In classe con un alunno con disabilità gravi Buone pratiche di didattica inclusiva e lavoro in rete...

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In classe con un alunno con In classe con un alunno con disabilità gravi disabilità gravi Buone pratiche di didattica Buone pratiche di didattica inclusiva e lavoro in rete inclusiva e lavoro in rete Dott. Mauro Mario Coppa Dott. Mauro Mario Coppa Direttore servizio riabilitativo Direttore servizio riabilitativo CdR Lega del Filo d’Oro, Osimo CdR Lega del Filo d’Oro, Osimo Formatore Erickson Formatore Erickson Psicoterapeuta, consulente DSA Psicoterapeuta, consulente DSA

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In classe con un alunno con disabilità In classe con un alunno con disabilità gravigravi

Buone pratiche di didattica inclusiva Buone pratiche di didattica inclusiva e lavoro in retee lavoro in rete

Dott. Mauro Mario CoppaDott. Mauro Mario CoppaDirettore servizio riabilitativoDirettore servizio riabilitativo

CdR Lega del Filo d’Oro, OsimoCdR Lega del Filo d’Oro, OsimoFormatore EricksonFormatore Erickson

Psicoterapeuta, consulente DSAPsicoterapeuta, consulente DSA

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Gli alunni con disabilità intellettiva grave e Gli alunni con disabilità intellettiva grave e plurihandicap presentano problematiche plurihandicap presentano problematiche

complessecomplesse::

Gravissimi limiti nella comunicazione, sia Gravissimi limiti nella comunicazione, sia recettiva che produttivarecettiva che produttiva

Condizioni neuromotorie gravi che Condizioni neuromotorie gravi che creano passività e dipendenza creano passività e dipendenza

Ridotta possibilità di interazione e di Ridotta possibilità di interazione e di selezione delle scelteselezione delle scelte

Rilevanti difficoltà di apprendimentoRilevanti difficoltà di apprendimento

Disturbi della personalità e del Disturbi della personalità e del comportamentocomportamento

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Componenti educative per la gestione della classe Componenti educative per la gestione della classe con uno studente con disabilitàcon uno studente con disabilità

Didattica Didattica inclusivainclusiva C.A.A. in classeC.A.A. in classe

La gestione dei La gestione dei disturbi del disturbi del

comportamentocomportamentoEducazione Educazione prosocialeprosociale

Progetto di Progetto di vitavita

TutoringTutoring

ApprendimentoApprendimentocooperativocooperativo

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…ma dobbiamo ancora pensare all’immutabilità della disabilità

come destino?...

…ma dobbiamo ancora pensare all’immutabilità della disabilità

come destino?...

La complessità della disabilità, in particolare la condizione di gravità, spaventaEvoca vissuti negli educatori di impotenza, rassegnazione, incertezzaDilaga la cultura del lamento e lo svuotamento di senso del lavoro educativoI servizi alla persona vivacchiano in una condizione di ripetitivitàSi invocano soluzioni fantasiose e disperate da specialisti- quasi -maghi, oppure dal R.M.P.I.

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Riprendersi la capacità di progettare il Riprendersi la capacità di progettare il lavoro educativo con le risorse presenti, lavoro educativo con le risorse presenti, cogliere quello che c’è, fare rete con le cogliere quello che c’è, fare rete con le risorse professionali, famigliari, con i risorse professionali, famigliari, con i serviziservizi

Adottare pratiche didattiche “Adottare pratiche didattiche “evidence evidence based”, based”, cioè che hanno dimostrato di cioè che hanno dimostrato di produrre risultati positivi, senza la produrre risultati positivi, senza la fascinazione delle chimere riabilitative fascinazione delle chimere riabilitative del momentodel momento

…il lavoro educativo e la dimensione relazionale….…il lavoro educativo e la

dimensione relazionale….

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A scuola, l’inclusione parte concretamente dal A scuola, l’inclusione parte concretamente dal modo di fare didattica: non “per” ma “con”modo di fare didattica: non “per” ma “con”

Lo sforzo è quello di migliorare la qualità Lo sforzo è quello di migliorare la qualità dell’offerta didattica quotidiana per tutti gli dell’offerta didattica quotidiana per tutti gli alunni, con proposte maggiormente alunni, con proposte maggiormente individualizzateindividualizzate

In sintesi, la specialità entra nella normalità e In sintesi, la specialità entra nella normalità e la modifica, la specializzala modifica, la specializza

Facile a dirsi, difficile nella pratica!Facile a dirsi, difficile nella pratica!

Qualche esempio?Qualche esempio?

«Didattica inclusiva»«Didattica inclusiva»come metodo e prospettiva….«Didattica inclusiva»«Didattica inclusiva»

come metodo e prospettiva….

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qualche buona pratica di didattica inclusiva

qualche buona pratica di didattica inclusiva

L’educazione prosociale è un proposta didattica per insegnare abilità di interazione sociale, altruismo, ed empatia, utile per tutti i bambini come educazione emotiva Le strategie di insegnamento risultano efficaci per la classe ed il bambino con disabilità (es.apprendimento cooperativo) la schematizzazione e la semplificazione (es le mappe concettuali) favoriscono la memorizzazione sia nei bambini con DSA che in quelli con disabilità intellettiveL’ utilizzo di una sintesi vocale è utile sia per il dislessico L’ utilizzo di una sintesi vocale è utile sia per il dislessico che per il non vedente con disabilità intellettivache per il non vedente con disabilità intellettiva

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La testimonianza reale e concreta su cosa intendiamo per

“inclusione”di due portatrici sane di interesse …

La testimonianza reale e concreta su cosa intendiamo per

“inclusione”di due portatrici sane di interesse …

La doppia intervista su La doppia intervista su ““inclusione e dintorniinclusione e dintorni” ” ad una mamma di un ad una mamma di un

bambino con disabilità bambino con disabilità ed una insegnante di ed una insegnante di

sostegnosostegno

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..livelli essenziali di qualità livelli essenziali di qualità dell’inclusione…dell’inclusione…

..livelli essenziali di qualità livelli essenziali di qualità dell’inclusione…dell’inclusione…

La selezione di indicatori di efficaciaindicatori di efficacia rilevanti per valutare i risultati dei programmi di insegnamento e di inclusione (es. l’uso di abilità scolastiche in modo funzionale, la qualità/quantità delle interazioni sociali tra studente disabile e coetanei)

Lo sviluppo di capacità che devono essere generalizzate in competenze, spendibili nei contesti sociali

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Protocollo Riabilitativo Protocollo Riabilitativo con bambini e ragazzi con bambini e ragazzi

con disabilità con disabilità intellettive gravi e intellettive gravi e

plurimeplurime

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Basi teorico-metodologiche Occorre rispettare alcuni criteri metodologici:Occorre rispettare alcuni criteri metodologici:

1.1. Osservare il comportamentoOsservare il comportamento

2.2. Individuare le motivazioni individuali Individuare le motivazioni individuali

3.3. Incrementare i prerequisiti dell’apprendimentoIncrementare i prerequisiti dell’apprendimento

4.4. Utilizzare strategie di insegnamento Utilizzare strategie di insegnamento individualizzateindividualizzate

5.5. Garantire alta motivazione al compitoGarantire alta motivazione al compito

6.6. Aumentare le prove di insegnamento Aumentare le prove di insegnamento

7.7. Programmare verifiche periodiche del Programmare verifiche periodiche del programmaprogramma

8.8. Registrare i dati e formalizzarli su graficiRegistrare i dati e formalizzarli su grafici

9.9. Prevedere generalizzazione e mantenimentoPrevedere generalizzazione e mantenimento

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Il trattamento educativo a ObiettivoObiettivo Adeguare il PEI in funzione dei Adeguare il PEI in funzione dei

seguenti criteriseguenti criteri1.1. Utilità e funzionalità delle proposte Utilità e funzionalità delle proposte

educativeeducative2.2. Adeguatezza all’età cronologicaAdeguatezza all’età cronologica3.3. Livello di piacere e motivazione Livello di piacere e motivazione

personalepersonale4.4. Mantenimento delle abilità acquisiteMantenimento delle abilità acquisite5.5. Generalizzazione nel contesto naturaleGeneralizzazione nel contesto naturale

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Il trattamento educativo b

Attività educative di baseAttività educative di base1.1. Organizzazione e caratterizzazione della Organizzazione e caratterizzazione della

giornata (diario giornaliero, orologio)e della giornata (diario giornaliero, orologio)e della settimana (calendario delle attività del settimana (calendario delle attività del giorno)giorno)

2.2. Mantenimento e sviluppo programmi di Mantenimento e sviluppo programmi di comunicazione attivacomunicazione attiva

3.3. Utilizzo ausili tecnologici per Utilizzo ausili tecnologici per comunicazione ed attività ricreativecomunicazione ed attività ricreative

4.4. Attività di autoccupazione costruttiva in Attività di autoccupazione costruttiva in classe e laboratorioclasse e laboratorio

5.5. Attività motoria individuale e di gruppoAttività motoria individuale e di gruppo6.6. Attività ricreative ed adattivo-sociali in Attività ricreative ed adattivo-sociali in

ambienti esterniambienti esterni

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Obiettivi educativi :Obiettivi educativi :

1.1. Individuare e riconoscere le proprie Individuare e riconoscere le proprie emozioniemozioni

2.2. Potenziare il vocabolario emozionalePotenziare il vocabolario emozionale

3.3. Comprendere il rapporto tra le proprie Comprendere il rapporto tra le proprie emozioni ed il comportamento emozioni ed il comportamento conseguenteconseguente

La promozione del benessere in La promozione del benessere in classeclasse

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La promozione del benessere in La promozione del benessere in classeclasse

Atteggiamenti e comportamenti Atteggiamenti e comportamenti positivi diretti ad aiutare o positivi diretti ad aiutare o

beneficiare un’altra persona o un beneficiare un’altra persona o un gruppo di persone, senza gruppo di persone, senza

ricevere ricompensericevere ricompense

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Componenti e Funzioni dell’azione Componenti e Funzioni dell’azione prosocialeprosociale

ComponentiComponenti Stimolare un atteggiamento non aggressivo, non Stimolare un atteggiamento non aggressivo, non

violento e di autocontrolloviolento e di autocontrollo Stimolare un atteggiamento non egocentrico, di Stimolare un atteggiamento non egocentrico, di

aperturaapertura FunzioniFunzioni Cooperare, come scelta e azione reciproca

di aiuto nel rispetto dell’altro , in vista di un obiettivo comune

Donare, come scelta e azione di aiuto per l’altro, nel rispetto dell’altro

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Struttura del programma di Struttura del programma di educazione prosocialeeducazione prosociale

Attività riferite sia ad Attività riferite sia ad esperienze esperienze direttedirette (giochi, (giochi, circle-time)che circle-time)che indiretteindirette (narrazioni, role-playing) (narrazioni, role-playing) rivolte a bambini dai 7 ai 12-13 annirivolte a bambini dai 7 ai 12-13 anni

Il programma può essere realizzato Il programma può essere realizzato in in classeclasse, , con l’insegnante, con con l’insegnante, con frequenza settimanale, oppure come frequenza settimanale, oppure come progetto specificoprogetto specifico integrativo curato integrativo curato da professionisti e/o educatorida professionisti e/o educatori

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Training di abilità prosociali in classeTraining di abilità prosociali in classe

Struttura-tipo di ogni unità prosociale:Struttura-tipo di ogni unità prosociale:Situazione-stimolo : occasione-problema : occasione-problemaLettura: interpretazione delle finalità, interpretazione delle finalità, motivazioni, conseguenze di un motivazioni, conseguenze di un comportamentocomportamento

AzioneAzione: comprensione e confronto tramite : comprensione e confronto tramite esperienze personali o di gruppoesperienze personali o di gruppo

GeneralizzazioneGeneralizzazione: processo di ricerca e : processo di ricerca e consapevolezza di regole ed atteggiamenticonsapevolezza di regole ed atteggiamenti

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Obiettivo: verificare se la mediazione comunicativa facilita i verificare se la mediazione comunicativa facilita i processi di interazione e relazione tra bambini pluridisabili ed i processi di interazione e relazione tra bambini pluridisabili ed i tutors coetaneitutors coetanei

Soggetti: due bambini di 6 anni con disabilità plurime e gravi due bambini di 6 anni con disabilità plurime e gravi neurolesionineurolesioni

Contesto: scuola d’infanzia, tutors di 5 anniscuola d’infanzia, tutors di 5 anni

IndicatoriIndicatori: :

1: numero di interazioni tra bambini normali e disabili1: numero di interazioni tra bambini normali e disabili

2: durata delle interazioni2: durata delle interazioni

3: natura delle interazioni (fisica, verbale, integrata ecc.)3: natura delle interazioni (fisica, verbale, integrata ecc.)

Disegno sperimentale: Disegno sperimentale: A-BA-B

Raccolta datiRaccolta dati: videotapes e schede di osservazione strutturata: videotapes e schede di osservazione strutturata

Il progettoIl progetto Ciao in tutte le lingue Ciao in tutte le lingue

del mondodel mondo

Il progettoIl progetto Ciao in tutte le lingue Ciao in tutte le lingue

del mondodel mondo

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Obiettivo Obiettivo : : sperimentare sulla propria pelle sperimentare sulla propria pelle

cosa significa non vedere, non sentire, anche da una cosa significa non vedere, non sentire, anche da una sedia a rotellesedia a rotelle

Attività:Attività: la merenda al buiola merenda al buio: : cercare il proprio zaino, tirare cercare il proprio zaino, tirare

fuori la merenda, buttare la carta, tutto con la fuori la merenda, buttare la carta, tutto con la bendabenda

Non parlarmi, non ti sentoNon parlarmi, non ti sento: organizzare un gioco di : organizzare un gioco di gruppo con il walkman a tutto volumegruppo con il walkman a tutto volume

La passeggiata dove non soLa passeggiata dove non so: con benda , in : con benda , in carrozzina, un compagno ti accompagna senza carrozzina, un compagno ti accompagna senza parlareparlare

Laboratorio di Laboratorio di sensibilizzazione sensibilizzazione

alle differenzealle differenze

Laboratorio di Laboratorio di sensibilizzazione sensibilizzazione

alle differenzealle differenze

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La Comunicazione Aumentativa Alternativa

Modalità e sistemi Modalità e sistemi verbali, non verbali verbali, non verbali

e tecnologici per e tecnologici per facilitare, facilitare,

accrescere e non accrescere e non sostituiresostituire la la

comunicazione comunicazione naturale con naturale con persone che persone che

presentano deficits presentano deficits nella nella

comunicazionecomunicazione

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Obiettivi della Comunicazione Aumentativa

Stimolare Stimolare l’iniziativa comunicatival’iniziativa comunicativa del bambino del bambino all’interno di ricche e motivanti situazioni interattiveall’interno di ricche e motivanti situazioni interattive

Promuovere Promuovere la consapevolezzala consapevolezza della possibilità di della possibilità di controllo di persone, stimoli ed interazioni nel suo controllo di persone, stimoli ed interazioni nel suo ambienteambiente

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Comunicazione comportamentale

Comunicazione oggettuale

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Linguaggio gestualeLinguaggio gestuale

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Comunicazione pittografica

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A scuola si integrano due dimensioni:

1. L’apprendimento e la relazione

L’educazione prosociale sviluppa due

componenti:

1.1. L’atteggiamento non egocentricoL’atteggiamento non egocentrico

2.2. L’atteggiamento non aggressivoL’atteggiamento non aggressivo

Esperienze di didattica Esperienze di didattica inclusivainclusiva

Educare all’altruismo con Educare all’altruismo con l’educazione prosocialel’educazione prosociale

Esperienze di didattica Esperienze di didattica inclusivainclusiva

Educare all’altruismo con Educare all’altruismo con l’educazione prosocialel’educazione prosociale

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ObiettivoObiettivo Sviluppare la capacità di riconoscere i principali stati Sviluppare la capacità di riconoscere i principali stati

emotivi attraverso le espressioni del viso e la mimica emotivi attraverso le espressioni del viso e la mimica faccialefacciale

Attività del laboratorioAttività del laboratorio Le millefacceLe millefacce: una serie di volti ed espressioni,(sorriso-: una serie di volti ed espressioni,(sorriso-

piacere-sorpresa-ecc.) che i bambini debbono indovinarepiacere-sorpresa-ecc.) che i bambini debbono indovinare Indovina la facciaIndovina la faccia: un bambino si presenta al gruppo con : un bambino si presenta al gruppo con

una espressione, che il gruppo deve indovinareuna espressione, che il gruppo deve indovinare La galleria dei ritrattiLa galleria dei ritratti: con la macchina fotografica, si : con la macchina fotografica, si

fanno foto ad ogni bambino, e poi vengono proiettate sulla fanno foto ad ogni bambino, e poi vengono proiettate sulla parete con il videoproiettoreparete con il videoproiettore

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Il Mito del BaroIl Mito del Baro: : la tecnologia lo facilita, la tecnologia lo facilita, acquista vantaggi rispetto agli altri acquista vantaggi rispetto agli altri

Il Mito del DrogatoIl Mito del Drogato: la tecnologia lo : la tecnologia lo rende dipendente, e ne limita l’autonomiarende dipendente, e ne limita l’autonomia

Il Mito del DisadattatoIl Mito del Disadattato: l’uso della : l’uso della tecnologia lo allontana dalla quotidianità e tecnologia lo allontana dalla quotidianità e dalla vita realedalla vita reale

i falsi miti sui rischi degli i falsi miti sui rischi degli ausili tecnologici per le ausili tecnologici per le persone con disabilità persone con disabilità

i falsi miti sui rischi degli i falsi miti sui rischi degli ausili tecnologici per le ausili tecnologici per le persone con disabilità persone con disabilità

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Obiettivo Obiettivo : La bambina disabile, a turno con : La bambina disabile, a turno con altri bambini, sceglie i giochi ed i bambini altri bambini, sceglie i giochi ed i bambini con cui vuole giocarecon cui vuole giocare

Es. Es. compie la scelta tra due attività di gioco premendo i pulsanti di un comunicatore vocale a due tasti , dove vengono preregistrati i messaggi vocali relativi ai nomi dei giochi o dei bambini tutori da scegliere come compagni di giochi

Laboratorio di CAALaboratorio di CAALa comunicazione con La comunicazione con

il VOCAil VOCA

Laboratorio di CAALaboratorio di CAALa comunicazione con La comunicazione con

il VOCAil VOCA

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Offrono Offrono abilità di selezione di giochi e tutori, abilità di selezione di giochi e tutori, richieste comunicative attiverichieste comunicative attive

Permettono l’utilizzo dei programmi didattici negli Permettono l’utilizzo dei programmi didattici negli ambienti ambienti scolastici normaliscolastici normali, senza modifiche , senza modifiche ambientali, e la creazione di spazi condivisiambientali, e la creazione di spazi condivisi

Garantiscono un Garantiscono un buon livello di motivazionebuon livello di motivazione al al compitocompito e danno significato ai percorsi di e danno significato ai percorsi di inclusione scolasticainclusione scolastica

Consentono di scoprireConsentono di scoprire le potenzialità ed i le potenzialità ed i modi di esprimersi del bambino disabilemodi di esprimersi del bambino disabile

Richiedono un Richiedono un minimo training minimo training HannoHanno costi contenuticosti contenuti e e facilitazioni di facilitazioni di

acquistoacquisto

Alcune considerazioni Alcune considerazioni sull’uso degli ausili sull’uso degli ausili

tecnologici per la tecnologici per la comunicazione in comunicazione in

classeclasse

Alcune considerazioni Alcune considerazioni sull’uso degli ausili sull’uso degli ausili

tecnologici per la tecnologici per la comunicazione in comunicazione in

classeclasse

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- Il curriculo integratoIl curriculo integrato è un tipo di approccio che è un tipo di approccio che permette di adeguare la classe alle necessità educative permette di adeguare la classe alle necessità educative e didattiche specifiche degli alunni con disabilità..ma e didattiche specifiche degli alunni con disabilità..ma anche l’oppostoanche l’opposto

- Esistono modelli diversi per integrare il curriculo:Uno di Esistono modelli diversi per integrare il curriculo:Uno di ad es.:ad es.:l’insegnamento per unità tematichel’insegnamento per unità tematiche, che , che combina conoscenze, abilità ed esperienze intorno ad combina conoscenze, abilità ed esperienze intorno ad un nucleo tematicoun nucleo tematico

- Il vantaggio per gli alunni disabili e non è quello di Il vantaggio per gli alunni disabili e non è quello di lavorare insieme per pianificare l’argomento da lavorare insieme per pianificare l’argomento da studiare, studiare,

- localizzare informazioni localizzare informazioni - identificare gli aspetti importanti identificare gli aspetti importanti - decidere come trasmettere e verificare il proprio decidere come trasmettere e verificare il proprio

apprendimentoapprendimento

Il “curriculo integrato”

Il “curriculo integrato”

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Il percorso prevede:Il percorso prevede:1.1. Introduzione del tema della provenienza dei Introduzione del tema della provenienza dei

prodotti di uso quotidianoprodotti di uso quotidiano

2.2. Indagini e ricerche da svolgere a casaIndagini e ricerche da svolgere a casa

3.3. Confronto e sintesi dei dati in classeConfronto e sintesi dei dati in classe

4.4. Raccolta di informazione e materiale visivo Raccolta di informazione e materiale visivo ed audiovisivo sui Paesi individuatied audiovisivo sui Paesi individuati

5.5. Realizzazione di una mappa delle produzioni Realizzazione di una mappa delle produzioni

il “MADE IN..” lo studio il “MADE IN..” lo studio della geografia a della geografia a

partire dai consumi partire dai consumi quotidianiquotidiani

il “MADE IN..” lo studio il “MADE IN..” lo studio della geografia a della geografia a

partire dai consumi partire dai consumi quotidianiquotidiani

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Il laboratorio propone semplici Il laboratorio propone semplici esperimenti ed osservazioni naturali esperimenti ed osservazioni naturali sui fenomeni fisici ed atmosferici che sui fenomeni fisici ed atmosferici che incuriosiscono i bambini .incuriosiscono i bambini .

In particolare, i bambini daranno vita a:In particolare, i bambini daranno vita a:- Esperimento con l’acquaEsperimento con l’acqua- Esperimento con l’ariaEsperimento con l’aria- Esperimento con il tempo atmosfericoEsperimento con il tempo atmosferico- Esperimento con il sole e la lunaEsperimento con il sole e la luna- Esperimento con il tempo cronologicoEsperimento con il tempo cronologico

Laboratorio degli Laboratorio degli esperimenti sui esperimenti sui

fenomeni naturali”fenomeni naturali”

Laboratorio degli Laboratorio degli esperimenti sui esperimenti sui

fenomeni naturali”fenomeni naturali”

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L’educazione socio-affettiva per i genitoriL’educazione socio-affettiva per i genitori

Formazione e consulenza educativaFormazione e consulenza educativa Obiettivi: Obiettivi:

Coinvolgere scuola e famiglia in Coinvolgere scuola e famiglia in obiettivi obiettivi condivisicondivisi .. Esempi di forme collaborative Esempi di forme collaborative possono nascere intorno al possono nascere intorno al percorso di consapevolezza e conoscenza percorso di consapevolezza e conoscenza relativo all’orientamento scolastico.relativo all’orientamento scolastico. itinerari di formazione e coinvolgimento itinerari di formazione e coinvolgimento personale in progetti di educazione alla personale in progetti di educazione alla solidarietà solidarietà Attuare Attuare interventi preventivi e di sostegnointerventi preventivi e di sostegno per per affrontare le varie forme di disagio in ambito affrontare le varie forme di disagio in ambito familiare, promuovendo la familiare, promuovendo la comunicazione comunicazione continua tra scuola e famigliacontinua tra scuola e famiglia (ad es, il (ad es, il quaderno quaderno scuola-famigliascuola-famiglia in relazione a specifiche in relazione a specifiche problematiche relazionali e/o comportamentali)problematiche relazionali e/o comportamentali)

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L’educazione socio-affettiva per i genitoriL’educazione socio-affettiva per i genitori

2. 2. Formazione e consulenza educativaFormazione e consulenza educativa

Obiettivi: Obiettivi: . . Le forme di collaborazione scuola-famiglia Le forme di collaborazione scuola-famiglia

debbono assumere carattere di continuità debbono assumere carattere di continuità e periodicità, sin dalla scuola primaria, e periodicità, sin dalla scuola primaria, con forme di auto-muto aiucon forme di auto-muto aiutoto

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L’educazione socio-affettiva per i genitoriL’educazione socio-affettiva per i genitori

Fasi e livelli di intervento famigliareFasi e livelli di intervento famigliare

1. 1. Corsi sulla genitorialitàCorsi sulla genitorialità 2. 2. Corsi di formazione specifici su Corsi di formazione specifici su

tematiche “critichetematiche “critiche”” presenti nella scuola presenti nella scuola (es. iperattività; problemi emotivi; (es. iperattività; problemi emotivi; aggressività)aggressività)

3. 3. Creazione di gruppi di auto-mutuo-Creazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto tra genitoriaiuto tra genitori, con la supervisione , con la supervisione periodica di un professionistaperiodica di un professionista

4. 4. Consulenza educativa individualeConsulenza educativa individuale a a famiglie di bambini con famiglie di bambini con disturbi del disturbi del comportamento e bullismo comportamento e bullismo

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La gestione dei comportamenti La gestione dei comportamenti problema gravi in classeproblema gravi in classe

-il progetto di presa in carico--il progetto di presa in carico- Il piano di trattamento è Il piano di trattamento è

ed interessa: ed interessa:

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Fase n.1Fase n.1:: osservazione quantitativa e qualitativa del comportamento tramite: Analisi funzionale del comportamentoOsservazioni sistematiche in classe sulla frequenza/durata dei comportamenti-problema

Gestione dei disturbi comportamentali

- La valutazione iniziale-

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Fase n.2: Incrementare i comport. adeguatiIncrementare i comport. adeguati (D.R.I.)Controllare le situazioni Controllare le situazioni antecedentiantecedentiAumentare la comunicazioneAumentare la comunicazione (C.A.A.) in base alle “funzioni” del comportamento

Gestione dei disturbi comportamentali

-Le strategie d’intervento-

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Dr. Mauro Mario CoppaDr. Mauro Mario Coppa

-psicoterapeuta, pedagogista-psicoterapeuta, pedagogista

Direttore Ci.Erre.E.- Centro Risorse per l’Educazione, AnconaDirettore Ci.Erre.E.- Centro Risorse per l’Educazione, Ancona

Andrea PierantoniAndrea Pierantoni-Educatore- Educatore-

-XXII settimana psicopedagogica, Civitanova Marche, 8-13 /7-2013XXII settimana psicopedagogica, Civitanova Marche, 8-13 /7-2013

Page 42: In classe con un alunno con disabilità gravi Buone pratiche di didattica inclusiva e lavoro in rete Dott. Mauro Mario Coppa Direttore servizio riabilitativo.

A scuolapoche risorse per l’intervento individualizzato e affollamento delle classiproblematiche complesse, difficoltà di attenzione e concentrazione , insofferenza alle regolenei docenti, stati di frustrazione, rabbia, impotenzaA casaincoerenza parentalescarso supporto alla genitorialità da parte dei servizi educativitempi ridotti per il dialogo, stress, problematiche economiche che influiscono sulla qualità dei rapporti della coppia genitoriale e nello stile di attaccamento nei confronti del figlio

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Prevede 5 fasi, secondo un format di 10 incontri, 3 incontri di consulenza psicopedagogica con i genitori, follow-up a 1-3-6 mesi1.Fase di indagine diagnostica: lo psicoterapeuta incontra genitori ed insegnanti per conoscere le problematiche2.Attuazione del programma: viene illustrato a docenti e genitori il programma di intervento 3.Coaching educativo: il coach avvia il programma a scuola ed a casa4.Counseling psicopedagogico: lo psicoterapeuta effettua colloqui con docenti e genitori5.Conclusione del programma: vengono fornite ai genitori ed insegnanti indicazioni didattiche e suggerimenti pratici

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Il «coach» è una figura mutuata dall’esperienza sportiva

Ha competenze tecnico-metodologiche e relazionali Collabora con i docenti nell’avviamento

dell’intervento educativo in classe e ne presiede le fasi realizzative

Supporta i genitori, mantenendo posizioni di neutralità rispetto alle dinamiche famigliari

Viene supervisionato dallo psicoterapeuta, che lo tutela da possibili invischiamenti relazionali ed alleanze illecite

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Quadro anamnesticoQuadro anamnestico A. ha 11 anni, frequenta la 1 secondaria di primo grado Presenta bassa autostima, difficoltà nel riconoscimento

delle emozioni, difficoltà nei processi cognitivi L’analisi funzionale evidenzia la correlazione tra

comportanti problema e frustrazione di fronte a frustrazione di fronte a compiti difficili, richiesta di attenzione, evitamento di compiti difficili, richiesta di attenzione, evitamento di situazioni non graditesituazioni non gradite

Il ragazzo non ha rapporti con il gruppo-classe, non c’è didattica integrativa, rifugge lo stare in classe e mantenere il silenzio durante la lezione, non è in grado di regolare gli interventi in classe, non accetta l’insegnante di sostegno

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Fase intervento psicoeducativo in classe e con i docenti

ObiettiviObiettivi inclusione del ragazzo nella realtà della inclusione del ragazzo nella realtà della

classeclasse accettazione in base alla diversità, accettazione in base alla diversità,

percepita come risorsa e non come percepita come risorsa e non come limite limite

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Fase intervento psicoeducativo in classe e con i docentiSi sviluppa in due direttrici pedagogiche:1. Crescita cognitiva e delle competenze- Programmazione individualizzata- attenzione all’adeguatezza

del compito-Valorizzazione dei suoi elaborati, in funzione di contributo per

la classe2. Regolazione del comportamento tramite supporti ambientali- Gestione del comportamento tramite contratto educativo e

token economy- Condivisione dei tempi e dei contenuti della programmazione

con i docenti- Gestione situazioni a rischio tramite ruoli di responsabilità

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La Token economyLa Token economy Prevede l’assegnazione di gettoni (tokens) in

relazione al comportamento appropriato Il ritiro sistematico ed immediato ((costo della costo della

risposta)risposta) in relazione a comportamenti devianti Il “monte-tokens” può essere scambiato con una

congrua gratificacongrua gratifica in base al tipo di richiesta Occorre organizzare lo spazio della classe per

costruire il “tabellone delle regoletabellone delle regole”,”, dove attaccare i tokens

Eliminare gradualmente il sistema quando il/i bambini non hanno più bisogno di aiuti esterni,ma utilizzano mediatori cognitivi quali l’autoistruzionemediatori cognitivi quali l’autoistruzione

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Linee-guida per le regole della Linee-guida per le regole della classeclasse

Un sistema di regole aiuta gli alunni Un sistema di regole aiuta gli alunni a a relazionarsi in maniera costruttiva relazionarsi in maniera costruttiva ed assumere un comportamento ed assumere un comportamento responsabileresponsabile

Le regole stabilite per la classe Le regole stabilite per la classe debbono essere debbono essere propositive, pochepropositive, poche, e , e non solo un elenco di divietinon solo un elenco di divieti

Le regole sono Le regole sono chiare e concretechiare e concrete, e , e vengono formulate in termini positivivengono formulate in termini positivi

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Come gestire in pratica i comportamenti Come gestire in pratica i comportamenti problematici degli alunniproblematici degli alunni

Ignorare il comportamento problemaIgnorare il comportamento problema e dare e dare attenzione a quelli positivi degli altriattenzione a quelli positivi degli altri

Incoraggiare i comportamenti positiviIncoraggiare i comportamenti positivi dell’alunno dell’alunno (anche se rari)(anche se rari)

Ridurre all’essenziale i rimproveriRidurre all’essenziale i rimproveri Prevenire il problemaPrevenire il problema anticipando la risposta anticipando la risposta Usare affermazioni positiveUsare affermazioni positive ed empatiche ed empatiche Formulare richiesteFormulare richieste con determinazione con determinazione Ricordare le regoleRicordare le regole della classe della classe Chiedere “Chiedere “che cosa”che cosa” invece di “ invece di “perché”perché” Monitorare la Monitorare la frequenzafrequenza del comportamento del comportamento

problematicoproblematico Ricorrere a Ricorrere a gratificazioni concretegratificazioni concrete Prevedere il “Prevedere il “costo della risposta”costo della risposta”

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da “Nati due volte” di Giuseppe da “Nati due volte” di Giuseppe PontiggiaPontiggia

Questi bambini nascono due volte.

A volte devono imparare a

muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte ed il percorso

sarà più tormentato. Ma alla fine sarà anche per voi una rinascita…..