Imparare dai più piccoli Mt 18,1-5 - unigre.it · memoria dei santi angeli custodi. Penso che a...

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Ufficio Promozione e Sviluppo della Comunicazione Solenne inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-2018 467° anno dalla fondazione del Collegio Romano Imparare dai più piccoli (Mt 18,1-5.10) Omelia del Rettore P. Nuno da Silva Gonçalves, S.I. Basilica di Sant’Andrea della Valle Roma, 2 ottobre 2017 Siamo all’inizio di un nuovo anno accademico. In questo momento di preghiera e di riflessione, affidiamo al Signore le attese e i sentimenti con cui affrontiamo l’anno che stiamo per iniziare. E parlando di attese e di sentimenti, guardandoci attorno, possiamo immaginare quanto essi siano diversi. Per chi ritorna a Roma dopo la pausa estiva, c’è sicuramente la gioia di rincontrare i compagni e di proseguire un programma formativo che pian piano si avvicinerà alla sua conclusione. Per chi, spesso arrivando da lontano, comincia oggi gli studi alla Gregoriana, ci sarà sicuramente la gioia di iniziare una nuova tappa formativa ma anche qualche timore e insicurezza. Ce la farò a portare avanti la missione esigente che mi è affidata? Riuscirò a superare le difficoltà di una nuova lingua e di una nuova cultura? Sarò all’altezza di ciò che mi aspetta? È il Signore stesso che dà una risposta ai sentimenti variegati che portiamo dentro di noi. Perciò, abbiamo iniziato la nostra celebrazione con l’invocazione dello Spirito Santo e, quest’anno, siamo fortunati in un modo del tutto speciale perché il calendario liturgico ci porta proprio oggi a fare memoria dei santi angeli custodi. Penso che a tutti sarà di consolazione, celebrando gli angeli custodi, ricordare questo modo così unico e personalizzato attraverso il quale si manifesta su ognuno di noi la provvidenza, la tenerezza e la protezione di Dio. Abbiamo, perciò, tutti i motivi per affrontare il nuovo anno accademico con fiducia, gioia e serenità. È la liturgia stessa di questo giorno e la parola di Dio che lo indicano e lo ribadiscono. È Dio stesso che prende l’iniziativa di custodirci sul cammino e di farci entrare nel luogo che ci ha preparato. Vanno proprio in questo senso le parole del libro dell’Esodo che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Era questa la realtà vissuta dal popolo d’Israele, ma questa è anche la nostra realtà. È Dio che prende l’iniziativa di custodirci sul cammino e di farci entrare nel luogo che ci ha preparato. Come percepiamo noi quest’attenzione personalizzata? Come la viviamo? Come ci lasciamo condurre e custodire? All’affermazione che è il Signore colui che ci conduce, il libro dell’Esodo aggiunge una richiesta di docilità: Dà ascolto alla voce dell’angelo inviato davanti a te; segue l’angelo che “camminerà alla tua testa”.

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Ufficio Promozione e Sviluppo della Comunicazione

Solenne inaugurazione dell’Anno Accademico 2017-2018 467° anno dalla fondazione del Collegio Romano

Imparare dai più piccoli

(Mt 18,1-5.10)

Omelia del Rettore P. Nuno da Silva Gonçalves, S.I.

Basilica di Sant’Andrea della Valle Roma, 2 ottobre 2017

Siamo all’inizio di un nuovo anno accademico. In questo momento di preghiera e di riflessione, affidiamo al Signore le attese e i sentimenti con cui affrontiamo l’anno che stiamo per iniziare. E parlando di attese e di sentimenti, guardandoci attorno, possiamo immaginare quanto essi siano diversi. Per chi ritorna a Roma dopo la pausa estiva, c’è sicuramente la gioia di rincontrare i compagni e di proseguire un programma formativo che pian piano si avvicinerà alla sua conclusione. Per chi, spesso arrivando da lontano, comincia oggi gli studi alla Gregoriana, ci sarà sicuramente la gioia di iniziare una nuova tappa formativa ma anche qualche timore e insicurezza. Ce la farò a portare avanti la missione esigente che mi è affidata? Riuscirò a superare le difficoltà di una nuova lingua e di una nuova cultura? Sarò all’altezza di ciò che mi aspetta?

È il Signore stesso che dà una risposta ai sentimenti variegati che portiamo dentro di noi. Perciò,

abbiamo iniziato la nostra celebrazione con l’invocazione dello Spirito Santo e, quest’anno, siamo fortunati in un modo del tutto speciale perché il calendario liturgico ci porta proprio oggi a fare memoria dei santi angeli custodi. Penso che a tutti sarà di consolazione, celebrando gli angeli custodi, ricordare questo modo così unico e personalizzato attraverso il quale si manifesta su ognuno di noi la provvidenza, la tenerezza e la protezione di Dio. Abbiamo, perciò, tutti i motivi per affrontare il nuovo anno accademico con fiducia, gioia e serenità. È la liturgia stessa di questo giorno e la parola di Dio che lo indicano e lo ribadiscono.

È Dio stesso che prende l’iniziativa di custodirci sul cammino e di farci entrare nel luogo che ci ha

preparato. Vanno proprio in questo senso le parole del libro dell’Esodo che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Era questa la realtà vissuta dal popolo d’Israele, ma questa è anche la nostra realtà. È Dio che prende l’iniziativa di custodirci sul cammino e di farci entrare nel luogo che ci ha preparato. Come percepiamo noi quest’attenzione personalizzata? Come la viviamo? Come ci lasciamo condurre e custodire? All’affermazione che è il Signore colui che ci conduce, il libro dell’Esodo aggiunge una richiesta di docilità: Dà ascolto alla voce dell’angelo inviato davanti a te; segue l’angelo che “camminerà alla tua testa”.

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Ufficio Promozione e Sviluppo della Comunicazione

È questa, cari fratelli e sorelle, la realtà della nostra vista cristiana, in ogni situazione e in ogni

momento. Il Signore ci fa strada. Lui stesso ha percorso i nostri cammini e ci accompagna e incoraggia conoscendo da vicino la nostra realtà. La vita cristiana, però, ci porta ancora oltre. È vero che il Signore ci fa strada, ci accompagna e incoraggia. E noi dobbiamo fare lo stesso nei confronti gli uni degli altri. Alla Gregoriana, ci sono sicuramente molte occasioni per essere angeli custodi gli uni degli altri. Bastano piccoli gesti e poche parole di attenzione e di condivisione.

Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci porta a fare un passo ulteriore nella nostra riflessione. A

chi vuole entrare nel regno dei cieli, Gesù indica come modello i bambini. E aggiunge che il più grande nel regno dei cieli sarà chi riuscirà a farsi piccolo come un bambino. Poiché il Signore sicuramente non ci incoraggia a essere infantili, quali saranno le caratteristiche del bambino capaci di farci entrare nel regno dei cieli? Possiamo forse ricordarne tre: la fiducia nei genitori; l’apertura a ricevere tutto dagli altri; e la disponibilità ad accogliere le novità e a imparare con semplicità.

L’invito a farsi piccolo come un bambino può ricordarci proprio questo: entriamo nel regno dei cieli se

deponiamo in Dio tutta la nostra fiducia; entriamo nel regno dei cieli se riconosciamo che tutto riceviamo come dono; entriamo nel regno dei cieli quando ci disponiamo a crescere con la testimonianza e l’esperienza di chi incontriamo nel nostro cammino; infine, entriamo nel regno dei cieli quando, con umiltà, siamo aperti alle novità e alla crescita.

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, indicano, prendendo come modello i bambini, gli atteggiamenti

propri del regno dei cieli. Allo stesso tempo, queste parole rilevano la dignità che va riconosciuta a ogni bambino poiché il Signore s’identifica con ognuno di loro. È chiaro l’avvertimento: “guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli”. Sappiamo tutti come la protezione dei bambini è una missione quanto mai attuale e necessaria e la nostra Università, insieme a tanti partners, prende molto sul serio la responsabilità che le spetta. Le parole del Vangelo di oggi sono sicuramente un incoraggiamento nel portare avanti un compito che ci sta così a cuore.

Proseguiamo la nostra celebrazione pregando gli uni per gli altri. Che lo Spirito del Signore ci illumini,

ci fortifichi e ci conceda la grazia di una fedeltà gioiosa nell’adempimento della missione che abbiamo ricevuto. E che possiamo sentire, ogni giorno, la presenza consolatrice del Padre che nel Suo Figlio si è fatto vicino a noi e ci apre le porte del regno dei cieli.