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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 19 maggio 2019 LA DOMENICA DEL PAPA L’intimità con Gesù DI F ABIO ZAVATTARO ella scorsa domenica, la quarta di Pasqua, la liturgia ci ha fatto compiere un passo indietro nel tempo. Abbiamo celebrato, da poco, la resurrezione di Cristo, e lo abbiamo trovato con gli apostoli, con l’incredulo Tommaso. Il Vangelo di Giovanni ci ha mostrato Gesù che, nella festa della Dedicazione del Tempio, dialoga, o forse dovremmo dire si scontra, con coloro che non credono alla sua parola. È un passo evangelico che si trova prima della morte di Lazzaro, prima dell’ingresso a Gerusalemme. Un «tornare indietro» nel tempo che forse ci aiuta a meglio capire il cammino della chiesa, del popolo di Dio. Che cosa accade nella Sinagoga? Gesù è attorniato da persone che gli dicono: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». La sua risposta è nelle opere compiute, ma, risponde loro, «voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono». Ci troviamo di fronte a una scena che in qualche modo si ripete nel tempo: c’è una parola, ci sono delle opere che parlano, e, dall’altra parte, c’è l’incredulità, il rifiuto di vedere. È la domenica del buon pastore, e Giovanni, nel suo Vangelo, ci propone tre verbi: ascoltare, conoscere, seguire. Li troviamo all’inizio del brano, assieme a una immagine di altri tempi, potremmo dire, e cioè di un mondo agreste che oggi è assai lontano dalle nostre città: il pastore che governa un gregge e lo porta a pascolare. Ma è una immagine che ricorre di frequente nei Vangeli e nella Bibbia. Tre verbi che comunicano un messaggio che va oltre il tempo in cui queste espressioni sono state ascoltate. Alla mente tornano quelle parole che Francesco ha pronunciato, nella messa di Giovedì Santo del 2013, e cioè il pastore con l’odore delle pecore, che è davanti al gregge per guidarlo, in mezzo nel tempo della sosta, tempo di ascolto; e dietro, perché il gregge non perda la strada. L’opera di Gesù, ha detto Papa Francesco al Regina Coeli, «si esplica in alcune azioni: egli parla, conosce, dà la vita eterna, custodisce. Il buon Pastore – Gesù – è attento a ciascuno di noi, ci cerca e ci ama, rivolgendoci la sua parola, conoscendo in profondità il nostro cuore, i nostri desideri e le nostre speranze, come anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. Ci accoglie e ci ama così come siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti. Per ciascuno di noi “dà la vita eterna”: ci offre cioè la possibilità di vivere una vita piena, senza fine. Inoltre, ci custodisce e ci guida con amore, aiutandoci ad attraversare i sentieri impervi e le strade talvolta rischiose che si presentano nel cammino della vita». Quei verbi che troviamo nel quarto Vangelo, per il Papa, sono «azioni che mostrano in che modo noi dobbiamo corrispondere agli atteggiamenti teneri e premurosi del Signore». Ascoltare e riconoscere la sua voce, ha affermato ancora Francesco, «implica intimità con lui, che si consolida nella preghiera, nell’incontro cuore a cuore con il divino Maestro». Due elementi e un’immagine, nelle parole di Gesù: l’assoluta fiducia, il saper ascoltare la voce del Signore; e la mano che accoglie, che accompagna, che non abbandona. La mano, per la Bibbia, è metafora della potenza protettrice di Dio: chi è nelle sue mani è veramente al sicuro. Ma è anche quella parte del nostro corpo che può compiere gesti buoni o cattivi: può rapire, distruggere, fare violenza; e può aprirsi all’accoglienza, al donare, al salvare, al benedire. L’intimità con il Signore, ha affermato Francesco, «rafforza in noi il desiderio di seguirlo, uscendo dal labirinto dei percorsi sbagliati, abbandonando i comportamenti egoistici, per incamminarci sulle strade nuove della fraternità e del dono di noi stessi». N Francesco: «L’essere aperto, il parlare con Gesù, rafforza in noi il desiderio di seguirlo, uscendo dal labirinto dei percorsi sbagliati, abbandonando i comportamenti egoistici, per incamminarci sulle strade nuove della fraternità e del dono di noi stessi, ad imitazione di Lui» DI ANDREA BERNARDINI a scorsa domenica - la quarta di Pasqua, detta del Buon Pastore - papa Francesco ha ordinato in San Pietro 19 nuovi sacerdoti. Contemporanemente a Pisa, in attesa di far festa per il nuovo presbitero Luca Baù (sarà ordinato il prossimo 2 giugno in Cattedrale), nelle Messe domenicali celebrate in tutte le chiese, i fedeli hanno reso grazie al Signore per i «loro» preziosi, preziosissimi sacerdoti. Chiedendo altresì a Dio perché susciti nuove risposte alla sua chiamata. La giornata di preghiera per le vocazioni celebrata in diocesi di Pisa come in tutte le altre chiese del mondo, è stata preceduta da una veglia di preghiera, organizzata dal Centro diocesano vocazioni e presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. La veglia è stata ospitata nella chiesa di San Michele in Borgo, dove si è radunato un discreto numero di religiose e laici. E mentre alcuni sono rimasti nella chiesa di Borgo Largo per l’adorazione eucaristica, altri si sono trasferiti nella vicina chiesa di San Pietro in Vinculis, dove un gioco di luci e una voce registrata conduceva per mano il visitatore invitandolo a riflettere sul messaggio della giornata. Una iniziativa ben riuscita - ben documentata nel servizio fotografico di Gerardo Teta - e che fa il paio con la festa dei ministranti, ospitata nel pomeriggio in piazza Duomo e di cui parliamo a pagina V. L In preghiera per la vocazioni

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NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

19 maggio 2019

LA DOMENICA DEL PAPA

L’intimità con Gesù

DI FABIO ZAVATTARO

ella scorsa domenica, la quarta di Pasqua, laliturgia ci ha fatto compiere un passoindietro nel tempo. Abbiamo celebrato, dapoco, la resurrezione di Cristo, e lo abbiamo

trovato con gli apostoli, con l’incredulo Tommaso. IlVangelo di Giovanni ci ha mostrato Gesù che, nellafesta della Dedicazione del Tempio, dialoga, o forsedovremmo dire si scontra, con coloro che noncredono alla sua parola. È un passo evangelico che sitrova prima della morte di Lazzaro, primadell’ingresso a Gerusalemme. Un «tornare indietro»nel tempo che forse ci aiuta a meglio capire ilcammino della chiesa, del popolo di Dio.Che cosa accade nella Sinagoga? Gesù è attorniato dapersone che gli dicono: «Fino a quando ci terrainell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».La sua risposta è nelle opere compiute, ma, rispondeloro, «voi non credete perché non fate parte delle miepecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conoscoed esse mi seguono». Ci troviamo di fronte a una scenache in qualche modo si ripete nel tempo: c’è unaparola, ci sono delle opere che parlano, e, dall’altraparte, c’è l’incredulità, il rifiuto di vedere.È la domenica del buon pastore, e Giovanni, nel suoVangelo, ci propone tre verbi: ascoltare, conoscere,seguire. Li troviamo all’inizio del brano, assieme a unaimmagine di altri tempi, potremmo dire, e cioè di unmondo agreste che oggi è assai lontano dalle nostrecittà: il pastore che governa un gregge e lo porta apascolare. Ma è una immagine che ricorre di frequentenei Vangeli e nella Bibbia. Tre verbi che comunicanoun messaggio che va oltre il tempo in cui questeespressioni sono state ascoltate. Alla mente tornanoquelle parole che Francesco ha pronunciato, nellamessa di Giovedì Santo del 2013, e cioè il pastore conl’odore delle pecore, che è davanti al gregge perguidarlo, in mezzo nel tempo della sosta, tempo diascolto; e dietro, perché il gregge non perda la strada.L’opera di Gesù, ha detto Papa Francesco al ReginaCoeli, «si esplica in alcune azioni: egli parla, conosce,dà la vita eterna, custodisce. Il buon Pastore – Gesù – èattento a ciascuno di noi, ci cerca e ci ama,rivolgendoci la sua parola, conoscendo in profonditàil nostro cuore, i nostri desideri e le nostre speranze,come anche i nostri fallimenti e le nostre delusioni. Ciaccoglie e ci ama così come siamo, con i nostri pregi e inostri difetti. Per ciascuno di noi “dà la vita eterna”: cioffre cioè la possibilità di vivere una vita piena, senzafine. Inoltre, ci custodisce e ci guida con amore,aiutandoci ad attraversare i sentieri impervi e le stradetalvolta rischiose che si presentano nel cammino dellavita».Quei verbi che troviamo nel quarto Vangelo, per ilPapa, sono «azioni che mostrano in che modo noidobbiamo corrispondere agli atteggiamenti teneri epremurosi del Signore». Ascoltare e riconoscere la suavoce, ha affermato ancora Francesco, «implica intimitàcon lui, che si consolida nella preghiera, nell’incontrocuore a cuore con il divino Maestro».Due elementi e un’immagine, nelle parole di Gesù:l’assoluta fiducia, il saper ascoltare la voce del Signore;e la mano che accoglie, che accompagna, che nonabbandona. La mano, per la Bibbia, è metafora dellapotenza protettrice di Dio: chi è nelle sue mani èveramente al sicuro. Ma è anche quella parte delnostro corpo che può compiere gesti buoni o cattivi:può rapire, distruggere, fare violenza; e può aprirsiall’accoglienza, al donare, al salvare, al benedire.L’intimità con il Signore, ha affermato Francesco,«rafforza in noi il desiderio di seguirlo, uscendo dallabirinto dei percorsi sbagliati, abbandonando icomportamenti egoistici, per incamminarci sullestrade nuove della fraternità e del dono di noi stessi».

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Francesco: «L’essere aperto, il parlare con Gesù, rafforza in noi il desiderio diseguirlo, uscendo dal labirinto dei percorsisbagliati, abbandonando i comportamentiegoistici, per incamminarci sulle stradenuove della fraternità e del dono di noistessi, ad imitazione di Lui»

DI ANDREA BERNARDINI

a scorsa domenica - la quarta di Pasqua, detta del BuonPastore - papa Francesco ha ordinato in San Pietro 19 nuovisacerdoti. Contemporanemente a Pisa, in attesa di far festaper il nuovo presbitero Luca Baù (sarà ordinato il prossimo

2 giugno in Cattedrale), nelle Messe domenicali celebrate in tuttele chiese, i fedeli hanno reso grazie al Signore per i «loro» preziosi,preziosissimi sacerdoti. Chiedendo altresì a Dio perché suscitinuove risposte alla sua chiamata.La giornata di preghiera per le vocazioni celebrata in diocesi diPisa come in tutte le altre chiese del mondo, è stata preceduta dauna veglia di preghiera, organizzata dal Centro diocesanovocazioni e presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. La veglia è stata ospitata nella chiesa di San Michele in Borgo,dove si è radunato un discreto numero di religiose e laici. Ementre alcuni sono rimasti nella chiesa di Borgo Largo perl’adorazione eucaristica, altri si sono trasferiti nella vicina chiesadi San Pietro in Vinculis, dove un gioco di luci e una voceregistrata conduceva per mano il visitatore invitandolo a rifletteresul messaggio della giornata.Una iniziativa ben riuscita - ben documentata nel serviziofotografico di Gerardo Teta - e che fa il paio con la festa deiministranti, ospitata nel pomeriggio in piazza Duomo e di cuiparliamo a pagina V.

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In preghiera per la vocazioni

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VITA NOVATOSCANA OGGI19 maggio 2019II

Da Pisa ad Assisi per l’offerta dell’olio

DI DONATELLA DAINI

iugno 1219, quintacrociata: Francesco daAssisi si imbarca con isoldati per la Terra

Santa. Vuole essere untestimone di Dio, ma i militaridecidono di andare a Damietta,porto egiziano. Il frate rimanedisgustato dal comportamentodei crociati, perciò si dirigeverso lo schieramentomussulmano e incontra ilSultano al-Malik al-Kamil.Francesco, secondo le fonti,predicò la parola di Dio aiSaraceni, prima di tornare inpatria. Un episodio che hastimolato la fantasia di moltiartisti e letterati come Dantenell’XI canto del Paradiso, e fra ipiù recenti Angelo Branduardiche ha dedicato a questa storiauna canzone nel suo album«L’infinitamente piccolo».Quello di Francesco è statodefinito uno dei piùstraordinari gesti di pace nellastoria del dialogo fracristianesimo e islam - oggiparleremmo di dialogointerreligioso - terminesconosciuto in epocamedievale.18 maggio 2019, ottocento annidopo, il Mofra (movimentofrancescano d’Italia) dellaToscana, uscirà dai conventi e siritroverà a Pontedera perricordare questo evento, chesicuramente tanto ha dainsegnare a tutti noi. L’iniziativaè stata presentata lunedì scorsodai francescani in unaconferenza stampa ospitata aPalazzo Stefanelli, sededell’amministrazione comunale

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a Pontedera. Per lo svolgimentodi questo appuntamento ilcomune - che ha dato ilpatrocinio all’evento -concederà l’uso di piazzaCavour. Ha dichiaratol’assessore al bilancio e alpersonale Marco Papiani:«Crediamo che le istituzionideebbano occuparsi anche (esoprattutto) dei più deboli: equesto va di pari passo con ilmessaggio francescano».Chi fa parte della famigliafrancescana in Toscana? Lo haspiegato padre Guido Fineschi,presidente del Mofra Toscana eministro provinciale dei fratiminori della Toscana: ilmovimento nella nostra regione- ha osservato il religioso - contacirca 250 fra frati minorifrancescani, frati conventuali efrati cappuccini, circa 500 frasuore francescane e clarisse ecirca 1.100 fra i varicomponenti dell’ordinefrancescano secolare e della

gioventù francescana. In occasione del rendez vous delMovimento francescano«vogliamo approfondire alcuniproblemi delicati e difficilicome l’integrazione. E lofaremo con un dibattito chesarà ospitato nell’oratorio SanLuigi, in via della Misericordia aPontedera. Si tratta - spiegapadre Guido - di un momentoformativo dal titolo “Amiciziaecumenica & interreligiosa” cuiabbiamo invitato il fratecappuccino Stefano Luca. Aquesto appuntamento cheavverrà alle ore 15, si sono giàiscritte 200 persone. Poi, alleore 17, pregheremo nella SantaMessa presiedutadall’arcivescovo di PisaGiovanni Paolo Benotto. Alleore 18,30 festeggeremo inpiazza Cavour insieme a tutta lacittà. Per noi francescani - haproseguito padre GuidoFineschi - la relazione el’accoglienza sono valori

assoluti. A Pontedera questivalori vengono messi in pratica.Naturalmente all’iniziativasono state invitate tutte leparrocchie dell’unità pastorale». È importante - ha conclusopadre Fineschi - che ci poniamocon rispetto e accoglienza difronte a chi ha un credoreligioso diverso dal nostro, achi ha idee politiche diverse eanche a chi è ateo,confrontandoci serenamente.«Abbiamo scelto Pontedera - haspiegato Michela Lazzeronisegretaria regionale del Mofra -perché dovendo festeggiarequesta ricorrenza, abbiamopreferito un luogo dove c’è unagrande apertura verso glistranieri e una buonaintegrazione. Narreremo lastoria di San Francescointegrandola con testimonianzeattuali». «È una bella occasioneper portare alla gente il nostromessaggio - ha detto GabrieleLorenzetti della Gioventùfrancescana di Pontedera - PapaFrancesco ci chiede una Chiesain uscita: sabato usciremo tuttiinsieme».«Spesso i nostri pregiudizi nonci permettono di uscire dalnostro quadrilatero - hadichiarato Marco Vespiprofesso dell’ordinefrancescano secolare diPontedera - ma sabatocontiamo di essere in molti.Nella nostra città esiste ungruppo di trenta terziarifrancescani e altrettanti giovaniaderenti al Gifra, ma ciauguriamo che anche chipasserà da piazza Cavour versole 18,30 si unirà ai nostrifesteggiamenti».

a nostra ammirazione e la devozione aFrancesco d’Assisi, patrono d’Italia,

trova quest’anno un’occasione nuova peresprimersi. Nel 2019 spetta, infatti, allecomunità della Toscana offrire l’olio peralimentare la lampada che arde dinanzi allasua Tomba. Il 3-4 ottobre, secondo uncalendario nazionale che va avanti da 80anni, una regione d’Italia è invitata, nellesue componenti ecclesiali, istituzionali,civili e popolari, a recarsi pellegrina adAssisi, per compiere questo gesto didevozione e rinnovare, nell’offerta dell’olio,il desiderio e la volontà di ispirarsi allatestimonianza lasciata a tutti noi dalPoverello. È un’occasione bella che, contutte le nostre spiccate differenze eoriginalità, ci fa incontrare attorno ad unuomo povero, libero, santo, vicino e fratellodi tutti». Così i vescovi della Toscana nelmessaggio che troverete in allegato a questonumero del settimanale. Oltre 40mila copiedel «messaggio» saranno distribuite nellanostra diocesi, arrivando nelle chiese, neiconventi, negli istituti religiosi. Nelfascicolo regionale Giacomo D’Onofrio (apagina 9) fa il punto della preparazionedell’evento del 3 e 4 ottobre e delleiniziative che lo precederanno. Già da adesso l’agenzia «Millennium» aprele iscrizioni per il pellegrinaggio regionaleper l’accensione della lampada votiva chearderà per tutto l’anno presso la tomba disan Francesco d’Assisi. Il pellegrinaggiodiocesano sarà presieduto dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Racconta ildirettore dell’ufficio diocesano pellegrinaggimonsignor Danilo D’Angiolo (cherappresenta, peraltro, la diocesi di Pisa altavolo «toscano» promotore dell’iniziativa):«Partiremo la mattina di giovedì tre ottobrein autobus. Dopo una sosta a Santa Mariadegli Angeli, ci incontreremo, ad Assisi, conuna guida locale e, insieme, ci recheremonelle Basiliche di San Francesco e di SantaChiara. Poi, rientrando a Santa Maria degli

Angeli, parteciperemo alla celebrazionedei vespri con il Transito di SanFrancesco. Chi lo desidererà, potràanche partecipare alla veglia di preghierain San Damiano. Il giorno seguente citrasferiremo nella Basilica superiore diSan Francesco per partecipare allaconcelebrazione eucaristica presiedutadal l cardinale Giuseppe Betori,arcivescovo di Firenze e presidente dellaConferenza episcopale toscana. Nellaloggia del Sacro Convento ascolteremo ilsaluto del Ministro generale dei frati, delpresidente della Regione Toscana e delministro rappresentante del governo

italiano. In Santa Maria degli Angeli,dopo pranzo, chiuderemo in preghiera ilpellegrinaggio». Le iscrizioni alpellegrinaggio si ricevono entro il 15luglio. Per informazioni e iscrizionitelefonare allo 050. 565579 o 050.565580.«Anche oggi - scrivono i vescovi toscaninel loro messasggio - la nostra terra habisogno» di san Francesco d’Assisi,«della sua protezione e della suaumanità, del suo amore a tutto e a tutti,del suo dolce e robusto parlare di Cristoagli uomini, del suo modo di guardarealla vita, a ogni persona, alle cose dellanatura come a quelle spirituali, allestelle in cielo e a Dio, il suo “Altissimo,onnipotente, bon Signore” (FF 263).Abbiamo bisogno di ricominciare, colsuo aiuto di Patrono, ad amare,ascoltare, onorare, adorare e cantare Dio,vedendolo e servendolo in ogni persona“cun grande umilitate”».

Andrea Bernardini

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 19 maggio 2019 ore 11: Cresi-me a San Giovanni alla Vena; ore 18: Cre-sime a PomaiaDa Lunedì 20 a Giovedì 23 maggio: a Ro-ma per l’Assemblea della CEI.Giovedì 23 maggio ore 19: incontro con icresimati/ndi del Piano di Pisa a Cascia-vola.Venerdì 24 maggio ore 10: incontro congli Operatori della Fondazione CardinaleMaffi a S. Cerbone; ore 18: Cresime a SanRanieri in Migliarino Pisano.Sabato 25 maggio ore 12: S. Messa per ilVolontariato Vincenziano Regionale aiCavalieri; ore 18: Cresime a Santa MariaMadre della Chiesa in PisaDomenica 26 maggio 2019 ore 11,30: S.Messa a Calcinaia per la festa di S. Ubal-desca; ore 18: Cresime a Querceta.

IN RICORDO DI AUGUSTA BUONRIPOSIPISA- Augusta Buonriposi, catechista dilungo corso nella parrocchia di San Pio Xin Pisa e fedele lettrice di Vita Nova e diToscana Oggi, ci ha lasciato improvvisa-mente. Ha amatotanto il Si-gnore e nonsolo con lapreghiera as-sidua e fer-vente, ma an-che con il suoc o m p o r t a -mento e ilsuo impegno:un sorriso euna parola af-fettuosa pertutti quelliche incontra-va, due chiac-chiere ami-chevoli e un pensierino per qualche mala-to che andava a trovare, ma soprattutto ladedizione per le decine di bambini che intanti anni di catechismo ha sempre accol-to con grande amore insegnando loro adamare Gesù e guidandoli con cura nellapreparazione alla Prima Comunione. La pensiamo tanto felice lassù insieme aitanti bambini che sono in cielo, spessoper una morte violenta o uccisi da unagrave malattia o addirittura mai nati perla volontà di una madre, che si sarannosubito radunati intorno a lei perchéavranno sentito arrivare una catechistache cercava i bambini e li colmava di af-fetto.

Gabriele Ranieri

RESTIAMO SALDINELLA FEDE

DI GIOVANNI MANECCHIA

n quei giorni, Paolo e Barnabaritornarono a Listra, Iconio e

Antiochia, confermando i discepoli edesortandoli a restare saldi nella fede“perché- dicevano - dobbiamo entrarenel regno di Dio attraverso moltetribolazioni...”» (At 14,21b-27 liturgiadella V^ domenica di Pasqua, 19maggio). Paolo e Barnaba ritornano dove giàavevano annunciato Gesù nostrosalvatore. Confermano i discepoli e liesortano «a restare saldi nella fede«perché - dicevano - dobbiamo entrarenel regno di Dio attraverso moltetribolazioni». Anche noi dobbiamoentrare nel regno di Dio e anche noiavremo molte tribolazioni. Diffidiamodi chi ci presenta un cristianesimo abasso costo; seguire Gesù è moltobello e impegnativo. «Entrate per laporta stretta, dice Gesù, perché larga e’la porta e spaziosa la via che conducealla perdizione, e molti sono quelli chevi entrano...» (Mt 7,13-14). «Cari figli, come negli altri luoghi incui sono venuta a voi, così anche qui viinvito alla preghiera. (...) Figli miei,siate pronti: questo tempo è un puntodi svolta. Perciò io vi invitonuovamente alla fede e alla speranza(ndr. “entrare nel regno di Dio”), vimostro la via per la quale doveteentrare, ossia le parole del Vangelo»(pag.11 de «L’ apostasiadell’Occidente» di padre Livio Fanzaga- Radio Maria).

ASTERISCO

Aperte le iscrizioni per ilpellegrinaggio del 3 e 4ottobre presiedutodall’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto

L’INIZIATIVA

A Pontedera il ritrovo del Mofra

Da sinistra a destra: Marco Vespi, professo dell’ordine francescano secolare di Pontedera,Gabriele Lorenzetti (Gifra Pontedera), Michela Lazzeroni, segretaria del Mofra della Toscana,padre Guido Fineschi provinciale dei frati minori e presidente Mofra Toscana e MarcoPapiani, assessore del comune di Pontedera

SABATO 18 MAGGIO L’INIZIATIVA DEL MOVIMENTO FRANCESCANO DELLA TOSCANA

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VITA NOVA TOSCANA OGGI19 maggio 2019 III

Tutti i diritti negati alle donnel primo appuntamento si èsvolto nella sala Baleari delComune di Pisa allapresenza di un gruppo di

studenti del dipartimento diIngegneria. Molti e qualificati gliinterventi ascoltati.«Nell’esperienza lavorativa ledonne spesso fanno un passoindietro per dedicarsi allafamiglia che è solo sulle lorospalle - ha osservato PatriziaPacini, presidente diConfindustria Pisa. Di questaloro scelta le prime a rimettercisono le imprese: le nazioni conil pil più alto sono quelle chehanno le donne ai vertici delleaziende».Ma oltre alla carriera che spessoè preclusa alle lavoratrici, trannepoche eccezioni, le donneincontrano ostacoli anche soloper mantenersi il posto dilavoro, come ha commentato Maria Cristina Del Poggetto,psichiatra e psicoterapeutasistemico-relazionale, la qualeha spiegato che fra i lavoratoriche subiscono comportamentivessatori da parte di superiori ocolleghi, la percentuale delledonne è particolarmente alta. Anche tra donne che hannofatto carriera le cose - in diversicasi - non vanno meglio. Èaccaduto che, pur essendodirigenti, alcune donne sianostate trattate dal loro datore dilavoro come semplicidattilografe. O che, lavorando inuno studio legale, siano statechiamate «signorina» a dispettodel collega maschio chiamato«avvocato». Insomma le difficoltà - a causa

I

di pregiudizi e stereotipi - nonmancano. Come ha spiegato Patrizia Magnante docente diSociologia all’Università diRoma Tor Vergata, lamaggioranza delle donne cheesegue lavori impiegatizi non èin grado di negoziare, noncontratta. Perché? La sociologaha spiegato che al primo no,molte dipendenti fanno marciaindietro, perché la loroautostima è stata minata già daiprimi anni di vita. «In Europa il 58% dei laureatisono donne - ha detto PatriziaMagnante - ma solo il 18%arriva ai vertici». E questo varicercato anche nella difficoltà diconciliare la vita professionalecon quella familiare: gli uominidi fatto svolgono un lavoro, ledonne due. Questo argomento èstato affrontato anche da Serena Gianfaldoni, docenteuniversitaria di Scienze dellerisorse umane alla facoltà diIngegneria, portando adesempio una grande donnacome la scienziata Marie Curieche ha avuto due premi Nobelper la Fisica.Nella sede dell’ordine dei

Cavalieri di Santo Stefano,invece, si è parlato di violenza edi soprusi sulle donnne,tentando di capire dove affondale radici il mancato rispetto perle donne. «…Ogni atto didiscriminazione basato sul genere èin grado di provocare dannipsicologici, sessuali, fisici edeconomici alla donna….» si leggenella Convenzione di Istanbulcitata dalla dottoressa DelPoggetto.La psichiatra ha parlato didisumanizzazione cognitiva, disvalutazione morale delladonna e delle sue capacità.Quando invece «una cultura chedifenda la parità dei diritti - hadichiarato Maria Cristina DelPoggetto - avrà come frutto lacultura del rispetto». Interessante l’intervento della professoressa PatriziaMagnante una donna d’azioneche insieme al parroco delquartiere Torre Maura di Roma,scoprì e salvò una bambina cheveniva violentata dal padrecarabiniere e da un amico. Lamadre non parlava per paura.«Non capiamo perché gliuomini continuino ad uccidere

le donne - ha spiegato lasociologa - ma noi veniamo dalcodice Rocco, adottato nelperiodo fascista, dove lo stuproera soltanto violenza contro lamorale, dove per legge esistevaun capo famiglia, dove vi era lapossibilità del ratto per gliuomini, dove i figli eranoproprietà del padre e dove eraprevisto il delitto di onore.Queste leggi sono state cambiateda pochi anni». Ma non solo le donne adifendere le donne. Said Talbi ètunisino ed è il fondatore diUnità migranti Italia. Said sioccupa anche di violenze digenere all’interno dellecomunità di immigrati. «InTunisia da alcuni anni è in corsoun cambiamento che ci staportando ad una verademocrazia - ha raccontato Said- faccio parte di un gruppotunisino che cerca di far si chequesto cambiamento emerga inconcreto». Said si è battutoanche per aiutare una donna cheera obbligata dal compagno astare chiusa in casa a Pisa, perquesta azione è stato aggreditodal marito di lei, subito dopoarrestato. Gli studenti universitari hannopotuto ascoltare la relazione deldottor Renzo Puccetti sull’eticadella relazione, sullacomunicazione che può esserecorretta o scorretta, su come lenostre azioni, di cui siamo figli,come diceva San GregorioNisseno, possano determinare econdizionare nel bene e nelmale la storia di un rapporto fraun uomo e una donna. Gli strumenti per difendersi eaffrontare i problemi nella vita liacquisiamo nell’infanzia. E lopotremmo fare grazie anche allefiabe se non fossero stateedulcorate, come ha spiegato Serena Gianfaldoni, portandol’esempio della storia della Bellaaddormentata nel bosco: nellastesura originale venivaviolentata dal principe e si erarisvegliata per partorire, mentrein quella riadattata per ibambini è salvata dal principe.Per questo le donne ancoracredono nel principe azzurro... enon fanno squadra con le altredonne. Toccante la testimonianza di Lisa di Budio: ha dimostratocome molti uomini, forseperché fragili, tendono aschiavizzare le donne inqualunque ambito e, cosaancora più triste, come le donnenon se ne rendano conto.

DI DONATELLA DAINI

apa Francesco - nell’ udienza generale del 15 aprile del 2015 - de-finì scandalosa la disparità di retribuzione tra l’uomo e la don-

na. Papa Giovanni Paolo II - il 29 giugno 1995 nella «Lettera alledonne» - chiese perdono a tutte le donne per le ingiustizie subite.E di violenza e discriminazione si è parlato - nei giorni scorsi - aPisa in tre conferenze organizzate dal Cafre, Centro per l’aggior-namento, la formazione e la ricerca educativa dell’Università di Pi-sa, con altre associazioni sostenute dal Ministero delle Pari Op-portunità.

P

Dalla differenza di salario (a parità di mansioni e di anzianità

contributiva) alla difficoltàad avanzare di carriera, dalla

«complicata» conciliazione tratempi da dedicare al lavoro e tempida dedicare alla cura della famiglia(«perché noi donne facciamo due

lavori, gli uomini, spesso, unosolo»), al demansionamento e alla

irrisione nei luoghi di lavoro:tre giorni di approfondimento

organizzate dal Cafre, Centro perl’aggiornamento, la formazione e la

ricerca educativa dell’Università diPisa. Il presidente di ConfindustriaPatrizia Pacini: «Eppure le nazioni

con il pil più alto sono quelleche hanno le donne ai vertici

delle aziende». Il dramma della violenza sulle

donne e le sue origini

L’ESPERIENZA

INSEGNANTI DEL CIFINSEGNANOITALIANO AGLI STRANIERI

ntegrazione, accoglienza e solidarietàattraverso l’insegnamento della lingua

italiana: questi gli obiettivi della scuoladi italiano per stranieri del CifComunale di Pisa, che si avvale diinsegnanti volontarie.Dal 2013 la scuola è un centrocertificatorio della Società DanteAlighieri di Roma e può quindi rilasciare,dopo un apposito esame, lacertificazione Plida, riconosciuta a livellointernazionale e necessaria agli stranieriche hanno bisogno di un certificato dicompetenza in lingua italiana per motividi studio, di lavoro, di permesso disoggiorno oppure per fare la domanda dicittadinanza.«Dal 1992, anno in cui è statoorganizzato il primo corso - racconta Elisabetta Coppola, una delle figure diriferimento e memoria storica dellaScuola - i destinatari dei nostri corsi sonocambiati; negli anni ’90 la maggior partedegli allievi era di origine senegalese,negli anni successivi abbiamo accoltosempre più persone provenienti dall’EstEuropa e dall’Asia. In ultimo, abbiamolavorato in stretta collaborazione con lenumerose cooperative che gestisconocentri di accoglienza sul territorio. A tuttigli allievi cerchiamo di offrire qualcosadi più della sola formazione linguistica.Ne sono dimostrazione le gite alla SmsBiblio, la biblioteca comunale di Pisa eal Museo di Calci, così come le feste cheproponiamo nel corso dell’anno percelebrare festività italiane come Natale oCarnevale. A fine anno scolastico sonogli allievi stessi che organizzano, conl’aiuto delle insegnanti, una grande festamultietnica, che è un’altra significativaoccasione di integrazione».Ogni anno, circa 150 persone siavvalgono dei corsi da livello A1 a B1 chesi svolgono il martedì e giovedì nellasede della Scuola in Via San Paolo,62/64. «Molteplici sono le motivazioni che leportano in Italia e altrettanto vari i lorolivelli di scolarizzazione. Tra i nostristudenti - spiega Tiziana Panduri, unadelle insegnanti - alcuni sono analfabeti.Approcciarsi con loro richiede moltadedizione e pazienza. Ma quando, allafine dell’anno, vedo i loro progressi, lasoddisfazione mi ripaga della faticafatta». «Poi ci sono i corsi A1 - aggiunge PaolaRaspadori, un’altra insegnantevolontaria - in cui si trovano gli uniaccanto agli altri studenti pochissimoscolarizzati con altri che nei paesi diorigine hanno frequentato scuole finoalla conclusione di un ciclo di studio,studenti provenienti da paesi dove lalingua dominante è l’inglese e studentiche parlano il francese. Di fronte aqueste situazioni così variegate leinsegnanti cercano, per quanto possibile,di seguire gli studenti nel modo piùindividualizzato possibile».Oltre ai corsi di italiano, al Cif vengonoorganizzati anche seminariprofessionalizzanti; l’ultimo in ordine ditempo su «Caregiving familiare: il pesodel supporto e dell’accudimentoquotidiano» a sostegno dei molti allieviche svolgono il lavoro di badante. Ma la formazione non è solo destinataagli stranieri; anche le insegnantivolontarie vengono incoraggiate aseguire corsi di aggiornamento eformazione per garantire un alto livelloqualitativo delle lezioni. Grazie anchealla collaborazione con docentiuniversitari ed il Cesvot, ad esempio, si èrecentemente realizzato un corso di circa40 ore dal titolo «Italiano comeIntegrazione», aperto a tutti gliinsegnanti volontari presenti e futuri sulterritorio. Per chi ne volesse sapere di più èpossibile visitare il sito web del Cifcomunale: www.cifcompisa.it.

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VITA NOVATOSCANA OGGI19 maggio 2019IV

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VITA NOVA TOSCANA OGGI19 maggio 2019 V

Cent’anni fa nasceva monsignor Guido CoralliniDI MARISA TACCHI

ono passati tre anni da quandomonsignor Guido Corallini ci ha

lasciati: quest’ anno avrebbe compiuto100 anni. La comunità di Santa Caterina

vuole ricordare ilsacerdote pisanonel giorno delsuo compleanno- lunedì 20maggio - conalcune iniziative:alle ore 19, nellachiesa di SantaCaterinad’Alessandria, lafigura dimonsignorGuido Corallinisarà tracciata inunaconcelebrazionedi suffragio. AllaMessa seguiràl’inaugurazionedi una mostrafotografica. Lafesta siconcluderà neivicini locali.E a monsignor

Guido Corallini sarà dedicato il concertod’organo del maestro ClaudianoPallottini fissato per sabato 25 maggioalle ore 21.15. In programma brani diWidor, Frank, Bossi e Vierne.

LA MOSTRA FOTOGRAFICA

utto (o quasi) è pronto per la mostrafotografica, che intende ripercorre la

vita umile e feriale di don Guido,indissolubilmente legata alla parrocchia:dalla nascita, agli studi, alla suavocazione sacerdotale. E poi il suoministero di parroco, la sua figura dianimatore nei pellegrinaggi e nellememorabili gite al mare in pulmino, diprofessore, scrittore… e molto altro!La parrocchia, infatti, lo ha visto nascere,crescere e diventare sacerdote e ha avutola gioia di averlo come parroco per ben68 anni. E a questa don Guido è statosempre affezionato. Della chiesa diSanta Caterina d’Alessandria si è sempreoccupato, custodendola e preservandolacon innumerevoli piccoli e grandi lavoridi restauro, per lasciarla più bella dicome gli era stata consegnata subitodopo guerra, nel 1945. Pastore buono, si è sempre preso curacon amore del suo gregge, dai più piccoliai giovani, agli adulti e alle personeanziane insegnando loro a guardareverso il Signore e a testimoniare la fedein Lui con impegno e coraggio.Il suo era un cristianesimo forte egioioso, capace di attirare: «Nienteeroismi apparenti, niente cilici, nienteprivazioni esagerate, niente falso pudore, malo sguardo bello, sereno: sempre pronti adare, ad aiutare, a sorreggere. Tutto l’oppostodel classico tipo di bigotto» (da un suoscritto giovanile).

Aveva 94 anni quando rimise ilmandato nelle mani dell’arcivescovo.Ma anche dopo aver lasciato il«testimone» a don Francesco Bachi, finoagli ultimi giorni della sua esistenza, inquella canonica che era da sempre la suacasa, si è sempre messo a disposizione ditutti.Ha conosciuto e guidato generazioni dipisani anche come insegnante allemedie e al Liceo S.Caterina dove haprestato servizio per più di 40 anni. Ha scritto libri e opuscoli sulla suachiesa e sulla vita religiosa pisana.È stato il fulcro e l’animatore dicentinaia di iniziative parrocchiali,diocesane e associative - prima fra tuttiaveva nel suo cuore l’Azione cattolica - edi impegno civile - ad esempio eiComitati Civici che dall’Azione Cattolicaderivavano. La sua idea: occorre esserecristiani veri per animare cristianamenteil mondo.Era una persona colta, schietta ed arguta,una persona tutta d’un pezzo, libera,obbediente sempre ma in piedi. Se avevaqualcosa da dire, non si peritava a farloanche sapendo di poter essere criticato.Sicuramente non era uno che cercava ilplauso della folla o dell’autorità …Qualcuno si riconoscerà nelle foto, altririconosceranno qualcuno dei propricari. Tutti ricorderemo con piacere unpezzo di storia percorso insieme alnostro amato don Guido.La mostra resterà aperta in chiesa fino al30 giugno dalle ore 8 alle ore 20.

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LUNEDÌ’ 20 MAGGIO SARÀ’ RICORDATO NELLA CHIESA DI SANTA CATERINA

Ministranti in Campo con i Santi

Sabato scorso, in piazza Duomo,la giornata di festadei chierichetti. Vihanno partecipatobambini e ragazziprovenienti dadiverse parrocchiedella diocesi

DI ANDREA BERNARDINI

na giornata «memorabile»quella vissuta - sabato

scorso - dai ministranti cheprestano servizio nelle liturgiecelebrate nelle chiese dellanostra diocesi. Circa 70chierichetti hanno rispostoall’invito del Centro diocesanovocazioni - ritrovandosi inpiazza Duomo insieme ai «loro»sacerdoti, animatori e genitori. «In Campo con i Santi» era iltitolo della giornata in cui iragazzi - attraverso alcuni giochi- hanno meglio conosciuto lavita di alcuni santi pisani -Rossore, Ranieri, Torpé,Ubaldesca e Bona.I giochi sono stati preceduti dauna visita guidata alCamposanto monumentale:hanno fatto da ciceroni ildirettore del Cdv don SalvatoreGlorioso e suor Monica Vitale delle suore Apostoline. Visitataanche la cappella delle reliquiedei santi.Poi, nel prato adiacente alCamposanto, il fischio d’inizio dei giochi: hanno fatto da arbitri

Usacerdoti, religiosi, giovani laicidel Centro diocesano vocazionie alcuni seminaristi. Dopo la merenda, i ragazzi sisono trasferiti in Cattedrale,dove hanno indossato la tunicada ministranti e sono statisalutati dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Iragazzi sono stati invitati arecitare la preghiera delministrante: «Signore Gesù, ognidomenica sono sull’altare per farefesta con te; è un momentoimportantissimo perché Tu, nellaMessa, stai offrendo la tua vita pernoi. Per questo voglio impegnarmie mettercela tutta per servirti conentusiasmo tutti i giorni, facendo ilbene che tu mi chiedi di fare. Fa’che il mio cuore resti sempre purocome è bianca la mia veste e che ilservizio mi ricordi che siamo fattiper stare al tuo fianco per sempre.Amen».Ai piedi del presbiterio glianimatori hanno portato alcuniscatoloni, pezzi di un puzzle diuna gigantografia dellaMadonna di Sotto gli Organi.L’icona mariana e il brano delVangelo proclamato dal diacono

e dedicato alle nozze di Cana,hanno offerto all’Arcivescovo lospunto per una riflessione. Il canto «Madre della speranza»- e la foto di gruppo con, allespalle, la mensa eucaristica dellachiesa madre della diocesi - hachiuso la giornata di festa.Ragazzi e genitori - stanchi mafelici - sono tornati nellecomunità di provenienza: SanBiagio, Sacra Famiglia a Pisa, epoi Pontasserchio, San Lorenzo

alle Corti, Casciavola,Vicopisano, Bientina, il Duomoe San Giuseppe a Pontedera,infine Volegno, Stazzema ePontestazzemese. Con in testa laconsapevolezza - per usare leparole del celebrante - che«essere chierichetti significamettersi al servizio di Dio edella Chiesa, significa diventaremodelli di fede e testimoni diGesù per tutti quelli che livedono servire all’altare».

IL CARCERE SECONDO CERAUDOPISA - Si intitola «Uomini come be-stie. Il medico degli ultimi» (edizioniEts) il libro scritto dal dottor France-sco Ceraudo, per 37 anni direttore delCentro clinico del carcere «don Bo-sco» di Pisa. Il libro sarà presentatodal suo autore il prossimo venerdì 17maggio alle ore 17.30 nella sede del-l’istituzione dei Cavalieri di SantoStefano (piazza dei Cavalieri, 1 a Pi-sa). «Uomini come bestie. Il medico degliultimi» narra confessioni, segreti, tra-gedie, dolore, ma anche gesti ordinarie straordinari di so-lidarietà, offrendociuno squarcio dell’u-manità che ha vissu-to e tutt’oggi vivedietro le sbarre. Da-gli anni del terrori-smo fino alle carcerisuperaffollate, una«coraggiosa cronaca- come afferma ilgiornalista DoadyGiugliano - capacedi mettere a nudo ladisumanità di un si-stema carcerarionon degno di unanazione che si ritie-ne civile».«Ricordo di un dete-nuto di 71 anni ori-ginario del Veneto - scrive il dottorCeraudo. Ebbe dal Magistrato di Sor-veglianza di Pisa tre giorni di permes-so per partecipare alla mostra di lavo-ri artigianali eseguiti da tutti i detenu-ti ristretti nelle carceri toscane e alle-stita nell’Abbazia di San Zeno. Lo in-contrai per strada. Aveva paura a cam-minare su un marciapiede affollato digente. Questo mondo esterno- miconfessò - non lo riconosco più. Nonmi appartiene. Io ormai sono altra co-sa. Desidero ritornare al più prestonella mia cella che è ormai l’unicoposto che mi rassicura».

PISA VISTA DALL’ALTO DELLE MURA

PISA - Per la prima volta sulle Mura diPisa, nel giorno dell’anniversario del-l’apertura, va in scena la photo-expe-rience «Scatti di Mura». Per immorta-lare al meglio il fascino di Pisa dall’al-to, una fotografa professionista ac-compagnerà i partecipanti lungo ilpercorso del camminamento in quotada piazza delle Gondole a piazza deiMiracoli, spiegando quali tecnicheutilizzare e quali inquadrature sce-gliere per ritrarre i grandi monumen-ti, gli scorci nascosti, le bellezze segre-te che si incontrano nei 3 chilometridella passeggiata. Appuntamento sa-bato 18 maggio alle 17 in piazza delleGondole. I partecipanti dovranno es-sere muniti di macchina fotografica. Sempre sabato 18 maggio, dalle 17 inpiazza delle Gondole e dintorni «Mu-ra in gioco», laboratori e letture ani-mate a tema floreale per bambini dai4 ai 10 anni.Il giorno prima, dunque venerdì 17maggio, «Letteratura sopra le Mura»,iniziativa speciale in occasione del«Maggio dei Libri 2019». Dall’alto delcamminamento si seguiranno le trac-ce dei grandi scrittori che, attirati dalfascino della città, sono venuti a Pisae l’hanno raccontata, da Dante a Leo-pardi, da Mark Twain a Shelley. Par-tenza alle 19 dalla Torre Piezometricae arrivo alle 20.15 in piazza dei Mira-coli, con le guide di City Grand Tour.Prenotazione consigliata fino adesaurimento posti disponibili telefo-nando al numero 050 0987480 dallunedì alla domenica dalle 9 alle 19.Informazioni anche sul sitowww.muradipisa.it. In caso di mal-tempo, gli eventi potranno essere ri-mandati.

BLOCK NOTES

Nel fotoservizio di Gabriele Ranierii ministranti in Cattedrale e, sotto,mentre giocano nel prato a fianco al Camposanto monumentale

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VITA NOVATOSCANA OGGI19 maggio 2019VI

LEONARDO ERINASCIMENTOA GHEZZANO

n appuntamento tradizionale perla primavera pisana, che fa da apripista al Giugno Pisano. È laFesta di Sant’Ubaldo che, in

questa edizione che tornerà a colorare ilviale delle Piagge dal 16 al 19 maggio,celebra un traguardo importante: 40 anni.Un «compleanno» ricchissimo di novità: lamanifestazione si è, infatti,completamente rinnovata purmantenendo le sue caratteristichepeculiari, il radicamento sul territorio e ilrispetto della tradizione e della devozioneper il santo. Un salto di qualità non solonei numeri (l’obiettivo èsuperare le 30mila presenzedello scorso anno) masoprattutto nel programmaelaborato dal nuovo comitatoorganizzatore, con ilpatrocinio e la collaborazionedel Comune di Pisa e lasinergia con numerose realtàdel quartiere, compresal’Università di Pisa-Facoltà diVeterinaria. Mostra mercato dei fiori,quindi, come sempre, maanche spettacoli, tantamusica, vernacolo, mostre,sapori, libri, animazione perbambini, momenti diapprofondimento e appuntamenti liturgicisenza dimenticare la «classica» regata diSant’Ubaldo tra i quartieri storici. Tutto,come sempre, ad ingresso libero e gratuito.«Salutiamo con entusiasmo – hadichiarato in conferenza stampa il primocittadino Michele Conti - la 40esimaedizione di della Settimana delle Piaggeche rappresenta per la città una festa ditradizione a cui i pisani sono moltolegati». «In questa 40esima edizione - hacommentato il nuovo presidente delcomitato Antonio Schena- abbiamorecuperato la figura del Santo, il lato piùspirituale e religioso della Festa. Già il logo(ideato da Frédéric Henri Orsini) vede inprimo piano la parola Sant’Ubaldo. Ma aconfermare questo voluto ritorno alpassato è soprattutto la visita del vescovodi Gubbio, città che festeggia Sant’Ubaldopatrono». Monsignor Luciano Paolucci Bedini arriverà insieme al coro della cattedrale diGubbio la mattina di sabato 18 maggio. Al mattino la delegazione di Gubbiovisiterà piazza Duomo, con l’aiuto deivolontari dell’associazione «Pietre Vive»coordinata da padre Stefano Titta dellacomunità dei gesuiti che offrono il loroservizio nella parrocchia universitaria diSan Frediano. Gli ospiti saranno ricevuti amezzogiorno, in Cattedrale,dall’arcivescovo di Pisa Giovanni PaoloBenotto. Poi si recheranno nei locali dellaparrocchia della Sacra Famiglia a Pisanova,per il pranzo preparato dall’Istituto

professionale alberghiero di Pisa,«Giacomo Matteotti».Nel pomeriggio, alle ore 18, nellasplendida millenaria Basilica romanica diSan Michele degli Scalzi, il vescovo diGubbio presiederà la concelebrazioneeucaristica, concelebranti il parroco dellaUnità Pastorale «Pisanova» don LorenzoBianchi ed altri sacerdoti pisani edeugubini. La celebrazione sarà animatadalla corale eugubina. Prima della Messa(ore 17.30) la stessa corale presenterà aifedeli alcuni suoi «pezzi». Al ritoparteciperanno le autorità civili e la

magistratura di San Micheledegli Gioco del Ponte. Allafunzione seguirà latradizione unzione diSant’Ubaldo.«L’idea di incontrare ilvescovo ed il coro dellacattedrale di Gubbio èmaturata diversi mesi fa -dice a Toscana Oggi il parrocodi San Michele degli Scalzi don Lorenzo Bianchi. Ilprimo approccio è statofavorito da alcuni pellegrinidi Cascina, che, nel settembre2018, incontrarono coristi evescovo in occasione di unamarcia sulle orme di SanFrancesco da Assisi a Gubbio.

In quella occasione furono proprio ildirettore del coro e il vescovo ad esprimereil desiderio di venire a Pisa per la festa diSant’Ubadlo, loro patrono».

LA COMUNITÀ PER SANT’UBALDOa festa liturgica di sant’Ubaldo cadegiovedì 16 maggio: in quel giorno alle

ore 18 in San Michele degli Scalzi, donLorenzo presiederà l’Eucarestia animatadal coro parrocchiale, benedicendo l’olioche utilizzerà dopo Messa per le primeunzioni. Alla sera (ore 21.30) la chiesaparrocchiale ospiterà una rassegna dicorali: con il coro dell’unità pastorale,canteranno anche il Piccolo Coro deiCantori di San Nicola, la Corale SantaCecilia di Calci e la soprano Maria ChiaraLazzerini.Domenica 19 maggio, quinta domenica diPasqua, alla celebrazione eucaristica inSan Michele degli Scalzi parteciperannoanche i bambini che, nelle scorsedomeniche, hanno ricevuto per la primavolta la Comunione. Dopo le messemattutine sarà impartita la tradizionaleunzione per intercessione di Sant’Ubaldo.Unzioni che proseguiranno alle ore 16.30e 17.30, dopo una breve liturgia dellaParola.In occasione della festa sarà allestito unostand nel giardino di fianco alla chiesa,dove saranno offerti manufatti realizzatida alcune operatrici del centro di ascoltoCaritas e dalle signore che fanno parte delgruppo «sempre giovani». Il ricavato sarà

devoluto alle opere di carità dell’unitàpastorale.«Negli stessi giorni della festa - osservaAntonio Schena - uscirà un libro della casaeditrice Carmignani dedicato aSant’Ubaldo. Sarà presentato il 17 maggioalla Sms Biblio nell’ambito del Maggio deiLibri. Si tratta di un gradito fuoriprogramma».

LA MOSTRA MERCATO arà possibile trovare oltre 150 standnell’area della festa, il 10% in più

rispetto al 2018: piante, sementi,attrezzature e pubblicazioni per ilgiardinaggio e la coltivazione dell’orto,artigiani, aziende agricole edenogastronomiche di qualità provenientida ogni parte d’Italia. Novità 2019: lapresenza di una decina di aziende agricoleColdiretti che esporranno i prodotti di«Campagna Amica». Da visitare anche lamostra regionale di Bonsai e Suiseki curatadal Club del Bonsai di Pisa con oltre 100meravigliose piante.

CONCORSO FOTOGRAFICOarà aperto a tutti gli adolescenti di Pisa.Per partecipare sarà sufficiente

pubblicare su instagram - o inviare allapagina FB SantUbaldoPisa - una foto cherappresenti qualcosa di bello del quartiere,soprattutto sul viale delle Piagge mettendol’hashtag *#santubaldopisa2019*.Sarà premiata anche la creatività. Premi aiprimi tre classificati: La giuria sarà formata dalla direzioneartistica della festa, da un giornalista e dauna fotografa professionista.

GLI SPETTACOLIn appuntamento ogni sera, da giovedìa domenica. «Le scelte degli spettacoli

e degli eventi presenti quest’anno alla fieradi Sant’Ubaldo dovevano rispondere a dueesigenze fondamentali: qualità e varietà»conferma Marco Masoni che si è occupatodel coordinamento artistico. Musica,quindi, in tutte le sue forme, dallaclassica/corale alla canzone d’autore alpop rock, ma non solo. In programmal’esilarante spettacolo in vernacolo delCrocchio dei Goliardi Spensierati; ilconcerto rock dei Cubi Rossi (band pisanache sta avendo una risonanza ormainazionale). Un appuntamento in cuiripercorrere la storia artistica di LucioBattisti. I concerti degli allievi della scuoladi musica Bonamici. I balli della scuola didanza Proscaenium. La voce e l’incredibilemusicalità di Ilaria Bellucci, Letizia Pieri eFrida Bollani Magoni.

LA DEDICA ’edizione del quarantesimo è dedicata aGiancarlo Peluso, poeta, attore e

studioso, fondamentale voce popolare cheha segnato un’epoca nella culturapopolare pisana.

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L’INCONTRO

DI GLORIA PIRAS

n questo maggio freddo e piovoso, lo scorsogiovedì 9 maggio il cielo si è aperto e la piana

di Pisa, segnata dall’Acquedotto Mediceo al diqua dei Monti Pisani e dell’Arno regale, èapparsa nei suoi splendidi colori naturali …Su questo sfondo, nel Giardino AtelierScultura del maestro Francesco Sposito, alcentro di Ghezzano, il «Cenacolo Culturale» diquesto artista di fama internazionalescomparso da poco più di un anno, si èaffollato di persone sorridenti, in attesa dipartecipare ad una particolare celebrazione diLeonardo da Vinci. Infatti il noto storicodell’arte Roberto Manescalchi, espertissimo diLeonardo, per celebrarlo - nei 500 anni dallamorte - sul territorio pisano, ha scelto, come location ideale, i luoghi della memoria diFrancesco Sposito, poliedrico artista comeLeonardo. Perciò ha qui riunito intorno a sé ilseminario «L’anno di Leonardo», con le guidedi arti figurative e gli amanti della bellezza, ipresidenti di enti ed istituzioni, dallaConfcommercio e Confguide Provincia di Pisaall’Associazione Guide Storiche Toscana e

all’Unesco di Pisa: unincontro aperto atutti, patrocinato dalComune di Pisa,Provincia di Pisa,Regione Toscana,Camera diCommercio, Terre diPisa, FEISCT(FederazioneEuropea ItinerariStorici CulturaliTuristici) e Club perL’Unesco. Rilevanteanche la presenza di

«Pisa Early Music» con il soprano JenniferSchittino e il maestro Dario, al liuto d’epoca,che con musica e canti rinascimentali, tra cuile frottole di Bartolomeo Tromboncino,hanno contribuito efficacemente a crearel’atmosfera adatta. Un incontro di approfondimento epromozione culturale che RobertoManescalchi ha saputo animare con passione,grazie a nuovi elementi emersi dai suoi studiprofondi e alle attraenti tesi da luidocumentate accuratamente sulla vita diLeonardo, e in particolare su La Gioconda e la Battaglia d’Anghiari. Sapete perché Leonardoha portato con sé per ben diciannove anni ilritratto di Monna Lisa? Sapete quali affreschi etracce di pitture, riguardanti la Gioconda e ilvolo degli uccelli e i paesaggi leonardeschi …sono stati scoperti presso la foresteria delConvento dell’Annunziata a Firenze, dovealmeno per un anno - dal 1501 al 1502 -Leonardo ed i suoi discepoli sono stati ospitatidai frati Servi di Maria? Sapete come egli hapotuto in tale sede comodamente studiare icadaveri e inventare metodi di analisianatomiche impensabili per quei tempi,riguardo per esempio al globo oculareumano? Ed inoltre: che fine ha fatto l’affrescodella Battaglia d’Anghiari? Quali tracce neabbiamo presso i contemporanei e nei secolisuccessivi? E riguardo alle fake-news, tipoquella sul ciuffo di capelli di Leonardo, checosa rispondere? Attraverso attestazioni da fonti scelte, il Vasari,i codici, i documenti e le lettere dicontemporanei illustri … il Manescalchi haricostruito non solo quel periodo dell’attivitàdi Leonardo, ma anche la vita del tempo nelConvento e dintorni, nonché l’opera didiscepoli, tra cui Morto da Feltre il famoso eprimo autore di grottesche. Le numeroseimmagini su questi temi sono state sottopostead una analisi modello, un metodofondamentale di individuazione e collazionedi particolari e insiemi, di cui esperti e guided’arte non possono fare a meno. Insomma abbiamo potuto conoscere dal vivol’Atelier di Leonardo alla SS. Annunziataillustrato e discusso all’interno dell’AtelierScultura di Francesco Sposito, grande artistaanche lui poliedrico in quanto pittore,scultore, inventore, ingegnere … Manescalchiha apprezzato l’ingegno e l’opera del maestroSposito, trovando analogie con il genio diLeonardo. Così Ghezzano non è stato più solo«luogo di passaggio», ma luogo di cultura nelGiardino Atelier Sculture, cenacolo di incontroe promozione umana, eletto recentemente«Luogo del Cuore» F.A.I. per l’anno 2019

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Lo storicodell’arteRobertoManescalchi al GiardinoAtelier Sculturadel maestroFrancescoSposito

Una veduta della chiesa di San Michele degli Scalzi.Sotto il vescovo di Gubbio

monsignor Luciano Paolucci Bedini

SANT’UBALDO,Pisa accogliegli eugubini

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VITA NOVA TOSCANA OGGI19 maggio 2019 VII

ai limoni e dagli aranci della storicaCertosa di Pisa sono nati dei prodotti

unici: una crema viso antirughe con elevateproprietà antiossidanti e olii agrumati dioliva buoni, salutari e sostenibili. Aprodurne il prototipo è stata da una equipedi ricercatori dell’Università di Pisacomposta da Angela Zinnai, FrancescaVenturi e Laura Pistelli del Dipartimentodi Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, e Luisa Pistelli e GuidoFlamini del Dipartimento di Farmacia,insieme ai giovani collaboratori di entrambii dipartimenti. Il lavoro faceva parte delprogettomarittimo italofrancese «Mare diAgrumi» da pocogiunto aconclusione.«Grazie alcriotrattamentodelle bucce e dellapolpa degliagrumi- spiegaAngela Zinnai -siamo riusciti apreservare e adesaltare leproprietàsensoriali enutrizionali deicomposticontenuti inqueste materieprime, per creareoli e succhiparticolarmentesalubri. Poiutilizzati perrealizzare, in viasperimentale,prodottialimentari ecosmetici» In particolare, perarricchire la cremadi proprietàantiossidanti eprolungarne laconservazione, iricercatori hannoutilizzatol’estratto dei semidell’arancioamaro. Negli oliidi oliva agrumati,le analisi hannoevidenziato lapresenza di buonequantità dicarotenoidi,tirosolo enaringenina, sostanze che hanno proprietàantinfiammatorie e antistaminiche, utili percontrastare i radicali liberi, potenziare ilsistema immunitario e ridurre il colesteroloe la glicemia. «Gli oli di oliva agrumati» potrebberosostituire il burro e gli olii vegetali raffinatinelle produzioni dolciarie e gastronomiche,ma possono anche essere consumati in casodi regimi alimentari particolari, adottati perscelte etiche o per problemi di salute -continua Angela Zinnai: oltre a far bene,sono molto gradevoli al gusto ed ideali, peresempio, nella cottura del pesce, nellapreparazione dei dolci o per condire acrudo».I ricercatori hanno lavorato e valorizzatoanche altri agrumeti del territorio, comequelli presenti nelle Ville della Lucchesia odi Massa Carrara, di cui sono ancora allostudio le particolari proprietà. «Uno degli obiettivi del progetto era diarrivare a produrre un marchio legato agliagrumi del territorio - conclude laprofessoressa Luisa Pistelli. Arrivati ora allafine della prima fase, per accedere ai nuovifinanziamenti, stiamo cercando giovaniaziende del territorio che lavorino nellacoltivazione o trasformazione degli agrumie che vogliano partecipare con noi allaseconda fase del progetto».

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DI PAOLA PISANI

ccolo lassù, Cosimo I de’Medici.La sua statua perentoriapresidia dal 1596 la

nostra piazza dei Cavalieri,immaginifico anfiteatro nelgiro dei palazzi in parata. Look da cavaliere di S. Stefano conarmatura crociata, voltoinsignito di barba ben allevata,mantello esagerato. Gli schiaffidel tempo l’hanno privato delbastone di comando che oggibisogna immaginare. Un piedesottomette un delfino, simbolodel dominio sui mari. Infatti fului a rilanciare Pisa,smantellata ex repubblicamarinara, come regina delmare degna di competere conle superpotenze europee.Cosimo non nacque certoGranduca quel 2 giugno 1519,bensì incidentale figliolo dellospavaldo capitano di venturaGiovanni delle Bande Nere delramo cadetto della famigliaimponente dei Medici. Unanascita non regale cinquecentoanni fa, precisi precisi. Infanziae adolescenza segnata daristrettezze economiche eminorità politica. Ma Cosimoera vocato al potere. Fisicitàimponente. Cavallerizzo eschermidore da primato. Unvincente. Bruciò le tappe condeterminazione e cinismo.Seppe mixare l’arte della guerracon quella della strategiapolitica fino a sbarazzarsi nonsolo dei nemici ma anche degliamici che lo aiutarono nellascalata. Meglio prevenire,bonificando il terreno da rivaliin sonno. Il suo DNA loaccessoriava di speciale fiutopolitico. Intelligente e volitivo,a 18 anni, un ragazzino,guadagnò il titolo di Duca diFirenze. Non gli bastò. A 50anni eccolo Granduca diToscana. Il primo. Fu così cheprese possesso anche di Pisa. Povera Pisa! Stringeva il cuore.Esausta, sfinita dai cento annidi predatoria dominazionefiorentina. Però lo folgorò lapossibilità di ridarle smalto.Per misericordia? Pietà per ivinti? No. Per la geografia. Losbocco sul mare. Gli snodi viarie fluviali, il reticolo di canaliancorché disastrati chefacevano la differenza e laprivilegiavano nella regione.

Cosimo, fatto certo che ilprimato in Europa si giocavasul Tirreno, investì sullatradizione e sulla secolareesperienza dei pisani. Che ilmare ce l’avevano non solo incasa ma nel sangue, nellacultura, nella memoria. Perchénon farne il perno di unprogramma nazionale?Intanto, cominciò col rifarle iconnotati. Via il vecchio eavanti il nuovo. Cos’eranoquelle stradine medioevali,affogate di casetorri mangiatedal tempo?! Largo allamodernità, alla luce, al respiro. Per il restyling ingaggiò uncreativo, un architettofiorentino avanguardista,artista polivalente esuperfidato uomo di corte:Giorgio Vasari. A lui fucommissionato il rinascimentodi Pisa. Il nuovo ombelicourbano? piazza dei Cavalieri,quartier generale dell’Ordinecavalleresco che tenne abattesimo. Un mix militare ereligioso intitolato a S. StefanoPapa e Martire. La compagniasi distinse nella vittoria diLepanto (1571) che trionfò suipirati barbareschi e turchi cheinfestavano il Mediterraneo esalvò l’Europa dal dominiomusulmano. La chiesa deiCavalieri con il Palazzo dellaCarovana deputato alla loroformazione e i relativi ufficicomposero una scenografiaestrosa che coniugaval’armonia con la funzionalità.Forse un po’ freddina ma dirappresentanza. Dove siaccatastavano disordine ecupaggini, ecco razionalità eluce e cristianità. Il Granducaamava Pisa. Pare che lapreferisse a Firenze, più grigia eferrigna, con l’Arnoimprigionato dalla strettoia diedifici in sequenza a volteclaustrofobica. Vuoi metterecon l’apertura dei lungarnipisani? Baciati dal sole. Azzurridi mare. Aria pettinata dalmaestralino balsamico. Lacorona dei monti verdi diboschi. Un incanto. Il principedette il via a grandiose operepubbliche con particolareriguardo per la bonifica dellecampagne e l’idrografia. Opereimpegnative di utilità sociale,come il fosso delle Bocchette,l’Arnaccio, il prolungamentodel Fosso del Mulino, l’inizio

del canale dei Navicelli, laMagistratura dei Fiumi e Fossi.Istituì l’Orto Botanico (ilprimo in Italia) e promossecon entusiasmo la nostraUniversità. Fu un mecenate eun signore illuminato. Fece delbene a Pisa, che lanciò comeseconda capitale del suo regno.Ci veniva spesso conl’amatissima moglie, figlia delViceré di Napoli, la bellissimaEleonora di Toledo. Gli detteben 11 figli, alcuni mortiprematuramente. La famigliareale soggiornava sul LungarnoMediceo nell’antico palazzogià degli Appiani, oggi sededella Prefettura. Eleonora, unfiore di spagnola, si sposò aPisa con lui, lei diciassettenne elui ventenne. Qui la primanotte di nozze. Qui lei,cavallerizza e sportiva,condividendo passatempi esvaghi con il marito, siscatenava in battutecompulsive di caccia specie alcinghiale in S. Rossore, e dipesca nel Serchio versoRipafratta.Levatacce e spedizioni con ognitempo per bandite, paludi,boschi e riviere. Godeva diottimo appetito, non eracondizionata dalla linea, e nonsi faceva mancare niente: lepri,cinghiali, pavoni, starne,anguille, murene (pescedelicatissimo), trote. I dueconiugi furono innamoratidavvero e inseparabili. Leitanto morbosa nel suo amoreche una volta fu vista perfinostrapparsi i capelli per nonpoter accompagnare il maritoin uno dei suoi sistematiciviaggi d’ispezione nel suoreame. La granduchessasfoggiava abiti di gran sartoria,e dettava legge allo stilista.Creò una moda fashion,contaminando lo stile italianocon dettagli spagnoleschi. Trevesti, che forse leappartennero, sono oggiesposte nel Museo pisano dipalazzo Reale. Fu lanobildonna stessa a donarlialle suore benedettine di S.Matteo, il cui monasteroconfinava con la residenza apalazzo Medici, per rivestirnestatue lignee della Madonna,secondo la pratica devozionaledel tempo pro remedioanimae. Modelli preziosi,perché il guardaroba di Sua

Altezza si segnalava perregalità, sfarzo, originalità.Donna di gusto, si occupò dipersona della residenza pisana,che predilesse. A Pisa, nelpalazzo oggi della Prefettura, sisentiva a casa. Vi ristrutturòun’ala per suo appartamentopersonale e lo impreziosì diarazzi e parati di lusso.Movimentava le serate a cortecon scommesse e giochi atavolino e|o d’azzardo per cuiaveva, da napoletana, unapassione divoratrice. Arrivò aregolamentare certescommesse, perfino con gliospiti occasionali, con pignolicontratti. Però, voleva semprevincere. Bella come poche,amata, feconda di unamaternità trionfale,attraversava la vita in gloria. Alsuo fianco, però, la Morte. Siammalò di polmoni. Le sirovesciò addosso una tragediadopo l’altra: il 20 novembre1562 morì di febbri malaricheil figlio diciannovenneGiovanni. Il 12 dicembre toccòa Garzìa e, sebbene il decessole fosse tenuto nascosto, lamadre se ne accorse. Entrambii principi ebbero le primeonoranze funebri nellacattedrale di Pisa. Il 17dicembre, a 40 anni,consumata dalla tubercolosi edai lutti, spirava Eleonora nelpalazzo pisano. Imbalsamata,ebbe nel nostro Duomo lacerimonia funebre. Poi, iltrasporto delle spoglie aFirenze dove arrivò il 20, dinotte, scortata da una cavalcatadi cortigiani con 150 torceaccese. Solennissime le esequiein S. Lorenzo. Infine, latumulazione nelle CappelleMedicee. Cosimo fu devastato.Di 11 figli ben 7 glipremorirono. Invecchiòprecocemente, consumato daidispiaceri e dall’uricemiagenetica. Però si consolò, ebberelazioni e qualche altro figlioin qua e là. Si risposòsegretamente con lagiovanissima Camilla Martelli,che gli fece da badante dopoche lo devastò un’emorragiacerebrale. Precipitò in undeclino fisico e psichico, finoalla morte. Correva l’anno1574. Pare che piangessesempre Eleonora, l’amorefermo della sua vita intumulto.

E

Un granduca a Pisa

Chi fu Cosimo I,figliodel capitano di venturaGiovanni delleBande Nere del ramo cadettodella famigliadei Medici, nato il 2 giugno di mezzo secolo fa

IL PROFILOLA RICERCA

LE PROPRIETÀSEGRETE DEL FRUTTETODELLA CERTOSADI CALCI

Dagli aranci e limoni una crema visoantirughe e olii d’olivaagrumati. I prototipisono statirealizzati dai ricercatoridell’Universitàdi Pisa. Oral’ateneo cercaaziende del territorioper lavorarealla fase 2 del progetto

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VITA NOVATOSCANA OGGI19 maggio 2019VIII