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allevatori TOP 49 ecnicaɑbovini da carne Nel settore veterinario gli antibiotici hanno rappresentato un mezzo fondamentale per il controllo delle malattie infettive. La loro introduzione ha contribuito al miglioramento del benessere animale e rappresenta un mezzo importante per garantire lo standard delle produ- zioni di alimenti di origine animale. Settant’anni più tardi, queste applicazioni sono messe in discussione dalla comparsa del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, ossia della capacità di un microrganismo di resistere all’azione di un antibiotico. Si tratta di un fenomeno biologico naturale che si verifica per l’emergenza e la propagazione di fattori di resistenza batterica agli antibiotici e che è innescato ed amplificato dalla pressione selettiva esercitata sulle popolazioni microbiche attraverso l’uso di questi farmaci. L’utilizzazione inadeguata di antimicrobici tera- peutici in medicina umana e veterinaria, l’utilizzazione di antimicrobici a fini non terapeutici e L’antibiotic free? Una strada percorribile In allevamenti con elevati standard di benessere animale e di biosicurezza il ricorso agli antibiotici può essere riservato ai soli casi di emergenza di Alessandro Gastaldo (C.R.P.A., Reggio Emilia), Marzia Borciani (C.R.P.A. - Reggio Emilia) ed Eliana Schiavon (I.Z.S. delle Venezie, Padova)

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ecnica bovini da carne

Nel settore veterinario gli antibiotici hanno rappresentato un mezzo fondamentale per il

controllo delle malattie infettive. La loro introduzione ha contribuito al miglioramento del

benessere animale e rappresenta un mezzo importante per garantire lo standard delle produ-

zioni di alimenti di origine animale. Settant’anni più tardi, queste applicazioni sono messe in

discussione dalla comparsa del fenomeno dell’antibiotico-resistenza, ossia della capacità di

un microrganismo di resistere all’azione di un antibiotico. Si tratta di un fenomeno biologico

naturale che si verifica per l’emergenza e la propagazione di fattori di resistenza batterica agli

antibiotici e che è innescato ed amplificato dalla pressione selettiva esercitata sulle popolazioni

microbiche attraverso l’uso di questi farmaci. L’utilizzazione inadeguata di antimicrobici tera-

peutici in medicina umana e veterinaria, l’utilizzazione di antimicrobici a fini non terapeutici e

L’antibiotic free? Una strada percorribile

In allevamenti con elevati standard di benessere animale e di biosicurezza

il ricorso agli antibiotici può essere riservato ai soli casi di emergenza

di Alessandro Gastaldo (C.R.P.A., Reggio Emilia), Marzia Borciani (C.R.P.A. - Reggio Emilia)

ed Eliana Schiavon (I.Z.S. delle Venezie, Padova)

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n° 6 | novembre-dicembre 2017

l’inquinamento ambientale da antimicrobici accelerano la comparsa nonché la propagazione di

microorganismi resistenti, comportando conseguenze anche gravi. I batteri patogeni resisten-

ti non necessariamente provocano gravi malattie rispetto a quelli più sensibili, ma la patologia

diventa più difficile da trattare, in quanto risulterà efficace una ridotta gamma di farmaci anti-

microbici. Ciò può dar luogo a un decorso più lungo o a maggiore gravità della malattia.

Ventilazione della stallaPer favorire la ventilazione estiva è necessario predisporre ampie

aperture sulle pareti perimetrali. Tali aperture possono coincidere

tamponamenti leggeri e mobili. Aperture pari a 1 m2/vitellone su

entrambi i lati possono garantire un ricambio d’aria ottimale dentro

la stalla.

Per il tetto si consiglia quello a due falde ad elevata pendenza

-

mente dimensionata.

Per combattere il caldo è possibile prevedere una ventilazione

oppure con grandi ventilatori a pale ad asse di rotazione verticale

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Le colonne della prevenzioneLa prima azione da svolgere consiste nella prevenzione, garantendo agli anima-

li elevati standard di benessere animale e biosicurezza. Per benessere

animale si intende “uno stato di salute completo, sia fisico che mentale, in cui

l’animale è in armonia con il suo ambiente” (Hughes, 1976). Migliorare il benes-

sere e le condizioni di vita dei nostri animali è la colonna portante delle nostre

produzioni, che da un versante porterà a produrre carni di qualità e dall’altra a

ridurre al minimo le terapie. Ma non basta, bisogna anche garantire elevati stan-

dard di biosicurezza, riducendo il potenziale rischio causato dall’introduzione di

organismi patogeni all’interno dell’azienda: animali acquistati di recente, perso-

ne, veicoli, animali domestici e selvatici. Accorgimenti semplici possono essere

veramente efficaci e di aiuto per garantire la salute degli animali.

Nei prossimi anni benessere animale e biosicurezza dovranno essere considerati

componenti essenziali di un sistema integrato di qualità di produzione degli ali-

menti di origine animale, che garantisca al consumatore prodotti provenienti da allevamenti

sostenibili dal punto di vista ambientale e dove gli animali vengono allevati secondo criteri

che ne rispettino le esigenze fondamentali. Di seguito, vengono approfonditi i principali aspetti

relativi al benessere animale da considerare.

La superficie di stabulazione è l’area da destinare a ciascun capo per l’attività e il riposo e

viene espressa generalmente in m2/capo. La densità animale è il suo inverso, ossia il numero

tecnica bovini da carne

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di animali per unità di superficie. Questa superficie deve

essere tale da limitare i problemi di salute ed evitare il di-

sturbo in zona di riposo. L’aumento dello spazio per capo

rispetto ai valori usualmente utilizzati negli allevamenti è

necessario per migliorare il benessere degli animali.

Nel parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimenta-

re (Efsa, 2012) la superficie di stabulazione varia in base

al peso vivo finale: 2,5 m2 fino a 400 kg; 3,0 m2 fino a 500

kg; 3,5 m2 fino a 600 kg; 4,0 m2 fino a 700 kg; 4,5 m2 oltre

700 kg. Il parere Efsa consiglia queste superfici, non di-

stinguendo fra le diverse tipologie di stabulazione, per cui

è bene considerarle come minime. Per il Crpa (2014) la

superficie di stabulazione ottimale deve prendere in con-

siderazione la tipologia di stabulazione: da 4,2 m2 (400

kg) a 7 m2 (700 kg) con la lettiera permanente; da 3,4 m2 (400 kg) a 5,6 m2 (700 kg) con la

lettiera inclinata; da 3 m2 (400 kg) a 4,2 m2 (700 kg) con il pavimento fessurato. Una densità

eccessiva dei capi all’interno dei box determina una maggiore aggressività (in particolare nei

maschi), un aumento delle patologie respiratorie e minori tempi di riposo. Per la linea vacca-vi-

tello si consigliano ampie superfici di stabulazione a lettiera per le vacche nutrici (10 m2/capo),

con una zona accessibile soltanto ai vitelli.

Libertà di movimentoLa normativa vigente indica che la libertà di movimento non deve essere limitata, evitando

sofferenze e lesioni. La stabulazione fissa è ammessa, ma necessita di uno spazio adeguato

a esigenze fisiologiche ed etologiche dell’animale. Per l’Efsa (2012) la stabulazione "ssa

aumenta il rischio di problemi alla salute e limita l’attività comportamentale e la vita so-

ciale degli animali. Le eccezioni a questo divieto

includono situazioni provvisorie relative all’ali-

mentazione o al trattamento veterinario (in

questi casi occorre una particolare attenzione

nella progettazione e nell’uso di sistemi di fis-

saggio, ed è necessario che la durata sia ridotta

al minimo indispensabile). La stabulazione

libera collettiva è maggiormente rispettosa

del benessere animale. L’Efsa (2012) sconsiglia

il pavimento fessurato integrale, raccomandan-

do la predisposizione di una zona di riposo a

pavimento pieno con lettiera, o l’adozione di

fessurati con superficie di calpestio ricoperta di

gomma. Consiglia inoltre box con zone di ripo-

so a pavimento pieno e sovrastante lettiera di

paglia. Se presente il fessurato, è necessario che

travetti e fessure siano correttamente dimen-

sionati. In particolare, le fessure non devono

essere troppo larghe, perché possono causare lesioni agli unghioni. Sempre per l’Efsa (2012),

in box a pavimentazione inclinata con sovrastante lettiera, la pendenza non può essere supe-

riore al 10% perché altrimenti può provocare lesioni ai piedi.

n° 6 | novembre-dicembre 2017ecnica bovini da carne

Il progetto di BovinmarcheSviluppare un nuovo prodotto antibiotic free nel settore delle carni

di benessere animale e biosicurezza durante tutte le fasi di alleva-

del progetto “Filiera bovina da carne antibiotic free basata

sul benessere animale, corretta gestione dei pascolo ed

utilizzo di mangimi

-

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Formazione dei gruppi e gestione della lettieraIl gruppo di animali deve essere composto da pochi capi (5-8),

uniformi per età, peso e sesso. Il gruppo, inoltre, deve rimane-

re stabile nel tempo, evitando i rimescolamenti. In presenza di

un gruppo senza queste caratteristiche sono possibili maggiore

stress, aumento dei comportamenti agonistici e di traumi/lesio-

ni. Un aspetto fondamentale riguarda la corretta manutenzio-

ne della lettiera di paglia. Due sono gli aspetti da conside-

rare: quantità di paglia giornaliera; frequenza di distribuzione.

Nelle stalle a lettiera permanente si consiglia un quantitativo

giornaliero di 3-5 kg per capo con una frequenza di distribuzio-

ne di 7-14 giorni. Nelle stalle a lettiera inclinata si consiglia un

quantitativo giornaliero di 1-2 kg per capo con una frequenza di

distribuzione anche giornaliera.

Somministrazione dell’alimentoLa normativa vigente indica che gli alimenti devono essere som-

ministrati in quantità sufficienti e ad intervalli adeguati alle esi-

genze fisiologiche. I principali parametri da considerare sono i

seguenti: posti in rastrelliera; pulizia della mangiatoia; fronte alla

rastrelliera per capo.

Per ridurre la competizione alla mangiatoia, nel caso in cui

l’alimentazione non sia ad libitum, ogni animale dovrebbe avere

accesso alla mangiatoia nello stesso momento (cioè, occorre pre-

disporre un posto alla rastrelliera per ogni capo presente nel box).

Nel caso di alimentazione ad libitum si consiglia comunque l’ac-

cesso simultaneo alla mangiatoia, anche se ciò non è obbligatorio.

La superficie della mangiatoia a contatto con gli alimenti deve es-

sere rivestita di materiali appositi atti a prevenirne la corrosione e

a facilitarne la pulizia. La pulizia della mangiatoia deve essere

giornaliera con eliminazione rapida del residuo alimentare.

Il fronte unitario alla mangiatoia varia in base al peso vivo medio a

Isolamento e quarantena-

detti infermeria o d’isolamento

degli animali.

sarebbe meglio adottare durate maggiori.

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fine ciclo: da 47÷50 cm per un vitellone del peso di 300 kg a 70÷75 cm per un vitellone di 700 kg.

Qualità e quantità degli alimenti non adeguate causano forti stress, vari disturbi metabolici. Con

una somministrazione non corretta sono possibili aumenti della competizione alla mangiatoia

con un maggiore consumo di alimento e conversione alimentare.

Somministrazione dell’acqua di bevandaLa normativa vigente indica che l’acqua di bevanda deve essere som-

ministrata in quantità e qualità adeguate alle esigenze fisiologiche

degli animali. Si consiglia di predisporre almeno due abbeveratoi

per ogni gruppo, per garantire la somministrazione dell’acqua an-

che nel caso di momentanea rottura di un erogatore. Generalmente

vengono utilizzati abbeveratoi individuali a tazza del tipo a livello

d’acqua costante con valvola a galleggiante oppure, nei modelli più

diffusi, con valvola la cui apertura è ottenuta dalla spinta del muso

dell’animale su un apposito dispositivo. Gli abbeveratoi devono es-

sere posizionati sui cancelli trasversali di separazione fra i box, nella

zona più vicina alla zona di alimentazione. Fondamentali risultano la manutenzione periodica

(anche giornaliera) degli abbeveratoi e le analisi microbiologiche ogni 6 mesi per valutare la

qualità dell’acqua (se di pozzo).

Gestione sanitaria della mandriaCome sopra accennato la gestione sanitaria degli animali deve basarsi su principi di benessere e

biosicurezza. Inoltre l’adozione di efficaci strategie gestionali tra cui la vaccinazione e il controllo

costante degli animali al fine di evidenziare precocemente le patologie porteranno benefici all’ani-

male stesso, ma anche all’allevatore e al consumatore. Tra i punti deboli nella gestione della man-

dria una particolare attenzione spetta alla gestione del vitello dalla nascita allo svezzamento,

gestione che deve essere accurata e garantire al giovane bovino ambienti adeguati in termini di

spazi, pulizia e contatti con la madre, al fine di limitare la comparsa di malattie quali le patologie

enteriche e respiratorie che si sviluppano nei primi mesi di vita. Per quanto riguarda la cura, nei

casi in cui l’uso degli antibiotici è inevitabile è necessario applicare il rilevamento precoce della

patologia e la diagnosi. Il supporto del laboratorio al fine di identificare le molecole più appro-

priate alla terapia porterà ad avere un uso ridotto e corretto di antibiotici. Per fare questo risulta

essenziale la collaborazione tra allevatore e veterinario che dovranno operare assieme al

fine di individuare precocemente gli stati di malessere degli animali e provvedere, se è il caso,

ad un’adeguata terapia. Inoltre dovranno vigilare l’animale fino alla completa risoluzione della

problematica e mettere in atto tutte le azioni preventive perché la problematica non diffonda

nell’azienda. Una corretta gestione degli animali secondo le buone pratiche basate sul benessere

e sulla biosicurezza porterà una riduzione dei costi diretti, per via di un minor utilizzo di

farmaci, ma anche dei costi indiretti legati ai minori accrescimenti e alla mortalità che si può

verificare in caso di patologia. *

n° 6 | novembre-dicembre 2017ecnica bovini da carne

Bando: Sottomisura 16.1 – Azione 1 – Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produtti-

vità e sostenibilità dell’agricoltura - Fase di Setting-Up – Domanda di Aiuto n. 21387