ilfatto20151018

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Domenica 18 ottobre 2015 – Anno 7 – n° 287 e 1,50 – Arretrati: e 3,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 y(7HC0D7*KSTKKQ( +,!=!"!=!: Senza vergogna Assemblea farsa: “Controlliamo lo stadio” Napoli, il Consiglio lotta e non rinuncia alla partita gratis q IURILLO A PAG. 9 Arraffael » MARCO TRAVAGLIO S empre in attesa di uno straccio di pezza d’a p- poggio per le sue colazio- ni, pizze, merende, cene e tra- sferte “istituzionali” accollate ai contribuenti da presidente della Provincia e da sindaco di Firenze, non è forse ozioso in- terrogarsi sull’albergo scelto dal giovine Renzi per i suoi sog- giorni romani di qualche anno fa, quando ancora la Capitale non era cosa sua, bensì l’appro- do di un goloso e rampicante provincialotto di belle speran- ze: il Raphael. L’hotel di Largo Febo, oggi relais chateau a 5 stelle, ha avuto per quasi vent’anni un solo cliente illu- stre: Craxi. Pare che Bettino vi alloggiasse gratis in una suite con terrazza-giardino trasfor- mata in quartier generale, gra- zie alla munificenza dell’amico proprietario Spartaco Vanno- ni, già intestatario-prestanome della villa tunisina di Hamma- met. Lì, nello storico albergo dietro piazza Navona, Craxi di- scusse per anni di politica con i fedelissimi, ma anche di boni- fici estero su estero con i suoi tesorieri occulti Tradati, Lari- ni, Giallombardo & C. Lì, il 15 dicembre 1992, i carabinieri ve- nuti da Milano gli consegnaro- no il suo primo avviso di garan- zia firmato Di Pietro, Colombo e Davigo. Lì, il 29 aprile 1993, l’ormai ex segretario del Psi festeggiò con una processione di compa- ri il diniego della Camera alle autorizzazioni a procedere contro di lui, presente il Cava- liere con una boccia di cham- pagne. E poche ore dopo, quan- do uscì per raggiungere Giulia- no Ferrara negli studi di Canale 5, la folla inferocita lo seppellì di monetine e sputi, mentre la satira storpiava il nome Ra- phael in “Arraffael”. Di lì il 5 maggio ’94, persa l’immunità parlamentare, partì per l’ulti- ma volta alla volta di Fiumicino per trasferirsi definitivamente ad Hammamet, sotto l’ala del presidente golpista Ben Alì. E chissà mai perché proprio lì sette anni fa il presidente della Provincia di Firenze e il suo ca- po di gabinetto Luca Lotti, to- scani trentenni e figli di papà democristiani, scelsero di sog- giornare nelle loro trasferte ro- mane. Domanda legittima, vi- sto che Renzi poco dopo re- spinse come “diseducativo” il progetto di una piazza fioren- tina dedicata a Craxi. Ma un po’ ingenua: checché se ne dica, Renzi non è l’ultimo figlio della Dc, né un ex boy scout cresciuto nel culto di La Pira (oggetto, che Dio lo perdoni, della sua te- si di laurea). Nelle sue vene scorre sangue craxiano molto più che democristiano. Un an- no fa Luca Josi, che Craxi lo co- nobbe bene nella fase crepu- scolare, scrisse sul Fatto una pagina dal titolo “Betteo Renxi e Mattino Cranzi”. SEGUE A PAGINA 24 Renzi “orgo glioso” d e l l’azienda alla sbarra per 80 milioni evasi L’INCHIESTA Le ricerche del Mario Negri L’omeopatia è acqua fresca, altro che farmaci p Silvio Garattini, direttore del più prestigioso istitu- to di ricerca italiano, spiega come i test di laboratorio svelano il bluff dei principi attivi diluiti Flaconi “Senza indicazioni terapeutiche approvate” Fotogramma q BARBACETTO A PAG. 16 - 17 p Visita in Friuli agli stabili- menti della multinazionale che ha nascosto 280 milioni di euro. Poi show elettorale: “Io solo al comando? Vado avanti come un treno”. Unioni civili, Boschi ad Alfa- no: “Le facciamo con altri” q BARBACETTO E MARRA A PAG. 5 LA KERMESSE M5S Casaleggio: “Noi al governo, ma senza fretta” “Premier, ministri e programma li deciderà la base sul web” Sotto il palco Militanti Cinque Stelle ieri a Imola Sintesi Visiva p A Imola il guru dà la li- nea. Grillo apre: “Sogno di togliere il mio nome dal simbolo”. Di Maio e Di Bat- tista, acclamati come lea- der dai militanti del Movi- mento, scalpitano q CALAPÀ, DE CAROLIS E ZANCA A PAG. 2 - 3 IL MICIDIALE CROZZA E IL TAXI DEL NAZARENO MONTANELLI L'atto di battesimo del giornalista smentisce il semiologo CARO ECO, INDRO NON ERA CILINDRO » NANNI DELBECCHI I ndro Montanelli si augu- rava di essere dimentica- to al più presto, oltre a es- serne pressoché certo, es- sendo l'Italia un paese senza memoria. Ma probabilmente non avrebbe resistito a replicare alla sua ma- niera di fronte alla salva di leggende metro- politane (o di semplici bischerate) che lo ri- guardano messe in moto dalla sua morte. La più recente, in particolare, ha una ha una pa- ternità troppo illustre per essere passata sotto silen- zio. Umberto Eco, in un pezzo sull'Espresso dedi- cato a Telesio Malaspina e ai nomi insoliti, scrive te- stualmente che “un padre a- veva effettivamente battezzato Cilindro il grande Montanelli”. Sulla grandezza di Montanelli, nulla da ob- biettare. Ma sul suo vero nome di sì, ecco- me. SEGUE A PAGINA 22 CARDINAL HUMMES “Dividerci sarebbe un disastro, chi decide è il Papa” q TECCE A PAG. 10 Manovra : soldi per cinema, insegnanti, cooperazione, partite Iva. Tutto utile per le amministrative 2016. La bomba Iva da 20 miliardi è rinviata al 2017 La cattiveria Vanno all'asta i cimeli di Bettino Craxi. Ai migliori offerenti, proprio come ai vecchi tempi WWW.FORUM.SPINOZA.IT SEGNALI Esalta la Danieli, sotto processo per aver sottratto una cifra enorme al fisco Nuovo medioevo Viaggio in ferrovia nel fango siciliano Ponte sullo Stretto? S i ra c u s a - P a l e r m o in dieci ore di treno q STORACI A PAG. 15 MASTANDREA “Fare un film ti spezza sempre qualcosa dentro” q PAGANI A PAG. 20 - 21 MATTEO E IL BOMBARDIERE TARGATO “LIBIA” q COLOMBO A PAG. 13 q PADELLARO A PAG. 12 “Casa del caviale” e suite in India: gli altri scontrini q VECCHI A PAG. 8 La passerella Il premier con gli operai della Danieli Ansa

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Domenica 18 ottobre 2 01 5 – Anno 7 – n° 287 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

y(7HC0D7*KSTKKQ( +,!=!"!=!:

Senza vergogna Assemblea farsa: “Controlliamo lo stadio”

Napoli, il Consigliolotta e non rinunciaalla partita gratis

q IURILLO A PAG. 9

A r ra f fae l

» MARCO TRAVAGLIO

S empre in attesa di unostraccio di pezza d’a p-poggio per le sue colazio-

ni, pizze, merende, cene e tra-sferte “is tit uzi ona li” acco lla teai contribuenti da presidentedella Provincia e da sindaco diFirenze, non è forse ozioso in-terrogarsi sull’albergo sceltodal giovine Renzi per i suoi sog-giorni romani di qualche annofa, quando ancora la Capitalenon era cosa sua, bensì l’a p p r o-do di un goloso e rampicanteprovincialotto di belle speran-ze: il Raphael. L’hotel di LargoFebo, oggi relais chateau a 5stel le , ha avuto per quasive nt ’anni un solo cliente illu-stre: Craxi. Pare che Bettino vialloggiasse gratis in una suitecon terrazza-giardino trasfor-mata in quartier generale, gra-zie alla munificenza dell’amicoproprietario Spartaco Vanno-ni, già intestatario-prestanomedella villa tunisina di Hamma-met. Lì, nello storico albergodietro piazza Navona, Craxi di-scusse per anni di politica con ifedelissimi, ma anche di boni-fici estero su estero con i suoitesorieri occulti Tradati, Lari-ni, Giallombardo & C. Lì, il 15dicembre 1992, i carabinieri ve-nuti da Milano gli consegnaro-no il suo primo avviso di garan-zia firmato Di Pietro, Colomboe Davigo.

Lì, il 29 aprile 1993, l’ormaiex segretario del Psi festeggiòcon una processione di compa-ri il diniego della Camera alleautorizzazioni a procederecontro di lui, presente il Cava-liere con una boccia di cham-pagne. E poche ore dopo, quan-do uscì per raggiungere Giulia-no Ferrara negli studi di Canale5, la folla inferocita lo seppellìdi monetine e sputi, mentre lasatira storpiava il nome Ra-phael in “Arr af fa el”. Di lì il 5maggio ’94, persa l’immunitàparlamentare, partì per l’ul t i-ma volta alla volta di Fiumicinoper trasferirsi definitivamentead Hammamet, sotto l’ala delpresidente golpista Ben Alì. Echissà mai perché proprio lìsette anni fa il presidente dellaProvincia di Firenze e il suo ca-po di gabinetto Luca Lotti, to-scani trentenni e figli di papàdemocristiani, scelsero di sog-giornare nelle loro trasferte ro-mane. Domanda legittima, vi-sto che Renzi poco dopo re-spinse come “di seducativo” ilprogetto di una piazza fioren-tina dedicata a Craxi. Ma un po’ingenua: checché se ne dica,Renzi non è l’ultimo figlio dellaDc, né un ex boy scout cresciutonel culto di La Pira (oggetto,che Dio lo perdoni, della sua te-si di laurea). Nelle sue venescorre sangue craxiano moltopiù che democristiano. Un an-no fa Luca Josi, che Craxi lo co-nobbe bene nella fase crepu-scolare, scrisse sul Fatto unapagina dal titolo “Betteo Renxie Mattino Cranzi”.

SEGUE A PAGINA 24

Renzi “orgo glioso” d e l l’aziendaalla sbarra per 80 milioni evasi

L’I N C H I E S TA Le ricerche del Mario Negri

L’omeopatia è acquafresca, altro che farmaci

p Silvio Garattini, direttore del più prestigioso istitu-to di ricerca italiano, spiega come i test di laboratoriosvelano il bluff dei principi attivi diluiti

F l acon i “Senza indicazioni terapeutiche approvate” Fo to g ra m m a

q BARBACETTO A PAG. 16 - 17

pVisita in Friuli agli stabili-menti della multinazionaleche ha nascosto 280 milionidi euro. Poi show elettorale:“Io solo al comando? Vadoavanti come un treno”.Unioni civili, Boschi ad Alfa-no: “Le facciamo con altri”

q BARBACETTO E MARRA A PAG. 5

LA KERMESSE M5S Casaleggio: “Noi al governo, ma senza fretta”

“Premier, ministri e programmali deciderà la base sul web”

Sotto il palco Militanti Cinque Stelle ieri a Imola Sintesi Visiva

p A Imola il guru dà la li-nea. Grillo apre: “Sogno ditogliere il mio nome dals i m b o l o”. Di Maio e Di Bat-tista, acclamati come lea-der dai militanti del Movi-mento, scalpitanoq CALAPÀ, DE CAROLIS E ZANCA

A PAG. 2 - 3

IL MICIDIALECROZZA E IL TAXIDEL NAZARENO

M O N TA N E L L I L'atto di battesimo del giornalista smentisce il semiologo

CARO ECO, INDRO NON ERA CILINDRO» NANNI DELBECCHI

Indro Montanelli si augu-rava di essere dimentica-

to al più presto, oltre a es-serne pressoché certo, es-sendo l'Italia un paese senzamemoria. Ma probabilmentenon avrebbe resistito a replicare alla sua ma-niera di fronte alla salva di leggende metro-politane (o di semplici bischerate) che lo ri-guardano messe in moto dalla sua morte. Lapiù recente, in particolare, ha una ha una pa-

ternità troppo illustre peressere passata sotto silen-zio. Umberto Eco, in unpezzo sull'Espresso dedi-cato a Telesio Malaspina e

ai nomi insoliti, scrive te-stualmente che “un padre a-

veva effettivamente battezzatoCilindro il grande Montanelli”.

Sulla grandezza di Montanelli, nulla da ob-biettare. Ma sul suo vero nome di sì, ecco-me.

SEGUE A PAGINA 22

CARDINAL HUMMES

“Dividerci sarebbeun disastro, chidecide è il Papa”

q TECCE A PAG. 10

M a nov ra : soldi per cinema, insegnanti, cooperazione, partite Iva. Tutto utileper le amministrative 2016. La bomba Iva da 20 miliardi è rinviata al 2017

La cattiveriaVanno all'asta i cimelidi Bettino Craxi.Ai migliori offerenti, propriocome ai vecchi tempi

WWW.FORUM.SPINOZA.IT

S EG NA L I Esalta la Danieli, sotto processo per aver sottratto una cifra enorme al fisco

Nuovo medioevo Viaggio in ferrovia nel fango siciliano

Ponte sullo Stretto?S i ra c u s a - P a l e r m oin dieci ore di treno

q STORACI A PAG. 15

M A S TA N D R E A

“Fare un filmti spezza semprequalcosa dentro”

q PAGANI A PAG. 20 - 21

MAT TEOE IL BOMBARDIERETARGATO “L I B I A”

q COLOMBO A PAG. 13 q PADELLARO A PAG. 12

“Casa del caviale”e suite in India:gli altri scontrini

q VECCHI A PAG. 8

La passerella Il premier con gli operai della Danieli Ansa

2 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

M5S Tra voglia di vincere e di restare opposizione

Il governo subito:Di Maio e Di Battistasfidano i fondatoriA Imola la base Cinque stelle consacra i due giovani deputatiGrillo: “Se un giorno dovessimo fallire, prendetevela con loro”

» LUCA DE CAROLISE PAOLA ZANCA

inviati a Imola

Aquesto punto della

s t o r i a , q u a n d o i lboom delle elezioni èlontano di due anni e

mezzo e altrettanti ne manca-no, almeno sulla carta, per laprossima chiamata alle urne,il Movimento fa il suo giro diboa. I due guru, Beppe Grillo eGianroberto Casaleggio, re-stano la garanzia di fedeltà almetodo Cinque stelle. I due e-mergenti, Luigi Di Maio e A-lessandro Di Battista testimo-niano pari fede, ma ormai han-no preso la loro strada.

Così, a Imola, al raduno na-zionale di parlamentari, sin-daci, consiglieri e militanti, sischierano le truppe. Da unaparte la linea ostile alla “v i t-toria a tutti i costi”, per qual-cuno supportata perfino dallateoria secondo cui restareall ’opposizione è ossigeno i-nesauribile per la vita politicadel Movimento. Dall’altra laconsapevolezza che l’oc ca-sione di oggi è unica e irripe-tibile. E che se c’è qualcunoche può giorcarsela, ha la fac-cia del napoletano moderato edell’agit-prop capitolino.

Regole inviolabilie ambizioni nazionaliNon correranno nelle lorocittà, Napoli e Roma, che pu-re sono prossime al voto per-ché le regole sono regole. Esoprattutto perché Di Maio eDi Battista preferisconomuoversi già da salvatori del-

la patria, convinti che la par-tita per il governo sia appenacominciata. La platea di Imo-la è la consacrazione chemancava. Al di là delle as-semblee locali, della vetrinadel Parlamento, delle passe-relle tv, è qui – in questo ra-duno che loro stessi chiama-no della “maturità” – che DiMaio e Di Battista si confron-tano con la base. Si muovonoseparati, ma fanno gioco dicoppia. Uno pronto a propor-si come biglietto da visita delMovimento per l’eletto ratomeno estremista, l’altro in pi-sta per continuare a tenere inallerta la pancia grillina.

Quando sale sul palco di I-mola, alle 9 della sera, DiMaio è reduce da una giorna-

ta che non è filata proprio li-scia. Al mattino, Grillo e Ca-saleggio, rispondendo ai cro-nisti, hanno detto che “non sisa” se sarà lui il candidatopremier M5s. Non ha gradi-to, Di Maio. E lo staff della co-municazione ha avviato uncomplesso lavoro per smor-zare i titoli dei siti internetche già parlavano del “gelo”tra Grillo e il suo discepolo.

Il discorso da premiere il ritorno all’u to p i aPoco importa, comunque,quello che scrivono i giorna-li. Di Maio il suo discorso dacandidato premier, lo fa e ba-sta. Già calato nella narra-zione (“Ognuno di voi - dicealla platea - avrà la sua occa-sione per cambiare la storiadi questo Paese”); già inclineall’inclusione (“Dovremo fa-re in modo che tutti, anchequelli che non ci hanno vota-to, potranno partecipare allescelte collettive”); già voltorassicurante (“Noi non vo-gliamo entrare nelle istitu-zioni per occuparle, ma perrestituirle chiavi in mano aic it t a di n i ”). “Quando andre-mo al governo”, ripete DiMaio - che attacca Verdini, “iv o lt a g a bb a n a ” e tutti quelliche sostengono Renzi, “ilterzo premier senza legitti-mazione popolare” - il pro-blema “non saranno i nomi”,

dice il vicepresidentedella Camera.

Che sarà una squa-dra di governo (premiercompreso) completa-mente scelta dagli iscrittilo dice Gianroberto Casa-leggio, che sale sul palcodopo di lui. Eppure, conquel pastrano scuro, conquel discorso che inciampa econ quell’esordio a frenare lafolla (“Calmi, calmi”), sem-bra venire da un altro mon-do. “Non possiamo stareall ’opposizione per troppotempo – dice anche lui – t a n-to peggio dei partiti non pos-siamo fare”. Però il come e ilquando sono meno determi-nati di quanto sembrasse. Unp o’ perché il co-fondatoreM5S ammette di temere ma-novre non meglio precisate:“Non ci vogliono far votare”(il consigliere comunale diRoma Marcello De Vito, amargine, arriverà ad adom-brare l’ipotesi di un decreto afebbraio, per evitare le urnea Roma). Un po’, prosegueCasaleggio, perché “d o b b i a-mo andare al governo sì, masenza fretta perché noi sia-mo il trend del futuro”. L’i-dea, l’utopia. Grillo si avvici-na. Chiede a Casaleggio direstare sul palco. E chiarisceil punto: “Voi ci amate, ci ap-plaudite, gridate onestà. Maio so benissimo che se non

riusciremo a soddisfare tuttele cose che stiamo dicendoqua, so chi verrete a cercare:ma siamo già corsi ai ripari,nel giro di 24 ore spariremo elasceremo qua Di Maio e DiBattista”.

Selfie, supplichee politici di professioneGiù, lo hanno già capito. Ierisi sono visti, tra gli altri: fi-danzati spingere le propriecompagne verso Di Maio(“Dai, vai, non ti devi vergo-gn ar e”), signore al limitedello stalking (“Io non me nevado da qui finché non hofatto una foto con Alessan-d ro ”) , s fottò irr iverenti

(“Dai, dai forza con ‘sti s e l-fie”, dice Di Battista a quelliche lo circondano), suppli-che nervose (“C’è la Taver-na, fatele con lei le foto!”, hasbottato Di Maio). Perfino lascorta (una “task force” divolontari addetti alla sicu-rezza) è in brodo di giuggio-le: “Di Maio è un signore, unsignore veramente”.

Il palco, per Di Battista,arriverà solo oggi. Ora si li-mita ad allargare lo sguardoe a ripetere: “Che bella Ita-lia”. Dice che rispetto al Cir-co Massimo di un anno fa, glielettori sono cresciuti, han-no studiato, è convinto che ilmessaggio abbia fatto brec-cia. Distribuisce volantinialla folla adorante: “Questoè sulla scuola! Questo è suisoldi ai partiti! Solo propo-ste, zero proteste!”. Un atti-vista lo guarda, tra l’am mi-razione e lo sconforto: “A i u-to, io non ce la farei mai a fareil politico di professione”.

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G E N I TOR I

Il papà di “Diba”:“Io di destra? No,proprio fascista”

qSIPARIETTO tra il tragico e il grottesco ieritra l’inviata del Co r r i e re . i t e Vittorio Di Bat-

tista, padre di Alessandro: A lei Di Battista piace?“Veda lei sono il papà”. Gli piacerebbe ministro de-gli Esteri? “Io lo preferirei ministro dell’I n te r n o,perché spero che possa diventare più cattivo delp a d re ”. Era venuta fuori la cosa che lei è di destra...“No, no, no, di destra proprio no. Sono fascista, èun’altra cosa. È assolutamente un’altra cosa, par-

liamo di cultura e di ideologia, un’altra cosa”. Lei è ilpadre di Di Battista, ma cerca Tofolo. “Queste sonoquestioni... questioni di donne, mi deve presentareuna sua amica... sto scherzando”. Alla fine nel M5sci si diverte anche? “No, io mi divertivo di più aitempi dell’università perché le compagne eranomolto più generose”. Anche dell’altra parte? “As-solutamente, per certe cose cadono anche le bar-riere ideologiche, non c’è problema”.

Festa grandeCanti e balli per volontari e mili-tanti del Movimento 5 stelle nelweek end di Imola Luigi Mistrulli

Slogan e partecipazione“L’ideologia del Movimentocinque stelle è la dignità”, recitail ciclo-cartello di un militante

Autoscatti vietatiRoberto Fico nella “No selfiezone”: “Dai, dai forza con ’sti sel-f ie” “C’è la Taverna, fateli con lei”

IL DISSIDENTE

Pizzarotti: “Qui dispersivo”NON MOLLA e ha il passo e le parole dellarabbia. Il dissidente cammina veloce tra igazebo, spara dritto: “Questo autodromo è unambiente troppo dispersivo, non so se chi sta

ascoltando abbia capito”. Il sindaco di ParmaFederico Pizzarotti arriva a Imola all’o radi pranzo, irritato. Ce l’ha con gli

organizzatori, che hanno piazzato l’a go r àdei sindaci alle dieci di mattina del

sabato, come primo appuntamento delraduno. “Ma a quell’ora non ti veden e ss u n o” sibilano i suoi. E infatti alledieci l’autodromo è una landadesolata, tanto che l’incontro viene

spostato alle 11.15, facendo slittare

Sul palcoCasaleggio chiarisce:“La squadra la decideràil web. Ma temo chenon ci faranno votare”

LU I G IDI MAIO

“Dobbiamo farein modo che tutti,anche quelli chenon ci hanno votato,possano parteciparealle scelte del Paese”

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 3

La promessa del Capo:“Tolgo il nome dal simbolo”Il “re g a l o ” del leader ai suoi militanti: “È il mio sogno, così il Movimentosarà soltanto vostro”. Infuocato dibattito tra gli attivisti e Roberto Fico

Enrico Mentana Il direttore del TgLa7 spiega: “Siamo abiutati ai comportamenti degli altri partiti, ma loro sono diversi”

“Roma e Napoli non gli interessano”L’I N T E RV I STA

» GIAMPIERO CALAPÀ

Direttore Enrico Mentana,anche lei pensa che il Mo-

vimento Cinque stelle potreb-be vincere facile questa volta incittà come Roma e Napoli, sesolo candidasse Alessandro DiBattista e Luigi Di Maio, met-tendo da parte le proprie regoleche lo vietano?Questo dibattito mi ricordaquelli simili di chi chiede chela Chiesa, per esempio, si a-pra sui temi etici. La Chiesa fala Chiesa.

E, quindi, i Cinque stelle nonpossono cambiare le loro re-go l e?

Poi magari le cambierannoanche. Ricordiamoci che sololo scorso anno Beppe Grillo alCirco Massimo teorizzò il ri-

fiuto totale alle partecipazio-ni televisive dei suoi. Mi pareproprio che abbiano cambia-to idea. Io credo che lorocambieranno quando capi-ranno che gli converrà farlo.

Quindi lei non crede che gliconvenga vincere a Napoli e

Roma, ad esempio?Noi addetti ai lavori, opinio-nisti e osservatori siamo abi-tuati ai partiti in un altro mo-do. Ma loro sono nati e cre-sciuti con uno spirito diverso,perché dovremmo spiegarglinoi come si sta al mondo? Nonne siamo in grado e neppurene abbiamo diritto.

Invece pare che Grillo abbialasciato intendere la possi-bilità di Di Maio candidatopremier. Gli è scappato un“non è certo”.

Quello magari sarebbe più inlinea anche con le loro regole,è già parlamentare... poi nonsappiamo ancora quale saràla legge elettorale e quando sivoterà per le politiche. Altrodiscorso per i candidati a Ro-ma e Napoli, le elezioni sono

certe in primavera e loro ra-gionano con un’altra logicarispetto agli altri e alle nostreabitudini, come dicevo pri-ma.

C’è anche l’ipotesi che po-trebbero non ritenere stra-tegico vincere in quelle cit-tà, Roma e Napoli potrebbe-ro essere rogne... è possibi-le sia così?

Sì, assolutamente. Potrebbenon interessargli vincere.Per loro potrebbe essere piùimportante in questa fasemantenere la regola di farscegliere il candidato alla re-te escludendo dalla corsa chiha incarichi in altre istituzio-ni. Ma per questo dico chesiamo abituati ad altre moda-lità e non ci rendiamo contodi essere di fronte a un feno-

meno nuovo: chi poteva im-maginare che da zero alle po-litiche del 2013 avrebbero ot-tenuto il 25 per cento dei voti?Loro fanno legittimamente leloro scelte, condivisibili omeno. E a noi rimane la sceltadi votarli o non votarli.

Insomma, siamo noi che nonc a p i a m o?

Credo che forse dipende an-che dal fatto che spesso i Cin-que stelle hanno un atteggia-mento indisponente verso lalibera stampa, che qualchevolta proprio così libera, pe-rò, neppure lo è. E questo, co-munque, non basta a giustifi-care un nostro arrogarci il di-ritto a dettare la linea al Mo-vimento cinque stelle.

@viabrancaleone© RIPRODUZIONE RISERVATA

dagli inviati a Imola

Siamo i figli dell’u to p ia ,siamo disadattati” urlail fondatore, il volto diun Movimento. “I meet

up non possono usare il nostros i m b o lo ” ammonisce, da ga-rante. Poi rilancia, quasi acompensare: “Sogno di toglie-re il mio nome del simbolo, co-sì il Movimento sarà solo vo-stro”. Dal palco di Imola, Bep-pe Grillo traccia una linea: diqua il M5s delle origini, con icittadini che facevano attivi-smo sui territori senza fini e-lettorali; di là i meet up, i grup-pi territoriali, che si sono dila-tati e pretendono voce, spazi,autonomia. E posti, tanti. “Ri -metteremo ordine nei gruppi”aveva promesso Grillo setti-mane fa. E a Imola ribadiscel’urgenza: salvare il carro quo-tatissimo del Movimento da-gli ultimi arrivati, e perché nodai fuori linea. “I meet up sonouna cosa, le liste un’altra” ri -petono Roberto Fico e Ales-sandro Di Battista nell’affolla -tissimo incontro sul tema inmattinata.

NON SI FA A GARAdi attivismo,scandisce Grillo in serata. “Hovisto attivisti spacciare mozio-ni come cocaina, siete dei mo-st ri” sibila, poco faceto. “Na -scono meet up, ancora meetup, vogliono il logo, ma non lopossono usare” censura. Nonvuole perdere il controllo sullasua creatura, Grillo. E nonvuole che l’ansia di potere pre-valga sull’idea. Teme che imeet up diventino sezioni di

partito, da cui succhiare spazi.E magari provare a scalare ilM5s. Per questo Roberto Ficoe Alessandro Di Battista hannoricevuto il mandato di riordi-narli, nel numero e nella rottapolitica. Ma l’argomento è in-candescente. Da settimane igruppi rumoreggiano. E infat-ti a Imola l’incontro con Fico eDi Battista trabocca di gente,

di domande e pure di proteste.“I meet up non sono i 5 Stelle”ripete dal microfono Fico, il5Stelle delle origini, il movi-mentista doc. Solo le liste cer-tificate dalla casa madre di Mi-lano possono adoperare il logodel M5s. Ma il dibattito c’è, ec-come. Elisabetta è un’attivistapugliese: “Il vero problema so-no i portavoce (gli eletti, ndr)che scelgono su chi puntare:‘Tu sì, tu no’. E lo fanno per ra-gioni personali, non per il benedel Movimento. Un portavoceme lo ha scritto su Facebook:‘Il cavallo buono si vede alla fi-ne....’ Ma io che faccio?”. Ficoinsegue una risposta equili-brata: “I portavoce non lo pos-sono fare, e voi lo sapete. Non

dovete provare soggezione neiloro confronti”. Elisabetta ri-lancia: “E le ritorsioni?”. Il de-putato abbozza un sorriso. In-terviene il capogruppo a LaSpezia: “Abbiamo un meet upche va per conto suo, fa i comu-nicati stampa”. E Fico: “V oiportavoce dovete applicare ilprogramma, i meet up non so-no liste”. Un iscritto si lamentadel caos a Latina: “È pieno diinfiltrati”.

Il deputato ammette: “E f-fettivamente in quel meet upc’è un po’ di maretta, lì abbia-mo tre parlamentari che se nesono andati (il deputato Ian-nuzzi, la madre Ivana Simeonie Giuseppe Vacciano, n d r).Quella situazione va risolta”.Molti annuiscono, qualcunoborbotta. Sulla sedia a mo’ dipalchetto sale Di Battista, ilmicrofono va un attivista dellaValle D’Aosta: “Se chiedo unasala a nome del meet up non mela danno, non sanno cosa sia”.Il deputato romano replica:“Le sale ve le devono dare, è undiritto dei cittadini, verremoanche noi parlamentari a ri-cordarlo ai Comuni. Ma i meetup non devono preoccuparsidelle liste, quella è roba da Pd”.Si va avanti per ore, con Ficoche risponde anche a incontrofinito. E c’è chi spariglia, comeVito Petrocelli, senatore luca-no: “Per me i meet up sono unostrumento obsoleto, rischianodi diventare liste pre-elettora-li: meglio i tavoli tecnici tra cit-tadini”.

L.D.C E PA.ZA.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli sfoghiElisabetta lamenta:“Il problema sonoi portavoce e le loroscelte su chi puntare”

OLTRE IL PALCO

Microcreditoe anticorruzione,stand “fai da te”

qNON SOLO LE REGIONI venute aportare i risultati dei comuni dove i

Cinque Stelle amministrano: all’a u to d ro -mo di Imola, il Movimento ha portato an-che alcuni sportelli informativi decisa-mente particolari. Uno è quello che ri-guarda il microcredito: in pratica, i parla-mentari M5s spiegano come avere acces-so ai fondi accantonati grazie alle restitu-

zioni di parte dei loro stipendi. Ogni cit-tadino può presentare un progetto, cheverrà poi vagliato dall’istituto bancarioconvenzionato e ottenere fino a 25 milaeuro di finanziamento. Poi c’è lo stand an-ticorruzione. Lì, si spiega ai dipendentipubblici come segnalare casi di potenzia-le malaffare (dai doppi incarichi ai dubbisui bandi di gara): il primo passo è la se-

gnalazione al responsabile anticorruzio-ne dell’amministrazione, se la denunciacade nel vuoto ci si può rivolgere diretta-mente all’Anac, l’autorità nazionale diret-ta da Raffaele Cantone. Tra gli stand pre-senti a Imola anche uno sportello di “di-fe s a ”da Equitalia e un mini-padiglione de-dicato alle aziende che rispettano principie co s o s te n i b i l i .

Fatto a mano

Sulle partecipazionitelevisive hannogià cambiato idea,possibile che alla finecandideranno Di Maioa Palazzo Chigi

tutto il programma. Pizzarotti non c’è. “D ovevoessere a Parma stamattina, per presenziare algemellaggio con un’altra città” spiega. Ma nonsarebbe venuto ugualmente. Si sente penalizzato,come si sentì penalizzato alla festa di un anno faa Roma. Non era sul palco al Circo Massimo, nonlo sarà a Imola. “Ma non è un problema, sto tra lagente, è meglio” assicura. Intanto raccomanda adue attivisti di portare a Roberto Fico il volantinocon i 30 punti del programma realizzati a Parma:“Dateglielo voi che è meglio”. Discute con unsignore, che si lamenta per non essere statoricevuto in Comune e alla fine se ne va furioso eringhia: “Pizzarotti, sei un ex”. Gli chiedono diMax Bugani, candidato sindaco prossimo venturoa Bologna, vicinissimo a Casaleggio e suo nemicostorico. Si trattiene: “Polemiche su Bologna?Tante, ma evito strumentalizzazioni, le lascio adaltri”. Nel pomeriggio se ne va. Tornerà oggi.

(l.d.c e pa.za.)

Siamoi figlidel l ’ut o p i ae dobbiamor i m a n e rl oI meet upnonp os s o n ou s a reil logoUna cosasono loro,u n’al t rale liste

G R I L LOE FICO

Ma sech i ed ouna salaal Comunea nomed elmeet upnon mela danno,p e rch énon hannoi deadi cosa siail meet up

AT T I V I STAVA L D OSTA N O

4 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

» MARCO PALOMBI

Il dibattito è “surr eale ”,scrive Matteo Renzi suFacebook: tagliare le tasse- dice il premier - “non è di

destra o di sinistra, è sempli-cemente giusto”. A prima vi-sta si tratta di puro “buonsen -so” (sempre lui), in realtà è unracconto scorretto di quelloche fa la manovra: in attesa deitesti ufficiali, che non è unamancanza da poco, finora si sache la Legge di Stabilità togliealcune tasse su case e imprese,ne sposta una montagna al2017 (aumenti di Iva e acciseper oltre 20 miliardi) e tagliasu sanità, ministeri, Regioni eComuni (poi ci sono una seriedi frattaglie come il canoneRai, che servono a poco, ma“comunicano” molto).

COSA FA in sostanza questalegge di Stabilità? Concedequalche briciola oggi ad alcu-ne categorie (proprietari di ca-sa, imprese, partite Iva), ma-schera i danni che fa ai citta-dini sotto la voce spending re-view, rinvia di un anno la verabomba piazzata sotto il futurodel Paese (cioè il pareggio dibilancio a colpi di tagli e/ tasseentro il 2019). È, insomma, lamanovra elettorale che può

permettersi il governo conser-vatore di un Paese a sovranitàeconomica limitata: è recessi-va solo un po’ (il deficit pub-blico scende, ma non troppo),regressiva solo un po’ (premiai più ricchi), concede vantaggiimmediati ad alcune categoriedi cittadini/elettori, nascondesotto il tappeto l’impegno a ri-lanciare le politiche di auste-rità dal 2017 (manovre già a bi-lancio per circa 85 miliardi dieuro in tre anni). Una legge diStabilità di questo genere - vo-lendo attribuire capacità stra-tegica a Renzi - serve ad andarea votare quanto prima.

La realtà, però, al momentosembra scontrarsi con la ra-zionalità: è molto difficile im-maginare elezioni prima del2017, cioè prima di aver scrittouna nuova manovra. In autun-no - ottobre probabilmente - siterrà il referendum conferma-tivo sulle riforme costituzio-

nali e quindi tenere le Politi-che è quasi impossibile: nono-stante il governo abbia prova-to ad accelerare questa setti-mana, la prima lettura alla Ca-mera si concluderà solo a metàgennaio, il che fa slittare l’ap -provazione definitiva alla tar-da primavera (nulla vieta, ov-viamente, di usare la legge di

l’anno. Ecco l’ef f et t o- m an o-vra”. Poca roba e che, peraltro,vale solo per chi possiede unacasa, compresi i 70mila fortu-nati possessori di “abita zionidi lusso”. E tanti saluti alla pro-gressività del fisco dell’artico -lo 53 della Costituzione. Altribuoni spot possono essere: i600 milioni che andranno - masolo dopo che sarà approvatauna legge delega - alla lotta allapovertà (in gran parte, pare dicapire, fondi già esistenti); glispiccioli concessi per la poli-tica culturale e la cooperazio-ne internazionale; i fondi stan-ziati per assumere 500 profes-sori universitari a chiamata emille ricercatori.

Per le imprese, invece, il“bo nu s ” è più corposo: il su-persconto al 140% sugli am-mortamenti per le spese in in-vestimenti (1 miliardo che fa-vorirà soprattutto i grandigruppi). Poi ci sono i soldi suicontratti aziendali (mezzo mi-liardo), l’esenzione Imu sugliimbullonati (mezzo miliardo)e i bonus per le assunzioni atempo indeterminato (anchese ridotti al 40%, cioè a 3.250euro l’uno). Va bene anche allepartite Iva: quelle al minimo,penalizzate nel 2015, avrannoun po’ d’ossigeno e in generaleil limite a 3mila sul contante

non dispiace alla categoria. Lacolpa degli effetti negativi del-la manovra poi - cioè l’aumen -to della spesa sanitaria privata(farmaci e ticket), quello delleaddizionali Irpef o il taglio deiservizi - può comunque essereattribuito a sindaci e governa-tori e/o a sprechi, corruzione,etc. Tutte brutte cose, certo,ma che influenzano tangen-zialmente i grandi aggregati dispesa (senza contare che i taglinon fanno distinzione tra entivirtuosi e non).

NOTEVOLE, infine, ma solo co-me segnale elettorale, l’elencodelle categorie che il governoRenzi ha deciso di “p un ir e”pubblicamente: i sindacati at-traverso nuovi tagli ai Caaf, glistatali che avranno solo 200milioni per il rinnovo di con-tratti bloccati da sei anni (65euro lordi l’anno di aumentomedio, seguiranno scioperi).Quanto ai pensionati: nonhanno avuto un euro, ma inmolti sono proprietari di casa(quelli più agiati apprezzeran-no). Non si sa se questo sia “ildefinitivo distacco del Pd da u-na rotta di centrosinistra” ( ilbersaniano D’Attorre), di cer-to lo è dal suo tradizionale ba-cino elettorale.

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I numeri

27miliardi: è ilva l o redell’i n te ramanovra suiconti pubbliciper il 2016

10miliardi: lam a n ov ranetta, cioès e n zacontare ilrinvio di 17miliardi ditasse al 2017

3 ,7miliardi: è ilco s todell’abolizionedell’I m u / Ta s isulla primacasa per tutti

S I PUÒ DIRE che con questa legge, Renzi abbia scelto una li-nea esplicitamente liberista. Come si può chiamare altrimen-ti una misura che taglia il welfare, favorisce i ricchi e penalizza

pesantemente il lavoro?”. Così Paolo Ferrero, segretario di Rifonda-zione comunista, sulla legge di Stabilità.

Segretario Ferrero, chi ha ragione secondo lei: Renzi o Ber-sani? Questa manovra si rivolge a destra o a sinistra?

Basti dire che non ci sono risorse per il contratto degli sta-tali. Questa non è una legge democristiana, ma molto peg-gio: è una vera legge di destra.

Renzi assicura: così incentiviamo la ripresa.Non è vero. Questa legge non c'entra niente con l'uscitadalla crisi, con lo sviluppo: è una pura operazione cliente-

lare, in senso stretto, che strizza l’occhio a dei settori so-ciali privilegiati e che, per di più, storicamente parlano ad e s t ra .

In che modo, secondo lei?Ad esempio con l’innalzamento della soglia d'utilizzo delcontante a 3000 euro, che è palesemente una misura afavore della mafia e dell'evasione, o con gli sconti allemulte per i negozianti che non fanno gli scontrini, unasorta di sanatoria implicita. E poi ci sono i favori alle im-p re s e .

A cosa allude?Faccio un solo esempio: nella legge di Stabilità c’è unasorta di falso in bilancio pianificato. Mi riferisco alla

norma sugli sgravi per gli investimenti: le imprese potran-no detrarre con gli ammortamenti più di quello che spen-dono, addirittura il 140%.

Invece cosa bisognava fare?Il problema dell’Italia è la domanda e invece non c’è nessuna misuraper l’occupazione: si sarebbero dovuti stanziare fondi per i contrattie invece si detassano i profitti, che non hanno niente a che vederecon la crisi della domanda interna e la ripresa.

E M .TO.

GLI ALTRI “I NC I DE N T I ”

Tutte le amicizieche imbarazzanoil rottamatore

qIL CASO della Danieli, la multinazio-nale dell'acciaio i cui vertici sono sotto

processo per guai con il fisco e una presuntamega mazzetta internazionale, non è l'unicaamicizia imbarazzante del premier M a t te oRe n z i . Sbirciando tra gli ospiti della Leopoldae le sue conoscenze si trovano vari impren-ditori con problemi di tasse o di codice pe-nale. Alla Leopolda non manca David Serra,

il finanziere con residenza a Londra, gestoredel fondo Algebris, a lungo al centro di po-lemiche perché controlla anche la AlgebrisInvestiments, una società veicolo con sedealle Cayman, un paradiso fiscale dove si ap-poggiano molte finanziarie inglesi. All'edi-zione 2014 intervenne Patrizio Bertelli.Il patron di Luna Rossa nel dicembre 2013 hatrovato un accordo con il Fisco a seguito di

Guida ragionata alle manovraelettorale del Pd berlusconiano

MUTAZIONI Nella legge di Stabilità c’è l’atlante clientelare del governo

Chi vinceProprietari di case (i piùricchi soprattutto),le imprese (soprattuttograndi), le partite Iva

Chi perdeI sindacati (ancora tagliai Caaf), gli statali(spiccioli sui contratti),i redditi medio-bassi

3 DOMANDE Paolo Ferrero

L’ex ministroIl segretariodi Rifondazio-ne comunista,Paolo FerreroLa Pre ss e

Stabilità per le Amministrati-ve 2016 nelle grandi città).

Il canovaccio pubblicitariolo forniscono calcoli comequello fatto dalla Uil: i cittadinirisparmieranno tot euro di Ta-si, 13 euro di canone Rai, que-sto e quest’altro. Il sunto è untitolo letto sui giornali: “Bonusalle famiglie da 200-300 euro

Il mininistroPier CarloPado a n ,titolare dell’E-conomia, ieriera al conve-gno dei Giova-ni di Confin-du st r i a Ansa

NUOVE PROCEDURE Prima si vota, poi si scrive

qIL MINISTRO dell’E-conomia, Pier Carlo

Padoan, ospite ieri dei giova-ni di Confindustria, volevasmentire che i funzionari del-la Ragioneria generale ab-biano scioperato contro il ta-glio del 20% al fondo diri-genti del Tesoro. La toppa,però, s’è rivelata peggioredel buco: “In queste ore si stanno definen-do i dettagli tecnici” della legge di Stabi-lità e “io vorrei ringraziare pubblicamentei miei colleghi che, senza alcun limite ditempo, di orario” e a parità di “remune -ra z i o n e ”, “stanno lavorando perché que-sta legge sia finalmente definita e quinditrasmessa al Parlamento e al Quirinale”.

Il problema è il seguente: mase i tecnici del Tesoro, dopodue giorni, stanno ancoralavorando notte e giorno perscrivere la manovra, cosa haapprovato il Consiglio deiministri giovedì? Cosa haverbalizzato il sottosegre-tario di Palazzo Chigi Clau-dio De Vincenti? Non è la

prima volta che succede, ma non è rego-lare. Un solo esempio: Renzi in conferen-za stampa ha annunciato uno stanzia-mento di 300 milioni per il rinnovo delcontratto degli statali, pochi ma nellebozze ne risultano solo 200. Cosa hannovotato i ministri?

MA. PA.

“Grazie ai tecnici che stanno limando il ddl”Ma allora cosa ha approvato giovedì il Cdm?

De Vincenti La Pre ss e

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 5

I numeri

280milioni. Isoldi nascostial fisco dallaDanieli con iltrucco della“e s te rove s t i z i o n e ”

2 ,7m i l i a rd i .Il fatturatodell’aziendasiderurgicafriulana.L’utile nettoè statodi 163 milioni

11mila.I dipendentidel gruppodi Buttrio(Udine)

accertamenti chiesti dai pm di Milanotitolari del fascicolo per “omessa o in-fedele dichiarazione dei redditi”. I ma-gistrati hanno ipotizzato una elusionefiscale di 470 milioni di euro. Bertelli ela moglie, Miuccia Prada, hanno fir-mato un accordo transattivo che “hasoddisfatto le richieste delle autoritàfiscali italiane”. Sul palco salì anche Al-

do Bonomi, vicepresidente di Confin-dustria, il manager e imprenditore sot-to processo con l’accusa di falso perinduzione. Secondo la procura di Bre-scia nel 2009 Bonomi, insieme ad altrecinque persone, avrebbe falsificato al-cune tessere e una serie di firme pervincere le elezioni dell’Aci. Altra cono-scenza del premier è la Menarini, un

colosso farmaceutico giudato da Lu-cia e Giovanni Aleotti (presidente evice), figli dello scomparso Alberto. LaMenarini è al centro di un processo incorso a Firenze per una frode da 1,2 mi-liardi. L’accusa per l’azienda è di avergonfiato - attraverso un raggiro, dal1984 al 2010 - il prezzo di alcuni far-maci accumulando fondi neri.

La lista A ldoBonomi e Lu-cia Aleotti.Nella paginaal lato PatrizioBertelli eMiuccia Pra-daA n s a / La Pre ss e

» GIANNI BARBACETTO

Milano

Ha parlato anche di tas-se ed evasione fiscale,Matteo Renzi, ieri aButtrio (Udine), du-

rante la sua visita alla multina-zionale Danieli. È stato comeparlare di corda in casa dell’i m-piccato: ad ascoltarlo c’era ilpresidente e amministratoredelegato del gruppo Danieli,Giampiero Benedetti, che conaltri sei manager della multi-nazionale friulana è sotto pro-cesso per reati fiscali.

Renzi ha detto che “a b b a s s a-re le tasse non è né di destra nédi sinistra: è giusto”. Benedetti,parlando dopo di lui, ha confi-dato di avere “fiducia in questogoverno perché sta dimostran-do energia e coraggio e soprat-tutto perché ha una visione disviluppo del Paese”. Poi gli haconsegnato una scultura cherappresenta un forgiatore:“Nella speranza che lei sappiaforgiare il Paese”.

IL PROCESSO ai sette uominid’oro della Danieli è iniziatocon una “udienza filtro” l’8 ot-tobre ed è stato rinviato al 18gennaio 2016. Benedetti è im-putato di evasione e frode fisca-le, per non aver pagato 80 mi-lioni di euro su una cifra totaledi circa 280 milioni nascosti alfisco, con il trucco della “este -rovestizione societaria”, cioè latrasmigrazione all’estero, neiparadisi fiscali, di attività chehanno invece il loro ponte di co-mando in Italia.

La Danieli è uno dei leadermondiali nella produzione diimpianti siderurgici, un colos-so con 11 mila dipendenti, unfatturato di oltre 2.700 milionidi euro, un utile netto di 163 mi-lioni. Il suo sito web è in inglese

e in cinese: l’italiano non serve,visto che l’impresa costruisceacciaierie nel mondo, in Russiae in Brasile, in Corea e nei Paesiarabi.

L’inchiesta della procura diUdine fu rivelata da un articolo

del Fatto Quotidiano nel feb-braio scorso. Il nucleo di poliziatributaria della Guardia di fi-nanza friulana, dopo indaginidurate due anni, guidate dalprocuratore aggiunto di UdineRaffaele Tito, contestò la me-

ga-evasione alla multinaziona-le con base a Buttrio, ipotizzan-do tre fattispecie di reato. La di-chiarazione fraudolenta, “me -diante un giro vorticoso, ma fit-tizio di operazioni finanziariei n tr a g r up p o ” realizzate tra il2005 e il 2008, per un ammon-tare di 12.891.551 euro di costifittizi e 3.899.885euro di imposta I-res evasa. Poi l’o-messa dichiara-zione dei redditiper tre società con-siderate esterove-stite, cioè con sedeformale nel “para -diso fiscale” delLussemburgo, madi fatto gestite dalquartier generaledi Buttrio, per ungiro d’affari di 225milioni di euro eper un totale di circa 73 milionidi imposte evase, nel periodo2005-2013. Infine la dichiara-zione fraudolenta “con uso difatture per operazioni inesi-stenti” in relazione a fondi oc-culti e operazioni sospette conuna società degli Emirati ArabiUniti, tra il 2006 e il 2010.

Nell’inchiesta sono coinvol-ti, a vario titolo, sei dei più stret-ti collaboratori di Benedetti: A-lessandro Brussi, Enzo Ruscio,Zeno Bozzola, Alessandro Tri-villin, Carla De Colle ed EzioBianchi.

Tutti si sono detti estranei al-

le accuse e si sono lamentati peri danni subiti in Borsa dall’a-zienda dopo la pubblicazionedelle notizie sull’indagine. “Iltitolo Danieli, quotato in Borsa,ha registrato perdite di valoredell’ordine di decine di milionidi euro nel giorno della divul-gazione della notizia e nel gior-no successivo”, aveva scrittol ’azienda in una sua nota.“L’enfasi della comunicazioneha causato allarme tra i membridella comunità e in particolaretra clienti, dipendenti, collabo-ratori e investitori. Oltre ai dan-ni già patiti, non si può e non sideve dimenticare il dannod’immagine a livello mondialesubito da un gruppo che ha

sempre fatto di eti-ca e trasparenza ipropri principi car-dine. Tutto questonon per fatti accer-tati, ma per mere i-potesi di violazionifiscali”.

La nota conti-nuava dicendo che“la società confidanel celere accerta-m e n t o d e l l e r e-sponsabilità, evi-tando processi me-diatici e ulteriori

danni a se stessa, alle personeindagate, agli 11 mila dipenden-ti, alle loro famiglie e a quasi 5mila investitori”.

Ieri è arrivata la benedizionedel presidente del ConsiglioRenzi, che ha proclamato: “Seriduci evasione, sprechi e affer-mi il principio dei costi stan-dard, hai lo spazio per ridurre letasse. Solo con un fisco 2.0 po-tremo combattere davvero l’e-vasione fiscale”.

L’imputato di evasione e fro-de fiscale Giampiero Benedettiha applaudito.

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» WANDA MARRA

Mi permettete di giocarepulito e di dirvelo non

guardandovi negli occhi, per-ché ci sono queste lucine, maa cuore aperto?”.“Non credo”che il problema del blocco delmercato immobiliare “derividalla tassazione sulla primac a s a ” . E a l l o r a ? “ C r e d onel l’effetto fiducia”. Difatti,“il teatro è il luogo dei sogni,della magia”, e la realtà è undettaglio: e così il Renzi show2015-2016, il tour dei 100 tea-tri entra nel vivo, con la tappadi ieri al teatro Giovanni di U-dine (la terza, dopo Pesaro eVerona). 45 minuti di spetta-colo, con format fisso, battutea effetto, parole chiave da in-culcare nella testa degli italia-ni. Secondo un leit-motiveche lo stesso premier ieri e-

splicita: chi è contro di lui ècontro l’Italia. “C’è chi remacontro anche tra di noi nonperché pensa all’interesse delPaese ma vuole solo contesta-re chi guida la barca”. Vietatonon essere d’accordo. Dun-que, la prima parola per giu-stificare questo concetto è “fi -ducia” (la manovra è stata ri-battezzata “legge di fiducia”),la seconda è bellezza (con in-terpunzione buttata qua e làcome se fosse casuale, all’oc -correnza “che bello!”). E poi,il grande classico, “futuro”.

Obiettivo numero uno:convincere gli elettori-citta-dini che la manovra è bellis-sima. Obiettivo numero due:

fare una campagna elettoralemartellante da adesso alleamministrative di primave-ra. E poi, già che c’è, appro-fittare dei teatri, per far visitaa tutte le aziende possibili eimmaginabili, secondo ilprincipio gli affari prima ditutto. Ieri il premier è andato

anche in visita allo stabili-mento della Danieli a Buttrio(sotto processo per una maz-zetta all’estero per evasione efrode fiscale) ostentando “o r-goglio” nei confronti dell’a-zienda.

Con l’abito scuro da pre-mier, Renzi gesticola e si agi-ta. Fa tutto da solo, si chiamapure la claque e la risata. “V a-do avanti come un treno, nonho paura”. Dietro il palco im-mancabili le slide, con i prin-cipi cardine dell’Italia secon-do Matteo: “Più forte, piùsemplice, più orgogliosa, piùgiusta”. L’aspetto da eviden-ziare in ogni dato è proprioquella “più”, come recita, os-sessivo, lo slogan #italiacol-segnopiù. Renzi è il premierdel bicchiere mezzo pieno, aprescindere dai fatti. Il for-mat prevede il video di Beppe

Grillo contro l’Expo (“Chi civiene a Rho?”) e quello con lebellezze dell’Italia. “Fr an co(Bellacci, ndr) fai vedere in 1minuto e 40 secondi chi sia-mo. Se l’Italia si facesse unselfie porterebbe questo vi-deo”. Ironia della sorte, il vi-deo s’inceppa, ci mette qual-che secondo di troppo a par-tire. Ma la cavalcata, nel videoaccompagnata dalle note delGuglielmo Tell, non prevedeintoppi.

FUORI, RENZI si becca qualchefischio e appena sale sul palco,a Udine, gli urlano “Buffone”.Sorriso vagamente irridente,lui la mette così: “Vi ringrazio.Mi date del buffone sulla fidu-ci a”. Buffone e fiducia nellastessa frase. Un cortocircuitointeressante.

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Il premier va in visita alla multinazionale Danieli in Friulie twitta: “Ci rende orgogliosi nel mondo”. E parla pure di tasse

L’impresa modellodi Renzi a processoper evasione fiscale

FURBETTI

Matteo il guitto parte alla conquista dei “so gni”Tappa a Udine per il tour dei 100 teatri: 45 minuti di showsui miracoli di Palazzo Chigi, ma trova anche qualche fischio

Sp et t acoloMatteo Renzisul palco di U-dine, show e-lettorale di 45minuti per fardigerire la ma-nov raAnsa

L’orgoglio Il tweet del premier. Sopra l’ad Benedetti e Renzi alla Danieli Ansa

Alla sbarraL’a z ie nd aavrebbe celatoal Fisco profittiper 280 milionie non pagatoimposte per 80

C'èchi remaco n t ronon perl’i n te re s s edel Paese,ma vuoles ol oco n te s t a rechi guidala barca

6 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

L’autunno resuscita B. e rilancia M5S» GIANLUCA ROSELLI

Movimento Cinque Stelle sempre più forte,aumento della fiducia in Matteo Renzi ma

Pd in calo, mentre a destra c’è un clamorososorpasso di Forza Italia sulla Lega, segno cheSalvini sta frenando. E in un ipotetico ballot-taggio, previsto dall’Italicum, il distacco del Pdsi assottiglia tra i 2 e i 3 punti percentuali neiconfronti dei grillini o della Lega. Questo è ilquadro che emerge da un sondaggio di Ilvo Dia-manti pubblicato ieri su Repubblica. Ma le cosestanno davvero così? La tendenza è quella, magli altri sondaggisti non concordano sul con-tro-sorpasso di Berlusconi versus Salvini. “LaLega è stabile, ma verso l’alto, al 14,3, mentreForza Italia continua a stare sotto il 10, al 9,7 percento”, osserva Roberto Weber di Ixè. Che in-vece concorda sulla forte crescita dei grillini.“Noi li diamo al 26 per cento contro il 24,9 del9 ottobre. Il Pd invece è passato dal 35,1 al 33,9”,aggiunge Weber. “Sicuramente ha influito spe-cularmente la questione Roma: ha fatto calarei dem e, al contempo, aumentare i Cinque stelle.Ma l’aumento dei grillini – continua il sondag-gista - non è dovuto solo ai guai degli altri par-

titi: ormai hanno dimostrato di essere moltopreparati e non più solo forza di rottura”.Dall’altra parte, invece, secondo Weber, “man -ca ancora una leadership carismatica che so-stituisca Berlusconi e che non può essere in-carnata da Salvini”.

Anche Diamanti dà molto forti i grillini (27,2contro il 26,7 di un mese fa), mentre il Pd è al31,8 (contro il 33,1). Fi aumenta al 13,2, mentrela Lega si ferma al 12,5, un pun-to in meno. Non vanno male lecose per Fdi (4,5), e Sel (4,2).Mentre Area popolare si fer-ma al 3,1.

TENDENZE SIMILI – ma con ilCarroccio sempre sopra gli az-zurri – vengono registrate an-che da Nicola Piepoli. “La crisiromana ha sicuramente svan-taggiato il Pd e fatto salire i grillini (al 26,5),mentre dall’altra parte si registra il vuoto, ci vor-rebbe un giocatore nuovo in campo”, spiega ilsondaggista. Che concorda sul cambio di passodi M5S. “Studiano, sono preparati e dimostranodi avere davvero a cuore le sorti del Paese. Sal-

vini ha subito un calo, ma è ancora nettamentesopra Berlusconi”, aggiunge. Secondo CarloButtaroni, presidente di Tecnè, invece, il suc-cesso dei Cinque Stelle è da attribuirsi soprat-tutto a un Grillo più defilato. “Alle Politiche ilmovimento era Grillo e basta. Oggi invece è e-mersa una classe dirigente preparata, vedi DiMaio, che ha contribuito a far crescere i con-sensi. Se il Pd è solo Renzi, l’M5S non è Grillo”,

sottolinea Buttaroni. Che spie-ga anche perché l’effetto-Ren -zi non trascina più il Pd. “Gliitaliani li percepiscono comedue realtà diverse. Anzi, a volteil partito è visto come intralcioal leader. Il Pd in questo mo-mento noi lo diamo al 33 percento, la stessa percentuale ot-tenuta da Walter Veltroni”, os-serva. Insomma, siamo ben

lontani dal 40,8 per cento delle Europee del2014. Ma il dato più eclatante è forse quellodell’astensione. Secondo Weber, se si andasse avotare oggi per le Politiche, l’affluenza sarebbeintorno al 60 per cento. Al 50 per Buttaroni.

© RIPRODUZIONE RISERVATAIn Movimento M5S è dato in crescita Sintesi Visiva

L’astensionePer Weber (Ixè) se sivotasse oggi sarebbeal 60 per cento, al 50per Buttaroni (Tecnè)

DISCESA DEM La Riforma non porta consensi I sondaggi

PARTITO DEMOCRATICO

Renzi, senza più il partito,è l’unica offerta ora sul mercato» MARCO BELPOLITI

N el supermarket della politicaMatteo Renzi aumenta i suoi

consensi perché è l’unico prodottotra gli scaffali in grado di essere ven-duto. È il solo leader giovane. Ber-lusconi è troppo vecchio, Grillo nonè un leader tradizionale, mentreSalvini è troppo di nicchia, parla so-lo a una parte del centrodestra delNord. Renzi sul palcoscenico è l’u-nica star, anche perché è un ottimovenditore di se stesso. Berlusconi inquesto campo ha fatto scuola e ilpremier ha imparato alla perfezio-ne.Il dato secondo cui Renzi crescementre il Pd è in calo non mi sor-

prende. Il premier ha schiacciato ilpartito su se stesso, inoltre non c’èuna dialettica interna ma solo op-positori radicali. I partiti ormai nonhanno più appeal, anzi sono diven-tati oggetti detestabili e il Pd in que-sto caso non fa eccezione, non vienepercepito come una forza diversa.Renzi ha sfruttato tutto questo a suovantaggio: è un leader di partitosenza un partito. Inoltre il Pd scon-ta il fatto di aver commesso degli er-rori, come ad esempio il caso Roma.Sull’altro fronte, invece, al momen-to non c’è nessuna offerta credibile.Altro elemento che rafforza la po-sizione del premier, che può agirein totale solitudine. Vince per man-canza di alternative.

MOVIMENTO CINQUE STELLE

Se Grillo fa un passo indietroil consenso può crescere» GIANFRANCO PASQUINO

I l Movimento Cinque Stelle conti-nua a recepire una protesta che ha

ragioni fondate e strutturali, comeabbiamo visto anche con il via liberaal finanziamento ai partiti degli ulti-mi giorni. In secondo luogo, la mag-gior parte di loro, dopo un primo mo-mento d’incertezza, ha dimostrato diaver imparato come si fa il parlamen-tare, penso a Roberto Fico, Luigi DiMaio, gli attuali capigruppo e altri.Hanno studiato e si stanno dimo-strando competenti. Infine, il terzomotivo del loro successo è che sonodavvero il nuovo che avanza. Metto-no in campo una forma realmente di-versa di politica, penso per esempio

allo streaming, che attrae il voto deipiù giovani. E di solito un ragazzo chevota per la prima volta non tradisce lasua scelta alla successiva, ma tende aripeterla. Inoltre, aiuta anche il fattoche Beppe Grillo abbia fatto un passoindietro, lasciando emergere altrepersonalità. Il movimento non vienepiù percepito come Grillo-dipenden-te. L’ex comico, infatti, se da una parteattrae molti consensi, dall’altra anta-gonizza lo scontro. Oggi invece votaCinque stelle anche chi non ama Gril-lo proprio perché lui è più defilato.Infine mettiamoci anche il fatto che lacattiva politica e l’illegalità fannosempre la loro fortuna: ogni inchiestasu esponenti di altri partiti fa aumen-tare i consensi del movimento.

FORZA ITALIA

Nel nulla di destra il PokemonBerlusconi avanza da fermo» PIETRANGELO BUTTAFUOCO

S ilvio Berlusconi è sempre più solo eForza Italia aumenta nei sondaggi.

Se ne vanno tutti i suoi, nientemeno ifedelissimi – da Denis Verdini a San-dro Bondi – ma così, il Cav., raggranel-la un inaspettato gruzzolo. È un con-senso ovviamente personale. Non c’èmai stato un partito in quel partito el’esibita solitudine – funestata da tra-dimenti se perfino Cesare Previti haappoggiato Angelino Alfano – ricaricail capo al pari di un Pokemon. Rubanodi tutto a Berlusconi, lo spogliano dellesue idee: dai 3.000 di contanti all’esen -zione dell’Imu e della Tasi. Il ladro nu-mero uno, Matteo Renzi, è l’erede chegli mangia in testa, malgrado ciò resta

in piedi tra le rovine del centrodestra.Qualcosa gli arriva dall’elettorato N-cd, qualcos’altro dalla Lega (visto cheMatteo Salvini non vuol saperne di fa-re un partito), pochi spiccioli, infine,dalla vasta area degli astenuti. Quelloche lo rende speciale, ormai, è il suonon fare nulla. Da Forza Italia a FermaItalia. Berlusconi, forse il marchio ita-liano più famoso nel mondo, ha la forzadel monoscopio. Già quando appare siprende un 10%. Ha un carisma collau-dato sul sentimento diffuso. C’è. Hapreso vantaggio con un nuovo slogan:“Muoviti Italia!”. Non poteva esserciun motto migliore. È rivelatore. “Muo -viti”, in lingua siciliana, significa unasola cosa: “Statti fermo!”. Appunto, daForza Italia a Ferma Italia.

LEGA NORD

Il tronista Salvini fregatodai profughi di Frau Merkel» DANIELA RANIERI

A quanto pare, Matteo Salvini non èriuscito a convincere la totalità

della popolazione che i profughi sonoviziosi giramondo in cerca di avventu-re; che i problemi d’Italia si risolvonocon l’uso della ruspa; che c’è un taglia-gole dell’Isis su ogni nostro pianerot-tolo; che feroci musulmani ci invado-no esigendo iPad e wi-fi. Ma per for-tuna ancora 33 italiani su 100, interpel-lati da Demos, gli danno un voto supe-riore a 6 (fino a 10). 330 persone su1000 ritengono Salvini un leader suf-ficiente, discreto, eccellente o addirit-tura ottimo. Peccato, perché a giugnogli italiani affascinati dal suo mix di na-zionalismo xenofobo e provinciali-

smo paranoico erano 37 su 100. Evi-dentemente, 4 persone sono partiteper la Siria per arruolarsi tra le fila delDaesh. Oppure è colpa della Tv, chenel momento d’oro della Merkel che a-pre le frontiere, si è accorta che “l’altroMatteo”non tirava più come un tempoe, come Maria De Filippi con Costan-tino Vitagliano, ha scansato il manzoche aveva saturato l’etere. Così, pove-ro Matteo, mentre lui perde punti laLega precipita al 13%, come Forza I-talia. Ma non disperiamo: se gli alleatidi Ncd sapranno imporsi, l’Italicum diRenzi e della Boschi darà modo ai bor-borigmi intestinali di quel 13% di tro-vare voce in una coalizione, e il Partitodella Nazione di Renzi e Verdini avràun avversario alla sua altezza.

l-1, 3%

Rispettoa settembreil PartitoD e m o c ra t i c oscende dal33,1% al 31,8%

l+0, 5%

Nello stessoperiodo ilMovimentoCinque Stelleè passato dal26,7% al 27,2%

l+1 , 8 %

È la sorpresadi iniziomese: ForzaItalia passadall’1 1, 4 %al 13,2%

l-1, 5%

In calo anchela Lega diMatteoSalvini:dal 14%al 12,5%

MAFIA AD OSTIA

Esposito (Pd) avvisagli attori di Suburrasul fan “pericoloso”

qIL SENATORE Dem Stefano Esposito è pie-montese. Pur essendosi dimesso da assessore

ai Trasporti di Roma, continua a tenere d’occhio la Ca-pitale. Così sul suo blog avvisa, con tanto di foto, duedei protagonisti del film Suburra di Stefano Sollima,nelle sale in questi giorni: “Mi preme informare gli at-tori Amendola e Favino, persone serie e perbene, chetra le tante foto scattate ad Ostia, durante la presen-tazione del film Suburra, ne hanno una che li ritrae in-

sieme a Francesco Spada, appartenente ad uno deiclan più potenti del litorale. La foto, peraltro, è statascattata dalla sorella di ‘Ro m o l e t to’, Carmine Spada,capoclan dell’omonima famiglia, attualmente in car-cere per estorsione con l’aggravante del metodo ma-fioso. Da quando ho messo piede a Ostia ho capito chenulla è come appare e solo lì può succedere che un ap-partenente ad un noto clan malavitoso vada a vedereun film su se stesso, Suburra, facendosi fotografare“.

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | POLITICA » 7

L’I NC H I E STA Nuovi democratici Addio primarie, regole da rifare: il territorioè fuori controllo e il segretario manda i suoi fedelissimi per domarlo

» WANDA MARRA

Congressi congelati,primarie in via d’e-stinzione, commis-sariamenti locali ed

amministrative alle porte,con candidature tutte da in-ventare. “Sono anche il se-gretario del Pd”, ha detto ieriMatteo Renzi, parlando alTeatro Giovanni di Udine.Un “anche” che la dice lunga:per Renzi il Pd è una necessitàscomoda. E peraltro sul ter-ritorio senza controllo. E al-lora, ecco che dove può co-mincia a “piazzare”fedelissi -mi, aggirando le stesse regoledel Pd. Comportamento nonproprio in linea con l’uo modei gazebo, che è diventatosindaco di Firenze contro lavolontà dell’apparato (e gra-zie alle primarie) e ha scalatoil partito nello stesso modo.

Fermi tutti,decide il NazarenoÈ dell’altroieri la notizia chead Enna è arrivato uno degliuomini di fiducia del pre-mier, Ernesto Carbone, acommissariare il partito. Erain corso il congresso, tra PinoAmore, uomo di Crisafulli(rigorosamente all’o pp o s i-zione di Renzi) e Fabio Vene-zia, Giovani turchi. La moti-vazione data dalla commis-sione di garanzia di Roma èstata che lo stesso Crisafulliaveva fatto delle regole a luifavorevoli, violando lo Statu-to. Carbone è già commissa-rio di Messina, dove è arri-vato dopo le dimissioni delsegretario provinciale. Nelleultime ore è in corso anche iltentativo di commissariare ilPd di Cosenza: il segretarioregionale, Ernesto Magorno,ha fatto sapere di voler nomi-nare Fernando Aiello (un fe-delissimo di Carbone) diret-tamente con una lettera aicircoli. A ribellarsi, definen-do il provvedimento “i l l e g a-le” è stato il segretario citta-dino, Luigi Guglielmelli. ARoma, dopo Mafia Capitale,Renzi ha nominato commis-sario il Presidente del Pd,Matteo Orfini, il capo deiGiovani Turchi che gli haportato quella (ex) parte del-la minoranza. In Liguria, do-po il disastro delle Regionali,ha mandato il responsabilegiustizia Pd, David Ermini,suo uomo di fiducia dagli ini-zi della carriera politica.

L’idea di rinunciarealle primarieCon una lettera del vicese-gretario dem, Lorenzo Gue-rini, sono stati fermati i con-gressi in Puglia, Veneto e Li-guria. La motivazione uffi-ciale si riferisce a un cambiodi Statuto. Adesso i segretariregionali sono eletti con pri-marie aperte a tutti. In pro-gramma, consultazioni tra

soli iscritti. Ma le motivazio-ni sono anche più specifiche.In Puglia il congresso era giàiniziato, con tanto di con-trapposizione frontale assi-curata tra il candidato che a-vrebbe scelto Renzi e quellodel governatore, Michele E-miliano: i due neanche si par-lano più. In Veneto, dopo lasconfitta della Moretti alleRegionali a Roma non si è an-cora trovata una soluzioneper sostituire il segretario, ilrenzianissimo Roger De Me-nech. E in Liguria, la situa-zione è tutt’altro che chiara.A proposito di congressi fer-mi, tra una battaglia e l’altra,è stato rimandato più voltequello di Potenza. In Basili-cata, ci sono due fazioni:quella dei fratelli Pittella, go-vernatore e eurodeputato, equella di Roberto Speranza,minoranza interna. Ci è vo-luto quasi un anno per sce-gliere il nuovo segretario re-gionale in Emilia Romagna,dopo la scadenza di StefanoBonaccini: alla fine è stato e-letto il renziano, Paolo Cal-vano. Nell’ultima tornata perscegliere i segretari, poi, c’e-rano tre candidati unici, tuttivicini a Renzi: Dario Parrini(eletto in Toscana), lo stesso

De Menech e Emiliano (pri-ma della rottura).

Sui candidati sindacinessuna certezzaQualche mese manca anco-ra, ma il Pd non ha individua-to nessuno dei candidati perle città più importanti. A R o-ma si discute su come fareprimarie “m a sc h e ra t e ” ( i n-dividuare una personalitàforte e chiedere la ratifica aigazebo). A Napoli è in cam-po Antonio Bassolino. Datoper perdente, ma per orasenza un’alternativa. A M i-l an o, Renzi vorrebbe la ri-candidatura del sindaco, Pi-sapia (che però finora si èsottratto) o quella del com-missario Expo, Rodolfo Sala.A Bologna, il secondo man-

dato per Virginio Merolanon è affatto sicuro: anzi, inrealtà la sua giunta, che vedecadere un assessore dopol’altro, potrebbe non arriva-re neanche al voto. A Torinosi dà per scontata la ricandi-datura di Piero Fassino, cheperò con Renzi non è più inottimi rapporti. Problemianche nelle città meno espo-ste: a Trieste l’idea di un se-condo mandato per il sinda-co uscente, Roberto Cosoli-ni, non convince il premier.A Sa vo n a è in corso unaguerra tra fazioni che ha co-me oggetto dello scontrol’autorità portuale, che il mi-nistro Delrio vorrebbe por-tare a Genova. E le primariesono ormai un optional.

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Ipse dixit

MATTEO RENZIE LE PRIMARIE

Da Veronaannuncio la miac a n d i d a t u raa guidare l’It al i aper i prossimicinque anni

13 settembre 2012

IL VICE SEGRETARIOLORENZO GUERINI

I gazebo vanno usatibene. Se usati male,si rischia di metterein discussioneuno strumentodi partecipazione

13 gennaio 2015

Il Pd dei commissari agli ordinid e l l’uomo solo al comando

Lo sberleffo

REPUBBLICA E LE IDEESULLA CORRUZIONE» FQ

, IL FESTIVAL la “Repubblica del-le idee”che si tiene nel weekend a

Pescara si intitola “Il prezzo della corru-zione”. “Quante risorse la corruzionesottrae allo sviluppo? Cosa è cambiatodai tempi di Mani Pulite? E quali sono le misure daadottare per sconfiggere quella che sembra unaemergenza nazionale?”, si chiedono dalle colon-ne di Repubblica. Riflessioni nobili che stridono

con la presenza del presidente della Regio-ne Abruzzo Luciano D’Alfonso, che è statoed è protagonista di una lunga lista di vi-cende giudiziarie, ad aprire i lavori al fiancodi Carlo De Benedetti. Il presidente, già in-

dagato per corruzione, ha colto la palla al balzoper lamentare i pericoli del populismo giustizia-lista e l’eccesso di formalismo giuridico. Ai gior-nalisti di Re p u b b l i ca , forse sarà sfuggito che D’Al-

fonso è uno dei tanti politici che si è avvalso dellaprescrizione, ma sarebbe bene ricordargli chenon equivale a un’assoluzione. Al presidente deveessere sfuggito anche che se in Italia c’è un al-tissimo livello di corruzione non è perché soffria-mo di un accesso di giustizialismo, ma “p e rc h émanca un sistema efficace e incisivo di norme eregole per combatterla” denuncia Rifondazioneco m u n i s t a .

GOVERNO Alfano: “La cosa è reciproca”

qQUESTA LEGGE si deve fare. Per il Pd quellodelle unioni civili è un tema irrinunciabile. Se

Ncd non darà il suo appoggio faremo accordi, al-leanze con altre forze per portare a casa la legge”.La miccia la accende il ministro delle Riforme,Maria Elena Boschi a metà pomeriggio, metten-do il dito nella piaga di un Nuovo centrodestra giàin subbuglio. “Il Pd non basta. Ma questa legge sideve fare è un impegno di civiltà. Non esistonocittadini di serie A e cittadini di serie B”. La Bo-schi ribadisce la volontà del Pd di accelerare:“Se ci sarà spazio entro dicembre faremo lal e g ge ”. Angelino Alfano risponde: “Anche noisiamo pronti a ogni alleanza in Parlamento e alricorso al voto segreto, pur di bloccare le a-dozioni da parte delle coppie gay”. La Boschiparla di “altre alleanze?”. “La cosa è reciproca”, ri-batte piccato Alfano.L’idea di approvare le unioni civili con Cinque stelle eSel la maggioranza di governo ce l’ha da tempo. Intan-to, però, ha preferito rimandare tutto. Non se ne farànulla prima del 2016, nonostante quello che dice la Bo-schi. Anche perché proprio in questi giorni, varate le ri-forme, una pattuglia di centristi capitanata da GaetanoQuagliariello, pretende da Alfano l’uscita dal governo.Sul no alla stepchild adoption, l’adozione del figlio delconiuge nelle coppie gay, il partito per una volta è statodi una compattezza granitica. E Quagliariello ha già a-vuto modo di definire “uno sfregio” la scelta di Renzi di an-dare comunque avanti. Un sì al ddl Cirinnà, tanto più se do-vesse sancire l’irrilevanza di Ncd, aprirebbe una falla benpiù vasta.

S eparatiin casaA l fa noe, sopra,la BoschiLa Pre ss e

C i rcol i“p e r icolos i”La mappaturadei circolidi Romaaffidata dalco m m i ss a r i oPd, MatteoOrfinia FabrizioBarca, dopol’inchiestaMafiaCapitale,ha decretatola chiusuradi 35 circolisu centodieci.Pre s e n t a n d oi risultati dellasua indagineBarca avevadetto: “Il Pdro m a n oè pericolosoe dannoso”

I democratici renziani David Ermini e Ernesto Carbone Ansa

Boschi: “Unioni civili anchecon alleanze senza Ncd”

8 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

MATTEO-CARD La passione del premier è varcare l’oceanoVo l a re» DAVIDE VECCHI

Renzi globe trotter.New York, Washin-gton, Johannesburg:da sindaco di Firenze

Matteo Renzi ha girato in lun-go e in largo il globo. Il 16 aprile2012, per esempio, è andato inSudafrica a consegnare a Nel-son Mandela il Fiorino d’Oro,l’onorificenza di Palazzo Vec-chio. E già che c’era gli ha por-tato anche la cittadinanza o-noraria che la città aveva rico-nosciuto a Mandela nel 1985:da allora ben quattro sindaci(in sei mandati) avevano pre-ferito evitare un viaggio in Su-dafrica. Renzi invece prende eva. Si fa la foto ricordo ma lapubblica su Facebook solo il 5dicembre 2013, il giorno dellamorte del premio Nobel.

DEI VIAGGI del primo cittadi-no, nei capitoli relativi allespese di rappresentanza pre-senti sul sito non ve n’è traccia.Dopo le cene e le trasferte inItalia, di cui abbiamo chiestotrasparenza a Renzi (finora i-nutilmente), considerato chel’accesso agli atti è stato negatoanche ai consiglieri comunalidi opposizione e in attesa chela Corte dei Conti acquisisca ladocumentazione per il fasci-colo avviato a seguito dell’in -chiesta del F at t o , ampliamol’ormai lungo elenco delle vociorfane di trasparenza del man-dato da sindaco di Renzi aquella dei viaggi internaziona-li. Sempre con l’invito a imita-re quanto fatto dall’ex sindacodi Roma Ignazio Marino che,prima di dimettersi, ha resonoti i dettagli delle cene e deiviaggi svolti. E va detto cheRenzi, oltre al cibo, ha dimo-strato di avere una vera e pro-pria passione per le mete in-ternazionali già quando erapresidente della Provincia diFirenze. Si spinse fino a NewDelhi, oltre alle classiche NewYork, San Francisco e San Die-go, all’immancabile Londra,poi Washington, San José eBoston: mete imprescindibiliper un presidente di Provin-cia.

I dettagli di questi viaggi so-no stati messi in fila dalla ma-gistratura contabile e dallaProcura di Firenze che nel2012, su richiesta del ministe-ro dell’Economia, hanno av-viato accertamenti a tappetosulla gestione dei fondi pub-blici da parte di Renzi. Inizial-mente la cifra contestata am-montava a 20 milioni di euro.La procura – all’epoca guidatada Giuseppe Quattrocchi, oggiconsulente del sindaco DarioNardella – non ha individuatoalcun reato, mentre la Cortedei Conti ha proseguito l’iter,approfondendo le singole vocicon Andrea Barducci (il suc-cessore di Renzi) che è statocostretto a liquidare la societàdi comunicazione creata dalrottamatore (che ha assorbito10 milioni di euro) e abolire lecarte di credito. A cominciareda quella del presidente.

Limitandoci al solo anno

Renzi-tour: da New Delhi agli Usatutte le trasferte del PresidenteDa capo della Provincia ha girato mezzo mondo: dall’India ai 7 viaggi negli Stati Uniti

2007, le mete all’estero rag-giunte da Renzi sono: NewDehli, New York, Washin-gton, Santa Monica, San Die-go, San Francisco, San José,Boston. E qualche tappa in Eu-ropa, Londra in particolare.Qui, il 19 giugno, in attesadell’aereo per rientrare in Ita-lia, fa uno spuntino volante alCaviar House and Pruniernello scalo di Gatwick. Un mi-sero assaggino di caviale, con-siderato la cifra spesa: appena46 euro. Oltreoceano fa di me-glio.

IL 27 GENNAIO vola in India, aNew Delhi. E scende al Th eTaj Mahal Hotel, un albergo

mettendo in nota spese anchetre euro ma sulla memoria per-ché specifica a piè pagina “diaver smarrito la documenta-zione originale”- infine il 26 vaa Washington e si fa rimbor-sare 47,45 euro giustificandolicon “organi di stampa”. I gior-nalisti di Washington non sa-ranno fatti sfuggire l’occasio -

ne di parlare con il presidentedella Provincia di Firenze che,con ogni probabilità, già si e-sprimeva in un perfetto ingle-se. All’ombra della Casa Bian-ca, quell’anno occupata daGeorge W. Bush, Renzi tornaanche a giugno. Ma è nel mesedi novembre che l’oggi pre-mier gira senza sosta gli StatiUniti. Arriva a Washington il 2e scende al Four Seasons Ho-tel. Il giorno dopo riparte sal-dando un conto da 1.859 euro efa un salto a Boston dove in ungiorno spende altri 1.769 euro,il quattro arriva a San José, inCalifornia. Qui respira e si fer-ma per tre giorni. Il 7 novem-bre la Mastercard della Pro-

vincia in uso a Matteo Renzi èmessa a dura prova: il conto è6.140 euro. Sono quattro pagi-ne. Ma non sono tutte spesesue. Dal dettaglio si scopre cheha saldato anche per Luca Lot-ti, allora capo di gabinetto e og-gi sottosegretario alla presi-denza; e per Filippo Vannoniche non aveva alcun incaricoin Provincia. Oltre agli alber-ghi, gli “incontri di rappresen-tanza istituzionali”: altri cin-que mila euro.

MA AGLI HOTEL e ai ristorantivanno aggiunti anche 2.823,64euro che Renzi è costretto apagare di tasca propria perchéaveva superato il limite di uti-lizzo della carta della Provin-cia. La delibera numero 5393del 12 novembre. Recita: “Lacarta è stata momentanea-mente bloccata a garanzia diun pagamento da parte di unhotel a Boston, rendendo ne-cessario per lo stesso Presi-dente provvedere a sostenerealcune contingenti spese dirappresentanza, per una som-ma complessiva di $ 4.106,56pari ad euro 2.823,64 median-te la propria carta di creditoper sona le”. Cifra che la Pro-vincia rimborsa a Renzi.

L’anno successivo al tourinternazionale aggiunge an-che una tappa a Chicago. Ma èun ’altra storia, relativa al2008. Poi è stato eletto sinda-co. E le spese di rappresentan-za internazionale di PalazzoVecchio non si conoscono.Non ancora.

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LAS C H E DA

I magistrati contabiliNel 2012 la Corte dei conti e laprocura del capoluogo toscanohanno avviato una verifica sullespese di rappresentanzadell’attuale presidente delCo n s i g l i o

La nuova indagineA seguito delle notiziepubblicate dal “Fa t toQ u o t i d i a n o”, la Corte dei contitoscana ha aperto un fascicoloper approfondire la legittimitàdelle spese di rappresentanzasostenute da Renzi quando erasindaco. I dettagli delle spesenon sono stati resi pubblici

Foto ricordoNel 2012 in Sudafricaper donare il Fiorinod’Oro a Mandela. Conselfie su Facebook

di prima fascia, con piscina,spa e tutto il necessario per“vacanze indimenticabili”, re-cita il sito. Ma Renzi è in “visitaistituzionale”, recita il giusti-ficativo. Il 31 gennaio lascial’albergo saldando un conto da1.315 euro. Poi scopre l’Ame -rica. Il 23 marzo vola a Boston,il 24 si sposta a New York –

R A DIO 24

Giannino si scusaper l’inter vistaal primo ministro

qDUE MINUTI di scuse. Così ieri OscarGiannino è tornato sull’intervista a Ren-

zi fatta con Alino Milan. “Considero l’i n te r v i s t ache ho fatto per quota parte ieri al presidentedel Consiglio Matteo Renzi una delle peggioriprove professionali della mia vita - inizia Gian-nino in diretta ieri sulla stessa emittente - Cioèio ne sono uscito veramente incazzato comeuna iena. Il presidente del Consiglio, gliene do

atto, aveva scelto lui di venire da noi e non aRadio Rai. Secondo me dovevamo sfruttaremeglio l’occasione. Il problema è che l’intervi -sta non si può fare seguendo due fili diversi.Perché a quel punto l’interlocutore anche senon è molto abile vince. E figuriamoci uno a-bilissimo come Renzi. Il problema non è vin-cere o perdere, ma io mi sono trovato in unacondizione (lo dichiaro, colpa mia! - Non me la

prendo con nessun altro), di non poter impo-stare la faccenda sui miei temi. Ho reso un pes-simo servizio alle idee di cui sono convinto e difatto io ho fatto anche un pessimo servizio agliascoltatori. Mi interrogo profondamente, de-vo dirvi, su quello che è successo ieri perchénon mi era mai capitato. (...) Non abbiamo resoun grande servizio. (...) Lo dico per fedeltà ainostri ascoltatori.

Il vagabondo Renzi a Boston, adestra il viaggio negli Usa conRutelli, accanto a Hillary Clin-ton. In alto l’hotel di New Delhi

Renzi con Nelson Mandela

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 9

» FERRUCCIO SANSA

Una Panda gialla. Niente si-rene, niente lampeggian-

ti. Nessun clamore. Ma a bor-do dell’utilitaria che ieri all’al -ba è entrata nel carcere deiCappuccini c’era GabrieleGatti, l’uomo che da decennicomanda San Marino.

Arrestato.Nella Repubblica del Tita-

no da ieri niente sarà più comeprima. È più di una Mani Pu-lite. Rischiano di crollare lefondamenta del potere. Per-ché Gatti tra le mura e i palazzidella Repubblica – S e r e n i s s i-ma di nome, più che di fatto –aveva in mano le leve del po-tere. Ad appena 22 anni (nel1974) entra nel Partito Demo-cratico Cristiano Sanmarine-se (Pdcs) e ne diviene il segre-tario. Ma soprattutto per oltre

qui i motivi dell’arresto: inqui-namento delle prove e reitera-zione del reato di riciclaggio.

Le accuse, secondo gli in-quirenti, si riferiscono a diver-se operazioni. Prima di tutto laspeculazione immobiliare da60 miliardi di lire dei Tavoluc-ci, dove ha trovato sede il Tri-bunale Unico di San Marino.Poi ecco l’operazione di ven-dita delle ambitissime licenzebancarie. Infine operazioni diriciclaggio.

Secondo le accuse degli in-vestigatori, Gatti era “in affari”politici con il gruppo dei de-mocristiani tra cui l’ex mini-stro Claudio Podeschi (che erastato arrestato l’anno scorso

insieme con la fidanzata). Già,sotto l’apparenza “s e re n i ss i-ma” nella Repubblica di SanMarino si stanno consumandolotte al coltello per potere e de-

naro. L’inchiesta dei magistra-ti si è svolta tra omertà, depi-staggi e, pare, tentativi di pro-durre dossier contro di loro.Anche di questo sarebbe accu-sato Gatti: nel 2015, quando ilcerchio delle indagini si strin-geva, avrebbe collaborato a co-struire prove false a discreditodei magistrati che stavano in-dagando su di lui. Un viluppoinestricabile di dossier e con-trodossier. Fino alle registra-zioni, fatte pervenire ai giudi-ci, in cui si parla di come ro-vinare la reputazione dei ma-gistrati.

A SAN MARINOnon si combat-te solo per controllare uno sta-terello di 60 chilometri qua-drati con 32 mila abitanti. C’èmolto di più, come rivelatodalle inchieste delle Procureemiliane e romagnole. E, da ul-

timo, dalla relazione dellaCommissione Consiliare San-marinese sulle infiltrazionimafiose. Il Titano infatti, fino apochi anni fa luogo ideale percompiere operazioni bancariee immobiliari in Italia, ma sen-za essere in Italia, è diventatocrocevia di denaro e affarisporchi. Soprattutto della ca-morra. Le cento pagine dellarelazione raccolgono per laprima volta decine di testimo-nianze. Compaiono nomi disegretari di Stato, politici, pro-fessionisti e portaborse. Traquesti, appunto, Gatti e Fio-renzo Stolfi, entrambi ex mi-nistri. San Marino volta paginaper uscire dalla morsa degli af-fari più oscuri? “Aspettate, a-s pe tt a te ”, sussurra più d’un oin piazza della Libertà, “Laguerra sarà ancora lunga”.

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In carcere Gabriele Gatti

quindici anni è Segretario diStato, insomma, l’uomo checomanda sulla Rocca. Non ba-sta: ricopre altri incarichi digoverno fino a quello di Se-gretario di Stato per le Finan-ze e il Bilancio.

MA A LASCIARE ammutoliti isudditi del Titano è anche al-tro: forse per la prima voltal’inchiesta è partita da qui, dalcommissario della legge Al-berto Buriani. Gatti sarebbeaccusato di reati che vanno dalriciclaggio alla corruzione, fi-no all’associazione a delinque-re. Illeciti che sarebbero staticommessi dal 1999 a tutto il2015. Fino a oggi, insomma, di

» VINCENZO IURILLO

Napoli

Non è il Partito della Na-zione, è il Partito dellaPartita (gratis). De-stra, centro e sinistra a

Napoli si sono per qualche orasciolti in un partito trasversalefondato sulla tutela di una pre-rogativa della Casta: i due bi-glietti omaggio a testa ai 48 con-siglieri comunali per l’ingressoin tribuna allo Stadio San Paoloquando gioca il Napoli. Guai achi li tocca. E infatti non si toc-cano.

La proposta di abrogazionedel privilegio, lanciata dai con-siglieri Carlo Iannello e SimonaMolisso (entrambi eletti nelleliste arancioni di Luigi de Ma-gistris e poi passati all’opposi-zione), è stata respinta con unamaggioranza granitica: 22 no(compreso il sindaco), 5 sì, 6 a-stenuti. Con argomentazioni dinon eccelso spessore, come do-cumenta un video diventato vi-rale nel quale si ammirano con-siglieri in seria difficoltà con l’i-taliano mentre difendono conle unghie il piacere di vedere inazione Gonzalo Higuain senzapagare un euro. “Oltre i consi-glieri che credo che se lo meritadopo una settimana di lavoro,avendo a che fare coi cittadini,ci possiamo premiare di andarea vedere la partita…”, ha farfu-gliato tra gli applausi (di chi?)Luigi Zimbaldi, eletto nel cen-trodestra di Gianni Lettieri, poipassato ai Verdi e ora nel grup-po misto.

LA QUESTIONE dei biglietti o-maggio ha fatto capolino du-rante una delle sedute consilia-ri dedicate alla convenzio-n e - p o n t e p e r l a g e s t i o n edell’impianto sportivo di Fuori-grotta. L’antefatto è noto: il Co-

mune, proprietario, e il Napolidi Aurelio De Laurentiis stannolitigando furiosamente su tem-pi, modi e condizioni di asse-gnazione di quel “cesso del SanPaolo” (espressione di De Lau-rentiis, tifosi furibondi, non si

bestemmia nel tempio di Mara-dona). Nelle more di una trat-tativa per un nuovo accordopluriennale, bisogna votarne infretta uno transitorio per arri-vare a fine campionato. Iannel-lo ha presentato un emenda-

mento alla convenzione, che re-gola anche la distribuzione deibiglietti omaggio a consiglieri,assessori e al cerimoniale, lan-ciando in pasto al dibattito unadomanda difficile: “Se i cittadi-ni per andare allo stadio devonoacquistare il biglietto, non si ca-pisce per quale motivo i consi-glieri comunali possono andareallo stadio senza pagare il bi-glietto. Noi ci meravigliamo chequando la Merkel viene a Napo-li acquista il biglietto per andareal San Carlo paga il bigliet-to…”.

“NE SS UN O si è meravigliato –ha replicato il presidented e ll ’assemblea Raimondo Pa-squino –, abbiamo valutato chegiustamente il tedesco fa così”.Il napoletano invece in Germa-nia che fa? Si intrufola dalle u-

scite di sicurezza? La controre-plica di Iannello è da incorni-ciare: “Proprio perché noi nonsiamo antropologicamente di-versi a nessuno e abbiamo unagrande tradizione di rigore mo-rale in questa città, chiedo

all’amministrazione di rivede-re questo affrettato parere ne-gativo, anche l’assessore che dàparere negativo beneficia deibiglietti e quindi non dà unaprova di estremo rigore mora-le…”.

ANTONIO CROCETTA, eletto inRifondazione, capogruppo di I-niziativa Riformista (opposi-zione), ha offerto una lettura di-versa: “Chi parla di etica ha a-vuto riguardo della questionedei biglietti in un’ottica solo lu-dico-ricreatica, forse la lezionedi morale dovrebbe farla a sestesso. I biglietti vengono dati alconsigliere non soltanto per go-dere dello spettacolo, ma perl’alta funzione di sovrintendereal corretto funzionamento del-le strutture comunali come loS ta d io ”. E allora, come rilevaMolisso, non sarebbe sufficien-te esibire il tesserino di consi-gliere invece di pretendere unbiglietto che spesso viene rega-lato ad altri? Crocetta si è risen-tito: “Si pensa in malafede che ilbiglietto va a terzi solo per scopiclientelari: il consigliere svolgele sue funzioni anche tramitedistaccati o altri soggetti…”.

Pietro Rinaldi (Sinistra inMovimento) mentre interveni-va non riusciva a trattenere lerisate: “Immagino che i consi-glieri che hanno mandato qual-cuno allo stadio lo hanno fattocon straordinario spirito di ser-v i z io … immagino che esistanoallora voluminose relazionisullo stato della buvette, dei ser-vizi igienici, grazie a questamacchina da guerra del consi-glio comunale che la domenicasi accinge a controllare comesta messo il San Paolo…”.

Chapeau. Oggi è giorno dipartita, molti di loro sarannolì.

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San Marino si decapita: Gatti in cella per riciclaggioLa “r i vo l u z i o n e ” Stavolta non sono i pm italiani: le autoritàdel Titano accusano il leader dc ed ex ministro degli Esteri

San Paolo Lorenzo Insigne, sopra il consigliere comunale Iannello La Pre ss e

Napoli In un’esilarante seduta cliccatissima sul web resistono(con de Magistris) all’abolizione dei biglietti omaggio per lo stadio

“Guai a chi ci toccala partita gratis”Consiglieri in rivolta

CASTA CONTINUA

Le argomentazioni“Lavoriamo per i cittadini,meritiamo il premio”,“noi lì sovrintendiamoal buon uso dell’impianto”

La scheda

n ACCO R D ICON IL CLUBA Napoli sidiscute delrinnovo dellaco nve n z i o n eper l’uso delloStadio SanPa o l o,p ro p r i e t àcomunale e ilNapoli Calcio.Nelle moreil consiglioco m u n a l edeve votareun accordop o n te

n P RO P O STAIRRICEVIBILEL’a cco rd oregola anchela questionedei bigliettiomaggio peri consiglieri.Due di loro,Carlo Iannelloe SimonaM o l i ss o,vo r re b b e roabolirli: 22 no,5 sì e 6a s te n u t i

REGIONE CAMPANIA

Bufera sui cronisti“s p e s at i ” da De Lucae sulle esclusive tv

qVARIE E DI DIVERSA intensità lereazioni alla notizia dei cronisti

campani invitati tre giorni a Milano a spe-se della Regione Campania per seguireVincenzo De Luca (nella foto) all’Expo. Peri pentastellati di Valeria Ciarambino “ilgovernatore confonde la stampa coi vas-salli di corte, è un gravissimo e bieco ten-tativo di condizionare i giornalisti. Chie-

derò gli atti in commissione Trasparenza,verificheremo quanti soldi sono stati spe-si e che vadano agli alluvionati di Bene-ve n to”. L’azzurro Stefano Caldoro è piùsottile: “Iniziativa apprezzabile, ma va in-vestita la commissione Trasparenza (pre-sieduta da Ciarambino, ndr) per chiarirecon quale criterio sono state selezionatele presenze. Sarebbe poi interessante ca-

pire quali sono i rapporti di De Luca edell’attuale amministrazione regionalecon una Tv di Salerno che ogni settimanaospita ‘in esclusiva’ il governatore”. Il ri-ferimento è a Lira Tv, che da più di un de-cennio ospita i monologhi dell’ex sindacotravestiti da interviste. Senza domande,però.

VIN. IUR.

10 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

» CARLO TECCE

Ultimi attimi di Con-c l a v e , 1 3 m a r z o2 0 1 3 . A c c a n t oall’argentino Jorge

Mario Bergoglio, c’era il bra-siliano Clàudio Hummes:“Non avevo preparato nien-te. La frase ‘non dimenticartidei poveri’al nuovo Papa mi èvenuta spontanea. L’ef f e tt oprovocato, ovviamente, nonme l’aspettavo. Qualche mi-nuto dopo, Bergoglio comu-nicava al Conclave che il suonuovo nome sarebbe statoFrancesco, ricordando SanFrancesco di Assisi, l’uo m odei poveri, della pace, dellacura del creato. Tutta l’a s-semblea, credo, era sorpresae felice per questa scelta, chepoi si è dimostrata un faro delpo ntif ica to”, l’ex prefettodella Congregazione per ilClero risponde dal Brasile,ma fra meno di due mesi saràa Roma per il Giubileo. Hum-mes è un caro amico e il primoalleato di Bergoglio. Il brasi-liano è stato arcivescovo diSan Paolo, l’argentino di Bue-nos Aires: i porporati suda-mericani più apprezzati inVaticano. Entrambi papabilinel 2005. Al secondo Concla-ve, Bergoglio ce l’ha fatta.

La fumata bianca è lontana,adesso c’è il Sinodo sulla fa-miglia e Bergoglio devefronteggiare i conservatori.Oltre alla lettera, ci sono leproteste. C’è qualcuno nellaChiesa che vuole ostacolareFra n ce s co?

La Chiesa è una comunione,non una massa uniforme. An-zi, costituisce una unità nelladiversità. Certo, la diversitànon può risultare una divisio-ne, sarebbe distruttiva. Maun’adeguata diversità arric-chisce la Chiesa. Possiamoanche paragonarla a una stra-da sinodale. Trattasi di cam-minare insieme, verso il futu-ro, con tutte le nostre legitti-me differenze, ma sempre

nell’unità di fede, speranza eamore, verso il Padre nei cie-li, mediante Gesù Cristo. Ladifferenza di vedute e di e-sperienze, nel momento deldibattito sinodale, aiuta adapprofondire le cose. Ma allafine deve prevalere la comu-nione presieduta dal Papa,che è il Pastore di tutta laChiesa. Tutti siamo corre-sponsabili per la Chiesa, ma ilPapa è stato voluto da Gesù

come colui che la guida.Tornerà la stagione dei corvicome negli ultimi mesi diR a t z i n ge r ?

Non credo. A mio avviso quelclima, in cui è accaduto il co-siddetto Vatileaks, non esistepiù. Il caso attuale di questalettera non rappresenta unritorno a quel clima.

Altra notizia recente: per ilprete gay Charamsa, laChiesa è omofoba.

Senza entrare nel caso citato,non direi che la Chiesa è omo-foba. Quando papa France-sco, nel caso di un omoses-suale che cerca Dio, ha detto“chi sono io per giudicarlo?”,ha dato un segnale: la Chiesadeve vincere un atteggia-mento preconcetto su questotema e soprattutto rispetto aqueste persone.

Cosa può fare la Chiesa peraccogliere i divorziati rispo-sati e le coppie omosessualie perché molti rifiutanoqualsiasi apertura?

Non si tratta di negare l’indis-solubilità del vincolo matri-moniale, ma di cercare unastrada penitenziale per i di-vorziati risposati. Dico: cer-care. Esiste una tale possibi-lità? È ciò che la Chiesa al mo-mento sta cercando. Se esi-ste, non si dovrà rifiutarla.Oltre a questo, la Chiesa pro-pone che le coppie divorziatevadano al tribunale ecclesia-stico per verificare se il loroprimo matrimonio fu valido ono.

Quali sono le sfide del pon-tificato di Bergoglio? Per il

pontefice, il rapporto fraambiente e sviluppo è unpunto fondamentale.

Questa è sicuramente unadelle sfide più difficili nonsoltanto per la Chiesa, ma perl’umanità. La questione nonsi riduce a un argomento e-cologista, ma si presenta co-me compito sociale, che coin-volge soprattutto la trasfor-mazione dell’attuale sistemae co n o mi c o -p r od u t ti v o -f i-nanziario globale. Nel senso:mettere la persona umana alcentro, e non il denaro e ilprofitto a qualsiasi costo, an-che a costo delle vite umane.Questo attuale sistema deva-sta il pianeta e sacrifica mi-lioni di persone. Altra sfidadel Papa è riformare la Chie-sa nel senso di trasformarla inuna Chiesa missionaria, “inuscita”, che demolisce le mu-ra e costruisce ponti per an-dare all’incontro di tutti, maprioritariamente “nelle peri-ferie” umane e sociali e lì an-nunciare Gesù Cristo e pra-ticare la misericordia. La mi-sericordia farà la differenzain una società egoista, indivi-dualista, affascinata dal de-naro. Una misericordia basa-ta sulla giustizia sociale, chedifende e promuove i dirittidi tutti ai beni materiali, cul-turali e spirituali dell’umani-tà. Il Papa ha parlato delle tre“t” (tierra, techo, trabajo):terra, casa e lavoro. Sono di-ritti dei poveri.

Il Papa ha indetto un Giubi-leo straordinario, il prossi-mo è fra dieci anni. Bergo-

glio porterà a termine il suopontificato o potrebbe an-che dimettersi?

Spero e prego Dio affinché ilnostro amato Papa abbia unlungo pontificato. Tutto il re-sto, sono speculazioni. In ge-nerale, ritengo che la rinun-cia di un Papa sia sempre pos-sibile. Però, non vedo il Papapreoccupato per il suo futu-ro.

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F i a ncoa fiancoHummes (sot-to) durante ilConclave hadetto a Bergo-glio “non di-menticarti deip ove r i”: poi ilPapa ha sceltoil nome diFrancesco. Inbasso il cardi-nale Pell Ansa

AL SINODO

Il Papa: “Bi so gnaabbassarsi,io non sonoal di sopra”

N ella Chiesa “è ne-c e s s a r i o c h equalcuno si ab-

bassi per mettersi al ser-vizio dei fratelli lungo ilcammino”. E ancora: “IlPapa non sta,da solo, al disopra del-la Chiesa,m a d e n-tro di es-s a , c o m ebat tezz atotra i battezzati,e dentro il Collegio epi-scopale, come vescovotra i vescovi”. Propriomentre in Vaticano si statenendo in queste setti-mane l’assise sulla fami-glia, Bergoglio prendeposizione sul camminodella Chiesa, il suo ruolonel mondo e anche la suaorganizzazione interna.Il discorso del pontefice -ieri nell’Aula Paolo VIper il cinquantesimo an-niversario dell’istituzio-ne del Sinodo dei Vescovi- è dirompente e va a col-pire le fondamenta stes-se dell’or ga ni zz az io neecclesiastica. “Una Chie-sa sinodale è come vessil-lo innalzato tra le nazioniin un mondo che - pur in-vocando partecipazione,solidarietà e trasparenzan el l ’a m mi n i st r az i on edella cosa pubblica - con-segna spesso il destino diintere popolazioni nellemani avide di ristrettigruppi di potere”. Poi, ri-ferendosi al tema dellafamiglia che tanto sta in-terrogando il Sinodo, hodetto: “Come sarebbepossibile parlare dellafamiglia senza interpel-lare le famiglie, ascoltan-do le loro gioie e le lorosperanze, i loro dolori e leloro angosce?”. Mettersiin ascolto e camminareinsieme è l’appello delpontefice, che spiega:“Una Chiesa sinodale èuna Chiesa dell’a scol to,nella consapevolezzache ascoltare è più chesentire. È un ascolto re-ciproco in cui ciascunoha qualcosa da impara-re”. In una Chiesa sino-dale, continua France-sco, “non è opportunoche il Papa sostituisca gliepiscopati locali nel di-scernimento di tutte leproblematiche che siprospettano nei loro ter-ritori. In questo senso,avverto la necessità diprocedere in una saluta-re ‘d e ce n t r a l i z z a zi o n e ”.Da domani il Sinodo ri-prenderà i lavori. Il tem-po dimostrerà se l’assiseavrà accolto e recepitol’invito di Bergoglio.

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LE ANIMEDIVISE

La Chiesaè una comunione,non una massauniforme. Certo,la diversità non puòrisultare una divisione,sarebbe distruttiva

L’I N T E RV I STA

“La Chiesa dica bastaai preconcetti su gay”

Clàudio Hummes L’ex prefetto della Congregazione e l’a tt a c c odegli anti-Bergoglio: “No a divisioni, alla fine decide il Pontefice”

I DIVORZIATIE LA COMUNIONE

Non si tratta di negarel’i n d i s s ol ub il i t àdel vincolomatrimoniale, madi cercare una stradapenitenziale peri divorziati risposati

L’EX VICEPRESIDENTE

Sanità in Lombardia,il pm: “M a n t o va n iresti in carcere”

qIL PM Giovanni Polizzi, titolare delleindagini che hanno portato in carcere

l’ex vicepresidente della Regione LombardiaMario Mantovani, ha dato parere negativo al-la sua scarcerazione. Il parere del pm, che nonè vincolante, è stato trasmesso al gip StefaniaPepe, che ha tempo fino a martedì per pren-dere una decisione, dopo aver analizzato lacorposa memoria difensiva presentata dal

difensore di Mantovani, Roberto Lassini,questa mattina e i rilievi del pm. Nel “mare dicar te” che il gip dovrà leggere e valutare pri-ma di decidere, anche alcuni documenti ban-cari che proverebbero come “Mantovani nonsia mai stato il beneficiario delle prestazioniprofessionali dell’architetto Stefano Parotti”,ha spiegato Lassini. Il professionista, invece,per l’accusa, avrebbe eseguito gratuitamen-

te lavori di ristrutturazione nelle case dell’exsenatore e dei suoi familiari, in cambio di unacorsia preferenziale negli appalti pubblici. Sultavolo dei giudici sono arrivati anche atti no-tarili del 2003 e 2004, relativi agli spazi con-cessi in usufrutto all’architetto Parotti all’in-terno di Villa Clerici di Rovellasca, uno degliimmobili intestati ad una società riconduci-bile a Mantovani e ristrutturati a costo zero.

LAS C H E DA

Pell, lettere e veleniMartedì il capitolo della“g u e r ra ” vaticana traprogressisti filo-Bergoglio econservatori si è arricchito di unnuovo capitolo: una letterafirmata da 13 porporati ostili allenuove metodologie decise dallaSegreteria generale del Sinodoe approvate dal Papa in persona.I dubbi: rischio di non fareleggere i relatori e i moderatoridei circoli minori,la commissione incaricatadi scrivere il documento finalesbilanciata dalla parte deiprogressisti. Ma ecco subitoarrivare smentite a raffica: daScola a Vingt-Trois passandoper Piacenza. Il cardinaleGeorge Pell (nella foto sopra)ammette di aver firmato, ma “untesto diverso”. Sarebbe propriolui l’ispiratore del documento.La battaglia non è finita.

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | IL FATTO SPECIALE » 11

IL VIAGGIO Inchiesta sui cattolici/10 Tra le persone normali il sinodo è lontano,gli ordini delle gerarchie irrilevanti, tranne che per pochi nostalgici

Q» MARCO MARZANO

uella di oggi è l’ultima punta-ta della mia inchiesta sullaChiesa Cattolica italiana altempo di Francesco. Si con-clude così quello che per me èstato un viaggio a tratti entu-siasmante, nel quale ho impa-rato molte cose, conosciutopersone splendide e iniziatoun fitto dialogo con i lettori diquesto giornale che, per co-minciare, si rifletterà nell’e-book che, accanto a tutti i mieiarticoli, comprenderà alcunedelle tante lettere che ho ri-cevuto da voi e che poi sperocontinuerà fecondo nel tem-po. Questo è il momento delbilancio, delle immagini disintesi che si possono ricava-re dall’osservazione delle va-rie tappe del mio viaggioall ’interno della Chiesa ita-liana.

LA PIÙ VIVIDA delle istanta-nee, quella che per prima miviene alla mente, è l’opposi -zione piuttosto netta tra laChiesa di vertice e quella dibase, tra la casta sacerdotale eil popolo di Dio. Quest’ultimomi è apparso infatti, nelle tan-te periferie esistenziali in cuil’ho cercato, perfettamentesecolarizzato, cioè formato dapersone adulte in grado di ra-gionare con la propria testa,molto a loro agio nel mondo econ i non credenti, impegnatein una miriade di progetti lo-cali di solidarietà, non osses-sionate dal sesso, dalla colpa edal peccato, ma piuttosto in-teressate a manifestare la lorofede pregando, meditando sulVangelo e soprattutto aman-do il prossimo. Nei casi mi-gliori, costoro rappresentano,ai miei occhi, il volto di Dio,cioè sono la dimostrazione vi-vente degli effetti positivi chela fede (anche, e forse soprat-tutto, quella incerta, anchequella più tormentata e sof-ferta) può produrre in chi la

possiede. Questi “cattolici a-dulti”ignorano serenamente idocumenti prodotti dalla ge-rarchia, seguono i vari sinodiin modo distratto, dato chenon hanno né il tempo né lavoglia di star dietro alle dottedispute dottrinarie sulla fa-miglia e dintorni che al con-trario tanto impegnano la ge-rontocrazia clericale. E que-sto sia perché di famiglia nehanno molto spesso una pro-pria, con tante esigenze che si

sommano a quelle della par-rocchia, della Caritas, del vo-lontariato, eccetera, sia per-ché pensano che quelle dispu-te non li riguardano un gran-ché, perché ritengono chequello che viene dai palazzidel potere clericale non ri-guardi davvero la loro vita. U-na vita, la loro, calata perfet-tamente in questo tempo sto-rico e nella quale si dà perscontato quello che è scontatoper tutti noi: e cioè che usareun anticoncezionale non èpeccato ma è anzi un gesto diresponsabilità, che il matri-monio non è l’unico regimeaccettabile per una relazioneamorosa, che gli omosessualisono persone perfettamentenormali e non difetti dellacreazione, che una strage dimafia o uno sterminio di mas-sa rappresentano colpe untantino più gravi di un divor-zio. E via di questo passo.

LE RIFORME che la Chiesastenta così tanto ad avviare,sulle quali si tormentano inpunta di teologia e di dirittotanti cardinali, loro le hannogià realizzate. Le loro esisten-ze non assomigliano ormaipiù in nulla a quelle dei loroantenati, a quelle dell’epoca acui tanti gerarchi vorrebberoche tutti tornassimo. Verreb-be da dire che, per tanti versi,questi cattolici sono già di-ventati protestanti, hanno giàsaltato il fosso che li separa daun cristianesimo all’alte zzadei tempi e delle sensibilitàcontemporanee. Quasi tutticostoro amano papa France-sco, un capo che finalmentesembra essersi messo, pur contante contraddizioni ancorairrisolte, in sintonia con i lorosentimenti, con il loro deside-rio di disporre di una letturadel messaggio evangelico me-no retrograda e reazionaria,più aperta e disposta ad esal-

tare i temi dell’amore, dellamisericordia, della giustizia.

Nella Chiesa di base non cisono ovviamente solo cattoli-ci di questo genere. Ci sonoanche, e non sono pochi, con-centrati soprattutto nei movi-menti ecclesiali (Cl, neocate-cumenali, eccetera) o nei ter-ritori dove il laicato è matura-to di meno, cattolici premo-derni o infantili, quelli che adusare la propria testa non so-no capaci o non hanno l’inten -zione, quelli che hanno anco-ra bisogno di venerare l’auto -rità costituita, quelli che sisentono piccoli piccoli al co-spetto di una veste cardinali-zia o anche solo della tonaca di

un prete, quelli che si confes-sano due volte alla settimana eal prete raccontano soprattut-to quante volte si sono ma-sturbati e non quante altrehanno sottratto denari alla co-sa pubblica o peggio, quelliche, in quanto cattolici osse-quiosi del precetto, coltivanoun odio settario per tutti co-loro, e cioè il resto del mondoal di là del loro piccolo mani-polo, che ignora bellamente ladottrina morale della Chiesa ele sue ricette di vita. Per que-sto genere di cattolici, quelche succede al Sinodo e din-torni è assai più rilevante. Il ri-schio che loro paventano è in-fatti quello di un cambiamen-to, anche minimo, nell’i m-pianto dottrinale costruito,con reazionaria meticolositàe sapienza, dai due predeces-sori di Francesco. Se ciò avve-nisse, la Chiesa si avvierebbe,ai loro occhi, a smarrire sestessa, a confondersi con l’o-diata modernità, a imbrocca-re la china della resa definitivaai demoni dell’ind ivi dua li-smo libertario e della demo-crazia.

All’incrocio di tutti i cam-mini, quello dei cattolici adul-ti e quello degli infantili, quel-lo della chiesa di base e quellodella gerarchica, nel croceviacentrale di tutto l’intricato vi-luppo di percorsi ecclesialicampeggia, lacerata e soffe-rente, ossimorica quanto nes-sun altra, la figura del prete.Per la gerarchia il funzionariochiamato a disciplinare, consupina fedeltà al vertice, icomportamenti del gregge,per la base molto spesso unprezioso sodale in un percor-so di emancipazione umanaed intellettuale, il presbiterocattolico è sempre di più, nellanostra epoca, un luogo di con-traddizioni viventi e dolorose,che talvolta si riverberano inseri disagi psichici, che spessosi tramutano in malattie, an-che se solo dell’animo.

IL TEMA DEL CELIBATO e dellavita affettiva e sessuale delclero è la più evidente cartinadi tornasole di queste enormicontraddizioni. Per i cattoliciadulti, si tratta di un argomen-to totalmente irrilevante: co-storo sarebbero contenti se ilvincolo fosse abolito; per loro,che il prete abbia o no una fi-danzata o un fidanzato è deltutto affar suo, è una questio-ne privata. Quel che conta èche egli sia preparato, compe-tente, onesto e disponibile,che aiuti la comunità a dive-nire sempre più adulta, auto-noma e consapevole di sé.

Al contrario, per i cattoliciinfantili, l’asessualità del pre-te, la sua purezza fisica rivesteu n’importanza enorme, è lapremessa per reputare sacrala figura sacerdotale, per ac-costarla a quella immensa esalvifica del Cristo. E di con-seguenza per consideraresanta la Chiesa come strutturadi mediazione tra Dio e l’uo -mo. Negare questo assuntovuol dire, per i credenti bam-bini, compiere un vero e pro-prio sacrilegio. Quello che, nelmio piccolo, ho compiuto io ailoro occhi quando ho scritto,in una delle ultime puntated el l’inchiesta, che la castitàdel clero è una finzione.

Sono stato sommerso dalettere colme di indignazionee di rabbia incontenibile e ge-nuina. Come se avessi be-stemmiato. Solo perché ho di-chiarato che i preti sono uo-mini come tutti gli altri. Né piùné meno. E che quando si sfor-zano di non esserlo spessoprocurano a sé e ai fedeli che licircondano danni psichici emorali non proprio irrilevan-ti. Su questa traccia, sullascorta di molte delle vostrereazioni alle mie parole, vo-glio lavorare alacremente nelprossimo futuro. Sempre nel-la convinzione di rendere o-maggio a quella che rimango-no le mie divinità personalipredilette: la libertà di pensie-ro e l’amore per la verità. Buo-na domenica a tutti.

(10. fine)[email protected] ©

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INDIFFERENTI AI DIKTAT DEL CLERO

In tanti sono già diventati“p rotestant i”, hanno trovatouna forma di cristianesimoal l’altezza dei tempi

LE REAZIONI DEI LETTORI

Sono arrivate lettere colmedi indignazione solo perchého dichiarato che i preti sonouomini come tutti gli altri

Con Francesco sta finendoil tempo dei “fedeli bambini”

Fine di un’e-p o ca Sopra ilmeeting diComunione eliberazione aRimini, a fian-co Papa Fran-cesco tra i fe-deli a Napolinella visitadi marzoAnsa LaPresse

L’i n i z i at iva

n ORAL’E-BOOKPer diecidomeniche ils o c i o l o goM a rcoMarzano haraccontato ic a t to l i c iitalianinell’éra dipapaFra n ce s co :quelli cheinseguonomiracoli, idivorziati chenon possonofare laco m u n i o n e ,glio m o s e ss u a l i ,le donne, ig i ova n i .R a cco g l i e re m ogli articolidella suainchiesta e levo s t rete s t i m o n i a n zein un e-book.Continuate ascriverci al e t te re @ i l fa t toq u o t i d i a n o. i tm a rco. m a r [email protected]

Le diecipu nt ateIl viaggio diMarco Marza-no tra i catto-lici italiani ècom i nc i atosulle paginedel Fatto Quo-tidiano il 13 a-gosto scorso

12 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015P randeGiazzaInviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano

00193 Roma, via Valadier n° 42 - [email protected]

PRO GR A M M I TV DOMENICA 18 ottobre 2015

10:30 A sua immagine10:55 Santa Messa da Regalbu-

to (Enna)11:50 A sua immagine12:00 Angelus da P.za S. Pietro12:10 A sua immagine12:20 Linea verde13:30 Tg114:00 L'Arena16:35 Domenica In18:45 L'Eredità20:00 Tg120:35 Affari tuoi21:30 Provaci ancora Prof! 623:29 Tg1 60 Secondi23:30 Speciale Tg100:35 Tg101:00 Cinematografo Speciale

Festa del Cinemadi Roma

02:15 Settenote - Musica e mu-siche

11:00 Mezzogiorno In Famiglia13:00 Tg213:45 Quelli che aspettano15:30 Quelli che il calcio17:10 90° Minuto Zona mista18:00 90° minuto19:35 TELEFILM Squadra Spe-

ciale Cobra20:30 Tg221:00 TELEFILM N.C.I.S.22:40 La Domenica Sportiva01:00 Tg201:20 Sorgente di vita01:55 Appuntamento al cinema02:00 FILM Blood Out03:25 FILM La felicità porta for-

tuna05:15 Videocomic Passerella di

comici in tv05:40 Detto Fatto

12:00 Tg312:10 Tg3 Fuori linea12:25 E lasciatemi divertire13:25 Fuori quadro - Amore

mio14:15 Tg314:30 In 1/2 ora15:05 Camila Raznovich condu-

ce Kilimangiaro Tutto unaltro mondo

19:00 Tg320:00 Blob20:10 Che tempo che fa21:45 Report23:25 Tg323:40 Gazebo00:40 Tg300:50 In 1/2 ora01:20 Fuori orario. Cose (mai)

viste01:30 FILM Ora zero

08:25 Due Per Tre08:57 Terra!10:00 Santa Messa10:50 Le Storie di viaggio a...11:30 Tg412:02 TELEFILM La Signora in

Giallo14:00 Donnavventura15:02 Memphis Belle17:19 La valle della vendetta18:55 Tg419:30 Tempesta d'amore21:15 FILM Danko23:32 Testimone involontario00:30 Terra!01:30 Tg4 Night News01:52 Media Shopping02:07 Ieri e oggi in Tv Special

09:10 Le Frontiere dello Spiri-to

10:10 Pianeta Mare11:00 Le Storie di Melaverde13:00 Tg513:40 L' Arca di Noè14:00 Domenica Live18:45 Avanti un altro20:00 Tg520:40 Paperissima Sprint21:10 Il Segreto22:50 X-style Motori23:30 Speciale Premium00:40 Downton Abbey01:40 Tg5 P02:25 Striscia La Notizia02:42 Uomini e donne04:00 Parenthood

08:50 Lupin III: La cospirazionedei Fuma

10:30 Il Piccolo Panda12:25 Studio Aperto13:00 Grande Fratello 201513:25 Sport Mediaset XXL14:00 Il Viaggio dell'unicorno17:15 Studio Aperto17:30 Campionato Mondiale

Superbike 201518:50 Fuori Giri - Sbk19:00 New Moon21:25 Open Space00:40 Tiki Taka02:20 Magazine Champions

League02:50 Premium Sport News03:15 Studio Aperto - La Gior-

nata03:30 Media Shopping

07:30 Tg La707:50 Omnibus Meteo07:55 Omnibus09:45 L'aria che tira - Il diario11:00 Gustibus11:45 La paura fa 9013:30 Tg La714:00 Tg La7 Cronache14:40 La libreria del mistero16:30 Josephine Ange

Gardien20:00 Tg La720:35 Crozza nel Paese delle

Meraviglie21:10 Il boss dei Comici00:10 Tg La700:20 Tutta colpa del fattori-

no02:00 L'aria che tira - Il diario

18:45 Apes Revolution - Il pia-neta delle scimmie

21:00 Sky Cine News21:10 Bad Company - Protocol-

lo Praga23:10 Fratelli unici00:50 Lord of War03:00 Duets: Argentero & Bova

- Speciale

11:35 Les Revenants12:35 Atlantic Confidential12:50 Maratona Texas Rising21:10 I Tudors23:05 The Brink23:35 Aquarius01:05 I Tudors03:00 The Leftovers - 1^

In tempi di crisi, a ragionarein lire ci si azzecca sempreBene o male, il Senato è stato sop-presso: ci sono 315 parlamentariche vanno a casa e che hanno “di-ritto” (i loro sì che sono “diritti” ve-ri) di godersi pensioni, anzi “vita-lizi”, e “buonuscita” o indennità direinserimento. Ebbene, faccio deiconti alla carlona sulla buonuscita,calcolando l’indennità a dieci milaeuro mensili e dieci anni di mediadi mandato per senatore. Sono intutto 30 milioni. È una cifra che nonfa impressione, ma noi vecchi pa-ragoniamo sempre gli euro alle lire:si tratta pur sempre di 60 miliardi.

CLAUDIO CARLIS

La tv del dolore che gli anzianinon possono non guardareI forzati della tv sono spesso per-sone anziane che, per lunghe oredella giornata, non hanno altracompagnia dello schermo accesocon voci e persone ormai semprepiù lontane dallo loro vita, anche sefamiliari. Ma nelle cosiddette tra-smissioni di intrattenimento, datempo è apparso evidente l’aumen-tare dello sfruttamento delle emo-zioni che le disgrazie degli altri in-ducono nello spettatore. Tragediefamiliari vengono riproposte in-cessantemente, quasi sempre conle stesse immagini, un numero in-finito di volte per dire quasi le stes-se cose, non di rado iniziando conannunci di mirabolanti “novità” e-sclusive. Si sono costruiti perso-naggi di commentatori di profes-sione che spesso mancano di ri-spetto alle stesse vittime. Poi ci so-no casi in cui non puoi non condi-videre lo sforzo disperato dei fami-liari alla ricerca della verità, DenisePipitone e Manuela Orlandi, ad e-sempio, ma non solo: non tutto è dabuttare, a mio giudizio.

GIAMPIERO BUCCIANTI

Non ho una televisione in casa,devo pagare il canone. È così?Sono un insegnante pensionato di83 anni. Avendo esaurito la mia ca-pacità di sopportazione per i pro-grammi televisivi in genere, e perquelli italiani in particolare, rotta-mai il mio ultimo televisore il 1°gennaio 1990 (25 anni or sono). Diciò avvisai la Rai. Da allora non ri-cevo programmi televisivi, non pa-go canoni, non posseggo altri appa-recchi. Ritengo illogica, prepoten-te e lesiva la pretesa che io paghiper un servizio che non ricevo o peril possesso di un apparato che nonposseggo. Quindi non intendo pa-gare la parte di bolletta Enel rela-tiva alla Tv. Né potrò pagare la mi-nacciata multa con una pensione

prossima al minimo. Come difen-dermi da questa imposizione?

FILIPPO FRANCESCHI

Nuoce gravemente alla salute:la velata frase anti-abortoUn mese fa indirizzai una lettera a-perta alla ministra Lorenzin per-ché dal suo decreto legislativo an-ti-fumo cancellasse, o almeno ri-formulasse, la frase “il fumo puòuccidere il bimbo nel grembo ma-terno”, prevista su pacchetti di si-garette e tabacco. Tuttavia quellafrase resterà e verrà corredata, co-me pure era previsto, dall’immagi-ne di due coniugi che piangono suuna bara bianca. Dunque, ci sareb-be già un “bimbo” nel grembo ma-terno? Lo zigote, l’embrione, il fe-to, sarebbero “bimbi”? Come si puòuccidere un “bi mb o ” che ancoranon è nato? E se il fumo “può uc-c id e r e” quel “b im b o ”, allora una

donna che ricorra a un’interruzio-ne di gravidanza lo uccide sicura-mente, dunque è un’assassina. Puressendo importante cercare di dis-suadere i fumatori dal farsi del ma-le, quella frase è un falso, una “pub-blicità ingannevole” che colpevo-lizza le donne che abortiscono equindi, come il fumo, nuoce grave-mente alla loro salute.

PAOLO IZZO

Burocrazia a parte, il governoper il resto ha fatto fuori tuttoCastellani dall’alto dei loro manieriintravedono uno strano RobinHood che nulla toglie ai ricchi eprende ai poveri e pur’anche ai ma-lati. Fuor di pur realistica metafo-ra, la detassazione dell’Imu ineri-sce anche le abitazioni di gran lus-so. Pertanto, siffatta onerosità di ri-scossione la dice lunga su una dellesbandierate e radicali riforme da

effettuare sulla burocrazia. In altreparole, se un’operazione su unarealtà così limitata viene a prioriscartata, come si procederà a razio-nalizzare una granitica forza qual èla burocrazia, appunto.

LUCIANO DI CAMILLO

Malgrado gli slogan, la libertàd e l l’omosessuale non ha tuteleVi ricordate “uccidere un fascistanon è reato”? Il tempo passa e lamodernità ha cambiato obiettivo.Sembra che picchiare un “gay” nonsia reato. Leggo dalla cronaca deitre rumeni assolti dall’accusa di a-ver picchiato un gay a Roma nel-l'ormai lontano 2010 “per non avercommesso il fatto”. A parte il tem-po che è passato dall’episodio, unacosa vergognosa, dovremmo fare icomplimenti a quell’avvocato di-fensore per aver dimostrato l’indi-mostrabile, perché fior di testimo-

ni avevano avvallato l’accusa. Leg-geremo le motivazioni, ma sembrasaranno un ’arrampicata suglispecchi con gran stridore di un-ghie: una sentenza da brividi e nonsolo per il suono di quelle unghie.Questa è la nostra giustizia: debolecon i forti e forte con i deboli. Oggi,siamo alla certezza che sarà sem-pre meglio avere nulla a che farecon i tribunali. Oggi, siamo certiche il diritto alla personale incolu-mità non esiste e neppure quellotanto sbandierato dalla politicacorretta: la libertà di essere gay.

FRANCESCO MONTAGNE

La pessima controriformache non lede la democraziaEsiste un unico modo per capire severamente tale “riforma” è un vul-nus alla Democrazia e produce unsistema dittatoriale. Noi dobbiamopartire dal presupposto che esisto-no due volti, due concetti di Demo-crazia. La Democrazia intesa come“struttura” e la Democrazia intesacome “qualità. La struttura dellaDemocrazia è l’insieme dei suiprincipi supremi: elezioni, laicità,eguaglianza, diritti umani, libertàecc. La qualità della Democrazia èinvece il livello di “efficienza del si-ste ma” (qualità della sanità, dellascuola, delle istituzioni). Questa“contro-riforma” abbassa la secon-da “dimensione” della democraziama non tocca minimamente i Prin-cipi che ne stanno alla base. Perquanto pessima la riforma non in-staura una dittatura.

MARCO SCARPONI

Ad Avellino il torrente rischiadi esondare: si eviti la tragediaSono un meridionale trapiantato aMilano da tempo immemore e, consommo rammarico, devo denun-ciare lo stato in cui versa il torrentedi Joffredo-Castello a Cervinara,balzata all’onore della cronaca perl’evento alluvionale del 16 dicem-bre 1999, che provocò cinque vitti-me. Una delle cause di quella tra-gedia fu proprio l’esondazione deltorrente. Ciononostante, ho notatoche il torrente versa in condizionidi totale incuria. La vegetazionenel letto è cresciuta in misura a-mazzonica e lungo gli argini c’è ditutto e di più, con problemi igieni-co-sanitari e grossi pericoli chepossono compromettere l’i nco lu-mità degli abitanti. Finora solo unoscaricabarile tra l’a mm in is tr az io-ne locale e il Genio civile di Avel-lino. La gente, giustamente, èpreoccupata mai. Non si chiede al-tro che un sacrosanto diritto: vive-re in sicurezza e serenità.

GIUSEPPE NAPOLITANO

SENZA RETE ANTONIO PADELLARO

Crozza nel paese reale,la micidiale comicità dei fattiCARO ANTONIO, quasi tutti i commenti che ho letto quisotto sono ferocemente contrari ai tuoi articoli pur dichia-randosi assidui lettori del Fatto qualunque cosa tu scriva tiattaccano senza quartiere fanno così anche con Travaglio,con Scanzi poi non ne parliamo. A me sembrate personeserie e con la schiena dritta. Come mai ce l’hanno tantocon voi? Secondo me o gli avete fatto qualcosa di male,oppure più semplicemente non condividono la vostra li-nea antirenziana e quando gli toccate “il Cazzaro” soffro -no tanto! Tanto! Ma non potrebbero leggere L’Unità?

SA LVATO R E

S U CC E D E perché Padellaro, Travaglio, Scanzi hanno, co-me tutti, le loro idee, le loro opinioni ma poi ragionano conla testa. Il lettore medio del Fa t to ragiona con la pancia.Come i tifosi del calcio, non c’è dialogo: o si fa branco o ci siinsulta.

T H E B E AG L E PAC K

N AT U R A L M E N T E non tutti i commenti sono “ferocemen -te”contrari a ciò che scrivo e ciò vale anche per Travaglio,Scanzi e le altre firme del Fa t to . Comunque, le opinionianche duramente polemiche (se bene argomentate e sen-za che si scada negli insulti personali) possono essere u-tile motivo di riflessione, essendo più difficile dialogare oscontrarsi con chi la pensa come te. Non credo neppureche i nostri lettori medi “ragionino” con la pancia. Forse,semplicemente, approfittano di una tribuna libera comela nostra (visto che non ce ne sono tante in giro), e qualchevolta ci vanno giù pesante. Del resto, una parolaccia inpiù è sempre meglio di una parola in meno. Prendete Croz -za nel Paese delle Meraviglie, strumento d’informazione distraordinaria efficacia nel suo mix di satira, giornalismoe linguaggio esplicito. Maurizio Crozza, lo sappiamo, è

molto di più di un bravo comico. E devo dire che quando silimita a qualche notazione di costume o a qualche battutaazzeccata sul politico di turno, come avveniva a Ballarò eadesso a Dimar tedì, il suo talento appare compresso, trat-tenuto, come una Ferrari costretta a procedere nel traf-fico cittadino. Mentre il suo spettacolo del venerdì su La7rappresenta la più micidiale critica ai poteri costituiti diquesto nostro Paese, e fondata rigorosamente sui fatti.L’altra sera, nell’interpretazione del Bobo Maroni peno-samente aggrappato alla tiritera sulla regione Lombar-dia che non ha “preso tangenti”, nel mentre gli arrestanoe indagano vicepresidente e assessore, quella di Crozzanon era parodia ma teatro dell’assurdo. Così come neltaxi di Verdini che imbarca parlamentari di destra chepoi scarica al Nazareno – il peggio del peggio del trasfor-mismo girovago –, c’è l’eterna e un po’ turpe commediaall’italiana. Per non parlare del delirio iperbolico del go-vernatore campano, perfettamente cucito sulla prosopo-pea vanagloriosa del politico meridionale che si crede DeGaulle ma è soltanto De Luca. Si ride molto e si ride amarodi fronte a questo affilato real-show che non esita a de-scrivere Matteo Renzi per quello che appare: un reucciopieno di sé, un vuoto a perdere assecondato da una cortedi ruffiani. Tenetelo da conto il Crozza-Renzi perché cosìnon lo vedrete da nessun’altra parte. Immagino le let-teracce dei renziani imbufaliti che Maurizio riceverà, eun po’ mi consolo. Così come penso che, fortunatamente,abbia troppa autoironia perché possa abbandonarci e se-guire le orme di un altro ex comico genovese diventatoleader di partito.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n° 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | PIAZZA GRANDE » 13

CAMPAGNA DI LIBIA,RENZI AVRÀ LA SUA

» FURIO COLOMBO

A TRIPOLIMAI COSÌ TANTE

DIVISIONI» MATTIA TOALDO *

Cominciamo a capireche se Renzi vuolequalcosa la ottiene.S’intende che siamoall ’interno del cer-

chio del suo potere, che è statodisegnato con mano ferma, e poicoprendo quella mano ogni

volta con la solenne afferma-zione “ce lo chiedono gli italia-ni”. O anche, come è accadutoper la degradazione del Senato,“da decenni gli italiani ce loch ie dev ano ”, frase fantasiosama efficace se detta con adegua-ta fermezza, pur sapendo che èuna affermazione impossibile.

Ma ciò che è accaduto per larapida, affannata e completacancellazione della parte di Co-stituzione relativa al Senato(conclusa anche con un autore-vole autentica notarile del piùalto livello, legittima, ma, dicia-mo, insolita) va notata come laprova di due fatti. Il primo è chela grande maggioranza dei se-natori si sono auto-cancellati con disci-plina e solerzia, in ba-se alla evidente con-sapevolezza di non a-vere scelta. Una voltaavviato il gioco si puòfare solo “la cosa giu-sta”.

Il parlamento nondiscute e non decide.Esegue. Il secondo èche anche Renzi mo-stra di forzare la mar-cia secondo un pote-re delegato di cui, do-po varie prove con“ p a r t e c i p a z i o n is tr ao rd in ar ie ” a nd a-te male, è risultato es-sere il miglior leader

esecutore.È uno molto bravo a stare alla

testa di un corteo che gli è statoaffidato, portandolo dove lo de-ve portare. Ha inventato i gufi ei rosiconi sia per una naturaleincapacità di sopportare chi glidà torto, sia perché non riesce aspiegarsi che ci sia gente, chepure vuole restare in politica,incapace di capire che non ètempo di discutere, e non si sa-prebbe con chi. C’è un percorsosegnato e chi vuole restare ingioco, lo segue.

SIAMO SINCERI. Renzi e la Bo-schi ne sanno quanto noi. Comeal posto di guida dei mitici bom-bardieri della Seconda guerramondiale, la busta delle istru-zioni si apre a bordo.

Una delle buste diceva “Sena -to”. E il Senato è stato centrato in

pieno. Un’altra, letta per noi adalta voce (e non una volta sola)da Renzi e Pinotti alcuni mesi fa,diceva “Libia”. E questo spiegala vivace irritazione di Renziquando all’improvviso gli dico-no “Siria”, rivelando che alcunfili si sono impigliati in qualchepunto a monte.

Renzi fermamente risponde(14 ottobre): “Se qualcuno pen-sa di risolvere il problema dellaSiria dicendo ‘stamattina mi al-zo e decidiamo di fare i bombar-damenti’, io dico ‘auguri e inbocca al lupo’, ma non risolveràil problema”. Non è com l’A f-ghanistan, che non lo riguarda.se si deve continuare, si continuipure, è roba del prima. Adessoperò c’è chi vorrebbe portarlofuori dal percorso prestabilito eannunciato. Ma Renzi ha già di-mostrato che non è tipo da la-

sciarsi distrarre. Seha un compito daportare a termine,contate su di lui.

Lui (sostenuto dauna ripetuta confer-ma del ministro dellaDifesa Pinotti, esecu-trice fedele dell’e se-cutore inflessibile)ha detto Libia.

Nella dichiarazio-ne appena citata Ren-zi si accorge che qual-cuno ha fatto confu-sione e ripete benchiara la missioneche gli è stata affida-ta, contando sulla suadeterminazione, conle parole: “Per la Li-

bia serve una strategia che possarisolvere ciò che l’intervento diquattro anni fa non ha risolto”.

Serve una strategia e Renzi ela Pinotti stanno dicendo: “noil’ab b i a mo ” Ricordate quantevolte si è parlato di “colpire a u-no a uno gli scafisti”, di “colpiregli organizzatori criminali ditraffico umano” (come è acca-duto nella vicenda di Tripoli, uncommando che uccide uno cheforse è un capo, una storia emer-sa per poche ore, con indicazio-ne di probabili esecutori italia-ni, e che è subito rientratanell’ombra delle cose che non sisanno e non si chiedono)?

IN QUELLA OCCASIONE a qual-cuno, nel cerchio della Pinotti,ha detto che la Marina italianaha finora distrutto 500 barconi.Ciò dimostrerebbe che una par-te delle operazioni militari è giàcominciata.

E spiegherebbe perché il Me-diterraneo, dove pure si eseguo-no straordinari salvataggi, è af-follato di navi da guerra, portae-rei, sommergibili e aerei dacombattimento, una operazio-ne molto più costosa di una purcostosa missione di salvataggiotipo Mare Nostrum.

Tutto questo consente di direcon una certa sicurezza che sì,Renzi avrà la sua campagna diLibia. Libia, non Siria, esatta-mente come aveva annunciatoquando le navi da guerra hannocominciato ad affluire nel Me-diterraneo.

Qualcuno è in disaccordo, allespalle di Renzi. Ma Renzi nonsembra avere dubbi sulla voceche conta.

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In Libia è tempo di scelte im-portanti. L’8 ottobre l’invia-to speciale dell’Onu, il diplo-matico spagnolo Bernardi-no Leon, ha presentato un

piano di pace e un governo di u-nità nazionale. Le diverse fazionisono chiamate a dare una rispo-sta definitiva entro martedì.Questo fa sembrare la pace e lastabilizzazione del Paese moltovicine, tanto che i britannici han-no organizzato per domani un in-contro internazionale per discu-tere di come sostenere il nuovogoverno libico – quello che le fa-zioni devono approvare entro ilgiorno successivo.

IL PROBLEMA è che l’approvazio -ne del pacchetto che include ilpiano Leon e l’esecutivo unitarioè di la da venire. Il parlamento diTobruk ha provato a discutere lamateria la scorsa settimana manon riuscendo a raggiungere unaccordo, ha rimandato la discus-sione e la votazione a lunedì, incontemporanea con l’in co nt rodella comunità internazionale aLondra. I media libici prevedonoche, se tutto va bene, a Tobruk do-mani voteranno un “ni”: sì condi-zionale all’accordo e una richie-sta di rivedere i nomi del governoproposto da Leon. Peggio ancoraa Tripoli dove ancora non è stataconvocata una riunione del Con-gresso Generale Nazionale, ilvecchio parlamento che è statoriesumato per sostenere la coali-

zione Alba libica e che non è ri-conosciuto da nessun paese al difuori della Libia. Alba libica, natacome coalizione tra milizie isla-miste, berbere e della città di Mi-

surata, si è persa per strada pro-prio queste ultime che ne costi-tuivano la parte militarmente piúimportante.

Mentre si parla di governo di u-nità nazionale, la realtà è quelladella divisione del Paese in mol-teplici strutture di governo paral-lele: il governo di Tobruk con-trolla una parte della Cirenaica e

alcune zone attorno a Tripoli; lacapitale e parte dell’ovest sonocontrollate dal Congresso Gene-rale Nazionale; le città di Misu-rata e Zintan agiscono come stati

indipendenti; ilsud è nel caos to-tale.

A spezzare ul-teriormente indue il Paese c’èDaesh, che i libicichiamano “or g a-nizzazione delloStato” e che allar-ga sempre di piú ilsuo controllo nel-la Libia centrale,attorno alla città

di Sirte e laddove si congiungonola strada costiera e quella che siinoltre nel deserto fino a Sebha.

Il piano Leon può non piacere amolti in Libia e fuori, ma l’alter -nativa migliore è la continuazio-ne di questa estrema frammenta-zione. L’alternativa piú realisticaè peró che la bocciatura dell’ac -cordo di pace conduca ad un’e-

scalation dei combattimenti e alprevalere dei “duri” a Tobruk co-me in Tripolitania. Il governo diTobruk infatti è sempre piú o-staggio del generale Khalifa Hef-tar, che si erge a paladino dellalotta contro tutti gli islamisti e sifa forte del sostegno di Egitto edEmirati Arabi Uniti. Heftar tienesostanzialmente in libertà vigila-ta l’attuale primo ministro Ab-dullah al Thinni e conta di stabi-lire un consiglio supremo milita-re sul modello egiziano per me-glio confermare la sua suprema-zia. Sarebbe però un bel magro ri-sultato, visto che Heftar non rie-sce a conquistare neanche Ben-ghazi (cosa che ha promesso piúvolte nell’ultimo anno), figuria-moci Tripoli.

DELLA CAPITALE invece si occupaSaif al Islam Gheddafi, il piú po-tente tra i figli dell’ex dittatore.Come riportato dal Fatto lo scor-so fine settimana, l’ex “erede alt ro no ” avrebbe fatto pervenireun messaggio con cui annuncia diessere alla testa di diverse milizieche dalla città di Zintan muove-rebbero alla volta di Tripoli. Solouno dei segnali di come dai col-loqui di pace si potrebbe passarepresto ad una pericolosa escala-tion, con relativo ulteriore dram-ma umanitario per i libici e con-seguenze amare per l’Italia, siasull’immigrazione che su Daesh.

* analista presso lo EuropeanCouncil on Foreign Relations

FATTI DI VITA

Isterie e profezieDue parolesu Roma, with love» SILVIA TRUZZI

I l lettore vorrà perdonarmi se questa ru-brica inizia con il più lurido dei prono-mi. È necessario per spiegare da quale

posizione – geografica e non – si vuole in-tervenire sulla “questione Capitale”.Io vivoa Milano, prima stavo a Roma, dove tutte levolte che torno mi succede dibenedire il trasloco. Roma èun posto dove la distanzache ti separa da ogni cosa opersona che non sia a unmetro da te richiede un i-naccettabile dispendio dienergie, tempo e spesso sol-di. E questo non è solo irritante,non rende soltanto la vita complicatissima.È un fattore di democraticità: dove i mezzipubblici funzionano si può abitare in peri-feria – la vita costa meno – e lavorare in cen-tro.

Sembra che talk show, giornali, politiciurlanti vogliano quotidianamente confer-mare la sensatezza della mia scelta. Ognivolta che accendi la tv c’è un servizio suidisservizi. O sul degrado. La foto del topomorto davanti alla stazione Cavour fa il gi-ro del mondo: si vede che i giornalisti nonsi sono mai affacciati sul Naviglio di Mi-lano dove si possono osservare quotidia-namente gare di nuoto tra ratti. I dipen-denti sono in assemblea perché non paga-no loro gli straordinari, il Colosseo è chiu-so per qualche ora: e scatta immediata-mente l’emergenza nazionale. Se la stessacosa succede a Palazzo Vecchio per l’i n-contro dello sceicco degli Emirati arabicon il premier sono “esigenze di ordinepubblico”. La metropolitana si ferma e lanotizia diventa subito uno strillo nelle ho-mepage di tutti i siti. Se succede a Napoli,dove la linea 1 è assai frequentemente gua-sta, la notizia esce sui giornali locali. Peròtutti sappiamo che la fermata Toledo è unadelle dieci più belle del mondo. Ovviamen-te è l’unica: basta arrivare in stazione eprendere la metro per capire di cosa par-liamo, per non dire del coraggio che ci vuo-le per salire sulla Circumvesuviana. Cosìnon può che essere una profezia che si au-toavvera.

È VERO : Roma è capoccia, caput mundi, so-prattutto capitale. Non può avere un unicosistema di trasporto (lo scooter). O stradecon più buche che asfalto. Non può avereuna classe politica così misera come le vi-cende delle ultime settimane dimostrano.In tanti hanno fatto giustamente notarel’accanimento non terapeutico contro Ma-rino, in queste deliranti settimane. Alcunipensano che dietro il tiro all’Ignazio ci sianointeressi diversi, come il tentativo di priva-tizzare l’Atac. Sia quel che sia, il risultato èche siamo ostaggio d’isterismi ignoranti e diuna scomparsa capacità di analisi di que-stioni complesse che ci impedisce di farciun’idea non “impre ssio nista ” della situa-zione. Nel capitolo isterismi non rientranosolo giornalisti superficiali (o che procedo-no per riflessi condizionati) ma anche trop-pi politici con la sindrome da taglio del na-stro. Ci si augura che il prossimo primo cit-tadino di Roma –che non sarà dotato di bac-chetta magica – abbia il buon senso di ri-durre quelle pagliacciate che secondo i genidella comunicazione servono a veicolarel’immagine di un sindaco cool. Giuliano Pi-sapia è rimasto un personaggio schivo an-che da sindaco, ma il suo mandato non è giu-dicato scadente dai cittadini, tanto che c’è lafila di gente che lo supplica di ricandidarsi.Forse proprio perché è sempre a Milano,non insulta chi lo contesta, dosa con par-simonia le interviste. Non si vogliono met-tere due imparagonabili (per dimensioni,ubicazione, storia) città a confronto, sareb-be una suggestione insensata. Si vuol solodire che la serietà (se si potesse ancora dopola tragedia del governo Monti si direbbe an-che “s o br i e tà ”) potrebbe essere la stradaper Roma. È la città del desiderio per tantiche l’hanno dipinta e narrata: forse è la dif-ficoltà a desiderarla ancora a far rabbia.

To Rome, with love.

FAZIONI IN LOTTADomani il Parlamento diTobruk vota sul piano Onu,ma si rischia un’e s c al a t i o ndi violenza, come dimostrail messaggio di Gheddafi Jr

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 15

I treni fermi, i bus nel fangoVia Crucis Siracusa-Palermo

» RENATA STORACI

Alle 6 del mattino lastazione di Siracusaè semideserta. E iltreno sferraglia tra le

luci al neon dei capannonidell’area industriale. Il capo-treno chiama per nome i pen-dolari che raccoglie sulla trat-ta che sembra conoscere me-tro per metro: Priolo, Melilli,Augusta. E sentenzia: “Nonc’è mezzo più sicuro del tre-no”. Sul Minuetto 2803, ovve-ro il regionale veloce delle7.38 in servizio da Catania aPalermo l’atmosfera non èpiù sonnolenta. A bordo ungruppo di sindacalisti chiac-chiera a voce alta. Sulla primapagina di un quotidiano loca-le c’è la notizia dell’a ll ar memeteo su tutta l’isola. La ca-potreno ha i ricci rossi chesbucano dal cappello e untrucco impeccabile. Non per-de l’aplomb quando il treno siferma in un giardino di arancislavato, nella valle del Dittai-no. Faccio una foto al paesag-gio e uno dei catanesi com-menta: “Fotografa perchénon ci crede?”.

È un calo di tensione. Do-vuto ad un fulmine cadutosulla linea, pare. O forse unproblema all’ultima vettura.Le comunicazioni con la cen-

trale operativa di Palermo av-vengono via cellulare. Sispengono le luci e il macchi-nista tenta un reset della mo-trice. Il treno non riparte. I di-splay si riaccendono con l’an-nuncio “prossima destina-zione Catania”. Qualcunochiede se il treno tornerà in-dietro. Il macchinista eseguele indicazioni per un reset ge-nerale, armeggia tra i quadrielettrici delle vetture, e il tre-no riparte a passo d’uomo.

A ENNA HA UN’ORA di ritardo.Ma a Caltanissetta Xirbi siscende tutti. La linea ferrovia-ria è bloccata. Nell’ufficio avetri della stazione c’è chi im-provvisa risposte allo stillici-dio dei malcapitati. A Valle-lunga un treno è uscito dai bi-nari per l’esondazione di untorrente. E il 2803 andrà a soc-correre i passeggeri bloccati.Una coppia di ragazzi litiga.Lei: “Non era cosa di partire,con l’allarme meteo”.

C’è un annuncio con l’alto -parlante e compare un fun-zionario delle Ferrovie, con lacravatta rossa bucata. Arrive-ranno dei pullman con desti-

nazione Roccapalumba, doveun altro treno condurrà a Pa-lermo. Mentre ci sarà un trenoda Xirbi che tornerà a Cata-nia. Sulla mappa Palermosembra più vicina. Un’ora sugomma e un’altra in treno. Co-sì dice il ferroviere pacioso.

I quattro pullman arrivanosul piazzale ma faticano a faremanovra. È mezzogiorno. Dalfinestrino scorrono i lavori incorso della bretella in costru-zione. Quella che servirà abypassare il cedimento delviadotto Imera sulla A19, cheda aprile ha tagliato in due l’i-sola.

Si imbocca l’autostrada e ilsole sembra rassicurante.All’uscita obbligata di TreMonzelli si prende per Calta-vuturo. Poi c’è una telefonatatra gli autisti e i pullman tor-nano al bivio e dirigono su Po-lizzi Generosa. Dopo un trattodi tornanti il borgo con le casedi pietra compare su un crina-le. Come in ogni gita che si ri-spetti c’è la sosta pipì. È l’unae mezza. Pizzette e panini delbaretto sulla strada vanno aruba. C’è chi tenta di convin-cere gli autisti a proseguire dalì direttamente per Palermo.Non c’è verso. Chiedo all’au -tista di chiamare la centrale o-perativa di Fs o almeno i ca-rabinieri per capire se la stra-da sia percorribile. Non mi èconsentito fare domandementre guida. Di nuovo giùper i tornanti in direzione Val-ledolmo per raggiungere lafantomatica Roccapalumba.

Si imbocca la Sp 8, una stra-da costruita con i fondi euro-

pei che taglia i campi. C’è fan-go sulla carreggiata. Indizioinconfutabile di una catastro-fe prevedibile, ma ineluttabi-le. Si supera un trattore, siprosegue tra i colli zuppi d’ac -qua. Ad una curva il bus che fada apripista slitta e urta il pa-racarro, che si blocca nell’in -cavo di una ruota posteriore.Arriva una ruspa a trainarlo.Chiamo i carabinieri, per ca-pire se sanno se la strada è per-corribile. Non lo sanno. E il ti-tolare della Sa.Da. Tour, chenon sa nulla dell’incidente.

ALLE 16.15 ARRIVANO i cara-binieri. La mattina erano sulluogo del deragliamento e leruspe sono di volontari, dico-no. Uno di loro, con le scarpedi cuoio che affondano nelfango, sostiene che gli autistihanno sbagliato strada, un al-tro che dobbiamo proseguire,non c’è alternativa. Idem per ivigili del fuoco. A bordo c’è u-na suora, ma non prega. E una

neonata che non piange.Le ruote del bus affondano

e scivolano nel fango, ma l’as -surdo è che si tenti di prose-guire. Cerco di raccoglierenomi e recapiti dei passegge-ri, per tentare un reclamo col-lettivo contro Fs. La mia ani-mazione infastidisce. Forseanche il mio accento ibrido.Due ruspe trainano il mezzo,che scompare dietro una cur-va. Contrordine. Secondo i vi-gili è impossibile proseguireoltre. Si torna giù a marcia in-dietro per un km e mezzo finoal bivio.

L’AUTISTA PARLAal telefono edichiara con un tono perento-rio che andrà a Palermo. I ca-rabinieri fanno strada fino albivio per Polizzi. Sono passa-te le cinque e ripassiamo da-vanti al baretto all’i ngressodel paese, sotto gli sguardi in-creduli di due anziani sedutisu una panchina. Sulla stradache degrada verso Scillato c’èun monumento alla TargaFlorio, nata sul tracciato im-pervio delle Madonie. Chissàse il mio bisnonno Marcello,che nel ‘29 partecipò al V Girodi Sicilia, non abbia corso perquel tracciato. Il paesaggioall’imbrunire è mozzafiato,come i tornanti che vanno giù.Sulla collina opposta una rigadi cemento: la regia trazzeradei cinque stelle, un km e 300metri con una pendenza da ot-tovolante. Impossibile son-necchiare, anche in autostra-da. Malgrado la sveglia alle 4.Troppi pensieri. Amarezza.Astratti furori. L’orologio sulpiazzale della stazione segnale 19.17. L’arrivo del treno eraprevisto per le 10.29.

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Dieci ore da incuboI pullman sostitutivisbagliano strada, unorimane bloccato, sostepipì e panini al bar

SICILIA Da mesi l’autostrada è interrotta, con la pioggia ferrovie in tilt

M a lte mp oe danniIl trenoM i nue t toche fa Cata-n i a-Pa le r mo,sopra a sini-stra i dannidel maltempogiovedì nelMessinese ea destra un au-tobus impan-tanato Ansa

Eur Un altro piano sul monumento affittato alla maison: “Ma è temporaneo”ROM A

» CATERINA MINNUCCI

Da qualche giorno sul tettodel Palazzo della Civiltà

Italiana, per tutti a Roma “ilColosseo quadrato”, è spun-tato un altro piano. Unastruttura in metallo e vetroche cambia volto a uno deisimboli del quartiere Eur.L’edificio, rimasto chiusoper 70 anni, è stato dichiara-to di interesse culturale ed èquindi vincolato a usi espo-sitivi e museali. Dal luglio2013, a seguito della necessi-tà di Eur Spa – l’ente control-

lato al 90 per cento dal Te-soro e il restante dal Comunedi Roma, già guidato da Ric-cardo Mancini arrestato perMafia capitale – di fare cassaper ricapitalizzare ben 133milioni, è stato concesso inaffitto fino al 2028 al gruppodi alta moda Fendi. Dopo leproteste dei cittadini, la mai-son ha assicurato che lastruttura sarà rimossa dopol’inaugurazione della mostra“Una Nuova Roma. L’Eur e ilPalazzo della Civiltà Italia-n a”, che si terrà il 22 otto-bre.

Tirano un sospiro di sol-lievo gli abitanti della zona,ma certo fanno discutere lescelte della Sovrintendenzaai Beni culturali. Agli artistidella Biennale dell’Antiqua-riato è stata negata una strut-tura temporanea nella mo-numentale Villa Borgheseperché deturpava il panora-ma mentre a Fendi si conce-de un palazzo per adibirlo auffici lasciando alla cittadi-nanza il contentino dell’a c-cesso alla sola area espositivaal piano terra.

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La scheda

n G I O R N ATANERAG i ove d ìs co rs ol’ondata dimaltempo chesi è abbattutasulla Sicilia hafa t toderagliare untreno aVi l l a f i o r i to(C a l t a n i ss e t t a ) :due feriti e ilblocco dellalineafe r rov i a r i aCatania-Pa l e r m o

n LA RETEST R A DA L EDallo scorsoaprilel’a u to s t ra d aA19 Palermo-Catania èi n te r ro t t aperché unafrana hadanneggiato ipiloni di unv i a d o t to.Qualchegiorno fa ilblocco, orasolo parziale,dell’A18M e ss i n a -Catania

Fendi, veranda sul Colosseo quadrato

L’e d i f ic ioIl Palazzodella CiviltàItaliana, peri romani“Coloss eoq u ad rato”,è tra i più notiedifici monu-mentali delquartiere Eur

DA AGRIGENTO A ROMA

Arnone protesta:“Da Legambientecollusioni e omertà”

qIN OCCASIONE del congresso ge-nerale di ieri mattina a Roma, l‘ex di-

r i ge n te di Legambiente Giuseppe Arnone(nella foto), protagonista di mille battaglie e-cologiste e antimafia ad Agrigento e in Si-cilia, si è presentato di fronte alla sede na-zionale dell’associazione - in via Salaria - in-sieme alla Digos, per denunciare collusionie illegalità che attribuisce alla Onlus nell’i-

sola e nel resto del territorio nazionale. L’av -vocato agrigentino ha addebitato il motivodella protesta al rifiuto del presidente di Le-gambiente Vittorio Cogliati Dezza (definitoda Arnone “vergogna nazionale”) di inoltra-re il comunicato in cui chiedeva una discus-sione sul tema, durante l’assemblea. Arno-ne chiede anche “una riunione della segre-teria nazionale sulla gravissima situazione

di Legambiente in Sicilia. Ma si risponde colmuro di gomma e con l’omertà, non si vuolediscutere della mutazione genetica in atto,ovvero di Legambiente asservita agli inte-ressi del rigassificatore della Valle dei Tem-pli, dei suoi rapporti di asservimento con ilcorrotto dall’Enel nonché amico dei mafiosi,Firetto (Lillo, sindaco di Agrigento, ndr), nonsi vuole discutere e applicare lo Statuto”.

16 | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

Il Fatto SpecialeL’omeopatia è soltantoacqua fresca: le ricerchesulla grande illusione

L» GIANNI BARBACETTO

Milano

a parola che più ripete, men-tre parla, è “indipendenza”.Dalle industrie farmaceuti-che, dalla finanza, dalla po-litica, dalle fedi, dalle super-stizioni. A 87 anni (portatisplendidamente), Silvio Ga-rattini continua a esibire isuoi dolcevita bianchi, sullaplancia di comando dell’Isti-tuto di ricerche farmacologi-che Mario Negri di Milano.Ricerca, formazione, infor-mazione: sono le tre attività acui si dedica da più di cin-quant’anni. “Non solo ricer-ca ”, spiega, “lo scienziatonon deve restare chiuso nellasua torre d’avorio. Deve an-che informare, spiegare efarsi capire dalla gente”. Luilo ha fatto mettendoci la fac-cia e dicendo chiaro come lapensa sulle superstizioni,sulle credenze magiche, sul-le bufale antiscientifiche, sulrifiuto di vaccinare i bambi-ni, su Di Bella, su Stamina.Anche sull’omeopatia, cheva tanto di moda. “È da cin-quant’anni che la critico perla sua assoluta mancanza dibasi scientifiche”. Ora è ap-pena arrivato in libreria Ac-qua fresca? Tutto quello chebisogna sapere sull’om eopa-t i a (Sironi editore), scrittocon un gruppo di colleghi. Ilpunto di domanda nel titolo,in verità, lo ritiene del tuttosuperfluo: “Nei preparati o-meopatici non c’è alcun prin-cipio attivo: sono proprio ac-qua fresca. C’è chi ha pro-messo un premio di 100 mi-lioni di sterline a chi riusciràa mettere le etichette con ilnome giusto su preparati o-meopatici a cui sono statetolte: impresa impossibile,perché quei prodotti sonotutti uguali, sono tutti acquafresca”.

La misteriosa“me mo r i a” d e l l’acqu aSi preparano così: si prendeuna sostanza e la si diluisceaggiungendole 99 parti di ac-qua. È la “centesimale”. Poisi prende un centesimo diquesta soluzione e le si ag-giungono altre 99 parti d’ac-qua. E così via, per 20, 30 vol-te o più. È la diluizione in-ventata da Samuel Hahne-mann, il fondatore dell’o-meopatia. Leggete sulla con-fezione: se trovate scritto20CH vuol dire che questoprocesso è stato ripetuto perventi volte. “Per la legge di A-v og r ad ro ”, spiega Garattini,“già dopo la sesta centesima-le, nel liquido non c’è più unaquantità misurabile di mole-cole del principio attivo di-luito: resta, appunto, solo ac-qua”.

I fautori dell’o me op at iadicono però che l’acqua con-serva, in qualche modo mi-sterioso, la “mem ori a” d elprincipio attivo con cui è ve-nuta in contatto. “S men ti tidagli esperimenti in labora-torio. Di questa ‘m em o r i a ’non c’è traccia. Se fosse vera,del resto, l’acqua sarebbe ilpeggior veleno del mondo,visto che nel suo ciclo entrain contatto con sostanze ditutti i tipi”. A questo punto ilprofessor Garattini si conce-de un intermezzo enologico:“Se io prendo una bottiglia diottimo Amarone e lo diluiscocon 99 bottiglie d’acqua e poiancora così per 20 o 30 volte,e infine imbottiglio il risulta-to finale vendendolo comeAmarone omeopatico, vo-glio vedere che cosa mi suc-

cede: ecco, tutti sappiamovedere la differenza tra vinoe acqua, ma non tutti la vo-gliono vedere tra un medici-nale e l’acqua”.

No, non la vedono milionidi persone. Il mercato dell’o-meopatia in Italia vale circa400 milioni di euro l’an no ,attorno al 5 per cento dellaspesa per i farmaci non rim-borsabili pagati direttamen-te dai cittadini (8,16 miliardidi euro). Secondo l’Istat, gliitaliani che si rivolgono allemedicine alternative in ge-nerale sono 4,9 milioni, pariall’8 per cento della popola-zione: la metà di questi fa ri-corso a “cure” omeopatiche.Ma secondo altre rilevazio-ni, sono almeno 10 milioni i“cl ient i” che usano l’o meo-patia. In Italia operano al-meno 700 medici omeopati(su 250 mila), però tutte lefarmacie possono vendereprodotti omeopatici, senzaprescrizione medica. “Capi-sco i medici, che sanno pocodi chimica”, sorride Garatti-ni, “ma i farmacisti l’ha nnostudiata bene: perché accet-tano di vendere il nulla e avolte addirittura lo consi-gliano, a chi entra nella lorofarmacia?”.

L’anatra muschiatae il raffreddore di TolstojForse perché rende. L’Oscil-lococcinum, per dire, va for-tissimo. È prodotto dallaBoiron, leader mondialed el l’omeopatia con sede inFrancia, ed è pubblicizzatocome farmaco contro l’i n-fluenza. Moltissimi giuranoche funziona: la fa guarire, oaddirittura la previene.“Tolstoj”, sorride Garattini,“diceva che il raffreddorecon i farmaci guarisce in set-te giorni, senza farmaci in u-na settimana. Lo abbiamo a-nalizzato in laboratorio, l’O-scillococcinum: come altriprodotti omeopatici, non èni ent ’altro che palline diz u c c h e r o i m b e v u t e i nq ue l l ’acqua superdiluitadalle ‘c ente simal i’. Costoso,per essere zucchero: 2 milaeuro al chilo”.

La Boiron dice che il prin-cipio attivo riportato in O-scillo è “Anas Barbariae He-patis et Cordis Extractum”.Dovrebbe essere un estrattodi cuore e fegato di anatramuschiata, roba che non haqualità medicinali conosciu-te. Comunque, tranquilli: lediluizioni sono tali che an-

che i vegetariani e gli anima-listi possono restare sereni,di anatra muschiata nell’O-scillo non resta traccia. Chis-sà chi si sarà preso la briga difrullare il cuore e il fegato delpennuto (e quando, e dove).Possiamo consolarci pen-sando che, viste le diluizioni,un solo esemplare dovrebbeessere bastato a preparare lemilioni di confezioni di O-scillo vendute da anni in tut-to il mondo. La diluizione in-

dicata è di 200CK: qui la Kindica che il metodo di pre-parazione è quello “korsako-viano”. In un flacone da 15 mlsi versano 5 ml del materialedi partenza (o ceppo omeo-patico) e si agita (dinamizza-zione). Il flacone viene svuo-tato per aspirazione in modotale che resti una quantità di0,05 ml della diluizione ori-ginale. Nello stesso flaconesi versano altri 5 ml di acquadistillata, si agita, si svuota dinuovo il flacone per aspira-zione e si pesa. Il liquido a-spirato è la prima diluizionekorsakoviana, o 1K. Si ripetel’operazione per 200 volte eil gioco è fatto.

“C’è un problema legisla-tivo in Italia”, prosegue Ga-

S I LV I OG A R AT T I N I

Già dopo la sesta centesimale, nelliquido non c’è più una quantitàmisurabile di molecole del principioattivo diluito: resta, appunto, soloacqua. Ma sulle confezioni deiprodotti si legge 20 CH, cioè unadiluizione di venti volte

Bluff La Boiron vende l’Oscillococcinum control’influenza: in laboratorio risultano semplici pallinedi zucchero con un prezzo di 2 mila euro al chilo

I risultatidegli esami

Il libro

l A GoodPharmadi DonaldL ighte AntonioM at u roE ditorePalgrave, Usa

Chi èS I LV I OG A R AT T I N IS c i e n z i a to,r i ce rc a to re ,m e d i co,docente dic h e m i o te ra p i aefa r m a co l o g i a ,grande ea p p a ss i o n a todifensore delm e to d os c i e n t i f i cocontro les u p e rs t i z i o n ie le bufale.Ha fondatol’Istituto dir i ce rc h efa r m a co l o g i c h eMario Negriche oggi hadue sedi, aMilano e aBergamo. Cilavorano 750persone. Neisuoil a b o ra to r isono statiformati 7mila giovaniricercatori emessi apunto 14 milal avo r iscientificipubblicati

Una vita da ricercatore Silvio Garattini oggi ha 87 anni La Pre ss e

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | IL FATTO SPECIALE » 17

Il Fatto Speciale

rattini. “Si permette, da unaparte, la circolazione e lavendita in farmacia di questiprodotti, senza alcuna docu-mentazione sulla loro effica-cia; dall’altra, s’impone chesulle confezioni ci sia scritto‘Senza indicazioni terapeu-tiche approvate’” . Eppuresono venduti con indicazio-ni precise: c’è la pillola perl’influenza, il collirio per gliocchi, lo sciroppo per la tos-se... “Sono contraddizioni le-gislative che la logica nonriesce a spiegare. In Austra-lia, il governo ha incaricatouna commissione scientificache ha redatto un rapporto incui si dice chiaramente chesono prodotti privi di qual-siasi effetto terapeutico. So-no inutili, o in qualche casoperfino dannosi, quando so-no assunti al posto di farmacidavvero necessari. In Italiarestiamo invece con una le-gislazione contraddittoria:evidentemente ci sono grup-pi di pressione che ottengo-no i loro risultati”.

Molti ci credono. Qualcu-no guarisce. “L’effetto place-bo scatta soprattutto quandoqualcuno si sente accudito,quando ha una sua pillola equalcuno che si prende curadi lui. Ma il vero problema èche in Italia non c’è culturascientifica. Molti rifiutano levaccinazioni, credono nelmetodo Di Bella, difendono

Stamina, protestano controla sperimentazione su ani-mali. La nostra è una cultural et te ra ri o- fi lo so fi co -g iu ri-dica che non ha inglobato lascienza. Tutt’al più accettia-mo la tecnica, ma non abbia-mo introiettato il metodoscientifico. Tutti i governi, diogni colore, trattano la ricer-ca come se non fosse il futurodi questo Paese. Quello in ca-rica dice che l’Italia riparte,ma ha tagliato quest’anno ifondi per la ricerca di un al-tro 15 per cento. E attenzio-ne, sfatiamo il mito della fugadei cervelli: i ricercatori de-vono andare all’estero, ilproblema è che da noi nontornano e che in Italia non at-tiriamo ricercatori stranieri.E che sono troppo pochi: 2,7ogni mille lavoratori, controuna media europea di 5,1.

Il gioielliereche amava la ricercaL’avventura di Garattini,scienziato, ricercatore, me-dico, docente di chemiotera-pia e farmacologia, è comin-ciata nel 1960. Dopo espe-rienze all’estero, negli StatiUniti, si era dato da fare perfondare un centro di ricer-che farmacologiche in Italia.Q ue l l’anno lo chiamò ungioielliere milanese, MarioNegri, che era diventato ric-co passando dal gioiello arti-gianale a quello industriale.

Aveva aperto anche un’a-zienda farmaceutica, Far-macosmici, e aveva cono-sciuto quel giovane e inquie-to ricercatore che volevaconvincerlo a finanziare laricerca in Italia. “Garattini,stai tranquillo”, gli disse, “iosto per andarmene, ma ti la-scerò in eredità il necessarioper concretizzare il tuo pro-getto”. Nel 1961 nasce la Fon-dazione Mario Negri. Nel1963 apre, a Quarto Oggiaro,alla periferia di Milano, laprima sede dell’Istituto. Og-gi il Mario Negri ha due sedi,una a Milano, alla Bovisa, da-vanti alle facoltà universita-rie, e una a Bergamo. Ci lavo-rano 750 persone, con un gi-ro d’affari di 30 milioni l’an-no. Nei suoi laboratori sonostati formati 7 mila giovaniricercatori e sono stati messia punto 14 mila lavori scien-tifici pubblicati. “Noi ren-diamo pubblici tutti i nostririsultati, non puntiamo abrevettare prodotti e dun-que a tenere segreto il nostrolavoro. In questo siamo ab-bastanza unici: anche per-ché siamo indipendenti.Non vogliamo dipendere nédall’industria, né dalla finan-za, né dalla polit ica, nédall’università, né dalla reli-gione. Collaboriamo con tut-ti, ma vogliamo rimanere li-b er i”. Racconta un esempiodi quanto costi, quella liber-

tà: “Insieme ad altri istituti,avevano partecipato a ungrande progetto di ricercaper studiare nuovi antibioti-ci. Quando però abbiamo ca-pito che la multinazionalefarmaceutica Glaxo racco-glieva i risultati delle ricer-che, ma non li metteva in co-mune con i ricercatori, ab-biamo deciso di uscire dallapartita. Abbiamo perso deibei soldi, ma noi siamo fatticosì: la ricerca non è un mer-cato”. Rifiuta perfino di affi-

dare a pro-fessionisti laraccolta fon-di per il Ma-r i o N e g r i .“Voglio cheogni centesi-mo raccoltosia usato perla ricerca, e

non per pagare professioni-sti del fund raising. Lo so, conuna struttura di professioni-sti raccoglieremmo di più,ma io sono fatto così”.

Contro bufalee superstizioniÈ una storia unica, quella delsuo Mario Negri. Tanto chedue sociologi, Donald Lighte Antonio Maturo, l’h a nn ovoluta raccontare comegrande caso internazionalein un volume intitolato AGood Pharma e appena editonegli Stati Uniti da Palgrave.È una storia di scienza, studie ricerche rigorose. Ma Ga-rattini non si risparmia nep-pure nella battaglia contro lesuperstizioni. Con il suo a-mico Piero Angela, anima leattività del Cicap, il Comita-to italiano per il controllodelle affermazioni sul para-normale. Ha pazientementecercato di smontare le cre-denze irrazionali e magiche,ma anche le mode della na-tura buona a tutti i costi. “U-no dei miti irrazionali piùdiffuso è quello secondo cuitutto ciò che è naturale èbuono. Ci si dimentica peròche i peggiori veleni, i virus ei batteri sono natura. Biso-gna fare delle distinzioni, in-vece questo non succede.Così proliferano le erbori-sterie che vendono prodottidi cui non sappiamo la com-

posizione: paradossalmentechi non vuole prendere unfarmaco perché è fatto di so-stanze chimiche finisce colprendere altre sostanze chi-miche di cui non sa nulla”.

Anche l’industria farma-ceutica non la scampa: “Lospirito critico va usato anchenei confronti della medicinaufficiale. Il 50 per cento deifarmaci venduti potrebbeessere eliminato senza pro-blemi. Ci sono intere catego-rie di prodotti, dagli integra-tori alimentari alle vitamine,dai dimagranti ai farmacicontro i radicali liberi, chesemplicemente non esistononella letteratura scientifica.Sono forme di consumismofarmaceutico che sfruttanoun bisogno nel pubblico sen-za offrire alcuna garanzia”.

Garattini continua a lavo-rare sui suoi due fronti, ri-cerca scientifica e informa-zione del pubblico. Semprecustodendo l’i n d i p en d e n z acome il bene più prezioso. Simeriterebbe di essere nomi-nato senatore a vita, se il Se-nato non fosse stato stravol-to dall’ultima riforma.

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Ambiguità La legge è contraddittoria: questi “farmaci”si trovano in farmacia ma sulla confezione deve esserescritto “senza indicazioni terapeutiche approvate”

Il business della non-scienzaLe medicine alternative sono diventate anche in Italia ungrosso mercato che coinvolge milioni di persone. Sonopratiche molto diverse tra loro: agopuntura e fitoterapia,medicina antroposofica e ayurvedica, medicina tradizionalecinese e omotossicologia, osteopatia e chiropratica.

L’omeopatia, da sola, vale in Italia circa 400 milioni di eurol’anno, attorno al 5 per cento della spesa per i farmaci nonrimborsabili pagati direttamente dai cittadini. Gli italiani chefanno uso di preparati omeopatici sono attorno ai 10 milioni. InItalia operano almeno 700 medici omeopati e tutte le farmaciepossono vendere prodotti omeopatici, senza prescrizione

medica, purché abbiano sulla confezione la scritta: “S e n zaindicazioni terapeutiche approvate”. Uno studio del 2011 haevidenziato che l’uso delle “terapie alternative eco m p l e m e n t a r i ” può avere effetti collaterali, compresa lamorte, di solito a causa dell’abbandono delle terapieconvenzionali di provata efficacia.

l400milioniIl valore delmercato deip re p a ra t iomeopatici inItalia.Ci sonoalmeno 700mediciomeopati (su250 mila intotale)

l10milioniGli italianiche usano“c u re ”omeopatiche,secondo ilmito diffuso(e falso)che tutto ciòche ènaturale èanche buono

Sugli scaffaliI farmaci o-meopatici so-no vendutisenza prescri-zione perché ,di fatto, privi dieffetti. Sopra ilministro dellaSalute Beatri-ce LorenzinAnsa

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Il libro

l Acq u afres ca?Tutto quelloche bisognas ap e resu l l ’ome o -p at i aA cura diS ilv i oGarattini coni ricercatoridel MarioNegri V.Bertelé, G.Dobrilla, E.Benfenati, L.Cervo, L.Moj aE ditoreS i ron i

18 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

L’intifada dei coltelli diventaanche una guerra fra donneHebron, diciassettenne ferisce soldatessa e viene uccisa. È la prima voltache le ragazze palestinesi sono parte attiva della rivolta. Ieri 5 attacchi, 4 morti

» COSIMO CARIDI

Gerusalemme

Si avvicina, chiede un’infor -mazione senza ottenerla einvece di allontanarsi tirafuori un coltello e tenta di

colpire. L’altra fa un passo indie-tro e senza esitare spara. Potrebbeessere la cronaca di un’aggressio -ne qualunque, di un diverbio tra-sformatosi in tragedia, ma le pro-tagoniste sono due donne diviseda un odio che va oltre loro stes-se.

Ieri Bayan Ayman Abd al-Hadial-Esseili, con i suoi diciassetteanni, ha scelto di compiere un ge-sto che sapeva l’avrebbe portataalla morte: ha attaccato una poli-ziotta armata a un posto di blocconella città vecchia di Hebron. Ilsergente M. (la polizia di frontie-ra israeliana non ha rilasciato altridettagli sulla suaidentità) ha spa-rato per difen-dersi e perché co-sì le è stato dettodi operare. “Hatentato di colpir-mi al collo – haraccontato l ’a-gente ai media i-srael iani – horeagito come avrebbe fatto ognialtro soldato”. Ferita a una manodal coltello della palestinese, M.ha aggiunto. “Non mi fa piacereche l’incidente sia finito così, enon senza morti”. Ieri cinque at-tacchi e quattro morti. Dal primodel mese sono già 31 le aggressionid el l ’intifada dei coltelli. Sette i-sraeliani, civili e militari, hannoperso la vita, oltre 30 i feriti. In di-

versi casi gli attentatori sono don-ne, e questo non è un dato qual-siasi in una società tradizionalistacome quella palestinese. Cosìl’Intifada dei coltelli diventa an-che una guerra di ragazze controed è la prima volta nella storia del-le rivolte in Cisgiordania.

Contro l’ondata di violenza, ilgoverno di Benjamin Netanyahuha deciso di schierare i militarinelle città, di chiudere gli accessialle zone da dove provengono gliattentatori.

NIR BARKAT , sindaco di Gerusa-lemme, la città che conta più mor-ti, ha invitato i suoi concittadini agirare armati. Dalla parte palesti-nese si contano 40 morti e quasicinquecento arrestati. Le città del-la Cisgiordania si trasformanoquotidianamente in terreno discontro, da una parte pietre e mo-

lotov, dall’altra ifucili dell’Idf. Ol-tre la metà dei pa-lestinesi morti,sono stati uccisidurante questeproteste.

Nella giornatadi ier i , o l tre aquello nei pressidella tomba dei

Patriarchi, c’è stato un secondotentativo di accoltellamento a He-bron. Il diciottenne palestineseFadil Qawasi è stato ucciso da ungiovane colono ebreo. In serata c’èstato un terzo attacco, questa voltaa un soldato. L’attentatore, feritoda altri militari, è stato caricato suun ambulanza, i coloni, secondo u-na tv israeliana, hanno tentato dibloccarla bucando i pneumatici.

In quest’area vivono circa 500 co-loni, nel cuore di una città palesti-nese di oltre 200mila persone. No-nostante la militarizzazione dellazona, negli anni sono state nume-rose le aggressioni, da un lato edall’altro, più di una volta trasfor-matesi in veri e propri bagni di san-gue con decine di morti. Sempreieri a Gerusalemme c’è stato unterzo palestinese ucciso mentrebrandiva un coltello. Un israelia-no ha notato un arabo “camminarecon fare sospetto” e ha avvisato lapolizia. Appena avvicinato dagli a-genti il sedicenne ha estratto ungrosso coltello da cucina, è statosubito “neutralizzato”. Diciasset-te anni è l’età media dei palestinesiche sabato, con un coltello, hannotentato di portare via la vita a degli

israeliani poco più anziani di loro.I militari, dispiegati in tutto il pae-se dal governo, sono in buona par-te nel secondo o terzo anno del lo-ro servizio militare, quindi tra i 19e i 21 anni. Questa è la generazionedi Oslo, cresciuta nella speranza eche al contrario all’inizio dellapropria vita da adulto non vede al-tro che odio e paura. Da un lato c’èil governo Netanyahu ostaggio delpartito dei coloni, che guadagnaconsensi chiedendo l’annessionedei territori occupati. Dall’altro cisono i palestinesi, nelle mani di u-na leadership divisa e corrotta,che lascia campo libero ai movi-menti islamisti radicali, ogni gior-no più influenti.

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Raga z z econt roUna giovanedonna pale-stinese a He-bron parteci-pa agli scontricon gli ebrei.A sinistra, sol-datesse israe-liane a Geru-s a le m meA n s a / Re u te rs

Troppo sangueGerusalemme,il sindaco Nir Barkatlancia un appello aicittadini: girate armati

Messico Le autorità dicono che lo hanno ferito ed è braccato, ma Guzman è più utile da li b e ro

Ordine e sicurezza, garantisce El ChapoLA STORIA

» CARLO ANTONIO BISCOTTO

Chi vuole arrestare il nar-cotrafficante più ricerca-

to del mondo? Joaquìn ElChapo Guzmán pare sia riu-scito a sfuggire ancora unavolta alla cattura da partedelle forze di sicurezza mes-sicane che gli davano la cac-cia non lontano da Sinaloa,sua provincia natale. Il go-verno ha rilasciato una di-chiarazione secondo la qualeEl Chapo sarebbe rimasto fe-rito al volto e ad una gamba.

Resta il fatto che El Chapoè latitante dall’11 luglio men-tre il suo avvocato già JuanPablo Badillo, intervistato daRadio Formula ha dichiaratoche la fuga del narcotraffi-cante dal carcere aveva un

motivo: gli era giunta voceche le autorità avevano in-tenzione di assoldare “mer-cenari stranieri”per farlo as-sassinare. Non è chiaro sedietro le parole del legale visia un fondamento; è più pro-babile che El Chapo sia piùutile da vivo anche per il go-verno, perché ha lasciato unvuoto di potere e i cadaveri si

raccolgono a decine per lestrade. A Chilapa, posiziona-ta lungo la rotta della droga,le gang rivali si combattonomentre agenti di polizia e mi-litari dell’esercito assistonosenza intervenire e dal gior-no della fuga di Guzmán sonoscomparse oltre 30 persone.Da anni gli Stati Uniti inco-raggiano i Paesi impegnati

nella lotta contro il narco-traffico a decapitare i cartelliarrestando o uccidendo i ca-pi. Sotto questo profilo la cat-tura di Guzmán nel 2014, erastata accolta come uno deimaggiori successi nellaguerra alla droga.

MA IL MESSICO fa storia aparte: l’intreccio di interessifra narcos e rappresentantigovernativi (politici e forzedi polizia) determina che unpersonaggio come El Chapoè anche garante di tranquil-lità. Insomma, gli arresti deisignori della droga assicura-no titoli sui giornali e serviziin televisione, ma la fram-mentazione dei cartelli chene è la diretta conseguenzaprovoca esplosioni di violen-

za. Il mondo del narcotraffi-co è come un’idra. Se si tagliauna testa ne spuntano altrecento. In questi mesi le ricer-che dell ’evasonon hanno por-tato ad alcun ri-sultato concre-to. In Messicotutti i governiche si sono sus-seguiti negli ulti-mi decenni han-no promesso unaprofonda rifor-ma della polizia,ma ogni tentati-vo si è infrantos u g l i s c o g l id el l ’i ne f fi c ie nz adella macchina dello Stato e,più che altro, su quelli dellacorruzione. Così i problemi

marciscono e i narcos da con-tropotere criminale finisco-no per diventare agli occhidella gente l’unico vero pote-

re, un potere chegestisce la dro-ga, ma anche lasicurezza, la di-stribuzione del-le risorse, le as-s u n z i o n i . I nMessico non c’èn e s s u n o c h epensa che siapossibile arre-stare pezzi gros-si come El Cha-po e tenerli inprigione. Al con-trario, tutti si au-

gurano che ciò non avvengaper non peggiorare le cose.

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Era il 2014Fanti di mari-na messicanidopo l’arre stodi Guzman,capo del “ca r -te l lo” di Sina-lo a Ansa

GERMANIA XENOFOBO FERISCE CANDIDATAHenriette Reker, 58 anni, candidata sindaco di Co-lonia alle elezioni in programma oggi e responsabi-le del dipartimento integrazione, è stata accoltella-ta al collo mentre si trovava al mercato con quattropersone del suo staff. L’uomo che l’ha aggredita, untedesco di 44 anni, ha detto di aver agito spinto damotivazioni xenofobe. È stato bloccato da un poli-ziotto. La vittima non è in pericolo di vita. Ansa

G R EC I A MIGRANTI, ANNEGANO TRE BIMBIAlmeno 16 persone, compresi tre bambini, sonomorte ieri nell’Egeo in due naufragi; i migranti dallaTurchia cercavano di raggiungere la Grecia per poiproseguire lungo la rotta balcanica verso il nord Eu-ropa. I tre bimbi di 2, 5 e 9 anni, sono annegati quandoil barcone si è capovolto al largo dell’isola Kalolim-nos. L’Ungheria intanto ha chiuso la frontiera, il flus-so dei profughi si è spostato in Slovenia.

Il re di SinaloaIn sua assenza c’èstata una ondatadi omicidie rapimenti,la polizia non è ingrado di fermarla

IL SERGENTEM.

Quella ragazzaha tentato di colpirmial collo. Ho reagitocome avrebbe fattoogni altro soldato manon mi fa piacereche sia finita così

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ESTERI » 19

Kissinger, il ritornodel Grande Vecchio:Obama, così non vaIl guru della diplomazia: “In Medio Oriente si vedel'ultimo sintomo della disintegrazione del ruolo Usa”

» GIAMPIERO GRAMAGLIA

Il ‘grande vecchio’ della di-plomazia americana, emondiale, alza la voce e sifa sentire, adesso che l’in -

fluenza degli Stati Uniti inMedio Oriente non è forse maistata così bassa. Henry Kissin-ger afferma, sul Wall StreetJournal, che la situazione at-tuale “è l’ultimo sintomo delladisintegrazione del ruolo Usanello stabilizzare l’ordine inMedio Oriente emerso dopo laguerra del 1973”, l’anno in cuilui otteneva con Le Duc Tho ilNobel per la Pace per la finedella guerra in Vietnam.

Kissinger sostiene che gliStati Uniti hanno bisogno inMedio Oriente di una nuovastrategia e di nuove priorità,perché la presenza della Rus-sia in Siria scombussola unastruttura geo-politica durataper decenni. Difficile darglitorto, nel momento in cui ilpresidente Obama e la diplo-mazia statunitense paiono in-capaci di esercitare un’i n-fluenza sia sugli israeliani chesui palestinesi per stempera-re l’incubo dell’‘Intifada deic ol t el l i’, mentre, sui fronticontrapposti anti-Califfo eanti-Assad, subiscono l’in i-ziativa della Russia di Putinpiù spregiudicata sul pianomilitare e con priorità più de-finite. Kissinger non è una fi-

gura adamantina: le compli-cità degli Usa nel colpo di Sta-to in Cile del 1973 appannanoil giudizio storico nei suoiconfronti. Ma è indubbio chela sua politica estera, brillantee innovativa, a tratti spregiu-dicata, gli valse, nella primametà degli Anni Settanta,grande prestigio e portò risul-tati agli Usa. Ora – dice, da

grande guru –bisogna “t r o v a-re una via per evitare il collas-so del Medio Oriente”: “GliStati Uniti devono decidere ilruolo che avranno nel 21o Se-colo e il Medio Oriente sarà iltest più immediato e proba-bilmente più difficile. In gio-co non c’è la forza dell’A m e-rica, ma la sua determinazio-ne a capire e a gestire il nuovomondo”.

E, NELL’I M M E D I ATO , c’è la ca-pacità di tenere a freno le ten-sioni che sono ormai riesplosetra israeliani e palestinesi: ar-rivando a Milano, dove ieri èstato all’Expo il segretario diStato John Kerry ha chiamatoi leader palestinese Abu Ma-zen e israeliano Benjamin Ne-tanyahu, sollecitando il ritor-no alla calma. Un invito che lecronache hanno subito coper-to di sangue. Kerry vedrà Ne-tanyahu in Germania la pros-sima settimana e intende re-carsi presto nella Regione, percercare di frenare l’escalationdelle violenze: “Cercherò divedere se c’è modo di riavviareil negoziato e di evitare il pre-cipizio”. Ma il deterioramentodella situazione nasce dall’in -treccio delle frustrazioni di i-sraeliani e palestinesi verso gliStati Uniti: Netanyahu si sente‘tradito’ da Obama, da ultimoper l’accordo sul nucleare conl’Iran; e i palestinesi avvertonodistrazione e disattenzionenei loro confronti. Il tempogioca contro Obama: gli resta-no 16 mesi alla Casa Bianca e ilsuo peso negoziale s’a s so t t i-glia giorno dopo giorno. Israe-liani e palestinesi possono pu-re aspettare il suo successore:ci saranno vittime, ma nessu-no vuole svendere la pace a unpresidente svalutato.

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Altri tempi Anni ‘70, Golda Meir e Nixon, alle loro spalle Kissinger Ansa

Il tempo non bastaIl presidente resteràsolo 16 mesi alla CasaBianca e Netanyahusi sente tradito

IL CASO L’ambasciatore israeliano Danon li mostra all’O nu

Come accoltellare un ebreo: sul webi video che spiegano le tecniche letali

qL’INTIFADA dei coltelli è arri-vata anche sul web. Sui social

network sono comparsi video e ma-nuali per insegnare ai sostenitori pale-stinesi “come accoltellare un ebreo”.Nel corso di una riunione del Consigliodi sicurezza, l’ambasciatore israelianoall’Onu Danny Danon ha mostrato ilmateriale video che spiega come inflig-gere i massimi danni fisici con un col-tello, offrendo anche immagini chemostrano le aree più vulnerabili da col-pire con un coltello. I video, rivendicati

da alcuni gruppi terroristici, sono statirimossi. Intanto l’Organizzazione per laLiberazione della Palestina (Olp) hachiesto all’Onu di indagare sui palesti-nesi rimasti uccisi negli scontri con leforze israeliane nelle ultime settimane.In una lettera inviata dal segretario ge-nerale dell’Olp, Saeb Erekat, al relatoreOnu, Christopher Heinz, si chiede un’in-dagine accurata “sugli omicidi com-messi a sangue freddo” dagli israeliani“come dimostrato chiaramente da fotoe video” diffusi sul web.

» CATERINA MINNUCCI

Dopo aver fatto breccia trale star di Hollywood, pre-

sto la Chiesa di Scientologypotrebbe ottenere anche unoscranno al Senato degli StatiUniti. L’alleato per guadagna-re il posto sarebbe David Jolly,rappresentante repubblicanoal Congresso per la Florida e incorsa al Senato per il 2016.

La città di Clearwater, –“quartier generale spirituale”della religione, definita daipiù una setta e fondata da RonHubbard a metà degli AnniCinquanta – è infatti compre-sa nella circoscrizione delcandidato che per la primavolta, a differenza di altri chein passato avevano preso ledistanze dal gruppo, ha accet-

tato donazioni per la campa-gna elettorale da membri diScientology prendendo parteanche ad alcuni eventi.

Negli ultimi anni la Chiesaè diventata un caso mediaticomondiale per aver reclutatotra i suoi adepti star del cali-bro di Tom Cruise e John Tra-volta, ma anche per le accuse

di ex membri che hanno de-nunciato di aver subito abusi,intimidazioni, e di essere statiaddirittura ridotti in schiavi-tù.

TRA LE ACCUSEpiù gravi ci so-no quelle rivolte all’att ua leleader di Scientology, DavidMiscavige, che utilizzerebbe“tecniche terroristiche” perlegare a sé i fedeli; Miscavige ècoinvolto insieme al medicoDavid Minkoff nel caso dellamorte di Lisa McPherson, laparrocchiana di 36 anni a cuiavrebbe prescritto il valiumsenza mai averla visitata. Ladonna morì dopo 17 giorni diisolamento. David Jolly nonhai mai dichiarato ufficial-mente di aver aderito a Scien-tology; ha però partecipato co-

me ospite d’onore a raccoltefondi e al centenario di Clear-water; in quel frangente a-vrebbe ricevuto 3000 dollarianche dal dottor Minkoff. Laportavoce di Jolly, Sarah Ba-scom, parlando con il magazi-ne Daily Best non ha mai pro-nunciato il nome della Chiesama ha spiegato, rimanendo sulvago, che “il deputato Jollyprende seriamente la respon-sabilità di rappresentare tuttie 700 mila i cittadini che sononel suo distretto”e che tutti glieventi a cui il candidato par-tecipa “sono a supporto esclu-sivo della comunità”. KarinPouw, portavoce della Chiesadi Scientology, interpellataancora dal magazine, ha dettoche è “una scelta di lunga data”d e l l’organizzazione quella di

evitare il supporto o l’opposi -zione a candidati politici.“Non consideriamo la presen-za di un membro del Congres-so ai nostri eventi una dimo-strazione di sostegno alla no-stra religione”. Eppure, nono-stante le dichiarazioni pru-denti, l’interesse ad appoggia-re il deputato Jolly non sor-prende. La Chiesa ha sempremanifestato attrazione per ipersonaggi pubblici, tanto daaver accolto nelle sue fila moltiattori americani. Non semprei rapporti sono stati sereni. Trale accuse rivolte a Scientology,quella di influenzare la vitaprivata dei suoi adepti; unadelle “voci” più frequenti ri-guarda il divorzio fra TomCruise e Nicole Kidman.

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Dalla Florida David Jolly Ansa

SIRIA MOSCA: COLPITA BASE KAMIKAZELa Russia continua i raid aerei ieri sono stati 39, se-condo Mosca. Tra le infrastrutture distrutte dall’a-viazione che ha puntato "obiettivi terroristici" c'èanche una base di addestramento per attentatorisuicidi. Lo sostiene il portavoce del ministero dellaDifesa russo, Igor Konashenkov, secondo cui la basesi trovava nella periferia di Salma, nella provincia diLatakia, e vi operavano “istruttori stranieri”. Re u te rs

BRASILE ALTRA INDAGINE SU ROUSSEFFLa polizia federale ha aperto un’indagine prelimina-re per verificare presunte irregolarità nella campa-gna elettorale conclusa l’ottobre dell’anno scorsocon la rielezione della presidente Dilma Rousseff,per un nuovo mandato di quattro anni. Da stabilireun eventuale abuso di potere di Rousseff e se lacampagna sia stata finanziata con fondi deviati dal-la compagnia petrolifera statale Petrobras. Ansa

Stati Uniti Dopo le star di Hollywood la “chiesa” vuole un posto al sole nel Congresso

Corsa al Senato, Scientology pesca il JollyIL PERSONAGGIO

Chi èHenryKissinger ha92 anni; ès t a toco n s i g l i e reper las i c u re zzanazionale esegretario diStato durantele presidenzeNixon e Forddal 1969 al1976. Èl’uomo della“diplomaziadel pingpong”ovvero loscambio divisite trag i o c a to r ip ro fe ss i o n i s t ifra Usa e Cinache poipermise aNixon il suoviaggio aPechino nel1 972

20 » | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

R» MALCOM PAGANI

iflessioni di metà mattina alcentro di una piazza vuota:“Recitare è un mestiere che tispezza sempre qualcosa den-tro. Ti frattura emotivamen-te, anche quando partecipi aun film di cui sembra non fre-garti un cazzo. Alla fine, chiu-sa la porta, c’è comunquequalcosa da incollare o da ri-costruire. Gli attori sono ani-mali particolari. Per anni, glioperatori che hanno sempre iltuo volto davanti e ti leggonomeglio di chiunque altro midicevano ‘voi siete matti, en-trate e uscite da un personag-gio, vi esprimete a intermit-tenza e normali non potreteessere mai’. Negavo. Oggi mitocca arrendermi. Forse ave-vano ragione. Con questo la-voro, anche se mi illudo di es-sere una persona normalissi-ma, del tutto normale non sa-rò mai. L’ho capito a 43 anni enon a 25. Chissà tra 10 cosapenserò”.

Valerio Mastandrea ha tos-se, febbre e qualche linea direalismo: “Ci sono più di 20gradi, ma sento freddo e mi sache un segno buono non è”.Cerca il sole, lo incontra, sisiede. Vorrebbe fumare. Sitrattiene. Impreca: “Dic onoche il desiderio della sigarettaduri solo 3 minuti e, mannag-gia alla troia, mentono sapen-do di mentire”. Fedele al mot-to scritto di suo pugno: “Chi pèsorride deve vede piagne uno,mille e centomila/è uno chenella vita starà sempre in fila”spende elogi e non conosce in-vidie: “Da noi esistono po-chissimi attori che fondonotecnica e talento, forse due intutto e non sono neanche del-la mia generazione. Uno è ElioGermano, l’altro è Luca Ma-rinelli. Luca è più grezzo, maha la stessa identica follia cheElio applica scientificamenteal contesto in cui si muovonoi suoi personaggi”.

Con Marinelli e Alessan-dro Borghi, Claudio Caligariha girato il suo terzo e ultimofilm. Quello che senza l’o s t i-nazione di Mastandrea sareb-be rimasto in un cassetto.Quello per cui non si trovava-no i soldi mentre il tempo sci-volava dalle mani. Quello cheoggi sogna l’Oscar e solo ieririschiava di impolverare co-me una bella statuina da com-patire all’ombra di un sistemache a Claudio Caligari avevariservato l’anticamera.

ve n t a r v i ?Abbiamo ragionato su quelche restava da fare e ne abbia-mo parlato insieme. Nessunoaveva l’autorità per decidereda solo e nessuno l’a vr eb bevoluta esercitare.

C’è stato qualcuno che perconcludere Non essere Cat-tivo si è rivelato più impor-tante di altri?

Mauro Bonanni, il montatore,la luce nascosta del film. Co-nosceva Claudio e aveva conlui un’affinità elettiva, ci ave-va già lavorato ne L’odore del-la notte.

Esattamente come lei. Nonessere cattivo è un solo unfilm diverso da Amore Tos-sicoe da L’odore della notteo è anche un film migliore?

Non so se sia il suo film miglio-re, ma è l’esatto punto di in-contro tra i due registri. Dalpunto di vista del linguaggiocinematografico, Amore tos-sico ruppe equilibri consoli-dati e si rivelò devastante.Claudio avrebbe detto “d i-rompente” che era un agget-tivo che gli piaceva tantissi-mo. L’odore della notte, il rac-conto delle notti criminali ditre balordi tratto da un libro diDido Sacchettoni è invece ilsuo film più curato, più di fin-zione, più di genere. Se fai unfilm ogni 15 anni comunque,soprattutto se hai la testa diCaligari, un segno lo lascisempre.

Eravate amici fraterni. Di-scutevate mai?

Eccome. Per la voce off de L’o-dore della notte, ad esempio,abbiamo discusso fino agli ul-

Per una volta, con l’a z z a r-do dell’amicizia, Golia resta acasa, a Los Angeles va Davidee in luogo della celebrazionefuneraria, la corsa americanadi Caligari&Mastandrea so-miglia ora a un graffio di Ku-sturica, alla fuga di Thelma &Louise, alla resurrezione ir-resistibile, alla beffa monicel-liana. Truffando la retorica,Mastandrea aveva giocato diironia anche quando il desti-no suggeriva disperazione.Lui e Caligari andavano in o-spedale per parlare con un on-cologo. Erano a un incrocio diViale dell’Oceano Atlantico,nel rosso profondo di un’i m-presa e di un semaforo, a duep a s s i d a l l e a r c h i t e t t u r edell’Eur in cui proprio DarioArgento aveva ambientatoTenebre. Caligari si preparavaad andarsene senza svelare ilnome dell’Assassino perchédi assassino ce n’era più d’u-no: “Muoio come uno stron-zo. E ho fatto solo due film”.Mastandrea rimandò le ese-quie: “C’è gente che ne ha fatti30 ed è molto più stronza dite”e poi si fece uno, trino e an-che di più. Produttore, riscos-sore, collettore. Amico, not-tambulo, consigliere. Il dena-ro di Leone, di Rai Cinema e diPietro Valsecchi. L’i m p eg n odi Simone Isola e di Kimerafilm. La fretta del cuore, gliapplausi di Venezia, le file neicinema: “Tutto magico comedice la nostra segretaria di e-dizione”.

Come si chiama?Giulia Contino. Sostiene cheNon essere cattivo porti con séuna magia. Non ha torto.

È una magia che confina conl’ossessione? Caligari nonc’è più. Ora tocca a voi.

L’ossessione adesso è svanita.All’inizio invece ho avvertitola responsabilità e sono riu-scito ad assumermela solocondividendola con gli altri.In postproduzione le decisio-ni sono state prese in manierademocratica, quasi ad alzatadi mano. Non abbiamo fatto leassemblee, ma certe scelte so-no state veramente colletti-ve.

Chi le ha prese?Tutti, comprese le figure chedi solito non sono investitedalla responsabilità di deci-dere in un senso o nell’altro edè assurdo perché se ci fossestato ancora Claudio, avrebbedeciso soltanto lui. Aveva le i-dee molto chiare.

Come avete fatto a non spa-

timi giorni della sua vita sfio-rando e a volte cavalcandol’insulto. Ero stato semprecontrario perché mi parevache la voce fosse letteraria, e-strapolata a forza dal libro,posticcia, troppo elaborata ri-spetto alla grana del mio per-sonaggio. A Venezia – e mi ri-cordo il turbamento – la gentealmeno inizialmente avvertìuna stonatura e rise. Dopotanti anni, poco prima di an-darsene, Claudio mi diede ra-gione.

Nessuno sa dire da cosa de-rivi esattamente la potenzasprigionata dal film, ma nes-suno si azzarda a negarla.

C’è una grande regia, ma co-me in Amore Tossicopulsa an-che una forza misteriosa cheti colpisce e non sai da dovearrivi. Credo abbia a che farecon l’autenticità, con l’humusdi un film girato e prodottocon il massimo coefficiente didifficoltà. Questa sofferenza,

questa durezza di intenti, ilfilm te la restituisce con gli in-teressi.

Paolo Repetti giura che nonsi tratti di verismo e men chemai di realismo.

Neanche di naturalismo. Ca-ligari diceva: “Facciamo uncarrello contro natura”. Lastessa cosa che suggeriva Pa-solini a Delli Colli. E noi noncapivamo mai che cazzo vo-lesse dì Claudio con ’sto con-tro natura. E ce lo chiedeva-mo.

Come i discepoli si interro-gano sulle parole del mae-st ro?

Non abbiamo mai avuto la mi-stica di Claudio perché luinon ce l’avrebbe perdonato,non ci siamo mai sentiti comegli allievi di Archimede e nes-suno ha intenzione di raccon-tare il regista e il film mitiz-zandoli. La mitizzazione diClaudio, la sua canonizzazio-ne è iniziata proprio perché

‘Mu o i ocome unos t ro n z ocon solodue film’,mi disseClaudioC os ìabb i a m ofa tt oil terzo

L’U LT I M AAV V E N T U R A

L’I N T E RV I STA VALERIO MASTANDREA Da produttoreha vinto l’ultima scommessa di Claudio Caligari

È bene “Non esserec a t t i vo ”, ma è importanterimanere bestie

B iog ra f i aVA L E R I OM A STA N D R E ANato a Romail 14 febbraio1 972 ,esordisce alcinema nel1994 con“Ladri dicinema” diPiero Natoli.Diventa notoal pubblicote l ev i s i vopar tecipandoal “MaurizioCo s t a n zoS h ow ” e a“Quelli che...il calcio”.Nel 1996il successoal cinema conl’i n te r p re t a z i o -ne in “Tutti giùper terra”di DavideFe r ra r i o.In carrieraha all’a t t i voquasi 60 film.Grazie allasua tenaciaCl a u d i oC a l i ga r iha potutore a l i zza reprima dimorire il suoterzo film“Non esserec a t t i vo”ora in corsaper l’Oscar

Domenica 18 Ottobre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 21

At toree produttoreValerio Ma-standrea, 45anni. In alto,con Elio Ger-mano. Sotto,Marco Belloc-chio. Nella pa-gina a fianco,“Non essereC at t ivo”di CaligariA n s a / La Pre ss e

naudi arrivò un progetto piùricco e strutturato. Per qual-che tempo De Cataldo e l’e d i-tore fecero resistenza: “Il tuoprogetto ci piace, non puoitrovare più soldi?” poi arrivòCattleya e Claudio uscì di sce-na. Aveva in mente il film piùbello che si potesse immagi-nare sugli effetti devastantidel potere. Voleva mostravacome il potere corroda la clas-se dirigente e devasti anchegli ultimi, in un cane mangiacane che non può non conclu-dersi con una reciproca elimi-nazione.

Come procede la vicenda a-m e r i c a n a?

Procede. I ragazzi di Kimerasi sono trovati questa cosa e-norme dell’Oscar tra le mani ela stanno gestendo con gli altriproduttori che a questo puntosi sono comprensibilmentefomentati. Per ora leggiamo lemail, tra qualche giorno par-tiremo. Aspetto date e fortu-na. Sarà comunque un’es p e-rienza unica. Ma quando ce ri-capita?

Scorsese ha mai risposto al-la sua lettera su Caligari? Leilo chiamava Martino.

Non credo si sia offeso. Allalettera non ha mai risposto,ma non lo giudico e mi piace-rebbe tanto che conoscesse ilpercorso del film. In Non es-sere cattivo c’è molto di MeanStreets.

Come va la sua partita conl’i n g l e s e?

La gioco sempre esempre la perdo. Ma la gio-

co.Dopo Caligari ha lavoratocon Bellocchio in Fai Bei so-gni tratto dal libro di Massi-mo Gramellini.

Ho iniziato a recitare nel ’93 edopo 22 anni ho veramente a-vuto la percezione di cosa tisuccede dentro quando lavoricon registi come Marco. Re-citare con lui e confrontarmicon Caligari mi ha fatto torna-re la voglia di fare l’attore. Diriavere una ad una le rotturedi cazzo di cui stupidamentemi lamento. Dell’attore, Bel-locchio ha una considerazio-ne e un rispetto assoluti. Vie-ne da te, ti parla franco, non tidice mai una cazzata e se te ladice, la ammette: “ho detto u-na cazzata”. È un visionario eun pischello. Un ragazzino di75 anni con una curiosità più

viva di Spike Jonze. Poi è spi-ritosissimo. Sul set ci siamosentiti male dal ridere.

Rise agli esordi anche conPiero Natoli? Il film si chia-mava Ladri di Cinema.

Stavo scrivendo uno spetta-colo teatrale con Vera Gem-ma e la accompagnai da Piero.Avevo un occhio nero. Mi videe disse: “A bbello, e viè pure tua lavorà con noi, no?”. “Ma co-me – gli dico – in che ruolo?”.E lui: “Er ruolo ce stà, stai se-reno”. Volava sulle cose. Pie-ro è un rimpianto. Avrei do-vuto frequentarlo di più.

Lei veniva dell’espe rien zadel Costanzo Show.

Avevo 19 anni, ero un ragaz-zino e andai da Costanzo per-ché volevo emergere ed esor-cizzare le difficoltà. Dopotanto tempo posso dire chec’erano voglia di apparire, e-gocentrismo e narcisismo concui ho fatto i conti dopo. Fucomunque un’esperienza sa-nissima e sincera nella qualenon mi sono mai sentito usa-to.

Dei suoi primi vent’anni si sap o co.

Credevo fossero stronzate enun ce credevo, ma è vero: a-vere un figlio fa riemergere ti-midezze sepolte e scheggelontane. Da quando è natoGiordano sono continuamen-te investito dai ricordi. Sonocresciuto in una famiglia nor-male, con qualche momentocomplicato e una madre cheha sempre lavorato. Ho impa-rato che i soldi non sono tutto.Se all’improvviso non dovessiaverli più, starei bene lo stes-so.

“Non sei voluto diventà co-munista e non hai volutoneanche fare i soldi, ma cherazza di bestia saresti?” lechiedeva Carlo Monni Intutti giù per terra.

L’importante è continuare adessere bestia. Non perdere divista l’istinto. Potrei andare a-vanti di metafora perché co-me saprà, la metafora è la di-fesa dell’ignorante.

L’epoca in cui gli attori veni-vano interrogati sulle sortidel paese e stavano tutti dal-la stessa parte però è fini-ta.

Intellettuale organico. Dueparole che fanno paura. Lachiamata alle armi è esistita eal cinema ha fatto malissimo.L’attore che firmava appellinon spostava un’opinione, maalimentava una deriva. Aimiei amici lo dicevo: “D o b-biamo arrivare a quelli chenon hanno mai letto un gior-nale, non a dirci quanto abbia-mo ragione tra di noi”.

Lei usa molti pseudonimi: SuTwitter si chiama Rivame-sta, se scrive libri SaverioM a st ro f ra n co.

Aleandro Rivamesta non è al-tro che l’anagramma del mionome.

Scrive ancora?Non più. O forse sì. Si è maichiesto chi sia davvero ElenaFerrante? Che fa, chiude conquesto scoop?

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lui non c’è più. Però domandece ne facevamo. Ce ne faceva-mo tante.

Lei che risposte si dava?Che Claudio non era persuasodalla finzione assoluta: “Q u e-sta scena va bene, ma non èc re di bi le ” diceva. Abbiamodiscusso a lungo sulla scenafinale: sia con Claudio, sia do-po la sua morte. Fa più male uncolpo di pistola o accettare leregole quando le regole sono:vivi, lavora, metti su famiglia,vai in pensione, muori? E cosarappresenta il bambino nellebraccia di Viviana?

Per Caligari cosa rappresen-t ava?

Mentre giravamo capivamoche Claudio voleva mandareun messaggio di speranza. U-na cosa particolare per lui.Non perché fosse un depressoo un pessimista, ma perchénon aveva mai assecondato isentimenti del pubblico. Nonaveva mai aiutato lo spettato-re a trovare una strada obbli-gata, mai suggerito un’e mo-zione. Questa volta era diver-so. Voleva che il cuore di Nonessere cattivobattesse per tut-ti. Anche con la retorica caval-cata fino al punto in cui cam-bia di segno e si trasforma inantiretorica. In quel finale as-solutamente non caligariano,la gente viene travolta dall’e-mozione. L’immagine finale,con la macchina da presa chepunta verso il cielo, è figlia diquella scossa. In una mattina

di marzo ho chiesto all’o p e r a-tore perché avesse sceltoquella soluzione e lui mi hadetto: “Ahò, Valè, io me sò e-mozionato e sò andato verso erci el o”. Improvvisazione pu-ra.

A lei il finale che impressio-ne ha fatto?

Non ricordo se ho fatto intempo, ma se Claudio fosseancora qui glielo direi sicura-mente: Cesare, il bambino ap-pena venuto al mondo, per menon rappresenta una speran-za.

Pe rc h é ?Perché se riuscirà a scapparedal quel contesto e se arriveràa vent’anni, cioè all’età del pa-dre che non ha più, dovrà farei conti con la precarietà e conla perdita di qualsiasi punto diriferimento. Sarebbe figo ve-

derlo tra altri vent’anni, Cesa-re. Immaginare un altro capi-tolo di Non essere Cattivo. Sa-pere come è andata a finire.Non credo ci sia una moralenel film di Claudio, ma c’è unsacco de robba.

La vita di Caligari sarebbecambiata se avesse giratoRomanzo Criminale al po-sto di Placido?

Non lo so, però vederlo alleprese con quella robba s a r e b-be stato bello. E forse sì, forsesarebbe cambiata. Non è suc-cesso perché Claudio non erapiù tanto presente nell’i m m a-ginario dei produttori. Fui ilprimo a cercare di prendere idiritti del libro, ma non avevouna lira. Mandai all’autore ea ll ’editore la mia idea. Laspiegai: “Penso di appoggiar-mi ad una produzione piùgrande, far girare il film a Ca-ligari e recitarci”. A De Catal-do il piano piacque, ma pocotempo dopo sul tavolo di Ei-

Serie B, Crotone in vettaI calabresi battono il Livorno e,approfittando della scoinfitta delCagliari a Novara, si portano dasoli in testa al campionato cadetto

Europei volley, Italia koTermina in semifinale l’Europeodi volley maschile in Bulgaria.La nazionale italiana è statasconfitta per 3-1 dalla Slovenia

Festa Roma, protesta taxiProtesta dei taxisti al Festivaldel cinema di Roma. Il comuneha impedito la sosta delle autoal di fuori dell’auditorium

Adesso con BellocchioRecitare con lui e mi ha fattotornare la voglia di farel’attore. Di riavere una aduna tutte le rotture di palle

22 » SECONDO TEMPO | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 18 Ottobre 2015

D» STEFANO CASELLI

iciotto anni e tre mesi. Tanto èdurato lo stato di morte appa-rente. Seimilaseicentoses-santa giorni di funzioni vitaliridotte al minimo, con spora-diche rianimazioni grazie allagente che, tra due piccoli ru-deri semisbriciolati di tribu-ne sopravvissute, ripulivadalle erbacce quel campo sot-to cui non ha mai smesso dibattere un cuore granatagrosso così. Ieri erano in die-

cimila su quel prato,per far festa, certo, masoprattutto per vede-re con i propri occhiqualcosa a cui molti a-vevano smesso di cre-dere: la posa di unanuova prima pietra,89 anni dopo la prima

inaugurazione. Aquanto pa-re, infatti, il “Fila” sta per ri-nascere davvero.

No, non sarà un nuovo sta-dio a Torino. Lo hanno capitotutti, anche chi non tifa Toro echi odia il calcio. È qualcosa dimolto di più del calcio e del ti-fo. Oggi, con un termine vatanto di moda, si direbbe “b e-ne comune”.

IL FILADELFIAè stata la casa delToro dal 17 ottobre 1926 quan-do un primo Torino grande(non ancora Grande Torino)battè 4-0 la Fortitudo Roma.Quel Torino, nel 1927 e nel1928, avrebbe vinto i primi duescudetti della bacheca granata(di cui uno, il primo, revocatoper una storia che la mitologiadel tifoso vuole mai del tuttochiarita). Su quel prato e traquelle tribune, che potevanoospitare fino a 30 mila spetta-tori e più, il commendator Fer-ruccio Novo costruì il capola-voro del Grande Torino, capa-ce di vincere cinque scudetti difila dal 1943 al 1949 e di nonperdere mai per cento partiteconsecutive giocate in casa.

Era un pubblico esigentequello del Grande Torino. Lefoto d’epoca mostrano curio-

DICONO DI LUI A quasi 15 anni dalla morte continuano le fantasie biografiche sul giornalista. Ora anche il semiologo

Umberto Eco e l’ultima bufalasu Indro “Cilindro” MontanelliSEGUE DALLA PRIMA

» NANNI DELBECCHI

I l romanziere semiologoche ci ha insegnato comei nomi siano l’e ssen za

delle cose, in questo caso hasbagliato essenza.

Basta andare sul sito dellaFondazione Montanelli perverificare che Indro Ales-sandro Raffaello Schizoge-ne (!) fu battezzato nella Col-legiata di Fucecchio il 9 mag-gio 1909.

E sempre sul sito f on d a-zi one mon tan ell i.i t si posso-no leggere i dettagli della vi-cenda, peraltro narrata an-che dal diretto interessatonel racconto Mi chiamo In-dro.

BISOGNA SAPERE che i fu-cecchiesi, secondo i dettamidel miglior campanile tosca-no, sono divisi in due fazioni:gli abitanti del paese su in al-to, dunque detti “insuesi”; e

Barbablù.Per contro, il direttore del

Fatto QuotidianoMarco Tra-vaglio non ha mai detto cheMontanelli lo considerava ilsuo delfino, come è stato so-stenuto.

IN REALTÀ Montanelli nonfece mai alcuna investituraufficiale; dopo la morte la pa-gina quotidiana in cui ri-spondeva alle lettere dei let-tori del Corriere della serapassò prima a Paolo Mieli,quindi a Sergio Romano; madi fatto la sua “Stanza” è ri-masta vuota.

“La mia eredità sono io”, silegge sulla copertina dell’an -tologia degli scritti curata daPaolo di Paolo. Limpidezzamontanelliana, verrebbe dadire.

Ma anche un consiglio sot-topelle: per non prendere ab-bagli sul grande Montanellic’è un metodo sicuro. Leg-gerlo.

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ghi i sedicenti intimi, convin-ti di essere gli unici deposi-tari delle confidenze dal caroestinto, che difficilmente po-trà smentire: Montanelli fi-glio illegittimo del principeromano Ludovico Spada;Montanelli protagonista direlazioni segretissime comequella con Maria Josè di Sa-voia; Montanelli convertitoalla fede cristiana in punto dimorte.

Ancora più irresistibiledell’“io lo conoscevo bene” èil “lui mi conosceva bene”,con relativa proliferazionedi eredi e continuatori auto-nominati tali, oppure falsa-mente accusati di averlo fat-to.

Il Giornale diretto da San-dro Sallusti si ostina a richia-marsi a Montanelli, che è co-me se Famiglia cristiana in -sistesse nel richiamarsi a

fatti.La morte, si sa, è una gran

pettegola, anche per viadell’effetto “io lo conoscevobene”. Spuntano come fun-

quelli del paese basso, i piùumili “ingiuesi”.

Sestilio Montanelli, fieromangiapreti e ingiuese puro-sangue, dovette subire la de-cisione della moglie Madda-lena di partorire nella casadei genitori nel paese alto, “insu”, dove risiedevano tutte lefamiglie più in vista di Fucec-chio.

E allora come ritorsionescelse per il figlio quel nomeassente nel calendario deisanti, addirittura legato aun’altra religione (Indro è ilmaschile dell’indiano Indi-ra).

Per una verità ripristinata,la montanelleide proseguenelle mille e una bufala chehanno costretto il sito dellaFondazione con sede a Fu-cecchio ad aprire una sezio-ne apposita, “dicono di lui”,in soccorso della verità dei

Non sarà un nuovo stadio in città,questo lo hanno capito tutti,anche chi odia il calcio. Il “F i l a”è sempre stato qualcosa di piùOggi si direbbe “bene comune”

ha continuato ad essere la casa.La casa di Gigi Meroni, di Gu-stavo Giagnoni l’allenatore co-munista col colbacco, del ser-gente di ferro Gigi Radice e deisuoi undici campioni del 1976,di Sergio Vatta, il mago dellegiovanili. E di don Aldo Rabi-no, il cappellano salesiano,punto di riferimento per i ra-gazzi delle giovanili. Se n’è an-dato da poco, ed l’unica nota dimalinconia della giornata.

LE PORTE del Fila erano sem-pre aperte, per gli allenamentie per le partite della Primave-ra. C’era sempre qualche pen-sionato pronto a raccontartidel Grande Torino o di quelderby del ‘57 quando Armano,J e p p s o n , A r c e e T a c c h ischiantarono la Juventus diBoniperti di fronte a un murodi 35 mila persone.

Le porte si sono chiuse nel1994, grazie all’allora presi-dente Calleri che, per scongiu-rare un fallimento, desertificòil desertificabile. Poi, nel 1997,le ruspe e uno stillicidio di mi-rabolanti progetti di ricostru-zione e promesse mai mante-nute. E non è un caso che lamorte apparente del Filadelfiasia coincisa con il periodo piùbuio della storia del Toro. Enon è un caso che si sia tornatia respirare proprio quanto sta-va davvero per rinascere. Orasarà uno stadio da 4.000 posti(8 milioni di euro messi da Re-gione, Comune e Urbano Cai-ro) per gli allenamenti, il mu-seo e probabilmente la sede so-ciale. Inaugurazione – si spera– tra un anno, a 90 anni da quel1926: “Mi piacerebbe dare ilcalcio d’in izio”, ha detto ieriPaolino Pulici, che per i tifosidel Toro è come dire il Messia.Se quel momento arriverà,toccherà sicuramente a lui.

d’ora granata”) non sia maimancato il gol.

Le tribune del Filadelfiastraboccheranno di pubblicosoltanto a partire dagli Anni50, dopo quel maledetto 4maggio 1949 quando il terra-pieno della Basilica di Supergainghiottì l’aereo degli “Invin -cibili”. È quegli anni – anni diun Torello ruspante, popola-re, povero e tenace nel peren-ne ricordo della Tragedia –che forse scoppia quell’amorecosì particolare tra un colore,una parte di città e la sua casa.Il Torino giocherà al Fila finoal 1963 (una sola parentesi alComunale, casa Juventus, nel1958/59, finita - guarda caso -con la prima retrocessione in Bdella storia) in tempo per ve-dere un nuovo Toro d’altaclassifica e un futuro Palloned’Oro, Denis Law. Poi il traslo-co, definitivo, al Comunale, di-stante pochi isolati. Ma il Fila

tifoso che accusava la squadradi scarso impegno. Per la cro-naca, quella partita contro lamalcapitata Alessandria finirà10-0, ancora oggi il più largosuccesso della storia del cam-pionato italiano. Era così capi-tan Valentino: nel parterresotto la tribuna in legno nonmancava mai il ferroviere Bol-mida, che a un certo punto del-la partita sfoderava la suatromba e suonava la carica. Ca-pitan Valentino, a quel suono,si rimboccava le maniche.Leggenda vuole che nel quartod’ora successivo (“il quarto

La festaI tifosi sul pra-to del “F i l a”.A fianco, PaoloPulici, campio-ne d’It a l i a1976, 172 retiin magliag ra n at aAnsa

Il “Ve cch io”I nd roMont a ne l l i( 19 09 -2 0 0 1 )Ansa

Nel nomedel padreFu Sesti-lio, Monta-nelli, il pa-dre man-giapreti ascegliereIndro per-ché assen-te nel ca-lendariodei santi

IL FILADELFIA L’impianto del Grande Torino, abbattuto nel 1997, diventerà il nuovo centrosportivo della squadra granata. Ieri la cerimonia di inizio lavori di fronte a diecimila persone

Una pietra dritta al cuoreIl Toro è tornato a casa

La scheda

n IL TEMPIOL A I COLo StadioFi l a d e l f i afu volutodal ConteM a ro n eCinzano ei n a u g u ra tonel 1926.Ha ospitato legare internedel Torino finoal 1963. Poiè diventatala sede degliallenamentidella primas q u a d rae dellaPr i m ave ra ,che quig i o c avaanche lepar titeufficiali.Chiusodal 1994e demolitonel 1997

samente spalti spesso non gre-miti, fatta eccezione per le par-tite di cartello. Era un pubblicomolto esigente se è vero, comeraccontano le cronache, che il2 maggio 1948 Valentino Maz-zola quasi scavalcò la recinzio-ne (il pubblico era lì, a un passodal campo) per litigare con un

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I disegni di Disegni

COGNIZIONE DI CAUSA

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Dalla Prima

» MARCO TRAVAGLIO

Elencava le analogie fra i duesegretari di partito più gio-

vani dell’Italia repubblicana(Craxi agguantò il Psi a 42 anni,Renzi il Pd a 39). Entrambi di-sinvolti spregiudicati, spavaldi,sbruffoni, sbrigativi, bulleschi,decisionisti. Fissati con il “pri -mato della politica”su tutto, an-che sulla legge, dunque con lariforma della Costituzione. In-sofferenti alle regole della de-mocrazia parlamentare. Aller-gici alle critiche (da “Passami ils al e ” a “Fassina chi?”), sprez-zanti con tutti i contropoteri:opposizione, sindacati, stampalibera, pm indipendenti (le dueleggi sulla responsabilità civiledei magistrati le han volute lo-ro, nel 1988 e nel 2014). Arro-ganti col mondo della cultura(Craxi a Galli della Loggia: “In -tellettuale dei miei stivali”;Renzi e/o Boschi a Zagrebelskye Rodotà: “Professoroni, soloni,gufi”). Sedicenti “leader di sini-stra”, ma portatori di ricette didestra e compiaciutamente cir-condati da ricconi, stilisti, nobi-lastri, damazze, sbanchieri emagnager (“nani e ballerine”,per dirla con Rino Formica, cri-tico di entrambi). Sorridenti a32 denti (tutti canini), sprizzan-ti ottimismo obbligatorio, ri-p r e s a , c r e s c i t a , b o o m ,vrooooam, brumbrum. Semprein maniche di camicia bianca, o-gni tanto con su il chiodo nero(Craxi però esibì il giubbotto dipelle a una tribuna politica:Renzi, dalla De Filippi). Viola-tori delle etichette (Bettino sipresentò in jeans da Pertini chelo rispedì a casa a rivestirsi,Renzi andò a una cerimonia alQuirinale vestito di chiaro e Na-politano finse di non vedere).Stessa confusione fra andare algoverno e prendere il potere, efra il pubblico e il privato (Craxiaveva il cognato Pillitteri e il fi-glio Bobo, Renzi papà Tiziano ela sorella assessora Benedetta).Stessa orticaria per il partito,subito liofilizzato in una cer-chia di amici obbedienti e ami-che adoranti (dal Garofano alGiglio Magico).

Stessa bulimia di potere so-matizzata in pinguedine. Stes-so stuolo di leccaculi, adulatori,lustrascarpe. Stesso vezzo dicircondarsi di belle donne (Josiricordava la Cappiello, la Boni-ver e la Bellisario da un lato, iltrio Boschi-Madia-Morettid al l’altro, cui s’è aggiunta nelfrattempo la Ascani). Stessemanie di grandeur (uno la pi-ramide di Panseca e il viaggio inCina con decine di cortigiani,l’altro le Leopolde e l’Air ForceRenz per aviotrasportare ilproprio monumento equestrecon tutto il cucuzzaro). Stessovizietto di alloggiare a sbafo (u-no al Raphael, l’altro nel pied àterre di Carrai). L’uno testimo-ne di nozze e l’altro figlioccio diBerlusconi. L’uno incarnazio-ne della Milano da bere, l’altrodella Firenze da mangiare (vedinote spese). Non sarà mica uncaso se molti residuati del cra-xismo han traslocato armi e ba-gagli dalle parti del renzismo:Ferrara e Minoli, Sacconi e LaGanga, Napolitano e Amato.

Ecco perché il pellegrinag-gio del giovin Matteo al Ra-phael, cioè nella Betlemme cra-xiana, poco dopo il battesimoalla Ruota della Fortuna e pocoprima della cresima alla villa diArcore, stupisce fino a un certopunto. Oggi Renzi ce l’ha fatta.È diventato un Craxi senza tan-genti. Ma è ancora così giova-ne.

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R icapitoliamo. Il 7 ottobre 2001 -cioè 14 anni fa - inizia la guerradi Stati Uniti & Co. contro l’Af -

ghanistan scatenata dopo gli attentatidell’11 settembre. A dicembre 2001 i-nizia la missione internazionale Inter -national Security Assistance Force (I -saf) su mandato Onu. La missione, a cuipartecipa anche l’Italia, si è conclusa afine 2014, ma noi siamo sempre lì in unamissione Nato che si chiama ResoluteSupport, “Sostegno risoluto”. Ma chefacciamo lì? In teoria supportiamo (ri-solutamente) il nuovo Afghanistan de-

mocratico. Cioè, più o meno: sup-portiamo la masnada di tagliagole,estremisti religiosi e trafficanti chesono amici nostri. E in pratica? Da 14anni facciamo la guerra contro la ma-snada di tagliagole, estremisti religiosie trafficanti che non sono amici nostri(le squadre, però, cambiano spesso).

Funziona? No, la situazione è più omeno quella di dieci anni fa. Soluzio-ne? Rimanere ancora “per aiutare lapace”. Come? Facendo la guerra comeora (e se si colpisce un ospedale civile,pazienza). Perché? Lo ha deciso Wa-

shington, che ci chiede pure dibombardare l’Isis in Iraq (manon in Siria). Renzi, che somiglia

a un Nando Moriconi di successo,agli Usa dice sempre sì, forse perchévuol fare “il sindaco der Kansas City”(o almeno spera che lo lascino dov’è):adesso, dice, “sta pensando”se lascia-re i nostri soldati in Afghanistan un al-tro anno, ma in realtà aveva già dettoche saremmo restati in aprile e in giu-gno. In quest’ultima occasione era adHerat: indossava una mimetica. Ecco,forse era più adatta una livrea.

R I M AS U G L I

Guerrain Afghanistan

e consiglidi abbigliamento

» MARCO PALOMBI