ILTRAINING AUTOGENO DIJACOBSON - giovaneancona.it · fre per liberarsi dalle proprie paure, viene...

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ILTRAINING AUTOGENO DI JACOBSONIl "metodo Jacobson", elaboratoda Edmund Jacobson insegna a

passare da uno stato di tensionea uno di completo rilassamento inpochi minuti o anche meno. E unatecnica di rilassamento progressivoche coinvolge tutta la muscolaturadel corpo e porta a un rilassamentomuscolare profondo e duraturo.Il percorso di apprendimentoproposto da Edmund Jacobsonper raggiungere questi risultati èefficace, ma non rapido: prevedeinfatti una serie di eserciziprogressivi che devono essereeseguiti con modalità prestabilite,partendo da un braccio e arrivandofino agli occhi. Il metodo Jacobsonprende il nome di rilassamento

progressivo per i seguenti aspetti:

1Il soggetto rilassa un gruppomuscolare, per esempio i muscoli

che piegano il braccio destro,sempre di più ogni minuto.

2"soggetto impara a rilassareuno dopo l'altro i principali

gruppi muscolari del suo corpo.Ad ogni nuovo gruppo rilassacontemporaneamente quelle partisu cui ha fatto precedentementepratica.

3Praticando giorno dopo giorno,in base alla prima esperienza,

progredisce verso un'abitudinedi riposo- tende verso unostato in cui la calma si mantieneautomaticamente.

t1f)~MAPOSIZIONEof)f) ~IIRILASSAMENTO VISO GAMBE

SPALLE PANCIA CINTURA

OLTRE LATECNICA

Dare all'atleta, inparticolare quando

ancora giovane,uno strumento inpiu per crescere emigliorarsi anche

attraverso lapratica sportiva,

èunodegliobiettivi delle

diverse tecniche ditraining autogenoe rilassamento di

mente e corpo

quando l'ansia da competizione potreb-be prendere il sopravvento.

Esistono molte tecniche e ognunone ha una con cui si trova meglio, daltraining autogeno, alla meditazione,al training di Jacobson (si veda box "Iltraining di Jacobson"), ma il senso diqueste tecniche è comunque lo stesso:dare all'atleta uno strumento in più permigliorarsi, crescere e vincere. Que-sti ovviamente sono solo alcuni esempidi abilità mentali che possono essereallenate con lo stesso spirito con cui siallenano i muscoli e la tecnica. Uno deiprincipi su cui si basa l'allenamentomentale è: "La mente non fa differenzatra un'esperienza realmente vissuta eun'immaginata molto vividamente".

MODELLARE IT.PENSIEROSul tema invece riguardanti le ri-

strutturazioni di pensiero e il pro-prio conseguente modellamento,possiamo partire dagli studi fatti dallopsicologo Bandura (1969) e la sua Te-oria dell'apprendimento sociale persottolineare il ruolo del modellamen-to nello sviluppo, nell'apprendimentoe nella modificazione del comporta-mento. L'osservazione del comporta-mento di un modello che non subiscealcun danno da, una situazione che in-vece nel soggetto "problematico" creaansia e timore, può aiutare quest'ulti-mo ad eliminare questi vissuti spiace-voli o, in altre situazioni, ad acquisirenuove risposte ed abilità o a produrre

più frequentemente risposte positiveche fanno già parte del suo repertorio.

In un calciatore per esempio chesoffre di particolari stati ansiogeniin determinati momenti della partita,tali da compromettere la propria pre-stazione, potrebbe essere utile che unallenatore o dirigente gli facciano pro-spettare un alternativa a questo, osser-vando un proprio compagno anche luidi natura ansiosa più o meno come lui,che riesce invece a gestire la propriaperformance anche in determinatimomenti critici, o meglio ancora filma-ti o fotografie di quando il tecnico eraancora un giocatore magari nelle stessecondizioni.

Così facendo, senza particolari"prescrizioni obbliganti", come peresempio "devi avere meno ansia", op-pure usando un paradosso " i ordinodi essere te stesso", il più delle volteoffre una modalità di cambiamentonella risposta emotiva del calciatorein questione. Si ritiene fondamenta-le in ogni caso che il modello non sidistacchi eccessivamente dal sog-getto affinché non si corra il rischioche venga percepito come irrealistico.Far osservare a un "calciatore operaio"filmati di Maradona potrebbe avere l'ef-fetto contrario. Un esempio di efficaciadel modellamento è l'episodio riferitoda un paziente, in cura fra l'altro ancheper problemi fobici, che raccontò comeanni prima avesse una certa paura deicani. Una volta vide per strada il pro-

prio padre accarezzare un grosso canelupo e addirittura mettergli la mano inbocca. Questo fu sufficiente, con suasorpresa, a fargli superare la sua paura.

Dato che una facile critica al ruolodel modellamento è la considerazioneper cui ad esempio, alle persone chehanno problemi fobici di vario tiponon basta osservare che la maggiorparte del resto del mondo non ne sof-fre per liberarsi dalle proprie paure,viene spontaneo interrogarsi sull'im-portanza del ruolo rivestito dalla per-sona che produce il comportamentonei confronti di quella il cui comporta-mento viene modellato affinché l'ap-prendimento si verifichi.

Tornando all'esempio precedente,sarebbe stata la stessa cosa se a met-tere la mano nella bocca del cane nonfosse stato il padre? Il concetto psicoa-nalitico di Identificazione, che sotto-linea come fin dall'infanzia abbiamo latendenza a identificarci appunto con lepersone per noi significative Ci genito-ri) e che questa tendenza continua inqualche modo per tutta la vita, rendepiù comprensibile la fenomenologialegata al modellamento e potrebberenderne più efficace l'uso clinico. Inuna squadra di calcio questa figura"genitoriale o familiare" è senza dub-bio esercitata dall'allenatore, e senzadubbio dovrà aprire a se stesso e aglialtri il proprio canale empatico e diascolto (come già discusso nella rubri-ca di Giugno 2015). •