Ilcodiceantiburocrazia Pit-Spot · cambiando e diversifican-dosi» sostiene un indagi-ne condotta...

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S arà più semplice la vita per i cittadini nei rapporti con la pubblica ammini- strazione? Probabilmente sì: purché siano dotati di Pec. È la posta elettronica certificata, l’indi- rizzo e-mail con valore legale, già obbligatorio per diverse catego- rie, che sostituirà raccomandate e fax. Con la Pec, studiata per ridur- re burocrazia e costi, dovrebbe di- ventare più veloce e sicuro richie- dere certificati anagrafici al comu- ne, ottenere ricette mediche, ma anche scambiare documenti a va- lore legale con il commercialista e l’amministratore dello stabile. Un risparmio anche per lo Stato, che si sta muovendo verso la do- cumentazione digitale con l’obiet- tivo di eliminare buona parte del- la carta. Ecco come viene descritta la Pec sul sito del Cnipa, il Consiglio nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione che da questo mese ha cambiato nome in DigitPa (ma il sito web, per ora, resta Cnipa): «Un sistema di po- sta elettronica nel quale è fornita al mittente documentazione elet- tronica, con valenza legale, atte- stante l’invio e la consegna di do- cumenti informatici». Una volta abilitata, insomma, la Pec ha lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno (e del fax), perché iden- tifica mittente e destinatario e ga- rantisce la non alterabilità del do- cumento. Lo scadenziario La Pec è diventata un obbligo con la conversione nella legge 2/2009 del decreto «anticrisi», l’anno scorso. C’è uno scadenzia- rio diverso a seconda di imprese e categorie. I primi a dovere aderi- re, da novembre, sono stati i pro- fessionisti iscritti agli ordini (2 mi- lioni in Italia). Da quest’anno l’ob- bligo è stato esteso alle nuove so- cietà: quelle costituite dal primo gennaio devono dichiarare una Pec all’atto dell’iscrizione nel regi- stro delle imprese. Per tutte le al- tre società, l’obbligo scatterà alla fine di novembre 2011. Tuttavia, e questo è il primo paradosso, non esistono sanzioni per gli ina- dempienti. Comuni e province si stanno mettendo in regola a rilento: più del 60% possiede una Pec, ma nel- la maggioranza dei casi non lo ha comunicato ai cittadini, metten- do, ad esempio, l’indirizzo nella home page del sito. Per verificar- lo, basta collegarsi con il sito In- ternet del comune di residenza. Obiettivo 10 milioni Per quanto riguarda i cittadini, invece, il ministero per la Pubbli- ca amministrazione ha disposto, per chi lo richieda, il rilascio di un indirizzo gratuito di Pec: «Per re- golare tutte le comunicazioni tra cittadino ed enti pubblici». Il mi- nistro Renato Brunetta spera così di raggiungere entro un anno 10 milioni di cittadini. «Fino a oggi, le Pec sono 50 mila, calcolando quelle fornite da Inps e Aci in via sperimentale» dice Renzo Turat- to, capo dipartimento per l’Inno- vazione e le tecnologie. Ancora poche: segno che i cittadini non sono informati. Eppure i vantaggi per il pubbli- co ci sono: in termini di tempo (niente code in Posta) e denaro (basta un pc connesso al web). Inoltre la consegna è istantanea, visto che si tratta di un messaggio di posta elettronica. Ma ci sono anche aspetti negativi. Innanzitut- to, il sistema è valido solo se han- no la Pec sia il mittente sia il desti- natario. Inoltre, spiega Fabiana Vudafieri di InfoCert, «la Pec gra- tuita del ministero vale solo per i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione, non per gli altri casi»: quando l’utente, per esem- pio, deve comunicare con assicu- razioni, banche e professionisti. I gestori privati È il secondo paradosso: oltre al- la Pec gratuita ministeriale, il cit- tadino dovrebbe farsene abilitare un’altra, a pagamento, da uno dei «gestori autorizzati»: come Acta- lis, Cedacri, It-Telecom, Poste Ita- liane, InfoCert. Per ottenerla ba- sta collegarsi al sito del gestore, compilare il modulo di attivazio- ne e inviare un documento di identificazione. La Pec a pagamento costa da 10 a 60 euro all’anno, dipende dai servizi accessori: si va dall’assi- stenza clienti 24 ore su 24 alla me- morizzazione di messaggi e alle- gati sul server del gestore. «Un’operazione importante, per- ché garantisce il salvataggio dei dati — spiega l’avvocato Massimi- liano Nicotra, specialista in dirit- to informatico —. Consente di ri- pristinare la casella di posta in ca- so di guasti e di disporre dei docu- menti online». La Pec gratuita per il cittadino, in ogni caso, costerà almeno 25 milioni di euro all’era- rio, cioè al contribuente (che è sempre il cittadino). Questo è quanto è stato stanziato e si può leggere nel bando di concorso pubblicato sulla gazzetta della Co- munità Europea. Il raggruppa- mento Poste Italiane, Postecom e Telecom si è aggiudicato la fase di selezione delle offerte, chiusa la scorsa settimana. © RIPRODUZIONE RISERVATA C reatività a basso costo. In pubblici- tà un’idea conta tantissimo: una buona idea, infatti, può sostan- ziare un racconto che si fa apprezzare per origi- nalità ed efficacia comu- nicativa. E quella della campagna Ikea in onda in queste settimana è senz’altro una buona idea. Realizzato in tre di- versi tagli, il classico 30 secondi televisivo ma anche i 45 secondi per il cinema (e per YouTu- be, dove si trova la ver- sione lunga), lo spot si presenta come il rac- conto di un’amicizia fra due uomini. L’uno, più formale, in camicia blu, entra nel soggiorno del secondo, un giovane che lo accoglie nel pro- prio monolocale intera- mente arredato in stile svedese. La camera fissa ri- prende i due amici men- tre svolgono diverse atti- vità: tagli di montaggio netti trasmettono l’idea del trascorrere del tem- po, come se i due pas- sassero insieme il po- meriggio. Guardano la partita in televisione, ascoltano musica, co- struiscono un modelli- no, giocano ai mimi, in- somma si divertono in- sieme. Fino a quando, dopo essersi addormen- tati sul divano di fronte a un documentario, uno dei due si accorge che si è fatto tardi ed è ora di salutarsi. Ed ecco lo svelamento finale che spiega tutto: si sco- pre che quello che sem- brava un bellissimo e confortevole monoloca- le arredato con Ikea, è in realtà la cella di un penitenziario. Un car- rello laterale riprende il secondino che passa ac- canto ad un’altra cella, ben più spoglia. Il concept , insomma, consiste nello spiegare che, con poca spesa e molta creatività, qualsi- asi ambiente può diven- tare confortevole. Detto in maniera così simpati- ca c’è quasi da crederci. © RIPRODUZIONE RISERVATA SUPPLEMENTO AL DELL’1 FEBBRAIO 2010 ANNO XIV - N. 4 Direttore responsabile FERRUCCIO DE BORTOLI Condirettore LUCIANO FONTANA Vicedirettori ANTONIO MACALUSO, DANIELE MANCA, GIANGIACOMO SCHIAVI, BARBARA STEFANELLI 5 2010 RCS QUOTIDIANI S.p.A. Sede legale: via A. Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 139 del 29 giugno 1948 © COPYRIGHT RCS QUOTIDIANI S.P.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo prodotto può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. REDAZIONE E TIPOGRAFIA Via Solferino, 28 - 20121 Milano Tel. 02-6339 RCS PUBBLICITÀ S.p.A. Via Mecenate, 91 - 20138 Milano Tel. 02-50951 A cura di MASSIMO FRACARO Guido Cagnan Giuditta Marvelli Alessandra Puato Stefano Righi (caposervizio) Maria Silvia Sacchi Isidoro Trovato Art director e progetto grafico: GIANLUIGI COLIN Quella piccola cella trasformata in tana con il gusto di Ikea Web Sistema già obbligatorio per professionisti e nuove società. I vantaggi nel dialogo con comuni e ministeri Lo Stato incentiva l’uso delle mail certificate. Ma coi privati non vale l’identità virtuale pubblica Tendenze I dati del Midem di Cannes: un quarto del business del settore arriva dal digitale, vale 4,2 miliardi di dollari Pec Il codice antiburocrazia Musica gratis, con la pubblicità Nuovi consumi: streaming sul web, legalmente grazie agli inserzionisti 3 Pit-Spot di Aldo Grasso in collaborazione con Massimo Scaglioni pitspotcorriere@fastwebnet. C ome ascoltano la musica i giovanissi- mi, i digital nati- ves ? Un terzo compra an- cora i cd, ma un altro 29 per cento la scarica dalla rete, illegalmente. «I com- portamenti però stanno cambiando e diversifican- dosi» sostiene un’indagi- ne condotta da Synovate Research e Music Matter su 8.500 giovani in 13 mer- cati, presentata al Midem a Cannes, l’appuntamen- to chiave per l’industria musicale. Il 12 per cento ascolta la musica sul cellulare con un’abbonamento, il 14 per cento acquista bra- ni online e il 21 per cento consuma la musica in stre- aming sul Web, gratis, ma legalmente perché soste- nuta dalla pubblicità. La novità è la crescita dello streaming : le etichette hanno accettato partner- ship con gli ad-service , servizi di musica sul Web, pagata dalla pubblicità. Le nuove storie di suc- cesso si chiamano Spoti- fy, svedese, che offre l’ascolto di 6 milioni e mezzo di brani; Deezer, nato in Francia, ma in espansione nel resto d’Eu- ropa, con 16 milioni di utenti; o We7 inglese con 3 milioni di utenti. «Lo streaming è on de- mand , permette all’uten- te di saltare facilmente da un genere all’altro, da un’artista all’altro, è il mo- do più tipico della naviga- zione Web di scoprire la musica» osserva Steve Purdhan, fondatore di We7. Nell’ultimo anno la musica digitale è cresciu- ta del 12 per cento e oggi vale 4,2 miliardi di dollari secondo il rapporto Ifpi 2010 dell’associazione in- ternazionale dell’indu- stria discografica. Un quarto del business globale della musica vie- ne dal digitale. Ci sono vo- luti quasi due anni ai nuo- vi music-service per otte- nere i cataloghi delle major , in cambio hanno accettato di versare ai pro- duttori dal 40 al 60 per cento degli introiti pubbli- citari. Il successo dello streaming viene dalla gra- tuità. «Noi continueremo ad offrire l’ascolto di mu- sica gratuito», ha assicura- to Owen Van Natta, am- ministratore delegato di MySpace, il social network della News Cor- poration, con 120 milioni di utenti, considerato la prima destinazione sul Web per l’ascolto di musi- ca streaming . «Possiamo farlo perché siamo riusci- ti ad integrare i brand con i contenuti e questo vale per il 56 per cento dell’of- ferta della nostra piatta- forma». Un modello che la comunità ha lanciato per prima con MySpace Music, nata dalla partner- ship con quattro major (Emi Music, Sony Bmg, Universal Music Group, Warner Music). Al Mi- dem, Van Natta ha spiega- to: «Crediamo che il futu- ro della distribuzione di contenuti digitali passi at- traverso la gente, non at- traverso i portali. Il 65 per cento dei nostri utenti mette la musica nelle pro- prie pagine. Nel 2009 i na- vigatori hanno creato e scambiato 180 milioni di playlist musicali». La possibilità di accede- re anche dal telefonino e la sincronizzazione tra le pagine di MySpace a Twit- ter, appena lanciata, han- no moltiplicato le connes- sioni. CHIARA SOTTOCORONA © RIPRODUZIONE RISERVATA Categorie soggette e date di entrata in vigore dell’obbligo Cinque mosse per averla Persone, rete, consumi DI UMBERTO TORELLI L’agenda MySpace Owen Van Natta, amministratore delegato Professionisti l’obbligo è scattato da novembre 2009 nei confronti degli ordini e i collegi cui sono iscritti Nuove società devono dichiarare la casella Pec all’atto dell’iscrizione al registro imprese (obbligo immediato) Società già iscritte obbligo di dotarsi di Pec entro novembre 2011 Pubbliche Amministrazioni devono dotarsi di caselle di posta certificata, se non lo hanno già fatto in base a norme precedenti 26 CORRIER ECONOMIA LUNEDÌ 1 FEBBRAIO 2010

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S arà più semplice la vitaper i cittadini nei rapporticon la pubblica ammini-strazione? Probabilmente

sì: purché siano dotati di Pec. È laposta elettronica certificata, l’indi-rizzo e-mail con valore legale, giàobbligatorio per diverse catego-rie, che sostituirà raccomandate efax. Con la Pec, studiata per ridur-re burocrazia e costi, dovrebbe di-ventare più veloce e sicuro richie-dere certificati anagrafici al comu-ne, ottenere ricette mediche, maanche scambiare documenti a va-lore legale con il commercialistae l’amministratore dello stabile.Un risparmio anche per lo Stato,che si sta muovendo verso la do-cumentazione digitale con l’obiet-tivo di eliminare buona parte del-la carta.

Ecco come viene descritta laPec sul sito del Cnipa, il Consiglionazionale per l’informatica nellapubblica amministrazione che daquesto mese ha cambiato nomein DigitPa (ma il sito web, per ora,resta Cnipa): «Un sistema di po-sta elettronica nel quale è fornitaal mittente documentazione elet-tronica, con valenza legale, atte-stante l’invio e la consegna di do-cumenti informatici».

Una volta abilitata, insomma,la Pec ha lo stesso valore legale diuna raccomandata con ricevutadi ritorno (e del fax), perché iden-tifica mittente e destinatario e ga-rantisce la non alterabilità del do-cumento.

Lo scadenziarioLa Pec è diventata un obbligo

con la conversione nella legge2/2009 del decreto «anticrisi»,l’anno scorso. C’è uno scadenzia-rio diverso a seconda di impresee categorie. I primi a dovere aderi-re, da novembre, sono stati i pro-fessionisti iscritti agli ordini (2 mi-lioni in Italia). Da quest’anno l’ob-bligo è stato esteso alle nuove so-cietà: quelle costituite dal primogennaio devono dichiarare unaPec all’atto dell’iscrizione nel regi-stro delle imprese. Per tutte le al-

tre società, l’obbligo scatterà allafine di novembre 2011. Tuttavia,e questo è il primo paradosso,non esistono sanzioni per gli ina-dempienti.

Comuni e province si stannomettendo in regola a rilento: piùdel 60% possiede una Pec, ma nel-la maggioranza dei casi non lo hacomunicato ai cittadini, metten-do, ad esempio, l’indirizzo nellahome page del sito. Per verificar-lo, basta collegarsi con il sito In-ternet del comune di residenza.

Obiettivo 10 milioniPer quanto riguarda i cittadini,

invece, il ministero per la Pubbli-ca amministrazione ha disposto,per chi lo richieda, il rilascio di unindirizzo gratuito di Pec: «Per re-golare tutte le comunicazioni tracittadino ed enti pubblici». Il mi-nistro Renato Brunetta spera cosìdi raggiungere entro un anno 10milioni di cittadini. «Fino a oggi,le Pec sono 50 mila, calcolandoquelle fornite da Inps e Aci in viasperimentale» dice Renzo Turat-to, capo dipartimento per l’Inno-vazione e le tecnologie. Ancorapoche: segno che i cittadini nonsono informati.

Eppure i vantaggi per il pubbli-co ci sono: in termini di tempo(niente code in Posta) e denaro(basta un pc connesso al web).Inoltre la consegna è istantanea,visto che si tratta di un messaggiodi posta elettronica. Ma ci sonoanche aspetti negativi. Innanzitut-to, il sistema è valido solo se han-no la Pec sia il mittente sia il desti-natario. Inoltre, spiega Fabiana

Vudafieri di InfoCert, «la Pec gra-tuita del ministero vale solo per irapporti tra cittadino e pubblicaamministrazione, non per gli altricasi»: quando l’utente, per esem-pio, deve comunicare con assicu-razioni, banche e professionisti.

I gestori privatiÈ il secondo paradosso: oltre al-

la Pec gratuita ministeriale, il cit-tadino dovrebbe farsene abilitareun’altra, a pagamento, da uno dei«gestori autorizzati»: come Acta-lis, Cedacri, It-Telecom, Poste Ita-liane, InfoCert. Per ottenerla ba-

sta collegarsi al sito del gestore,compilare il modulo di attivazio-ne e inviare un documento diidentificazione.

La Pec a pagamento costa da10 a 60 euro all’anno, dipende daiservizi accessori: si va dall’assi-stenza clienti 24 ore su 24 alla me-morizzazione di messaggi e alle-gat i sul s e rve r d e l g e s to re .«Un’operazione importante, per-ché garantisce il salvataggio deidati — spiega l’avvocato Massimi-liano Nicotra, specialista in dirit-to informatico —. Consente di ri-pristinare la casella di posta in ca-so di guasti e di disporre dei docu-menti online». La Pec gratuita peril cittadino, in ogni caso, costeràalmeno 25 milioni di euro all’era-rio, cioè al contribuente (che èsempre il cittadino). Questo èquanto è stato stanziato e si puòleggere nel bando di concorsopubblicato sulla gazzetta della Co-munità Europea. Il raggruppa-mento Poste Italiane, Postecom eTelecom si è aggiudicato la fasedi selezione delle offerte, chiusala scorsa settimana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Creatività a bassocosto. In pubblici-tà un’idea conta

tantissimo: una buonaidea, infatti, può sostan-ziare un racconto che sifa apprezzare per origi-nalità ed efficacia comu-nicativa. E quella dellacampagna Ikea in ondain queste settimana èsenz’altro una buonaidea.

Realizzato in tre di-versi tagli, il classico 30secondi televisivo maanche i 45 secondi peril cinema (e per YouTu-be, dove si trova la ver-sione lunga), lo spot sipresenta come il rac-conto di un’amicizia fradue uomini. L’uno, piùformale, in camicia blu,entra nel soggiorno delsecondo, un giovaneche lo accoglie nel pro-prio monolocale intera-mente arredato in stilesvedese.

La camera fissa ri-prende i due amici men-tre svolgono diverse atti-vità: tagli di montaggionetti trasmettono l’ideadel trascorrere del tem-

po, come se i due pas-sassero insieme il po-meriggio. Guardano lapartita in televisione,ascoltano musica, co-struiscono un modelli-no, giocano ai mimi, in-somma si divertono in-sieme. Fino a quando,dopo essersi addormen-tati sul divano di frontea un documentario,uno dei due si accorgeche si è fatto tardi ed èora di salutarsi. Ed eccolo svelamento finaleche spiega tutto: si sco-pre che quello che sem-brava un bellissimo econfortevole monoloca-le arredato con Ikea, èin realtà la cella di unpenitenziario. Un car-rello laterale riprende ilsecondino che passa ac-canto ad un’altra cella,ben più spoglia.

Il concept , insomma,consiste nello spiegareche, con poca spesa emolta creatività, qualsi-asi ambiente può diven-tare confortevole. Dettoin maniera così simpati-ca c’è quasi da crederci.

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SUPPLEMENTO AL

DELL’1 FEBBRAIO 2010ANNO XIV - N. 4

Direttore responsabileFERRUCCIO DE BORTOLI

CondirettoreLUCIANO FONTANA

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DANIELE MANCA,GIANGIACOMO SCHIAVI,BARBARA STEFANELLI

5 2010 RCS QUOTIDIANI S.p.A.Sede legale:

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n. 139 del 29 giugno 1948© COPYRIGHT RCS QUOTIDIANI S.P.A.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di

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REDAZIONE E TIPOGRAFIAVia Solferino, 28 - 20121 Milano

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A cura diMASSIMO FRACARO

Guido CagnanGiuditta Marvelli

Alessandra PuatoStefano Righi (caposervizio)

Maria Silvia SacchiIsidoro Trovato

Art director e progetto grafico:GIANLUIGI COLIN

Quella piccola cellatrasformata in tanacon il gusto di Ikea

Web Sistema già obbligatorio per professionisti e nuove società. I vantaggi nel dialogo con comuni e ministeri

Lo Stato incentiva l’uso dellemail certificate. Ma coi privati non vale l’identità virtuale pubblica

Tendenze I dati del Midem di Cannes: un quarto del business del settore arriva dal digitale, vale 4,2 miliardi di dollari

Pec Il codice antiburocrazia

Musica gratis, con la pubblicitàNuovi consumi: streaming sul web, legalmente grazie agli inserzionisti

3Pit-Spotdi Aldo Grasso

in collaborazionecon Massimo Scaglioni

pitspotcorriere@fastwebnet.

C ome ascoltano lamusica i giovanissi-mi, i digital nati-

ves? Un terzo compra an-cora i cd, ma un altro 29per cento la scarica dallarete, illegalmente. «I com-portamenti però stannocambiando e diversifican-dosi» sostiene un’indagi-ne condotta da SynovateResearch e Music Mattersu 8.500 giovani in 13 mer-cati, presentata al Midema Cannes, l’appuntamen-to chiave per l’industriamusicale.

Il 12 per cento ascoltala musica sul cellularecon un’abbonamento, il

14 per cento acquista bra-ni online e il 21 per centoconsuma la musica in stre-aming sul Web, gratis, malegalmente perché soste-nuta dalla pubblicità. Lanovità è la crescita dellostreaming : le etichettehanno accettato partner-ship con gli ad-service ,servizi di musica sul Web,pagata dalla pubblicità.

Le nuove storie di suc-cesso si chiamano Spoti-fy, svedese, che offrel’ascolto di 6 milioni emezzo di brani; Deezer,nato in Francia, ma inespansione nel resto d’Eu-ropa, con 16 milioni di

utenti; o We7 inglese con3 milioni di utenti.

«Lo streaming è on de-mand , permette all’uten-te di saltare facilmente daun genere all’altro, daun’artista all’altro, è il mo-do più tipico della naviga-zione Web di scoprire lamusica» osserva StevePurdhan, fondatore diWe7. Nell’ultimo anno lamusica digitale è cresciu-ta del 12 per cento e oggivale 4,2 miliardi di dollarisecondo il rapporto Ifpi2010 dell’associazione in-ternazionale dell’indu-stria discografica.

Un quarto del business

globale della musica vie-ne dal digitale. Ci sono vo-luti quasi due anni ai nuo-vi music-service per otte-nere i cataloghi dellemajor , in cambio hanno

accettato di versare ai pro-duttori dal 40 al 60 percento degli introiti pubbli-citari. Il successo dellostreaming viene dalla gra-tuità. «Noi continueremoad offrire l’ascolto di mu-sica gratuito», ha assicura-to Owen Van Natta, am-ministratore delegato diM y S p a c e , i l s o c i a lnetwork della News Cor-poration, con 120 milionidi utenti, considerato laprima destinazione sulWeb per l’ascolto di musi-ca streaming . «Possiamofarlo perché siamo riusci-ti ad integrare i brand coni contenuti e questo valeper il 56 per cento dell’of-ferta della nostra piatta-forma». Un modello chela comunità ha lanciatoper prima con MySpaceMusic, nata dalla partner-

ship con quattro major(Emi Music, Sony Bmg,Universal Music Group,Warner Music). Al Mi-dem, Van Natta ha spiega-to: «Crediamo che il futu-ro della distribuzione dicontenuti digitali passi at-traverso la gente, non at-traverso i portali. Il 65 percento dei nostri utentimette la musica nelle pro-prie pagine. Nel 2009 i na-vigatori hanno creato escambiato 180 milioni diplaylist musicali».

La possibilità di accede-re anche dal telefonino ela sincronizzazione tra lepagine di MySpace a Twit-ter, appena lanciata, han-no moltiplicato le connes-sioni.

CHIARA SOTTOCORONA

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Categorie soggette e date di entrata in vigore dell’obbligo

Cinque mosse per averla

Persone, rete, consumi

DI UMBERTO TORELLI

L’agenda

MySpace Owen Van Natta,amministratore delegato

Professionisti l’obbligo è scattato da novembre 2009 nei confrontidegli ordini e i collegi cui sono iscritti

Nuove societàdevono dichiarare la casella Pec all’atto

dell’iscrizione al registro imprese (obbligoimmediato)

Società già iscritte obbligo di dotarsi di Pec entro novembre 2011

Pubbliche Amministrazioni devono dotarsi di caselle di posta certificata, se nonlo hanno già fatto in base a norme precedenti

26 CORRIER E C O N O M I A LUNEDÌ 1 FEBBRAIO 2010