IMPIANTO IDROELETTRICO DEL FIUME UFITA A PONTE...

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Pag. 1 Impianto idroelettrico del Fiume Ufita Sintesi non tecnica IDROELETTRICA UFITA SRL Via Edmondo de Amicis 26, 20123 Milano (Mi) Partita IVA e Cod. Fiscale 01657170435 PEC - [email protected] Regione Campania Comuni di Melito Irpino e Grottaminarda IMPIANTO IDROELETTRICO DEL FIUME UFITA A PONTE MELITO AUTORIZZAZIONE UNICA ai sensi del D.L. 29 dicembre 2003, n. 387 VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE Ai Sensi del D.Lgs 152/2006 R11 – Sintesi non tecnica PROGETTAZIONE: REMNA Srl Sviluppo impianti di produzione energia da fonti rinnovabili Via De Amicis 26, 20123 Milano (MI) Partita IVA e Cod. Fiscale 07405480968 Tel-3496535114-3402570771-3288175300 Tel – 02 83986400; Fax – 02 83986401 Pec – [email protected] Data: Aprile 2016 Revisione: 01

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Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Sintesi non tecnica

IDROELETTRICA UFITA SRL

Via Edmondo de Amicis 26, 20123 Milano (Mi)

Partita IVA e Cod. Fiscale 01657170435

PEC - [email protected]

Regione Campania

Comuni di Melito

Irpino e Grottaminarda

IMPIANTO IDROELETTRICO DEL FIUME UFITA A

PONTE MELITO

AUTORIZZAZIONE UNICA

ai sensi del D.L. 29 dicembre 2003, n. 387

VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE

Ai Sensi del D.Lgs 152/2006

R11 – Sintesi non tecnica

PROGETTAZIONE:

REMNA Srl

Sviluppo impianti di produzione energia da fonti rinnovabili

Via De Amicis 26, 20123 Milano (MI)

Partita IVA e Cod. Fiscale 07405480968

Tel-3496535114-3402570771-3288175300

Tel – 02 83986400; Fax – 02 83986401

Pec – [email protected]

Data: Aprile 2016 Revisione: 01

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Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Sintesi non tecnica

Sommario

1 Premessa ................................................................................................................................ 3

2 Inquadramento normativo ..................................................................................................... 7

3 Descrizione del progetto ....................................................................................................... 9

3.1 Opera di presa .............................................................................................................. 11

3.2 Condotta forzata ........................................................................................................... 12

3.3 Edificio centrale ............................................................................................................ 19

3.4 Connessione alla rete elettrica .................................................................................... 22

4 Rendering delle opere ......................................................................................................... 25

5 Riepilogo dei possibili impatti ............................................................................................. 26

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1 Premessa

Il presente documento illustra il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte

idrica e, pertanto, rinnovabile e pulita. L’impianto rientra inoltre nella categoria definita “mini-

idroelettrico”, quella cioè considerata a più basso impatto tra gli impianti idroelettrici.

Il progetto è dunque da ricomprendere nel più ampio sforzo in ambito regionale, nazionale,

dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, che si pone la duplice finalità di ridurre la dipendenza

del sistema energetico dai combustibili fossili e di limitare le emissioni nocive e di gas serra

responsabili di inquinamento e del surriscaldamento globale. Queste tendenze sono oggetto dei

programmi strategici delle Nazioni Unite sin dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992. La

riduzione di emissioni dei cosiddetti “gas serra”, in particolare, è stata presa come impegno nel

successivo protocollo di Kyoto (in vigore dal 2005), firmando il quale l’Italia si è assunta un obiettivo

di riduzione pari al 6.5 % (valore medio per il quinquennio 2008-2012) delle emissioni di CO2

equivalenti rispetto ai valori del 1990 (anno in cui l’Italia ha emesso 509.3 milioni di tonnellate di

CO₂ equivalenti). Il mancato raggiungimento di quest’obiettivo sta facendo accumulare all’Italia un

debito che ha già superato il miliardo di euro.

Agli impegni presi con le Nazioni Unite si aggiungono quelli imposti dall’Unione Europea.

La 2001/77/CE sulla promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili è stata recepita in

Italia dal D.Lgs 29 Dicembre 2003 n. 387 che definisce gli impianti di produzione di energia da fonte

rinnovabile come opere di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. La Direttiva 2009/28 CE ha stabilito

un obiettivo in termini di quota di produzione di energia da fonte rinnovabile pari al 20%. In

particolare per l’Italia è stato fissato un target del 17% al 2020 (rispetto al 5.2 % del 2005).

Il Decreto 15 marzo 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico (c.d. Decreto Burden Sharing)

definisce il contributo che ciascuna Regione e Provincia Autonoma è tenuta a fornire ai fini del

raggiungimento dell'obiettivo nazionale in termini di quota dei consumi finali lordi di energia coperta

da fonti rinnovabili (la direttiva 2009/28/CE fissa tale quota al 17% per il 2020).

Nella tabella a pagina seguente, presa dal suddetto decreto, sono indicati gli obiettivi regionali in

termini di rapporto tra i consumi da fonti di energia rinnovabile (FER) e il consumo finale lordo (CFL)

che comprende i consumi elettrici, termici e dei trasporti.

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Nello specifico il PEAR della Regione Campania guarda al 2020 con l'obiettivo strategico del

pareggio tra consumi e produzione di energia elettrica, puntando a coprire il fabbisogno elettrico

mediante fonti rinnovabili per il 25% al 2013 e il 35% al 2020.

La strategia energetica regionale al 2020 delineata nel PEARL si pone come obiettivi prioritari quelli

di promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, in un quadro volto a

sostenere la competitività del sistema produttivo regionale e la sostenibilità ambientale. I tre macro

obiettivi del Piano (Obiettivo Burden Sharing, Sviluppo Economico e Comunicazione) vengono

declinati in quattro obiettivi generali e relative linee di sviluppo (efficienza energetica, fonti

rinnovabili, sostengo alla competitività del sistema produttivo regionale, informazione e

formazione).

Per quanto riguarda l’incremento dell’utilizzo della fonte idroelettrica la Campania presenta

caratteristiche geomorfologiche particolarmente favorevoli allo sviluppo del settore.

All’interno del PEAR sono riportati i risultati dello studio ERSE su cui si basano gli obiettivi di Burden

Sharing definiti dal DM 15 Marzo 2012, che analizza a livello nazionale il potenziale regionale da

fonte idroelettrica.

Nello studio vengono riportati i risultati delle analisi del potenziale condotte da RSE SpA attraverso

la redazione di mappe della producibilità idroelettrica massima e residua, finalizzate ad identificare

le aree geografiche dove è maggiormente sviluppabile tale tipo di produzione energetica.

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Mappa del massimo potenziale idroelettrico in Italia e ripartizione regionale del potenziale di produzione

idroelettrica stimato al 2020. Fonte: ERSE, 2010.

Dallo studio emerge che la producibilità idroelettrica in Italia al 2020 è pari a 42 TWh.

Il più recente rapporto statistico del GSE registra per la regione Campania una produzione di circa

853.6 GWh da 49 impianti al 2013.

Produzione idraulica in Italia, secondo classe di potenza – GSE Rapporto Statistico 2013

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Numerosità e potenza degli impianti idroelettrici nelle regioni – GSE Rapporto Statistico 2013

Produzione degli impianti idroelettrici nelle regioni – estratto da GSE Rapporto Statistico 2012 e 2013

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2 Inquadramento normativo

Il presente progetto rientra nella definizione prevista dal D.Lgs 29 dicembre 2003 n. 387 Art.2

comma c) come “impianto alimentato da fonti rinnovabili non programmabili”.

Pertanto come previsto dall’Art. 12 comma 3 la costruzione dell’impianto è soggetto ad

Autorizzazione Unica.

Inoltre l’Art. 12 del D.Lgs 387/2003 prevede:

- Comma 1. “Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le

opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi

impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti.”

- Comma 7. “Gli impianti di produzione di energia elettrica, di cui all’articolo 2, comma 1, lettere

b) e c), possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici.”

Ai fini della normativa ambientale prevista dal D.Lgs del 03/04/2006 n. 152 e s.m.i. il progetto ricade

nelle fattispecie che prevedono il procedimento di Verifica di Assoggettabilità previste dall’allegato

IV, in particolare:

Art. 2 lett. m) impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza installata superiore a

100 kW.

Art. 7 lett. d) derivazione di acque superficiali ed opere connesse che prevedano derivazioni

superiori a 200 litri al secondo.

Il progetto non rientra nella fattispecie prevista dall’Art. 6 comma 6, lett. b) risultando

completamente al di fuori di aree naturali protette come definite dalla legge 6 dicembre 1991,

n.394 pertanto non necessita di valutazione di incidenza.

Il proponente richiede lo svolgimento della VIA senza effettuare la Verifica di Assoggettabilità, per

permettere da subito una più approfondita trattazione delle tematiche legate al progetto.

Lo studio di impatto ambientale è redatto tenendo conto delle indicazioni previste dall’ Art. 22 del

D.Lgs 16 gennaio 2008, n.4. recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs 3

aprile 2006 n.152”. In particolare l’allegato VII, recante i criteri per la redazione dello studio di

impatto ambientale di cui all’Art. 22 indica i seguenti:

1. Descrizione del progetto, comprese in particolare:

a) una descrizione delle caratteristiche fisiche dell’insieme del progetto e delle

esigenze di utilizzazione del suolo durante le fasi di costruzione e di

funzionamento;

b) una descrizione delle principali caratteristiche dei processi produttivi, con

l’indicazione, per esempio, della natura e delle quantità dei materiali impiegati;

c) una valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti

(inquinamento dell’acqua, dell‘aria e del suolo, rumore, vibrazione, luce, calore,

radiazione, eccetera) risultanti dall’attività del progetto proposto;

d) la descrizione della tecnica prescelta, con riferimento alle migliori tecniche

disponibili a costi non eccessivi, e delle altre tecniche previste per prevenire le

emissioni degli impianti e per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, confrontando

le tecniche prescelte con le migliori tecniche disponibili.

2. Una descrizione delle principali alternative prese in esame dal proponente,

compresa l’alternativa zero, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto

il profilo dell’impatto ambientale, e la motivazione della scelta progettuale, sotto il

profilo dell’impatto ambientale, con una descrizione delle alternative prese in esame

e loro comparazione con il progetto presentato.

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3. Una descrizione delle componenti dell’ambiente potenzialmente soggette ad un

impatto importante del progetto proposto, con particolare riferimento alla popolazione,

alla fauna e alla flora, al suolo, all’acqua, all’aria, ai fattori climatici, ai beni materiali,

compreso il patrimonio architettonico e archeologico, nonché il patrimonio

agroalimentare, al paesaggio e all’interazione tra questi vari fattori.

4. Una descrizione dei probabili impatti rilevanti (diretti ed eventualmente indiretti,

secondari, cumulativi, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei,

positivi e negativi) del progetto proposto sull’ambiente:

a) dovuti all’esistenza del progetto;

b) dovuti all’utilizzazione delle risorse naturali;

c) dovuti all’emissione di inquinanti, alla creazione di sostanze nocive e allo

smaltimento dei rifiuti; nonché la descrizione da parte del proponente dei metodi

di previsione utilizzati per valutare gli impatti sull’ambiente.

5. Una descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e se possibile compensare

rilevanti impatti negativi del progetto sull’ambiente.

5.bis. Una descrizione delle misure previste per il monitoraggio.

6. La descrizione degli elementi culturali e paesaggistici eventualmente presenti,

dell’impatto su di essi delle trasformazione proposte e delle misure di mitigazione e

compensazione necessarie.

7. Un riassunto non tecnico delle informazioni trasmesse sulla base dei numeri

precedenti.

8. Un sommario delle eventuali difficoltà (lacune tecniche o mancanza di conoscenze)

incontrate dal proponente nella raccolta dei dati richiesti e nella previsione degli

impatti di cui al numero 4.

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3 Descrizione del progetto

Il presente progetto prevede la realizzazione di un impianto idroelettrico sfruttando la portata del

Fiume Ufita nei Comuni di Melito Irpino e Grottaminarda.

L’impianto ricade quasi totalmente nel Comune di Melito Irpino, mentre la sponda sinistra dell’opera

di presa ricade nel Comune di Grottaminarda, pertanto la derivazione dell’acqua è comunque da

considerarsi in entrambi i comuni.

L’impianto è costituito da un’opera di presa per la derivazione dell’acqua, da una condotta in

pressione per sfruttare il salto geodetico, da un edificio centrale per la trasformazione dell’energia

e la restituzione delle acque e dalle opere di connessione alla rete elettrica.

Con Provvedimento N. 2365 del 26/10/2015 è stata rilasciata da parte della Provincia di Avellino la

Concessione di Derivazione Acqua ad Uso Idroelettrico.

La quota dell’opera di presa è 310.5 m s.l.m., la quota di restituzione è 226.3 m s.l.m.

Il salto risulta di 84.2 m, la derivazione massima di 3000 l/s, il deflusso minimo vitale di 340 l/s, la

potenza massima installata risulta di 2082 kW, la potenza di concessione di 975 kW.

Di seguito si riporta una descrizione delle opere progettuali sopraelencate, per una visione più

dettagliata delle dimensioni si rimanda alle tavole progettuali.

Area di interesse su Ortofoto

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Collocazione impianto su CTR

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3.1 Opera di presa

Il sito individuato per il posizionamento dell’opera di presa è posto in Località Ponte Melito, pochi

metri a monte del ponte della SP49.

L’alveo è caratterizzato da sponde naturali incassate, con copertura arbustiva sulle sponde e prati

sui versanti.

L’opera di presa è costituita da una traversa in calcestruzzo di nuova realizzazione con

coronamento a quota 310.5 m s.l.m.

In destra idrografica è previsto il sistema di presa a monte della traversa, questo deriva l’acqua

tramite due stramazzi laterali dotati di paratoie di chiusura; l’acqua transita quindi nel dissabbiatore

che si sviluppa longitudinalmente al corso d’acqua fino a raggiungere lo stramazzo che regola la

portata destinata al pozzetto di presa.

In sinistra idrografica è posizionata la scala di rimonta per la risalita dei pesci.

Sito opera di presa visto dal ponte sulla SP49

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Planimetria opera di presa allo stato progetto

3.2 Condotta forzata

La condotta forzata è costituita da una tubazione in acciaio o in alternativa in vetroresina DN 1400

con lunghezza complessiva di 2850 metri. L’intero tracciato della condotta sarà interrato.

La scelta del tracciato è stata effettuata per garantire la maggiore facilità di realizzazione.

Si è quindi previsto di utilizzare per quanto possibile strade esistenti, al fine di garantire una

cantierizzazione più celere e priva di disagi.

Il percorso prevede il passaggio della condotta unicamente in sponda destra, senza necessità di

attraversamenti.

Sono previsti interventi di consolidamento sulla sponda destra dell’Ufita mediante il posizionamento

di scogliere in massi ciclopici o gabbionate con la funzione anche di difesa spondale e

rinaturalizzazione del corso d’acqua. Gli interventi sono previsti per un tratto di circa 50 m a monte

dell’opera di presa, mentre a valle dell’opera si svilupperanno per circa 40 m fino al raggiungimento

del ponte sul fiume Ufita a protezione del primo tratto della condotta forzata.

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Difesa spondale con scogliera in massi

Esempio di gabbione

Per i primi 40 metri la condotta forzata percorre la sponda destra parallelamente al torrente, lungo

questo tratto, come già accennato sono previsti interventi di protezione spondale mediante

gabbionatura o in alternativa tramite una scogliera in massi ciclopici costruita col materiale d’alveo.

Dopo i primi 40 m la condotta prevede l’attraversamento del ponte della SP49, al di sotto della

campata più in destra, attualmente per metà occlusa da materiale di trasporto solido del corso

d’acqua e da vegetazione invasiva.

La soluzione permette di evitare sia interferenze con l’alveo attivo, sia con le pile di fondazione del

ponte.

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Vista da monte dell’arcata destra più esterna

Per i successivi 450 m ca la condotta prevede il passaggio in parallelismo al corso d’acqua,

percorrendo la sponda destra nell’area golenale, al di fuori dall’alveo inciso.

Le sponde sono caratterizzate da bassa acclività e non sono necessari rilevanti sbanchi di versante

per la creazione della pista di posa.

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Tracciato della condotta a valle del ponte della SP49

In corrispondenza dell’area classificata come A3/R3 sono previste difese spondali.

Per i successivi 280 m il corso d’acqua risulta interessato da opere di difesa spondali, pertanto il

tracciato prevede il passaggio al di fuori del camminamento presente lungo il corso d’acqua al fine

di evitare interferenze con queste ultime.

Tracciato della condotta in corrispondenza delle difese spondali

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Superato il tratto interessato dalle difese spondali il corso d’acqua aumenta repentinamente la

pendenza in corrispondenza di un importante blocco calcarenitico in affioramento.

Tali condizioni litologiche e morfologiche non consentono, per tale tratto, la posa della condotta;

notevoli sarebbero infatti le opere di sbancamento e/o provvisionali necessarie sia per la messa in

sicurezza del versante sia per la posa della condotta e non si esclude inoltre che i lavori possano

innescare, viste anche le profondità di scavo previste, fenomeni di instabilità diffusa costituiti da

crolli e ribaltamenti di blocchi rocciosi (tale evenienza è manifesta lungo il versante ove sono

presenti diffusi fenomeni di crollo) nonché di innesco di scorrimenti per scalzamento.

Per i motivi sopra descritti è stata valutata una soluzione di attraversamento del dosso morfologico

(sperone roccioso, versante instabile) mediante “Tecnologie Trenchless” (sinonimo di “no-dig”,

letteralmente “senza scavo”).

Il problema dell’attraversamento di ostacoli naturali (corsi e specchi d’acqua, dossi morfologici) e

artificiali (ferrovie, strade in ambito urbano ed extraurbano, edifici ed aree di pregio ambientale o

artistico) ha portato allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie che possano permettere la posa di

condotte (metanodotti, oleodotti, condotte forzate, condotte fognarie, cavi e cunicoli di servizio e

opere tecnologiche di vario tipo) limitando o addirittura eliminando la realizzazione di scavi a cielo

aperto nonché ottimizzando tracciati diversamente di difficile realizzazione.

La “Tecnologia Trenchless” scelta per l’attraversamento del dosso morfologico in oggetto è la

tecnica del microtunneling.

Schema Impianto per microtunnel.

Il sistema è basato sull’avanzamento nel terreno di uno scudo cilindrico (“fresa o scudo fresante”)

comandato a distanza e di tubi prefabbricati in c.a. (rivestimento definitivo) mediante l’azione

disgregatrice dello scudo con evacuazione idraulica dello smarino e per mezzo di martinetti idraulici

di spinta posizionati all’interno di una postazione di partenza (“Pozzo di spinta”).

Tale sistema, utilizzato in numerosi attraversamenti sia fluviali che morfologici (rilievi, autostrade,

zone di interesse ambientale e/o antropizzate etc.), in numerose e variate condizioni litologiche

(sabbia, argilla, alluvioni grossolane e roccia sopra e sotto falda), non presenta limitazioni di

carattere geologico ed idrogeologico.

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Tracciato microtunnel

L’area di partenza del microtunnel è caratterizzata da ottima accessibilità, data dalla presenza di

una strada agricola di accesso all’ampio pianoro.

Superato il tratto in microtunnel il tracciato prevede circa 400 m percorsi su versante boschivo a

debole acclività. Lo scavo interesserà un terreno di copertura eluvio colluviale sciolto ed un

substrato marnoso argilloso e arenaceo con possibili inclusi calcarenitici (blocchi immersi e livelli)

il cui scavo necessiterà del martellone.

Alla progressiva 1380 m ca, avviene una modifica del tracciato originario per permettere il

superamento di una potenziale interferenza con una grande infrastruttura in progetto.

Si tratta della Ferrovia AV/AC Napoli Bari, in particolare la tratta Apice Orsara, che costituisce il lotto

di maggiore complessità per l’attraversamento della dorsale appenninica e comprendente la

galleria di valico.

L’opera risulta approvata a livello definitivo dai Ministeri competenti e dal CIPE.

Vista la complessità dell’opera e non potendo prevedere gli effettivi tempi e modi di realizzazione,

si è quindi previsto il superamento dell’interferenza al fine di evitare qualsiasi futura complicazione.

Per gentile concessione dell’ITALFER sono state quindi ottenute planimetrie e sezioni del tratto di

interesse, che in particolare è riferito dal km 74.6 al km 75.1.

La tratta infatti incrocia il percorso della condotta forzata dell’impianto in progetto in corrispondenza

del Viadotto Ufita, che tra l'altro risulta essere stato uno dei più importanti in fase di progettazione.

Il viadotto attraversa la valle dell’Ufita quasi trasversalmente, con leggera inclinazione da nord-ovest

a sudest, con una lunghezza complessiva di 280 m in 6 campate di lunghezza variabile da 40 m a

70 m.

La soluzione suggerita informalmente dai tecnici Italfer è costituita dal passaggio della condotta in

corrispondenza dell’interasse tra le fondazioni delle pile della prima campata in sponda destra.

Zona di arrivo microtunnel

Area cantiere e

spinta tunnel

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La distanza da entrambe le fondazioni delle pile risulta di 15.50 m, garantendo l’esclusione di

qualsiasi problema sia a livello cantieristico che di esercizio.

Estratto planimetria viadotto Ufita con indicazione della condotta

In corrispondenza della progressiva 1784 m si prevede il passaggio al di sotto del sedime della

strada SP49, per poter proseguire in parallelismo a centro carreggiata.

L’utilizzo di viabilità esistente permette un elevato risparmio in termini di impatto e celerità della

lavorazione, in quanto la presenza della strada esistente garantisce la possibilità di utilizzo di mezzi

di grosse dimensioni e un rapido approvvigionamento dei materiali.

Il tratto di strada necessiterà di chiusura al traffico nel periodo dei lavori cosa che non comporterà

particolari disagi in quanto la strada è facilmente bypassabile da viabilità alternativa.

Al termine delle lavorazioni sarà previsto il rispristino dell’asfalto su tutta la sede stradale secondo

le prescrizioni standard per strade provinciali.

Alla progressiva 2624 m, all’altezza della sezione 12, si prevede l’abbandono della SP49, per

proseguire sul terreno naturale in sponda destra fino a raggiungere l’area destinata all’edificio

centrale, posta alla progressiva 2837 m.

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3.3 Edificio centrale

L’edificio centrale è previsto in destra idrografica su un terreno naturale prativo a debole acclività.

L’area è caratterizzata dalla presenza di sponde in cemento e una briglia sul corso d’acqua con

funzione di stabilizzazione dell’alveo a valle del ponte di Melito Vecchia.

L’edificio è previsto a valle di tale briglia. L’area è di facile accessibilità dalla SP49.

L’accesso alla centrale viene ricavato sul sedime dello scavo della condotta, prevedendo una

larghezza dell’accesso di 4 m.

Area realizzazione edificio centrale

Il fabbricato presenta dimensioni in pianta di 17.40 m x 11.10 m, e viene completamente interrato

sotto il piano campagna.

All’interno del manufatto sono poste 2 turbine francis, una da 1000 l/s e una da 2000 l/s. L’utilizzo

della doppia turbina garantisce alte efficienze a tutti i regimi idrici e costituisce quindi il miglior

utilizzo possibile della risorsa idrica. Al fine di poter movimentare i componenti elettromeccanici è

prevista una botola amovibile sulla copertura del fabbricato, così da poter calare i macchinari

dall’alto.

Sul lato di monte del fabbricato vengono previsti interventi di ingegneria naturalistica sul versante,

al fine di migliorarne la stabilità e le direzioni di drenaggio. Nello specifico vengono previsti due

ordini di palificate rinverdite, al fine di migliorare la stabilità del versante e contemporaneamente

mantenere e migliorare l’inserimento visivo.

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Schema della palificata doppia

L’unica componente fuori terra del fabbricato è costituita dalla cabina Enel, che presenta dimensioni

in pianta di 11.10 m x 4.40 m con altezza fuori terra di 3.70 m.

Nella parte antistante la cabina è previsto un piazzale di parcheggio e manovra dei mezzi preposti

alla calata dei quadri e delle turbine. Il piazzale sarà circondato da vegetazione piantumata sui

confini al fine di garantire l’occultamento dell’area e un migliore inserimento visivo del fabbricato.

Planimetria fabbricato e pertinenze

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Al di sotto delle turbine viene ricavato il canale di scarico con la funzione di restituzione delle acque

turbinate al Fiume Ufita.

Prospetto dalla sponda opposta

Prospetto dal piazzale antistante

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3.4 Connessione alla rete elettrica

La connessione alla rete elettrica MT avviene per mezzo di elettrodotto aereo di 290 m circa che si

collega alla linea esistente che attraversa trasversalmente la vallata.

L'energia elettrica prodotta dall'impianto sarà consegnata alla rete elettrica in Media Tensione, con

punto di consegna in sito in corrispondenza di un vano all’interno del quale alloggiare il contatore

che verrà connesso al vano cabina di trasformazione Enel da realizzare all'interno dell'edificio

indicato in planimetria secondo gli standard Enel. Sarà installato un nuovo sostegno tipo 12/G/24

da porre dentro la particella destinata all’edificio e da qui sarà realizzato il collegamento, tramite

cavo aereo Elicord AL 3x50mmq + 50Y, su sostegni di nuova installazione, avente uno sviluppo di

circa 290 m, alla linea MT esistente.

In corrispondenza della rete esistente sarà installato un sezionatore da palo (matr. 162075). Il

gestore di rete ENEL Distribuzione s.p.a. ha già provveduto a rilasciare opportuna soluzione di

connessione alla rete elettrica in conformità al TICA (Testo Integrato Connessioni Attive) approvato

con delibera della A.E.E.G. ARG/elt 99/08 e successive modifiche, cui si allega copia alla

documentazione progettuale.

In particolare viene indicata la seguente soluzione di allaccio:

“connessione alla rete di Distribuzione tramite realizzazione di una nuova cabina di consegna

collegata in antenna con O.d.M. lungo linea MT esistente "PEZZA ASSANT". Tale soluzione prevede,

come da planimetria allegata:

- MT - Recupero e posa sostegno su linea esistente: 1 m

- Dispositivo di sezionamento motorizzato da palo su linea aerea esistente

- Linea in cavo aereo Al 50 mm2, comprensiva di sostegni e fondazioni (esclusi costi delle servit.):

290 m

- Linea in cavo sotterraneo Al 185 mm2 su terreno naturale (esclusi costi delle servit.): 50 m

- Allestimento cabina di consegna in derivazione”

Il preventivo di connessione è stato accettato dal Proponente ed è stato pagato il preventivo.

Il progetto di rete è stato validato dal Gestore con esito Positivo.

Per i dettagli si veda la specifica “Relazione opere elettriche”.

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Sintesi non tecnica

Percorso cavidotto MT evidenziato in viola

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Si riportano i valori medi annui previsti per la portata naturale, quella turbinata e quella rilasciata

espressi in m3

/s, e i rapporti significativi espressi in percentuale.

Qnat Qturbina DMV Qturb/Qnat DMV/Qnat

MEDIA 2.889 1.208 1.681 41.8% 58.2%

Ne deriva quindi che le portate prelevate si attestano al 41.8% rispetto a quelle naturali, garantendo

quindi che oltre il 58% delle portate contribuiscano al normale deflusso del Fiume Ufita.

Nel seguente grafico si riporta lo schema di funzionamento dell’impianto.

Andamento delle portate

Pag. 25

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Sintesi non tecnica

4 Rendering delle opere

Fotomontaggio 1 - Opera di presa

Fotomontaggio 2 – Edificio centrale

Pag. 26

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Sintesi non tecnica

5 Riepilogo dei possibili impatti

Gli impatti sono stati analizzati con riferimento alle due differenti fasi, di esercizio e di cantiere, si

riportano schematicamente le conclusioni messe in evidenza dallo Studio d’impatto ambientale:

Criteri Tipologia Acronimo/Codice Tipologia

presenza P

assenza A

Influenza

positiva +

negativa -

nulla =

Significatività

irrilevante I

bassa B

medio M

alta A

Durata

breve termine Bt

medio termine Mt

lungo termine Lt

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Studio d’Impatto Ambientale

Componenti oggetto

d’impatto

Stato di qualità delle acque Componenti biologiche Fauna ittica Habitat fluviale e regime

idrolog.

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Sorgenti d’impatto

Fase di

cantiere

Realizzazione di

attraversamenti del

corso d’acqua per

l’accesso alle aree

di cantiere

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento

delle acque

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento

delle acque

P - B Bt

Impiego di culvert

che garantiscono

continuità al corso

d’acqua

P - B Bt

Deviazione

temporanea del

corso d’acqua per

l’esecuzione di

lavori in alveo

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento

delle acque

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento del

corso d’acqua

P - B Bt P - B Bt

Esecuzione di lavori

in alveo e zone

ripariali

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento

delle acque

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

intorbidimento del

corso d’acqua

P - B Bt

Modalità operative di

cantiere che limitano

le possibilità di

intorbidimento del

corso d’acqua

P - B Bt

Ripiantumaz.

di essenze

autoctone per

gli esemplari

arborei

abbattuti

Sversamento

accidentale di

sostanze pericolose

da automezzi.

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

contaminazione

delle acque

P - B Bt

Modalità operative

di cantiere che

limitano le

possibilità di

contaminazione

del corso d’acqua

P - B Bt

Modalità operative di

cantiere che limitano

le possibilità di

contaminazione del

corso d’acqua

P - I /

Fase di

esercizio

Riduzione delle

portate transitanti

nel tratto sotteso

P - B Lt

DMV e attivazione

dell’impianto solo

con portate

superiori ai 330 l/s

P - B Lt

DMV e attivazione

dell’impianto solo

con portate

superiori ai 330 l/s

P - B Lt

Creazione della scala

di risalita e del

ripristino della

percorribilità in

corrispondenza del

ponte della SP49

P - B Lt

DMV e

attivazione

dell’impianto

solo con

portate

superiori ai

330 l/s

Aumento dei livelli

idrici a monte della

traversa

P - B Lt P - B Lt P - B Lt P - B Lt

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Studio d’Impatto Ambientale

Componenti oggetto

d’impatto

Flora

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Sorgenti d’impatto

Fase di

cantiere

Tagli di esemplari

di vegetazione

arborea

P - B Bt Piantumazione di talee autoctone in aree idonee limitrofe

Fase di

esercizio

Riduzione delle

portate transitanti

nel tratto sotteso

P - - Lt Rilascio prioritario del DMV e attivazione dell’impianto solo con portate

superiori ai 330 l/s

Aumento dei livelli

idrici a monte della

traversa

P - - Lt Tirante idrico contenuto nelle sponde attuali

Alterazione dei

regimi di piena e

del trasporto

solido

A - B Lt Presenza di organi di sghiaiamento per la restituzione del materiale di

trasporto solido al corso d’acqua

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Studio d’Impatto Ambientale

Componenti oggetto

d’impatto

Suolo

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Sorgenti d’impatto

Fase di

cantiere

Scavo opera di

presa P - B Lt Posizionamento al di fuori di aree in dissesto e realizzazione di difese spondali in gabbioni a monte a valle

Scavo condotta

area A3/R3 P - B Lt Realizzazione di difese spondali (scogliere) al piede del versante

Scavo condotta

area affioramenti

calcarei

P - B Lt Utilizzo tecnologia trenchless (microtunnel)

Scavo condotta in

area A4 P - B Lt

Previsti maggiori sbancamenti per il raggiungimento del substrato integro ricorrendo inoltre a ripristini e rimodellamento del versante con

opere di regimazione acque meteoriche e di ruscellamento

Scavo edificio

centrale P - B Lt

Posizionamento al di fuori di aree in dissesto e realizzazione di opere speciali di contenimento (berlinese di micropali) e interventi di

ingegneria naturalistica (palificate vive)

Fase di

esercizio

Perdite idriche

della condotta

forzata

P - - Lt

Sono previsti sistemi di monitoraggio automatico della portata per l’arresto della derivazione in caso di lesioni alla condotta forzata, anche

in assenza di elettricità.

Alterazione dei

regimi di piena e

del trasporto solido

A - B Lt Presenza di organi di sghiaiamento per la restituzione del materiale di trasporto solido al corso d’acqua e derivazione non significativa

rispetto alle portate di piena (3 mc/s max derivazione, oltre 60 mc/s le portate di piena ordinaria)

Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Studio d’Impatto Ambientale

Componenti oggetto

d’impatto

Paesaggio

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Sorgenti d’impatto

Fase di

cantiere

Realizzazione

opere P - M Bt Limitazione delle aree di deposito cantiere (zona opera di presa; zona microtunnel; zona edificio centrale)

Fase di

esercizio

Visibilità opera di

presa P - B Lt

Copertura della traversa di presa in pietra locale

Visibilità condotta A - - Lt Realizzazione completamente interrata

Visibilità edificio

centrale P - B Lt

Realizzazione locale turbina completamente interrata – Colorazione cabina Enel in continuità cromatica con l’ambiente circostante –

Piantumazione di talee autoctone sul perimetro dell’area e realizzazione interventi di ingegneria naturalistica sul versante (palificate vive)

Visibilità linea Enel P - B Lt Vicinanza della linea di connessione (300 m) - Realizzazione in parallelismo a viabilità esistente – Possibilità alternativa di tracciato

interrato lungo la viabilità esistente.

Componenti oggetto

d’impatto

Rumore

Pre

se

nza/asse

nza

Influ

en

za

Sig

nific

ativ

ità

Du

rata

Misu

re

d

i

mitig

azio

ne

/

co

mp

en

sazio

ne

Sorgenti d’impatto

Fase di

cantiere

Scavi,

movimentazioni

terra, utilizzo

macchinari

P - M Bt Posizionamento al di fuori di aree in dissesto e realizzazione di difese spondali in gabbioni a monte a valle

Fase di

esercizio

Rumorosità turbina P - - Lt Posizionamento della turbina in vano completamente interrato

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Impianto idroelettrico del Fiume Ufita

Sintesi non tecnica