20/04/2020

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IN TEMPO DI PANDEMIA. Riflessioni bioetiche intorno al COVID-19

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MARIA GRAZIA SINIBALDI

Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale Sezione di Torino

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BEN TROVATI!!!

Iniziamo questo periodo di transizione per giungere sani e con i nostri cari al traguardo sperato, siamo cioè in cammino per sconfiggere il COVID-19!

Desideriamo però incontrarvi intanto con alcune lezioni on-line in video-conferenza e con altre in recupero da settembre in Aula Magna della Facoltà Teologica.

In attesa di ritrovarci insieme, come sempre, vi invierò a breve un calendario delle lezioni sia del MASTER IN BIOETICA che del CORSO SPECIALISTICO IN BIOETICA AVANZATA.

Le lezioni on-line verranno tutte video-registrate e poi caricate sul sito del Centro Cattolico di Bioetica, che potrete poi consultare nel caso in cui non siate disponibili nelle ore di collegamento in diretta.

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COME USCIRE DAL BUIO?

….Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

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Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l’amore nella discordia. Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti. Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell’anonimato.

Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità…

…Essere felice non è avere una vita perfetta…

Usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.

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Non mollare mai. Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.

Papa Francesco

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A PRESTO RIVEDERCI!

IN TEMPO DI PANDEMIA. Riflessioni bioetiche intorno al COVID-19

Enrico Larghero

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La pandemia che stiamo vivendo e subendo impone una riflessione profonda sul senso della vita e della morte. Il COVID-19 con la sua carica dirompente e devastante ha spazzato via le nostre certezze effimere su cui abbiamo fondato fino a ieri la nostra esistenza.

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L’uomo non muore perché si ammala, ma si ammala perché deve morire.

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La tempesta smaschera i nostri ego, fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi.

Papa Francesco - lndulgenza plenaria,

27 marzo 2020

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Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, non più padroni del mondo, ma fluttuanti fuscelli in balìa degli eventi.

Urge, ora più che mai, ritrovare punti di riferimento, modelli valoriali in grado di guidarci in questo cammino di rinascita.

Noi tra la salute, il potere politico ed economico, guardiamo il mondo della vita. Si tratta di trovare una mediazione…

Come diceva Aristotele, i comportamenti umani non sono deducibili da teoremi matematici. Bisogna procedere con un’altra virtù che lui chiamava phronesis, buon senso, saggezza, via di mezzo.

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Ulisse tra due pericoli, tra Scilla e Cariddi, due mostri che possono ucciderlo, avventura dopo avventura, con saggezza, cerca una via di mezzo e così alla fine torna a casa.

Umberto Galimberti

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Siamo combattuti tra il terrore che l’altro, anche con un contatto fuggevole, possa contagiarci e la sana voglia di tornare a una vita normale.

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Non è possibile pensare all’esistenza senza dolore, perché non la possiamo immaginare senza la fine, cioè senza la morte.

Ricordare le lacrime per la morte di un padre significa anche ricordare gli abbracci che ci ha dato.

Ciascuno di noi è una storia. E in una storia non si possono cancellare i capitoli che non ci piacciono.

Vittorino Andreoli

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CONCLUSIONI

L’emergenza coronavirus ci sta insegnando a misurare la nostra fragilità. E quando sarà passata, entrerà a far parte della storia della nostra vita, insieme ai lutti, alle delusioni d’amore.

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Il coronavirus diventerà, prima o poi, solo un brutto ricordo associato alla paura, alla restrizione di una libertà che ci sembrava un diritto e che abbiamo scoperto essere labile quanto lo siamo noi.

Eppure questa esperienza ci servirà, entrerà nella nostra memoria, associata ai tanti dettagli che la caratterizzano: l’odore acre dell’amuchina, il graffio sulla pelle della mascherina, gli occhi di chi lavora giorno e notte e la scelta di un Paese che ha protetto i più deboli.

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La prospettiva nuova è un antropocentrismo che non sia di superbia, ma di custodia e di rispetto della natura e delle sue leggi, e soprattutto del prossimo. L’obiettivo è quello di una umanità consapevole della sua fragilità e della sua finitudine, ma che si dischiude all’infinito, attraverso la fratellanza e la Croce della fede cristiana.

"E la chiave fu per me la tua croce fu essa ad aprire il Paradiso"

Efrem siro

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Possono anche tagliare tutti i fiori,

possono anche bruciare tutti gli alberi,

ma non potranno mai impedire

l’arrivo della primavera

Anonimo, Sarajevo 1993

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RELATORI

• Ugo Marchisio

• Claudio Daniele

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• Paola Pena