Il_Centro_Novembre_2011

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  Au t. ne de l Tr ib un al e di Li vorn o n° 68 3 de l 05/ 03 /2 00 1 - Sp ed iz . in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO  Anno XI - n° 116 Novembre 2011 L’Editoriale  di Enrico Dello Sbarba Occorre un governo di emergenza  p er riconquistare la “fiducia  p e r duta” segue a pag. 2 Vi sono nella storia delle nazio- ni delle contingenze serie e de- licate all’interno delle quali, deve assolutamente prevalere il senso dello stato e quello delle responsabilità. Vi sono momenti e circostanze in cui deve pre- valere lo spirito di servizio al di là della esasperata difesa di as- surdi personalismi o discutibili interessi di bottega. Nella storia del nostro paese, al- l’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale, vi sono stati passaggi importanti nei quali è prevalso, sempre, quel “senso dello stato” che vo- gliamo rapidamente ricordare. All’indomani della fine della se- conda guerra mondiale in un paese distrutto e moralmente prostrato, la grande maggioran- Tra metempsicosi e risacca Un articolo dell’On. Ivo Butini Benito Mussolini non amava il Parlamen- to. Deputato, magari dileggiava la Camera alla quale apparteneva. L’esempio sembra continuare, in un gio- co di ipocrisie, anche ai nostri giorni. Mussolini disse che poteva fare dell’aula sorda e grigia di Montecitorio un bivacco di camice nere. Mussolini non c’è più. E nemm eno le ca- mice nere. Ma il tarlo dell’antiparlamentari smo e del- l’antipolitica continua a lavorare. Nella forma, sotto la copertura della mora- le e del diritto. Nella sostanza, in un con- flitto d’interessi, seppur legittimo comun- que spudorato. Con la connivenza di politici? Perchè no? Certamente non di tutti, non della mag- gioranza. Almeno speriamo. E non si deve nemmeno trascurare l’esi- stenza di portatori sani di malattie perico- lose. Senza entrare qui e ora sulla dottrina fa- scista del rapporto tra la Nazione e lo Sta- to, il rapporto tra parlamento e governo è invece così precisato da Mario Pacelli: “l’abbandono del principio garantista della divisione dei poteri con la sostituzione di quello della ripartizione delle funzioni sta- tali porta a considerare il Parlamento un organo di integrazione del governo, più in forma di subordinazione che di colla- borazione, secondo C.E Biggini”. Lo Sta- to fascista era uno stato corporativo e nel 1939 nacque la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Oggi una pubblicistica insidiosa insinua l’esitenza della casta parlamentare. E’ la perenne storia degli untori di manzo- niana memoria. Seppure non riconosciute nè disciplina- te, esistono comunque eterne, le fazioni. Ed esistono le caste.Solo che ciuscuno vede la trave negli occhi degli altri. Se fosse qui tra noi il dottor Libero Pen- siero, il personaggio creato da Luigi San- tucci nel suo “In Australia con mio non- no”, ci parlerebbe probabilmente d’una forma di metempsicosi della politica. C’è in corso, anche in Italia, un vasto ten- tativo di trasformazione di sistema. Primo bersaglio, la rappresentanza parla- mentare: “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”(art..67 della Costituzione). Secondo bersaglio, la partecipazione po- polare: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per con- correre con metodo democratico a deter- minare la politica nazionale” (art.49 della Costituzione). Terzo bersaglio, il principio della respon- sabilità: “L’organizzazione sindacale è li- bera”. Ma esiste il problema dell’ordina- mento interno del sindacato e della sua registrazione. (art. 39 della Costituzione). La Costituzione non è intoccabile. Prima di toccarla a vanvera sarebbe però bene completarla nelle sue strutture es- senziali. Essa nacque da un travaglio profondo della società e dello Stato in Italia. Il pericolo che incombe è la risacca.

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rivista dell'associazione culturale il Centro Livorno, Italia, novembre 2011

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 Aut.ne del Tribunale di Livorno n° 683 del 05/03/2001 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO

 Anno XI - n° 116  Novembre 2011

L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba

Occorreun governodi emergenza

 per riconquistare

la “fiducia perduta”

segue a pag. 2

Vi sono nella storia delle nazio-ni delle contingenze serie e de-licate all’interno delle quali,deve assolutamente prevalere ilsenso dello stato e quello delleresponsabilità. Vi sono momentie circostanze in cui deve pre-

valere lo spirito di servizio al dilà della esasperata difesa di as-surdi personalismi o discutibiliinteressi di bottega.Nella storia del nostro paese, al-l’indomani della conclusione delsecondo conflitto mondiale, visono stati passaggi importantinei quali è prevalso, sempre,quel “senso dello stato” che vo-gliamo rapidamente ricordare.All’indomani della fine della se-

conda guerra mondiale in unpaese distrutto e moralmenteprostrato, la grande maggioran-

Tra metempsicosi

e risacca

Un articolo dell’On. Ivo Butini

Benito Mussolini non amava il Parlamen-to.Deputato, magari dileggiava la Camera allaquale apparteneva.L’esempio sembra continuare, in un gio-co di ipocrisie, anche ai nostri giorni.Mussolini disse che poteva fare dell’aulasorda e grigia di Montecitorio un bivaccodi camice nere.Mussolini non c’è più. E nemmeno le ca-mice nere.

Ma il tarlo dell’antiparlamentarismo e del-l’antipolitica continua a lavorare.Nella forma, sotto la copertura della mora-le e del diritto. Nella sostanza, in un con-flitto d’interessi, seppur legittimo comun-que spudorato.Con la connivenza di politici? Perchè no?Certamente non di tutti, non della mag-gioranza. Almeno speriamo.E non si deve nemmeno trascurare l’esi-stenza di portatori sani di malattie perico-lose.

Senza entrare qui e ora sulla dottrina fa-scista del rapporto tra la Nazione e lo Sta-to, il rapporto tra parlamento e governo èinvece così precisato da Mario Pacelli:“l’abbandono del principio garantista delladivisione dei poteri con la sostituzione diquello della ripartizione delle funzioni sta-tali porta a considerare il Parlamento unorgano di integrazione del governo, piùin forma di subordinazione che di colla-borazione, secondo C.E Biggini”. Lo Sta-to fascista era uno stato corporativo e nel1939 nacque la Camera dei Fasci e delle

Corporazioni.Oggi una pubblicistica insidiosa insinual’esitenza della casta parlamentare.E’ la perenne storia degli untori di manzo-niana memoria.Seppure non riconosciute nè disciplina-

te, esistono comunque eterne, le fazioni.Ed esistono le caste.Solo che ciuscuno

vede la trave negli occhi degli altri.Se fosse qui tra noi il dottor Libero Pen-siero, il personaggio creato da Luigi San-tucci nel suo “In Australia con mio non-no”, ci parlerebbe probabilmente d’unaforma di metempsicosi della politica.C’è in corso, anche in Italia, un vasto ten-tativo di trasformazione di sistema.Primo bersaglio, la rappresentanza parla-mentare: “ogni membro del Parlamentorappresenta la Nazione ed esercita le suefunzioni senza vincolo di mandato”(art..67

della Costituzione).Secondo bersaglio, la partecipazione po-polare: “Tutti i cittadini hanno diritto diassociarsi liberamente in partiti per con-correre con metodo democratico a deter-minare la politica nazionale” (art.49 dellaCostituzione).Terzo bersaglio, il principio della respon-sabilità: “L’organizzazione sindacale è li-bera”. Ma esiste il problema dell’ordina-mento interno del sindacato e della suaregistrazione. (art. 39 della Costituzione).La Costituzione non è intoccabile.

Prima di toccarla a vanvera sarebbe peròbene completarla nelle sue strutture es-senziali.Essa nacque da un travaglio profondodella società e dello Stato in Italia.Il pericolo che incombe è la risacca.

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 2 Politica

Occorre 

un governo 

di emergenza 

dalla prima pagina

za delle forze politiche democratichericostituitesi, pur in presenza d cre-scenti contrasti ideologici e di con-trapposizione dovuti all’emergere inEuropa di due blocchi contrapposti,trovò la necessaria ed indispensabileunità per redigere ed approvare “lacostituzione” e porre le basi per larinascita dell’Italia.Nell’estate calda del 1960, i contra-sti tra i partiti del centro provocaro-no la nascita del governo Tambroniche ottenne la fiducia in parlamentoa seguito del voto determinante delMSI. Esplosero gravi contrasti chepoi degenerarono in scontri tra ma-nifestanti e polizia che provocaronoanche dei morti. Di fronte alla graveemergenza le forze politiche di mag-gioranza e di opposizione imposerole dimissioni di Tambroni: fu forma-

Periodico mensiledel Circolo Culturale

Autorizzazione del Tribunale di Livorno

Redazione ed Amministrazione: 

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Enrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia il 4/11/20114/11/20114/11/20114/11/20114/11/2011

Hanno collaborato a questo numero: Cristina Battaglini, Massimo Cappel-Cristina Battaglini, Massimo Cappel-Cristina Battaglini, Massimo Cappel-Cristina Battaglini, Massimo Cappel-Cristina Battaglini, Massimo Cappel-li, Laura Conforti Benvenuti, Benia-li, Laura Conforti Benvenuti, Benia-li, Laura Conforti Benvenuti, Benia-li, Laura Conforti Benvenuti, Benia-li, Laura Conforti Benvenuti, Benia-mino Franceschini, Nicola Graziani,mino Franceschini, Nicola Graziani,mino Franceschini, Nicola Graziani,mino Franceschini, Nicola Graziani,mino Franceschini, Nicola Graziani,Giovanni Gudrun,Giovanni Gudrun,Giovanni Gudrun,Giovanni Gudrun,Giovanni Gudrun, Luca Lischi, MarioLuca Lischi, MarioLuca Lischi, MarioLuca Lischi, MarioLuca Lischi, MarioLorenzini,Lorenzini,Lorenzini,Lorenzini,Lorenzini, Renato Luparini, SilviaRenato Luparini, SilviaRenato Luparini, SilviaRenato Luparini, SilviaRenato Luparini, SilviaMenicagli, Maurizio Piccirillo,Menicagli, Maurizio Piccirillo,Menicagli, Maurizio Piccirillo,Menicagli, Maurizio Piccirillo,Menicagli, Maurizio Piccirillo, Jaco-Jaco-Jaco-Jaco-Jaco-po Pizzi, Marisa Speranzapo Pizzi, Marisa Speranzapo Pizzi, Marisa Speranzapo Pizzi, Marisa Speranzapo Pizzi, Marisa Speranza, Franco, Franco, Franco, Franco, FrancoSpugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.Spugnesi, Letizia Villani.

COMITATO DI REDAZIONE: 

Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,

Laura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti Benvenuti

 Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo,

Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,

Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,

Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

STAMPA:  Editrice «Il Quadrifoglio»,

  Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

to rapidamento, un governo, presie-duto da Amintore Fanfani, definito“delle convergenze parallele”grazie ad una originale proposta del-l’on.Aldo Moro -segretario della D.C.Nel 1973, la prima grave crisi petro-

lifera provocò gravissime conseguen-ze sul piano economico e finanzia-rio. Ebbene l’allora presidente delconsiglio Mariano Rumor rivolse agliitaliani un preoccupato e responsabi-le appello radiotelevisivo mettendo adisposizione il proprio incarico pernon essere di ostacolo ad un allarga-mento della coalizione di governo.Nel 1976, il paese era dilaniato dalcrescente fenomeno del terrorismo eda un pericoloso scontro sociale: irisultati elettorali sancirono una qua-si parità tra la D.C ed il PCI. Per fa-cilitare una decantazione dello scon-tro politico e cercare di far uscire ilpaese dal tunnel della crisi, fu for-mato un governo monocolore demo-cristiano sostenuto dai gruppi parla-mentari del centrosinistra e dal-l’astensione di quello del PCI, asten-sione che si tramutò in voto favore-vole dopo il rapimento dell’on. Aldo

Moro.Ed infine nel 1992, nel mezzo di unagravissima crisi finanziaria e la gra-duale dissoluzione dei partiti di go-verno a seguito di tangentopoli, il go-verno Amato, sostenuto dalla grandemaggioranza dei gruppi parlamenta-ri, assunse dei pesantissimi provve-dimenti che colpirono indistintamen-te tutti gli italiani nel tentativo,poi riu-scito, di salvare “la lira” aggreditadalla speculazione finanziaria interna-

zionale.Tutto questo “excursus” riguardantei primi settanta anni della storia poli-tica e democratica del nostro paesedovrebbe valere come monito per ilnostro Presidente del Consiglio per-chè, di fronte, all’aggravarsi dellacrisi economica. finanziaria ed anchemorale, prenda seriamente atto dellaestrema drammaticità che l’Italia staattraversando e compia “l’ormai fa-moso passo indietro”, richiesto da

tutte le forze politiche di opposizionee non solo, da quelle economiche esociali.Appare, ormai, evidente come“la sua permanenza” alla presidenzadel consiglio non costituisca più unproblema meramente politico ma con

Martedì 8 novembre, h. 16,30 Sala consiliare della Provincia.

Presentazione del libro:“La Balena bianca”

di Gerardo BiancoL’ultima battaglia 1990-1994conversazione con Nicola Guiso

Partecipano:

oltre all’Autore e al giornalista Guiso

Vannino Chiti

Vicepresidente del Senato

Prof. Luigi Lotti

 professore emerito in Storia Moderna

e Contemporanea Università di Firenze

On. Calogero Mannino

On. Ivo Butini Moderatore:

Dott. Nicola Graziani

giornalista Agenzia Italia

Saluto del Presidente della Provincia:

Dott. Giorgio Kutufà

 Introduzione:

Dott. Enrico Dello Sbarba

contorni, ben definiti, di prevalentevalenza economica e finanziaria. Delresto l’andamento negativo dei son-daggi, a cui il Cavaliere ha affidatoda sempre le sue fortune politiche,dovrebbe convincerlo a “passare la

mano” , consentire la formazione diun governo di emergenza in grado ditentare la riconquista della “fiduciaperduta” e salvare il paese da conse-guenze dolorose e pesantissime

Venerdì 2 Dicembre, h.18 Caffè Ginori - P.zza della Vittoria - Castiglioncello

Presentazione del libro“Dc. Il partito che fece l’Italia” 

di Giovanni Di Capua

e Paolo Messadirettore rivista Formiche

Prefazione di Giulio Andreottisaranno presenti gli autori Relatore:

Dott. Francescalberto De Bari Moderatore:

Dott. Enrico Dello Sbarba

Lunedì 14 Novembre, h. 18 c/o il Circolo Il Centro, via Trieste 7,

Incontro dibattito

con Piero Nocchi Assessore Provinciale ai Trasporti, Porti e T.P.L.

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 3Politica

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Dario Fo, di fronte a chi gli ha rimprovera-to di esser stato un giovane volontariodell’esercito della Repubblica Sociale Ita-liana, si è giustificato dicendo: “Mi sba-gliai di caserma, volevo entrare in realtà inquella dei Partigiani” .Matteo Renzi è vissuto in tempi più allegri, ma probabilmente scambiò la sezione delPD per quella di Forza Italia e ancora nonse ne è accorto .Infatti è stato gradito ospite ad Arcore eorganizza “convention” all’americana,dove non mancano produttori di reality escenografie alla moda, finalizzate a celebra-re due idoli. Il mitico-nuovo-che-avanza eLui, il leader solitario, l’uomo solo al co-mando di un gruppo che si perde in lonta-nanza e gli fa da sfondo.

Ha ristruttrato una Stazione dal nome anti-co e deliziosamente chic come “La Leopol-da” (sembra l’appellativo della cagnolinadi Mara Venier o della gattina di CristinaParodi) e ci ha trasmesso uno “one manshow”, alla Gigi Proietti o alla Enrico Bri-gnano, come dire “sono fiorentino, ma nonè colpa mia” .Con la sua aria da eterno ragazzino capita-to per caso nei Palazzi del potere , il trenta-seienne Matteo recita la parte interpretatacon successo da Pieraccioni nei suoi film

sempre uguali : dà voce all’uomo qualun-que e esprime con un delicato sorriso sor-nione la sintesi dell’ovvio .Dice che i politici pensano troppo a sé stessie non alla gente, che i sindacati tutelano ipensionati e non i disoccupati, che biso-gna dar spazio alle persone preparate e nonai raccomandati e che i politici dovrebberodopo qualche anno ritirarsi a vita privata(anni fa si diceva, “come Cincinnato”, malui non lo cita per paura che lo scambinoper un mediano brasiliano del Bologna) .Concetti che si sentono spesso sul tram oin treno. Con la differenza che poi, a chi liha espressi auguriamo buon proseguimen-to e non di diventare Presidente del Consi-glio.Depurato dai lustrini e dal ciuffo, Renzi èun clone ringiovanito di Berlusconi: il suo

personaggio è il vero messaggio politicoche esprime, il resto è noia.La novità è che il leaderismo allo stato puro,svincolato da qualsiasi legame ideologicoe da qualsiasi ideale politico concreto, si

impianta con Renzi all’interno del PartitoDemocratico.I simpatizzanti del Sindaco fiorentino sonopronti a citare Clinton e Tony Blair. Ma sitratta di paragoni sballati: i Democraticiamericani non sono un partito ma una coa-lizione elettorale e i Laburisti inglesi sonostati sempre anticomunisti e riformisti.Renzi invece pretende di trasformare i ni-potini di Berlinguer e i compagni del Parti-tone in popolo delle Primarie, pronto al-l’applauso e al sorriso al leader sorridente,

ottimista e vincente.Che cosa l’abbia spinto a scegliere proprioquella tradizione politica è presto detto: aFirenze solo entrando nel PD, il Manuale

Cencelli poteva garantirgli di fare, da “mar-gheritino”, il Baby Presidente della Provin-cia (uno degli enti più inutili della storiamoderna) e di concorrere come candidatoalle Primarie, dove si sono presentate a vo-tarlo anche e soprattutto persone che con lasinistra e la sua storia non hanno niente ache fare ma che in lui hanno visto più che

una speranza , una bella opportunità.Dopo l’era del Trasformismo di Scilipoti, siprofila una nuova fase della politica, quelladell’Opportunismo di Renzi: sarei di cen-tro, strizzo l’occhiolino alla destra, ma sto asinistra, finchè dura e fino a che sono ilSindaco.Poi si vedrà. Tanto la Leopolda non è uncucciolotto, ma una stazione . Qualche tre-no passerà e statene certi Renzi salirà suquello che lo porta più lontano.

Il capotreno Renzial binario di partenza

di Renato Luparini

UN NUOVO LEADER CHE AVANZA

 Mattei Renzi, Sindaco di Firenze.

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 4 Politica

Ancora poche settimane fa Benedetto XVI,visitando la Calabria soffocata dal crimine

organizzato, è tornato a lanciare il suo ap-pello per una nuova generazione di cattoli-ci in grado di operare autenticamente per ilbene comune. Il primo richiamo di questotipo risale al 2007. Sono quattro anni che ilSanto Padre chiede a gran voce al laicatocattolico italiano di svegliarsi, perché staper giungere l’ora.Poco prima della visita del Papa in Calabriail dibattito politico – reso sonnacchioso dalprotrarsi di una crisi epocale, ma non c’ènulla di più stancante di una fine del mon-

do che non giunge mai – era stato scossoda un intervento del cardinal Bagnasco.Parlando di fronte alla Conferenza Episco-pale, il suo presidente aveva auspicato laformazione di un soggetto sociale cattoli-co in grado di interloquire con la politica.Ed il giorno successivo era giunta una notadel Sir in cui si spiegava, a chiare lettere,che i tempi nuovi non richiedono un sem-plice ricorso all’alternanza ai vertici politicied istituzionali del Paese: ci vuole una verae propria ristrutturazione del quadro nel suo

insieme. Le attuali maggioranza e opposi-zione sono da considerarsi superate, acco-munate magari non nelle responsabilità deldisastro attuale, ma in un giudizio di asso-luta inadeguatezza.Una stagione politica si sta chiudendo manessuno è in grado di conoscere né il gior-no né l’ora, tantomeno lo sbocco finale.Ma quella che si chiuderà, quando il berlu-sconismo agonizzante troverà finalmentela sua pace, è un’intera epoca della storianazionale, e non una semplice parentesi incui ci siamo concessi, ahinoi, un giro di

valzer con la politica-spettacolo.Silvio Berlusconi è stato – con qualchecomplicità di troppo da parte della societàcivile e dello stesso mondo cattolico – ilperno della vita politica nazionale. Non èstato nemmeno un caso isolato: l’unicità

fa sul supposto “tesoretto”) non è statautilizzata per rafforzare i gangli della socie-tà. Culturalmente ha accettato l’idea che lacrescita del Pil fosse l’unico parametro perla misurazione del successo dell’economiaL’esigenza di andare oltre questo schema èben spiegata nella nota del Sir. Anche se èchiaro che la destra abbia maggiori respon-sabilità, e la sinistra abbia imperdonabil-mente peccato di insipienza, i due pilastridell’attuale sistema politico sono accomu-nati da un sostanziale fallimento, come delresto la politica economica e sociale degliuni è stata a lungo difficilmente distingui-

bile da quella degli altri. Una diversa rispo-sta è, più che necessaria, ineludibile se siintende rimettere in moto il Paese.La prolusione del cardinal Bagnasco è sta-ta accolta dal mondo cattolico come la sve-glia dopo un lungo sonno, in cui il mondocattolico si è sparpagliato nella società con-vinto di darle sapore, ma ottenendo al mas-simo una soluzione a bassa densità salina.Che si rimetta in cammino è senz’altro posi-tivo. Che lo faccia senza un’accurata anali-si di quanto avvenuto in questo ultimo pe-

riodo è per lo meno rischioso.Ci permettiamo quindi una serie di osser-vazioni, che rischiano di sembrare inattualima sono, a nostro avviso, ineludibili.La prima è la strisciante tentazione (stri-sciante ma già di una certa consistenza) diporsi in questa fase come i legittimi suc-cessori dell’attuale regime. Uno degli erroridi questi ultimi anni è stato quello di crede-re, da parte dei cattolici mandati inutilmen-te a bonificare il centrodestra, che il buoncattolico debba essere contro la sinistra li-bertaria e materialista. Il materialismo nonpiace a nessuno, ma una sorta di strabismodiffuso ha impedito per anni (fino almenoal caso Noemi) di vedere che atteggiamentimaterialistici e libertari sono comuni anchealla cultura della destra. Alla nostra scarsa

berlusconinana non esiste. Forza Italia,Polo e Pdl sono stati gli strumenti per l’af-fermazione in Italia di uno schema politiconato ed impostosi dopo la fine della GuerraFredda in numerosi paesi del mondo. Unsistema denominato con eccellente sintesi“Democrazia Illiberale” da Fareed Zakaria,

in cui il ricorso al popolo serve a presenta-re il titolare del potere esecutivo come in-vestito da una missione superiore a quelladi qualsiasi altro organo dello Stato. Un“unto del Signore” autorizzato a scavalca-re tramite la decretazione d’urgenza il si-stema di pesi e contrappesi tra i vari poteridello Stato, tipico delle democrazie liberali,oppure con il costante ricorso alla fiduciaparlamentare. D’altra parte, il centrosinistraitaliano, in questi anni, non è stato in gra-do da parte sua di sviluppare un’autenticacultura di governo, né una forte proposta

politica alternativa. Ha permesso un pro-gressivo impoverimento dei ceti medi (chein ogni regime democratico rappresentanoil perno del sostegno alle istituzioni) senzacreare autentico sviluppo. La ricchezza pro-dotta (si pensi al dibattito di qualche anno

Successione al regime

e Sezione Italiana del Ppe:le tentazioni dei cattolici

 di Nicola Graziani

 Benedetto XVI 

segue a pag. 5

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 5Politica

capacità di vedere le cose ha supplito poi ilcattivo gusto di una serie di barzellette ir-religiose. La circostanza ci ha fatto capire

tra l’altro l’evidenza del fatto che i tantoproclamati valori non negoziabili non han-no trovato, nel Pdl e dintorni, un’autenticapromozione.Il regime berlusconiano, insomma, è un re-gime in senso stretto, e da parte di qualcu-no si potrebbe pensare che ai cattolici ba-sterebbe porgersi come i suoi eredi natura-li per aver risolto il problema. Niente di piùsbagliato.Ci viene in mente un precedente rispolve-rato non senza sagacia dallo storico Ago-stino Giovagnoli, vale a dire quando – eral’11 agosto 1943 – Luigi Gedda scrisse aBadoglio, capo del governo al posto diMussolini da una ventina di giorni. Al Ge-nerale, il cattolico integralista già senioredella milizia fascista (vi era entrato, si badibene, con l’idea di poterla “cattolicizzaredall’interno”) metteva a disposizione duemilioni e mezzo di iscritti all’Azione Catto-lica per subentrare agli iscritti del Pnf neigangli del potere e della società.Santa ingenuità, quella di Gedda. Come sipoteva pensare che la rinascente demo-

crazia potesse attecchire su un modello delgenere? Sarebbe stata la fine della demo-crazia, e probabilmente anche la mossa cheavrebbe impedito all’Italia, di lì a qualcheanno, di evitare una pace umiliante e puni-tiva alla conferenza di Parigi. C’era biso-gno, allora come oggi, di una forte discon-tinuità, della presa di coscienza che catto-licesimo e moderatismo non sono sinoni-mi, così come non lo sono cattolicesimo elaburismo.Se il progetto Gedda avesse preso piede, il

nostro paese avrebbe con ogni probabilitàpreso la via del salazarismo. Avrebbe, inaltre parole, lasciato un regime antiumano(definizione di Giovanni Paolo II) per ab-bracciare un regime troppo spesso inuma-no. Così oggi si lascerebbe cadere un regi-me illiberale e più che potenzialmente anti-democratico per divenire la colonna por-tante di un sistema ove perdurano tutte leambiguità culturali e politiche del berlusco-nismo. E questa volta le responsabilitàpolitiche e morali non sarebbero di nessunaltro se non nostre.In quest’ottica, perciò, pare del tutto ina-deguata la proposta di creare un “polo cat-tolico” che costituisca quella che vienedefinita la “sezione italiana del Ppe”. Defi-nizione assai attraente, in un tempo in cui ilbranding è importantissimo. Sarebbe come

dire una Dc che non si chiama Dc, ma ècollegata a tutte le Dc europee – che non sichiamano quasi mai Dc – e soprattutto èalternativa alla sinistra. Uno schema del ge-nere conserverebbe tutti i difetti del siste-ma politico attuale, a partire dal bipolari-

smo grazie al quale tanta parte dei cattolicisi sono trovati fagocitati dai due schiera-menti, senza contare molto né da una partené dall’altra (è inutile fare una graduatoriadi dove hanno contato di meno, la sostan-za non cambia). Inoltre si protrarrebbe sinedie l’equivoco, letale, per cui la casa deicattolici non può che essere un partito con-servatore purché sia. Un’attenta analisi diquello che è attualmente il Ppe sarebbe uti-le per scoraggiare ogni velleità a riguardo(guardiamo alle prese di posizione del Ppe

in materia sociale o, argomento sollevatopiù volta da Benedetto XVI, di difesa del-l’ambiente). I documenti parlano da soli.La tentazione di “succedere al regime” vaevitata, quindi, come va evitata una peri-

colosa deriva verso una gabbia neocon-servatrice e bipolare. Bisogna andare oltre,perché il cattolicesimo è “altro”. Altro ri-spetto ai valori di questa destra che, vadetto con sincerità, ha fallito dal punto divista politico, morale e sociale. Altro rispetto

anche alla sinistra, più o meno orientataverso il centro, la quale ha fallito proprionella difesa di quei valori sociali che inveceavrebbero potuto costituire il punto in co-mune con la dottrina sociale della Chiesa.Le libertà fondamentali, il rispetto delladignità delle varie componenti sociali,la democrazia basata sulla separazionedei poteri, una struttura pluralistica del-lo Stato a partire dalla rappresentanzaparlamentare devono essere i fondamen-ti dell’Italia che aspira a uscire dalla at-

tuale crisi politica, economica e sociale.Credere che basti raccogliere l’ereditàavvelenata del berlusconismo, magari le-gandosi allo schema bipolare europeo,sarebbe il peggiore degli errori.

da pag. 4

(Franco Spugnesi) - Proprio quel giorno, infatti, l’UDC, l’Unione di Centro, celebrerà

il congresso Provinciale nella sala della circoscrizione 5, Via Machiavelli 21, nel

quartiere della Rosa. Alle 9,30 si rinnoverà un rito che pareva diventato inutile e

desueto, non ha, infatti, senso fare il congresso quando il partito coincide con unapersona ed il simbolo non rappresenta più l’immagine di un’idea che si cerca di rende-

re attuabile nella società ma proprietà di qualcuno.

Se l’affezione e la stima per la politica non sono mai stati a livelli così bassi bisogna

ringraziare, più che i “mangioni” della prima repubblica, chi ha scambiato la democrazia

per un’azienda e la responsabilità pubblica per un’occasione di sistemare i suoi affari.

Ma senza partiti non c’è democrazia, almeno fino a che non si inventa qualcosa di altro,

fino ad oggi né reti di iniziative, né social network, o altre scorciatoie tecnologiche

possono garantire un confronto esplicito di idee e volontà. Il grande demiurgo, (ed i

suoi imitatori da ambo le parti) garantiva che con il bipolarismo si sarebbero affermati

solo due grandi partiti. Sappiamo come è andata a finire: i “sedicenti” partiti, sono

almeno una trentina, e di molti ci sarebbe veramente da vergognarsi.

Per questo segnaliamo ai nostri lettori proprio il congresso dell’UDC, non solo per-

ché parte di quell’area di centro a cui idealmente il giornale si riferisce, ma ancheperché fa piacere che, dopo anni in cui quel partito ha sofferto lacerazioni e vicende

indegne, si sia ricostruito un tessuto, ancora insufficiente ma sano, ricchezza per i

moderati, cattolici o meno, occasione per un impegno pulito e generoso in politica.

26 novembre 2011: segnatevi questa data 

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6   Attualità

Via Aurelia 7 - Tel. 0586/940134Stagno - Livorno

Lo scorso 9 ottobre, al Cairo, venti-quattro cristiani copti sono stati uc-cisi dalle forze dell’ordine durante unamanifestazione. Secondo l’autopsia,sei di essi sono stati travolti dai blin-

dati; altri sono stati colpiti da un nu-mero elevato di pallottole. Questastrage non è tuttavia un evento isola-to, poiché segue i massacri del 7 gen-naio 2010 (Natale ortodosso, novemorti) e del Capodanno 2011 (ventu-no vittime), mentre continui scontritra cristiani e musulmani stanno pro-cedendo ormai regolarmente da anni.Quanto sopra costituisce una sorta diprecedente degli accadimenti di otto-bre. E’ infatti il modo con il quale ilpotere militare alla guida dell’Egittopost-Mubarak ha tentato da subito divolgere a proprio vantaggio la strage.I copti sono quasi il 10% della popo-lazione egiziana, ossia oscillano tra i7 e gli 8 milioni, e vantano una pre-senza millenaria nella valle del Nilo,con esperienza di convivenza pacifi-ca e produttiva con musulmani edebrei. In un momento nel quale è for-

te il dibattito riguardo a un’eventualemodificazione dell’art. 2 della Costi-

tuzione, che individua nella shari‘a lafonte primaria di diritto, i mezzi di co-municazione egiziani, nonostante mol-te personalità di primo piano si sianodissociate e lo stesso governo transi-torio abbia tentato di smussare i toni,hanno invitato i «cittadini onorabili» adifendere la rivoluzione dai cristiani,contrari al processo di progressivaislamizzazione dello Stato condotto dai

militari.È bene considerare che, probabilmen-te, la repressione dei copti abbia avu-to quale spinta primaria il tentativo dimettere a tacere una voce dissidente,prima ancora che uno spirito pura-mente anti-cristiano. Tuttavia, la cri-tica giunta dai Fratelli Musulmani ri-

guardo all’inopportuna tempistica dellerichieste copte, la pervasività dell’isla-mizzazione delle Istituzioni e il tenta-tivo del governo di transizione di divi-dere le opposizioni rinviando le elezio-ni al 2013 potrebbero far inasprire lareazione verso chi, per motivi religiosi oideologici, non intendesse allinearsi.Il ritorno alla pacifica convivenza tra cri-stiani e musulmani è il passaggio impre-scindibile per evitare da una parte l’in-staurazione di una dura dittatura, dall’al-tra l’aggiunta di un ulteriore tassello ver-so la costituzione di una fascia potenzia-le di Stati islamici (non più solo musul-mani) nel Nord Africa. Nel frattempo,però, oltre 100mila copti hanno già ab-bandonato la terra d’Egitto.

Sangue copto sul Nilo

 La strage dei cristiani in Egitto del 9 ottobre

e la lotta del governo militare contro i dissidenti

di Beniamino Franceschini

CONFINDUSTRIALIVORNO

Sezione

Costruttori Edili

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7  Attualità

 

 Egitto, novembre 2011. La presenza degli imprenditori italiani nei momenti crucialie di passaggio della nuova storia politica del Paese.

Un magnifico esemplare di rosa

I° novembre 2011 al Cairo: la città che coni suoi 22 milioni di abitanti è la più caoticae congestionata dell’Africa. L’aria che sirespira non è solo carica dei gas di scari-

co, ma è pesante di un clima incerto sulfuturo politico di questo paese. La rivoltadei giovani egiziani in piazza Tahrir ha avu-to le mosse dall’omicidio del giovane Kha-led Said avvenuto prima della primaveradei gelsomini, ma sarebbe fuorviante im-maginare di dargli un contenuto liberistae rivoluzionario.In realtà negli ambienti diplomatici e del-l’imprenditoria estera, che da anni ha in-vestito e lavora in Egitto, si ha la convin-zione che sia stato lo SCAF (Supremo con-siglio delle forze armate) il grande mano-

vratore della destituzione di Mubarak. Ilvecchio leader, ormai inaffidabile per leinstabili condizioni psicofisiche, prigio-niero dal cerchio magico di burocrati cor-rotti, e soprattutto dai due figli Gamal eAlaa, non garantiva più il controllo eco-nomico e finanziario che da sempre è nellemani dell’esercito.Camminando per le strade del Cairo colpi-sce forte allo stomaco la povertà, la preca-rietà, con cui il 75 % della popolazionedeve fare i conti e getta una ombra lunga,e spesso fosca, sui possibili risultati atte-si dalle prossime elezioni. A partire da finenovembre partiranno le elezioni che reste-ranno aperte per ben tre mesi.Quasi una certezza che in questo periodopossa succedere di tutto in termini di ma-nipolazione del voto, e d’altra parte - comedice Teresa cinquantenne consulente alcommercio italo egiziana e cattolica – nelquartiere di Al Warraq al o nella città deimorti basta un litro di olio di riso per com-prare un voto.Ma l’Egitto è il paese più industrializzato

dell’Africa , ha investimenti esteri e rela-zioni commerciali intense e consolidatenonostante la crisi. A livello di scambi nel2010 l’Italia è al secondo posto, dopo gliUSA, scavalcando la Cina, con più di 8miliardi di euro nei settori manifatturiero,meccanica, turismo ed infrastrutture. Il

prossimo 14 novembre sarà al Cairo L’Ing.Moretti, Amministratore delegato di FS,per discutere sull’estensione dell’accor-do per gli studi di fattibilità dei primi tregrandi progetti di collegamento ferrovia-rio ad alta velocità dell’Egitto: Cairo-Ales-sandria, Cairo-Assuan, Cairo-Hurgada.Dal 29 al 2 novembre era presente in Egit-

to la missione al seguito dell’Ambascia-tore Antonio Badini di un fornito gruppodi imprenditori, enti ed associazioni colle-gati ai diversi settori strategici della no-stra economia. Industria, ICT, tessile, fre-sco ed agroindustria.Per porti e logistica era presente il Portodi Livorno che dal 2010 sta sviluppandoun accordo di cooperazione con il Portodi Alessandra per il consolidamento el’apertura di nuove linee marittime propriocon l’Egitto, ed in particolare per il frescoed ortofrutta.A fine novembre saranno ospiti di Regio-ne Toscana una delegazione di imprendi-tori, di diversi settori industriali, mentre ilMinistro egiziano all’industria e commer-cio annuncia l’apertura a breve di unanuova cittadella industriale per la lavora-zione delle pelli che avrà come partnersestero proprio il distretto toscano.Gli imprenditori, e segnatamente quelli ita-liani dimostrano dunque di credere anco-ra nell’Egitto, dando continuità ai loro pro-getti. I fratelli musulmani e i salafiti rag-

giungeranno di sicuro un buon risultato,c’è chi assegna loro il 50 % dei voti, ma vadetto che moltissimi musulmani stanno di-mostrando insieme ai copti perché temo-no il fondamentalismo. Si chiede con for-za maggiore perequazione e giustizia so-

ciale, ma si stenta a credere che la nuovaclasse dirigente, sostenuta dallo SCAF,possa proprio per questo riportare indie-tro l’Egitto di quarant’anni, vanificando iprogetti e le solide relazioni economiche.L’Imam di Al Azhar, sostenitore della “ viamoderata”, ha chiesto aiuto per sostenereprogetti di formazione tecnica e profes-

sionale per i giovani studenti dell’Univer-sità, consapevole che il percorso della pacee della tolleranza inizia dalla costruzionedi un innalzamento della giustizia e riscat-to sociale delle fasce più povere ed anal-fabete.Per la nostra provincia potrebbe essereuna buona occasione per dimostrare con-cretamente ancora una volta la sua pre-senza nei rapporti di cooperazione inter-nazionale, supportando allo stesso tem-po nuove occasioni ed opportunità di svi-luppo.Il museo egizio del Cairo, nonostante leassicurazioni istituzionali, è stato grave-mente saccheggiato, molte vetrine blinda-te vuote, cercano in qualche modo di leni-re le ferite prodotte.Al primo piano ci sono lavori di imbianca-tura straordinaria per ripulire i muri, le sta-tue del Primo Egitto sono ricoperte di im-mensi teli di nylon, mentre dalla finestraaperta incombe l’immagine del palazzo delpartito di Mubarak. E’ uno scheletro peri-colante dopo tre giorni e tre notti di incen-

dio. Si sta discutendo se ricostruire o de-dicare l’area ad un grande giardino intito-lato alla rivolta.In Egitto è anche il momento di ripulire daivecchi simboli in attesa di nuovi in cui ilpopolo possa riconoscersi.

Accordo di cooperazionetra i porti di Livorno e Alessandria

di Giovanni Gudrun

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 La pasionaria

insulta i radicaliChe sia arrabbiata, lo abbiamo capito,ma Rosy deve saper mantenere, in ognioccasione, il necessasio “self control”.Lo ha perduto allorchè, rispondendo al-l’on. Lupi -vicecapogruppo alla Came-ra del PdL che, a proposito della parte-cipazione del drappello dei deputati ra-dicali sul voto sulla fiducia al governo,ha dichiarato, in proposito, che “i votisono voti”. La Pasionaria, già vicepre-sidente dell’Azione Cattolica ed oraPresidente del Consiglio Nazionale delPD (sic!), ha risposto “ E gli stronzi sono

stronzi”.Ma Rosy, queste espressioni in boccaa te! Lo sai bene che certi termini sonomonopolio esclusivo del senatur...

 Il Senatur!Abbiamo appreso che una commissio-ne di esperti nel campo delle invettive edei gestacci stia studiando cosa altrosuggerire al Ministro per le Riforme

(alias il senatur Umberto Bossi laureatoin buone creanze e buona educazione)per evitare che, nelle suadenti e dotterisposte rivolte o indirizzate a giornali-sti, avversari politici ed anche alleati delPdL, sia troppo ripetitivo.

 Ma guarda

cosa dobbiamo leggere!La stampa ha riportato la notizia che il Pd

regionale sta presentando una propostadi legge per la riduzione del numero di con-siglieri e per la riforna della legge elettora-le.Dopo esser stati, in combutta con ForzaItalia, promotore dell’abolizione delle pre-ferenze ed elevato il numero dei consiglie-ri regionali da 50 a 65, oggi “candidamen-te” cerca di fare un passo indietro.

Ma perché non si è cercato di evitare que-sta vergognosa operazione che ha fattoda apripista alla legge porcellum?

 Il brindisiI principali esponenti dell’IdV livornese(il movimento guidato dall’ex magistratoAntonio Di Pietro) dopo il provvedimen-to assunto dalla magistratura livornese inmerito alla discarica del Limoncino che, inpratica, ha bloccato l’apertura dell’impian-to ed annullato le precedenti, contestatis-sime autorizzazioni concesse da Provin-cia e Comune di Livorno, hanno brindato,presumibilmente, insieme al comitato deiprotestatari.

Naturalmente si è scatenato il finimondoperchè il partito di Di Pietro è partner im-portante delle due istituzioni livornesi conassessori nelle giunte ed altre posizioni

nelle municipalizzate.Ma di cosa si lamentano gli esponenti delPD livornese? L’IdV a Livorno, come dap-pertutto, è partito di lotta e di governo,esattamente come la Lega: entrambi sonoabituati a fare “il comodo loro”!Non capiamo pertanto queste proteste:ognuno “si puppi” gli alleati che si è scel-to!!

 Ed ora

sono divenuti quattro!

Hanno raggiunto il numero di quattro igruppi del PdL presenti nel consiglio co-munale di Livorno.Continua, tra le risate generali, la dia-spora in casa del gruppo consiliare, sifa per dire, dei pidiellini. Non contentidi essersi divisi in tre tronconi, aver per-duto per strada il consigliere Ghiozzi pas-sato alla Lega e che ha promesso il tra-sferimento a Livorno del Ministero del-le Infrastrutture (quello diretto dal Mi-nistro Matteoli), nei giorni scorsi ha per-duto un altro petalo che “agirà” in pro-prio.Non facciamo i nomi dei protagonisti:non lo meritano!

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 9Livorno

Gli incontri de Il Centro con l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Livorno e il Presidente Asa

Due incontri interessanti e molto parteci-pati quelli che il nostro Circolo ha orga-nizzato lo scorso Ottobre.Con Nicola Nista è stato affrontato il temadel ruolo delle Province e degli scenaricollegati alla loro eliminazione, recente-mente decisa dal Governo, nell’ambitodelle iniziative di razionalizzazione e con-tenimento costi della macchina pubblica.Nel corso del dibattito,caratterizzato comesempre dalla ricerca di approfondimentosenza posizioni preconcette, è emerso chela soluzione ottimale sarebbe quella dellariduzione anche significativa delle Provin-ce ma non la loro eliminazione.Ad esempio oggi in Toscana abbiamo dieciProvince, la loro riduzione a tre grandi Pro-vince (Firenze, Prato, Pistoia - Livorno,Pisa, Lucca - Massa Carrara, Arezzo, Gros-seto, Siena) consentirebbe di mantenerecomunque un organismo di compensazio-

ne, mediazione e intervento tra i Comuni ela Regione. Ciò sarebbe vantaggioso so-prattutto per i Comuni di minori dimen-sioni che, in uno scenario di diretta inter-locuzione con la Regione, si troverebbe-ro in una posizione difficile. Anche la Re-gione vedrebbe il proprio compito facili-tato dalla presenza di una struttura terri-toriale intermedia seppur di vaste propor-zioni. La nuova veste delle grandi Provin-ce permetterebbe inoltre una maggioresinergia e collaborazione tra Comuni vici-

ni ma collocati oggi in diverse Province.Pensiamo ad esempio a Livorno e Pisa,già oggi fortemente complementari, chevedrebbero le loro problematiche affron-tate in un contesto di riferimento omoge-neo con tutte le semplificazioni che nederiverebbero, cosa diversa se dovrannoconfrontarsi direttamente con la Regione.L’incontro con l’Assessore all’Ambientenon poteva chiudersi senza un accennoalla spinosa problematica della “discaricadel Limoncino”.Data la delicatezza del tema, che oggi vedeimpegnata anche la magistratura, sonostate solo accennate le linee fondamenta-li che hanno portato alla autorizzazionedella discarica mentre un maggior appro-fondimento è stato dedicato al tema piùgenerale dello smaltimento dei rifiuti delle

Nicola Nista e Fabio Del Nista

imprese operanti nella Provincia di Livor-no.Tema molto delicato che sta condizionan-do la competitività e l’economia delle in-dustrie della nostra zona e che richiedeun fattivo coinvolgimento e partecipazio-ne delle comunità per la sua soluzione.Anche il successivo incontro con il Pre-sidente di ASA Fabio Del Nista ha rivesti-to particolare interesse. Il primo dato emer-so è stata la vastità dei territori interessatidall’intervento di ASA, territori spesso ca-ratterizzati da peculiari problematiche diapprovvigionamento idrico come la Val diCornia, il Volterrano, l’isola d’Elba che ri-chiedono notevoli capacità di investimen-to per soddisfare la primaria esigenza del-la distribuzione ai cittadini dell’acqua.Partendo da questo scenario problemati-co ,che può essere affrontato solo con unasolidità economica che consenta i neces-sari investimenti, è stato affrontato il tema

della ripubblicizzazione delle acque postodal recente esito referendario.Senza voler entrare nelle motivazioni inparte anche emotive ed ideologiche chehanno portato alla vittoria del Si,poiché lepubbliche Amministrazioni non hanno ca-pacità di intervento economico tale dagarantire i necessari interventi, si è con-venuto che su questo delicato tema oc-

correrà un più razionale ed approfonditoragionamento, sfuggendo ai facili slogan,per evitare che si creino gravi problemialle comunità.Fabio Del Nista, con la sua profonda co-noscenza del tema,accresciuta anche dal-le precedenti esperienze istituzionali diAssessore sia in Comune che in Provin-cia, ha citato numerosi episodi ed ha illu-

strato le varie problematiche dei nostriterritori in un confronto dialettico che si èprotratto sino alla tarda serata.Poiché l’incontro si è incentrato quasiesclusivamente sulle problematiche rela-tive all’acqua ma ASA è anche distribu-zione del Gas, per questo motivo IL CEN-TRO ha chiesto all’amico Fabio di pro-grammare un ulteriore incontro per appro-fondire questa tematica.A ciò si aggiunga che a livello nazionalestanno avvenendo grandi manovre tra itre principali player pubblico/privati dei

servizi gas, acqua, rifiuti, IREN, HERA,A2A, con un tentativo di fusione che por-terebbe ad un unico grande soggetto ca-pace di competere anche a livello interna-zionale. Cosa può significare questo sce-nario per ASA dove il socio privato èIREN?Sarà interessante discuterne assieme.

di Massimo Cappelli

Nicola Nista, Assessore all’Ambiente della Provincia Fabio Del Nista, Presidneter Asa.

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10 Livorno

Livorno, crisi no stop...Oltre a quella economica risalta anche quella politica

di Franco Spugnesi

A Livorno non siamo nuovi alle crisi,anzi nel campionario della città ce nesono di tutti i tipi, ma una crisi politica,cioè dell’amministrazione della città nonsi era mai vista.Il fatto di avere il medesimo partito (siapure con denominazioni variabili) al po-tere da quasi 70 anni ha sicuramente al-cune (troppe) controindicazioni, maaveva anche abituato ad una stabilità,magari un po’ banale, che non preve-deva assolutamente un terremoto poli-tico come quello che in questi giorniagita le cronache politiche cittadine.Per troppo tempo l’IDV, il partito dellalegalità, si è esibito in tutte le possibilivariazione di distinguo, precisazioni,stuzzicamenti, provocazioni ecc. neiconfronti della coalizione di cui fa par-te, fino a che il PD ha detto basta ed hachiesto al sindaco di cacciarlo dalla mag-

gioranza. Chi ci legge mensilmente co-nosce come abbiamo sempre poco sti-mato l’IDV livornese che, premiato dainaspettata fortuna elettorale, a nostrogiudizio, non ha potuto ne voluto ma-turare una classe dirigente sufficiente,ma le vere cause della crisi sono forsealtrove.Alcuni amici del Partito democratico di-cono che il PC di una volta non avreb-be mai fatto un passo del genere. Ba-ruffe nelle coalizioni con i compagni

del Psi ci sono sempre state, di solito loscopo era di avere una maggiore visibi-lità, cioè poltrone, ma anche rispetto econsiderazione. Ma il peso politico delPCI era così preponderante che permet-teva un accomodamento ragionevolemagari anche un po’ paternalistico.Non è più così, la classe dirigente dellasinistra non ha certo la compattezza delvecchio PCI e molte reazioni danno lasensazione che correnti interne voglia-no trarre profitto dalle difficoltà del-l’Amministrazione.Non dimentichiamo che dagli inizi diagosto la Giunta comunale è in fibrilla-zione, prima con le dimissioni di unodegli assessori strategici, poi con iltentativo fallito del Sindaco di coinvol-gere la struttura del PD nella giunta

chiamando a sostituirlo il segretario pro-vinciale di allora. Talmente fallito che ilnuovo assessore per le politiche del ter-

ritorio Mauro Grassi, non è un politicoma viene dalla struttura tecnica dellaRegione del tutto estraneo cioè agli equi-libri del partito a Livorno. Inoltre sem-bra evidente che le dimissioni di FilippoDi Rocca non dipendono tanto dagliimpegni di lavoro ma dalle resistenze del-l’ala più conservatrice del PD nei con-fronti della politica più riformista di Co-simi. Sicuramente Cosimi da l’impres-sione di stare un po’ stretto nel ruolo disindaco ma più che altro sembra un sin-

daco che non riesce ad esprimersi conla liberta che ritiene necessaria, frenato

dai gruppi che tradizionalmente determi-nano la politica della sinistra a Livorno eche il segretario comunale De Filicaia si

candida a rappresentare nel futuro.L’arrivo di personaggi esterni all’ambien-te della sinistra livornese (anche se del-la stessa matrice politica) sembra muo-vere qualcosa: il genovese Gallanti hainiziato il PRG del Porto che è stato prio-ritario nel programma del suo predeces-sore Piccini senza che si sia mossa fo-glia; il fiorentino Grassi ha licenziato ilbando per il Piano strutturale del PGR delcomune che doveva uscire ad Aprile.Non sarà allora che il problema della co-

alizione che ci governa non sono le mo-sche (IDV e SeL) ma nell’elefante (il PD)?

 Il Palazzo Comunale di Livorno

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11Livorno

Il presidente dell’Autorità Portuale di Li-vorno Giuliano Gallanti (nella foto), giàpresidente dell’Autorità Portuale di Ge-nova da l 1996 al 2004, presidente di Expodal 2004 al 2008, è stato ospite del presi-dente del Propeller Fiorenzo Milani e deisoci, illustrando gli elementi del nuovo

Piano Regolatore Portuale.Tra i problemi annosi del porto di Livor-no, quello dei dragaggi- ha detto Gallanti-che è in corso di soluzione. Abbiamo ladisponibilità finanziaria, siamo in attesadi risolvere il problema della devoluzionedel materiale dragato.Un altro gravoso problema – ha aggiun-to- è la questione ferroviaria per la qualestiamo seguendo iter positivi. Ha inoltreaccennato all’imminente incontro di As-soporti. Il futuro della portualità si gio-

cherà in gran parte a Bruxelles- ha detto.Un porto moderno deve essere pensatocon razionalità, deve soddisfare le richie-ste che vengono dagli armatori e dal mer-cato. Noi in Autorità Portuale abbiamofatto fare dagli esperti una elaborazioneteorica astratta relativa ad un porto razio-nalmente organizzato; lo step successivoconsiste nel misurare questo disegno conla realtà.Abbiamo pensato di costituire una Agen-zia del Piano Regolatore cui partecipinofunzionari dell’Autorità Portuale, ricerca-tori ed istituzione di borse di studio conl’Università. Là ci sarà il confronto con tut-ti gli operatori. Il primo gruppo verrà con-vocato per il 19 ottobre e riguarda il PortoMediceo nell’area dei cantieri (Bacini).E’ stato realizzato uno studio di messa in

Un caro saluto all’ammiraglio PierLuigi Rosati, un cordiale benvenutoall’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dra-gone.

Con la tradizionale ed ammirevoleserietà ed efficienza ha avuto luogola cerimonia per il passaggio delleconsegne al comando della presti-giosa Accademia Navale dall’ammi-raglio Pier Luigi Rosati all’ammira-glio Giuseppe Cavo Dragone.E’ indubbio che l’ammiraglio Rosati,a cui mi ha legato grande stima edamicizia, lascia un ricordo imperitu-ro nella nostra città: una partenza,lasua, del resto annunciata e prevista

dal regolamento, che è apparsa, atutti, inattesa perchè è stato così in-tenso il legame che ha saputo strin-gere con i livornesi che, ormai era lasua presenza alla guida di quell’autenticogioiello livornese, sembrava quasi “eter-na”.Ed invece è accaduto quello a cui nonpensavamo più e l’Ammiraglio Rosati halasciato il suo importante incarico per as-sumerne un altro di assoluto rilievo, quel-lo di Vicedirettore Generale del Personaledell’Esercito alla Cecchignola a Roma.A nome della intera redazione de IL CEN-TRO, La ringraziamo per l’impegno, la de-dizione e l’intelligenza con cui ha saputo“gestire” il suo alto incarico ma, in parti-colare, per la sensibilità con cui ha saputoaprire “l’Accademia Navale” ai livornesi

ed anche per avere contribuito in manieraconcreta a visibile ad elevare il prestigio diquesta nostra Livorno che, come Ella bensa, ha tanti tanti problemi da affrontareanche per la non eccezionalità della suaclasse diriente ed uno come - Lei - a Livor-no avrebbe fatto molto comodo!Al nuovo Comandante - ‘Ammiraglio Dra-gone - un caloroso benvenuto personale edella intera redazione de IL CENTRO: puòstare sicuro, caro Ammiraglio, che saremosempre aperti e disponibili ad esaltare ilruolo indispensabile della gloriosa ACCA-DEMIA NAVALE - il nostro autentico gio-iello.

Accademia: cambio di vertice All’Amm. Pier Luigi Rosati subentra l’Amm. Giuseppe Cavo Dragone

Una fase del passaggio delle consegne tra l’Amm. Ro-

sati e l’Amm. Giuseppe Cavo Dragone (foto Onorati).

Giuliano Gallanti al Propeller Clubdi Cristina Battaglini

Proficuo incontro con il presidente dell’Autorità Portuale di Livorno

funzione che prevede 20 milioni di euro dispesa. La stessa Azimut ha chiesto unsupplemento di analisi per verificare lapossibilità di utilizzo di questo bacino pergli yachts di nuova generazione. Inoltrel’impegno è di verificare la compatibilitàcon le aree utilizzate per l’edilizia. Il se-condo gruppo che abbiamo deciso di con-vocare riguarda la zona del porto passeg-geri (Alto Fondale), con l’obiettivo di ra-zionalizzare l’esistente contemperando leesigenze.

Abbiamo pensato a una soluzione che raf-forzi lo spazio e la possibilità di lavoro per

il settore della cellulosa. Altro settore èquello delle autostrade del mare: l’idea chesottoporremo a valutazione è trovare unospazio ancora più vasto cercando di eli-minare le incomprensioni. Ci saranno in-contri con tutti i servizi portuali, terminali-sti, piloti, ormeggiatori, i sindacati, le isti-tuzioni (Regione, Comune, Provincia, Ca-mera di Commercio, Capitaneria di Porto).E’ necessario che il porto di Livorno- haconcluso Gallanti- si proponga sul merca-to mondiale come unito e compatto, altri-

menti non ci saranno grandi prospettivedi sviluppo.

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12  A tu per tu con...

occasioni, riprendendo anche un passag-gio importante del mio programma di go-verno, l’industria rappresenta un settoreimportante dell’economia del nostro terri-torio, il cui sviluppo dovrà essere legatomaggiormente a un miglioramento com-plessivo dell’impatto ambientale. Ovvia-mente la crisi che il nostro Paese e più ingenerale l’Europa stanno attraversando hacolpito anche la nostra industria. Per que-sto abbiamo apprezzato il fatto che la diri-genza Solvay non abbia fatto ricorso a

strumenti quali la cassa integrazione e lamobilità, anche se occorre ricordare che lamaggior parte delle difficoltà in questoambito si sono riversate sulle ditte appal-tatrici che operano all’interno della fab-brica. Per quanto riguarda il futuro è chia-ro che come Amministrazione Comunale,per poter programmare al meglio lo svi-luppo del nostro territorio e della sua eco-nomia, abbiamo la necessità di avere unaprospettiva più certa sulle reali intenzionidella società Solvay.

- Il 24 ottobre è stata votata in Consiglio

una modifica esclusivamente tecnica al

Regolamento Urbanistico, che è costata

due anni di preparazione … qualcosa si

sblocca, ma non sarebbe stato il caso di

accelerare verso un Regolamento del tut-

to nuovo rispetto a quello approvato al-

l’indomani delle vicende che hanno coin-

volto il Sindaco Nenci?

Direi di no. La decisione di procedere allastesura di una variante parziale, senza ri-scrivere completamente le norme, è dovu-ta al fatto che una rivisitazione sostanzia-le del Regolamento Urbanistico, come pre-vede la Legge Regionale 1/2005, avrebbe

richiesto tempi molto lunghi. Abbiamo ri-tenuto che non fosse il caso di tenere tut-to fermo e quindi abbiamo intanto predi-sposto questa variante che, seppure nonsostanziale, andrà comunque ad inciderepositivamente sulla vita dei cittadini e delleimprese, grazie alla semplificazione delleprocedure e alle nuove opportunità offer-te per favorire recuperi e riqualificazioni.Penso ad esempio alla possibilità di tra-sformare le strutture stagionali in struttu-re a servizio permanente dell’attività; al-

l’opportunità di procedere ad adeguamen-ti legati a riqualificazioni (ad esempio perstabilimenti balneari o alberghi) senzadover presentare un piano di recupero equindi senza dover attendere oltre dueanni per dare avvio ai lavori; alla possibi-lità di ampliare le abitazioni anche oltre illimite massimo finora consentito di 115metri quadrati, limite che con questa va-riante viene appunto eliminato; all’oppor-tunità di demolire e ricostruire manufatticondonati ad uso residenziale; alla possi-

bilità offerta a tutte le aziende che lo riter-ranno utile di poter aprire attività commer-ciali, anche di tipo alimentare, nella zonaartigianale delle Morelline. Dopodiché,come ho già avuto modo di annunciarepiù volte, aspettiamo i risultati della ricer-ca del Sant’Anna sulle prospettive di svi-luppo del nostro territorio, per avviareun’ampia fase di partecipazione e per pro-cedere ad una ridiscussione complessivadegli strumenti urbanistici del nostro ter-ritorio. Vorrei anche sottolineare che al dilà della votazione finale (favorevoli i gruppi

di maggioranza Pd e Idv, astenuti Il Cam-bio, Rosignano Democratica e Socialistae Gruppo misto – Sel, contrari Pdl eGruppo Comunista – Federazione dellasinistra), valutazioni positive per il lavorosvolto su questa variante e per i suoi con-

- Siamo ormai quasi a metà legislatura;

qual è il giudizio del Sindaco sulla situa-

zione complessiva e sulla capacità di rag-

giungere obiettivi posti nel programma

di governo locale? La sensazione che ab-

biamo è che, in giro, vi siano più perples-

sità che certezze …

Indubbiamente stiamo vivendo già daqualche tempo, a livello nazionale ma an-

che locale, un periodo di grandi incertez-ze. I nostri primi due anni di mandato nonsono stati facili: la crisi economica inter-nazionale, alcune difficoltà ereditate dalpassato, il clima negativo venutosi acreare con una campagna elettorale moltoaspra, i ripetuti tagli del Governo, i limitiimposti dal Patto di stabilità, la crisi checontinua ad accrescere le situazioni di di-sagio. In questo quadro i risultati ottenutidall’Amministrazione sono da considerar-si abbastanza buoni, anche rispetto agli

obiettivi prefissati nel programma di go-verno, che pure è stato scritto quandoancora gli effetti della crisi, con i conse-guenti tagli, non erano così pesanti. Ab-biamo appena concluso un documento perla verifica di metà mandato che servirà pro-prio a mettere in luce quanto di buono èstato fatto e gli obiettivi che invece nonsono stati ancora raggiunti, per poter ri-modulare gli impegni da qui al 2014, sullabase anche di un quadro generale che hacambiato non poco obiettivi e risorse.

Detto questo, tengo a sottolineare il lavo-ro svolto per difendere i diritti dei più de-boli, mantenere alto il livello di qualità dellavita, di assistenza, di integrazione raggiun-to da questo Comune e l’impegno profu-so per provare a creare opportunità nuo-ve di crescita economica, civile, sociale,lavorando all’adeguamento e al migliora-mento degli strumenti di pianificazione esviluppo a nostra disposizione.

- La situazione economica locale è preoc-

cupante: al di là della presenza di un tes-

suto importante di piccole e medie impre-se, resta insoluto il problema dello stabi-

limento Solvay … Stando a voci ricorren-

ti, non sarebbe il caso di chiarire e pre-

pararsi ad ogni evenienza?

Come ho avuto modo di ribadire in più

 Alessandro Freschi

‘Creare nuove op

 Nostra intervista a Alessandro Franchi, sindaco di Rosignano Marittimo

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13 A tu per tu con...

portunità di crescita’tenuti sono state manifestate da moltiConsiglieri Comunali, anche di opposizio-ne. Particolarmente apprezzato il metododi lavoro: un metodo innovativo basatosul dialogo e sul confronto costante cheha segnato una discontinuità forte rispet-to al passato e che, dati anche gli apprez-zamenti ricevuti ed il risultato finale, vo-

gliamo continuare ad utilizzare per il lavo-ro che ancora ci aspetta di revisione deglistrumenti urbanistici vigenti.

- La maggioranza, in modo a volte espli-

cito, a volte in modo sotterraneo, ha at-

traversato momenti di pericolo dal punto

di vista della tenuta; ora si è attestata su

18 Consiglieri … Si prevede una verifica

di metà mandato e un eventuale allarga-

mento della maggioranza, verso chi poi?

Non mi risulta che vi siano stati pericoli.La Consigliera Monti, poco dopo l’inse-diamento, ha scelto di lasciare il gruppoPd, nel quale era stata eletta, per aderire aSel. E questo è stato l’unico cambiamen-to registrato nella maggioranza che ancheoggi, dal punto di vista numerico, è soli-da poiché può contare su 17 Consiglieripiù il Sindaco, per un totale di 18 su 30. Eanche sotto il profilo politico ricordo chein questi due anni non c’è stato atto digoverno, di Giunta o di Consiglio, su cuinon vi sia stata una presa di posizioneassolutamente unitaria. Magari, ma que-

sto è anche positivo, abbiamo registratomomenti di discussione e di confronto,che sono poi la base della politica.Il documento per la verifica di metà man-dato è pressoché pronto e a partire daiprossimi giorni sarà oggetto di un percor-so di ascolto e discussione, che ci per-metterà di raccogliere il contributo di tan-te voci diverse, con l’auspicio che si pos-sano creare le basi per un consenso e unacondivisione più larga dell’azione di go-verno, per superare le divisioni nello schie-

ramento di centrosinistra e trovare nuo-vo slancio per le sfide che ci attendono.

- Torniamo all’economia locale: sembra

di percepire da parte dell’Amministra-

zione e degli operatori economici locali

una sorta di pericoloso distacco, carenza

di iniziative, come se ci fossimo ormai

rassegnati ad un destino di lento declino,

cosa che ci sembra non accada in molti

Comuni medio-piccoli del sud della Pro-

vincia, come Suvereto, Castagneto, la stes-

sa Cecina, Bibbona?

Nonostante i pesanti tagli e le difficoltà

del momento, siamo riusciti a mantenerealto il livello delle iniziative culturali, sia inquantità che in qualità. Ricordo un datoche parla da solo: 10.000 presenze allamostra estiva sui Tommasi. Ma, oltre aglieventi nostri, abbiamo supportato ancheiniziative di altri soggetti, Pro Loco e as-sociazioni, come ad esempio i Mondiali diDanza del mese di maggio al Castello Pa-squini. Sicuramente altre proposte da par-te di soggetti privati sarebbero accoltedall’Amministrazione con grande favore.

- Ed infine: il destino del PD nazionale è

prefigurato dall’incontro di Vasto?

Premetto che certe rappresentazioni cari-caturali della politica non mi appartengo-no. A mio avviso l’azione politica, in unmomento così difficile come quello chestiamo vivendo, deve recuperare qualità econsenso. In questo senso apprezzo mol-

to il lavoro svolto dal Capo dello StatoGiorgio Napolitano. Una cosa è certa: pri-ma la stagione del berlusconismo finiscee meglio è. Per quanto riguarda il futurodel PD, penso che, data la gravità dei pro-blemi che affliggono l’Italia, sia importan-te pensare ai programmi e poi sulla base diquesti si devono scegliere gli uomini, cre-are le coalizioni e costruire i governi. Inogni caso mi auguro che tutte le forze de-mocratiche del Paese possano concorrereal superamento dell’attuale fase storica.

Alessandro Franchi è stato eletto Sindaco con il 65,49% al ballottaggio nelle

Elezioni Amministrative 2009, sostenuto da una coalizione costituita da PD, Di

Pietro-Italia dei Valori e Partito Socialista. E’ nato a Livorno il 28.05.1975 ed è

residente a Vada.

Queste le tappe fondamentali dei suoi studi: si è laureato all’Università di Pisa

in Economia con una tesi su “Sviluppo sostenibile e certificazione ISO 14001 e

EMAS: l’esperienza del Comune di Rosignano Marittimo”, quindi ha seguito

un corso di formazione alla Bocconi di Milano su “Il Sistema Turistico Locale

– un nuovo modello di organizzazione per l’offerta turistica”. Successivamen-

te a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, ha partecipato allo stage “Finan-ziamenti comunitari -rapporti Regioni, Comuni ed UE”.

Ha iniziato l’esperienza politica nel 1995, eletto Consigliere Comunale al

Comune di Rosignano Marittimo nelle liste dei Democratici per Rosignano.

Nelle elezioni del 1999 e del 2004 è poi rieletto per i Democratici di Sinistra.

Durante questo periodo ha ricoperto le cariche di Presidente della Commissio-

ne Consiliare Cultura, Istruzione e Formazione, capogruppo consiliare dei DS

e segretario dell’Unione Comunale dei DS. Dal giugno 2004 è stato Assessore

alla Cultura al Turismo e allo Sport del Comune di Rosignano Marittimo e dal

novembre 2007 ha assunto anche la delega all’Urbanistica, dopo aver lasciato

quella al Turismo. Dal gennaio 2007 è Presidente di Armunia Festival Costa

degli Etruschi (ente di produzione, programmazione e organizzazione teatra-

le, gestione e organizzazione meetings e convegni per i Comuni dell’Area

della Bassa Val di Cecina). Il mandato, scaduto nel giugno dello stesso anno, è

stato rinnovato dagli enti soci, con l’obiettivo di arrivare a una nuova definizio-ne statutaria della stessa Associazione. Nell’ottobre 2007 è stato eletto all’As-

semblea Costituente Nazionale del PD.

Alessandro Franchi è anche Presidente della Società della salute della Bassa

Val di Cecina e membro dei Consigli di Amministrazione di Ato Costa e Ato

Acque.

Chi è Alessandro Franchi 

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14 Livorno

L’arbitrato amministrato dalla CCIAAFirmato un protocollo d’intesa con i Mediatori Immobiliari

Pochi giorni dopo l’inizio del nuovoanno scolastico all’Istituto Professio-nale Orlando è accaduto,come ripor-tato dalla stampa locale, un grave epi-sodio di indisciplina da parte deglialunni di una classe del quale è rima-sto vittima fisicamente un docente. Daquesto episodio si è aperta una fine-stra con una lettera di un ex docente,da noi conosciuto, che, come ha scrit-to “si è tolto qualche sassolino dallescarpe” e con dichiarazioni di alcunicapi istituto piuttosto generiche.Vogliamo intervenire innanzi tutto conalcuni dati ufficiali che testimonianola crisi dell’istruzione professionalenella nostra città.Nel 1990 il professionale Orlando con-tava 1583 alunni e ben dieci indirizzi(disegnatore meccanico, congegnato-re meccanico, meccanico riparatore diauto,radio-tv riparatore,elettricista-in-stallatore, elettromeccanico, mecatro-

nico, odontotecnico, chimico biologo,elettrotecnico.Quest’anno conta appena 358 alunnidi cui solo 83 nelle prime classi.E’ vero che la situazione dell’istruzio-ne professionale è preoccupante a li-

E’ stata firmata lo scorso 28 ottobreun’importante intesa tra la Camera diCommercio e le associazioni degliagenti immobiliari. Per la prima voltaa Livorno i mediatori si impegnano,nella stipula dei contratti di compra-vendita con i clienti, a prevedere che,in caso di contenzioso, si potrà ri-correre ad uno strumento snello epoco costoso: l’arbitrato.L’arbitrato è infatti un mezzo alter-nativo al ricorso al Tribunale nella ri-soluzione di controversie e può es-sere somministrato dalle CCIAA in cuisono istituite le Camere Arbitrali. E’infatti più celere veloce e il giudizioemesso dal Collegio di esperti nomi-nato per ogni causa ha pieno valorelegale.Quella di Livorno è stata tra l’altrouna delle prime nate in Italia, neglianni Novanta; ma in questi ultimi anniha accelerato la sua attività grazie alle

azioni dirette a promuovere e diffon-dere la cultura dell’arbitrato.L’intesa con le associazioni dei me-diatori è frutto dell’impegno alla sen-sibilizzazione condotto dalla Cameradi Commercio: appello raccolto dallaFIMA, dalla FIAIP e da ANAMA, icui rappresentanti hanno firmato nellasala Capraia delle sede camerale ilprotocollo d’intesa.Nella stessa giornata del 28 ottobre èseguito un interessante convegno

promosso insieme all’ordine dei No-tai e dedicato proprio ai mediatori im-mobiliari e ai liberi professionisti:dopo il saluto del Presidente RobertoNardi, il prof. Francesco Bosetti haparlato della convenzione arbitrale; il

vello nazionale ma questo non giusti-

fica il fatto che in sede locale debbaessere ignorata.C’è da domandarsi se chi sceglie que-sto tipo di istruzione sia a conoscenzadelle difficoltà che incontra.Scriveva nel 1990, in una relazione l’al-lora preside Roberto Gallinari: “l a

maggior parte dei giovani che si iscri-

vono all’istituto professionale non

 parte con una grande motivazione per 

lo studio. Proviene da una scuola

dell’obbligo che generalmente lo ha

licenziato con la sola sufficienza e

raccomandando loro di non prosegui-

re gli studi o di rivolgersi ad una qual-

che professionalizzazione che preve-

da un’uscita a breve termine del-

l’istruzione con un diploma in qual-

che modo spendibile”.

Giudizio che forse è ancor valido.Ma i ragazzi di oggi, o meglio i genitoridi oggi,come la pensano?E allora le istituzioni e il mondo im-prenditoriale perché non intervengo-no?

Mentre scrivo queste brevi note,glistudenti si agitano,protestano in tuttal’Italia,compreso a Livorno.Qualcuno dirà: tutti gli anni a ottobreci sono le proteste,poi tutto si calma.Speriamo che sia cosi ma dubitiamo.

notaio Gian Luca Cristiani delle clau-sole arbitrali nella contrattazione pre-liminare di immobili; il prof. ClaudioCecchella dell’arbitrato amministra-

tivo, mentre le conclusioni sarannotratte dal prof. Sergio Menchini. Mo-deratore il Segretario Generale dellaCCIAA, Dott. Pierluigi Giuntoli.

 In crisi l’istruzione professionaleSCUOLA

di Mario Lorenzini

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15Livorno

L’Interporto, finita la prima fase costrutti-va della piattaforma, realizzando 15 km distrada interna, 110.000 mq. di magazzino,10.000 mq. di uffici ed ospitando 28 ope-ratori che impiegano 670 addetti oltre l’in-

dotto, la società entra a piena titolo nellalogistica operativa andando ad offrire unservizio fondamentale nella filiera alimen-tare della frutta e verdura di importazione.Resosi conti che nell’area livornese nonesisteva una zona doganale refrigerata diqualità che possa essere elemento di rife-rimento per tutti i grandi operatori del set-tore, l’Interporto nei tre mesi di lavoro haaperto nel marzo scorso 1.500 mq di ma-gazzino per il fresco di importazione.Area tecnologicamente avanzata con 4

celle frigorifere a temperature differenzia-te che permettono ai clienti di gestire daremoto la loro merce controllando tempe-rature, quantità e assistita da controlli diqualità elevata. I servizi si spingono dallapresa in consegna dei containers allebanchine portuali, espletamento di tutti iservizi doganali, operazioni di controllofito-sanitario sulle merci, sdoganando eintroduzione in cella frigorifera, consegnae destinazione anche per singolo pallets

in tutta italia.Il servizio ha ottenuto da subito un gran-de successo, tanto che è stato necessarioraddoppiare la struttura iniziale ed è in fasedi realizzazione il suo ulteriore potenzia-mento, arrivando entro l’anno ad un’of-ferta di stoccaggio e manipolazione di ol-

tre 3.000 pallets.Questa importante iniziativa ha fatto si, daintercettare sul porto di Livorno nuovi traf-fici alimentari refrigerati che erano desti-nati ad altri porti (Vado, Genova, La Spe-zia, Civitavecchia) di sviluppare serviziqualificanti nel nostro territorio creandooccupazione specializzata in un settorecomplesso.Questa iniziativa sulla filiera alimentare insinergia con l’apertura del nuovo reeferportuale destinato essenzialmente alle navicon prodotti freschi in stiva (non contai-

nerizziate) pone complessivamente Livor-no quale polo mediterraneo di riferimentoai grandi traffici alimentari in concorrenzacon i terminal storicamente preparati, re-cuperando una tradizione labronica chenegli anni si era assopita.

Prossime sfide per l’Interporto saranno farcrescere ancora il servizio offerto nel settoredel fresco ed integrare la filiera alimentare conla catena del freddo (prodotti congelati).

Interporto:

Piattaformaalimentare

refrigerata

 Inaugurata l’importante struttura

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16  Rosignano

Impianto Agip: zero speranze A fine anno chiuderanno i battenti le storiche pensiline del Malandrone

I coniugi DINA e DOMENICO COSTANTINIhanno festeggiato il loro cinquantesimo

anno di matrimonio. Dopo la cerimonia

religiosa, svoltasi durante la S.Messa

presso la Chiesa di Santa Croce delle ore

11, gli sposi insieme ai figli, ai nipoti ed atanti amici hanno festeggiato l’anniver-

sario al ristorante Senza Nome.

A Dina e Domenico - conosciutissimi in

quanto gestiscono insieme ai figlI Gio-vanni e Davide “Il Garden Poggiofiori-

to” in Loc. Cotone a Rosignano Solvay, i

rallegramenti e gli auguri della Reda-

zione.

di Jacopo Pizzi

Nel mese di Ottobre due manifestazionihanno svegliato i comuni di Rosignano eCecina dal loro torpore.La prima, e senza dubbio la più eclatante,è quella del comitato pro ospedale di Ce-cina, che il 22 Ottobre ha visto la parteci-pazione di migliaia di persone provenientida tutti i comuni della Bassa Val di Cecina.Un’altra manifestazione, meno importan-te per i numeri, è quella che ha visto lapartecipazione di 150 studenti dell’Alber-ghiero di Rosignano. Queste due manife-

stazioni, così diverse tra di loro, hanno insé elementi di grande novità.In primo luogo, sono state due manife-stazioni spontanee. Quella pro ospedale, inparticolare, è stata sostenuta da un comitatodi carattere apartitico, guidato dal cappella-no dell’ospedale don Reno Pisaneschi: era-no presenti i dodici Sindaci della Bassa Valdi Cecina. Completamente assenti invece isindacati, in particolare la CGIL.In secondo luogo, sono state due manife-stazioni che riguardanti i problemi locali.Mentre a Cecina si discuteva delle sortidell’ospedale, nella manifestazione stu-dentesca, contrariamente all’usanza sonostate denunciate gravi carenze da partedegli studenti costretti a tenere le lezioniin strutture fatiscienti e obbligati a soste-nere “stage” caratterizzati da gravi caren-ze organizzative.Queste due manifestazioni, in conclusio-ne, testimoniano la volontà dei cittadinidella nostra zona di partecipazione nonsolo alla politica a livello nazionale, chegià era stata evidenziata con i referendum,ma anche una volontà di partecipazionealla politica a livello locale, che riguarda il

proprio territorio. Di questa volontà laclasse politica locale dovrà tenerne contod’ora in poi.

www.ilcambio.com

 Il sito che informa il cittadino!

A Rosignano una voce

fuori dal coro ora c’è:

  Nozze d’oro per Dina e Domenico

Sembra ormai scontato che con il 31 di-

cembre 2011 l’impianto AGIP del Malan-drone chiuderà i battenti. A quanto abbia-mo appreso La conferma è arrivata diret-tamente all’ENI da parte di SAT. Si con-clude così una delle più”scellerate opera-zioni” di questa decadente stagione chevede il nostro paese immmergersi, semprepiù,nell’anonimato del pressapochismo edella irresponsabilità.Si perchè questo “misfatto” deve essereinserito, di forza, nell’elenco infinito deifallimenti e del nullismo che il nostro pae-se sta drammaticamente attraversando. La

chiusura dell’impianto di Malandrone nerappresenta, infatti, una chiara e,nello stes-so tempo, allucinante conferma perchèvede coinvolte le Istituzioni (il Comune diRosignano Marittimo), la SAT - conces-sionaria e gestrice della costruenda auto-strada Tirrenica ed infine l’ENI - Divisio-ne AGIP - con la eccezione dell’ing. Giu-seppe Mele - agente per le province diLivorno e Pisa - che si è leoninamentebattuto per evitare questo autentico scem-pio che, con un po’di buona volontà, po-teva essere tranquillamente evitato. Come

sta, del resto, regolarmente accadendo neltratto di autostrada in costruzione a Civi-tavecchia si è evitato che si ripetesse “loscandalo” del Malandrone salvaguardan-do la continuità di un altro impianto con il

marchio dell’Azienda di Stato.

Nel nostro caso, invece, tutti hanno fallitoe sono, pertanto responsabili, di questa“violenza” perchè di “violenza” trattasi.Gli organi competenti del comune di Rosi-gnano (amministratori e dirigenti) i quali,dopo che nella prima conferenza dei servi-zi era stata confermata la “conservazionedell’impianto” non si sono preoccupati diverificare, se nel proseguio, l’impegno fos-se stato confermato, la SAT che, nella se-conda riunione, ha inopinatamente fatto“saltare” la struttura evitando di darnecomunicazione ai presenti ed infine l’ENI

che si è completamente disinteressata del-la faccenda ignorando, tra l’altro, il livellodell’investimento e l’assoluta “qualità” del-l’impianto uno dei più moderni e più rispon-dente alle esigenze dell’utenza.Per inciso, lo scrivente, insieme all’agenteAGIP di Livorno concorse, allorchè fun-zionario della gloriosa AGIP-PETROLI adottenere le necessarie permessualità perl’apertura dell’impianto di Malandrone in-sieme ad altro, sempre sulla variante Aure-lia, in loc. Le Spianate a Castiglioncello.Ebbene, in quei tempi, i quadri della direzio-

ne generale e della periferia dell ‘aziendafondata da Enrico Mattei, di cui l’anno pros-simo sarà solennemente celebrato “ il cin-quantesimo anniversario “della Sua tragicascomparsa, si consideravano letteralmente“mobilitati” per evitare la chiusura di “unamisera pompa” in un paesino sperduto diqualsiasi provincia italiana perchè l’AGIPrappresentava “un simbolo” della presenzaitaliana nel settore petrolifero ed un elemen-to trainante dell’economia nazionale.Il 31 dicembre si chiude un impianto il cuiplafond di vendita raggiungeva i 7 milioni

di litri e si mandano a casa dodici lavorato-ri nel colpevole silenzio di tutti: Istituzioni-SAT ed ENI. Che vergogna!

  L’autunno caldo

 di Rosignano

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17  Attualità

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Vino

& Cibo:tavole da primatonella provincia di Livorno

(di Luca Lischi)

Una rassegna, Wine & Food -vino e cibo-che ha caratterizzato i mesi di fine settem-bre (all’Isola d’Elba) e di ottobre in pro-vincia di Livorno ma anche con una capa-

tina in provincia di Pisa (il Mocajo di Ca-sina di Terra) e in provincia di Grosseto(La Godenda a Capalbio e Le Mandorlaiea Scarlino). Promossa dalla Provincia diLivorno con il suo principale artefice, l’as-sessore Paolo Pacini, e coordinata da Pro-vincia di Livorno Sviluppo ha fatto cen-tro con circa 1200 persone coinvolte.Tavole imbandite con piatti a Km. 0, voltea valorizzare i prodotti del territorio e a farincontrare ristoratori e produttori per strin-gere alleanze sempre più strette e semprepiù desiderate dai commensali. Ben 70 eti-

chette di vino e 40 produttori di olio extravergine di olivo, di quello veramente diqualità, che hanno arricchito le tavole.Quando si sceglie un ristorante fa piacerepoter trovare dei menù che valorizzano ilterritorio e assaggiare i prodotti di eccel-lenza che lo distinguono. Materie prime,carne e pesce, ma anche olio, formaggi,salumi, liquori e naturalmente vini.Una giuria di esperti giornalisti gastrono-mi, Cozzella, Ferrari e Ricci capitanati daSalvatore Marchese e accompagnati da

fotografi professionisti ha visitato ben 27ristoranti valutando di ognuno il piattopreferito (tra antipasto, primo, secondo edolce) del menù proposto.Ancora una volta la conferma del primatodella cucina nostrana, con ristoranti pre-senti a buona ragione nelle principali gui-de gastronomiche (Carabaccia, La Perladel Mare e Mocajo nell’ultima GuidaEspresso 2012) ma un grande protagoni-

smo di tutti gli altri, ciascuno infatti hadimostrato quanta passione e capacitàprofessionale ci sono dietro al mondodella ristorazione (le sorelle Orlandi diMontenero con la salsiccia di pesce delcertosino, riscoprendo una ricetta dei

monaci della Certosa di Calci, L’Aragostacon una Palamita al cartoccio dai saporimediterranei).Il ristorante è un volano di conoscenzadel territorio. Chi sceglie di mangiare inun locale attraverso il cibo e il vino coglieil territorio, incontra i gusti e i sapori diuna terra e incontra persone, ne assaporagli umori e i caratteri. E ad essi si lega, liricorda e funge da miglior trasmettitore epromotore verso altri.Ma il ristorante è anche luogo di amicizia.

Ecco il ricordo, a tavola, di Aldo Santinipresso il ristorante L’Uva Nera di Elena, aBolgheri, con vini e piatti che rimarrannomemorabili (tra cui quello vincitore: il co-niglio in umido, il preferito dal giornalistaarguto che tanto ha scritto -e bene!- dicibo e di vino).

di Bolgheri e di Ivano Monelli di Populo-nia sono stati offerti in assaggio, assiemea una nutrita documentazione di materialeinformativo e promozionale, durante le tregiornate. L’Associazione Cacciucco di Li-vorno ha preparato, grazie al pesce porta-

to direttamente da Livorno (Mercato….)un cacciucco di quelli che non si scorda-no per la loro bontà e presentazione (rigo-rosamente pesci interi) abbinati al vinorosso Tages, un vino fresco, armonioso eprofumato a base di merlot e sangiovesedi Poggio Rosso di Populonia. Davveroun capolavoro apprezzato dai veneti (pre-sente l’assessore di Abano Claudio Be-natelli e il presidente della Apt di Padova,Flavio Manzolini) ma anche dai tanti stra-nieri ospiti dell’hotel. Il tutto concluso ri-

gorosamente con sua maestà il ponce!“Una positiva amicizia quella instauratacon Abano” – ha affermato l’assessorePacini- “che ci sprona ancora di più farconoscere i nostri territori attraverso oc-casioni come queste: una promozione del-la provincia che punta sui prodotti e i pro-duttori.”

* * *11-11-11….11 scuole di Livorno festeggia-no l’estate di San Martino… con il pro-getto “Orti in condotta” di Slow Food, Pro-vincia e Comune: Maestre e bambini as-

saggeranno una merenda davvero sana ebuona: pane e olio. Olio “bono” portato ascuola direttamente dagli agricoltori dellaprovincia di Livorno per far conoscere che“C’è Olio e olio”.

* * *A proposito di eventi enogastronomici e diprodotti tipici: almeno 2 appuntamenti danon perdere: il primo il 18 e 19 novembre inFortezza Vecchia con “Lezioni di cucina”Vetrina Toscana, promossa da Tuttovela edalla CCIA di Livorno, con la partecipazio-

ne della Provincia. Il secondo evento danon perdere è il 3 (con inaugurazione alleore 10) e il 4 dicembre: prenderà il via laterza edizione di “C’è olio e olio” al Museodi Storia Naturale, Villa Henderson a Livor-no. La rassegna, organizzata dalla Provin-cia, mette in mostra i prodotti a Km. 0 delnostro territorio. Prodotti di qualità chepotranno essere ottime occasioni di regaliutili e gustosi per le prossime festività.

Vini e cacciucco:

in trionfo ad AbanoAbano incontra Livorno. Veneto e Tosca-na unite per la promozione del cibo e quindi

della cultura. Ecco “VeneToscana”: 3 gior-ni di enogastronomia con il cacciucco pro-tagonista, seminari sulla promozione turi-stica, momenti teatrali e musicali e la pre-sentazione del libro “Intervista con la leg-ge” di Pierluigi Vigna da corollario. L’ec-cellenza della Provincia di Livorno pro-mossa nello splendido Hotel Venezia,guidato con professionalità dal giovanis-simo direttore Riccardo Panzarini e resopossibile grazie all’organizzazione magi-strale della giornalista Vania Partilora di

Punto d’Incontro di Cecina.L’ Olio di Graziani, Fonti di Forano di Ca-stagneto Carducci e del podere Sacchi-rotti di Bibbona, entrambi segnalati daSlow Food), i salumi del salumificio San-dri, i formaggi del caseificio Rossi di Ro-signano, i vini della provincia di Livornoselezionati dal Consorzio di San Guido diBolgheri, la Palamita (il pesce azzurro pre-sidio Slow Food) e i vini di Enrico Santini

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18  Attualità

  Nel segno dei fioriGran successo alla mostra Harborea a Villa Mimbelli

di Marisa Speranza

“Harborea” ha conquistato i livornesi.Dopo il taglio del nastro, compiuto dallapresidente del Garden Club Marcella Mon-tano Musetti insieme all’assessore alleculture Mario Tredici, se ne sono visti glieffetti. Alla “festa delle piante e dei giar-dini d’Oltremare”, che si è svolta tra glialberi e i vialetti del parco di Villa Mimbel-li, hanno partecipato oltre 5000 persone ,protagoniste, per tre giorni, di un eventoche non ha avuto finora precedenti.Chi entrava si sentiva subito avvolto daun’atmosfera gioiosa e profumata di aro-mi. Di fiore in fiore, le soste presso questoo quel padiglione sono continuate inin-terrotte. A partire dalle rose, protagonistedella mostra, che si offrivano alla vistaspampanate o in boccio, in cespugli tra-boccanti dei più sontuosi colori che sfu-mavano nelle mille tonalità di un’idealetavolozza pittorica. E poi gli agrumi sici-liani, le orchidee di Morosolo, le ninfeesospese sull’acqua, le spezie che solleti-cavano l’olfatto, i frutti antichi, evocatoridi dispense profumate di mele cotogne.Ognuno trovava il suo pezzetto di paradi-so. Celato anche in un “angolo di deser-to” con le piante grasse mignon, negli ar-busti sempreverdi punteggiati di baccherosse, nelle “Hirondelle” di ferro battutoche lievitavano per l’aria con farfalle, uc-celli e coccinelle da ospitare in giardino. Enon a caso hanno esposto i migliori vivai-

sti italiani, in particolare quelli specializ-

zati in piante esotiche. Si voleva infatti ri-cordare la vocazione marinara di Livorno,quando il porto mediceo sapeva di caffè edi spezie, aveva l’afrore dei legnami chegiungevano dalle foreste coloniali, e le ma-one, cariche di merci, andavano su e giùtra le navi e i magazzini degli spedizionieriaffacciati sui canali della Venezia. Sul filodel ricordo, le degustazioni di vari tipi dicaffè, tè, e cioccolato al peperoncino chehanno scandito la presentazione di que-sto o quel libro presso il “Caffè lettera-rio”. Un successo: per gli ascolti, la parte-

cipazione a temi attinenti la realtà storico-botanica del nostro territorio e la dimo-strazione che la risposta a una buona of-ferta è sempre positiva.Successo anche per le lezioni di composi-zione floreale: una dimostrazione di bra-vura a cui si devono manufatti ammiratis-simi ( che eleganza quel bambù ornato diorchidee!). Che l’esito di “Harborea” siastato superiore ad ogni aspettativa, l’haben sottolineato il sindaco AlessandroCosimi: “Ci auguriamo che sia l’inizio diuna collaborazione più stretta con il Gar-

den Club e che l’eventodiventi un fatto culturaleimportante, visto che ci in-segna a vivere bene unpezzo di città”. “In questocontesto si può davverocredere che Livorno sia larosa del Tirreno”, ha poiosservato il presidentedella Provincia Giorgio Kutufà. L’allusio-ne è alla “pezza della rosa”, la moneta me-dicea introdotta da Ferdinando II° che rap-presenta il fiore sul retro.

Con una sua riproduzione e una pergame-na sono stati premiati dieci espositori conle motivazioni più significative. Testimo-nial preziosa, Harborea ha voluto offrireun pacchetto completo di opportunità peri visitatori: dalla visita alla casa natale diModigliani a quella del Museo di StoriaNaturale del Mediterraneo, dalle gite inbattello lungo i canali, all’Acquario citta-dino. Chiuso il sipario verde, si fanno orai conti: detratte alcune spese, l’incassosarà devoluto al Comune perché l’utilizzial meglio per la manutenzione del parco e

delle sue strutture storiche. Intanto, arri-vano da più parti i primi commenti. Consfumature diverse, sono tutti positivi,conditi anche da qualche esclamativo. Ariprova che c’è fame di bellezza e armonia.E saperle offrire aiuta a vivere meglio.

E’ giunto alla conclusione lo stage, fi-nanziato dalla Fondazione Arpa(www.fondazionearpa.it), di due ope-ratori sanitari provenienti dal Kenya

presso l’Azienda Ospedaliero-Univer-sitaria Pisana.I due giovani, il medico Ketere Puntaie l’infermiera Agnes Sineet Lemomo,sono arrivati a Pisa alla fine di agostocon una borsa di studio di sei mesi chela Fondazione Arpa ha istituito nelnome di Pier Giorgio Ballini, compian-to Amministratore Delegato della SAT.Nel loro stage hanno frequentato conprofitto ed entusiasmo la Chirurgia Ge-nerale 1° Universitaria, l’ambulatoriodi Ecografia e la Sala Operatoria diret-

te dal Prof. Franco Mosca e la Senolo-gia della Dr.ssa Manuela Roncella, ac-quisendo nozioni importanti per la pro-fessione nel loro paese. Continua cosìl’impegno di formazione di Arpa per ipaesi in cui la situazione sanitaria èmolto difficile.Il Prof. Mosca, Presidente della Fon-dazione Arpa, insieme al Maestro An-drea Bocelli, Presidente Onorario diArpa, desiderano ringraziare sia laDr.ssa Gina Giani che la Signora Lui-

sella Ballini.Gina Giani, Amministratore DelegatoSAT, ha dichiarato: “Siamo lieti di po-

ter presentare questa importante ini-

 ziativa, legata alla memoria dell’ing.

Pier Giorgio Ballini, nei locali del-

l’aeroporto che lui stesso ha guidato

a partire dal 1994 fino al 2009, anno

della sua scomparsa.

 L’augurio migliore che possiamo fare

a questi operatori sanitari è di poter 

mettere a frutto nel loro Paese di ori-

gine tutto il know-how e l’esperienza

 professionale con cui sono entrati in

contatto lavorando insieme ai medici

e agli infermieri di uno degli ospedali

d’eccellenza della sanità italiana”.

 Dal Kenya a Pisa

 con Arpa nel nome

 di Pier Giorgio Ballini

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7 Cultura

 

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(Natali, Puccini, Michelozzi, Fioravan-ti, Romiti, Ghilardi per citarne alcuni)decorarono con le loro opere pittorichecolonne e lunette del Caffè. Tutto av-veniva lì, come in un auditorium cia-scuno dalla propria tribuna, difatti c’era-no postazioni fisse (guai a sedersi nelposto abituale di un singolo personag-gio) come “il cantuccio di sinistra” cheera esclusivo degli artisti.Anche per il Caffè Bardi il 1920 fu ne-fasto, il Banco di Roma acquistò l’im-

mobile e ne prese possesso l’anno suc-cessivo, i pittori della branca del “Grup-po labronico” continueranno a frequen-tarsi alla “Bottega d’Arte” aperta daGino Belforte.Così racconta Gastone Razzaguta nelsuo “Virtù degli artisti labronici”:- “Idivani torno torno di velluto flosci econsumati, i grandi specchi appannati,i camerieri stanchi colle falde bisunte, iclienti incalliti ai loro posti; la decaden-za trovò insomma il Caffè pronto al tra-passo”.-I tempi sono inesorabilmente cambiati,adesso gli scrittori usano quasi tutti il com-puter e lavorano comodi in case riscalda-te, mentre i pittori sono molto meno ma-ledetti e ubriaconi di una volta. Oggi ognu-no è interessato a se stesso o tutt’al più aisuoi amici, scambi ce ne sono pochi. Oggiè il blog che assomiglia al caffè letterariod’un tempo, Nel blog c’è di tutto, criticaseria e insulti, materiale inedito e accesediscussioni. Manca la fisicità e manca unlimite: nel blog ci si perde a volte senzaalcun costrutto.Ma un ritorno alla socializzazione cul-turale c’è, è presente una nuova ten-denza in fatto di lettura e di scambi dipensiero, si chiama book-bar, questo èun’evoluzione del caffè letterario delpassato, è molto apprezzato dagli intel-lettuali, ma piace anche ai giovani, agliadulti e ai non più giovanissimi. E’ unlocale in cui si va per un aperitivo, maanche per letture di poesia, o per sfo-gliare un libro o una rivista davanti a un

drink o a una cena. E’ la cornice in cuiincontrare gli amici, ma anche uno scrit-tore, oppure per ascoltare musica. In-somma, è un mix tra luogo di intratteni-mento alla moda, caffè e salotto di casa,in una parola, è il Book-bar.

«Caffè letterario» è una di quelle espres-sioni scomparse che indicano un’epo-ca, eppure i caffè letterari sono statiuna realtà importante nella società enella cultura italiana, e non solo italia-na. Si chiamava Il Caffè, già nel Sette-cento, la rivista che Pietro Verri pub-blicava a Milano fingendo di riportarvile conversazioni colte che si sarebbero

svolte appunto in una caffetteria.Non c’è paese (o villaggio), anche pic-colissimo, che non abbia un suo caffè,che non sia meta di frequentatori, as-sidui o saltuari, dove, oltre a un caffèo a una birra, non si consumi ancheuna gran quantità di parole, dove leparole e il vino, diceva Manzoni par-lando di Renzo alla ‘Luna piena’, “scor-revano senza misura né regola”.A Torino, negli anni che prepararonol’Unità d’Italia, “c’erano caffè frequen-tati dai conservatori, altri soltanto da-gli innovatori. Illuminismo, Romanti-cismo, Risorgimento, Futurismo eAvanguardie hanno trovato nei caffèitaliani di un tempo il luogo in cui di-scutere ed elaborare idee”.Ogni città ha avuto i suoi caffè lettera-ri. Da Trieste, coi suoi Caffè degliSpecchi e San Marco, oggi frequenta-to da Claudio Magris, a Palermo, coiCaffè Caflish e Mazzara, dove Tomasiscrisse “Il Gattopardo”, passando perRoma e ai suoi ormai leggendari CaffèAragno, in via del Corso, nella cui cele-brata Terza Saletta, durante il fascismosi ritrovavano scrittori e giornalisti, pit-tori, gente di cinema, e poi, dopo il fa-scismo il Caffè greco a via Condotti, eil Caffè Rosati e il Canova a Piazza delPopolo, e l’altro Rosati e il Doney a viaVeneto. Erano quelli i luoghi della Romadella “dolce vita”, di Fellini e Flaiano,dell’intellettualità italiana e internaziona-le che, dalla fine della seconda guerramondiale fino agli anni ’60, fecero di

Roma una nuova “caput mundi”.A Firenze il famoso caffè “Giubbe Ros-se” che, tra le due guerre mondiali, fufrequentato da Montale e Vittorini, To-bino e Bonsanti, per citare solo alcuniintellettuali. E il Pedrocchi (PD), il Gam-

brinus (NA).«Caffè Tergeste, ai tuoi tavoli bianchi/ 

ripete l’ubbriaco il suo delirio;/ ed io

ci scrivo i miei più allegri canti»: cosìUmberto Saba immortalava uno dei piùfamosi caffè di Trieste.

A Livorno, i letterati, i pittori e gli artistipiù in generale si davano appuntamentoal Caffè della Posta, questo era ubicatonell’area dell’attuale cinema “Lazzeri”era dotato di un grande giardino riccodi alberi e di vegetazione. Era così chia-mato perchè situato di fronte al Palazzodelle Poste, si affacciava infatti con l’in-gresso principale sulla via Grande, edaveva inoltre un grande cancello dalquale si accedeva al rigoglioso giardinoin piazza Guerrazzi. Il “Caffè della Po-sta” è senza dubbio il più celebre e anti-co caffè di Livorno, ritrovo di letteratie patrioti, fra i quali, come ricordava lalapide murata all’interno del locale, Fran-cesco Domenico Guerrazzi, A. Palli, TGherardi Del Testa e G. Carducci. Aper-to da Artemisio Zucconi nel 1851, fu

ceduto dagli eredi, nel 1920, ai fratelliLazzeri. Successivamente questo com-plesso fu trasformato e sull’area del giar-dino fu costruito il moderno, Cinema-Teatro Lazzeri.L’altro baluardo degli incontri delle ge-nialità livornesi, il “Caffè Bardi” fu apertonel 1909 ed ebbe vita fino al 1921. Erasituato all’angolo tra via Cairoli e Piaz-za Cavour, da qui transiteranno tutti gliartisti pittori che daranno vita al “Grup-po labronico”ed alcuni di essi collabo-

reranno con vari letterati per disegnarele copertine dei loro libri.Ai tavoli del Caffè si generavano discus-sioni accese, nascevano idee e collabo-razioni, si progettava di politica e dicultura più in generale, ed alcuni artisti

C’era una volta il caffè letterarioA Livorno quello più noto era il Caffè della Posta a fianco del cinema Lazzeri

di Silvia Menicagli

Una vecchia cartolina del Caffè della Posta.

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 21Cultura

FIDAPA - Gianfranco Melli si racconta con un libro amarcord 

“E nacque la Moda Italiana”La sezione di Livorno della FIDAPA, pre-sieduta da Margherita Mazzelli, ha inizia-to l’attività del nuovo biennio al Gran’Ho-tel Palazzo con la presentazione del librodi Gianfranco Melli “E nacque la moda

italiana”. E’ stato scelto questo argo-mento che rappresenta una grande eccel-lenza del nostro Paese ed un considere-vole “business”, per dare  lustro al ses-santesimo anniversario di “Pitti Donna”che simboleggia la storia della moda ita-liana meglio conosciuta nel mondo comeMade in Italy. Nessuno meglio di Gian-franco Melli, che dal 1959 al 1984, ha vis-suto in prima persona il progresso dellamoda italiana consacrandola addirittura a8° musa, avrebbe potuto raccontare ilcorso degli eventi che si sono succedutiin un mondo tanto affascinante. Durantetutti questi, anni ha acquisito una cono-

scenza diretta e approfondita del mondodella moda italiana dai suoi esordi. Mellivive a Firenze e per parecchi mesi l’annosi sposta a Castiglioncello.Dopo la lettura di alcune pagine dell’ope-ra da parte dell’attrice Silvana Urru, l’Au-tore ha svolto un vero e proprio excursusdalle origini della moda fino ai giorni no-stri rispondendo anche a vari interventidel pubblico. La moda moderna è nata agliinizi del ‘900 a Parigi perché centro cultu-rale del mondo. All’inizio cerano le sarti-

ne che si impegnavano principalmente acucire i costumi per l’Opéra. Poi arrivò ilprimo stilista, che all’epoca si chiamavacreatore, Paul Poiret che continuò il lavo-ro per l’Opéra e le Folies Bergère e peralcune signore “bene”. Ma il tutto comin-ciò a svilupparsi notevolmente con l’arri-vo di Erté nel laboratorio di Poiret. Parigiinfluenzò anche New York tanto che nella7ª Avenue e nella 6ª Fashion Avenue sicominciarono a creare modelli pariginimentre in Europa si continuava ancora arealizzare gli abiti dalle sartine. Fino aglianni ’50 la moda dipendeva da Parigi chelanciava il “dernier cri”. A Firenze si cre-avano gli accessori di pregio: borse, guantidi filo, sciarpe, cappelli di paglia. Il mododi operare era necessariamente lento: nonc’era internet, per telefonare in America

occorreva prenotare due giorni prima…però avevamo dei grandi sarti, Caraccio-lo, Visconti , Schubert (le famose attricidei film dei “telefoni bianchi” erano vesti-te da lui). I clienti stranieri erano princi-palmente americani che, dopo la moda

francese, compravano quella italiana. Poiarrivò la grande distribuzione. Alla finedella seconda guerra mondiale al Nordc’erano i macchinari degli opifici intatti,quindi l’attività è potuta ripartire subitocon grande vantaggio.Govanbattista Giorgini fu il grande inven-tore della moda italiana e si adoperò consuccesso a far concorrenza a quella pari-gina; infatti, dopo alcune sfilate effettua-

te nel suo palazzo e al Grand’Hotel di Fi-renze, il 12 luglio 1952 la moda italiana sistabilì a Palazzo Pitti e per oltre vent’anniha visto nascere le più autorevoli firmedel Made in Italy. I politici locali però maltolleravano che avvenimenti importanticome il Made in Italy, di cui Firenze eracapitale, fossero gestiti dai privati e tantofecero che Giorgini fu costretto a dimet-tersi. Dopo una gestione insoddisfacen-te, l’incarico fu affidato a Emilio Pucci chevolle accanto a sé il nostro Autore comedirettore tecnico e organizzativo del Cen-tro di Firenze per la Moda Italiana. Duran-te i preparativi delle sfilate, Melli era spes-so avvicinato da molti stilisti in erba chesi presentavano con cartelle di disegnichiedendo informazioni e aiuti per dedi-carsi al settore. Giorgio Armani, GianniVersace e tanti altri hanno iniziato propriocosì!Con la trattazione di un argomento cosìstuzzicante , il pubblico femminile non ha

lesinato le domande. Molto interessanteè risultata la spiegazione sui falsi d’auto-re. Sono di due specie: quelli cinesi chevengono realizzati a imitazione degli origi-nali e quelli del mercato parallelo che sonoprodotti dalle stesse ditte, ma fuori orarioe per conto loro. Per arginare questo fe-nomeno che, ovviamente, è molto danno-so, sono nati gli outlet allo scopo di elimi-nare tutte le rimanenze

di Laura Conforti Benvenuti

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 22 Cultura

DISTRIBUTORI STRADALI Benzina, Gasolio, Gpl e Metano

Nato a Savignano di Prato il 6 gennaio1777e morto nel gennaio del 1850 , Loren-zo Bartolini fu considerato dagli espertidel settore uno dei più significativi prota-gonisti della scultura del XIX secolo.Iniziò a lavorare fin da giovane per poterstudiare facendo l’apprendistaanche nel-la fabbrica-scuola d’alabastro di Marcel-lo Inghirami a Volterra.Visse a Parigi dal 1797 al 1807 dove co-nobbe e frequentò Jean- Louis David , l’ar-tista incaricato dal governo francese ditradurre in arte i concitati avvenimentidella rivoluzione in atto e Jean-Auguste-Dominique Ingresaltro grande artista sim-bolo di quegli anni.Nel 1808 si trasferì a Carrara dove svolsel’incarico di direttore del Banco Elisanoper la scultura e professore presso L’Ac-cademia delle Belle Arti.Bartolini era convinto che l’unica salvez-za dell’arte e soprattutto della scultura ,consistesse in un ritorno allo studio della

natura e nel recupero della grande tradi-zione del rinascimento italiano, si disco-stòdagli ideali neoclassici e si indirizzòverso l’arte toscana del Quindicesimo se-colo inseguendo la bellezza al di fuori deicanoni accademici , fu in continua pole-mica con i classicisti poichè egli si oppo-neva con forza al classicismo imperate delperiodo.Conosciuto per opere come La Ninfa Ar-

nina commissionata nel 1834 dal banchie-re svizzero Eynard e terminta nel 1841, la

notissima Fiducia in Dio del 1836 cele-brata da subito come capolavoro assolu-to, la Ninfa del deserto commissionata daun noto conte parmense e molte altre, nel1815 si trasferì definitivamente a Firenzedove visse e lavorò fino alla sua morte.Recentemente, però, è stato attestato chealcuni capolavori di Lorenzo Bartolini sipossono ammirare anche aMontecatini Valdi Cecina ( Pi ).Infatti si sa per certo che fu lui a realizzarel’altare che si trova all’interno dell’Orato-rio di Santa Barbara; egli infatti, conobbeFrancesco Sloane, uno dei principali fau-tori della fortuna della miniera di ramemontecatinese, strettamente legato allafamiglia Boutourline, amante delle arti eprofondamente cattolico.Grazie, quindi, aquesto rapporto d’amicizia confermato

Il poeta

Piero Simoni

alla

BibliotecaGuerrazzi

Lo scorso 14 ottobre, presso la sala Ba-daloni della Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi”, nell’ambito dell’iniziativainserita nel progetto della Regione To-scana “In biblioteca…Perché c’è il futu-ro della tua storia”, si è svolto un incon-tro con il poeta livornese Piero Simonidal titolo, appunto, Piero Simoni poeta

d’ogni tempo.

La sua produzione letteraria è stata pre-sentata da Maria Mazzarino Sfriso cheha tracciato un profilo umano dell’auto-re e successivamente si è ampiamentesoffermata sullo stile e le tematiche chelo stesso ha affrontato lungo la sua pro-ficua ed interessante attività letteraria.Durante la manifestazione, il folto pub-blico ha potuto ascoltare alcune delle li-riche più significative del poeta lette conbravura e passionalità da Maila Nossi-glia.Piero Simoni, pittore e narratore, ma so-prattutto poeta, ha pubblicato la sua

prima raccolta di poesie, intitolata “Isassi che raccolgo” nel 1976, da allora hariscosso ampi apprezzamenti e impor-tanti riconoscimenti in Toscana e a livel-lo nazionale.Per Simoni, ancora una volta un appun-tamento importante e prestigioso, nel-l’ambito di un progetto istituzionaleche ha visto appuntamenti significati-vi in tutte le Biblioteche della Toscanae che hanno coinvolto gli autori e i cit-tadini dal 1 al 31 ottobre. In periodo ditagli e di crisi una iniziativa coraggiosae lodevole.

  Maurizio Piccirillo

 I capolavori di Lorenzo BartoliniA MONTECATINI VAL DI CECINA

anche dal ritrovamento di varie epistole

che Bartolini accettò realizzare questobellissimo altare in marmo finemente scol-pito.Ma non è finita qui! Infatti all’interno dal-la galleria dellaminiera vi sonodue busti in mar-moraffiguranti ri-spett ivamenteGiovanni Targio-ni Tozzetti e Lui-gi Porte due per-sonalità di spiccolegate da semprealla storia di que-sta miniera.Questi due bustisonorimasti sen-za attribuzione fino allo scorso anno quan-do Fabrizio Rosticci , appassionato di sto-ria locale con alle spalle molte pubblica-zioni sulle storia dellaminiera di rame nonfa notare a Renzo Rossi ex sindaco di Mon-tecatini, la possibilità che queste duesculture,sia per le caratteristiche stilisti-

che sia la loro storia, potessero essereattribuibili anch’esse a Lorenzo Bartolini ;così si sono rivolti alla dottoressa Cristi-na Acidini, Sovrintendente del Polo Mu-sealeFiorentino e alla dottoressa FrancaFalletti della Galleria dell’Accademia chedopo accurati studi hanno definitivamen-te attribuito anche queste due opere allamano di Lorenzo BartoliniUn’importante scoperta che attribuisce ilmeritato valore artistico a questi due ca-polavori e che contribuisce ad arricchire

la storia di questo paese e dei suoi prota-gonisti.

di Letizia Villani

Nel riquadro: Altare del Bartolini.

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Giovedi 10 e venerdi 11 novembre, ore 21 –

Teatro Goldoni (Prosa – fuori abb.)Bea presenta

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regia Giampiero Solari

Martedì 22 novembre, ore 21 - Teatro Gol-

doni (Rassegna Darsena)Springtime Choir  presenta

“America!” all around the

 music…. jazz-pop-rock-mu-

 sical-gospel-rock & codirettore Cristiano Grasso

Sabato 26 novembre, ore 21 – Teatro Gol-

doni (Concerti)Michele Campanella, pianoforte

Concerto dedicato Liszt per il 

  bicentenario della nascitamusiche di Franz Liszt In collaborazione con Amici della musica diLivorno

Domenica 27 novembre, ore 16 – Teatro

Goldoni (Prosa – fuori abb.)

 Biancaneve il musical

regia Enrico BottaProgetto Teatro Bambino

Martedi 29 e mercoledi 30 novembre, ore

21 – Teatro Goldoni (Prosa)Compagnia della Rancia presenta

 Happy Days il musical

opera originale di Garry Marshallmusica e libretto Paul Williams, arrangiamenti

adattamento Saverio Marconi

Sabato 3 dicembre, ore 21 - Teatro Goldo-

ni (Rassegna Darsena)VIII edizione

 Livorno Gospel festival Jubilation Gospel Choir (Livorno), Greensle-eves Gc (Varese), “Clive Brown & Shekinah

Singers” (Londra) Direzione artistica Luca Del Tongo

Domenica 4 dicembre, ore 21 – Teatro Gol-

doni (Volare – Musica d’Autore fuori abb.)

 Francesco Renga  Tour 2011

I prossimi appuntamenti 

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