IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia...

36

Transcript of IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia...

Page 1: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.
Page 2: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

IN QUESTO NUMERO:

Il S. Padre Paolo VI visita il Pontificio Ateneo Salesiano

Don Cimatti si confessa

Le avventurose vacanze di monsieur Delpouve

Tutto è tranquillo a Magdalena del Mar

Una città di ragazzi neri

IN COPERTINA :

Roma • Il Santo Padre Paolo VI, accompagnato dal Rettor Maggiore don Luigi Ricceri, visita il Pontificio AteneoSalesiano . "Facciamo voti- ha detto il Papa - che in questo splendido Ateneo non meno splendida si affermi esi effonda la sapienza educatrice salesiana; e ciò sia gloria a Dio, onore alla famiglia di Don Bosco, fortuna perinnumerevoli anime giovanili—.

Page 3: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

PAOLO VIINAUGURALA SEDE ROMANADEL PONTIFICIOATENEOSALESIANO

29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re : una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana. In essa il Sommo PonteficePaolo VI ha ufficialmente inaugurato la nuova sede del PontificioAteneo Salesiano, sede che sorgendo in Roma esprime visibilmenteil fedele e generoso attaccamento della Congregazione Salesiana al Vicariodi Cristo. Il Papa ha gradito questo omaggio dei figli di Don Bosco eha espresso il suo compiacimento onorando con la sua augusta presenzala nuova casa, che vuol essere sempre e anzitutto la sua casa .

Il Santo Padre giungeva alle ore 17 alla nuova sede dell'Ateneoaccolto innanzi all'atrio da Sua Em. il card . Traglia, Vicario di Roma,dal Rettor Maggiore con i membri del Consiglio Superiore e con ilProcuratore Generale della Congregazione Salesiana, da mons . Zanera,Vescovo ausiliare per la zona Nord-Est dell'Urbe, dall'Ispettore don LuigiChiandotto e dal Rettor Magnifico dell'Ateneo, don Gino Corallo . IlSommo Pontefice salì nella chiesa superiore, dove sostò in' adorazionedel Santissimo Sacramento . All'uscita riceveva l'omaggio della MadreGenerale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, accompagnata dai membridel Consiglio Generalizio, e si degnava benedire la prima pietra del-l'erigenda nuova sede romana dell'Istituto Superiore di Pedagogia eScienze religiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di recente incor-porato al PAS .

Il Santo Padre procedeva quindi alla visita della sede del PontificioIstituto di Latinità, di cui ammirava le ampie aule-anfiteatro intito-late una a Giovanni XXIII, l'altra a Paolo VI . Conversando ama-bilmente con i Superiori salesiani e informandosi delle particolaritàtecniche della costruzione, per cui esprimeva benevola ammirazione,il Papa si recava a piedi all'Aula Magna del PAS, ove era accolto dalloscrosciante, entusiastico applauso dei convenuti: personalità ecclesiastichee civili, il corpo accademico e gli studenti del PAS, amici e ammi-ratori romani dell'Opera Salesiana .

Dopo il canto delle solenni Acclamationes polifoniche, il Rettor Maggiorea nome di tutta la Famiglia Salesiana, e dei membri del PAS in modo

1

Page 4: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

particolare, esprimeva l'omaggio devoto e fervidodei figli e offriva al Santo Padre il dono-rispostaal suo appello in favore degli affamati nel mondo .

Nel filiale indirizzo don Ricceri diceva tra l'altro :« Beatissimo Padre. i Docenti e gli Alunni dell'AteneoSalesiano si rivolgono alla Santità Vostra con una-nime e fervido atteggiamento di devozione, rappresen-tando nel loro omaggio tutta la Famiglia di Don Bo-sco : essi vogliono rinnovare davanti a Voi . attraversola mia umile parola, la loro fedeltà all'insegnamentodella Chiesa e la loro adesione viva all'azione di rin-novamento promossa dal Concilio, in quella linea diardimento e di equilibrio che ha caratterizzato tuttoil pensiero e l'Opera di Don Bosco .

E quasi a esprimere con segno concreto la volontàdi corrispondere a ogni invito della Chiesa, essi de-pongono nelle Vostre mani un modesto omaggio : èla risposta all'appello che è stato rivolto dalla SantitàVostra per alleviare la fame nel mondo . Vi hannocontribuito in massima parte giovani di tutti i con-tinenti ; fra essi vorrei dare un particolare rilievo algesto di coloro che, indigenti pur essi, non hanno vo-luto mancare alla crociata di carità emanata dalgrande cuore del Papa » .

Subito dopo, tra l'amorosa attenzione e il de-voto raccoglimento dei presenti, prendeva la pa-rola il Sommo Pontefice, che esordiva in tono fa-miliare e paterno, non abbandonato neppure du-

rante la lettura del discorso ufficiale, dal cui testospesso derogava con espressioni sgorgate dal suocuore di Padre .

Al termine del discorso, il Papa offriva i suoidoni : una preziosa riproduzione del codice Vati-cano B della Sacra Scrittura e un quadro del pit-tore Longaretti, rappresentante il Cristo. Dopoche il Santo Padre ebbe salutato i Cardinali ele Autorità, gli resero omaggio i singoli SuperioriMaggiori e i Decani del PAS . Quindi, salutato en-tusiasticamente dagli allievi e dalla folla, il Paparipartiva alle ore 18,15 alla volta del Vaticano .

La vasta risonanza della inaugurazione dellanuova sede del PAS e il suo significato ecclesialee civile furono espressi solennemente dalle persona-lità intervenute .

Facevano corona a Sua Santità i signori Cardi-nali : Tisserant, Pizzardo, Aloisi Masella, Cento,Cicognani, Copello, Agagianian, Giobbe, Confalo-nieri, Marella, Traglia, Antoniutti, Forni, Slipyi,Dante, Zerba, Bacci e Callori di Vignale .

La Sacra Congregazione dei Seminari e delleUniversità degli Studi esprimeva il suo compia-cimento e la sua adesione con la presenza del Pre-fetto Sua Em. il card. Pizzardo, del Pro-Prefettoinons. Garrone, e del Segretario mons . Staffa .Erano anche presenti numerose altre autorità

ecclesiastiche: mons. Dell'Acqua, Sostituto della

L'aula magna del Pontificio Ateneo Salesiano mentre Sua Santità Paolo VI rivolge la sua paterna

Page 5: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Segreteria di Stato ; il Vicegerente di Roma mons .Cunial, altri Arcivescovi e Vescovi ; un gruppo diinsigni latinisti; i Rettori delle Pontificie Università :Gregoriana, Lateranense, di San Tommaso D'A-quino, "De Propaganda Fide" .Anche numerosi Ambasciatori e Capi Missione

del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede hannovoluto con la loro presenza dimostrare stima perla Congregazione Salesiana .

In posti speciali erano le autorità italiane : ilVice presidente del Senato S . E . Spataro; il Presi-dente della Corte Costituzionale S. E. Ambrosini,i Ministri Bosco e Mattarella e il SottosegretarioMalfatti; l'on . Sindaco di Roma prof. Petruccicon vari Assessori; numerosi Senatori e Deputati,tra i quali gli on .li Campilli, Cerini, Angelini, Re-stagno, Tupini, Foresi, Giraudo, Salvo, Bonadies,Greggi, Cavallaro, D'Andrea, Franceschini, Sammar-tino, Villa ; i generali Palandri e Fornara, il Presidentedella Giunta Diocesana, consigliere di Stato Zingale .

// PASdopo venticinque anni

La grandiosità della nuova sede romana delPAS esprime mirabilmente la vitalità spirituale esociale della Congregazione Salesiana . È un'impresa

ardimentosa che hanno affrontato con fede i Supe-riori della Congregazione, fiduciosi nell'amore prov-vidente del Padre Celeste, nella protezione di MariaAusiliatrice, nell'intervento di Don Bosco, nel gio-vanile entusiasmo della Congregazione, nella com-prensione e generosità dei benefattori e amicidella Famiglia Salesiana, aperti alle esigenze di unquotidiano rinnovarsi e qualificarsi religioso, tec-nico, scientifico della società contemporanea .Costruita negli anni 1961-65 con il contributo

generoso di tutte le ispettorie salesiane, con la mu-nificenza di illustri benefattori e con la beneficenzadegli umili, la nuova sede del PAS si estende suuna superficie di 100 .000 metri quadrati, su unacollina prospiciente la confluenza dell'Aniene conil Tevere, tra la via Salaria e la Nomentana, nelquartiere periferico del Nuovo Salario .

La costruzione è articolata in 12 padiglioni di-stribuiti tra ampie zone verdi e campi di giuoco .Meritano particolare interesse dal punto di vistaarchitettonico e funzionale : il complesso centraledella chiesa superiore e inferiore, con ampio eluminoso atrio, che funge insieme da solenneingresso a tutto l'Ateneo ; il palazzo del Rettorato ;il palazzo del Pontificium Institutum Altioris La-tinitatis ; la biblioteca centrale, in cui sono raccoltioltre 120.000 volumi ; l'Aula Magna con 1200 posti ;la palestra .

parola al Superiori e alunni dell'Ateneo e alle autorità religiose e civili Intervenute alla solenne cerimonia

Page 6: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Con l'inaugurazione della nuova sede romana sisono conclusi i primi venticinque anni di vita delPAS. Voluto e organizzato dalla lungimiranza delquarto successore di Don Bosco, don Pietro Ri-caldone, esso fu eretto canonicamente il 3 maggio1940, perchè fosse strumento di formazione scienti-ficamente qualificata dei figli di Don Bosco nellescienze teologiche, giuridiche, filosofiche e pedago-giche. La feconda realtà odierna del PAS rispondeal sogno vagheggiato dai suoi ideatori e da coloroche si sacrificarono nella sua preparazione. Du-rante i venticinque anni della sua attività oltre 2200allievi, appartenenti a 40 diverse nazionalità, con-seguirono gradi accademici e acquistarono sen-sibilità ai problemi della Chiesa e della societàmoderna attraverso una qualificata preparazionescientifica .

Nell'anno accademico 1966-67 conta circa 400allievi, di cui 180 non salesiani, appartenenti a 37nazioni di tutti i continenti, mentre il Corpo Ac-cademico comprende 82 docenti di quindici nazio-nalità . La fiducia riposta dalla Chiesa nella vita-lità della Congregazione salesiana anche nel camposcientifico, è espressa eloquentemente dal ricono-scimento giuridico dell'Istituto Superiore di Pe-dagogia, con la facoltà di conferire titoli accade-miei in Filosofia-Pedagogia a studenti sia ecclesia-stici che laici, e dall'incorporazione al PAS del-l'istituto Superiore di Pedagogia e Scienze religiosedelle Figlie di Maria Ausiliatrice . Essi si propon-gono l'organizzazione e il progresso scientifico dellediscipline pedagogiche. alla luce del Magistero ec-clesiastico e della tradizione pedagogica trasmessada Don Bosco alle sue famiglie .

Nuova prova della fiducia della Santa Sede èstata l'erezione dell'Istituto Superiore di Latinità,in diretta dipendenza dalla Sacra Congregazionedei Seminari e delle Università degli Studi, maaffidato alla cura della Congregazione Salesiana,che ne ha edificato la magnifica sede presso il PAS .Esso si propone la formazione di insegnanti scienti-ficamente e didatticamente preparati per l'insegna-mento delle lingue classiche e per la valorizzazionedel patrimonio classico e patristico, secondo lapiù nobile tradizione ecclesiastica .

La presenza del Sommo Pontefice nella solenneinaugurazione della nuova sede è conferma dellabenevolenza pontificia ed è espressione del rico-noscimento della Chiesa per l'attività svolta nelmondo contemporaneo dai figli di Don Bosco ;ma insieme è pegno di fedeltà alla consegnadel Padre : amore alla Chiesa e al Papa, servizioubbidiente e filiale alla Chiesa e al Papa, nello spiritodi dialogo con la società contemporanea, apertoalla Chiesa dal Concilio Ecumenico Vaticano II .

4

L'ALLOCUZIONEDEL PAPA

Il Santo Padre, dopo aver espresso il compiaci-mento che provava nel sentirsi attorniato « dallacorona di tanti Cardinali e Confratelli nell'Episco-pato » e da alte Personalità, proseguiva :

Diletti Figli,

Abbiamo accolto con paterna gioia l'invito che Ciè stato fatto gentilmente da voi, di presiedere alla so-lenne inaugurazione della nuova, magnifica sede del-l'Ateneo Salesiano : l'invito rispondeva anche ad unNostro vivo desiderio, di darvi una prova tangibileche il Nostro cuore palpita in unione con voi inquesta fausta circostanza, che riempie di legittimasoddisfazione l'intera Famiglia Salesiana e possiamoaggiungere tutta Roma accademica .

Abbiamo seguito sempre con interesse le vicende,le ansie, le difficoltà non esigue nè poche, che hannoaccompagnato nel suo faticoso cammino l'attuazionedi questo grandioso complesso, che si presenta oggi aiNostri sguardi ammirati in tutta la sua imponenzae magnificenza .

Lasciate che vi esprimiamo alcuni sentimenti chequesta realizzazione suscita nel Nostro animo.

Compiacimentoe saluto del Papa

Innanzitutto un sentimento di profonda ricono-scenza al Signore, che ha voluto donare alla gioventùstudiosa salesiana una residenza più salubre, piùraccolta, più decorosa, più rispondente alle accresciuteesigenze dei buoni studi ecclesiastici . E il Nostrograto animo si rivolge anche a tutti coloro che sonostati gli strumenti delle benevole disposizioni dellaProvvidenza divina in quest'opera ; in primo luogoai Superiori della Congregazione Salesiana, che conlungimirante saggezza e non senza grandissimi sacri-fici l'hanno ideata e realizzata; e inoltre ai benefattoriche ne hanno generosamente facilitato il felice compi-mento. Dio conceda a tutti la dovuta ricompensa .In tal modo il caro Ateneo Salesiano con i suoi cinquerami in cui si articola tutta la sua fiorente vita ac-

Page 7: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Sua Santità Paolo VI benedice la primapietra dell'Istituto di Pedagogia e Scienzereligiose delle Figlie di Maria Ausiliatrice,che sorgerà presso l'Ateneo Salesiano, alquale è stato incorporato .

cademica, col complesso armonioso e severo dei suoiedifici, con la ricchezza delle sue attrezzature idoneealla più aggiornata ricerca scientifica, assurge anuovo prestigio e decoro nel concerto dei celebri ebenemeriti Istituti di cultura ecclesiastica superioreche fioriscono numerosi qui in Roma, e fa presagiresempre più significative affermazioni di cultura edi virtù, di cui è ricca e feconda la benemerita fa-miglia di Don Bosco .

Eredi e promotoridi preziose dottrinepedagogiche

Ma tanto più cordiale e spontaneo sgorga dal No-stro animo il compiacimento per la rinnovata sede diquesto Ateneo in quanto esso, nel quadro dell'altacultura ecclesiastica romana, si inserisce con un suovolto, con una sua particolare fisionomia che ne ac-cresce il valore e il prestigio .

Infatti oltre che offrire una superiore iniziazioneaccademica nelle varie discipline ecclesiastiche, ilvostro Ateneo è un'opera che s'innesta nella tradi-zione educatrice salesiana . Sembra a Noi che nonavremo mai fatto attenzione sufficiente a questo ap-porto caratteristico e significativo di questa famigliareligiosa . Voi siete gli eredi di quel prezioso patri-monio di dottrine pedagogiche che fanno capo alvostro santo Fondatore, e che hanno ovunque operatomeraviglie di opere, di risultati benefici, di conquistescientifiche e morali . Anzi, voi non siete soltanto eredipassivi, ma eccellenti e modernissimi promotori. Neè luminosa testimonianza la fiorentissima vostra Fa-coltà di Pedagogia che nella sua nuova sede oggi

rappresenta quasi il coronamento di un secolo disforzi e di studi in questo campo, ed impegna unqualificato manipolo di studiosi al ripensamento, allacoscienza, alla formulazione scientifica della pedagogia,giustamente chiamata ars artium, fin dalla più an-tica età cristiana. Questo momento è troppo breveperchè Noi Ci dilunghiamo a dimostrare come questoIstituto risponda ai bisogni attuali e moderni dellascuola. Basta pensare alla gioventù di oggi, cosìdegna d'ogni nostro interessamento, così ricca di nuovepotenziali virtù, così disponibile per le cose nuove,per le cose vere e buone, ma anche così insidiata dauna visione edonistica e materialistica della esistenzaterrena, così precocemente svegliata alla sensibilità,alla coscienza, alla scelta dei valori della vita, e nellostesso tempo così piena di difficili e complessi pro-blemi. Il pensiero che un nuovo strumento - e qualemagnifico strumento! - è qui costituito per la forma-zione e per la cultura delle giovani generazioni recaconforto ed esultanza al Nostro spirito, per l'affettoche sempre abbiamo portato alla gioventù ed oraancor più per la carità paterna e pastorale del Nostroapostolico ufficio.

L'incomparabileumanesimopedagogico e cristianodi Don Bosco

Ma ricordiamo bene: questa nuova sede con tuttele sue moderne attrezzature non può considerarsi checome uno strumento. E come rispetto ad uno strumentomusicale, per quanto bello e perfetto, ciò che maggior-mente conta è l'artista che lo adopera e lo domina e

Page 8: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

la musica che per suo mezzo viene eseguita, cosìanche nel caso nostro non si deve sopravvalutare lostrumento trascurando gli altri coefficienti dell'operaeducativa. Ciò che ora più conta, sono gli artistiche devono adoperarlo, i maestri cioè che dovrannoformare in questo Istituto qualificate schiere di edu-catori cristiani ; così pure la dottrina pedagogica, aicui princìpi dovrà ispirarsi la loro opera .

A questo proposito, è doveroso riconoscere che nonpossono in nessun modo essere ignorati o sottovalu-tati i progressi e le conquiste della scienza psico-tecnica moderna; vogliamo però ricordare che meritanoancor maggiore fiducia da parte degli educatori iprincìpi umani e cristiani sui quali si basa il sapientemetodo di Don Bosco, che ha saputo offrirci un in-comparabile esempio di umanesimo pedagogico e cri-stiano . Pedagogia, la sua, che affonda le sue radicinel Vangelo, dove vediamo Cristo abbassarsi per in-nalzare la creatura a Dio, farsi debole con i deboliper elevare l'uomo alla Verità e alla Bontà, non conl'autorità estranea di chi impone pesantemente lalegge, ma di chi con gravità e mitezza espone la leggedi Dio come espressione del suo amore e condizionedella nostra salvezza, ed insieme con l'educando allastessa legge ubbidisce. In altre parole, Don Boscotrovò il suo segreto nella carità, che è come il com-pendio di tutta la sua opera educativa .

Facciamo voti perciò che in questo splendido Ateneonon meno splendida si affermi e si effonda la sapienzaeducatrice salesiana e ciò sia gloria a Dio, onore allafamiglia di Don Bosco, fortuna per innumerevolianime giovanili .

Il Pontificio Istitutodi Alta Latinità

Merita inoltre una particolare attenzione da parteNostra il « Pontificium Institutum Altioris Latini-tatis » che è stato aggiunto al vostro _Ateneo, sottogli auspici della Sacra Congregazione dei Seminarie delle Università degli Studi . Nobile e felice realiz-zazione, questa, da voi portata a termine con genialegenerosità, e, diciamo pure, con ardimento, che co-stituisce titolo di lode per la vostra Congregazionereligiosa, bravi e cari Salesiani! Avete voluto cosìonorare un'altra gloriosa tradizione lasciatavi in ere-dità dal rostro Fondatore, quella cioè di promuoveree coltivare la cultura greco-latina ; e con gesto magna-nimo avete voluto rispondere all'ansiosa sollecitudinedella Chiesa per lo studio del latino fra il Clero eper la formazione dei suoi maestri, dando così com-pimento alla Costituzione « Veterum Sapientia » delNostro Predecessore Giovanni XXIII .

Le primizie raccolte nel primo anno di vita dellascuola sono senza dubbio buone e promettenti ; è un

6

albero che già ha dato frutti e che altri ne fa sperareancor più abbondanti . Del resto abbiamo appreso consoddisfazione che il Governo Italiano, in considera-zione della serietà scientifica dell'Istituto, è stato giàlargo nel riconoscimento ufficiale dei titoli accademici .Naturalmente, in anelito di perfezione, bisognerà allascuola dare un progressivo sviluppo, consistente so-prattutto in un organico adattamento alle sue speci-fiche finalità, distinguendo due piani, due metodi,due scopi di questo Istituto : uno altamente scienti-fico e rigorosamente filologico ; l'altro rivolto a piùlarga e pratica utilità . Oltre, infatti, a un suo primoscopo che è quello di preparare sul piano scientificoe con qualificazione accademica veri specialisti dellatino particolarmente ecclesiastico, si dovrà altresìaggiungere, in un livello inferiore, una scuola dibuona latinità, ma modesta e accessibile a tutti, ec-clesiastici e religiosi, per il possesso del latino nell'usocomune. Nella Nostra Lettera Apostolica « StudiaLatinitatis » sono state date precise prescrizioni aquesto riguardo, e non abbiamo dubbio che, da partedi coloro ai quali spetta attuarle, sarà posta ognicura, affinchè l'esecuzione sia illuminata e fedele .

Augurio paternoa docenti e alunni

Ed ora un augurio ed una benedizione . Al caroAteneo l'augurio che « vivai, crescat et floreat », rin-novato non solo nella sua struttura esteriore, ma ancorpiù nello spirito di San Giovanni Bosco, che è spiritodi amore alla Chiesa, di servizio e dedizione verso leanime, di fedeltà inconcussa alla Cattedra di Pietro,e che è anche garanzia sicura del suo prospero avve-nire. Un augurio al venerato Rettor Maggiore, alquale esprimiamo il Nostro ringraziamento sinceroper il nobile indirizzo che abbiamo ora ascoltato, eper l'offerta che ha messo nelle Nostre mani, prove-niente dalla carità e indirizzata alla carità, e ai Su-periori e Professori, che così numerosi vediamo quipresenti intorno a Noi : possano essi cogliere i migliorifrutti dei loro sacrifici, e trovino da parte degli alunnitutti docilità e corrispondenza alle amorevoli cure cheloro prodigano . Infine a tutti gli alunni rivolgiamo ilvoto che tengano alto il prestigio di questo Ateneo colloro impegno e con la loro serietà nello studio, e chesiano degni dell'ora solenne che vive oggi la Chiesa tuttain questo periodo post-conciliare ; da Roma eterna esacra sappiano cogliere e conservare la sapienza cri-stiana per portarla sempre nelle loro anime e diffonderladovunque sarà dato loro esplicare il sacro ministero .

E su tutti, auspice lo sguardo materno di MariaAusiliatrice, celeste Patrona della grande famigliadi Don Bosco, larga e propiziatrice discenda l'Apo-stolica Benedizione, che di cuore a tutti impartiamo .

Page 9: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

DON CIMATTI SI CONFESSAEcco qualche nuovo spiraglio aperto sull'anima di don Cimatti, fondatore dell'Opérasalesiana in Giappone . Le citazioni sono tolte da lettere al Rettor Maggiore don Rinaldi :sono confidenze di un santo a un altro santo. Don Cimatti è molto severo nel giudicarese stesso e usa per sè espressioni non molto indulgenti . A lettura fatta, il lettore saràdello stesso parere?

2

Don Cimatti rifiutava le cariche perchè era convintodi esserne indegno e incapace ; non certo perchèrifuggisse dalle noie della superiorità . Temeva laresponsabilità, ma amava il lavoro . Don Cimatti fuinfatti un lavoratore appassionato : per lui le ore delgiorno non bastavano e saccheggiava quelle della notte .Ma lasciamo che parli lui stesso .

Il 26 luglio del 1930 confidava a don Rinaldi :« Lavoro ce n'è, ma in certi momenti il lavoro es-sendo tutto sedentario e sbrigandolo alla lestaho l'impressione di non essere troppo occupato .Che vuole? Per me l'ideale sarebbe aver ogni giornoda predicare, camminare, essere sepolto sotto unmucchio di corrispondenza da sbrigare . .. E invecenon ho ancora avuto la consolazione di provarel'accasciamento del lavoro . Pazienza e così sia .Mi pare che il Signore mi abbia voluto in pensionetroppo presto . . . Chissà se riuscirò a salvarmil'anima? » .

Quest'uomo che si lamenta di essere in pensionetroppo presto, era Superiore religioso dell'Operasalesiana in Giappone e Superiore ecclesiastico dellanuova Missione di Miyazaki ; si alzava ogni mattinaprima delle quattro, non faceva il pisolino dopo pranzoe aveva fama di moto perpetuo .

«Preghiper questa testa matta »

Anche nei viaggi per mare, il suo zelo non lo lasciavafermo un istante . Nel 1929, toccato il suolo d'Italia,scriveva a don Rinaldi : « Ho cercato di occupareil tempo nello studio della teologia e del giapponese,ho preparato tutto il lavoro per la futura stampadel Vangelo unificato e la relazione ai Superiori, e

Page 10: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

ho cercato di conversare col personale per fare un po'di bene. Ho tenuto una conferenza su Don Boscoe le Missioni, e quando si poteva dire Messa a bordo,ho fatto la spiegazione del Vangelo ecc . Molto dipiù avrei potuto fare per le anime, ma sono sempreil medesimo buono a niente . Tre marinai feceroPasqua e ne preparai uno alla prima Comunione .Deo gratias! Oh, buon Padre, come è ignorata inalto e in basso la nostra santa Religione! . . . » .

Il lavoro per don Cimatti doveva avere un soloscopo : salvarsi e salvare . E poichè sono senza numerogli uomini da salvare e gli apostoli sono pochi, quantosi fa per le anime è sempre poco . Per questo don Ci-matti si vota totalmente alla salvezza delle anime ene scrive a don Rinaldi: « Preghi perchè Gesùaccetti questo mio totale sacrificio, che deve da unlato assicurare la salvezza dell'anima mia e dal-l'altro piegarlo amorevolmente a spalancare il suoCuore alle povere anime dei giapponesi, movendoleall'azione della grazia ».

Il suo pensiero risulta evidente in una letteradel 16 luglio 1930: vuol farsi santo e santificare :« Preghi per questa testa matta : ieri, 15 luglio,mio compleanno. Sono 51 anni di cui devo rendereconto a Dio e non ho ancora messo giudizio . Comeoggi ho ricevuto il S. Battesimo . Quali ricordi!E ho detto la Messa a Nagasaki all'altare di Maria,dove è avvenuta la scoperta dei discendenti deivecchi cristiani. Può pensare che cosa ho detto aMaria. Preghi che mi salvi l'anima . Mi piace pen-sare di avere davanti a me ancor 25 anni di lavoro . . .per farmi santo e santificare » .

« A noi le patate,a Dio la gloria »

Umiltà e zelo si trovarono in lotta quando don Ci-matti vide la possibilità di far conoscere i missionaricattolici con i concerti musicali. Vinse lo zelo e don Ci-matti divenne il —giullare di Dio" ; ma tanto lui quantoi suoi compagni don Liviabella e don Margiaria siprefissero i soli fini che don Cimatti stesso dichiaravaa don Rinaldi il 3 aprile del 1926 : « Faremo un gironella grande isola per cantare cori una serie diconcerti le lodi di Dio, e per far conoscere l'operanostra, ma più il lavoro missionario e la fede . Tokyo,Yokohama, Osaka, Kyoto vedranno i poveri figli diDon Bosco . . . e Maria Ausiliatrice e Don Bosco sifaranno onore . . . A noi tirino pure anche le patate,ma Dio sarà glorificato e nel gran salone di Tokyospero di potere intonare (oh, il Signore mi dia inquell'ora l'efficacia della parola di Don Bosco!) :"Cristo risusciti in tutti i cuori, Cristo si veneri,Cristo s'adori" attraverso la bella melodia italianadel secolo XII » .

8

Don Cimatti nomina anche Kyoto : è la sede delbuddismo giapponese . Lo zelo lo spinse fin là :« Anche in questa occasione - scriveva - ab-biamo portato il nostro modesto contributo al-l'opera di propaganda cattolica coi mirabili discorsidel vescovo giapponese mons. Hayasaka . Un dieci-mila persone hanno ricevuto un po' di bene . Deogratias! Stanchi, senza soldi, ma contenti .

Quale lo stile di don Cimatti concertista? Ha giàrisposto il nostro « Bollettino » (gennaio 1966) . Quisolo una sua frase rivelatrice : « Il vescovo di Osakaringrazia . . . Ci vuole davvero bene questo san-t'uomo. . . Sa come mi chiama? "La mia piccola scim-mia", perchè nei concerti naturalmente faccio ilmatto . . . e Lei pensa che don Cimatti possa averedella gravità? . . . » .

Ci si può chiedere: quale l'impressione dei giap-ponesi su questi preti concertisti girovaghi? Se lochiedeva anche don Rinaldi . Rispondeva don Cimatti :«Viva Don Bosco! Il giornale buddista di Kyoto(la grande città buddista) scriveva tempo fa :"Sono comparsi in Giappone dei bozu san (bonzi :siamo noi!) che hanno inaugurato un sistema deltutto nuovo e geniale nella propaganda religiosain Giappone" » .

L'uomotutto cuore

« A don Cimatti non si può dire di no »: era lafrase corrente tra i salesiani del Giappone . Ed erapacifico che fosse così, perchè il suo governo era tuttointriso di bontà e di paternità. Non avrebbe potutofare diversamente ; il suo gran cuore non glielo avrebbepermesso. Lo affermava egli stesso il 2 dicembredel 1928 a don Rinaldi : « Per me, la frusta nonso adoperarla . Mi dicono che adopero troppo miele .Mah! può essere che nel suaviter ci riesca, non certonel fortiter, a dirigere gli altri . .. Ma, o mio buonGesù, non so dirigere me stesso : non c'è da mera-vigliarsi che non sappia dirigere gli altri » .

Si entra meglio nell'animo di don Cimatti leggendoquanto, con incantevole semplicità, confidava a don Ri-naldi il 29 agosto del 1930 : « Non son capace diessere rude e forte . . . Mi pare che finchè non avròtutta la confidenza [dei confratelli] non riusciròa dirigerli a Dio, ma in questo il cuore ha la suaparte e le sue esigenze . . . sono troppo paterno ematerno . .. Ma come fare, o mio Dio, se voi miavete fatto così? È per dirigere a voi queste anime!Ma, faccio bene a fare così? Allevo dei buoni sa-lesiani? Ma mi sembra che se non faccio così, nonci sia tutta l'anima, tutto il cuore . . . Vede che razzadi farabutto è don Cimatti? E penso sempre : comepuò il Signore benedire la missione che ha alla testa

Page 11: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

simile razza? E certo anche le croci attuali sono do-vute alla mia insipienza . "O mio Dio (prego sempre),fammi scomparire, sopprimimi . . . perchè debbonosoffrire gli altri, se don Cimatti è la causa di tutto?"» .

Per questa carità spinta fino all'eroismo nonbasta un cuore straordinariamente sensibile com'eraquello di Don Cimatti; occorre un grandissimo Amoredi Dio. Don Cimatti l'aveva in grado eminente .In una sua intima a don Rinaldi, dopo di aver con-fessato « amo troppo i confratelli » quasi fosse unacolpa, esclamava : « Ma, o Gesù, che ne posso io se miavete dato un cuore così fatto? Oh, sia tutto vostro!Non Le nascondo che il pensiero di tante animesante e di tanti che avrebbero bisogno di spintecontinue per essere buoni salesiani, mi commuove finoa riempirmi gli occhi di lacrime . Li amo troppo . . . » .

« Donodelle lacrime? »

Don Cimatti amava tanto il buon Dio da fargliversare lacrime di gioia quando riusciva a farloamare, e lacrime di dolore quando non poteva impe-dire che lo si offendesse . In una lettera a don Rinaldi,dopo aver lamentato di non essere riuscito a impedireun inconveniente, concludeva : « Ma a me quelloche rompe il cuore è l'offesa di Dio » .Quando don Cimatti riusciva a effondere la sua

anima in preghiera, ne era felice. E Dio gliconcedeva favori straordinari e gioie di paradiso :« Il mio sforzo - scriveva pochi mesi dopo ilsuo arrivo in Giappone - è di rassodare e miglio-rare la vita della mia vita con le pratiche di pietà .Le fo tutte, sono però ancora (grazie a Dio, sempreinvolontariamente) piene di distrazioni . Combatto ;lavoro settimanalmente, mi metto filialmente nellemani di Maria e di Gesù . In certe occasioni speciali(feste caratteristiche o altro) specialmente la San-ta Messa è detta con vera effusione, anche conlacrime . .. e mi domando: perchè Gesù mi trattacosì, mentre don Vincenzo non è capace che . . .Creda, ho bisogno di calmarmi, distrarmi, perchèmi fa male al cuore . La superbia fa capolino : donodelle lacrime?! Mah, non so che cosa sia . . . È certoche provo momenti di Paradiso . Non vorrei darnell'occhio anche con queste esteriorità; prego Luia nascondere, ma delle volte è una faccenda seria .Il 24 del mese ho celebrato la S . Messa e non Leso dire le delizie spirituali con Mamma ; alla fineho voluto rivolgere un pensiero prima di leggerela consacrazione a Maria . .. e sono scoppiato . Di-vento vecchio . . . (aveva 47 anni!) . Non creda micaa cose speciali, sa; purtroppo che sono ancora lon-tano dalla santità : certo vi è l'ardente desiderio ;certo Gesù mi vuol troppo bene! . . . » .

La Mammadel cielo

Tali gioie le meritava con la sua umiltà e fedeltà .Ecco due confessioni in merito .

« Pratiche di pietà regolari . In questo mese trovomolte distrazioni involontarie nelle pratiche piùimportanti. Sono, insieme con le difficoltà quoti-diane, le fonti più belle di umiltà : mi definisco"il niente". Lo dico a Gesù: "il tuo niente è pro-prio buono a niente", e mi pare che Lui sia con-tento . . . e ridiamo insieme » .

Così scriveva nel 1926 . L'anno dopo, nel rendi-conto che faceva al Rettor Maggiore, rivelava incon-sciamente la sua fedeltà accusandosi anche di minimeinfrazioni : « Faccio le pratiche di pietà in comune .Quando devo farle in altro orario sono dolori . . .e due volte in questo mese, avendo detto il San-to Rosario nell'addormentarmi, il quinto misterome l'avrà detto l'Angelo Custode . Ad ogni modonon cedo nella volontà di migliorarle » .

Questa fedeltà al Rosario fa pensare al suo amorealla Madonna. È difficile dire quanto in lui fosseprofondo e sentito. Don Cimatti ebbe per la Madonnaun amore filiale nel significato più completo dellaparola. L'amò come Mamma non solo perchè la fedegli diceva che Dio ce l'ha data per mamma, ma ancheper sentimento, vorremmo dire umano . Il suo amoreper la Vergine era affettuoso e si esplicava con tuttequelle manifestazioni esterne che sono proprie delcuore di un figlio che ama. Anche scrivendo usavaabitualmente l'espressione "Mamma" senza altrespecificazioni .

Il primo 8 dicembre passato in Giappone don Ci-matti volle che l'Immacolata fosse onorata al massimo,pur nell'estrema povertà di mezzi. Alla Messa assi-stette, non si sa come, un ragazzo pagano. Anche aDon Bosco l'Immacolata nel suo giorno aveva man-dato il primo ragazzo. Don Cimatti ricorda, accostale date e si commuove .

« Torno ora dalla chiesa dove i suoi figli giappo-nesi hanno celebrato come meglio potevano lafesta della Mamma . . . Il Signore non mancò di con-solarci . Alla Messa, cosa strana, assistè anche unragazzetto pagano . . . e la testa mi vagava: Don Bo-sco, la chiesa di S. Francesco d'Assisi, BartolomeoGarelli . . . e una profonda commozione che miprende in queste occasioni mi inondava l'animacon speranze, con preghiere . con le parole cherivolgevo alla nostra famigliuola . . . e poi pensavoa Torino, ai Superiori . .. Oh, ci aiuti la Mammanostra a farci santi, a tenere lontano da noi il pec-cato: ho detto a Gesù che pigli la mia vita, ma salvida ogni male tutti i confratelli a me affidati . . . Edora basta, perchè il cuore traboccante di santa

9

Page 12: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

gioia minaccia di scoppiare . Grazie, Mamma, gra-zie Gesù, e grazie a Lei che mi ha messo nella cir-costanza di provare tali gioie di Paradiso » .

La Madonnafra le quinte

L'amava la Mamma del Cielo e sapeva farla amare .Quando ne parlava ai ragazzi era efficace anche per-chè immaginoso . Un saggio. Don Cimatti si dirigea un ragazzo .

« Tutti i ragazzi amano la mamma : è un pensierocosì naturale questo, che ti fa dire : "C'è bisognodi dirlo?" .

Don Bosco, che ha messo a base del suo sistemala "famiglia"., ha dato ai suoi figli una Mamma,Maria Ausiliatrice. Solo in Paradiso comprende-remo quanto ci abbia aiutati la Madonna dall'ini-zio della vita fino alla morte . Se in questo momentoin un mirabile film ti facessi passare sullo schermodel pensiero tutta la tua vita, e se il Signore doveintervenne Maria ti facesse comparire in formaevanescente (come accade nei film) l'immagine diLei, potresti vedere che non v'è azione della tuavita in cui la Madonna non abbia avuto la sua parte,e non vi è stata deviazione nella tua vita da cuiMaria non abbia concorso a rimetterti in carreggiata .

Mi dirai: "Come avviene tutto ciò? Io non homai veduto la Madonna". Ascoltami . A te piaceil teatro; ti piace vederlo e, penso, anche recitare,specialmente se protagonista, per ricevere gli ap-plausi. Ricordo che in un nostro teatro, duranteuna rappresentazione, per preparativi mal fatti,nel punto culminante, quando la sospensione delpubblico era all'apice, cadde qualche quinta e ilsipario di fondo. Quale cambiamento di scena!Il pubblico vide gli umili lavoratori che si affac-cendavano tra le quinte, i massimi fautori dellospettacolo non visti prima : il suggeritore, il mano-vratore elettrico coi vetri colorati davanti al pro-iettore, gli autori della pioggia, dei tuoni, deilampi . . . tutti all'opera in maniche di camicia alleprese coi loro arnesi, con le gote gonfie all'enormepipa da cui escono i lampi . . . col battacchio dellagrancassa . . . pronti ai cenni del direttore di scena . . .Fino a quel momento nessuno aveva pensato aloro; gli applausi erano stati tutti per gli attori .

Eccoti un'immagine della realtà quotidiana . Inte la Madonna lavora e come! ma tra le quinte delteatro della tua vita . È la vera direttrice di scena,se tu la lasci fare. La devozione alla Madonna,secondo Don Bosco, è tutta qui : volere la Madonnacome guida, maestra di tutta la nostra vita .

Come fare? Eccoti una proposta pratica . Di'a te stesso con frequenza: "Se la Madonna fosse

10

Tokyo - Mons. Angelo Acerbi, Incaricato della Nunziatura, ha bene-detto le prima pietra della chiesa con cripta, che sorgerà quale monu-mento di riconoscenza degli amici di mons. Cimatti al Fondatore del-l'Opera salesiana in Giappone . Le autorità hanno firmato la pergamenain essa racchiusa, dove si legge che la cripta custodirà le spoglie delgrande Missionario "in attesa della glorificazione".

Le offerte si possono indirizzare, specificandone chiaramente lo scopo,alla Direzione Generale Opere Don Bosco - via Maria Ausiliatrice, 32- Torino. Conto Corrente Postale n . 211355 .

al mio posto, come penserebbe, come parlerebbe,come agirebbe ora?" . È proprio un pensiero diDon Bosco che passo a te come pratica di vita .

Una bella novella orientale dice che una mammamorente consegnò alla sua figliuola uno specchiodicendole : "Guardandolo, vedrai sempre la facciadella tua mamma" . La fanciulla, che non sapevache cosa fosse lo specchio, prese alla lettera leparole della mamma, e vedendo il suo volto nellospecchio, lo credette il volto della mamma .

Così, proprio così anche per te : sia il tuo volto,ossia il tuo essere, sempre l'immagine di Maria,il riflesso suo . Così onorerai, amerai e glorificheraiMaria, come vuole Don Bosco » .

Un'ultima citazione senza commento . È tolta dauna lettera dei primi tempi, sempre a don Rinaldi :«Mio amatissimo babbo, è con la gioia e commo-zione più profonda che oggi ho benedetto per laprima volta in Giappone l'immagine della Madonnadi Don Bosco, della nostra Madonna . Non avendola statua, ho fatto costruire un bel kakemonò (pro-prio come piace ai giapponesi : è una specie distendardo) in mezzo a cui campeggia la nostraMamma. L'ho benedetto, poi ho raccontato comemeglio sapevo il sogno delle due colonne e ho dettoperchè Don Bosco ha scelto questo titolo. Che cosasarà passato nelle anime di questi cristiani non lo so ;certo se essi provavano ciò che provava don Ci-matti, dovevano liquefarsi d'amore per Maria . . . » .

Page 13: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

LE AVVENTUROSEVACANZEDI MONSIEUR DELPOUVEA pochi passi dalla strada, sfio-

rato da un sentiero tra il verdedelle macchie, c'è un pozzo perabbeverare il bestiame . E un vec-chio pozzo col rustico muriccioloin pietra, tarlato dal tempo, comese ne trovano per la campagnanel sud della Francia. I ragazzidi monsieur Delpouve - una qua-rantina tra i nove e i dodici anni- tornano dalla lunga scampa-gnata e passano proprio accantoal pozzo. Il primo ragazzo siaffaccia sull'acqua e la trova im-mobile e misteriosa . Che succedea gettarvi un sasso? Una pietradel parapetto è smossa : il ra-gazzo la getta. I cerchi d'acquas'allargano, il gioco è bello, tuttii ragazzi aggrediscono il poveroparapetto, che è troppo vecchioper offrire resistenza e si lasciastrappare a una a una le suepietre .

VENT'ANNIDI VACANZE AVVENTUROSE

L'indomani il padrone del pozzoè da monsieur Delpouve : gira ner-voso il cappello tra le mani e dàla stura a un sacco di lamentele .Monsieur Delpouve convoca i qua-ranta devastatori : « Voi - dice_forse l'evete fatto solo per gioco,senza cattiveria, ma intanto avetedistrutto il pozzo. E ora? » .

I quaranta colpevoli, a capochino, sono desolati .

Un Cooperatore franceseogni anno, da vent'anni aquesta parte, organizza unacolonia per ragazzi che è latraduzione in veste modernadelle •,gite autunnali - diDon Bosco.

1 1

Page 14: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Un ragazzo propone : « Andiamo a ripescare lepietre e a rifare il pozzo? » . L'idea è buona. Nelprimo pomeriggio monsieur Delpouve e i quarantaragazzi sono sul luogo del delitto con una scala,corda, secchi e tanta voglia di redimersi . Calano lacorda nel pozzo, lo svuotano dell'acqua, tirano sule pietre e ricostruiscono il parapetto .

L'indomani il padrone ritorna. Ha il cappellogaiamente sulle 23. Esclama : «Il mio pozzo è piùbello di prima », e regala ai ragazzi due panieri dipesche mature .

« Tutto sommato - conclude monsieur Delpouve - imiei ragazzi ne ricavarono un grosso vantaggio dalpunto di vista educativo . Era mio dovere insegnarloro come correggere i propri sbagli, e l'ho fatto » .Peccato che non ci sia in questo mondo, per ogni

gruppo, un monsieur Delpouve . Tipi così sonopiuttosto rari ; per questo ora parliamo di lui, deisuoi ragazzi e delle vacanze avventurose in cuida vent'anni a questa parte li coinvolge .

Da vent'anni ormai monsieur Delpouve organizzala "Colonia San Giovanni Bosco" per una qua-rantina di ragazzi . È Cooperatore salesiano, e lo èdivenuto in qualche modo prima ancora di cono-scere Don Bosco e i Cooperatori .

Nel 1945, appena terminati i suoi studi, con un'ir-resistibile vocazione di educatore da realizzare, do-vette scegliere tra due posti d'insegnamento che glierano offerti : una scuola laica che lo avrebbe pa-gato bene, e la scuola cattolica che aveva frequen-tato e che gli offriva molto meno . Ci pensò su ottogiorni, poi contro ogni logica economica scelse lascuola cattolica e non sa ancora perchè. Comunque,due anni dopo accettava la proposta di organizzareuna colonia estiva . Con tre altri professori dellascuola, reclutò trenta ragazzi e partì per l'avventura .

Tra l'altro bisognava dare un nome alla colonia .Don Bosco era allora per monsieur Delpouve nientepiù che uno dei 365 santi del calendario, ma "ra-gazzi in vacanza" e "Don Bosco" gli suonavanocosì bene insieme, che dedicò la colonia al Santo .

Quella prima vacanza fu irta di difficoltà : monsieurDelpouve tra l'altro faceva anche cucina . E con iragazzi dormiva sulla paglia . « Oggi - dice - nonsarebbe più possibile : i ragazzi amano troppo le co-modità. Eppure sfortunati quelli che non hanno maidormito sulla paglia, sotto le stelle e al canto deigrilli : manca loro un'esperienza che serve a diventareuomini « .Tornò da quella prima vacanza completamente

stremato . I suoi genitori, fissando le sue guancesmagrite e gli occhi affossati, gli dicevano : « Devismetterla, questa colonia ti farà morire ». Invece daallora il pensiero della colonia riempie il suo tempolibero e dà sapore alla sua vita .

Monsieur Delpouve oggi è sposato e ha quattrobambini. Continua a insegnare nella scuola catto-lica, dirige i "Piccoli cantori", incide su dischi le

1 2

«QUESTA COLONIA TI FARA MORIRE»

loro esecuzioni più belle, ma soprattutto dedicaalla sua colonia i pensieri della mente, gli affettidel cuore e tutti i ritagli del tempo .

42.000 CHILOMETRI GIÀ PERCORSI

La "Colonia San Giovanni Bosco" non ha sedefissa . Dice monsieur Delpouve : « Cambiando posto ognivolta, facciamo conoscere ai ragazzi le diverse men-talità dei popoli. Ciò permette loro di fate dei para-goni e di allargare le conoscenze sul mondo».

A occhio e croce, in questi vent'anni ha già per-corso 42 .000 chilometri, quanto è lunga la lineadell'equatore e qualcosa in più . Nel 1947 condussei suoi ragazzi in Normandia, nel 1949 in Alsazia,nel 1952 sulla Costa Azzurra, nel 1953 in Savoia,nel 1954 in Svizzera, nel 1956 a Roma, a vedereil Papa Pio XII . Poi in Spagna, in Portogallo, inGermania, e l'estate scorsa di nuovo a Roma . Isuoi ragazzi furono svelti a occupare un posticinopresso l'altare di San Pietro nella Basilica, e di lìvidero il Papa : passò così vicino a loro che quasipotevano toccarlo . Usciti sulla piazza, saltavano digioia e gridavano : « C'est formidable!

I ragazzi in colonia giocano, pregano e imparanosecondo lo stile di Don Bosco . Monsieur Delpouveora ne conosce a fondo la vita, e nelle "buone notti"incanta i ragazzi con gli episodi piú interessanti .

C'è molta confidenza nella colonia . « Noi non pu-niamo mai - dice - ma conduciamo i ragazzi ariconoscere che hanno sbagliato» . Fa fare lunghe pas-seggiate e giochi all'aperto. I ragazzi sono divisi insquadre, con i capi, e i migliori ricevono un pun-teggio : alla fine saranno premiati . Due volte la set-timana vedono un film, quasi sempre di caratterereligioso . Le attività che svolgono li stimolano al-l'emulazione : concorsi, lavori artistici, gare spor-tive, e anche i piccoli servizi della colonia . Ascoltanola Messa due volte alla settimana : all'inizio pochifanno la Comunione ; alla fine tutti .

«HO FIDUCIA NEI GIOVANI»

Monsieur Delpouve con la sua colonia vagantefa del turismo moderno, ma soprattutto fa educazioneumana e cristiana . Il mondo è cambiato, e i giovanipiú di tutti. La sua Colonia si è adattata ai tempi,però ha il coraggio di parlare ai giovani di sforzo, disacrificio e di rinuncia . Un tempo i ragazzi accetta-vano di dormire sulla paglia, e ora si lamentano seil materasso non è abbastanza soffice . Ma mon-sieur Delpouve coglie tutte le occasioni per foggiarlialla ruvidezza che è necessaria per affrontare la vita .Una sera giunsero a Venezia con parecchie ore diritardo e non c'era più modo di allestire un pasto,neppure una cenetta al sacco : egli con un bel discor-sino fece appello alla forza di carattere dei suoiragazzi e li mandò a letto a stomaco vuoto . Ave-vano dai nove ai dodici anni, e nessuno fiatò .

«Ho conservato intatta la mia fiducia nei giovani- dice . - Sul piano della carità e della generosità

Page 15: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

verso gli infelici sono capaci di compiere gesti disin-teressati» . E ricorda quando condusse i suoi a vi-sitare l'ospizio dei poveri vecchi a Chàtillon-sur-Chalaronne . Cantarono per i ricoverati, poi rinun-ciarono ai dolciumi e gliene fecero dono . « Bisos;ne-rebbe - dice -- che i giovani imparassero a guada-gnarsi il pane col sudore della fronte, invece di averele tasche piene di soldi. Occorre mettere sotto i loroocchi gli esempi entusiasmanti dei santi moderni (DonBosco per primo) e più ancora l'esempio della propriavita. La società oggi offre troppe tentazioni, che al-lontanano i giovani dalla Chiesa . Occorre distruggereil prestigio fasullo degli idoli, tutti questi cantanti daquattro soldi e questi divi del cinema » .

L'AUREO PRINCIPIODELL'ECONOMIA CRISTIANA

Non gli mancano i grattacapi . Il suo primo grat-tacapo è il denaro. Le famiglie dei ragazzi paganoma non a sufficienza per coprire tutte le spese .Monsieur Delpouve in compenso è fervido di ini-ziative e riesce a quadrare i bilanci . Ha fondato1`Associazione San Giovanni Bosco" i cui membriaiutano la colonia quotandosi . Ricava qualcosa dallavendita dei suoi dischi . Allestisce tra i benefattoridelle "tombole" con premi . E poi, certi aiuti gliarrivano in un modo - a dir poco -- curioso .

Un giorno del 1953, mentre era con i ragazziin Savoia, disse al cappellano : «La nostra coloniaha già sette anni di vita, e non ha ancora una statuadel suo santo patrono » . Poi aggiunse ridendo : « SeDon Bosco ci tiene che abbiamo una sua statua, si ar-rangi a pagarsela» . Nel pomeriggio era accanto allafontana degli elefanti a Chambérv, intento a di-stribuire la merenda ai suoi ragazzi ; si avvicina unasignora e domanda : « Posso fare qualcosa per questiragazzi? ». «Noi non domandiamo mai nulla - lerispose - ma se ci offre qualcosa, lo accettiamo benvolentieri». La signora sorrise, aprì il portafoglio esfilò 2500 franchi. La statua di Don Bosco, lucida esorridente nel negozio di oggetti sacri, costava 2501franchi e monsieur Delpouve non ebbe che da ag-giungere di tasca sua il franco che mancava .

Tre anni dopo, il pullman li portò ad Ars . Tro-varono sulla piazza una vecchina in condizionipietose. Monsieur Delpouve le domandò se avessefame, e lei disse di sì senza complimenti . Allorachiamò i ragazzi e spiegò che bisognava fare qual-cosa. I ragazzi non se lo fecero dire due volte, elui per parte sua donò alla vecchina una pagnotta,una tavola di cioccolata e Zoo franchi . L e spesedella lunga escursione in Italia superavano già ipreventivi, ma non si poteva fare di meno . « Grazie- disse la vecchina intascando i Zoo franchi - Ilbuon Dio ve li renderà» . Un quarto d'ora più tardi,infatti, monsieur Delpouve incontrò il babbo di unodei suoi ragazzi, giunto ad Ars per affari, che offrìa tutta la comitiva un rinfresco e srotolò dal porta-foglio 15 .000 franchi . « Credo che ne abbiate bi-sogno», disse, e non sapeva che il buon Dio davvero

Il Cooperatore salesianomonsieur Delpouve. Allasua destra Claude Del-pouve e a sinistra Mau-rice Cattez, che hannolavorato senza tregua perla "Colonia Don Bosco"dal 1947 al 1961 .

restituiva in quel modo assai più che il centuplopromesso nel Vangelo .

Monsieur Delpouve risolve così i problemi finan-ziari della colonia, applicando l'aureo principio del-l'economia cristiana : « Aiutati che il ciel ti aiuta» .

IL SECONDO GIRO DEL MONDO

Altro suo grattacapo è trovare i collaboratori . Perla colonia ambulante occorre un autista, e poi chifa cucina, chi assiste i ragazzi, chi li fa giocare,pregare, divertire e lavorare . Monsieur Delpouvenon dà loro il becco d'un quattrino, perchè farebbesubito fallimento. Lo aiutano, senza ricompensa disorta, alcuni colleghi del collegio, i suoi ex alunni,• soprattutto i familiari che ha contagiato col suoentusiasmo : i suoi fratelli, una sorella, la moglie.C'è da aspettarselo, presto lo aiuteranno anche ifigli, appena ne saranno capaci .

Questo Cooperatore salesiano al cento per centoricalca a perfezione e modernamente le passeggiateautunnali di Don Bosco sui colli del Monferrato ;• i genitori dei ragazzi gliene rendono testimonianza .Gli scrivono per esempio : «Il nostro Filippo è tor-nato entusiasta del viaggio attraverso la Francia el'Italia ; ha acquistato una certa maturità di giudizio• più devozione*. E ancora : «L'evoluzione moraledel nostro Bruno è lampante. Il suo carattere è orapiù delineato, la sua volontà più rafforzata» .

Sulle circolari che manda alle famiglie dei ragazzi,monsieur Delpouve cita le parole di Don Bosco:« Noi non ci fermiamo mai ; c'è sempre cosa che in-calza cosa . . . Il giorno che ci fermassimo, la nostraopera comincerebbe a deperire» . Ciò è vero. Perconto suo, dopo aver percorso un intero giro delmondo, ha cominciato il secondo giro .

Bravo chi riuscirà a fermarlo .

1 3

Page 16: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Una domenica Giuseppe Brosio,un giovanotto molto affezionato aDon Bosco, notò che il Santonon era in cortile . Strano! Simise subito a cercarlo in ogniangolo della casa . Cerca e ricerca,finalmente lo trovò in una camera .Don Bosco era triste, molto triste,sembrava che stesse per piangere .- Che le succede, Don Bosco ?

- gli chiese premuroso . Don Bo-sco taceva, chiuso nel suo dolore .

Il giovane insistette perchè glifacesse conoscere il motivo ditanta sofferenza .

-- Uno dei nostri ragazzi -disse infine Don Bosco -- miha oltraggiato e svillaneggiato .Per quel che mi riguarda, nonmi importa punto ; ma il peggioè che lui si trova su unabrutta strada e chissà che finefarà .

Brusio si sentì toccato sul vivo .Con una vampa di collera mostrò ipugni e assicurò Don Bosco checi avrebbe pensato lui a vendi-carlo. Don Bosco lo guardò fis-samente :

-- Tu vuoi vendicare DonBosco, non è vero ? Hai ra-gione ; ma a un patto : la ven-detta la faremo insieme. Seicontento ?- D'accordo - gli rispose

Brusio .- Allora vieni con me - lo

invitò Don Bosco .E lo condusse in chiesa a pre-

gare per quel ragazzo insolenteche lo aveva offeso .« Credo che Don Bosco abbia

pregato anche per me - ricor-dava più tardi Brosio - perchèin un momento mi sentii un altro,letteralmente cambiato . Lo sde-

14

Pducatela perdonare

gno contro quel mio compagnosi era mutato in perdono » .

Don Bosco era solito dare que-sti consigli :

« Ricordatevi che perdonare vuoldire dimenticare per sempre» .

« Se volete ottenere molto daivostri allievi, non mostratevi maioffesi contro qualcuno . Perdona-telo sempre» .

C'è qualcosa di divino, di mira-coloso nel modo in cui il perdonoriesce a conciliare ciò che sem-brava assolutamente inconcilia-bile .

• Il perdono è il vertice dellacarità. Se la carità è un dono,il perdono è un raddoppio didono. È una grazia che redime .La psicologia moderna insegnache la capacità di perdonaree di accettare il perdono èl'indice di un carattere ben e-quilibrato .

• E inevitabile che ogni giornoqualche persona, anche senza vo-lerlo, ci irriti, ferisca il nostroorgoglio, approfitti o abusi di noi,si mostri sconsiderata o ingrata .Le piccole offese di solito si pos-sono anche sopportare ; ma quandosi ripetono o diventano serie su-scitano in noi una cieca volontàdi rendere male per male . Senzala grazia del perdono, l'offesa ge-nera offesa e la vendetta portaalla reciproca distruzione . Occorrepreparare i ragazzi a queste dureesperienze della vita e insegnareloro che bisogna perdonare . Quantevolte perdonare ? Sette volte ? Gesù

risponde : « Settanta volte sette »,cioè all'infinito .

• Oltre a essere un atto di carità,il perdono porta un duplice van-taggio : giova perdonare non menoche essere perdonati. Si verificauno dei paradossi della naturaumana redenta da Cristo : cioèche più noi siamo pronti a per-donare meno siamo chiamati afarlo . «Allenate fin da piccoli ivostri bimbi a perdonare ogni mi-nimo sgarbo, -- consiglia padreKeller, il fondatore del movi-mento dei "Cristofori" -- . Neavranno bisogno soprattutto daadulti. Io sarei dell'idea che i gio-vani all'altare quando si sposanodovrebbero giurarsi perdono reci-proco, oltrechè fedeltà e amore re-ciproco . Il perdono reciproco sal-verebbe molti matrimoni e li ren-derebbe felici» .

• La virtù risanatrice del perdonorichiede soprattutto preghiera . Senzala preghiera il ricordo dell'offesasubìta resta pieno di amarezza .E la preghiera che toglie il pun-giglione e il veleno ai pensieriche ne rimangono . Ogni genitoree ogni educatore dovrebbero in-segnare ai fanciulli questo se-greto . «Tu vuoi vendicarti? -scriveva un educatore . - Pregaper colui che ti ha offeso . Recitasemplicemente anche un'Ave Ma-ria. E come un po' d'olio get-tato sulle acque tumultuose dellacollera . Si farà subito bonaccia» .

« Tu vuoi vendicare Don Bo-sco, non è vero? - diceva DonBosco a Giuseppe Brosio. - Hairagione, vieni con me!,>, e lo con-dusse in chiesa a pregare .

Page 17: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

LA 91 8 SPEDIZIONE MISSIONARIA SALESIANA

Il Rettor Maggiore don LuigiRicceri nell'udienza privata delloscorso ottobre comunicò al SantoPadre che quest'anno sarebberopartiti per le Missioni 116 mis-sionari (83 salesiani e 33 Figliedi Maria Ausiliatrice) . Paolo VIse ne compiacque vivamente, so-prattutto perchè la maggioranzadi essi sono destinati all'AmericaLatina . Quando poi seppe che ipartenti sono in prevalenza giova-nissimi, disse saggia la prassid'inviare sul campo dell'azionemissionaria elementi molto gio-vani, perchè vanno quasi a "na-turalizzarsi" nel Paese dove do-vranno svolgere la loro missione,rendendosi più atti al lavoro mis-sionario .La parola del Papa è confer-

mata dall'esperienza : i giovanis-simi si adattano facilmente alclima, imparano con facilità lalingua, si uniformano agli usi ecostumi locali e penetrano meglionella mentalità dei nativi, ren-

~,Odi giri la mia gloria"dendo più immediata la loro operadi evangelizzazione.

I missionari partiti quest'annoprovengono da varie Nazioni, masono in prevalenza italiani e spa-gnoli. Di essi 62 sono direttiall'America Latina, in luoghi divera missione o in Paesi dove iVescovi con i loro accorati ap-pelli chiedono operai evangelici ;16 vanno in Estremo Oriente e5 in Africa. Anche le 33 Figliedi Maria Ausiliatrice sono desti-nate a missioni di ogni conti-nente .

La domenica 9 ottobre nellaBasilica di Maria Ausiliatrice ri-cevettero l'abbraccio del Succes-sore di Don Bosco e degli altriSuperiori . A ciascuno il RettorMaggiore consegnò un Crocifisso,simbolo insieme di olocausto edi redenzione . L'Ispettore delMedio Oriente don FrancescoLàconi presentò ai partenti ilcampo immenso che la Chiesaapre al loro zelo e dimostrò con

vari episodi che il lavoro, anchese arduo e talora spinoso, portai suoi buoni frutti . Disse quindiun commosso grazie ai genitoridei novelli missionari - tra lafolla non era difficile riconoscerlinegli occhi lucidi di lacrime - econcluse ricordando che il Con-cilio ha messo in luce la veritàche tutta la Chiesa è missionaria .Nessuno quindi può sottrarsi aldovere di portare il suo contributoalla costruzione del Regno di Dio .

« Di qui la mia gloria», avevadetto la Vergine a San GiovanniBosco facendogli contemplare invisione la sua futura Basilica . Aquanti hanno assistito alla 91a fun-zione di addio ai missionari par-tenti da Valdocco veniva spon-taneo risalire col pensiero, at-traverso le 9o spedizioni missio-narie che l'hanno preceduta, al-l'abbraccio che San Giovanni Bo-sco aveva dato ai primi suoi figlimissionari sotto lo sguardo sor-ridente di Maria Ausiliatrice .

15

Page 18: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

NEL MONDOSALESIANOUn complessodi opere salesianeper la gioventùinauguratonella parrocchiaSan Giovanni Boscodi Padovadal Rettor Maggioredon Luigi Ricceripresenti il Vescovomonsignor Bortignone il Ministro Gui

Nel centenario della prima visita diDon Bosco alla città di Padova, laparrocchia San Giovanni Bosco, affi-data ai salesiani, ha inaugurato leopere realizzate per l'assistenza allagioventù e il salone parrocchiale, sul-l'area attigua alla chiesa dedicata aDon Bosco .

Il parroco don Ceriotti ha affrontato,con lo spirito d'intraprendenza di DonBosco, problemi e difficoltà, per dareal più presto e in modo adeguato allagioventù una Scuola Materna conambienti e attrezzature da poter essereutilizzata anche come Oratorio fem-minile diretto, come la Scuola Ma-terna, dalle Figlie di Maria Ausiliatrice(2a foto dall'alto) ; inoltre, in altra co-struzione a parte, la Scuola Mediastatale con 250 posti, per i ragazzie le adolescenti della parrocchia,con ambienti per l'Oratorio maschilee, al secondo piano, un Pensionatouniversitario capace di 40 posti(3a foto) ; e di fianco, un Salone Par-rocchiale con 500 posti a sedere ecampi da gioco per tutti (4a foto) .Un complesso insomma che va dal-l'asilo all'Università e che - con ac-canto la Scuola Elementare statale« San Giovanni Bosco x, - costituisceun centro di riferimento e di incontroideale per la comunità parrocchiale .

Page 19: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

L'istituto Superiore di Pedagogia delle Figlie di MariaAusiliatrice incorporato al Pontificio Ateneo Salesiano

L'Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze Reli-giose delle Figlie di Maria Ausiliatrice, fondato in Torinonel 1954, con decreto della Sacra Congregazione degliStudi è stato incorporato al Pontificio Ateneo Salesianodi Roma. È la prima volta che un Istituto femminile passaalle dirette dipendenze della Sacra Congregazione dei Se-minari e delle Università degli Studi ed è incorporato auna facoltà ecclesiastica .

L'Istituto Internazionale di Pedagogia e di Scienze Re-ligiose comprende : il biennio di preparazione filosofico-teologica, che si conclude col diploma di Scienze Reli-giose ; un secondo biennio per la formazione pedagogicadi base, che dà il «baccalaureato » in filosofia-pedagogia,e un terzo biennio di specializzazione in una delle sezioniin cui si divide, e dà alla fine del corso la laurea in Scienzepedagogiche .

L'Istituto, secondo le direttive della Sacra Congrega-zione degli Studi, assolve nel settore femminile il com-pito che l'istituto Superiore di Pedagogia dell'Ateneo Sa-lesiano svolge in campo maschile. Nei suoi dodici annidi vita l'istituto ha conferito : 303 diplomi di Scienze Re-ligiose, 154 diplomi di Assistenza sociale e 104 diplomidi Pedagogia nelle tre specializzazioni, pedagogia, cate-chetica e psicologia .

Il decreto della Sacra Congregazione degli Studi portala data significativa del 31 gennaio 1966, festa di San Gio-vanni Bosco . L'incorporazione fu fatta tramite il Rettor Ma-gnifico del Pontificio Ateneo Salesiano, don Alfonso Stickler,

in nome e con l'autorità del Rettor Maggiore dei Salesianie della Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Per l'avvenuta incorporazione dell'Istituto al PontificioAteneo Salesiano la cerimonia inaugurale del nuovoanno accademico ha assunto un carattere di parti-colare solennità . La presiedette l'Arcivescovo di Torinomons. Michele Pellegrino, che tenne pure la profusionesul tema : «Va/ori pedagogici e didattici dei primi novelibri delle Confessioni di Sant Agostino » .

Con la profonda conoscenza dell'opera agostiniana atutti nota, mons . Pellegrino ne ha messo in evidenza laricchezza di contenuto e alcuni punti di particolare inte-resse, come il metodo didattico, il problema dei castighi,l'importanza di una sicura impostazione religiosa e moralefin dai primi anni di scuola . L'oratore ha notato l'attualitàdel pensiero di Agostino soprattutto circa la superioritàdel metodo dell'interesse e della simpatia dell'alunno perl'argomento di studio sul metodo della coercizione e deltimore : «Ad apprendere vale più la libera curiosità chela costrizione basata sulla paura (Conf . I, 14) » . L'espe-rienza personale inoltre aveva insegnato ad Agostino checiò che qualifica il valore dell'opera educativa non sonotanto i mezzi quanto il fine che ci si propone e che nel-l'insegnamento più che lo splendore della forma vale ilvalore essenziale della verità .

La dotta e chiara trattazione è stata seguita con vi-vissimo interesse e calorosamente applaudita .

Le Figlie di Maria Ausiliatrice partite quest'anno per le Missioni . In grande maggioranza hanno compiuto i loro studi nell'Istituto Internazionaledi Pedagogia e di Scienze Religiose .

Page 20: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Il Gruppo Editoriale MERIDIANO 12presenta le cinque riviste

che soddisfano le più diverse esigenze :

Meridiano 12La rivista per la famiglia moderna : la rivista di coloro

«un'opinione» su tutti i problemi più attuali .Abbonamento annuo L. 1000. Semestrale L. 600Estero annuo L. 1800. Un fascicolo L. 120

PrimaveraLa simpatica rivista quindicinale degli anni verdi cheporta un'ondata di luce alle ore di svago delle ado-lescenti di "stile" .

Abbonamento annuo L . 2300. Semestrale L . 1150Estero annuo L. 3500Per abbonamenti scrivere :Cinisello Balsamo (Milano). Via Laura Vicuna, 1

Gioventù MissionariaLa rivista di coloro che vogliono conoscere i problemimissionari .

Primavera • Gioventù Missionariacinque riviste che, diverse nell'impostazione e nellinguaggio, hanno in comune la freschezza, l'obiettivitàe la serietà dell'informazione .

Omaggio alpino a San Giovanni Bosco

Nella conca "Tre Amis" presso il colle di Tenda a quota1400 è sorta la cappella forse più alta d'Europa dedicata aDon Bosco. L'iniziativa è del nostro exallievo geom . AchilleCacciolatti . C'era lassù un problema da risolvere di naturapastorale : la S . Messa festiva per i numerosi sciatori chefrequentano le piste della zona . La graziosa cappellina dàcomodità agli sciatori di adempiere al precetto festivo e ri-corda a tutti il simpatico Santo che ha capito e valorizzatoin chiave cristiana lo sport e il divertimento .

18

VIEDMA (Argentina). Mons. Borgatti hacelebrato le sue nozze d'oro sacerdotali

Per il 50° dell'ordinazione sacerdotale di mons . GiuseppeBorgatti, salesiano, vescovo di Viedma, tutta la diocesi hareso omaggio al suo venerato Pastore . II 17 giugno, festadei Sacro Cuore e data giubilare, mons . Borgatti conce-lebrò unitamente ai Vescovi salesiani mons . Michele Ra-spanti e mons . Maurizio Magliano e ad altri otto sacerdoti .Erano presenti mons . Bonamin, salesiano, pro-vicario delleForze Armate argentine, e le più alte autorità civili e mili-tari . Tenne l'omelia il venerando don Giuseppe ClementeSilva, che 50 anni prima aveva tenuto il discorso dì primaMessa per l'allora don Borgatti . Dopo la concelebrazionefu letta la lettera autografa di S . S . Paolo VI .

Mons. Giuseppe Borgatti è nato a Buenos Aires il14 settembre 1891 . È salesiano dal 1911, sacerdote dal1916, vescovo dal 1953. Ancora semplice sacerdote, nelCongresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires del1934, rivelò le sue belle doti organizzando la « Giornatadei fanciulli», nella quale 107.000 fanciulli si accostaronoalla santa Comunione .

che vogliono arricchire il proprio spirito con unalettura sana .

SemestraleL. 2000 . L . 1000Abbonamento annuoEstero annuo L. 3000. Un fascicolo L. 200

700

DuemilaIl rotocalco per il ragazzo moderno .Abbonamento annuo L. 1200. Semestrale L .Estero annuo L. 1800. Un fascicolo L. 120

DimensioniLa rivista per i giovani che vogliono vivere « daprotagonisti » e sentono il bisogno di formarsi

Abbonamento annuo L. 700 . Semestrale L. 400Estero annuo L. 1200 . Un fascicolo L. 80

Meridiano 12 • Duemila • Dimensioni

Page 21: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

ROMA. II ministro Andreotti con un gruppodi insegnanti e allievi del nostro Istitutodel Cairo in visita a Roma e in Italia

Il Ministro nel 1965, di passaggio al Cairo, aveva pro-messo agli allievi egiziani di interessarsi perchè fosse sod-disfatto il loro desiderio di visitare l'Italia . La promessa èdiventata realtà la scorsa estate . II viaggio ebbe scopiculturali, religiosi, artistici . Durò dieci giorni e fu segnatoda due fatti notevoli . II 6 luglio parteciparono all'udienzadel Papa, vicini al trono del Santo Padre . Paolo VI li no-minò e rivolse loro una parola in particolare . L'8 luglioebbero un incontro col ministro Andreotti . Alcuni dei par-tecipanti hanno trovato lavoro e si trasferiranno in Italia .

CASTEL GANDOLFO. Saggio musicale diun complesso salesiano dedicato al S. Padre

È stato sicuramente uno spettacolo insolito, quello of-ferto sul piano delle scale della chiesa parrocchiale dalcomplesso dello Studentato filosofico salesiano delle Ispet-torie campano-pugliese. Non solo per i fedeli venuti a vi-sitare il Santo Padre, ma anche per gli stessi cittadini diCastel Gandolfo .

Il complesso, formato da due chitarre, una batteria, unafisarmonica e, cosa abbastanza rara per un complesso mo-derno, un sax, ha trovato forse proprio nella moderazioneche lo ha caratterizzato, il motivo più valido per la sim-patia che lo ha sostenuto nella sua esibizione .

Il repertorio vasto, ma sempre contenuto in un certotono pacato, ha variato dalle canzoni melodiche napole-tane al boogie-woogie, con una puntata al vecchio West .

Insomma una manifestazione cordiale, anche se improv-visata, dedicata al Santo Padre, con motivi di ringrazia-mento, e soprattutto, una nuova e più adeguata forma dicarità e di apostolato in questa nostra instabile società,continuamente evolventesi .

(da Il Messaggero di Roma)

4 VERONA. 11 ministro Scaglia pone laprima pietra di una grandiosa scuola gra-fica all'Istituto Salesiano « San Zeno »

Il nuovo Padiglione destinato a ospitare la Scuola Gra-fica con le specializzazioni fondamentali di fotomeccanica,litografia, rotocalcografia, viene dopo quello già in fun-zione da due anni per la meccanica e specializzazioni col-legate: e precede nel tempo quello che occuperà l'area in-termedia, destinato ai Corsi di elettrotecnica, radiotecnicaed elettronica .

Intanto è attivissimo l'Istituto tecnico industriale serale,legalmente riconosciuto, che svolge quest'anno il sesto edultimo anno del Corso, per portare un primo gruppo dioperai al conseguimento del diploma di perito tecnico in-dustriale .

« Per l'istruzione professionale - ha dichiarato il Mi-nistro - nessuno sforzo è superfluo, nessun impegno èsufficiente . E qui per l'istruzione professionale è stato fattodalla iniziativa privata con l'aiuto di Enti locali ciò che laburocrazia statale non avrebbe ottenuto in modo così de-ciso, rapido, generoso, intelligente . A quest'Opera e ai suoirealizzatori va dunque la gratitudine della Comunità na-zionale » .

Page 22: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

TUTTO E TRANQUILLOGDALENA DEL MAR

un quartiere, nella perife-turbolenta di Lima in Perù,ve - con stupore della poli-- regna una calma sorpren-te. Vi spieghiamo perchè iazzi di Magdalena del Mar,opposto di tanti loro coe-

ortano

i

t

Ut.A DEPORTIVA

MACOA1 .ENA oti MAR

Sul quotidiano più diffuso diLima, nella pagina più letta (valea dire la pagina dello sport),l'anno scorso pubblicarono unafotografia inattesa : un campo dicalcio, porta e giocatori sul fondo,e in primo piano un prete con lalunga tonaca nera, un piede aterra e l'altro più in alto dellatesta, che calciava atleticamenteil pallone. Forse in quel campodi calcio e in quel prete è rin-chiuso il segreto della strana, sor-prendente, altrimenti inspiegabilecalma, che regna indisturbata nelquartiere periferico di Lima chia-mato Magdalena del Mar, e chestupisce perfino uomini consu-mati ed esperti come quelli dellapolizia cittadina .La capitale del Perù, come

tutte le metropoli del mondo, hale sue bidonvilles, le barriadas,che ospitano all'incirca 250.000sottoproletari . E come tutte lemetropoli, Lima ha anche unaperiferia proletaria piuttosto tur-bolenta. Il rione Magdalena delMar è invece, in tutta la banlieue,il posto più tranquillo, così tran-quillo che ci si può aggirare dinotte senza correre pericoli, comeal centro della città . E la spiega-zione di questo fatto 'sorprendenteva appunto cercata su quel campodi calcio, e in quel prete . Il campoappartiene a un oratorio, e il preteè un figlio di Don Bosco. Si chiamadon Francesco Vaccarello, è ita-liano e ha varcato l'Atlantico nel1953, ancora chierico .Da cinque anni dirige l'ora-

torio di Magdalena del Mar, edice : «L'oratorio è il campo diapostolato dove meglio sento labellezza della vocazione salesiana .Soprattutto nell'oratorio ho tro-vato quella gioventù povera e ab-bandonata che ha bisogno di DonBosco e che lui cercava» .

La domenica su quel campodi calcio si riversano tra gioca-tori e spettatori, bambini ragazzigiovanotti e uomini, 7500 per-sone. Gli sportivi tesserati sonoquasi 5000, e l'anno scorso svol-sero 21 tornei .

Page 23: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Lima (Perù) . Venti giovani Cooperatori salesiani s'incontrano ogni lunedì per preparare le riunioni di club, i catechismi, le attività sportive.

Non si fa solo calcio ma anchepallacanestro, atletica pesante, ejudo . Insegna judo uno dei cam-pioni nazionali, "cintura nera" .Allena nel sollevamento pesi ilcampione Italo Avila, che da seianni detiene il titolo nazionale esi è qualificato secondo nellegare del Sud America. Il vivaiocalcistico dell'oratorio ha fornitogiocatori alle squadre di serie Ae uno anche alla nazionale.Molti ragazzi poveri prima di

fare lo sport hanno il problemadello stomaco da riempire, e l'ora-torio distribuisce ogni giorno 300

pasti e un centinaio di merende .Nelle vacanze ogni anno manda2oo dei ragazzi più patiti a unacolonia marina .Sport e assistenza sono solo

lo zuccherino per giungere a fardel bene più sostanzioso . In primoluogo il catechismo, impartitotutte le domeniche . Preghiere e"pensierino" ogni giorno . Filmalla domenica come divertimento ;ma anche al mercoledì per istru-zione (si proiettano documentariculturali e formativi) . Per i ra-gazzi c'è la TV, con programmiben selezionati . C'è la biblioteca .Ci sono i piccoli cantori . Si ban-discono concorsi artistici di di-segno e di letteratura .

. Tutti i ragazzi, dai dieci anniin su, sono organizzati nelle as-sociazioni giovanili e svolgono at-tività di loro gusto . Ogni setti-mana i vari clubs tengono la lororiunione, con conferenze, allena-menti sportivi e attività varie. La"lega sportiva" oratoriana rac-coglie 45 squadre della zona, dicui 7 dell'oratorio .

I giornali cittadini s'interessanodi questi giovani intraprendenti ene scrivono resoconti settimanali .La radio ne parla nei notiziari ;la TV ha già messo in onda un'in-tervista al direttore dell'oratoriodurata 45 minuti, e in cinque osei altre occasioni ha ripreso ma-nifestazioni sportive .

l contocorrentistidella Provvidenza

I ragazzi la domenica assedianol'oratorio dal mattino alla sera .Il direttore non sa come fare permandarli via e prendersi quel mi-nimo di riposo che gli è neces-sario a tirare avanti . Altri ora-tori forse hanno il problema direclutare i ragazzi ; quello di Mag-dalena del Mar ha il problema dirispedirli a casa .

Il direttore ha un copricapoche non è per nulla ecclesiastico,ma nessun censore potrà cen-surarlo perchè in testa non loporta mai . È un casco da esplo-ratore sahariano, diventato famosoin tutto il mercato di Magdalenadel Mar. I rivenditori alle ban-carelle lo conoscono bene, e al-trettanto bene lo conoscono lemassaie che fanno la spesa . Il di-rettore dell'oratorio lo tiene trale mani come una bacinella, econ esso fa il giro del mercato ;rivenditori e massaie ripulisconoil borsellino degli spiccioli, li met-tono nel casco e ricevono in cambioun "grazie" a nome di Don Bosco .

La questua si ripete ormai daanni, immancabilmente ogni sa-bato, al mercato, e permette al-l'oratorio di quadrare il bilancio .

Altri aiuti piovono nel cascodalle fonti più diverse . Il Governodà un piccolo contributo . Il Mi-nistro della Salute Pubblica for-nisce alimenti per le refezionigiornaliere . Il Ministro dell'Edu-cazione mette a disposizione unascuola per la colonia marina . IlMunicipio offre la luce per l'il-luminazione dei campi di gioco .Gli aiuti maggiori però sono-ver-sati nel casco sahariano dai con-tocorrentisti della Banca dellaProvvidenza, i poveri, che offronole piccole elemosine per quelliche sono più poveri di loro .

Si respira aria di Concilio

Al direttore occorrono anchemolte solide braccia per reggerela complessa impalcatura dell'ora-torio. Si prestano a fare il cate-chismo quattro Suore francescane,alcuni giovani della "Legio Ma-riae", alcuni studenti universi-tari. Venti giovani Cooperatori siriuniscono ogni lunedì per prepa-rare le riunioni di club, i cate-chismi, le attività sportive. Unamano all'oratorio la dànno per-sino i protestanti .

C'è a Lima un'organizzazionefondata da un metodista inglese echiamata "Associazione dei gio-vani cristiani" : si propone difarli vivere cristianamente, e ciriesce. Il direttore dell'oratorio

21

Page 24: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

è già stato più volte alla loro sede,invitato per conferenze. In cambio,il loro personale specializzato simette a disposizione dell'oratorioper consulenze tecniche e aiutidi vario genere .

C'è poi un altro giovane pro-testante, Roland Clark, un bat-tista venuto dagli Stati uniti : daquasi due anni lavora all'oratorio,dando uno stupendo esempio divita cristiana serena e sacrificata .E ottimo giocatore di pallacanestro,e allena le squadre. E l'anima deiclubs .

Così a Magdalena del Mar sirespira aria di Concilio e di ecu-menismo .

Medaglie d'oro meritate

Cattolici e protestanti, all'ora-torio di Magdalena, non discu-tono e non litigano. Non ne hannotempo: hanno troppe cose da fare .In realtà, si è molto in ritardonell'opera di evangelizzazione .

Quando la città di Lima nacque

Come settanta Xavantes hanno perso la vitaDa una corrispondenza del Centro Ispettoriale salesiano

di Campo Grande (Brasile) :

Il 27 agosto scorso giungeva il seguente SOS della Mis-sione di San Marco tra i Xavantes : « Grave epidemia dimorbillo attaccò la maggior parte dei Xavantes con altafebbre e forme gravissime, undici morti, molti gravi, urgemandare medicine, medici e infermiere» .

Subito dopo avvisammo per telefono uno dei medicidell'Aviazione militare, nostro exallievo, che otteneva dalComando della FAB (Federazione Aerea Brasiliana) unaereo di soccorso . Era sabato . Nel primo pomeriggio le do-dici casse di medicinali indispensabili, i medici, le infer-miere erano pronti e alle cinque del mattino della dome-nica, un aereo FAB col nostro exallievo partiva per ini-ziare la grande lotta contro la morte .

Tutta la Missione si trasformò in ospedale . L'ampiachiesa divenne una infermeria e, sotto la guida dei medici,anch'essi missionari, si organizzò un esercito di infermieri,fatto di salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatrice e deglistessi Xavantes sani e più evoluti .

Il maggior pericolo fu per l'ultima tribù, giunta in queigiorni da lontano, composta di individui stanchi e denu-triti . In principio alcuni, eludendo la vigilanza, vollero ba-gnarsi, buscandosi la polmonite e la morte . Poi gli stessiIndi della Missione insegnavano come sorvegliare i malati,

22

(e si sa con precisione il giornoil mese e l'anno : fu il iS gennaio1535), il conquistador FranciscoPizarro posò contemporaneamentela prima pietra della cattedralee del palazzo del vicerè. Da al-lora il braccio secolare si è datoparecchio da fare per costruireil regno degli uomini ; non altret-tanto si è fatto per costruire ilregno di Dio . Le statistiche par-lano di un sacerdote, in Perù,ogni 5ooo abitanti ; ma sono com-presi gli anziani e i malati ; e laloro distribuzione irregolare sulterritorio lascia molte zone privedi assistenza religiosa . Nella peri-feria di Lima il clero è del tuttoinsufficiente . Conseguenza : le fa-miglie si disgregano . Pochi sonosposati in chiesa ; molti solo ci-vilmente, altri neppure sposati .Sono frequentissimi i coniugi se-parati . E chi ne va di mezzo, alsolito, sono i figli .

Il direttore dell'oratorio a volteinterroga i suoi ragazzi: «Tu conchi vivi?» . Gli rispondono: «Col.nonno », o « Con una zia », omagari « Con il babbo» o «Conla mamma » ; troppo pochi gli di-

cono: « Vivo con babbo e mammainsieme » .

Sono abbandonati a se stessi, enon sapendo come passare iltempo si comportano male. Prestoo tardi hanno a che fare con lagiustizia . La maggioranza dei de-litti in Lima sono commessi daminorenni. La delinquenza mino-rile turba i sonni al Ministro dellaGiustizia. Ma appunto, si diceva,c'è una zona di periferia congente misera come altrove, chenon sempre riesce a provvedere ilpane ai figli: è il quartiere Mag-dalena del Mar, dove anche dinotte si può circolare senza pauraperchè i minorenni sono ragazziper bene .

Le autorità hanno già dato me-daglie d'oro al giovane direttoredell'oratorio salesiano, quel sa-cerdote che gira il mercato colcasco da esploratore come se fosseuna bacinella, e viene fotografatonelle pagine sportive in pose atle-tiche e magari poco . . . reverende .Sono medaglie meritate : la calmache regna a Magdalena del Marva ascritta a lui e ai suoi collabo-ratori dell'oratorio .

obbligandoli alla terapia . I più difficili furono i bambini,alcuni di pochi mesi, che le mamme incaute, non sapendoassisterli e curarli, videro morire tra le loro braccia . Anchetra adolescenti e adulti le vittime furono numerose . I Xa-vantes nuovi arrivati erano circa 300 ; dopo un mese emezzo di lotta, più di 70 hanno pagato il tributo alla morte .Nel dolore i missionari ebbero il grande conforto di battez-zarli tutti, perchè anche i nuovi arrivati avevano avuto lacatechesi essenziale da alcuni Xavantes, veri apostoli chedalla Missione si erano recati nella selva a catechizzarli .

La FAB, coi suoi valorosi piloti, medici e infermieri, percirca 20 giorni fece voli giornalieri, e anche doppio voloin un giorno, per portare personale, medicine, alimenti evestiti .

Campagne per chiedere aiuti furono lanciate dalla radioe dai giornali . I Governi degli Stati di San Paolo e di MatoGrosso, scuole e istituzioni pubbliche e semplici privatihanno risposto generosamente. Gli stessi Xavantes man-darono regali .

Naturalmente il maggior peso gravò sulla Missione, coni numerosi sacrifici personali e pecuniari . Quanti milioni,in pochi giorni, per provvedere ai quasi quotidiani SOS!La Provvidenza non ci mancherà . Noi confidiamo nella di-vina promessa : « Cercate prima il Regno di Dio e la suagiustizia, e il resto vi sarà dato di soprappiù» .

Page 25: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

« Se si rinchiudessero nella casedi correzione tutti i ragazzi chehanno rubato - disse un missio-nario olandese dopo il cataclismache aveva sconvolto il Congo -dalle mie parti non si vedrebbero

una cittadi ragazzi neriIn Katanga il "tornado" della guerraaveva allontanato i giovani dalle poche scuole funzionanti,avviandoli sulla strada dell'alcool,della droga, della banda e della delinquenza .I salesianistanno costruendo alla periferia della capitaleuna "città dei ragazzi"che raccoglie i casi più disperati .

più ragazzi in giro per le strade » .Le "sue parti" sono il Katanga,provincia tra le più provate dallaguerra civile .

I ragazzi però non sono statirinchiusi, e nella capitale del

Katanga (ieri chiamata Elisa-bethville, oggi Lubumbashi) essipullulano, spumeggiano, ribol-lono, e con tutta facilità tra-valicano i limiti dell'ordine so-ciale .

Page 26: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

24

GLI AMICHETTISI FANNODELINQUENTI

La loro pelle è d'un bel nero-ebano, e questa smagliante tin-tarella naturale è l'unica cosa chegli attrezzatissimi ragazzi nostranipossano invidiare : per tutto ilresto c'è da compiangerli . Sonorimasti per anni abbandonati edisorientati . Mancava un'autoritàmorale che li galvanizzasse, uncapo e una bandiera a cui farriferimento, degli ideali per cuivivere. Mancavano -- e mancanoancora - le scuole, soprattuttoprofessionali, che li preparasseroa svolgere un compito nella so-cietà. Su ioo bimbi iscritti allascuola elementare, solo 25 giun-gono al termine del ciclo, e solodue concludono gli studi secon-dari . Impreparati al lavoro, rimar-ranno afflitti per tutta la vita dalpiù temibile dei mali sociali : ladisoccupazione cronica .

Molti giovani hanno una peri-colosa dimestichezza con le armi,perchè furono reclutati tra i ri-belli, a volte ad appena dodicianni d'età. Molti altri passano gra-datamente, e quasi senza avve-dersene, dall'amicizia infantile alladelinquenza organizzata . Tutto co-mincia con i trastulli innocentifra amichetti, come in ogni partedel mondo, e da che mondo èmondo. Poi le piccole cricche diamici si dànno da fare per occu-pare il lungo tempo dell'ozio eper riempire lo stomaco. Poi cer-cano ciò che dà l'illusione della"promozione" al mondo degliadulti, cioè l'alcool e la droga(arrotolano la foglia di una piantatropicale allucinogena, la fumanoe si sentono . . . uomini) .

Questi giovani inadattati e in-capaci di inserirsi nel tessuto so-ciale, vivono in condizioni dipre-delinquenza e facilmente ven-gono "strumentalizzati" dai fuo-rilegge che se ne servono per im-prese brigantesche .

Un secolo e mezzo fa, un ra-gazzino di nove anni aveva vistoin un sogno profetico «una mol-titudine di capretti, di cani, digatti, di orsi e di parecchi altrianimali », e si era sentito dire a

loro riguardo : « Ecco il tuo campo,ecco dove dovrai lavorare» . Il ra-gazzino dei Becchi s'era rimboc-cate le maniche e quella torma dianimali selvatici allora si era tra-sformata in un pacifico gregge .Ora la scena si ripete in Katanga : lìDon Bosco ha mandato i suoi figli .

, UN SOGNOCHE SI CHIAMA"CITTA

a

DEI RAGAZZI"

Il nuovo sogno dei figli di DonBosco a Elisabethville ha un nomepreciso: si chiama "Cité des jeu-nes, Città dei ragazzi" . Ed è giàrealizzato sulla carta : ne ha trac-ciato i disegni un architetto cheè ateo. Consegnando al direttoresalesiano le grosse planimetrieche gli erano costate giorni egiorni di lavoro, l'architetto ateodisse : « Se lei troverà denaro ba-stante per pagare la Città, voglioche paghi anche me ; altrimenti nonvoglio niente. Non lo faccio perDio, perchè non credo, ma per lasua opera, che è tanto bella » . Sichiama André De Buyl. Non sifa illusioni circa il suo onorario,ma gli angeli del Signore hannoda qualche parte un quadernettospeciale su cui registrano anchele azioni buone degli increduli .

Il sogno sulla carta è così belloche merita dargli un'occhiata .Comprende sei sezioni: cinquecentri (artigianale, agricolo, spor-tivo, di rieducazione, sociale) e unpensionato per i senza dimora .

Il Centro artigianale comprendelaboratori di falegnameria, di mec-canica, per garagisti, per elettri-cisti, per lavoratori del legno edel rame (in Katanga si cam-mina sui giacimenti di rame), unascuola alberghiera. Elisabethvilleha già due istituti tecnici che in-segnano molta teoria e i cui di-plomati finiscono per voltare lespalle alla professione e per faregli impiegati . Il Centro artigia-nale salesiano avrà invece fina-lità soprattutto pratiche : avvierài giovani a un buon mestiere checonduca a un posto di lavoro si-curo e ben retribuito .

Il Centro agricolo non ha preoc-cupazioni per il terreno (nel Ka-

tanga, con tre abitanti e mezzoogni chilometro quadrato, nonci si pesta i piedi) . Gli allieviverranno avviati alla coltivazionedei campi finché non saranno ingrado di fare per conto proprio .Attraverso una Cooperativa agri-cola troveranno poi il modo dicollocare i loro prodotti sui mer-cati della capitale .

Il Centro sportivo vuole com-battere la pre-delinquenza libe-rando i giovani dagli influssi dele-teri dell'alcool, della droga e dellebande . È dal gioco praticato"allo stato brado" che nascono lebande ; i campi sportivi, le piscinee le palestre dovrebbero risolvereil problema.

Il Centro di rieducazione tentail recupero dei giovani che sonoincappati nelle maglie della giu-stizia, li avvia a esercitare unaprofessione, per poi reinserirlinella società. L'opera risanatricenon è impossibile : questi mino-renni delinquenti per lo più nonsono tarati, ma ragazzi normalispinti a tralignare dalle avversecircostanze ambientali, e perciòricuperabili .

Il Centro sociale prevede unservizio di orientamento profes-sionale, un ufficio di collocamento,sale di riunione, locali per corsiserali, sala cinematografica, bi-blioteca . Si prefigge di mantenerei contatti con gli allievi che hannofrequentato la Città dei ragazzi,per guidarli nei primi passi dellaloro vita autonoma. L'influsso delCentro sociale si stenderà benoltre, il più possibile, nella massa .

Elisabethville aveva già tre operesalesiane ; questa quarta che stasorgendo è la più vasta e la piùnecessaria. Ma tutti i centri delKatanga avrebbero bisogno di unaCittà dei ragazzi, perché dapper-tutto la gioventù, travolta daltornado della guerra civile, è sban-data e senza prospettive per il fu-turo .

i TORNADODELLA GUERRA

« Non c'è un solo episodio o unsolo sentimento onesto e pulito,nelle recenti cronache del Katanga .

Page 27: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

E, in fatto di uomini, ci sono solodei birbanti» . Questo pesante giu-dizio, espresso nel 1963 da unosservatore al di sopra della mi-schia, il giornalista Max David,fa forse d'ogni erba un fascio,ma non sembra troppo lontanodal vero . Quando alle ore zerodel 30 giugno 196o scattò per ilCongo il meccanismo dell'indi-pendenza a cui non era per nullapreparato, un groviglio di forze,prima sornionamente latenti maalimentate da interessi in radicalecontrasto tra loro, prese a sno-darsi con violenza implacabile. Se-cessioni, rivolte, colpi di stato :la cartina geografica traballava .

Del resto il fenomeno investivaun po' tutta l'Africa . La federa-zione del Mali, per esempio,nata anch'essa nel 196o, partì conquattro Stati, poi in pochi anniscese a tre, a uno, e risalì a due .Ma in Congo il caos superò ogniprevisione .

Le truppe di colore si ammuti-narono agli ufficiali belgi . Il nuovopresidente Kasavubu e il suoprimo ministro Lumumba in pienoaccordo sollecitarono l'interventodell'Onu, poi si fecero guerra l'unl'altro. I negri Bakongo si dila-niarono in inutili lotte tribali ;nel Kasai fecero altrettanto i Luluae i Baluba . Nella rivolta controle autorità centrali, Gizenga suc-cedette all'assassinato Lumumba econ armi russe e ideologie cinesispinse gli abitanti della selva al-l'assalto . Diceva loro : « Gesù Cri-sto non c'è più, il vostro reden-tore è Lumumba » . Il territorio delRuanda-Urundi prima si staccòdal Congo e poi si spaccò in dueStati sovrani, mentre all'internola maggioranza dei piccoli Ba-hutu sterminava la minoranza deilunghissimi Watussi

dicendo :« Siete troppo lunghi», e tagliavaloro le gambe .

LE FRECCE

JONTRO I

"CASCHI BLU"

Per parte sua il Katanga fu ilpiù grosso pomo della discordia :un pomo non di oro ma di ramee di cobalto, quel rame e quel

cobalto su cui i selvaggi per mil-lenni avevano passeggiato senzasospettare quanto fossero preziosi,•

che ora facevano gola a troppi .L'uomo del Katanga fu Ciombe .

Capo di un partito inferiore allesue aspirazioni, riuscì con broglielettorali a dargli la maggioranza,• facendo modificare a propriofavore lo statuto del futuro Congoindipendente mise le premesseper la secessione. Dieci giornidopo la proclamazione dell'indi-pendenza - appena il tempo perfarci su un pensierino - Ciombestaccò il Katanga dal Congo . Iparà belgi corsero in suo aiuto,ma per la pressione delle Na-zioni Unite dovettero ritirarsi .Allora Ciombe armò i suoi uo-mini e parecchi mercenari bianchi,• con queste truppe improvvisateaffrontò i Caschi blu dell'Onu. Fuun disastro: i Caschi blu stravin-sero e la repubblichetta di Ciombesi sfasciò. Si era sul finire del1962 .

Intanto il Katanga era vissutoper due anni e mezzo in clima diviolenza: i giovani che avevanodeposto l'abbecedario e imbrac-ciato il fucile (o in sua mancanza,la lancia, l'arco e le frecce), ciavevano preso gusto al gioco dellaguerra, e molti di essi insiemecon non pochi mercenari, alla finedelle ostilità presero la via dellaselva e del banditismo . Il grantornado della guerra sul Katanga

L'équipe internazionale che lavora nella Città dei ragazzi neri . Di essi cinque sono salesiani .

ormai era passato, ma sinistrefolate di vento eran rimaste impi-gliate fra. i rami della foresta .

IL "PARÀ"

DON GERARD.O

Un posticino isolato e malfa-mato presso il fiume Kafubu,appena fuori di Elisabethville,era la delizia dei malviventi. Untempo vi sorgeva una florida fat-toria, ma la guerra l'aveva ri-dotta a rudere, e le sterpaglieavevano riguadagnato il terreno .Nel 1964 i ladri d'auto vi porta-vano le loro prede, le privavanodel motore e di tutto ciò che fosserivendibile, e ne abbandonavanole carcasse alle intemperie. Era ilposto adatto per trasformare inpietre e cemento il sogno disegnatosulla carta dall'architetto ateo .

L'ispettore salesiano nell'apriledi quell'anno vi mandò il primoconfratello, il sacerdote olandesedon Gerardo Van Asperdt. Loaveva scelto nel mazzo, con ac-curatezza. Don Gerardo, ex car-pentiere, durante la seconda guerramondiale era stato fra i parà, poisi era arruolato nelle milizie dellaChiesa ed era stato mandato inprima linea nelle missioni delCongo. Più tardi era venuto inItalia per gli studi teologici nel

25

Page 28: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Don Gerardo segue con successo anche i giovani del carcere minorile, che è al completo .

Pontificio Ateneo Salesiano, poiera tornato nel Congo, vi avevacostruito lo studentato filosofico einsegnato filosofia e pedagogia aigiovani chierici . Atletico, speri-mentato, deciso, don Gerardo eral'uomo della situazione .

Su una grossa mappa gli ave-vano indicato il sito della suanuova proprietà, ma quando giunsealla periferia di Elisabethville e locercò, non gli riuscì di orientarsi .Ai negri che incontrò domandòdove fosse, ed essi si limitaronoa fargli cenni con la mano manon vollero accompagnarlo : ave-vano paura dei banditi . Trovò iruderi e tra essi un tetto non deltutto crollato, e decise di accam-parsi lì. Mancava l'acqua, man-cava la luce elettrica. Per mesi emesi non seppe più cosa fosseun letto . Accanto al giaciglio te-neva il fucile .

Il 24 luglio 1964 don Gerardoincontrò il suo Bartolomeo Ga-relli . Bartolomeo Garelli era statoil primo ragazzo di Don Bosco,quello scacciato dal sacrestano ea cui Don Bosco aveva strappatoun sorriso domandandogli: «Saifischiare?». Il Bartolomeo Ga-relli di don Gerardo invece era

26

SEICENTOMILA

'vlATTONI

uscito di prigione, aveva repu-tazione di furfante e l'eloquentesoprannome di "Federico Bar-barossa" . Don Gerardo in queigiorni era già ricco di alcuni ma-terassi che gli erano stati do-nati, ma l'indomani dell'arrivo diFederico i materassi erano scom-parsi. Don Gerardo convocò su-bito Federico e lo sgridò : «Checosa hai fatto? Riporta subito quii materassi!», Federico andò aprenderli dal nascondiglio ove liaveva trafugati, e quello fu il suoultimo furto . Ora è il miglioraiutante di don Gerardo, è fida-tissimo e sorveglia gli altri .

Poi vennero altri confratelli ealtri ragazzi sbandati . Un coa-diutore mise su una fabbrichettadi mattoni, e lavorando di buonalena in pochi mesi ne costruì6oo.ooo. Metà li vendette e colricavato pagò gli attrezzi e il ma-teriale per costruirne molti di più .Tutti insieme rabberciarono unacasa a un piano, che non eramolto diroccata, e la trasforma-rono in laboratorio di falegna-meria . I primi ragazzi accoltiandavano al lavoro in città, poigli altri furono instradati al la-boratorio .

I primi due edifici della Cittàdei ragazzi sono ormai ultimati,e sono in grado di ospitare uncentinaio di ragazzi. C'è un pa-diglione per gli interni e il nuovoe definitivo laboratorio di fale-gnameria. Ci sono campi di pal-lavolo e di pallacanestro . Un grosso

bulldozer ha già spianato il ter-reno per il campo di calcio . Sista disboscando per altri campipiù importanti, quelli che servi-ranno al Centro agricolo .Don Gerardo segue anche i

giovani del carcere minorile, cheè pieno zeppo . Sembrano ragazzinormali, circondano il missionariocon la festosità dei bambini perbene, ma molti di essi hanno giàassaporato l'esperienza sconvol-gente dell'omicidio .

CON LE GOCCE

SI FANNO I MARI

La Città dei ragazzi è costosa .Chi la pagherà? Don Gerardo eun altro salesiano hanno già fattoun giro per l'Europa : sono statiin Olanda, in Germania, in Italia ;hanno raccolto consensi, promes-se e i primi contributi . Alcunegrandi organizzazioni internazio-nali hanno assicurato il loro aiuto .E poi c'è il meraviglioso "obolodella vedova" elogiato nel Vangelo .Con i soldini si fanno i mattoni,i laboratori, le scuole, come conle gocce si fanno i mari .

Il Governo congolese riconosceufficialmente l'opera e si addossaper i laboratori le spese del per-sonale e della manutenzione .Un'importante impresa forniscegratis le pietre da costruzione .

I salesiani sono per ora cinque .Oltre a don Gerardo, che è olan-dese, c'è il sacerdote italianodon Mario Valente, un altro sa-cerdote belga e due coadiutori .Va aggiunto un simpatico giovanescozzese, volontario delle NazioniUnite, che dirige la costruzionedi un padiglione.

Fra cinque o sei anni la Cittàdei ragazzi sarà terminata e tuttoil sogno messo sulla carta dall'ar-chitetto ateo sarà trasformato inpietra e cemento e mattoni . Ri-marrà da realizzare l'altra partedel sogno : trasformare « la mol-titudine di capretti, di cani, digatti, di orsi e di parecchi altrianimali» sognati da Don Bosco,in pacifico gregge ; quel greggedi cui Gesù diceva : « Io sono ilbuon pastore e conosco le mie pe-core ed esse conoscono me» .

Page 29: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

« Cosa avete portato? una morta? »

La signorina Fiorina Ranieri fu portatad'urgenza in clinica e l'indomani l'operaronodi colicistite, calcoli al fegato e appendicite .Dopo pochi giorni si pensava di farla uscire,quando si aprì la ferita mettendo fuori litri diliquido, che continuò a fluire per parecchi giorni .

La sorella, Figlia di Maria Ausiliatrice, ac-corse al suo capezzale e affidò l'ammalata aMaria Ausiliatrice, con la promessa di pub-blicare la grazia . Il dottore ai parenti nondisse qual era la causa di quella materia cheusciva dalla ferita, ma in seguito a un con-sulto sapemmo che si trattava di una fistolaall'intestino . In clinica non fecero altro chechiudere la ferita e mandare a casa l'ammalata,dicendo che la febbre dipendeva da pleurite .

Dopo cinque giorni si dovette ricoverarecon urgenza, perchè si aperse di nuovo laferita mettendo fuori altro liquido . Fu por-tata non più in clinica, ma all'ospedale SanLeonardo in Castellammare . Là non vole-vano riceverla, perchè dicevano : « Cosa aveteportato ? una morta ? » . Si trattava di unascesso sotto il fegato . La nostra fede aumentòancora di più, invocando anche San Dome-nico Savio e don Rua perchè intercedesseropresso Maria Ausiliatrice . E presto mia sorellafu dichiarata fuori di pericolo .

Ora finalmente sta bene . Anche se il dottorele ha dato un anno di cura, lei sente che laMadonna l'ha guarita, perciò non vuole piùattendere a rendere pubblica la grazia, che .è ritenuta un vero miracolo .Terzigno (Napoli)

SUOR RANIERI G . TERESA F.M.A ., Direttrice

Un albero frenòil moto pazzesco dell'automezzo

Giovedì 23 settembre u . s. viaggiavo suuna macchina privata che fa servizio da Ca-tania a Caltagirone . A una ventina di chilo-metri da Caltagirone, mentre leggevo, sentiiun gran colpo e un rompersi repentino divetri: la macchina s'era scontrata con uncamion ; contemporaneamente una seicento didietro si schiantava contro di noi. Subitoinvocai la nostra Ausiliatrice, finchè un al-bero non frenò il moto pazzesco dell'auto-mezzo, che rimase capovolto . Tra i rottami

vidi sangue e sentii le grida d'un fanciulloche si trovava con noi . Temevo che qualcunofosse morto . Tentai di aprire uno sportello,ma inutilmente. Riuscii a sgattaiolare da unfinestrino senza vetri. Altri vennero in nostroaiuto. Per la materna protezione di MariaSS.ma, che avevo invocato con tutte le po-tenze del mio essere, nessuno di noi era morto .Quattro furono portati in un vicino pronto-soccorso. Gli altri quattro uscimmo quasiincolumi, anche se tutti, chi più chi meno,con ammaccature. Non solo noi che eravamonella stessa auto non abbiamo subìto gravidanni, ma neppure quelli della macchina chesi schiantò contro di noi .

Ringrazio la Vergine SS .ma, che con tantoamore ci ha protetti in un disastro così grave .Raccomando alle preghiere dei lettori quellidi noi che si trovano all'ospedale e l'autista,che ha perduto la sua macchina .Caltagirone (Catania)

CH. SALVATORE MINGIARDI, Salesiano

Quello che non può fare la scienza . . .

Da circa 7 anni mio figlio soffriva di ver-tigini tanto da non poter compiere il suo la-voro. Ero disperata, perchè ogni cura medicasi rivelava inutile . Mi rivolsi con fede a MariaAusiliatrice e ai Santi salesiani, specialmente aDon Bosco e a Don Michele Rua, di cui sonotanto divota . Pregai giorno e notte, con l'an-goscia nel cuore, e fui esaudita perchè oramio figlio sta meglio, e può continuare ilsuo lavoro, e sono certa che col loro aiutoguarirà completamente. Desidero che questagrazia venga pubblicata sul Bollettino Sale-siano, perchè si veda che quello che non puòfare la scienza, lo si può ottenere con la fededalla potenza divina .Gravellona Toce (Novara)

PIERINA ZUFFINETTI

La Vergine fu maternamente tempestiva

Da alcuni anni ero assalita da coliche re-nali, che minavano inesorabilmente il mioorganismo. Fui sottoposta a visite medicheanche da parte di valenti specialisti, ma nes-suno riuscì a diagnosticare la natura speci-fica della mia malattia . Infine, consigliata dauna parente, partii per Genova, dove dagliaccertamenti clinici risultò necessaria l'aspor-

27

Page 30: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

tazione del rene destro, affine di salvare ilrene sinistro. Angosciata al pensiero di unintervento, che mi avrebbe chiuso per semprele porte della vita religiosa, alla quale aspi-ravo fin dall'adolescenza, mi rivolsi alla Ver-gine Ausiliatrice con una preghiera fatta difiducia e di speranza . E la Vergine fu materna-mente tempestiva. Infatti alla vigilia dell'in-tervento i medici cambiarono parere e miordinarono delle cure, mediante le quali poteiliberarmi dall'insidioso male .

Da un anno sono Figlia di Maria Ausilia-trice e intendo fare della mia vita un cantodi lode e di ringraziamento alla Vergine S S.mae al suo grande apostolo San Giovanni Bosco .Palermo

SUOR MARIA GARITO, F.M.A .

Doveva subire un intervento a go anni

Il 20 maggio c. a. venni trasportato nellaclinica locale di San Pier Damiano, ove fuioperato d'ernia . S'imponeva un secondo inter-vento alquanto grave e delicato, non facile perle probabili conseguenze che potevano sor-gere. Il professore non credette opportunooperarmi di nuovo stante la mia età dinovant'anni. Allora, come ex segretario del-l'Unione Exallievi salesiani di Faenza, mirivolsi a San Giovanni Bosco, pregandolocon insistenza e viva fede, di liberarmi dalladolorosa situazione . La grazia non si è fattaaspettare, poichè dal 27 agosto ogni sintomoè scomparso e sto benissimo .

Esprimo a San Giovanni Bosco la mia vivariconoscenza inviando offerta per le MissioniSalesiane .Faenza

SECONDO GUADAGNINI

La domenica 30 ottobre il Vescovo di Faenza mon-signor Giuseppe Battaglia consegnava la Commenda del-l'Ordine di S . Silvestro papa al maestro Guadagnini. Lenostre felicitazioni a questo autentico a Salesiano esterno-

Lucia e Antonio Demarca (Busca - Cuneo) preoccupatiper un difficile parto, pregarono M . A . e S . G. B . conpieno successo .Cirino Mammino (Acireale - Catania) attribuisce all'in-tervento di M. A. la sua guarigione senza postumi daenfisema pleurico .Coniugi Angelo e Carmen Zanetti (Valdagno - Vicenza)gratissimi per celesti favori ottenuti per intercessione diM. A ., di S. G. B . e di S . D . S ., rendono pubblica laloro riconoscenza .Anna Ridolfi (Torino) facendo una novena a M . A . ottenneun sensibile miglioramento a mali di stomaco e di gamba .

28

Rosa Marongiu (Sassari) segnala due grazie ottenute conpreghiere a M . A . e applicazione della reliquia di S . G . B .,una a favore di una sorella, l'altra per una nipote .Giovanna Taglioni (Torino) ringrazia di cuore la Madonnaper l'assistenza avuta durante una lunga malattia .Maria Somale (Testona - Torino) attribuisce a M . A. ea S . G . B . la sua guarigione da mal d'occhi e da dolorireumatici .Rosina e Pierino Pilone (Castelnuovo Don Bosco - Asti)raccomandarono a M. A . e a S . D . S . la loro bambinaferita in un investimento e la riebbero salva .Rosetta Rocchi (Cermenate - Milano) per intervento diM. A. e di S . G . B . ottennero la salvezza di una nipotegravemente investita sulla strada .Gaetano Caracansi (Caltanissetta) comunica la guarigionedi un amico da grave tumore, dopo operazione e ferventipreghiere a M . A . e a S . G . Bosco .Ernesta Merlo in Perucca (Torino) professa viva ricono-scenza a M . A . e a S . G . Bosco .Maria Fiore (Torino), invocata devotamente M . A .,ebbe il marito risanato da una malattia e da complica-zioni postoperatorie .Anna Imperatore (Rho - Milano) raccomandatasi a M . A .in gravi circostanze, riacquistò piena salute .Concetta Crescimone (Torino) raccomanda alle pre-ghiere comuni la mamma, già in parte guarita per inter-cessione di M . Ausiliatrice.Lola Lemme y Lyda L . de Monteleone (Mendoza - Ar-gentina) ringraziano S . G. B . per il superamento di gravidifficoltà negli studi universitari di un cugino .Lucia Irlanda Indulgenza (Resina - Napoli) ringraziafervidamente M . A ., S . G . B ., S . D . S . per la salvezzadel figlio in un tragico investimento che, a giudizio deipresenti, doveva essere mortale.Giulia Ratto (Nizza Monferrato - Asti) con grande rico-noscenza dà relazione di tre grazie : lei stessa pregandoS. G . B . e S . D . S . guarì da grave bronchite ; un nipo-tino, operato d'urgenza di ernia strozzata, fu salvo ;salva pure una vicina con il bambino, nonostante i pro-nostici negativi del medico .Emma Vuillermoz in Follin (Chatillon - Aosta) raccoman-dandosi a M . A . ricuperò la salute desiderata .Franco Ganassin (Chatillon - Aosta) ringrazia S . G . B .che gli ha salvato moglie e bambina in un grave pericolo .Pietro Colombo (San Lazzaro di Padova) raccomandòa M. A . e a S . G. B. la figlia in condizioni gravissimedopo il parto e la riebbe guarita .M. G . (Siracusa) afflitta per gravi discordie familiari sirivolse a M . A ., a S . G . B . e a S . D. S . ottenendo ilpieno ritorno della pace.

Grazie lLo diciamo di cuore a tutti i Cooperatori eAmici che ci aiutano ad aggiornare gl'indirizzidel Bollettino Salesiano segnalandoci i morti,i duplicati, i cambi di domicilio . La VergineAusiliatrice e San Giovanni Bosco ricompen-sino quanti ci usano questa carità che ci evitaun grave e inutile dispendio di carta e di denaro .

Indirizzare allaAmministrazione «Bollettino Salesiano»Via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino

Page 31: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Dopo sedici anni di matrimonio

Nel corso dei primi sette anni di matri-monio, dopo alcune amare delusioni, il Si-gnore ci aveva concesso successivamente duefigli, la cui breve vita, però, non fu altro cheuna lunga malattia . Si può immaginare lanostra disperazione nel vedere svanire, cosìnel dolore, i più legittimi desideri di due sposi .Su consiglio di un nostro parente sacerdotesalesiano, ci siamo raccomandati a San Dome-nico Savio portandone l'abitino . L'attesa fulunga e sembrava che il Signore volesse an-cora provare la nostra fede: mio marito in-fatti fu colpito da un grave infarto cardiaco .Raccomandai anche lui a San Domenico Savioe la crisi si risolse abbastanza bene . Ma in-tanto gli anni passavano e ormai perdevamoogni speranza di vedere coronato il nostrodesiderio. Finalmente, dopo sedici anni dimatrimonio, il Signore ci esaudì mandandociun bambino sano, robusto e vivacissimo . Ab-biamo atteso un anno e mezzo prima di pub-blicare la grazia . Ora manteniamo la nostrapromessa e inviamo la nostra modesta offertaperchè costatiamo che il nostro piccolo Gian-domenico continua a godere la protezione delgiovane Santo .Gallio (Vicenza)

Famiglia STELLA-CHERUBIN

Guarito da ulcera perforata

Mio padre era seriamente malato per un'ul-cera perforata con emorragia . Il caso era moltograve e dato per disperato, anche in consi-derazione dell'età avanzata . Ma dal giorno incui lo affidai con tanta fede a San DomenicoSavio, subito incominciò a migliorare . Oggiposso dire che, con l'aiuto del nostro caroSanto, è quasi guarito .Messina

RASÀ DOMENICA SPINELLA

Le convulsioni non sono più tornate

Desidero far sapere che invocando San Do-menico Savio il mio bambino sta bene, mentreprima aveva sempre le convulsioni . I medicinon trovavano un rimedio efficace, gli ave-vano praticato anche tre lombari, ma nonavevano servito a nulla, e le convulsioni veni-vano ugualmente. Non sapendo più a chi ri-

San Domenico Savio allevial'angoscia di una mamma

volgermi, mi sono ricordata di San DomenicoSavio, di cui avevo sentito parlare . Mia co-gnata aveva l'abitino in prestito da una si-gnora. Glielo chiesi e lo misi subito al miobambino, facendo la novena . Da quel giornoson passati due mesi e le convulsioni non sonopiù tornate, mentre prima gli venivano quasitutte le settimane .Bennato (Brescia)

NOEMI FEBRETTI

In tre anni di matrimonio vennero ad al-lietarci due creature, ma la morte subito cele rapì. Aspettavo la terza, già temendo perchènuovamente le mie condizioni di salute nonerano buone, quando una grave sciagura vennead abbattersi sulla mia famiglia . Mio marito,lavorando, cadde da un ponte battendo forte-mente la base cranica e, dopo poche ore,moriva. Vennero le nostre suore a farmi vi-sita e mi portarono l'abitino di San DomenicoSavio, che indossai con fede pregando il caroSanto a volermi consolare in quei momenticosì angosciosi . Ora, dopo tanto pregare esoffrire, mi stringo fra le braccia una bellabambina, la quale ha due mesi di vita e godeottima salute . Mantenni la mia promessa e labattezzai col nome di Maria Domenica. Orainvio un'offerta e rendo pubblica la graziaa titolo di incoraggiamento ad avere fiducianella intercessione di questo caro Santo .Roppolo (Vercelli)

ALICE CARLA ved . CARISIO

Rosetta Giura (Verona) fu assistita validamente da S . D . S .nel dare alla luce il suo primogenito ; invoca preghiere perla mamma inferma .Michele Ughetto e Fausta Bruno (Piossasco - TO) sonooltremodo riconoscenti all'angelico S . D. S . per la pro-tezione accordata al loro bambino .Giacomo e Lucia Panero (Bruino - TO) sentono il doveredi ringraziare sentitamente S . D. S . per un pericoloda cui scampò il loro bambino .Romualdo e Renata Furlan (Treviso) esprimono la lororiconoscenza a S . D . S . per la nascita di una bambinaattesa con trepidazione .M . Grazia De Matteis (Marcianise - CE) fu esaudita daS. D. S . con la guarigione da una pleurite .Giuseppe e Maria Cristiano (Bruino - TO) sono ricono-scentissimi a S. D. S . per la seconda nascita avvenutabene, come la prima, per intercessione del Santo .Maria Frigerio (Erbe - CO) ringrazia S . D . S . per la figlia,che ebbe felice esito nella sua maternità, nonostantequalche complicazione .Giovanna Santaera (Modica - RG) ebbe un felice svolgi-mento della sua maternità per intercessione di S. D . Savio.

29

Page 32: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Prodigiosa guarigioneda pancreatite acuta

Desidero esprimere la mia vivissima ri-conoscenza a don Andrea Beltrami, per lacui intercessione ho ottenuto la guarigioneda malattia gravissima .

Ricoverata in ospedale per calcoli alla ci-stifellea, dovevo essere sottoposta a inter-vento chirurgico. Tale intervento si ren-deva però impossibile per il sopraggiungeredi ittero febbrile con la complicazione dipus interno .

Il ricovero veniva così prolungato e lemie condizioni si aggravavano giorno pergiorno. Allora unitamente ai miei parentimi affidai a Don Andrea Beltrami, perchèmi mettesse in condizioni di essere operata .Poichè nessun miglioramento veniva ri-

scontrato e le cose precipitavano in peggio,il professore decise di tentare l'operazione .Durante l'intervento, oltre all'asportazionedella cistifellea e dei calcoli, fu riscontratauna gravissima malattia che compromettevaogni speranza : pancreatite acuta emorragica .

In quel momento veramente tragico, siintensificarono le preghiere a Don Beltrami,nel quale avevamo riposto ogni fiducia .

E Don Beltrami non ci deluse : in un li-mite di tempo record ottenni la guarigionetra la soddisfatta sorpresa di tutti coloroche mi hanno premurosamente curata .

È mio vivo desiderio rendere pubblicoquesto prodigioso intervento di Don AndreaBeltrami, in segno di profonda e infinitariconoscenza .Massiola (Novara)

ROSA MATTAZZI

Il figlio primogenito ironizzava

La mia figlia Maria Agnese soffriva di pa-ralisi infantile in un braccio, in una gambae nella spina dorsale . La bambina non poteva

30

don Andrea Beltrami don Rodolfo Komorek

mantenersi a lungo in piedi e sovente cadevaper terra .

Da Taubaté andammo ad abitare per qualchetempo a San José dos Campos, dove feciamicizia con una vicina di casa, che miparlò del Servo di Dio don RodolfoKomorek .

Un mattino del gennaio 1964, la mia MariaAgnese, con molta difficoltà, fu al ginnasiocittadino per fare la sua iscrizione . Verso ledieci ritornammo a casa . Pioveva forte . Ra-dunai i miei sei figli e insieme alla bambinaandammo al cimitero, dove c'è la tomba delServo di Dio, nella speranza di ottenere dalui la guarigione della figlia . In quel giornocompiva quindici anni di età. Correva voceche tutti quelli che erano in grazia di Dio,vedevano sgorgare acqua miracolosa dal tu-mulo del padre Rodolfo . Il mio figlio primo-genito, vedendo il nostro fervore, disse iro-nizzando :

--- Mamma, oggi andrete a vedere dell'acqua,perchè sta piovendo .Arrivammo al cimitero che pioveva a di-

rotto . Pregammo insieme con molto fervore .Poi raccolsi pioggia che cadeva sopra latomba e bagnai con fede le gambe di miafiglia con quell'acqua . Giorni dopo MariaAgnese era completamente guarita .

Oggi la mia figlia ha già 17 anni e dellaparalisi infantile non conserva nessuna traccia .Andiamo frequentemente alla tomba di questoSalesiano santo per ringraziarlo del miracoloche ci ha ottenuto . Quanti conoscevano lafiglia ammalata rimangono edificati al vederlain salute e robusta . Io racconto a tutti il fattomiracoloso della sua guarigione .

Maria Agnese è la prima della sua scuolae fa i lavori di casa, perchè io devo uscireper il lavoro, avendo sette figli da mantenere .Lei prepara da mangiare, fa il bucato, assistei fratellini e le sorelline, va a scuola, studia efa i compiti . E si sente bene, come se 'nonfosse mai stata ammalata .

Tutto questo, grazie al santo Sacerdote sa-lesiano don Rodolfo Komorek .Taubaté (Brasile, Stato di San Paolo)

LEOPOLDINA DA SILVA ANDRADE

Page 33: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

SALESIANI DEFUNTIDon Ruflllo Uguccioní t a Torino il 3o-to-1966 a 75 anni . (Di lui par-leremo in un prossimo numero) .

Don Antonio Cavasin t a Nave (Brescia) a 95 anni .Settantasei anni di vita salesiana e settantuno di sacerdozio, tutti spesinella scuola e nell'apostolato c o .n e educatore e sacerdote, sono lagloria di questo degno figlio di Don Bosco . Trascorse gli ultimi de-cenni della sua vita nello Studentato filosofico di Nave, esempio vi-vente di fedeltà a Don Bosco, di studio e di preghiera .

Don Antonio Mareigaglía t ad Araxà (Brasile) a 84 anni .Chiuse la sua lunga giornata in Araxà (Minas Gerais-Brasil) all'età di84 anni, questo salesiano che il giornale locale chiamò "apostolo delPlanalto Goiano" . Era entrato in Congregazione insieme al fratelloLuigi e insieme erano stati ordinati . Ancora giovane sacerdote fondònel "Liceu S . Coragio de Jesus" di San Paolo, quel circolo San Paolotrasformato poi nella esemplare "Unione Exallievi" che onora il Bra-sile e la Congregazione . Assistenza, scuola e ministero furono il suoprimo pane quotidiano, poi per il restante della vita percorse instan-cabile il vasto hinterland degli Stati di Goiàs, Minas Gerais, Espi-rito Santo, portando il conforto e la parola di Dio a tante anime . Datempo aveva celebrato le nozze d'oro sacerdotali con il fratello chelo precedette nella morte ; ora sono riuniti nel premio per sempre .

Don Pietro Krzywdzínskí t a Jaciazek (Polonia) a 72 anni .

Don Emilio Tront t a Kòln-Mùlheim (Germania) a 67 anni .Don Zislao Kasprzak t a Zakopane (Polonia) a 65 anni .Don Luigi Ríbaldone t a Lu Monferrato (Alessandria) a 64 anni .Don Giuseppe Alves t a Estoril (Portogallo) a 63 anni .Don Giuseppe ForgSc t a Buenos Aires (Argentina) a 6z anni .Don Giuliano Hoppe t a Cracovia (Polonia) a 58 anni .Don Bernardo Zawada t a Poznan (Polonia) a 53 anni .Don Telmo Riccardo Leíva t a Curuzú-Cuatià (Argentina) a 33 anni .Coad. Stefano Colò t a Rovereto a 84 anni .

COOPERATORI DEFUNTIMons. Agostino D'Arco, Vescovo di Castellammare di Stabia eAusiliare di Sorrento, t a Castellammare .Ereditò da mons . Emanuel, cui successe nella diocesi, anche un pro-fondo amore a Don Bosco . Amò l'Opera salesiana di Castellammaree godeva di trovarsi nel nostro Istituto, specialmente quando fu trasfor-mato in Studentato teologico ed egli poteva prestarsi per le Sacre Ordi-nazioni . Accettò con soddisfazione la nomina a Direttore Diocesano deiCooperatori salesiani .In questi due anni di sosta dell'opera nostra, per !a ricostruzione delloStudentato teologico, desiderò che i chierici, trasferiti temporaneamentea Salerno, venissero ogni giovedì nella sua diocesi per l'insegnamentodel catechismo .Quest'anno volle che la festa di Don Bosco si celebrasse nella catte-drale e ufficiò solennemente la S . Messa, dopo la quale presiedettel'assemblea annuale dei Cooperatori nel salone vescovile . Aveva assi-curato la sua presenza alla chiusura degli Esercizi per Cooperatrici,ma all'ultimo momento comunicò che una leggera indisposizioneglielo impediva ; si trattava invece della malattia che doveva stroncarlo .I salesiani gli serbano una riconoscenza fatta di preghiera .

Don Michele Actís, pievano di Vische (Torino) t a 83 anni .Fu per 53 anni parroco a Vische, dove lascia il ricordo edificantissimodella sua vita santa e del suo fecondo apostolato . Allievo della Casamadre, conservò per il suo professore don Fedele Giraudi (poi Eco-nomo Generale) un affetto vivo, che lo richiamava sovente alla terrabenedetta di Valdocco, dove era fiorita la sua vocazione . Si mantennepure in relazione con i suoi compagni e scriveva loro con frequenzainformandoli del decesso di qualcuno di essi . Nella sua parrocchiaprecorse i tempi con la spartizione delle terre della tenuta Luisina,opera intelligente che fece epoca e che servì di esempio anche in altoloco . Il suo Viceparroco afferma che in 32 anni che gli visse a fianconon ricorda che abbia trascurato un giorno la meditazione e le altrepratiche del buon sacerdote . Era anche affezionatissimo alla FamigliaSalesiana . Morì con i santi nomi di Maria Ausiliatrice e di Don Boscosulle labbra, e tra le braccia del suo compagno e amico don PaoloGiacomuzzi, salesiano, residente in Sicilia, che da tanti anni non ve-deva e che era venuto a trovarlo per caso, o meglio, per tratto deli-cato della divina Provvidenza .

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

Mons. Antonio Signorini f a Carturo a 79 anni .Per oltre 5o anni parroco amato di Carturo, fu devotissimo di MariaAusiliatrice . Gli rendono testimonianza vari exallievi, da lui inviatinei collegi salesiani, tra i quali un sacerdote attualmente in Palestina,e due chierici in Venezuela . Il fiorire di anime generose nel piccolopaese è frutto dello zelo pastorale del compianto arciprete . II suo ri-cordo resterà, anche perchè parlano di lui le opere religiose e socialiche compì nei 5o anni di ministero parrocchiale .

Geom. cav. Nicola Galizia t a Lanzo Torinese a 6z anni .Salesiano nel cuore e nella vita, santificò, sull'esempio e con lo spiritodi Don Bosco, fatiche e preoccupazioni . La casa salesiana di Lanzone conobbe per molti anni la generosità nel lavoro di edilizia, sempredisimpegnato con perizia e amore . Anche in posti di responsabilitàcivica seppe dare una coraggiosa testimonianza cristiana, attuando ilsuo programma : a Di quanti avvicino voglio farmi degli amici per por-tarli al bene N . Ogni giorno, tra il lavoro e gli spostamenti da un can-tiere all'altro, riusciva a recitare il Rosario intiero . Lascia ai suoi caril'impegno di ., volersi sempre bene, e resta per il figlio sacerdotesalesiano un ideale da imitare .

Gr. Uff. Ugo Sprega, generale di Divisione a riposo t a Roma .Iscritto alla Pia Unione dei Cooperatori dal 1955, ne comprese e visselo spirito, seguendone con gioia i progressi . Finchè la salute - glielopermise, prese parte alle riunioni mensili . Tali incontri portavanonella sua anima tanta luce, che si traduceva poi in fede viva e in ca-rità generosa . La lunga malattia fu confortata dalla frequente Comu-nione e dalla benedizione di M . Ausiliatrice, di cui era devotissimo .

Francesco Magnetti t a Torino a 64 anni .Sposo modello, padre esemplare e cristiano attivo, trascorse la suavita tra casa, lavoro e Oratorio . Come Cooperatore, ha il merito di averpromosso e favorito il Laboratorio "Mamma Margherita", che avevala sede nella sua casa. Otto mesi di malattia furono il miglior col-laudo della fede, serenità e pazienza che lo distinguevano .

Giuseppe Tenni t a Tirano (Sondrio) .Della sua vita esemplare parlano quanti l'hanno conosciuto, ma restala testimonianza più bella nelle due vocazioni sbocciate nella sua fa-miglia : un figlio salesiano missionario nel Venezuela e una figlia suoratra le Figlie di Maria Ausiliatrice .

Giuseppe Di Mauro t a Viagrande (Catania) a 77 anni .Visse nella rettitudine e nella semplicità del giusto . Per molti annisi servì del suo talento musicale per elevare inni di lode a Dio e allaVergine Ausiliatrice, da lui tanto amata .

Maria Teresa Mazzarello t a Mornese (Alessandria) a 82 anni .Madre esemplare per fede e lavoro e zelante Cooperatrice salesiana,provò una grande gioia nell'offrire a Don Bosco il suo don Luigi . Eradevotissima di Maria Ausiliatrice e considerava la sua concittadinaSanta Maria Mazzarello quale celeste protettrice della sua famiglia .

Anna Colombo Primavesi t a Lugano a 84 anni .Madre esemplare di cinque figli, fra i quali don Stefano, salesiano,morto l'anno scorso, provò tutte le gioie e le amarezze che la vita ri-serva a una buona mamma di famiglia . Sempre pronta ad aiutare, alenire ogni dolore, si era dedicata interamente al bene altrui . L'Oratoriomaschile e femminile la ricordano tra le figure di primo piano . Damadella carità, terziaria francescana, cooperatrice salesiana, fu presente eattiva ovunque vedeva la possibilità di fare del bene .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIAlbano Ciro - Baldi Margherita - Baldi Maria Teresa - Balsamo Mes-sina Agata - Barone Teresa - Bruno Antonio - Certi Carlotta -Consoli Concetto - Contini Guido - Corsaro Giuseppe - Coslop Mo-desta - Costanzo Paolo - Cristel Lucia - De Andrea Ennio - DeinoBattista - De Simone Umberto - Di Paola Vittoria - Giacchino Ni-coletta - Guerra D . Olderico - Laini Isacco - Locati Camillo - Lom-bardo Carmelo - Lombardo Rosaria V. Catalano - Maganetti Maria -Marchesin D . Attilio - Marin Linda V . Padovan - Marletta Carmela- Massimino Rosa - Merano Bianca - Messina Agata - Mignemi Gre-gorio - Molteni Luigi - Monasterio Clara - Nigra Palmira - PagliaBonaventura - Pagliasotti Domenica - Pasero Angela - Pastorini dott.Silvio - Peruzzo Carolina - Prever Margherita - Puglisi PulvirentiGiuseppa - Raciti Rosa - Radente Angela - Rapiti Eleonora - RoggiaSebastiana - Sandrini Maria - Sardo Cristoforo fu Paolo - Scalia An-gelina - Sciuto Filippo fu Alfio - Sorge Gregorio - Spada Vittorio -Stabile Romilda - Tomaselli Eleonora - Turco Eugenio - VassenaEmilia - Zanon Ettore .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legal-mente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un legato : « . ..lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede In Torino a titolo di legato la somma di Lire. . . (oppure)l'immobile sito in . ..».

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :

« . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .(luogo e data)

(firma per esteso)

31

Page 34: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Agnelli sen . Giovanni : come vide Don Bosco : XI, 7.Angrisani mons . Giuseppe : stralcio della commemorazione del 150° diDon Bosco: ix, io .

Arese (Milano) : Centro Salesiano a San Domenico Savio s : vili, 1o .Argentina : per il 150° della nascita di Don Bosco : I, 19, 20 - prima Facoltà

di Enologia dedicata a Don Bosco : li, t3 - monumento a don AngeloBuodo: n', 21 - don Schiavoni predica sui tetti (radio) : ix, zr - varie :IV, 22 - VI, 23 - VIII, 21 - IX, 18 - X, 19.

Belgio : varie : Il, 20 - VI, 23 .Beltrami don Andrea : grazie : III, 31 - XII, 30 .Birmania : espulsi i Salesiani : Vili, 20- e le Figlie di Maria Ausiliatrice : Xi, 19 .Bhutan : inizi salesiani : 11, 21 - la Regina visita il N Don Bosco e : xI, 19.Bolivia : relazione di don Invernizzi sulla Muyurina : IX, 24 .Bosco San Giovanni : visto dal Fondatore della FIAT : 1, 8 ; XI . 7 - sua azione

per l'infallibilità pontificia: 1, 8 - un inciso di Paolo VI : i, io - un e tasca-bile * su Don Bosco: i, 18 - i5o° in Argentina : 1, 19 - in Brasile : 11, zo- a Valdocco: Ili, i t - a Firenze: ili, 19 - a Milano: iv, 16 - a Roma : iv, 18- a Genova : IV, iq - a Torino-S . Luigi : IV, 1q - a Napoli : vi, 9 - ad Asti :vii, 20 - a Valencia, a Perugia, a Cuenca : vili, i8 - ad Ancona, a S. Paolodel Brasile, a Modena : Vili, 1q - a Gorizia : IX, 15 - a Nicaragua : x, 21 -cent'anni fa visitava il Veneto : 1, 21 - Facoltà di Enologia a Rodeo delMedio (Argentina) : n, 13 - monumenti: 1, 24 ; TI, 14 ; VI, 23 - Oratorio :Il, 19 - Parrocchie : li, 19 ; X, 21 - Scuole : TI, 19 ; 111. 23 - Cappella: il, 19- il Tempio di Roma elevato a Basilica: 111, 7 - festa a Valdocco: in, 12- discorso del card . Siri : iv, i - parole del card. G . B . Montini: IV, 4- Don Bosco e Leone Harme! : IV, 1t - festeggiato dagli apprendisti diSpagna : v, 2o - ufficialmente riconosciuto Patrono della Patagonia : v, 21- sue benemerenze per la Scuola : X, 3 - ottantesimo suo viaggio a Bar-cellona : XI, i6 (vedi anche Educhiamo come Don Bosco in Educazione) .

Brasile : Rio Negro, relazione di don Di Stefano : 1, 25 - varie: 11, 20 - X, 21 .Capitolo Generale XIX : articolo sugli Atti del Capitolo Generale : IV, 8 .Castaldo card. Alfonso : in morte : v, 31 .Castellaneta (Taranto) : un moderno Centro Zootecnico : x, 16.Castellino don Giorgio : membro della Commissione per la revisione della«Volgata0: II, ig .

Catechesi: il IV Convegno o Amici di Catechesi r : xi, 18.Cerignola (Foggia) : i Salesiani a Cerignola : vi, 22 .Cile : 50° della morte di mons . Fagnano : xI, io - farina per le ostie conclu-

sione Concilio : Il, 4 - varie: x, i9 .Cimatti don Vincenzo : profilo : i, ti - articoli sulla sua spiritualità : xi, 3 ;

XII, 7 .Cina : nel 6o° dei salesiani in Cina : v, 18 - varie : il, 20 - V, 24 - x, 18, 19 .Colle Don Bosco : il Tempio di S . G . Bosco : I, Io - 11, 9 - IV, 27 - VI, 2o

- IX, 17 .Coloane : un villaggio di fratelli (lebbrosi) : V, 24 .Colombia: 75° della prima casa salesiana : VI, 23 .Concilio Vaticano II : articoli : II, i - III, i .Congo : una città di ragazzi neri : XII, 23 .Consiglio Superiore : i Consiglieri presiedono le Conferenze Ispettoriali

di tutta la Congregazione : III, 14.Cooperatori Salesiani: *Cooperatori >, perché ? : il, Il ; v, 17 ; VI, 18 ; vii, 18

a Salesiani », perchè ? : vili, 14 ; Ix, 9 - a Pia Unione », perchè ? : zii, 15apostolato dei Coop . di Guayaquil : x, i - una bella iniziativa

dei Coop . di Roma : xi, 1q (vedi anche tutta l'annata del Bollettino Dirigenti) .Corea: relazione di don Facchinelli : Vili, 24 .Crociata Missionaria : vedi la terza copertina di ogni numero.Dominicana (Rep .) : territorio per nuova sede della Scuola Agraria di Moca :

il, 18 .Ecuador : diocesi di Guaranda : 111, 25 - vita dei Kivari : VII, 22 - apostolato deiCoop . a Guayaquil: x, io - varie : III, 23 .

Educazione : educhiamo come Don Bosco : 1, 6 - il, 5 - IV, 14 - V, i6 - VII, 14- IX, 14 - X, 12 - XI, i5 - XII, 14 .

Egitto : l'opera salesiana, opera ecumenica: IX, 15 .Esercizi Spirituali : documentazione fotografica Esercizi 1965 : 1, 22-23

- elenco corsi 1966 : IV, 15 .Exallievi : nuovo Statuto promulgato : va, 17 - Congresso Nazionale Exal-

lievi Salesiani di Francia : x, 14 - Convegno Dirigenti Exallieve Figlie diMaria Ausiliatrice d'Europa e Medio Oriente : x, 13 .

Fagnano mons. Giuseppe : articolo per 5o° morte : XI, lo.Fame nel mondo : campagna contro la fame : IV, 5 - relazione di don Maschio:

V, 12 - resoconto campagna: VII, io - opera di don Mantovani : vi, ii -intervista con don Mantovani : Vili, 7 .

Fedeltà : giornata della fedeltà : TI, 12 - solenne promessa dei SuperioriMaggiori di fedeltà a Don Bosco nel 150°: 111, 4 .

Figlie di Maria Ausiliatrice : le Figlie di Maria Ausiliatrice nel Sud Africa :VI, 23 - Don Bosco ne preannuncia la fondazione : vii. 15 - restauratala cappella di Maria Ausiliatrice in Mornese : Vili, 13 - lodate da Paolo VI :vili, 21 - la prima Scuola Europea a Cinesello B . : IX, 16 - Convegno di-rigenti Exallieve : X, 13 - l'Istituto Sup . di Pedagogia incorporato alPAS : xii, 16 .

Firenze : celebra il 150° della nascita di Don Bosco : ili, 19 .Fondazioni : dei Salesiani: 1, 2 - delle Figlie di Maria Ausiliatrice : 1, 4 .Francia : Congresso Nazionale Exallievi di Francia: x, 14 - artic . su coloniaCoop . Delpouve : xii, i i - varie : Il, 20 - VI, 23 .

Genitori e figli : Vili, 4 .Germania: la parrocchia di S . Volfango a Monaco : Ix, i9 .Giappone : il prete dei serpenti : IV, 25 - articolo di don Mantegazza sullaparrocchia di don Liviabella : Vili, 22 - - i giovani giapponesi e il sistemapreventivo di Don Bosco : X, 22 - articoli sulla spiritualità di don Ci-matti : XI, 3 - XII, 7 - varie : V, 19.

32

indice dell'annata 1966Giovani : i giovani e il Concilio : ili, 1 .Guatemala: Studentato filosofico riconosciuto dallo Stato : 11, 20 .Harmel Leone : nel So , della morte : IV, li .Hong Kong : varie: Ili, 23 - IV, 23 - Vili, 21 .Komorek don Rodolfo : grazie attribuite al Servo di Dio : XII, 30 .India : India-Shillong : relazioni mons . Ferrando : VII, 25 ; X, 24 - fotocronaca

da Shillong : x, 20 - India-Tezpur: relazione di mons . Marengo: XI, 20 -varie: Il, 20 ; III, 24 ; V, 12 ; VI, 21 ; VIII, 21 (per l'opera dei salesiani controla fame vedi Fame) .

Iran : Don Bosco in Iran : Ix, 12 .Irlanda : geniale iniziativa contro la fame : IX, 20.Ispettoria Centrale S . Cuore : ha quarant'anni di vita : vili, 17.Israele : Scuola professionale salesiana di Nazareth : il, 18 .Laici : i laici nella Chiesa: v, 9 - panoramica apostolato laici : vi, i - sono

l'anima del mondo : VII, 3 - come si abilitano all'apostolato: x, i .Lustosa mons. Antonio : compie 8o anni : V, 19 .Mantarro Santi : costruttore di chiese : m, 24.Mantovani don Orfeo : sua opera di carità a Madras : IV, 6 ; vi, i I ; VIII, 7 .Maria Ausiliatrice: monumenti : II, 1q ; VIII, 21 ; X, 18 - altari : 1, 24 - chiese :

Il, 20 ; Vili, 20 ; X, 21 - centenario prima grazia di Maria Ausiliatrice :V, 28 - quadro : Vi, 23 - festa a Valdocco : VII, 16 - cappella nel SantuarioNazionale di Washington: vili, 16 - l'Ausiliatrice e la Madonna degliEmigrati (Australia) : x, 28 - grazie (vedi pagina 28 di ogni numero) .

Maria : Madre della Chiesa : v . i - Settimana Nazionale di Studi Mariani : x, 21 .Mariani don Francesco : commemorato a Seregno : Ix, 20.Maschio don Aurelio : contro la fame in India: v, 12.Mazzarello S . Maria : grazie : v, 30 .Messico : i Mixes: li, 24 ; VII, 21 - l'opera del dott . Ortíz: VI, 24 .Missioni : addio ai Missionari : xii, 15 (vedi relazioni missionarie nelle sin-

gole nazioni) .Moro Aldo: al Manfredini di Este: VII, 20 .Morti : vedi ultima pagina di ogni numero.Padova: inaugurato complesso Opere salesiane : XII, 16 .Namuncurà Zeffirino : grazie : 111, 31 .Olivares mons . Luigi : grazie : Vin, 31 .Paolo VI : autografo ai salesiani delle Catacombe : 1, 7 - visita al Testaccio

V, 4 - parla alla gioventù salesiana : vri, 1-2 - discorso su Don Boscodell'allora card. Montini : vili, i - loda le Figlie di Maria Ausiliatrice :Vili, 21 - dà udienza al Rettor Maggiore : xI, i - visita il Pontificio AteneoSalesiano : XII, 1-6 .

Paraguay : varie : 11, 20 .Pellegrinaggi : pellegrinaggio Coop . piemontesi a Lourdes : Ix, 8 .Perù : l'Oratorio di Magdalena del Mar : XII, 20 - varie : II, 20 ; 11 ., 23 ;

IV, 21 ; VIII, 21 ; X, 21 ; XI, 19 .Petix barone Antonino : exallievo verso gli altari : Ix, 5 .Polonia : monumento a Don Bosco : li, 14 - cappella nel lager di Oswiecim:

TI, 14 - celebrazione millennio : 111, 23 ; Vili, 15 : x, 1S.Pontificio Ateneo Salesiano : riceve la visita di Paolo VI : xii, i .Portogallo : varie : TI, zo (vedi anche Timor) .Rada mons . Candido : organizza la diocesi di Guaranda : III, 25 .Rettor Maggiore : lettera ai Coop . : i, i - visita Settefrati: li, IS - solennepromessa di fedeltà a Don Bosco nel t50° : Ili, 4 - in Sicilia : VI . 5 - a Mon-calvo: vi, 21 - festa onomastica a Valdocco : vii, 13 - in Lombardia : VII, 1q- in udienza da Paolo VI : xi, i - devoto indirizzo a Paolo VI : XII, 3.

Rinaldi don Filippo : grazie : 11, 31 ; VII, 31 ; X, 31 ; XI, 31 .Rolón mons . Ismaele : eletto vescovo : i, 24.Roma : vetrate Tempio San Giovanni Bosco : u, 6 - il Tempio San Giovanni

Bosco eretto a Basilica : 111, 7 - Maria Ausiliatrice incoronata nel suo tempio :ili, 22 - il Papa al Testaccio : v, 4 - il Papa al PAS : xii, i .

Rua ven . Michele : grazie: 1, 31 ; IV, 31 ; VI, 31 ; IX, 31 .Savio S. Domenico : grazie (vedi pagina 3o di ogni numero) - giardino intito-

lato a San Domenico Savio: 111, 23 - il e Domenico Savio, del 1965: VII, 5- una cappella nella casetta natale: Vili, z1 - centenario prima traslazionesalma: xl, 6 .

Scuola : Don Bosco e sue benemerenze : X, 3 - convegno aggiornamentoscuole professionali : 111, 21 .

Silva card. Raul : per una internazionale della carità: TI, 14 .Siri card . Giuseppe : discorso sull'attualità di Don Bosco: IV, i .Spagna : 80° visita Don Bosco a Barcellona e inaugurazione adorazione

perpetua al Tibidabo: xI, 16 - varie : TI, 20 ; ili. 30 ; V, 20 ; VI, 23 .Stampa: le riviste che i vostri figli leggono: Ix, I - quattro riviste per la

vostra famiglia: x, 7 .Stati Uniti : la Savio Hall di Boston : li, 15 - Maria Ausiliatrice nel San-

tuario Nazionale di Washington : vili, 16 - varie : TI, 20 ; 111, 23 ; VI, 23 ; VII, 5.Thailandia : relazione don Castellino : vi, 25 - ecumenismo in atto : x, 17 -

varie : V, 19 ; X, 21 ; XI, 19 .Timor : gli idoli crollano a Timor : XI, 24 .Torino-Valdocco : 150° nascita Don Bcsco : 111, i 1 - festa Don Bosco: III, I2 -

Convegno sacerdoti : VI, Iq - festa Rettor Maggiore : v11, 13 - festa Maria -Ausiliatrice : VII, 16 - addio ai missionari : xii, iS .

Vacanze : Vacanze coi figli: vi, 8 .Variara don Luigi : grazie : vili, 31 .Versiglia don Luigi : grazie : III, 31 .Vestizioni : in Italia e nel Vietnam : il, 16 .Vicufia Laura : grazie: 111, 31 - Vili, 31 .Vietnam : varie Il, 16 ; 111, 23 ; V, 20 ; VII, 20.Vocazioni : il e Centro di Orientamento Vocazionale s di Mogliano: Il, 8

- articolo: li, 16 - vocazioni adulte : VI, i5 (art . storico) ; vii, 6 (intervista) .Ziggiotti don Renato informa sul Tempio San Giovanni Bosco : I, so ;

II, 9 ; IV, 27 : Vi, 20 ; IX, 17.

Page 35: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50.000• Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettuaquando il versamento iniziale raggiunge la somma di L. 25 .000, ovveroquando tale somma viene raggiunta con offerte successive•

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi sommaa completare Borse già fondate

CROCIATAMISSIONARIA

BORSE COMPLETEBorsa: Sacro Cuore di Gesù, a cura del prof .Fabbri . L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura del prof .Fabbri . L . 50.000 .Borsa :' San Giovanni Bosco, a cura del prof .Fabbri . L . 50 .000 .Borsa: Don Michele Rua, a cura del prof .Fabbri . L . 50.000 .Borsa: Mons. Vincenzo Cimatti, in memoria,a cura del rag . Ferrato Oreste (Torino) .L. 50 .000 .Borsa: Mons. Vincenzo Cimatti, a cura di :comm. V. A. Angella, ing . G. Sacco, dr.G. Menzani, rag . Rossi, Benecchi Dante edr . A . Scaramuzza . L. 50 .000 .Borsa: Suor Maria Sanna, a cura di N. N .L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi salesiani, acura di Berta Giuseppe, Nizza Monferrato(Asti) . L . 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamentop.g .r ., a cura di De Bonis Ezio. L. 50 .000.Borsa : Don Angelo Amadei, a cura dell'ing .Filippo Nicolello (Torino) . L. 50 .000.Borsa : Don Bosco mi aiuti sempre, a cura diA. F. G. (Torino) . L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoria del ve-nerato Don Antonino Orto, a cura di T . R . Z .(Alessandria) . L . 50 .000.Borsa : San Giuseppe, proteggete mio figlio,a cura di Maria ved . Pizzato . L. 50 .000 .Borsa : Giuseppe Castellini, a cura di N . N .L. 140 .000 .

Questa cartolina compilata eaffrancata dà diritto a rice-vere l'edizione di lusso

Giuseppe Fanciulli

SAN GIOVANNI BOSCO

Il santo dei ragazzipresentato ai ragazzi

a L . 2700 anzichè a L. 3000

Non inviate denaro

Pagherete al postino che viporterà il libro a casa senzaspese postali

Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausi-liatrice e Don Bosco, in suffragio del papa efamiliari defunti, a cura di Quarello Caterinain Pasteris . L . 50.000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice eSan Giovanni Bosco, a cura di M. P. L . 50 .000 .Borsa : Ven. Don Michele Rua, a suffragio deifamiliari defunti, a cura delle sorelle Nogara fuGiacomo, exallieve (Bellano-Como) . L . 50 .000.Borsa : Grazie, Don Bosco, a cura di N . N.(Piacenza) . L. 50 .000.Borsa : Oratorio Don Bosco - Fidenza, im-plorando grazie, a cura di Antonio Croci,exallievo (Fidenza - Parma). L. 50.000 .Borsa : San Domenico Savio, invocando pro-tezione, a cura di N. N. (Termini Imerese) .L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggeteci sem-pre, a cura della famiglia Bossetti (Turbigo -Milano) . L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco ePapa Giovanni XXIII, proteggeteci in vita ein morte, a cura di Bedeschi Lucia (Insignano- Ravenna) . L . 50.000 .Borsa : San Giovanni Bosco, proteggi la miafamiglia, a cura di Rizzo Elisabetta (Gro-sotto - Sondrio) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura diSalvatore Miceli (Roma) . L. 50 .000 .Borsa : Mons . T . Cusack, a cura dei Cattoliciamericani. L . 52 .555 .Borsa: Sub Tuum Praesidium, a cura diN. N . (Albisola-Savona) . L . 50 .000 .

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,in ringraziamento per il buon esito degli esamidei nostri figlioli, a cura di Luigi e Anna Maria(Como). L. 50 .000 .Borsa : Alessio e Paola Franco, a cura dellafiglia Giovanna (Torino) . L. 50 .000.Borsa : Pina, Pino e Guido, pregate per la no-stra salute .*irituale e temporale, a cura diR. M. (Proni - Pavia). L . 50 .000 .Borsa : B . V . Ausiliatrice e S . G . Bosco, a suffra-gio dei miei cari defunti e invocando protezione,a cura di Elisa Bonfanti (Monza) . L. 50 .000 .Borsa : Giusa-Bugeia, a cura dei fratelli DonAntonio e Antonia Portelli (Isola di Malta) .L . 50.000 .Borsa : San Giovanni Bosco, in suffragio del-l'anima della defunta Maria, Focardi, a curadi Focardi Alfredo (Firenze) . L. 50 .000 .Borsa : Francesco Sironi, a cura di MariaSironi (Vimercate - Milano) . L. 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e PadreSanto, a cura di Pellerino Luigi (Savona) .L. 50.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura diStingo Filomena (Portici- Napoli) . L. 50 .000.Borsa : Divina Provvidenza, a cura di BoglioneFrancesco . L . 50 .000.Borsa : Virgo Prudentissima, a cura di LosanaPietro (Torino) . L . 50 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, inmemoria e suffragio dei miei cari defunti, acura di De Rizzo Lino (Velo D'Astico -Vicenza) . L . 50.000 .

(CONTINUA)

CEDOLA DI COMMISSIONE LIBRARIA(Circolare ministeriale, 20 aprile 1920)

SEDE CENTRALE

Corso Regina Margherita, 176

TORINOCasella postale n . 470

affrancarecon L . 15

Spett.

SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE

Page 36: IN QUESTO NUMERO: IN COPERTINAbiesseonline.sdb.org/1966/196623.pdf · 29 ottobre 1966, vigilia della festa di Cristo Re: una luminosa gior-nata nella storia della Famiglia Salesiana.

Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2' - l' quindicina

USEPP&

CIIJLLI

IL SANTO DEI RAGAZZI''RRSENWO 41 RAGAZZI

v

t ~t '

q

_

I

7-1t

f

T C

L

n offerta specialeai lettori del "Bollettino Salesiano

GIUSEPPE FANCIULLI

SAN GIOVANNI BOSCOIl santo dei ragazzipresentato ai ragazzi

Formato: cm . 24,5 x 28,5.Pagine 176 con illustrazioni a quattro colori e in seppiadel pittore Nino Musio .Copertina a 6 colori cartonata e telata . L. 3000 .

Prego spedirmi una copia del volume

Giuseppe Fanciulli • SAN GIOVANNI BOSCOPagherò l'importo di L . 2700 al postino che mi porterà il libro adomicilio senza spese postali.

Si pubblica:il 1- del mese per i Cooperatori Salesianiil 15 del meseperi Dirigenti della Pia Unione

S'invia gratuitamente ai Coo-peratori, Benefattori e Amicidelle Opere Don BoscoDirezione e amministrazione:

Un finissimo scrittore, che dedicò molta parte

della sua attività alla letteratura per l'infanzia,

con fresco splendido stile presenta ai ragazzi la

meravigliosa vita del santo che dedicò tutto se

stesso per quasi cinquant'anni alla loro promo-

zione. Un pittore moderno l'ha abbellito di vivaci

illustrazioni per rendere più piacevole e sciolta

la letificante lettura .

BOLLETTINO SALESIANO

via Maria Ausiliatrice, 32

NOME E COGNOME ---_

_ -----

Torino - Telefono 48.29.24Direttore responsabile

INDIRIZZO ----

Don Pietro ZerbinoAutorizzazione del Trib . di Torinon. 403 del 16 febbraio 1949Per inviare offerte servirsi dei contocorrente postale n . 2-1355 intestato a :Direzione GeneraleOpere Don Bosco - Torino °°

FIRMA

Per cambio d'indirizzo inviare anchel'indirizzo precedente

Officine Grafiche SEI - Torino