplicemen-te di coniuge A e B; in Fran-cia approvata una legge per latrasformazione del matrimo-nio negli Stati Uniti alcunireferendum hanno dato esi-to favorevole ai matrimoniomosessuali.

La storia e il diritto inse-gnano che l’uguaglianza frai cittadini deve essere sem-pre commisurata alle diffe-renze che la realtà stabiliscefra loro. I diritti dei bambi-ni non sono quelli degli an-ziani, i diritti delle donnesono diversi per alcuniaspetti da quelli degli uo-mini. E questo non signifi-ca che non godano di un’u-guaglianza di fronte alla leg-ge che tiene conto delle pos-sibilità differenti.

Il matrimonio non è soloun contratto come tanti altriche può o meno funzionare,ma è il legame istituzionalealla base di una famiglia na-to per proteggere e garantirela filiazione. Dal momentoche un’unione omosessualenon permette la procreazio-ne, è una realtà diversa. L’u-topia dell’uguaglianza, cheha già portato tanti danni nelNovecento, si presenta cosìsotto nuove vesti, chiedendodi dichiarare uguali legamiche non lo sono. Dire che ilmatrimonio fra una donna eun uomo è uguale a quello fradue omosessuali costituisce,infatti, una negazione dellaverità che intacca la famiglia.

Rifiutare agli omosessuali lapossibilità di sposarsi permolti sarebbe aggiungere unadiscriminazione a quelle dicui già troppo spesso sonostati oggetto. Non si dice inquest’affermazione, ma è lo-

gicamente deducibile, la mi-naccia che grava su quanti sioppongono a queste unioniche vengono così visti comeomofobi. Come se non sipotesse difendere il dirittodelle persone omosessuali anon essere sottoposti ad al-cuna discriminazione e allostesso tempo essere contra-ri a concedere loro il matri-monio. Come se l’ugua-glianza fra i cittadini doves-se essere confermata dallacancellazione di ogni diffe-renza, negando in questo ca-so quella sessuale.

Il percorso che parte dal-le unioni civili per arrivareal matrimonio omosessualee all’adozione è consideratoormai un obiettivo identita-rio dalla sinistra. Così Hol-

lande ha rotto gli indugi, ene ha fatto una bandiera delnuovo corso, più ancora deitemi sociali ed economici.Ma nelle piazze francesi èsuccesso qualcosa di nuovo:la “manif pour tous”, la ma-nifestazione per tutti, che èriuscita a mettere insiemecattolici, laici, protestanti,musulmani, personalità di de-stra e di sinistra, e ancheomosessuali, a favore del“mariage républicain”. L’Ita-lia ha avuto cinque anni fa ilfamily day; la Francia ci pro-va oggi scoprendo che esisteuna questione antropologi-ca e che non si tratta più dei“soliti” cattolici che difen-dono la vita, perché in giococ’è ormai qualcos’altro: lacondizione umana.

La libertà di non essere d’accordoI matrimoni omosessuali e le conseguenze dell’amoredi Alessandra De Lucia Lumeno

P apa Benedetto XVI ha proclamato “Dot-tore della Chiesa” Santa Ildegarda di Bin-

gen (1098-1179), la “Sibilla del Reno”. Conciò, ovviamente, le sue opere acquistano piùautorevolezza di quanto non avessero pri-ma. Lo stesso Pontefice ha più volte citatola mistica tedesca nelle sue allocuzioni.

Commentando, nel Liber divino rumoperum, il versetto 6,8 dell’Apocalisse, San-ta scrive:

“Il serpente antico gioisce per tutte le pu-nizioni con cui l’uomo è castigato nell’animae nel corpo. Lui, che ha preso la gioia celeste,non vuole che nessun uomo possa raggiun-gerla. In realtà, non appena si rese conto chel’uomo aveva accolto i suoi consigli, iniziò a pro-gettare la guerra contro Dio, dicendo: Attra-verso l’uomo porterò avanti i miei propositi”.

“Nel suo odio, il serpente ha ispirato gliuomini a odiarsi fra loro e, con lo stesso cat-tivo sentimento, li ha indotti a uccidersi gliuni gli altri”.

“E il serpente disse: manderò il mio sof-fio affinchè la successione dei figli degli uo-mini si spenga, e allora gli uomini bruce-ranno di passione per altri uomini, com-

mettendo atti vergognosi”.“E il serpente, provandoci godimento,

gridò: questa è la suprema offesa contro Co-lui che ha dato all’uomo un corpo. Che la suaforma scompaia perché ha evitato il rap-porto naturale con le donne”.

“E’ quindi il diavolo che li convince a di-ventare infedeli e seduttori, che li induce aodiare e a uccidere, diventando banditi e la-dri, perché il peccato di omosessualità por-ta alle più vergognose violenze e a tutti i vi-zi. Quando tutti questi peccati si sarannomanifestati, allora la vigenza della legge diDio sarà spezzata e la Chiesa sarà persegui-tata come una vedova”.

Santa Ildegarda:l’omosessualità è la suprema offesa contro DioTratto da “Tradizioni, Famiglia, Proprietà”

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di Gabriella Ottaviani

Sano e antico consiglio chepuò essere formulato da

un prete e da un nutrizioni-sta al tempo stesso. Certa-mente non serviva la scienzadell’alimentazione secoli faper scoprire che il digiuno fabene, naturalmente quandonon è imposto per insoppor-tabili condizioni sociali do-vute alla miseria o per unavolontà autodistruttiva co-me nel caso dell’anoressia.Oggi tutti tendiamo ad orga-nizzare diete più o menocomplesse e, a volte, anchemolto costose. Il consigliobuono è sempre quello di fa-re più movimento possibileevitando automobili edascensori, ma soprattutto ilmangiare ogni cibo, ma inmoderata quantità. Astener-

si poi dalle carni e dai grassiuno o due giorni la settima-na aiuta ad avere una mentein ordine in un corpo sano.Per concludere Atanasio nelsuo De Virginitate: “ecco ciòche opera il digiuno: guariscei malati, prosciuga i flussi de-gli umori corporali, espelle idemoni, scaccia i cattivi pen-sieri, rende lo spirito più pe-netrante, purifica il cuore,santifica il corpo, pone l’uo-mo sul trono di Dio; il di-giuno è una grande forza cheprocura grandi successi”.

Digiuno quaresimaleper tutto l’anno

Si è tenuta in marzo a Las Vegas la Convention Nazionale deibanchieri delle Community Banks americane, ossia la de-

clinazione americana della cooperazione bancaria. La loro ca-pacità di tenere saldo il proprio radicamento nelle economialocali e nelle comunità è stato tale da permettere loro di resi-stere alla tempesta di fallimenti che ha spazzato via dal 2008ad oggi 469 banche secondo i dati aggiornati del Federal Deposit Insurance Corporation.

Negli Stati Uniti operano circa 7.000 Communty Banks con 50.000 sportelli diffusisu tutto il territorio americano. Questa realtà bancaria, che comprende sia piccole ban-che con un attivo inferiore ai 10 milioni di dollari sia realtà creditizie più grandi (anchecon oltre 10 miliardi di dollari di attivo), costituiscono il 96,6% di tutte le banche sta-tunitensi in termini numerici e il 10% considerando il totale dell’attivo. La realtà delleCommunity Banks americane risulta molto simile a quella delle Banche Popolari in Ita-lia, che vede coesistere insieme entità bancarie più grandi ad altre più piccole. In entrambii casi, ciò che accomuna queste realtà bancarie è la propensione di svolgere un’attivitàcreditizia improntata sul localismo, ossia sull’idea di sostenere il territorio e le comunitàin un’ottica di sviluppo congiunto al fine di garantire una crescita durevole e sostenibi-le per il Paese, privilegiando le famiglie e le PMI. Ma i punti in comune tra le Banche Po-polari e le Community Banks non si esauriscono qui.

Anche negli Stati Uniti, infatti, queste realtà bancarie evidenziano un forte radicamentoterritoriale derivante dalla presenza di soci, dipendenti e clienti che sono espressione pro-prio dell’ambito locale nel quale la banca opera e che contribuisce in modo naturale a ren-dere compatibili gli obiettivi di redditività della banca con quelli di crescita e sviluppo dellacomunità. Un aspetto, questo, che fin dalle origini contraddistingue la Cooperazione Ban-caria in Europa e le Banche Popolari nel nostro Paese, dove la matrice cooperativa garanti-sce una diffusa partecipazione assembleare e pari dignità e valore al voto di ciascun socio.

Questa semplice verità è stata ora riscoperta e nuovamente apprezzata negli Stati Uni-ti. Sarebbe utile che venisse pienamente recepita anche nel nostro Paese dove le BanchePopolari hanno dato prova nei fatti di incarnare un modello di banca estremamente effi-ciente e valido proprio nelle fasi più critiche del ciclo economico.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

La Cooperazione Bancaria americanacampione di vitalità e prossimitàdi Giuseppe De Lucia Lumeno

Torniamo ad ispirarci conforza al Magistero della Chie-sa: fu così per Sturzo, De Ga-speri, La Pira e Aldo Moro. Bi-sogna ripartire dall’inascolta-to appello di Benedetto XVIdel Novembre 2008 per unanuova generazione di laici cri-stiani impegnati a tutti i livel-li nella società degli uomini.

Un movimento popolarecristiano, perché fatto da cri-stiani e comunque da uominiche si ispirano alla DottrinaSociale Cattolica, e che abbiacome punto di partenza il2008, data profetica e per que-sto santa. Un impegno educa-tivo quindi, del quale associa-zioni, movimenti, singoli, sa-cerdoti e laici, si assumano laresponsabilità. Una modalitàfra tante: la domenica pome-riggio ci si ritrova per istruir-si a vicenda in conversazioniguidate da chi ne sa di più, manelle quali la condivisione e lapartecipazione di tutti diven-ta la sostanza della verità dascoprire insieme, per il nostrotempo, illuminati dallo Spiri-to Santo.

> segue da pag. 1

2008 rinascano i cristiano popolarion. Luca Marconi

•Stupidario•

BIPARTISAN PD-PDL Si sono lanciati accuse in-fuocate sulla questioneMonte dei Paschi di Sienariguardo alle responsabi-lità dell’allegra finanza chel’ha caratterizzato e delleconseguenti responsabi-lità, anche penali, che stan-no riguardando i suoi am-ministratori. Alla fine vienfuori di un patto di pote-re segreto e inconfessabi-le fra i due partiti sui rap-porti fra maggioranza eopposizione a Siena e sul-la gestione di MPS.

MA SIAMO VERAMENTE I PEGGIO?Dai derivati finalmente una buona notizia

Sono proprio i terribili derivati a darci un po’ di ottimismo, ma solo per il fatto che ne abbiamo molti meno rispetto alresto d’Europa. E’ necessario risalire alla questione della Banca d’Italia del governatore Fazio questa ottima condizio-ne del sistema bancario italiano. L’incidenza dei derivati sull’attivo bancario italiano è infatti inferiore del 10% controil 23% dell’Unione Europea. Svizzera, Germania e Regno Unito dovrebbero preoccuparsi seriamente per l’enorme nu-mero di questo prodotto finanziario/assicurativo presente nelle loro banche. L’Italia in questo è la più virtuosa, ancheper il risparmio delle famiglie e delle imprese, anche per il patrimonio abitativo di proprietà ed ora anche per la capa-cità di contenimento e riduzione del debito pubblico. Viene proprio da chiederselo visto che siamo specialisti nell’au-toflagellazione: siamo veramente i peggiori?

31/12/2009 30/06/2012 Derivati in Miliardi di € Incidenza attivi (in %) Derivati in Miliardi di € Incidenza attivi (in %)

Unicredit 86 9,3 118 12,4 Intasa San paolo 44 7,2 59 9 Banca MPS 10 4,4 18 7,9 Banco Popolare 3 2,6 6 4,5 UBI Banca 1 1,1 2 1,4 Totale 144 7,2 203 9,6

2009 2012 Derivati in Miliardi di € Incidenza attivi (in %) Derivati in Miliardi di € Incidenza attivi (in %)

Primi due istituti in Svizzera 943 37,5 1.124 40,9 Primi 4 istituti nel Regno Unito 1.378 19,7 1.851 25,3Primi 4 istituti in Francia 928 16,4 1.256 20,3Primi due istituti in Olanda 92 5,2 140 7 Primi due istituti nel Nord Europa 117 12,7 242 20,3 Primi due istituti in Germania 780 33,3 971 33,3Primi due istituti in Spagna 100 6,1 176 9,2Primi due istituti in Italia 131 8,5 177 11 TOTALE 3.092 19,1 1.710 22,9

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10Anno 2013 - N. 2

In Europa siamo quelli checementificano più di tutti

Non c’è sviluppo, le ope-re pubbliche sono ferme qua-si ovunque, abbiamo più ca-se che animali da pascolo ep-pure continuiamo a costrui-re, asfaltare e occupare ter-reni agricoli. La spiegazionepuò essere certamente nellamancata pianificazione ter-ritoriale urbanistica e nellaincredibile dispersione deinuclei umani abitativi pre-senti nel nostro paese rispet-to agli altri paesi d’Europa.Accolta la giustificazione vadetto che comunque è ne-cessario fermarsi perché incinquanta anni siamo passa-ti dal 2,8% di territorio uti-lizzato a quasi il 7%, mentrela media Europea di utilizzodel territorio è attestata al2,3%, quindi meno dellametà rispetto a noi.

Il primato della cementi-ficazione spetta alla Lom-bardia con il 10%, seguita daPuglia, Veneto, Campania,Liguria, Lazio ed Emilia Ro-magna, considerando co-munque che le altre quattor-dici più virtuose oltrepassa-no abbondantemente il 5%del consumo di suolo.

Incredibile ma vero le imprese italiane non trovano ne tecnici ne laureati

Sempre nel quadro delleitaliche meraviglie c’è da va-lutare un rapporto di Con-findustria che mette in rilie-vo come manchino all’ap-pello 65 mila diplomati tec-nici e circa 45 mila laureaticontro un surplus di decinedi migliaia di laureati in di-scipline politico sociali. Losi dice da anni, ma conti-nuiamo a sfornare laureati inpsicologia, architettura chenon riusciranno mai a trova-re lavoro nella loro specificacompetenza professionale.Questi dati fanno riflettereanche in considerazione del-la occupazione in senso ge-

nerale: provando a fare dueconti: abbiamo circa 22 mi-lioni di persone che lavora-no più o meno stabilmente;circa 3 milioni tra disoccu-pati, mai occupati, eterni pre-cari; altri 5 milioni circa so-no gli scoraggiati e quanti do-vrebbero, soprattutto donne,avvicinarsi al mondo del la-voro per portare al 50% il nu-mero dei lavoratori sul tota-le della popolazione resi-dente. Quest’ultima cifra sirende necessaria se si vuoleavere un aumento significa-tivo del Pil e la garanzia ditenuta del sistema previden-ziale e socio assistenziale ingenere: bisogna cioè che la-vori, anche solamente part-ti-me, molta più gente di quan-ta ne lavori oggi.

La cosa curiosa è che an-che in questo tempo di crisi,

il mercato reclami quasi unmilione di mestieri e lavoriche non si riescono a trova-re, si stimi in circa 1 milionee mezzo i secondi e terzi la-vori e in un altro milione emezzo i lavoratori in nero.

A ciò va aggiunto che di-verse condizioni ed organiz-zazione della vita sociale edei tempi di lavoro porte-rebbe circa 2 milioni di don-

ne ad essere impiegate in at-tività di vario genere. Il to-tale dei lavoratori in attività,di quelli in nero, dei postiche non si trovano e delledonne che mancano all’ap-pello porta 28 milioni la ci-fra dei potenziali lavoratoriregolari del nostro paese. Unargomento serio del qualepartiti e sindacati potrebbe-ro finalmente affrontare.

L’Italia il paese delle meraviglieCome Alice siamo sempre più stupefatti di noi stessi e delle contraddittorie esperienze della nostra penisola

di Francesco Garofolo

DISOCCUPAZIONE 2012Dati in %REGIONI UOMINI DONNE GIOVANI PIEMONTE 8,2 10,5 31,9 VALLE D’AOSTA 7,3 7 25,7 LIGURIA 6,4 10,3 30,1 LOMBARDIA 6,7 8,5 26,6 TRENTINO A.A. 4,6 5,8 15,2 VENETO 5,7 7,8 23,7 FRIULI V.G. 5,8 8,1 30,5 EMILIA ROMAGNA 6,4 7,9 26,4 TOSCANA 6,5 9,5 29 UMBRIA 8,4 11,6 35,9 MARCHE 7,9 10,6 28,6 LAZIO 9,8 12 40 ABRUZZO 9,4 12,9 33 MOLISE 10,4 14,5 41,9 CAMPANIA 17,5 22,3 48,2 PUGLIA 14 18,7 41,5 BASILICATA 14,5 14,4 49,5 CALABRIA 18 21,2 53,5 SICILIA 17,5 20,6 51,3 SARDEGNA 15,3 15,9 47,3

L’ attività creditizia della Banca Popolare è da sempre ri-volta essenzialmente alle famiglie e alle imprese mino-

ri. La spiegazione di fondo di tale vocazione risiede nellasua struttura societaria cooperativa, in cui ciascun elemento- voto per testa, limite di possesso azionario e di concen-trazione delle deleghe di voto, ammissione a socio previogradimento dell’organo amministrativo - contribuisce alfunzionamento di un sistema di “governance” commisuratoalla specifica missione di sostegno finanziario e sociale neiriguardi delle comunità servite oltre che ad operare per fa-vorire il progresso civile della comunità.

Infatti, mediamente, le Banche Popolari destinano re-golarmente il 4,5 per cento dell’utile netto, con punte dell’8per cento, per interventi volti a migliorare il patrimoniocollettivo della comunità; in valore assoluto il Credito Po-polare pone in atto annualmente investimenti sociali me-diamente pari a circa 130 milioni di euro.

Anche le numerose operazioni di fusione e di acquisi-zione che hanno visto attive le banche della Categoria han-no avuto come matrice comune quella di consolidare il ra-dicamento territoriale privilegiando nel processo di aggre-gazione realtà creditizie a connotazione prettamente loca-le. La vocazione localistica delle Popolari si è mantenuta in-tatta, come dimostra la quota di risparmio reinvestito nel-le aree servite (circa il 75%) una percentuale che non ha mo-strato segni di riduzione restando costante negli ultimiquindici anni per tutte le banche della Cateogoria.

La formula adottata dalle Banche Popolari nel loro pro-cesso di consolidamento e di espansione ha avuto un altromerito indiscusso oltre quello di privilegiare il legame conrealtà bancarie locali, quello di mantenere visibile ed indi-pendente il marchio e la struttura di prossimità della ban-ca acquisita. I gruppi bancari con a capo una Banca Popo-lare si sono quindi sviluppati seguendo un modello orga-nizzativo di tipo federale che ha permesso in questo mododi valorizzare la storia e l’operato delle banche acquisitesenza traumi e assicurando una continuità operativa effi-cace ai territori e alle comunità.

Ciò è stato possibile grazie alla governance cooperativa,che permette per sua natura la pianificazione di progettiper il territorio di lungo periodo. Solo una governance ditipo collettivo quale quella cooperativa è in grado di assi-curare una stabilità prospettica progettuale e gestionalesvincolata dagli obiettivi di breve termine tipici delle societàSpA dove prevalgono interessi che fanno capo ad un numeroristretto di soci investitori.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Banche Popolari,modelli di democraziaecon omicadi G.D.L.L.

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11Anno 2013 - N. 2

Un’uscita dell’Italia dal-l’euro è uno scenario pos-

sibile, visto dalla Germania.Lo ha detto per la prima voltain assoluto un esponente po-litico della coalizione di cen-trodestra guidata dalla can-celliera Angela Merkel al po-tere a Berlino. E non si trattanemmeno d’un esponente disecondo piano. A prospettarel’eventuale opportunità cheRoma lasci la moneta unica senon si adatterà alle esigenze dirigore poste dai Trattati di Maa-stricht, dal Patto di stabilità,dai dettami della Banca cen-trale europea, è stato RainerBruederle, capogruppo parla-mentare del partito liberale(Fdp), cioè la forza politica ju-nior partner della CduCsu diMerkel. Il partito cui appar-tengono personaggi-chiave co-me i ministri degli Esteri, Gyi-do Westerwelle, e dell’Econo-mia, Philipp Roesler. Partitodi cui Bruederle è da anni per-sonaggio decisivo ed eminen-za grigia. Un’uscita dell’Italiadall’Eurozona, ha spiegatoBruderle, non è un auspicioma potrebbe diventare inevi-tabile o poco meno. L’Italia,

egli ha detto, deve decidersise vuole o no trarre le conse-guenze dell’appartenenza al-la moneta unica, e se non vuo-le, allora le conseguenze chedeve trarre sono altre. L’usci-ta, appunto. L’euro, ha spie-gato Bruederle, è uno stru-mento importantissimo per losviluppo dell’Europa, ma nondevono per forza parteciparvitutti i paesi che sono oggi nel-l’Eurozona. L’alternativa aun’uscita dell’euro per l’Italia,egli ha continuato, sono dra-stiche misure. L’Italia mancadi competitività, è indietro dianni con le riforme, e il go-verno non è capace di agire, eper questo la spesa pubblica

non è stata significativamen-te ridotta, né il mercato del la-voro è stato reso più flessibi-le. Anche la Germania, ha am-monito l’alto esponente libe-rale, ha alle sue spalle mo-menti duri e difficili, un duroprocesso, quello delle riformedi welfare e mercato del lavo-ro (condotte peraltro dal go-verno socialdemocratici-verdidell’allora cancelliere SpdGerhard Schroeder al poteredal 1998 al 2005). “Ma nonfare nulla e limitarsi ad accu-sare e lamentarsi è troppo co-modo”. Bruederle ha detto an-cora che l’eurocrisi non è fi-nita, ma il limite massimo del-le spese e contributi tedeschi

al salvataggio della monetaunica è stato già toccato, “nonè ammissibile che i lavorato-ri finanzino pagando le tasseper gli errori di altri paesi, e ilbilancio tedesco non può di-ventare il self service di tuttal’Europa”.

In conclusione, da questaanalisi sembra emergere unacuriosa posizione: la vera que-stione di fondo non è tanto sel’Italia debba essere all’inter-no dell’euro o ritornare all’a-mata “liretta”, ma piuttosto se,in quanto tempo, con qualeintensità intenda porre rime-dio al disavanzo pubblico ri-

muovendo le cause che lo han-no prodotto e che continuanoa produrlo.

Paradossalmente potrem-mo restare nell’euro e fare ban-carotta perché non risaniamooppure uscire dall’euro, risa-nare e diventare una nazionepiù virtuosa di Svizzera o Nor-vegia. Certamente più auspi-cabile, visto che con la Lira cisiamo stati e abbiamo fatto ildebito, sarebbe restare nel-l’Euro e procedere al risana-mento, non perché ce lo chie-dono o ce lo impongono, masemplicemente perché è giu-sto farlo.

“Italia, rigore o fuori dall’euro”Il pensiero dei liberali tedeschidi Giovanni Fermani

SPESA PER PERSONALE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2009/2011Dati in %Costo del personale In milioni di euro

Unità personale 2009 2011 2009 2011

Andamento della spesa Andamento dell’occupazioneScuola e formazione Artistico Musicale 466.587 479.202 9.870,772 10.097,589Ministeri 7.635 7.522 179,318 167,521Presidenza Consiglio 294 329 2,344 2,438Agenzie fiscali 2.846 2.810 54,405 54,468 Vigili del fuoco 1.572 1.770 31,695 32,608Corpi di polizia 17.168 17.947 328,786 324,086Forze armate 9.207 10.295 196,802 193,328Magistratura 1.886 1.859 10,486 10,136Carriera diplomatica, prefettizia e penitenziaria 503 480 1.37,415 1.317,356Enti pubblici non economici 3.616 3.307 53,888 50,284Enti di ricerca (è stato assorbito dall’ENEA) 1.474 1.540 18,186 20,860Università 7.749 7.031 115,912 108,500Servizio Sanitario Nazionale 41.190 40.358 693,716 682,477Regioni e autonomie locali 23.289 21.124 520,171 502,453Regioni a statuto speciale (entra nel calcolo anche la Regione Sicilia, prima esclusa) 3.831 4.763 73,340 93,928Altri 821 820 10,804 12,569TOTALE 169.091 163.594 3.376,211 3.282,999

SPESE DELLA CAMERA DEI DEPUTATIBilancio preventivo 2012

Spese correnti Mln di euroIndennità e rimborsi deputati 161 Pensioni deputati 136Stipendi personale 287Pensione personale 216 Totale stipendi e pensioni 800Spesa per acquisto di beni e servizi 163Trasferimenti e spese non attribuibili 90 Totale spese correnti 1.055

Spese per investimenti Mln di euroSpese per fabbricati e impianti anche di sicurezza 17 Attrezzature e informatica 11Patrimonio artistico e altro 4,5Totale spese per investimenti 32,5TOTALE 1.087,6

•Stupidario•

ANIMALISTA Dedicato a coloro che urlavano contro lo sterminio de-gli animali selvatici in Italia. Gli animali selvatici sono sem-pre più numerosi e raggiungono con facilità le zoneabitate procurando danni in continuo aumento.

Animale selvatico Numero esemplare Numero esemplariabbattuti nel 2010

Cinghiale 900.000 153.000 Capriolo 457.800 70.170 Camoscio alpino 110.400 12.889Cervo 68.000 10.000Muflone 19.670 1.900 Daino 17.700 3.800 Stambecco 15.960 proibita Camoscio appenninico 1.500 proibitaLupi 230.000 proibita

Le Regioni più colpite, danni in Milioni di euro Emilia Romagna 2,7 Toscana 2,1 Marche 1,1 Umbria 1,07

Danni per 50 Milioni all’agricoltura e agli allevamenti, 40% cau-sati da cinghiali. 2500 le pecore uccise da lupi e canidi ogni annosull’arco appenninico, in Calabria e in Liguria. Dal 2001 ad oggigli incidenti stradali causati da cinghiali, daini e cervi sono 3.290.

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12Anno 2013 - N. 2

Era il 15 Novembre 2008alla Plenaria del Pontifi-

cio Consiglio per i Laici quan-do Papa Benedetto XVI pro-nunciò le seguenti parole:

• “La viva consapevolez-za della dimensione cari-smatica della Chiesa...

...Ha portato ad apprez-zare e valorizzare sia i carismipiù semplici che la Provvi-denza di Dio dispensa allepersone, sia quelli che ap-portano grande feconditàspirituale, educativa e mis-sionaria. Non a caso, il Do-cumento riconosce e inco-raggia la “nuova stagione ag-gregativa dei fedeli laici”, se-gno della “ricchezza e dellaversatilità delle risorse chelo Spirito alimenta nel tes-suto ecclesiale” (n. 29), in-dicando quei “criteri di ec-clesialità” che sono necessa-ri, da una parte, al discerni-mento dei Pastori e, dall’al-tra, alla crescita della vita del-le associazioni di fedeli, deimovimenti ecclesiali e dellenuove comunità. A questoriguardo desidero ringrazia-re il Pontificio Consiglio peri Laici, in modo tutto spe-ciale, per il lavoro compiutodurante gli scorsi decenninell’accogliere, accompa-gnare, discernere, ricono-scere e incoraggiare questerealtà ecclesiali, favorendol’approfondimento della lo-ro identità cattolica, aiutan-dole a inserirsi più piena-mente nella grande tradizio-ne e nel tessuto vivo dellaChiesa, e assecondando il lo-ro sviluppo missionario….

• L’urgenza di una azioneApostolica e culturale...

… Parlare del laicato cat-tolico significa riferirsi a in-numerevoli persone battez-zate, impegnate in moltepli-ci e svariate situazioni percrescere come discepoli e te-stimoni del Signore e risco-

prire e sperimentare la bel-lezza della verità e la gioia diessere cristiani. L’attuale con-dizione culturale e socialerende ancora più urgentequesta azione apostolica percondividere a piene mani iltesoro di grazia e di santità,di carità, dottrina, cultura eopere, di cui è composto ilflusso della tradizione catto-lica. Le nuove generazioni so-no non solo destinatarie pre-ferenziali di questa trasmis-sione e condivisione, ma an-che soggetti che attendononel proprio cuore propostedi verità e di felicità per po-terne rendere testimonianzacristiana, come già accade inmodo mirabile….

• La donna protagonistadel laicato cristiano...

…L’uomo e la donna,uguali in dignità, sono chia-mati ad arricchirsi vicende-volmente in comunione ecollaborazione, non solo nelmatrimonio e nella famiglia,ma anche nella società in tut-te le sue dimensioni. Alledonne cristiane si richiedo-no consapevolezza e corag-gio per affrontare compiti esi-genti, per i quali tuttavia nonmanca loro il sostegno di unaspiccata propensione alla san-tità, di una speciale acutezzanel discernimento delle cor-renti culturali del nostro tem-po, e della particolare pas-sione nella cura dell’umanoche le caratterizza….

• Cinque criteri per vi-vere l’impegno politico...

… Ogni ambiente, circo-stanza e attività in cui ci siattende che possa risplende-re l’unità tra la fede e la vitaè affidato alla responsabilitàdei fedeli laici, mossi dal de-siderio di comunicare il do-no dell’incontro con Cristo ela certezza della dignità del-la persona umana. Ad essispetta di farsi carico della te-

stimonianza della carità spe-cialmente con i più poveri,sofferenti e bisognosi, comeanche di assumere ogni im-pegno cristiano volto a co-struire condizioni di sempremaggiore giustizia e pace nel-la convivenza umana, così daaprire nuove frontiere al Van-gelo! Chiedo dunque al Pon-tificio Consiglio per i Laicidi seguire con diligente curapastorale la formazione, la te-stimonianza e la collabora-zione dei fedeli laici nelle più

diverse situazioni in cui so-no in gioco l’autentica qualitàumana della vita nella società.In particolar modo, ribadi-sco la necessità e l’urgenzadella formazione evangelicae dell’accompagnamento pa-storale di una nuova gene-

razione di cattolici impegnatinella politica, che siano coe-renti con la fede professata,che abbiano rigore morale,capacità di giudizio cultura-le, competenza professiona-le e passione di servizio peril bene comune…”.

Popolari 2008È ora di dar vita a un movimento di laici cristiani che vogliono rispondere all’appello di Benedetto XVI che riportiamo di seguito

Nel corso del 2012 è continuata, in misura ancora più accentuata, la tendenza nel si-stema bancario italiano di riduzione del numero degli sportelli, in linea con quanto

già avvenuto negli ultimi anni a partire dalla fine del 2008.In Italia, le dipendenze bancarie avevano, infatti, conosciuto negli anni precedenti un

costante trend di crescita, fino ad arrivare al numero massimo di 34.146 raggiunto proprionel dicembre del 2008. Da quel momento, la discesa è stata progressiva fino ai 32.955 del2012, perdendo 1.191 sportelli, ossia il 3,5% in termini percentuali. Più della metà di que-sta diminuzione (652 sportelli in meno) si è avuta proprio nel corso dell’anno passato.

Le difficoltà derivanti da una prolungata situazione economica recessiva, unita al-l’accresciuta rischiosità dei titoli di stato italiani (presenti in modo ampio nel portafo-glio delle banche) e alla necessità di rispettare la nuova disciplina prudenziale di Basi-lea 3 hanno spinto in questi ultimi anni le banche a razionalizzare maggiormente i co-sti e ad essere più efficienti.

In questo contesto, le Banche Popolari, hanno proseguito la loro azione di sviluppo delcanale internet per quanto concerne il ricorso a strumenti innovativi di contatto e di pros-simità con la propria clientela. Dall’esame dei dati relativi a fine 2012 emerge che l’au-mento dei clienti delle Popolari che hanno fatto ricorso a servizi di home e corporatebanking tramite il canale internet è aumentata del 12,1%, con incrementi del 12,5% perquanto riguarda le famiglie e dell’8,1% per le imprese. Questi risultati confermano unatendenza già evidenziata negli anni precedenti e che ha portato un numero sempre più am-pio di clienti delle Banche Popolari ad utilizzare le nuove tecnologie per essere in linea co-stante con la propria banca.

Il risparmio proveniente dalla razionalizzazione dei costi e dal ricorso ai nuovi canalitelematici ha permesso alla Categoria di continuare ad erogare finanziamenti ai territoridi riferimento e alle comunità, come testimoniano i risultati ottenuti dall’inizio della cri-si, con la quota di mercato degli impieghi costantemente cresciuta, in particolare quellarelativa ai finanziamenti alle piccole medie imprese salita in quattro anni dal 24,6% al 26%.Questo spirito è quello che anima ed ha sempre guidato le Banche Popolari, coniugandoil modello di banca tradizionale ad una costante innovazione dei processi e dei prodottiofferti ai propri clienti.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Banche Popolari, tradizione ed innovazione al servizio delle comunità