Immagini indiane dai musei americani e canadesi · i “non lieux” (non luoghi) ... Video e altri...
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L’arte nell’ America nativa
Un oggetto era apprezzato per la
sua forma appropriata e ben
concepita e per la sua funzione. Gli
artigiani di professione erano rari al
di fuori della Mesoamerica o degli
altipiani andini.
La parola “arte” si riferisce a una
forma estetica separata da
considerazioni funzionali, non esiste
in nessuna delle centinaia di lingue
indigene delle Americhe.
Cleveland Art Museum
Le direzioni dei musei cominciarono a essere scosse quando Washburn nel 1968 si chiese:
I musei sono necessari? E nel 1969 Sturtevant aggiunse: L’antropologia habisogno dei musei?
Il collezionismo indiano si può dividere in tre periodi principali: 1) il periodo dalla Scoperta dell’America fino all’Illuminismo o PeriodoKunstkammer; 2) dai tempi dei viaggi di Cook all’istituzione dei musei etnografici o Periodo Transitionale, e 3) il classico Periodo dei Musei, da Culin ai giorni nostri.
I musei nativi americani ebbero origine sia
dalle idee europee di “arte” e collezionismo
che dal nazionalismo e dall’orgoglio etnico.
Museo de Americas Madrid
Denver Art Museum
Denver Art Museum
Memoria collettiva e bisogni contemporanei
Gli anni 1970 e 1980 diedero vita alla Nuova
Museologia, il cui discorso è essenzialmente
culturale e politico, non scientifico. Il “nuovo”
museo era centrato su temi, in opposizione con il
museo tradizionale centrato soprattutto sugli
oggetti. I temi nascevano dalla “memoria
collettiva” e dai bisogni contemporanei della
popolazione, cui era offerto un ruolo attivo nella
formazione del museo.
Museum of Civilization Ottawa
Lower Sioux AgencyMashantucket Pequots Museum
Il museo come sistema
E’ meglio considerare il museo come
un sistema i cui membri sono la
comunità professionale, le varie
categorie di pubblico e gli eredi delle
culture messe in mostra. Fanno parte
del sistema anche la comunità locale e
la società nel suo complesso del luogo
in cui si situa il museo.
Kahnawake Indian Village
Koochichin Cree Museum
Six Nations Museum
Visitatori dei musei
I visitatori dei musei sono stati
classificati con nomi pittoreschi come
“streakers”, bighelloni, vibrisse, lettori
(Perin 1992), cui aggiungerei i
prigionieri (gli scolari) e i rifugiati (i
morosetti adolescenti).
Minneapolis Science Museum
Field MuseumWarm Springs Museum
Dagli anni 1960 in poi i musei etnografici si sono spesso ridefiniti
come musei di “arte primitiva”, allo scopo di combattere oblio e crisi
economica. Esempi di questo tipo di strategia sono il Detroit Institute
of Art e il Denver Art Museum.
Il MOMA e il Cleveland Art Museum hanno scelto di tenere le loro collezioni nordamericane nelle casse e mostrare solo le alte culture mesoamericane e sudamericane, considerate più “classiche” e meglio adatte ai gusti elitari del probabile pubblico.
Detroit Institute of Art
Cleveland Art Museum
Parchi a tema etnografico
Altri musei hanno privilegiato il lato ricreativo del tempo libero trascorso in istituzioni educative come i musei, trasformandoli variamente in parchi a tema etnografico, accoppiando tecnologia e storia “vivente”. Il Canadian Museum of Civilization a Ottawa è un esempio di questa seconda strategia, che poggia sul notevole impatto visivo della sua impressionante Grand Hall.
Museum of Civilization OttawaMille Lacs Museum
Per attirare l’attenzione del pubblico i musei antropologici hanno fatto ricorso a tecniche dei mass media e alle teorie dell’informazione, come pure a un ampio spettro di strategie di marketing, che comprendono aree ricreative, zoo al coperto, caffetterie e snack bar, negozi per adulti e bambini, diorama a grandezza naturale, cinema teatri OMNIMAX, spettacolari siti web e attori in carne e ossa. Il Museo di Ottawa è un buon esempio di parco etnologico coperto a tema con un magnifico sito web, una scelta che ha preso per soddisfare i bisogni del pubblico del villaggio globale, a cominciare dal design dell’edificio che applica forme biologiche all’architettura (MacDonald 1992).
Museum of Civilization Ottawa
Spiro Museum OklahomaMille Lacs Museum
Parchi di storia viva
Esempi all’aperto sono i villaggi indiani a Plymouth Plantation, Massachusetts, Jamestown, Virginia e St. Mary among the Hurons, Ontario, solo per menzionare alcuni parchi di “storia viva” con veri attori, mentre Chucalissa, presso Memphis, Tennessee si può considerare a mezza strada, mescolando manichini e artigiani indiani.
Jamestown, Virginia
St. Mary Among the Hurons
Nuovi originali e vecchie copieAll’inizio i collezionisti respingevano gli oggetti “turistici” come ibridi inautentici, ma solo alcuni oggetti museali appaioni usati: la maggior parte sembra invecchiata nelle vetrine o nelle casse. Inoltre, quando i collezionisti non trovavano quello che cercavano, lo facevano fare agli indiani, che fabbricavano copie ricostruite di vecchi originali semidimenticati. L’effetto involontario, però, è un senso di dislocamento.
Mille Lacs Museum Columbus State Museum
Ann Arbor Museum Field Museum
Hennepin Co. Museum
M.I.A e Desaparecidos
Le campagne militanti della Repatriation hanno complicato molto la vita dei curatori. In realtà quei militanti pongono solo rivendicazioni strettamente nazionalistiche, dato che i musei sono istituzioni biculturali. Questioni politiche scottanti e problemi economici hanno suggerito ai musei soluzioni creative: al Field Museum di Chicago molte collezioni del Sudovest sono sparite e soprattutto gli Hopi, sono “desaparecidos”, ma le mostre temporanee su temi non indiani e le aree ricreative e di marketing in compenso sono aumentate.
Milwakee
Cody
Huronia
Field, Chicago
Storia naturaleAltri musei semplicemente hanno cambiato orientamento, sviluppando le collezioni di storia naturale fuori misura e trasformandosi in parchi scientifici per famiglie, dove sono in mostra solo pochi sopravvissuti delle collezioni etnologiche (Minneapolis, Cleveland, Cincinnati) o sono stati del tutto eliminati (St. Louis).
Milwakee
Cincinnati Natural History Museum
Mille Lacs Museum
Musei come “non lieux”
Dato che il tipico visitatore del museo non è
più un WASP e i musei devono sopravvivere
all’interno del circuito delle industrie del
divertimento di massa o morire, essi possono
essere inclusi in quelli che Marc Augé chiama
i “non lieux” (non luoghi), che sono l’opposto
degli spazi antropologici, i “lieux” (luoghi).
Anche se i videoclip possono offrire migliori
informazioni sulle culture come un tutto di
parti collegate più di qualsiasi mostra, i
musei non dovrebbero usare video e high
tech per competere con gli oggetti. Video e
altri testi che “coprano” gli oggetti possono
provocare lo stesso effetto dei cartelli che
pubblicizzano i più importanti luoghi turistici
in autostrada: il viaggiatore è in certo modo
esentato dal fermarsi e anche dal guardare.
Minneapolis Natural History Museum
Musei come ipertesti regionali
Nessuno può dire che l’Ohio non si
occupi della conservazione dei siti e
degli oggetti indiani, ma con un
avviso: non cercateli dopo gli anni
1830.
Il Missouri si interessa soprattutto della Guerra di Secessione e della frontiera e relega le informazioni sui suoi abitanti indiani proprio agli inizi della sua vita: un’idea di questa politica culturale si ha all’interno del museo del Campidoglio a Jefferson City, la capitale, dove una mezza dozzina di oggetti indiani sono esiliati nell’atrio, fisicamente fuori della mostra permanente sulla storia dello stato.
Jefferson City, Missouri
Sun Watch, Ohio
Musei dell’Ohio Uno dei centri dei tumuli indiani, l’Ohio esibisce orgogliosamente uno spettacolare museo di stato a Columbus, la capitale, e finanzia scavi a siti importanti come Sun Watch e Fort Ancient. In questo modo i Primi Ohioani ancorano fermamente l’identità dello stato al passato più nobile. Forniscono anche uno sfondo storico più recente a una delle storie regionali più interessanti e romantiche: le guerre franco-indiane e la Rivoluzione.
Musei del Sudovest
Come set tra i favoriti per i western di Hollywood, la regione può aspirare ai primi posti nelle mitologie nazionali e i Navajo gareggiano con le tribù dell’Oklahoma per il primo posto in patriottismo. Ma leggendo il sistema ipertestuale che lega musei statali e tribali, gallerie d’arte e collezioni private dei trading post, è chiaro che in complesso i musei sono le sale mostra invitanti dell’industria turistica di questi stati.
All Pueblo Center, Albuquerque, NM
Talvolta le collezioni indiane sono cospicue
per l’assenza: il Texas non solo ha quasi
cancellato la presenza indiana dal suo
territorio, ma anche dai suoi musei, se
escludiamo alcune aree marginali.
L’Arizona e il New Mexico non
vantano importanti siti del periodo
della Rivoluzione o della Guerra di
Secessione ma sono ricchi di
monumentali rovine indiane e
indiani in carne e ossa.
All Pueblo Center Albuquerque,NM
Fort Davis, Texas
Politiche culturali tribaliPossono i popoli indigeni di questa
nazione fare qualche passo
significativo di propria iniziativa,
sotto il proprio controllo per
fermare l’erosione delle loro
tradizioni, la dispersione dei loro
sacri oggetti, la perdita della loro
stessa identità come cultura?
(The Museum At Warm Springs,OR)
I musei tribali sono il terreno su cui i
“progressisti” e i “tradizionalisti”
tentano di imporre le loro “tradizioni
inventate” per promuovere le loro
versioni di futuro tribale.
Warm Springs Museum, Oregon
St. Ignatius, Montana
Gli indiani hanno in parte assimilato i valori culturali associati al collezionismo e ora impiegano spesso oggetti “tradizionali”, artificialmente preservati nei musei, per costruirsi nuove identità. Questa tendenza può essere interpretata in termini di movimento di rivitalizzazione, in cui bisogni e strategie adattive sono apertamente legittimate dal riferimento a un “passato tradizionale” (Feest 1994). Six Nations, Ontario
Mille Lacs, MinnesotaLower Sioux Agency, Minneosta
Trasmissione di eredità politica
I musei e l’immaginario museale stesso sono profondamente politici e la proliferazione di musei tribali in tutte le riserve suggerisce che sta avendo luogo un generale processo di tramissione di eredità politica, dai musei istituzionali euroamericani a quelli tribali. Un processo che si può vedere su scala molto maggiore negli stati postcoloniali.
Lower Sioux Agency, Minnesota
Six Nations, OntarioKaneta Village, Six Nation
I musei tribali sono di solito costruiti nell’area degli edifici amministrativi della “capitale”. Una tendenza recente, però, collega i musei tribalicon il complesso formato dal casinò e dall’hotel tribale, i campi da golf e altre strutture ricreativecostruite per attrarre i turisti.
Mille Lacs Casino, Minnesota
Lower Sioux Agency Casino, Minnesota
L’apparente contraddizione tra il riferimento a un glorioso
passato associato a una cultura non materialistica e I profitti
dei casinò è spiegata dai Mille Lacs Ojibwa: “Come avrete
probabilmente saputo da molte diverse fonti, i casinò hanno
cambiato drammaticamente la vita degli Ojibwa. Grazie al
Grand Casinò Mille Lacs e al Grand Casinò Hinckley, la
Banda Mille Lacs è stata in grado di risorgere da secoli di
povertà e disperazione, e fornire ai suoi membri nuove
opportunità e una vita migliore …Forse quel che è più
importante, però, è che i profitti del casinò li hanno aiutati a
rafforzare la loro tradizionale cultura Ojibwa.” (Mille Lacs
Museum, MN)
Ri-presentazione e identificazione
I Mashantucket Pequot hanno investito enormi somme di denaro per costruire il loro Museum and Research Center vicino al complesso del Foxwood Casino e Hotel presso Mystic, Connecticut. Questa impresa tribale li ha trasformati da un gruppo marginale dall’ascendenza discutibile, secondo la paranoia del quantum di sangue, persino un tempo dichiarati estinti, nella tribù più ricca d’America. Il loro museo può essere considerato in certo modo il vivente promemoria dei musei come monumenti alla fragilità delle culture, alla sparizione dei miti (Greenblatt 1991).
Foxwood Casino and Hotel, Mystic, CT
La nozione di risonanza di Greenblatt si può applicare anche alla parola Pequod, che evoca echi Melvilliani che trovano orecchio sensibile nell’animo americano. In qualche modo è anche un luogo di risanamento alla Disneyland. In complesso la vittimizzazione è evitata. I Mashantucket Pequots sono più interessati a narrare la loro storia di sopravvivenza contro ogni aspettativa. Impersonano il sogno americano: una tribù che si è fatta da sé e ha speso i miliardi per dirlo a folle di turisti e giocatori.
Girando tra i diorama a grandezza naturale, non ho potuto fare a meno di
considerare il fatto che Io sforzo dei Mashantucket Pequot di coinvolgere circa
200 persone di 67 diverse tribù non era convincente. Anche se hanno
rispettato ogni capriccio tradizionalista e oratori tribali di varie nazioni indiane
parlino dagli schermi, il risultato netto è che il visitatore ha l’impressione che i
Pequot non ricordino né i propri miti né come si fabbrica un cesto o una punta
di freccia e devono ricorrere ai narratori e agli artigiani di altre tribù.
I Pequot restano un esempio di pazienza
premiata per gli altri indiani dell’Est in cerca di
riconoscimento. Però non si sentono a loro
agio con il proprio pedigree e ammansiscono
gli snob tribali finanziando eventi culturali e
sponsorizzando un powwow monstre, anche se
la loro identità indiana è perfettamente
rispettabile per l’antropologia.
Dato che possono contare solo su resti
archeologici poco spettacolari, da un
lato i Pequot hanno esagerato con la
fiction e dall’altro hanno perso
l’occasione di esplorare la
connessione melvilliana.
E’ molto difficile trovare immagini di indiani operai persino nei musei tribali: è molto più facile trovarli in veste di imprenditori. Di solito ci sono foto di scolari, squadre sportive, funzionari tribali, “principesse” di powwow e gli anziani più rispettati. Il successo è rappresentato dal fortunato sfruttamento delle risorse naturali delle riserve e dal bisonte del 21° secolo, il casinò. Il visitatore, però, può trovare foto di operai indiani, purchè il lavoro non sia connesso con l’artigianato indiano, catalogato come “arte” per ragioni commerciali e ideologiche.
Imprenditori di successo e operai
Three Tribes, ND Toppenish, WA Turtle Mountain,ND Three Tribes, ND
Minneapolis, MN
L’eredità di BrantBrantford, Ontario, è un perfetto esempio di network museale: è centrato sul caposaldo lealista, il capo di guerra Mohawk Tayendanegea o Joseph Brant. A Six Nations, a sud della città, c’è una replica di un villaggio irochese del 17° secolo, la Cappella Reale dei Mohawk, la tomba di Brant con il monumento massonico e il Woodland Cultural Center. Nei pressi ci sono la Pauline Johnson’s Chiefswood Mansion, il monumento bronzeo di Brant e la sua casa. Lo stendardo del 114° Reggimento Six Nations dentro il Woodland Cultural Center ben si accoppia con la prova della lealtà irochese verso la Corona inglese al vicino Canadian Military Heritage Museum con una mostra permanente sui militari irochesi. E’ molto più facile essere informati sui soldati indiani.
Kaneta Village, Six Nations e Brantford, Ontario
Fratricidi rassicuranti
Parlando di amnesia nazionale e fratricidi rassicuranti, Anderson (1996) scrive che certe morti costruiscono la biografia di una nazione. E’ il caso della Guerra di Secessione, sui cui è incentrata un’intera industria culturale. Su scala appena inferiore i musei federali, statali e tribali collaborano a ri-presentazioni di patrioti indiani, la cui storia è parte di quella degli USA e del Canada: diventano sfortunati eroi americani.
Fort Davis, TX Austin, TX Albuquerque, NM Cataldo, ID
I Cherokee
Forse il fratricidio rassicurante e il risanamento da nessuna parte fu più importante che in North Carolina o in Oklahoma. I Cherokee orientali possono contare sul loro saldo patriottismocome contributo all’America.
I Cherokee occidentali hanno investito
molto nella loro eredità culturale: l’elemento
chiave è il Trail of Tears Outdoor Drama, un
musical sulla Guerra Civile in terra
Cherokee dopo l’arrivo dalla North Carolina.
Rappresentato da giugno ad agosto il
dramma sembra più un rito risanatore tra le
due fazioni che un’attrazione turistica: tutti
sono patrioti, da John Ross a Stand Watie.
Tahlequa, OKQualla Boundary, NC
Patrioti Tradizionali Progressisti
I successi dei nativi americani non devono essere cercati nei musei
etnologici, ma nelle vetrine dei musei e dei centri tribali o di qualche
museo statale o di contea. Più che le imprese economiche tribali,
sono le uniformi dei veterani, le medaglie, le bandiere reggimentali e
le bandiere nere dei MIA, che rappresentano la continuità con il
passato nella mente degli indiani e del pubblico in generale.
Warm Springs,ORThree Tribes, ND Three Tribes, NDMille Lacs, MN