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Emozioni e desideri oltre il Festival EDITORIALE Sabato 25 Gennaio 2020 Supplemento de Anno V - Numero 4 U n gruppo di pro- fessionisti del mondo della ra- dio e dell’intrattanimento realizza, produce e distri- buisce format radio e vi- deo a oltre 40 radio (FM, web e in-store) in tutta Italia, e sulle principali piattaforme digitali, so- cial e web tv. SCOPRI I NOSTRI CONTENUTI SU www.happyrevolution. cloud E ASCOLTACI SU www.spreaker.com/ user/happyrevolution SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI FB @HappyRevolution @MusixTwisters @ViaggioConLaRadio I l Festival di Sanremo è sem- pre più vicino. E mentre con- tinua l’attesa tra polemiche, raccolta firme, dirette video e commenti, tutti gli artisti sono già all’interno del Teatro Ari- ston per fare le prove e tutti i possibili test con i giochi di luci, le coreografie e le riprese. Come ogni anno, accanto agli artisti che saliranno sul palco, ci sono tanti altri personaggi (cantan- ti, cantautori, musicisti) che in quella settimana saranno pre- senti per vivere anche loro l’espe- rienza del festival. Noi stiamo continuando a programmare i nostri incontri che potrete leg- gere su queste pagine e ascolta- re nelle radio partner di Happy Revolution. In un periodo in cui sembra far rumore solo ciò che è negativo, sarebbe invece impor- tante far emergere anche il bel- lo che è presente in particolare nei ragazzi e nelle ragazze che si stanno affacciando al mondo della musica. Alcuni sono mol- to giovani, ma i messaggi che desiderano portare sono molto importanti e profondi. C’è chi, per esempio, è emozionato per il primo singolo che segnerà il suo debutto; chi già sogna di salire sul palco per vivere l’emozione di cantare in diretta televisiva; chi è in attesa di realizzare un album. Sono ragazzi e ragazze che tra pagine da studiare per la scuola, hanno il desiderio di far conoscere la propria perso- nalità e il proprio messaggio, attraverso una canzone. Quelle parole che negli anni 80-90 si custodivano nelle pagine segrete di un diario, oggi diventano testi da trasformare in musica. Il lin- guaggio è cambiato, ma anche il modo di comunicare. Ed ecco che basta un semplice telefonino per auto-prodursi e realizzare un piccolo video musicale, “fat- to in casa” o comunque nella propria città, per sottolineare ancora di più il messaggio. E ci riescono. Qualcuno potrebbe es- sersi montato la testa? Forse. Ma la maggior parte di questi ra- gazzi hanno davvero un sogno. Forse potranno tornare a fare esperienza di quella emozione più bella che i nostri genitori e i nostri nonni ci facevano rag- giungere guardando il tramon- to sul mare o dietro montagne innevate. ALICE FAVARO Sensibilità ed emozioni con “Limiti opposti” FABRIZIO SILVESTRI In 70 anni Sanremo racconta la storia di un Paese MARIANNA BONAVOLONTÀ Sanremo 2020, sarà Pink Revolution? FABRIZIO VENTURI “Caro Padre”: al Festival un omaggio a Giovanni Paolo II di Francesco Vitale In viaggio a Sanremo V i piacerebbe parte- cipare come pubbli- co alle interviste e alle esibizioni live dei nostri Artisti? Inviate una mail a redazione@happyrevolution. cloud e scrivete che cosa è per voi la Musica. I messag- gi più belli e più originali (e i più fortunati) riceve- ranno l’invito per entrare nei nostri studi (a due passi dall’Ariston): avrete la possibili- tà di conoscere i nostri cantanti e parlare con loro. Vi Aspettiamo dal 3 all’8 Febbraio 2020. C’ERA UNA VOLTA IL FESTIVAL Anni 80 e Millennials a confronto per un viaggio musicale senza fine HAPPY REVOLUTION Ecco come oggi è possibile creare magia Vi aspettamo a Sanremo PAG. 2 PAG. 2 PAG. 3 PAG. 4 1982: Riccardo Fogli – Storie di tutti i giorni Il trentaduesimo Festival di Sanremo si svolse dal 28 al 30 gennaio 1982 e fu condotto da Claudio Cecchetto, alla sua terza conduzione consecutiva, affiancato dalla debut- tante Patrizia Rossetti, la quale era arrivata alla condu- zione della kermesse in seguito alla vittoria del concorso Una valletta per Sanremo, andato in onda nell’autunno precedente all’interno di Domenica in. Questa edizione vide l’esordio di Vasco Rossi con Vado al massimo, classificatosi alla finale pur non raggiungendo il podio, e Zucchero, in gara con Una notte che vola via, che non passò le eliminatorie. Vincitore del Festival fu Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni, composta dallo stesso artista insieme con Mau- rizio Fabrizio e Guido Morra; seconda la coppia (artistica e, all’epoca, anche sentimentale) Al Bano e Romina Power con Felicità, che incontrò un grande successo di vendite e divenne una delle canzoni più famose del sodalizio; terzo fu Drupi, coautore della canzone in gara Soli insieme a due firme storiche dei New Trolls, Gianni Belleno e Vit- torio De Scalzi. Fu l’edizione che vide l’istituzione del premio della critica che, nell’occasione, fu appannaggio di Mia Martini che interpretò E non finisce mica il cielo, scritta per lei da Ivano Fossati; fu la prima delle tre vittorie di tale premio per la cantante calabrese alla quale nel 1996, dopo la sua morte avvenuta un anno prima, esso fu definitivamente intitolato. Nonostante il successo ottenuto, per la Martini, si aprì un lungo e sofferto periodo dovuto alla triste dice- ria (in ambiente musicale) che ha sempre accompagnato quest’artista (accusata di portare sfortuna), periodo che si concluderà solo sette anni dopo con una nuova parteci- pazione al Festival, che la riportò al successo. Superospiti i Bee Gees, in collegamento satellitare (da New York). 2002: Matia Bazar – Messaggio d’amore Il cinquantaduesimo Festival di Sanremo si tenne al Te- atro Ariston dal 5 al 9 marzo 2002. Il festival viene presentato, dopo 6 anni di assenza, da Pippo Baudo, affiancato dalle attrici Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere. Fu l’edizione che vide il ritorno di Roberto Benigni sul palco di Sanremo dopo 22 anni: la presenza dell’attore toscano fu duramente contestata da alcuni esponenti del mondo politico, che accusaro- no Benigni di faziosità; Giuliano Ferrara annunciò (ma non mantenne la promessa) che avrebbe lanciato uova e verdura su Benigni sul palco il giorno della finale, sca- tenando a sua volta diverse polemiche nel mondo della politica e dello spettacolo. Nella sezione Campioni vincono i Matia Bazar con Mes- saggio d’amore, mentre nella sezione Giovani si impone Anna Tatangelo con Doppiamente fragili. L’orchestra fu diretta dal maestro Pino Caruso Il podio del Festival di Sanremo 1982: al centro, con il primo premio, Riccardo Fogli; di fianco a lui, in piedi, Drupi, terzo classificato; seduti ai piedi del podio i secondi classificati Al Bano e Romina Power.

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Emozionie desideri

oltre il Festival

EDITORIALE

Sabato 25 Gennaio 2020 Supplemento de Anno V - Numero 4

Un gruppo di pro-fessionisti del mondo della ra-

dio e dell’intrattanimento realizza, produce e distri-buisce format radio e vi-deo a oltre 40 radio (FM, web e in-store) in tutta Italia, e sulle principali piattaforme digitali, so-cial e web tv. SCOPRI I NOSTRI CONTENUTI SUw w w. h ap p y r e v o l u t i o n .cloud E AS C OLTAC I SU w w w. spre a k er. c om /u s er / h appy re volut i onSEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI FB@HappyRevolution @MusixTwisters @ViaggioConLaRadio

Il Festival di Sanremo è sem-pre più vicino. E mentre con-tinua l’attesa tra polemiche,

raccolta firme, dirette video e commenti, tutti gli artisti sono già all’interno del Teatro Ari-ston per fare le prove e tutti i possibili test con i giochi di luci, le coreografie e le riprese. Come ogni anno, accanto agli artisti che saliranno sul palco, ci sono tanti altri personaggi (cantan-ti, cantautori, musicisti) che in quella settimana saranno pre-senti per vivere anche loro l’espe-rienza del festival. Noi stiamo continuando a programmare i nostri incontri che potrete leg-gere su queste pagine e ascolta-re nelle radio partner di Happy Revolution. In un periodo in cui sembra far rumore solo ciò che è negativo, sarebbe invece impor-tante far emergere anche il bel-lo che è presente in particolare nei ragazzi e nelle ragazze che si stanno affacciando al mondo della musica. Alcuni sono mol-to giovani, ma i messaggi che desiderano portare sono molto importanti e profondi. C’è chi, per esempio, è emozionato per il primo singolo che segnerà il suo debutto; chi già sogna di salire sul palco per vivere l’emozione di cantare in diretta televisiva; chi è in attesa di realizzare un album. Sono ragazzi e ragazze che tra pagine da studiare per la scuola, hanno il desiderio di far conoscere la propria perso-nalità e il proprio messaggio, attraverso una canzone. Quelle parole che negli anni 80-90 si custodivano nelle pagine segrete di un diario, oggi diventano testi da trasformare in musica. Il lin-guaggio è cambiato, ma anche il modo di comunicare. Ed ecco che basta un semplice telefonino per auto-prodursi e realizzare un piccolo video musicale, “fat-to in casa” o comunque nella propria città, per sottolineare ancora di più il messaggio. E ci riescono. Qualcuno potrebbe es-sersi montato la testa? Forse. Ma la maggior parte di questi ra-gazzi hanno davvero un sogno. Forse potranno tornare a fare esperienza di quella emozione più bella che i nostri genitori e i nostri nonni ci facevano rag-giungere guardando il tramon-to sul mare o dietro montagne innevate.

ALICE FAVAROSensibilità ed emozioni con “Limiti opposti”

FABRIZIO SILVESTRIIn 70 anni Sanremo racconta la storia di un Paese

MARIANNA BONAVOLONTÀSanremo 2020, sarà Pink Revolution?

FABRIZIO VENTURI“Caro Padre”:al Festival un omaggio a Giovanni Paolo II

di Francesco Vitale

In viaggio a San r em o

Vi piacerebbe parte-cipare come pubbli-co alle interviste e

alle esibizioni live dei nostri Artisti? Inviate una mail a [email protected] e scrivete che cosa è per voi la Musica. I messag-gi più belli e più originali (e i più fortunati) riceve-ranno l’invito per entrare nei nostri studi (a due passi dall’Ariston): avrete la possibili-tà di conoscere i nostri cantanti e parlare con loro. Vi Aspettiamo dal 3 all’8 Febbraio 2020.

C’ERA UNA VOLTA IL FESTIVALAnni 80 e Millennials a confronto per un viaggio musicale senza fine

HAPPY REVOLUTION

Ecco come oggi è

possibile creare magia

Vi aspettamoa Sanremo

PAG. 2PAG. 2 PAG. 3 PAG. 4

1982: Riccardo Fogli – Storie di tutti i giorniIl trentaduesimo Festival di Sanremo si svolse dal 28 al 30 gennaio 1982 e fu condotto da Claudio Cecchetto, alla sua terza conduzione consecutiva, affiancato dalla debut-tante Patrizia Rossetti, la quale era arrivata alla condu-zione della kermesse in seguito alla vittoria del concorso Una valletta per Sanremo, andato in onda nell’autunno precedente all’interno di Domenica in.Questa edizione vide l’esordio di Vasco Rossi con Vado al massimo, classificatosi alla finale pur non raggiungendo il podio, e Zucchero, in gara con Una notte che vola via, che non passò le eliminatorie.Vincitore del Festival fu Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni, composta dallo stesso artista insieme con Mau-rizio Fabrizio e Guido Morra; seconda la coppia (artistica e, all’epoca, anche sentimentale) Al Bano e Romina Power con Felicità, che incontrò un grande successo di vendite e divenne una delle canzoni più famose del sodalizio; terzo fu Drupi, coautore della canzone in gara Soli insieme a due firme storiche dei New Trolls, Gianni Belleno e Vit-torio De Scalzi.Fu l’edizione che vide l’istituzione del premio della critica che, nell’occasione, fu appannaggio di Mia Martini che interpretò E non finisce mica il cielo, scritta per lei da Ivano Fossati; fu la prima delle tre vittorie di tale premio per la cantante calabrese alla quale nel 1996, dopo la sua morte avvenuta un anno prima, esso fu definitivamente intitolato. Nonostante il successo ottenuto, per la Martini, si aprì un lungo e sofferto periodo dovuto alla triste dice-ria (in ambiente musicale) che ha sempre accompagnato quest’artista (accusata di portare sfortuna), periodo che si

concluderà solo sette anni dopo con una nuova parteci-pazione al Festival, che la riportò al successo.Superospiti i Bee Gees, in collegamento satellitare (da New York).

2002: Matia Bazar – Messaggio d’amore Il cinquantaduesimo Festival di Sanremo si tenne al Te-atro Ariston dal 5 al 9 marzo 2002.Il festival viene presentato, dopo 6 anni di assenza, da Pippo Baudo, affiancato dalle attrici Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere. Fu l’edizione che vide il ritorno di Roberto Benigni sul palco di Sanremo dopo 22 anni: la presenza dell’attore toscano fu duramente contestata da alcuni esponenti del mondo politico, che accusaro-no Benigni di faziosità; Giuliano Ferrara annunciò (ma non mantenne la promessa) che avrebbe lanciato uova e verdura su Benigni sul palco il giorno della finale, sca-tenando a sua volta diverse polemiche nel mondo della politica e dello spettacolo.Nella sezione Campioni vincono i Matia Bazar con Mes-saggio d’amore, mentre nella sezione Giovani si impone Anna Tatangelo con Doppiamente fragili.L’orchestra fu diretta dal maestro Pino Caruso

Il podio del Festival di Sanremo 1982: al centro, con il primo premio, Riccardo Fogli; di fianco a lui,in piedi, Drupi, terzo classificato; seduti ai piedi del podio i secondi classificati Al Bano e Romina Power.

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In viaggio a San r em o Sabato 25 Gennaio 2020 Pag. 2

In 70 anni Sanremo racconta la storia di un Paese...

ALICE FAVARO

Limiti Opposti è il primo singolo di Alice Favaro, uscito lo scorso 13 gennaio.Alice nasce a Treviso il 29 luglio 1998. Diplomata in grafica e comunicazione, lavora come grafica pubbli-

citaria. Per farsi riconoscere dal pubblico come artista emergen-te ha deciso di mantenere il suo nome Alice Favaro. Rimane se stessa. Poi, chissà, un giorno potrà sentirsi di trovare un vero e proprio nome d’arte. La sua passione per la musica nasce a 10 anni, quando inizia a suonare la chitarra, che da piccola suonava anche suo padre. Le si apre un mondo nuovo, un nuovo modo di comunicare. Nel tempo, però, capisce che la chitarra era diven-tata un accompagnamento alla sua voce e si accorge di avere una predisposizione al canto. Le piace molto e decide di iniziare a

prendere lezioni come hobby. Diventa una vera e propria passio-ne, non se l’aspettava e continua a perseguire ciò che poi diventa un bisogno e un sogno. Comincia a scrivere testi due anni fa, inizialmente solo pensieri, poi la prima canzone che le fa rendere conto che forse può davvero raccontare qualcosa di vero e nuovo alle persone. Oltre alle lezioni di chitarra, che smette di prendere qualche anno prima per dedicarsi solo al canto, inizia a pren-dere lezioni di pianoforte per un anno. La sua famiglia da sem-pre appoggia la sua passione con entusiasmo e sostegno in ogni occasione. Per il suo primo singolo “Limiti opposti” l’emozione è tantissima, c’è molto entusiasmo ma anche paura, perchè con questa canzone si presenta ufficialmente al mondo della musica.Scrive anche altri pezzi che non vede l’ora di poter condividere.

Alice è una ragazza sensibile, solare, sognatrice, romantica e de-terminata. In futuro le piacerebbe salire sul palco di Sanremo, dove ha sempre scoperto cantanti e cantautori che hanno fatto parte del suo panorama musicale. Con il suo primo pezzo spera di poter trasmettere tanta energia, verità e grinta. “Limiti oppo-sti” parla di sè e del mondo che ci circonda, pieno di voci che tanto parlano ma non dicono niente.Il genere che lo identifica è un connubio tra hiphop e soul che mette insieme ritmo e frenesia con melodia e dolcezza, caratte-ristiche della sua voce. Ecco come Alice è capace di trasmettere le sue emozioni.

Da 70 anni la vetrina della musica di Sanremo presenta al pubblico, nazionale ed internazionale, can-zoni più o meno memorabili: “Nel

blu dipinto di Blu”, “Perdere l’Amore”, “L’Italia-no”, “Non ho l’età”, “Soldi”… Sanremo, oltre agli scandali, a volte fa anche miracoli.La canzone che ha venduto di più in tutto il mondo, 50 milioni di copie, è “Quando Quando Quando” di Tony Renis, una melodia coverizzata dai più grandi musicisti di Jazz, Swing, Pop inter-nazionali. Tony Renis, di certo, quando presentò nel 1962 la canzone sfiorando il podio, 4 posto, ignorava cosa sarebbe successo di lì a qualche anno. In fondo un pò come tutti; Renis, ignorava quale emozione avrebbe suscitato quella canzo-netta in tutto il mondo: Buonumore!Nel decennio ’60 – ’70 la crisi del Festival: la Siae si schiera contro Sanremo, Mike Buongiorno è il mattatore, arrivano sul palcoscenico i cosiddetti “urlatori”, i temi sociali e la contestazione invado-no il palco del Casinò; gli intenti “rivoluzionari” dei giovani arrivano con Gianni Pettenati e I Gi-ganti, e i colori di Sanremo cambiano non solo con i fiori, ma anche sulle pagine di cronaca.1967 “annus horribilis”: Luigi Tenco si suicida nel-

la sua stanza d’albergo. La canzone “Ciao amore, ciao”, cantata in coppia con Dalida, è stata elimi-nata dalla finale; da quel 27 gennaio del 1967 ad oggi, nessuno sa dirci cosa veramente sia successo in quella camera dell’ Hotel Savoy: Giallo!La morte di Tenco, cambia anche la trama del fe-stival di Sanremo. Di anno in anno, lo storytelling sanremese modifica la narrazione.Con la rinascita degli anni ’80, le canzonette suona-no all’interno del teatro Ariston; negli ’90 arriva il vero successo con le future star di oggi e gli scandali si architettano ad hoc pur di fare notizia; il nuovo millennio porta il vero cambiamento, ma la meta-morfosi musicale del festival convince ad intermit-tenza come le luci di una vecchia discoteca.Che cosa è successo?Sanremo è over 65?La web va più di moda della TV?Le risposte lasciano il tempo che trovano, le ico-ne come Totti, Fiorello, Arianna Grande sono state sostituite in pochi clic dai ragazzi che a loro preferiscono gli influencer di youtube. Fio-rello ci ha provato su RaiPlay, il linguaggio non ha convinto ed a poco sono servite le coreogra-fie hip hop e gli interventi di vetusti big.I millennials ascoltano i nuovi Rap che con le loro rime creano scenari catastrofici, rivoluzionari, spingendo sulla scelta delle parole che a volte sem-brano usate senza conoscerne il significato, ma utili a fare un una buona rima per Trap vincenti. Immagino che un’analisi antropologica musicale di base, sia stata fatta anche dalla commissione sanremese che ha scelto tra i Trap più in voga, Ju-nior Cally, giovane controverso e molto d’impatto, con un trascorso troppo facile da attaccare.E ci chiediamo perché tutto questo accanimento verso un cantante-rap mascherato che ha dato

sfogo alla sua creatività, indossando i panni di un ribelle di periferia ed usando rime discutibili. Giorni di polemica sul suo passato e le sue canzo-ni, accompagnate dalle polemiche del caso, addi-rittura in grado di mettere il festival in prima pa-gina. Sanremo in fondo è un festival che si adegua alle tendenze, un festival che viaggia sulle note e sulle rime del momento, un festival che ha capito che non si vendono più i dischi, ma la notorietà, l’essere “belli e impossibili” o “particolari”, nel bene e nel male, anche se a volte in modo eccessivo… memi che alimentano mercati collaterali alla mu-sica. Sono distanti anni luce le rime ricche di mie-le, docet Valeria Rossi che cantava “Dammi tre pa-role: Sole, Amore e Cuore”; oggi vanno di moda le rime al fiele, forti come cazzotti nello stomaco, che esternano un malessere, che lanciano uno shout sui social per dire “ehi esisto anche io”.In soldoni quello che ha fatto Junior Cally, un can-tante mascherato! Nella letteratura psicologica la maschera è un elemento che protegge, e forse è stato così anche per Cally, che ha tolto la sua ma-schera qualche mese prima di essere selezionato a Sanremo. Raggiungere il successo lo avrà convin-to che quella maschera non serviva più, che senza quella maschera avrebbe continuato a dire ciò che voleva, e invece sembra che Antonio Signore, cre-sciuto a Focene, debba inchinarsi alle regole dello showbiz e tutto quanto scritto nel suo libro e i te-sti scritti in rime irrispettose, oggi sono per lui un problema. La rima “Lei si chiama Gioia perché fa la t…a” ha richiamato attenzione su Junior. Questa canzone, ad onor del vero, non è nemmeno quella in gara a Sanremo e, conoscendo la professionalità Rai, sono certo che la canzone selezionata abbia contenuti più rivieraschi.Però sappiamo che polemica a Sanremo, significa richiamo mediatico per chi la lancia e chi la cavalca.E un piatto ricco lo ha offerto il direttore artistico Amadeus. Amadeo ha continuato a cantare un po’ troppo ad alta voce fuori dai promo e, si sa, quando si canta a squarciagola è facile stonare.La 70° edizione è, a mio parere, a favore delle don-

ne; la squadra rosa, giocando bene le proprie carte ed usando il giusto glamour senza varcare la soglia della vanità, potrebbero fissare lo start della con-duzione femminile accompagnata da tre giovani modelli; potremmo denominare questo festival “Sanremo Woman Power”! Le 10 donne che sali-ranno sul palco al fianco di Amedeus, (Antonella Clerici, Diletta Leotta, Rula Jebreal, Mara Venier, Laura Chimenti, Emma D’Aquino, Georgina Ro-driguez, Francesca Sofia Novello, Sabrina Salerno, Alketa Vejsiu, conduttrice albanese) sono don-ne forti, coraggiose, affermate professioniste che hanno bisogno di mascara e non di maschere per dire quello che pensano. Il Potere Rosa quest’an-no ha un peso enorme anche a “l’Altro Festival” condotto da Nicola Savino e Myss Keta, la regina della notte, la cantante con occhiali vistosi e velo sul volto, diventata famosa per le sue canzoni con testi sopra le righe e sound particolare, (ndr nel 2013 grazie al collettivo milanese Motel Forlanini esce «Milano Sushi e Coca»), da poco in rotazione radiofonica con “LTM”, il primo singolo nato dalla collaborazione tra Paola Iezzi e lei, M¥SS KETA. “LTM”, acronimo di “La Tua Mamma”, è un bra-no dalle sonorità esotiche con echi caraibici, una canzone che mescola un serrato ritmo reggaeton a strumenti tipici delle foreste sudamericane come il kuisi o gaita colombiana. Certo, anche Myss Keta non le manda a dire con la sua maschera, l’oppo-sto del burqa come canta in “Burqa di Gucci “. E tutto sommato mi sembra proprio lei il calmante musicale che dovrebbe bastare a tranquillizzare il Presidente RAI Foa, le donne della politica e i par-titi politici che sembra stiano preparando un altro Sanremo con sardine, pinguini e thumberghiani...

Sensibilità ed emozioni con “Limiti opposti”

@alice_favaro

@AliceFavaroOfficial

@FabrizioSi@fabriziosilver

*Giornalista autore conduttore radio tv(Rai – Agenzia Italia Stampa)Cultore e studioso di cinema e danzaArtist e life coach.

di Fabrizio Silvestri

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SANREMO STORY

Lo abbiamo già scritto e continueremo a farlo: “Sanremo è sempre Sanremo”. Partiamo da questa espressione che ci riporta alla mente la storica sigla

“Perché Sanremo è Sanremo” scritta dal Ma-estro Pippo Caruso e cantata da Rudy Neri, che ha accompagnato diverse edizioni della kermesse canora a partire dal 1995 e che è di-ventata simbolo dell’era Baudiana. Proviamo dunque a riavvolgere il nastro, risalendo alle origini dell’appuntamento musicale.Correva l’anno 1951 quando nella Città dei Fiori, si diede il via al primo “Festival della Canzone Italiana”. Una Nazione che si stava riprendendo dalla Guerra, che aveva voglia di voltare pagina e di dare, anche attraverso il pentagramma, un segno di cambiamento im-portante oltre ad incentivare il turismo in un periodo, quello tra gennaio e febbraio, assai difficile per alberghi e ristoranti della costa.

Certamente non possiamo pensare che quel Sanremo fosse simile alle edizioni che cono-sciamo oggi; tutto va rapportato ai tempi in cui si sono svolti i fatti e così, tanto per comin-ciare, diremo che ad ospitare cantanti e note musicali non fu il celebre Teatro Ariston ma il Casinò del Comune. Angelo Nicola Amato, direttore delle manifestazioni e delle pubbliche re-lazioni del Casinò, durante un colloquio con l’allo-ra conduttore radiofonico Angelo Nizza (assiduo frequentatore della struttura da gioco), decise di creare una manifestazione canora. Nizza cercò di trovare un accordo con l’EIAR a Torino, mentre Amato si recò a Milano per spargere la voce tra le case discografiche e spingerle ad inviare i propri cantanti. Fu così che in quel lontano 29 gennaio del 1951 nacque la prima edizione nel Salone delle feste del Casinò. A condurre l’evento il grande pre-sentatore Nunzio Filogamo, amato dal pubblico per il celebre saluto radiofonico a tutti gli “amici vicini e lontani”. Strano a dirsi, considerando le edizioni successive, presero parte solo tre inter-preti: Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani. Questi cantanti si alternarono nell’esibizione di 20 brani inediti. Da parte di stampa e critica vi fu un’accoglienza assai fredda così come dal pubblico in sala che continuò a cenare e parlottare durante le esecuzioni (assurdo solo pensarlo nel 2020!).A vincere la gara fu Nilla Pizzi con il brano “Gra-zie dei fiori”. La cantante di Sant’Agata Bolognese vide il primo posto anche nella seconda edizione (dove il numero di cantanti era salito a cinque!) con “Vola colomba” e, cosa unica nella storia del Festival, anche il secondo e terzo posto con i ri-spettivi brani “Papaveri e papere” e “Una donna prega”. Poi arrivarono gli anni ’60. Il decennio

vide un forte cambiamento nel modo di cantare e di porsi sul palco; dalle canzoni melodiche degli anni precedenti si passò a pezzi rock, grazie all’in-fluenza di cantanti e gruppi stranieri (soprattutto americani e inglesi) come Elvis Presley e i Beatles. Colui che segnò il divario tra “vecchio” e “nuovo” fu il grande Domenico Modugno che, con la can-zone “Nel blu dipinto di blu” (nota a tutti come “Volare”), vinse l’edizione del 1958.A seguire ecco entrare in scena nomi che avreb-bero scritto pagine indelebili nella storia del pen-tagramma nostrano tra il 1960 ed il 1980: Adriano Celentano, Bobby Solo, Little Tony, Gino Paoli, Gigliola Cinquetti, Al Bano, Iva Zanicchi, Nada, Nicola di Bari i Ricchi e Poveri e molti altri.Anche la presentazione della kermesse vide un cambiamento assai radicale: Mike Bongiorno con il suo “Allegria” condusse ben undici edizioni (lo batterà Pippo Baudo aggiudicandosi il record di tredici appuntamenti canori!).Nel 1977 ecco il “trasloco” presso il Teatro Ariston. Nel 1980, dopo un periodo di “stasi” verificatosi intorno alla metà del decennio precedente, giunse il primo segnale di rottura dell’andamento decli-nante: al timone un giovane Claudio Cecchetto, accompagnato da Roberto Benigni e Olimpia Carlisi. La “rivoluzione” fu nel ruolo del presenta-tore non più in veste di “mero officiante” bensì di “protagonista del racconto”. Altro mutamento im-portante (ma musicalmente meno valido) fu l’eli-minazione dell’orchestra (già avvenuta nel 1976) per lasciare posto a basi registrate e, in diverse edizioni, addirittura al playback. Vero è che trat-tandosi di una gara canora l’idea di una situazio-ne preregistrata non piacque molto agli addetti ai lavori. Fu così che la RAI tornò a “riappropriarsi”

del Festival e a procedere a una “ristrutturazione” dello stesso. L’azienda televisiva infatti, dal 1973, aveva deciso di trasmettere soltanto la serata fina-le. Inoltre, questa decisione diede il via alla “prima era Baudo” (1984-1987). Nomi come Toto Cu-tugno, Vasco Rossi, Zucchero, Amedeo Minghi, Eros Ramazzotti, Enrico Ruggeri, Gianni Moran-di, Raf, Umberto Tozzi ecc. ecc. calcarono il palco del “Tempio” della Musica leggera italiana.Negli anni ’90, dopo uno stop di qualche anno, con l’alternarsi di conduttori come Andrea Occhi-pinti, Edwige Fenech, Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci, ecco nuovamente il Pippo nazionale tornare al comando dell’appuntamento sanre-mese nel doppio ruolo di presentatore e direttore artistico. Giorgia, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Biagio Antonacci sono alcuni dei nomi che hanno segnato la fine del millennio, in termini musicali.Poi il 2000 e, diciamocelo francamente, un deca-dimento del concetto di “Musica”: schemi geome-trici, sedicenti cantanti, rapper, e chi più ne ha, più ne metta che hanno fortemente abbassato la qua-lità delle canzoni e, di conseguenza, del Festival.Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo di come, da vent’anni a questa parte, la discogra-fia abbia toccato minimi storici (qualitativamente parlando) che purtroppo lasceranno pagine bian-che nella storia musicale italiana. Le nuove gene-razioni hanno esempi canori che sono quanto di più sgradevole ci possa essere ma Sanremo è lo specchio dei tempi e della società.Appuntamento dunque al prossimo febbraio con la settantesima edizione nella cittadina ligure che, ci auguriamo, possa portare qualcosa di buono (la speranza è sempre l’ultima a morire). In fin dei conti, “Sanremo è Sanremo!”

@alice_favaro

@AliceFavaroOfficial

@FabrizioSi@fabriziosilver

*Giornalista autore conduttore radio tv(Rai – Agenzia Italia Stampa)Cultore e studioso di cinema e danzaArtist e life coach.

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SANREMO 2020: Sarà Pink Revolution?

di Stefano Boeris

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A un passo dall’inizio del Festival di Sanremo, in questa trepidante attesa, prima di scoprire i look delle bellissime donne che affiancheranno Ama-deus, volgiamo uno sguardo al passato e al simbolo

dell’eleganza intramontabile che ancora oggi detta legge sulle passerelle e nella vita quotidiana delle donne.La scelta di Amadeus di scegliere 10 donne che arrivano da campi diversi: dal giornalismo alla moda e sport, è un segnale che dimostra come il ruolo della valletta tutta curve e niente voce finalmente è finito.Chi potrebbe rappresentare il woman power meglio delle don-ne stesse che calcheranno la passerella dell’Ariston? Come si effettua una Pink Revolution?Guardando a chi ha fatto la storia prendiamo esempio da una donna che ha rivoluzionato il mondo per il suo stile, la sua de-terminazione, per il suo impegno sociale e la modernità con cui affrontava le scelte lavorative e personali: Audrey Hepburn.27 anni fa, esattamente Il 20 gennaio 1993, ci lasciava la “farfalla di ferro’’, così venne soprannominata da Peter Bogdanovich, ad indicare l’estrema femminilità in un animo ribelle indistruttibile.

Eleganza, intraprendenza, determinazione e libertà, tutto in una sola iconica immagine.In ogni film da lei interpretato, da Vacanze Romane a Colazione da Tiffany, Audrey ha saputo creare un personaggio che sarebbe diventato modello da imitare per tutte le donne. Lei riusciva ad anticipare i tempi perché aveva un talento, una dote naturale che la portava a discutere con gli stilisti e gli hairstylist su abiti e ac-conciature che ancora nessuna aveva mai visto.Senza volerlo, il suo stile ha messo in atto una vera e propria rivo-luzione, perché le migliori rivoluzioni si fanno dando l’esempio.Riusciranno a fare lo stesso anche le nostre conduttrici?Le donne che vedremo sul palco dell’Ariston sono tutte diverse, per età e scelte stilistiche, sono curiosa di sapere come e da chi saranno vestite. Sotto la lente d’ingrandimento ci sarà lo stile, la domanda quindi è restare se stesse o prestarsi per una rivolu-zione? Lasciare un’impronta personale su un palco, su cui tanto ci sarà da discutere, è arduo, ma non impossibile. Lo stile univer-sale di Audrey, l’ha resa leggendaria per essere stata 5 passi avanti rispetto alle sue colleghe, perché ben consigliata, perché la sua personalità si sposava perfettamente con gli outfit che indossava,

perché rappresenta molto di più della semplice vanità.Le donne da sempre dichiarano di mantenere un’identità, gra-zie ai loro vestiti. Si sentono apprezzate e libere quando il loro stile trasmette agli altri ciò che in realtà sono.Audrey docet: lei ha perfezionato il suo personale attuando una sensazione di controllo sulla sua insicurezza.Le donne che appariranno per una settimana sulle pagine dei gior-nali di tutto il mondo dovrebbero quindi scegliere abiti che esprima-no creatività, fiducia e forza della loro identità, prima di tutto il resto.Potrebbe sembrare prepotente di primo acchito, ma credo sia il modo migliore per incoraggiare ad esprimere noi stesse, senza paura di essere giudicate solo in apparenza.Ecco allora i 3 errori da evitare per non auto boicottarsi a Sanremo:Guardare all’erba del vicinoFare le rivoluzionarie quando hai un animo docileSfoggiare un look che non ti rappresentiOvviamente gli stilisti sanno il fatto loro come le nostre 10 donne. Sono certa che dimostreranno di avere carattere, ma Sanremo è sempre Sanremo, meglio evitare scivoloni inutili, non credi?Marianna BonavolontàLa Chic Bohemian

Page 4: In viaggio a Sanremo - Online-News...il podio, e Zucchero, in gara con Una notte che vola via, ... 2002: Matia Bazar – Messaggio d’amore Il cinquantaduesimo Festival di Sanremo

In viaggio a San r em o Sabato 25 Gennaio 2020 Pag. 4

In occasione della 70ma edizione del Festival della Canzone italiana, c’è una iniziativa musicale ‘di valo-re’ in programma, dedicata a Giovanni Paolo II; un omaggio al Santo amato dagli artisti che riceveranno,

durante i giorni della kermesse, la ‘Lettera agli artisti’ che il Pontefice scrisse per ricordare il talento, l’arte e la fonte di ispirazione di ogni creatività. 50 giovani dei Papaboys distribuiranno questo dono nella settimana festivaliera.Fabrizio Venturi, direttore artistico della compilation

‘Sanremo Doc’ che ha lanciato l’idea dell’iniziativa, è un artista fiorentino il cui ingegno riesce a portare in un ge-nere come il pop-rock, il significato dell’esistenza umana, che sembra uscire dalla penna di un poeta che descrive il perfetto incontro tra anima e parole.Il brano “CARO PADRE”, è dedicato a GIOVANNI PAO-LO II - ricorda il cantautore - che è stato e continua ad es-sere il padre ideale di tutti gli artisti, perché proprio come un padre ci ha guidati con coraggio alla compartecipazione

della vita in tutte le sue sfumature.‘Sono previsti alcuni momenti di confronto e dibattito con gli addetti ai lavori del Festival – dichiarano dall’organizza-zione dei Papaboys – ed anche momenti di esibizione dal vivo all’interno del Palafiori. In questi giorni di prepara-zione del Festival abbiamo pensato di creare dei contatti ed avvisare tutti i responsabili, sia delle strutture Rai, sia dal lato sociale ed amministrativo della città”Durante l’Omaggio a Giovanni Paolo II, i Papaboys e Fa-brizio Venturi hanno deciso di dedicare un ricordo parti-colare al cantautore cristiano Roberto Bignoli. Sarà pre-sente Paola Maschio, la consorte del rocker recentemente tornato alla Casa del Padre. ‘Abbiamo parlato e sognato tante volte con Roberto di essere insieme, presenti a Sanre-mo - dichiarano gli organizzatori - e quest’anno lo faremo. Come Giovanni Paolo II, anche Bignoli, per noi, è sempre presente!’“Giovanni Paolo II ha sempre avuto grande fiducia nei potenti strumenti della comunicazione che in un suo do-cumento (Redemptoris missio) ha definito come il pri-mo areopago del mondo moderno, per la loro capacità di unificare l’umanità , rendendola un villaggio globale - ha detto il componente della Giunta Nazionale dell’Ucsi e consigliere nazionale Salvatore Di Salvo, Papaboys ad Ho-norem -. E se ne è servito con sapienza ed equilibrio, per diffondere in tutto il mondo il Vangelo dell’amore di Dio. Onorare con un brano il Papa della comunicazione, oggi, ha un significato e un valore importante perchè significa che il suo messaggio è sempre presente nel nostro cammi-no. San Giovanni Paolo II, potrebbe essere il patrono dei comunicatori digitali, come san Francesco di Sales lo è dei giornalisti”.

Oddio sei diventato come un papavero! Domanda di Junior: “Che è un papavero prof?” Sgrano gli occhi, ma gioia mia, hai fatto pure le elementari in Italia, nessuna maestra di buona volontà ti ha fatto vedere il disegno di un papavero?

Accendo la LIM, sono contraria all’uso indiscriminato delle LIM ma in certe occasioni è proprio utile e digito “Papaveri” su google. L’ho googla-to. Foto del fiore, distese di papaveri e tra i video uno in bianco e nero con una bella donna con il vestito da sera. “Che video è?”, “Un vecchio festival di Sanremo con credo, Nilla Pizzi, che canta Papaveri e Papere” qualcuno nel banco indietro comincia a canticchiare. “Che bella prof, sembra vera, mica le tipe che ci vanno ora”. La guardo un attimo, effet-tivamente è bellissima: una signora elegante col rossetto che immagino rosso, delle belle bracciotte strizzata in un vestito che sì, potrei mettere anche io. Lei sì che potrebbe parlare delle donne, di quelle vere, di quelle che esibiscono il loro vero volto alla gente, che non perdono il tempo

a sembrare accettabili per mostrarsi (ma dai, perchè qualcuno conosce gente che non si affanna per rimanere nella taglia 40, che va volentieri ogni giono dal parrucchiere e che si alza volentieri alle cinque per truc-carsi? Lo sanno pure loro che con un fisico medio non se le filerebbe nessuno, altro che donne emancipate!). “Beh,adesso le tipe così in TV non le vedi mai!” “Prof, ma se poi le vedi in tv e poi dal vivo mica le riconosci, hanno chili di trucco! e poi hanno tutte la stessa espressio-ne!” “Si vede che vanno tutte dallo stesso chirurgo”... “Prof, ma perchè non ci mettono più le donne normali in TV?” “Perchè, perchè... perchè non fanno Audience.” “Prof, ma non è un po’ come se le costringono a essere tutte uguali?” Mia cara alunna, quanto hai ragione! Un’ennesima forma di violenza sulle donne, mascherata però, perchè apparire solo se appartieni a certi standard è una forma di violenza, non far mostrare il tuo vero volto è una forma di violenza. La donna vera non è quella taglia quaranta, in Italia la taglia più diffusa è la quarantasei.

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SUPPLEMENTO DE

In viaggio a San r em o

Sanremo 2020: un omaggio a Giovanni Paolo II

Sanremo visto dagli studenti 3.0 sui banchi di scuola

Divagazioni sui papaveri e sulle papere

#IlFestivalScuola

I Papaboys nella città dei fiori con il cantautore Fabrizio Venturi per portare la ‘Lettera agli artisti’ del Pontefice

ed il brano ‘Caro Padre’, dedicato al Santo polacco

di Miriam G.L. Serranò