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IL TEMPO AMICO LA SFIDA DEI NOSTRI 30ANNI 2014 onlus

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ILTEMPOAMICOLA SFIDA DEI NOSTRI 30ANNI

2014

onlus

onlus

Edizione 2014

Collana SussidiEdizioni Soggiorno Proposta onlusContrada Villamagna 4, 66026 ORTONA (CH)

progetto e impaginazione MobyDick, Ortona (CH)

stampa TAF Grafica srl, Corridonia (MC)

Questa è l’Agenda dei 30 anni di vita del Soggiorno Proposta.Una storia scritta anno per anno, con le sue luci ed ombre, con le sue realizza-zioni e le sue idealità, con le ricchezze donate e ricevute.Questa agenda non è solo la preziosa memoria di un lungo e ricco passato,ma anche il rinnovato impegno a vivere il tempo nello slancio delle utopie.Le parole, le foto e i personaggi sono i protagonisti di questo trentennale.

Collana SUSSIDIEdizioni Soggiorno Proposta onlus

ILTEMPOAMICOLA SFIDA DEI NOSTRI 30ANNI

onlus

Ci sono tempi e luoghi in cui l’aria, non improvvisamente, si fapesante e inquinata. E pur volendo andare altrove spesso nonriesci a farlo, o non trovi quello che cerchi. Allora si vivono mo-menti e storie ad alto tasso di dolore, di insoddisfazione e quasidi prostrazione.Nella paralisi o nell’agitazione si perdono o si affievolisconoenergie fisiche e psichiche; si riducono entusiasmo e coraggio;si abbassano le ali della fede e delle utopie. Sembra di fare giàtroppo se si sopravvive o si riesce a fare sera. E spesso non è su-bito sera (o mattino). Ma chi ha lottato tanto nella vita, chi si è misurato con ostacoli edifficoltà di ogni genere, chi ha conosciuto il soffrire, chi si èsempre nutrito di fede e di trascendenza, non riesce a gettare laspugna o a fuggire. Mi sono interrogato tanto in questi ultimi tempi; ho riflettutomolto da solo e con altri, ho cercato e talvolta ho trovato anchese non tutto, anche se non la magia o il miracolo. Mi sono statecompagne l’umiltà e la verità nel ricercare e realizzare l’utopiache ci può salvare.Mai però un navigare a vista, mai all’avventura del pellegrino

solitario. Ho sempre interrogato la terra e spesso ho pregato ilcielo. E oggi posso parlare di qualche orizzonte nuovo. Possopercepire la forza di un comune sentire e volere. Posso ancoraosare e scommettere e lo faccio per me e per altri che come econ me vogliono continuare la traversata. Sono tornato a celebrare con fede alcuni matrimoni (non tantoreligiosi). Mi ha guidato la pedagogia di Don Bosco.

MATRIMONIO TRA REALISMO ED OTTIMISMOCi stiamo intossicando di velleitarismo e di rassegnazio-ne, di fatalismo e di vitalismo; ma sentiamo la nostalgiadi un coraggioso ottimismo. Viviamo certamente l’ades-so, ma puntiamo sicuramente all’oltre.

ADon Gigi e la benefattrice Diomira Cespa

MATRIMONIO TRA FATICA E PASSIONEA ogni giorno la sua fatica, la sua lotta; maogni gesto e azione nascono dalla gioia di ge-nerare e sappiamo godere del frutto del par-to. Ogni nascita e rinascita recano dolore egioia.

MATRIMONIO TRA TEMPO E STORIAFatti amico il tempo e il tempo diventerà tuoamico. Ti permette di scrivere la tua storia.Ama il tuo vissuto e rispetta il tempo con isuoi ritmi, le sue novità, i suoi sconvolgimen-ti. Il tempo è tuo, ma non solo, né tutto tuo.

MATRIMONIOTRA AZIONE E CONTEMPLAZIONECi sentiamo vivi nella misura in cui agiamo,realizziamo. L’azione muove la vita e nella vi-ta modifichiamo e portiamo a termine. Ma seallontaniamo da noi il riposo, la riflessione eil godimento estatico i frutti saranno allora lafrenesia, lo stordimento e la nausea.

MATRIMONIO TRA TERRA E MARESembra lontano il tempo delle cose eterne,che resistono alla storia, agli eventi, alle di-struzioni; bisogna anche cavalcare l’onda cheviene e che va, che porta via e che a volte ri-consegna.

RISPOSARSITRENT’ANNI

il benefattore Enrico Cespa

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“MEMORIA GRATA”Ogni volta che cerchiamo di tornare alle nostre fonti e recupera-re così la nostra freschezza originale, spuntano nuove strade,metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti,parole cariche di rinnovato significato… La gioia dell’impegnobrilla sempre sullo sfondo della memoria grata.

“DINAMISMO DELL’USCITA”In questo “andare”, “uscire” sono presenti gli scenari e le sfidesempre nuove del nostro tempo. La gioia della nostra “mission”nasce dalla dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, delcamminare e seminare sempre di nuovo, sempre oltre, dell’usci-re dalla propria comodità e dalla stagnazione.

“L’ACCIDIA EGOISTA” Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della mis-sione educativa e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante.Un sostegno, una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta e,in definitiva, non accettata. Mentre oggi siamo chiamati, comeeducatori, a essere “persone-anfore” per dare da bere a tutti,specie i più assetati.

VANGELO DELL’EDUCATORESECONDO PAPA FRANCESCO

“ARTE DELL’ACCOMPAGNAMENTO”Dobbiamo dare al nostro cammino (missione) il ritmo salutaredella prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compas-sione, ma che, nel medesimo tempo, sani, liberi e incoraggi amaturare. Educatori che conoscono il modo di procedere, dovespiccano la prudenza, la capacità di comprensione, l’arte diaspettare, la docilità allo spirito.

“COMUNIONE NELLE DIFFERENZE”Non dobbiamo farci intrappolare nella congiuntura conflittuale.Dobbiamo accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasfor-marlo in un anello di collegamento di un nuovo processo. La so-lidarietà diventa uno stile di costruzione della storia, un ambitovitale, dove i conflitti, le tensioni e gli opposti possono raggiunge-re una pluriforme unità che genera nuova vita.

“LA GIOIA DEL VANGELO”Riempie il cuore e la vita intera di coloro che s’incontrano conGesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal pec-cato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento… Uneducatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da fu-nerale. Recuperiamo e accresciamo il fervore, la dolce e costan-te gioia di educare.

Lettura pedagogica dell’Evangelii Gaudium

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ILMANIFESTODELTRENTENNALE

CI IMPEGNIAMO NOI E NON GLI ALTRICi impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e nongli altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi credené chi non crede.Ci impegniamo senza pretendere che gli altri s’impegni-no con noi o per suo conto, come noi o in un altro modo.Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna, sen-za accusare chi non s’impegna, senza condannare chinon s’impegna, senza cercare perché non s’impegna,senza disimpegnarci perché altri non s’impegnano.Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questavita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delletante che ben conosciamo e che non ci prendono il cuo-re, un utile che non sia una delle solite trappole genero-samente offerte ai giovani dalla gente pratica. Si vive unasola volta e non vogliamo essere giocati in nome di nes-sun piccolo interesse.

Ci interessa di perderci per Qualcuno che rimane anchedopo che noi siamo passati e che costituisce la ragionedel nostro ritrovarci.Ci interessa di portare un destino eterno nel tempo, disentirci responsabili di tutto e di tutti, di avviarci, sia pu-re attraverso lunghi erramenti, verso l’Amore. Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per ri-farlo su misura, ma per amarlo. Per amare anche quello che non possiamo accettare,anche quello che non è amabile, anche quello che parerifiutarsi all’amore perché dietro ogni volto e sotto ognicuore ci sono, insieme a una grande sete d’amore, il vol-to e il cuore dell’Amore.Ci impegniamo perché noi crediamo nell’Amore, la solacertezza che non teme confronti, la sola che basta perimpegnarci perdutamente. Don Primo Mazzolari

Ci vuole coraggio a scegliere e a percorrere la strada dell’impegno che richiede cura delcammino di ognuno oltre che del proprio.

Si cresce guardandoci dentro e insieme guardando fuori da noi stessi. Dobbiamo guardare alfuturo da adesso e iniziare a dargli una forma. La nostra sfida al futuro parla un linguaggiosemplice, immediato, comprensibile a tutti e concreto. CORAGGIO, AMORE, PASSIONE, GIU-STIZIA, DEMOCRAZIA, FUTURO, sono parole che non possiamo svilire usandole con leggerez-za e senza la giusta importanza. Tutto parte da noi stessi, dal nostro impegno in prima persona.

Carlo volontario

“Quello che manca al mondo è un poco di si-lenzio”, così cantava Fossati in una sua can-zone. Sì, credo proprio che noi giovani abbia-mo bisogno di fare un po’ di silenzio per pen-sare, per capire “chi” vogliamo essere e qua-le strada intraprendere nella nostra vita.

É difficile scegliere, soprattutto in questo periodo, incui siamo bombardati continuamente da notizie ne-gative ed esempi non costruttivi. Questa è l’epocadel “click”, l’epoca del “tutto e subito”... c’è bisognodi riscoprire il valore della pazienza e della fatica. Lavita ci chiede di metterci in gioco secondo i nostri li-

miti e talenti. Quello che chiediamo alla società è diprestare ascolto alle nostre esigenze, di dare spazioalla nostra creatività... abbiamo bisogno di una so-cietà che si “prenda cura” dei suoi giovani. Abbiamobisogno di guide autentiche, oltre alle parole abbia-mo bisogno di concretezza, di persone che credanoe mettano in pratica quello che dicono. Non è veroche i giovani non hanno sogni; di sogni ne abbiamotanti, ma oggi è difficile avere il coraggio di inseguireun sogno; purtroppo siamo sempre davanti ad unbivio “seguire le proprie passioni o fare la scelta piùconveniente”, che possa garantire un lavoro, ma chenon rispecchia ciò che realmente desideriamo? Nonè vero che i giovani sono indifferenti: il mondo è pie-no di giovani che vogliono gridare CI IMPEGNIAMO,ma spesso non si sa come. L’impegno primario dellasocietà deve essere, quindi, quello di proporre varieopportunità al mondo giovanile, in modo da lasciar-ci scegliere l’ambiente in cui poter esprimere al me-glio le nostre capacità, in cui poter sperimentare labellezza di crescere insieme e di donare parte di séper il bene della collettività, sentendoci un tasselloutile e importante per la società.

Eliana, Alba, Francesca e Michela

I GIOVANI PARLANO. PERCHÈ

gli inizi a San Pietro

9È difficile trovare qualcosa che riassuma tutto ciòche noi giovani ci aspettiamo di avere dagli adul-ti, anche perché, in tempi come questi, per noiche abbiamo meno di vent’anni non si prospettaun futuro prospero e pieno di soddisfazioni.

Ma come è noto, le sfide che la vita ti pone davanti sonoinfinite e tutto ciò che noi possiamo fare è provare a su-perarle, con aiuti o meno da parte delle nostre famiglie odelle persone che ci stanno accanto.Io, da giovane quale sono, non chiedo molto a chi è piùgrande di me. Le uniche cose che vorrei dagli adulti sonoil rispetto, l’indipendenza e la fiducia, che credo siano lecose fondamentali per riuscire a crescere nel migliore deimodi. Noi del resto dobbiamo imparare a crescere da so-li, dobbiamo crearci la nostra vita dalle fondamenta, met-tere mattone su mattone fino a che non saremo soddi-sfatti di quello che avremo fatto. Quindi, cari adulti, vi chiedo col cuore di lasciarci i nostrispazi, di fidarvi di noi e di farci crescere senza troppi aiu-ti o limitazioni, cosicché noi, una volta grandi, avremo lecapacità adatte per affrontare la vita come voi la state af-frontando ora. Siate per noi degli esempi da seguire, de-gli eroi da imitare e vogliateci bene come dei figli.

Isabella Del Fagio

NON ASCOLTARE?

San Pietro oggi

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Bisogna modernizzarne i principi, i concetti, gliorientamenti primigeni, reinterpretando sul pianoteorico e pratico sia le grandi idee di fondo, sia igrandi orientamenti di metodo. Tutto ciò a vantaggiodella formazione di giovani “nuovi” del XXI secolo,chiamati a vivere e confrontarsi con una vastissima einedita gamma di situazioni e problemi, in tempi si-curamente mutati, nei quali le stesse scienze umanesono in fase di riflessione critica.

1. IL VANGELO DELLA GIOIAPromuovere la partecipazione degli uomini alla bea-titudine stessa di Dio. Alla scuola di Don Bosco, l’ap-partenente alla Famiglia Salesiana coltiva dentro disé alcuni atteggiamenti che favoriscono la gioia e lacomunicano agli altri: la fiducia nella vittoria del be-ne, l’apprezzamento dei valori umani, l’educazionealle gioie quotidiane.

2. LA PEDAGOGIA DELLA BONTÀEssa, infatti, è amore autentico perché attinge daDio; è amore che si manifesta nei linguaggi dellasemplicità, della cordialità e della fedeltà; è amoreche genera desiderio di corrispondenza; è amoreche suscita fiducia, aprendo la via alla confidenza ealla comunicazione profonda. Per l’educatore, è unamore che richiede forti energie spirituali; l’amore-volezza è frutto della carità pastorale e diventa cosìsegno dell’amore di Dio.

3. L’EDUCAZIONE È COSA DEL CUORELa pedagogia di Don Bosco s’identifica con tutta lasua azione e tutta l’azione con la sua personalità; etutto Don Bosco è raccolto, in definitiva, nel suo cuo-re. L’amore di Don Bosco per questi giovani era fattodi gesti concreti e opportuni. Egli s’interessava di tut-ta la loro vita, riconoscendone i bisogni più urgenti eintuendo quelli più nascosti.Essere uomo di cuore, per Don Bosco, significavaquindi essere tutto consacrato al bene dei suoi gio-vani e donare loro tutte le proprie energie, fin l’ulti-mo respiro!

ALLA RISCOPERTADEL SISTEMA PREVENTIVO

EMERGENZA

114. LA FORMAZIONE DELL’ONESTO

CITTADINO E DEL BUON CRISTIANOFormare «buoni cristiani e onesti cittadini» è inten-zionalità per indicare tutto ciò di cui i giovani neces-sitano per vivere con pienezza la loro esi stenza uma-na e cristiana. La presenza educativa nel socialecomprende queste realtà: la sensibilità educativa, lepolitiche educative, la qualità educativa del viveresociale, la cultura.

5. UMANESIMO SALESIANOPer Don Bosco significava valorizzare tutto il positivoradicato nella vita delle persone, nelle realtà create,negli eventi della storia. Ciò lo portava a cogliere gliautentici valori presenti nel mondo, specie se graditiai giovani; a inserirsi nel flusso della cultura e dellosviluppo umano del proprio tempo, stimolando ilbene e rifiutandosi di gemere sui mali; a ricercarecon saggezza la cooperazione di molti, convinto checiascuno ha dei doni che vanno scoperti, riconosciu-ti e valorizzati; a credere nella forza dell’educazioneche sostiene la crescita del giovane e lo incoraggia adiventare onesto cittadino e buon cristiano; ad affi-darsi sempre e comunque alla provvidenza di Dio,percepito e amato come Padre.

6. SISTEMA PREVENTIVOE DIRITTI UMANI

La pedagogia salesiana non ha motivo di esistere senon per la salvezza integrale dei giovani. Come DonBosco nel suo tempo, noi non possiamo essere spet-tatori; dobbiamo essere protagonisti della loro sal-vezza. La pedagogia salesiana ci chiede di percorre-re anche la strada dei diritti umani; si tratta di unavia e di un linguaggio nuovi che non possiamo tra-scurare. Non dobbiamo lasciare nulla d’intentato perla salvezza dei giovani. Il sistema preventivo e i dirit-ti umani interagiscono arricchendosi l’uno con l’al-tro. Il sistema preventivo offre ai diritti umani un’an-tropologia che si lascia ispirare dalla spiritualitàevangelica e vede come fondamento dei diritti uma-ni il dato antico della dignità di ogni persona “senzadistinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, disesso, di lingua, di religione, di opinione politica o dialtro genere, di origine nazionale o sociale, di ric-chezza, di nascita o di altra condizione”. I diritti uma-ni inoltre offrono al sistema preventivo nuove fron-tiere e opportunità di impatto sociale e culturale co-me risposta efficace al “dramma dell’umanità mo-derna della frattura tra educazione e società, del di-vario tra scuola e cittadinanza”.

EDUCAZIONEPio Carlotti volontario

DALLA PEDAGOGIA PREVENTIVAIL SUO SISTEMA FUNZIONA ANCORA

CLIMA DI FAMIGLIA.TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI AMAREE DI ESSERE AMATI

Tra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi: non portatevi néinvidia né rancore; anzi il bene di uno sia il bene di tutti; siamopronti ad aiutarci in ogni circostanza: noi formiamo una “gran-de famiglia”.

SPIRITO DI OTTIMISMO.CIASCUNO PUÒ ESSERE UN VALORE PER SÉ EPER GLI ALTRI

In ogni giovane anche il più disgraziato vi è un punto accessibileal bene: è dovere fondamentale di ognuno cercare questo punto,questa corda sensibile del cuore per farne vibrare tutta la sua ric-chezza.

AMBIENTE DI FIDUCIA E DI FESTA.LA FAMILIARITÀ GENERA L’AFFETTO,LA CONFIDENZA, LA GIOIA

La familiarità porta l’affetto, l’affetto porta la confidenza. Conogni semplicità, lealtà, aprirai a tutti i tuoi segreti, con la me-desima sincerità con cui un figlio li mostra a sua madre.Quanta gioia se ti sarai confidato totalmente agli altri e se glialtri si confideranno con te.

PRINCIPI DELLAPEDAGOGIA SALESIANA

CHE ANIMANO LA METODOLOGIADEL SOGGIORNO PROPOSTA

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DI DON BOSCOLAVORO E SACRIFICIO.NELLA VITA SEMPLICE SI SCOPREE SI AMA L’ESSENZIALE

Non fare penitenze, ma compi con amore e precisione ognilavoro e il tuo dovere quotidiano. Vinci te stesso, le tue cattiveabitudini e inclinazioni, le tentazioni quotidiane. Il lavoro e ilsacrificio faranno fiorire la tua vita e la nostra Comunità.

METODO PREVENTIVO.PREVENIRE E NON REPRIMEREPER CRESCERE INSIEME

Occorre essere presenti sempre, stimando tutti e non scorag-giando nessuno, vigilando con amore e attenzione, ricordan-do, ammonendo, persuadendo… Cerchiamo di mettere glialtri nell’impossibilità morale di sbagliare.

REGOLA MAESTRA DI VITA.LE REGOLE: UNA GUIDA ED UNAIUTO NEL CAMMINO DI CIASCUNO

Noi dobbiamo essere la personificazione delle Regole, centobei discorsi senza i fatti non valgono nulla. Proporre ad altri co-se buone o richiederle, mentre noi facciamo il contrario, diven-ta inutile. Osservare sì, ma con diligenza e amore.

gli inizi al Feudo

il Feudo oggi

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Credo di aver vissuto una delle esperienze piùrilevanti, sia sotto il profilo professionale, masoprattutto da un punto di vista spirituale, rivi-vendo i luoghi e la storia di Don Bosco. Prima della partenza per Torino non sapevo conprecisione ciò che avrei vissuto o tantomeno glieffetti sul mio modo di vedere il mondo; di unacosa ero però fermamente convinto: da un pun-to di vista personale avrei intrapreso un viaggioche mi avrebbe fatto cogliere una conoscenzaprofonda e intima del mondo salesiano. Ho avuto l’occasione di riflettere con umiltà euna certa obiettività (forse per la prima voltanella mia vita) riguardo al “vivere insieme”: mi èapparso chiaro come Dio non ti conceda le per-sone che vuoi - o meglio - che pensi di volere;Lui ti offre le persone di cui hai bisogno, senzaneppure che fossi a conoscenza di tale necessi-

tà; le persone della tua vita sono lì perché tu dialoro l’occasione di aiutarti, di amarti e di farti di-ventare la persona che sei destinata a essere. L’insegnamento di Don Bosco, la sua vita, la suaesperienza, gli avvenimenti e soprattutto i suoiideali (lasciatici in perenne eredità), rilevanocon estrema delicatezza e fermezza un messag-gio che nella sua semplicità mostra tutta la suaforza e l’assurdità della nostra realtà fittizia: ilmettere di nuovo al centro l’UOMO nel suo es-sere creatura, quindi “dato” da Dio, ma l’uomoanche come “datore”, agente nella realtà equindi rivestito di responsabilità verso se stesso,verso il creato, verso gli altri e soprattutto versoDio. Attraverso tale duplice realtà è possibileevitare che il mondo sia lasciato in balia del-l’ipocrisia, della malvagità o, ancora, dell’indif-ferenza, ripristinando il senso della responsa-bilità. Infatti, oggi, al contrario di quanto la societàsembra imporci, c’è bisogno che ognuno agiscasecondo la propria coscienza: non nel cieco

IO OPERATORE DEL SOGGIORNOSONO ANDATO AD INCONTRARE

RIVISITANDO LUOGHI

Domenico operatore

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egoismo, ma nel rispetto di tutte le persone che nella vita vi-vono nel disagio, riconoscendole come fratelli. Il momento più bello ed emotivamente coinvolgente è statoil ripercorrere uno dei luoghi più indicativi e spirituali dellavita di Don Bosco riconoscendo quindi tutta la santa umani-tà di un uomo come noi, ma al tempo stesso la natura cosìeccezionale nella sua normalità: nulla è stato altrettanto ri-levante come vivere con i suoi occhi il momento del BIVIO.Tale evento ha avuto su di me un effetto rivelatore, ma altempo stesso un senso di familiarità: tante volte ho sentitol’angoscia della scelta e del dubbio sulla mia pelle, ma la fe-de e il messaggio di Don Bosco hanno rappresentato la bus-sola del mio cammino, che mi ha permesso ora con sor-prendente lucidità di riconoscere in quel sentimento dell’in-determinatezza tutto il suo valore reale. Per questo la storia di Don Bosco mi ha rinsaldato con unagrande forza, un gran coraggio: il suo esempio di come sinda piccolo abbia dovuto far fronte alle avversità della vita edella sua famiglia (una famiglia povera certo, ma dotata digran nobiltà d’animo e umiltà cristiana, dove la forza e il co-raggio di mamma Margherita hanno rappresentato il farodell’intero nucleo familiare).

MOMENTI INSIEMEI momenti di gruppo meritano una riflessione a parte, dove ho avu-to la possibilità di condividere, insieme con altri operatori che coo-perano nel sociale, le varie esperienze affrontate quotidianamente.I momenti d’incontro si sono sviluppati prima in una fase di cono-scenza in cui ciascuno ha presentato e rappresentato se stesso e lapropria comunità di riferimento (ciò ha permesso in primo luogo dirompere un po’ il ghiaccio e intraprendere una preliminare cono-scenza reciproca), in seguito ciascuno ha avuto la possibilità di con-frontare con gli altri i propri pensieri e le proprie esperienze. Ovvia-mente tale momento ha permesso un confronto costruttivo attonon solo a una riflessione sul proprio lavoro (attuando una speciedi autoanalisi sul proprio agire), ma soprattutto un confronto con ledinamiche e le esperienze di altri gruppi. Gruppi forse lontani comenello spazio e nell’ambito, ma vicinissimi negli ideali e nei problemisociali affrontati ogni giorno. Proprio il confronto con altri gruppi èciò che mi ha arricchito maggiormente in questi giorni insieme: ov-viamente non mi riferisco solo all’eccezionale arricchimento perso-nale derivato dallo stare con delle persone eccezionali, ma anchel’arricchimento professionale nato dal confronto con differenti me-todologie e tecniche pedagogiche. Da tutto ciò non posso che termi-nare in maniera più che positiva questa mia breve riflessione, augu-randomi che l’esperienza possa essere rivissuta in futuro, anzi ripro-mettendomi di aiutare ad arricchire la mia e l’esperienza di tutti.In conclusione vorrei evidenziare i temi e i momenti di maggiorricchezza (secondo il mio parere): il BIVIO, i MOMENTI INSIEMEe l’EUCARESTIA.

Domenico Maestri

PROPOSTADON BOSCO

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PROGETTI

PROGETTO PRESENTATODAL CAPOFILA COMUNE DI ORTONAIl progetto “Reti di legalità” vuole promuovere la for-mazione delle giovani generazioni tramite la co-edu-cazione che coinvolge scuola e famiglia. Le istituzioniriconoscono nella famiglia e nella scuola le basi fon-danti la formazione dell’individuo sulle quali costruireun’educazione alla legalità e alla cittadinanza, creandospazi e collegamenti per una comunità educante e unpatto educativo tra agenzie formative. La legalità iniziain famiglia, continua a scuola… fino alla società.

RETI DI LEGALITÀ:LA COMUNITÀ EDUCANTE,LA SCUOLA, LA FAMIGLIA

Domenico, Enzo, Marcello, Anna, Claudio e Valentina operatori

17• PROGETTO S.O.L.E. “SVILUPPAREOPPORTUNITÀ LAVORATIVE ECCELLENTI”

• INSERIMENTO LAVORATIVO DIVERSAMENTEABILI “PROGRAMMA DI INCLUSIONE SOCIALE”

• ASSE 3 INCLUSIONE SOCIALE

LINEA DI INTERVENTO 2DIVERSAMENTE ABILIIl progetto S.O.L.E. è il risultato della collaborazione traSoggiorno Proposta onlus, il CNOS/FAP Salesiani di Or-tona, la Cooperativa PAN, il Comune di Ortona ed altrienti pubblici e privati, e alcune aziende del territorio. Loscopo principale è quello di inserire nel mondo del la-voro giovani inoccupati, soprattutto portatori di disabili-tà, e di far crescere una cultura del lavoro attraversol’erogazione di un servizio di tipo tutoriale-educativo.Il Soggiorno Proposta in questa situazione si occupa dipromuovere professionalità sociali al suo interno dan-do la possibilità di acquisire la professionalità di opera-tore di comunità, mettendo a disposizione professioni-sti capaci di orientare, sostenere e supportare giovanisvantaggiati durante l’esperienza lavorativa in altreaziende.

PROGETTI SPECIALIMULTIASSE “S.O.L.E.”

PARLIAMO DI INDIPENDENZE

OBIETTIVI GENERALI Con questo progetto si vuole affrontare il tema delle DIPENDENZE, siada sostanze stupefacenti, sia da gioco, da internet, da tutti quei com-portamenti che nascondono insicurezze, fragilità, solitudine.

OBIETTIVI SPECIFICISviluppare la cultura del dialogo e del rispetto delle regole. Educarealla partecipazione attiva alla vita sociale. Educare al pensiero critico eal senso di responsabilità. Fornire riflessioni e strumenti idonei ad in-dividuare e combattere ogni forma di dipendenza e di devianza. Favo-rire il proliferare d’iniziative volte migliore la propria vita.

RISULTATI ATTESIAttivare la partecipazione dei ragazzi attraverso il dialogo, lo scambiodi idee, la discussione attiva e creativa. Favorire nei ragazzi lo sviluppodi un percorso di riflessione sui comportamenti messi in atto partendodall’esame del proprio quotidiano per arrivare ad attivare un pensierocritico che porti allo sviluppo d’iniziative in difesa della propria libertàdalle sostanze e dai comportamenti devianti. Far sperimentare ai ra-gazzi la scoperta delle proprie capacità di discernimento, di relazio-narsi, di fare scelte di vita positive e concrete.

TARGET DEL PROGETTOStudenti delle classi prime e seconde delle scuole superiori.

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M.I.O. (MUSIC IN ORTONA)Music in Ortona, Volontariato with Love! È una festa del volontariatoche ha unito musica, volontari, interventi e messaggi importanti. Insiemeagli “Amici del Soggiorno Proposta” abbiamo lavorato TUTTI INSIEMEcon passione, tenacia, impegno e buona volontà alla realizzazione diquesto bellissimo progetto. Sono intervenuti Giovanni Impastato, NinoFezza, Romina Remigio, Tommaso Chiarini e don Stefano Tollu che han-no raccontato le loro esperienze nella lotta alle mafie, nell’aiuto alla Siria,alla Tanzania, ai tossicodipendenti ed agli alcolisti, ai poveri dell’Angola. Iltutto accompagnato dalla splendida musica suonata da gruppi di Ortona,Ancona, Faenza e Forlì giunti per lasciare il loro segno in questa bella se-rata. È nata una bella collaborazione con la Consulta Giovanile di Ortonache lascia immaginare nuovi appuntamenti da organizzare insieme.La volontà è di organizzare ogni anno questa festa per continuare a par-lare di GIOVANI, VOLONTARIATO, PASSIONE, AMORE.

M.I.O. 2 nell’agosto 2014 ad Ortona. Ci saremo tutti.

Mauro operatore Claudio e Antonella operatori

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SPORTELLO ANTIVIOLENZA DONN’È SOGGIORNO PROPOSTAONLUS

1. ACCOGLIENZA, ASCOLTO E INFORMAZIONElo sportello offre un primo momento di accoglienza in cui la donna si sente rassicurata inun ambiente a lei famigliare, in cui può ricevere informazioni sui propri diritti e possa es-sere inserita nel giusto percorso di reinserimento sociale, evitando la cosiddetta vittimizza-zione secondaria (sportello di ascolto). Le figure impiegate in tale attività possono essereindividuate in: assistenti sociali / mediatori culturali, operatori sociali.

2. CONSULENZA PSICOLOGICAsi fanno colloqui individuali, e altresì gruppi di lavoro per l’elaborazione del trauma. Le vit-time vengono assistite da figure esperte, capaci di sostenere le donne nel percorso di rico-struzione della propria identità d’individuo e di riappropriazione del proprio vissuto.

3. CONSULENZA LEGALEcome strumento per la risoluzione delle problematiche principali esposte dalle donne inambito civile e penale, fornendo alle stesse il sostegno di avvocati che possano assistere lavittima in ogni stato e grado del procedimento sia esso civile, penale e/o minorile.

4. ACCOMPAGNAMENTIsi forniscono alle donne servizi di accompagnamento presso strutture sanitarie, tribunali,forze dell’ordine per sostenerla nel percorso di uscita dalla violenza e per proteggerla qua-lora ce ne fosse necessità.

5. L’ATTIVAZIONE DI AZIONI POSITIVE E INTERVENTI DI RETEcreare una vera e propria rete tra strutture sanitarie, forze dell’ordine e servizi presenti sulterritorio al fine di poter offrire alle donne un percorso individualizzato di reinserimento.

I SERVIZI

Leo operatore

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PRESENTI

Il richiamo del territorio in cui viviamo eagiamo è sempre più forte e più pres-sante, c’è bisogno dell’impegno diognuno per uscire da una crisi che nonè solo economica ma anche di valori edi contenuti. A vario titolo partecipiamoad alcuni tavoli e coordinamenti locali enazionali.

CONSULTA DEL VOLONTARIATORinasce nel 2013 a Ortona la CONSULTA del VOLONTARIATO,più precisamente delle Associazioni, approvato il Regolamentoe costituiti gli Organi statutari, tutto è pronto per il via. Impegnia breve e a lungo termine sono in calendario per una presenzaefficace e responsabile nel contesto locale. C’è voglia di essere econtare nei programmi e nelle azioni per una migliore qualitàdella vita e per una più serena e vivace convivenza. In vista dilancio è la CARTA delle Consulta del Volontariato Ortonese.Primi appuntamenti sono il BILANCIO PREVENTIVO per il 2014 ele proposte per i nuovi PIANI SOCIALI di Zona. «Si vuole essereinformati per dare un contributo qualificato e competente chenasca dal basso per il bene comune e per una sensibilizzazionee partecipazione della collettività» (Don Gigi Coordinatore).

Francesco volontario don Gigi, Valentina operatrice

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OSSERVATORIO SOCIALE LOCALEL’Osservatorio è uno “strumento di conoscenza” funzionale allapartecipazione e alla crescita democratica della comunità localee permette di organizzare risposte efficaci alla sfida di una real-tà sociale sempre più complessa per via di una crisi economicae occupazionale che non ha eguali nella storia repubblicana.Il dinamismo con cui evolvono i bisogni dei cittadini, e l’artico-lazione con cui si esprimono, rendono il governo dei territorimeno semplice che in passato, ma la complessità non va vistasoltanto come un elemento di difficoltà ma anche come fattoredi qualità del organizzazione sociale. Essa, infatti, indica una ric-chezza in termini di opportunità di scambio e di relazioni tra cit-tadini, di presenza di capitale sociale. La complessità sociale è, pertanto, una ricchezza che va valoriz-zata, resa responsabile e utilizzata in funzione di un sistema diwelfare di rete, funzione che assume particolare rilevanza inuna situazione socio-economica caratterizzata da pesanti taglisulla spesa pubblica in campo sociale.L’Osservatorio è uno strumento di ricerca, analisi e sviluppo del-le conoscenze che permette:• all’autorità sociale locale (la Conferenza dei Sindaci) di poter

valutare e compiere scelte sulle politiche idonee sulla base di

informazioni precise e tempestive ed attuare il massimo livel-lo di integrazione dei servizi;

• agli organismi rappresentativi del sociale, presenti sul territo-rio, di elaborare proposte e partecipare a un processo di svi-luppo dei servizi in ambito locale;

• ai cittadini, di essere informati sulla presenza, sullo stato di at-tuazione dei servizi sociali e sui livelli di assistenza realizzatisul territorio.

Le aree di interesse dell’Osservatorio possono riassumersi inquelle che «in riferimento alla programmazione degli interventie delle risorse del sistema integrato di interventi e servizi socia-li», afferiscono al «coordinamento ed integrazione con gli inter-venti sanitari e dell’istruzione nonché con le politiche attive diformazione, di avviamento e di reinserimento al lavoro» (art. 3Legge 328/2000).Per questo le aree d’interesse dell’Osservatorio sono: • Età evolutiva e Disabilità• Scuola e Formazione• Lavoro e Famiglia • Immigrati e Povertà• Salute mentale e Dipendenze• Anziani e Servizi di assistenza e ricovero

NEL TERRITORIO

22 CONSULTA SULL’EMARGINAZIONEE DISAGIO GIOVANILE DEI SALESIANISempre più importante è il ruolo del Soggiorno Proposta all’inter-no del mondo Salesiano, anche attraverso la partecipazione atti-va alla Consulta sull’emarginazione e disagio giovanile. Il cammi-no di questo settore parte dal desiderio di alcuni Salesiani impe-gnati in questo settore di dare visibilità alle esperienze con i ra-gazzi in situazioni di povertà e di esclusione sociale. La Consulta èstruttura di animazione all’interno dell’Ispettoria Salesiana è com-posta dalle realtà che l’Ispettoria ritiene opportuno di convocare(anche non soci SCS). Ha una funzione di animazione, coordina-mento, confronto tra realtà che operano nel medesimo ambito. Èconvocata, coordinata, animata dall’Incaricato Ispettoriale EdG.

FORUM DEL TERZO SETTOREIl 2013 è stato un anno molto importante perché ha visto, nellanostra regione, la nascita del FORUM DEL TERZO SETTORE unodegli organismi più importanti per le Associazioni che operanonel sociale. La nostra sarà una partecipazione attiva e propositivaper dare lustro e contenuti al Forum.

CNCA REGIONALE E NAZIONALEIl CNCA è il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Acco-glienza e raggruppa più di 250 associazioni italiane che si occupa-no di Dipendenze, Carcere, Tratta, Handicap, Minori, Immigrati,Senza fissa dimora. Il Soggiorno Proposta è parte attiva sia dellaFederazione Regionale sia in quella nazionale con la partecipa-zione al gruppo ad hoc Dipendenze. Grande impegno per la Fe-derazione Regionale è quello di rilanciare a livello locale le politi-che sociali, la formazione degli operatori, l’allargamento dellapartecipazione attiva.

Sandro, Laura e Rosanna volontari

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FORMAZIONE CONTINUA DEGLI OPERATORIÉ importante essere sempre al passo con i cambiamenti che la realtà dei giovani ci presenta e, in particolare,nel variegato mondo dell’impegno e del lavoro sociale. La Federazione Regionale Abruzzo e Molise del CNCAoffre ai suoi operatori e volontari l’occasione per formarsi e aggiornarsi attraverso un corso di 600 ore suddi-vise in 144 ore di lezioni in aula, 100 ore di Project work e 356 ore di stage. I principali temi, suddivisi in tre mo-duli, sono: welfare state, welfare mix, welfare market. La costruzione del welfare locale (piani sociali, profiliprofessionali, lavoro sociale, accreditamenti). La sfida dell’inclusione sociale. Il pianeta del non profit.

Solidarietà – sussidiarietà e partecipazione.Ricerca sociale. Progettazione sociale. Valutazione sociale. Fund raising. Lavoro di rete. Bilancio sociale. Gliscenari della fenomenologia sociale. Infanzia, adolescenza e famiglie; Il paradigma della gioventù; Dipendenze; Migrazioni: linee di tendenza fe-nomeniche, normative, pratiche emergenti, proposte di lavoro. Cooperazione internazionale e decentrata. Altre fenomenologie: handicap, violenza di genere, rom, senza fissa dimora. Implementazione dei servizi nelle Regioni Abruzzo-Molise.

CON I TEMPIgruppo Amici del Soggiorno Proposta

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FORMAZIONE DEI RESIDENTI:PREPARAZIONE AL FUTUROLa Comunità offre ai suoi ospiti l’opportunità di formarsi in alcuni campi per af-frontare, una volta terminato il proprio percorso, il mondo lavorativo più consa-pevoli delle proprie capacità e con un bagaglio di esperienze più completo. Fondamentale è l’apporto umano e professionale dei formatori volontari checon l’impegno settimanale garantiscono la sempre buona riuscita di questi corsi.Molto importante è anche la collaborazione con aziende, consorzi e associazio-ni del territorio, come Cometa, Cisi, Lyons e Rotary, che grazie alla loro disponi-bilità permettono la realizzazione di numerosi progetti.

CORSO DI INFORMATICAIl corso risponde all’esigenza sempre più esplicita di una formazione teorico-pratica all’uso del computer per accedere ai sempre più numerosi settori lavora-tivi che fanno largo uso dello strumento informatico.

CORSO DI FALEGNAMERIAIl corso vuole incrementare lo spirito artistico e l’abilità manuale dei giovaniospiti attraverso l’offerta di strumenti e competenze riutilizzabili in un lavoro fu-turo. Tra gli obiettivi del corso ci sono lo sviluppo delle abilità nella lavorazionedel legno, l’uso corretto e in sicurezza delle macchine.

AGGIORNAMENTO CULTURALEL’aggiornamento culturale e la possibilità di conseguire la licenza media restanodue proposte fiore all’occhiello del Soggiorno Proposta. Pur innalzandosi il livel-lo di scolarità dei giovani residenti, permangono gravi lacune culturali. Sonosempre più numerosi i ragazzi che terminato il cammino comunitario tornano astudiare per conseguire il diploma o quelli che si iscrivono a un corso di laurea.

gli inizi a Morrecine

Morrecine oggi

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OLTRE LA SCUOLAEventi come mostre, spettacoli teatrali, cinema,concerti, eventi culturali sono occasioni sempre va-lide per incontrare il mondo reale fuori dalla comu-nità e creare una nuova cultura del divertimento edel tempo libero.

TURISMO: CONOSCERE E SCOPRIREAttraverso la partecipazione a gite ricreative e cul-turali della durata di uno o più giorni, fino ad arri-vare ad una settimana, in località dell’Abruzzo, del-le Marche, dell’Umbria, del Lazio, del Molise, dellaToscana… promuoviamo l’interesse per l’arte, perla cultura, per il bello in genere. È la riscoperta delturismo giovanile e delle capacità di organizzare iltempo libero e momenti di relax e socializzazione.

NON SOLO LAVORO…ANCHE IL TEMPO LIBERO

Grande attenzione è data in Comunità all’educazione al tempo li-bero inteso come parte imprescindibile della propria vita quotidia-na. É un momento di crescita personale e di condivisione con glialtri, oltre che una scoperta di nuove capacità e competenze.

i ragazzi sul Monte Bove

I NOSTRIPROGETTIINTERNAZIONALI

IL MESTRE ARMANDO DAL BRASILEIl progetto “Centro Juvenil Jesus Adolescen-te” si divide in due grandi settori: l’Oratorio,con 4/500 iscritti fra i 6 e 21 anni; e la ScuolaProfessionale, che a sua volta propone 5 cor-si di avviamento per ragazzi dai 12 ai 16 annie corsi di formazione per giovani dai 17 anniin su. Ogni anno sono quasi 2.000 i giovaniche acquisiscono un diploma ed entrano nelmondo del lavoro con una percentuale di as-sunzione del 70%. Il Brasile è un paese ingrande espansione e tutte le qualifiche dan-no ottime opportunità lavorative, ma il diplo-ma più importante che cerchiamo di rilascia-re a ognuno dei nostri giovani è quello di“buon cristiano”. La nostra proposta educati-va vuole creare una persona che viva la pro-pria vita al servizio degli altri in spirito di fra-tellanza e solidarietà.Dal punto di vista delle collaborazioni con leimprese si è avviato un rapporto di lavoro

con la Petrobras che sta costruendo a TrèsLagoas una grande fabbrica di fertilizzanti esi è rivolta al nostro Centro Giovanile per cu-rare la formazione del personale che dovràessere assunto. Si sono fatti carico della co-pertura economica di tutti i corsi relativi,comprese le spese di energia, materie prime,divise, salari insegnanti, autobus che vanno aprendere i ragazzi che abitano lontano perportarli al Centro Giovanile. La Petrobras è lapiù grande multinazionale dell’America Lati-na nell’ambito della produzione di energiaed ha il suo quartier generale a Rio de Janei-ro. Opera nel campo del petrolio e suoi deri-vati, gas naturale, petrolchimica, fertilizzanti,biocombustibili e biotecnologie con sedi in27 paesi di tutti i continenti. Il futuro sarà luminoso se continueremo adavere al nostro fianco tanti amici come voi.Grazie Soggiorno Proposta.

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Il progetto Angola è diventato una meravigliosa realtàpiena di sogni e di speranze. La difficoltà maggiore èdare risposte a tutte le domande che in questo mo-mento al Centro Buon Pastore di Luanda arrivano. Illavoro con i meninos de rua va a gonfie vele, il centroprofessionale cresce, la scuola primaria va benissimo,il centro di salute continua con la media di 1000 per-sone al mese ed è partito il servizio dentistico. Il pro-getto d’inclusione sociale con lo sport, “PolidesportivoDom Bosco” va a gonfie vele coinvolgendo circa unmigliaio tra adolescenti, bambini e giovani. L’oratoriopur con pochi mezzi è regolare e serve più di 300

bambini a settimana. La catechesi ha coinvolto nonmeno di 2000 persone. È stato creato un bellissimoservizio di volontariato con tanti giovani angolani (cir-ca 80) e alcuni stranieri che servono nelle varie di-mensioni sociali della comunità.Don Stefano è l’unico salesiano, ma è aiutato da mol-ti laici. Ci sono un consiglio della comunità, un consi-glio della pastorale degli adulti, un consiglio della pa-storale giovanile; un coordinamento della catechesi,uno della casa di accoglienza; un coordinamento del“Polidesportivo Dom Bosco” e infine quello del centroprofessionale.Le maggiori urgenze sono legate al pagamento dei sa-lari delle circa quaranta persone assunte, all’acquistodel necessario per le attività culturali sociali: oratorio,meninos de rua, “Polidesportivo Dom Bosco”...Le preoccupazioni sono legate alla deriva relativisticache sta uccidendo la cultura autoctona angolana, mu-tandola in un ibrido orribile dove i giovani sono sem-pre più brasiliani e sempre meno africani.La speranza è legata ai nostri giovani, protagonisti delloro presente per costruire il proprio domani. Loro so-no il futuro!

E DON STEFANO DALL’ANGOLA

28 In risposta alle normative vigenti ed ai bisogni attuali sisono strutturati servizi, consulenze e rapporti. In tutti etre i centri una equipe multidisciplinare formata daoperatori di comunità, pedagogisti, educatori, psicolo-gi, sociologi, assistenti sociali, tecnici e formatori, conl’ausilio di volontari qualificati e in collaborazione coni servizi pubblici e privati garantiscono per 365 giorniall’anno una risposta adeguata e congrua alle esigen-ze odierne.

servizi amministrativiservizi di logistica e manutenzione dei beniconsulenze psichiatriche in collaborazione con il CSMservizi di segreteriaconsulenze legali e giuridicheservizi artistici e culturaliconsulenze sanitarie e medicheservizi di accoglienzaconsulenze familiariservizi di animazioneservizi di reinserimento e accompagnamentoservizi di progettazioneservizi di formazione professionaleservizi di attività scolastiche e di aggiornamentoservizi per il tempo liberoservizi per il webservizi agricoli - zootecnici

SERVIZI ECONSULENZE

Sede Legale Contrada Villamagna, 466026 ORTONA (CH) - tel/fax 085 9196464

CENTRI COMUNITARI RESIDENZIALISan Pietro Contrada Villamagna, 4 - 66026 ORTONA (CH)

tel/fax 085 9196464 334 [email protected]

Morrecine Contrada Morrecine, 9 - 66026 ORTONA (CH)tel/fax. 085 9194001 334 [email protected]

Feudo Contrada Feudo, 12 - 66026 ORTONA (CH)tel/fax 085 9190442 334 3815238

[email protected]

CI PUOI SOSTENERE ATTRAVERSO FIRMA 5X1000 C.F. 91000890698ELARGIZIONI LIBERALI SU CCP N. 12621660

IBAN IT63 Q010 3077 7800 0000 0164 347 M.P.S. - ORTONAIntestati a SOGGIORNO PROPOSTA Onlus

www.soggiornoproposta.org

onlus

CONTATTI

30 pag 4_ risposarsi a trent’anni

pag 6_ Vangelo dell’Educatore secondo Papa Francesco

pag 7_ il manifesto del trentennale

pag 8_ i giovani parlano. Perchè non ascoltare?

pag 10_ emergenza educazione

pag 12_ dalla pedagogia preventiva di Don Bosco

pag 14_ io operatore del Soggiorno Propostasono andato ad incontrare Don Bosco

pag 16_ i nostri progetti

pag 20_ presenti nel territorio

pag 23_ al passo con i tempi

pag 25_ non solo lavoro… anche tempo libero

pag 26_ il mestre Armando dal Brasile

pag 27_ don Stefano dall’Angola

pag 28_ servizi e consulenze

pag 29_ contatti

INDICE

onlus

Con questa fede saremo in grado di strappare allamontagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare lestridenti discordie della nostra nazione in una bellissi-ma sinfonia di fratellanza. Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme,di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insie-me in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendoche saremo liberi un giorno.

Martin Luther King

I have a dream

CENTRI COMUNITARI RESIDENZIALIContrada Villamagna 4 - 66026 ORTONA (CH)tel. fax 085 9196464 334 [email protected] Morrecine 9 - 66026 ORTONA (CH)tel. fax 085 9194001 334 [email protected] Feudo 12 - 66026 ORTONA (CH)tel. fax 085 9190442 334 3815238 [email protected]

ww.

sogg

iorn

opro

post

a.or

g

onlus

Filastrocca impertinente

Chi sta zitto non dice niente,

chi sta fermo non cammina,

chi va lontano non si avvicina,

chi si siede non sta dritto,

e chi non parte, in verità,

in nessun posto arriverà.

Gianni Rodari