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IN-FORMAZIONE DICEMBRE 2018 ONLUS BUTTERFLY Plus RIVISTA ONLINE TRIMESTRALE N° 13 DICEMBRE 2018 DELLA ONLUS BUTTERFLY ANNO 3 RIVISTA REGISTRATA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA. REG. N. 136/2015 DEL 24 LUGLIO 2015

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IN-FORMAZIONE• DICEMBRE 2018

ONLUS BUTTERFLY

Plus

RIVISTA ONLINE TRIMESTRALE N° 13 DICEMBRE 2018 DELLA ONLUS BUTTERFLY ANNO 3 RIVISTA REGISTRATA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA. REG. N. 136/2015 DEL 24 LUGLIO 2015

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EDITORIALE: pag.4 “L’anno che verrà...” di Paola Grilli

INTERVISTA: pag.6 Copenaghen, centro della rivoluzione della fisica moderna di Enrico Maria Fenoaltea

CULTURA E SOCIETA’: pag.8 Le fiabe, pillole di serenità di Pietro GrazianiNatale con delitto di Mario Rosati

SPORT, STILE DI VITA E COMPORTAMENTO ALIMENTARE: pag.14Blu...di Cristiana GrazianiOvunque, facciamo il pieno di Vitamina D di Cristina De Santis

PROGETTI IN CORSO: pag.19 LE AVVENTURE PASSATE: Il laboratorio delle patologie tiroidee di Arianna Di PaoloLE AVVENTURE PRESENTI: Regali che fanno bene all’anima e alla tiroide di Cristina De SantisLE AVVENTURE FUTURE: La prevenzione in età scolare di Arianna Di Paolo

FORMAZIONE E PROFESSIONE:pag.20 “L’esercito dei figli dell’Unione Europea” di Renata Viola

BREVIARIO:pag.22 Il Premio Nobel: Una storia di riscatto personale di Arianna Di Paolo

NOTIZIE PRATICHE:pag.24 Cosa si mangia a Natale in norvegia? di Luca PennesiLe tradizioni natalizie in altri continenti di Claudia D’Ercole

EVENTI:pag.26 Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961 - venerdì 12 ottobre 2018 - domenica 3 febbraio 2019 - Museo di Roma - Palazzo BraschiOvidio. Amori, miti e altre storie - 17 ottobre - 20 gennaio 2019 - Scuderie del QuirinaleLeonardo da vinci, l’ingegno, il tessuto - dal 16 dicembre 2018 al 26 maggio 2019- Prato Museo del TessutoL’amore materno alle origini della pittura moderna, da previati a Boccioni - dal 07 dicembre 2018 al 10 marzo 2019 - Verona Galleria D’Arte Moderna A. F. Dorti

“UN PENSIERO GRATO A ...”pag.30

“HANNO SCRITTO PER NOI ...”pag.31

SOMMARIO

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Dopo l’inevitabile consuntivo del 2018, non potremo esimerci dal costruire progetti più o meno nuovi per il tempo che verrà, anche non subito.Già si immagina, infatti, che tra il 2025 ed il 2030 si potrà vivere su altri pianeti. Si imporrà la soluzione di molteplici problemi e, in primo luogo, quello alimentare, almeno per il tempo necessario per l’allestimento dei primi supermercati extraterrestri.E’ prevista, pertanto, l’edificazione di nuovi ambienti riforniti di tutto ciò che serve per sopravvivere nel modo migliore possibile, probabil-mente senza tante malattie correlate all’inquinamento e soprattutto a ciò che mangiamo. Sono stati progettati orti spaziali che si concentre-ranno sull’autosussistenza alimentare fornendo soluzioni produttive

“L’ANNO CHE VERRA’...”

DI PAOLA GRILLI

Appena dopo il Natale saremo chiamati a fes-teggiare il nuovo anno, il 2019.

(vegani su Marte) che permetter-anno di ovviare, almeno in parte, i problemi di penuria alimentare sulla Terra.Così come avvenne sul nostro pianeta, infatti, prima dell’uomo, le piante colonizzarono la Terra adattandosi ed evolvendo, pro-ducendo ossigeno, purificando l’acqua, alimentando gli animali e ottenendo con i propri prodotti di risulta i fertilizzanti. Ed è questo modello di ecosistema che si è pensato di riprodurre sugli altri Pianeti.Si ritiene che lo “space food” sia in grado addirittura di evi-tare processi di degenerazione

ossea e muscolare: gli esperti della Harvard School of Pubblic Health hanno affermato che, attraverso l’elaborazione di pasti composti per il 50% da ver-dure e frutta, i prodotti ottenuti risulterebbero nutrizionalmente bilanciati. A tal fine molti ricercatori stanno cercando di produrre, attraverso lo sviluppo di particolari serre, le caratteris-tiche del suolo di altri pianeti( Luna, Marte, Venere….).Sembra che su Marte potrà essere coltivata la vite e quindi prodotto il vino.Curiosity, il robot inviato dalla NASA su Marte

Resterebbe il problema di come imbottigliarlo. Ma ci sono diverse proposte interessanti. La migliore sembra quella degli alcoolisti anonimi: bere tutto e subito.La vita extraterrestre imporrà molteplici aggiornamenti, com-preso quello dello scusario: “scusa sono in ritardo, ma vengo da un appuntamento su Marte.”Scusate i giochi di parole, ma credo che il clima natalizio li consenta.Auguro a tutti Voi di trascorrere un sereno Natale e un piacevole anno nuovo.

di Paola Grilli

Sono stati progettati orti spa-ziali che si concentreranno sull’autosussistenza alimentare fornendo soluzioni produttive.”

EDITORIALE

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ei primi del Novecento il mondo della fisica vive una “crisi”, un’ondata di

nuove scoperte portarono, infat-ti, alla formulazione di un diver-so modo di interpretare alcuni fenomeni fisici e tale nuova con-cezione è alla base della fisica moderna. Ma perché parliamo di fisica in questo numero in parte dedicato alle tradizioni dei paesi scandinavi? Ce lo racconta Enrico Maria Fenoaltea, Dottore in Fisica di Base dell’Università di Padova.

Dott. Fenoaltea, ci ha omag-giato della sua disponibil-ità per parlare di fisica in questo numero della rivista dedicato ai paesi scandinavi. Effettivamente “googlando” le parole “fisica” e “Copenaghen” si viene rimandati alla dici-tura “Interpretazione di Copenaghen”; a cosa si fa rif-erimento?

Come forse saprete, nei primi del Novecento ci fu una sorta di

rivoluzione nel campo della fisi-ca classica che portò alla nascita della fisica moderna. I person-aggi a cui si deve questa scop-erta, tra gli altri, furono Einstein, Compton, Bohr e Heisenberg. In particolare, questi ultimi due lavorarono a Copenaghen negli anni 20 e sembra, appunto, che fu proprio Heisenberg a con-iare negli anni 50 la dicitura “Interpretazione di Copenaghen” per riferirsi alle nuove teorie for-mulate in quel periodo.

Come nacque questa rivoluzi-one nel mondo della fisica clas-sica?

La “crisi” della fisica classica dei primi del Novecento ebbe inizio con gli esperimenti in cui si è osservato per la prima volta che la luce si comportava come se fosse composta di particelle, dette fotoni […]. Tali “particelle quantistiche” sono particelle la cui probabilità di essere trovate in una certa posizione è deter-minata dall’intensità di un’onda: la meccanica quantistica non è

COPENAGHEN, CENTRO DELLA RIVOLUZIONE

DELLA FISICA MODERNA

N

Nei primi del Novecento il mondo della fisica vive una “crisi”

FOTO DI GRUPPO DEL V CONGRESSO DI SOLVAY

L’INTERVISTA

di Enrico Maria Fenoaltea

FOTO DI GRUPPO DEL V CONGRESSO DI SOLVAY

8 • onlusbutterfly.org Rivista n° 13 Dicembre 2018 IN-FORMAZIONE onlusbutterfly.org Rivista n° 13 Dicembre 2018 IN-FORMAZIONE • 9

deterministica[…]. Secondo l’odierna interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica, le osservabili fisiche non preesistono alla misura e quindi la natura probabilistica dei processi fisici, nel contesto quantistico, non è epistemica ma intrinseca al sistema stesso. Ciò rende prive di senso sup-posizioni (di tipo deterministico) relative alle caratteristiche di un fenomeno prima della misura.

Quindi se è la misura che “gen-era” l’osservabile fisico, si può descrivere il sistema a prescin-dere dalla sua misura?

È proprio per investigare questa domanda che nacque il famosis-simo paradosso di Schrödinger!

Cioè?

Erwin Schrödinger, nel 1935, indagò i risvolti di questa inter-pretazione a livello macroscop-ico tramite il suo celebre espe-rimento mentale, noto come “il gatto di Schrödinger”. Egli ipo-tizza un sistema costituito da una scatola di acciaio, al cui interno si trovano: un contatore Geiger con una sostanza radio-attiva in quantità tale che ci sia una probabilità del 50% che, nel tempo di un’ora, uno dei suoi atomi si disintegri; una fiala di cianuro, che si romperà e rilas-cerà il veleno solo nel caso in cui avvenga la disintegrazione dell’atomo; un gatto, che dunque ha una probabilità del 50% di morire o rimanere in vita. Solo all’apertura della scatola sarà possibile verificare se il gatto sia vivo o morto, ma in quell’ora di tempo in che stato si trova l’animale? Se l’interpretazione di Copenaghen fosse vera per il gatto, allora esso si troverebbe

in una sovrapposizione dei due stati, ovvero sarebbe sia vivo che morto. Questa situazione non è aderente alla realtà, ne consegue che, a livello macro-scopico, afferma Schrödinger, l’interpretazione sopra citata contraddice il senso comune. Egli con questo esperimento men-tale trovò un esempio di come un sistema classico possa essere in qualche modo associabile ad un sistema quantistico e debba, distaccandosi dall’esperienza comune, sotoporsi alle sue leggi.

E quindi cosa concluse Schrödinger?

Schrödinger, nel proprio trat-tato “Die Naturwissenschaften”, partendo da questo esempio, arriva ad affermare che le leggi della meccanica quantistica pos-sono essere applicate soltanto in linea teorica a dimensioni mac-roscopiche, poiché esse nella realtà non possono essere inda-gate fisicamente isolandole dal loro ambiente. Infatti, il gatto e l’atomo radioattivo non potranno mai essere isolati dall’ambiente esterno e dunque interagiranno con esso (entagled), il che li renderà impossibili da descriv-ere come una sovrapposizione quantistica (cosiddetta perdita di coerenza).

E se volessimo concen-trarci anche sul ruolo dell’osservatore?

Questo aspetto fu discusso dal fisico Eugene P. Wigner, nel suo trattato “Symmetries and reflec-tions” (1967), tramite l’analisi del paradosso “L’amico di Wigner”. Lo scienziato immagi-na di stare in un sistema compos-to dalla scatola di Schrödinger e dal laboratorio in cui si trova,

sorvegliata da un amico. Wigner si allontana per un’ora. Al suo ritorno egli non conosce la sorte del gatto né la conseguente reazione dell’amico, che dunque sono due stati sovrapposti (gatto morto-amico triste + gatto vivo-amico felice); l’unico modo per sciogliere il dilemma è chiedere all’amico, il quale, rispondendo, fa collassare la funzione d’onda, rendendo determinato lo stato del sistema (analogamente alla situ-azione del gatto di Schrödinger).

La questione è: può essere il ruolo dell’amico semplicemente di osservatore, pur essendo egli parte del sistema? In altri termini: quando è corretto definire col-lassata la funzione d’onda? Per Wigner infatti lo è nel momen-to in cui l’amico gli riferisce la situazione, ma per l’amico essa collassa nell’istante in cui egli stesso guarda il gatto, quin-di precedentemente al ritorno dello scienziato. È evidente che assume un ruolo determinante la presenza di un essere cosciente, l’amico in questo caso, in grado di compiere misure sul sistema […]. Nella propria pubblicazione Eugene P. Wigner si preoccupa di discutere in senso generale la questione sollevata in preceden-za: egli afferma che le regole dettate dall’interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica sono valide solo nel caso in cui un sistema sia osser-vato da “lontano” in quanto, in caso contrario, si entrerebbe a far parte del sistema stesso e questa situazione non sarebbe descrivibile con le regole che si conoscono.

Quindi anche la fisica, nell’immaginario collettivo considerata la scienza “esatta” per eccellenza, non può pre-

scindere dalla “coscienza”?

Beh, si è molto discusso su ques-to tema e il dibattito è certa-mente aperto, ma soffermandoci su quanto detto su Schrödinger e Wigner, possiamo dire che il soggetto osservatore assume un ruolo sempre più rilevante, in quanto coscienza. Vi lascio con una riflessione in merito, presa da una delle lezioni di Richard Feynman su questo argomento. Arrivederci!

“Quando osserviamo un certo fenomeno non possiamo fare a meno di disturbarlo in una certa quantità minima, il disturbo è necessario per la consistenza del punto di vista. L’osservatore fu talvolta importante nella fisica prequantistica, ma solo in senso piuttosto banale. Fu sollevato il problema: se un albero in una foresta cade e non vi è nes-suno a sentirlo cadere, esso fa rumore? Un vero albero che cade in una vera foresta, fa rumore naturalmente, anche se lì non c’è nessuno. […] potremmo chie-dere: c’è stata una sensazione del suono? No, le sensazioni, presumibilmente, hanno a che fare con la coscienza. E se le formiche siano coscienti, o se vi fossero formiche nella foresta, o se fosse cosciente l’albero, non lo sappiamo. Lasciamo il prob-lema come sta.”

[Richard Feynman in una delle sue lezioni (1961-1963).

Come forse sapre-te, nei primi del Novecento ci fu una sorta di rivoluzione nel campo della fisica classica che portò alla nascita della fisi-ca moderna..”

L’INTERVISTAL’INTERVISTA

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ella parte nascosta della nostra mente esiste, anch’essa ulteriormente nascosta,

una parte che ci fa tornare ad essere bambini. Talvolta questa parte torna e si manifesta non solo nel nostro intimo; infatti, nel discorrere tra adulti si dice, non so fino a che punto inconsapevolmente, interloquendo in un discorso, “non essere infantile”, “non fare il bam-bino”, ebbene forse è proprio su ques-to che dovremmo riflettere: è pro-prio un qualcosa di cui vergognarsi, è un comportamen-to censurabile o è quella parte di noi che si ribella alle convenzioni degli adulti?Ritengo che a questa domanda dovremmo rispon-dere guardando dentro di noi, in quella porzione dell’intelletto che ci ricorda che siamo stati bambini e che in fondo, anche da adulti, sognare e giocare significa vivere e che è proprio sul percorso

dell’infanzia che abbiamo costruito il nostro essere di oggi ed è giusto talvolta ricordarlo.In questo contesto assumono un ruolo fondamentale le Fiabe, che tutti ricordiamo con grande affetto e talvolta utilizziamo come sane metafore. La let-teratura delle Fiabe è, non a caso, presente in ogni

parte del mondo; alcune di esse sono talmente famose che attraversano tutti i Continenti. Or ig ina r i amen te erano proprie della narrazione popolare, non si leggevano, ma si raccontavano; più tardi trovarono nella stampa e nelle illustrazioni quello che oggi noi conos-ciamo delle Fiabe.In ambiti favor-evoli per il clima,

l’ambiente e le stagioni, sono nate fiabe memorabili. I Paesi Scandinavi ne sono stati una culla importante. Penso innanzi tutto ai fratelli Grimm, che ci hanno lasciato oltre 200 tra Fiabe e Leggende per bambini, penso ancora ad Hans Christian Andersen, autori così ricchi di fantasia e di metafore della vita che hanno formato, forgiato e fatto sognare generazioni di bam-

LE FIABE, PILLOLE DI SERENITÀ

Ndi Pietro Graziani

In sintesi le Fiabe fanno bene alla salute.

Cenerentola”, mite e buona,

rimasta orfana della

mamma e vessata dalla

matrigna e dalle sorellas-

tre, costretta a lavori umili e

vestita con una palandrana

grigia…….”

bini, creando in loro una sensibilità, favorendone una crescita serena.Solo per ricordarne alcune di queste Fiabe tra le più famose, penso a “Hansel e Gretel”, fiaba originariamente tedesca, che da fonti d’archivio sembra legata ad una storia vera risalente alla prima metà del 1600, riscoperta e narrata poi dai fratelli Grimm.

“Cenerentola”, mite e buona, rimasta orfana della mamma e vessata dalla matrigna e dalle sorellastre, costretta a lavori umili e vestita con una palandrana grigia……………..“Cappuccetto Rosso”, che come molte fiabe inizia con: “C’era una volta una dolce bimbetta a cui la nonna aveva regalato un cappuccio di velluto rosso…….”.“Biancaneve” e la metafora dello spec-chio, al quale la Regina matrigna soleva domandare: “Specchio, specchio delle

mie brame chi è la più bella del reame?.............”.Hans Christian Andersen ci ha regalato fiabe che ci inducono a riflessioni psicologiche sem-pre attuali, solo per ricordarne alcune:“Il Brutto Anatroccolo”, che iniz-ia con una descrizione bucolica del paesaggio: “Era così bello in campagna, il grano era bello giallo, l’avena verde……..gran-di prati, boschi…….e lo schiud-ersi delle uova di una mamma anatra”, ancora“La Principessa sul pisello”: “C’era una volta un Principe che voleva sposare una principessa vera…..” e ancora“Il Soldatino di stagno”, poi il resto e il come vanno a finire queste fiabe, ne sono certo, già lo sapete.

Il cinema di animazione ha svolto, poi, un ruolo importante nella diffusione delle fiabe, unendo alla parola celeberrime animazioni, le cui versioni sono spesso presenti nelle nostre case in “cassetta”, come si usava un tempo, o oggi in “CD”, visti e rivisti più volte con lo spirito sempre di un bambino e senza trascurare il fatto che le favole raccontate servono ai bambini non solo per addormentarsi ascoltando magari la voce calda di una persona cara, ma anche per consentire loro un sonno sereno e utili riflessioni.

In sintesi le Fiabe fanno bene alla salute.

CULTURA E SOCIETÀCULTURA E SOCIETÀ

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atale è notoriamente la festa della bontà. Tutti a Natale, a ragione o a torto, ci sentiamo più buoni e forse, anche per consuetudine, lo diventiamo

veramente.Per tale via, nel periodo natalizio, la categoria dei buoni si ingrandisce a dismisura.Ma se i buoni, sia quelli autentici che i tarocchi, almeno a Natale diventano sempre più buoni, i cat-tivi, quelli veri e irredimibili, che fanno?Probabilmente le stesse cose dei restanti periodi dell’anno, ma si lasciano anche raccontare.Stanchi o stanche (per doverosa parità di genere) di dodici mesi di nefandezze, i cattivi nelle loro case ricevono interviste e raccontano le loro imprese, anche quelle più inconfessabili.Non accade proprio questo, ma è innegabile che esista un’apprezzabile produzione letteratura crimi-nale in occasione del Natale o attorno ad esso.Digitando su un noto motore di ricerca è possi-bile ottenere istantaneamente i titoli di oltre venti romanzi o racconti che vertono sui delitti di fine dicembre .Ne elenco alcuni a beneficio di inguaribili giallisti o di semplici curiosi: “Delitti di Natale” e “Altri Delitti di Natale” editi da Polito Editore, “Natale con delitto” edito da Lidau, “Delitti di Natale” (una raccolta di racconti di Asimov, Dickson e altri) edito da Editori Riuniti, “Delitto a Natale” edito da Battello a Vapore, “Un delitto per Natale e altri racconti” e “I Dodici delitti di Natale” editi da

N

Mondadori e, infine, “I tre delitti di Natale” edito da TEA.Ma se a Natale i cattivi hanno di meglio o di peggio da fare che las-ciarsi raccontare, da dove origina tutta questa produzione letteraria che intorbida il bianco Natale?E’ da ritenere che persone proba-bilmente buone, magari buonis-sime, non abbiano resistito alla voglia di mettere insieme al Natale, con tutto il suo carico di bontà e di dolcezza, il crimine, il delitto e, quindi la cattiveria e la durezza. Ma perché ?Le risposte le potrebbero dare, meglio di chiunque, i rispettivi autori. E sarebbe anche divertente e interessante raccoglierle e anal-izzarle.Non disponendo delle risposte degli autori, tentiamo qualche ipo-tesi.Professionalità e senso di respon-sabilità: come può un autore di “gialli” abbandonare i suoi lettori sotto il periodo natalizio ovvero proporgli un racconto decontes-tualizzato o ambientato in luoghi che non hanno a che vedere con il “clima natalizio” in cui è ine-sorabilmente immerso il lettore stesso?Pigrizia: ma perché arrovellarsi il cervello alla ricerca di ambi-entazioni particolari, quando allo scrittore basta girare lo sguardo e raccontare quello che è sotto i suoi occhi (omicidi a parte)?Concretezza e senso delle istituzi-oni: basta con tutto questo buon-ismo mieloso del Natale; la vita è anche crimine, ma, alla fine, il

bene vince e il male perde (ma non sempre)!Castità: gli eroi dei gialli, alme-no quelli tradizionali, hanno vite sentimentali estremamente diverse, ma altrettanto estrema-mente composte e discrete; si pensi alla inscalfibile fedeltà coni-ugale di Maigret, alle astrazioni di Marlowe e ai silenzi assoluti (sull’argomento) di Holmes.E’ forse questa compostezza degli eroi dei gialli che li rende simili, almeno sotto il profilo più intimo, a Santa Claus e, quindi, neces-sariamente natalizi.Buone feste a tuttiMR

Non disponendo delle risposte degli autori, tentiamo qualche ipotesi.”

CULTURA E SOCIETÀCULTURA E SOCIETÀ

di Mario Rosatidi Mario Rosati

NATAlE .. .CON DElITTO Professionalità e senso di respon-

sabilità: come può un autore di

“gialli” abbandonare i suoi lettori

sotto il periodo natalizio...

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IL COLORE BLU è il colore più famoso del mondo. Sono mol-tissimi gli artisti che, nel corso della storia, hanno scelto questo colore come espressione della loro arte. Il famosissimo pittore andaluso Pablo Picasso, in seguito alla tragedia della morte suicida dell’amico Carlos Casagemas, nel 1901 inziò il cosiddetto “periodo blu”, in cui, riducendo al minimo gli elementi decorativi, l’artista si affida all’utilizzo monocromatico di questo colore, come espres-sione di malinoconia ed inqui-etudine. Nel 1909, a Monaco di Baviera, il gruppo formato da Vasilij Kandinskij, Franz Marc, Paul Klee, August Macke ed altri, in risposta all’esclusione del quadro “Il giudizio universale” di Kandinskij da una mostra, fonda-rono il “Der Blaue Reiter“, “il cav-aliere azzurro” (o blu), nome che univa la passione di Kandinskij

di Cristiana Graziani, architetto

“BLU . . .”Il pittore originario russo e francese di adozione, Marc Chagall usa il colore

blu-violetto in molti suoi quadri, perché espressione di profondità..”

Marc ChagallGli amanti in blu

SPORT, STILE DI VITA E COMPORTAMENTO ALIMENTARERE

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per il colore blu con quella di Marc per i cavalli. Il pittore originario russo e francese di adozione, Marc Chagall usa il colore blu-violetto in molti suoi quadri, perché espressione di profondità. Nel 1956 il noto artista francese, esponente del “Nouveau Réalisme”, Yves Klein, creò “la più per-fetta espressione del blu”, così come la definisce egli stesso, una tinta oltremare satura e luminiosa, che brevetterà con il nome di “Internation Klein Blue” (IKB) e che, pur non essendo mai prodotto, rimane nel nostro immaginario ben riconoscibile. Ai giorni d’oggi, il colore blu, oltre a continu-are ad essere amato da molti artisti contempo-ranei, è stato scelto per una grande quantità di loghi famosi, da aziende di abbigliamento sport-ivo, a case automobilistiche, fino a noti social network o colossi dell’elettronica. Ve ne viene in mente qualcuno? Il blu è anche il protagonista di una nota azienda svedese di mobili componibili. Non solo il logo di forma rettangolare a sfondo blu con la scritta inscritta in un’ellisse gialla è uno dei loghi più riconoscibili al mondo, ma l’azienda ha addirit-tura applicato lo stesso tema alla progettazione degli edifici che ospitano i negozi, che sono dei parallel-epipedi puri, senza elementi decorativi in cui risalta la famosa scritta gialla, proprio a richiamo del logo. L’azienda nasce nel 1943, come rivenditore di piccoli articoli per la casa e decorazioni; successivamente vengono inseriti i primi mobili e nel 1958 viene aperto il primo negozio. A partire da quel momento i mobili e gli accessori di questa azienda sono entrati nelle nostre case insieme ai loro nomi. Tutti sappi-amo che quei nomi per lo più impronunciabili sono scandinavi, ma forse non tutti sanno che questi nomi sono stati scelti in modo tematico. Ad esempio sedie, tavoli e divani sono rinominati con località; gli accessori della cucina, con nomi di specie di pesci e funghi; i mobili da ufficio fanno riferimento ai nomi maschili e i tessuti a quelli femminili e i mobili da giardino sono ispirati alle isole scandinave. Alcuni di questi nomi sono difficili da memorizzare, ma altri hanno addirittura sostituito i nomi dei mobili stessi. E’ molto difficile al giorno d’oggi trovare qual-cuno che non abbia mai sentito questi nomi, che non conosca questa azienda e che non abbia mai acquistato un suo mobile o accessorio e sono

altrettanto sicura che, oltre ad avere alcuni di questi mobili in casa, molti dei lettori avranno acquistato la famosa borsa “BLU”, che, per dover di cronaca, ha anche lei un suo nome proprio.

YVES KLEIN

SPORT, STILE DI VITA E COMPORTAMENTO ALIMENTARERE

el 1912 lo scienziato polacco Casimir Funk identificò dei composti organi-ci essenziali per la vita dell’uomo, successivamente identificati con il termine di vitamine. Queste sono

d e i micronutrienti, in quanto ne sono suf-ficienti piccolissime quantità per garantire lo svolgi-mento della loro funzione nell’organismo. Molte vi-tamine (A, D, E, K, F) sono liposolubili, cioè il loro assorbimento a livello intestinale è sempre favorito dall’azione dei succhi biliari e vengono assimilate insieme agli altri lipidi. Tra queste, poniamo la nos-tra attenzione sulla vitamina D3, o calciferolo, la più importante delle cinque forme di vitamina D. Essa svolge molte funzioni fondamentali per l’organismo: regola il metabolismo osseo e le funzioni neuromus-colari; previene le patologie cutanee come la psori-asi; combatte i sintomi della depressione; previene,

N

“OVUNQUE,FACCIAMO IL PIENO DI VITAMINA D”

di Cristina De Santis

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come recentemente dimostrato, le malattie autoimmuni, in quanto presente nel sistema immunitario, esattamente nel sistema TH2, ed infine ed è legata all’ipotiroidismo.

E’ molto importante quindi poter definire il valore del calciferolo di ogni persona, per poter attuare il trattamento personalizzato ad ogni situazione.

nmol/l ng/ml interpretazione<25 <10 Grave carenza25-50 10-20 carenza50-75 20-30 insufficienza75-125 30-50 Range ideale125-375 50-150 Possibili effetti indesiderati>375 >150 intossicazione

Ricordiamo che il fabbisogno giornaliero di vitamina D3 varia in base a diversi fattori:

10 microgrammi: per i neonati dai 6 agli 11 mesi di età, gli adulti e gli anziani fino ai 70 anni,15 microgrammi: per le donne in gravidanza e in allattamento, i bambini a partire dal primo anni di età, gli adoles-centi e gli anziani oltre i 70 anni.Esistono in commercio numerosi farmaci che permettono di ottenerne valori ottimali per ogni esigenza funzionale, ma non dimentichiamo che i farmaci non sono privi di effetti collaterali, quindi perché non approfittare di ciò che ci dona Madre Natura? Ebbene si, perché essa infatti è prodotta nella pelle grazie all’azione dei raggi UVB, ma solo ad alcune condizioni:

luce diretta, non dietro a vetri o finestre;nelle ore in cui il sole è più alto, tra le 11 e le 15;da marzo a settembre (in Italia);senza nuvole e con poco inquinamento atmosferico;senza protezione solare.

La vitamina D è infatti definita la vitamina del sole, in quanto per soddisfare circa l’80% del fabbisogno giornaliero di vitamina D3 basterebbe esporsi al sole per almeno 15 minuti, tenendo presente che le persone di carnagione chiara, a parità di esposizione, producono più vitamina D di quelle di carnagione scura.

Credo sia doveroso fare una considerazione: i popoli del nord, come ad esempio quelli scandinavi, non hanno troppa disponibilità di sole, infatti in inverno si intravedono bagliori di luce per appena tre ore, dalle 9 alle 12. Situazione opposta in estate, quando anche dopo il tramonto la città è illuminata dai raggi solari, famoso infatti è il sole di mez-zanotte.

Nella stagione invernale, quindi, queste popolazioni faranno affidamento su un’altra fonte naturale di vitamina D, la dieta. L’altro 20% di fabbisogno, infatti, può essere soddisfatto attraverso la giusta alimentazione. I cibi che ne sono più ricchi sono: l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi come il salmone e le aringhe, il caviale, il pesce azzurro (sardine, alici, sgombri), le uova, i funghi, la soia e derivati, i frutti di mare (cozze, ostriche, vongole), il latte ed i suoi derivati (per chi li tollera), il fegato e le verdure verdi.

Alcuni di questi alimenti sono però da evitare nei tireopatici, ad esempio la soia e i derivati influenzano negativa-mente la conversione della levotiroxina; coloro che sono affetti da tiroidite, poi, dovrebbero evitare di assumere il pesce di mare e il sale iodato, sale in cui vi è l’aggiunta di 30 microgrammi di iodio ogni chilogrammo, in quanto

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lo iodio essendo il costituente degli ormoni tiroidei agirebbe come la benzina sul fuoco, andrebbe a stimolare una ghiandola che ha difficoltà a svolgere la sua funzione di sintesi inducendola a sfiancarsi e a predisporla alla formazione di nodularità.

Coloro che soffrono di patologie tiroidee, quindi, devono sempre valutare il quantitativo di vitamina D3 nel loro organismo, essendo questa vitamina essenziale per la funzionalità della ghiandola, tanto che il trattamento farma-cologico potrebbe non funzionare senza l’adeguata presenza di vitamina D.

Bibliografia:

VONDRA, L. STÁRKA, R. HAMPL, Institute of Endocrinology, Prague, Czech Republic Review Vitamin D and Thyroid Diseases Physiol. Res. 64 (Suppl. 2): S95-S100, 2015Olcay Evliyaoğlu, Manolya Acar, Bahar Ozcabı, Ethem Erginoz, Feride Bucak,Oya Ercan, Mine Kucur, 1İstanbul University Cerrahpaşa Faculty of Medicine, Department of Pediatric Endocri-nology, Department of Public Health, Department of Biochemistry, İstanbul, Turkey, Vitamin D Deficiency and Hashimoto’s Thyroiditis in Children and Adolescents: a Critical Vitamin D Levelfor This Association? J Clin Res Pediatr Endocrinol 2015;7(2):128-133 DOI:10.4274/jcrpe.2011

Jing Liu, MBBS, Yushu Li, MD, PhD, Renee Wang, MBBS, Wei Miao, MBBS, Haixia Guan, MD, PhD, Zhong-yan Shan, MD, PhD, and Weiping Teng, MD, Lower Serum 25-Hydroxyvitamin D Level is Associated With 3 Types of Autoimmune Thyroid Diseases, Medicine observational studyJiying Wang, Shishi Lv, Guo Chen, Chenlin Gao, Jianhua He, Haihua Zhong and Yong Xu, Department of Endo-crinology and Metabolism, Affiliated Hospital of Luzhou Medical College, Luzhou China, Review Meta-Anal-ysis of the Association between Vitamin D and Autoimmune Thyroid Disease, Nutrients 2015, 7, 2485-2498; doi:10.3390/nu7042485SIDeMaSt, LINEE GUIDA E RACCOMANDAZIONI 2015, Deficit di VitaminaD in DermatologiaSIOMMS, Societa Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, S. Ad-ami, E. Romagnoli , V. Carnevale, A. Scillitani, A. Giusti, M. Rossini, D. Gatti, R. Nuti, S. Minisola, Unità di Reu-matologia, Dipartimento di Medicina, Università di Verona; Dipartimento di Medicina,Università La Sapienza, Roma; Unità di Endocrinologia, Ospedale S. Giovanni Rotondo, Foggia; Ospedale Galliera, Genova, Italia; Dipar-timento di Medicina, Università degli Studi di Siena, Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo Guidelines on prevention and treatment of vitamin D deficiency, Reumatismo, 2011; 63 (3): 129-147

Nota all’immagine

La vitamina D3, o colecalciferolo, la si chia- ma spesso “Vitamina del Sole” perché è grazie al sole che il nostro corpo è in grado di sintetizzarla e pro-durla. La sua importanza è correlata a vari aspetti quali la salute delle cellule, delle ossa, dei muscoli, del cuore, del cervello dei polmoni e inoltre offre un potente supporto al sistema immunitario che ci protegge dalle infezioni.

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“REGALI CHE FANNO BENE ALL’ANIMA E ALLA TIROIDE”

Butterfly Girls - e non solo - in azione! Il Natale si av-vicina, negozi ricchi di ogni delizia culinaria, lumi-narie scintillanti e letterine di Babbo Natale che ci fanno tornare bambini, ma ahimè, anche tremare il por-tafogli, perché, si sa, non sempre basta il pensiero.La Butterfly Onlus non si dimentica mai di chi non smette di credere nella nostra missione e allora ecco che, come per magia, si prepara a superare le intemperie e le mille difficoltà burocratiche per arrivare in Vostro aiuto e rendere tutto più semplice, più ricco e quest’anno anche molto più divertente. Molte persone hanno dedicato alcuni minuti del loro tempo ad ascoltarci e a giocare con noi; ebbene si, si sono improvvi-sati buffi giocatori di tiro alla cesta, aggiudicandosi moltepli-ci gadgets, per permetterci di poter continuare la nostra mis-sione di prevenzione nei confronti degli indigenti e non solo; perché purtroppo le malattie non conoscono classi sociali, ma come ben sappiamo, la ricerca è il loro peggior nemico e non perde mai, proprio come con il nostro gioco. Articoli adatti ad ogni età e ad ogni esigenza, stravaganti ma anche molto utili, in grado di far sorridere chi li riceverà, proprio come aiuteranno a far tornare la speranza a coloro che non sono a conoscenza di ciò che sta accadendo al loro corpo.Grazie infinitamente a tutti Voi, che sempre con estrema fiducia credete in noi, certi di rivederVi il prossimo anno, perché d’altronde:“L’uomo non è mai così vicino agli dei di quando fa del bene al proprio prossimo”(Marco Tullio Cicerone)

IL LABORATORI NELLE PATOLOGIE TIROIDEE

La Onlus Butterfly, come i nostri lettori già sanno, è impegnata da tempo nella prevenzione, diag-nosi e cura della patologia tiroidea, ma non solo. Uno dei punti fondanti della nostra mission è la formazione, tanto nei confronti della popolazione generale, quanto la formazione più specialistica, rivolta a tutti quei medici, endocrinologi e non, che vogliano approfondire meglio la propria conoscen-za sulla tiroide nell’ottica di un continuo aggior-namento scientifico secondo i più recenti lavori presenti nella letteratura medica internazionale.È proprio per questo che partecipiamo con ener-gia a molti eventi scientifici e congressuali, come il Convegno tenutosi lo scorso 30 Novembre nella prestigiosa sede Roma Eventi Fontana di Trevi, a Roma presso piazza della Pilotta. La Prof.ssa Grilli, presidente della Onlus Butterfly, insieme al Dott. Fabrizio Papa, Responsabile della sezi-one di Sierologia dell’Unità di Patologia Clinica del Fatebenefratelli, Isola Tiberina , hanno egre-giamente moderato i diversi relatori in un percor-so scientifico che ha brillantemente fatto il punto sull’importanza del laboratorio nella diagnosi e an-che nel follow up delle patologie tiroidee. È stato un proficuo momento di scambio di conoscenze

di Arianna Di Paolo

LA PREVENZIONE DELLA PATOLOGIA TIROI-DEA IN ETÀ SCOLARE

Vi ricordate del progetto di prevenzione della patologia tiroidea in età scolare? Qualche tem-po fa, la Butterfly Onlus vi aveva raccontato, tramite questa rivista, dell’interessante progetto che ci aveva visto portare la prevenzione della patologia tiroidea nelle scuole medie del ter-ritorio romano. Gli importanti dati statistici ricavati hanno anche dato corpo ad un articolo scientifico che il nostro team medico ha portato in America, al congresso dell’American Thy-roid Association del 2015 tenutosi a Orlando, California.

di Arianna Di Paolo

Ebbene, siamo in procinto di partire di nuovo con una ulteriore fase del progetto! Questa volta porteremo la prevenzione della patologia tiroidea in diverse scuole medie del territorio senese, più precisamente in alcuni comuni della splendida Valdichiana, che già ci ha accolti per il nostro progetto di prevenzione aziendale e per la bella giornata di Informazione tenutasi la scorsa prima-vera .

Tramite la nostra rivista vi terremo informati!

SPORT, STILE DI VITA E COMPORTAMENTO ALIMENTAREREPROGETTI IN CORSO PROGETTI IN CORSO

di Cristina De Santis

di Arianna Di Paolo

scientifiche tra gli “addetti ai lavori” e un buon momento formativo per i medici e i biologi pre-senti in sede come discenti, che hanno apprezzato il notevole valore scientifico degli interventi e par-tecipato con interesse alla successiva discussione.

1.

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rasmus acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility, in omag-gio al teologo Erasmus da Rotterdam, consiste in un progetto di mobilità stu-

dentesca promosso dai Paesi appartenenti all’Unione Europea iniziato nel 1987, al quale aderiscono anche il Linchtenstaein, l’Islanda e la Norvegia. Anche la Svezia, membro dell’Unione Europea, è una delle mete degli studenti universitari. Infatti la Svezia, Paese multiculturale, è tra i più quo-tati per il rispetto delle differenze, tra le quali da non dimenticare quella della parità di genere; la civiltà si rispecchia anche nel sistema universi-tario e nel rapporto studente-docente, informale e amichevole. La Svezia è uno degli Stati che fanno della tutela dell’ambiente una priorità ed è il posto migliore per conoscere tutti gli aspetti della eco sostenibilità in questo periodo storico.

Ma esaminiamo gli aspetti pratici del progetto Erasmus: gli studenti possono contare su una borsa di “mobilità mensile” che ha un importo diverso a secondo del costo della vita della sede prescelta. La borsa viene corrisposta in più momenti, quindi è necessario avere un fondo cassa personale all’inizio

della esperienza; inoltre bisogna dimostrare di aver seguito i corsi e sostenuto un congruo numero di esami nel Paese di origine; bisogna fornire le certificazioni richieste che attestino il livello di conoscenza della lingua del Paese prescelto. Infine una buona media e la regolarità degli impegni d’esame, sono un’ulteriore criterio di selezione. Una considerazione da fare è legata al quando par-tire. Le statistiche ci dicono che circa il 60% degli studenti decide di partecipare al progetto durante la triennale, ma sicuramente durante la specialistica, con l’approfondimento degli studi, l’esperienza può risultare più utile; senza trascurare un ulteriore obiettivo: crearsi delle future occasioni di lavoro.

Il progetto Erasmus è inserito in un program-ma più ampio, chiamato Erasmus plus, attra-verso il quale anche gli studenti delle Scuole Superiori hanno la possibilità di trascor-rere un periodo variabile fuori dall’Italia.

L’Erasmus Mundus invece è una estensione del programma europeo Erasmus finalizzata alla crescita della cooperazione accademica fra studenti e studiosi di differenti Paesi dando l’opportunità di

P R O G E T T O E R A S M U S

E

“L’esercito” dei figli dell’Unione Europea.

frequentare Master e Dottorato. Dall’anno della sua istituzione si calcola che più di 3,3 milioni di ragazzi abbiano usufruito di questa possibilità per un periodo che va dai tre ai dodici mesi.

Ma il progetto non è solo una esperienza formativa e una oppor-tunità di imparare una nuova lingua; secondo uno studio della Commissione Europea, più di un milione di bambini sono nati da coppie di ragazzi “Erasmus”, che ha quindi creato un “eserci-to” di figli dell’Unione Europea. Nel 2002 anche il cinema si accorge di questa nuova genera-zione di cittadini europei e nelle sale europee esce il film

“Appartamento spagnolo” di Cedric Klapischi, la cui trama ruota appunto attorno alle espe-rienze di uno studente francese che decide di partire in Erasmus

alla volta di Barcellona e si trova a condividere l’appartamento con degli altri studenti stranieri.

Ma il progetto non è solo una esperienza forma-tiva e una oppor-tunità di imparare una nuova lin-gua;.”

FORMAZIONE E PROFESSIONE FORMAZIONE E PROFESSIONE

di Renata Viola

onlusbutterfly.org Rivista n° 13 Dicembre 2018 IN-FORMAZIONE • 25

o GNI ANNO AD Ottobre il mondo scientifico, letterario e politico vive con estremo interesse la ricorrenza dell’assegnazione del prestigiosissimo Premio Nobel, conferito annualmente

a persone viventi che abbiano dato un contributo all’umanità per la loro attività scientifica, letteraria o per l’impegno profuso in favore della pace mon-diale. Il premio prende il nome da un facoltoso chimico e industriale svedese, Alfred Bernhard Nobel, che destinò i proventi del suo capitale al premio. Nobel, figlio di un imprenditore edile svedese, divenne nel 1894 presidente della società Bofors Nobel e fece fortuna grazie alle sue molteplici invenzioni e ai suoi brevetti (ben 355!) soprattutto nel campo degli esplosivi; fu lui, ad esempio, ad

inventare la dinamite e la balistite. Di come Nobel si trasformò da industriale di tale fattura ad uno dei filantropi più noti del Novecento, pare che lo si debba, purtroppo, ad un evento luttuoso nella sua famiglia e all’errore di un giornale francese. Nel 1888 il fratello di Nobel, Ludwig, morì a seguito di un incidente con un esplosivo e il caso volle che un giornale francese, scambiando le identità dei due Nobel, pubblicò ante-mortem il necrologio di Alfred, apostrofandolo con parole non certo lusinghiere. Questo il testo del necrolo-gio: Il mercante di morte è morto! Il dottor Alfred Nobel, che fece fortuna trovando il modo di ucci-dere più persone possibili, più rapidamente di quanto non si sia mai fatto prima, è morto ieri» Il triste evento e le feroci parole pubblicate dal

I l Premio Nobe l

Una storia di riscatto personale.

IL BREVIARIO

giornale si dice che abbiano colpito a tal punto Alfred Nobel da indurlo a redigere un testamento con il quale avrebbe destinato il 94% della sua immensa fortuna alla creazione di un premio annuale da attribuire a chi nell’anno precedente avesse apportato «i maggiori servizi all’umanità» con i propri studi nell’ambito della chimica, fisica, medicina, letteratura o nel favorire relazioni pacifiche tra i popoli della Terra. Citando direttamente il suo testamento: Io, Alfred Bernhard Nobel, dichiaro qui, dopo attenta riflessione, che queste sono le mie Ultime Volontà riguardo al patrimonio che lascerò alla mia morte. [...] La totalità del mio residuo patrimonio realizzabile dovrà essere utilizzata nel modo seguente: il capi-tale, dai miei esecutori testamentari impiegato in sicuri investimenti, dovrà costituire un fondo i cui inter-essi si distribuiranno annualmente in forma di premio a coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità. Detto interesse verrà suddiviso in cinque parti uguali da distribuirsi nel modo seguente: una parte alla persona che abbia fatto la scoperta o l’invenzione più importante nel campo della fisica; una a chi abbia fatto la scoperta più impor-tante o apportato il più grosso incremento nell’ambito della chimica; una parte alla persona che abbia fatto la maggior scoperta nel campo della fisiologia o della

medicina; una parte ancora a chi, nell’ambito della let-teratura, abbia prodotto il lavoro di tendenza idealis-tica più notevole; una parte infine alla persona che più si sia prodigata o abbia realizzato il miglior lavoro ai fini della fraternità tra le nazioni, per l’abolizione o la riduzione di eserciti permanenti e per la formazi-one e l’incremento di congressi per la pace. I premi per la fisica e per la chimica saranno assegnati dalla Accademia Reale Svedese delle Scienze; quello per la fisiologia o medicina dal Karolinska Institutet di Stoccolma; quello per la letteratura dall’Accademia di Stoccolma, e quello per i campioni della pace da una commissione di cinque persone eletta dal Parlamento norvegese. È mio espresso desiderio che all’atto della assegnazione dei premi non si tenga nessun conto della nazionalità dei candidati, che a essere premiato sia il migliore, sia questi scandinavo o meno. Parigi, 27 novembre 1895 Nasce così il premio Nobel, assegnato a partire dal 1901, anche grazie alla Fondazione Nobel, istitu-ita dagli esecutori testamentari di Alfred, Ragnar Sohlman e Rudolf Lilljequist. I nomi dei vincitori vengono da allora annunciati ad Ottobre, mentre la consegna dei premi (attualmente pari a 9 milioni di

IL BREVIARIO

di Arianna Di Paolo

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LE TRADIZIONI NATALIZIE IN

ALTRI CONTINENTI

IL BREVIARIO NOTIZIE PRATICHE

corone, cioè 869.000 euro) a Stoccolma e a Oslo avviene il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel. Dal 1968, inoltre, la Banca di Svezia ha insti-tuito un ulteriore premio detto “a ricordo di Nobel”, dedicato al campo delle scienze economiche. Alcune curiosità sul Premio Nobel Mentre i premi per la fisica, la chimica, la medic-ina e la letteratura sono assegnati, secondo le volontà di Nobel, da istituti svedesi, Nobel stesso volle che quello per la pace fosse scelto da un comitato eletto dal parlamento norvegese. Non si è sicuri delle moti-vazione della scelta, ma si pensa che in questo modo egli abbia voluto dare una spinta alla risoluzione paci-fica del conflitto presente all’epoca tra Norvegia e Svezia, allora sotto la stessa corona, ma in una fase di forte tendenza separatista da parte della Norvegia. Altra curiosità sul Premio Nobel è legata alla assenza di un riconoscimento per la matematica; le ragioni della scelta di Nobel di certo non le sapremo mai, ma il gossip vuole spiegato questo fatto con una storia degna dei più illustri rotocalchi: per quanto priva di certo fondamento, molti pensano che Nobel abbia voluto escludere la matematica dal pannello dei premi dopo aver scoperto che una sua amante lo aveva tradito con un matematico svedese dell’epoca, Gösta Mittag-Leffler, tra l’altro papabile candidato al primo Nobel per ls Matematica…se ci fosse stato!

Le festività Natalizie, sono, in tutto il mon-do, le più amate e rispettate. Ogni nazione, paese, regione, famiglia ha le sue tradizio-ni, specialmente culinarie. Ricette che si tramandano da anni e che non possono as-solutamente mancare sulla tavola festosa.In Italia conosciamo bene le regole: per il cenone pesce, per il giorno di Natale carne. E nel resto del mondo? Quali sono i cibi che segnano la tradizione? Come ci si prepara e si festeggia il Natale in un’ambientazione decisamente inusuale, noi abituati a vedere questa festa con la neve ed il gelo? Elfi con le camicie hawaiane? Presepi con le renne? Vacanze con sashimi di balena? Dal Circolo Polare Artico fino ad arrivare ai tropici, sono molte le culture in tutto il mondo che cele-brano il Natale e ciascuna in modo diverso.

Ai Caraibi, per esempio, i festeggiamenti iniziano con canti e feste e si cucina il PATE’ SALE’, cioè dei dischi salati di pasta foglia farciti di carne di maiale e spezie, cotti sul fuoco e serviti insieme ai budins, creoles, sanguinacci, un delizioso prosciutto affumi-cato e caramellizzato. Il piatto principale è il RAGOUT de Porc: uno stufato di maiale accompagnato da pois d’angole, legumi tipici di Natale. Tutti questi piatti neces-

sitano di una lunga preparazione e anche le bevande non sono improvvisate. Il TI PUNCH, ad esempio, è un delizioso liquore a base di rum bianco e bucce d’arancia lasciate macerare già dal mese di Ottobre e servito dopo la messa di mezzanotte.

In Australia, il Natale è molto diverso, ma gli australiani hanno comunque un vivo spirito natalizio. Babbo Natale qui si presenta in surf, con pantaloncini corti e infradito, perché l’Australia, trovandosi nell’emisfero sud del mondo, entra nella stagione estiva proprio in coincidenza con le feste natalizie. Gli australiani festeg-giano riuniti in famiglia per il tradizio-nale barbeque sulla spiaggia. Il pranzo di Natale è molto meno abbondante di quello italiano, la portata principale è il tacchino mentre come dessert tradizio-nale viene servito il Christmas Pudding, che contiene all’interno un oggetto e, secondo la tradizione, si dice che porti fortuna per l’anno nuovo a chi lo trova .

Comunque sia, il Natale è sempre il Na-tale in tutto il mondo!

di Claudia D’Ercole

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COSA SI MANGIA A NATALE IN NORVEGIA?

NOTIZIE PRATICHE

P i n n e k j ø t t : C o s t o l e t t e d i m a i a l e , p e c o r a , a g n e l l o e m o n t o n e (dipendente dalla zona norvegese)

Medisterpølse: Salsiccia speziata con molto lardo

Lutefisk: Stoccafisso o baccala’ marinato in soda caustica (odore e sapore molto forte)

Contorno: cavolo, cavoletti di Bruxelles, marmellata di mirtillo rosso

Rice pudding: Crema di riso

Tipica bevanda: Akevitt – distillato di grano e patate

di Luca Pennesi

“Un italiano in Norvegia”

Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961

venerdì 12 ottobre 2018 - domenica 3 febbraio 2019 Museo di Roma - Palazzo Braschi

EVENTI

Il sorpasso, oltre ai 160 scatti fotografici, offre nel percorso delle spettacolari video-

installazioni realizzate con filmati dell’Archivio storico Luce, un pendant visivo

necessario e di impatto per il racconto di un periodo largamente dominato dal cinema

e dalla comunicazione audiovisiva. E a corredo prezioso del percorso si affianca per

il visitatore un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale e da Istituto Luce Cinecit-

tà, con foto e un apparato testuale storico-critico dei curatori della mostra, Enrico

Menduni e Gabriele D’Autilia, che si pone come un approfondimento affascinante a

questa storia unica dell’immaginario degli italiani.

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EVENTI EVENTI

OVIDIO. AMORI, MITI E ALTRE STORIE

17 ottobre - 20 gennaio 2019 Scuderie del Quirinale

LEONARDO DA VINCI, L’INGEGNO, IL TESSUTO

Dal 16 Dicembre 2018 al 26 Maggio 2019 PRATO Museo del Tessuto

L’AMORE MATERNO ALLE ORIGINI DELLA PITTURA MODERNA,

DA PREVIATI A BOCCIONIDal 07 Dicembre 2018 al 10 Marzo 2019 VERONA Galleria d’Arte Moderna A. Forti

Tra gli autori della latinità, Publio Ovidio Nasone è sicuramente uno dei più amati; i suoi

versi, che parlino d’amore, di miti o delle storie degli dèi, restituiscono sempre a ognuno

l’immagine di un mondo vivo e culturalmente dinamico. Ma cosa hanno in comune la

scrittura e l’immagine? Come sottolineare l’importanza delle parole attraverso le opere?

Come raccontare l’importanza nella storia occidentale di un poeta come Ovidio attra-

verso altre arti, altri artisti, altre forme?

Dal 16 dicembre fino al 26 maggio 2019 il Museo

del Tessuto di Prato dedica a Leonardo da Vinci una

mostra che evidenzia l’interesse, la sensibilità e

l’ingegno dell’artista nello studio e nella messa a

punto di dispositivi e macchine per la produzione

di tessuti, una delle attività economiche preponderanti

del tempo.

Il tema della maternità, in un momento nodale nell’arte italiana fra

Otto e Novecento, è al centro della mostra “L’amore materno alle

origini della pittura moderna, da Previati a Boccioni” proposta dai

Musei Civici di Verona negli spazi della Galleria d’Arte Moderna

Achille Forti, dal 7 dicembre al 10 marzo 2019.

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H A N N O S C R I T T O P E R N O I

Claudia D’ErcoleMedico chirurgo. Specialista in Chirurgia Generale. Diploma Corso Alta Formazi-one su “Diagnosi e cura della patologia tiroidea” e Diploma “SIUMB” come Ecografista Generalista. Collabora con la ONLUS BUTTERFLY da quando è stata istituita.

Cristina De SantisLaureanda in Medicina e Chirurgia, Collabora con la ONLUS BUTTERFLY occu-pandosi in particolar modo delle relazioni con i paesi esteri e partecipando attiva-mente a progetti di volontariato nei paesi in via di sviluppo.

Arianna Di PaoloMedico chirurgo. Specializzanda in Medicina Nucleare presso l’Azienda Os-pedaliera Sant’Andrea, Università Sapienza di Roma. Collabora con la ONLUS BUTTERFLY occupandosi in particolar modo delle relazioni internazionali e parte-cipando attivamente a progetti di volontariato in Italia e all’Estero. È Responsabile di Redazione di “Butterfly”, Magazine Ufficiale della Onlus Butterfly.

Enrico Maria FenoalteaDottore in Fisica di Base, Università di Padova.

Cristiana GrazianiLaureata in Progettazione Architettonica nel 2010 a Roma Tre, abilitata e iscritta all’Ordine degli Architetti di Roma nel 2011. Nel 2012 frequenta il Master di sec-ondo livello “Housing. Nuovi modi di abitare tra innovazione e trasformazione”.Dopo 4 anni di collaborazione con studi professionali tra Roma e Barcellona, af-fiancati da attività di ricerca sui temi dell’housing sociale, la cooperazione e l’auto-costruzione per progetti in paesi in via di sviluppo, dal 2015 si dedica alla libera professione, svolgendo anche attività di consulenza per altri studi.

Pietro Grazianigià Dir. Generale del Ministero dei Beni Culturali, docente di Legislazione di tu-tela presso la Scuola di Specializzazione in Restauro dei monumenti e del Paesag-gio - Università “La Sapienza” di Roma, responsabile dell’ambito Beni Culturali del Master in Architettura, Arte Sacra e Liturgia (Università Europea di Roma), componente del Comitato Scientifico del Centro Universitario Europeo dei Beni Culturali di Ravello (Salerno), organo di consulenza del Consiglio d’Europa.

Paola Grillimedico da oltre 30 anni, è specializzata in Chirurgia Generale ed in Endocrinolo-gia. Si interessa, in particolare, delle patologie tiroidee, sia benigne che maligne. Già membro di Ateneo dei Rapporti Internazionali della Sapienza-Università di Roma. Già Professore della “Sapienza-Università di Roma”, ha insegnato per numerosi anni l’endocrino-chirurgia e la Metodologia medico scientifica sia a stu-denti nel Corso di Laurea Magistrale sia a specializzandi di Chirurgia Generale, di Chirurgia Vascolare e Addominale ed Endoscopia Digestiva. Già Direttore del Corso di Alta Formazione in Diagnosi e Cura delle Patologie Tiroidee. Si dedica prevalentemente alla prevenzione e cura della patologia tiroidea e delle malat-tie correlate. È Presidente della ONLUS BUTTERFLY, che nasce grazie alla sua esperienza e al suo costante impegno nel sociale.

Mario RosatiAvvocato in Roma, abilitato al patrocinio dinanzi le giurisdizioni superiori, do-cente presso la Schola Palatina di Acquisgrana, autore di diverse pubblicazioni in diritto del lavoro e sui servizi pubblici locali. È il Vicepresidente della ONLUS BUTTERFLY con delega per il funzionamento degli organi associativi e la ges-tione economico-finanziaria.

Renata ViolaLaureata nel 1974 in Scienze Biologiche presso l’università La Sapienza di Roma; ha conseguito tre abilitazioni per l’insegnamento nelle scuole medie supe-riori; è docente in un Liceo Pluricomprensivo (classico, scientifico e linguistico).

H A N N O S C R I T T O P E R N O I

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U N P E N S I E R O G R A T O A . . .

Alle Butterfly Girls e al team di Butterfly, che con il proprio impegno hanno permesso la realizzazione del Mercatino Natalizio della onlus; All’ospitalità di Padre Angelo e Padre Daniele, rispettivamente Rettore e Vice Rettore della Chiesa Argentina; A tutti coloro che hanno accolto la nostra proposta di solidarietà e ci hanno supportato con le proprie donazioni durante il Mercatino di Natale; A Michelangelo Rosati, fedele collaboratore e nostro supporter nella ges-tione dei social della onlus; A tutti coloro che a diverso titolo collaborano attivamente al cammino della “nostra” Onlus.

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blicati in questa rivista ( sito) sono

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onale di Berna sul Diritto d’Autore.

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tato Internazionale di Berna sul Diritto d’Autore. La menzione del nome dell’autore

e’ obbligatoria, ai sensi del DPR 19/79.” Utilizzo del materiale pubblicato

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ONLUS BUTTERFLY IN-FORMAZIONE DICEMBRE 2018

ONLUS BUTTERFLY