ilfatto20151025

24
Domenica 25 ottobre 2015 – Anno 7 – n° 294 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 LA PREVISIONE DI BASSOLINO y(7HC0D7*KSTKKQ( +,!=!"!?!, Alfacce » MARCO TRAVAGLIO “C i vuole coraggio e u- na certa faccia per attaccare questo go- verno, invece di fare autocriti- ca per quanto successo a Paler- mo. È un modo ottimo per svia- re l’attenzione, ma nessuno si illuda che non ce ne siamo ac- corti”. Chi parla è Angelino Al- fano, segretario di Ncd e – co- me se non bastasse – pure mi- nistro dell’Interno del governo Renzi. Il quale, come accade ai dissociati che faticano a mette- re in piedi non dico un ragio- namento, ma pure una frase di senso compiuto, confonde le mele con le pere. Rodolfo Sa- belli, presidente dell’Associa- zione nazionale magistrati e bersaglio della sua intemerata, ha fatto osservare nella sua re- lazione congressuale che l’u- scita di B. da Palazzo Madama e da Palazzo Chigi non ha mo- dificato l’agenda del governo sulla giustizia. Lì lo sport più praticato continua a essere la caccia ai magistrati indipen- denti, in forme meno plateali ma ancor più insidiose di pri- ma. Qualche esempio: la campa- gna sul taglio delle ferie contro le toghe fannullone (mentre quelle italiane sono le più pro- duttive d’Europa); la nuova re- sponsabilità civile (gli imputati possono denunciare il loro pm o il loro giudice anche durante l’inchiesta o il processo); il blocco della tanto strombazza- ta riforma della prescrizione e delle annunciate norme anti- mafia; la legge delega per il ba- vaglio alla stampa sulle inter- cettazioni; i continui regali agli evasori fiscali (soglie di impu- nità per i delitti tributari, paga- menti in contanti fino a 3 mila euro, via il divieto di pagare gli affitti cash). E poi le riforme col buco – tutte chiacchiere e nep- pure un distintivo – su falso in bilancio, autoriciclaggio, cor- ruzione, concussione e voto di scambio; i continui decreti sal- va-Ilva per neutralizzare le or- dinanze dei giudici di Taranto; l’accusa ai pm che indagano sui crimini delle grandi aziende di danneggiare l’economia (men- tre in America la magistratura mette in ginocchio un colosso mondiale come Volkswagen). Dinanzi a questi dati di fatto i- noppugnabili sulla politica del governo e della maggioranza in materia di giustizia, il cosid- detto ministro dell’Interno ci- ta un fatto che non c’entra nul- la, e anzi dimostra il contrario di quel che lui vorrebbe dimo- strare: quello della giudice Sil- vana Saguto, presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, in- dagata a Caltanissetta per cor- ruzione e abuso d’ufficio per invocare non si sa bene quale “autocritica” dell’Anm: come se la Saguto l’avesse scoperta e indagata Alfano, e non i magi- strati. SEGUE A PAGINA 24 Il nuovo Ad dell’Anas ha promesso pulizia, soprattutto dopo le inchieste giudiziarie. E allora perché promuove i soliti manager della vecchia gestione? GUERRE SANTE La comunione sarà decisa dal parroco “caso per caso” Il Papa ottiene dal Sinodo u n’apertura sui divorziati p Dopo settimane tese, la linea Bergoglio passa con i due terzi dei voti. Il Pontefice non strappa, ma nelle conclusioni attacca i conservatori: “Il dialogo è stato arricchito da opi- nioni diverse che si sono espresse liberamente, e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli”. E dice: “I veri difensori della dottrina non difendono le idee, ma l’uomo” q D’ESPOSITO, MARZANO E TECCE A PAG. 2 - 3 E 13 La chiusura Il Papa nell’aula del Sinodo LaPresse GIUSTIZIA Il procuratore generale di Palermo replica al ministro Orlando Scarpinato: “Questa politica aiuta i corrotti a farla franca” “Deficit democratico sulle riforme, sbagliato alzare la soglia del contante a 3.000 euro” p Dopo le critiche, il segre- tario dell’Anm Sabelli si corregge: “Non volevo pole- mizzare con l’esecutivo” Il ministro Orlando però sui giudici dice: “Alzano i toni contro la politica per copri- re gli scontri al loro interno”. E Alfano si accoda: “Dovete fare autocritica” q BARBACETTO A PAG. 4 IL COWBOY SPARA, TANTO MARONI FA PAGARE AI LOMBARDI p L’ex sindaco vorrebbe ricandidarsi e dice ai suoi: “Attenti, tra De Magistris e Cinque Stelle non andiamo al ballottaggio” q FIERRO A PAG. 8 “Senza primarie a Napoli perdiamo al primo turno” PREFETTURA ROMA Ora Gabrielli trasloca dal socio di Pulcini q LILLO A PAG. 6 La cattiveria Galan lascia la villa sequestrata portandosi via pure i wc. Gli amici si vedono nel momento del bisogno WWW.SPINOZA.IT FAVINO Il protagonista di “Suburra” si racconta, da Spike Lee a Netflix PAPÀ MI DISSE: “ATTORI TUTTI COGLIONI” » MALCOM PAGANI L’ erede: “Ho deciso di fa- re l’at t or e ”. Il padre: “Solo un coglione può fare una scelta del genere”. Il fi- glio, ancora: “Da qualcuno devo aver preso”. A quasi tre decenni di distanza, Pierfrancesco Favino non ha dimenticato niente: “Un po’ per pungolarmi e un po’ per sincera paura del futu- ro, mio padre fu ini- zialmente ostile. Era un signore di un’altra epoca e se ne è andato 13 anni fa. Non ha visto tutti i miei film, ma abbiamo fatto in tempo a parla- re da uomini, che è molto più importante. L’ho ascol- tato mentre mi parlava del- le proprie debolezze, gli ho raccontato le mie, ci siamo capiti”. at- tore che recitò per Spike Lee e sarà presto Nic- colò Polo nella serie prodotta da Netflix, ha fatto spesso cose giuste e viaggi avventurosi, ma di “qualche discussione acce- sa – dice – ho nostalgia”. SEGUE A PAGINA 20 - 21 q PADELLARO A PAG. 12 q TRUZZI A PAG. 13 L’ORA DI PODEMOS “Noi non siamo la sinistra, perciò possiamo vincere” q IGLESIAS A PAG. 17 q COLOMBO A PAG. 13 IL LEGHISTA E LA TELEVENDITA A R M AT O DI PISTOLA DENIS VERDINI È L’AMANTE GIÀ FUORI DALL’ARMADIO

description

quotidiano

Transcript of ilfatto20151025

Page 1: ilfatto20151025

Domenica 25 ottobre 2 01 5 – Anno 7 – n° 294 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

LA PREVISIONE DI BASSOLINO

y(7HC0D7*KSTKKQ( +,!=!"!?!,

A l facce

» MARCO TRAVAGLIO

“C i vuole coraggio e u-na certa faccia perattaccare questo go-

verno, invece di fare autocriti-ca per quanto successo a Paler-mo. È un modo ottimo per svia-re l’attenzione, ma nessuno siilluda che non ce ne siamo ac-corti”. Chi parla è Angelino Al-fano, segretario di Ncd e – c o-me se non bastasse – pure mi-nistro dell’Interno del governoRenzi. Il quale, come accade aidissociati che faticano a mette-re in piedi non dico un ragio-namento, ma pure una frase disenso compiuto, confonde lemele con le pere. Rodolfo Sa-belli, presidente dell’A ssoc ia-zione nazionale magistrati ebersaglio della sua intemerata,ha fatto osservare nella sua re-lazione congressuale che l’u-scita di B. da Palazzo Madamae da Palazzo Chigi non ha mo-dificato l’agenda del governosulla giustizia. Lì lo sport piùpraticato continua a essere lacaccia ai magistrati indipen-denti, in forme meno platealima ancor più insidiose di pri-ma.

Qualche esempio: la campa-gna sul taglio delle ferie controle toghe fannullone (mentrequelle italiane sono le più pro-duttive d’Europa); la nuova re-sponsabilità civile (gli imputatipossono denunciare il loro pmo il loro giudice anche durantel’inchiesta o il processo); ilblocco della tanto strombazza-ta riforma della prescrizione edelle annunciate norme anti-mafia; la legge delega per il ba-vaglio alla stampa sulle inter-cettazioni; i continui regali aglievasori fiscali (soglie di impu-nità per i delitti tributari, paga-menti in contanti fino a 3 milaeuro, via il divieto di pagare gliaffitti cash). E poi le riforme colbuco – tutte chiacchiere e nep-pure un distintivo – su falso inbilancio, autoriciclaggio, cor-ruzione, concussione e voto discambio; i continui decreti sal-va-Ilva per neutralizzare le or-dinanze dei giudici di Taranto;l’accusa ai pm che indagano suicrimini delle grandi aziende didanneggiare l’economia (men-tre in America la magistraturamette in ginocchio un colossomondiale come Volkswagen).Dinanzi a questi dati di fatto i-noppugnabili sulla politica delgoverno e della maggioranza inmateria di giustizia, il cosid-detto ministro dell’Interno ci-ta un fatto che non c’entra nul-la, e anzi dimostra il contrariodi quel che lui vorrebbe dimo-strare: quello della giudice Sil-vana Saguto, presidente dellasezione Misure di prevenzionedel Tribunale di Palermo, in-dagata a Caltanissetta per cor-ruzione e abuso d’ufficio perinvocare non si sa bene quale“a ut o c ri t i ca ” d el l ’Anm: comese la Saguto l’avesse scoperta eindagata Alfano, e non i magi-strati.

SEGUE A PAGINA 24

Il nuovo Ad dell’Anas ha promesso pulizia, soprattutto dopo le inchiestegiudiziarie. E allora perché promuove i soliti m a n a ge r della vecchia gestione?

GUERRE SANTE La comunione sarà decisa dal parroco “caso per caso”

Il Papa ottiene dal Sinodou n’apertura sui divorziatip Dopo settimane tese, la linea Bergoglio passa con i due terzi dei voti. Il Pontefice nonstrappa, ma nelle conclusioni attacca i conservatori: “Il dialogo è stato arricchito da opi-nioni diverse che si sono espresse liberamente, e purtroppo talvolta con metodi non deltutto benevoli”. E dice: “I veri difensori della dottrina non difendono le idee, ma l’u o m o”

q D’ESPOSITO, MARZANO E TECCE A PAG. 2 - 3 E 13 La chiusura Il Papa nell’aula del Sinodo La Pre ss e

GIUSTIZIA Il procuratore generale di Palermo replica al ministro Orlando

Scarpinato: “Questa politicaaiuta i corrotti a farla franca”“Deficit democratico sulle riforme, sbagliato alzare la soglia del contante a 3.000 euro”

pDopo le critiche, il segre-tario dell’Anm Sabelli sicorregge: “Non volevo pole-mizzare con l’e secutivo” Ilministro Orlando però suigiudici dice: “Alzano i tonicontro la politica per copri-re gli scontri al loroi n te r n o”. E Alfano si accoda:“Dovete fare autocritica”

q BARBACETTOA PAG. 4

IL COWBOY SPARA,TANTO MARONIFA PAGAREAI LOMBARDI

p L’ex sindaco vorrebbericandidarsi e dice ai suoi:“Attenti, tra De Magistrise Cinque Stelle nonandiamo al ballottaggio”

q FIERRO A PAG. 8

“Senza primarie a Napoliperdiamo al primo turno”

PREFETTURA ROMA

Ora Gabriellitrasloca dal sociodi Pulcini

q LILLO A PAG. 6

La cattiveriaGalan lascia la villasequestrata portandosi viapure i wc. Gli amici si vedononel momento del bisogno

WWW.SPINOZA.IT

FAV I N O Il protagonista di “S u b u r ra ” si racconta, da Spike Lee a Netflix

PAPÀ MI DISSE: “ATTORI TUTTI COGLIONI”» MALCOM PAGANI

L’erede: “Ho deciso di fa-re l’at t or e ”. Il padre:

“Solo un coglione può fareuna scelta del genere”. Il fi-glio, ancora: “Da qualcunodevo aver preso”. A quasitre decenni di distanza,Pierfrancesco Favino nonha dimenticato niente: “Unpo’ per pungolarmi e un po’per sincera paura del futu-

ro, mio padre fu ini-zialmente ostile.Era un signore diun’altra epoca ese ne è andato 13anni fa. Non havisto tutti i mieifilm, ma abbiamofatto in tempo a parla-re da uomini, che è moltopiù importante. L’ho ascol-tato mentre mi parlava del-le proprie debolezze, gli ho

raccontato le mie, cisiamo capiti”. at-tore che recitòper Spike Lee esarà presto Nic-colò Polo nella

serie prodotta daNetf l ix , ha fat to

spesso cose giuste eviaggi avventurosi, ma di“qualche discussione acce-sa – dice – ho nostalgia”.

SEGUE A PAGINA 20 - 21

q PADELLARO A PAG. 12q TRUZZI A PAG. 13

L’ORA DI PODEMOS

“Noi non siamola sinistra, perciòpossiamo vincere”

q IGLESIAS A PAG. 17

q COLOMBO A PAG. 13

IL LEGHISTAE LA TELEVENDITAA R M AT ODI PISTOLA

DENIS VERDINIÈ L’AMANTEGIÀ FUORIDA L L’ARMADIO

Page 2: ilfatto20151025

2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

Antonio Spadaro Parla il direttore di Civiltà Cattolica, il primo che intervistò il Papa

“Hanno cercato di condizionarel’assemblea, non ha funzionato”

L’I N T E RV I STA

Il gesuita Jorge Mario Bergo-glio ai padri sinodali ha rega-

lato il libro Il profumo del pa-store di Diego Fares, scrittoregesuita di “Civiltà Cattolica”,la rivista gesuita diretta da Pa-dre Antonio Spadaro, il primoche nel mondo ha intervistatopapa Francesco. Un simboloper confermare la propria i-dentità e il proprio progetto diChiesa. “Accoglienza, discer-nimento, integrazione”, que-ste sono le parole da ricordaredel Sinodo, spiega Spadaro.

Allora rifiuta l’etichetta del“co m p ro m e ss o”sul tema deidivorziati risposati, eppure iltesto è molto cauto.

No, non è un compromesso. Ildocumento esprime le posi-zioni più condivise e il cammi-no fatto fin qui. Ma va preci-sato che il Sinodo è sulla fami-glia, non solo sui divorziati ri-sposati. C’è la volontà di pro-

cedere insieme per consenso,senza strappi.

E cosa cambia?Io percepisco il grande per-corso che abbiamo fatto: l’at -tenzione diretta a chi vive si-tuazioni complesse. Non ab-biamo detto “la comunione atutti o la comunione a nessu-no”, ma abbiamo aperto la fi-nestra all’esame delle situa-zioni concrete. Il compitospetta a chi conosce e accom-pagna queste persone, i sacer-doti, e al discernimento dei ve-scovi. La Chiesa è interessatanon alle categoria generale deidivorziati risposati, ma allasingola persona o coppia chevive situazioni difficili.

Anche sugli omosessuali ipadri sinodali sono pruden-ti.

Ci sono sensibilità e prospet-tive diverse, anche perché ipadri vengono da contesti cul-

turalmente molto diversi traloro. Quello che abbiamoscritto è quello che siamo riu-sciti a scrivere insieme. In-somma: non abbiamo nasco-sto la testa sotto la sabbia. Peròva riconosciuto che abbiamoevidenziato con forza il con-cetto, non per tutti ovvio, di ac-coglienza nella Chiesa e di nondiscriminazione.

Avete respinto le similitudinicon la politica, ma la contesafra conservatori e riformistico m ’è finita?

Queste categorie non sonosufficienti a spiegare la realtà.Ha vinto il cuore pastoraledella Chiesa, il cuore di chinon vuole far diventare ilVangelo una ideologia, unapietra da scagliare contro glialtri.

E la manovre contro il Sinodo,esistono davvero?

Ci sono state interferenze e-

sterne, ma senza reali effetti. IlPapa ha parlato di “op i ni on inon benevole”. Per tentare dicontrastare il processo in cor-so o indebolire la figura del Pa-pa, qualcuno ha usato metodinon corretti. Ma l’ass embl eanon è stata turbata.

Dalla lettera dei cardinali al-la falsa malattia, c’è una re-gia unica?

Non saprei, ma posso garanti-re che il metodo di Francescoha aumentato il dialogo francotra noi, ha offerto tanta rile-vanza ai “circoli minori” siaper chiarire degli argomenti,sia per proporre i gli emenda-menti. E la commissione cheha preparato il testo finale èstata ampia e dei 5 continenti.Il Sinodo ha funzionato bene.

Il voto è una conferma al“m a n d a to” di Bergoglio?

Dai lavori emerge un ampiosostegno. I Padri sinodali sono

I conservatori in minoranzaFrancesco “e l e t to” di nuovo

VATICANO Sui sacramenti ai divorziati si deciderà caso per casoIl punto più controverso passa per un solo voto di scarto

» CARLO TECCE

Questa è una nuova fu-m a t a b i a n c a . L aChiesa riunita a Ro-ma non ha sfiduciato

papa Francesco, anzi l’ha “e-letto” per la seconda volta. Eneppure ha ingabbiato laspinta riformista di JorgeMario Bergoglio: la questio-ne sacramenti ai divorziatirisposati sarà valutata casoper caso. Toccherà ai vesco-vi e ai sacerdoti, a chi servedal basso la Chiesa, non a chidall’alto la pensa, cioè ai raf-finati teologi che comanda-no in Curia.

Il Sinodo ha approvato larelazione finale con la mag-gioranza qualificata (i dueterzi), ma ha ridotto i con-sensi per il paragrafo 85, ilpiù delicato, passato per unvoto di scarto sul limite dei177 (178 sì e 80 no). Perché ilpunto 85 assorbe le media-zioni fra conservatori e pro-gressisti sui divorziati, le a-perture e le eccezioni, conun linguaggio felpato: “Pursostenendo la norma gene-rale, è necessario riconosce-re che la responsabilità ri-spetto a determinate azionio decisioni, non è la medesi-ma in tutti i casi. Il discerni-mento pastorale, pur tenen-do conto della coscienza ret-tamente formata delle per-sone, deve farsi carico diqueste situazioni”.

PER ANNICHILIRE le ubbie diquel gruppo di reazionarimai domo, le sentinelle di Pa-pa Francesco in assemblea –il cardinale Lorenzo Baldis-seri e l’arcivescovo BrunoForte – hanno lavorato perarginare le divisioni, ancheper disinnescare platealibocciature al testo che, perl’appunto, in commissioneha ottenuto l’unanimità e inaula sempre il 66 per centodei consensi. Non era il mo-mento per forzare la Chiesapiù retriva, dispersa nei cin-que continenti e rappresen-tata in Curia dai cardinaliRobert Sarah e GerhardMüller. Non c’era poi l’e si-genza di forzare sui divorzia-ti, perché Bergoglio è già in-tervenuto sul tema con ildoppio motu proprio di set-tembre che accorcia il pro-cesso per nullità. In pratica,non cambia molto. In teoria,la Chiesa conferma la linea diBergoglio. Che poi non è te-nero, durante il discorso dichiusura: “Il Sinodo ci ha fat-to capire meglio che i veri di-fensori della dottrina non so-

no quelli che difendono lalettera ma lo spirito, non leidee ma l’uomo, non le for-mule, ma la gratuità dell’a-more di Dio e del suo perdo-no”. Un messaggio esplicitoper Sarah e colleghi. Nientedi rivoluzionario sugli omo-sessuali, soltanto la ripeti-

zione di un concetto: “Vannorispettati nella loro dignitàper evitare ogni marchio diingiusta discriminazione”.Ma sulle unioni civili, laChiesa è ancora una volta im-penetrabile: “Circa i progettidi equiparazione al matri-monio non esiste fondamen-

to alcuno per assimilare ostabilire analogie, seppureremote, tra le unioni omo-sessuali e il disegno di Dio sulmatrimonio e la famiglia”.Un capitolo scontato per latolleranza zero contro i pe-dofili. Il documento appro-vato al Sinodo ha un valorepolitico per l’argentino Ber-goglio e per i dissenzienti in-terni, relegati a una mino-ranza. Ma non ha ignorato latensione che ha accompa-gnato queste tre settimanesinodali e né ha rimosso lalettera di proteste di tredicicardinali: “Il dialogo è statoarricchito da opinioni diver-se che si sono espresse libe-ramente, e purtroppo talvol-ta con metodi non del tuttobenevoli”. Il Sinodo ordina-rio di quest’anno, che festeg-gia pure i cinquant ’an n idall’esordio con Paolo VI, hasancito l’atteggiamento ber-gogliano del Vaticano: “Ilprimo dovere della Chiesanon è quello di distribuirecondanne o anatemi, ma èquello di proclamare la mi-sericordia di Dio, di chiama-re alla conversione e di con-durre tutti gli uomini alla sal-vezza”. Così va in archivio ilSinodo in versione Concla-ve.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La scheda

n I TEMIIl documentoco n c l u s i voè statoapprovato am a g g i o ra n zadi due terzi.Sullaco m u n i o n eai divorziatila decisioneè che “sivaluterà casoper caso”.Il paragrafosui gayribadisce chela famigliasi fondasu uomoe donna,nel rispetto diogni persona

Le opinioni diversesi sono espressel ib e ra m e n te ,purtroppo talvoltacon metodinon del tutto benevoli

LA NOTIZIA SUL TUMORE

Becciu: “Bergoglioha scherzatosulla sua salute”

qALLA FINE il Papa ha trovato pure ilmodo di scherzarci su. Qualche battuta,

il suo consueto sorriso. Le notizie sulla sua sa-lute non gli hanno fatto certo piacere ma, comesempre, ha dimostrato di saper superare tuttoe di “guardare avanti”. A parlare è monsignorAngelo Becciu, Sostituto della Segreteria diStato, e molto vicino a Bergoglio. È stato lui tra iprimi a riferire mercoledì scorso, quando Qnha

dato la notizia in prima pagina di una presuntamalattia di Papa Francesco, che lo aveva incon-trato la sera prima e che il pontefice stava “be -n i ss i m o”. Monsignor Becciu in questi giorni hasentito Papa Francesco: “Ha fatto delle battutema era molto dispiaciuto, ha delle belle qualitàinteriori. Supera sempre le difficoltà, guarda a-va n t i ”. Se qualcuno parla ancora di complotti,di scelta della tempistica per dare una notizia

del genere, di veleni indiretti sul Sinodo, per ilSostituto, quello che è di fatto il “numero tre”della gerarchia vaticana, invece adesso è solo ilmomento di riflettere. “Vorrei dire che questavicenda è una lezione, un po’ tutti dobbiamoimparare ad essere seri quando diamo le no-tizie”. La notizia era “una bolla di sapone e mistupisce ancora che il giornale abbia continua-to a dire che si trattava di una notizia sicura”.

Da storico,vedo ung ra n dep e rco rs oper laChiesa:l’a tte n z i o n ed i re tt aa chi vivesituazionico m ple s s e

Chi èA n to n i oS p a d a roNato aMe s s i n anel 1966, èun gesuita.Dirige larivista “LaC iviltàC attolica”per la qualehainter vistatopiù volteil Papa.Esperto dico m u n i c a z i o n ed i g i t ale ,scrive per ilblog “CyberTe ol og i a d i”

R i for m i st a Card. Walter Kasper

D ot t r i n a le Card. Robert Sarah

Ipse dixit

LE PAROLEDEL PONTEFICE

Il Sinodo ci ha fattocapire meglioche i veri difensoridella dottrina nonsono quelli ched i fe n d o n ole idee, ma l’u o m o”

Page 3: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PRIMO PIANO » 3

IL BESTIARIO Così parla la tonaca

Emendamenti, testie scrutinio segreto:è Sinodo o Senato?L’assemblea dei vescovi è anche uno scontro di potereche si può raccontare solo con il linguaggio della politica

» FABRIZIO D’E S P OS I TO

Aun certo punto è capita-to persino questo: l’a c-costamento di papa Ber-goglio ad Achille Oc-

chetto e alla sua gioiosa macchi-na da guerra, i Progressisti ofco ur se , sconfitta alle Politichedel ‘94. A farlo su Libero, quoti-diano che ha scritto di “ber go-gliani contro cattolici”, il tradi-zionalista Antonio Socci che, ci-tando un vaticanista straniero,ha esultato: “Arranca la spavaldamacchina da guerra” di France-sco. Una “macchina da guerra ar-gentina con motore tedesco (i ve-scovi progressisti)”.

Lo Spirito Santocome metodoLe tre tormentate settimane delSinodo sono state raccontatecome tre settimane qualsiasidel Parlamento italiano. Eppu-re, lo scorso 5 ottobre, l’o u v e r-ture francescana a questo even-to fu un severo avvertimento:“Il Sinodo non è un Parlamentodove regna il compromesso,non è un luogo dove per rag-giungere un consenso o un ac-cordo comune si ricorre al ne-goziato, l’unico metodo è quel-lo di aprirsi allo Spirito Santo”.Invece al posto della terza “p e r-sona” della Santissima Trinità,si è presentato da subito unmonsignore polacco, di nomeCharamsa, che ha fatto unospettacolare coming out in di-retta planetaria. Così veleni esospetti complottisti sono finitialla voce “pressioni indebite”sul Sinodo. Una battaglia poli-tica tra progressisti e conserva-tori su gay e comunione ai ri-sposati.

La minoranza dei tredicicardinali (non bersaniani)E una battaglia politica presup-pone sempre una maggioranzae una minoranza. A leggeremolti titoli, a soccombere sindall’inizio sarebbe stato il papa“c o mu n i s t a” . “S c hi a c c i an t emaggioranza contro le tesi ka-s p e ri a n e ”, da Kasper, il cardi-nale “e r e t i c o” che ha apertosu ll ’eucarestia ai divorziati.Oppure: “Si spacca la maggio-ranza che ha eletto Francesco.Presagio di scisma”. Il Sinodo, edi conseguenza la Chiesa catto-lica, è però una cosa drammati-camente seria e quindi non è pa-ragonabile alla grottesca com-media che va in scena da mesinel Pd. Le minoranze, in Vatica-no, giocano duro e lì non ci sonoi bersaniani, non c’è alcun car-dinale Gotor o cardinale D’A t-torre. Dopo le clamorose ester-nazioni di monsignor Charam-sa, c’è stato il mistero della let-tera documento delle trediciporpore antibergogliane - tre-dici come i commensali dell’U l-tima Cena (Gesù e i dodici apo-stoli, compreso il traditore Giu-da Iscariota) - che è stato pre-figurato da alcuni osservatoricome un “ultimatum”, preludio

addirittura a una scisma. Sci-sma e scissione, il dizionariopolitico-sinodale è stato ag-giornato quotidianamente.

Il rischio della scissionee la mutazione geneticaUna scissione si verifica quan-do quelli che se ne vanno la-mentano una perdita d’identitàe di radici. Una mutazione ge-netica, come quella del nuovoc en tr os in is tr adi Renzi e Verdi-ni. Ecco il dub-bio lacerante diun sito conser-v a t o r e : “ D o v esta andando laChiesa cattoli-ca? La Chiesa U-na Santa è Viva eimmacolata nelSuo Sposo; ma una parte diquella visibile rischia di subireuna ‘mutazione genetica ’ oquesta è già avvenuta nostromalgrado e ne vediamo solo oragli effetti? Siamo in tempo perrimediare e come?”. Bergogliocome Occhetto ma anche comeRenzi.

La lotteria del votoe l’immancabile “c anguro”Il linguaggio parlamentare delSinodo si è retto dunque in que-ste settimane sulla contrappo-sizione tra due blocchi. In unacommissione, un cardinale si èsbilanciato come in un normaleretroscena politica: “Se il Sino-do finisse oggi, il 65 per centodei padri voterebbe contro l’i-potesi di ammettere alla comu-

nione i divorziati risposati”.Così l’attenzione si è concen-trata su altri metodi che hannocostretto lo Spirito Santo a unlavoro immane: lo scrutinio egli emendamenti delle commis-sioni. In origine, questi ultimi,erano parecchie migliaia, poisono stati “cangurati”, per usa-re un gergo caro a Grasso e Bol-drini, e ne sono rimasti poco piùdi milletrecento (ricorre, eso-

t e r i c a m e n t e ,sempre il nume-ro tredici).

Aument anoi ministeriA completare ilt r i t t i c o d e l l e“pressioni indebi-te” è stato infine ilfinto scoop di QN

sul tumore al cervello di papa Ber-goglio. Riepilogando: Charamsa,lettera dei 13 cardinali, malattiadel pontefice. Segno che si è con-sumata una guerra apocalittica traprogressisti e conservatori, mag-gioranza e minoranza. Un tempo,il nemico dei tradizionalisti catto-lici era l’ideologia marxista, oggi èl’ideologia gender. Adesso il Sino-do è finito e c’è stato pure un prov-vedimento che in altra sede fareb-be gridare i populisti dell’antipo -litica. Cioè, l’aumento di poltronecon l’istituzione di un dicasteroper vita, famiglia e laici. Un mini-stero in più per un’assemblea chenon solo non doveva assomigliareal Parlamento ma neanche a “uncongresso di partito” (card inaleBassetti).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Venti giorni di fuocoL’outing di Charamsa,la lettera dei 13cardinali, lo scoop sullamalattia del pontefice

C h iu su ral avor iPapa France-sco ieri all’u lt i -ma giornatadel Sinodoin VaticanoA n s a / La Pre ss e

A r ra n c ala spavaldam a cch i n ada guerraa rge n t i n adiF ra n ce s co .Ha ilm o t o retede s co ,sonoi vescovip rog re s s i s t i

A N TO N I OSO CC I

Il Sinodonon è unPa rl a m e n t odove regnail compro-messo, nonè un luogodove perrag g i u nge reun accordosi ricorreal negoziato

PA PAF R A N C E SCO

Fatto a mano

stati consapevoli dell’i mpor -tanza della sua guida. E faccionotare che l’hanno citato mol-to spesso, perché Bergoglio hale parole giuste per la realtà dioggi. Anche la sua visione del-la Chiesa è forte e attrae il cuo-re dei pastori: la Chiesa dei po-veri in spirito e dei peccatori,non quella di chi si sente giu-sto. Ed è la Chiesa del Conci-lio!

Il Papa teme altri attacchi?Quando c’è di mezzo il bene

spirituale, ci sono spinte posi-tive e forti tentazioni. L’unicacosa che non dobbiamo avereè la calma piatta, dunque. Nonmi stupirebbe se ci fossero al-tri attacchi, no. Ma il Papa hauna grande esperienza ed è a-bituato a queste dinamiche, èconsapevole dei rischi e non sifarà intimorire. Anche perquesto ieri abbiamo potuto vi-vere una esperienza storica.

CAR. TEC.© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI DELL’A S SI SE

Per l’a p p r o va z i o n e90 ore di lavoroe 328 interventi

qCON LA VOTAZIONE dei padri sino-dali si è concluso ieri sera il Sinodo dei

Vescovi sulla famiglia. Approvati all’unani-mità i 94 punti contenuti nella relazione fi-nale dalla commissione dei dieci. A dare lamisura della mole dei lavori sono i numeriforniti dal Vaticano. I partecipanti con dirittodi parola sono stati: 270 padri sinodali; 14 de-legati fraterni; 51 uditori e uditrici. Gli inter-

venti effettivi sono stati, 328 da parte dei pa-dri; 17 coppie e 16 interventi singoli di uditorie uditrici; 13 gli interventi dei delegati frater-ni. Inoltre sono stati 51 gli interventi sulla re-lazione finale. Il numero di ore di congrega-zione generale è stato di 54 ore; 36 quelle deicircoli. Il Sinodo ha avuto grande affluenzamediatica: sono stati 464 gli accrediti perseguire l’assemblea ordinaria del Sinodo sul-

la famiglia, di cui 227 per il settore video; 194tra redattori e addetti stampa; 43 i fotografidi agenzie, carta stampata e web da tutto ilmondo. Nel periodo di tempo analizzato,l’account @ H o l y S e e Pre ss ha registrato unamiriade di visite: 2,2 milioni di visualizzazio-ni; 1481 followers in più; 7600 retweet; 4174tweet aggiunti ai preferiti; 2883 click sui linktwittati e collegati al canale del Vaticano.

Page 4: ilfatto20151025

4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

L’I N T E RV I STA

“Deficit democratico, la politicacontinua ad aiutare i corrotti”

Roberto Scarpinato Il procuratore generale replica alle critichedei ministri: “Il processo penale è una gara truccata a favore dei colpevoli”

I» GIANNI BARBACETTO

l ministro della Giustizia An-drea Orlando ha giudicato“ingenerose” le parole di cri-tica pronunciate dal presi-dente dell’Anm Rodolfo Sa-belli. Che cosa ne pensa Ro-berto Scarpinato, procurato-re generale a Palermo? “A t t e-niamoci ai numeri. I detenuticon condanne definitive perreati dei colletti bianchi sonoun numero statisticamenteirrisorio. I detenuti in custo-dia cautelare per reati di cor-ruzione erano 31 nell’ottobre2013, sui 24.744 totali. Le sta-tistiche documentano la co-stante diminuzione delle con-danne definitive per questireati. Dopo la riforma dei reaticontro la Pubblica ammini-strazione del 1990, le condan-ne definitive per abuso d’u f-ficio sono scemate da 1.305 a45. Dopo l’introduzione dellalegge ex Cirielli sulla prescri-zione, si passa da oltre 1.700condanne per reati contro lacorruzione ad appena 263 del2010, meno di un quinto. E an-cora: la maggior parte dei rea-ti puniti sino a 5 anni – tra iquali l’abuso di ufficio, il traf-fico di influenze illecite, laturbata libertà degli incanti,la frode nelle pubbliche forni-ture – sono pistole caricate asalve perché destinate allaprescrizione. Sempre le stati-stiche attestano che la corru-zione in Italia è decuplicatarispetto agli anni di Tangen-topoli. In sintesi: abbiamo u-na giustizia penale che pestaacqua nel mortaio con granspreco di risorse e nessunareale efficacia dissuasiva. Suun piatto della bilancia, la cer-tezza di arricchirti a spesedella collettività, sull’altro

piatto il rischio, se ti scopro-no, di subire un processo de-stinato a un nulla di fatto perprescrizione. Se sei propriosfortunato, il peggio che puòaccaderti è che una volta lasettimana vai a passare qual-che oretta a fare assistenza a-gli anziani. Se poi non sei unosprovveduto e non tieni ilmalloppo sui tuoi conti ban-cari, non rischi neppure laconfisca, perché la prescri-

zione non consente la confi-sca per equivalente, cioè deituoi beni. Questa è la realtà.Sono solito ripetere che se a-vessimo dovuto combatterela mafia con gli stessi stru-menti disponibili contro lacriminalità dei colletti bian-chi, oggi la mafia signoregge-rebbe da Bolzano a Palermo.

Di chi è la colpa di questa si-t u a z i o n e?

Non del destino cinico e baro.È frutto di una politica crimi-nale fallimentare che in que-st’ultimo quarto di secolo haruotato intorno a una triademicidiale: uno, minimizza-zione delle pene edittali per ireati dei colletti bianchi; due,prescrizione breve; tre, pro-cesso lungo. Un vero triango-lo della Bermude dove sismarrisce la responsabilitàpenale per una quota elevatis-sima di reati. Inutile ripeterel’elenco delle riforme indi-spensabili intorno alle quali osi gira intorno proponendo unplacebo, o sono contraddi-stinte dalla sindrome della te-la di Penelope.

Che cosa intende per rimedip l a ce b o?

Mi riferisco al tema centraledella prescrizione. Oggi in I-talia il processo penale è unagara truccata a favore degliautori dei reati. Il nostro co-dice prevede che la prescri-zione non decorra da quandoil reato è accertato, ma daquando è consumato. Dunquese il magistrato accerta og-gi un abuso d’ufficio o u-na turbativa d’asta av-venuti 7 anni fa, ha ap-pena 6 mesi di tempoper concludere le in-dagini e ottenere lacondanna in ben tregradi di giudizio,perché il reato siprescrive in setteanni e sei mesi. Seaccerta una corru-zione di vari mi-liardi di euro avve-nuta 7 anni fa, devedetrarre questi 7anni dal tempo chegli resta per per-correre tre gradi digiudizio ottenen-do una sentenzadefinitiva.

Quali soluzionip ro p o n e?

Ce ne sono molte,ma tutte imprati-cabili per insupe-rabili resistenzepolitiche. La piùsemplice consi-sterebbe nell’i n-cludere i reaticontro la pubbli-ca amministra-zione nell’e l e n-c o p r e v i s t od al l’articolo 157 del co-dice di procedura penale cheprevede un raddoppio dei ter-mini di prescrizione. Già ora ilraddoppio scatta non solo peri reati di mafia, ma anche permaltrattamenti contro i fami-liari, incendio colposo, vio-lenza sessuale eccetera. Qual-cuno vuole spiegarci perché i

maltrattamenti contro i fami-liari o l’incendio colposo sonopiù meritevoli di una prescri-zione raddoppiata rispetto ai

reati di corruzione e deicolletti bianchi?

Lei ha accennatoalla sindrome del-la tela di Penelo-pe. Che cosa vuold i re?

Mi riferisco al fat-to che da un

l a t o s i

sbandiera la volontà contra-stare l’economia illegale tes-sendo la trama di nuove nor-me antiriciclaggio, dall’al tr asi sfila la stessa tela mediantela politica degli scudi fiscali,come è avvenuto in passato, omediante l’elevazione a 3 milaeuro dell’utilizzo del contan-te, per favorire i consumi. Ungioielliere mio amico mi con-fidava che molti evasori fisca-li, traffichini, personaggi in o-dore di corruzione disertava-no il suo negozio perché si ri-fiutava di accettare pagamen-ti in contanti sopra la sogliaconsentita. Oggi – mi dicevasconsolato – come commer-ciante sono contento, comecittadino rispettoso della le-galità mi sento frustrato.

Va meglio almeno nel con-trasto alla mafia?

L’uso della violenza diventasempre meno indispensabile.Non c’è più bisogno di intimi-dire perché non si trovano piùostacoli alle proprie pretese.È solo questione di prezzo: ilnumero delle persone in ven-dita aumenta di giorno ingiorno. Inoltre un uomo com-prato è meglio di uno intimi-dito perché il primo non hamotivo di tradirti o denun-ciarti. Ormai il concorso e-

sterno di colletti bianchi negliaffari mafiosi è in via di pro-gressivo superamento, comepure l’associazione mafiosadi tipo classico. Sempre piùspesso si assiste al fenomenodel concorso esterno di ma-fiosi negli affari sporchi deicolletti bianchi. All’ombradella corruzione, giorno dopogiorno vengono celebrati mil-le segreti matrimoni d’i n t e-ressi tra élite mafiose e settoridella nomenclature al potereche danno vita a sistemi cri-minali integrati.

Approva la riforma delle in-te rce t t a z i o n i ?

Ciò che più mi colpisce è il ti-po di procedimento legislati-vo prescelto per la riforma, ladelega al governo con maglie

talmente larghe che nessunooggi è in grado di anticiparel’esatto contenuto delle nor-me che saranno emanate. Nonsi tratta di una scelta neutrapoliticamente. Quando infat-ti la discussione e l’a p p r o v a-zione delle leggi avviene inParlamento, tutto il dibattitosi svolge alla luce del sole.Quando invece la redazionedelle norme è delegata al po-tere esecutivo, tutto si svolgenel segreto delle commissioniministeriali, espressioni dellamaggioranza governativa,composte secondo criteri di-screzionali e senza alcun con-trollo della pubblica opinionepubblica. La segretazione delprocedimento legislativo inuna materia nella quale sonoin gioco rilevantissimi princi-pi costituzionali mi sembraun indice rilevante di deficitdemocratico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PA R A D OSS II TA L I C I

Sempre più spessooggi si assisteal fenomenodel concorso esternodei mafiosinegli affari sporchidei colletti bianchi

I TEMPICA M B I A N O

L’uso della violenzadiventa sempre menoi n d i s p e n s ab ile :intimidire non servepiù, è soltantouna questionedi prezzo ormai

RESISTENZE PARTITICHE

“Bisognerebbe raddoppiarei tempi della prescrizioneanche per i reati controla Pubblica amministrazione”

SCELTE INCOMPRENSIBILI

“Non si contrasta certol’economia illegalecon l’elevazione a 3.000 eurod ell’utilizzo dei contanti”

B iog ra f i aRO B E RTOMARIAFERDINANDOSCA R P I N ATON a toin Sicilia,C a l t a n i ss e t t a ,nel 1952è attualmentep ro c u ra to rege n e ra l ealla Corted’appellodi PalermoInm a g i s t ra t u radal 1980,nel 1991entra nel poolanti-mafiaco l l a b o ra n d ocon GiovanniFa l co n ee BorsellinoDopo viad’Ameliop ro m u ovela “r i vo l t a ”co n t roil procuratorecapo PieroG i a m m a n co

In caricaa PalermoIl procuratorege ne ra le,Ro b e r toS carpinatoFo to g ra m m a

Se proprioseis fo r t u n a t ofiniscia dovertiocc uparedi anzianiperu n’o re tt aal l as e tt i m a n a

Se noia ve s s i m oco m b a tt ut ole mafiesolo comep os s i a m ofa recoi corrotti,i bossa v rebb e rovinto

Page 5: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 5

POLITICA CONTRO MAGISTRATI Il ministro della Giustizia: “Scontri al loro interno,per questo adesso le toghe alzano i toni”. Il capo del Viminale: “Dovrebbero fare autocritica”

Alfano-Orlando, attacco ai giudici

» SANDRA RIZZA

Pa l e r m o

Per scongiurare il rischiodi un nuovo “s ca nd al o

Saguto’’, il Tribunale di Pa-lermo a caccia di nuovi ma-nager di Stato per la gestionedei beni confiscati alla mafianon trova di meglio che ri-correre all’esperienza degliex 007 con ruoli di vertice nelcurriculum.

È IL NUOVO CORSO inaugu -rato da Mario Fontana, perun mese presidente ad inte-rim della sezione Misure diprevenzione: lo stesso magi-strato che due anni fa ha as-solto l’ex capo del Sisde Ma-rio Mori (e il colonnello delRos Mauro Obinu) dall’ac -cusa di favoreggiamento aCosa Nostra per la mancata

Fontana e ha nominato am-ministratore di Bagagli l’excapocentro del Sisde a Paler-mo: Nunzio Purpura, checomandò i vigili urbani nelcapoluogo siciliano, quandosindaco era il pdl D i eg oCammarata.

L’EX 007 HA PRESO il postodell’avvocato Walter Virga,figlio del giudice Tommaso,ex membro del Csm, e con luiindagato nell’inchiesta nis-sena sulla gestione dei benisottratti ai boss. Prima che il“sistema Saguto” cro ll ass e,Virga jr. amministrava sia ilgruppo Bagagli, sia le azien-de dei Rappa, sequestrate nel

2014: un impero da 800 mi-lioni di euro. Ora al Tribuna-le assicurano: da solo, Purpu-ra farà da Bagagli il lavoroche prima facevano undici

persone. E forse digerirà ladelusione della sua unica e-sperienza politica: nel 2012,l’ex 007 si candidò al consi-glio comunale di Palermonella lista di Carlo Vizzini,l’ex senatore del Pdl (poi an-dato nel Nuovo Psi), ma pre-se solo 123 voti. Per una stra-na coincidenza, Vizzini è an-che il consuocero di Vincen -zo Rappa, uno degli eredicoinvolti nel maxi-sequestrodi un anno fa. Le intercetta-zioni dell’inchiesta nissenarivelano che Rappa fino all’e-state scorsa discuteva tran-quillamente con l’am mi ni-stratore giudiziario Virga deicosti e dei ricavi della “NuovaSport Car”, la concessionariadi auto sequestrata alla suafamiglia. A Virga, Rappachiedeva se “è utile vederci,se non la disturbo”. E l’avvo -

cato, conciliante: “Ma qualedisturbo... è utile.” Ra pp a:“Grazie... alla fine abbiamo lastessa veduta sulle cose”. EVirga: “L’avrei chiamata co-munque prima di prendereuna decisione”.

ORA TOCCA a GiacomoMontalbano, il nuovo (e de-finitivo) presidente delle Mi-sure di Prevenzione, resti-tuire credibilità a una sezio-ne travolta dalle accuse dicorruzione. Anche se, in at-tesa che il Csm completi leaudizioni sul “caso Paler-mo”, il vicepresidente G i o-vanni Legniniha sottolinea-to “l’in a d e g u a t e z z a” deglistrumenti di intervento: “Èurgente –ha detto –ampliarelo strumento del trasferi-mento d’ufficio”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Legnini, vertice Csm

cattura a Mezzojuso del bossBernardo Provenzano .Cosa ha fatto Fontana, neisuoi trenta giorni alle Misuredi Prevenzione per segnarel’era del rinnovamento? Pri-ma ha affidato la gestionedell’impero Rappa a Isabel-la Giannola, unico prefettodonna con un passato da vi-cedirettore del Cesis. Poi si èrivolto al civilista Anto nioCoppola (l’avvocato del ca-po dello Stato Sergio Matta-rella) per affidargli i negoziBagagli: una holdingda 16 mi-lioni di euro, sequestrata nel2013. Senza perdere tempo,Coppola ha seguito il filone“is t it u zi o na le ” avviato da

» ANTONELLA MASCALI

Prima il ministro dell’I n-terno Angelino Alfano epoi il ministro della Giu-stizia Andrea Orlando,

sono andati all’attacco dell’Anm,il sindacato delle toghe, dopo lecritiche che questo ha rivolto allapolitica del governo nella lotta al-la mafia, alla corruzione e per unavera efficienza del processo.

IL SUO PARTITO, l’Ncd, è pieno diinquisiti, ma di buon mattino, ie-ri, il ministro Alfano non si esimedal dare una lezione di eticaall’Anm: “Credo che ci voglia co-raggio e una certa faccia per at-taccare questo governo. Inveced el l ’autocritica per quanto suc-cesso a Palermo arrivano gli at-tacchi. È un modo ottimo persviare l’attenzione, ma nessuno siilluda che non ce ne siamo accor-ti”. Di seguito arriva una frecciataal veleno del guardasigilli Orlan-do: “Penso che quei toni e qualcheaccento acuto siano un tentativodi tenere insieme la magistraturain un momento in cui ci sonoscontri significativi al suo inter-no”. Controreplica dell’Anm conil segretario Maurizio Carbone,che risponde a Orlando: “Non vo-gliamo lo scontro. Chiediamo ri-forme concrete e risposte forti equesto non sempre è accadutosulla corruzione”. E ancora: “Bi -sogna distinguere tra il confrontocritico magistratura-istituzioni ela polemica distruttiva, a cui cisottraiamo”. Poi, con riferimentodiretto alla ramanzina di Alfano,dichiara: “Non abbiamo certo bi-sogno di lezioni da parte di alcuni.Noi chiediamo unità di intenti,chiediamo che la politica insiemealla magistratura sappia dare unarisposta forte”.

Il presidente Sabelli intervie-ne per stemperare le polemichedopo la sua relazione che ha cri-ticato la maggioranza politica:“Io ho parlato di strategia delladelegittimazione, ma non mi ri-ferivo al governo – dice con pa-role che appaiono una marcia in-dietro –mi riferivo a un clima chepoi anche conosce momenti sin-goli di delegittimazione quandosi raffigura la magistratura comeuna casta attenta ai privilegi o

quando si ricorda la magistraturasolo per fare polemiche sulle fe-rie”.

Quando Orlando si materializ-za a Bari, dove oggi si concluderàil congresso nazionale dell’Anm,Sabelli si lascia andare a una bat-tuta, per tendere una mano, dopoaver bastonato appena 24 ore pri-ma: “Voglio rassicurare il mini-stro che non è arrivato nella fossadei leoni”. Siamo disposti ad a-scoltare le critiche degli altri. E le

nostre sono sostenute dal deside-rio di difendere la giustizia in dif-ficoltà”.

ANCHE IL MINISTRO cambia tonodurante l ’intervento a Bari:“L’Anm è un interlocutore essen-ziale per me e per il governo, ab-biamo bisogno di proseguire undialogo, che non sia tarato su con-trapposizioni. Non troverete maida me una parola demolitoria delruolo di chi è chiamato a rappre-sentare la magistratura, non sen-za difficoltà. Avete un privilegiodi capire le cose prima che avven-gano, mettetelo al servizio dellaRepubblica”. Orlando ci tiene adire che – a differenza di quantopensa l’Anm –non c’è un conflittocome ai tempi di Berlusconi: “Cisono cose che noi non vogliamodiscutere e che non vanno discus-se, come il giudice sottoposto soloalla legge o l’obbligatorietà dell’a-zione penale”. Il ministro sostie-

ne anche che rispetto a quantofatto dal governo “una verifica ègiusta” ma rispedisce al mittentetutte le critiche di Sabelli: “È falsochiedersi se dedichiamo più e-nergie alle intercettazioni o allalotta alla mafia anche perché lalotta alla mafia non viene indebo-lita dalla delega e vengono anchesemplificate le modalità delle in-tercettazioni che riguardano ireati contro la pubblica ammini-strazione”. E ai giornalisti ribadi-

sce: “Le critiche sulle intercetta-zioni sono destituite da ogni fon-damento”.

SULLA CORRUZIONE dice che ilgoverno ha fatto “tutto quello checi chiedeva l’Ocse. E le organiz-zazioni internazionali hanno ri-conosciuto che abbiamo fattotutto quello che dovevamo”.Quanto alla controversa leggesulla responsabilità civile, demo-lita dai magistrati, Orlando ne ri-vendica i meriti ma promette “untagliando per capire effettiva-mente come va”.

Infine, un passaggio a favoredella legge sulle unioni civili, au-spicata dall’Anm: “Vedo con fa-vore la nuova normativa in di-scussione in Parlamento. Misembra una risposta che amplia labase di diritti della nostra societàsenza togliere diritti ad alcuno.Su questo punto il nostro Paese èmesso in mora dalla giurisdizio-ne internazionale”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafia, Palermo affida i beni confiscati agli ex 007Curriculum Il Tribunale sceglie funzionari provenientidai Servizi per la guida di holding e piccoli imperi milionari

Anm, marcia indietroSabelli: “Ho parlatodi delegittimazione,ma non mi riferivoa questo governo”

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. A destra, Rodolfo Sabelli Ansa

Lo sberleffo

BERLINGUERERA RENZIANO» FQ

, ESSERE nella testa di ErasmoD’Angelis, esperto di frane e per

questo direttore della semiclandestina U-nità renziana, è un esercizio faticoso econtorto. Prendiamo la prima pagina di ie-ri, che strilla: “Manovra, svolta a sinistra”. Il titoloperò è incastrato tra due grandi e inquietanti foto.Sopra c’è Darth Vader di Guerre Stellari, il lato oscurodella Forza, e sotto c’è Gianluca Buonanno che mo-

stra la pistola in tv, il lato oscuro della Lega diSalvini. Chi è che va a sinistra, allora? Renzi,Darth Vader o Buonanno? Tutti e tre, forse?La falsa percezione della si-nistra lascia strascichi in o-

gni sezione del giornale. Come ilnuovo, ennesimo e annoso dibat-tito sulla figura di Enrico Berlin-guer che campeggia da giorni. Ieri,

per esempio, un succoso scritto di Stefania Craxiper dire che Berlinguer non fu riformista. Ma lechicche sono le grandi interviste che, in sintesi, mi-

rano a una renzizzazione di Berlin-guer (tra un po’ diventerà padredel Partito democratico), enu-cleando la questione morale. Perfortuna che non ci sono più le mas-se, a leggere l’Unità.

S i e teinterloc utoriessenziali ,per mee perPal a zz oChigi ,m e tte teil vostrop r i v ile g i oal serviziodel l aRe p ubbl i c a

ANDREAORLANDO

Nonvogl i a m olo scontroC h i ed i a m or i fo r m econc retee rispostefo r t i :ad esempios ul l acorr uzionenon sempreè avvenuto

M AU R I Z I OCA R B O N E

Page 6: ilfatto20151025

6 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

l2 ,0 5MilioniLa cifra chela Prefetturas p e n d e re b b eper l’affittoannuo dellostabile (oggipagano 2,4)

L’I NC H I E STA L’a f f a re Un ex stabile dell’Enel, dismesso nel 2004, potrebbediventare la nuova sede degli uffici del ministero dell’Interno

» MARCO LILLO

Alla fine il prefetto diRoma Franco Ga-brielli potrebbe ritro-varsi a firmare un

contratto di affitto per la nuo-va sede della Prefettura conGianfranco Caporlingua, unimprenditore molto ricco enoto anche per essere il sociodi Daniele Pulcini finito ai do-miciliari nel 2013 per turbati-va di gara, abuso di ufficio etraffico di influenze, in rela-zione a una gara per la gestio-ne dell’area demaniale delparcheggio di Piazzale Clo-dio. Secondo l’ipotesi accusa-toria - che non ha ancora ot-tenuto una conferma da partedei giudici – Pulcini avrebbeturbato la gara a beneficio del-la società Flora Energy di cui èsocio, oltre a Pulcini e a un ter-zo imprenditore, anche Ca-porlingua, che è stato perqui-sito e intercettato ma non èstato indagato perché ritenu-to all’oscuro delle manovredel socio.

Pulcini è stato poi riarre-stato ai domiciliari a giugnoscorso per la seconda ondatadell’inchiesta Mafia Capitale.Imprenditore trasversale,Pulcini: legato a Luca Odevai-ne, ex vicecapo di gabinettodel sindaco Walter Veltronima anche socio nella societàPoint Break con Lorenzo Ali-brandi, amico di MassimoCarminati e fratello dell’e-stremista nero Alessandro,ucciso nel 1981 durante unoscontro a fuoco con la Poli-zia.

PROPRIO LA POINT BREAKpartecipa per il 40 per cento al-la Flora Energy di cui la RomaParking Srl della famiglia Ca-porlingua detiene invece il 30per cento.

Nel luglio del 2013 la Poliziaintercetta una telefonata diPulcini con Odevaine: “Hosentito Gianfranco (Caporlin-gua n d r) e poi ho richiamatoTiziano (Zuccolo della DomusCaritatis, poi arrestato perchéavrebbe corrotto Odevaineper i centri immigrazione N-dr) perché Gianfranco mi hadetto guarda se serve vi faccioanche un'offerta peggiorativae allora Tiziano mi ha detto no,non serve fargliela fare e alloraadesso chiamo Gianfranco”.

Secondo i magistrati Pulci-ni aveva intenzione di fare –grazie ai suoi agganci in Vati-cano tramite Tiziano Zuccolo– una turbativa per la gara del-la ristrutturazione e gestionedi un immobile del Vicariato.Pulcini poi effettivamentechiama Caporlingua

P u lc i n i : Che per caso haimandato quell'offerta lì, al Vi-cariato?

Ca po rl in gua : No, vera-mente l’ho vista venerdì, e nonho fatto in...

Pulcini: Senti, io te l’ho gi-

rata, io so stato stamattina inVicariato. Si a vo fa falla, se noquelli stamattina me diceva-no: siete in due, gli altri se soritirati, so arrivati questa que-sto, hanno fatto pure il nome diCaporlingua, non abbiamo piùavuto notizia. Insomma, guar-da te, se la voi fa falla ma se te faperde più de tanto no lo so,guarda tu.

Caporlingu a: Se è impor-tante la faccio.

Pulcini: No, non lo reputocosì importante, a sto punto,non penso.

C ap or l in gu a : Va bene, al-lora chi se ne impor-ta. Lasciamoperdere.

Poco do-po il deposi-to di questeinter cetta-

zioni da parte dei pm (e sei me-si dopo la pubblicazione sul li-b ro I re di Roma della storiadella tentata turbativa) la so-cietà Ostiense 2 Srl, di cui è so-cio e presidente Caporlingua,ha vinto la gara per la selezionedell’immobile da affittare co-me sede della Prefettura a Ro-ma.

Il palazzo prescelto si trovadi fronte a quello della famigliaArmellini che oggi ospita i suoiuffici. In pratica i 200 dipen-denti della Prefettura dovran-no attraversare la strada e pas-sare da via Ostiense 131 a viaOstiense 92 nella ex sededell’Enel. La storia e i numeridel palazzo spiegano bene lafollia della gestione degli im-mobili pubblici in Italia. Enelcede questo e altri palazzi nel2004 alla Continental Ameri-can Properties di Daniele Bo-dini. Nel 2011 Bodini vende aOstiense 2 che compra me-diante un leasing del MontePaschi al prezzo di 11 milionipiù iva.

Ostiense 2 poco dopo ten-ta di affittare il palazzo allaRegione. Un articolo diSergio Rizzo sul Corrieredella Sera critica la sceltadi pagare “un milione590 mila euro l'anno perritrovarsi alla fine delcontratto senza nean-che la proprietà di unmattone”. Poi cade lagiunta Polverini e nonse ne fa nulla.

La società ha com-prato con il meccani-

smo del leasing 18en-nale e ha pagato finora 2,6

milioni di euro per il maxi-ca-none iniziale più le rate annua-li per una somma che dovreb-be aggirarsi sui 4 milioni. La

Prefettura potrebbe fermarequesto bagno di sangue per isoci che pagano l’Imu e il lea-sing senza avere nessun in-troito.

Il canone annuo proposton el l ’offerta alla Prefettura èpari a 2 milioni e 50 mila euroall’anno. Basta fare due contiper capire la follia dell’opera -zione. La società pubblica E-nel svende nel 2004 a ProgettoOstiense di Bodini che rivendenel 2011 e distribuisce un utiledi 2,9 milioni. Poi i costruttoriromani comprano e affittanoalla Prefettura. Così tengonola proprietà dell’immobile emettono a carico del contri-buente il pagamento indirettodel leasing.

C ap it a ledegli affariLo stabile divia Ostiense92 a Roma. Inalto, l’impren -ditore Gian-franco Capor-lingua Pi zz i

Roma, la prefettura traslocaVa dal socio di Pulcini

L’I M P R E N D I TO R E

Gianfranco CaporlinguaLA FAMIGLIA Caporlingua controlla il 33,3 percento di Ostiense 2 Srl (23,3 in capo alla Pro g e i m euna quota del 10 per cento in mano alla T F 2 Ag i diAndrea Caporlingua, fratello di Gianfranco). Lealtre due quote del 33 per cento sono in mano allaLibra Srl della famiglia Marzotto, e alla Fe i d o s ,controllata all’83 per cento dall’immobiliaristaMassimo Caputi. Nel 2010, quando il NucleoPolizia Tributaria di Roma della Gdf chiede a unafiliale del Credito Artigiano l’elenco di tutte leoperazioni per importi elevati effettuate dai loroclienti nel maggio 2010, scopre che le società delgruppo Caporlingua muovono milioni comebruscolini. Gianfranco Caporlingua fa operazioniin dare e avere per 7 milioni e 846 mila euro. Ilfratello Andrea per 3 milioni e 362 mila euro. LaT F 2 Ag i invece arriva a 3 milioni e 466 mila euro.La Cogeim Spa a 12 milioni e 386 mila euro. Intutto sono quasi 26 milioni di euro. Tutto in unmese.

IL BANDO PER L’A F F I T TO è sta-to firmato dall’allora prefettodi Roma Giuseppe Pecoraronel dicembre del 2014. LaCommissione si è insediata nelfebbraio 2015. Tra le otto of-ferte pervenute il 7 aprile 2015è stato scelto l'immobile sito diVia Ostiense 92. Manca solo il“rilascio del parere di congrui-tà del canone di locazione daparte dell'Agenzia del Dema-nio” per far chiudere l’affare aGianfranco Caporlingua. Nonsarà né il primo né il più im-portante per lui. Con la suaQuinto Immobiliare, grazie auna commissione di gara pre-sieduta nel 2007 da Odevaine,Caporlingua ha incassato mol-ti milioni di euro dal Campi-doglio. Il suo palazzone di viaPietralata 192, affittato per o-spitare i senza casa del Comu-ne, costava ai contribuenti ro-mani (contratto del maggio2008) ben 2 milioni e 692 milaeuro all’anno, compreso il co-sto dei servizi di portierato so-ciale, pagato alla Domus Cari-tatis del solito Tiziano Zucco-lo. A marzo il Comune ha chiu-so il residence.

Caporlingua risponde congrande cortesia al Fatto: “Nonsono mai stato indagato per lavicenda del parcheggio e nonho mai presentato l’offerta perl’immobile del Vicariato. Lostabile di via Ostiense sarebbeconsegnato perfettamente ri-strutturato e cablato con i par-cheggi”. La Prefettura fa sape-re che “la procedura di ricercadell’immobile è stata avviataperché gli uffici attuali sonoscomodi e costosi. L’affitto sa-rà inferiore a quello attuale,pari a 2 milioni e 400 mila eu-ro”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il palazzo si trovadi fronte a quello dellafamiglia Armellini cheoggi ospita i suoi uffici:si passa dal civico 131al 92 di via Ostiense

La società hacomprato a 11 milionie ora riaffitteràl’immobile (acquistatoin leasing) a circa2 milioni l’anno

Chi èFra n coG ra b r i e l l iè prefettodi Roma dal2 aprile diq u e st ’anno

Laca r r ie raFu n z i o n a r i odi Polizia,classe 1960,ha lavoratoalla Digos diFirenze. Dal2000 è aRoma, allaDigos. Nel2006 èdirettore delSisde. Nel2009 èn o m i n a toprefetto deL’Aq u i l a ,nomina cuia g g i u n ge r àquella dico m m i ss a r i oper il doposisma. Neln ove m b re2013 prendeil posto diGuidoBer tolasoalla testadellaPro te z i o n eCi v i l e

PENSIONATI GIUSTIZIERI

Spara ai ladri conla sua 357 MagnumLega Nord: “Eroe”

qVEDE I LADRI, ESCE sul balcone espara. A pochi giorni dal caso di Vaprio

d’Adda, un altro pensionato di 65 anni si tra-sforma in giustiziere. In pugno una 357 Ma-gnum. Spara, e non per legittima difesa, maperché si accorge di un furto in corso nella ta-baccheria sotto casa. Preme il grilletto e col-pisce il radiatore di un furgone in fuga. I cara-binieri intervengono e arrestano il malvivente,

un 30enne italiano originario del Modenese.Ancora in fuga i due complici. La Lega nord ap-plaude “per il coraggio, il sangue freddo ma so-prattutto per l’onestà”. Eppure quei due colpisolo per caso sono finiti nel radiatore. Il fatto èsuccesso ieri mattina verso le 3:30 a Rolo inprovincia di Reggio Emilia. I tre, a bordo di unFiat Ducato rubato poco prima a Novi di Mo-dena, avevano preso di mira la tabaccheria o-

spitata nello stabile di proprietà del pensiona-to. Sfondata la vetrina con un tombino per im-possessarsi delle macchine da gioco non han-no fatto i conti con il pensionato che, svegliatodai rumori, è uscito sul balcone e ha urlato lorodi andarsene, poi ha esploso due colpi con unacalibro 357 regolarmente detenuta, centran-do il vano motore costringendo i ladri a scap-pare a piedi.

Page 7: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 7

VERO POTERE Così “il grosso” ha ottenuto più soldi per il braccio destro

» GIORGIO MELETTI

Se Unicredit piange, Ae-roporti di Roma non ri-de. Il caso Palenzo-n a - M e r c u r i -B u l g a r e l l a

travolge la banca milanese,costringendo il numero unoFederico Ghizzoni a cercareimprobabili capri espiatoriper salvare la poltrona: prove-rà a scaricare i due alti dirigen-ti indagati, Massimiliano Fos-sati e Alessandro Cataldo, enon gli basterà. Ma anche ilgruppo Benetton ha serissimiproblemi. Nella controllata diAtlantia (con cui la famiglia diTreviso controlla anche Auto-strade per l’Italia) FabrizioPalenzona (“il grosso”) è pre-sidente e Roberto Mercuri suoassistente nonché responsa-bile degli affari istituzionali.Nel caso di Adr (che gestiscegli scali romani di Fiumicino eCiampino) il problema non ègiudiziario, quindi è più grave:neanche la speranza del pro-scioglimento.

I FATTI SQUADERNATI neg liatti dell’inchiesta confermanoche - anche in Adr come in U-nicredit - Palenzona e il suobraccio destro spadroneggia-no. L’8 ottobre escono le no-tizie dell’inchiesta di Firenzesui due. Si legge che il primoordina per il secondo un au-mento di stipendio del 25 percento con poche perentorie te-lefonate al capo delle risorse u-mane di Adr e all’amministra -tore delegato Lorenzo Lo Pre-sti. Il 13 ottobre Palenzonapresiede il consiglio d’ammi -nistrazione di Adr, presentecome sempre il suo assistenteMercuri. Non dice una parolasullo scandalo. Nessun altrofiata. Tace Giovanni Castel-lucci, amministratore delega-to di Atlantia, la controllante:“Non vedo la necessità di di-scutere la questione”, dichia-rerà in seguito. Tace l’azioni -sta Gilberto Benetton.

Conta una sola unità di mi-sura, quella del potere. E Pa-lenzona ne ha tanto. Abba-stanza, per esempio, da far pa-gare all’amico e collaboratoreun sontuoso stipendio dagli a-zionisti grandi e piccoli di Ae-roporti di Roma (Atlantia èquotata in Borsa) anche se, ap-parentemente, l'attività diMercuri si svolge prevalente-mente nel grattacielo milane-se di Unicredit, con cui non haalcun rapporto di lavoro. Nes-suno fiata. I Benetton – e conloro il numero uno di AtlantiaGiovanni Castellucci –devonomolto a Palenzona e alle suerelazioni di potere. Basti solopensare ai risultati tariffariche porta a casa ogni anno co-me presidente dell'Aiscat, l’as -sociazione delle concessiona-rie autostradali.

Il 18 dicembre 2014 Palen-zona chiama il capo delle ri-sorse umane di Adr Vito Man-gano. Mercuri, assunto il 18giugno 2007, ha già visto as-sorbire nella parte fissa del suostipendio la parte variabile,

Palenzona detta le regoleAdr e Unicredit obbedisconoPoche telefonate e lo stipendio dell’indagato Mercuri vola. E i Benetton tacciono

cioè il premio di risultato. Maperché non aumentargli anco-ra le entrate aggiungendo allaparte fissa (già gonfiata assor-bendo la parte variabile) pro-prio quella parte variabile chenon c’è più? In gergo si chiamaMbo (management by objecti-ves): al dirigente si danno una

serie di obiettivi, a fine anno isuoi capi valutano la perfor-mance e gli assegnano la partedi premio che si è meritato.

MERCURI deve aver meritatotanto, stando al tono di Palen-zona: “Ma il contratto del dot-tor Mercuri consente ... preve-de ... sta roba... è attivabile cosìcom’è?”. Mangano è imbaraz-zato: “Allora, non lo prevede ...credo ... se mi ricordo bene lotogliemmo e gli aumentammolo stipendio per questo”. Pa-lenzona sa cosa va detto in cer-ti momenti: “Questo non te loricordi eh?”. Mangano capisceal volo: “Però... però non mi

preoccuperei... non mi preoc-cu per ei”. Palenzona incassa:“No no io lo volevo solo farepresente”. Mangano promet-te: “Se c’è qualche cosa mimuovo io”. Palenzona perdo-na l’iniziale esitazione: “Va be-ne mi dichiaro soddisfatto gra-zie ciao”.

Il 15 gennaio 2015, un mesedopo, Mangano chiama Pa-lenzona per dirgli che ha risol-to: “Allora per farla pulita glifaremo una lettera in cui gli di-remo ‘caro Roberto Mercurilei ha questo Mbo”... così tuttisiamo puliti da questo punto divista e nessuno ci può dire nul-la”. Adr come Unicredit: l’im -

portante è “farla pulita”. Pa-lenzona è contento, anche lui èper le cose fatte in regola: “De -ve essere in regola cioè non èche facciamo cose che non so-no in regola”. Poi spiega checos’è la regola secondo uno de-gli uomini più potenti del ca-pitalismo italiano: “È nella re-gola che domani chiunque ve-de è una cosa normale”.

Tutto risolto. Manganodunque attribuisce a Mercuriun Mbo del 20 per cento dellostipendio fisso, e così si giusti-fica con il potente presidente:“La percentuale che normal-mente si dà in questi casi tran-ne accordi particolari... è del

20per centro... lui guadagna230 (mila euro all’anno, nd r )significa come massimo 46(mila euro all’anno, ndr)... a leiva bene questa cosa?”. Palen-zona è soddisfatto. “Come leista vedendo ci stiamo gesten-do con l’amministratore dele-gato in maniera pulita”, insisteMangano: pulita per lui vuoldire “apparentemente corret-ta”. Infatti subito dopo tradi-sce il retropensiero: “Poi tantoqueste sono percentuali chequando vogliamo le possiamoaumentare in futuro”.

SEI GIORNI DOPO Mercuri vada Mangano per chiudere laquestione. Il 20 per cento nongli basta e sa che può chiedere.Dentro la trattativa con Man-gano inserisce anche la richie-sta di rinnovare per un altroanno il contratto di lavoro conla sua fidanzata rumena TalidaStroie. Adr è società generosae accogliente, per chi può.Mercuri scrive un sms a Palen-zona: “Mi ha chiamato Man-gano per formalizzare Mbo.Mi ha proposto 20%. Il range è20/35%. Ho chiesto il 25%.Mangano è d'accordo dovreb-be parlare con Lo Presti x ok”.Nel giro di sei minuti Palenzo-na avverte Mercuri che ha sen-tito l’amministratore delegatoed è d’accordo. E adesso tutti idipendenti di Aeroporti di Ro-ma sanno come si fa a farsi dareun aumento di stipendio dai ri-gorosi manager scelti dai Be-netton.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Guai & poltroneL’INCHIESTA Il vicepresidente di Unicredit,Fabrizio Palenzona, avrebbe agevolato l'attivitàmafiosa di Andrea Bulgarella, imprenditore di

Trapani indicato come fiancheggiatore diMatteo Messina Denaro, il capo di CosaNostra latitante dal 1993. Le accuse per ilnumero due della banca sono associazionea delinquere, truffa, appropriazione indebitacon l'aggravante del favoreggiamento. Conlui sono indagate dalla Procura di Firenze,a vario titolo, altre nove persone tra cuidirigenti della stessa banca e RobertoMercuri, definito dagli inquirenti il“fa cce n d i e re ” del vicepresidente.LA CARRIERA Fabrizio Palenzona è nato aNovi Ligure nel 1953. Legato alla famiglia

Gavio, fa il sindaco di Tortona e presiede laProvincia di Alessandria. Transitando dalla Dcalla Margherita e all’Ulivo. Poi dalla FondazioneCrt diventa vicepresidente di Unicredit. Grazie aGavio diventa lobbista degli autotrasportatori,delle autostrade e presidente di Impregilo,colosso delle costruzioni

LAS C H E DA

Federico GhizzoniL’attuale amministratoredelegato di Unicredit è nato aPiacenza il 14 ottobre 1955.Dopo una carriera nelle bancheè stato nominato ad diUnicredit nel 2010, succedendoad Alessandro Profumo.

Giovanni CastellucciIl manager, nato a Senigallia il23 luglio 1959, nel 2000 è statoamministratore delegato delgruppo Barilla. Poi l’anno dopo èdiventato direttore generale diAutostrade spa. Nel 2006 vienepromosso ad. È amministratoreanche di Atlantia spa.

Basta chiederePrima l’ok per il 20%di bonus su 230 milaeuro, ma il “manager ”vuole il 25 e lo ottiene

Mr prestitoFa br i z ioPa le n zon a .In basso,da sinistra,Gh i z zon ie CastellucciLa Pre ss e

LA PROTESTA

Buona scuola che nonva e contratti fermi,sindacati in piazza

qCGIL, CISL E UIL sono scese in piaz-za in tutta Italia per un “protesta day”

sotto l’insegna # u n i o n e fa l a s c u o l a . Due i mo-tivi dell’iniziativa: la contestazione della ri-forma della Buona Scuola e la richiesta dirinnovare il contratto, "fermo da 6 anni".“Non si capisce come faccia la ministraGiannini a dire che nella scuola tutto va per ilmeglio, con un avvio d’anno segnato da dif-

ficoltà e disfunzioni varie, che in occasionedella manifestazione del personale Ata so-no state denunciate con forza dalla delega-zione di lavoratori che ha incontrato l’Am-m i n i s t ra z i o n e ”, ha tuonato Francesco Scri-ma, segretario generale Cisl Scuola. “Il Go-verno non faccia orecchie da mercante. Rin-novi il contratto per ridare la giusta dignità allavoro nella scuola”, ha aggiunto la segre-

taria generale della Cisl, Annamaria Furlan,sollecitando lo stanziamento nella legge distabilità di maggiori risorse per il rinnovo deicontratti di lavoro e per cambiare la legge107 sulla Buona Scuola. “Bisogna cambiarela pessima legge sulla scuola e di rinnovare ilcontratto nazionale”, fa eco Domenico Pan-taleo, segretario generale della Federazio-ne Lavoratori della Conoscenza Cgil.

FABRIZIO PALENZONA

Page 8: ilfatto20151025

8 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

L’I N T E RV I STA

“Caro Pd, a Napoli o primarieo non si arriva al ballottaggio”

Antonio Bassolino L’ex sindaco pronto a correre un’altra volta“Lasciamo che scelgano i cittadini cos’è vecchio e cos’è nuovo”

» ENRICO FIERRO

inviato a Napoli

In un Pd napoletano inde-ciso a tutto e terrorizzatodai sondaggi rispunta lui,Antonio Bassolino, l’u o-

mo che per vent’anni è statotutto a Napoli e nell’interaCampania. Speranza nel 1993,quando venne eletto sindaco adispetto di tanti, anche di mol-ti dirigenti del suo partito, il P-ds. Simbolo della politica peg-giore negli anni in cui fu go-vernatore della Campania esupercommissario all’em er-genza rifiuti. Un uomo millestorie. Ma non chiedete a Bas-solino se si candiderà a sinda-co. Negherà, chiarirà, consi-glierà di attendere, vi dirà chesta ancora valutando. Noncredetegli, l’uomo è già incampo, deciso a fare la sua bat-taglia della vita, nonostante i“chi te lo fa fare”dei figli (due)e degli amici stretti (pochi). Lasua Fondazione Sudd è in pie-na attività, lui non si ferma unmomento. Incontri, l’ultimocon gli ex operai Italsider a Ba-gnoli, giri per la città, intervi-ste. Ora il problema è del Pdnapoletano, e sono dolori inun partito libanizzato in grup-pi di potere contrapposti, de-vastato dalle inchieste giudi-ziarie, e demolito nei sondag-gi. La parola a Bassolino:“Guardiamo in faccia la realtà.Il Pd a Napoli è debole. Alle ul-time regionali il Movimento 5stelle in molti quartieri popo-lari ha raggiunto percentualidi dieci punti superiori a quel-le del Pd. Il partito viene dacinque anni di politica ambi-gua, né carne né pesce. Nonopposizione e non governo,non maggioranza e non mino-ranza. Se si affrontano le co-munali in questo stato si fa unsalto a rotta di collo. Ci faccia-mo tutti molto male. E senzaprimarie non si arriva neppu-re al ballottaggio”.

Quindi arriva lei, salvatoredella patria?

Magari bastasse un salvatore.Bisogna fare le primarie, ce lodicono le regole, ma soprat-tutto ce lo impone la necessitàdi riallacciare un rapportocon la città. Bisogna fare que-sto bagno di umiltà, o faremola fine di quattro anni fa.

E Bassolino c’è, ma è il “ve c-c h i o”, lo dicono i renziani e igiovani leoni del partito na-p o l e t a n o.

Sciocchezze. Fissiamo la datadelle primarie, facciamole,coinvolgiamo migliaia di elet-tori. Saranno loro a scegliere ilcandidato sindaco. Giovane ovecchio, iscritto al Pd o pro-veniente dalla società civile,lasciamo decidere ai cittadiniquali sono le idee antiche equali quelle nuove, cos’è statoil passato e cosa deve essere ilfuturo. L’importante è sapereche questa volta la battaglia èdifficile e bisognerà sudare

Riforma La studentessa che rileva i difetti del ddl Boschi: “Ho scritto ai parlamentari”

“Nuovo Senato, così non si capisce nulla”LA STORIA

» GIANLUCA ROSELLI

Scrive per avere informa-zioni su cosa accadrà al Se-

nato dopo la riforma. Ma nes-suno le risponde. Camilla Ro-mana Bruno è una ragazzadell’Aquila, laureata in Lette-re a Pavia, che a Roma sta fi-nendo la Scuola superiore digiornalismo alla Luiss.

A L L’INIZIO di settembre, percompletare la sua tesi propriosulla riforma di Palazzo Ma-dama, scrive ai vertici del Se-nato per avere informazionisul dopo. Per conoscere il de-stino di dipendenti, funzionarie consiglieri. Per sapere che fi-ne faranno gli edifici di pro-prietà e in affitto. Ma ancheper avere informazioni su ar-redi e appalti. Per esempioquello sulla ristorazione: ver-rà mantenuto per tenere aper-to il ristorante per cento sena-tori che verranno presumibil-mente poco a Roma? Manda u-

na mail al presidente PietroGrasso, ai vicepresidenti Fe-deli, Lanzillotta, Calderoli eGasparri. Ai tre questori DePoli, Bottici e Malan. Infineanche ai segretari, un gruppet-to composto da altri nove par-lamentari. La mail viene spe-dita anche al segretario gene-rale Elisabetta Serafin e al suovice, Federico Toniato. Nes-suna risposta. Nemmeno unfiato almeno per dire: ci scusi,signorina, siamo molto impe-gnati e, poi, non ne sappiamo

nulla nemmeno noi. C’è rima-sta male? “Beh, un po’sì, anchese, visto come funzionano lecose in Italia, devo ammettereche non mi aspettavo grandirisposte. Anche perché la miarichiesta arrivava nel momen-to più caldo della lotta sugli e-mendamenti. Purtroppo, pe-rò, rispetto ad altri Paesi il cit-tadino si sente molto lontanodalle istituzioni. Non dovreb-be essere così”, racconta Ca-milla. Che ha una passione perla politica e il diritto parlamen-tare e sta per sostenere l’esamedi Stato da giornalista.

INSOMMA, il cittadino chiede,ma il Palazzo non risponde.Così bisogna utilizzare altrimezzi. “Grazie ad alcune co-noscenze sono entrata in con-tatto con Laura Bottici, che è larappresentante tra i questoridel M5S. Lei mi ha ricevuto eper circa un’ora ha risposto al-le mie domande. Così ho po-tuto completare la mia tesi”.

Insomma, sempre meglio co-noscere qualcuno. Quello cheviene fuori, però, è che tutto sisvolge nell’i n de te rm i na te zz apiù assoluta. Chi in Senato ha ilcontratto a tempo indetermi-nato non rischia nulla, dovràsolo cambiareluogo e mansioni.Anche se questopotrebbe com-portare protestee malumori. Ilpersonale in esu-bero (ancora nonq ua n ti f ic ab i le )dovrebbe esserer i a s s e g n a t o aMontec itorio.Così come i pa-lazzi che non ser-v i r a n n o p i ù .M e n t r e , p e rquanto riguarda gli appalti, giàq u es t ’anno sono stati sotto-scritti contratti con diritto direcesso. Chi rischia, magari,sono i funzionari con contrat-to a tempo determinato. “Ho

parlato anche con un paio dicommessi e col personale delbar: non temono di perdere illavoro, ma sono preoccupatiper le mansioni che sarannochiamati a svolgere”, spiegaCamilla. Tutto cambia quindi,

ormai anche per isuper privilegiatidipendenti di Pa-lazzo Madama.Camilla, invece,magari in questopalazzo ci rien-trerà da giornali-sta. “La riformaandava fatta – os -serva – il bicame-ralismo superato,ma non in questomodo. Si potevaanche abolire to-talmente il Sena-

to, ma mettendo dei contrap-pesi come una legge elettoraleproporzionale e l’elezione di-retta del capo dello Stato”. Inbocca al lupo per l’esame.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

per superare il primo turno.De Magistris è forte?

De Magistris è meno debole diun anno fa, ma non è fortissi-mo. Se avesse lavorato benenon ci sarebbe partita, vince-rebbe al primo turno. Invece èin difficoltà.

L’assoluzione gli ha dato fia-t o.

E io gli ho fatto pubblicamen-te i complimenti. Ora potràessere giudicato per quelloche ha fatto da sindaco. Il pro-blema di De Magistris è che datempo si è appiccicato (ha li-

tigato, ndr) con la politica.In che senso?

Non ascolta la città, ha rottotutti i ponti con le istituzioninazionali, col governo in pri-mo luogo, ha isolato Napolidal resto d’Italia e dal Mezzo-giorno. Il sindaco di Napoli hasempre svolto una funzionedi leadership del Sud, ora nonè più così.

Senza primarie il disastro,quindi.

Certo, perché questa volta lapartita non è a due come alleregionali con De Luca da una

parte e Caldoro dall’a ltr a.Questa volta i competitori so-no quattro. I 5Stelle, primopartito in città e in ascesa neisondaggi, la destra con Lettie-ri, gli arancioni di De Magi-stris e il Pd. Solo due arrive-ranno al ballottaggio.

Nel Pd al momento si agitanoaltri potenziali candidati,spunta un nome al giorno…

E spuntano anche i rifiuti dipersone perbene consultate.Il problema non è questo, seavessi visto un nome forte incampo, in grado di vincere e diportare la città oltre De Ma-gistris, avrei detto ok, sono quipronto a darvi una mano.

I nve ce?Il nome non c’è, allora si fac-ciano le primarie e a quel pun-to mi assumerò la responsabi-lità di decidere, di concluderequesta mia riflessione. Ora, inquesto momento, senza unadata fissata, a cosa mi candi-do? Ma fermiamoci su un datonazionale. La gente non votapiù, neppure nelle elezioni di-rette. Alle ultime regionali inCampania ha votato il 40%, inEmilia il 37, è una minoranzadi cittadini ad eleggere sinda-ci e governatori. Di questa cri-si profonda della democraziasi parla pochissimo nel Paese.Si preferiscono gli slogan. Ionon sono d’accordo a bollareil voto ai 5Stelle come frutto

dell’antipolitica, dietro queivoti, invece, c’è tantissima po-litica. Se c’è una cosa che rim-provero a De Magistris è pro-prio quella di aver tradito lasperanza di un nuovo prota-gonismo popolare. Parlava diassemblee di popolo, di par-

tecipazione alle scelte, e inve-ce cambi di giunta, restringi-mento del dibattito e della suastessa base elettorale. La crisia Napoli è anche crisi di de-mocrazia. Per questo dico chele primarie sono una necessi-tà vitale per il Pd.

Quindi lei ci sarà... al bar do-ve abbiamo preso un caffè hovisto che c’è chi la saluta an-cora chiamandola sindaco.

Sono segni di affetto popola-re. E nella mia scelta terròconto anche di questo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il comunistan ap olet a noAntonio Bas-solino, storicodirigente Pci,già sindacodi Napoli e go-vernatore del-la Campania

P recari“Ho parlatocon i funzionaria tempode te r m i n ato :hanno paura diperdere il lavoro”

De Magistris è menodebole di un anno fa,ma non è fortissimoNon ascolta la cittàUna volta noi eravamoguida nel Mezzogiorno

E le z ion i

n P R I M AV E R A2 01 6Il prossimoturno diA m m i n i s t ra t i vevedrà al voto1.282 Comuniin tutta Italia

n SFIDEP R I N C I PA L IO l t reall’i n co g n i t aRoma, alleurne tra lealtre cittàs i c u ra m e n tea n d ra n n oNapoli,M i l a n o,To r i n o,Bologna,Tr i e s te ,R ave n n a ,Cagliari,Rimini,S a l e r n o,Latinae Novara

Camilla Romana Bruno

ASSEMBLEA NAZIONALE

Sel: “Nuovi gruppiparlamentari, Civatinon sottrarti”

qNOIABBIAMO la responsabilità di av-viare un percorso virtuoso per un nuovo

soggetto della sinistra: dobbiamo mettere ilconvoglio di Sel sul binario vivo e non sul bi-nario morto”: così Nichi Vendola all’assem -blea di Sel ieri ha lanciato la sua proposta diriunire i vari spezzoni della sinistra in un’unicagrande formazione, con l’ambizione di essereforza di governo. “Ora si lavora a nuovi gruppi

parlamentari, Sel è il lievito di una grande si-nistra senza correnti”e senza “ce s p u g l i ”. I nuo-vi gruppi parlamentari non dovranno esseresemplicemente “un allargamento di Sel”, hadetto Arturo Scotto, capogruppo alla Cameradi Sel, che è intervenuto all’assemblea anche inmerito alla posizione di Pippo Civati: “Penso auno spazio che si apre, non capisco perché lui sis o t t ra g ga ”, ha aggiunto il parlamentare, se-

condo il quale “il mantra ‘mai col Pd’ o ‘s e m p recol Pd’ ha un punto in comune: la subalternitàal Pd sempre e comunque”. Scotto ha conclusoannunciando che Joseph Stiglitz ha accettatodi diventare il consulente economico del grup-po della sinistra, definendolo “un segnale im-por tante”, perché “sancisce la nascita di unasinistra parlamentare in grado di mettere alcentro saperi, competenze, esperienze”.

Page 9: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 9

La Sicilia appesa a NcdL’ultima sfida di CrocettaPur di non mollare, il governatore apre a una trattativa con AlfanoGiunta azzerata, ma gli assessori restano in carica (non si sa mai)

Dimissioni di massa L’unica via d’uscita per risolvere i guai dell’IsolaL’A PPE L L O

I 90 complici dell’Ars:anche i Cinque Stelleadesso vadano a casa

» GIUSEPPE LO BIANCO

Pa l e r m o

L’ultima trovata di Rosario Crocetta è il trion-fo dell’ossimoro: azzeramento della giunta,

ma con tutti gli assessori rima-sti in carica in attesa dell’esitodelle trattative (più sulle pol-trone che sui programmi) traNcd, centrosinistra e governa-tore sul “Crocetta quater”:l’ultimo esperimento per re-stare a galla, dopo avere supe-rato l’insidia estiva dell'inter-cettazione fantasma con il me-dico Matteo Tutino. Con 35 as-sessori dimessi nell’arco di tre anni e una ri-voluzione rimasta sulla carta, Crocetta ora ap-pare sempre più ostaggio dei renziani che, conl’assessore al Bilancio Baccei, governano lepromesse di Palazzo Chigi sul ripianamentodel mostruoso deficit siciliano, arrivato ormai

» PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Noi siamo qua. E non èdifficile capire per-ché. O, meglio, non èdifficile capirlo per

chi guarda la realtà che ci cir-conda, per chi coltiva il gustodel ragionamento, per chi haancora voglia di mettersi ingioco. Per tutti gli altri, ovvia-mente, è incomprensibile.

DA MOLTI ANNI, ormai, volerenon capire è una scelta. Noi treinsieme siamo incomprensi-bili. E rivendichiamo l’orgo -glio di essere stati, spesso, an-che incompresi. Intanto, per-chè non siamo più catalogabi-li. Perchè lo eravamo, forse,singolarmente, ma fermo re-stando il gusto dell'eresia. Noisiamo qua perchè ci rode den-tro lo sfascio di questa nostraIsola. Io sono qua perché, perme, Buttanissima Sicilia non èun insulto. È il mio modo di ur-lare amore a questa terra. Ter-ra che è stata tanto, che potevaesser tutto e adesso non è piùniente. Devastata e depredata,come noi tutti ben sappiamo.La Sicilia è diventata un deser-to. Il prodotto interno lordo –incredibile ma è così – è infe-riore perfino a quello dei gior-ni del dopoguerra. Ed è comein un dopoguerra: al posto deimorti ci sono i licenziati; al po-sto dei feriti i precari, e gli u-nici reduci sono i disoccupati.Noi siamo qua, e ci mettiamo lafaccia, perchè vogliamo pro-varci davvero. Vogliamo pro-vare a smuovere la palude.

Possibilmente a prosciugarla.Prima che ci risucchi tutti. Noisiamo qua perchè l'ipocrisia ciammazza. Chi resta sedutoall’Assemblea regionale, ha e-saurito tutte le retoriche: chifa appello alla responsabilitàdi dover sedere ancora in quelparlamento è solo un compli-ce di questo disastro.

NON SI PUÒ STARE un minutodi più in un’istituzione al cuivertice c’è Rosario Crocetta.Altrimenti non sapremmospiegarci il perché Lucia Bor-sellino debba girare sottoscorta, né potremo capire ilperché di un abbraccio, quellodel Capo dello Stato con Man-fredi Borsellino, con Crocettamesso fuori dalla porta nelgiorno della Commemorazio-ne di Paolo Borsellino. Qual-cosa deve essere successo perarrivare a tutto ciò e non pos-siamo continuare a fare fintadi niente quando tutti i castellidi carta vanno a cadere. Noisiamo qua perché non ci im-pressiona nessun santuario, a-vendo messo in discussioneprima di tutto il nostro.

Noi siamo qua perchè nonsopportiamo più i professio-nisti dell'ovvio: quelli chehanno spolpato l'Isola in no-

me della legalità e pure quelliche vorrebbero papparsi i re-sti in nome dell'onestà. Noisiamo qua perchè onestà e le-galità sono pre-condizioni.Con le quali non si governa perfarne parodia. E questa stagio-ne da chiudere quanto prima èquella che ha sporcato tutte leparole più belle, dalla Rivolu-zione alla Legali-tà, fino a masca-riare l’a n ti m af ia ,ridotta a parodiada una conventi-cola di potere.Noi siamo quaper dire la nostra.L i b e r a m e n t e ,senza vincoli .Per guardarvinegli occhi e con-dividere con voiuna proposta. U-na possibile solu-zione. Un’idea.Scaturita da una certezza:l'autonomia è un mostro di cuila Sicilia deve disfarsi. Sappia-mo che per questo saremo arsisul rogo. I custodi dell'orto-dossia statutaria regionalehanno già approntato le fasci-ne. Conosciamo i rischi, cosìcome conosciamo responsa-bili e complici dell’attuale si-tuazione. E non ci fanno pau-

ra. Al massimo, ci fanno penaper come hanno contribuito aridurre la terra in cui anch'essivivono. Noi siamo qua per direche non si può perseverarenell'errore anche quando sicapisce di avere sbagliato.L'Autonomia regionale hadanneggiato la Sicilia fin dasubito. È stata una speranza

per chi ci ha cre-duto davvero. Maè stata una spe-ranza alla quale siè incollato un ce-to politico arruf-fone e approssi-mativo. È stata ilparavento per o-gni inefficienza eogni incapacità.È stata, io credo,un tozzo di panegettato in mezzoa genuine pulsio-ni, anche separa-

tiste. Che invece di liberare in-telligenze e risorse ha reso noitutti schiavi. Schiavi della re-torica “a u t o no m a r d a ” e delpotere centrale. Noi siamoqua come notai: perchè ades-so, dopo 70 anni, vogliamo siaabolito lo Statuto di Autono-mia. Noi certifichiamo quelloche anche i ciechi oramai ve-dono: l'Autonomia è evapora-

ta, è svanita anzitutto dal cuo-re e dalle menti dei siciliani. IlRe è nudo, l'Autonomia è mor-ta.

NOI SIAMO QUA per chiederedue cose: la prima è che tutti enovanta i deputati dell’A s-semblea regionale si dimetta-no. Rosario Crocetta non sta inpiedi con le scarpe sue, non hapiù consenso e ha ridotto ognilegittimità di governo a unamacchietta. Rosario Crocetta,infatti, sta in piedi grazie alleterga di novanta complici – dimaggioranza e, ahinoi di op-posizione – accomodati sulleloro indecenti poltrone. Ahi-noi anche di opposizione e ideputati del movimento Cin-questelle, allora, non possonocerto prestarsi al gioco di chiCrocetta, lo vuole lì, fino a farasciugare la candela. È unacandela che brucia di sopra edi sotto quella della Sicilia e ideputati del movimento diBeppe Grillo sanno che la stra-da che porta dritto al rinnova-mento passa dalla seconda co-sa che noi – noi che siamo qua– stiamo chiedendo: avviareuna campagna di mobilitazio-ne per cancellare l’Autonomiaregionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

a due miliardi di euro. Serve il sostegno del par-tito di Angelino Alfano, che fino a un mese fagiurava: “Mai con Crocetta, neanche sottomentite spoglie”. “Ecco con chi mi vogliono farfare l’alleanza” gli faceva eco nello stesso pe-

riodo Crocetta, dopo le notiziesu Mafia Capitale e sul coin-volgimento del sottosegreta-rio Giuseppe Castiglione, fe-delissimo di Alfano: “Il cen-trodestra al governo in Sicilianon ci ritorna”, assicurava ilgovernatore. Ma in questo ca-so si tratta di “nuovo” centro -destra e l’aggettivo è l’e s p e-diente lessicale che serve a ri-

lanciare il Crocetta quater, con il sostegno diSalvatore Cardinale, l'ex ministro delle Tele-comunicazioni, neo leader di Sicilia Futura, l'u-nico dei tre allievi dell'ex ministro Mannino (glialtri sono Cuffaro e Lombardo) a essere rima-sto immune dall’accusa di mafia: “Adesso –

spiega Cardinale, che ieri haincontrato il governatore –ab -biamo bisogno che Crocetta cidica con quali criteri intendaassegnare i posti in giunta. Noirappresentiamo all’Ars ungruppo di otto deputati”. Ilmetodo non piace al presiden-te del Pd Giuseppe Bruno, chereplica attaccando Crocetta:“È assurdo che si discuta di nomi senza ragio-nare di cosa dovrebbe fare il governo. Come alsolito, quando si parla di nomi e magheggi vari,Crocetta si esalta, ma quando ragioniamo suitemi inizia a balbettare”. Sui programmi il buioè totale, si sa solo che Udc e Ncd reclamano treassessorati, e l’uomo di Alfano potrebbe essereun manager della Sanità, Mario La Rocca. Siprofila inoltre la conferma di uno dei due as-sessori centristi, Giovanni Pistorio, già nellegiunte Cuffaro e Lombardo, che a breve saràchiamato come teste nel processo all’ex gover-

natore Lombardo, accusato di mafia: di lui haparlato un pentito, Gaetano D’Aquino, killerdel clan Cappello, che ha detto di avere avutouna lista di persone “invitate” a votare per Pi-storio. Per il Crocetta quater l’ultima parola sa-rà pronunciata dopo l’incontro di domani al mi-nistero dello Sviluppo economico tra il Gover-natore e i funzionari che dovranno dare l’ok alpiano di rientro. I grillini intanto avvertono:“Siamo già oltre – dice Luigi Di Maio – è inutileparlare della sua giunta numero 999”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Così parlava“Ecco con chi mivogliono far alleare”,diceva dopo le indaginisu Castiglione

Crocetta quater Già tre rimpasti per il governatore siciliano La Pre ss e

Basta autonomiaSiamo schiavidello Statuto:era una speranza,è diventatail paravento perogni inefficienza

C ap og r upp oL’M5s Cancel-le r i Ansa

I M M IG R A Z ION E

Ius soli, manifestirazzisti di Forza nuovacontro il pd Chaouki

qGLI ESPONENTI del movimento di e-strema destra Forza Nuova, nella notte

tra giovedì e venerdì, hanno imbrattato alcunimuri e diverse sedi del Pd attaccando manifestirazzisti contro il deputato Pd Khalid Chaouki,che ha sostenuto l’iter per l’approvazione delloius soli. Le scritte inneggianti “alla cittadinanzadi sangue” puntano il dito all’italianità persa acausa delle norme appena approvate alla Ca-

mera. Nei manifesti si legge: “Cittadinanza fa-cile a chi nasce in Italia da genitori immigratipersegue precisi obiettivi, ‘nuovi italiani’desti -nati a sostituirci mentre nulla si fa per le nostrefamiglie e il sostegno della natalità”. Per Cha-ouki, di origini marocchine, è arrivato il soste-gno del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini:“Esprimo la piena solidarietà a nome di tutto ilPd per la campagna mistificatrice da parte di

Forza Nuova che ha strumentalizzato senzascrupoli lo ius soli, norma di grande civiltà, permera propaganda e becero populismo. Il Pdnon si farà intimorire da alcuna forma di estre-mismo e di intolleranza e andrà avanti sullastrada segnata dalla Costituzione”. Vicinanzaal deputato Pd “per l’inaccettabile attacco raz-zista” è arrivata anche dalla presidente dellaCamera, Laura Boldrini, su Twitter.

La Siciliaè diventataun desertoIl prodottoi n te r n olordo èi nfe r i o reperfino aquello deigiorni deld o p og u e r ra

L’i ncont roVe n e rd ìs co rs oa Palermosi è tenutoun incontrodal titolo“Noi siamoqua”.A discuteredi Sicilia, oltrea PietrangeloB u t t a f u o co,ancheil deputatoClaudio Favae l’exd e p u t a tore g i o n a l esicilianoFa b r i z i oFe r ra n d e l l i ,che si èdimesso aluglio e hafo n d a to“I Coraggiosi”

Page 10: ilfatto20151025

10 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

» LUCA DE CAROLIS

Il giorno del giudizio. Laprova della piazza, per ca-pire se esiste davvero unpezzo di Roma che gli

chiede di fare ancora il mar-ziano. Ovvero di ritirare le di-missioni, e andare alla guerracontro i due Mattei che lo vo-gliono sfrattare, Orfini e Ren-zi. Questa mattina in piazzadel Campidoglio si terrà la ma-nifestazione pro-Marino, laseconda dopo le dimissioni.Domenica 11 ottobre davantial Marco Aurelio si materia-lizzò qualche centinaio di fan,e il sindaco apparve per strin-gere mani. Oggi dovrebbe an-dare in scena il “vero” presi -dio: quello per occupare lapiazza, per mostrare a tuttiche Ignazio Marino non è soloin trincea. “Ci saranno anchediversi militanti del Pd” assi -cura Marco Miccoli, deputatodem ed ex segretario del par-tito romano, molto critico neiconfronti della gestione delcommissario Matteo Orfini.Ed è questo uno dei fattori chepesano sulla partita.

I CIRCOLI che più hanno con-testato le scelte del presidentedem, compresi i recentissimiaccorpamenti, stanno gon-fiando le truppe pro-chirurgo.E Marino è pronto a cavalcar-ne i malumori, proponendosida uomo della base: dispostoanche a correre alle primarie,

come ultima carta. “Quella deimilitanti non sarà una mobili-tazione organizzata” sostieneMiccoli, che aggiunge: “Nonso se ci saranno altri eletti, e-sporsi ora non è facile”. Di cer-to ci saranno anche militanti diSel, schegge della sinistra ra-dicale, cittadini. “Più gente cisarà, più sarà probabile il ritiro

delle dimissioni” riassume u-na persona a lui vicina. La pe-tizione che gli chiede di ritirar-le ha superato quota 53 milafirme. Anche se D ag osp ia hapubblicato un dossier anoni-mo che semina dubbi: “Danie -le Dezi, che l’ha lanciata, permestiere promuove campa-gna digitali. Marino mente

quando dice che si tratta di ma-nifestazioni spontanee di cit-tadini: e non è vero che abbia-no firmato solo romani o resi-denti a Roma”.

DEZI REPLICA così: “Non homai guadagnato da una peti-zione online, a firmarla sonostati in maggior parte cittadiniromani, e questa è una mani-festazione totalmente sponta-nea”. Dai veleni alla scherma-glie si torna a Marino, ieri ap-parso a sorpresa alla riapertu-ra di via Marsala, davanti allastazione Termini, rifatta in vi-sta del Giubileo. “Ci abbiamomesso meno di un mese, siamoun’amministrazione efficien-te” rivendica. E le dimissioni?

“Nessun commento, siamoconcentrati sui lavori del Giu-bileo”schiva Marino. Ieri peròha incassato un colpo durissi-mo, con Trenitalia che ha di-sdetto la convenzione Metro-bus, esasperata perché deveancora incassare dalla munici-palizzata Atac 49,5 milioni dieuro. Risultato, spiegava ieril’Huffington Post, a partire dalprimo gennaio i romani cheviaggiano sui treni regionalidovranno pagare una tariffa aparte a Trenitalia. Un altrogiorno cruciale sarà quello didomani, in cui la capigruppodel Campidoglio discuterà suquando fissare la prossima se-duta del Consiglio. Le opposi-zioni vogliono il sindaco in au-la, per azzannarlo e accenderei riflettori sul Pd che annaspa.I 19 consiglieri dem invece so-no spaccati: solo in pochissimisono già pronti a dimettersi o avotare la sfiducia al marzianoassieme ad altri partiti. Ieri ilvicesegretario Lorenzo Gue-rini minimizzava: “Marino hapresentato le dimissioni, noidobbiamo preoccuparci delGiubileo e delle amministrati-ve”. Ma non è così semplice. “Ilsindaco voleva e vuole un se-gnale da Renzi, è arrabbiatoperché l’hanno trattato da de-linquente, ma al Nazarenocontinuano a non capirlo”sus -surrano dal Campidoglio. E ilmessaggio pare: sediamoci aun tavolo, prima del diluvio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» PAOLA ZANCA

Che a Roma, tutto somma-to, sia meglio non vince-

re è un discorso ricorrentenei corridoi dei Cinque Stel-le. Però - è la domanda in re-dazione - chi te lo dice inchiaro? Dove lo trovi uno di-sposto ad ammettere che sesi prende il Campidoglio so-no solo guai? Serviva la vocedell’innocenza (si fa per di-re) del baby-Cinque Stellepiù famoso d’Italia.

Per lui avevano scomoda-to perfino inferocite polemi-che sullo sfruttamento tele-visivo di un minorenne. Al-lora, Corrado Formigli lo o-spitava a Piazzapulitae Mar-co Colarossi, 15 anni, lascia-va lo studio entro mezzanot-te, non prima di aver batti-beccato con almeno la metàdegli altri ospiti. Colarossi intv ci andava per sopperire al-la penuria di Cinque Stelle. Igiorni nostri, quelli del pa-

linsesto senza buchi, eranodi là da venire: i parlamen-tari, all’epoca, professavanoallergia alle telecamere. CosìFormigli (che ancora oggi, vadetto, è l’unico tabù per gliM5S) trovò lo studente 15en-ne come sostituto del con-trocanto grillino.

POI LA RICHIESTA è comin-ciata a calare, ma Colarossinon si è arreso. Il talk show selo fa in casa (ultima puntatadisponibile, domenica 13 set-tembre, ore 21.30: un’ora, 41minuti e 35 secondi di dibat-tito via Skype tra lui, “simpa -tizzante M5S”e Massimo Ri-beri, “simpatizzante Pd” ditre anni più grande) e adesso- beata ingenuità - si lancianella campagna più impopo-lare che ci sia: “Marino, re-si st i”. Da tre giorni l’a do le-scente grillino anima il t-weet-bombing in difesa delsindaco di Roma. La spiegacosì: “A livello politico è nor-

male che i Cinque Stellechiedano le sue dimissioni:sono all’opposizione e vo-gliono governare. Lo hannosempre attaccato, non pos-sono difenderlo adesso.Quando il nemico è in diffi-coltà non puoi non dargli labotta finale. Va cavalcata

l’onda, è normale. Ora sonotutti contro Marino, i CinqueStelle lo sono sempre stati:come fanno a cambiare ideaadesso? Loro sono moral-mente obbligati a chiedere lesue dimissioni, è anche unaquestione di coerenza. Ma io,come cittadino, devo giudi-

care se la giunta Marino hafatto qualcosa di buono ono”.

Sostiene lo studente (a cuisi raccomandaun supplementodi grammaticase davvero sulsuo blog vuolefare le pulci al“ p o l i t i c o p i ùs p r e g i e v o l e ” )che “è innegabi-le che Marinoabbia tolto delpotere alla ma-fia, lo ha dettoanche il procu-ratore Pignato-n e”. E poi, ag-giunge, “per vedere i risultatidelle cose che ha fatto ci vuo-le tempo”.

Ma il suo, più che altro, è“un ragionamento”: “Ne lmomento in cui i CinqueStelle governano Roma, ilMovimento muore. Prende-remmo il Campidoglio nel

ROM A

In tv L’at t iv i -sta M5S Mar-co Colarossi,15 anni, è sta-to più volteospite di Cor-rado Formiglisu La7

Secondo round Il primo sit-in per Marino, due domeniche fa Ansa

2016, due anni prima delle e-lezioni politiche: ma in dueanni a Roma non si fa nulla. ERenzi, in campagna elettora-

le, potrà facil-mente dire: ‘A-vete visto comehanno governa-to Roma?’”.

Altro che at-t a c c a r s i a g l iscontrini (“Li hapure restituiti, iso ldi ”) o cam-biare le regoleper avere Di Bat-tista come can-didato (“Seh, co-sì ce lo bruciamoe basta”): qui c’è

da tenere il profilo basso.Meglio non vincere? “M e-glio perdere, andarci vicino,portare tanti consiglieri inCampidoglio”. Marino, resi-sti. “Io oggi vado in piazza.Per i Cinque Stelle aspettia-mo il 2018”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pd contro PdAl presidio anche demarrabbiati con Orfini.Guerini: “Pensiamoa elezioni e Giubileo”

Beata innocenza“Se il M5s governaRoma, muore.In due anni nonsi fa niente: Renzialle elezioni del2018 ci massacra”

Lo sberleffo

BENVENUTOSUPERSTENOGRAFO» FQ

, A VOLTE LAVORARE BENE nonbasta. Prendete il Parlamento, dove il

resoconto stenografico funzionava semprea dovere: tempi (abbastanza) stretti, tra-scrizioni fedeli. Ebbene, non era sufficiente.Almeno a leggere la notizia di un super-stenografo,che al prezzo di 480 mila euro in tre anni andrà a in-tegrare e migliorare il lavoro del personale. Da fine no-vembre, la trascrizione delle sedute del Parlamento

sarà fatta dallo stenografo iper-tecnologico,capace di riconoscere e trascrivere in temporeale la voce dei parlamentari. È già stata av-viata la formazione del personale e l’installa -zione del software che permetterà alle Camere

“di ottimizzare personale e di fornire i resoconti in tem-pi record” stando alle entusiastiche informazioni chefiltrano dal Parlamento. Fino ad oggi l’audio delle se-dute era registrato in diretta e ridettato (a spezzoni di 5

minuti per avvicinarsi) da un operatore a un computer“addestrato" a riconoscere solo la sua voce. Il com-puter poi faceva la trascrizione. Ma ora ci penserà ilsuper-stenografo, che evita la dettatura, trascrive di-rettamente dalla voce del singolo parlamentare e va acapo ogni volta che cambia l'interlocutore. Addirittu-ra, coglie le inflessioni dialettali e isola eventuali suonidi disturbo. E gli stenografi? Potranno supervisionare itesti e intervenire in caso di incidenti sonori.

Marco Colarossi Dalle ospitate a Piazzapulita alla manifestazione per Ignazio

Il baby 5Stelle ora tifa per il marziano: “Resi sti”IL PERSONAGGIO

Marino, il giorno del giudizio“Con la piazza piena resisterà”Oggi raduno pro-sindaco in Campidoglio. Lui spera nella folla e rilancia: “Giunta efficiente”

TOM TOM

D8 OTTOBRELE DIMISSIONI

Dopo una giornata di riunioni enervi, il sindaco di Roma IgnazioMarino annuncia le dimissionicon un videomessaggio, in cuiscandisce una lettera ai romani.Si tiene aperto uno spiraglio:“Come prevede la legge, ho 20giorni di tempo per ritirarle”.Ma le dimissioni arrivano solo illunedì successivo.

D23 OTTOBRE“SÌ ALLE PRIMARIE”

Marino torna a parlare. A Re-pubblica afferma: “Non ho mairubato un euro, Roma vuole chere s t i ”. E aggiunge: “Se ci doves-sere essere le primarie, è possi-bile che corra anch’i o”. In sera-ta, a una mostra a Villa Torlonia,rilancia: “La gente ci chiede diresistere e noi resistiamo, nonm o l l i a m o”.

D2 NOVEMBREL’ULTIMO GIORNO?

Calendario alla mano, l’ultimogiorno da sindaco del dimissio-nario Marino dovrebbe essere il2 novembre, il giorno dei morti.Il chirurgo ha ormai pochi giorniper decidere se ritirare le dimis-sioni o deporre le armi.

Page 11: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 11

» STEFANO FELTRI

Aquasi due settimanedal Consiglio dei mini-stri che ha varato lalegge di Stabilità, il

Parlamento non ha ancora po-tuto esaminare un testo defini-tivo. Ma i punti critici sono giàevidenti. I tecnici, tra Commis-sione europea, Banca d’Ita lia,Ufficio parlamentare di bilan-cio, si stanno concentrandosulle clausole di salvaguardia.Il nodo politico sta diventandoquello della sanità.

I numeri della spending re-vi ew sono ancora poco chiari,ieri il Sole 24 Ore parlava di 7,9miliardi di risparmi, standoall’ultima versione del provve-dimento. Cioè più dei 5,8 che ri-sultavano nei giorni scorsi, manon abbastanza a risolvere ilproblema più profondo chepreoccupa i tecnici: l’aumentodi 2 punti dell’aliquota Iva al 10per cento è stato disinnescatosolo nel 2016, ma continua a in-combere per il 2017, addiritturarafforzato, in assenza di corret-tivi l’Iva passerà non al 12 ma al13. L’aliquota al 22 per cento sa-lirà al 23 nel 2017 e al 24 nel2018.

Dal punto di vista della Com-missione europea, la situazionenon è delle migliori: mentre lemisure di spesa sono struttura-li, cioè destinate a durare neltempo, le coperture sono tuttedi breve respiro, come dimo-stra appunto il fatto che le clau-sole di salvaguardia vengonosolo spostate e addirittura au-mentate nel loro valore, comerivelato nei giorni scorsi dal

Fatto.Il caso della voluntary disco-

lusure è destinato a far solleva-re più di un sopracciglio traCommissione e Upb: fino aqualche mese fa il governo sivantava di aver “cif rat o” ze ro

euro sui benefici per l’erarioderivanti dal rientro dei capita-li dall’estero in conseguenzadella maggiore trasparenzabancaria. Ora non solo è co-stretto a valutarlo 2 miliardinella legge di Stabilità, ma a in-

trodurre anche una clausola disalvaguardia con il più classicodegli aumenti delle accise sullabenzina pronto a scattare il pri-mo maggio 2016. Perché l’i n-casso per l’erario è tutt’a lt roche garantito.

Continuano poi a filtraredubbi sull’operazione Tasi: daBruxelles il vicepresidente del-la Commissione Vladis Dom-brovskis ha ribadito che è con-traria alle raccomandazioni delConsiglio europeo, stimarnel’impatto sui consumi è quasiimpossibile, idem giustificarnel’effetto redistributivo, dai piùpoveri ai più ricchi (la detassa-

zione della prima casa premia ititolari di abitazioni di maggiorvalore)

Il problema più grosso, però,è sulla sanità. Nel 2016 il fondosanitario sarà di 111 miliardi in-vece che di 113,1 come previsto,

un mancato aumento che equi-vale a un taglio. Come giustifi-carlo? Il governo Renzi ha giàmesso a punto una sua narra-zione: la colpa non è dell’esecu-tivo che evita di fare una impo-polare spending review, ma del-le Regioni e delle aziende sani-tarie che non hanno attutato irisparmi previsti dal Patto perla salute. Anche gli 800 milionidestinati ai Lea, i livelli essen-ziali di assistenza, equivalgonoa un ulteriore limite all’autono-mia di manovra delle Regioni: isoldi per rispettare i Lea, per e-sempio sulla fornitura di prote-si, sono parte dei 111, vengonovincolati per evitare che le Re-gioni li spendano per altro. Ilministero guidato da BeatriceLorenzin vuole evitare che si ri-peta quanto successo con il fon-do per pagare i debiti verso i for-nitori della sanità, svuotato daaltre questioni giudicate piùurgenti dai governatori.

Poi ci sono i tagli alle Regioni,3,9 miliardi per il 2017 che di-ventano 5,4 per 2018 e 2019, eanche questi rischiano di avereuna ripercussione sui serviziofferti. La linea lascia pochi spi-ragli per compromessi: in quelpoco che resta della spe ndingreview, ci sono anche 1,7 miliar-di per “finanziamento del fab-bisogno standard”, cioè si trattadi tagli alla sanità mascheratida miglioramento dell’e ff i-cienza. Nel complesso, le en-trate calano di 18 miliardi di eu-ro, nel 2016, mentre le spesesoltanto di 1,9. Il resto, è deficito aumenti di qualche balzelloqui e là.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» ELISABETTA AMBROSI

Mi dispiace, lei non ha piùdiritto alla borsa di stu-

dio”. “Ma perché se ho lo stes-so reddito dell’anno scorso?”.“Perché la borsa di studio chele abbiamo dato le alza il red-dito e di fatto la esclude dalprendere la borsa”. Se pensateche questa conversazionesurreale possa svolgersi solosu Marte, vi sbagliate. È quan-to sta accadendo in questi me-si a tutti coloro che, attraversoil parametro dell’Isee (Indica-tore della Situazione Econo-mica Equivalente), si trovanoa far richieste di borse, assegnidi accompagnamento, sussi-di, sconti per gli asili.

IL GOVERNO ha infatti intro-dotto un nuovo criterio di cal-colo, sbandierandolo comepiù retto ed equo del prece-dente e che invece sta creandopanico e disperazione tra glistudenti universitari, le fami-glie, i disabili. Il trucchettofunziona così: si dichiara di

volere rendere l’Isee uno stru-mento meritocratico per ac-cedere a borse di studio, cosìcome all’assegno per la disabi-lità. Poi però si compiono duemosse che hanno come unicorisultato quello di escludere u-na parte di quelli che avevanoaccesso ai sussidi e non certoperché possessori di yacht oFerrari. Da un lato, si stabilisceche nel calcolo dell’Isee fac-ciano parte tutte le entrate del-la famiglia, comprese quelle e-senti da tasse e cioè, appunto,anche gli assegni per i disabilie le borse di studio. Ma si creauna situazione paradossale,per cui, ad esempio, una fami-glia con due figli con borse distudio potrebbe perderle pro-prio in virtù del fatto di rag-giungere un certo reddito...grazie alle borse stesse. Nonsolo: dall’altro lato, accantodall’Isee è stato introdotto un

secondo criterio, l’Ispe, checonteggia il patrimonio im-mobiliare della famiglia se-condo i criteri dell’Imu e nondell’Ici. In altre parole, la casadi proprietà è diventata moltopiù pesante ai fini dell’a ss e-gnazione delle borse e di altribenefici, e molti sono rimasti

fuori solo perché il loro stato difamiglia risulta associato a ungenitore con una casa, anchese magari con un reddito mi-nimo. Si è venuta a creare cosìuna vera e propria generazio-ne di “esodati” da borsa di stu-dio, scoraggiati e sconfortati –25% in meno di domande in

Toscana, 30% in Puglia, su cuisolo Fratelli d’Italia e il Movi-mento 5 Stelle hanno spesoqualche parola. Nel paese do-ve gli studenti non hanno sus-sidi né alloggi una vera riformaavrebbe dovuto aumentare laplatea degli inclusi e non allar-gare quella deglie s c l u s i : i lL i n k - c oo r d i n a-mento universi-tario, che fa partedel network deisoggetti univer-sitari che ha lan-ciato la petizione“# io no nr in un-cio” – chiede l’in -nalzamento dellasoglia massima I-see e un Ispe scis-so dall’I n d i c a t o-re principale. Madifficilmente saranno ascolta-ti. Anche le associazioni dei di-sabili non sono rimaste ferme.Ma pur avendo avuto l’ok delTar a inizio febbraio – normabocciata per “irragionevolez -za e manifesta ingiustizia”

Tre carte Nella legge di Stabilità lo Stato rinuncia a entrate per 18miliardi ma le tasse sono rinviate al 2017, intanto pagano le Regioni

I due trucchidella manovra: Ivae tagli alla Sanità

CONTI COL BUCO

La beffa Isee : addio borse di studio e assegniAll’italiana Il governo ha cambiato il calcolo della situazioneeconomica creando caos tra studenti, disabili e per gli asili

In corsia Nuove sforbiciate in arrivo per la Sanità Ansa

–tutto è continuato come pri-ma, fino a che la questione è fi-nita al Consiglio di Stato.

Un altro pasticcio sul fronteIsee è quello accaduto a Roma,dove i genitori dei bambini delIII Municipio si sono visti as-segnare la tariffa massima

perché la conse-gna del modulo I-see è stata antici-pata a luglio inve-ce che, come alsolito, settem-bre, ma senzaun ’adeguata co-m u n i c a z i o n e .Perché i genitorinon sono stati in-formati per e-mail? “Vedendo -la con un po’ dimalizia”, dicono,“si potrebbe pen-

sare che si tratti di una strate-gia del Comune di Roma perfare cassa sulle spalle di noi ge-nitori”. Proprio come su quel-le degli studenti e dei disabi-li.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I numeri

23%L’a u m e n todell’I vaè statod i s i n n e s c a tosolo per il2016, mas p o s t a to :p o t re b b esalire al 23%nel 2017 e al24 nel 2018.Per quella al10%,p o t re b b esalire al 13nel 2017

2Miliardi. Ilge t t i tostimato dellavo l u n t a r ydisclosure, ilrientro deicapitali, maanche qui c’èuna clausoladis a l va g u a rd i ache farebbes c a t t a rel’a u m e n todelle soliteaccise suic a r b u ra n t i

Numeri sempre fluidiIl testo definitivoancora non è pubblico,salgono gli incassidalla spending review

Pa rados s iI contributiper universitarie handicappatiaccre s conoil reddito e l’a n nodopo addio

ATENEI SCETTICI

Giannini: bastacoi test d’ammissioneper tutte le facoltà

qIL MINISTRO dell’Istruzione, StefaniaGiannini, dall’iniziativa del Pd nazionale

sull’Università a Udine, ha detto che “ripropor -rà il superamento dei test d’ammissione mache l’ingresso di tutti gli studenti nel sistemaabbasserebbe la qualità dell’Università. Il mi-nistro ha poi ribadito l’idea di spostare sugli a-tenei la competenza di erogare le borse di stu-dio, attualmente in capo alle Regioni”. Per Ja-

copo Dionisio, coordinatore nazionale dell’U-nione degli Universitari, “la Giannini sostieneche l’immissione di tutti gli studenti nel siste-ma provocherebbe un abbassamento dellaqualità dell’Università, rintracciando comeproblema del test il fatto che chieda elementiche andranno poi studiati nel corso di studi eindividuando come unico strumento utile l’o-rientamento, visto che, a suo parere, il test pre-

liminare di quest’anno ha ridotto il numero deicandidati. Tutto questo, dopo aver detto, più diun anno fa, di voler affrontare il tema del su-peramento del test come strumento d’a cce ss oalle facoltà a numero chiuso, con la promessamai mantenuta della convocazione di un tavo-lo di confronto. Il test di ingresso si è dimostra-to un sistema fallimentare, le alternative ci so-no e dobbiamo iniziare a discuterne”.

Tra i banchiCon il nuovoIsee, difficoltàper gli univer-sitari nell’ot te -nere le borsedi studioLa Pre ss e

Page 12: ilfatto20151025

12 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42 - [email protected]

Sanremo, tagliare il personaleinutile è una buona soluzioneVoglio complimentarmi con gli im-piegati del Comune di Sanremo chehanno saputo resistere al così fanquasi tutti e hanno continuato asvolgere il loro incarico. Grazie. De-ve essere stata dura sobbarcarsi il la-voro dei molti furbi che magari, inqualche caso, andavano a fare altrilavori togliendo posti di lavoro ad al-tri. I fatti hanno dimostrato due coseche i controlli sul funzionamentodella macchina comunale, dai capoufficio in su, non va e avrebbe biso-gno di una profonda revisione. Laseconda cosa è una provocazione: seil Comune ha funzionato malgradoil massiccio assenteismo perché nonpensare ad un ridimensionamentodel personale, incoraggiando ancheeconomicamente chi ha saputo far-lo funzionare, anche con incentivi e-conomici? Non ho né amici né pa-renti in questa bellissima città.

FRANCO NOVEMBRINI

“Do not forsake me darling”La ragione non ci abbandoniDo not forsake me, oh my darling, cioè“Non mi abbandonare mia cara”, è iltitolo della celeberrima canzonedella colonna sonora che DimitriTiomkin compose per M e zzo g i o r n odi fuoco, rimasta famosa in partico-lare nell’interpretazione di FrankieLaine. Nel film di Fred Zinnemann(1952), interpretato con il ricono-scimento di un secondo premio O-scar da Gary Cooper, il suo perso-naggio Will Kane, sceriffo di Hadle-yville, alla fine non sarà abbandona-to proprio solo dalla cara e giovanemoglie Amy, interpretata da GraceKelly. A leggere certe prese di po-sizione da parte della “gente cosid-detta comune”, ovvero dalla mag-gioranza di noi, a quanto si leggemolto più sensibile ai ladri di cen-tesimi di euro, che non ai ladri di mi-lioni di euro, capace di riprovazionesociale per i tossici e i barboni e iclandestini senza dimora, e di ap-provazione sociale per i furbi di tut-te le tipologie, a cominciare dagli e-vasori di ogni legalità, politici in pri-mo luogo, sarebbe forse il caso di ri-prendere il titolo della canzone ci-tata, e pensare che la “mia cara” chenon ci dovrebbe abbandonare, sia la“ragione”. A differenza dello scerif-fo Kane, che abbandonato da tutti isuoi concittadini viene infatti ac-compagnato dalla moglie, noi citta-dini sembriamo proprio abbando-nati da tutti, in primo luogo appun-to dalla nostra ragione, e ci propo-niamo di sparare ai ladri di mone-tine, e di continuare a votare i ladridi dignità.

VITTORIO MELANDRI

L’esercito dei dimenticatidel nostro sistema produttivoIl presidente della Repubblica Ser-gio Mattarella, ha consegnato le o-norificenze dell’ordine “al meritodel lavoro”, personalità di settoridiversi dell’economia che si sonodistinte per la loro attività in settoridiversi ed in regioni diverse. Genteche ha, sicuramente, creato lavoro,che ha rischiato in prima persona.Poi, però, c’è un esercito di dimen-ticati, del nostro sistema produtti-vo, di anonime partite Iva che sisvegliano all’alba, che non cono-scono festivi, che hanno iniziato alavorare con impegno e dedizionefin dalla tenera età, che non chie-dono nulla in cambio alla politica,che per finanziarsi, danno in garan-zia alla banca la casa di famiglia.Persone che hanno svolto con “n o-bilt à” un lavoro, ma che ai ricevi-menti non vengono invitati, hannomani callose, puzzano di sudore,profumano di orgoglio e dignità,

sono i “fanti del lavoro”, che non ri-cevono neanche una misera letteradal ministero quando vanno in pen-sione, ma magari qualche letterapostuma di Equitalia o dell’Ag en-zia delle Entrate, quello sì che pur-troppo accade.

ANDREA SILLIONI

I “furbetti del cartellino”sono in tutti gli uffici pubbliciEliminare questa continua frode aidanni dei contribuenti non sareb-be difficile, basterebbe solo voler-lo. La tecnologia ci dà i mezzi percombatterla, e a mio parere, instal-lando all’ingresso principale di o-gni ufficio pubblico un apparec-chio che rileva le impronte digitalidella mano, dopo di che la vidima-zione è valida solo se si entra tra-mite il tornello. Se si esce primadell’orario di lavoro, si deve passa-re solamente tramite il tornello, erifare la stessa operazione dell’e n-trata. Dopo l’orario di lavoro, per

uscire non è più necessario il pre-lievo delle impronte e il tornellosarà libero di girare a vuoto. Volereè potere. I furbetti del cartellinonon sono solo nel Comune di Sa-nremo ma in tutti gli uffici pubbliciitaliani.

ANTONIO DE IORGI

DIRITTO DI REPLICA

Apprendo, con non poco disagio efastidio, di essere stato, mio mal-grado, protagonista dell’articolo afirma Davide Vecchi nel quale te-stualmente si afferma: “A seguiregli interessi in zona è il cognatoGiuseppe Poma, ex presidente del-la Provincia di Trapani, che sul ter-ritorio usa a sua volta Livio Daido-ne, segretario Udc legato a D’Alìtanto da ottenere la garanzia dellanomina ad assessore del cuginoFranco Briale. Secondo quanto ri-costruito dagli inquirenti Daidonetiene rapporti anche con Alfano,Schifani e altri. Ma il politico di ri-

ferimento è D’Alì”. Ora, quanto so-pra riportato è totalmente falso eprivo di ogni e qualsiasi fondamen-to: non sono mai stato legato a D'A-lì. Non ho mai incontrato Schifaniche non conosco; ho conosciutoAlfano, che in via del tutto casualeho incontrato per una sola voltacirca 12 anni fa. Non sono neppurecugino di Briale che pure conosco;non sono più, e da tanto tempo, se-gretario Udc. Conosco infine, l’i m-prenditore Bulgarella e il cognatoPoma. Con il primo non ho mai in-trattenuto alcun rapporto, essen-dosi sempre limitati i nostri pochioccasionali incontri, nei luoghipubblici cittadini, a brevi convene-voli e non significativi commenti.Con Poma ho un antico rapporto diconoscenza ma, fatta salva unabreve parentesi, non abbiamo maiavuto comunione di interessi o mi-litanza. Ora, il tenore dell’articolomi dipinge come un personaggiodella c.d. “zona grigia” ed uomo difiducia dell'imprenditore Bulga-rella per il quale, per il tramite delcognato, curerei i suoi interessi “inz on a”. La mia storia personale epolitica non conosce gli abiti con iquali l'articolo mi ha voluto vestiree se mai essi dovessero essere ilfrutto — fatto di cui dubito — di“quanto ricostruito dagli inqui-renti” sarà mia cura accertarlo peril tramite del mio legale cui ho giàdato mandato di tutelare in ognisede giudiziaria il pregiudizio cheil contenuto dell’articolo mi ha po-tuto e potrà recare.

LIVIO DAIDONE

Purtroppo, gentile Livio Daidone, devodarle un dispiacere: ciò che legge è con-tenuto negli atti. Ma non significa chelei sia coinvolto, tant'è che non figuratra gli indagati. Quella che lei liquidacome “breve parentesi” con GiuseppePoma (di cui Briale è cugino, non suo: alei viene confidata la garanzia della no-mina) in realtà appare come un legameben più profondo, lo stesso Poma la ag-giorna sui rapporti con D’Alì. Inoltre dal2013 lei è nel movimento Drs di cui Po-ma era vicepresidente. È comprensibileil disagio di trovarsi in un’inchiesta rela-tiva a un imprenditore ritenuto fian-cheggiatore di Messina Denaro. Capitaa molti di frequentare a propria insapu-ta compagnie poco raccomandabili. Alei capitò già negli anni novanta, ricor-dano i magistrati, quando il suo nomefinì in un fascicolo relativo alle “loggemassoniche deviate od occultate” co m e“appartenente alla loggia Carducci” diTrapani. Sicuramente non ne era al cor-rente e avrà poi provveduto a prenderele distanze da quei signori. Immaginofarà altrettanto ora.

D .V.

SENZA RETE ANTONIO PADELLARO

Il premier: “Verdini escidall’armadio e baciamoci”È UNA GODURIA veder arrampicare sui vetri i pidini,tentando di giustificare l’ingiustificabile e ignorando,o peggio ancora rinnegando, storia e ideali, sacrificatiormai alla sete di potere e di poltrone. Fanno pena etenerezza, come quel traditore seriale beccato final-mente in flagrante dalla moglie che tenta di giusti-ficarsi con un “cara, non è come sembra”.

PAOLINO BG

IL PROBLEMAnon è che Verdini ci sia o no (c’è semprestato fin dall’inizio), ma non farlo vedere.

LU C A

PROPRIO VENERDÌ SCORSO sul Fa t to , Gianluca Ro-selli ci ha raccontato “la carica dei sindaci anti-Ver-dini”, preoccupati dalle smaccate esibizioni televi-sive dell’ex macellaio (nonché ex banchiere in odoredi bancarotta) che va orgogliosamente rivendicandoil suo appoggio al governo Renzi (che poi è la sacro-santa verità). Così ci fa perdere, avrebbero protestatoi vertici locali del Pd (Fassino in testa) che tra qualchemese a Torino, Bologna, Milano, Napoli e forse anchea Roma, dovranno spiegare le smargiassate verdi-niane ai sempre più sconcertati elettori di sinistra.C’è tutta l’ipocrisia del “si fa ma non si dice”, colta inpieno dai due messaggi pubblicati (solo una goccianella pioggia di proteste) come se la morale delle no-stre nonne potesse servire a coprire un’indecenza po-litica giusto il tempo della campagna elettorale, chepoi si ricomincia. A questo punto avremmo sperato inuna presa di posizione, per così dire, virile del Na-zareno ma apprendiamo che, come si fa con le amanti

troppo vistose, dopo lo show su Sky, all’ex braccio de-stro di Berlusconi è stato chiesto di farsi notare meno.La domanda è per quanto tempo ancora Matteo Ren-zi potrà tenere il piede in due staffe, e cioè dirsi disinistra e fare cose di destra, visto che la prolungatamessinscena sta facendo perdere ai Democratici votida entrambe le parti? Se invece, come dicono i son-daggi, il consenso di Renzi in quanto tale resta alto, ilproblema sembra già risolto alla radice. E allora sa-rebbe magnifico che il premier, nonché leader, deci-desse finalmente di raccontare la verità e tutta la ve-rità a reti unificate. Una cosa del tipo: cari italiani, itempi sono maturi perché apprendiate dalla mia vivavoce ciò che molti di voi avevano già compreso. Io nonsono mai stato di sinistra e mai lo sarò. Anzi, la parolasinistra mi fa venire l’orticaria e mi fa venire in mentequegli sfigati di Civati, Fassina e ora mi dicono ancheD’Attorre, che preferiscono lasciare la cuccia caldadel Nazareno e succulenti ossi (una poltrona in qual-che cda non si nega a nessuno) e ciò benché abbia ten-tato inutilmente di spiegare loro che con la sinistranon si vince mai poiché la maggioranza di voi, me-raviglioso popolo italiano, la pensa a destra e vota alcentro. Italiane e italiani, siate sinceri, preferirestetrascorrere una serata con Marchionne in un party aManhattan o con la Camusso davanti a una fabbricaoccupata? E ora Verdini, esci dall’armadio e bacia-moci.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n° 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

PRO GR A M M I TV

09:55 San Pietro: Santa Messadi Papa Francesco inchiusura della XIV As-semblea Ordinariadel Sinodo dei Vescovi

11:30 A sua immagine12:00 Recita Angelus da Piazza

San Pietro12:10 A sua immagine12:20 Linea verde13:30 Tg114:00 L'Arena16:35 Domenica In19:25 Pole Position19:30 Tg119:50 Gran Premio degli Stati

Uniti di Formula 122:00 FILM Metro23:59 Tg1 60 Secondi01:30 Applausi02:45 Settenote Musica

e musiche

10:15 Il meglio di CronacheAnimali

11:00 Mezzogiorno In Famiglia13:00 Tg2 GIORNO13:45 Quelli che aspettano15:30 Quelli che il calcio17:10 90° Minuto Zona mista18:00 90° minuto19:00 90° Minuto Tempi sup-

plementari19:35 TELEFILM Squadra Spe-

ciale Cobra20:30 Tg2 20.3021:00 TELEFILM N.C.I.S.22:40 La Domenica Sportiva01:00 Tg201:20 Protestantesimo01:55 Appuntamento al cinema02:00 TELEFILM The Blacklist02:39 Nathaniel Wolff

11:05 Ritratti Garinei e Giovan-nini - Seconda parte

12:00 Tg312:25 E lasciatemi divertire13:15 Geo13:25 Fuori quadro14:15 Tg314:30 In 1/2 ora15:05 Kilimangiaro15:45 Camila Raznovich

Conduce Kilimangiaro -Tutto un altro mondo

19:00 Tg320:00 Blob20:10 Che tempo che fa21:45 Report23:30 Tg323:45 Gazebo00:45 Tg300:55 In 1/2 ora01:25 Fuori orario. Cose (mai)

viste

08:57 Terra!10:00 Santa Messa10:50 Le Storie di viaggio a...11:30 Tg412:00 La signora in giallo14:50 Ieri e oggi in Tv14:55 Arn - L'ultimo Cavaliere18:55 Tg419:30 Tempesta d'amore21:15 Nella morsa del ragno23:32 Cinefestival23:34 Amelia00:30 Terra!01:30 Tg4 Night News01:52 Media Shopping02:07 Ieri e oggi in Tv Special04:37 Mazzabubù... Quante

Corna Stanno Quaggiù

09:10 Le Frontiere dello Spirito10:10 Pianeta Mare11:00 Le Storie di Melaverde13:00 Tg513:40 L’Arca di Noè14:00 Domenica Live18:45 Avanti Un Altro20:00 Tg520:40 Paperissima Sprint21:10 Il Segreto22:50 X-style23:30 Speciale Premium00:00 Maurizio Costanzo Show

- La Storia01:40 Tg502:26 Striscia La Notizia02:41 Uomini e donne04:30 Tg5

08:25 Lupin: Una Cascata diDiamanti

10:15 FILM Il segreto del miosuccesso

12:25 Studio Aperto13:00 Grande Fratello 201513:25 Sport Mediaset XXL14:00 Shrekkato da morire14:30 FILM Robin Hood - Il

segreto della foresta diSherwood

16:25 FILM Piccola peste si in-namora

18:00 La vita secondo Jim18:30 Studio Aperto19:00 The Twilight Saga:

Eclipse21:25 Open Space00:40 Tiki Taka02:20 Magazine Champions

League02:50 Premium Sport News

06:50 Omnibus News07:30 Tg La707:55 Omnibus09:45 L'aria che tira - Il diario11:00 Gustibus11:45 FILM Totò sceicco13:30 Tg La714:40 La libreria del mistero16:30 Josephine Ange

Gardien20:00 Tg La720:35 Crozza nel Paese delle

Meraviglie21:10 Il boss dei Comici00:10 Tg La700:20 FILM Il mattatore02:05 La7 Doc03:35 L'aria che tira - Il diario

18:45 The Equalizer - Il vendi-catore

21:00 Sky Cine News21:10 Generazione perduta23:30 Un fantastico via vai01:10 Dylan Dog - Il film03:05 Ossessione omicida04:35 Sin City - Una donna

per cui uccidere

10:50 Les Revenants13:05 Atlantic Confidential13:30 Maratona Franklin and

Bash21:10 I Tudors23:00 Atlantic Confidential23:20 Aquarius01:00 I Tudors02:00 The Leftovers - 1^TV

Page 13: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 13

LEGHISTA CON PISTOLAL’ULTIMA TELEVENDITA

» FURIO COLOMBO

LE PARROCCHIESONO PIÙ AVANTI

DEL SINODO» MARCO MARZANO

Era ancora caldo il cada-vere di un giovane uc-ciso per timore di unfurto da un uomo (det-to, chissà perché, “il

pe ns ion at o” pur avendo una i-dentità accertata e nota) ed eccoche un personaggio leghista, chepurtroppo rappresenta l’Italia alParlamento europeo, è compar-so in televisione impugnando elevando in alto una pistola auto-matica per invitare gli spettatoria comprarla, promettendo par-ziale rimborso. Dunque non solol’esibizione di un oggetto di mor-te, ma anche il suggerimento delclassico motto pubblicitario:“Soddisfatti o rimborsati”. È tol-lerabile?

L’ESIBIZIONE di un’arma da fuocoin una trasmissione televisiva, ein una situazione in cui è impru-dente contare sull’e qui li br iomentale di chi vi partecipa, sug-gerisce, d’ora in poi, l’uso di metaldetector negli studi tvo dovunque siano in-vitati gli “ospiti”.

E richiede specifi-che regole che impe-discano l’esibizione dipersone armate inten-t e a i s t i g a r e l ’ u s od el l’arma da fuoco. Illeghista con la pistolache ha esibito l’armavarie volte nel corso diun ’intervista in diret-ta, la mattina del gior-no 23 ottobre, allar-mando giustamente laconduttrice, stava ri-petendo il recente epi-s o d i o a m e r i c a n odell’uso di quella stes-sa arma per fare fuoco

su due giornalisti durante unatrasmissione. La messa in scenaera dunque grave, illegale, mi-nacciosa. Sarebbe giusto osser-vare che il leghista con la pistolaha rappresentato, senza equivo-ci, due pericoli gravi e diversi. Ilprimo, perché non ci sono notiziesulla stabilità mentale del prota-gonista e sulla sua familiarità edesperienza con l’arma che stavamaneggiando.

La seconda è stato l’e spl ici toappello ai cittadini affinché si ar-mino. Non tutti possono saperechi è e quale sia il suo senso di de-cenza, di rispetto per le persone ele istituzioni, se abbia mai avutoun comportamento normale, vi-sto che appare dotato di una dop-pia autorità: è il membro di unParlamento (oltreché sindaco diun centro non piccolo). Ed è in te-levisione.

La sgridata della conduttricedel programma, giustamente du-ra e non rispettosa, perché il le-ghista con la pistola non invoglia-va al rispetto, avrà risvegliato ilsenso critico di qualcuno tra ilpubblico. Purtroppo non dellamaggioranza dell’aud ien ce, ra-gionevolmente legata alla per-suasione che una cosa vista o a-scoltata in televisione abbia unpeso (una credibilità) più grandedi ciò che si legge e che si sentedire da altri.

Riflettiamo ora per un momen-to sul livello morale della squili-brata messa in scena. Come nondire che, una volta portata ed e-sibita in televisione un’armapronta a fare fuoco (le dichiara-zioni sull’arma scarica, data lafonte, non contano) richiama intutto gli assalti che insanguinanole scuole americane e, più ancora,

l’eccidio dei giovanisocialisti norvegesi,cento ragazzi chehanno visto all’i m-provviso comparirequ ell’arma davanti ailoro occhi prima di es-sere uccisi (da parte diun uomo che, come illeghista con la pistola,non ha mai dato segnodi avere capito il sensodi ciò che stava facen-do). Il fatto che il le-ghista con la pistola sisia esibito nell’i m p u-gnare l ’arma, nonn el l’usarla, cambia leconseguenze giuridi-che, ma non la naturadel pensiero che guida

la messa in scena come invoca-zione di morte e dunque non ilsenso delittuoso della comunica-zione.

LA MESSA in scena dice infatti chela morte deve essere libera e au-torizzata dal primo segnale sog-gettivo di presunto pericolo.Questo spiega perché i giudici sisono sentiti obbligati a formulareuna imputazione grave verso chiha sparato e ucciso. Perché ogget-tivamente il fatto è della gravitàpiù estrema (la pena di morte a unladro) e l’esecutore (“il pensiona-to”, si continua a dire per stempe-rare la memoria del suo nome)non ha ancora chiarito quali con-dizioni avrebbero reso inevitabi-le la sua sentenza capitale. Il le-ghista con la pistola si è intromes-so per diffondere il principio cri-minale che impone, per prima co-sa, di sparare e di uccidere. E af-ferma che è meglio sparare pri-ma. Per questo prende l’iniziativadi distribuire pistole con lo scon-to, perché la cosa importante è a-vere l’arma e usarla appena pos-sibile. L’esecuzione “fai da te”(con garanzia di sconto o rimbor-so) prende il posto della Costitu-zione e dello Stato di diritto.Compare sui nostri schermi unparlamentare italiano che deride(ma lo psichiatra ci spiegherà) lamoratoria sulla pena di morte ot-tenuta all’Onu dall’Italia, su ini-ziativa del Partito Radicale diquesto stesso Paese. Credo chel’iniziativa, adesso e per ora, ri-guardi la magistratura in un qua-dro più grande e pericoloso dellasentenza privata di morte delpensionato. Ma di sicuro riguar-da la politica, che tace.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il popolo dei cattolici adulti se-renamente in marcia nell’in -tricato reticolo di strade delnostro mondo e la geronto-crazia gerarchica che insegue

con affanno, la lingua a penzoloni ele lunghe vesti che rallentano l’an -datura, il timore forte di perdereper sempre il contatto con il grup-po di testa. Questa l’immagine cheaffiora se saranno confermate leindiscrezioni sulla relazione fina-le del sinodo sulla famiglia.

SUL TEMA PIÙ DELICATO all’ordinedel giorno, l’accesso al sacramentodella comunione per i divorziatiche hanno una nuova relazione, ipadri sinodali pare abbiano esco-gitato una soluzione che consistenel rinviare la decisione a una va-lutazione caso per caso, a secondadelle ragioni del divorzio, delle e-ventuali responsabilità del fedeleche chiede di riaccostarsi al sacra-mento, eccetera. Se così fosse, lapalpabile e diffusa disattenzionedel popolo di Dio verso i lavori diquesto secondo sinodo sarebbestata ampiamente giustificata.Non perché la decisione non con-tenga in sé degli elementi di novitàrispetto all’intransigenza del pas-sato, quella che faceva considerarel’esistenza di una nuova unione do-po un divorzio una colpa inestin-guibile, ma piuttosto perché si trat-ta di un mero recepimento di quan-to già succede nelle periferie dellaChiesa cattolica.

Già oggi molti pastori fanno, in-

sieme ai loro fedeli divorziati ri-sposati, il lavoro di discernimentoche il Sinodo raccomanda. A menodi essere completamente privi diumanità, non possono che ascolta-

re, comprendere e infine assolvereun divorziato che chieda con serie-tà di essere riammesso alla comu-nione eucaristica.

Coloro che chiedono la riam-missione al sacramento in condi-zioni ordinarie (senza una circo-stanza particolare quale la primacomunione o la cresima di un figlioo il desiderio di fare da padrino o da

madrina) sono una porzione mini-ma di tutti i divorziati sposati inChiesa. Credenti attivi e impegnatiper i quali la comunione ha davve-ro un grande significato. Nella

stragrande mag-gioranza dei casi ill o r o d i v o r z i o ,checché ne pensiuna parte rilevan-te della gerarchia,non è stato la con-seguenza del laleggerezza di unmomento o dellavolontà di liberar-si da un vincolotroppo stretto peregoismo o superfi-

cialità, ma un gesto grave, spessodolorosissimo e quasi sempre con-sumato quando tutte le altre solu-zioni sono state tentate.

Infliggere a costoro, che già han-no sofferto la separazione, la penaulteriore di una lontananza per-manente dal sacramento è un’azio -ne crudele e inutilmente severa.Che i parroci, in larga maggioran-

za, non compiono. I preti ascoltanoe poi assolvono, raccomandando almassimo oggi al divorziato di an-dare a fare la comunione in unaparrocchia vicina. Perché non si samai che a qualche parrocchianoreazionario o vendicativo venga inmente di andare a denunciare lacosa al vescovo, mettendo nei guaiil prete troppo umano. Quel che ladecisione del sinodo probabilmen-te cambierebbe è che questa mossanon sarebbe più necessaria: il di-vorziato potrebbe tranquillamen-te fare la comunione nella sua par-rocchia, insieme agli altri suoi fra-telli.

COME GIUDICARE il vertice di unagrande organizzazione che discu-te per due anni, mobilita risorse e-normi, sollecita un intenso dibat-tito teologico, attrae l’attenz ionedei media del mondo per partorireun topolino? Per trasformare inlegge una consolidata prassi par-rocchiale (non solo italiana ovvia-mente)? Certo, in questo modocessa l’ipocrisia di una verità uffi-ciale così diversa dalla realtà pasto-rale. Certo, con questa decisionevengono messi a tacere molti rea-zionari che non potranno più so-stenere che la Chiesa sbarra in ognicaso le sue porte al divorzio e ai di-vorziati. Tutto giusto, ma da unaclasse dirigente degna di questonome ci si aspettava di più. Che siavenuta l’ora della democrazia (go-verno del popolo) nella Chiesa?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FATTI DI VITA

Maroni cowboy(con i soldidei lombardi)» SILVIA TRUZZI

S parare a un uomo che scappa è spararea un uomo che scappa. Saranno le in-dagini a far luce sui fatti di Vaprio

d’Adda – dove un pensionato ha ucciso unalbanese di 22 anni che si era introdotto incasa sua, di notte, per rubare –e stabilirannose sia stato eccesso colposo dilegittima difesa oppure o-micidio volontario. Quelche si controbatte è che èdifficile stabilire sedutisul divano, alla luce delgiorno, senza timori, comereagiresti trovandoti in casauno sconosciuto, di cui sonosconosciute anche le intenzioni. Mors tuavita mea? O “non uccidere”? Forse entram-be le cose e, insieme, un milione di altri sen-timenti e riflessi condizionati. Questa set-timana talk show e giornali si sono esercitatiparecchio sul diritto di difendere la propriacasa e l’incolumità dei propri cari. Il giornodopo il delitto di Vaprio, un corteo si è fer-mato sotto casa dell’uomo intonando l’innodi Mameli e urlando “sei uno di noi”. Lui siè affacciato per salutare. Dal balcone.

CI SONO MOLTI, moltissimi, ma in questastoria, oltre la comprensione del panico incui ci si può trovare. I “ma”sono impopolariperché le persone hanno paura ed è unapaura giustificata visto che secondo l’Istatle rapine in abitazione sono aumentate (del22% dal 2011 all’anno successivo), in alcunezone del Paese come il Nord-est addiritturadel 69,7%. Non solo: dal 2004 al 2012 i furtiin casa sono aumentati del 16,7 per cento.Nel 2006 però è cambiata la normativa, ilvecchio articolo 52 del codice penale (nonè punibile chi reagisce in una situazione dipericolo a patto che la difesa sia necessaria,attuale e che sia proporzionale all’offesa) èstato modificato. Come ha spiegato AlfonsoMaria Stile, professore di Diritto penale al-la Sapienza, al fattoquotidiano.it il nuovoarticolo disciplina il diritto all’autotutela diun domicilio privato, un negozio o un uf-ficio, autorizzando il ricorso a un’arma “le -gittimamente detenuta” per difendere “lapropria o altrui incolumità”e“i beni proprio altrui”. A condizione che il rapinatore nondesista e che vi sia pericolo di aggressione.Le maglie dell’autotutela sono già state al-largate, ma la Lega ha presentato una pro-posta di legge che consentirebbe a chi vieneaggredito di difendersi, sempre e comun-que. In questi giorni i leader del Carrocciosi affannano a chiedere l’abolizione del rea-to di eccesso colposo di legittima difesa.Gianluca Bonanno, europarlamentare del-la Lega e sindaco di Borgosesia, ha annun-ciato l’introduzione del “bonus pistola” nelsuo Comune: 250 euro a chi compra un’ar -ma. Per farsi capire ha fatto ricorso a unadelle sue pagliacciate, tipo la maglietta del-la Merkel-Hitler: in diretta su Sky ha mo-strato una pistola. Borgosesia potrà diven-tare un pezzetto di America – Paese checonta il maggior numero di proprietari diarmi da fuoco e la più alta incidenza di morticausate dalle medesime armi da fuoco e do-ve si sta dibattendo di come mettere finealle stragi. Il governatore della LombardiaBobo Maroni ha promesso al pensionato diVaprio l’assistenza legale e ha portato ingiunta il disegno di legge sul patrocinio gra-tuito per chi si rende responsabile di ecces-so colposo di legittima difesa. C’è un pro-blema di competenze: la materia non è af-fare delle Regioni. E pure di principio: seMaroni vuol fare campagna elettorale asuon di demagogia, vellicando le paure deicittadini, lo può fare con i soldi della Lega.Non con quelli degli abitanti della Lombar-dia. Il dibattito sulla sicurezza non può ri-dursi alla fiera della forca, all’urlo di “la di-fesa è sempre legittima”. Senza dire che, co-me ha scritto su Facebook Natalino Balas-so, “I politici che offrono soldi e patrocini aicittadini che sparano per difendersi dai la-dri, dovrebbero stare attenti a quello chedicono. I cittadini attratti dagli incentivi,potrebbero sparare proprio ai politici”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PRETI PRAGMATICISul territorio è normalepermettere ai divorziatidi accostarsi alla fede,ma i vescovi hanno dovutodiscuterne per anni

Page 14: ilfatto20151025
Page 15: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 15

SIRACUSA La Sovrintendenza ha bloccato il piano edilizio nell’area dell’Epipoli protettadall’Unesco. Ora rischia di pagare un risarcimento da 240 milioni all’azienda costruttrice

» GIUSEPPE LO BIANCO

Pa l e r m o

Dovrebbero esseretutelati senza se esenza ma e soprat-tutto ringraziati i

funzionari della Sovrinten-denza di Siracusa per avereprotetto dall’assalto del ce-mento l’intera area ricaden-te all’interno delle MuraDionigiane, patrimonio ar-cheologico della MagnaGrecia riconosciuto dall’U-nesco, e invece rischiano diessere condannati, assiemealla Regione siciliana, a pa-gare un risarcimento recorddi 240 milioni di euro se ilConsiglio di Giustizia Am-ministrativa, nell’udi en zafissata per il prossimo 16 di-cembre, ribalterà la senten-za del Tribunale ammini-strativo regionale di Cata-nia, dando così il via liberaalla realizzazione di 71 vil-lette a schiera in un’area, ilpianoro dell'Epipoli, pro-tetta (perché di inestimabi-le valore storico archeologi-co) da un vincolo assoluto diinedificabilità posto con undecreto ministeriale che ri-sale addirittura al 1959: ilCastello Eurialo, che domi-na l’intera area archeologi-ca, è l’unica fortezza grecadi quel periodo esistente almondo.

DU ECE NTO QUA RAN TA m i-lioni di euro è la cifra del ri-sarcimento fissata da unaconsulenza affidata non a unurbanista ma a un luminaredell ’ingegneria aerospazia-le, docente all’Università LaSapienza di Roma, deposita-ta l’altro ieri nel procedi-mento avviato dall’impresaAm Group della famigliaFrontino, che ha chiesto idanni dopo il divieto oppo-sto dalla Sovrintendenza inforza di quel vincolo soste-nendo di avere pronti i com-pratori delle villette nel sul-tanato dell’Oman. E dopo a-vere avuto torto in primogrado, il paradosso è che adecidere in appello sarannoanche due membri del Con-siglio di giustizia ammini-strativa che il Tar, la cui sen-tenza dovranno esaminare,ha ritenuto illegittimamen-te nominati: sono Titta Bu-fardeci, deputato regionaleindagato dalla procura per lespese pazze dei gruppi par-lamentari, ed Elisa Nuara(entrambi rimessi in sellaproprio dal Consiglio di Sta-to), fedelissima, come il fi-glio Gian Carlo Maria Costa,del presidente della Regio-ne Sicilia Rosario Crocetta,del quale è stata anche vicesindaco di Gela. Si, perchè inSicilia, a differenza che nellealtre regioni, il Cga oltre chedi togati, è composto anche

Salotti blasfemi Pagare i congiunti non è reato. D’Urso: “Dobbiamo restare sul pezzo”

LA SACERDOTESSA DEL SUBUMANOTV DEL DOLORE

» VERONICA TOMASSINI

C i arrenderemo primao poi a un nuovo pa-rametro di moralità

supervisionato da BarbaraD’Urso, dai suoi autori, dalloro modo blasfemo di in-tendere il genere umano. Ungenere umano da bestem-mia. Ma è molto meglio diquel che propongono, vo-gliamo sperare. Non è micaun crimine pagare i con-giunti di Veronica Panarel-lo per sostenere una tesi ol’altra. Purtroppo. BarbaraD’Urso raccomanda col suozelo da emoticon afflitta:

“Dobbiamo stare sul pez-zo”, dice alla madre della Pa-narello, secondo un’i n t e r c e t-tazione telefonica, deposita-ta agli atti dalla Procura del-la Repubblica di Ragusa. E’un crimine confezionare untariffario per le prestazionigarantite da congiunti pros-simi a un’assassina, presun-

ta? Dobbiamo intenderci sulda farsi: o ci affidiamo a que-sta sacerdotessa del subu-mano. O sobilliamo l’o p i n i o-ne con nuove manipolazioniversus quelle congetturateda una tale squadra di aquile(autori Mediaset, anchor-men, un bel gruppetto di per-soncine). Oppure cambiamocanale come suggerisce ilpresidente dell’Ordine na-zionale dei giornalisti, EnzoIacopino, che comunque ha

già provveduto a presentarediversi esposti alle procure eai vari garanti.

Usiamo il plurale perquante infrazioni al codicedeontologico hanno com-messo la D’Urso e la suasquadretta, con evidenti slit-tamenti di emulazione da unsalotto all’altro. PomeriggioCinque, Domenica Live,Mattino Cinque. Palinsestodestinato a subumani e noi losiamo perché non cambiamocanale. Iacopino consiglia lasoluzione telecomando. Nonè una resa? Cosa resta da fa-re? Un movimento culturaledi resistenza? E gli abitanti diSanta Croce Camerina dovestanno? Dov’è la loro indi-gnazione? Di quel bambinomorto non si è occupato piùnessuno, cioè la compassionedi alcuno.

L’indignazione che gli abi-tanti di Santa Croce hannodimostrato nei confronti dichi vi scrive, diecimila perso-

ne tutte insieme, per non es-sersi riconosciuti nel paesesospettoso e introverso di cuiraccontammo, dovrebbe allastessa maniera con il mede-simo vigore sollevarsi e ri-vendicare qualcosa di simileal pudore, spegnendo tutti latv, tutti. Non prestandosi adaltro che a un lutto veramen-te consumato. Non bastereb-be nemmeno questo a scal-ciare la signora dei salotti deisaprofagi: la D’Urso, la Pani-

cucci, restano sempre dovesono. I loro crimini morali e-saudiscono i desideri di ungenere umano intercettatosecondo il loro metro: un ge-nere umano da discarica.Prendiamo le distanze – chesiano siderali – dal becero,per favore.

Siamo talmente pessimida misurarci con la squadradei terrori? Perché lo sono, latv dei terrori (non del dolore)ingenera piccole figure di uo-mini. Esistono solo nellospregio di sensibilità volga-ri? Vi riconoscete in un simileidentikit? Siamo davvero co-sì volgari? Dimostriamo quelche siamo, siamo molto me-glio, non è un auspicio. Quelche propongono gli autori dipalinsesti da carcami è unaspecie di iattura. Rifiutiamo-ci, seppur tutti: io no. E diquei tutti non rimarrà nessu-no, statene certi. Che sia re-sistenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

da membri laici nominatid al l’amministrazione re-gionale e dunque dalla poli-tica

È insomma un pasticcio insalsa tutta siciliana con mol-te ombre nei passaggi buro-cratici quello che si sta perconcludere a Siracusa, doveuna pattuglia di avvocati vi-cini all’associazione am-bientalista Legambiente di-fende con i denti la forza diquel vincolo, ritenuto supe-riore al parere positivo, of-ferto incautamente dalla So-vrintendenza, al piano rego-latore del 2007 che prevede-va in quell'area l’arrivo delcemento.

AD AVALLARE quel pianocon la propria firma, che peril consulente aerospazialeoggi giustifica il risarcimen-to, fu la funzionaria regiona-le Mariella Muti, pensionatababy a 55 anni con la legge104 per curare la madre;qualche mese dopo trovòperò il tempo per fare addi-rittura l ’assessore nellagiunta di centrodestra nellacittà aretusea: “Fare l’asses -sore - dichiarò in un’intervi -sta al settimanale Panorama- non è poi così impegnati-vo”. Un avallo che ignoravale parole del sovrintendente

Bernabò Rea, che nel ‘47 siera battuto per apporre aquell’area il vincolo di ine-dificabilità assoluta soste-nendo che “la cura della pro-pria bellezza, il rispetto e lavalorizzazione dei proprimonumenti non sono per Si-racusa solo un lusso o l’a-dempimento di un dovereverso la cultura, ma un’inti -ma ragione di vita e di benes-sere, anche dal punto di vistaec on om ico ”. Seguirono leconvenzioni con la AmGroup firmate dal capo

del l’ufficio tecnico del co-mune, l’ingegner Mauro Ca-lafiore, cui la vicenda nonportò fortuna.

NEL LUGLIO SCORSO la pro-cura guidata da Paolo Gior-dano gli ha notificato l’avvi -so di conclusione delle inda-gini per corruzione e sfrut-tamento della prostituzio-ne: avrebbe consentito la sti-pula di un’altra convenzio-ne urbanistica in cambio diprestazioni sessuali di pro-stitute romene. L’ultima pa-rola tocca adesso ai giudicidel Consiglio di giustiziaamministrativa riuniti il 16dicembre, anche se il pool diavvocati di Legambiente staprogrammando l ’u lti macontromossa: “Chiederemola sostituzione del consu-lente - osserva l’avv oca toCorrado Giuliano - nella pe-rizia vi sono diversi svarionidi diritto, disattenzioninell’esame dei documenti diLegambiente e si salta total-mente la provenienza deidocumenti provenienti as-seritamente dall’Oman”. Illegale prosegue e aggiunge:“Si tratta di errori che nonsorprendono alla luce dellecompetenze aerospazialidel perito”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Compratori arabiLe 71 villette previstedal progetto sarebberogià state acquistate dalsultanato dell’Oman

Valle della Magna Grecia,una colata di cemento

Patrimonio mondiale Le Mura dionigiane

La scheda

n LA LEGGEDEL 1959L’intera area,checo m p re n d el’unicafortezza grecaa n co raesistente almondo, ètutelata daoltre 50 anni

n LA BABYP E N S I O N ATAIl piano fuavallato daMariella Muti,che è andatain pensione a55 anni e ches u cce ss i va m e n teha trovato iltempo di farel’assessore inuna giunta dice n t ro d e s t ra .

I loro crimini moraliesaudiscono i desideridi un genere umanointercettato secondo illoro metro: un genereumano da discarica

La conduttrice Barbara D’Urs o

PARMA, INCHIESTA A SCUOLA

La prof e gli insultirazzisti agli alunni:“Scimmie ladre”

q“SIETE UN BRANCO DI SCEMI, tor -natevene nella giungla da dove siete ve-

nuti, scimmie ladre”. E ancora: “Ma guarda sedevo occuparmi di un bambino che ha la facciacolore della m...”. Parole che, secondo i cara-binieri di Traversetolo (Parma), una maestra e-lementare ha rivolto ai propri alunni. Frasi chele sono costate le accuse di maltrattamenti ag-gravati dalla discriminazione e odio etni-

co-razziale. Con lei è finita nel registro degli in-dagati anche la dirigente scolastica accusatadi favoreggiamento per non aver denunciato lavicenda. Le indagini sono partite ad aprile dallesegnalazioni ai carabinieri dei genitori di duealunni, esasperati dall’atteggiamento dellamaestra. Le indagini, anche tecniche, dei mi-litari hanno permesso di accertare che l’inse -gnante, durante il precedente anno scolastico,

aveva messo in atto una serie di condotte im-prontate a violenza - fisica e psicologica - versogli allievi. Gli alunni, per i militari, venivano in-giuriati e minacciati, e le parole venivano ac-compagnate da strattonamenti per trascinarei ragazzi fuori dalla classe. Alcuni hanno ma-nifestato reazioni di sofferenza psico-emotiva,rifiutandosi di andare a scuola. I comporta-menti ingiuriosi erano rivolti anche ai genitori.

Page 16: ilfatto20151025

16 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

» DANIELE MARTINI

Ètargato Pietro Ciuccii l r i n n o v a m e n t od el l ’Anas. Mentrenell ’azienda delle

strade ancora brucia la sberladegli arresti per gli appaltitruccati e le tangenti sottol’egida della Dama Nera, alsecolo Antonella Accroglia-nò, il nuovo amministratoredelegato e presidente, Gian-ni Armani, ha deciso una se-rie di nomine presentandolecome un segnale di rinnova-mento. Ma che al contrario sicollocano nel solco della con-tinuità con la passata e falli-mentare gestione. Tra questenomine la più importante èquella di Ugo Dibennardoche di Ciucci era uno dei pre-feriti, un dirigente che per seilunghissimi anni, dal 2008 al2013, ha guidato il comparti-mento Anas della Sicilia, laregione con il maggior nu-mero di strade dissestate echiuse, ponti e viadotti crol-lati o pericolanti perché co-struiti male o perché non cu-rati con la manutenzione ne-cessaria.

ARMANI ora affida proprio aDibennardo la manutenzio-ne di tutti i 25 mila chilometridi strade d’Italia, un compitopresentato come strategicoper l’Anas post Ciucci dallostesso Armani il quale ha piùvolte dichiarato di voler ri-portare all'onor del mondo ilavori stradali, colpevolmen-te trascurati nel decennioprecedente. Basti pensareche degli oltre 500 milioni dieuro all’anno dedicati ai tem-pi di Ciucci sulla carta pro-prio al recupero delle arteriemalmesse, solo la metà veni-

Vincenzo Ruggiero “I potenti esaminano tutto: i probabili tempi del processo, la prescrizione”

“L’Italia ha l’élite più criminale dell’Occ idente”IL PROFESSORE

» CATERINA SOFFICI

Lo n d ra

Perché i potenti delinquo-no? Hanno potere, soldi,

privilegi. Eppure commetto-no reati tanto quanto i pove-racci. Vincenzo Ruggiero,professore di Sociologia e di-rettore del Crime and Con-flict Research Centre pressola Middlesex University diLondra, ha indagato la mate-ria nel suo libro Perché i po-tenti delinquono ( F e l t r i n e l-li).

Hanno subito violenze dapiccoli? Sono stati vittimedi discriminazione? La ri-sposta è no. Allora perché ipotenti delinquono?

Siamo troppo abituati a pen-sare che la criminalità sia unprodotto dell’e ma r g in a zi o-ne, della povertà. Se ci con-centriamo sui potenti, vedia-mo che i loro crimini sono ilprodotto di un eccesso, nonuna mancanza di risorse.

Da Tangentopoli alle cric-che e a Mafia Capitale, in I-talia la criminalità dei col-letti bianchi è in espansio-n e?

L’Italia ha l’élite più crimina-le dell’Occidente. Ma ora c'èuna aperta rivendicazionedel diritto di delinquere.

Rispetto all’Inghilterra ipotenti nostrani delinquo-no di più?

In Italia c’è una forma dicomplicità: l’élite cerca lacomplicità. Tu mi permettidi corrompere e rubare mi-liardi e io ti permetto di nonfare lo scontrino. Ci sono sta-ti grandi criminali. L’élite inGran Bretagna è più segreta,più protetta dalle leggi.

Per esempio?Tony Blair è un vero crimi-nale. L’invasione dell’Iraq èstata più criminale di tuttoquello che ha fatto Berlusco-ni. Perché è stata un alleanzatra imprenditori e politici,fatta contro qualsiasi accor-do internazionale e basatasulle bugie. Infatti Blair staattento a non andare nei Pae-si dove rischia di essere arre-stato per crimini di guerra.

Quali sono le differenze trai potenti criminali e i crimi-nali da strada?

Hanno la stessa forma men-tis, ma i primi violano leggiche, nel complesso, li favori-scono. I secondi infrangono

norme che li costringono allasconfitta.

I crimini economici dei po-tenti sono “to ll erat i” inquanto hanno una certa “u-tilità”? Dall'Ilva alla Thys-sen...

I potenti progettano a tavo-lino, secondo un calcolo dicosti e benefici, quali siano lescorribande illegali che han-no maggiore possibilità di ri-manere impunite. In Italia ètipico commettere reati esa-minando bene i probabilitempi del processo, le peneirrisorie cui si va incontro el’eventuale prescrizione.

La criminalità dei potenti,diventa una condotta so-cialmente accettabile. Co-me mai?

In questo libro mi pongo dal-la parte dei potenti che com-mettono reati. È un esercizioche permette di individuarecome diversi campi di cono-scenza analizzano il potere ei suoi crimini. È sorprenden-

te scoprire che la scienza po-litica, la teoria sociale, il pen-siero economico, quello eti-co e molta produzione lette-raria suggeriscono che il po-tere è implicitamente crimi-nale e deve esserlo.

Da House of Cards a R o-manzo criminale, c’è sem-pre qualcosa di “po si tivo”nella narrazione di certicomportamenti. Perché?

Succede quando diventa piùimportante vincere che vin-cere secondo le regole.

In passato era meglio?Non sono un nostalgico.Piuttosto, sono dalla parte diFreud e Einstein, i quali in u-na preziosa corrispondenzasostengono che il cambia-mento culturale e l’evoluzio-ne della democrazia sono ac-compagnati da mutamentopsichico, per cui i comporta-menti che una volta eranotollerati oggi fanno inorridi-re.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

va poi spesa per interventiconcreti. Il resto se ne andavain mille rivoli, compresoquello dei premi per la diri-genza.

La scelta di Dibennardo èsorprendente anche perchésa di ripescaggio. Ciucci lo a-veva valorizzato prelevando-lo dalla Sicilia per affidarglidue anni fa la direzione dellaProgettazione, una delle piùambite nell’azienda delle

Il nuovocors oGianni Arma-ni da maggioè presidentedella principa-le stazione ap-paltante d’Ita -lia, l’Anas Ansa

L’aut o reVi nce n zoRuggiero diri-ge il Crime &Conflict Re-search Centrepresso la Mid-dlesex Univer-sity di Londra

strade, e per nominarlo an-che amministratore delleAutostrade del Lazio e delMolise. Armani lo aveva in-vece degradato con uno deiprimi atti della sua gestionecominciata alla metà di mag-gio. È difficile indovinare checosa nel frattempo sia suc-cesso di così decisivo da farcambiare radicalmente ilgiudizio del nuovo presiden-te, al punto da trasformare

l’emarginazione di Diben-nardo in una clamorosa pro-mozione. Sul repentino ri-pensamento di Armani dicerto non possono aver in-fluito le valutazioni sulla di-rigenza affidate a una ditta e-sterna all'Anas e che sono an-cora in corso.

Tra tutti i tecnici al verticedell ’azienda delle strade, disicuro il 47enne Dibennardoè uno di quelli con più santi inparadiso. Le sue frequenta-zioni politichesono ecumeni-che. Negli ultimitempi si era avvi-cinato in parti-colare al ciellinoMaurizio Lupi, ilministro delleI n f ra s t r u tt u r epoi dimissiona-rio per i suoi stra-ni rapporti con lacricca degli ap-palti.

I N O LT R E era unodei pochi manager dell’Anasa poter vantare un rapportosolido con il potentissimo Er-cole Incalza, responsabiledella ministeriale Strutturadi Missione, ma di fatto il mi-nistro ombra degli ultimive nt ’anni prima dell’a rr es toavvenuto a marzo. Dibennar-do ha poi un feeling partico-lare con il re dei direttori deilavori, quel Nino Bevilacquache vive in un castello sul por-

to di Palermo e si sposta in e-licottero per seguire tutti icantieri delle opere che gli so-no state affidate, soprattutonel Sud e sull’autostrada Sa-lerno Reggio-Calabria, perimporti superiori a 3 miliardie mezzo di euro. Bevilacqua èil professionista che ha accu-mulato incarichi anche con laditta catanese Tecnis diMimmo Costanzo e ConcettoAlbino Bosco Lo Giudice, en-trambi arrestati nel corso

della recente re-tata Anas.

La nomina diDibennardo raf-forza la tesi di chiritiene che il rin-novamento A-nas proceda aritmi troppo len-ti e con eccessivaprudenza o ad-dirittura che lepoche scelte ef-fettuate fino aoggi da Armanisiano sostanzial-

mente un’opera gattoparde-sca, cambiamenti di sola fac-ciata. C’è chi fa notare che gliunici interventi risolutivi neiconfronti dei molti managerAnas sospettati di strani traf-fici siano stati effettuati nondal nuovo presidente, ma daimagistrati, prima con gli ar-resti al compartimento di Fi-renze e poi con la retata nellasede centrale di tre giorni fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A volte ritornanoTra le nuovepoltrone, quella diUgo Dibennardo,vicino all’exministro Lupie a Ercole Incalza

LE IRE DEL PD

La Cgil: a settembretorna a salirela cassa integrazione

qA SETTEMBRE torna ad aumentarela Cig (cassa integrazione guadagni)

sul mese di agosto (+54,31%), aumento inparte prevedibile ma con un’a cce l e ra z i o n epiù marcata di 10 punti percentuali rispetto aquella che c'era stata tra settembre e agosto2014. In numeri assoluti, lo scorso mese, leore di Cig totali sono tornate al livello medioregistrato quest’anno e cioè intorno ai 60

milioni di ore al mese. È quanto risulta daidati diffusi dalla Cgil che ribadisce le suepreoccupazioni "legate agli alti volumi di oredella Cigs che continuano ad indicare uncontenuto strutturale delle crisi industrialianche in questi mesi".Filippo Taddei responsabile Economia e La-voro del Pd definisce la Cgil "surreale" vistoche "anche i suoi dati confermano l’anda-

mento positivo" del mercato del lavoro. Tad-dei infatti rimarca la parte dei dati Cgil cheevidenziano come con 60.690.783 ore diCig a settembre queste segnano una ridu-zione del 38,10% sulle ore di Cig registratenel settembre 2014. Inoltre - sempre secon-do i dati Cgil - in questi nove mesi del 2015sono state autorizzate 517.904.592 ore diCig con una riduzione sul 2014 del 31,98%.

DOPO GLI ARRESTI Anas, altro che rinnovamento:nominati i fedeli dell’ex capoIl nuovo ad Armani è un cambiamento rispetto al passato, ma premia un uomo di Ciucci

La scheda

n A R R E ST ISono diecile ordinanzee m e ss egiovedì scorsodal gip GiuliaProto. Inc a rce reè finitaA n to n e l l aAcc ro g l i a n ò ,d i r i ge n teAnas.Ai domiciliariinvece l’exs o t to s e g re t a -rio LuigiMeduri

n I N C H I E STAL’indaginedei pm romaniha rivelato ils i s te m aco r r u t t i vodell’ultimoanno in alcuniuffici dellaprincipalestazionea p p a l t a n teitaliana, i cuiattuali verticisono estraneiall’inchiesta.

Il libro

l Pe rchéi potentide l i nq uonoVi nce n zoRug gieroPagine: 208Prezzo: 18 eE ditore:Fe lt r i ne l l i

Page 17: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 17

L’I N T E RV E N TO

“Noi non siamo di sinistrae per questo possiamo vincere”

In Spagna Il leader di Podemos spiega come il movimento riescea rimanere popolare sfuggendo alle logiche di partito tradizionale

C’» PABLO IGLESIAS

è qualcosa che credo spieghibuona parte delle debolezze edelle virtù di Podemos, e forsela sua unicità rispetto ad altreespressioni politiche con cuipotremmo eventualmentestringere alleanze, quali ilpartito laburista guidato daJeremy Corbyn o Syriza, op-pure anche, forse, il Movi-mento 5 Stelle. Con alcuni diloro abbiamo un buon rap-porto. Alcuni di questi partitirappresentano tradizioni di-verse della sinistra europea. Amio giudizio, la vittoria dellaleadership del Labour da par-te di Corbyn è l’avvenimentopiù interessante in Europa damolto tempo a questa parte.Siamo una generazione natain un mondo in cui NorbertoBobbio, con il suo libro Destrae sinistra, aveva già spiegatoche le categorie d es tr a/ si ni-stra dopo la caduta del Murodi Berlino erano una cosamolto complicata da mante-nere in pratica e in cui la scon-fitta dei valori di sinistra eraassoluta di fronte al successosociale del neoliberismo.

Gli Indignadost ra sve r s a l iArriva il 15M (Il movimento15M, noto come di Indigna-dos, è una mobilitazione diprotesta pacifica di cittadinicontro il governo spagnolo inseguito alla grave situazioneeconomica in cui versa il pae-se. Le prime mobilitazionisono del 15 maggio 2011, dacui il nome 15M ndr) e noi loosserviamo molto dubbiosi.Da ll ’inizio decidiamo chequel movimento non ci rap-presenta. Il 15M non è il ritor-no della sinistra, non è la ven-detta della sinistra. Il 15M nonrappresenta i sindacati che di-fendono i diritti in un conte-sto di attacco allo Stato socia-le. Il 15M è l’espr essi onedella frustrazione politicadelle nuove classi medieche, inoltre, non ha ne-cessariamente una let-tura progressista. È laconferma che esiste u-no scenario politiconuovo, che non deveper forza avere impli-cazioni elettorali im-mediate. Scenari poli-tici simili si sono vistiin Italia con il Movi-mento 5 Stelle; in I-sraele si è creata una si-tuazione analoga che si ètradotta in politica in modomolto speciale; in Francia è ilFront National a mettere sultavolo tutte le questione ri-guardanti la crisi; e in Spagnala risposta la offriamo noi. Equesto lo facciamo tramiteun ’espressione politica, di-ciamo, molto singolare.

Riguarda il protagonismomediatico, l’assunto che loscenario politico più im-portante sia quello della co-municazione. La gente nonmilita nei partiti. La gentemilita nella radio che ascol-ta. Uno è della Cope, un al-

tro è della Ser, o della OndaCero2. Uno vota El País, LaRazón,El Mundo. Oppure vo-ta la Sexta, o Telecinco, e di-ciamo che tutti loro si avvici-nano a quello che AntonioGramsci chiamava “l’i nt el-lettuale organico”. O interve-niamo lì, o siamo politica-mente morti. All’inizio ab-biamo creato più che un par-tito politico propriamentedetto uno stile di interventomediatico, perché non ave-vamo nemmeno mezzi di co-municazione a nostra dispo-sizione.

Attaccare da subitole idee tradizionaliDal momento della sua na-scita Podemos attacca la si-nistra, mette in evidenza chela sinistra non ha capito nul-la. La sinistra si è accomoda-ta in una posizione sussidia-ria in cui si accontenta di a-vere tra il 5 e il 12 per centodei voti al massimo, e questisono i temi dei dibattiti inter-ni alla sinistra, andare al go-verno con i socialdemocrati-ci e con i socialisti. Tutta lacrisi della sinistra si basas u ll ’entità della collabora-zione con i socialisti, la com-parsa della nuova sinistra u-nita e tutte le tensioni inter-ne che girano attorno a quelmodello. Noi riteniamo chenon dovrebbe funzionare co-sì. Se il modello destra/sini-

CO M EBUCARE IL VIDEO

In tv ho distrutto il miosfidante perchéda eurodeputatoviaggiava in businessclass. Le mie idees ul l ’euro e sulla Bcecontano molto meno

IL VOTO PASSADAI MEDIA

Al l ’inizio abbiamocreato più che unpartito politico, unostile di interventomediatico perconquistare i mezzidi comunicazione

Chi èPa b l oIglesiasTurrión, èe u ro p a r l a -mentare diPo d e m o s ,m ov i m e n toche hacontribuito afondare nel2014. Ha undottorato inS c i e n zepolitiche,conduce sulweb ilp ro g ra m m aLa Tuerka.

Le elezioniCome haannunciato ilprimom i n i st rou s ce n te ,MarianoRajoy (che siricandida peril Partidop o p u l a r,co n s e r va to re ) ,le elezionipolitiche inSpagna siterranno ilprossimo 20d i ce m b re

15 maggio2001La piazza diMadrid dell’11maggio 2011,alla Puertadel Sol, quan-do nacquerogli IndignadosAnsa

Direttore responsabile Marco TravaglioDirettore de ilfattoquotidiano.it Peter GomezVicedirettori Ettore Boffano, Stefano Feltri

Caporedattore centrale Edoardo NovellaVicecaporedattore vicario Eduardo Di Blasi

Art director Fabio Corsimail: [email protected]

Editoriale il Fatto S.p.A.sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n° 42

Presidente: Antonio PadellaroAmministratore delegato: Cinzia Monteverdi

Consiglio di Amministrazione:Lucia Calvosa, Luca D’Aprile, Peter Gomez,

Layla Pavone, Marco Tarò, Marco Travaglio

Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n° 35Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l’e ste ro :Publishare Italia S.r.l., 20124 Milano, Via Melchiorre Gioia n° 45,tel. +39 02 49528450-52, fax +39 02 49528478mail: [email protected], sito: www.publishare.itDistribuzione: m-dis Distribuzione Media S.p.A. - Via Cazzaniga, 1920132 Milano - Tel. 02.25821 - Fax 02.25825306Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio PadellaroChiusura in redazione: ore 22.00Certificato ADS n° 7877 del 09/02/2015Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 1859

COME ABBONARSIÈ possibile sottoscrivere l’abbonamento su:https://shop.ilfattoquotidiano.it /abbonamenti/Oppure rivolgendosi all’ufficio abbonatitel. +39 0521 1687687, fax +39 06 92912167o all’indirizzo email: a b b o n a m e n t i @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

• Servizio clientia ss i s te n za @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

stra è quello usato per spie-gare le cose, per quanto siaradicato è un modello in cuiusciamo perdenti.

Se in qualche modo noi ri-vendichiamo il fatto di esse-re la sinistra, o la sinistra ve-

ra, o cerchiamo di con-vincere la gente che

è la sinistra ciò dicui ha bisogno,al lora regale-

remmo all’avversario un ter-reno di gioco in cui non vin-ceremo mai. C’è un esempiomolto chiaro delle possibili-tà e dei limiti di Podemos: ildibattito televisivo che ha a-vuto luogo prima delle ele-zioni europee, il dibattito deipartiti minori, il primo a cuimi hanno lasciato andare inqualità di candidato. E lì an-niento il povero Alejo VidalCuadras, uomo molto prepa-rato e molto intelligente, mache essendo onesto commet-te un errore. Tiro fuori il te-ma dei viaggi in businessclass e allora lui dice: “Io so-no un eurodeputato, viaggiotutte le settimane, me lo pagail parlamento europeo, non èpoi molto più caro della clas-se turistica, perciò continue-rò a viaggiare in businessclass”. Lì si è suicidato. Nonho vinto parlando di Maa-stricht o della moneta unica,o dicendo che è scandalosoche la Banca centrale euro-pea non risponda a nessunaistituzione democratica, mapresentandolo come un pri-vilegiato. Questa è la chiavedel successo di Podemos eanche la chiave dei nostri li-miti e fino a dove possiamoarrivare. È la prova che nonsono i valori di sinistra gli in-gredienti che ci servono percostruire una maggioranzasociale.

Ascoltare anchei conservatoriIeri, in un ristorante cineseun padre di famiglia si è mes-so a parlare con me e mi di-ceva: “Io vi sostengo, ma fateerrori sciocchi. Questa cosache Ada Colau vuole togliereil ritratto del re è un’idiozia.A me piace il re”. Questo si-gnore è molto più rappre-sentativo di quello che pensala gente e rivela le cose cheabbiamo fatto bene e le coseche abbiamo fatto male. I no-stri gesti di sinistra ci collo-cano là dove vuole l’a v v e r s a-

rio, quando quello che ci puòfar crescere elettoralmenteè la nostra audacia al mo-mento di impostare il dibat-tito su altri termini.

Questo è uno stralcio del lungocolloquio di Pablo Iglesias con ilgiornalista Fernando Vallespín,nell’ultimo numero della rivista

MicroMega, appena uscito illibreria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La rivista

l M ic ro MegaL’Europa indebito dis i n i st raPagine: 230Prezzo: 18 eE ditore:M ic romega

Page 18: ilfatto20151025

18 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

S LOV E N I A 56 MILA MIGRANTI IN 7 GIORNIAncora migranti sulle rotte balcaniche. In 24 ore ie-ri circa 13 mila richiedenti asilo sono arrivati in Slo-venia, 56 mila in una settimana. Intanto al vertice diBruxelles confermato il principio per cui “un paesepuò rifiutare l’ingresso a un migrante che non con-ferma l’intenzione di fare domanda di protezionei n te r n a z i o n a l e ”. Chi non ha diritto all’asilo verràrimpatriato con l’intervento di Frontex. Re u te rs

U SA AUTO SULLA PARATA, TRE MORTILa giornata di festa a Stillwater, in Oklahoma, conla parata degli studenti universitari si è trasforma-ta in tragedia. Un’auto a velocità ha travolto la fol-la, il bilancio è di almeno tre morti e 22 feriti, di cuiotto gravi. Al volante c'era una donna di 25 anni, lapolizia l’ha arrestata e ritiene che fosse ubriaca.Fra le vittime anche un agente che era in sella allasua moto. Escluso l’attentato con fini terroristici.

A RGE N T I NA Tre candidati e cinquantasfumature di peronismoIn un paese che arranca Scioli, Macri e Massa non recidono i legami con il passato

Il piano di Kerry Telecamere per dimostrare che Israele non vuole fare ingerenze sul luogo sac ro

Il Grande Fratello porta pace sulla SpianataGE RUSA L E M M E

» ROBERTA ZUNINI

Dopo tre settimane di as-salti all ’arma bianca,

scontri e morti, in Israele enei Territori occupati, il se-gretario di Stato americanoJohn Kerry, è volato in Gior-dania per incontrare il presi-dente dell’Autorità naziona-le palestinese Abu Mazen e ilre Abdallah, custode dellaSpianata delle moschee diGerusalemme dove sorge lamoschea di Al Aqsa, terzoluogo sacro dell’Islam, epi-centro di questa ondata diviolenza chiamata dai media“intifada dei coltelli”. Kerry,che qualche giorno fa avevaincontrato il premier israe-liano Netanyahu, al terminedei colloqui ad Amman ha

detto che Israele e Giordaniahanno concordato alcunemisure per tentare di ridurrele tensioni. Gli accordi com-prendono l’installazione ditelecamere nel luogo sacroper un monitoraggio video24 ore su 24 e il riconosci-mento da parte di Israele del-lo speciale ruolo storico dellaGiordania come custode delsito. “È stato re Abdallah –hasottolineato il segretario diStato – a suggerire i controllie il primo ministro israelianoBenjamin Netanyahu ha ac-cettato. Le autorità giordanee israeliane dovranno incon-trarsi per discutere le inizia-tive per rafforzare la sicurez-za”. Benjamin Netanyahu haacconsentito a installare del-le telecamere di sicurezza

sulla Spianata per dimostra-re che Israele non sta modi-ficando lo status del luogo sa-cro e non sta attuando misurepunitive contro i fedeli mu-sulmani.

IN BASE agli accordi raggiun-ti dopo la guerra del 1967, laSpianata delle Moschee, purricadendo all’interno del ter-ritorio israeliano, ricade sot-to la giurisdizione di un’ope -ra pia musulmana, il Jerusa-lem Islamic Waqf. Proprio ladiffusione di voci sulle pre-sunte intenzioni israeliane dimodificare lo status assegna-to alla Spianata delle Mo-schee hanno alimentato leproteste anche tra i palesti-nesi cittadini israeliani che a-bitano soprattutto nel nord di

Israele. Saeb Erekat, ex caponegoziatore durante i collo-qui di pace, oggi segretariogenerale del comitato esecu-tivo dell’Olp, ha dichiaratoche durante l’incontro diAmman, Abu Mazen ha chie-sto la costituzione di un co-mitato internazionale; a suo

dire i militari israeliani si sa-rebbero macchiati di criminigravi manomettendo le pro-ve nel caso dell’omicidio diun giovane palestinese, perfar credere che il ragazzo a-vesse aggredito i coloni e nonviceversa. Ieri sono morti al-tri due adolescenti palestine-

si, uno a Gaza in seguito alleferite riportate, un altro a Je-nin per aver tentato di accol-tellare un soldato a un checkpoint. Secondo Erekat, Kerryavrebbe detto al presidenteAbu Mazen che Netanyahu siè detto d’accordo di fermarel’ampliamento delle colonieebraiche. Ma è probabile cheuna parte dei coloni non ac-cetterà questa decisione; a di-mostrazione del clima di ten-sione il video in cui il rabbinoArik Asherman (fondatore diu n’Ong per i diritti umani)mentre cerca di proteggerecon altri attivisti un olivetopalestinese viene picchiato eminacciato con un coltello daun militante incappucciatodella destra israeliana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

C ol lo q u if r ut t uos iIl segretariodi Stato UsaJohn Kerrycon il presi-dente palesti-nese AbuM a ze n Ansa

» MAURIZIO CHIERICI

Il peronismo non è una filoso-fia politica né la teoria che re-gola il governo di un Paese:solo un sentimento. E i tre

candidati in corsa per la presiden-za si appoggiano ai protagonistidel passato per organizzare il fu-turo. Daniel Scioli, Mau ricioMacrieSergio Massasfumano ilperonismo con piccoli aggiusta-menti che segnano differenzesintonizzate alle diversità con-suete ad ogni latitudine: progres-sisti e liberisti. Scioli corre con labenedizione di Christina Kir-chner, ma corre a suo modo pro-

mettendo dopo il trionfo(che le previsioni consacra-no) aggiustamenti nonproprio graditi alla signorache prepara le valige dopootto anni alla Casa Rosada.Scioli abbraccia la politicasotto le ali del presidenteCarlos Menem, sorridentema implacabile con gior-nali e tv. Furbissimo nelmanipolare parlamento egrandi proprietari, alla finerotola quasi in galera men-tre Daniel prende il volocon alle spalle una fami-glia, industrie e televisio-ni. Resta moderato condebolezze conservatricinon proprio successore i-

deale per la presidente chese ne va.

TENSIONE RICOMPOSTA nei gi-roni della campagna elettorale: ilFronte della Vittoria deve vince-re poi ne discutiamo. Sul poiChristina ha organizzato salva-genti per tutelare le decisioni chehanno accompagnato il suo go-verno. Scioli ascolta e acconsenteanche se non gradisce l’incontroravvicinato con P uti n, clientenon ideale che vuol mettere piedenell’altra America immaginandol’Argentina enclave nella qualeMosca prova a rimpastare l’eter -na concorrenza con gli Stati Uniti.P er o n sempre sullo sfondo, im-magine che Kirchner marito e

moglie e Scioli hanno ripulito dalpopulismo fuori moda nell’era diinternet. Anche Mauricio Macrinon si slega dalla memoria delvecchio padre della patria. I pero-nisti duri e puri - ex presidenteD u ha l d e che li guida - soffianosulle sue ambizioni e Macri li ri-cambia inaugurando alla vigiliadel voto il monumento del gene-rale a due passi dalla Casa Rosada.Massa, solo contro tutti in un mo-vimento che raccoglie il mal dipancia di oppositori più o menoradicali: si offre al popolo col mes-saggio di un peronista “indipen -d en te ”, fedele al passato con unfuturo che ne intiepidisce i co-mandamenti. Per tenerlo d’o c-chio la signora gli ha messo al fian-co Carlos Zanini, fede kirchne-riana vicepresidenza e quadri dipartito. Bisogna dire che l’Argen -tina non è ormai il paese di ben-godi che nutriva il mondo neglianni di Peron. Un disastro i prezzi

delle materie prime: ogni giornoprecipitano in borsa. E i debiti deldefault 2002 ancora perseguitanoi bilanci immalinconendo una so-cietà opulenta, ex granaio delmondo. Export di frumento rim-picciolito dalla soia mentre neipascoli selvaggi che garantivanol’export d’eccellenza i ga u c ho snon cavalcano più, trasformati inguardiani sedentari di allevamen-ti dove si stringono mandrie più omeno ingabbiate.

ANCHE LA DIPENDENZA in d u-striale dal Brasile è sintonizzata adisastri e inquietudini che co-stringono l’altra donna del conti-nente – Dilma Rousseff – alla viaCrucis delle rivolte di strada, de-nunce ed inchieste che ne umilia-no l’autorità. E l’Argentina trema.“Lascio il paese più prospero dicome l’ho ricevuto”, messaggiod’addio di Christina. Non è pro-prio così. Il pil dell’Argentina cre-sceva l’8 per cento l’anno quandosi è seduta nella residenza presi-denziale Olivos, nella poltrona delmarito. Adesso arranca allo 0,4per cento, bassifondi italiani. Mal’educazione è la piega triste. LaBuenos Aires anni ’50 brillava co-me capitale dove scuole e univer-sità, editoria e cultura affascina-vano l’Europa. È precipitata alcinquantanovesimo posto sui 65“paesi più avanzati” presi in con-siderazione dall’Unesco.

Pelle degli ultimi dimenticatanelle orazioni del dibattito politi-co. Adesso l’importante è vincere.Scioli insegue il ko al primo turno;Macri ( “Berlusconi argentino” )cerca il ballottaggio nella speran-za di alleanze che al momentosembrano sacrileghe ma col pote-re in palio mai dire mai. Lunedì ilSudamerica cambia un po’ faccia.

Non solo Argentina: la Colombiavota 30 governatori che dovrannogestire una pace piena di spine do-po 50 anni di guerra civile. Haitielegge il nuovo presidente: 54candidati, favorito Jude Celestinportabandiera della Lega Alter-nativa al Progresso, partitodall’impegno incoraggiante manel paese dei Papa Doc le sorpresenon mancano mai. Anche il Gua-

temala cambia governo ma rimet-te il potere nelle solite mani. L’at -tore Jimmy Morales grande fa-vorito. Bianco, uomo di mondo.Deve vedersela con una signorabionda, Sandra Torres s enzasperanza. Ancora nell’angolo ilpopolo di Rigoberta Menchu, nonimporta se gli indios sono maggio-ranza nel Paese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GLI SCIITI E L’A SH U R A

Il martirio del nipote di Maomettoe l’auto flagellazione dei fedeli

qMILIONIDIFEDELI in Iran e nel mondo sciita hanno celebrato ieril’Ashura, l’anniversario del martirio dell’Imam Hussein, nipote di

Maometto e terzo imam per la fede sciita. Il rito prevede l’a u to f l a ge l -lazione che in alcuni paesi è ormai simbolica, con catene leggere, mentrein altri diventa sanguinoso con l’uso di lame. L’Ashura è stata funestataanche da due attacchi terroristici in Pakistan e Bangladesh Re u te rs

Oggi al votoL’addio di Kirchner:“Lascio la nazione piùprospera di come l’horicevuta”. Ma non è vero

Favor ito Scioli e la moglie Ansa

T ra s lo coC r i st i n ade Kirchnerlascerà la CasaRosada dopo8 anni di presi-de n z a Ansa

Page 19: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 19

» CARLO ANTONIO BISCOTTO

In Arabia Saudita il re è conosciutocon il titolo di “Custode delle due

Sante Moschee”. I monarchi che si so-no succeduti alla guida del Paese dopola morte del fondatore Abd al-Aziz, so-no tutti suoi figli. Ne ebbe 42 da madridiverse e la successione al trono è re-golata dall’antica legge del “seniora -to”: una assemblea familiare decide ilsovrano privilegiando per lo più ilmembro più anziano della famiglia. Almomento i figli superstiti sono 12, ma,stando alle voci che circolano a palaz-zo, 8 avrebbero stretto un accordo perdetronizzare l’attuale monarca, Sal-man, e sostituirlo con suo fratello. Lagola profonda della congiura di palaz-zo è un principe dissidente che, percomprensibile cautela, preferiscemantenere l’anonimato. “La stragran-de maggioranza degli Ulama appogge-rebbe un colpo di Stato volto a rove-sciare l’attuale monarca per sostituir-lo con il principe Ahmed bin Abdula-ziz”. Dato questo che, se confermato,indurrebbe a ritenere imminente la fi-ne del regno di re Salman. Infatti in A-rabia Saudita i religiosi hanno il potere

di ratificare, sotto il profilo religioso e,di conseguenza politico, la nomina delsovrano. Non sarebbe questo il primocaso di deposizione. Già nel 1964, do-po una lunga lotta di potere, re Saud fudeposto da una rivolta di palazzo or-ganizzata da numerosi esponenti del-la famiglia reale con l’appoggio del po-tere religioso. È lo scenario che, stan-do a quanto ha detto il principe, sta-

rebbe per ripetersi. “Se il re lascerà vo-lontariamente l’Arabia Saudita verràrispettato in patria e all’estero”, ha ag-giunto l’Assange della monarchia sau-dita. “In caso contrario il principeAhmed diventerà principe ereditarioassumendo di fatto il controllo dell’e-conomia, delle risorse petrolifere, del-le forze armate, della guardia nazio-nale, dei servizi segreti, in sostanza ditutto l’apparato dello Stato”.

MA COSA si imputa a re Salman oltre alsuo precario stato di salute – soffrireb -be di Alzheimer - che ne comprometteseriamente le capacità intellettive? Lenomine discutibili di alti funzionari, ilcostoso impegno militare nello Yemene il recente disastro della Mecca dovehanno trovato la morte nella ressa oltre1500 pellegrini. A dare, forse, il colpo digrazie al traballante trono dell’attualemonarca, la settimana scorsa il Fondo

Monetario Internazionale ha fattoscattare l’allarme facendo sapere al go-verno di Riad che se non taglierà le spe-se potrebbe essere colpito da una gravecrisi finanziaria entro cinque anni almassimo. Ma i congiurati hanno deci-so di rompere gli indugi lo scorso aprilequando re Salman ha nominato vi-ce-principe ereditario e ministro dellaDifesa il figlio prediletto Mohammedbin Salman che, per prima cosa, ha sca-tenato una offensiva militare nello Ye-men contro i ribelli Houthi sostenutidall’Iran e responsabili della precipi-tosa fuga dell’ex presidente filo-saudi-ta.

Non è un mistero che i principi sau-diti vorrebbero sul trono non l’attualeprincipe ereditario Mohammed binNayef, nipote di re Salman, ma suo fra-tello Ahmed, il figlio più piccolo del pa-dre fondatore della dinastia. “È in cor-so una rivoluzione interna al palazzo -ha detto il principe dissidente - voglia-mo riforme politiche ed economiche,libertà di pensiero, riforma del sistemagiudiziario, rilascio immediato dei pri-gionieri politici e il rispetto della sha-ria”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

» LUANA DE MICCO

Pa r i g i

Clichy-sous-Bois so-gna ancora un tramper arrivare in cen-tro. L’a mm i n i st r a-

zione lo aveva promesso sindal 2006, bisognerà aspetta-re il 2018. “Sono quindici an-ni che aspettiamo. Ma visembra normale? Ci diconoche un giorno a Clichy pas-serà anche la metropolitana.Chissà quando. In questi die-ci anni qualcosa è stato fattoper la città. Molti palazzi so-no stati ristrutturati e le fa-miglie ora possono viverepiù dignitosamente. Ma nul-la è stato fatto sul piano uma-no. Non c’è lavoro. Non c’èmescolanza sociale. Le per-sone hanno case nuove, macontinuano a non sapere co-me pagare l’affitto”.

Mohamed Mechmache èportavoce dell’associazioneAC Le Feu, nata dopo le rivol-te delle banlieue del 2005,quando la rabbia dei giovanidi quei quartieri si era rove-sciata nelle strade. La micciache avrebbe poi infiammatole banlieue francesi per duesettimane si era accesa pro-prio a Clichy-sous-Bois, unsobborgo della periferianord-est di Parigi, dopo chedue quindicenni, Zyed eBouna, erano morti folgoratiin una cabina dell’alta ten-sione per sfuggire alla poli-zia. Dieci anni dopo, il Co-mune di 30 mila diseredatiha un commissariato di po-lizia e un ufficio di colloca-mento. É stata aperta una pi-scina e inaugurata una nuovascuola che porta il nomeClaude Dilain, l’ex sindaco,morto pochi mesi fa, che erain carica nel 2005.

SE I PALAZZONIdel quartiereClichy-Montfermeil sonostati abbattuti per lasciare ilposto a edifici più bassi (uninvestimento di più 600 mi-lioni di euro), la cité Chê-ne-Pointu, dove vivevanoZyed e Bouna, rimane una bi-donville. “Ora abbiamo unapiscina? Tanto meglio. Al-meno i giovani hanno un po-sto dove andare. Il colloca-mento? Ci siamo battuti peraverlo, era un diritto. C’è unametamorfosi urbana ma nonsociale. Però qualcosa è cam-biato nelle mentalità. I giova-ni sanno che non possono fa-re affidamento sui politici,allora si organizzano. Alcuniaprono un’azienda, altri siimpegnano nella vita asso-ciativa o creano liste cittadi-ne. In un certo senso, cana-lizzano la loro rabbia in mo-do costruttivo. Ed è un be-ne”.

Alcuni giorni fa il presi-dente Hollande è stato fi-schiato a La Courneuve, unaltro comune di periferia,

dove era andato a prometterela creazione di un’ag en zi aper lo sviluppo economicodei quartieri in difficoltà. Lebanlieue lo hanno votato nel2012 perché aveva promessoloro la fine dei ghetti, ma oraMohamed Mechmache èmolto critico: “Questi an-nunci a fine corsa hanno il sa-pore della mossa elettorale. Epoi non serve a nulla creareuna nuova agenzia se si man-dano dei cosiddetti esperti enon si coinvolgono gli abi-tanti. La soluzione si trova inparte nelle banlieue. Per farfunzionare le cose, bisognarimettere gli abitanti al cen-tro delle politiche pubbli-che”.

I N Q U E S T I G I O R N I C l i-chy-sous-Bois è in fibrilla-zione. Insieme con i respon-sabili del comune e volontari,Samir Mihi, che era stato trai fondatori di AC Le Feu, staorganizzando per il 27 otto-bre una cerimonia in omag-gio a Zyed e Bouna, dieci annidopo il dramma. Un viale del-la città porterà i loro nomi. O-ra Samir è membro del col-lettivo Au-delà-des-mots na -to in sostegno alle famiglie diZyed e Bouna. A maggio il tri-bunale di Bobigny ha defini-tivamente assolto in cassa-zione i due agenti coinvolti

nel processo per la morte deidue ragazzi: l’accusa era o-missione di soccorso: “Lafrustrazione è stata enorme –dice Samir Mihi – dieci annidi attese e speranze, per sa-pere che i due agenti non sa-ranno mai condannati” .All’epoca dei moti Samir ave-va 28 anni. Lui non usciva la

notte per incendiare le auto,ma per parlare con i giovaniche appiccavano il fuoco econvincerli a tornare a casa:“La rabbia c’è sempre nellebanlieue e un altro drammacome quello di Zyed e Bounapotrebbe farla esplodere dinuovo. All’epoca le parole diNicolas Sarkozy, che era mi-nistro dell’Interno, avevanogettato olio sul fuoco. I gio-vani di banlieue erano statitrattati come teppistelli, nonc’era stato rispetto per il do-lore delle famiglie. Ma la vio-lenza è ovunque, non solonelle banlieue. Abbiamo vi-sto gli agricoltori mettere aferro e fuoco la Bretagna con-tro l’eco-tassa, i tassisti sac-cheggiare le auto dei condut-tori di Uber. Questa per il mo-mento è la Francia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Arabia Saudita Contestata la guerra nello Yemen e le mancate riforme economiche

Gola profonda a corte:“I fratelli di re Salmansono pronti a farlo fuori”

LA STORIA

La malattiaPer i denigra-tori, re Sal-man soffri-rebbe anchedi AlzheimerLa Pre ss e

La banlieue tradita e il sognodi un tram che non arriva mai

FRANCIA Dieci anni fa la rivolta, i sobborghi soffrono gli stessi disagi

La rabbia in periferiac’è sempre e un altrodramma come quellodi Zyed e Bounapotrebbe farlaesplodere di nuovo

Le date

200527 ottobreA Clichy -sous Bois,periferia an o rd - ove stdi Parigi,dove vivonocirca 30 milap e rs o n e ,esplodeuna rivolta.La scintilla èla morte didueq u i n d i ce n n i ,fo l go ra t idall’elettricitàm e n t res c a p p ava n odella polizia

201518 maggioassolti ipoliziottidall’a cc u s adi non avers o cco rs oi due ragazzi

Mostri di cemento Banlieue e scontri nel 2005 Ansa

UCRAINA STOP VOLI DIRETTI KIEV-MOSCAUcraina e Russia mettono fine ai voli diretti, per laprima volta nella storia delle loro antiche relazioni.Una decisione che colpirà annualmente circa unmilione di passeggeri causando perdite per le com-pagnie aeree tra i 110 e i 125 milioni di dollari. Il dan-no maggiore lo subiranno quelle russe. È l’ultimocapitolo della guerra fra i due paesi dopo l'annes-sione della Crimea e il conflitto nel Donbass.

P O LO N I A PREMIER, IN CORSA DUE DONNEPer la prima volta la principale battaglia per la ca-rica di premier è fra due donne: Beata Szydo di Di-ritto e giustizia (Pis) e Ewa Kopacza di Piattafor-ma civica (Po), attuale primo ministro. Szydo, vi-cepresidente del Pis, è data per favorita; è statadesignata dal leader del partito, Kaczynski, dopoaver gestito con successo la campagna elettoraledell’attuale presidente Andrzej Duda. Ansa

Page 20: ilfatto20151025

20 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

Q» MALCOM PAGANI

uando c’è l’occasione, non sitira indietro: “Con StefanoSollima, il regista di Subur-ra, abbiamo animato litigatepazzesche. Baruffe dietro lequali c’erano amore per ilmestiere e ambizione di mi-gliorarsi. La possibilità dinon essere d’accordo e direall’altro o farsi dire: ‘Non ca-pisci un cazzo’ è fondamen-tale, rara ed è un segno di vi-talità”. A 46 anni, tra un in-vito all’amico barista: “Nonhai ancora visto Su b u rr a ?Sei impazzito?” e una scuoladi teatro da dirigere a Firen-ze: “Apriremo il 9 novem-bre. È un progetto magnifi-co, con l’aiuto di alcuni deimigliori insegnanti delmondo formeremo 14 ra-gazzi senza far pagare loroun solo euro”, Favino conti-nua a esplorare. Mecenate,produttore, interprete e for-se, domani, anche regista:“Mi è accaduto di farlo inteatro, ma non è detto che miripeta al cinema. La cinepre-sa è un bell’oggetto, magarine compro una, ma temo cheper diventare come Sollimala passione non basti” .N el l ’ultimo film firmatodall’autore di Acab, Roman-zo Criminale e Gomorra, Fa-vino è un deputato incline aivizi e al mantenimento delproprio piccolo potere. Uningranaggio del sistema, unutile idiota, un ex cameratapassato dalla celtica al dop-piopetto senza apparenticrisi di coscienza: “Dire dadove viene e dove è stato, lomette all’interno di una ca-tegoria già storicizzata e glitoglie umanità”.

E confonde?Rinchiudere il mio perso-naggio in una gabbia è esat-tamente come parlare diMafia Capitale per definireun universo indistinto, al-lontanarne l’ombra, metter-lo in un angolo e far finta chenon esista. Il film non nasceper essere collocato in unascatola. Non ha etichetteperché le rifiuta. E dentroSu bur ra, tra ex fascisti, excomunisti, mafiosi e prelati,ci sono proprio tutti.

Un po’ come nella realtà.C’era un periodo in cui nonpotevi neanche pensare difare affari con l’altra partepolitica e invece come ab-biamo visto, il guadagno hapotuto più delle ideologie.

con Acab, il suo film prece-dente. Un film politico, unodei pochissimi film politiciche siano stati fatti negli ul-timi anni.

Come definirebbe oggi unfilm politico?

Un film che ti chiede diprendere una posizione, didefinire il tuo posto nelmondo, di ragionare su quel-lo che hai visto. Un film chenon dà una visione precosti-tuita, ma con simboli ed evo-cazioni ti invita a formarti latua.

Che impressione le ha fattopisciare su Roma?

È un gesto neroniano com-piuto da un personaggio se-mi-incosciente che si fa scu-do di un’impunità da piccoloras senza esercito. Malgra-di, il politico che interpreto,è solo uno che ha imparato anuotare in un ruscello agita-to. Ma non è il fiume, comepure a un certo punto si il-lude di essere. Non pisciasull’asciutto, ma in una piog-gia così fitta da diluire per-sino le intenzioni.

In Acab e in Suburra lei in-terpreta due ruoli sgrade-vo l i .

Ho provato a essere credibi-le. Come personaggio nonposso stare con un piedefuori e l’altro dentro. Se nonfacessi così e mi sforzassi didire che non sono di destra,non vado con le prostitute,non picchio i manifestanti enon piscio dalla finestra diun albergo, il pubblico chepenserebbe?

Cosa penserebbe?Direbbe “e a me, che me ne

Non si può pensare che ilmafioso calzi ancora la cop-pola in testa, così come nonsi può non pensare che lalente di ingrandimento suRoma riduca l’attenzione sualtri loschi traffici. Altrove,mentre si discute dei mali diRoma e soltanto di quelli,stanno facendo festa.

I mali di Roma esistono.Sono andato ospite al Tg 1.Prima del nostro spazio pas-savano le notizie: il Papachiede scusa, l’Aniene stra-ripa, scoperto giro di maz-zette nella sanità. Sembraval’avessero fatto apposta.Delle due l’una: o siamo statimolto furbi noi, oppure que-sto è il mondo in cui vivia-mo.

In 11 giorni di programma-zione Suburra ha incassa-to quasi 3 milioni.

Propone un quadro nel qua-le riconoscerti. Esci dal ci-nema e ti dici: “Ahò, ma io inquesta realtà ci abito”. Cre-do che Suburranon somigli anessun altro film. C’è la ri-vendicazione di una libertàcreativa nei confronti dellacronaca che dovremmo te-nerci stretta. Se invece pre-feriamo i calchi esatti e pre-tendiamo di leggere nel miopersonaggio o in quello di A-mendola nomi e cognomisiamo fuori strada. Megliovedersi un documentario.Questo è cinema. È un’altracosa.

Che cos’è?È una bella versione diun’arte popolare che non e-siste più. Nel raccontare,Sollima non ha un intentonarcisista e non smania per ilpoliticamente corretto. Nonti dice ‘quanto sono bravo,quanto sono intelligente equanto sono vicino a quellipiù sfortunati di me’.

E questo le piace?Molto. E sa perché?

Ce lo dica.Perché lo spettatore ha fi-nalmente un posto e unafunzione. Può vederlo, farsiuna propria opinione e sco-prire che il film richiede unsuo punto di vista. Puoi a-marlo o detestarlo, ma S u-bu rra non ti lascia indiffe-rente. Non propina una tesi.Non cala dall’alto una verità.E fa discutere, il compito chedovrebbe prefiggersi qual-siasi opera.

C’è chi lo loda e chi lo critica,d i ceva .

La stessa cosa era successa

frega?’. Il mio è un mestieresoggetto al gusto e io lo fac-cio sperimentando, con unmargine di errore dell’80per cento. Se mi limitassi alcompitino o all’esercizio distile, sa che palle?

Cosa insegnerà agli allievidella sua scuola fiorenti-n a?

A 18 anni, l’età dei nostri fu-turi allievi, volevo studiareteatro a Londra ma non ave-vo soldi. In Accademia c’e-rano insegnanti straordina-ri, ma sentivo che qualcosanon andava. Pareva che perdiventare un attore fossi co-stretto a imitare qualcunoche non ero io. E dire chenelle imitazioni ci so fare. Sòuna scimmia: tu mi dici imitaquello e io eseguo. Però se michiedi: conosci te stesso pertirare fuori quel che sei re-citando, io so che serve tem-po. Tanto tempo. Questa im-

postazione all’A cc a d em i anon sembrava avere cittadi-nanza mentre altrove rap-presentava il punto di par-tenza. Abbiamo un bacino ditalento enorme, ma siamorimasti indietro sul pianodella formazione. Ora la fi-losofia di un approccio di-verso al teatro ha una sede, aFirenze.

La scuola si chiamerà l’Ol -trarno del Teatro Naziona-le della Toscana. È conten-t o?

Sono orgoglioso. Due anni fail direttore del Teatro dellaPergola, Mario Giorgetti, michiese se mi interessava fareformazione. Gli dissi sì dopoqualche titubanza perchésapevo che me l’avrebbe fat-ta fare nella maniera che de-sideravo. Ho potuto metterinsieme una squadra di inse-gnanti che ho strappato aimportantissime scuole eu-

La foto conl’e s p o n e n tedel clanSpada? Nonpote vosapere chifosse e senon avessiposato perlo scattos a re ipassato peruno snob

Sul set di“Padre Pio”C astellittomi riempìdi ceffoniv i ole n t i s s i -mi. “Io sonoper glis ch i a ff ive r i” ave vade tt oprimadi iniziare

L’I N T E RV I STA PIERFRANCESCO FAVINO “Suburra non può esserecollocato in una scatola, dentro ci siamo tutti”

“Mentre noi discutiamodei mali di Roma, le mafiefesteggiano altrove”

B iog ra f i aPIERFRAN-C E SCOFAV I N ONato a Romanel 1969, si èd i p l o m a toall’Acc a d e m i aNazionaled’Ar ted ra m m a t i c aSilvioD’Amico e hapoi seguito ilcorso dip e r fe z i o n a -mento direttoda LucaRonconi. È trai fondatoridell’Ac to r ’sCenter diRoma e,a d e ss o,dell’O l t ra r n odel TeatroNazionaledella Toscanaa Firenze. Trai suoi film piùfa m o s i :“L’ultimob a c i o” e“Baciamia n co ra ” diMuccino, “Lechiavi dicasa” diA m e l i o,“Ro m a n zocriminale” diP l a c i d o,“Ac a b” e“S u b u r ra ” diSollima

Page 21: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 21

Il politicoM a lg rad iAl centro, unafoto di “Subur -r a”. Sopra, “Ro -manzo crimi-n a le”. Sotto, ilregista Solli-ma. Nella pagi-na accanto, so-pra “Rom a n zodi una strage”,sotto “B a r t a l i”La Pre ss e /A n s a

Suburra.Mi era già successo inter-pretando Romanzo di unastrage. Ci sono temi intocca-bili perché appartengono aun preciso universo di rife-rimento che appena si sentechiamato in causa, reagisce.Diffido delle letture a sensounico, anche di quelle dei ci-nefili. C’è chi vuole fare delcinema un’operazione elita-ria, quando il cinema elitarionon è mai stato. Ma se a ca-pire veramente un film è so-lo chi può armare un paral-lelo con Ozu, o è sbagliato ilfilm o, come credo, è sbaglia-to il principio. Il cinema co-sta e si fa anche per incassa-re. Un biglietto costa 7 euro.Per convincere qualcuno adandare in sala devi dargli lapossibilità di credere a quelche sta vedendo. Un donoche Sollima possiede.

È una poetica talmente tra-sversale da affascinare an-che il mondo di mezzo. Allapresentazione a Ostia diSu bu rr a, lei e Amendolasiete stati fotografati con

un esponente del clan Spa-da.

Non potevo sapere chi fossequel ragazzo e se non avessiposato per lo scatto in mezzoa 300 persone sarei passatoper uno snob che se la tira. Iosono quello sono, se mi chie-di una foto per strada mi fer-mo e faccio anche il sorriso.La prossima volta al fanchiederò la fedina penale.Mi è andata anche bene, sacosa mi ha raccontato SergioBrio?

Il centralone difensivo del-la Juventus trapattonia-n a?

Proprio lui: “Sei stato fortu-nato, a me in allenamento

con la scusa di un autografohanno fatto firmare unacambiale”. Più della foto midispiace la reazione dellastampa. L’esponente di quelclan è stato dipinto come ungenio capace di beffare i notiattori con una trovata. Mipare eccessivo.

Delle sue beffe adolescen-ziali cosa ricorda?

La mia moto, una YamahaRd 350, detta amorevol-mente “la bara volante” e imiei amici di Monteverde.Stavamo insieme da mattinaa sera. Nei condomini roma-

ni di via Piccolomini, le por-te restavano sempre aperte.Giocavamo su un pratone ecome in un film degli anni50, le madri ci chiamavanodalle finestre per annun-ciarci il pranzo. Mi ricordocome fosse ieri l’8 febbraio1976.

Cosa accadde l’8 febbraio’76 ?

Andava in onda l’ul t im apuntata del Sandokandi Ser-gio Sollima, il padre di Ste-fano. Tra i 27 milioni di ita-liani rapiti da Kabir Bedi c’e-ro anch’io. Il black-out arri-vò a mezz’ora dall’ini zio.Tutti al buio. Io e le mie so-relle ci fiondammo nel pa-

lazzo a fianco per chiedereospitalità. Perdere S a nd o-k an sarebbe stato un trau-ma.

Ricorda come uno choc an-che il suo set d’esordio, ilFenoglio televisivo di Al-berto Negrin?

Avevo 19 anni, ero senza a-gente, non ci capivo niente ead aumentare la confusionecontribuì l’eccessiva aspet-tativa. Ci fu un momento incui sembrava che potessi fa-re il protagonista. Negrinnon era convinto del mio a-spetto e mi fece tingere i ca-pelli. Dal giorno alla notte miritrovai con la testa colorrosso carota. Alla fine mi as-segnarono un altro ruolo eringrazio ancora il cielo.Non ero pronto.

Con la fama è cambiato losguardo nei suoi confron-ti?

Tanto. Ho perso alcuni ami-ci e ho sofferto. Poi ho capitoche è fatale.

Quanto fu impor tanteMuccino nel suo percor-s o?

Ne L’ultimo bacio avevo unruolo molto marginale e sulset guardavo turbato gli altriattori: io sembravo Calime-ro e loro tutti amicissimi, fi-chissimi e bellissimi. Esser-ci fu comunque importan-tissimo. Con Baciami anco-ra, il sequel, misurai quantole cose fossero cambiate.

Le cose erano cambiate an-che per Muccino. I peanadegli esordi erano mutati ine cce z i o n i .

Tra un film e l’altro i criticipassarono dall’ammi ratosaluto al nuovo Scola a trat-tare Baciami ancoracome u-na schifezza. Non ci fu equi-librio e allora, o i critici lo a-vevano sopravvalutato o sierano sopravvalutati loro.Gabriele, un talento enormeche avrebbe dovuto esseretutelato nel suo primo mo-mento di fragilità, fu inveceaggredito dal godimento peril passo falso, dal preconcet-to e dal tutti contro uno. An-che i Taviani e Lino Micci-chè si accapigliavano, ma lofacevano in nome di un benesuperiore. Il livore antimuc-ciniano aveva altre radici.Lui, ferito, decise di emigra-re e mi pare abbia ampia-mente dimostrato il suo va-lore. Forse non è stato tuttovano. Certi eventi formanola resistenza, la forza e il ca-rattere di una persona.

Eventi che hanno formato ils u o?

Ammiro Sergio Castellitto,attore grandissimo a cui a-vrei voluto somigliare. La-vorammo insieme sul set diPadre Pio. Nella scena a-vrebbe dovuto schiaffeg-giarmi e in effetti mi riempìdi ceffoni violentissimi che aun certo punto, con la facciaviola, mi costrinsero a fer-marmi. “Io sono per glischiaffi veri” aveva dettoprima di iniziare. Era statodi parola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ropee e americane. Figureche danno lezioni in accade-mie dai costi proibitivi. Danoi sarà tutto gratuito. Ab-biamo ricevuto 640 doman-de d’iscrizione: essendo sol-di pubblici vogliamo dimo-strare che si possono usarebene.

Il suo obiettivo da attore?Lavoro per farmi capire daquando ho 19 anni. Frequen-to ancora corsi e seminari,perché sento di non riuscirea farlo come vorrei. Il miomestiere è tutto lì: riuscire ascuotere chi mi guarda, ten-dere un filo tra me e chi miosserva, pensare alla sua vitae non alla mia. Ci sono cosedella mia vita che sarebberonoiosissime da raccontaresemplicemente perché nonsono narrative. Come a voltesuonano onanistici anche igrandi dolori, i dubbi e lemalattie mortali. Per rac-contare stasi e disagio in for-ma di spettacolo devi essereAntonioni. Se non hai il suotalento, un problema c’è.

Dagli imitatori di Antonio-ni il cinema italiano è statof u n e st a to.

Non sono uno storico del ci-nema e ho una visione pro-babilmente becera, ma lamia sensazione è che nel ’68non avessimo padri cinema-tografici da uccidere. Per farfuori De Sica, Rossellini,Germi o Visconti, c’era biso-gno di una generazione di unaltro tipo. Noi avevamo pa-dri che erano come fratelli,maestri che era meglio noneliminare, ma conservare invita cercando di rubare loro

i segreti.Un dramma generaziona-le.

Noi siamo la generazioneche si è vestita con i maglionidei fratelli maggiori, che hausato le borse di Tolfa e a cuia 18 anni – l’età in cui sogni dicambiare il mondo – è statatappata la bocca con ManiPulite . Ci hanno detto:“Guardate che fa tutto schi-fo”. E noi ci abbiamo credutoe abbiamo iniziato a scusarcie a chiedere permesso. Al-meno, se il dato può conso-larci, non abbiamo ereditato

ideologie.Chi ha letto il

f i l m co n l elenti dell’i-d e o l o g i anon ha ap-p r e z z a t o

Sci, Brignone giganteL’azzurra ha vinto il gigante diSoelden, in Austria, prima prova dellaCoppa del mondo. La valdostanaFederica è al primo trionfo in carriera

Bill Cosby, nuove denunceAltre due donne hanno presentatodenuncia per abusi sessuali. Lohanno reso noto nel corso di unaconferenza stampa a New York

Lego contro Ai WeiweiÈ stato lo stesso artista e dissidentecinese a denunciare la multinazionaledei giocattoli, che si è rifiutata di darglii mattoncini per ragioni “politiche”

Il film politico di SollimaLo spettatore può amarloo detestarlo, ma non rimaneindifferente. È un’opera chenon cala una verità dall’alto

Page 22: ilfatto20151025

22 » SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

P» SILVIA D’ONGHIA

ongo sempre una domanda airegisti che intervisto: ‘Perchéfa il cinema?’. Di solito balbet-tano: ‘Perché voglio raccon-tare delle storie’, ma non è u-na risposta pertinente. Ci so-no tanti modi di raccontaredelle storie. A cosa serve que-sta forma di espressione? In-vece questa domanda a PierPaolo interessava molto, per-ché lui non faceva il cinemaper fare il cinema. Lo facevaperché aveva capito che era lostrumento adatto per tra-smettere il suo messaggio aun pubblico più vasto di quel-lo che leggeva i suoi libri”.Con Gideon Bachmann si po-trebbe rimanere a chiacchie-rare per ore. Con la natura-lezza di chi sta sfornando lacena, racconta i suoi 15 anni alfianco di Pasolini come se fos-se la cosa più banale della suapoliedrica vita di giornalista,critico cinematografico, re-gista, fotografo: “Le cose cheil mondo vede come impor-tanti lo diventano solo quan-do finiscono. Oggi l’amiciziacon Pier Paolo sembra unacosa straordinaria, ma all’e-poca, conoscendo decine diregisti, non mi appariva spe-ciale”.

Quando ha incontrato Paso-lini per la prima volta?

Durante la conferenza stam-pa di presentazione di Accat-tonealla Mostra del cinema diVenezia. Era settembre del1961. Siccome Pier Paolo eraconosciuto solo come scritto-re – quello era il suo primofilm –, il produttore AlfredoBini aveva chiesto ad alcuniamici di intervenire: c'eranoCarlo Levi, Alberto Moravia,Attilio Bertolucci. Io non par-lavo l’italiano e in conferenza

SUONI E IMMAGINI Presentato il documentario realizzato con i materiali delle Teche Rai

“Il corpo e la voce” di Pier Paoloper il funerale della Festa di Roma» FEDERICO PONTIGGIA

Chiedi chi era Pasolini.Sentirlo e vederlo og-gi, a 40 anni dalla mor-

te, strania, disorienta, avvin-ce: timbro, cadenza, infles-sione memore di Casarsa eBologna; postura, gestualità,movenze ne fanno un fanta-sma vivo. E vero: non sonoforse, voce e corpo, le coor-dinate cartesiane della veri-tà? Lo credono Maria PiaAmmirati, Arnaldo Colasan-ti e Paolo Marcellini (regia),autori del documentario Pa-solini. Il corpo e la voce, pre-sentato alla Festa del Cinemae il 1° novembre in onda alleore 23.30 a Speciale TG1. Lacostruzione è semplicequanto efficace: i colori, ov-vero i materiali di archivio, diRai Teche dipingono l’auto-ritratto di Pasolini, uomo, ar-tista, intellettuale e ancorauomo. A discernere le se-quenze sono dei cartelli, lettida Francesco Siciliano, che

dura realtà aritmetica, il di-rettore Antonio Monda ag-giunge altri segni negativi:“Abbiamo avuto una sala, laS. Cecilia, e un giorno in me-no a disposizione”. Di tutto dimeno, eccetto l’im b ar az zo :che cos’è questa Festa? Nonha avuto tempistica (Suburraè uscito prima, Spectre arrivail 27 a Roma) e logistica (Net-flix ha scelto Milano per pre-sentarsi), s’è “alleata” conLondra senza averne gli stes-si film (Suffragette e SteveJobs) e, soprattutto, le stessestar: Cate Blanchett una e bi-na sul Tamigi per Truth e Ca -rol, assente sul Tevere. Men-tre Alice nella Città continuaa crescere – e premia Fo urKings – Roma 2015 lascia uninterrogativo: 4 milioni dibudget per vedere dei buonifilm d’usato sicuro e il redcarpet sguarnito non saran-no troppi? Soprattutto, dopo10 anni perché non farla fini-ta?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ci”; illumina nella distinzio-ne tra i primi film da Accat-tone a Il Vangelo secondoMatteo,“fatti sotto il segno diGramsci, nazional-popolari”e quelli, successivi alla tra-sformazione del popolo inmassa, “d’élite, apparente-mente antidemocratici, ari-stocratici. In realtà essendofilm prodotti in polemicacontro la cultura di massa,che è tirannica... sono un atto,per quanto inutile, di demo-crazia”.

E CHISSÀ che avrebbe dettoPasolini di questa decima Fe-sta di Roma, che rivela – fuoritempo massimo – il premiodel pubblico ma ha già dato inumeri, tutti preceduti dalsegno meno: -21% i bigliettivenduti; -20% gli incassi(215mila euro); -33% gli in-gressi gratuiti. Per lenire la

pelli scompigliati dal vento arivelare le “rose”; colpiscenelle rivelazioni familiari, i“tipici rapporti tra padre e fi-glio quando sono drammati-

riportano lacerti delle operedi PPP, come questo da Con-tro la televisione: “La televi-sione emana da sé qualcosadi spaventoso. Qualcosa dipeggio del terrore che dove-va dare, in altri secoli, solo l’i-dea dei tribunali specialidell’Inquisizione”.

A FAR DA correlativo ogget-tivo la celebre –e a lungo cen-surata – intervista a EnzoBiagi nel programma T er z aB: facciamo l’appellodel ‘71. Ilgiornalista sosteneva che intv si “può dire tutto quelloche vuole”, ma Pier Paolo dis-sentiva: “No, no, perché sareiaccusato di vilipendio, di vi-lipendio del codice fascista i-taliano. In realtà io non possodire tutto”. C’è emozione,pura, che il repertorio allon-tana e avvicina insieme: incu-riosisce il Pasolini con i ca-

razza che ha smarrito la stra-da, che non può essere salva-ta. Aveva capito che l’uo moha distrutto il mondo. Eramolto pessimista, anche senon lo ammise mai.

Pessimismo che portò a S a-lò o le 120 giornate di Sodo-ma, un film durissimo e sen-za speranza. Lei lo seguì sulset. Che atmosfera si respi-ra va?

Pur dovendo fare delle coseorrende, ci si divertiva tantis-simo. Ridevamo tutti quandosi doveva scegliere come im-pastare il cioccolato che sa-rebbe poi diventato “merdacommestibile”, o quando bi-sognava cercare la scatolacontenente i cazzi di gommache poi gli attori legavano allacintura. Però lui non ridevamai sguaiatamente, era con-tenuto. Ho sempre avutol’impressione che sentisse diavere una specie di missione.Non come un San Pietro chepredicava il verbo, non avevapretese. Ma mostrava sem-pre l’impegno e la tensione.

Crede che nell’ultimo perio-do lui avesse paura di mori-r e?

Non me ne ha mai parlato. Seanche si sentiva in pericolo,riusciva a dominare questo ti-more. Pier Paolo non ha mainascosto la sua sessualità.Quando l’ho seguito in Iran,l’ho visto abbracciare tuttiquei bei ragazzi senza volersinascondere. E a Roma giravain macchina tutte le sere perpiazza Esedra, non proprio u-na situazione tranquilla. Maera così convinto del fatto chequalcuno in questo mondodeve alzare la mano per dire“guardate cosa state facen-d o” che ha rischiato tutto.Anche la vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

per quasi 15 anni, fino allasua morte. Si è reso conto,nel tempo, della disillusioneche invadeva il poeta?

Nel 1975, qualche mese primadi essere ucciso, scrisse “L’a-biura alla Trilogia della vita”( D ec a m e ro n , I racconti diCanterburyeIl fiore delle Mil-le e una notte, ndr). Pier Paoloaveva capito che la possibilitàdi una vita migliore in questomondo non c’è. Siamo una

lazzo vivevano anche i Berto-lucci. Io stavo preparandoprogrammi radiofonici in in-glese per la Rai e cercavoqualcuno per riempire lo spa-zio delle trasmissioni. Le ri-peto, all’epoca tutte quellefrequentazioni non mi sem-bravano niente di speciale. A-vevo già conosciuto Fellini aNew York nel 1956, in occa-sione della presentazione deLe notti di Cabiria.

E quando capì di avere da-vanti un uomo speciale?

Man mano che il mio italianomigliorava, registrando leconversazioni con lui, com-prendevo di avere davanti u-na persona che non era un ci-neasta. Lui faceva il cinemaper raccontare cose che lotoccavano molto da vicino eche voleva arrivassero a piùgente possibile. Avevo sem-pre cercato uno come lui.

Lei è stato accanto a Pasolini

stampa chiesi a un collega ditradurre le mie domande. Ca-pii che questo diceva: ‘SignorPasolini, tengo a precisareche non è il mio pensiero...’.

E cosa gli aveva chiesto dicosì strano?

Volevo capire che relazionec’era tra Accattone e la tradi-zione del neorealismo italia-no. Si scandalizzarono tutti,pensando che io non capissila differenza tra le forme d’ar-te, meno Pier Paolo, che infat-ti mi diede appuntamento aRoma dopo qualche giorno.

Quale fu la sua prima im-pressione su di lui?

Mi apparve come un uomocalmo, quieto, serio e soprat-tutto modesto.

A Roma diventaste amici?Ci avvicinammo solo perchéabitavamo a 300 metri di di-stanza, lui in via Carini, aMonteverde, e io verso VillaDoria Pamphili. Nel suo pa-

Le conversa-zioni Una fotodi Gideon Ba-chmann e PPPscattata nellacasa romanaa l l’Eur Fo todi Deborah Beer

Il direttoreA nton ioMonda dirigela Festadi Roma Ansa

Il flopLa ker-messecapitolinasi chiudein negati-vo: -21%di bigliettive n d u t ie -20%di incassiÈ costata4 milioni

Il libro

l Pole m icap ol it icap ote rePPP con G.B achmannA cura diR. CostantiniPagine: 14 4P rezzo:16,00 eE ditore:C h i a re le t te re

P illola

n IL FILM PIÙD I SC U SS OIl critico,regista egiornalistaGideon Ba-chmann saràin Italia que-sta settimanaper le duep ro i e z i o n i(Roma il pri-mo novem-bre e Bolognail 2) di “Salòo le 120 gior-nate di Sodo-ma”, appenarestaurato ep re s e n t a toall’ultima edi-zione dellaMostra delCinema diVe n e z i a

L’I N T E RV I STA GIDEON BACHMANN Il giornalista amico del poeta per 15 anni:“Non era un cineasta, faceva il cinema per arrivare alle persone”

Io, PPP e la “merda” di cioccolato:“Il suo mondo senza speranza”

SUL SET DI SALÒ

Ridevamo tutti quandobisognava impastareil cacao o cercarela scatola con i cazzidi gomma che poigli attori si legavanoalla cintura

Page 23: ilfatto20151025

Domenica 25 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 23

I disegni di Disegni

L I F E SI Z E

Page 24: ilfatto20151025

24 » ULTIMA PAGINA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 25 Ottobre 2015

Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Anche in questo caso le to-ghe dimostrano di saper fa-

re pulizia al proprio interno(infatti la Saguto cercava pro-tezione dal sottosegretario allaGiustizia Cosimo Ferri, nonnuovo alle cronache giudizia-rie: nessuna autocritica dal go-verno?). Quando i magistratiscoprono un collega che ruba,lo mettono sotto inchiesta e –senecessario – in galera. Quandoi politici scoprono un collegache ruba, lo coprono e lo salva-no. Prendiamo Angelino Jolie.Nel 2008 dichiara, restando se-rio: “Sono unilateralmente in-namorato di Silvio Berlusco-ni”. E, da ministro della Giusti-zia del terzo governo B., mettela sua firma sotto il “lodo” chesospende i processi alle alte ca-riche dello Stato: purtroppoglielo cancella per metà la Con-sulta perché è incostituzionalee per metà glielo radono al suo-lo gli elettori nel referendumperché è una schifezza. Ci ri-prova con la legge bavaglio sul-le intercettazioni e gliela bloc-ca persino uno che firma tutto,Giorgio Napolitano, perché èun obbrobrio. Ritenta col “pro -cesso breve” (cioè morto) e la“prescrizione breve”, ma nonriesce neppure a farli digerireda tutto il centrodestra perchéil troppo è troppo.

Nel governo Letta passaall ’Interno e dal suo ufficio isuoi sottoposti organizzano ilsequestro e la deportazione inKazakhstan di Alma Shalaba-yeva e della sua bimba di 6 anni,moglie e figlia di un dissidente,ma lui si salva con un alibi diferro: non s’era accorto di nul-la. “Se sapeva è grave, ma senon sapeva è gravissimo”, diceRenzi, ancora sindaco di Fi-renze. Infatti, appena fa il suogoverno, conferma l’Ignaro alViminale. Nel frattempo Jolieha difeso a spada tratta l’amatoSilvio dopo la condanna defi-nitiva per frode fiscale: “B e r-lusconi è come Gesù, linciatosenza giusto processo” (L i b e-r o, 23.8.2013). Ed è salito piùvolte al Quirinale in pellegri-naggio da Napolitano per pe-rorare la grazia. Poi B. ha mol-lato le larghe intese e Alfanol’ha tradito per conservare lapoltrona, fondando un partito,Nuovo Centro Destra detto an-che Nuovo Centro Detenutiper l’altissima densità di inqui-siti e arrestati (23 parlamenta-ri su 69 iscritti a Ncd-Udc), cheriesce addirittura nell’i mpre-sa di ripulire Forza Italia.

Due ministri Ncd, MaurizioLupi e Nunzia De Girolamo, fi-niscono nei guai con la giusti-zia e devono lasciare i rispet-tivi ministeri. I sottosegretarialfanei Giuseppe Castiglione eSimona Vicari sono indagati,l’uno in Mafia Capitale per tur-bativa d’asta sull’appalto delCara di Mineo, l’altra per falsoin varie visite in carcere a Cuf-faro per favorire i suoi affari,ma restano al loro posto. I se-natori alfanoidi Antonio Az-zollini e Giovanni Bilardi de-vono essere arrestati, l’uno peruna mega-bancarotta fraudo-lenta in Puglia e l’altro per lespese pazze in Calabria (pecu-lato), ma i comparielli in Sena-to salvano il primo dalle ma-nette e sul secondo si dimen-ticano proprio di votare. Ad Al-fano ci vuole coraggio e unacerta faccia per attaccare i ma-gistrati invece di fare autocri-tica. È un modo ottimo persviare l’attenzione, ma nessu-no si illuda che non ce ne siamoaccorti.

L’ austerità – che andrebbe piùcorrettamente chiamata Euro-pa dell’euro e del pareggio di bi-

lancio, di cui non è che una manifesta-zione – è una strana cosa: sembra unapolitica e invece è una metafisica.

Il fatto è che caricare (tagli e tasse)sulle spalle di lavoratori e (molte) im-prese una massiccia riallocazione dirisorse a favore della grande finanza(cioè quel che è successo durante lecrisi europee) a lungo andare è in-compatibile con le democrazie pro-gressive venute fuori nel Dopoguerra

o con la fine delle dittature nellapenisola iberica.

Ecco, l’Eurometafisica ha risol-to il problema – complice l’incredi -bile acquiescenza delle popolazioni -con un compromesso: le forme dellademocrazia restano, ma vuote. Avetepresente il governo Tsipras costrettoa fare quel che dicevano i creditoridalla corda stretta dalla Bce intorno alsuo collo? Ecco, da adesso abbiamoanche il caso del Portogallo. Le elezio-ni di ottobre le hanno vinte i socialisti,che poi hanno deciso di allearsi coi co-

munisti e col partito Blocco di si-nistra. In Parlamento hanno lamaggioranza assoluta, ma il pre-

sidente della Repubblica venerdì hadetto che non possono governare: glialleati dei socialisti infatti sono “an -tieuropeisti” e questo li esclude ipsofacto dal governo.

“È mio dovere –dice il presidente –fare tutto ciò che è possibile per pre-venire l’invio di falsi segnali alle isti-tuzioni finanziarie, agli investitori e aimercati”. E i cittadini? Quelli hannogià votato, che altro vogliono?

R I M AS U G L I

Il Portogalloe il diritto di voto

nell’Eurozonametafisic a

» MARCO PALOMBI