in una storia d’amore - Prospettive · sua naturalità di relazione tra uomo e donna, non si può...

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R accogliere un’an- tologia di frasi, espressioni e messaggi di Papa Francesco è un compito che ogni giorno si rende neces- sario, dato il fiorire di signi- ficative espressioni che a volte risuonano come nuo- ve, originali e sono pregne di spiritualità e di innova- zione. Parlando ai responsabili del- lo IOR il Papa ha detto “La Chiesa non è un’organizza- zione. Un cristiano che si chiude in se stesso tenendo nascosto ciò che Dio gli ha donato, non è un cristiano”. E poi ha aggiunto: “Noi, donne e uomini di Chiesa - puntualizza - siamo in mez- zo ad una storia d’amore: ognuno di noi è un anello in questa catena d’amore. E se non capiamo questo, non capiamo nulla di cosa sia la Chiesa”. Il pensiero lo riprende nel seguito del discorso sottolineando che “si tratta di imparare con i nostri sbagli come va la storia d’amore, perché la Chie- sa non cresce con i militari, ma con la forza dello Spirito Santo, perché la Chiesa non è un’organizzazione”. Quale dimensione spirituale dovrà assumere la Chiesa nella società di oggi, superando gli aspetti dell’orga- nizzazione che sono necessari, anche se non prioritari, per far funzionare un sistema complesso che coinvolge nell’universalità dell’ecclesìa gli uomini di tutto il mondo? Alcuni anni fa si evidenziava la necessità di passare da una “scuola apparato” ad una “scuola a servizio della Comunità” e tale piano pro- grammatico è stato mutuato dallo spirito e dal linguaggio ecclesiale. Sappiamo che non sempre si riesce a dar voce a chi voce non ha, né si por- tano a compimento tanti bei progetti pensati come “atto d’amore” per il miglior bene degli studenti. Anche l’idea di Chiesa merita un approfondimento ed una prospettiva di orizzonte. Parlare di Chiesa come “storia d’amore” coinvolge i singoli credenti, protagonisti e non spettatori. La storia d’amore ha origi- ne da un incontro e si ali- menta di dialogo, di reci- proca conoscenza, di dili- gente ricerca e scoperta di significativi punti di con- vergenza nella tensione verso il bene comune che coinvolge tutti i fratelli nel- la comunione con il Padre. Se amare vuol dire “dona- re” la storia d’amore si sostanzia di dono, di servi- zio, di fratellanza ed è que- sto il messaggio di Papa Francesco che, come il Poverello d’Assisi ha ampliato la sua famiglia all’intero universo, chia- mando fratello il sole, il fuoco, il vento e con l’ap- pellativo di “sorella” la luna, l’acqua e persino la morte. La storia d’amore tende a trovare il suo naturale completamento nel diventare famiglia ed oggi che si ten- ta da più parti di distruggerla nella sua naturalità di relazione tra uomo e donna, non si può restare indifferen- ti, o considerare i fatti accaduti in Catania - anno XXIX - n. 17 - 5 maggio 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” 1° MAGGIO: FESTA DEI LAVORATORI a pagina 3 IL PARCO VA A SCUOLA a pagina 9 Papa Francesco sprona i cristiani ad aprirsi al dialogo (segue a pagina 2) Il Condottiero MUSEO: NEL SEGNO DEL SACRO a pagina 7 S pesso è davvero molto difficile riusci- re a definire un fenomeno, una ten- denza, un avvenimento, un fat- to, qualunque cosa esso sia. In molti casi, con il passare del tempo è possibile acquisire una certa lucidità di analisi, che permette di poter delinea- re, se non in modo netto ed inequivocabile, almeno in modo più che sommario, cau- se ed effetti di quello che è sta- to. Forse questo è dovuto pro- prio al trascorrere del tempo, ad una certa distanza che si frappone tra noi e l’evento e ci fa capire. Questo avviene per la storia: per scrivere le pagine dei ‘manuali’ bisogna discernere bene cause ed effetti e ciò lo consente solo il tempo. Per- ché? Il concitato susseguirsi di avvenimenti ‘dis- trae’ l’uomo-osservatore del suo tempo da una vali- da analisi: l’incalzare della quotidianità, del simul- taneo e del contemporaneo, non ci permette di capire. Naturalmente, tutte queste considerazioni sono valide se riflettiamo sulla nostra attuale situazione. Non si può ben capire cosa sta accadendo, proprio perché stiamo vivendo questa società: allo stesso tempo siamo attori e spettatori, una sola identità per una duplice funzione-ruolo. Ma sicuramente possiamo ben intuire che è in atto un cambia- mento: una mutazione antropo- logica. L’uomo contemporaneo a che cosa sta tendendo, verso cosa sta andando? E soprattutto, ed è molto importante questo aspetto, come lo sta facendo? E non si tratta in questo caso di definire, in maniera semplicistica e super- ficiale, se questo pro- cesso ci cambierà in meglio o in peggio (semmai queste conclusioni, in piccola misura, potranno azzardarle soltanto i posteri!): si tratta di individuare pur pro- cedendo solo per via d’ipotesi una causa, anche perché ognuno potrebbe dare una sua lettura, dunque c’è un certo relativi- smo, quindi nessuna certezza assoluta. A nostro avviso si sta verificando un vero e proprio scollamento tra ciò che percepi- sce l’uomo- cittadino e i reali fondamenti della società. In altre parole: sta emergendo una vera e propria mancanza di figure di riferimento, provocata da una determinante mancanza di princi- pi. Stiamo vivendo una situazione di crisi, che sta affliggendo ormai la totalità dei settori, ma è il caso di domandarsi se questa crisi ‘materiale’ non si sia La mancanza di autorità e di valori genera violenza L’unica soluzione al malessere contemporaneo: educare alla fede Antonella Agata Di Gregorio (segue a pagina 2) PROTAGONISTI in una storia d’amore (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

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Raccogliere un’an-

tologia di frasi,

espressioni e

messaggi di Papa

Francesco è un compito che

ogni giorno si rende neces-

sario, dato il fiorire di signi-

ficative espressioni che a

volte risuonano come nuo-

ve, originali e sono pregne

di spiritualità e di innova-

zione.

Parlando ai responsabili del-

lo IOR il Papa ha detto “La

Chiesa non è un’organizza-

zione. Un cristiano che si

chiude in se stesso tenendo

nascosto ciò che Dio gli ha

donato, non è un cristiano”.

E poi ha aggiunto: “Noi,

donne e uomini di Chiesa -

puntualizza - siamo in mez-

zo ad una storia d’amore:

ognuno di noi è un anello in

questa catena d’amore. E se non

capiamo questo, non capiamo nulla

di cosa sia la Chiesa”.

Il pensiero lo riprende nel seguito del

discorso sottolineando che “si tratta

di imparare con i nostri sbagli come

va la storia d’amore, perché la Chie-

sa non cresce con i militari, ma con

la forza dello Spirito Santo, perché

la Chiesa non è un’organizzazione”.

Quale dimensione spirituale dovrà

assumere la Chiesa nella società di

oggi, superando gli aspetti dell’orga-

nizzazione che sono necessari, anche

se non prioritari, per far funzionare

un sistema complesso che coinvolge

nell’universalità dell’ecclesìa gli

uomini di tutto il mondo?

Alcuni anni fa si evidenziava la

necessità di passare da una “scuola

apparato” ad una “scuola a servizio

della Comunità” e tale piano pro-

grammatico è stato mutuato dallo

spirito e dal linguaggio ecclesiale.

Sappiamo che non sempre si riesce a

dar voce a chi voce non ha, né si por-

tano a compimento tanti bei progetti

pensati come “atto d’amore” per il

miglior bene degli studenti.

Anche l’idea di Chiesa merita un

approfondimento ed una prospettiva

di orizzonte. Parlare di Chiesa come

“storia d’amore” coinvolge i singoli

credenti, protagonisti e non

spettatori.

La storia d’amore ha origi-

ne da un incontro e si ali-

menta di dialogo, di reci-

proca conoscenza, di dili-

gente ricerca e scoperta di

significativi punti di con-

vergenza nella tensione

verso il bene comune che

coinvolge tutti i fratelli nel-

la comunione con il Padre.

Se amare vuol dire “dona-

re” la storia d’amore si

sostanzia di dono, di servi-

zio, di fratellanza ed è que-

sto il messaggio di Papa

Francesco che, come il

Poverello d’Assisi ha

ampliato la sua famiglia

all’intero universo, chia-

mando fratello il sole, il

fuoco, il vento e con l’ap-

pellativo di “sorella” la

luna, l’acqua e persino la morte.

La storia d’amore tende a trovare il

suo naturale completamento nel

diventare famiglia ed oggi che si ten-

ta da più parti di distruggerla nella

sua naturalità di relazione tra uomo e

donna, non si può restare indifferen-

ti, o considerare i fatti accaduti in

Catania - anno XXIX - n. 17 - 5 maggio 2013 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

1° MAGGIO:

FESTA DEI

LAVORATORI

a pagina 3

IL PARCO

VA A SCUOLA

a pagina 9

Papa Francesco sprona i cristiani ad aprirsi al dialogo

(segue a pagina 2)

Il Condottiero

MUSEO:

NEL SEGNO

DEL SACRO

a pagina 7

Spesso è davvero molto difficile riusci-

re a definire un fenomeno, una ten-

denza, un avvenimento, un fat-

to, qualunque cosa esso sia. In

molti casi, con il passare del

tempo è possibile acquisire

una certa lucidità di analisi,

che permette di poter delinea-

re, se non in modo netto ed

inequivocabile, almeno in

modo più che sommario, cau-

se ed effetti di quello che è sta-

to. Forse questo è dovuto pro-

prio al trascorrere del tempo,

ad una certa distanza che si

frappone tra noi e l’evento e ci

fa capire. Questo avviene per la storia: per scrivere

le pagine dei ‘manuali’ bisogna discernere bene

cause ed effetti e ciò lo consente solo il tempo. Per-

ché? Il concitato susseguirsi di avvenimenti ‘dis-

trae’ l’uomo-osservatore del suo tempo da una vali-

da analisi: l’incalzare della quotidianità, del simul-

taneo e del contemporaneo, non ci permette di

capire.

Naturalmente, tutte queste considerazioni sono

valide se riflettiamo sulla nostra attuale situazione.

Non si può ben capire cosa sta accadendo, proprio

perché stiamo vivendo questa società: allo stesso

tempo siamo attori e spettatori, una sola identità

per una duplice funzione-ruolo.

Ma sicuramente possiamo ben

intuire che è in atto un cambia-

mento: una mutazione antropo-

logica. L’uomo contemporaneo

a che cosa sta tendendo, verso

cosa sta andando? E soprattutto,

ed è molto importante

questo aspetto, come

lo sta facendo? E non

si tratta in questo caso

di definire, in maniera

semplicistica e super-

ficiale, se questo pro-

cesso ci cambierà in meglio o in peggio

(semmai queste conclusioni, in piccola

misura, potranno azzardarle soltanto i

posteri!): si tratta di individuare pur pro-

cedendo solo per via d’ipotesi una causa,

anche perché ognuno potrebbe dare una

sua lettura, dunque c’è un certo relativi-

smo, quindi nessuna certezza assoluta.

A nostro avviso si sta verificando un vero

e proprio scollamento tra ciò che percepi-

sce l’uomo- cittadino e i reali fondamenti

della società. In altre parole: sta emergendo una

vera e propria mancanza di figure di riferimento,

provocata da una determinante mancanza di princi-

pi. Stiamo vivendo una situazione di crisi, che sta

affliggendo ormai la totalità dei settori, ma è il caso

di domandarsi se questa crisi ‘materiale’ non si sia

La mancanza di autorità e di valori genera violenza

L’unica soluzione al malessere contemporaneo: educare alla fede

Antonella Agata Di Gregorio

(segue a pagina 2)

PROTAGONISTI

in una storia d’amore

(Foto

Sic

ilia

ni-

Gen

nari

/SIR

)

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Francia come lontani da noi.

Le conseguenze della legge francese

sulle “nozze” gay si faranno sentire

soprattutto sui piccoli, privati dalla

possibilità di avere una famiglia

composta dai due genitori, fatto che

la moderna psicologia ritiene essen-

ziale per il loro normale sviluppo.

“Andare controcorrente “ è l’invito

che Papa Francesco ha lanciato ai

giovani cresimandi in Piazza San

Pietro, e poi ha aggiunto: “Ci vuole

il coraggio per andare controcor-

rente e Lui ci dà questo coraggio!

Se rimaniamo uniti a Dio come i

tralci sono uniti alla vite, se non

perdiamo l’amicizia con Lui, se gli

facciamo sempre più spazio nella

nostra vita.

Andare contro corrente significa

difendere e testimoniare il valore

della famiglia nella società, ribal-

tando la logica del relativismo nella

gerarchia dei valori e conservando

essenziali gli impegni di amore e di

unità.

Ed ecco che la storia di amore si

concretizza nel mettere Cristo al

centro e considerare la Chiesa

“madre e maestra” essendo la misti-

ca sposa del Cristo.

Le parole del Papa penetrano nel

cuore dei fedeli che si avvicinano al

Signore e condividono la storia d’a-

more quale dono e servizio.

Il protagonismo cristiano si traduce

inoltre in una coerente testimonian-

za, carica di gesti e di atteggiamenti

che rendono palese e manifesta la

storia d’amore che va ben oltre alla

formale compassione, alla semplice

solidarietà, che supera la trilogia

greca di eros, philìa e agape, ma

valorizza tutte queste caratteristiche

messe insieme e tende alla sublime

imitazione del grande amore di Cri-

sto che dona la vita per le sue peco-

relle.

La strada dell’amore conduce spesso

al martirio e alla croce e i santi,

modelli e testimoni di amore, costi-

tuiscono l’epifania di questa bella

storia.

Giocare la propria vita per i più alti

ideali e non per le cose piccine,

“sognare cose grandi e belle” moni-

to e appello rivolto ai giovani, da

Papa Francesco coinvolge tutti i cri-

stiani in questa nuova avventura di

fede in cammino sui sentieri dell’og-

gi.

La corresponsabilità nell’educazione

per il bene di tutti sollecita la costru-

zione di nuovi legami di “vita buo-

na” necessari per alimentare la spe-

ranza che nessuno dovrà rubarci,

come spesso accade nella quotidia-

nità della cronaca.

®

Prospettive - 5 maggio 20132

PRIMO PIANO

In Cattedrale i resti mortali

di don Pino Puglisi _____3

70 anni fa bombardamenti

a tappeto su Catania ____4

Indietro nel tempo

intervistando

Salvatore Quasimodo ___5

INFORMADIOCESI

Notizie in breve________9

Dichiarazione dei redditi__9

OMNIBUS

Dusmet: l’esperienza

di un Vescovo amato

dai catanesi ___________7

Trecastagni: la Festa

dei santi patroni________8

Giselle al Teatro

Massimo “Bellini”

di Catania ___________11

Nelle sale ‘Kiki

consegne a domicilio’__11

sommario al n. 17

7Direzione amministrazione

e redazione:

via San Giuseppe al Duomo 2/4,

95124 Catania

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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di giovedì 2 maggio 2013

(continua da pag. 1)

PROTAGONISTI...

trasmessa ad una parte ben più deli-

cata, ovvero all’interiorità dell’uo-

mo..la riposta purtroppo è si. Non

possiamo addurre in modo estrema-

mente semplicistico come causa o

come diretta conseguenza di ciò che

sta accadendo unicamente il disagio

sociale. La mancanza di lavoro e la

totale assenza di condizioni che pos-

sano permettere una vita dignitosa

creano tensione sociale, creano disa-

gio, ma non possono giustificare ciò

che sta dietro: la totale assenza della

percezione del ruolo delle autorità.

Non si crede più nell’autorità della

famiglia, nelle ormai cosiddette fami-

glie allargate non si riesce più ad

individuare un ruolo con facilità. Non

si crede più nell’autorità delle istitu-

zioni (certo anche a causa degli espo-

nenti politici che ricoprono tali cari-

che). Si riesce persino a dubitare del-

la stessa autorità della Chiesa. Per

non parlare poi delle forze dell’ordi-

ne: uomini a servizio dello stato, del-

la collettività, vittime innocenti che

cadono per mano di coloro che devo-

no proteggere. Tutto questo non si

può non ricondurre alla mancanza di

una gerarchia valoriale. Gli ultimi

fatti di cronaca ce lo confermano: un

giovane carabiniere ha perso la vita

durante una rapina a Caserta; a Roma

due carabinieri, di cui uno in progno-

si riservata (nel momento in cui scri-

viamo la sua situazione appare gra-

ve), sono stati feriti durante il giura-

mento del nuovo governo, davanti

Palazzo Chigi. Uomini che rischiano

la loro vita ogni giorno nel mirino di

una convogliata tensione, veri e pro-

pri bersagli, simboli di uno stato di

cui non si percepisce più l’autorità.

Malessere di cui certamente non sono

responsabili. Atti di violenza ingiusti-

ficabili, non bisogna aggiungere

altro.

Ma al puzzle bisogna ancora aggiun-

gere un tassello, così da avere il qua-

dro generale di questa vera e propria

escalation di violenza: la dilagante

barbarie nei confronti delle donne.

Ogni giorno dai notiziari e dai quoti-

diani apprendiamo nuovi casi di vio-

lenza, compiuti soprattutto per mano

di ex, fidanzati, compagni, mariti,

parenti. Feroci atti di autoaffermazio-

ne di un individuo su un altro, che

non trovano nessuna giustificazione.

Emma Bonino, Anna Maria Cancel-

lieri, Nunzia De Girolamo, Maria

Chiara Carrozza, Beatrice Lorenzin,

Cécile Kyenge, Josefa Idem: questi

sono i nomi delle sette donne che fan-

no parte del nuovo governo e che reg-

geranno le sorti rispettivamente di

Esteri, Giustizia, Agricoltura, Istru-

zione e ricerca scientifica, Salute,

Integrazione, Pari opportunità, Sport

e politiche giovanili. A fronte della

grave situazione che sta vivendo la

nostra società, auspichiamo che que-

ste donne contribuiscano ad innesca-

re davvero l’inizio di un cambiamen-

to, all’insegna delle pari opportunità

e del rispetto reciproco tra i sessi,

ponendo finalmente un freno a questa

vera e propria strage silenziosa.

Trovare una soluzione a questi pro-

blemi (se così è giusto definirli,

anche se sono fenomeni ben più com-

plessi e non facilmente semplificabi-

li) non è proprio facile, anzi è una

vera e propria sfida che ognuno di noi

nel suo piccolo deve raccogliere e

fare propria, apportando il proprio

contributo.

Ma un importante aiuto, il punto fer-

mo da cui partire, ce lo hanno forni-

to il Santo Padre e il Cardinale Ange-

lo Bagnasco, Presidente della Confe-

renza Episcopale Italiana, in occa-

sione del loro incontro, lo scorso 27

aprile 2013. Il Cardinale Bagnasco

ha affermato: “A fronte di questa

situazione abbiamo condiviso la via

all’educazione alla fede per riscopri-

re una precisa idea di uomo e di

umanità, a partire dal ministero della

persona di Cristo”. La chiave per

ripartire è racchiusa proprio in que-

ste parole.

®

(continua da pag. 1)

LA MANCANZA...

Cambiano le domande ai

test di ammissione alle

facoltà universitarie a numero chiu-

so. E non solo. L’ultimo colpo di

mano dell’ex ministro Francesco

Profumo è stato servito in extremis,

senza lasciare la solita scia di pole-

miche tra gli studenti. In molti ricor-

deranno la famosa domanda sulla

grattachecca romana del 2011. Que-

sta la domanda che negli anni ha

suscitato un aspro dibattito sull’utili-

tà di alcuni quesiti per l’accesso alle

professioni mediche. “Nei pressi del

noto liceo Tacito di Roma si trova la

grattachecca di Sora Maria, molto

nota tra i giovani romani. Sapresti

indicare con quali gusti viene realiz-

zata? Menta, limone, amarena

oppure cioccolato?”. Cosi recitava

testualmente la domanda. La rispo-

sta? Facilissimo: limone, perché ‘la

grattachecca’ è una granita di ghiac-

cio. Finalmente si cambia, la formu-

la d’accesso è stata rivista dopo anni

di polemiche e delusioni degli stu-

denti che chiedevano criteri di sele-

zione più consoni alle prossime

materie di studio. Addio quindi a

domande fantasiose e talvolta grotte-

sche. D’ora in poi le domande saran-

no sessanta invece di ottanta per tut-

te le facoltà: Medicina, Odontoiatria,

Veterinaria, Architettura. Quesiti che

comprenderanno solo cinque argo-

menti generalisti. I quesiti di logica

saranno maggiori rispetto agli altri

argomenti, con venticinque quiz su

sessanta, ma anche le domande spe-

cifiche sulle materie d’indirizzo

avranno una loro valenza ai fini del-

l’ammissione. Al test di Medicina e

Odontoiatria, poi, ci saranno quattor-

dici domande di biologia, otto di chi-

mica e otto di fisica e matematica.

Per gli aspiranti veterinari, invece, ci

saranno dodici domande di biologia,

dodici di chimica, sei di fisica e

matematica. Cambiano le regole

anche per i futuri architetti, per loro

dodici quiz sulla storia, dieci di dise-

gno, otto di matematica e fisica, cosi

come la durata del test che passerà a

novanta minuti.

Per quanto concerne le valutazioni

ecco i punteggi: 1,5 punti per ogni

risposta esatta, meno 0,4 punti per

ogni risposta sbagliata, zero punti

per ogni risposta non data. Sarà

avvantaggiato chi si diplomerà con

una votazione compresa tra l’80 e il

100 e avrà un bonus che varia dai

quattro ai dieci punti. Stiamo parlan-

do del cosiddetto ‘bonus maturità’

previsto dagli ex ministri Fioroni e

Mussi nel 2007 e mai entrato in

vigore. Entro il 31 maggio il mini-

stero dovrebbe fornire le tabelle di

conversione per il voto di maturità,

pur tenendo conto delle differenze

tra le varie scuole. Intanto gli stu-

denti giudicano questa scelta sba-

gliata. “Il voto dell’esame di maturi-

tà è inattendibile e falsato da mille

fattori, come si può pensare che pos-

sa incidere sull’accesso all’universi-

tà?”. Chiede il portavoce nazionale

Daniele Lanni. Le iscrizioni ai test (a

prescindere dal voto della maturità)

si potranno effettuare dal 6 maggio

al 7 giugno solo sul portale

www.universitaly.it visto che le date

dei test, che di solito avevano inizio

nei primi giorni di settembre, sono

state anticipate: 23 luglio per Medi-

cina-Odontoiatria, 24 luglio per

Veterinaria, 25 luglio per Architettu-

ra. Al 4 settembre è rinviato il test

per le professioni sanitarie, ma con

domande che saranno predisposte

poi dai singoli atenei.

I risultati dei test, infine, saranno dis-

ponibili tra il 5 e il 7 agosto. Altra

novità sostanziale sarà l’introduzio-

ne di una graduatoria nazionale in

cui sarà eliminata qualsiasi discrimi-

nazione di punteggio in base alla

classifica locale. Questo servirà a

garantire a uno studente che non

rientra nel numero dei posti previsto

per l’ateneo in cui sostiene l’esame -

ma col suo punteggio rientra nel

numero dei posti totali a livello

nazionale - di prenotarsi per un posto

in un ateneo diverso. Altro cambia-

mento è il calo dei posti a Medicina:

152 in meno rispetto ai 10.173 del-

l’anno scorso. Meno posti anche per

l’ammissione ad Architettura, 8.640

in tutto, e per gli aspiranti veterinari,

che dovranno spartirsi 825 posti.

Aumentano leggermente, ventitré in

più, invece, i posti per Odontoiatria:

954 in totale.

Maxwell

Medicina, nuove regole per i test di ammissione

Mobilità per iscriversi all’università

Filodiretto con

Ecco come mettersi in contatto con noi:Ecco come mettersi in contatto con noi:

•• Inviare un’email all’[email protected]

•• Telefonare o mandare un fax

al numero 095 8992039

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Lo scorso primo maggio,

la Festa dei Lavoratori,

in migliaia sono scesi nelle piazze

per far sentire la propria voce, a tute-

la di quello che è uno dei cardini

fondamentali della vita sociale e

comunitaria dell’uomo, ovvero il

lavoro. Da Atene a Parigi, da Insta-

bul a Roma: uomini e donne uniti

insieme al di là della nazionalità,

delle differenze culturali, degli

schieramenti politici per ribellarsi ad

una società capitalista, che vede nel

lavoro soltanto un utile e bieco pro-

fitto e mette da parte la dignità del

lavoratore e le sue reali esigenze, in

troppi casi esercitando su quest’ulti-

mo una vera e propria forma di sfrut-

tamento o addirittura di schiavitù, in

cambio di un benché minimo salario.

In Italia, manifestazioni in moltissi-

me piazze ed eventi musicali, che

hanno coinvolto giovanissimi e non

(il più importante sicuramente è sta-

to il ‘concertone’ in Piazza San Gio-

vanni a Roma): attraverso le note ed

il ritmo dei brani musicali, anche i

giovani hanno contribuito, con la

loro presenza, a mettere al centro del

dibattito il lavoro ed il loro futuro.

Un primo maggio, giorno in cui si

festeggia San Giuseppe lavoratore,

all’insegna dell’unità per il bene del-

la società, un certo voler fare ideal-

mente fronte comune contro quello

che è il male maggiore, che sta

affliggendo il nostro Paese, ma non

solo (forse è meglio dire la società di

questi anni, in riferimento ad altre

situazioni analoghe non solo all’in-

terno della Comunità Europea): la

mancanza di lavoro, quindi di conse-

guenza l’alto tasso di disoccupazio-

ne. Dagli esponenti delle istituzioni

politiche, dal fronte sociale e dal

Santo Padre un appello per ridare

lavoro all’Italia in tempi rapidi.

Sindacati uniti nella manifestazione

svoltasi a Perugia: dai tre segretari

un forte appello per risolvere l’emer-

genza lavoro. Susanna Camusso,

segretario generale Cgil, “senza

lavoro il Paese muore e questo Paese

non può morire”; Raffaele Bonanni,

segretario generale della Cisl, il pri-

mo maggio “è vivo e deve essere

vivo per il mondo del lavoro”; Luigi

Angeletti, segretario generale della

Uil, “o si risolve il problema di dare

lavoro o il Paese affonderà”.

Laura Boldrini, Presidente della

Camera, sull’emergenza nazionale

lavoro ha affermato: “Una situazione

in cui gli adulti lo perdono, i giovani

perdono la speranza di trovarlo. La

disperazione si diffonde e prende

troppe volte la forma della violen-

za”. Pietro Grasso, Presidente del

Senato, ha ribadito che “il Paese ne

ha bisogno e non può accettare ulte-

riori ritardi”.

Un messaggio di speranza e di inco-

raggiamento a non perdere la fidu-

cia, soprattutto rivolto ai giovani, e

allo stesso tempo, un appello ed un

ammonimento a coloro i quali reg-

gono le sorti del nostro Paese, è sta-

to pronunciato dal Santo Padre, di

fronte ad una Piazza San Pietro lette-

ralmente gremita di fedeli, durante

l’udienza generale. Parole che hanno

evidenziato in modo chiaro e diretto

quelli che sono i ‘temi’ strettamente

collegati al lavoro: l’importanza e la

funzione che riveste all’interno della

vita umana, dignità della persona ma

anche sostentamento per il nucleo

familiare; cardine che contraddistin-

gue una società e la qualifica, in

quanto il suo compito è proprio quel-

lo di dare la possibilità ai suoi citta-

dini di poter accedere al mondo del

lavoro; la schiavitù lavorativa, che

affligge ancora oggi moltissime real-

tà e va contro quello che è uno dei

primi ‘compiti’ del lavoro, ovvero

quello di essere un servizio per l’uo-

mo. “Il lavoro è un elemento fonda-

mentale per la dignità della persona.

Il lavoro, per usare un’immagine, ci

“unge” di dignità, ci riempie di

dignità; ci rende simili a Dio, che ha

lavorato e lavora, agisce sempre; dà

la capacità di mantenere se stessi, la

propria famiglia, di contribuire alla

crescita della propria Nazione. E qui

penso alle difficoltà che, in vari Pae-

si, incontra oggi il mondo del lavoro

e dell’impresa; penso a quanti, e non

solo giovani, sono disoccupati, mol-

te volte a causa di una concezione

economicista della società, che cerca

il profitto egoista, al di fuori dei

parametri della giustizia sociale.

Desidero rivolgere a tutti l’invito alla

solidarietà, e ai Responsabili della

cosa pubblica l’incoraggiamento a

fare ogni sforzo per dare nuovo slan-

cio all’occupazione”. E ai giovani:

“Non abbiate paura dell’impegno,

del sacrificio e non guardate con

paura al futuro; mantenete viva la

speranza: c’è sempre una luce all’o-

rizzonte”.

Riferendosi al lavoro – schiavitù:

“Quante persone, in tutto il mondo,

sono vittime di questo tipo di schia-

vitù, in cui è la persona che serve il

lavoro, mentre deve essere il lavoro

ad offrire un servizio alle persone

perché abbiano dignità. Chiedo ai

fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli

uomini e donne di buona volontà una

decisa scelta contro la tratta delle

persone, all’interno della quale figu-

ra il lavoro schiavo”.

Berenice

Prospettive - 5 maggio 2013 3

Il LAVORO “unge di dignità”1° Maggio: In occasione della Festa dei Lavoratori tutti uniti contro la disoccupazione

Una grande commozione

ha pervaso i presenti, a

vent’anni di distanza dalla morte di

padre Pino Puglisi, nel momento in

cui è stata aperta la cassa e si è con-

statato un corpo non corrotto dalla

morte, ma mummificato. Di fronte

agli astanti non un teschio ma un

viso dai tratti perfettamente ricono-

scibili e persino il colore delle mani

che sembrava quasi naturale. All’in-

terno della cassa, i componenti del

Tribunale presieduto dallo stesso

Vescovo ausiliare e composto da don

Vincenzo Talluto, dal cancelliere

Arcivescovile mons. Giuseppe Oli-

veri e dai periti medici Augusto

Franco D’Ancona e Domenico Ienti-

le hanno trovato una copia del Van-

gelo, gli Atti degli Apostoli, un’icona

della Madonna Odigitria e una rosa

che era stata posta da una persona

poco prima della tumulazione del

prete ucciso dalla mafia in “odium

fidei”, e sulla cui identità mons. Cut-

titta mantiene uno stretto riserbo.

Adesso quella rosa, due frammenti

ossei, un lembo della casula che

indossava che fu donata dallo stesso

padre Puglisi e dalla mamma a

mons. Cuttitta il giorno della sua

ordinazione, insieme a tutti gli altri

oggetti che sono stati a contatto con

il corpo sono stati conservati e consi-

derati delle reliquie. In attesa della

collocazione definitiva, che sarà nel-

la erigenda chiesa a Brancaccio,

dove il martire della Chiesa palermi-

tana ha sognato fosse costruito un

complesso parrocchiale, le spoglie

mortali di padre Puglisi saranno col-

locate nell’altare laterale dell’Imma-

colata in Cattedrale, ma prima sarà

realizzato un monumento a forma di

spiga di grano a ricordare, come in

un brano amato del Vangelo tanto

caro a padre Puglisi, la sua presenza

feconda come un chicco caduto sulla

terra muore e da molto frutto. Intan-

to i fedeli potranno rendere omaggio

alla salma nella Cappella delle reli-

quie della Cattedrale, posta a destra

della navata, accanto alle urne con i

resti di altri martiri e santi. Padre

Puglisi sarà beatificato il prossimo

25 maggio nel corso di una solenne

liturgia Eucaristica che si svolgerà

allo stadio Barbera di Palermo.

Pino Grasso

L’odore della santità

La splendida pinacoteca

del Museo Diocesano

in Piazza Duomo ha ospitato il Con-

certo di Primavera promosso dal

Club Rotaract di Catania, sempre in

prima linea nelle attività benefiche,

perché scopo principale di questa

associazione di giovani è quella di

mettersi a servizio di coloro che

vivono nel bisogno.

Sotto la direzione artistica del Mae-

stro Giovanni Cultrera di Montesano

dei brillanti giovani talenti hanno

regalato al qualificato e numeroso

pubblico due ore di bella musica.

L’orchestra composta da giovanissi-

mi ma già celebri artisti siciliani di

talento, che hanno meritato premi e

riconoscimenti anche all’estero si

sono alternati nello svolgimento del

programma della serata, eseguendo

brani di Chopin, Puccini, Donizetti,

Rossini, Gounod, Kaciaturian, Pro-

kofiev, Fortini, Corelli Schicchi e

Calì.

Al pianoforte Ruben Micieli e Nico-

lò Cafaro, al violino Salvatore Lore-

fice ed Antonio Stefano Ruffino, al

violoncello Daniele Lorefice, al cla-

rinetto Andrea Fallico e come sopra-

no si sono esibite le bravissime

Maria Grazia Tringale e Chiara

Notarnicola.

Il Presidente Rotaract, Avv. Fabio

Adernò, che ha condotto la serata, ha

espresso la “grande soddisfazione

per la bella serata musicale che que-

sti giovani talenti ci hanno regalato,

provocando nel pubblico visibili

emozioni scandite da lunghi applau-

si.”L’aver contribuito alla campa-

gna d’immunizzazione della polio-

melite con il contributo generoso dei

presenti è stato un gesto di spiccata

solidarietà. Il ricavato della serata è

stato devoluto al Progetto Rotary

Foundation “End Polio Now” che ha

già raccolto nel mondo, grazie

all’aiuto di tutti i club Rotaract, la

bella cifra di un miliardo di dollari in

questi 25 lunghi anni d’impegno a

sostegno della campagna di immu-

nizzazione. Il programma Polio Plus

è il più ambizioso programma di

solidarietà del Rotary ed ha anche

sollecitato l’Assemblea mondiale

della Sanità ad approvare una risolu-

zione per l’eradicazione della polio.

Migliaia Rotariani in tutto il mondo

hanno prestato servizio come volon-

tari durante le giornate nazionali di

immunizzazione allo scopo di som-

ministrare il vaccino antipolio a

milioni di bambini.

Al termine della serata ai giovani

musicisti, è stato consegnato il “Pre-

mio Euterpe”, che nel ricordo della

musa greca che ispirava i musicisti

dell’antichità, valorizza e gratifica le

giovani promesse siciliane della

musica classica.

®

In prima linea contro la poliomeliteConcerto di Primavera organizzato dal Rotaract di Catania presso il Museo Diocesano

Palermo: Estumulati e traslati in Cattedrale i resti mortali di don Pino Puglisi

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Prospettive - 5 maggio 20134

PRIMOPIANO

Il 16 aprile di quel terribi-le anno che è stato il

1943, in piena II guerra mondiale, learmate alleate si preparavano allosbarco in Europa dall’Africa delNord verso la Sicilia. Era il venerdìdell’ultima settimana di quaresima,secondo il calendario liturgico roma-no preconciliare venerdì della setti-mana di passione e, per Catania, diterrore: 2° giorno dei bombardamen-ti indiscriminati diurni, a tappeto e agrappolo, delle superfortezze volantiamericane provenienti dall’Algeria,allo scopo di demoralizzare la popo-lazione civile in vista dell’invasionedel luglio successivo. Si avverava inquella triste primavera l’inquietantedetto medievale “Quando MarcusPascha dabit et Joannes Coenamdabit totus mundus conquassabit”(quando Pasqua verrà per San Marcoe il Corpus Domini per San Giovan-ni tutto il mondo cadrà in rovina).Questa pagina di storia e di sangueinnocente è stata presentata, con rea-lismo e pathos misto a sentimenti dipietà verso le centinaia di morti e diferiti colpiti nel centro urbano del-l’antica città greco-romana poipopolata dai bizantini, dagli arabi edagli ebrei, dal giornalista ed exallievo oratoriano Antonino Blandininella chiesa S. Filippo Neri, annessaallo storico e popolare oratorio sale-siano dei Filippini di via Teatro Gre-co gremita di superstiti, parenti dellenumerose vittime delle micidiali,infernali e ripetute incursioni aree(seguite successivamente da bom-bardamenti navali), ed allievi d’ognietà e di giovani delle ultime genera-zioni del vecchio e del nuovo istitutoS. Filippo Neri, dove vige il sistemaeducativo preventivo di Don Boscodi formare onesti cittadini e buonicristiani anche grazie all’affidamen-to ad associazioni di promozionesociale.Dopo l’introduzione da parte deldirettore dell’oratorio GiuseppeSalamone, del coordinatore e colla-boratore Piero Privitera e del presi-dente dell’Unione ex allievi EnzoCaruso, l’oratore haricostruito la tragediaallucinante (nel gior-no stesso in cui inSvizzera il chimicoAlbert Hofmann sco-priva il micidiale allu-cinogeno LSD), cheinvestì due giorni pri-ma della domenicadelle palme il piùantico istituto salesia-no della città, ormaidichiarata zona dioperazioni bellichementre i poteri eranopassati alle autoritàmilitari.Il relatore ha ricorda-to l’atmosfera prebel-lica e dei primi annidi guerra in cui vive-vano i catanesi e, inparticolare, il mondodella pubblica istru-zione, con specialeriferimento agli istitu-ti scolastici salesiani.La Casa dei Filippini,voluta dal beato car-dinale GiuseppeBenedetto Dusmet eda S. Giovanni Bosco,

allora diretta da don DomenicoAndronico, era sede di scuole prima-rie, elementari e ginnasiali e di unoratorio frequentato dai ragazzi deipopolosi quartieri Antico Corso,Civita, S. Cristoforo, Angeli Custo-di, Fortino, Borgo-Cibali. Sono tuttiscomparsi i salesiani di quel tempo:don Donzelli, don Trovato, donRavalli, don Lo Turco, don Gange-mi, don Virzì, don Savasta…Le comunità salesiane avevano ini-ziato a sfollare: la Casa di S. Grego-rio si era trasferita a Modica perlasciare liberi i locali del S. France-sco di Sales, occupati dai tedeschi;quella di Barriera aveva accolto unacinquantina di sfollati palermitani.Scuole, negozi e uffici in città fun-zionavano alla meglio, ma la guerrasi sarebbe accanita in Sicilia nell’im-minenza dell’invasione in un conte-sto di superiorità area alleata e diinsufficiente capacità di difesa delleforze italo-tedesche, mentre l’oscu-ramento, il magro razionamento e iltimore di sfollamento rendevano dif-ficile la vita.Giovedì 15 aprile, alle 12.48 oralegale, apparvero, a 8mila metri d’al-tezza, per la prima volta 10 superfor-tezze volanti con equipaggi di 10avieri e bombardamenti indiscrimi-

nati di 36 bombe da mille libbre cia-scuna. I giornali scrissero di “rabbianemica sulla città oggetto di violenteincursioni aeree del nemico con deli-berato terroristico proposito di colpi-re i quartieri civili d’abitazione e nongli obiettivi militari, di fiaccare ilmorale delle popolazioni”. La popo-lazione fu esortata a sfollare senzaindugio. Era arrivato il terrore.All’indomani delle incursioni, comeavevano avvertito i volantini piovutida tutto ciò che aveva ali ed eliche,ritornarono, annunciati da 3 colpi dicannoni al posto delle sirene distrut-te, alle 13 negli antichi rioni marto-riati di Monte Vergine, dei QuattroCanti e del Duomo alla Marina, iboeing B17, i quadrimotori USA-RAF Liberators Consolidated B24.L’antiaerea italo-tedesca fu impoten-te alla violenza distruttiva mai speri-mentata dei colossali bombardieri.Quel giorno si contarono ben 146morti e 291 feriti gravi, vittime deicrolli di decine e decine di edificiancora abitati dalla popolazioneinerme che da quella fosca sera dimorte iniziò un biblico e disperatosfollamento nelle campagne dei pae-si etnei, in cerca di riparo.I bombardamenti del mattino e deltardo pomeriggio colpirono il centro

storico: crolli rovinosi a: Palazzo S.Demetrio, Minoriti, Prefettura, vie V.Emanuele, S. Giuliano, Teatro Gre-co, Seminario dei Chierici, casa delFercolo, Antico Corso. L’oratoriodei Filippini fu sventrato dal lato diponente per lo spostamento causatoda 2 bombe cadute nel palazzo Rug-gieri dal n.17 al 33 di via CrescenzioGalàtola, vicino le chiese S. Mariadella Cava e della Rotonda. Quelgiorno i ragazzi si erano confessatiper il precetto pasquale dell’indoma-ni, allorché dopo la messa avrebberoassistito all’Opera dei Pupi tutta perloro. Il muro ovest della scuola crol-lò sui 30 alunni della II media, cura-ta magistralmente da don Vasco Tas-sinari, giovane docente romagnolo dilettere e commediografo di valore:morirono schiacciati e soffocati sot-to le macerie 2 dodicenni, FrancoMarchese e Mario Teghini di Otta-vio, e 2 tredicenni Egidio De Marcodi Edmondo e Paolo Di Bella di Sal-vatore. Ecco come nel 1978 don Tas-sinari rievocò la tragedia: l’allarmefu dato mentre leggeva Pinocchio:“Dico agli alunni di alzarsi in piedi,di lasciare i banchi, di stringersi aimuri interni. Recitiamo un’AveMaria in latino. È proprio alla fine diquell’Ave che si scatena l’inferno.Nel frastuono degli scoppi distinguochiaramente un fischio sibilante, chegradualmente e paurosamente ingi-gantisce avvicinandosi a noi. I ragaz-zi sono terrorizzati.Mi pongo in mezzo alla classe, vol-tato al muro esterno che è quasi tut-to interrato dall’attigua strada in sali-ta, alto oltre 5 metri, grosso più di 1,con 2 finestrelle in cima, a livellodella strada”. “Maria auxilium” reci-tava con gli occhi verso il cielo. Inquel momento 4 ragazzi “per paura eo per amore” gli si gettarono addos-so. “Una vampata rossastra, acce-cante, un boato sordo, un impetoirresistibile di vento mi investonocontemporaneamente, mentre io levole braccia contro il muro, quasi avolerlo trattenere, per salvare i mieiallievi. Ma il muro, costruito con

blocchi di lava, nera e pesante comeil piombo, urtato da 2 bombe di mez-za tonnellata, ci sbatte a terra comefuscelli e senza pietà ci copre con 2metri di rottami, Là sotto, dopopochi minuti eterni, non odo più nul-la. Mi stupisce di non sentire male,di respirare regolarmente. Nonavverto peso sopra di me: solo, misento prigioniero, come chiuso inuno stampo”.Nell’aula soprastante, l’esplosioneuccise la maestra di II elementareche salvò i suoi piccoli scolari sacri-ficando la sua giovane vita: suor Vin-cenzina Antoci di Mistretta, figlia diMaria Ausiliatrice. Il BollettinoSalesiano del 1 agosto 1946 scrisseche la religiosa si trovava “ritta inmezzo ai suoi piccoli alunni aggrap-pati alle sue vesti, come per implo-rarne aiuto e difesa e agli altri bam-bini della scuola e dell’asilo nonancora rincasati. Lo spostamentod’aria la sbatté violentemente controla parete, causandole la frattura dellabase cranica. Ricevette subito l’asso-luzione dal direttore, anch’egli feri-to, e, trasportata al vicino ospedaleS. Marta, spirò poche ore dopo.Parecchie volte, tra i pericoli conti-nui dei bombardamenti, trepidandoper i suoi alunni, aveva detto chesarebbe stata contenta di offrireanche la propria vita per la loro inco-lumità. E in quella stessa incursione,fra lo schianto fragoroso delle bom-be era stata udita esclamare conaccento di preghiera: ‘Signore, pren-dete me; ma salvate questi bimbi e lemie sorelle!” Per il suo generososacrificio, tutti i bambini uscironodalla classe macchiati del suo sanguema illesi; come pure incolumi rima-sero le altre suore, meno due, feritesolo leggermente.Il relatore ha ricordato anche gli ado-lescenti oratoriani, tra cui SergioSommaruga, caduti nelle stragi quo-tidiane che prepararono la Pasquaalta di quell’anno, il fatidico 25 apri-le. “I piccoli andarono incontro alSignore portando fiori e palme”come canta la liturgia.

I presenti, profondamenteturbati e commossi nelricordare il martirio deicatanesi di quella tragicaprimavera di sventure e disciagure, a conclusionedella conferenza hannopartecipato, alla luce diCristo Risorto, alla cele-brazione della s. Messapasquale presieduta dal-l’ultranonagenario sacer-dote salesiano don Rodol-fo Di Mauro, catanese diSan Cristoforo ed ancoraoperante nell’oratorio par-rocchiale S. Maria dellaSalette, anch’esso volutoda S. Giovanni Bosco edal beato Dusmet. Tra letarghe che ricordano l’a-troce morte dei ragazzicitiamo quella postaall’ingresso dell’aula del-la II A: “Egidio De Mar-co, Paolino Di Bella,Franco Marchese, MarioTeghini vittime innocentidella guerra – Sia auspiciodi cristiana concordia illoro sacrificio”.

Antonino Blandini

Sotto le macerie segni di eroicità70 anni fa bombardamenti a tappeto su Catania

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Le gite ai santuarimariani sono sempre le

benvenute. Oggi mi accingo a par-tecipare a un’escursione con la par-rocchia “Beata Vergine Immacolataai Minoritelli” al santuario “Madonna di Tindari”. Dovete sape-re cari lettori che tutta la Sicilia hauna devozione vivissima alla“Mamma del Cielo” alla quale èstato dato l’appellativo “Odigitria”vale a dire Colei che indica il cam-mino e il giuramento più diffusonell’isola è “Bedda Matri”. Un cen-tro con un culto mariano particolar-mente vivo è Messina dove vigeuna tradizione che risale ai primitempi del cristianesimo. Correval’anno 42 d.C, quando i messinesiricevettero una lettera dalla Madon-na, come documentano le fonti sto-riografiche con la frase “Vos etipsam civitatem benedicimus”. Lastessa la possiamo leggere sul basa-mento di una statua dorata, quandocol traghetto passiamo lo Stretto.Dice la leggenda che la VergineSanta legò la lettera con una cioccadei suoi capelli. In sostanza leggen-da a parte, la devozione mariana ècosì forte in Sicilia, tale da espri-mersi anche nel nome: Letterio, cherichiama il legame alla Madonnadella Lettera.Il viaggio in pullmann si svolge inuna serena armonia esprimendosiin un’atmosfera di gaudiosa alle-grezza. Abbiamo tutti la sensazioneche la Beata Vergine Maria stiachiamando ciascuno di noi a questopellegrinaggio di amore e di intro-

spezione. Salire al monte è un po’la metafora dell’ascesi verso la per-fezione in questa esistenza terrena.Ci avviciniamo a destinazione epare che la luce sia più chiara e cri-stallina e il paesaggio sia vestito diaria di sole e di preghiera. Ho l’ani-ma piena di canti e mi pare che ilcielo, il mare e tutta la natura sorri-da di una rinata giovinezza, quelladello spirito che mi pervade di unadolcezza infinita. Saliti al montedove sta seduto il Santuario che colsuo gesto benedicente pare si rivol-ga a tutta quanta l’umanità operosae a quegli ondeggianti declivi,coperti di ulivo sotto il grande

occhio del sole, guardo il paesaggiosottostante dove dal mare dalle sfu-mature smerlade e turchine affiora-no come per incanto lembi di sab-bia a ricordare il miracolo del mareasciutto, opera della Beata VergineMaria che salvò un bimbo caduto inacqua.Certo che se Dante avesse cono-sciuto questi luoghi, sicuramenteavrebbe ambientato qui il ParadisoTerrestre. Dopo la funzione liturgi-ca una visita la concedo anche alleantiche vestigia romane di questacittadina fiorente e operosa cheCicerone chiamò “Civitas Nobilis-sima”. Mi aggiro tra colonne, archie costruzioni di pietra che resistonoimperiture all’azione caduca deltempo, quasi una sfida dell’eternità,quando una voce accompagnatadalla delicata brezza marina così siesprime: “Tindari, mite ti so fra lar-ghi colli pensili sull’acque dell’iso-le dolci del Dio”.È un canto che come una carezze-vole preghiera mi giunge nel’ani-mo, quando mi accorgo che vienverso di me un uomo di mezza età,dallo sguardo profondo e dal mestosorriso.Mi invita a sedermi su uno dei vetu-sti gradoni di latina pietra e così miparla: <<Modica mi diede i natali il20 agosto del 1901. Mio padre eracapostazione delle Ferrovie e iocosì trascorsi la mia infanzia in varipaesi della Sicilia orientale perseguire le trasferte della mia fami-glia. Il mio nome è Salvatore Qua-simodo>>.

Io rimasi di pietra. Quei luoghi dalmistico e magnetico paesaggio ave-vano richiamato alla memoria, que-sto poeta siciliano, Premio Nobelper la letteratura. Ripresami dallostupore, ed emozionata per l’insoli-to incontro prego il mio illustreinterlocutore di raccontarmi di sé.Osservando la marina, vibrante diaria e di luce, questo mi rivela:<<Subito dopo il terremoto del1908, andai a vivere a Messina,dove mio padre era stato chiamatoper riorganizzare i trasporti ferro-viari. Prima dimora per la mia

famiglia come per tantepersone del luogo sonostati i vagoni dei treni.Nella città dello Strettocompii gli studi tecnicie in quel periodo da stu-dente, iniziai a esprime-re il mio carisma poeti-co, pubblicando i mieiversi su riviste locali,incoraggiato anche dal-l’amicizia con umanistisiciliani e con GiorgioLa Pira.Subito dopo il diploma,mi trasferii a Roma, mamantenni sempre unaffetto profondo con lamia terra, la Sicilia. InVaticano conobbi Mon-signor Rampolla delTindaro che mi diedelezioni di latino e greco,lingue che non avevostudiato a scuola per laformazione tecnica del-

l’Istituto.Trovai impiego presso il Ministerodei Lavori pubblici a Reggio Cala-bria come geometra, e in questoperiodo vidi naufragare il miosogno di poeta.Fortunatamente il riavvicinamentoalla Sicilia e ai suoi circoli letterarie poi la frequentazione di umanistia Firenze e a Milano fecero risorge-re la mia passione per la poesia.Lasciai così il lavoro al Genio Civi-le ed entrai nella redazione del set-timanale “Il Tempo”. Pubblicai inquegli anni la prima raccolta anto-logica “Poesie” (1938), “Ed è subi-to sera” (1942) e la traduzione deiLirici greci.Nel 1941 per chiara fama, mi venneassegnata la cattedra di LetteraturaItaliana al Conservatorio “Verdi” diMilano.Gli orrori della guerra non frenaro-no il mio istinto poetico e la miaattività di traduttore di poeti del-l’antichità latini e greci. Sentii for-te la necessità che la poesia avessel’alto compito di far rinascere l’uo-mo dalle brutture del conflitto bel-lico, così le mie opere nel loro nuo-vo linguaggio ermetico paiono sof-fuse di una mesta pietà>>. Loascoltavo e la sua voce vibrava diuna tenerezza infinita, la sua perso-na era dolcemente accarezzata dairaggi del sole ed emanava baglioridi inconfondibile dolcezza. Lo pre-gai di darmi un messaggio e questisfiorandomi la spalla con la suadiafana mano mi sussurrò: «In ognicircostanza dai sempre il meglio dite stessa. Intelligenza e grazia sonodoni di Dio e a tal d’uopo sappiadoperarli con saggio intendimen-to. Non chiedere o pretendere nullae tutto ti sarà dato in abbondanza».Detto questo lentamente svanì.Quel paesaggio quel pomeriggioera vestito di una insolita radiantebellezza, davanti l’aspetto augustodella Regina del Cielo che esprimeil suo amabile saluto e milioni diuomini che mi lasciò come il Gof-fredo del Tasso “d’occhi abbagliatae attonita di core”Ave, o Maria!

Stefania Bonifacio

Un vescovo della Cataniadell’ultimo terzo del

XV secolo, l’età dell’Umanesimo inpieno Rinascimento, divenne Papacon il nome di Giulio II, in onore diGiulio Cesare e quest’anno ricorre ilV centenario della morte di questonotissimo romano pontefice, passatoalla storia soprattutto come un gran-de papa colto, guerriero e mecenate.Cinque secoli orsono, infatti, nellanotte tra il 20 e il 21 febbraio 1513,moriva all’età di 70 anni nel palazzoapostolico vaticano Giuliano Robertodella Rovere, Giulio II, che il 18 gen-naio 1473, già cardinale del titolopresbiterale di S. Pietro in Vinculis,era stato nominato vescovo di Cata-nia da papa Sisto IV, Francesco dellaRovere, fratello di suo padre.Dopo la morte, nel 1471, del vescovodi Catania, il siracusano GuglielmoBellomo, il priore e i monaci bene-dettini del capitolo della cattedraleetnea avevano eletto vescovo frateJaimo de Paternò (Giacomo Pater-nò), abate di San Filippo d’Agira.Costoro, insieme al civico senato,supplicarono il pontefice Francescodella Rovere, zio del cardinale Giu-liano, di confermare il prelato cata-nese da loro scelto, ma Sisto IV deci-se di nominare il nipote Giuliano.Paternò, invece, fu dallo stesso pon-tefice nominato vicario generale del-la diocesi per conto del cardinale del-

la Rovere. con l’esercizio della giuri-sdizione e le facoltà delle quali pote-vano godere di fatto e di diritto glialtri vicari ecclesiastici nominati dal-

la Sede Apostolica e praticamenteavrebbe avuto la carica di vicarioapostolico.Giuliano della Rovere, però, non fu

gradito al re Giovanni di Navarra, giàduca di Pegnafiel, che nel regno diSicilia era successo nel 1458 al fra-tello, re Alfonso il Magnanimo. Alcardinal nepote, respinto per motivipolitici, fu impedito di prendere pos-sesso della diocesi di Catania e sem-bra che non sia mai venuto nel capo-

luogo etneo. Nelvolume “Santi ederoi di carità inCatania” di Giu-seppe Consoli eGaetano Amadio(anno santo 1950)si ricava, però, chenell’archivio capi-tolare si trova undocumento (LiberPrioratus, perga-mena n. 63) con cuiGiuliano, prete-cardinale, conferi-sce il priorato nel1473 a fra’ Giovan-ni Piscato.Tale paradossalesituazione, a Cata-nia, ebbe curiosa-mente un seguitonel 1474 allorché ilre designò vescovodi Catania il siracu-sano Francesco deCampalo. Nell’ot-tobre di quell’anno

il sovrano ordinò al vicario generaleGiacomo Paternò di consegnare alnuovo presule i proventi che ammini-strava. Nominato vescovo dal re,

Campolo si recò a Roma per otteneredal papa il possesso della grande ericca diocesi catanese. Ma il pontefi-ce non accordò la richiesta e Campo-lo non poté più ritornare a Cataniaanche perché morì nella città eternanel marzo del 1475. Nella cronotassidei vescovi di Catania riportati nel-l’annuario dell’anno 2000, è precisa-to che Campolo, come il suo prede-cessore Giuliano della Rovere e perla stessa ragione, non poté prenderepossesso della diocesi. Ma gli annosicontrasti tra il papa e il re intorno allanomina del capo della diocesi catane-se continuarono incredibilmenteancora per altri anni, costringendo ivescovi di nomina pontificia a rinun-ciare alla cattedra di S. Berillo.Giuliano della Rovere era nato adAlbisola Superiore, Savona, nel1443. Educato dai francescani erastato elevato alla porpora, giovanissi-mo, dallo zio Sisto IV ed aveva giàmesso in mostra la sua abilità milita-re nonché la sua natura irruenta edominatrice. Assieme all’arcivesco-vato di Avignone avrebbe avuto nonmeno di altri 8 vescovati, tra cuiquello di Catania, nella qualità diamministratore apostolico. Quandofu eletto papa, padre di 3 figlie, nel1503, nonostante i suoi sessant’anni,era ancora un temperamento moltoforte tale da meritare il soprannomedi “Terribile” e la fama di munificoprotettore dei più grandi artisti delRinascimento.

Blanc

Prospettive - 5 maggio 2013 5

PRIMOPIANO

5

Indietro nel tempo intervistando Salvatore Quasimodo

5

La poesia per far rinascere l’uomo dall’odio

Giulio II: V centenario di Papa Della Rovere che fu Vescovo di Catania

“Il riavvicinamento

alla Sicilia

e ai suoi circoli

letterari e poi

la frequentazione

di umanisti a Firenze

e a Milano fecero

risorgere la mia

passione alla poesia.”

l’intervista

Il Papa guerriero

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Prospettive - 5 maggio 20136

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Nella splendida cornice

del museo diocesano di

Catania, nei locali del seminario

accanto alla Cattedrale in Piazza

Duomo, dal 25 aprile al 25 maggio

sono esposte alcune delle opere più

indicative del pittore russo Oleg

Supereco, il quale ha riportato l’arte

cristiana in Sicilia, recuperando la

tecnica dell’affresco non più in uso

dal XVIII secolo.

Oleg Supereco, artista moscovita dal

1999 in Italia, è stato il pittore inca-

ricato di affrescare i pennacchi e

l’affresco della Pentecoste nella

cupola della Cattedrale di Noto, rico-

struita dopo il tragico crollo del 13

marzo 1996 e riconsegnata alla Città

e al mondo nel 2007.

Le sue opere s’ispirano ad un reali-

smo classico e simbolico, dove affio-

ra un’evidente ieraticità che fa pen-

sare ad una sintesi della tradizione

orientale con quella occidentale.

Ha realizzato opere grandiose ed

anche i particolari dei bozzetti e del-

le foto documentarie che corredano

la mostra lo raffigurano come il

grande Michelangelo o Raffaello sui

ponteggi delle volte delle grandi cat-

tedrali.

La rappresentazione anatomica dei

corpi, i particolati dei volti, degli

occhi, delle labbra, rendono evidenti

la sua specifica tecnica e nelle tele si

evidenziano i colpi di pennello e la

forza pittorica.

I soggetti preferiti sono le scene d’i-

spirazione sacra, i ritratti e i paesag-

gi della Russia e dell’Italia, in parti-

colare di Venezia e poi i volti e i

drammi quali il bacio e la dispera-

zione di Giuda, dove la forza del

colore rende visibile il dramma dello

spirito.

Ha al suo attivo numerose mostre

personali e collettive in Italia e in

Russia ed è presente su cataloghi e

riviste d’arte contemporanea. La pri-

ma esposizione personale in Italia è

del 2000. Con il maestro Prof. Mau-

rizio Martelli ha realizzato un affre-

sco in una cappella a Bolgheri e due

pale d’altare per la Chiesa di Sant’E-

lena a Zerman (TV).

La sua opera “Trittico dell’Uomo

Perfetto” è stata presentata a Roma

al Museo Canonica e appaiono origi-

nali, tra le opere esposte nella mostra

al museo diocesano di Catania: la

rappresentazione della Pietà con

l’incrocio dei volti del Cristo morto e

della Madre addolorata e l’autoritrat-

to che pone l’artista accanto a San

Sebastiano.

Il segretario della Pontificia Com-

missione per i Beni Culturali della

Chiesa e membro della Pontificia

Commissione di Archeologia Sacra

Mons. Carlo Chenis che lo ha incari-

cato di eseguire con la tecnica del-

l’affresco le decorazioni della rico-

struita cupola della cattedrale di

Noto, lo presenta nel suo itinerario

espressivo come: “disattento alle

stagioni dell’arte contemporanea”,

ma molto “attento all’attuale fluire

di correnti in cui balugina la ricon-

versione alla forma e alla tradizio-

ne”.

Le sue opere rievocano e propongo-

no con un pizzico di modernità i

grandi e gloriosi affreschi della sto-

ria dell’arte rinascimentale. “La pit-

tura è la mia preghiera, afferma

Supereco, comunico con il Signore e

Lui con me; quello che faccio non lo

faccio, Fa sempre Lui attraverso di

me. Io sono uno strumento”.

Questa bella lezione di arte viene

riproposta all’attenzione dei giovani

nella ricerca del vero e del bello, che

non coincide con il kitsch, spesso

espressione del cattivo gusto. All’e-

stetica del brutto che avanza, il pitto-

re moscovita, carico e forte della tra-

dizione rinascimentale, risponde con

la raffigurazione del bello che si ali-

menta di spiritualità e di forte uma-

nità.

“Con pulizia e misura e un impecca-

bile mestiere” come afferma Vittorio

Sgarbi, il pittore russo nell’impegna-

tivo affresco della cupola di Noto, ha

dato dimostrazione della sua ecce-

zionale arte pittorica e le sue elabo-

razioni figurative ispirate ad un reali-

smo classico, si presentano quasi

come sintesi e reinterpretazione e

non semplice imitazione dei modelli

pittorici di Michelangelo, Tintoretto

e Caravaggio, dai quali il pittore rus-

so sembra quasi carpire le tecniche

del disegno, del colore, e della tor-

sione dei corpi.

Giuseppe Adernò

Prospettive - 5 maggio 2013 777

Nel segno del sacro

Mostra delle opere del pittore russo Oleg Supereco al museo diocesano di Catania

La vita, la vocazione e la

missione pastorale del

beato Giuseppe Benedetto Dusmet

(1818-1894), ultimo abate dell’ab-

bazia cassinese San Nicola la Rena

dal 1858, Arcivescovo di Catania

dal 1867 alla morte, cardinale dal

1889, con un’ampia sintesi senza

trascurare tanti aneddoti e particola-

ri poco conosciuti assieme ad un

vivace affresco storico di Catania

nella seconda metà dell’Ottocento,

sono stati al centro di un incontro

culturale promosso, presso la sala

“Museion” dell’Ente Regionale per

il Diritto allo Studio Universitario di

via Verona, dall’Association Euro-

péenne des Enseignants del gruppo

di Catania della sezione italiana, e

curato dall’arch. Salvatore Di Mau-

ro, apprezzato autore de “I chiostri e

le strade di Dusmet” (Libreria Edi-

trice Vaticana) che ha tenuto una

conferenza sull’<esperienza di un

vescovo amato dai catanesi> alla

luce degli studi di storia patria

ecclesiale di cui è appassionato e

competente studioso.

Introdotto dalla presidente prof.

Lina Calì, l’oratore ha ricostruito

l’esemplare vicenda umana e reli-

giosa del pastore benedettino

Dusmet, sulle tracce della sua pre-

senza nel capoluogo etneo flagellato

dal colera, da gravi problemi econo-

mici e da calamità naturali, illu-

strando l’origine dei monumenti e

delle opere di assistenza, visibili e

attivi ancor oggi, dell’indimenticato

angelo della carità evan-

gelica dispensata a piene

mani all’amato popolo

della sua diocesi.

Dall’esauriente indagine

architettonica sono state

così svelate le numerose e

proficue attività benefiche

del coraggioso pastore

(basti pensare alla

rischiosa ospitalità, nella

sua abbazia, dei garibal-

dini con in testa il mitico

generale, braccato dall’e-

sercito regolare nell’ago-

sto 1862) instancabile nel

prodigarsi per alleviare la

povertà dei tanti catanesi bisognosi,

con numerose opere di accoglienza

e di assistenza, nei quartieri popola-

ri della città.

L’oratore ha preso spunto da quanto

scritto da Papa Francesco nell’in-

contro del 2007 sulla pastorale urba-

na della V conferenza dell’episcopa-

to latino-americano dei Caraibi ad

Aparecida, in Brasile: “La fede ci

insegna che Dio vive nella città in

mezzo alle sue gioie, ai suoi deside-

ri e alla sue speranze, come anche

nei suoi dolori e nelle sue sofferen-

ze…Come Zaccheo, la buona noti-

zia che il Signore è entrato nella cit-

tà ci dà slancio e ci spinge ad uscire

per le strade”.

Dusmet, ha affermato Di Mauro, ha

concepito la città e la diocesi come

un grande chiostro intessuto dai per-

corsi delle strade degli uomini.

L’eroico pastore volse lo sguardo

alle strade di Catania, vide la pover-

tà e si fece prossimo ad ogni uomo:

si accostò agli analfabeti con il cate-

chismo in siciliano, ai poveri infer-

mi a domicilio, agli anziani, ai gio-

vani privi di formazione e alle fami-

glie bisognose.

Il santo cardinale è uscito dalla

Chiesa-Tempio per costruire la

Chiesa-Comunione entro le tragedie

della povertà del sec. XIX, mentre

fioriva il Verismo di Verga, il grande

scrittore vissuto negli stessi luoghi

percorsi dal cardinale nel quotidiano

pellegrinaggio urbano di amore e di

misericordia verso i cittadini più

bisognosi di S. Cristoforo, della

Salette, degli Angeli Custodi, del-

l’Antico Corso, chiamando a Cata-

nia, impoverita dalla funesta appli-

cazione delle leggi eversive anticle-

ricali piemontesi, le congregazioni

delle Figlie di S. Anna, della Carità,

di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani

di S. Giovanni Bosco.

Il relatore, tra l’altro, si è sofferma-

to sui luoghi sacri dove il pio cardi-

nale andava quotidiana-

mente a pregare per i

bisogni dei concittadini:

la storica cappella maria-

no-agatina della Madre

della Divina Grazia in via

S. Maria delle Grazie, la

chiesa-sentinella della cit-

tà della Madonna della

Salette, affiancata all’ora-

torio salesiano e al circolo

operaio voluti da lui stes-

so e da Don Bosco come

emanazione di quello di

San Filippo Neri in via

Teatro Greco. Con l’atti-

vità caritativa delle suore

vincenziane il Dusmet ha aperto un

dormitorio pubblico per gli indigen-

ti. La pastorale caritativa del beato,

di cui il popolo fedele attende la

canonizzazione, è stata una risposta

di carità vera a beneficio dei quartie-

ri poveri della città.

Memorex

L’angelo della carità evangelicaDusmet: l’esperienza di un Vescovo amato dai catanesi

Foto dell’Ufficio Stampa

È possibile consultare l’archiviocompleto dei numeri precedenti diProspettive inerenti all’intero anno2012 e parte del 2013 direttamentesul sito del settimanale diocesanoww.prospettiveonline.it.Mentre l’acquisto di copie inarchivio avviene solo nella sededel periodico.Inoltre l’abbonamento puòeffettuarsi anche online.

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Archivio Prospettive

Avviso ai lettori

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PROGRAMMA

1 - 9 Maggio

Novenario di Preghiera e di Ascolto della

Parola di Dio.

Tutta la comunità ecclesiale di Trecastagni e

la grande famiglia dei fedeli e devoti, accor-

re in questi giorni al Santuario per l’ascolto

della Parola di Dio e per mettersi in pre-

ghiera con i Santi Fratelli Martiri per dire

al Signore: “Donaci o Dio un cuore nuo-

vo”,e, contemplando il volto di Cristo, trova-

re aiuto in Lui per compiere nella speranza

il difficile cammino di ogni giorno, e arriva-

re alla “Porta della Fede” -che ci introduce

alla vita di comunione con Dio-.

Ore 5,30 – 6,30 – 8,00 – 19,45: Celebrazione

di Sante Messe.

Ore 19,00: Recita del S. Rosario.

Ore 19,30: Coroncina di Lode ai Santi Martiri.

Ore 19,45: Messa con Predica celebrata da

Padre Luciano Marini O.F.M. Conv. da

Padova. Seguirà una breve Adorazione e la

Benedizione Eucaristica.

5 Maggio – Domenica VI di Pasqua

Giornata degli Amici del Santuario e dei

Giovani

“In Cammino con i Santi Martiri per edificare

la Chiesa e confessare Cristo Crocifisso”

Ore 5,30 – 6,30 – 8,00 – 10,00 - 12,00 – 18,30

- 19,45 - Celebrazione di Sante Messe.

Ore 10,00:Celebrazione Eucaristica presieduta

dal Rev. Sac. Alfio Torrisi, Rettore-Parroco

del Santuario, con benedizione degli “abiti

votivi” dei nuovi membri del Gruppo Fedeli

Custodi e Tiratori del Fercolo e rinnovo della

“promessa” di tutti i membri dell’Associazione

“Amici del Santuario”.

Ore 19,45:Santa Messa celebrata dal Predica-

tore del Novenario, con la partecipazione del

Gruppo del Santuario: “Giovani in cammino

con i Santi”, che animerà la Liturgia. All’of-

fertorio, i giovani porteranno all’altare la Cro-

ce dell’Anno della Fede che precederà il

Fercolo dei Santi Martiri nella processione

per le vie del paese il 10 Maggio.

8 Maggio – Mercoledì

Giornata delle Reliquie

Ore 5,30 – 6,30 – 8,00 – 19,30 - Celebrazione

di Sante Messe.

Ore 11,30: Rosario e Supplica alla Madonna

di Pompei

Ore 17,45: Partenza dell’Associazione Amici

del Santuario, della Confraternita S.Alfio, dei

Ministranti, del GruppoScouts “Trecastagni

1”, dell’Azione Cattolica e degli altri Gruppi

della Parrocchia, per la ChiesaMadre.

Ore 18,00: La Comunità Parrocchiale di

Gaglianesi, in processione di preghiera, porta

il Reliquiario dei Santi Martiri che ha avuto in

custodia, alla Chiesa Madre.

Ore 18,30: In Chiesa Madre: Santa Messa cele-

brata dal Rev. Arciprete Mons. Rosario Currò.

Ore 19,30: Solenne Processione delle Reli-

quie dei Santi Martiri, con la partecipazione

del Clero, delle Autorità Civili, regionali, pro-

vinciali e locali, delle Autorità Militari, delle

Confraternite e di tutte le Associazioni, Gruppi

e Movimenti Ecclesiali delle Comunità Parroc-

chiali, e delle Candelore che apriranno la Pro-

cessione.

Al passaggio della Processione da Piazza dei

Bianchi: Momento di Preghiera e di Benedi-

zione con la tradizionale CANTATA in onore

dei Santi Martiri eseguita dalla Schola Canto-

rum “Don Salvatore Romeo”, diretta dal M°

Sebastiano Russo, accompagnata della Banda

Musicale “Città di Trecastagni”, diretta dal

M° Alberto Fichera.

La Processione si concluderà nel Piazzale anti-

stante il Santuario con una breve Liturgia di

ringraziamento e Benedizione con le Sante

Reliquie.

Ore 21,00: In Piazza Aldo Moro, andrà in sce-

na la Sacra Rappresentazione:

“Nell’Anno della Fede… STORIA DI

ALFIO FILADELFO CIRINO”, realizzata

dal “Laboratorio Artistico-Teatrale Giova-

nile” del Santuario.

9 Maggio – Giovedì

Vigilia di Festa

Ore 4,00: Al Piano Sciarelle inizia la tradizio-

nale “Fiera”.

Ore 5,30 – 6,30 – 8,00 – 10,00 – 18,30 – 24,00:

Celebrazione di Sante Messe.

Ore 8,00: S. Messa celebrata da P. Luciano

Marini O.F.M. Conv.

Ore 10,00: S. Messa celebrata da P. Carmelo

Cavallaro, Rettore Chiesa S. Antonio di Padova.

Ore 18,30: Al Santuario: S. Messa di conclu-

sione del Novenario, con Coroncina, Adora-

zione Eucaristica e Benedizione.

Ore 21,00: Entrata dei “Cantanti” tra il suono

delle musiche, le sezioni cittadine “S. Alfio”,

“Tondo”, ”Collegiata”offriranno a tutti, in

Piazza Marconi, un suggestivo spettacolo piro-

tecnico.

Ore 24,00: Santa Messa e veglia di preghiera per

i fedeli che arrivano a tutte le ore della notte.

Dalle ore 24,00 alle ore 13,30 del 10 Maggio,

sul sito www.santuariotrecastagni.it sarà

possibile seguire la festa in diretta (curata da

Lorenzo Romeo).

10 Maggio – Venerdì

Festività Liturgica dei Santi Fratelli Martiri

Alfio Filadelfo e Cirino vissero in piena

comunione e realizzarono insieme la vera

fraternità, giacchè: “la medesima fede e lo

stesso martirio li fece essere veramente fra-

telli”. Per questo facciamo festa e rendiamo

grazie a Dio che è “Grande nei suoi Santi”.

Ore 5,15 – 6,00 – 7,00 – 8,00 – 9,15 - 10,30 –

18,30 – 19,30 : Sante Messe.

Ore 9,00: SVELATA DEI SIMULACRI DEI

SANTI.

Ore 9,15: Celebrazione Eucaristica, presieduta

da Sua Ecc. Mons. Alfio Rapisarda, Nunzio

Apostolico.

Ore 10,30: Santa Messa celebrata dal Rev.mo

Predicatore del Novenario.

Ore 11,00: Arrivo dei Carretti Siciliani in Piaz-

za S. Alfio.

Ore 12,30: Sul sagrato del Santuario: Liturgia

di lode e benedizione dei fedeli e dei bambini

con le Reliquie dei Santi Martiri.

Ore 13,00: USCITA DEI SIMULACRI DEI

SANTI.

I Simulacri dei Santi Martiri saranno accolti

nel piazzale antistante il Santuario dai fedeli

che li accompagneranno in processione per le

vie cittadine.

Ore 15,00: Arrivo del Fercolo in Chiesa Madre.

Durante la permanenza nel monumentale e

artistico Tempio, le Reliquie verranno esposte

alla venerazione dei fedeli.

Ore 18,00:In Chiesa Madre: Santa Messa cele-

brata dal Rev.mo Predicatore del Novenario.

Subito dopo, il Fercolo con i Simulacri dei

Santi riprenderà la processione.

Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei

Bianchi: Gran Concerto Sinfonico dell’ Asso-

ciazione Musicale “G. Pacini” di S. Maria di

Licodia, diretta dal M° Alfio Zito.

11 Maggio – Sabato

Giornata della Devozione cittadina

“Possa questo Anno della Fede rendere sem-

pre più saldo il rapporto con Cristo Signore,

poiché solo in Lui vi è la certezza per guarda-

re al futuro e la garanzia di un amore auten-

tico e duraturo”.(Porta F.)Seguendo l’esem-

pio dei Santi Fratelli Martiri e con la loro

intercessione andiamo incontro al Signore

per gustare la sua misericordia e il suo per-

dono. Il nostro “cammino” verso il Santua-

rio per partecipare alla Mensa Eucaristica,

sia un cammino penitenziale, un cammino

di lode e di ringraziamento, per ritrovare la

speranza e la certezza dell’amore di Dio.

Ore 8,00 – 9,00 – 10,00 – 11,00 – 12,00 –

19,00: Sante Messe.

Ore 19.00: Solenne Pontificale presieduto da

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Salvatore Gristina,

Arcivescovo di Catania, con la partecipazione

dei Sacerdoti del Vicariato “Etna” e delle Auto-

rità Civili e Militari.

La Schola Cantorum del Santuario “Don Sal-

vatore Romeo”, diretta dal M° Sebastiano Rus-

so, eseguirà la “Missa in honorem SanctaeCae-

ciliae” del M° Giuseppe Mignemi.

Ore 20,30 – 24,00 - Sul Palco in Piazza dei

Bianchi: Gran Concerto Sinfonico della Banda

Musicale “Città di Trecastagni”, diretta dal M°

Alberto Fichera.

12 Maggio – Domenica VII di Pasqua -

Ascensione del Signore

Ore 7,00 - 8,00 – 9,00 – 10,00 – 11,00 – 12,00

– 17,30 – 19,30: Sante Messe.

Ore 7,00: Arrivo del Pellegrinaggio della

Comunità di Tremestieri Etneo.

Ore 8,00: Arrivo del pellegrinaggio dei fedeli

della Comunità di Viagrande.

Ore 18,30: Sfilata dei Carretti Siciliani in Piaz-

za S. Alfio.

Ore 19,30: S. Messa di ringraziamento dei

Fedeli Torcianti: Parteciperanno tutti i devoti

che durante la Festa sono accorsi al Santuario

portando i “segni” della loro devozione.

13 Maggio – Lunedì

Giornata degli Ammalati e degli Anziani

Ore 19,00: Raduno

degli ammalati e

degli anziani in

Santuario accompa-

gnati dal persona-

leUNITALSI Sotto-

sezione di Trecasta-

gni, e recita del S.

Rosario meditato.

Ore 19,30: S. Messa

Solenne celebrata

dal Rev.mo Arci-

prete Mons. Rosario Currò e Processione

Eucaristica con Benedizione degli ammalati.

La celebrazione sarà animata dai “PueriCanto-

res del Santuario” diretti dal M° Cinzia Bella.

17 Maggio – Venerdì

Ottava della festa

Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 – 10,00 - 11,00 – 12,00

– 17,30 – 18,30 – 19,30: Sante Messe.

Ore 10,00: Celebrazione Eucaristica presiedu-

ta da P. Antonino Sapuppo, Parroco della Par-

rocchia S. Caterina V.M..

Ore 19,30: Celebrazione Eucaristica presiedu-

ta da Don Benedetto Chianetta, Abate Ordina-

rio Emerito di Cava dei Tirreni.

Ore 20,30: A conclusione della Messa, con il

Gruppo “Giovani in cammino con i Santi”

rivivremo alcunimomenti della vita dei Fra-

telli Martiri Alfio Filadelfo e Cirino. Parten-

do dal Santuario, percorrendo Corso Sicilia, ci

recheremo in corteo, con gli attori, in Piazza

dei Bianchi, dove, sul Palco, si concluderà la

sacra rappresentazione.

19 Maggio – Domenica Pentecoste

Ore 7,00 – 8,00 – 9,00 –10,00 – 11,00 - 12,00

– 18,30 – 19,30: Sante Messe.

Ore 10,00: Santa Messa con la partecipazione

delle famiglie e presentazione e Benedizione

deibambini, celebrata da P. Pio Memoria

O.F.M. e animata dai “PueriCantores”.

Ore 19,30: Celebrazione Eucaristica, animata

dalla Cappella Musicale “ Mater Puritatis” di

Giarre diretta dal M° Giuseppe Ricca.

Ore 20,30: In Santuario:-1° Rassegna corale “

In gloria Marthyrum”

30 Maggio – Giovedì

Ore 16,00: Partecipazione al Pellegrinaggio

Diocesano al Santuario della Madonna di

Mompileri.

31 Maggio – Venerdì

Ore 5,00: Pellegrinaggio della Comunità di

Trecastagni al Santuario dell’Addolorata di

Mascalucia.

Ore 19,00: Santa Messa e conclusione del

“Mese di Maggio”.

1 Giugno – Sabato

Giornata del Ringraziamento

Ore 8,30 – 19,30: Sante Messe.

Ore 19.30: Messa Solenne di Ringraziamento.

9 Giugno – Domenica X Tempo Ordinario

Ore 8.00 – 10.00 – 18.30 – 19,30: Celebra-

zione di Sante Messe.

Ore 22.15: Momento di preghiera e CHIUSU-

RA della Cappella dei Simulacri dei Santi

Martiri.

Trecastagni, 11 Aprile 2013.

IL PARROCO

Sac. Alfio Torrisi

IL VICE PARROCO

Sac. Luigi Settembre

La Commissione Amministrativa del Santuario

Visto si approva: Mons. Mauro Licciardello

Prospettive - 5 maggio 20138DIOCESI

88

Tenere fisso lo sguardo su Gesù

CITTÀ DI TRECASTAGNI, NELL’ANNO DELLA FEDE - Festa in onore dei Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino

MAGGIO 2013

Carissimi Fedeli

Nell’Anno della Fede siamo sollecitati a riscoprire la

bellezza della vita cristiana “tenendo fisso lo sguardo

su Gesù Cristo”,e, contemplando il suo volto, trovare

aiuto in Lui per compiere nella speranza il difficile

cammino della vita terrena, perché diventi un “santo

viaggio”. Nella “grazia” di quest’anno speciale, nel

quale abbiamo avuto anche il dono del nuovo Santo

Padre, e dopo avere gustato la gioia della Pasqua di

Risurrezione, celebriamo la Festa in onore dei Santi

Fratelli Martiri Alfio Filadelfo e Cirino animati da

nuovo fervore, tenendo in grande considerazione

l’invito del Papa Francesco che chiede a noi cristiani

di oggi di “camminare nella luce” per “edificare la

Chiesa e confessare Gesù Cristo Crocifisso”,per dare vera testimonianza di fede al mondo.

Presteremo anche particolare attenzione alle indicazioni pastorali del nostro Arcivescovo

per dare un volto nuovo alle nostre feste religiose, con una rinnovata pietà e devozione

popolare, che ci porti a una vera conversione. Ci aiuti in questo arduo impegno di rinno-

vamento l’esempio di Alfio Filadelfo e Cirino, i quali, seguendo la fede dei genitori, scelse-

ro come modello di vita Gesù Cristo, Dio fatto uomo per la nostra salvezza, e seguendo il

suo insegnamento donarono tutto in sacrificio, anche la vita, nei tormenti. “Per fede, dun-

que, i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del Vangelo che li aveva tra-

sformati e resi capaci di giungere fino al dono più grande dell’amore con il perdono dei pro-

pri persecutori. Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore Gesù, pre-

sente nella nostra esistenza e nella storia.”(Porta Fidei)

IL SINDACO

Dott. Giuseppe Messina

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Prospettive - 5 maggio 2013 9

DIOCESI

Giornata di arricchimen-to artistico e culturale,

presso l’aula magna dell’Istitutoalberghiero di Catania, sede via LizioBruno, dove si è svolta l’inaugurazio-ne della mostra documentaria itine-rante sul parco archeologico GrecoRomano “Il parco va a scuola”, rea-lizzata su 14 pannelli. Gli orari diapertura sono: da lunedì a venerdìesclusi i giorni festivi, dalle 10,00alle 14,00 e resterà aperta fino al 4maggio 2013. Un percorso di avvia-mento al lavoro in collaborazionecon gli Enti Locali, referente dell’I-stituto per i beni culturali prof.Daniela Midolo, con la richiesta diaccesso area basilica bizantina diMonte Po. Ha arricchito la giornatala conferenza, che si è aperta con isaluti del dirigente scolastico Gio-vanni Previtera “ognuno è portatoredella propria storia, per me quindiospitare questa mostra fotograficasignifica lanciare un chiaro segnalein difesa della nostra appartenenza aquesto territorio, appartenenza che èfatta non solo di tanti Dna ma anchee soprattutto di cultura ed arte. Lariforma invece, ha pensato bene dieliminare dai nostri piani orari disci-pline fondamentali per la scuolaalberghiera (storia dell’arte, geogra-fia), sia nel campo della ristorazioneche soprattutto importanti nei servizi

turistici, che devono tenere conto del-la sinergia tra cliente, ospite e ospi-tante. I ragazzi non sono preparati adun’accoglienza, che consideri unaconoscenza di base, e noi dobbiamointegrare i nostri curricula con corsiPon e progetti”. Maria GraziaBranciforti, dirigente del parcoarcheologico, ha illustrato la posizio-ne di questo segmento storico archi-tettonico: riferito alle antichità grecoromane; la città in età normanna sve-va e nel Cinquecento fu cinta damura in zona Castello Ursino, e imonumenti antichi si concentrano inquello spazio che va dalla collinaMontevergine salita Sangiuliano,sino al porto. Spiega “Il titolo ‘Il par-co va a scuola’ serve a indicare che ilnostro istituto (il parco archeologico)non si limita ad accogliere le scuole,come avviene un po’ dappertutto perconsuetudine, ma stiamo avviandoun percorso di contatto, offrendo tut-te le informazioni utili per le cono-scenze delle antichità di Catania,andando noi presso le scuole ognianno, con un progetto itinerante daspendere nel campo del lavoro”.Sono intervenuti Giovanna Buda,

responsabile promozione culturale“interfaccio con le scuole per farconoscere i beni culturali archeologi-ci di Catania, per stimolare approfon-dimenti e realtà culturale in sinergiacol progetto Il parco va a scuola”;Chiavetta Fernando, dirigente delservizio parco archeologico, nonchépresidente del consiglio in questoIstituto, “attrarre i turisti, significaper noi offerta turistica di qualità cheva dagli alloggi alla ristorazione. Inostri sforzi non sono solo la cono-

scenza, ma aprire le strade agli ope-ratori per offrire un futuro ai giovaniin termini occupazionali, anche dachi esce da questa scuola acquisendole varie qualifiche professionali. Nel2012 c’è stato un aumento dei visita-tori non catanesi, che sono stati oltre144mila, per il teatro greco romano60mila presenze circa, che confronta-te con il 2010 si è avuto un incre-mento del 1000%, cioè dieci voltetanto”. Fabrizio Nicoletti, archeolo-go URP, “i visitatori catanesi al parcocostituiscono una percentuale infe-riore al 2%, e non sanno che Cataniadopo Roma, è la città vivente checonserva più testimonianze di epocaromana”. Si sviluppa tra città moder-na con sviluppo urbanistico nell’areadegli Horti, di pertinenza conventua-le e la città antica, area delle necro-poli di nord-ovest all’esterno dell’a-bitato romano, così chi entrava edusciva attraversava i cimiteri. Sottoli-nea la Branciforti “Il Contestomoderno va dalla ricostruzione tardobarocca dopo il terremoto 1693, conpoche introduzioni di edifici di epocarecente che non hanno modificatomolto la città storica, e la città anticache sopravvive al di sotto di quellamoderna, in alcune parti riemerge edè ben visibile, soprattutto in alcunisettori del centro storico le stradecoincidono con le arterie antiche delperiodo greco romano; mentre il con-

testo antico, registra le pesanti alte-razioni operate nel periodo immedia-tamente successivo all’unità d’Italia,esempio la ferrovia prima con unsolo binario e poi dopo la guerra ibinari vengono raddoppiati. Adessoin seguito ai lavori dell’alta velocitàpoiché secondo la normativa europeavi saranno barriere alte 4 metri ecoperte di sopra con un tunnel di 5metri, sopra gli archi della marina,non vedremo più niente e ogni 4minuti avremo i treni sulla testa. Unaferita dell’Ottocento e adesso un’al-tra in nome della modernità”. Unoscellerato progetto che sconvolge lapiazza dell’ostello della gioventù,alle Terme dell’Indirizzo, e poi piaz-za Federico di Svevia per arrivare ingalleria con una corsa che demoliràpalazzi del Settecento e dell’Ottocen-to. Vivace il dialogo tra i due dirigen-ti e gli alunni che hanno partecipatocon interesse, Branciforti continuasoffermandosi a parlare della chiesaSanta Maria ad Martyres con struttu-ra circolare alle spalle del teatro gre-co, trasformata in chiesa con il titolo“il Pantheon di Roma”, mentre nellapiazza San Francesco di Assisi si ètrovata una fossa votiva, o stipe, dovesi buttavano le statue quando il san-tuario di Demetra era troppo pieno,ne sono state ritrovate circa 10milache la raffiguravano; continua la diri-gente “la città non ha un accoglimen-to turistico, si auspica una collabora-zione con l’Alberghiero per valoriz-zare la preparazione degli allievi inuna sinergia e operatività nel mondodel lavoro”. A chiusura il Dirigentescolastico si è rivolto agli allievi “Lecose che avete ascoltato vanno medi-tate, bisogna non solo guardare, mache impariate a “vedere”, solo cosìriconosciamo le nostre radici, anchele pietre sono la nostra storia, occor-re avere radicamento sul territorioaccendere la curiosità, chiedere pertrasmettere il sapere, che è comel’acqua: non ha barriere ma invadetutto”. Il servizio di hosting è statocurato, dagli alunni delle sezioniTST (tecniche servizi turistici), alfine di partecipare attivamente e spe-rimentare nella pratica il loro futurolavoro di operatori del turismo, perl’accoglienza, informazione e guidaai visitatori.

Lella Battiato

Il parco va a scuola

Anche quest’anno il patronato 50&Piu’ENA-SCO svolge il servizio di assistenza e consu-lenza per la compilazione dei modelli 730/13. I sacerdoti e quanti altri intendono avvalersi ditale servizio dovranno rivolgersi o contattare ilSig. Ciraldo Steve, (ex dipendente del patronatoFACI ) presso la sede del patronato50&Piu’Enasco , via Dottor Consoli 76 , tel.095/315424 fax 095/2500684 nei giorni di lune-dì, mercoledì e venerdi dalle ore 9,00 alle ore12,30 e nei giorni di lunedì, mercoledì e giove-di dalle ore 15,30 alle ore 17,00, oppure recarsiin Curia, nella giornata di MARTEDI , dal-le ore 10,00 alle ore 12,00 a partire dal giorno09 aprile fino al 31 maggio.

Tale servizio sara’ comprensivo di calcolo ecompilazione del modello f24 della nuova IMUsugli immobili , ( ex ICI ) per quanti lo richie-dano .

Sempre a richiesta, congiuntamente al mod.730, sara’ rilasciata l’attestazione ISEE .

IMPORTANTE NOVITÀDa quest’anno l’INPS, per se’ e per la gestioneEX INPDAP , non mandera’ piu’ ai cittadini il

CUD relativo alla propria pensione, i qualidovranno scaricarlo dal sito dell’INPS , seprovvisti di PIN, oppure richiederlo direttamen-te al Centro di Assistenza Fiscale ,tramite il sup-porto dell’IDSC, che provvedera’ a rilasciarloimmediatamente.Per tale richiesta dovra’ essere sempre presenta-ta la fotocopia della carta d’identita’ e del codi-ce fiscale o tessera sanitaria.

DOCUMENTAZIONE DA PRODURRE- COPIA MODELLO 730/12.- MODELLO/I CUD 2013.- VISURE CATASTALI (PER TERRENI EFABBRICATI).- SCONTRINI CONTENENTI IL NOME DELFARMACO E CODICE FISCALE DI CHI LOHA ACQUISTATO E DOCUMENTI COM-PROVANTI ALTRE SPESE MEDICHE.- DOCUMENTAZIONE INERENTE ASSICU-RAZIONE SULLA VITA ED AUTO (PER LASOLA QUOTA S.S.N.).- DOCUMENTAZIONE INERENTE INTE-RESSI PASSIVI PER MUTUI RELATIVOALL’ACQUISTO DELLA PRIMA CASA.- FOTOCOPIA CONTRATTO DI MUTUO ED

ATTO DI ACQUISTO DELLA PRIMA CASA- DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ONE-RI E SPESE EFFETTUATE NEL 2012 RELA-TIVE ALL’ISTRUZIONE ETC.. - FOTOCOPIA DELLA PROPRIA CARTA D’I-DENTITÀ O QUALSIASI ALTRO ANALOGODOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO INCORSO DI VALIDITÀ.FOTOCOPIA DELLA TESSERA SANITARIA.È importante comunicare qualsiasi variazioneintervenuta nell’anno 2012, dal cambio di indi-rizzo , al luogo di residenza, dall’acquisto allavendita di immobili, alla sostituzione e modificadel proprio codice fiscale , al fine di evitare infuturo spiacevoli inconvenienti derivanti dal-l’accertamento da parte dell’Agenzia delleEntrate .

Si ricorda altresì, che il sig. Ciraldo, per mezzodel patronato 50&Piu’Enasco, continua l’opera,iniziata tanti anni fa col patronato Faci , di aiutonei confronti di tutti i cittadini , lavoratori e non,i quali gli si rivolgono per l’espletamento di pra-tiche, che spesso per la lungaggine della buro-crazia o per la complessita’ della normativa,pone in difficolta’.

Inoltre il patronato 50&Piu’Enasco, assiste gra-tuitamente i sacerdoti, pensionati , lavoratori ,invalidi, nelle pratiche relative alla pensione edassicura la corretta informazione su tutta lamateria previdenziale e sanitaria.Tra i tanti servizi del patronato, ricordiamo:- PENSIONI DI VECCHIAIA ED INVALIDI-TÀ DEL FONDO CLERO.- PENSIONI DI VECCHIAIA ED ANZIANI-TÀ. - PENSIONI D’INVALIDITÀ ED INABILITÀ.- PENSIONI DI REVERSIBILITÀ.- ASSEGNI SOCIALI.- RICOSTITUZIONI PENSIONI CONTRIBU-TIVE E REDDITUALI.- RICHIESTA, VERIFICA E RETTIFICADELLE POSIZIONI ASSICURATIVE.- COMPILAZIONE MODELLI RED - INPS.- COMPILAZIONE E RILASCIO MODEL-LO ISEE.- PRESTAZIONI AI MINORATI CIVILI,CIE-CHI E SORDOMUTI, QUALI PENSIONI,IND. DI ACCOMPAGNAMENTO ETC..- CONTENZIOSO AMMINISTRATIVO ELEGALE.

Sig. Ciraldo StevePatronato 50&piu’Enasco

DICHIARAZIONE DEI REDDITI 730 /2013Avviso ai Sacerdoti

Noti

zie

in b

reve d

al

6 a

l 12 m

aggio

Lunedì 6•• Ore 10.00 Viagrande, Residenza SS. Salvatore:

incontra i Sacerdoti del XIII Vicariato•• Ore 20.30 Catania, Chiesa della Badia di S. Agata:

assiste ad un Concerto musicale.

Martedì 7•• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.

Mercoledì 8•• Ore 9.30 Catania, Seminario: prende parte all’in-

contro di Formazione Permanente del Clero tenutoda S.E.R. Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovodi Catanzaro-Squillace.

•• Ore 18.00 Catania, Basilica Cattedrale: celebra laS. Messa con la partecipazione dell’ACIES.

Giovedì 9•• Ore 18.00 Catania, Chiesa della Badia di S.

Agata: prende parte ad un Conferenza organiz-zata dall’Accademia Gioenia sul tema “Eticanella Scienza”.

Venerdì 10•• Ore 10.00 Curia, Salone dell’Economato: presiede

la riunione dei Vicari Foranei.•• Ore 16.30 Arcivescovado: presiede l’incontro con

le segreterie CIS, CISM, USMI.•• Ore 18.30 Catania, Chiesa S. Chiara: celebra la S.

Messa per la Comunità di S. Egidio.

Sabato 11•• Ore 10.00 Catania, Seminario: consegna gli atte-

stati agli allievi della Scuola di formazione socio-politica.

•• Ore 12.00 Belpasso, Santuario Madonna dellaRoccia: celebra la S. Messa.

•• Ore 19.00 Trecastagni, Santuario SS. Alfio Fila-delfo, Cirino: celebra la S. Messa.

Domenica 12•• Ore 11.00 Misterbianco, Parrocchia S. Carlo Bor-

romeo: celebra la S. Messa ed amministra il sacra-mento della Confermazione.

•• Ore 18.30 Catania, parrocchia S. Stefano: celebrala S. Messa ed amministra il sacramento dellaConfermazione.

Iniziativa dell’Ipssar di Catania “K. Wojtyla” per ragazzi promotori dei beni culturali della Città

Foto Orazio Motta

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Page 10: in una storia d’amore - Prospettive · sua naturalità di relazione tra uomo e donna, non si può restare indifferen-ti, o considerare i fatti accaduti in Catania - anno XXIX -

Riflessioni sul Vangelo

Abramo ha avuto due figli: uno dalla schia-

va e uno dalla libera. Quello della schiava è

sotto la carne, quello della libera è figlio

della promessa.

Questa è una allegoria. Le due donne rap-

presentano le due alleanze. Una, quella del

monte Sinai, monte dall’Arabia, genera la

schiavitù ed è rappresentata da Agar, essa

corrisponde alla Gerusalemme attuale che

di fatto è schiava insieme ai suoi figli. L’al-

tra è Gerusalemme di lassù, che è libera ed

è la madre di tutti noi.

Paolo cita Is 54,1 lodando la donna sterile

perché non partorisce ed evita di accrescere

i figli della schiavitù, infatti sono molti i

figli dell’abbandonata, più di quelli della

donna che ha marito. Rivolgendosi al pre-

sente afferma: “siete i figli della promessa

alla maniera di Isacco”. Come allora c’era

chi secondo la carne perseguitava i figli

della libera, anche oggi accade allo stesso

modo: per questo la Scrittura dice di andare

via la schiava col figlio per non avere eredi-

tà. Noi non siamo figli della schiava, ma

della libera.

L.C.

San Paolo in briciole

RISPETTO E AMORE:LE CONDIZIONI PER CONVIVERE

Le due alleanze Gal 4, 21- 31

Prospettive - 5 maggio 201310

DIOCESI

Amare

Se uno mi ama…

Gesù rivendica per sé il sentimento

più importate dell’uomo, che è

appunto l’amore.

Si può cogliere questo aspetto alla

luce dell’Eucarestia.

La forza interiore della celebrazione

consiste nel fatto che essa ci mette

alla presenza del mistero di Dio.

Il Signore, proprio perché non è un

elemento accanto ad altri, ma è l’o-

rizzonte unitario di ogni realtà, illu-

mina tutti gli aspetti della vita. Scio-

glie le resistenze, infonde, in ogni

evento umano, il fremito della liber-

tà e la gioia della speranza.

Per farci entrare così nel mistero, la

celebrazione richiede del tempo. Il

tempo esteriore perché possano esse-

re posti, secondo un ritmo organico,

i gesti, che danno figura e direzione

ai pensieri, ai desideri e agli affetti.

E soprattutto il tempo interiore, per-

ché possa avvenire, in una successio-

ne di gesti, il duplice itinerario, che

va dalle regioni della dissipazione

degli interessi disordinati e moltepli-

ci, delle divagazioni, delle dispersive

relazioni con gli uomini e le cose,

verso il centro misterioso della vita.

E dal mistero riparte per dare senso e

vigore a tutti gli aspetti dell’esisten-

za.

Cammino

Per il cristiano tutte queste realtà si

illuminano con la certezza, che il

mistero di Dio non rimane in un’om-

bra indistinta, verso cui si dirige il

cammino incerto dell’uomo. Ma Dio

stesso ha fatto e fa un cammino

incontro all’uomo. Si è rivelato, ha

parlato, si è dato un volto e un cuore

in Gesù e nella comunità di coloro

che hanno ricevuto lo Spirito di

Gesù. Per il cristiano l’incontro con

il mistero avviene alla presenza del

Signore, con la guida dello Spirito,

nella luce della Parola, dentro l’as-

semblea dei fratelli.

La celebrazione cristiana del mistero

definisce i riti della religiosità umana

nei gesti compiuti e istituiti da Gesù,

secondo quell’itinerario celebrativo,

che viene fissato dalla comunità cri-

stiana. Si svolge all’insegna della

Parola annunciata e assimilata.

Lascia spazi di silenzio interiore per-

ché possa essere continuamente rin-

novata la docilità allo Spirito. Preve-

de che, sia il cammino che va verso il

mistero, sia il cammino che dal

mistero ritorna alla vita quotidiana,

vengano compiuti insieme con i fra-

telli, attraverso parole, canti, gesti

comunitari, che favoriscano il racco-

glimento della vita nel mistero e l’ir-

raggiamento del mistero nella vita.

Queste riflessioni illustrano l’interna

coerenza del cammino, che ci con-

durrà alla riscoperta della centralità

dell’Eucaristia. Esse tendono a farci

riscoprire la dimensione contempla-

tiva della vita, l’apertura dell’uomo

al mistero di Dio e l’importanza del-

la Parola, cioè l’evento della piena

comunicazione del mistero di Dio

nell’uomo. Le acquisizioni teoriche

e le iniziative pratiche, che maturano

nella nostra vita pastorale, non vanno

lasciate cadere per passare al “nuovo

argomento” dell’Eucaristia. Proprio

questo “nuovo argomento” ci chiede

di conservare, consolidare, vivaciz-

zare le intuizioni delle tappe prece-

denti.

Adorazione

L’adorazione e il silenzio contempla-

tivo non sono accessori della cele-

brazione eucaristica, ma ne alimen-

tano ed esprimono l’anima profonda.

L’adorazione del mistero di Dio in

“Spirito e Verità” tende ad assumere

la forma della celebrazione eucaristi-

ca. E la celebrazione, se vuole essere

veramente l’attrazione di tutta la

vita, in forza di Gesù e dello Spirito,

nel mistero del Padre, tende a confi-

gurarsi come adorazione.

I Sacerdoti e i fedeli sono chiamati a

sapere unire adorazione e celebrazio-

ne. Quelli che sono portati a sottoli-

neare le forme spontanee e indivi-

dualistiche della preghiera vengono

aiutati a comprendere che un autenti-

co spirito di preghiera cerca espres-

sione e alimento nella celebrazione

eucaristica. Quelli che vivono, in

modo esteriore e formalistico, la

celebrazione, sono sollecitati a tra-

sformarla in sincera adorazione, che

si prolunga nella meditazione silen-

ziosa. Si chiede un particolare aiuto

in questo senso alle persone, che

hanno scelto la vita di speciale con-

sacrazione. Esse hanno fatto la loro

consacrazione proprio durante la

celebrazione eucaristica e con la loro

vita di contemplazione e di carità,

possono offrire a tutto il popolo cri-

stiano un esempio profetico di come

l’Eucaristia sa trasformare la vita in

un perenne rendimento di grazie.

La celebrazione stessa, nel ritmo

concreto dei riti in cui si articola,

descrive una suggestiva strada verso

l’adorazione. Ma perché venga capi-

ta e accolta questa ricchezza, occorre

rispettare e vivere intensamente i

momenti di pausa, di silenzio, di

adorazione personale e di contem-

plazione comunitaria, che sono pre-

visti dallo stesso rituale della cele-

brazione. Lo spirito di adorazione,

che nasce nella celebrazione, tende a

espandersi in altri spazi anche al di

fuori della celebrazione. Già la litur-

gia prevede questa

espansione, mentre la

tradizione spirituale

cristiana lungo i seco-

li, ha suscitato varie

forme espressive del-

la adorazione propria-

mente eucaristica. Tra

la forma annuale del-

le Giornate Eucaristi-

che o Quarantore e la

forma quotidiana di

preghiera silenziosa

davanti al tabernacolo

o visita al SS. Sacra-

mento, si stende una

varietà notevole di

altre,forme, come l’a-

dorazione perpetua in

alcune chiese, le ore

di adorazione a sca-

denze regolari per

gruppi o singole per-

sone, le processioni o

altre manifestazioni

celebrative dell’Eucaristia. Pensiamo

poi anche alle espressioni non diret-

tamente eucaristiche, come la “lectio

divina” o la meditazione quotidiana,

che è bello fare, quando è possibile,

davanti al tabernacolo.

L’ adorazione eucaristica esprime un

apporto più diretto dei vari momenti

della vita con il sacrificio pasquale

ed eucaristico di Gesù. Inoltre mette

in evidenza l’aspetto per cui l’Euca-

ristia è presenza reale permanente e

perenne dimora di Gesù tra noi.

Stando all’esperienza di molti mae-

stri spirituali, ha una particolare inci-

denza formativa straordinaria nella

vita delle persone.

Padre Angelico Savarino

È amando che si scopre la ParolaIl Sacerdote è consapevole che lo spirito di preghiera si scopre soprattutto nel mistero eucaristico

Le questioni all’interno della chiesanascente, che ancora non si distingue net-tamente da quella dei Giudei, sono inevita-bili. Le insofferenze dei due gruppi emer-gono e sono evidenti. La salvezza dove sta?Questa è una delle questioni che emerge:la circoncisione è da farsi o no? Alcuniinfatti dicono: “Se non vi fate circoncideresecondo l’usanza di Mosè, non potete esse-re salvati”. La questione è di tale impor-tanza da investire quelli di Gerusalemme.Quelli di Gerusalemme scrivono che è par-

so bene a loro e allo Spirito Santo di nonimporre loro altro peso al di fuori di alcu-ne cose necessarie: astenersi dalle carniofferte agli idoli, dal sangue, dagli animalisoffocati e dalle unioni illegittime. Si trattadi delicatezza reciproca tra i due gruppi.Per una migliore convivenza è bene “starelontani da queste cose”. L’occasione persuperare la questione è suggerita da Gvnell’Apocalisse, quando descrive i basa-menti su cui poggiano la mura della cittàdi Gerusalemme: dodici basamenti suiquali vi sono scritti i nomi dei dodici apo-stoli. “In essa non vide alcun tempio: IlSignore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnellosono il suo tempio. È importante perchétutta la teologia del tempio viene trasferita

a Dio personalmente, che regna sul popolo.La città non ha bisogno della luce del sole,né della luce della luna: la gloria di Dio laillumina e la sua lampada è l’Agnello. È lanuova realtà che nasce dalla risurrezionedel Signore. Si passa da una teologia dellecose ad una teologia delle persone. Nel col-loquio con la Samaritana Gesù l’avevapreannunciato: “ Credimi, donna, vienel’ora in cui né su questo monte né a Geru-salemme adorerete il Padre. Voi adorateciò che non conoscete, noi adoriamo ciòche conosciamo, perché la salvezza vienedai Giudei. Ma viene l’ora - ed è questa -in cui i veri adoratori adoreranno il Padrein spirito e verità, così infatti il Padre vuo-le che siano quelli che lo adorano”. È come

se dicesse che Dio direttamente scende alivello degli uomini e tratta con loro. Ladinamica mette in funzione con l’osservan-za della sua parola che non è la sua, madel Padre: è una dinamica poggiata tuttasull’amore, cioè sui rapporti reciproci chedevono essere fatti di amore e non di riti edi sacrifici. Il vero sacrificio è l’amarsireciprocamente che comporta tante rinun-ce e tante sacrifici. L’amarsi è la condizio-ne perché il Padre e il Figlio vengano inciascuno di noi per prendere dimora. Que-ste parole suonano come un testamento,una consegna finale per vivere la vita divi-na: senza sacrifici e senza riti.

Leone Calambrogio

VI DOM DI PASQUA / C - At 15,1-2.22-29; Sal 66/672-3.5.6-8; Ap 21,10-14.22-23; Gv14,23-29

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Simbolo del ballettoclassico e romantico,

Giselle nacque dall’idea di Théophi-le Gautier, l’autore del Capitan Fra-

cassa, e venne poi musicato, nonappena il libretto fu finito, da Adol-phe-Charles Adam, uno tra i piùcelebri compositori di musiche perballetto e andò in scena per la primavolta nel 1841 all’Opéra National deParis. La coreografia fu affidata aJean Coralli, anche se i passi dei pri-mi ballerini erano stati curati daJules Perrot. È la quinta volta cheGiselle va in scena al “Bellini”, l’ul-tima dieci anni fa; questa edizioneproposta a Catania dal Teatro del-

l’Opera di Minsk (Bielorussia) pro-pone una classica e suggestiva sce-nografia, firmata da Vyacheslav

Okunev autore anche dei bei costu-mi. L’autore del libretto, alla letturadel “De l’Allemagne” di HeinrichHeine rimase impressionato dallaSaga delle Villi, nella mitologia deipopoli slavi che significa fata; spiritidi giovani fanciulle morte infeliciperché tradite o abbandonate primadel matrimonio, vendicative e spet-trali, incapaci di trovare riposo eter-no nella morte, che ogni notte tra ilcrepuscolo e l’alba cercano i tradito-ri d’amore che costringono a ballareconvulsamente fino a provocarne lamorte per sfinimento o indebolitivengono gettati in un lago. Alla mor-te del traditore le Villi si dileguano econ esse svanisce, finalmente placa-to, il fantasma della fanciulla mortaper amore. Nel libro di Heine, inol-tre, le Villi provano un irrefrenabile

desiderio e un amore incredibile perla danza: questa passione sarà poifonte di ispirazione per la prima boz-za del libretto. Per Gautier la primafonte di ispirazione di Giselle erastata la poesia di Victor Hugo Fantô-

mes, dove una fanciulla spagnoladanza fino allo sfinimento e allamorte. Ma Heine ha tutti gli ingre-dienti: il medioevo tedesco, un pri-mo atto solare in un giorno di fineestate ai tempi della vendemmia, unsecondo atto lunare e lugubre nelbosco popolato di Villi. Un’animabuona circondata da anime vendica-trici, delicate e assetate di morte. Viè una perfetta sintesi di tutti gli ele-menti che formano l’illusioneromantica ed un’espressione artisticache faceva evadere la fanciulla dallaquotidianità attraverso il canto, ladanza, la musica della ghironda.Giselle è figlia della rivoluzione, cheraccoglie la disuguaglianza sociale,l’appartenenza a ceti inavvicinabili,e l’impossibilità di coronare il sognod’amore.TRAMA Nel primo atto, il giovaneconte Albrecht è innamorato diGiselle, si traveste da contadino e leilo crede un giovane di un villaggiovicino. Il guardacaccia Hans, inna-morato anche lui di Giselle, cerca diconvincerla che il suo amato non è iltipo di persona che dice di essere, ma

lei non vuole ascoltarlo. Trova nelcottage la spada del conte si odonodei corni in lontananza che annun-ciano l’avvicinarsi dei cacciatori, traessi ci sono Bathilde, la sposa delconte, e suo padre. Arriva il guarda-caccia e accusa il conte di essere unmenzognero e mostra la spada.Giselle addolorata dall’inganno per-de il contatto con la realtà e la folliala porterà alla morte. Ma sicuramen-

te la parte più lirica, romantica eseducente del balletto è il secondoatto, ambientato nel cimitero di cam-pagna in cui si trova la tomba diGiselle. Ed è con trasporto noncomune e qualità tecnica che Irina

Eromkina interpreta la Giselle inna-morata e ingenua, che corre e ballacon l’amato Albrecht (Oleg Erom-

kin) e gioca a sfogliare le margheri-te. Ma ecco che nel momento di più

colma letizia precipita nell’abissodella follia e la ballerina sfodera tut-to il suo talento interpretativo nel-l’approfondire e colorare la tragedia:particolarmente intense le scene incui ricorda i passi a due con Albrechte mima i movimenti unendoli a cor-se forsennate fino a cadere a terraesanime. Questa ballerina, infatti, èstata capace di incentrare il balletto,grazie alle sue doti, non più sullafine del secondo atto, durante l’at-mosfera magica delle villi danzanti,ma alla morte di Giselle, alla fine delprimo atto. Il balletto sottolineaintensità, mimica e capacità dram-matiche nel primo atto; tecnicismo eleggerezza nel secondo. Le musichesono tessute invece su misura, rispet-tando l’intenzione e l’originalità delcoreografo e dell’autore e mostranoben poche somiglianze dirette con lamusica del tempo. La coreografiacurata da Aleksandra Tikhomirova

sottolinea l’arabesque come simboloimmateriale, con i grand jété diGiselle, le cabrioles di Albrecht e leVilli che attraversano il palcoscenicoa piccoli salti La scena mette in attodue aspetti di questo coté russo: lastoria d’amore contrastato tra lapovera Giselle e l’aristocraticoAlbrecht, che nel tempo conquistò icritici democratici e le forze innova-tive della società russa che in queitempi si svegliavano sotto la cappadel regime zarista. La danza era di“sinistra” ai tempi del romanticismo,mentre col passare del tempo sareb-be diventata un’arte amata dall’altaaristocrazia. Lirico canto di una don-na addolorata, con una poetica tri-stezza che trasforma la scena dellafollia in un timido lamento, le suepunte non sembrano essere statemolto forti, ma i suoi leggeri rélévéin punta e i ballonné sono eseguitisenza sforzo, mentre le sue morbidebraccia sembrano fiori spezzati e isuoi occhi esprimono la storia segre-ta, e il balletto si trasforma come unasorta di teatro drammatico.

Artemisia

Prospettive - 5 maggio 2013

spettacoli

11

Mai domo l’amore tradito

Aventicinque anni didistanza torna nelle

sale italiane un vecchio capolavorodel cinema d’animazione diretto dalgrande maestro giapponese HayaoMiyazaki. L’acclamato regista nip-ponico, premio Oscar nel2003 con “La città incanta-ta” e Leone d’oro alla car-riera a Venezia nel 2005 èautore di un film cherischiava di finire nel limbodi quel cinema destinato acultori del genere d’anima-zione e ai cinefili della pri-ma ora. Cosi torna al cine-ma “Kiki consegne a domi-cilio”, storia surreale perbambini ma che parla a tut-ti attraverso il consueto lin-guaggio del regista orienta-le. La storia è quella di Kikiuna strega dolcissima che atredici anni compiuti, deci-de di lasciare casa e gliaffetti più cari. Del resto lestreghe fanno cosi non pri-ma di una cerimonia d’ad-dio con i rispettivi genitori.E a cavallo della sua scopain compagnia del suo gattoparlante Jiji parte verso il cielo indirezione del mare. Tratto da un rac-conto del 1988 di Eiko Kadono, è ilquinto film di animazione di H.Miyazaki - produttore e sceneggiato-

re - ambientato, con disegni accura-tamente fatti a mano, in una Sveziadegli anni 50 rimodellata come se laSeconda guerra mondiale non fossemai avvenuta; sull’esempio della cit-tà di Stoccolma e Visby con l’ag-

giunta di un mare che somiglia alMediterraneo. Sembrerebbe una sto-ria banale riservata a bambini e ado-lescenti, eppure il film ha il merito dicondurre lo spettatore all’interno di

quel mondo che si nasconde nel pas-saggio dall’adolescenza all’età adul-ta. Sempre difficile lasciare ciò cui siè legati anche per una strega che siritrova in una grande metropoli col-ma di gente, traffico e automobili.Qui trova lavoro in una panetteria,dove farà le consegne a domicilio.Ma spesso la vita d’improvviso puòcambiare: cosi un giorno Kiki perdela capacità di volare, come se queldono tanto amato e apprezzato fossesvanito nel nulla. Grazie all’aiuto diUrsula, un’amica pittrice, riconosceche la perdita delle proprie certezzepuò accadere nel momento in cui sismette di credere in se stessi. Maquesti momenti, capirà, alla fine lagiovane protagonista, serviranno percrescere e maturare. E quando Kikinon riesce più a capire neanche il suogatto Jiji avverte che qualcosa in leiè cambiato per sempre. Dietro lasemplicità narrativa della sceneggia-tura, il regista mostra con moltaaccuratezza non soltanto le vicendeinteriori della giovane protagonista,ma anche quello che succede intonoa lei. Due mondi opposti, uno frene-tico, quello della città, della vitamoderna e caotica delle nostremetropoli, l’altro lento e compassatotipico di un mondo adolescenzialeche fatica a trovare la sua strada. Inmezzo a questo guado Miyazki cercadi realizzare un ponte tra due realtà

attraverso la caratterizzazione deipersonaggi (Kiki, il suo gattino, ilsuo spasimante Tombo, la pittriceUrsula) e l’uso di particolari disegniche divengono allegoria di un mondomoderno. In questo mondo sospesogiocano un ruolo fondamentale icolori e i dettagli che sono curati neiminimi dettagli per esaltare l’imma-gine allegorica della giovane stregache diventa adulta. Del resto, a diffe-renza di quanto succede con i filmd’animazione della Walt Disney, levicende di Miyazaki si alternano trarealtà e metafore, visto che i suoiprotagonisti sembrano essere uscitida un sogno ad occhi aperti che sialimenta grazie ad una sorprendentefantasia.Tra le varie opere del regista giappo-nese, questa può essere consideratacome la più realistica, dove la prota-gonista non è un personaggio fanta-stico ma una semplice ragazzina cheda sola affronta le prove della vita, lepiccole delusioni del vivere quotidia-no, la fine dei sentimenti e il cambia-mento dell’età che influenza lo spiri-to e modella il carattere. Il film fini-sce con un finale a sorpresa, motivoper il quale bisogna restare sedutifino ai titoli di coda. Qui lo spettato-re ritroverà il senso del film qualenaturale epilogo della storia narrata.

Filippo Cannizzo

Passaggio dall’adolescenza all’età adultaNelle sale ‘Kiki consegne a domicilio’ del maestro giapponese Miyazaki

Una romantica Giselle al Teatro Massimo “Bellini”di Catania

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Prospettive - 5 maggio 20131212