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TRADEmagazine

Coordinatore progettoLeonardo Gioacchini

Direzione CommercialeEmiliano Monza

Progetto e realizzazione graficaAndrea Iacopino

Collaboratori e partnerScalpingweb.it

Milano FinanzaADVFN Italia

Sos TraderTrand On-line

EditoreTrade Media S.r.l.

Via Flaminia 1600100 Roma

Finito di stampare16.05.2011

Per contatticommerciali e pubblicità

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14 3320

per informazioni e abbonamentiwww.tmagazine.it

MAGGIO 2011

Sommario

1Trade magazine mag. 2009

3 EDITORIALE

6 TNEWSE

8 COPERTINALa rivoluzione del Trading Armonico

16 TESTVelocità ed efficienza? Quick trade

22 ANALISI TECNICALa teoria di Elliott ed il mercato Forex. Parte prima

27 CHAMPIONSHIPXtb Trading Cup 2011

30 CONTROCORRENTELa lingua batte dove il dente duole

35 TEORIA FINANZIARIAI mercati azionarinei cicli inflazionistici

38 OPZIONII vantaggi del Trading in Opzioni

40 TEORIA FINANZIARIAIl tempo

42 FINANZA FACILELe Ipo

44 INTERVISTAL’intervista a Massimo Intropido

46 INVESTIMENTI ALTERNATIVISarà il vento a spazzar via la crisi?

54 TECNOLOGIEL’Internet che viene dallo spazio

56 HARDWARE&SOFTWARESamsung 245B

60 TRADERS HOLIDAYTurks and Caicos

64 TSTYLE

66 TMAIL

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COPERTINA

Trade magazine • mag. 20118

Riuscirea prevedere doveandrà un titolo. È

questo in sostanza l'obiettivo di tutte le tecni-che di trading direzionale. Che si consideriinfatti l'operatività basata sull'analisi tecnica, oquella frenetica che caratterizza lo scalping,ciò che si cercherà di ottenere è una qualcheprevisione sul futuro movimento dello stru-mento scelto, che si svilupperà nel primo casonell'arco di più giorni (o mesi), mentre nelsecondo solo pochi istanti.

Oggi esistono molteplici tecniche operati-ve, sia di breve che di lungo termine, più omeno efficaci, ma ciò che rimane sempre veroè che quelle basate su un time-frame ristrettohanno una percentuale di efficienza (rapportofra numero di operazioni eseguite e numero dioperazioni chiuse in guadagno) molto superio-re: ogni previsione, a prescindere dal conte-sto, avrà infatti tante più possibilità di rivelarsicorretta tanto più breve sarà l'orizzonte tempo-rale della stessa. Per questo un numero sem-pre maggiore di persone rivolge il proprio inte-resse al day trading o allo scalping, consape-vole degli oggettivi vantaggi di queste metodo-logie, come ad esempio il poter chiudere sem-

pre la posizione a fine giornata, restando flat. Le tecniche di trading intraday però sono

adeguate appunto per operare all'interno dellastessa giornata, ma inservibili al fine di preve-dere movimenti che si sviluppano su orizzontitemporali più lunghi, sicuramente più semplicida gestire nella pratica operativa: il numero di

operazioni elevato e la velocità in cui vannogestite le aperture e le chiusure delle posizio-ni, rendono infatti lo scalping una tecnica nonadatta tutti. Inoltre poter sfruttare solo microoscillazioni, o comunque oscillazioni minori,comporta di fatto forti limitazioni per quello cheriguarda il capitale massimo impiegabile ed il

Come arrivare altrading perfetto,passando per loscalping. Storia edevoluzione della nuovatecnica operativaideata da LeonardoGioacchini

La rivoluzione del

TRADING ARMONICO

a cura di LEONARDO GIOACCHINI

Il seguente articolo contiene deglietratti del nuovo libro

“La rivoluzione del Trading Armonico” in uscita a Settembre

2011

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Leonardo Gioacchini è stato il primoteorizzatore in Italia dello Scalping

Dinamico, metodologia innovativa che sicontraddistingue per l'elevato numerodi operazioni giornaliere e per la stabili-tà dei risultati che essa consente diottenere. All'età di soli 23 anni (2001)viene notato da. Eptatrading (una delleS.I.M. più attive nel trading online in quelperiodo) dove, nonostante ancora gio-vanissimo, gli viene offerto di insegna-re.I suoi corsi si distinguono subito daquelli degli altri colleghi, svolgendosi tuttia mercati aperti e con denaro reale, ediventa sempre più conosciuto grazieall'elevata percentuale di operazionipositive intraday che la sua tecnica gliconsente di conseguire.Incoraggiato dagli ottimi risultati di alcu-ni allievi, decide di scrivere il suo primolibro (Scalping Dinamico) che verràpubblicato da Trading Library l'annoseguente: il successo del libro è imme-diato in quanto è il primo testo in italiaad approcciare seriamente lo scalping.Insieme al collega ed amico FedericoConte ipotizza per primo la realizzazio-ne di una serie di trading room, sumodello americano, dirette da master disala da lui stesso formati.Seguono numerose collaborazioni conS.I.M. ed altre istituzioni del settore, tracui la più importante è senz'altro quellacon Intesatrade, che organizza per luiin italia una serie di seminari e Mastervolti a far conoscere a tutti i clienti lasua metodologia vincente: importante ilsuo contributo allo sviluppo della piatta-forma proprietaria T3 (a lui si deve l'in-troduzione del time and sale compostoin alternativa a quello semplice, inutilenello scalping).Insieme ad Intesatrade realizza anche ilprimo DVD sullo Scaping Dinamico, chegrazie ad animazioni in computer grafi-ca e all'inserimento di operazioni realisul mercato mira a formare a distanza iltrader sia dal punto di vista teorico chepratico.In seguito, insieme alla sua community,inizia a collaborare con due importantiSoftware House per lo sviluppo di piat-taforme idonee allo scalping (rispettiva-mente Easytrade della It Software, e

tipo di strumento finanziario utilizzabile. Nelloscalping, ad esempio, proprio per la necessitàinsita nella tecnica di dover sempre avere unacontroparte potenziale, raramente possonoessere presi in considerazione titoli a bassacapitalizzazione, e comunque, anche conquelli maggiori non si possono superare certequantità di pezzi a singola operazione. In real-tà i professionisti dello scalping, o del day tra-ding, non avvertono queste limitazioni in quan-to questi metodi consentono innegabilmente diraggiungere risultati finali assolutamente piùstabili e certi rispetto tecniche di più largorespiro.

Viene però naturale chiedersi se sia pos-sibile in qualche modo aumentare il time-frame operativo e pertanto l'orizzonte tempo-rale del modello previsionale correlato, senzaper questo perdere l'efficienza operativa checontraddistingue le tecniche di breve termine.Soprattutto, anche dopo aver trovato un mododi superare lo scoglio rappresentato dalla“chiusura notturna” (in cui si continua ad esse-re sposti all’andamento globale del mercatoma al contempo si è impossibilitati ad interve-nire sulla posizione in essere), bisognerà sta-bilire quanto sia possibile spingersi lontano nel

tempo, ovvero che ampiezza massima potràavere la finestra di analisi da considerare.

Fino ad oggi le tecniche di analisi graficaclassiche non sono state in grado di fornirerisultati accettabili, dimostrando di funzionarein un certo momento di mercato ma fallendomiseramente in quello successivo. La stessa

analisi reattivo-qualitativa, davvero impres-sionante per la sua capacità di prevedere conesattezza movimenti di ampiezza limitataall’intraday, mostra delle imperfezioni all’au-mentare del time-frame operativo.

Ma in proprio in quest'ultimo tipo di anali-si risiede la chiave per ottenere la stessa effi-cienza operativa dello scalping grafico su oriz-zonti temporali multiday: grazie infatti all'unio-ne dell'analisi reattivo-qualitativa e dell'analisidinamica del book diviene possibile determi-nare con precisione se lo strumento operativoscelto è in una fase di accumulazione o didistribuzione ad opera di operatori maggiori.Ma questo rivoluzionario approccio non si limi-ta a determinare la fase di mercato, e consen-te finalmente di individuare l'esatto punto sulgrafico in cui si genererà il movimento esplosi-vo che solitamente consegue ad una accumu-lazione o a una distribuzione.

In parole povere, questo nuovo metodo cipermette di essere dalla parte giusta del mer-cato al momento giusto. Benvenuti nel mondodel Trading Armonico.

DALLO SCALPING DINAMICOAL TRADING ARMONICO

Quando iniziai 10 anni fa la mia carriera ditrader mi scontrai subito con la difficoltà di sce-gliere la tecnica più efficace per guadagnare inborsa. Non era un problema di poco conto, inquanto essendo io agli inizi avevo ancora tuttele potenzialità del caso, e non volevo assoluta-mente imboccare una strada senza uscita,optando per una metodologia poco prometten-te o comunque non adatta a me.

Dopo qualche giorno di ricerche mi resiconto però che prima ancora di concentrarmi suquale tipo di analisi avrei dovuto imparare, lascelta fondamentale da compiere era fra tecni-che operative intraday e tecniche operativemultiday. Il modo di analizzare e considerare igrafici di chi operava in orizzonti di breve termi-ne era completamente diverso da chi invece liutilizzava per operazioni di medio-lungo termi-ne. In generale, il grafico, elemento di analisiessenziale ed imprescindibile per chi aspirava aprevedere movimenti di largo respiro, assume-va meno rilevanza man mano che si restringe-va il time-frame operativo, fino a diventarequasi inutile nello scalping, tecnica di specula-zione di brevissimo termine basata perlopiù sul-l'analisi del book. Era evidente soprattutto che

L’ideatore delloScalping Dinamico

Viene naturale chiedersi se sia possibile in qualchemodo aumentare l time-frame operativo epertanto l'orizzonte temporale del modello previsionale correlato,senza perdere l'efficienzaoperativa che contraddistingue le tecniche di breve termine

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C O P E R T I N A

Trade magazine • mag. 201110

COPERTINA

ciò che pareva funzionare in un dato time-framenon necessariamente andava bene per time-frame differenti, e comunque imprescindibile unadattamento dei criteri stessi.

In quel periodo la maggior parte delle per-sone che operavano in borsa utilizzava l'analisitecnica classica per lo studio dei grafici, inquanto l'operatività di breve termine era quasisconosciuta alla massa. L’analisi tecnica si pre-figge di prevedere, attraverso l'analisi del grafi-co, l'andamento dei prezzi, il quale a sua voltarispecchia le decisioni degli investitori: essa sibasa sull'assunto basilare che, poiché il com-portamento degli operatori si ripete nel tempo,al verificarsi di certe condizioni grafiche, anchei prezzi si muoveranno di conseguenza. La defi-nizione precedente è senz'altro logica e affasci-nante, ma da una prima sperimentazione miresi subito conto che nella pratica non sembra-va funzionare così bene: ogni casistica ivi defi-nita poteva essere confutata o messa in discus-sione da quella successiva, rendendo molto dif-ficile comprendere se la classificazione delmovimento analizzato era corretta o bisognavapiuttosto aspettare nuove informazioni graficheper riclassificarla in un altro modo, e spessotale attesa posticipava le fasi di ingresso uscitacompromettendo l'esito operativo.

Ad esempio, in analisi tecnica, un break-out (rottura di una resistenza o di un supporto)viene confermato solo se il prezzo di chiusurarimane oltre la linea compromessa dallo stessomovimento: in caso contrario, ovvero se il prez-zo ritornerà indietro, chiudendo entro i confinidelimitati dalla stessa resistenza o supporto

(oggetto della rottura), allora si considererà ilmovimento come un falso break-out. (fig 1)Taleconcessione dell'analisi tecnica (perché di altronon si tratta) crea però notevoli difficoltà nellafase operativa: immaginiamo infatti il caso in cuila resistenza venga oltrepassata a metà sedu-ta, e il prezzo continui la sua ascesa per tutto ilpomeriggio chiudendo effettivamente sopra lastessa. Il trader dovrà aspettare la fine dellecontrattazioni per avere certezza circa la bontàdel break-out (che secondo l'analisi tecnica èconfermato solo con prezzo di chiusura supe-riore alla resistenza), ma in questo modo, purammettendo di aprire la posizione durante i 5min dell'asta finale, si sarà entrati molto al disopra del livello di resistenza e si avrà pertantouno stop loss molto ampio.

E se invece avessimo invece già un titolpoin portafoglio, e lo stesso chiudesse al di sopra diun supporto che corrisponde al nostro livello distop della posizione per poi però il giorno dopoaprire direttamente in forte gap-down, ovveromolto al di sotto della linea, come ci si dovràcomportare? L’analisi tecnica risponde che nonc'era alcuna ragione di chiudersi il giorno prece-dente, non essendo il supporto stato intaccato, e

resistenza

breackout

se a fine giornatachiude sopra la lineaallora il breack out è confermato (e gli shortche avevano come presupposto la resistenza vannoassolutamentechiusi

se invece chiude sotto la lineaallora era un falsobreack out e gli shortpossono rimanere aperti

momento della rottura, alla chiusura della seduta operativa siamo completamente in balia del mercato

È più facile prevedere un qualcosa che deve avvenire nei prossimi due minuti che nei prossimi due giorni

I "PECCATI DELL’ANALISI TECNICA"Sphera della Kline Consulting).Nel 2004entra a far parte del corpo docente diScalping School insieme ad AngeloCiavarella e Stefano Fantom, instauran-do un confronto produttivo che lo por-terà riflettere sulla possibilità di svilup-pare una tecnica di scalping meno fre-netica e più ragionata.Inizia anche unacollaborazione con Nuovi Investimenti,una S.I.M. che si distingue per offrireservizi avanzati sia a professionisti chea trader retail.L'anno seguente lascia Scalping Schoole fonda Trade Magazine (www.tmagazi-ne.it), il primo mensile di speculazionefinanziaria in italia, alla cui realizzazioneconcorrono i migliori trader in Italia:grazie alla qualità dei contenuti ed a col-laborazioni importanti (Milano Finanza,IlSole 24 Ore, Trading Library etc etc) larivista raggiunge velocemente una dif-fusione massiva, potendo contare dopoappena pochi mesi dal lancio su oltre50.000 lettori.Prosegue inoltre nella formazione affi-nando le tecniche didattiche al fine dimigliorare le tempistiche di apprendi-mento basandosi soprattutto sull'espe-rienza maturata. I suoi allievi riescono araggiungere risultati apprezzabili, evi-denziando la necessità di una nuovametodologia operativa da affiancare alloScalping Dinamico, che, pur essendouna tecnica ormai affinatissima e col-laudata, non si rivela adatta a tutti,richiedendo riflessi pronti e predisposi-zione mentale.Nel 2006 nasce finalmente il SoftScalping (in realtà sperimentato e per-fezionato nei due anni precedenti mapresentato alla stampa del settore solodopo la buona riuscita del primo corsosperimentale, svoltosi nel Luglio 2006).Nel 2007 viene eletto presidentedell'Assotrader (www.assotrader.com),la prima associazione in Italia che difen-de i diritti dei trader e dei risparmiatorion-line. carica che ancora detiene.Nello stesso anno diventa TraderMaster nella trading room milanese diNuovi Investimenti: per la stessa SIMsvolge anche attività di insegnamentonella Trading Accademy, e di dimostra-tore negli eventu pubblici.Nel 2009 linterrompe la collaborazionecon N.I. SIM e si dedica allo sviluppo diuna metodologia ibrida che grazie all'uti-lizzo coniugato dell'analisi del book (uti-lizzata nello Scalping Dinamico), e del-l'analisi reattivo-qualitativa (propria dellSoft Scalping), consente di isolare edidentificare finalmente le fasi di macro-accumulazione e macro-distribuzionead opera dei gradi operatori e degli isti-tuzionali: nasce il Trading Armonico.

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solo il giorno dopo, quando è innegabilmentetroppo tardi per contenere la perdita rispettandol’esatto livello di stop prefissato, si dovrà /potràprocedere alla chiusura della posizione(ma soloalla fine della giornata, poichè se ritorna entro lachiusura sopra la linea allora va tenuta in quantosi trattava di un falso breack-out).

Queste ed altre innumerevoli situazionipossibili, determinate dall'applicazione delmetodo classico di analisi grafica, mi convinse-ro a spingermi verso tecniche di speculazione dibreve termine, molto più precise e veloci nelprevedere un movimento sfruttabile operativa-mente. Nello specifico scelsi lo scalping, perchépiù affine al mio carattere ma anche perchéessendo d’accordo sull’assunto che “è più faci-le prevedere un qualcosa che deve avvenire neiprossimi due minuti che nei prossimi due gior-ni”, trovavo in questa tecnica perfetta la rispostaalle mie esigenze.

Purtroppo mi scontrai con una dura realtà:tutte le varianti di scalping allora conosciute sibasavano su pattern di book (un po’ come inanalisi tecnica esistono i pattern grafici), ovveroconfigurazioni particolari sul book che riassu-mevano, secondo gli autori di queste metodolo-gie, situazioni tipiche di mercato, riconducibilipertanto ad altrettanti sviluppi di movimento dacogliere operativamente. Almeno in teoria.

Senza soffermarmi ora sul perché era sba-gliato questo approccio basti pensare che presispunto proprio dagli errori insiti in quello cheoggi viene definito “scalping classico”, per svi-luppare una mia teoria, lo Scalping Dinamico,pubblicata nel 2002 nel libro omonimo, e diven-

tata la nuova base su cuisono stati edificate le tuttenuove metodologie di scalpingnegli anni a venire.

Ma in cosa era così rivoluziona-ria questa nuova tecnica per diventarela capostipite delle tecniche di speculazio-ne basate sul book? La risposta si trova proprionel tipo di lettura del medesimo che essa pro-poneva: la lettura dinamica del book. Comevedremo nel prossimo capitolo, essa differivadalla lettura “classica” perché cessava di dareun peso direttamente proporzionale alle variabi-li in gioco (principalmente quantità sia di propo-ste che di pezzi presenti sui livelli di prezzo),intuendo che esse potevano essere alterateimprovvisamente da altri operatori, e gli attribui-va pertanto una valenza relativa a seconda delpreciso contesto operativo. Mi ero accorto infat-ti che molto spesso i livelli di book presentava-no quantità' abnormi che non trovavano alcunegiustificazioni operative. Se oggi parlare di bookalterato e di proposte finte può' essere conside-rato normale, qualche anno fa erano argomenticompletamento sconosciuti e proprio per que-sto la lettura dinamica, che consentiva di identi-ficare queste manovre scorrette da parte diterzi, fece tanto scalpore. La fotografia "a raggix" delle dinamiche del book fece intuire anchele motivazioni che spingevano alcuni operatoria modificare la morfologia del book, ovverosmaltire grossi ordini senza pero' alterare ilprezzo (altrimenti avrebbero comprato e vendu-to ad un prezzo medio sconveniente): al fine dicatalizzare una controparte complessiva ade-guata essi inserivano quindi proposte finte digrande entità', cosi da ingannare gli altri opera-tori sulla reale distribuzione della domanda edell’offerta, cosi da influenzarne le azioni. (fig2). La lettura dinamica consentiva non solo diavere una fotografia a raggi x delle reali forze ingioco sul mercato in un dato momento, maanche di identificare eventuali strumentalizza-zioni, così da sfruttarle a proprio vantaggio. Ilmetodo costituiva infine una chiave di letturaefficace per identificare in tempo reale il movi-mento che poteva conseguire a quella specificacondizione del book, senza per questo doverlaricondurre preventivamente a determinato cifra-rio precompilato: tale tecnica analitica era cosìaccurata da consentire la determinazione delprossimo micro-movimento senza dover ricor-rere a nessun altro elemento di analisi.

Grazie a questa metodologia riuscii infattiad applicare con successo lo scalping senzamai dovermi preoccupare di analizzare un solografico: il solo book era sufficiente per farsiun'idea precisa della futura direzione del mer-cato. Tale modello, ovviamente, consentiva difare previsioni solo a brevissimo termine, maper lo scalping ciò era più che sufficiente, pro-prio perché il guadagno è costituito dall’insiemedegli esiti di molte operazioni intraday ognunadelle quali chiusa con pochi tick.

Ma la possibilità' di fare del tutto a menodell’analisi grafica, offerta dallo ScalpingDinamico, non duro' per sempre e pochi annipiù' tardi, nei mesi a cavallo tra il 2005 ed il2006 (qualche tempo dopo l’introduzionedell’Express 2), mi resi conto che cresceva stra-

La possibilità di fare deltutto a meno dell'analisigrafica, offerta dalloScalping Dinamico, non durò per sempre epochi anni più' tardi mi resiconto che cresceva stra-namente il numero delle volte in cuinon ero in grado di fareuna previsione certa,basandomi sulla lettura delbook

Figura 2

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namente il numero delle volte in cui non ero ingrado di fare una previsione certa, basandomisulla lettura del book. Cio’ che accadeva eraquesto: per un dato tempo il book mi forniva tuttigli elementi per prevedere e sfruttare le oscilla-zioni prossime, poi, senza alcun preavviso visi-bile, si verificava puntualmente un movimentomolto forte che causava una forte perdita.Qualcosa stava cambiando. Non riuscivo aspiegarmene le ragioni, e adducevo la respon-sabilità' del fenomeno all'aumento della volatili-tà' che caratterizzava quei mesi. Avevo ragionesolo in parte come scoprii poi ma quel checonta e' che compresi da subito la necessità dicorreggere il tiro, apportando delle modifichealla mia tecnica, così da aggiornarla e riportarlaai livelli di affidabilità ed idoneità raggiunti inprecedenza. Non che non funzionasse più':semplicemente non era perfetta e questo nonpotevo tollerarlo.

Per comprendere questa ostinazione versoil perfezionismo operativo bisogna entrare nellamentalità di uno scalper, che per definizione e'abituato a reiterare i medesimi processi analiti-ci sullo stesso strumento (il book) decine, senon centinaia di volte al giorno. Tali meccanici-smi sono prima analitici, poi pratici: qualcheistante dopo la fase di screening si verificaquasi sempre un risvolto operativo, determinatoappunto dalle conclusioni a cui ci ha portatol’analisi fatta. Con il tempo tutto questo diventaabbastanza automatico, ed in effetti uno scalperprofessionista dovrebbe operare osservando ilbook con la stessa "consapevolezza inconscia" che ha un guidatore nelcambiare marcia.

I ragionamenti ci sono eccome ma essen-do la chiave di lettura (nello Scalping Dinamico)universale in relazione alle infinite configurazio-ni di book che si possono presentare, alla finesi impara a sintetizzarle e ricondurle automati-camente in situazioni tipo, e quindi conoscerequale "mossa" bisogna attuare per trarre profit-to. Il tempo che intercorre tra la fase di analisi ela fase operativa si riduce via via sempre piùfino quasi a dare quasi l'impressione che loscalper non pensi, ma agisca istintivamente .

Tutto cio' e' affascinante, ma implica chese la chiave di lettura assunta dallo scalpercome base della sua logica analitica risultaimprovvisamente non funzionare più comeprima, l'operatività dello stesso ne' sarà' auto-maticamente inficiata, creando soprattutto undivario improvviso tra le aspettative e risultati,reiterato peraltro in ogni operazione.

Ed ecco il problema: se anche il numero di

operazioni in guadagno rimane superiore alleoperazioni in perdita (e quindi il sistema di fattocontinua a funzionare), ogni qual volta un’ope-razione non va a buon fine nonostante i pre-supposti ciò' costituisce di fatto un trauma auto-invalidante per il sistema di automatismi svilup-pato dallo scalper, soprattutto laddove la perdi-ta mette in discussione la logica fondamentaledel sistema analitico. Sarebbe come chiederead un pilota di F1 di continuare a guidare nono-stante lo sterzo risponda solo il 90% delle voltein modo corretto ai comandi, ed il restante 10faccia esattamente l’opposto: anche ammetten-do che gli errori commessi in quel 10% dei casifossero minimi e non automaticamente invali-danti per l'esito finale, tale handicap rendereb-be nel tempo sempre più insicuro il conducen-te, che sarebbe impossibilitato ad attuare leproprie strategie in modo corretto, ed a svilup-parne di nuove.

Tornando quindi alla situazione che mi sipresentava alle porte del 2006, mi trovavocostretto a rivedere le fondamenta stesse dellateoria, ad ammettere che c’era qualcosa didiverso ed invalidante nel mercato, ed infine adadattare la metodologia alle nuove condizioni.

Il problema era che non sapevo da doveiniziare. La logica che sottendeva l’analisi delbook era inattaccabile a parer mio, e cambiar-la, non solo non garantiva in alcun modo a prio-ri un miglioramento dei risultati, ma poteva difatto rendere una metodologia ancora funzio-nante (se pure con qualche eccezione), deltutto inservibile.

L’idea mi venne grazie ad un mio allievo.Anche se in tutti i miei seminari io avevo sem-pre presentato lo Scalping Dinamico come unatecnica per puristi del book, che non necessita-va quindi di nessun altro strumento di analisiper funzionare, questo mio allievo (uno dei piùbravi), era solito utilizzare contemporaneamen-te anche dei grafici a time-frame ristretto. Sefino al 2006 i suoi risultati sono stati più o menoallineati a quelli di altri miei corsisti, quando c’e'stata la prima crisi (per gli scalper) alle porte diquell’anno, egli non solo non ha subito alcundecadimento delle performance, ma addiritturaqueste ultime sono aumentate esponenzial-mente, e per oltre un’anno nemmeno io sonoriuscito ad eguagliarle. In ogni caso era eviden-te che se volevo aggiornare lo ScalpingDinamico in modo efficace dovevo implementa-re nello stesso l'analisi dei grafici: rimaneva

Trade magazine • mag. 201112

X X X X X X X X XCOPERTINA

Improvvisamente i livellitracciati parevano perfetti,o per lo menoassolutamente validi neldefinire i confini delle aree,oltre le quali si generavanoquei movimenti improvvisiche mi avevano creatoproblemi nello scalping.

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solo da stabilire il time-frame su cuidovevo impostare questi ultimi. Provaiprima con il "15 minuti" e poi, constatan-do che i livelli così identificati eranoinservibili, testai il "5" e poi il "3". Infine,incoraggiato dal fatto che altri scalper loadottavano, provai ad implementare il" tick by tick", un grafico che non appli-ca alcun filtro temporale, ma che regi-stra ogni singola micro-oscillazione diprezzo. Alla fine feci un passo indietro,filtrando sul minuto, un timeframe pocoutilizzato.

Improvvisamente i livelli tracciati parevanoperfetti, o per lo meno assolutamente validi neldefinire i confini delle aree, oltre le quali sigeneravano quei movimenti improvvisi che miavevano creato problemi nello scalping.(fig 3)Grazie all’implementazione dei grafici con time-frame impostato ad un minuto potevo concen-trarmi sull’analisi del book, sapendo in anticipoin quali fasce di prezzo essa avrebbe smessodi funzionare. Avevo risolto il problema. In real-tà avevo fatto molto di più. Avevo gettato ilseme per un’altra metodologia operativa,anchese in quel momento, contento di essere tornatonuovamente a fare scalping in modo molto effi-ciente, non ero nella giusta prospettiva per ren-dermene conto. Anche in questo caso l'intuizio-ne e’arrivata poco dopo grazie al contatto con imiei allievi.

Erano già diversi anni che mi dedicavoall'insegnamento dello Scalping Dinamico (uni-camente attraverso un seminario riservato a 10persone che si svolgeva una, due volte all'an-no) ed ero sempre più frustrato dal fatto chenonostante la tecnica insegnata fosse assolu-tamente valida, in percentuale, solo il 20-30 %di chi aveva partecipato, era poi riuscito adiventare uno scalper professionista. Il proble-ma non si poteva aggirare, perché era costitui-to dalla difficoltà specifica della metodologiaoggetto dell’iter formativo; e non bastava strut-turare adeguatamente quest’ultimo (modellan-do il seminario sulla forma di un vero e proprioritiro in località' amene, selezionando preventi-vamente i partecipanti fra le molte richieste per-venute, prevedendo un’assistenza gratuita a360 gradi post-corso etc etc) per garantire unpercentuale di successo adeguata (che iostimo, per corsi di questo genere, intorno al 50-60%). Anche se le nozioni teoriche erano abba-stanza complesse da apprendere, non era que-

sto lo scoglio principale, poiché il metodo for-mativo era studiato apposta per farle assimila-re correttamente in un tempo ragionevole: erapiuttosto l’applicazione pratica (insieme allesue implicazioni) che presentava caratteristichetali da non esser di fatto adatta a tutti, ed anzi apochi. Nello Scalping Dinamico bisogna infattiessere capaci di applicare in un lasso di tempobreve i criteri analitici appresi, e poi ancora piùvelocemente prendere una decisione operativae metterla in pratica. Il tutto nel giro di qualchesecondo. Se e' vero che con l'esercizio tuttoquesto processo si meccanizza, e' altrettantovero che bisogna avere il tempo (ed i soldi) perarrivare a questo automatismo: molti purtroppo

rinunciavano prima, anche se sulla carta ave-vano tutte le carte in regola per riuscire.

Essendo il problema sostanzialmente nellavelocità e nel frenetismo operativo propri delloScalping Dinamico, se avessi trovato un mododi diminuire il numero di operazioni ed al con-tempo aumentare la distanza fra temporale diesse, allora l'applicazione della metodologiasarebbe stata evidentemente più agevole. Perfare meno operazioni bastava scegliere quellepiù facili ed al contempo redditizie (con rappor-to rischio- rendimento a netto favore di que-st’ultimo) nella rosa di quelle evidenziate dal-l’analisi del book. Ma esattamente come? Talefiltro era infatti un’ulteriore processo analitico

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Trade magazine • mag. 201114

da dover implementare nella lettura dinamica, equindi altro tempo prezioso da anteporre allafase operativa. Se fossi riuscito a risolvere ilproblema avrei disposto di un nuovo metodo discalping, più leggero e facile da imparare: unSoft Scalping quindi. La soluzione, a partiredalla seconda meta' del 2005 era sotto i mieiocchi, ma solo nel tardo 2006 ne intravidi con-torni. Se lo Scalping Dinamico era un tecnicabasata principalmente sull'analisi del book, ilSoft Scalping doveva basarsi sui grafici, e gra-zie ai progressi che avevo compiuto da poconella lettura di grafici a timeframe ristretto,avevo già gli strumenti di base per iniziare.

Certo, il lavoro da fare era ancora molto,perché io avevo imparato ad utilizzare i graficisolo come ausilio per lo scalping puro: ora inve-ce volevo trasformare il grafico in uno strumen-to primario di analisi, su cui basare le decisioniper le operazioni di scalping, possibilmente eli-minando del tutto il book, o comunque limitan-done fortemente il ruolo.

In fondo se vi era un’ordine ed una siste-maticità nel movimento dei prezzi intraday, cheio di fatto riuscivo da tempo a cogliere in poten-za sul book, allora una traccia del medesimodoveva per forza rimanere sul grafico.

Quello a cui ambivo, era un nuovo sistemadi analisi grafica, che fornisse dei chiari segna-

li intraday utilizzabile per lo scalping; ma otten-ni molto di più. Dopo diverse settimane di provee di studi risultò chiaro che non solo era possi-bile individuare i punti di ingresso validi diretta-mente dal grafico, ma che si poteva anchemodificare sensibilmente il rapporto tra profitpotenziale e massimo stop di ogni singola ope-razione.

Se nello scalping era massimo di 3 a 1,grazie a questo nuovo sistema era possibile incerti casi sfiorare anche i 10 a 1: in pratica eroriuscito ad aumentare il profit possibile senzatoccare lo stop. Un risultato del genere non eraneanche auspicabile.

In più ora diventava possibile selezionare apriori le operazioni da eseguire, scegliendo soloquelle che avevano come presupposto dei livel-li di prezzo, risultanti dall’analisi compiuta, chein passato avevano dimostrato di generare

movimenti puliti ed ampi appena venivano "sfiorati" (ed appunto per questo lo stop potevaessere messo ad un tick sotto questi ultimi).

Le operazioni che ne scaturivano quindierano in numero molto inferiore allo scalpingdinamico (in media 15-20 al giorno), ma garan-tivano, data la maggiore redditività, un profittocomplessivo solo leggermente inferiore allostesso. D’altro canto, essendo basato preva-lentemente sul grafico, il Soft Scalping supera-va uno scoglio fin’ora insormontabile per tuttetecniche book- dipendenti: l’impossibilita diessere applicate su Future, Forex ed Etf.

Lo scalping grafico, (o Soft Scalping) cam-biava le regole del gioco, ed traslava le appli-cazioni possibili dello scalping su segmenti dimercato prima inaccessibili perché senza bookcompleto o comunque nei quali esso era pocorilevante. Per fare questo avevo dovuto pero'prendere tutta l’analisi tecnica, tutti i suoi fon-damenti e le sue implicazioni, metterli in unaspecie di "frullatore " e ripartire da 0. O quasi.

Alcuni presupposti infatti rimanevano vali-di, ma altri erano scalzati a favore di una logicaanalitica più fresca, e non vittima dell’incon-gruenza di un metodo, l'analisi tecnica, che e'frutto del contributo non coordinato di diversiautori, in epoche differenti.

L’analisi che ne scaturì fu subito indicata dai

Se vi era un'ordine ed unasistematicità nel movimento dei prezzi intraday allora una traccia del medesimo doveva per forza rimanere sul grafico

C O P E R T I N A

FIAT1 minuto

09:49 10:53 11:59 13:06 14:17 15:25 16:29 19:07

6,49

6,46

6,43

6,40

6,37

6,33

6,30

6,27

6,24

6,21

6,17

6,14

ANALISI DINAMICA DEL BOOK

ANALISI ARMONICA

TRADING ARMONICO

ANALISI REATTIVO QUALITATIVA

COPERTINA

Page 10: IN COLLABORAZIONE CON - tradingschool.it · gliere la tecnica più efficace per guadagnare in borsa. ... del break-out (che secondo l'analisi tecnica è confermato solo con prezzo

15Trade magazine • mag. 2011

miei colleghi come una vera e propria rivoluzio-ne, e decisi pertanto di dargli un nome: la chia-mai Analisi Reattivo-Qualitativa o Analisi RQ.

Fu un successo completo e negli anni asuccessivi il Soft Scalping si affermò come tec-nica di scalping facile da apprendere e ancorapiù semplice da applicare: la percentuale dipersone che riuscivano ad applicare efficace-mente la tecnica passo' dal 30% dello ScalpingDinamico al 60- 70 % dello scalping grafico.Disponevo ora di due armi distinte per affronta-re il mercati ma preferivo evitare di utilizzarlesullo stesso titolo (per non creare conflitti ope-rativi visto che ognuna aveva target e timingdiversi). I miei profitti raddoppiarono e nel perio-do a cavallo tra il 2007 ed il 2008 sfiorai unamedia effettiva di 4500 euro/giorno. Un risulta-to superiore a praticamente tutti i colleghi scal-per che conoscevo. Potevo adagiarmi sugliallori e smettere di cercare la tecnica perfetta,ma il crollo della borsa della fine del 2008mischiò ancora le carte, e questo non per ladiscesa dei mercati in se, ma perché, conte-stualmente ad essa, venne bloccata la possibi-lità di shortare il mercato (vendere allo scoper-to, puntare asl ribasso) per più di 6 mesi. NelloScalping Dinamico più di ogni altra tecnica èfondamentale essere simmetrici e scevri daogni proiezione personale, puntando sia al rial-zo che al ribasso, a seconda della situazione.Facendo poi il mercato prezzi sempre piùbassi, giorno dopo giorno, non si avevanoneanche dei riferimenti grafici validi (visto chelo storico risaliva a molti anni addietro) per pra-ticare il Soft Scalping. Molti miei colleghi, primabravissimi, persero tutto in pochissimo tempo,ma i più bravi rimasero in piedi, sfruttando aloro vantaggio l’enorme volatilità.

Io dopo un primo momento di incertezza,trovai il sistema di fare scalping anche in quel-la situazione, limitando il numero di operazionied attendendo al varco le occasioni di gain,derivanti ad esempio da veloci doppi minimiche si creavano piu' volte al giorno.

Quel periodo, quei sei mesi, furono deva-stanti per molti scalper, e soltanto "diversi" peraltri, ma per me costituirono la possibilità con-creta di osservare il mercato in condizioni distress estremo, in cui venivano fuori alcunedinamiche fondamentali dietro al movimentodei prezzi, altrimenti difficili da distinguere inuna normale contingenza.

In particolare, quando il mercato era pros-simo a toccare quelli che poi si sarebbero rive-lati i minimi assoluti di quel crollo, il book evi-denziava ripetutamente per diversi giorni, sullamaggior parte dei titoli, delle configurazioni chesolitamente servono ai grossi operatori perspingere i reader retail a vendere, al fine dicatalizzare una controparte adeguata ai loroordini di acquisto. Anche oggi possiamo quoti-dianamente riscontrare sul book di un dato tito-lo delle configurazioni volte a strumentalizzaregli operatori all’acquisto, mentre sul book diun’altro strumento, configurazioni atte a convin-cere alla vendita. Per quanto possa sembrarestrano al neofita, e' purtroppo cosa ormai accet-tata ufficiosamente. Ma in quel particolare fran-gente tutte le configurazioni erano unicamentevolte a spingere il " parco buoi" a vendere, evi-dentemente al fine di accumulare. L’analisiDinamica del book, proprio per la sua peculiari-ta' di basarsi sull identificazione delle intenzionidei grossi operatori, mi mostrava con chiarezzaciò che stava accendendo: mentre il mercatoscendeva (era si,prossimo ai minimi, ma chipoteva saperlo prima??.) in realtà qualcunoaccumulava e comprava tutto quello che c’erasulla piazza. Il resto della storia e' di dominiopubblico: dopo aver toccato il minimo a marzo,in una manciata di mesi le quotazioni ripreseroil valore originario (precedente al crollo) e mol-tissimi investitori, che avevano resistito fino allafine, e poi però avevano ceduto sul finale, chiu-dendo la posizione disperati proprio qualchegiorno prima della risalita, si mangiarono lette-ralmente le mani.

Ma non potevano saperlo. O si?Riflettiamo: tutti gli operatori grossi vendo-

no, il parco buoi compra. Dove andrà il merca-to alla fine ?? Rispondendo a questa domanda

retorica offenderei l intelligenza dei miei lettori,e pertanto mi limiterò a dire che in quell’occa-sione io non solo ero riuscii a prevedere che ilmercato avrebbe rimbalzato con discreto antici-po, ma grazie all’utilizzo dell’analisi RQ vicino aquella dinamica del book e ad alcune modificheapportate per far funzionare il tutto in multiday,ero anche riuscito ad identificare l'esatto puntodi ingresso, per sfruttare il rialzo successivo.

Era stata una contingenza unica, in cui tuttigli operatori di un certo calibro facevano lastessa cosa, e quindi nulla mi assicurava cheavrebbe funzionato anche in fasi di mercato piùequilibrate. Quello che scoprii poi, e' che il mer-cato non e' mai equilibrato, e che alla fine cisara' sempre un gruppo di maggioranza fraquesti grossi operatori, che assumerà la mede-sima posizione, e alla fine questa posizione sirivelerà' sempre nella stessa direzione futuradel mercato.

Pertanto riconoscendo grazie al book lefasi cumulative e distributive ad opera dei gran-di operatori, ed identificando con il grafico intra-day i livelli chiave che definiscono le aree diprezzo dove tali fasi si sviluppavano, diventavapossibile identificare i confini grafici delle stes-se, oltre i quali non avevano ragione di conti-nuare a sussistere, poiché completate.Pertanto superati quei confini immaginari, ora ame visibili, il titolo era libero di correre, cataliz-zato nella forza e nella direzione dagli stessioperatori artefici delle fasi sopra descritte, cheora avevano tutto l’interesse a massimizzare ilproprio guadagno.

Riconoscendo le loro azioni, ne conoscevodi fatto le intenzioni, e finalmente potevo sfrut-tarle completamente a mio vantaggio

Era nato il Trading Armonico.

Lo scalping grafico, cambiava le regole del gioco, ed traslava le applicazioni possibili dello scalping su segmenti di mercatoprima inaccessibili perché senza book completo o comunque nei quali esso era poco rilevante

Il mercato non e' mai equilibrato. Alla fine ci sara'sempre un gruppo di maggioranza fra questigrossi operatori, che assumerà la medesimaposizione, e alla fine questa posizione si rivelerà' sempre nellastessa direzione futura del mercato

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