Ilprocessodiprogettazione 2 - Edilportale · Scelta di un Metodo di analisi adeguato alle...

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Il processo di progettazione Il calcolo antisismico, come tutto il calcolo strutturale, si basa sulla capacità di schema- tizzare gli elementi in gioco (struttura, carichi statici e sismici, modo di comportamen- to, metodi d’analisi) attraverso un modello. Questo deve comprendere tutti gli elementi rilevanti e quindi essere esaustivo, e contemporaneamente mantenersi il più semplice possibile, per rapidità di calcolo e comodità di controllo. Per questo è necessaria una sensibilità progettuale che solo l’esperienza e l’intuizione è in grado di fornire. Secondo Einstein: “Models must be developed as simple as possible, but not simpler” , cioè massima semplicità, ma non oltre un certo limite, al di la del quale la realtà non è più descritta compiutamente. Esistono in ogni caso regole progettuali che indicano il percorso da seguire e i passag- gi obbligati. Si riporta uno schema semplificato per la progettazione di costruzioni sismoresistenti (da D.J. Dowrik – Progettazione antisismica). In questo schema si notano alcune caratteristiche salienti per la progettazione anti- sismica: Necessità di effettuare una doppia analisi: la prima per azioni sismiche, la seconda per azioni non sismiche Forte interazione con il luogo di costruzione (attività sismica della regione, risposta locale ai sismi). 7 Il processo di progettazione 2 11

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    Il calcolo antisismico, come tutto il calcolo strutturale, si basa sulla capacità di schema-tizzare gli elementi in gioco (struttura, carichi statici e sismici, modo di comportamen-to, metodi d’analisi) attraverso un modello.Questo deve comprendere tutti gli elementi rilevanti e quindi essere esaustivo, econtemporaneamente mantenersi il più semplice possibile, per rapidità di calcolo ecomodità di controllo.Per questo è necessaria una sensibilità progettuale che solo l’esperienza e l’intuizioneè in grado di fornire.Secondo Einstein: “Models must be developed as simple as possible, but not simpler”, cioèmassima semplicità, ma non oltre un certo limite, al di la del quale la realtà non è piùdescritta compiutamente.Esistono in ogni caso regole progettuali che indicano il percorso da seguire e i passag-gi obbligati.Si riporta uno schema semplificato per la progettazione di costruzioni sismoresistenti(da D.J. Dowrik – Progettazione antisismica).In questo schema si notano alcune caratteristiche salienti per la progettazione anti-sismica:Necessità di effettuare una doppia analisi: la prima per azioni sismiche, la seconda perazioni non sismicheForte interazione con il luogo di costruzione (attività sismica della regione, rispostalocale ai sismi).

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    Il processo di progettazione2

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    Importanza della forma strutturale che, come si vedrà in seguito, può mutare sensibil-mente il comportamento (e il dimensionamento, dunque il costo, della struttura.Carattere iterativo della progettazione, difficile a priori prevedere la migliore soluzio-ne.Analisi completa della risposta della struttura al fenomeno sismico, tenendo in contogli aspetti legati alla duttilità strutturale e alla gerarchia delle resistenze.Importanza dei particolari costruttivi sia strutturali che non strutturali

    2.1 Indicazioni da OPCM 3274

    2.1.1 Stato limite ultimo (SLU)

    Secondo quando enunciato nell’art. 1 la progettazione sismica deve soddisfare i duerequisiti principali: verifica dello stato limite ultimo (SLU) e dello stato limite di danno(SLD).

    Istruzioni diprogetto

    Conseguenzedel danno

    sismico

    Risposta della struttura ai sisma

    Costo dellaresistenza

    sismica

    Attivitàsismica della

    regione

    Rispostalocale ai

    sismi

    Determinazione della forma strutturaleScelta dei materiali

    Criteri diprogettazione

    non sismica

    Sollecitazioninon sismiche

    Progettazione dei particolari costruttivi per la resistenzasismica - strutturali, architettonica, servizi

    Modifiche

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    2.1. SICUREZZA NEI CONFRONTI DELLA STABILITÀ (STATO LIMITE ULTIMO – SLU)Sotto l’effetto dell’azione sismica di progetto definita al successivo punto 3, le strutturedegli edifici, ivi compresi gli eventuali dispositivi antisismici di isolamento e/o dissipazione,pur subendo danni di grave entità agli elementi strutturali e non strutturali, devono mante-nere una residua resistenza e rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali e l’interacapacità portante nei confronti dei carichi verticali.

    Quindi, al punto 2.3, è indicata la sequenza operativa delle fasi per ritenere soddisfattele richieste indicate al punto 2.1.

    Per la verifica dello SLU, meglio illustrato in seguito, si usa un terremoto di progettospecifico e si accetta che la struttura possa avere seri danneggiamenti, e trovandosiquindi al di fuori della fase elastica.

    2.1.2 Stato limite di danno (SLD)

    Altro requisito è la verifica allo stato limite di danno:

    2.2. PROTEZIONE NEI CONFRONTI DEL DANNO (STATO LIMITE DI DANNO – SLD)

    Le costruzioni nel loro complesso, includendo gli elementi strutturali e quelli non struttura-li, ivi comprese le apparecchiature rilevanti alla funzione dell’edificio, non devono subiredanni gravi e interruzioni d’uso in conseguenza di eventi sismici che abbiano una probabili-tà di occorrenza più elevata di quella della azione sismica di progetto.

    Per particolari categorie di costruzioni, in relazione alla necessità di mantenerle pienamen-te funzionali anche dopo terremoti violenti, si possono adottare valori maggiorati delleazioni, facendo riferimento a probabilità di occorrenza simili o più vicine a quelle adottateper la sicurezza nei confronti del collasso.

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    SCELTA AZIONI SISMICHE

    ADOZIONE MODELLO STRUTTURA

    SCELTA METODO ANALISI

    VERIFICHE RESISTENZACOMPATIBILITÁ SPOSTAMENTI

    ADOZIONE REGOLE DI DETTAGLIO PERASSICURARE DUTTILITÁ

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    La verifica allo SLD consiste nella verifica degli spostamenti di interpiano (drift di pia-no) da confrontare con i valori limiti riportati nella normativa.Si nota ancora che il sisma di progetto per lo SLD è diverso da quello richiesto per loSLU e che la struttura si considera in fase elastica.

    2.2 Conoscenze richieste

    La buona progettazione si ottiene applicando al meglio le conoscenze tecniche e cercando ilmiglior compromesso tra quanto indicato dalla teoria e la capacità di pratica quotidiana.I livellidi conoscenza richiesti dalla OPCM 3274 sono abbastanza elevati, perché sono presi inconto fenomeni complessi di cui è importante avere chiaro il meccanismo di funziona-mento. Nella tabella seguente si riporta

    1l’elenco dei principali argomenti di cui è impor-

    tante avere dimestichezza. Si fa notare che in molti casi le impostazioni sono di tipo con-venzionale, nel senso che fenomeni molto complessi, come per esempio la duttilità, sonopresi in conto tramite semplificazioni e assunzioni verificate con la pratica operativa.In ogni caso è importante avere chiari i concetti per poter sia interpretare quanto indicatodalla normativa e sapere rispondere correttamente a quanto richiesto,e soprattutto esserein grado di fornire indicazioni progettuali in linea con quanto la realtà sismica richiede.Le azioni sismiche sono conseguenza di scelte progettuali.Le variabili in gioco (tipologia strutturale, materiale, distribuzione planovolumetrica,classe di duttilità prevista) condizionano i parametri per la determinazione dell'azionesismica.

    Fasi della progettazione Conoscenze richiesteScelta azione sismica di progetto in relazione a:zonazione sismicacategoria del suolo di fondazione (3.1)importanza dell’edificio (2.5)

    Concetti fondamentali di dinamica(oscillatore semplice, spettro dirisposta elastico, accelerogramma,segnale sintetico). (3.1 – 2.5)

    Adozione di un modello meccanico della strutturain grado di descrivere con accuratezza la rispostasotto azione dinamica (4.1 4.4)

    Concetto di regolarità strutturale,rigidezza, deformabilità, elementistrutturali (trave, biella, lastra, piastra,molla), schemi statici (4.1 4.4)

    Scelta di un Metodo di analisi adeguato allecaratteristiche della struttura (4.5)

    Concetti di analisi modale, linearità enon-linearità, elasticità e inelasticità,metodi di integrazione numerica (4.5)

    Criteri generali di progettazione e verifica: verifichedi resistenza e compatibilità spostamenti (4.6 4.11)

    Concetti di gerarchia delle resistenze eduttilità (4.11)

    Adozione di tutte le regole di dettaglio volte adassicurare caratteristiche di duttilità agli elementistrutturali e alla costruzione nel suo insieme,secondo quanto indicato nei capitoli relativi astrutture realizzate con i diversi materiali.

    Vedi prescrizioni per ogni tipologiastrutturale (c.a., acciaio, mista, legno)

    1 L. Petrini, R. Pinho, G.M. Calvi “Criteri di progettazione Antisismica degli Edifici” IUSS Press.

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    2.3 Scelta azioni sismiche

    Di seguito si riporta lo schema dei passaggi principali per la definizione delle azionisismiche.

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    SCELTA AZIONI SISMICHE

    Destinazioned'uso

    2.5 - Livelloprotezioneantisismica

    4.7 - Fattore diimportanza ∆

    Comune diedificazione

    3.2.1 - Zonasismica

    (1- 4)

    Analisi terreno

    3.1 - Categorie disuolo di fondazione

    (A B C D E S1 S2)

    3.2.3 Tab 3.1 -Parametri spettririsposta/progetto

    S Tb Tc Td

    3.2.1 - Valore di ag0,05 0,15 0,25

    0,35

    5.3.2 - Classeduttilità Kd

    5.3.2 - Tab5.1 Fattore distruttura c.a.

    Q = q0* Kd* Kr

    3.2.3 - Spettro di risposta elastico

    3.2.5 - 3.7 - Spettro di progetto SLU orizzonate

    3.2.6 - Spettro di progetto SLD orizzonate

    5.3.1 - Tipologiastrutturale q0

    4.6 - Verifica necessità analisi sismica verticale

    3.2.5 - 3.8 Spettro di progetto SLU verticale

    3.2.6 - Spettro di progetto SLD verticale

    SI

    4.1 - Sistemacostruttivo

    5.3.2 -Regolarità Kr

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    La scelta dell’azione sismica è finalizzata alla definizione degli spettri di progetto,rispettivamente per lo SLU e lo SLD.Questa duplice definizione risponde alla richiesta di eseguire l’analisi secondo duediversi livelli d’intensità sismica.Di seguito si esaminano i vari punti compresi nello schema.

    2.3.1 Destinazione d’uso

    La destinazione d’uso è un parametro per aumentare il livello di sicurezza di alcunetipologie di costruzioni di pubblica utilità.Per questo sono amplificate le azioni sismiche con opportuni coefficienti maggiorativi.Si riportano di seguito i coefficienti per le varie destinazioni d’uso:Tabella 4.3: Fattori di importanza

    Categoria Edifici Fattore di importanzaI Edifici la cui funzionalità durante il

    terremoto ha importanzafondamentale per la protezionecivile (per esempio, ospedali,municipi, caserme dei vigili delfuoco)

    1.4

    II Edifici importanti in relazione alleconseguenze di un eventualecollasso (per esempio, scuole,teatri)

    1.2

    III Edifici ordinari, non compresi nellecategorie precedenti

    1.0

    Questo coefficiente è utilizzato nella formula delle combinazioni delle azioni sismichecon le altre azioni.

    2.3.2 Analisi del terreno

    Le condizioni geologiche locali hanno una grande influenza sui danni prodotti dalleazioni sismiche.Per quanto riguarda l’applicazione della normativa il parametro che distingue i tipi diterreno è la velocità media di propagazione entro 30 m di profondità delle onde ditaglio VS30 (3.1).Se non si dispone di questo dato, si può utilizzare il valore di prove NSPT.

    Si riportano le categorie di suolo di fondazione previste:A – Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori di VS30 superioria 800m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimopari a 5 m.B – Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di

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    diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà mecca-niche con la profondità e da valori di VS30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resisten-za penetrometrica NSPT > 50, o coesione non drenata cu > 250 kPa).C – Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, conspessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di VS30compresi tra 180 e 360 m/s (15 < NSPT < 50, 70 < cu < 250 kPa).D – Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a media-mente consistenti, caratterizzati da valori di VS30 < 180 m/s (NSPT < 15, cu < 70 kPa).E.– Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di VS30 simili a quel-li dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale piùrigido con VS30 > 800 m/s.In aggiunta a queste categorie, per le quali nel punto 3.2 vengono definite le azioni sismi-che da considerare nella progettazione, se ne definiscono altre due, per le quali sono richie-sti studi speciali per la definizione dell’azione sismica da considerare:S1 – Depositi costituiti da, o che includono, uno strato spesso almeno 10 m di argille/limi dibassa consistenza, con elevato indice di plasticità (PI > 40) e contenuto di acqua, caratteriz-zati da valori di VS30 < 100 m/s (10 < cu < 20 kPa).S2 – Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoriadi terreno non classificabile nei tipi precedenti.

    Definito quindi il tipo di terreno (A – E) sono assegnati i seguenti parametri:

    Categoria suolo S TB TC TDA 1,0 0,15 0,40 2,0

    B, C, E 1,25 0,15 0,50 2,0D 1,35 0,20 0,80 2,0

    Questi saranno utilizzati per la definizione dello spettro elastico e di progetto.Si noti in particolare che il parametro S impone per i terreni di tipo BCE un aumentodel 25% dell’azione sismica, per il terreno di tipo D un aumento del 35%.Si tratta di variazioni importanti, che indicano quanto sia utile rilevare con cura lacaratterizzazione del terreno.I parametri Tb, Tc e Td definiscono la forma degli spettri, anche in questo caso con sensi-bili variazioni.

    2.3.3 Comune di edificazione

    La zona di edificazione è determinante per stabilire l’accelerazione di picco del terre-no (pga) secondo la tabella seguente:

    Zona Valore di ag1 0,352 0,253 0,154 0,05

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    Per conoscere l’esatta definizione è necessario verificare, per ogni Regione, la zona diappartenenza del comune.L’allegato 1 della OPCM 3274 fornisce valori che potrebbero essere stati modificati,infatti, dalle Regioni di competenze.È importante rilevare che dal valore della zona 1 al valore della zona 4 esiste un rap-porto pari a 7, quindi le sollecitazioni sono ben diverse dal primo al secondo caso.Questo porta a ritenere che anche le tipologie costruttive ottimali siano diverse dazona a zona.

    2.3.4 Sistema costruttivo

    La tabella seguente riporta le varie tipologie di sistemi costruttivi previsti:

    Capitolo Sistema costruttivo Sotto – sistema strutturale

    5 Edifici con struttura in cementoarmato

    a telaio;a pareti;misto a telai e pareti;a nucleo;a ossatura pendolare in acciaio,con pareti o nuclei che costituiscono ilsistema resistente principaleper le azioni orizzontali;prefabbricato.

    6 Edifici con struttura in acciaio a telaio;a telaio con controventi concentrici;a telaio con controventi eccentrici;a mensola;

    intelaiato controventato.

    7 Edifici con struttura mista in acciaio ecalcestruzzo

    a telaio;a telaio con controventi concentrici;a telaio con controventi eccentrici;a mensola;intelaiato controventato.

    8 Edifici con struttura in muratura a pareti in muratura ordinaria;a pareti in muratura armata;misto con pareti in muratura ordinariao armata.

    9 Edifici con struttura in legno

    10 Edifici isolati

    11 Edifici esistenti

    Nei sistemi costruttivi sono comprese le normali tipologie esecutive ordinarie, inte-grando i materiali da costruzione e i sottosistemi strutturali, che saranno schematizza-ti mediante il modello di calcolo.

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    Ogni capitolo tratta i diversi sistemi costruttivi con le specifiche caratteristiche e specificità.Come riportato in seguito, la descrizione analitica dello spettro di progetto sia a SLUsia a SLD prende in conto la tipologia costruttiva attraverso il fattore q.Tale fattore è definito nei relativi capitoli, per ogni tipologia strutturale, ed esprime laduttilità della struttura, vale a dire la capacità di assorbire l’energia trasmessa dalsisma senza arrivare al collasso.

    2.4 Spettri di risposta elastico e di progetto per SLU e SLD

    L’azione sismica è determinata attraverso gli spettri di risposta e di progetto.

    Che cos’è lo spettro di rispostaIl fenomeno sismico si genera a causa di bruschi movimenti delle faglie sotterranee,con sviluppo di onde trasmesse a grande velocità dalla crosta terrestre.Arrivando in superficie, le onde producono rapidi movimenti del terreno e di conse-guenza sulle strutture con la nascita di vibrazioni.Queste sono caratterizzate dai parametri di spostamento, velocità e accelerazione e sisviluppano in intensità e durata secondo alcuni parametri (tipo di terreno e caratteri-stiche della struttura).

    È importante sottolineare alcuni punti chiave:• i carichi, che in genere gravano sulle strutture, sono originati dalla forza di gravità,

    scorrono dall’alto verso il basso e,salvo il peso proprio,sono indipendenti dal tipo distruttura (Fig. a);

    • le forze sismiche sono invece di natura dinamica e nascono come reazione allo spo-stamento del terreno e sono studiate dalla dinamica delle strutture (Fig. b). Percomodità di calcolo vengono schematizzate come forze orizzontali (Fig. c);

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    a b c

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    2.9 Particolari costruttivi

    2.9.1 Limiti geometrici

    La larghezza della trave, b, non deve essere minore di 20 cm.Per travi basse (travi “a spessore”), la larghezza non deve essere maggiore della lar-ghezza del pilastro, aumentata da ogni lato di metà dell’altezza della sezione trasver-sale del pilastro stesso (vedi figura).

    Il rapporto b/h non deve essere minore di 0,25.

    2.9.2 Armature longitudinali

    In ogni sezione della trave il rapporto d’armatura al bordo superiore e quello al bordoinferiore devono essere compresi tra i seguenti limiti:

    14 7.

    f fyk yk<

  • Part

    ico

    lari

    cost

    rutt

    ivi

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    Almeno due barre di diametro non inferiore a 12 mm devono essere presenti superior-mente e inferiormente per tutta la lunghezza della trave.

    A ciascuna estremità collegata con pilastri, per un tratto pari a due volte l’altezza utiledella sezione trasversale, la percentuale di armatura compressa non deve essere mino-re della metà di quella tesa nella stessa sezione.

    Almeno un quarto dell’armatura superiore necessaria alle estremità della trave deveessere mantenuta per tutto il bordo superiore della trave.

    2.9.3 Armature trasversali

    Nelle zone di attacco con i pilastri, per un tratto pari a due volte l’altezza utile trasver-sale per il CD”A”e pari a una volta tale altezza per il CD”B”, devono essere previste staf-fe di contenimento. La prima staffa di contenimento deve distare non più di 5 cm dallasezione a filo pilastro; le successive devono essere disposte a un passo non maggioredella più piccola delle grandezze seguenti:

    • un quarto dell’altezza utile della sezione trasversale (CD” A” e “B”);• 15 cm (CD” A” e “B”);• sei volte il diametro minimo delle barre longitudinali considerate ai fini delle verifi-

    che (solo per CD” A”).

    Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare, circolare o a spirale, didiametro minimo 6 mm, con ganci a 135º prolungati per almeno 10 diametri alle dueestremità. I ganci devono essere assicurati alle barre longitudinali.

    hcrit,p

    hcrit,t5 cm

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    2.10 Prescrizioni di normativa per i pilastri in Piano Sisma

    2.10.1 Sollecitazioni di calcolo

    Per le strutture in CD”B”, le sollecitazione da utilizzare per il dimensionamento o verifi-ca dei pilastri a pressoflessione e a taglio sono date dalla più sfavorevole situazioneottenuta dall’analisi globale della struttura.

    47

    Verifiche allo SLUSollecitazioni da AxisVM

    Nsd, Msd, Vsd

    Verifiche agli SLE

    Classe di duttilità

    Progetto armature longitudinaliMsd* = Msdα

    Verifica a Flessione e calcolo Momenti ResistentiMsd, Mrd

    Progetto staffeVsd* = Vsd + (Mrd + Mrd ) / Ls i

    Progetto staffeVsd

    Verifica a Taglio ecalcolo Taglio

    ResistenteVsd*, Vrd

    Controllo minimidi normativa

    per CDB

    Disegni esecutiviRelazione di calcolo

    Controllo minimidi normativa

    Progetto armatureLongitudinali

    Msd

    Gerarchia di resistenze: calcolo di= Rd MRt / Mp

    αα γ Σ Σ

    Classe di duttilità

    Controllo minimidi normativa

    per CDA

    Classe A Classe B

    Classe BClasse A

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    iva

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    ipila

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    inP

    ian

    oSi

    sma

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    Per le strutture in CD “A”, i momenti flettenti di calcolo nei pilastri si ottengono molti-plicando i momenti derivanti dall’analisi per il fattore di amplificazione α, che è datodall’espressione:

    | || |α γ=∑∑Rd

    Rt

    p

    M

    M

    nella quale

    γ Rd =120, ;

    MRt∑ è la somma dei momenti resistenti delle travi convergenti in un nodo, aventiverso concorde;

    Mp∑ è la somma dei momenti nei pilastri al di sopra e al di sotto del medesimo nodo,ottenuti dall’analisi.

    M p1sup

    M p1inf

    M Rt1des

    M Rt1sin

    Direzione 1

    M Rt2sin

    Direzione 2

    M p2inf

    M Rt2des

    M p2sup

    Convenzione di segno

    relativa ai momenti

    flettenti agenti

    +M Rt1sin

    M Rt1des

    sup inf

    M pl1-M pl1α1=γRd

    -M pl2α2=γRd +M Rt2sup

    sin

    M pl2M Rt2

    inf

    des

    Direzione 1 o 2 (memnti ai pilastri di segno concorde)

    inf

    M p2

    sin

    M Rt2des

    M Rt2 α=γRd

    sup

    M p2

    M Rt2M Rt2+sin des min{ };M pl2 M pl2

    sup inf

    +max{ M pl2

    inf

    M pl2 ;sup

    }

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    Nel caso in cui i momenti nei pilastri siano di verso discorde, il solo valore maggiore vaposto al denominatore del fattore α, mentre il minore va sommato ai momenti resi-stenti delle travi.Il fattore di amplificazione α deve essere calcolato per entrambi i versi dell’azionesismica, applicando il fattore di amplificazione calcolato per ciascun verso ai momenticalcolati nei pilastri con l’azione agente nella medesima direzione.Per la sezione di base dei pilastri del piano terreno si applica il maggiore tra il momen-to risultante dall’analisi e il momento utilizzato per la sezione di sommità del pilastro.Non si applicano fattori di amplificazione alle sezioni di sommità dei pilastri dell’ulti-mo piano.Al valore del momento di calcolo ottenuto applicando la procedura suddetta deveessere associato il più sfavorevole valore dello sforzo normale ottenuto dall’analisi, perciascun verso dell’azione sismica.

    Per le strutture in CD” A”, gli sforzi di taglio nei pilastri da utilizzare per le verifiche e ildimensionamento delle armature si ottengono dalla condizione di equilibrio del pila-stro soggetto all’azione dei momenti resistenti nelle sezioni di estremità superiore MRp

    s

    e inferiore MRpi secondo l’espressione:

    VM M

    lSd RdRps

    Rpi

    p

    =+

    γ

    nella quale γ Rd =120, , l p è la lunghezza del pilastro.

    2.10.2 Verifiche di resistenza

    Le resistenze delle sezioni dei pilastri a presso flessione e a taglio, da confrontare conle rispettive azioni esterne, si valuta secondo le espressioni applicabili alle situazioninon sismiche.

    49

    M Rpinf

    M Rpsup

    VSd

    VSd

    l p

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    ivi

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    2.11 Particolari costruttivi

    2.11.1 Limiti geometrici

    La dimensione minima della sezione trasversale non deve essere inferiore a 30 cmIl rapporto tra i lati minimo e massimo della sezione trasversale non deve essere infe-riore a 0,3. In caso contrario l’elemento sarà assimilato a una parete portante.

    2.11.2 Armature longitudinali

    Nella sezione corrente del pilastro la percentuale di armatura longitudinale deve esse-re compresa tra i seguenti limiti:

    1 4% %≤ ≤A

    Ac

    con A area totale dell’armatura longitudinale e Ac area della sezione lorda del pilastro.Per tutta la lunghezza del pilastro l’interasse tra le barre non deve essere superiore a25 cm.

    2.11.3 Armature trasversali

    Per entrambi i livelli CD” A” e CD” B”, alle due estremità del pilastro si devono disporrestaffe di contenimento e legature per una lunghezza, misurata a partire dalla sezionedi estremità, pari alla maggiore delle seguenti quantità:• il lato maggiore della sezione trasversale;• un sesto dell’altezza netta de pilastro;• 45 cm.

    In ciascuna delle due zone di estremità del pilastro devono essere rispettate le condi-zioni seguenti:• le barre disposte sugli angoli della sezione devono essere contenute dalle staffe;• almeno una barra ogni due, di quelle disposte sui lati, dovrà essere trattenuta da

    staffe interne o da legature;• le barre non fissate devono trovarsi a meno di 15 cm da una barra fissata;• il diametro di staffe di contenimento e legature non deve essere inferiore a 8 mm.

    Le legature sono costituite da barre di diametro minimo di 8 mm,con ganci a 135º pro-lungati per almeno 10 diametri alle due estremità, da disporsi a un passo pari alla piùpiccola delle quantità seguenti:• un quarto del lato minore della sezione trasversale (CD” A” e “B”);• 15 cm (CD” A” e “B”);• 6 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano (solo per CD” A”).

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  • Ilp

    roce

    sso

    dip

    rog

    etta

    zio

    ne

    2.11.4 Tipologia di armature per i pilastri

    La figura seguente riporta le tipologie di armature previste in Piano CA Pilastri.

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