Ilbambino e il Pianeta di Cristallo - - … · 2010-02-04 · me armi; ha scritto numero-si...

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..........................................................................................................coordinamento di COfrado Giuslozzi Il bambino e il Pianeta di Cristallo Una genesi spettacolare trasforma un comune pianeta in un favoloso mondo trasparente; un uomo anziano va alla disperata ricerca di un bambino di nove annl~ gravemente malato. Questi i temi dei due racconti di questo mese. In coda alla rubrica il solito spazio dedicato alle news e il riquadro relativo alla XI edizione del Galaxian Prix, la gara amichevole di racconti realizzata in collaborazione con MC-link a cura di Marco Calvo I due racconti di questo mese sono «Hydro Il>> di Gianni Sarti e «Fino all'ulti- ma generazione» di Gian Fi- lippo Pizzo. /I primo parla dell'esperienza di uno scien- ziato della NASA che, grazie alle immagini trasmesse da una sonda, spera di trovare qualcosa ((là fuori)), nello spazio; il secondo descrive l'affannosa ricerca di un uo- mo anziano e le disavventu- re di un bambino di appena nove anni. Si può sicuramente affer- mare che le speranze dello scienziato di ((Hydro /I)) sono comuni a tutti noi, infatti ri- corrono da sempre nella let- teratura e in molte altre arti, è anche vero però che sem- brano in contraddizione con quanto la cronaca di questi giorni ci racconta sui nazi- skin, che negli ((altri)) non riescono a vedere che dei nemici. L'autore di ((Hydro 1/)), Gianni Sarti, non è alle pri- me armi; ha scritto numero- si racconti, tutti buoni, ed ho esitato non poco prima di sceglierne uno, finendo per scartarne altri che avrebbero potuto essere pubblicati senz'altro (e chissà che non capiti in futuro). I suoi punti forti, come scrittore, sono uno stile scorrevole e una grande fantasia: in ogni sua storia c'è qualche valida in- venzione, sia che si parli di un argomento appartenente a qualche cliché della fanta- scienza, sia che ci si avven- turi in nuove situazioni (ahi- noi, sempre più difficili da trovare: cinquanta anni di fantascienza «moderna)) stanno mettendo alla prova l'inventiva degli scrittori). In «Hydro Il)) ho trovato molto bella l'immagine del pianeta trasparente, se c'è qualche disegnatore che condivide la mia impressione e vuole realizzarne un'immagine in ray-tracing spedisca il file (in formato TlFF) in redazione, potremmo pubblicarla su uno dei prossimi numeri di StoryWare. Chi volesse leg- gere gli altri raccon ti di Gianni Sarti li troverà, insie- me a centinaia di altri, su MC-link, ne/le conferenze dedicate alla letteratura fan- tascientifica. Passiamo ora a « Fino all'ultima generazione)) di Gian Filippo Pizzo. Il raccon- to appartiene a quel genere di fantascienza tipicamente italiano, che usa la libertà di questo genere letterario (li- bertà di immaginare società diversissime dalla nostra, li- bertà di sconvolgere le rego- le della vita quotidiana, li- bertà di costruire società ideali o infernali) come pre- testo per fare considerazioni sociologiche e talvolta filo- sofiche. Questa tendenza (ma non generalizziamo, è propria so- lo di alcuni) ha detrattori e sostenitori. Personalmente non credo sia opportuno prendere una posizione a priori: se è vero che questa fantascienza «italiana)) può diventare pomposa e retori- ca, è altrettanto vero che l'altra (si pensa subito a quella americana) può diven- tare superficiale e commer- ciale. La cosa migliore è giu- dicare racconto per raccon- to: si può affrontare anche un ponderosissimo argo- mento filosofico, se lo si fa con gusto e misura, come si può scrivere con profondità e spessore anche quando si bada molto alla fruibilità e al- la scorrevolezza. Mi sembra che Gian Filip- po Pizzo nella sua breve sto- ria riesca ad affrontare temi gravi, quali l'inclinazione alla autodistruzione e alla violen- za, senza tediare, ma anzi chiudendo la storia con un finale a sorpresa, come si trattasse di un racconto «al- la Brown)). Prima di chiudere, vi se- gnalo il riquadro relativo alla XI edizione del Galaxian Prix. Non c'è quota di iscri- zione, per partecipare basta seguire le semplici regole: vi aspetto! Marco Calvo è raggiungibile su MC- Iink alla casella MC3363 e tramite In- ternet all'indirizzo [email protected] Hydro Il Racconto di: Gianni Sarti Chiuso dentro questo la- boratorio come una delle ca- vie nella sonda in orbita su Hydro Il. Sono più di settantadue ore, puzzo di sudore come un macaco rhesus; e ancora niente. Certo, nessuno si era aspettato di trovare di là dei simpatici vicini di casa a fare «ciao ciao» con la manina verde, però la speranza di vedere qualcosa alzare una testa e fissare la telecamera non si può uccidere neanche con la lobotomia della cor- teccia parietale. Settantadue ore a fare bip bip. Quattro anni per la laurea di biologia. Diciamo pure cin- que, un anno l'ho perso con quel mammifero con gli oc- chi azzurri, correndole dietro per acquisire dei diritti sul suo abusato apparato ripro- duttivo. Sei anni per la laurea in informatica. La matematica è troppo digitale per chi ha fatto la gavetta con le scien- ze biologiche, e poi c'è stato il lavoro a rallentare gli esa- mi. Due anni a spasso, lavo- ricchiando qua e là e tentan- do concorsi su concorsi. Settantadue ore qui, da- vanti a questo terminale, a sperare che tra un bip e l'al- tro qualcosa di vivo si lasci fare un primo piano. Tredici anni e settantadue ore. Senza contare che sono qui alla NASA da cinque an- ni, quattro dei quali passati a creare programmi di gestio- 260 MCmicrocomputer n. 143 - settembre 1994

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•..........................................................................................................•coordinamento di COfrado Giuslozzi

Il bambino e il Pianeta di CristalloUna genesi spettacolare trasforma un comune pianeta in un favoloso mondo

trasparente; un uomo anziano va alla disperata ricerca di un bambino di nove annl~gravemente malato. Questi i temi dei due racconti di questo mese.

In coda alla rubrica il solito spazio dedicato alle news e il riquadro relativo alla XIedizione del Galaxian Prix, la gara amichevole di racconti realizzata in collaborazione

con MC-link

a cura di Marco Calvo

I due racconti di questomese sono «Hydro Il>> diGianni Sarti e «Fino all'ulti-ma generazione» di Gian Fi-lippo Pizzo. /I primo parladell'esperienza di uno scien-ziato della NASA che, graziealle immagini trasmesse dauna sonda, spera di trovarequalcosa ((là fuori)), nellospazio; il secondo descrivel'affannosa ricerca di un uo-mo anziano e le disavventu-re di un bambino di appenanove anni.

Si può sicuramente affer-mare che le speranze delloscienziato di ((Hydro /I)) sonocomuni a tutti noi, infatti ri-corrono da sempre nella let-teratura e in molte altre arti,è anche vero però che sem-brano in contraddizione conquanto la cronaca di questigiorni ci racconta sui nazi-skin, che negli ((altri)) nonriescono a vedere che deinemici.

L'autore di ((Hydro 1/)),Gianni Sarti, non è alle pri-me armi; ha scritto numero-si racconti, tutti buoni, ed hoesitato non poco prima disceglierne uno, finendo perscartarne altri che avrebberopotuto essere pubblicatisenz'altro (e chissà che noncapiti in futuro). I suoi puntiforti, come scrittore, sonouno stile scorrevole e unagrande fantasia: in ogni suastoria c'è qualche valida in-venzione, sia che si parli diun argomento appartenentea qualche cliché della fanta-scienza, sia che ci si avven-turi in nuove situazioni (ahi-

noi, sempre più difficili datrovare: cinquanta anni difantascienza «moderna))stanno mettendo alla proval'inventiva degli scrittori). In«Hydro Il)) ho trovato moltobella l'immagine del pianetatrasparente, se c'è qualchedisegnatore che condividela mia impressione e vuolerealizzarne un'immagine inray-tracing spedisca il file (informato TlFF) in redazione,potremmo pubblicarla suuno dei prossimi numeri diStoryWare. Chi volesse leg-gere gli altri raccon ti diGianni Sarti li troverà, insie-me a centinaia di altri, suMC-link, ne/le conferenzededicate alla letteratura fan-tascientifica.

Passiamo ora a « Finoall'ultima generazione)) diGian Filippo Pizzo. Il raccon-to appartiene a quel generedi fantascienza tipicamenteitaliano, che usa la libertà diquesto genere letterario (li-bertà di immaginare societàdiversissime dalla nostra, li-bertà di sconvolgere le rego-le della vita quotidiana, li-bertà di costruire societàideali o infernali) come pre-testo per fare considerazionisociologiche e talvolta filo-sofiche.

Questa tendenza (ma nongeneralizziamo, è propria so-lo di alcuni) ha detrattori esostenitori. Personalmentenon credo sia opportunoprendere una posizione apriori: se è vero che questafantascienza «italiana)) puòdiventare pomposa e retori-

ca, è altrettanto vero chel'altra (si pensa subito aquella americana) può diven-tare superficiale e commer-ciale. La cosa migliore è giu-dicare racconto per raccon-to: si può affrontare ancheun ponderosissimo argo-mento filosofico, se lo si facon gusto e misura, come sipuò scrivere con profonditàe spessore anche quando sibada molto alla fruibilità e al-la scorrevolezza.

Mi sembra che Gian Filip-po Pizzo nella sua breve sto-ria riesca ad affrontare temigravi, quali l'inclinazione allaautodistruzione e alla violen-za, senza tediare, ma anzichiudendo la storia con unfinale a sorpresa, come sitrattasse di un racconto «al-la Brown)).

Prima di chiudere, vi se-gnalo il riquadro relativo allaXI edizione del GalaxianPrix. Non c'è quota di iscri-zione, per partecipare bastaseguire le semplici regole: viaspetto!

Marco Calvo è raggiungibile su MC-Iink alla casella MC3363 e tramite In-ternet all'indirizzo [email protected]

Hydro IlRacconto di: Gianni Sarti

Chiuso dentro questo la-boratorio come una delle ca-

vie nella sonda in orbita suHydro Il.

Sono più di settantadueore, puzzo di sudore comeun macaco rhesus; e ancoraniente.

Certo, nessuno si eraaspettato di trovare di là deisimpatici vicini di casa a fare«ciao ciao» con la maninaverde, però la speranza divedere qualcosa alzare unatesta e fissare la telecameranon si può uccidere neanchecon la lobotomia della cor-teccia parietale.

Settantadue ore a fare bipbip.

Quattro anni per la laureadi biologia. Diciamo pure cin-que, un anno l'ho perso conquel mammifero con gli oc-chi azzurri, correndole dietroper acquisire dei diritti sulsuo abusato apparato ripro-duttivo.

Sei anni per la laurea ininformatica. La matematicaè troppo digitale per chi hafatto la gavetta con le scien-ze biologiche, e poi c'è statoil lavoro a rallentare gli esa-mi.

Due anni a spasso, lavo-ricchiando qua e là e tentan-do concorsi su concorsi.

Settantadue ore qui, da-vanti a questo terminale, asperare che tra un bip e l'al-tro qualcosa di vivo si lascifare un primo piano.

Tredici anni e settantadueore.

Senza contare che sonoqui alla NASA da cinque an-ni, quattro dei quali passati acreare programmi di gestio-

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L'illustrazione per «Hvdro 1/» è di Antonio Bontempo.

ne economica che qualun-que ragazzetto avrebbe sa-puto fare meglio di me.

Ma non posso lamentar-mi; in fondo quella sondaaspetta questo momento damolto più di me, da ventiset-te anni e tre mesi ... Ha attra-versato il vuoto dello spazioad una velocità così folle cheneanche la fantasia umanariesce a correrle dietro, è en-trata nel sistema di Il-Hydrocadendo in orbita sul secon-do pianeta solo settantadueore fa, e piano piano l'orbitasi fa eccentrica, il perigeosempre più vicino al pianetae l'apogeo sempre più lonta-no, come fosse appesa a unelastico, e io qui con questialtri disgraziati ad aspettarea ogni giro le immagini sem-pre più nitide della superficiedel pianeta, dei crateridell'unica luna ovale, adaspettare che i nostri sogniappaiano sui monitor.

Ognuno ha un monitor:ognuno ha una funzione. C'èchi controlla l'atmosfera, chila stella Il-Hydro, chi la com-posizione del terreno.

lo controllo le forme di vi-ta eventualmente presenti.

Eventualmente. Bella pa-rola. Sinora solo coste de-serte e frastagliate, simili adun insieme di Mandelbrot,tra terra e oceano.

Terra. Macché terra. Hy-dro Il è una palla di silicati, igeologi dicono che mentresi stava ancora raffreddando,Il-Hydro, la stella, è esplosain una supernova e l'ha av-volta di ioni di plasma, unatemperatura di milioni di gra-di: il pianeta s'è cristallizzatodel tutto, il silicio ha creatosabbia di vetro e cristallo, equella palla di fango è diven-tata una sfera di cristallo tra-sparente. Fantastico, no? Unevento unico nell'Universo,ai limiti della gaussiana pro-babilistica delle casualità.

Poi la temperatura s'è ab-bassata in due settimane,forse tre, e tutta l'acqua in-trappolata, e quindi non eva-porata, è uscita dalla crostasilicea grazie al calore e haformato l'immenso oceano

che copre metà del globo.Risultato: un pianeta vicino auna stella ormai stabile e an-cora calda, con atmosfera diossigeno, silicati e azoto e

una composizione terrestredove predominano il silicio,l'ossigeno e l'idrogeno. Co-me la Terra, ma col carboniasostituito dal silicio. Un pic-

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colo saltino sulla tavola diMendelev, un grappoletto diprotoni e elettroni in più.Quindi niente glucidi, né pro-tidi o lipidi, neanche acidi nu-

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cleici, idrocarburi o ormoni.Se proprio la vita ha alitatosu quel miracolo, deve aver-lo fatto con basi del tutto di-verse - ma equivalenti! - allenostre. E io, con la laurea ininformatica e quella in biolo-gia, sono stato scelto per da-re un'occhiata a cosa strisciasu quella palla di cristallo.

Mostri tentacolati di visci-do silicato, con emoglobinarossa come la nostra com-posta da molecole aliene. Di-stese di vermi senzienti daipoteri telepatici abbagliati daIl-Hydro che tramonta dietrole colline trasparenti. Amebetraslucide che lottantonell'acqua cristallina per unboccone di vetro consumatodall'oceano.

No, solo sogni ... E agliscienziati è proibito sognare.Una forma di vita intelligentedeve avere il pollice opponi-bile, un apparato sensorialeper comunicare con il mon-do esterno, un apparato ri-produttivo sessuato e game-tico, un'innata abilità nel ma-nipolare gli oggetti, un appa-rato efficiente per la locomo-zione, un sistema nervosocentrale ipersviluppato. Eccoscartate dalla lista piovre,vermi e amebe.

Ma d'altronde ho inviatotramite la sonda messaggibinari su gran parte delle fre-quenze d'onda, senza predi-ligere lo spettro visibile piùdelle onde corte o dei raggiX, e nessuno ha risposto; ciòè una doccia fredda per imiei sogni. Settantadue oreper vedere sfumare ...

Il monitor, ecco! Ora lasonda si sta avvicinando.Non l'ho detto? Si chiamaMayflower.

Si sta avvicinando, eccoinquadrata la Luna di HydroIl: il satellite naturale portaancora i segni dell'esplosio-ne, metà è calcinata dal calo-re e metà no, come se unagigantesca bomboletta spraydi vernice bianca l'avessespruzzata su un solo lato, la-sciando quello in ombra talee quale a prima ... Paragonenon molto dissimile dallarealtà. Ha una forma oblun-ga, come di un fuso, è gran-de una volta e mezza la Luna

terrestre, deve provocaremaree notevoli sul pianeta.Comunque sulla luna nonc'è atmosfera, solo pochemolecole d'idrogeno, quindiinutile cercarvi la vita.

Ecco che esce dall'angolodi ripresa della telecamera,slittando fuori dal monitor.

Un attimo, e ... Il pianeta.Eccolo! Vedo nubi di vaporeacqueo simile al nostro,sull'emisfero Nord piove. Cisono segni luminosi: la pri-ma volta che sono stati nota-ti abbiamo pensato subito acittà illuminate, ma poi al se-condo passaggio si sono ri-velati vulcani enormi in pe-renne eruzione. Strana di-sposizione per quei sei vul-cani: uno sul polo Nord euno sul polo Sud, a 180°l'uno dall'altro, e gli altriquattro disposti lungol'equatore, a 90° tra di loro;unendoli insieme si ottengo-no tutti angoli di 90°, comese il pianeta fosse un cubo eloro stessero ognuno al cen-tro di una faccia del cubo.Quattro sono sul continentee due su atolli vulcanicinell'oceano. E sono tutti infunzione contemporanea-mente.

La sonda sta sorvolandouna zona priva di nubi; vede-re il pianeta da qui è unospettacolo unico. Una sferadi cristallo, rocce trasparenti,oceani trasparenti, si nota ilfuoco rosso che brucia alcentro del pianeta e le seilingue di roccia fusa, fuocoliquido, che come vene lumi-nescenti mettono in comuni-cazione il ribollente nucleoplanetario con i sei vulcani.

Fantastico.Ma vita, niente.La sonda è appena a due-

mila metri, abbastanza lentaper le riprese ma abbastanzaveloce per sfuggire ancoraalla gravità del pianeta.

Pianure di cristallo stermi-nate, macchie rossastreinformi probabilmente dovu-te ai riflessi del fuoco al cen-tro del pianeta che si rifran-ge sino alla superficie. Montivelati all'orizzonte, sembra discorgere le cime imbiancatedi neve.

Il loro sole è un disco ros-so cinque volte più grandedel nostro Sole visto dallaTerra. È al tramonto rispettoalla sonda, ma un tramontosu Hydro Il dura ore: il loro

giorno è composto da cin-quantasei ore e diciassetteminuti. Ha una rotazione chepone l'equatore paralleloall'eclittica, così il sole passasempre allo zenit per chi vi-ve all'equatore, e non ci so-no stagioni.

Sonda a mille metri, lemacchie rosse non sono ri-flessi! Sono cose simili a ve-getali sulla superficie del pia-neta, sono azzurri, il colorerosso è dato dal bagliore delcentro del pianeta che si ri-frange sotto di loro! Richie-do un esame spettrograficodettagliato, la stampante tic-chetta, e non solo la miastampante: tutta la sala è inagitazione, tutti stanno os-servando, misurando, regi-strando, elaborando i datidella Mayflower.

Laggiù, un grande fiume,la sonda ne segue il corso.Acqua limpida, registro gliechi sonar di oggetti in movi-mento, agli infrarossi eccodelinearsi una fauna ittica asangue caldo! Grossi pesciin branco che risalgono lacorrente, e .

Oh, Dio .Sulla riva del fiume, è ...

è ... Echi radar, analisi strut-turale, ricerca di fonti termi-che sul range 30-40 gradicentigradi, rilevamento tridi-mensionale, subito!

È ...Un'allucinazione, uno

spettro! Eppure il monitornon può mentire: è...

Un castello! Una strutturadi cristallo intagliato in pie-tre, con torri, merli e fine-stre! Cinquecento metri,s'avvicina a velocità folle, lastruttura è sempre più parti-colareggiata, è bellissimo, cisono decorazion i in avoriobianco e un ponte levatoio,c'è un fossato intorno e al-beri in lontananza, alberi az-zurri e viola, i raggi di HydroIl all'orizzonte giocano suquei cristalli rifrangendosi inun'iride perfetta, circondanola struttura più tipicamentefiabesca che medioevale inun'aura di colori puri e di lu-ce che sembra emanare dal-le pietre stesse ...

I dati dello spettrometrosono senza senso, ordino laricerca di oggetti in movi-mento ...

Duecento metri ... La son-da vola come un lampo pernon schiantarsi, vorrei poter-

la congelare per un tempoinfinito ...

Il fiume comunica con unfossato, il ponte levatoio, al-zato, è viola come i tronchidegli alberi, le decorazionisono sinuose e incomprensi-bili ...

Cento metri ..La planimetria mostra re-

cinto di mura esterne e vil-laggio-roccaforte interno, igiochi di luce sono indescri-vibili, cerco nell'infrarossocorpi caldi di esseri vivi ...

Quasi lo zenit, eccolo, EC-COLO, davanti al castello, suun quadrupede di strutturaequina ma grande due voltetanto, uno di quegli esseri I Èimmobile, divino, eburneo,pallido, anzi diafano, il suovolto non ha lineamenti masi volta a seguire la sonda, èfantastico, ha dietro le spalledue grandi strutture osseo-membranose più scure ripie-gate, cavalca il suo destrierocon una dignità inumana,due braccia, due gambe, sol-leva un braccio ...

Passato lo zenit... I riflessidi luce accecano la teleca-mera sempre più danneggia-ta dall'atmosfera, ci stiamoallontanando, ma l'ho visto!Un altro giro ancora poi lasonda si libererà dello scudoesterno bruciato dall'attrito eatterrerà sul pianeta e potre-mo comunicare con quegliesseri paradisiaci, ancora po-che ore ... Ma il riverbero èeccessivo, tutto il pianeta ri-frange la luce di Il-Hydro cheora per noi è sotto l'orizzon-te, scomponendola in raggidi lucentezza pura, banderosse, blu, viola saturano ilmonitor, proprio ora!, e cistiamo allontanando, il lorosole è quasi sul lato oppostodel pianeta rispetto alla May-flower, i raggi luminosi sicondensano sulla sonda co-me proiettili, prego che nondanneggino la telecamera,non ora, no! NO!

Silenzio.Improvvisamente, panico.

Si urlano richieste d'informa-zioni, c'è un annaspare te-lefonico, un frenetico con-frontare dati, si gridano be-stemmie e invocazioni di fa-re presto.

Tutti i monitor erano di-ventati bianchi, saturi di lu-ce, e poi, ecco, più niente,solo il formicolìo di unoschermo collegato a niente.

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4) La lunghezza massima consentita è 29 Kbyte (circa 16 car-telle 30 x 60);

3) I testi non devono essere impaginati, ovvero il riporto a capoandrà posto solo a fine paragrafo, NON ad ogni fine riga;

XI Galaxian Prix: regolamento

5) Il floppy disk, o il file, per chi ricorrerà al modem, deve giun-gere alla redazione di StoryWare presso MCmicrocomputer entroil 30 ottobre 1994;

tralicci dell'elettricità ancorain piedi, inutile testimonianzadella civiltà. Aveva abbando-nato da tempo la grande pia-nura con gli alberi carbonizza-ti e l'erba rinsecchita, con glistagni melmosi e puzzolentie i casolari diroccati, con lanebbia ristagnante che tuttoappiattiva e ovattava.

Non se ne era accorto, maera ritornato nella vita, inun'oasi miracolosamentesfuggita alla distruzione, unavalle chiusa tra i monti checonservava il brulichio degliinsetti e il cinguettio di pochiuccelli, tutto un pulsare di vi-ta che colorava il silenzio eche avrebbe potuto ridare lasperanza.

In quel paesaggio si muo-veva la ragazza dal sorrisoebete.

Stava canterellando unanenia, a bocca chiusa, e tac-que improvvisamente, fer-mandosi incerta e spaurita,quando sentì quel lamento.Il pianto era un suono che leera sconosciuto, perché nonsi ricordava dei suoi pianti dibimba, perché non avevamai visto piangere. Si avvi-cinò cautamente verso quelrumore. Poi riacquistò il sor-riso, quella piega che defor-mava la sua bocca come unaferita sul volto. Era giovanee indossava un abito di coto-ne bianco, lacero ma pulito,che le lasciava le gambescoperte.

Quel bosco era il suomondo. Conosceva tutti isentieri, le vie d'accesso airipari più impenetrabili, lesorgenti di acqua limpida, irifugi degli animali. Sapevaquali erano le bacche com-mestibili, le more, i lamponi,le fragole, le gesene; ricono-sceva i funghi mangerecci,le erbe medicinali. Forse eramuta, ma non se ne rendevaconto, perché aveva semprevissuto da sola tra quegli al-beri, in quel boschetto delsud Tirolo che in inverno siimbiancava di neve pulita. Laciviltà, le città, la luce elettri-ca, le macchine, l'affolla-mento, la radio, i giornali:erano tutte cose che nonavrebbe saputo sognare. Enaturalmente non poteva

arreso, vinto dalla fatica edalla fame, vinto dalla dispe-razione. Stava morendo.

Ad un tratto udì qualcosa.Un canticchiare sommesso,in lontananza, ma che sem-brava avvicinarsi. Si mosseleggermente, scoprendo tragli abiti laceri una pelle scre-polata e butterata, unico oforse più tangibile segno del-le radiazioni. Tese le orec-chie per captare meglio ilcanto che veniva da oltre icespugli e, istintivamente, simise a piangere.

Se avesse avuto la forza diguardare, avrebbe visto unpaesaggio diverso da quellocui ormai si era abituato. Nonc'erano più state, da moltichilometri, le città distrutte einanimate, infestate soltantodalle orde dei cani e dei topie dei gatti ridiventati selvatici.Non c'erano più state le stra-de costeggiate da fattorie eda villette abbandonate, coi

Chi ricorrerà alla posta elettronica è pregato di processare pre-cedentemente il file con l'utility UUencode (così da preservare ilformato non impaginato e gli accenti).

MCmicrocomputerStoryware - XI Galaxian PrixVia Carlo Perrier, 900157 RomaE-mail: [email protected]

In palio c'è la pubblicazione sulle pagine di StoryWare, 100.000lire lorde e, a scelta, un abbonamento di un anno a MCmicrocom-puter o a MC-link. L'indirizzo cui inviare il racconto è:

6) Nelle prime righe del file che contiene il racconto si prega diinserire i propri dati (nome, cognome, indirizzo) e l'esplicita di-chiarazione: « Il racconto partecipa alla XI edizione del GalaxianPrix», o simile.

2) Sarannoammesse solo le storie memorizzate su floppy diskda 3 e 1/2, non importa se Amiga, Macintosh o MS-DOS, ma informato ASCII, ovvero NON in un formato proprietario di un de-terminato word processor;

1) Ogni autore può inviare un solo proprio racconto, non è ne-cessario che sia inedito, ma non devono esserci vincoli per la Te-chnimedia alla pubblicazione;

L'XI edizione del GalaxianPrix è una gara amichevole destinataa racconti di fantascienza, horror e fantasy. Non è un concorso.Le regole per partecipare sono molto semplici:

con le sole braccia quel pic-colo corpo sempre più pe-sante, fino al punto in cui oragiaceva immobile. Si eramosso per tanto tempo, pri-ma camminando poi arran-canda bocconi, che ne avevaperso la memoria. Adessostava in posizione innaturale,con le gambe piegate sottoil corpo e la testa reclinata inun abbandono definitivo, conle mani affondate ad artiglia-re la terra fangosa.

Era un bambino di noveanni. Stava morendo.

Da molto tempo, forse daore, comunque da quandonon ce l'aveva fatta più e siera lasciato scivolare per ter-ra, il suo unico movimentoera un respiro fievole e inter-rotto da attacchi di tosseconvulsa. I muscoli erano in-torpiditi dalla stanchezza, unpeso opprimente gli serravala nuca e gli faceva dimenti-care la voglia di vivere. Si era

Fino all'ultimagenerazioneRacconto di: Gian Filippo Pizzo

Non ho bisogno di chiede-re informazioni. L'esperto ininformatica sono io.

L'intero pianeta s'è com-portato come una lente, con-vergendo i raggi di Il-Hydrosul punto esatto dov'è transi-tata la Mayflower. Concen-trando i raggi del Sole conuna semplice lente d'ingran-dimento si può incendiare unpezzo di carta, da bambinochi non l'ha fatto ì Concen-trando i raggi di f..l-Hydro at-traverso un intero pianeta dicristallo ciò che si sviluppanon è solo fuoco. È un pote-re disintegrativo al di là diogni immaginazione. E lasonda era nel punto di fuoco.

Disintegrata.Per sempre.Tanti anni di viaggio, tanti

soldi e tanti sogni finiti lette-ralmente in fumo ...

E il sovraccarico di datinegli ultimi minuti, poi l'im-provviso esplodere dellasonda ... Troppi dati, così vici-ni ad un'emergenza ..

Conosco quei computerin sala, conosco il loro com-portamento, molti dei datidell'ultimo giro sono andatidistrutti o corrotti. Il castello,le piante, l'aura di colori ...

Persi.Strano, non credevo che

agli scienziati fosse permes-so piangere, eppure questoliquido salato che cola giùsulle mie guance sembre-rebbe proprio una lacrima.

Tutto distrutto.Tutto inutile.No, inutile no. L'ho potuto

vedere per un attimo su quelcavallo maestoso, e non lodimenticherò mai, come po-trei?

Sulla pianura di cristallodavanti al castello, c'eraquell'angelo, e ci ha salutatialzando una mano nel gestopiù umano che abbia mai vi-sto.

Non può essere inutile.

Era un bambino di noveanni.

Si era mosso strisciandofaticosamente, trascinando

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nemmeno sapere cosa fos-se stata la Terza Guerra, lebombe nucleari, le radiazio-ni, la guerra chimica, le armibatteriologiche e le epide-mie.

Non sapeva tante cose,ma si avvicinò al bambino ecominciò ad accarezzarlo,dolcemente, mugolando ver-si di conforto, fin quandonon si fu un po' acquetato.Poi lo prese in braccio escappò via correndo, comeun grosso uccello dalle alitarpate.

* * *Non so se tutto questo

sia vero. Non so fino a chepunto, ma sono convinto diavvicinarmi alla verità.

Ho controllato le tracce,ricostruito i movimenti,ascoltato poche imprecisetestimonianze. E ascolto di

più quello che mi dice lamente, e che il cuore tentadi rifiutare.

Devono essere forse pas-sati due mesi da quel giorno.Ho continuato per po' ad in-seguirlo, poi sono tornato in-dietro: la mia ricerca non hapiù senso. Da moltissimimesi - forse due anni - se-guivo le tracce di quel bam-bino del quale non ho maisaputo il nome, spinto nontanto dal legame di sanguequanto da una fede ingiusti-ficata nelle possibilitàdell'uomo. Da quando suamadre - mia figlia - è morta,raccomandandomi quantoaveva di più caro, non ho fat-to altro che cercarlo, percondurlo nella nostra Comu-ne, dove ancora si insegna-no i valori nei quali ho sem-pre creduto. La nostra Co-mune è salda, autosufficien-te, isolata e non contaminatada quanto succede nel restodel mondo; volevo portare lì

il ragazzo e farlo crescere sa-no, fino a che avessi avuto laforza. Ma temo che sia co-me è stato scritto in passa-to, che l'umanità è maledet-ta fino all'ultima generazio-ne.

Non so quanto ci sia divero, ma la mia ricostruzionenon può allontanarsi moltodalla realtà.

La ragazza accudì mio ni-pote per più di un mese. Locurò, lo nutrì, gli ridiede for-za e coraggio. Nessun altroè passato in questa valle, néprima né dopo, altrimenti neavrei scorto i segni. Fu leisola a salvargli la vita, senzaaiuto e senza conoscenzemediche. Lo salvò con lagentilezza e con l'amore econ la dedizione, sacrifican-do un poco della sua vita.Non occorreva molto, per-ché mio nipote era sano, leradiazioni gli avevano soloattaccato l'epidermide, sen-za raggiungere gli organi in-

terni, era solo stanco e di-sperato. Non occorreva mol-to, ma fu lo stesso un belgesto. E lui l'ha ripagato.

Torno alla mia Comune,dove forse posso ancoratentare di fare qualcosa. Cisono dei giovani da istruire(e lui non sarà tra questi), cisono dei lattanti e dei nasci-turi da educare: qualcuno èun mutante, un mostro rac-capricciante; qualche altroha facoltà strane e può muo-vere oggetti senza toccarli;ma sono tutti nostri figli.

Guardo un'ultima volta laragazza. E penso se sia dav-vero questa l'eredità che la-sciamo ai nostri figli. Ha lagola squarciata e gli occhispalancati e increduli; il san-gue è completamente rap-preso e sporca di bruno il ve-stito candido. Un'impronta sidistingue nettamente tra lemacchie, l'impronta di unapiccola mano insanguinata: lamano di un bambino. ~

L'angolo delle newsLiber Liber

Tre buone notizie questo mese per Liber Liber: grazie a FabioCiotti la biblioteca telematica si arricchisce di due nuove importantiopere: ,,1/ turno)) di Luigi Pirandello e "Senilità)) di Italo Svevo (aliasEttore Schmitz); grazie invece alla disponibilità di Antonio Pagliaro edella Sellerio Editore possiamo distribuire il diario "Giorni di guerrain Sicilia)) di Grazia Pagliaro. Si tratta del primo libro elettronico an-cora protetto da copyright distribuito gratuitamente. La terza buonanuova riguarda invece il nostro logo, che come potete ve-dere è più bello del precedente: lo ha realizzato per noiMassimiliano Marras con la tecnica del ray tracing.

Ricordo che per ottenere i testi elettronici giàpronti ("Divina Commedia)), "I Malavoglia)),ecc. C'è anche il nostro logo in formato Jpeg)basta collegarsi via FTP Internet all'Università diMilano: ghost.dsi.unimi.it, directory:pub2/paperslbasagni/Manuzio, oppure basta spedire5.000 lire in contanti (o un floppy disk da 3 e 1/2 in-sieme ad una busta preaffrancata per la restituzio-ne) al seguente indirizzo: "Li ber Libep) c/o MarcoCalvo - Via Cina, 40 - 00144 Roma, E-mail:[email protected].

Il libro mutanteAgli inizi di giugno si è tenuta a Roma, nella Sala Multimediale

del Palazzo delle Esposizioni, la tavola rotonda "I/Iibro mutante)),che ha fatto il punto sul mondo della editoria elettronica. Vi hannopartecipato docenti e ricercatori di varie università (Roberto Mara-gliano, Giuseppe Gigliozzi, Pasquale Stoppelli, ecc.), case editrici eaziende software e hardware (Zanichelli, Opera Multimedia, Editri-ce CSEA, Synergon, ecc.). Non si è trattato della solita noiosa con-ferenza, i dibattiti erano accompagnati da dimostrazioni audio/videoproiettate sul maxi schermo della Sala Multimediale, ed è stataun'occasione importante per capire cosa succederà nei prossimianni nel campo della comunicazione.

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L'editoria elettronica è una nuova frontiera, uno dei fenomeni chepiù cambierà il modo di fare informazione; sono ancora pochi quelliche hanno capito cosa sta per succedere, come pochi prevedevanole implicazior;Ji sociali, politiche ed economiche del diffondersi dellatelevisione. E importante seguire gli sviluppi del fenomeno per im-pedire che vuoti legislativi creino situazioni di squilibrio e di ingiusti-zia. Un punto importante riguarda il diritto d'autore, che da più partisi sta cercando di rendere sempre più vincolante, con il risultato difar divenire la cultura sempre più costosa (a vantaggio delle caseeditrici) e sempre meno accessibile (a svantaggio di tutti).

L'editoria elettronica può fare molto per abbassare il costo delsapere, non sprechiamo questa occasione per negligenza o interes-si di parte.

Star Trek: Deep Space Nine alvideoclub

Dovrebbe essere reperibile tra breve, se non lo ègià, in videoteca (solo noleggio) l'episodio pilota di

"Star Trek: Deep Space Nine))."Star Trek: Deep Space Nine» è una nuova

serie di telefilm ambientata nel medesimo "uni-verso» inventato per Star Trek (serie classica e

Next Generation) che riscuote buoni successi inU.SA L'azione non si svolge sulle classiche astronavi,

ma in una specie di spazioporto dove transitano creature di tutta laGalassia. Non c'è molto spazio nei palinsesti televisivi italiani per lafantascienza, così ci pensa la CIC Video, che distribuisce in video-cassetta questo episodio pilota e alcuni altri, di altre serie televisive(sono in vendita le videocassette con episodi di "Star Treb serieclassica e si possono noleggiare quelle contenenti episodi della"Next Generation»). Per la supervisione al lavoro di traduzione ildott. Beretta della CIC Video si è rivolto direttamente allo Star TrekItalian Club.

Per ulteriori informazioni rivolgersi .. al videoclub (o alla CIC Vi-deo). ~

MCmicrocomputer n. 143 - settembre 1994

Page 6: Ilbambino e il Pianeta di Cristallo - - … · 2010-02-04 · me armi; ha scritto numero-si racconti, tutti buoni, ed ho ... italiano, che usa la libertà di ... fare un primo piano.

'u ic mens- i lianodedica o esclusiva ent

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