Il_Centro_Marzo_2012

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  Aut. ne de l Tr ib un al e di Li vo rno n° 68 3 del 0 5/ 03 /2 001 - Sp ed iz . in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO  Anno XII - n° 120 Marzo 2012 L’Editoriale  di Enrico Dello Sbarba  I l  g ove r na t or e rosso segue a pag. 2 Ha suscitato sorpresa ed anche disappunto l’intervista rilasciata dal governatore della Toscana - Enrico Rossi - al quotidiano Il Foglio: anche lo scrivente, suo vecchio estimatore, è stato colto di sorpresa al punto da dedicargli l’editoriale di questo numero. In quella sede e cioè su di un gior- nale vicino alla destra e partico- larmente legato al Cavaliere, il nostro Presidente ha avuto l’ar- dire e l’ardore di paragonare l’at- tuale Presidente del Consiglio - Mario Monti - addirittura al suo  predecessore “ sotto mentite spo- glie” ha voluto” precisare” Questa inattesa dichiarazione di Enrico Rossi ha prodotto qua e là, costernazione, aspri dissensi, contrasti e, in qualche caso an- che approvazione nel variegato e sempre più complesso mondo del Partito Democratico. Qualcuno si chiederà perchè ab-  biamo voluto riservare al gover- natore della Toscana l’editoriale di questo mese. Perchè, lo confessiamo aperta- mente, ci siamo sentiti “traditi”non Il podestà forestiero Un articolo dell’On. Ivo Butini E se nascesse una terza Repubblica con- tro i Partiti ? L’ipotesi è affacciata da Ilvo Diamanti che, in verità, in un suo recente brillan- te saggio, consigliò di non affidarsi trop-  po alle ipotesi degli analisti. Qualche settimana prima, Ernesto Galli della Loggia scriveva che quando l’Italia si è trovata “con l’acqua alla gola si è do- vuto ricorrere non ai partiti, ma ad al- tri. E i partiti sono stati messi da par- te”. Viene alla mente il podestà fore- stiero, chiamato a reggere nel Medio Evo i Comuni italiani, quando il fortis- simo conflitto tra “le famiglie” ne ren- deva impossibile il governo. Questa let- tura del podestà forestiero non è la mia. Perché il Presidente del Consiglio è un senatore della Repubblica. Perché c’è la garanzia del Presidente della Repub-  blica. Perché i partiti (o quello che re- sta di loro) dispongono dei gruppi par- lamentari. I ministri appartengono al ceto alto del Paese: funzionari della pubblica ammi- nistrazione, diplomatici, militari, acca- demici, manager pubblici e privati e via continuando. Persone che appartengo- no alla struttura del potere esecutivo o che ne hanno ispirate le decisioni, an- che in passato. In un suo secondo articolo, Ernesto Galli della Loggia contestava ai Partiti di avere trasformato in partitocrazia la loro esperienza democratica. La contestazione è fondata. Per molti anni l’età della prima repubblica coinci- se con la guerra fredda. E la precedente guerra calda era stata combattuta e vis- suta in Italia in modo diverso al Sud, al Centro, al Nord. La guerra fredda rese tutto ideologico. Basterebbe andare a rileggere la massa di allucinate sciocchezze che allora fu- rono scritte e sulle quali si costruirono anche le carriere. I Partiti sondarono nelle istituzioni, chi per conquistarle, chi per  segue a pag. 2 Sabato 17 Marzo h. 17  pres so Li breri a Belf orte Via della Madonna - Livorno 101 donne che hanno fatto grandi 101 uomini di Maria Leonarda Leone  presen taz ione del libro INTRODUZIONE: Dott. Silvia Menicagli Lunedì 2 Aprile, h. 17  press o la se de del Circ olo «I l Cent ro» Via Trieste 7 - Livorno per approvazione Bilancio Esercizio 2011  Ass emb lea Ord inaria Roberto Nardi  Pr es id en te Ca me ra di Co mm er ci o h. 18.30 incontro con

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numero di marzo 2012, il Centro, Liivorno

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  Aut.ne del Tribunale di Livorno n° 683 del 05/03/2001 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XII - n° 120  Marzo 2012

L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba

 Il  governatore

rosso

segue a pag. 2

Ha suscitato sorpresa ed anchedisappunto l’intervista rilasciatadal governatore della Toscana -

Enrico Rossi - al quotidiano IlFoglio: anche lo scrivente, suovecchio estimatore, è stato coltodi sorpresa al punto da dedicarglil’editoriale di questo numero.In quella sede e cioè su di un gior-nale vicino alla destra e partico-larmente legato al Cavaliere, ilnostro Presidente ha avuto l’ar-dire e l’ardore di paragonare l’at-tuale Presidente del Consiglio -Mario Monti - addirittura al suo

 predecessore “ sotto mentite spo-glie” ha voluto” precisare”Questa inattesa dichiarazione diEnrico Rossi ha prodotto qua elà, costernazione, aspri dissensi,contrasti e, in qualche caso an-che approvazione nel variegato esempre più complesso mondo delPartito Democratico.Qualcuno si chiederà perchè ab- biamo voluto riservare al gover-natore della Toscana l’editoriale diquesto mese.Perchè, lo confessiamo aperta-mente, ci siamo sentiti “traditi”non

Il podestà forestieroUn articolo dell’On. Ivo Butini

E se nascesse una terza Repubblica con-tro i Partiti ?

L’ipotesi è affacciata da Ilvo Diamantiche, in verità, in un suo recente brillan-te saggio, consigliò di non affidarsi trop-

 po alle ipotesi degli analisti. Qualchesettimana prima, Ernesto Galli dellaLoggia scriveva che quando l’Italia si ètrovata “con l’acqua alla gola si è do-

vuto ricorrere non ai partiti, ma ad al-

tri. E i partiti sono stati messi da par-

te”. Viene alla mente il podestà fore-stiero, chiamato a reggere nel MedioEvo i Comuni italiani, quando il fortis-simo conflitto tra “le famiglie” ne ren-deva impossibile il governo. Questa let-tura del podestà forestiero non è la mia.Perché il Presidente del Consiglio è unsenatore della Repubblica. Perché c’èla garanzia del Presidente della Repub-

 blica. Perché i partiti (o quello che re-sta di loro) dispongono dei gruppi par-lamentari.I ministri appartengono al ceto alto delPaese: funzionari della pubblica ammi-nistrazione, diplomatici, militari, acca-demici, manager pubblici e privati e via

continuando. Persone che appartengo-no alla struttura del potere esecutivo o

che ne hanno ispirate le decisioni, an-che in passato.In un suo secondo articolo, ErnestoGalli della Loggia contestava ai Partitidi avere trasformato in partitocrazia laloro esperienza democratica.La contestazione è fondata. Per moltianni l’età della prima repubblica coinci-se con la guerra fredda. E la precedenteguerra calda era stata combattuta e vis-suta in Italia in modo diverso al Sud, alCentro, al Nord.

La guerra fredda rese tutto ideologico.Basterebbe andare a rileggere la massadi allucinate sciocchezze che allora fu-rono scritte e sulle quali si costruironoanche le carriere. I Partiti sondarono nelleistituzioni, chi per conquistarle, chi per 

 segue a pag. 2

Sabato 17 Marzo h. 17  presso Libreria Belforte

Via della Madonna - Livorno

101 donneche hanno fatto grandi

101 uominidi Maria Leonarda Leone

 presentazione del libro

INTRODUZIONE:Dott. Silvia Menicagli

Lunedì 2 Aprile, h. 17  presso la sede del Circolo «Il Centro»

Via Trieste 7 - Livorno

per approvazione

Bilancio

Esercizio 2011

  Assemblea Ordinaria

Roberto Nardi

  Presidente Camera di Commercio

h. 18.30 

incontro con

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2 Politica

Il governatore rosso 

dalla prima pagina

tanto dalla discutibile affermazione rila-sciata al Foglio quanto per il “veniremeno” da parte di Enrico Rossi di quel-lo che era sempre stato il suo abituale“clichè mentale” : un innato senso direalismo unito ad una spiccata capacitàdimostrata negli anni ottanta allorchèguidava come Sindaco l’importantecomune di Pontedera. Un elevato livel-lo di managerialità confermato durantela complessa e difficile gestione dellasanità toscana nella scorsa legislatura:

“qualità” che sembra si stiano “assotti-gliando” alla guida del governo regio-nale.Qualcuno, autorevole, ci ha voluto sug-gerire che, probabilmente, “ le sue ca- pacità” si siano “consunte”, in gran par-te, proprio dopo quella “infernale espe-rienza” vissuta in quella difficile espe-rienza.In effetti sembra esaurita “la spinta pro-

Periodico mensiledel Circolo Culturale

Autorizzazione del Tribunale di Livorno

Redazione ed Amministrazione: 

 Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno

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DIRETTORE RESPONSABILE: 

Enrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello SbarbaEnrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia ilGiornale chiuso in tipografia il 5/3/20125/3/20125/3/20125/3/20125/3/2012

Hanno collaborato a questo numero: Laura Conforti Benvenuti, GeraldoLaura Conforti Benvenuti, GeraldoLaura Conforti Benvenuti, GeraldoLaura Conforti Benvenuti, GeraldoLaura Conforti Benvenuti, GeraldoBianco, Massimo Cappelli, Beniami-Bianco, Massimo Cappelli, Beniami-Bianco, Massimo Cappelli, Beniami-Bianco, Massimo Cappelli, Beniami-Bianco, Massimo Cappelli, Beniami-no Franceschini, Nicola Graziani,no Franceschini, Nicola Graziani,no Franceschini, Nicola Graziani,no Franceschini, Nicola Graziani,no Franceschini, Nicola Graziani,Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi,Luca Lischi, Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini,Mario Lorenzini, SilviaSilviaSilviaSilviaSilviaMenicagli, Giangiacomo Panessa,Menicagli, Giangiacomo Panessa,Menicagli, Giangiacomo Panessa,Menicagli, Giangiacomo Panessa,Menicagli, Giangiacomo Panessa,Matteo Pieracci, Andrea Sargenti,Matteo Pieracci, Andrea Sargenti,Matteo Pieracci, Andrea Sargenti,Matteo Pieracci, Andrea Sargenti,Matteo Pieracci, Andrea Sargenti,Marisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa SperanzaMarisa Speranza, Franco Spugnesi,, Franco Spugnesi,, Franco Spugnesi,, Franco Spugnesi,, Franco Spugnesi,Letizia Villani.Letizia Villani.Letizia Villani.Letizia Villani.Letizia Villani.

COMITATO DI REDAZIONE: 

Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Daniela Armani, Fabrizio Burchianti,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,Massimo Cappelli,

Laura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti BenvenutiLaura Conforti Benvenuti

 Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Alberto Conti, Salvatore D’Angelo,

Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,Francescalberto De Bari,

Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,Davide Livocci, Mauro Paoletti,

Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

STAMPA:  Editrice «Il Quadrifoglio»,

  Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

 pulsiva” che ha caratterizzato, in positi-vo, i primi tre anni della sua gestionealla guida della Toscana.Di proposito abbiamo “citato” la stori-ca dichiarazione rilasciata da Enrico Ber-linguer all’indomani dell’esplosione della

crisi dell’Unione Sovietica che coincisecon il processo di liberalizzazione del PCIdalla linea dogmatica imposta dall’ormaidecadente impero sovietico.Proprio nella sua “discussa intervista”il nostro governatore ha detto di rifarsi,nei suoi comportamenti,ancora oggi agliinsegnamenti di Enrico Berlinguer, per la verità, piuttosto datati.Affermazioni che hanno suscitato, al-l’interno del PD, un pandemonio di pro-teste, di prese di distanza ed anche iro-

nici commenti.L’irrituale riferimento a Berlinguer an-zichè al Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, il grande architettodell’operazione che ha portato MarioMonti alla Presidenza del Consiglio, èstata considerata da molti influenti espo-nenti del PD quasi una “delegittimazio-ne” del ruolo che il Presidente della Re- pubblica ha avuto nell’operazione Montiin una situazione drammatica per il pae-se.L’improvvida dichiarazione è stata con-siderata quasi una specie di “lesa mae-stà” da molti autorevoli dirigenti del PDtoscano a cominciare dalla Rosy Bindi,dal nostro antico amico Enrico Letta,ma anche dal segretario regionale An-drea Manciulli, dall’on. Ermete Realac-ci, da Giorgio Kutufà, presidente della provincia di Livorno, dai consiglieri re-gionali Paolo Tognocchi e Matteo Tor-tolini e tantissimi altri che hanno ritenu-

to opportuno prendere le distanze dal-l’intervista rilasciata dal presidente Rossia Il   Foglio.

Le reazioni del “governatore rosso” as-sente dalla Toscana perchè impegnatoad Hanoi (ex Vietnam del Nord) per esi-genze rigidamente istituzionali, sono sta-te di sorpresa e rammarico: forse nonsi aspettava una reazione così “negati-va”. Tutta questa “querelle” sull’episo-dio suona come una conferma del cli-ma difficile che sta attraversando, da

tempo, il Partito Democratico ancoraincerto su quale versante orientare le sue preferenze: quella “suicida” della foto-grafia di Vasto con Bersani, Di Pietro eVendola su cui sembra orientato EnricoRossi o quella di apertura verso com-

 ponenti moderate come il Terzo Poloauspicata, per esempio, da Enrico Let-ta.Certamente da qui ai prossimi mesi nevedremo delle belle.Intanto vogliamoaugurarci che il presidente Rossi con-

corra, autorevolmente e speditamentead accellerare la riforma elettorale inmodo da riconsegnare al popolo tosca-no il diritto di scelta nelle elezioni dei propri rappresentanti insieme ad unadrastica riduzione dei consiglieri regio-nali.

Il podestà forestiero 

difenderle, chi per approfittarne. E bi-sogna considerare la realtà sociale diallora. Il collateralismo cattolico neiconfronti della DC, il municipalismo so-cialista, l’oltranzismo sindacale, la sor-da competizione nella sinistra, la debo-lezza della tradizione liberale della de-stra. Tutto questo alimentò il processo

 patologico di frammentazione lobbisti-co-corporativa. Il Paese, però, tenne.La sconfitta del terrorismo ne è la pro-

va. Poi venne, male, la seconda repub- blica.Secondo Gustavo Zagrebelsky c’è il ri-schio che, quando tutto questo sarà fi-nito, ci si ritrovi nel vuoto di rappre-sentanza.Secondo Sergio Romano nelle demo-crazie occidentali ci saranno domanimolti più tecnici al potere di quanti cene siano oggi. Ne consegue che biso-gna inventare nuove democrazie capa-ci di conciliare il potere dei tecnici con

la volontà degli elettori e la funzione dei parlamenti.Insidie: il populismo e il democratici-smo. Pericolo: dopo il podestà forestie-ro, la signoria o l’ologarchia degli otti-mati.

Il Centro on line 

 Ricordiamo ai nostri lettori che è possibile visionare on-

line o scaricare il nostro periodico visitando il sitointernet del circolo:

www.circoloilcentro-livorno.it 

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1923 Attualità 3Politica

Una parola per sintetizzare la politica ita-liana degli ultimi cinquant’anni? Non c’èdubbio, è transizione. Una vera e pro-

 pria maledizione per cultura e istituzioniforgiate alla scuola di Machiavelli. Pri-ma la democrazia bloccata a causa della

 presenza del più rilevante partito comu-nista in occidente, poi l’anomalia di unleader-imprenditore televisivo. Nel mez-zo l’incapacità di riformare la Costitu-

zione e di sciogliere nodi fondamentalicome il rapporto con la magistratura econ gli Enti locali. Dopo la caduta delMuro di Berlino, trascorsero alcuni anni

 perché il vecchio establishment, perdu-ta ogni spinta propulsiva e linfa rigene-rativa, fosse spazzato via. Era il 1992.Sotto la spinta di inchieste giudiziarie esentimenti antipolitici, fu varato un go-verno tecnico (presieduto da Ciampi) chedi fatto cancellò i partiti sino ad allora al

 potere. La strada sembrava spianata per 

la vittoria dei post-comunisti guidati daOcchetto, ma poi spuntò Berlusconi ecome andò a finire non c’è bisogno distarlo a raccontare.Il ricordo di quanto avvenne venti annifa non è uno sterile esercizio di memo-ria. Formiche dedicò un approfondimen-to sui fatti del 1992 nel marzo del 2010.Due anni fa segnalammo quel che oggiè evidente: un ricorso storico che ren-derebbe orgoglioso Giambattista Vico.Scandali e inchieste hanno eclissato un

sistema di potere ormai totalmente ina-ridito. Il governo tecnico si è ripresen-tato puntuale e non è da escludere per l’attuale premier la stessa carriera cheebbe l’illustre predecessore (che, comeè noto, salì le scale del Quirinale). An-che la vittoria della sinistra alle elezionisembra una possibilità concreta, eppu-re improbabile.Su questa base, c’è chi tenta la scorcia-toia di arruolare fra le proprie fila il sal-vatore della patria (Monti), chi ne sele-

ziona uno nuovo (magari il nuovo inter- prete del ruolo che fu di Berlusconi) echi scommette sulla rendita di una op-

 posizione populista e giustizialista (undipietrismo riveduto e corretto). Persi-no la Lega – che in questi ultimi anni ha

governato e “occupato” a mani basse – cerca di rimettere indietro le lancette del-l’orologio.Questa rincorsa al futuro, che sembratanto un voler ripercorrere il passato inuna coazione a ripetere, è un estremotentativo di fuggire a un destino cheappare segnato. Formiche non auspicané tifa per una fine della politica e deisuoi attuali protagonisti, ci manchereb-

  be. Quel che qui vogliamo ribadire – anche a costo di essere noiosamente ri-

 petitivi – è che se non si colgono le ra-gioni dei fallimenti che hanno connota-to la politica italiana degli ultimi decennisarà difficile non continuare in nuovi fal-

 Il futuro di venti anni falimenti. I partiti servono, ma perché ab-

 biano senso debbono essere radicati nelPaese e nella cultura. Non possono es-sere sigle personalistiche o frutto di ideedi marketing. In Europa e nel mondo siragiona sugli scenari del 2050. Da noi siguarda alle Amministrative della prossi-ma primavera, restando completamenteincerti e incapaci di visione per le ele-zioni del prossimo anno.

È lo spread fra 2050 e 2013 a spiegare perché la crisi politica italiana è lungi dal-l’essere conclusa.

da: Formiche,

Marzo 2012

E’ venuto improvvisamente a mancare

Pino Lucchesi - deputato della D.C per la nostra circoscrizione per diciotto

anni. Venne eletto per la prima volta nel

lontano 1976 in quella che viene ricor-

data come una delle più drammatiche

campagne elettorali nella storia demo-cratica del nostro paese.

I rivolgimenti politici, sociali, la violen-

za degli estremisti dell’ultrasinistra e

dell’ultradestra (eravamo nel pieno del-

la stagione del terrorismo), una crisi

econmica che stava investendo l’inte-

ro paese, avevano determinato un cli-ma di crescente preoccupazione, di

esasperazione e di grande conflittuali-

tà.

 La scomparsa dell’ on. Pino Lucchesi

Era crescente il rischio che, per la prima volta, il PCI effettuasse il famoso sorpas-

so ai danni della D.C.

In questo clima Pino Lucchesi, succeduto al padre Primo Lucchesi, scese in cam-

po con grande coraggio e baldanza. I risultati elettorali salvarono la D.C. dal sor-

passo ma confermarono il previsto grosso aumento di consensi al PCI: di li a poco

furono costituiti i governi di solidarietà nazionale con l’astensione prima e l’in-gresso in maggioranza dopo proprio del PCI guidati, entrambi, da Giulio Andreotti.

Pino Lucchesi svolse allora, come nelle legislature segunti e cioè fino al 1992, il

proprio compito con grande impegno, diligenza e capacità ricoprendo anche im-

portanti incarichi nelle commissioni trasporti e marina mercantile. Fu promotore

e relatore di importanti leggi nei due settori suindicati.

Fu sempre presente ed a contatto con il suo elettorato seguendo l’esempio illu-stre del padre.Ho naturalmente presenziato ai funerali tenutesi presso la chiesa del Rosario.

Erano presenti tanti amici, non tutti per la verità. Erano assenti, a quanto risulta, i

rappresentanti delle istituzioni e delle altre forze politiche ad eccezione, ovvia-

mente, di Giorgio Kutufà.

Da parte nostre inviamo alla moglie Giuliana ed ai figli le più vive condoglianze.

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4 Politica

Con un tocco di autoironia, di quella an-glosassone che sconfina nella perfidia, il

 presidente del Consiglio Mario Montiesclude di puntare ad un secondo manda-to dopo le elezioni, sempre più vicine, del2013. “Perché”, spiega, “se io e il mio go-

verno facciamo bene, è difficile che ci can-didino di nuovo”. Giustissimo: era statochiamato per un sabbatico di lacrime esangue (“manutenzione straordinaria”,l’ha chiamata lui) breve quanto intenso.Intenso, ma breve. Poi avrebbe passato lamano come Cincinnato e si sarebbe ritira-to in Europa o, più probabile, a fare il se-natore a vita, che è sempre una bella solu-zione. Invece no: da quando è a PalazzoChigi si moltiplicano le richieste di ringra-ziarlo estendendogli almeno per altri cin-

que anni il mandato. Richiesta partita daPier Ferdinando Casini, leader del TerzoPolo, fatta propria da Silvio Berlusconi eda una parte forse non maggioritaria, si-curamente cospicua, del Pd.Altro che Cincinnato, Monti rischia di di-venire quel noto uomo pubblico romanoche, alla fine, ottenne dal Senato la ditta-tura decennale. Mica per distruggere lalibertà di Roma, sia chiaro, solo per rista-

 bilire lo stato di diritto e ridare forza aduna Res Publica stremata dalle fazioni (inlatino suonava così: legibus faciundis ac

rei publicae costituendae, o almeno cosìci pare).Bene, Monti sta diventando l’Uomo della

Quando i politici

rinunciano al loro ruolo

Monti sta diventando l’Uomo della Provvidenza, ben oltre le sue stesse intenzioni

di Nicola Graziani

Provvidenza, ben oltre le sue stesse in-tenzioni. Anche perché Giorgio Napolita-no, che ha dato il via all’operazione cheha portato alla costituzione dell’esecuti-vo, si è totalmente schiacciato sulla sualinea politica ed economica. Il parallelo conScalfaro ed il governo Dini, da questo

 punto di vista, non calza. Scalfaro infattiestromise Berlusconi da Palazzo Chigi egli fece scegliere il nome del successore,ma poi si guardò bene dal sposarne le scel-te, mantenendosi all’interno del suo ruo-lo. Napolitano pare invece sentire la ne-

cessità, su quasi ogni singolo provvedi-mento, di intervenire ed avallare, spiegaree dimostrare. Magari esagerando, qualche

volta. La cosa non fa bene né a lui, né a

Monti.Il quale Monti, dicevamo, promette e riba-disce che farà come Cincinnato, e gli cre-diamo. Ma ci preoccupa una classe politi-ca che, abituata a far politica a suon dimode ed annunci, sa solo in questi mesiappoggiare il Presidente del Consiglio,senza riuscire a tirar fuori un’idea per ildopo. E quindi si trova costretta ad im-

 plorare che dopo il dopo ci sia ancora il presente.Così non può funzionare. La politica che

rinuncia al suo ruolo ammazza se stessa, ealla fine anche la democrazia. I tecnici, per loro stessa natura, non sono in grado di

 progettare, vedere lontano, avere una vi-sione. Possono fare eccellentemente lamanutenzione straordinaria, sì, ma nien-t’altro. Monti sembra essere l’unico adaverlo capito. Se non lo capiscono i poli-tici, il guaio è grosso. Anche perché nes-suno ci può rassicurare che l’attuale curada cavallo abbia benefici effetti tra un annoo poco più.

Quanto al romano chiamato ad aggiustarela Repubblica, si chiamava Cornelio Silla.Rimise le cose a posto e, soddisfatto delsuo lavoro, si ritirò a vita privata. Tempodue anni e la Repubblica era di nuovo in

 profonda crisi. Non ne sarebbe mai piùuscita.

Il premier Mario Monti 

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5Politica

 Lo sostiene Rosy Bindi, replicando a Paola Binetti

Sostiene la Bindi, replicando alla Binet-ti, che non bisogna avere “nostalgia”della DC, meglio, dunque, dimenticar-la. Un professore dell’Università Fede-rico II di Napoli, Maurizio Griffo (nonGrillo), ha scritto un libro che ha cometitolo proprio l’esortazione bindiana:

 Dimenticare la DC .La presidente del neonato PD vi trove-rebbe un bel po’ di “impensati” argo-menti per la sua battaglia antinostalgicae anche un “breviario” di pronto inter-vento per l’operazione “oblio” che l’ar-dimentoso Griffo ritiene “indispensabi-le”. In realtà, né la Bindi, né il Griffoconsiderano che la DC non c’è più, edè stata anche dimenticata, e meglio fa-rebbero a guardare il non esaltante qua-dro politico attuale. All’egregio profes-sore partenopeo non piaceva la «costi-

tuzione materiale dorotea» e sogna,chiudendo «l’infinita transizione italia-na», di stabilizzare finalmente, la demo-crazia dell’alternanza.Anche alla Bindi piace l’alternanza. Ora,in base al principio di non contraddizio-ne, poiché, allo stato, l’alternanza è tral’esercito berlusconiano, con il comple-mento della Lega, e il PD con il concer-to dipietrista, la conclusione dovrebbeessere che questo assetto è miglioredella DC e che tutto funzioni meglio

anche perché adesso c’è la protezionecivile! Se, invece, le cose non stannocosì e ancora non piacciono, allora,forse, sarebbe più sensato porsi la do-manda se è davvero la «rimozione» dellaDC a risolvere i problemi di un nuovo,decente assetto politico o se, invece,non bisogna ricollocarla al centro dellariflessione storica e politica.Mentre si invoca la fine della «nostalgiademocristiana» affiorano altre nostalgie,come è inevitabile nel vuoto esistente.

Della DC è meglio non parlarne e spa-zio va dato a chi non l’amava che di-venta, così, storicamente più rilevantedel partito che ha ricostruito guidato esviluppato l’Italia.Si assiste oggi a singolari revival . Si ri-

Non bisogna avere nostalgia della Dc

valuta, ed è giusto, l’azionismo, e la bellalettera di Beniamino Placido alla figliacommuove i nostri columnist , forseanche per la sua insofferenza verso laDC. Si riconsidera meglio l’opera poli-tica di Craxi, ma si ignora il ruolo dellaDC e se ne altera la comprensione, so-

stenendo, appunto, che l’accordo conlo scudo crociato fu l’errore principalecraxiano. Si potrebbe continuare, elen-cando frasi di disprezzo verso l’esperien-za democristiana di alcuni mediocrissi-mi esponenti politici, ma qui siamo allescempiaggini ed è meglio sorvolare.Ma, oggi, alla “dimenticanza” verso laDC si aggiunge anche l’ironia della sto-ria, e così avviene che i suoi leader, per “dovere d’ufficio”, vengono comme-

morati dagli antichi avversari. Sarebbe positivo se aprissero dibattiti e nuove prospettive di ricerca, ma tutto si con-clude nel rito. Ricorrono gli anniversaridi Zaccagnini e di Rumor, tace la stam- pa, tace la televisione. Non è, dunquegià dimenticata la DC ? Ma le «dimenti-

canze» creano vuoti che vengono col-mati male e creano danni storici e poli-tici, perché non c’è discernimento, néanalisi degli eventi e delle soluzioni adot-tate, studio dei rimedi e dei metodi, indefinitiva, per quanto ci riguarda, con-sapevolezza autentica delle ragioni di unacrisi politica come quella apertasi a metàdegli anni 90. L’esito della “dimentican-za” è davanti a noi e non entusiasmaneppure, credo, la Bindi e il Griffo.

di Gerardo Bianco

 Rosy Bindi  Paola Binetti

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6  Politica

 Dopo le rivolte del 2011, nel mondo arabo persistono profonde criticità dalla lontana risoluzione

Verso un Autunno arabo?di Beniamino Franceschini

Quindici mesi fa, Mohamed Bouazizi,venditore tunisino, si immolò tra lefiamme dopo il sequestro della propriamerce: dal gesto prese avvio l’ampiasommatoria di fenomeni definita Pri-mavera araba. In un anno, la macro-regione tra il Marocco e l’Iran, fino

alla Somalia, ha subito modificazioni  profonde, talvolta in modo traumati-co: Gheddafi è stato ucciso, Ben Ali,Mubarak e Saleh sono stati costrettiad abbandonare il potere, il trono se-colare degli al-Khalifa in Bahrein havacillato, in Siria tuttora si combatte.Le dinamiche sono ancora in corso disviluppo, ma già si propone il dubbioche quanto accada nel mondo arabonon sia una rivoluzione completa, bensìun avvicendamento ai vertici di co-

mando nel quale la discontinuità con igoverni precedenti non è caratteristi-ca essenziale. Nonostante i buoni propositi dei pro-tagonisti della Primavera araba – damolti assimilata ai moti liberali ottocen-teschi, piuttosto che al crollo del murodi Berlino – spesso il potere non è pas-

sato a elementi nuovi, ma è rimastonelle stesse mani, come nei casi dellagiunta militare in Egitto, composta per lo più da uomini di Mubarak, e del go-verno transitorio libico, costituito daex ministri di Gheddafi.Dal punto di vista dell’informazione,la sponda settentrionale del Mediterra-neo ha preferito ricercare (talvolta for-zatamente) le analogie tra i princìpi ispi-ratori delle rivolte e i valori democrati-

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Un magnifico esemplare di rosa

ci occidentali, al costo, però, di trala-sciare importanti fatti di cronaca, comel’entità dei contrattacchi dei lealisti inLibia. Allo stesso modo, si è posto insecondo piano il ruolo dei movimentiislamisti e la loro pervasività tra le mas-se stremate, limitando i riferimenti allareintroduzione della legge shariatica inalcune regioni e liquidando superficial-mente la vittoria della Fratellanza mu-sulmana in Egitto.È innegabile che il 2011 sia stato l’ini-zio di vasti mutamenti in situazioni ete-rogenee: anche solo la caduta di capi

che parevano invincibili sotto l’impetodelle piazze è di per sé un evento epo-cale. A dominare adesso è la speranzache le criticità sorte non divenganocroniche, compromettendo i princìpidavvero emancipatori dei moltissimi,soprattutto giovani, desiderosi di cam- biamento.Tuttavia, per far sì che la Primaveranon divenga un Autunno arabo è fon-damentale che anche l’Occidente si li- beri da reticenza e spirito giustificato-

rio, ossia che siano abbandonati atteg-giamenti di memoria coloniale funzio-nali più a ottiche ideologizzate di breve periodo, che alla comprensione di com- plessi fenomeni sociali di carattere in-ternazionale.

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7  Attualità 7 

E’ importante conoscere meglio il nostroPaese. Ed è ancora più importante farlo

 basandosi su dati oggettivi. L’Istituto Nazionale di Statistica, quello che si oc-cupa anche dell’attuale Censimento, hafornito la fotografia di alcuni indicatoridella nostra Italia 2012. Vediamone al-cuni.

Con una densità media di circa 200abitanti per chilometro quadrato sia-mo il paese più densamente popolatodell’ Unione Europea (media UE27 di114 abitanti per chilometro quadrato)

Siamo il quarto paese per dimen-sione demografica con una leggeracrescita grazie all’immigrazione.

Al 1 gennaio 2011 ci sono 144,5 an-ziani ogni 100 giovani, (In Toscana iltasso di vecchiaia è di 182,9 e nella

 provincia di Livorno ci sono invece204,3 anziani ogni 100 giovani). Solola Germania presenta un indice di vec-chiaia (153,3) più accentuato dell’Ita-lia. La regione più anziana è la Ligu-ria, quella più giovane la Campania.

Siamo di fronte ad uno squilibriogenerazionale dal momento che ilrapporto tra popolazione giovane e

anziana supera il 52%. Siamo ai primi posti in Europa per longevità. Con una media di vita de-gli italiani di 84 anni per le donne edi 79 per gli uomini.

L’Italia si colloca tra i paesi a bassafecondità con 1,41 figli per donna e

una media di età al parto che conti-nua a crescere (31,3 anni).

Si celebrano appena 3,8 matrimoniogni mille abitanti. Al centro nord lametà delle unioni è celebrata con ritocivile.

Tra il 2000 e il 2009 sono aumentatele separazioni e i divorzi, rispettiva-mente del 19,4% e del 44,9%. Siamocomunque, insieme all’Irlanda, il pae-se con la più bassa incidenza dei di-vorzi. Segno che la Famiglia “tiene”.

Aumenta in modo significativo la presenza di stranieri. Gli iscritti nelleanagrafi comunali sono circa 4,6 mi-lioni. Rispetto al 2001 sono più che

triplicati. Sono più di due milioni i Neet, co-

loro che né studiano, né lavorano. Il22,1% tra sono quelle comprese tra i15-29 anni, uno tra i valori più eleva-ti a livello europeo.

Il tasso di inattività della popola-

zione tra i 15 e i 64 anni è del 37,8%,un valore tra i più elevati d’Europa.Con una inattività femminile che sfio-ra il 50%.

Permane in modo accentuato il la-voro irregolare con il 12,8% (2010).

Aumentano le famiglie in condizio-ni di povertà relativa (11%) ovvero8.3 milioni di individui poveri, corri-spondenti al 13,9% della popolazio-ne residente. La povertà assolutacoinvolge invece il 4,6% delle fami-glie per un totale di 3,1 milioni di per-sone. Secondo l’ultimo rapportoUnicef ben 1,8 milioni di bambini vi-vono al di sotto della soglia di po-vertà.

Questa breve fotografia ci invita a riflet-tere sulla necessità di un nuovo welfareche dovrà tener conto dell’importanza

del fattore Famiglia, oggi quasi comple-tamente lasciata sola ad affrontare lacomplessità di una società sempre piùglobalizzata e indifferenziata. Essereamici della famiglia diventa una priori-taria necessità per la nostra Italia, comeè stato sottolineato nel recente conve-gno promosso dalla Diocesi, tenutosi

 presso il Comune di Livorno alla presen-za del professor Belletti. Occorre dareattuazione alla Costituzione per non nau-fragare in un suicidio demografico che

condurrà il nostro paese a vivere sicu-ramente più a lungo (e questo è un bene)ma senza grandi speranze di vita per lenuove generazioni costrette a rimanda-re nel tempo il loro essere famiglia. Oc-corre infondere più vita nelle nostre co-munità e ristabilire

NOI ITALIA 2012:100 statistiche per capire il paese in cui viviamo

di Luca Lischi

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8  Attualità

Forse ce lo siamo già dimenticati ma menodi un mese fa la neve e il freddo metteva-no in ginocchio l’Europa e l’Italia tantoche il Ministero per lo sviluppo economi-co autorizzava il riavvio delle centrali adolio combustibile.Si dirà che è stata una situazione eccezio-nale, come in effetti è stata, ma l’esigenzadell’approvvigionamento energetico ri-mane centrale per lo sviluppo del mondoe per il nostro Paese.Per fronteggiare questa emergenza tutti iPaesi,in particolare quelli industrializzatied in via di sviluppo,hanno avviato ricer-che in campi non convenzionali comequello della estrazione del gas da scistiargillosi (shale gas) ed hanno ripreso convigore le ricerche di idrocarburi nelle pro-fondità marine. La situazione dell’Europaregistra invece un calo della produzioneinterna di gas ed una crescita delle im-

 portazioni che è ormai pari al 70% del suofabbisogno e raggiunge il 90% (!!!) per l’Italia.I principali fornitori sono la Russia e l’Al-geria, mentre altro gas proviene dalla Li-

 bia tramite il gasdotto “greenstream” e inun futuro non lontano un altro gasdottoil “southstream”porterà nella rete italia-na e quindi in Europa altro gas prove-niente anche questo dalla Russia via Tur-chia . A questi rifornimenti, da aree a sen-sibile rischio geopolitico,si somma il flus-

so di gas che proviene dal nord Europa(Transitgas e Tgl) che approvvigiona learee più industrializzate del nostro conti-nente.La sommatoria di tutti i flussi garantisceil soddisfacimento delle esigenze di ener-gia in condizioni di normalità ed equili-

 brio, se un flusso ha dei problemi il siste-ma ne risente e può andare in crisi se nonsi approntano compensazioni. Ad esem-

 pio per garantire i maggiori consumi, nel periodo della crisi di Febbraio, abbiamodovuto contare sulle riserve e sulla soli-darietà dell’Algeria che ha aumentato leesportazioni riducendo i propri consumiinterni,e della Russia compatibilmentecon la grave situazione che essa stessaattraversava.Un aiuto significativo può essere rappre-

sentato dairigassifica-tori, struttu-re che rice-vono viamare il gasda ogni par-te del mon-do.

In Italia nesono in eser-cizio solodue,uno aRovigo euno a LaSpezia, altrisono statiapprovati esono in fasedi realizza-zione. Il più

avanzato nei lavori è quello di Livorno alquale dovrebbero aggiungersi nel tempoGioia Tauro in Calabria, Porto Empedoclee Priolo Gargallo in Sicilia, Zaule a Triestee Brindisi. Esistono poi altri progetti infasi meno avanzate a Rosignano,Tarantoe Monfalcone.Come vediamo un numero rilevante, deiquali almeno quattro o cinque necessari,che non tiene conto di altre strutture ana-loghe già realizzate e operative in Europa(ad esempio la Spagna ne ha cinque che

già immettono gas in rete) e soprattuttodelle leggi della concorrenza.Infatti se le forniture di gas via gasdottosono obbligatoriamente limitate ai merca-ti di consumo dei Paesi attraversati dalgasdotto stesso, le navi che trasportanoGNL (Gas Naturale Liquefatto) sono at-tratte dai mercati più remunerativi e traquesti il mercato asiatico, dove possonoottenere prezzi più vantaggiosi rispetto al-l’Europa.Ecco allora che con uno scenario moltocomplesso quale quello delineato la ricer-

ca di risorse autonome, se esistenti, non può essere trascurata.Un titolo ad effetto dello speciale Energiade Il Sole 24 Ore del 21 Febbraio scorsodenunciava “Nel sottosuolo (italiano)un

tesoro dimenticato” ed ancora “almeno

di Massimo Cappelli

600 milioni di barili di riserve di petro-lio accertate ma le nuove prospezioni

 sono ferme”.

Il Governo Monti aveva tentato nelle boz-ze dell’ultimo decreto sviluppo di riatti-vare le esplorazioni nazionali di idrocar-

 buri ma dopo le forti opposizioni ha do-vuto ritirarle.Possiamo continuare a gestire le necessi-tà del Paese dipendendo dall’estero?E’ un vero peccato perché a fronte di una

 previsione di calo delle nostre riserve in

sfruttamento abbiamo riserve accertate e potenziali molto significative. Tra questeoltre alle riserve di petrolio prima dettealmeno altri 160 miliardi di metri cubi digas in particolare nell’alto adriatico che,seutilizzati, potrebbero sicuramente aiutarela traballante economia del nostro Paesee l’Europa intera.Per troppo tempo minoranze rumorosehanno condizionato e tentano tutt’oradi condizionare le scelte di governo, cre-do che non ce lo possiamo più permette-re.La complessità dei temi richiede assun-zione di responsabilità,governare vuoldire assunzione di responsabilità,conMonti sta accadendo tuttavia sui temi stra-tegici sopra esposti occorrerebbe maggio-re incisività nell’interesse stesso del Pae-se.

Ce lo possiamo permettere?APPROVIGIONAMENTO ENERGETICO

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9 Attualità

 Livorno presentea 3 Fiere internazionali

Con la Camera di Commercio e l’Autorità Portuale

La Camera di Commercio di Livorno,Toscana Promozione e le Autorità Por-tuali di Livorno, Piombino e Marina diCarrara, partecipano congiuntamente,nel corso del 2012, alle seguenti fiereinternazionali:

- Intermodal South America (San Pao-lo, 10-12 aprile 2012)

- Transport Logistic China (Shanghai,5-7 giugno 2012)

- Intermodal India (Mumbai, 26-28 set-tembre 2012).

Si tratta della prima collaborazionecongiunta tra tutti gli Enti sopra citati.Alle tre manifestazioni fieristiche leAutorità Portuali si presentano con un

logo comune, qualificandosi come “Tu-scan Port Authorities”.80.000 euro la somma complessiva per la partecipazione alle suddette fiere. Il50% del costo è sostenuto da ToscanaPromozione e la restante parte, in ugua-le proporzione, dagli altri enti parteci-

 panti.

A sostegno delle imprese che intendo-no internazionalizzare la loro attività,la Camera di Commercio di Livorno or-ganizza incontri “b2b” con operatori lo-cali, che si svolgono a titolo gratuito.In occasione della manifestazione fie-ristica a Mumbai, verrà organizzata an-che un’azione di scouting sul mercatoIndiano, finanziata da Toscana Promo-zione.In preparazione degli eventi internazio-nali sopra indicati, gli enti promotorihanno incontrato più volte, a Livorno,

i rappresentanti delle associazioni ma-rittime per promuovere un’efficace co-noscenza e divulgazione delle iniziati-ve.La Dogana di Livorno fornirà sostegnoalle missioni ed alle imprese medianteiniziative di assistenza e consulenza sul-le formalità fiscali inerenti le operazioni

di importazione ed esportazione neiPaesi oggetto della missione.A questo scopo, d’intesa con la Came-ra di Commercio, ha messo in program-ma le seguenti attività seminariali:- 20 marzo 2012: “Importazioni dallaCina: aspetti tributari ed extratributa-ri”- fine mese di maggio: “Missione im-

 prenditoriale in India: aspetti fiscali etributari” (in collaborazione con losportello Sprint di Toscana Promozio-ne).

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10  Attualità

Annus Domini 2012:

è salpata la riforma delle pensioni

 Ecco profilarsi i principali capitoli della riforma voluta dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero

CONFINDUSTRIALIVORNO

 Sezione

Costruttori Edili 

Il decreto legge 201/2011 (legge 214) nelquale è contenuta la riforma è entrata invigore dal 1 Gennaio scorso con la novitàdella sostanziale cancellazione delle pen-sioni di anzianità.Le pensioni di vecchiaia hanno dei requi-siti più elevati, assegni determinati con il

contributivo anche per coloro che aveva-no conservato il più vantaggioso metodoretributivo; ecco quindi profilarsi i princi-

 pali capitoli della riforma voluta dal Mini-stro del Lavoro Elsa Fornero.Per il nostro sistema previdenziale, la re-cente riforma delle pensioni rappresentaufficialmente uno spartiacque. Si conclu-de definitivamente l’era della redistribu-zione e il sistema entra a pieno titolo inun’altra fase quella che possiamo deno-minare dell’”assicurazione”.La regola contributiva, di cui la riformadispone l’applicazione immediata, ossia

 pro - rata per le sole anzianità maturatedal 2012 in avanti, garantisce infatti pen-sioni commisurate ai contributi versati,rivalutate in base all’età di pensionamen-to; ovvero chi va in pensione più tardi

maggiore sarà l’importo che percepirà.L’effetto delle nuove misure previdenzialicontenute nella manovra saranno quelledi unificare l’età di uscita dal lavoro, che aregime (nel 2022) sarà per tutti di 67 annicon la sola eccezione delle persone chehanno lavorato oltre 41 - 42 anni (pensio-ne anticipata) o che hanno svolto lavoriusuranti, quindi, potranno andare in pen-sione con le “vecchie” quote per le anzia-nità.

Scompare così ogni “regalo” previdenzialeattribuito dalla regola retributiva e vieneridotta la portata redistributiva delle nor-me previdenziali, spesso eccessiva e im-

 propria, specialmente quando rivolta a fa-vore delle classi di reddito più alte.Vediamo le novità: prima della riforma For-nero (e cioè la legge 247/2007), la pensio-ne di anzìanità poteva essere conseguitasommando l’età anagrafica e l’anzianitàcontributiva, in questo modo si raggiun-geva un coefficiente minimo la cosiddetta“Quota”.Il valore della quota era destinato a cre-scere negli anni fino a stabilizzarsi nel 2013a 97 (per i dipendenti) e a 98 ( per gli auto-nomi). L’unico caso in cui la pensione dianzianità poteva poteva essere consegui-ta senza alcun collegamento con l’età ana-

grafica era quello in cui il lavoratore ave-va maturato 40 anni di contribuzione.La riforma Fornero ha modificato in pro-fondità questo sistema, cancellando la

 possibilità di andare in pensione col si-stema delle quote, e introducendo la pen-sione anticipata che consente di andarein pensione prima dell’età di vecchiaia solose si superano i 41 anni e un mese di con-

tributi (per le donne) e i 42 anni e un mese(per gli uomini).Il requisito sarà destinato a crescere diun mese nel 2013 e nel 2014 ed aumenteràcon il miglioramento della speranza divita. In ogni caso ci saranno penalizza-zioni sulla pensione per chi sceglie diandare in pensione anticipatamente pri-ma dei 62 anni.La quota dell’assegno calcolata sui con-tributi accumulati entro il 2011 viene cal-colata sui contributi accumulati entro il

2011 viene infatti tagliata dell’ 1% l’anno.Se si opta per andare in pensione primadei 60 anni, la forbice sarà del 2% l’anno.Dal 1 Gennaio l’età di pensionamento èfissata per tutti i lavoratori dipendenti eautonomi a 66 anni (67 anni nel 2022) dellasoglia di vecchiaia e a 62 anni oer le don-ne, che dovrà salire a 66 anni entro il 2018e che per tutti i lavoratori saeà agganciataa un sistema flessibile fino a 70 anni di età.Maggiore libertà di scelta in relazione al-l’età di pensionamento, e poichè dall’etàdi pensionamento dipende l’importo della

 pensione, maggiore sarà la possibilità discegliere il livello di pensione per lui piùadeguato.

di Andrea Sargenti

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11Spigolature

 Il PdL livornese nel caos Non ci interessano le conclusioni del con-gresso del PdL livornese ma certamentemai avevamo assistito ad una vigilia “cosìintensa, dove prevalenti sono stati gliscontri all’arma bianca. E questi vorreb-

 bero rappresentare l’alternativa all’egemo-nia della sinistra a Livorno e provincia? Sistarebbe benino....

Se Sparta piange

 Atene non rideAnche il PD livornese in quanto a serietàdi progetti, programmi e classe dirigentenon se la ripassa bene.A livello di giunta il Sindaco cerca di tene-re “a galla” la sempre più squinternata al-

leanza che si distingue sono per i perma-nenti contrasti al proprio interno.Glissiamo sulla richiesta di sostituzionedel capogruppo IdV, mai avvenuta, ma ilclima che si respira nel palazzo è sempre

 più irrespirabile proprio per la inconsisten-za di un’alleanza che ormai è difficilmentericomponibile per le sue contraddizioni chene minano la credibilità.Ormai si tira largamente “ a campare” finoal termine della legislatura!!

 Il no alle Olimpiadi:

l’ex ministrone protestaLa gene di buon senso, pur dispiaciuta, laaccettato la dolorosa ma saggia decisione

del governo Monti di non sottoscriverel’impegno per la candidatura di Roma alleOlimpiadi del 2020.La gravità della situazione economica esociale del paese non poteva certamente

 permettere “questi lussi”.  Naturalmente vi sono state proteste pa-recchie di facciata principalmente da par-te degli esponenti del PdL.Volete sapere chi è stato “il più incazzato”.....eeeheeee l’ex ministrone. Proprio l’on.Matteoli ha accusato il governo di debo-

lezza e di aver fatto perdere al paese un’oc-casione storica per il suo rilancio!Suvvia, ex ministrone, lasciamo perdere!!!

Questi piccoli Sindaci

che minacciano chiusure

ed impongono diktat. Nel comprensorio della Bassa val di Ceci-na siamo tutti preoccupati per i provve-dimenti che i comuni di Montescudaio eVolterra hanno assunto bloccando i prelievi

di acqua e di salgemma rischiando di mette-re in crisi l’intera economia della zona per-chè indispensabili al processo produttivodello stabilimento Solvay di Rosignano.

 Non vogliamo ignorare l’esistenza di al-cuni problemi ma, in circostanze così deli-cate, dovrebbe prevalere sempre “il buonsenso” che ormai si è istinto. Anche i po-teri dei Sindaci “eletti dal popolo” dovreb-

 bero essere svolti con intelligenza e sen-so della misura: requisiti ormai scomparsi.

  S  p  i g o  l a

  t  u  r e  La neve,

la scuolaed altro

In occasione della nevicata ai primi

di febbraio le scuole sono rimaste

chiuse per quattro giorni su disposi-

zione del Sindaco con il consenso

anche del dirigente scolastico pro-

vinciale.Un professore del liceo Enriques si è

lamentato perché la prolungata chiu-

sura avrebbe compromesso il suo pro-

gramma di storia nei confronti degli

alunni prossimi maturandi.

Quel professore non ha tenuto conto

che oltre ai maturandi ci sono anche

i bambini delle materne e delle pri-

marie e con loro i genitori e i nonni,

quest’ultimi impegnati ogni mattina

a accompagnarli e riprenderli e per

loro non sarebbe stato certo agevole.

La nevicata ha stimolato gli studentidel “Buontalenti” a scendere per le

strade e ad aiutare gli addetti impe-

gnati a togliere la neve in città.

E questa iniziativa è stata apprezzata

con citazioni anche televisive.

Gli altri studenti,quelli dei licei, in-

vece hanno preferito restare in casa

e forse hanno perso un’occasione per

dimostrare che non sono bamboccio-

ni.

Ma si sa che spalare è fatica e non

tutti sono adatti.Dal prossimo anno scolastico i libri

scolastici saranno anche “digitali”.

“E le scuole saranno dotate di “lava-

gne multimediali” che favoriranno

l’uso dei libri interattivi da parte di

tutti gli alunni” come l’allora Mini-

stro Gelmini rispose al sottoscritto

che aveva segnalato il peso eccessivo

degli zaini degli alunni della scuola

elementare.

Abbiamo dei dubbi, con i tempi che

corrono, che questa “novità” si attui

nella scuola che è in possesso, spes-

so, di strumenti elettronici obsoleti.

Staremo a vedere.

 Mario Lorenzini 

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12 Livorno 

Ci sono delle occasioni in cui vorrem-mo che la nostra sede di via Triestefosse più ampia per accogliere gli amiciin maniera gradevole e comoda, ma purtroppo non è possibile, cosi lunedì27 febbraio, molti dei presenti all’in-

contro in programma con il Sindacodi Livorno dr. Alessandro Cosimi sonostati costretti a starsene in piedi e diquesto ci scusiamo.Enrico Dello Sbarba, ha subito espres-so la solidarietà di tutto il circolo alSindaco per l’indegna gazzarra insce-nata sotto la sua abitazione da un grup- po di occupanti la caserma “del fante”e, successivamente, con una sobriacerimonia gli ha consegnato la tesseradi socio onorario del “Centro”, rico-

noscimento che accomuna le perso-nalità che seguono e sostengono lenostre iniziative.La breve introduzione del sindaco Co-simi prende l’avvio proprio dal trovar-si a parlare in un circolo culturale, luo-go dove si presenta l’opportunità di di-scutere temi importanti evitando direstare prigionieri del contingente edella propaganda, che permette di fareuna riflessione “alta” senza la quale lacittà rischia di restare fuori dalla real-tà.Un rischio ben presente a Livornodove la riduzione ingente delle risorsedovute ai minori trasferimenti statalicostringe ad affrontare un argomentonuovo e difficile: quello di far coinci-dere la realizzazione di alcune funzio-ni della pubblica amministrazione conl’interesse dei privati; necessità che ri-mane estranea ed ostica anche a mol-ti che condividono il percorso dell’at-tuale maggioranza.Ci sono fatti e decisioni, che non di- pendono dal Sindaco a cui non si può porre rimedio in maniera nostalgica“prima si faceva cosi”, senza fare iconti con le diminuite risorse. Pur con-fermando che l’amministrazione disinistra sostiene la redistribuzione del

reddito, ha però chiaro che non è più  possibile farlo con i vecchi strumenticome la concertazione sostenuta dalcapitale pubblico che non c’è più. I  poteri “forti” della città non vogliononovità che possano aprire ad altri sog-getti finanziari ed imprenditoriali legrandi possibilità del nostro territorio.Infatti, dice il sindaco, fortissime le re-sistenze per arrivare alla definizione del piano regolatore del porto ( l’attuale ri-sale al 1953), e ripetuti i tentativi di far slittare la presentazione del piano strut-turale del PRG della città (che bloccan-do l’espansione edilizia non permette al-cuna speculazione alla rendita fondia-ria) alla prossima legislatura.Mancano, continua il sindaco, impre-se che, lavorando e guadagnando incittà, si assumano generosamenteimpegni a favore di tutti, manca una  banca del territorio disposta a soste-nere con lungimiranza le iniziative e lestesse fondazioni bancarie, disponibilialla beneficenza, non vogliono parte-cipare a società miste pubbliche/pri-vate per costruire le infrastrutture ne-cessarie allo sviluppo.Alessandro Cosimi ha terminato riba-

‘Anche la sinistra ha le sue colpe’ di Franco Spugnesi

Riflessione sincera sulla città da parte del Sindaco Alessandro Cosimiin un dibattito nella nostra sede

 Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorn

dendo la volontà di usare i 2 anni re-sidui di legislatura, anche a costo diaffrontare scontri in maggioranza, per definire il Piano strutturale e ancor piùil PRG del porto con il progetto di dar-sena Europa, che considera essenzia-le ed urgente per il porto e la città. Leresistenze, ripete, sono frutto di egoi-

smi e miopia, ma quando, passata lacrisi, riprenderanno i traffici, senzaadeguate banchine il porto ( e la città)sarà irrimediabilmente declassato.Poi è stata la volta del pubblico, chedopo aver seguito attentamente l’espo-sizione ha inserito nuovi elementi di di-scussione, ad iniziare dalla situazionedelle Terme del Corallo di cui la nostraSilvia Menicagli aveva ragguagliato gliintervenuti nell’attesa dell’arrivo delsindaco.

A questo proposito il sindaco ha riven-dicato alla sua amministrazione il me-rito di occuparsene confermando gliimpegni e cioè ristrutturazione e aper-tura al pubblico del parco, lavoro giàappaltato e messa in sicurezza dellestrutture murarie, rifacimento del tet-to della sala delle acque e tettoia di pro-tezione del salone con spesa già deli-  berata. Prosegue la ricerca di impresedisposte a partecipare alla ristruttura-zione del complesso in cambio di una

lunga concessione all’uso. Il sindaco  prosegue gli sforzi per recuperare lacifra necessaria a sostituire il cavalcaferrovia con il sottopasso.Meno bene invece per la Chiesa degliOlandesi: il tentativo dell’assessore allacultura di riunire gli imprenditori livor-nesi in una fondazione per il restauronon sta avendo successo. A chi paven-tava un possibile “flop” per l’opera-zione Odeon ha risposto che la SPILha un patrimonio così ingente che nonabbisogna di immediati rientri, i box sivendano bene e ci sono manifestazio-ni di interesse per la gestione del par-cheggio di scambio.Si è tornati anche, se indirettamente,sull’episodio della manifestazione dei“senza casa”, per parlare del rappor-

 Alessandro Cosimi, Sindaco di Livorno.

   F   O   T   O 

   O   N   O   R   A   T   I

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13Livorno 

Una folla di colleghi, amici ed esti-

matori si è riunita a Palazzo Civi-

co per la cerimonia di intitolazio-

ne della Sala Preconsiliare a Lu-

ciano De Majo, il giornalista scom-

parso un anno fa appena quaran-

tenne. Grande commozione per un

evento che l’ha ricordato con l’af-

fetto e la stima che si deve a un

cronista d’eccezione quale egli è

stato.

Un percorso professionale e uma-

no, il suo trascorso tra le differenti

testate e i differenti media che

l’hanno reso popolare : “Lo si deve

 – ha scritto Mauro Zucchelli – allasua preparazione professionale ,

alla scelta etica di stare con la

schiena dritta, alla curiosità di

raccontare le storie, all’intelligen-

za umana di capire dove si gioca

l’esistenza vera delle persone”.

Una raccolta dei suoi articoli più

significativa è stata distribuita per

l’occasione da “Il Tirreno”.

Titolo del libretto: “La passione

di un cronista”. E poi, una brochu-

re stampata dal Comune a ricor-do della cerimonia, con un’inten-

sa espressione del giornalista e la

sintesi che l’accompagna: “Lucia-

no. La mente, il cuore”.

“bimbo”, senza mettersi in gioco piùdi tanto. Colpa anche della sinistra cheda sempre amministra questa città,ammette il sindaco, ma anche del bloc-co sindacale e sociale che si è formatointorno alle imprese pubbliche che un

tempo costituivano l’economia dellacittà. Il risultato è il rifiuto a provarecose nuove, di mettere in discussioneil proprio status affrontando i cambia-menti.Solo un rilevante salto culturale, sia deicittadini che delle imprese, può ridarespinta alla città, fornendo anche unanuova classe dirigente, politica ed am-ministrativa, adeguata.  Luciano:

la mente,il cuore

di Marisa Speranza

In gran spolvero l’API livornese guidata da Giuseppe Batini ben scortato dai Lamberti- padre e figlio.Ma nel corso del confronto per Livorno chi ha brillato di “viva luce” è stata la dott.ssaGina Giani - amministratore delegato di SAT - Aereoporto Galilei di Pisa. Non ce ne vogliano i componenti della squadra livornese forte di Roberto Piccini, Pre-sidente Porto 2000, di Paola Bernardo, Assessore al Turismo e Commercio, alleggerita,com è noto, dalle deleghe sull’urbanistica assegnate ad un fiorentino, da Bruno Picchi,assessore alle infrastrutture, ed infine da Gianfranco Lamberti, consigliere comunale di

opposizione, ma sempre “compagno”, come ha tenuto a precisare, e poi dai rappesen-tanti di alcune associazioni.Al termine della “lectio magistralis”di Gina Giani, la sua è stata la prima relazione, l’inte-resse per gli interventi successivi è decisamente calato: primeggiavano indifferenza enoia.L’Amministratore Delegato di SAT ha spiazzato tutti, ha elencato le opere realizzate inun decennio, le politiche di strategia di marketing e commerciali adottate, le intelligenticorrezioni in corso d’opera che hanno consentito l’ottenimento di risultati eccezionali.Concluso il suo intervento “la Gina” poco dopo, ha abbandonato la scena, dovevarientrare in sede, e da quel momento è come se fosse calato “il sipario”. Non era certamente “la claudicante verve”del Presidente di Porto Livorno 2000 a tenereviva l’attenzione.Ha assicurato che quel 40% di croceristi che non partecipano alle costose gite fuori

Livorno, potranno finalmente usufruire di un pacchetto di proposto di elevato interes-se. Di cosa parla? Ci siamo domandati, incuorisiti.Eccole esposte in buon ordine: le visite alle due Fortezze, la vecchia e la nuova (la primasemiaperta e sacrificata “dal periglioso accesso”, l’altra chiusa da anni), poi la parteci-  pazione al grande evento di “Effetto Venezia” e poi, non appena il piano regolatoregenerale del Porto sarà approvato (sic!) i nostri “gitanti” potranno godersi di una mera-vigliosa, elegante e razionale Stazione Marittima.Ora si da il caso che lunedì 27 febbraio il sindaco Cosimi sia stato ospite del circolo Il 

Centro (le nostre iniziative non godono, purtroppo, della vasta pubblicità e dei serviziassicurati ad altri dal quotidiano locale). In quell’occasione il Sindaco ha confermato lagrave crisi finanziaria a seguito dei tagli e di non essere in grado di poter assumere alcunimpegno, mettendo in forse anche Effetto Venezia.Poi sono seguite le altre relazioni, tutte di routine e su argomenti ormai desueti.L’unica buona notizia è stata quella di Laura Giuliano di Cooperativa Itinera che hacomunicato, a partire dai primi di aprile, la “novità” di un battello che entrerà, attraversoi fossi medicei, nelle cantine del Mercato Centrale come accadeva nel secolo scorsofacendo contento il napoletano Cesare Trucchia, consigliere di circoscrizione 2 ed ope-ratore commerciale del Mercato. Non abbiamo ascoltato Bruno Picchi ultimo relatore. Pensiamo proprio di finirla qui.

to tra politica e “gente” a Livornodove, certamente si manifesta solida-rietà ma anche dove i partiti evitanodi fare la necessaria analisi politicadell’accaduto.La politica non può non fare scelte,

anzi la ristrettezza delle risorse la ob-  bliga a farne di più decise, valutando bene e mettendo in ordine i valori dasostenere; inevitabile perciò sconten-tare qualcuno ma, senza la mediazio-ne dei partiti, tutto si riversa sul Sin-daco, che può fare veramente poco per cambiare la mentalità di quei livorne-si, abituati ad aspettarsi dal comune lacasa o un “lavoretto” generico per il

Turismo, crociere, commercio ecc. L’API di Livorno è scesa in campo al LEM 

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Veduta aerea del punto di arrivo della tappa Genova Quarto dei Mille-Livorno di km. 212.

14 Livorno

Paolo Burgalassi confermato, all’unani-mità, presidente della Confcooperativedella Provincia.Venerdì 24 febbraio si è svolta nella salaconferenze di ALMA-PACE l’assemblea

 provinciale della Confcooperative di Li-vorno e provincia che racoglie ben 80associati ben distribuiti in tutto il territo-rio della provincia.Alla presenza del Presidenre RegionaleZilli che ha presieduto l’assemblea, Bur-galassi ha letto la relazione introduttiva.Dopo avere messo in risalto come anche

il mondo della cooperazione risenta dellacrisi che il paese sta attravversando edavere dato atto al governo Monti del ge-neroso tentativo di fare uscire il paeseda questa delicata situazione, ha esalta-to il ruolo della cooperazione che, mal-grado alcuni provvedimenti legilsativenon favorevoli (abolizione Titolo IV delcodice civile, IRAP, IRES e la revisionedella 602), sta reagendo in maniera com-

 posta ed organica per garantire i livellioccupazionali e sviluppare le sue attività

nei vari settori.L’Unione Provinciale di Livorno ha raf-forzato la propria presenza in tutti i com-

 parti svolgendo un ruolo importante al-l’interno dell’Osservatorio Prov, sulla co-operazione, nella “Tripartita” e nelle va-rie commissioni.Burgalassi ha poi posto il problema diuna partecipazione più convinta e re-sponsabile nella gestione auspicando uncoinvolgimento più ampio del direttivonegli indirizzi e nelle scelte da assumere

al fine di assicurare un ulteriore sviluppo

dell’Unione in grado di concorrere, in ma-niera ancora più incisiva, nella realtà delterritorio.E’ seguito il dibattito chiuso dall’inter-vento del presidente regionale.Dopo la presentazione delle candidature

 per la presidenza, il consiglio e il collegiodei revisori, l’assemblea ha eletto per ac-clamazione Paolo Burgalassi presidente

 per il quadriennio 2012 -2016 e gli altridue organi.

Il Consiglio Provinciale 2012-2016 risultacosì composto:

PRESIDENTE:Cav. PAOLO BURGALASSI

CONSIGLIERI:ANTONINI ROBERTO

 Federcultura Turismo Sport 

BARACCHINI ANGELO

 Federsolidarietà

BARCHIELLI SONIA

 FedercoopescaBARTOLI ANDREA

 Federcoopesca

Paolo Burgalassi ancora presidente E’ stato confermato all’unanimità alla guida di Confcooperative della Provincia

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SOCIETÀ COOPERATIVA

La Provincia ha sottoscritto un accordo di partenariato con la Direzione Generale del-l’energia della Commissione Europea finalizzato alla promozione del Patto dei Sindacidella Provincia di Livorno per l’energia. L’iniziativa si colloca fra le attività del pacchetto“Clima ed energia” dell’Unione Europea, volte alla riduzione delle emissioni di CO2attraverso l’adozione di misure per l’efficienza energetica e lo sviluppo delle energierinnovabili.L’Accordo riconosce ufficialmente la Provincia quale Struttura di Supporto che forniràguida strategica e supporto tecnico ai Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci mache non hanno la capacità e/o le risorse per ottemperarne i requisiti che riguardano,

 principalmente, la preparazione e l’adozione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile(PAES).“L’Amministrazione Provinciale – sottolinea l’assessore all’ambiente Nicola Nista – 

avvierà un programma di azioni per aiutare i comuni a raggiungere le condizioni per l’adesione al Patto. Le attività riguarderanno, in particolare, il supporto alle predisposi-zione dei PAES a livello comunale e alla promozione di iniziative di sensibilizzazionedella cittadinanza su questi temi”.L’obiettivo della Commissione europea, infatti, è quello di estendere il Patto dei Sindacialle città europee di ogni dimensione, con la finalità di coinvolgere le città e i cittadininello sviluppo della politica energetica dell’Unione.

COSIMI OBERDAN

 Federlavoro e Servizi

FIORINI LUCIA

 Federsolidarietà

GIACOMELLI LISA

 Federsolidarietà

LUPETTI STEFANIA

 Federsolidarietà

MARTELLONI PAOLO

 Federabitazione

MEINI STEFANO

 Federabitazione

ORSUCCI ALESSANDRA

 Federlavoro e ServiziPEZZINI ALESSANDRO

 Federlavoro e Servizi

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTIPRESIDENTE:Rag: ROSELLINI ANTONIO

Componente effettivo:

Rag: OCCHIPINTI SERGIO

Componente effettivo:

Dott: TUMIATTI ANDREAComponente supplente:

Rag. LUCI VALERIOComponente supplente:

Dott: ROSSATO RICCARDO

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Un patto per l’energia sostenibile 

La Provincia sottoscrive un’intesaper la promozione del Patto dei sindaci per l’energia

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15Livorno

 Numerose iniziative per ricordare l’illustre poeta concittadino nel centenario della nascita

Al via l’Anno Caproniano

di Marisa Speranza

“Sono un genovese di Livorno”, usavadire Giorgio Caproni, perché qui egli eranato (1912) e aveva trascorso i primi die-ci anni della sua vita.A cent’anni dalla nascita , Livorno lo ri-

corda con una serie di manifestazioni digrosso spessore che faranno entrare la poesia in città in ripetute occasioni. Per-ché Caproni è stato soprattutto un gran-de poeta, uno dei massimi del Novecen-to, e dare il via alle celebrazioni dell’AnnoCaproniano significa rendere onore a chi“ha esportato un’immagine bella e deli-

cata di Livorno”.

Lo ha detto il sindaco Alessandro Cosimiin apertura della cerimonia di consegna, presso il Teatro Goldoni , dei due prezio-

si violini appartenuti al poeta (un “MalinePere” di manifattura francese della secon-da metà dell’Ottocento, e un “Tedesco”degli inizi del Novecento). Sono stati i fi-gli di Caproni , Silvana e Attilio Mauro, adonarli al Comune alla presenza delle mas-

sime autorità cittadine.Gli strumenti saranno concessi in como-dato alla Fondazione Teatro Goldoni doverimarranno esposti. E’ stato, questo, il pri-mo appuntamento del ricco calendario diiniziative distribuite nel corso del 2012: dalConvegno di maggio (presenti poeti italia-ni e critici di università straniere) agli “Iti-

nerari poetici”, con l’installazione di pan-nelli grafici in vari punti della città che han-no ispirato il poeta; dal “Caproni a teatro”(brevi pièces ispirate alle sue poesie pres-so la Goldonetta e altri piccoli teatri citta-dini) all’attivazione di laboratori scolasticicentrati sull’educazione al linguaggio po-etico.Il tutto arricchito da una Mostra fotografi-ca a concorso (tema: i luoghi caproniani).Dulcis in fundo: un Festival articolato su più giorni che prevede l’incontro con po-

eti e critici su “Caproni e la fede”, la pro-iezione del film di Bernardo Bartolucci sul poeta e un concerto di musiche capronia-ne.Il grandioso progetto, sotto l’Alto Patro-nato del Presidente della Repubblica, è

 promosso dal Comune di Livorno con ilsostegno della Fondazione Cassa di Ri-sparmi cittadina.Hanno dato il loro patrocinio anche il Mi-nistero per i Beni e le Attività Culturali, laRegione Toscana, la Provincia di Livor-no, il Comune di Genova (dove Capronicompì i primi studi) e quello di Roma(dove è vissuto sino alla morte nel 1990).La sua biografia ci aiuta a comprendere le

varie fasi di un percorso di vita intensissi-mo: dai corsi giovanili di violino e com- posizione presso il Conservatorio di Ge-nova, ai primi versi inviati alle varie rivistegenovesi; dalla sua esperienza di com- battente durante la Seconda guerra mon-diale e la Resistenza, a quella di insegnan-te nella scuola elementare. Senza maismettere l’attività letteraria. Sono gli anniin cui incontra i nuovi poeti dell’epoca(Montale, Ungaretti, Barbaro) e, rientra-to a Roma nel ’45, conosce Cassola,Fortini, Pratolini, instaurando rapporti conaltri personaggi della cultura (uno su tut-ti: Pasolini). Nella capitale collabora a diversi giornalie riviste con le sue poesie, ma anche consaggi critici , racconti e traduzioni (tracui “Il tempo ritrovato” di MarcelProust). Un’attività frenetica, la sua, chetrova un’importante riconoscimento nelPremio Viareggio, vinto nel 1952 e nel1959.

Ricchissima la bibliografia delle sue ope-re di poesia (da “Come un’allegoria” del1936 all’opera postuma “Res amissa” del1991), di narrativa e di critica. Nella fase poetica della nostalgia, tesa aripercorrere le strade della propria vita,c’è il ritorno a Livorno (1949) in cui eglicerca la sua identità e le sue radici.Si ritrova così nei suoi versi il motivo del-le vele, del vento, della salsedine, delle ra-gazze che lasciano dietro di sé una scia di profumo e “la carica sensuale e fresca

della sua prima poesia confluisce in que- sto momento di splendida maturità crea-

tiva per celebrare la figura femminile che

avanza all’alba lungo una vecchia stra-

da di Livorno, circonfusa di luce stilno-

vistica”.

Giorgio Caproni (Livorno 7/1/1912 - Roma 22/1/1990).

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16  Rosignano

 Il maramaldo e l’IdV 

Graziella è andata in pensioneLa nostra carissima amica Graziella Ribechini Pontillo Contillo, già titolare della presti-giosa Agenzia Postale Centrale di Rosignano Solvay -(svolge funzioni di coordinamen-to di tutte le agenzie del Comune )è andata in pensione per raggiunti limiti di età.

Sotto la sua direzione l’Agenzia ha conosciuto un grande sviluppo e di questo nondubitavamo conoscendo la professionalità e la serietà di Graziella conquistando stima econsiderazione sia nella cittadinanza che nei rappresentanti delle Istituzioni.Da parte della redazione de IL CENTRO e personali, gli auguri di una esaltante stagioneda pensionata.

 Non intendiamo fare “il maramaldo” madopo quanto letto su Il Tirreno di mar-tedì 21 febbraio la notizia della buferaesplosa all’interno dell’IdV di Rosigna-no, abbiamo avuto un senso di “com-

 passionevole pietà” per quella che or-mai possiamo definire “la pasionaria diRosignano”, alias la consigliera comu-

nale dell’IdV, Sandra Lancioni, divenu-ta - nientepopodimenoché - la respon-sabile della sezione di quel movimentonel nostro comune insieme all’ex rifon-darolo e assessore Luca Simoncini.Tutto questo a seguito delle imprevi-ste dimissioni del segretario ed ex

 presidente della CROM, Patrizio Lo- prete.Le dichiarazioni rilasciate a il Tirrenodanno esattamente “il senso e lo sta-to” di questo movimento che vive e

vegeta solo ed esclusivamente in fun-zione di una delle espressioni più ecla-tanti del populismo e cioè l’ex magi-strato Antonio Di Pietro.I lettori ricorderanno che, nello scorsomese di dicembre, ad una nostra valu-tazione critica sui rapporti tra la giun-ta comunale di Rosignano e l’esponen-te dell’IdV, “la pasionaria rosignane-se” rilasciò dichiarazioni largamentecritiche nei nostri confronti dimostran-do assoluta immaturità anche di lin-guaggio nella polemica politica.

Adesso lo stato di profondo disagioche caratterizza la maggioranza in Co-mune è eplosa in tutta la sua evidenza

 perchè le denunce dell’ex segretario di-missionario sono durissime e confer-mano la precarietà e lo scarso senso didemocrazia che caratterizza quel movi-mento.L’IdV, ormai una scheggia impazzita

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della politica italiana, punta solo allosfascio creando anche innumerevolidifficoltà alle giunte nelle quali gover-na insieme al PD che, vedi Livorno enon solo, vive con crescente preoccu-

 pazione, quest’anomala alleanza.Adesso attendiamo,a piè fermo, noti-zie e dichiarazioni della “pasionaria”

chiamata a gestire, ce lo consenta, unasituazione difficile.In politica, cara consigliera Lancioni,niente si può improvvisare altrimenti si

finisce con il produrre solo guai che poifiniscono per ritorcersi sulla gentecome sta regolarmente avvenendo nel-la giunta comunale di Livorno condi-zionata da un rappresentante di estra-zione leghista. Ed in fondo l’IdV non èaltro che una ripetizione dell’antipoli-tica portata avanti dai leghisti.

Ci viene spontaneo, a questo punto,chiederci quando il PD si deciderà a di-venire “un part ito adulto” relativamen-te alla scelta degli alleati.

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17 Rosignano

(e.d.s.) - Leggo, sempre o quasi sempre,le quasi quotidiante interrogazioni o in-terpellenze o mozioni, variano a secondadelle condizioni climatiche, presentate daMaria Grazia Angeli, la veterena in assolu-to tra i consiglieri comunali di Rosignano.Se non erro l’amica Maria Grazia siede sui

 banchi della sala consiliare (prima quellavecchia sicuramente più austera e più clas-

DISTRIBUTORI STRADALI Benzina, Gasolio, Gpl e Metano

sica) e poi su quella nuova (troppo mo-derna e meno coinvolgente) dal 1885:sono, credo, 27anni !!.In tutto questo lungo percorso con gran-de serierà ed impegno si è occupata di “tut-to e di più” mantenendo sempre una altadirittura morale e dando rilievo alla digni-tà della Isituzione che ha rappresentato.Malgrado le tempeste che ha vissuto e chevive tuttora, è rimasta fedele a Forza Italia

 prima ed al PdL ora che hanno rappresen-tato per lei, un grande “ombrellone” sottoil quale ripararsi e garantirsi la rielezionegrazie al numero costante di fedeli elettori

che, dai tempi della D.C. ha saputo acqui-

sire, mantenere e magari aumentare.Molti dei suoi interventi ripetitivi ed diroutine” potevano anche essere evitati(rientrano nel personaggio che vuole sem-

 pre e comunque apparire).Dove decisamene non concordo sono sta-te le due ultime due interrogazioni o inter-

 pellanze rivolte al Sindaco.La prima invita il Sindaco ad occuparsiseriamente delle problematiche sollevatesia in termini di difficoltà veicolari e sia

 per l’esosità vergognosa dei pedaggi chesaranno “imposti” da SAT, l’altra rivoltaancora alllo stesso Sindaco Franchi per-chè intervenga sulla soc.Solvay per evi-tare serie conseguenze a seguito dell’in-credibile diktat imposto dal Sindaco di Vol-terra sullo sfruttamento della salgemma(materia prima indispensabile per il pro-cesso Solvay).Il primo messaggio, l’amica Maria Grazia,avrebbe dovuto rivolgerlo all’ex MinistroMatteoli (da noi denominato “Ministro-ne”) che ha responsabilità rilevanti nellascelta pazzesca di trasformare la variante

aurelia in autostrada, il secondo lo deverivolgere al Sindaco di Volterra, esponen-te o comunque collegato al PdL unico re-sponsabile di un provvedimento che ri-schia di mandare a “carte quarantotto”l’intera economia del comprensorio.Se avesse indirizzato suoi strali nei con-fronti dell’ex Ministrone e dell’inquieto edinesperto Sindaco di Volterra, avebbe cen-trato meglio i suoi, questa volta, ingiustistrali rivolti invece al Sindaco Franchi. Inaltri tempi, quando vi erano altri partiti,

avrei potuto consigliarle di rivolgersi agliorgani dirigenti del PdL ma questi nonesistono!!Un caro saluto.

Le interpellanze della veterana Maria Grazia AngeliSempre attenta e precisa non ci ha però trovato d’accordo sulle ultime due interrogazioni al sindaco Franchi

 Maria Grazia Angeli, da una vita sui banchi

comunali

  Alessandro Franchi, Sindaco di Rosignano

 Marittimo.

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18 Cultura

Pietro Ceccarelli nacque a Montecatini Valdi Cecina il 3 marzo 1888 ma si trasferìgiovanissimo a Firenze dove andò a far 

 pratica nello studio di suo cugino: il ben più famoso scultore Ezio Ceccarelli, di cuiho parlato in un precedente articolo.Ezio Ceccarelli, verificate le attitudini arti-stiche del cugino, lo fece trasferire a Fi-renze appena dodicenne per lavorare comegarzone in una bottega di alabastro.Pietro riscosse i suoi primi consensi nel1905, vincendo un premio ad un concorsoindetto dalla “Johnson” di Milano, dittaspecializzata nella medaglistica; ma la sua

 prima vera opera d’arte fu la la tomba del padre Alfredo, morto nel 1910.Eretta nel cimitero di Trespiano a Firenzela tomba si compone di un busto colloca-to su una base picchettata e mossa, attra-versata da una lunga foglia palmacea: il

 busto è caratterizzato da pochi tratti, es-

senziale, ma è psicologicamente azzecca-tissimo, riassume perfettamente quel gu-sto fiorentino che tentava di unire lo stileneorinascimentale a forme molto più si-nuose .Altra opera cimiteriale di Pietro Ceccarelliè il Monumento ai coniugi Manetti erettoattorno al 1913 alle Porte Sante di Firenze:la tomba propone i medaglioni bronzei conl’immagine dei coniugi che sono come ada-giati su una base rettangolare in marmoarricchita da ornati floreali.

 Nel l’impianto scultoreo domina il movi-mento e un accentuato senso pittorico nelrealizzare una sorta di effetto “ fumo” enel gusto per la polliciata.

 Nel 1913 Pietro Ceccarelli espose insiemeal cugino Ezio alla Mostra Internazionaleallestita presso la Società delle Belle Artidi Firenze ma non viene granchè notatodalla criticaL’anno seguente diventerà padre di Pie-tro Alfredo e questa circostanza gli farà

 produrre una serie di sculture a tematicainfantile e proprio una di queste scultureinsieme ad un busto che ritraeva Federi-

co Mori avranno finalmente il successo ei riconoscimenti sperati.Da questo momento iniziò un periodomolto proficuo per Pietro Ceccarelli: par-tecipò ad alcuni concorsi per monumenti

In tempi di recessione e forse di depres-sione sembra una boutade. Sono pro- prio le spese per la cultura le prime adessere tagliate quando l’economia si con-trae. Eppure le ricerche, come nel casodel rapporto City Morphosis. Politicheculturali per le città che cambiano, IXRapporto dell’Associazione Civita pre-sentato al MAXXI di Roma (Museo Na-

zionali per le Arti del XXI secolo) dimo-strano che là dove sono state svolti pro-fondi, seri e coordinati interventi volti avalorizzare il patrimonio culturale si sonoavuti tassi di crescita nettamente supe-riori alla media europea: è il caso di Bil- bao, Siviglia ed EdimburgoLa ricerca effettuata dal Centro Studi ‘G.Imperatori’ di tale Associazione ha indi-viduato quattro aree di sviluppo: patri-monio culturale fisico (monumenti, mu-sei, manufatti storico-artistici), i festi-vals, le mostre, il sistema dell’arte con-temporanea, elementi portanti dell’indu-

stria culturale che interagisce col sistema produttivo.Da ciò si può dedurre come la culturanon costituisca una palla al piede econo-mica come è purtroppo vista da moltiamministratori ma un acceleratore di oc-casioni occupazionali e moltiplicatore dirisorse indotte.Comprendere che in un’economia post-industriale il patrimonio costituito dallanostra immagine storicamente stratifica-tasi nei secoli rappresenta il più impor-tante aspetto di vantaggio competitivo  presente sul territorio.

Serve un approccio che faccia emergereuna visione sinergica della cultura cheveda nei monumenti, nei parchi, nel pae-saggio nell’enogastronomia, nei teatri, neisiti archeologici, nei teatri, bibliotechefabbriche produttive e remunerative – uncaso da valorizzare il “turismo di moti-vazione”: di qui anche l’esigenza di ri-correre a persone competenti che abbia-no dato prova di saper valorizzare il pa-trimonio loro affidato e rifuggire da unavisione partitica e opportunistica dellacultura come invece a me pare fino adoggi prevalentemente sviluppata (tran-ne lodevoli eccezioni) che giustifica per-tanto chi vede nelle spese per la culturauno spreco di risorse e io dico giusta-mente in questi casi che sono purtroppo preponderanti.

 La cultura fa crescereil PIL, ma non sempre

e dovunque!di Giangiacomo Panessa

Si divise tra Italia e Venezuela

Alla scoperta di Pietro Ceccarelliaffermato scultore di Montecatini V.C.

 pubblici dedicati ai caduti della GrandeGuerra: vinse quello per il Circolo Ricre-ativo l’Amicizia a Firenze nel 1923 e treanni dopo per i Caduti di S. Giovanni Val-darno, inoltre si classificò tra i primi per quello del Duca d’Aosta a Torino, realiz-zò molte targhe funebri e il busto di Spar-

taco Lavagnini al cimitero di Trespiano. Nel 1929 emigrò in Venezuela afferman-dosi prima con mostre personali e poi di-venne lo scultore preferito dal presiden-te venezuelano Juan Vicente Gomez cosìda accattivarsi in breve tempo la simpatiadel governo di quel Paese e da ottenereimportanti incarichi di lavoro in alcunecittà venezuelane;Alla morte del presidente Gomez, Pietro

Ceccarelli venne chiamato a realizzare lasua maschera funebre che fu tenuta inItalia per alcuni anni e poi ceduta ad unodei figli del dittatore.Pietro Ceccarelli morì nel 1945 a solo 58anni nel pieno della sua attività artisticastroncato forse dal dolore per la morte diuno dei suoi quattro figli.

di Letizia Villani

www.ilcambio.com

 Il sito che informa il cittadino!

A Rosignano una voce

fuori dal coro ora c’è:

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7 Cultura 19

Nando Dalla Chiesa a LivornoL’Associazione Alberto Bonciani Scarronzoni Azzurri d’Italia, la Fondazione laCaprillina e la sezione di Livorno della FIDAPA, in occasione delle celebrazioni

 per la Giornata della Memoria delle vittime di mafia, hanno invitato il prof. Nando Dalla Chiesa a tenere una lezione su “Educare alla legalità”. L’esaustivoincontro si è tenuto al Museo di Storia Naturale alla presenza delle Autoritàcivili e militari, di studenti di tutti gli istituti cittadini con il loro professori, deirappresentanti della stampa e di un gran numero di estimatori. L’attrice BeatriceLuzzi ha recitato con trasporto e commozione, un lungo monologo dello stesso

Dalla Chiesa, del titolo “Poliziotta per amore” che illustra i più cruenti omicidiavvenuti in Sicilia per opera della mafia e la sofferenza e i sacrifici e, soprattuttola pericolosità dei poliziotti onesti. Nel pomeriggio, alla libreria Gaia scienza,

 Nando Dalla Chiesa intervistato dalla giornalista M. Antonietta Schiavina ha presentato il suo ultimo libro “La convergenza”.

 Laura Conforti Benvenuti

Si può parlare in Italia, e più in generalenel mondo cinematografico di cinemacattolico?

  Nonostante non sia un vero e propriogenere o filone cinematografico a diffe-renza del Neorealismo o della NouvelleVague, ci sono stati molti studi, discus-sioni e anche scritti in merito alle pellico-le divenute simboliche per i cattolici.Uno dei padri del cinema cattolico, fu si-curamente quel Roberto Rossellini (nel-

la foto a fianco), che ebbe il merito di far conoscere la vera “faccia” (pulita..) del-l’Italia oltre i confini nazionali.

Considerato uno dei pionieri della cor-rente neorealista, raccontò il nostro pae-se, omaggiandolo attraverso la rappre-sentazione di vite quotidiane e di gentesemplice, con il coraggio di chi mostran-do immagini crude ma dense di emozionici fa ricordare costantemente che il cine-ma è sia verità che memoria (resta negliannali cinematografici, la Magnani fuci-lata dai nazisti in “Roma città aperta”).C’è chi dice che senza i film neorealisti diRossellini l’immagine dell’Italia all’este-

ro sarebbe risultata più“sporca”, più compro-messa di come già era.

Forse questa sarà la ti- pica esagerazione ma si-curamente in quegli annigli uomini pronti a rico-struire un Paese c’eranoeccome: chi con lo spi-rito del vero politico (DeGasperi), chi dietro aduna macchina da presa(Rossellini).L’alleanza tra Rossellinie una certa avanguardiacattolica, rappresentatadal critico cinematogra-fico Gian Luigi Rondi eda padre Morlion, nonera solo dovuta ad inte-ressi di produzione cine-matografica, ma anche èsoprattutto ad un inte-resse specifico e perso-nale di fare cinema.Pellicole come “Europa51”, “Stromboli” e“Francesco giullare di

Dio”, seppur in manieradifferente, veicolano unmessaggio di cristianità.Dalla ricerca delle fedee di una risposta di Dioche la Bergman cerca (etrova!) in “Stromboli”, ilmessaggio religioso è forte anche nel-l’affresco storico di “Francesco giullaredi Dio” e perfino in “Europa 51”, operaquest’ultima che fotografa in maniera ve-rosimile gli anni caldi della contrapposi-

di Matteo Pieracci

 Rossellini 

e il cinema

cattolico

zione ideologica Dc-Pci.Al cinema dei giorni nostri non mancanoné attrezzature né strumenti di lavoro, masicuramente avrebbe bisogno di idee e diuomini come Roberto Rossellini.

Un grande personaggio e regista di cui il cinema d’oggi avrebbe ancora gran bisogno

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  Il Prof. Nando Della Chiesa a colloqui con Margherita

 Mazzelli, presidente della Fidapa Livorno.

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21Cultura

 Presentato di recente nella Chiesa degli Armeni con illustri ospiti

Recentemente è comparsa una serie diromanzi storici che fanno riferimento al-

l’esoterismo del medioevo, agli ordini deicavalieri templari, al Priorato di Sion, deiRosa Croce, e ad altre congregazioni se-grete che sono scrigno di misteri irrivela-

 bili o svelabili solo attraverso un percor-so iniziatico destinato a pochi illuminati.E’ il caso del “Codice da Vinci” di DanBrown o de”L’Ultimo Catone” di MatildeAsensi , fino a “Il Labirinto della Rosa”di Titania Hardie ed il recente “L’Eretico”del nostro concittadino Carlo Marsigli.Per ognuno di essi è presente un mento-

re che con il suo lavoro artistico o filoso-fico o poetico fa da tessuto al percorso dirivelazione di un significato nascostocustodito da Ordini segreti.Anche il libro di Mauro Cascinelli, “L’Ul-timo uomo di Dio”, per i tipi della Editrice«Il Quadrifoglio» di Livorno, ha per filonarrante la storia templare degli ultimi mo-menti prima del disfacimento ed annien-tamento dell’intero Ordine.

Presentato sabato 25 febbraionella suggestiva cornice dellaChiesa degli Armeni, con la

 presenza di numerosi ospiti:a partire dal professor Gian-giacomo Panessa, con la

 presenza del professor Cara,della rappresentanza del-l’Ordine templareO.S.M.T.H. dei figuranti delcorteo storico “La Livor-nina” ai cavalieri in arma-tura medievale della “Ver-gine di Ferro”.L’incontro, organizzato dalla “Associazio-ne guide storiche di Livorno”, si è svoltoin una atmosfera carica di curiosità e at-

tenzione. Ma perché questo mondo di ca-valieri senza paura e senza macchia ha af-fascinato nei secoli? Chi erano i cavalieri?Perché questo mito?Scriveva Ludovico Ariosto all’inizio del

 proemio dell’Orlando furioso: “Le donne,

i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie,

l’audaci imprese io canto…”.Attorno aquesto mondo romantico ed eroico si ècreata una letteratura di genere, a partiredall’alto medioevo con la letteratura fran-cese in lingua d’oil, della canzone “di ge-

sta” del ciclo arturiano e quindi le leggen-darie avventure di Re Artù e della tavolarotonda, di Lancillotto, di Parsifal ed ilSacro Graal, di Tristano, o come le gestacavalleresche raccontate appunto dal-l’Ariosto, dal Tasso o da Cervantes.Il cavaliere era un individuo investito di

 particolare dignità perché poteva permet-tersi le spese per il sostentamento di uncavallo e dell’armatura, era il figlio secon-dogenito di famiglie nobili e quindi poten-te e ricco.Il fatto di avere un cavallo lo rendeva più

veloce di un appiedato, più alto per osser-vare le cose, aveva una maggiore stabilitàin battaglia e capacità di sovrastare unavversario a piedi. Trasformare così un pri-vilegiato in una figura superiore era ovvioaccadesse, in più illuminato dai principi

Una storia templare

nel librodi Mauro Cascinelli

del cristianesimo, il cavalierediventava un una persona di alti sentimen-

ti di giustizia e d’onore pronto a dare lavita per una giusta causa.E’ questo il motivo che ne ha fatto un per-sonaggio amato dalla letteratura per ec-cellenza. I cavalieri e gli ordini cavallere-schi tardo medievali creati dai sovranidopo la fine delle crociate, romanticizzatidalla letteratura, si rifanno alla memoriadei cavalieri templari. Ma la cavalleria ènata durante il medioevo soprattutto inoccasione delle Crociate.Raimondo Lullo vissuto tra 1200 e 1300, filo-

sofo, scrittore, teologo, logico, mistico e mis-sionario spagnolo nel suo “Libro della Ca-valleria” scrive: “ Ci fu un tempo in cui scom-

 parvero dal mondo la lealtà, la solidarie-

tà, la verità e la giustizia. Tutto il popolo fu

diviso per migliaia, e tra ogni mille ne fu

  scelto uno che si distinguesse dagli altri

 per lealtà, saggezza e forza. A questi uomi-

ni fu dato il nome di Cavalieri!”.

di Silvia Menicagli

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1122 Cultura

“Ero carcerato e siete venuti a trovarmi”:

dieci anni del Premio Casalini

 MONTECATINI VAL DI CECINA: Prese il nome dal terreno dove fu edificato

di Luca Lischi

Il 17 marzo alle ore 10 presso il porticatodel Palazzo della Provincia di Livorno siconcluderanno, alla presenza delle Auto-rità cittadine, le celebrazioni ufficiali per il150° anniversario dell’Unità d’Italia. Comeauspicato dal Presidente della Repubbli-ca, Giorgio Napolitano, sarà lasciato unsegno permanente delle celebrazioni at-traverso il ripristino di due lapidi comme-morative dei “Livornesi morti per l’Indi-

pendenza d’Italia”, che originariamenteerano presenti nella facciata principale diPalazzo Granducale, che fu distrutto daimassicci bombardamenti durante la secon-da guerra mondiale.

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I dieci anni del Premio Casalini sono staticelebrati a novembre a Sollicciano. Il Pre-mio, ogni anno, gira l’Italia per portare al-l’interno delle carceri un po’ di cultura eun po’ di speranza. Nato a Porto Azzurro

 per ricordare un nobile professore, Ema-nuele Casalini, che si spese molto per lacausa dei detenuti, in particolare affinchè

 potessero, attraverso l’Università delleTre Età-Unitre, avere rapporti più umani esuperare meglio la solitudine che portamolti reclusi ad essere esclusi da percorsirieducativi.La cerimonia di premiazione si è tenutanell’edificio “Il Giardino degli incontri”,

  progettato dal noto architetto GiovanniMichelucci, con lo scopo di portare lacittà nel carcere. Questa volta il carcereha accolto le rappresentanze Istituzionalicon il capo del Dipartimento dell’Ammi-nistrazione Penitenziaria, Franco Ionta, il

 provveditore dell’Amministrazione Peni-tenziaria della Toscana, Maria Pia Giuf-fridda, l’assessore della Regione Tosca-na, Salvatore Allocca , l’assessore RosaMaria Di Giorgi del Comune di Firenze,l’assessore Monica Mannucci della Pro-vincia di Livorno, il Sindaco Gianni An-selmi del Comune di Piombino e tante al-tre autorità del mondo carcerario, del mon-

do del volontariato e scolastico. Molti glistudenti che hanno partecipato alla ceri-monia, tra questi un nutrito gruppo venu-to da Piombino accompagnati dal dirigen-te scolastico Gabriella Raimo e dai profes-sori Fabio Canessa e Luciano Novelli.I dieci anni del Casalini sono stati ricorda-ti dal Presidente di Giuria Ernesto Ferreroe da Lucia Casalini, anima e cuore pulsan-te di un Premio che è stato riconosciuto

 per il suo valore culturale e sociale. Il dott.Ionta ha apprezzato e ringraziato per il pre-zioso lavoro svolto dal Casalini ricono-scendone la validità e l’importante contri-

 buto per favorire la rieducazione. Ha inol-tre rilevato la grande capacità comunica-tiva delle copertine delle raccolte di ope-re del premio “l’altra libertà”. Quest’an-no caratterizzato dalle spore di un fioreche si diffondono nel cielo azzurro; l’edi-zione 2010 aveva riprodotto invece unfaro che funge da guida nei mari.Un premio letterario nazionale, nato nella

 provincia di Livorno, che ha avuto in que-sti dieci anni tra i suoi testimoni VeronicaPivetti, Margaret Mazzantini, Franca Leo-sini, Margherita Oggero, Andrea Pancanie Alberto Ablondi. E quest’anno il pro-fessor Zeffiro Ciuffolotti, che ha tenutouna lectio magistralis sul tema dell’aboli-zione della pena di morte in Toscana.Il premio rappresenta una piccola goccia,ma come sottolineava madre Teresa di

Calcutta: “  gutta cavat lapidem”. “ Ero

carcerato e siete venuti a trovarmi”. Sonole gocce che scavano le pietre. Bastano

 piccoli gesti di solidarietà per abbattere imuri di tanta solitudine. E questo premio,senza clamori, attraverso la scrittura, siadopera per offrire un piccolo contributo

 per l’attuazione dei nostri principi costi-tuzionali. Lo fa con orgoglio e con unagiuria competente e qualificata. Lo fa come

delle spore casualmente portate,dai ventifavorevoli dell’amicizia, in luoghi che in-fondono germogli di speranza.

Il 24 marzo alle ore 11 a Montenero, pres-so il Santuario Mariano dei Padri Vallom-

 brosani, Sua Eccellenza Monsignor Simo-ne Giusti celebrerà una Santa Messa nel-l’occasione di San Disma, Patrono deidetenuti. Al termine della quale sarà di-stribuito il volume “ L’altra libertà” , pub-

 blicato dalla provincia di Livorno, per la Xedizione del Premio Emanuele Casalini.

 Appuntamenti 

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1923 Attualità

I restanti  appuntamenti 

 di MarzoGiovedi 8 e venerdi 9 marzo, ore 21 – 

(Prosa)Fondazione Corriere della Sera, Spole-to54 Festival dei 2Mondi e CompagniaMauri Sturno presentano

Mi chiedete di parlaredi Oriana Fallacicon Monica Guerritore - testo MonicaGuerritore

Domenica 11 marzo, ore 21

(Prosa – fuori abb.)Giuseppe Giacobazzi

 presenta Apocalypse

Sabato 17 marzo(Danza)

Spoleto Ballett  presenta

Il valore di una vitaRacconto danzato di Alberto Testa

Giovedi 15 marzo, ore 21 – 

(Concerti)Barbara Hanningan direttore e

 soprano

Orchestra della Toscanamusiche di G.Rossini, W.A. Mozart,G.Ligeti

Giovedi 22 e venerdi 23 marzo, ore 21

(Prosa)Chi e’ di scena srl presenta

L’astice al velenouna commedia scritta, diretta e interpre-tata da Vincenzo Salemme

Sabato 31 marzo, ore 21 (Volare – Musica d’Autore fuori abb.)

Paolo Conte Nelson

 FIDAPA - Hanna Kugler weiss ha raccontato la deportazione

La Fidapa livornese in collaborazione conl’Istoreco, la Provincia e il Comune diLivorno, ha organizzato un incontro nel-l’ambito delle iniziative per la Giornatadella Memoria 2012 per non dimenticaregli orrori di alcuni periodi storici dal titolo“Riprendersi la vita”. E’ stata invitata araccontare la sua tragica esperienza la si-gnora Hanna Kugler Weiss, deportata nei

campi di sterminio. Ha aperto i lavori Gior-gio Kutufà, presidente della Provincia,sono intervenute Margherita Mazzelli, pre-sidente Fidapa, Laura Bandini e Catia So-netti rispettivamente presidente e direttri-ce Istoreco.Il racconto di Hanna Weiss, oltre che com-movente, è stato di particolare pregio inquanto, per ragioni anagrafiche ormai èsempre più raro assistere a testimonianzecosì coinvolgenti da parte di chi questodramma l’ha vissuto in prima persona.

Hanna è nata a Fiume nel 1928 ed era laterza di quattro figli. All’età di dieci anni aseguito delle leggi razziali ha perso la cit-tadinanza.Diventata apolide è stata espulsa dallascuola. Con l’aiuto degli insegnanti ebreiche non lavoravano più ha potuto fre-quentare una scuola privata. Il primo gior-no della dichiarazione di guerra tutti i mag-giori di diciotto anni furono arrestati, for-tunatamente suo padre si trovava nella

Il giorno della memoria parte italiana. Nel ’43 Fiumeviene annes-sa al 3° Reich,allora decido-no di lasciarela Jugoslavia:il padre dal-l’Italia orga-nizzò la fugadei familiarima furonocatturati e in-viati ad Au-schwitz.

Assai toccante la descrizione del viaggionei carri, precisa, molto particolareggiata,addirittura scioccante. Esseri umani pri-vati di ogni pudore, di un minimo di digni-tà, ammassati gli uni agli altri, e… con unsecchio in un angolo. Quando hanno ca-

 pito a cosa serviva il secchiomi più giova-ni sono andati in quella zona con una spe-cie di coperta per dare un minimo di intimi-

tà alle persone. Così sette giorni e settenotti.All’arrivo al campo di concentramentovennero separati gli uomini dalle donne,Hanna e una sorella sopravvissero men-tre la madre, i nonni e un’altra sorella furo-no uccisi subito.Durante tutto il periodo di detenzione nonrammentava la selezione, né i cadaveri,non riusciva a elaborare il lutto. Ha piantoi suoi cari quando è stata liberata. Ci sonovoluti anni per tirare fuori tutti i ricordi e

ogni volta cercava il suo “io”.Un aiuto l’ha avuto quando ha rivisto queiluoghi. Al ritorno in Italia si è diplomatainfermiera e nel ’49 è partita per Israeledove si è sposata e ha avuto tre figli. Malaggiù per molto tempo le donne non han-no potuto raccontare quello che era lorosuccesso, nessuno voleva sapere. Anchein questa occasione le donne che si eranosalvate venivano guardate in modo diver-so dagli uomini… “Che cos hai fatto? “,“Ti sei prostituita?”.Parlare era difficile. Però… a nessun uomoè stato chiesto che cosa ha fatto per sal-varsi! Al termine dell’incontro Margheri-ta Mazzelli ha donato ai relatori una gar-denia, simbolo di sincerità e una pergame-na recante parole di amicizia e versi di Bau-delaire.

di Laura Conforti Benvenuti

Hanna Kugler Weiss

Sopravvissuta alla Shoah

autrice del libro “Racconta!”

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