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IMPARA A COMUNICARE!

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IMPARA A COMUNICARE!

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I TRE LIVELLI DELLA COMUNICAZIONE

TONO DI VOCE /

TIMBRO / VOLUME

= 38 %

LINGUAGGIO DEL CORPO = 55 %

PAROLE

= 7 %

PAROLE TONO e TIMBRO DI VOCE, VOLUME

LINGUAGGIO DEL

CORPO

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EX: Il responsabile marketing di un azienda sta tenendo un importante meeting: le sue

parole, studiate e preparate con molta cura, parlano di valori profondi, di sincerità, di rispetto per tutto il team. Finita la riunione qualcuno commenta: “bellissimo discorso! Parole toccanti quasi ... eppure non mi ha convinto! Qualcosa mi dice che c’è della falsità in quell’uomo!” In un altra sala riunioni invece, un altro manager sta parlando a braccio, raccontando le sue esperienze passate e le sue vittorie, evidenziando la sua convinzione nelle capacità dei suoi collaboratori.

Le sue parole sono meno studiate, non sono particolarmente curate, né ha scomodato grandi uomini della storia per fornire frasi motivazionali al suo team. Eppure dopo questo semplice e sintetico discorso i suoi collaboratori lo salutano con uno scrosciante applauso, commossi e motivati dalla comunicazione avvenuta.

Qual è la differenza tra il primo ed il secondo esempio ? Perché alcune persone, pur non avendo pronunciato discorsi particolarmente ricchi e curati, riescono a trasmettere forti emozioni, laddove grandi discorsi e belle parole falliscono? Il modello elaborato dal Prof. Mehrabian, studioso statunitense, ci permette di rispondere con relativa facilità. Egli infatti osservò che ogni comunicazione umana avviene su diversi livelli, che permettono di veicolare i messaggi dal mittente al destinatario: il livello verbale, paraverbale e non verbale. Secondo tale ricerca era addirittura possibile suddividere in forma percentuale il peso di ciascuna componente della comunicazione in modo da ottenere un 7%, per la parte verbale, un 38% per quella paraverbale ed il rimanente 55% deputato alla componente non verbale. Ma esaminiamo con attenzione le tre componenti .

L’elemento costitutivo più importante della comunicazione verbale è il linguaggio. Servendoci di questo mostriamo agli altri la nostra visione del mondo perché la nostra intenzione consiste nel condividere con gli altri esperienze comuni. Con il linguaggio produciamo e comunichiamo molteplici rappresentazioni del mondo dal momento che siamo dotati di un’enorme elasticità con cui ci confrontiamo con esso. Alcune volte può succedere che, nel momento in cui stiamo comunicando, i messaggi

inviati non rappresentino esperienze ben determinate, per cui, gli individui, potrebbero non comprendere ciò che viene loro trasmesso. Se vogliamo che un’esperienza venga ben compresa è necessario costruirla nel miglior modo possibile. Nel momento in cui decidiamo di comunicare, dobbiamo dare esperienze sufficienti in modo che chi ci ascolta possa entrare positivamente in collegamento con noi. Inoltre il comunicatore deve avere la capacità di estrapolare le informazioni più importanti che riguardano l'esperienza a cui il nostro interlocutore fa riferimento nel momento in cui utilizza il mezzo a lui più congeniale che è il linguaggio. L’insieme dei segnali che vengono emessi dai nostri organi di senso

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dà origine alla comunicazione paraverbale. Chi ci ascolta comincia a “scomporre” il paraverbale e di conseguenza cerca di attribuire un significato ben preciso alle parole. Considerando che ciò di cui stiamo parlando costituisce un vero e proprio “codice”, tra le sue caratteristiche più importanti possiamo annoverare: 1. Il registro che va da un suono greve e profondo ad uno alto e vigoroso; 2. Il volume in cui si calcola la proporzione di aria emessa dai polmoni; 3. Il timbro che può comprendere una voce monotona o variata; 4. La nasalizzazione, con la quale ci riferiamo alla quantità di aria che, una volta emessa,

passa in maniera preponderante dal naso. 5. La dizione, con la quale facciamo in modo di emettere dei suoni quanto più

correttamente possibile; 6. La cadenza, che consiste nella lentezza o nella velocità che usiamo per parlare; 7. L'affettazione, con la quale attribuiamo un determinato valore, sia superficiale che

profondo ad alcune parole; 8. La modulazione, cioè il ritmo che usiamo nell’enunciare alcune parole od espressioni.

Quando parliamo di comunicazione non verbale ci riferiamo a tutte quelle informazioni che vengono emesse dal corpo. Ed allora come possiamo usarlo per esprimere nel miglior modo possibile le nostre intenzioni? Come alcuni di voi già sapranno alcuni segnali, che il corpo rende manifesto possono essere manipolati anche se questo, a volte, avviene in maniera del tutto inconsapevole. L’individuo esprime la propria personalità servendosi del corpo, e questo succede perché, generalmente, il soggetto non si rende conto del rapporto che può

intercorrere tra i messaggi emessi dal suo corpo e le conseguenti reazioni di coloro con i quali si confronta. Il significato assunto dai segnali non verbali varia a seconda delle caratteristiche fisiche come l'altezza, il colore della pelle, i capelli ecc; dei ruoli e delle posizioni sociali; delle caratteristiche della personalità, come l'estroversione, l'introversione, l’aggressività; delle emozioni che proviamo quando comunichiamo. I segnali di cui ci serviamo per attuare il processo comunicativo interessano la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Cosa accade allora dunque ogniqualvolta decidiamo di comunicare qualcosa a qualcuno?

Immaginate di avere tre linguaggi diversi ma utilizzabili in contemporanea: mentre le parole che scegliete trasferiscono idee e nozioni, il tono di voce e le modalità con cui emettete i suoni inviano altri messaggi, che potrebbero confermare o meno le parole stesse. Nondimeno accade con la gestualità corporea, di fondamentale importanza in qualsiasi tipo di comunicazione interpersonale. L’aspetto su cui è utile maggiormente riflettere è la constatazione che molto spesso i nostri ascoltatori, a meno che non siano esperti di comunicazione, tenderanno ad essere più attenti e quindi

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consapevoli della componente verbale, perdendo di conseguenza la capacità di osservare coscientemente tutto ciò che accade nello stesso istante negli altri livelli comunicativi. Ma ciò non significa che non avranno peso: al contrario infatti essi percepiranno molti altri segnali a livello inconscio, ritrovandosi così a dover gestire delle imprecisate sensazioni, delle intuizioni apparentemente giustificate da un sesto senso particolarmente attivo (come accadeva nel primo esempio). Per comunicare con grande efficacia è allora necessario perseguire due obiettivi:

1) divenire più coscienti dell’intera dinamica della comunicazione, in modo da cogliere messaggi da parte degli interlocutori che spesso avvengono in pochi silenziosi secondi; 2) ottenere la massima congruenza nella nostra comunicazione, stando cioè bene attenti

che i tre livelli siano in armonia tra loro, rafforzandosi l’un l’altro. Quest’ultimo concetto merita un ulteriore approfondimento. Dopo essere stati ospiti di un noiosissimo party aziendale, cui avete dovuto partecipare, per le giuste e necessarie public relations, vi viene chiesto dagli organizzatori un commento sull’evento. La vostra mente elabora in pochi secondi tutte le informazioni, afferrando senza problemi la situazione disperata: non potete dire la verità (una noia pazzesca) per ovvi motivi sociali. Ed ecco allora che le parole “è stato un party divertentissimo” si formano quasi per incanto sulle vostre labbra, convinti di aver risolto brillantemente il problema. Ma ahimè gli altri due livelli potrebbero non aver seguito la vostra scelta cosciente, optando invece per la sincerità più spassionata. La testa potrebbe essersi mossa velocemente con il tipico gesto di diniego, il tono di voce potrebbe essere stato basso e meccanico, senza quella tipica inflessione che accompagna in genere le affermazioni entusiastiche. In questo caso avrete allora raggiunto un tipico caso di comunicazione incongruente: dove cioè paraverbale, non verbale e verbale comunicano messaggi diversi, per l’appunto non congruenti tra loro.

Quante volte invece abbiamo visto sguardi, gesti e sorrisi trasferire emozioni più di una sequenza interminabile di complimenti e lodi? Qualsiasi messaggio avrà dunque più forza quanto maggiore sarà il livello di congruenza raggiunto, generando così chiarezza e forza della comunicazione.

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NOTE

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LA SCOPERTA DEL LINGUAGGIO DEL CORPO

Il linguaggio del corpo (o non verbale) è il tramite usato dagli esseri umani (e da certi animali) per trasmettere le informazioni mediante gesti, atteggiamenti del corpo e del volto, consapevoli o meno.

Ha tre funzioni fondamentali: 1. Sostituire le parole (ammiccamento, insulti con gesti, pollice alzato per

approvazione, etc...)) 2. Rafforzare le parole (gesticolare) 3. Rispecchiare le emozioni (una parte del corpo rivolta in nella direzione di

interesse, le pupille dilatate, etc…) Due scienze fondamentali formano la base dello studio moderno della

comunicazione non verbale: - La cinesica: studio della comunicazione in base alla mimica usata

dalle persone mentre parlano. - La prossemica: studia il modo in cui le persone si servono dello

spazio circostante per trasmettere informazioni non verbali.

GESTI ed ESPRESSIONI

Espressioni fondamentali del volto

Esistono almeno sei espressioni che sono diffuse in tutto il mondo e pertanto si possono ritenere innate:

1. Felicità. Sebbene non sempre significhi felicità, il sorriso è il segno più evidente di questo sentimento; interessa soprattutto gli occhi e la parte inferiore del volto.

2. Tristezza. In genere la spia di questo sentimento è la piega assunta dalla bocca.

3. Sorpresa. Fa curvare e sollevare repentinamente le sopracciglia.

4. Paura. I movimenti del volto sono per lo più simili a quelli causati da una sorpresa.

5. Collera. le sopracciglia si abbassano e si avvicinano; tra loro si formano piccole rughe verticali.

6. Disgusto. Quando siamo disgustati per qualcosa, il nostro disagio si riflette soprattutto negli occhi e nella parte inferiore del viso.

Gesti delle mani

Se si eccettua il viso, le mani sono la nostra parte del corpo più espressiva. Sono talmente importanti che le muoviamo anche quando non devono fare niente di utile. Gli oratori usano ampi gesti delle mani come la bacchetta di un direttore d’orchestra, per scandire i loro discorsi e sottolineare i concetti, mimando le azioni o le situazioni cui si riferiscono.

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L’UTILITA’ DEL

LINGUAGGIO DEL CORPO

3 TIPI di MICRO-MACRO SEGNALI SUBLIMINALI:

1) SEGNALI di RIFIUTO Allontanamenti Allontanarsi da ….. Allontanare ….. Alt/Stop con la mano …. No con la testa Chiusura (Braccia incrociate , posture in difesa)

2) SEGNALI di SCARICO TENSIONALE Grattamenti Deglutire Tic Nervosi Sbuffare Arrossire Sudare Palpitazioni Giocare nervosamente con oggetti/capelli Risolino isterico Tamburellare Schiarirsi la gola

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3) GRADIMENTO Accarezzamenti Avvicinamento a/da Aperture Annuire/Si con la testa Mordicchiarsi il labbro Lingua sulle labbra Bacio Analogico Mostrare il collo Massaggiarsi/re

La comunicazione non verbale è considerata dagli studiosi la forma più completa di comunicazione e ad essa viene attribuito addirittura il 55% di tutte le informazioni che ci giungono da un ipotetico colloquio con un nostro interlocutore; molto più di quanto ci perviene dal linguaggio verbale.

E’ indubbio, quindi, quanto sia importante la conoscenza del linguaggio del corpo e delle sue molteplici applicazioni sociali, soprattutto in quei settori di attività che ripongono nell’immagine e nell’interazione personale buona parte del loro successo.

Il compito della comunicazione corporea è quello di fornire informazioni precise e dettagliate non solo quando non sia utilizzabile la parola (esempio per manifestare emozioni e sentimenti diversi, come amicizia, simpatia, ostilità) ma anche, più in generale, per rilevare la persona, perché il corpo è la persona.

Osservare le posizioni, i movimenti, le proporzioni e la struttura del corpo ci aiuta a comprendere meglio le persone, il carattere lo stato d’animo e inevitabilmente ci porta a migliorare i rapporti con le persone.

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ALCUNI ESEMPI… di postura

Le mani dietro la testa: l’atteggiamento di chi è calmo, sicuro di sé, sa il fatto suo e pensa di avere più risorse degli altri.

La tipica posizione indicativa che il soggetto è pronto ad agire.

Pronti, attenti: la persona è pronta a terminare l’incontro o la conversazione.

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Posizione di chiusura totale a livello di comunicazione.

I gomiti sollevati e puntati verso l’esterno denotano una tendenza al predominio.

1. Incertezza Reciproca 2. Apertura e Accettazione

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MANTENERE LE DISTANZE

Ognuno di noi cerca di mantenere attorno a sé una sorta di bolla invisibile, lo spazio personale. In territorio neutrale, c’è un rispetto reciproco di questo spazio: tutti, o quasi, fanno il possibile per non violarlo, benché l’uomo sia un animale socievole. Le cinque sfere:

1. Distanza di fuga (0-15 cm): ci si aspetta che soltanto la persona amata, un amico intimo o un parente, possano venirci così vicino, ma solo per toccarci o abbracciarci.

2. Distanza critica (15-45 cm): tenere fuori gli estranei da questa sfera per farci sentire sicuri e a nostro agio.

3. Distanza personale (46 cm): è la distanza comunemente accettata in Occidente per conversare alle feste aziendali o in società.

4. Distanza sociale (1,2-3,6 m): pare che sia la distanza ideale per le transazioni economiche di ogni genere

5. Distanza pubblica (3,6 m o più): quando si deve tenere un discorso, si tende a porre questa distanza minima tra sé e la prima fila di partecipanti

Lo spazio personale di cui si ha bisogno varia anche a seconda dell’educazione che si è ricevuta. Le distanze tra gli interlocutori possono cambiare in base alle loro differenze culturali.

ATTEGGIAMENTI POSITIVI Spesso manifestiamo il nostro atteggiamento favorevole nei confronti di qualcuno o qualcosa con gesti intenzionali di assenso, assicurazione, apprezzamento o interesse. Il nostro corpo sa segnalarlo anche indipendentemente dalla volontà (annuire, sorridere, imitare gli atteggiamenti dell’interlocutore, etc..)

ATTEGGIAMENTI NEGATIVI Abbiamo decine di modi per esprimere comandi, sentimenti e pensieri negativi con il linguaggio del corpo. Oltre a quelli volontari, come agitare il dito o scuotere il capo , ci sono altri indizi involontari: dondolare la testa, spingere indietro la testa, colpetti sotto il mento, agitare la mano.

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5 STEPS PER MIGLIORARE LA PROPRIA COMUNICAZIONE

1) ASCOLTARE ____________________________________________________________________________________________

2) SINTONIZZARSI SULLA LUNGHEZZA D’ONDA DELL’INTERLOCUTORE ____________________________________________________________________________________________

3) USARE LE DOMANDE ____________________________________________________________________________________________

4) TEORIA DELL’ICEBERG ____________________________________________________________________________________________

5) ESSERE SE STESSI ____________________________________________________________________________________________

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CONSIGLIATI DA ROBERTO RE

Comunicare con Successo, DVD di Roberto Re

Sempre più, al giorno d'oggi, ciò che fa la differenza è essere capaci di comunicare in modo incisivo ed efficace. L'obiettivo del video-corso "Comunicare con Successo" è imparare a controllare la comunicazione e trasformare la propria "energia nervosa" in passione, trasmettendola agli altri attraverso una presentazione dinamica ed efficace. Insegnante d'eccezione, Roberto Re trasferisce durante questo corso dal vivo, tutti i segreti che rendono straordinariamente

efficaci i grandi comunicatori del nostro tempo. "Comunicare con Successo" si rivolge a tutti coloro che sono chiamati a comunicare di fronte a una o più persone con finalità persuasiva e, in generale, a persone che vogliano imparare o migliorare il proprio modo di comunicare in pubblico. IL PRODOTTO: Il video corso "Comunicare con Successo" è composto da 4 DVD, non vendibili separatamente, così denominati: DVD 1 : Le basi della comunicazione efficace; DVD 2 : Le abilità comunicative; DVD 3 : Come strutturare una presentazione vincente; DVD 4 : La gestione psicologica del gruppo.

http://www.hrdonline.it/articledetail.jsp?id=DVD01

Il Linguaggio del corpo, DVD di Andrea Favaretto

La comunicazione non verbale è considerata dagli studiosi la forma più completa di comunicazione e ad essa viene attribuito addirittura il 55% di tutte le informazioni che ci giungono da un ipotetico colloquio con un nostro interlocutore; molto più di quanto ci perviene dal linguaggio verbale. È indubbio, quindi, quanto sia importante la conoscenza del linguaggio del corpo e delle sue molteplici applicazioni sociali. Osservare le posizioni e i movimenti del corpo ci aiuta a comprendere meglio le persone, il carattere, lo stato d’animo e inevitabilmente ci porta a migliorare i rapporti con gli altri. Nel videocorso Il linguaggio del corpo, Andrea Favaretto guida i partecipanti a scoprire i segreti della comunicazione non verbale, comprenderne l’importanza nei rapporti interpersonali e utilizzare movimenti, gestualità e tutto ciò che fa parte del linguaggio corporeo per capire meglio il proprio interlocutore e comunicare più efficacemente. http://www.hrdonline.it/articledetail.jsp?id=DVD06

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PNL e Comunicazione, DVD di Andrea Favaretto

Ogni persona ha a disposizione modi diversi per interpretare la realtà e descrivere la propria esperienza del mondo e ciò può portare a difficoltà relazionali, dovute alla divergenza di punti di vista. Nel videocorso PNL e Comunicazione, Andrea Favaretto, con la partecipazione straordinaria di Roberto Re, in un estratto “live” dal suo famoso seminario Emotional Fitness®, permette a ogni spettatore di far proprie delle strategie e tecniche di Programmazione Neuro Linguistica, efficaci e di facile applicabilità, per relazionarsi con ogni tipo di

interlocutore, facilitare la comprensione del suo modo di vedere le cose, adattare ad esso la propria modalità di comunicazione ed entrare così facilmente in feeling. http://www.hrdonline.it/articledetail.jsp?id=DVD07

PERCHE’ MENTIAMO CON GLI OCCHI E CI VERGOGNIAMO CON I PIEDI? Allan + Barbara Pease - Sonzogno Editore

Mai capire il linguaggio non verbale e' risultato cosi' semplice. Capitoli brevi, illustrazioni e fotografie che aiutano perfettamente a capire cio' che bisogna notare per scoprire un determinato mutamento nella persona che ci sta di fronte. Il linguaggio non verbale spiegato passo passo da un maestro del campo, Allan Pease, che grazie alla sua esperienza, ha scritto questo libro alla portata di tutti.

… alla prossima puntata