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1 I Buoni Locali di Solidarietà Progetto per rivitalizzare le economie locali

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I Buoni Locali di Solidarietà

Progetto per rivitalizzare le economie locali

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I Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina) nascono dall’esperienza e dallo studio di oltre 4.000 esempi di monete complementari presenti in tutto il mondo, compreso il circuito WIR svizzero e il Regio tedesco. La situazione economica, a causa dell’esasperato aumento del debito delle famiglie e delle imprese e della esagerata creazione monetaria ex nihilo, oltre al progressivo impoverimento delle economie locali a causa della globalizzazione, ha determinato la necessità di attivare un’esperienza del genere anche in Italia. Obiettivo è quello di mantenere nel territorio la ricchezza attraverso due strumenti: 1. Il Buono Locale SCEC che aumenta il potere di acquisto delle famiglie e agevola l’economia locale

circolando in un territorio limitato a fianco dell’euro come percentuale di prezzo (es. 10-20%) 2. L’attuazione di progetti aziendali per rivitalizzare il settore agroalimentare

http://www.progettotau.org/presentation1/ilsaporedelcuore.html , oggi a rischio di collasso e le produzioni locali e artigianali http://www.progettotau.org/presentation1/filiereinrete.html che rischiano anch’esse di scomparire. Collaborazione tra imprese, riduzione delle filiere produttive, creazione di economie di scala e gruppi di acquisto per settori merceologici per aumentare il potere contrattuale con i fornitori, sono elementi che aiuteranno il prodotto locale a competere con i prodotti di importazione in termini di prezzo e qualità.

1) Il Buono Locale è uno strumento che ha un rapporto di parità con l’euro (1:1), non è convertibile in euro, è gratuito e viene distribuito con criteri univoci e trasparenti, uguali in tutte le zone d’italia che aderiscono al progetto Arcipelago. Il Buono Locale è una percentuale di prezzo pagata (min. 10%) sul prezzo di un bene e può essere riutilizzato dal commerciante all’interno delle imprese, professionisti, produttori ecc. che aderiscono al circuito in tutta Italia. Il Buono Locale essendo distribuito gratuitamente non crea debito come accade per la creazione monetaria. Ancora al territorio tutto l’importo (anche quello pagato in euro) e circolando nel circuito locale consente di aumentare e reinvestire questa ricchezza nel territorio. Il Buono Locale aumenta il potere di acquisto delle famiglie per la percentuale di Buoni accettata (il pensionato con 500 euro avrà un potere si acquisto maggiorato di 100 euro nel caso la percentuale media accettata sia del 20%) Fiscalmente il Buono Locale è assimilabile ad un abbuono http://it.wikipedia.org/wiki/Abbuono e come tale non concorre alla determinazione della base imponibile. Essendo solo una piccola percentuale del prezzo pagato in euro non si corre nemmeno il rischio di creare inflazione, poiché i Buoni acquisiscono valore insieme all’euro e non ne sono indipendenti. Il progetto ArcipelagoSCEC prevede che ogni isola che adotta i buoni possa scambiare con le altre le eccedenze produttive e i flussi turistici, ogni isola infatti potrà pagare nella percentuale accettata con i Buoni che circolano nella propria zona (i Buoni avranno una faccia comune nazionale e una locale anche regionale). Ogni isola darà una sorta di “garanzia morale” nei confronti delle altre della qualità dei prodotti e dei servizi scambiati, ad esempio di un prodotto agroalimentare o di un servizio di ristorazione e alberghiero, insomma una sorta di certificazione di qualità spontanea e veritiera. 2) Le imprese che producono beni e artigianato hanno il problema della visibilità delle proprie merci e la creazione di mercato. In questo caso la riduzione delle filiere e la razionalizzazione dei processi di produzione e vendita portano ad offrire un prezzo concorrenziale aumentato dall’utilizzo del Buono e quindi concorrerà a richiamare consumatori distogliendoli dal prodotto di importazione. L’interazione con la piccola distribuzione permetterà ai produttori locali di ottenere anche visibilità e mercato per la propria produzione. La creazione di piccoli supermercati locali dove i produttori potranno far confluire i loro spacci aziendali e dove i produttori agroalimentari potranno vendere direttamente concorrerà a migliorare l’offerta. Nell’agroalimentare la qualità sarà un processo naturale visto che la vendita dei prodotti avverrà nel territorio e quindi le aziende dovranno essere aperte ad essere visitate dai consumatori.

I Buoni Locali di Solidarietà – Progetto Arcipelago –

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Da sottolineare anche che, se i produttori, soprattutto agricoli, ricevono una giusta remunerazione del proprio lavoro si potrà richiedere in contropartita l’emersione del lavoro nero nei campi, specialmente diffuso al sud. Le imprese potranno beneficiare di una piattaforma on-line per i contatti diretti, la formazione di gruppi di acquisto sia per settore che per singoli prodotti, la gestione professionale di ogni aspetto che possa migliorare la logistica degli iscritti e altri servizi professionali, ma open source. Sarà al tempo stesso il portale di accesso per gli utenti , dove troveranno tutte le possibilità di spesa dello SCEC in beni e servizi; integrato ad esso è in corso di sperimentazione un sistema per l’ottimizzazione e l’abbattimento dei costi per le aziende di trasporto che offriranno i loro servizi in Buoni ; viste le dinamiche del prezzo del petrolio è indispensabile agire anche su questo fronte. Dal punto di vista sociale, la distribuzione dei Buoni Locali anche agli immigrati e come abbiamo visto attraverso l’emersione dello sfruttamento, opera un’integrazione che fa scemare tensioni sociali inevitabili. Aumentando il potere di acquisto delle famiglie e dei pensionati ha la funzione di un ottimo ammortizzatore sociale. Si possono mettere in piedi anche forme di solidarietà fornendo beni di prima necessità (ricavati dalle rimanenze dei punti vendita diretti e della piccola distribuzione del circuito, come pane, pasta ortofrutta ecc.) alle famiglie meno abbienti. Allo stesso modo sarà facile organizzare il servizio a domicilio della spesa agli anziani soli, organizzando magari alla domenica pranzi e occasioni di ritrovo in strutture messe appositamente a disposizione dalle amministrazioni locali. Per i malati lungodegenti e anche per quelli terminali anche sulla scorta di esperienze di altre associazioni, si sta elaborando un progetto da presentare alle Regioni per l’assistenza domiciliare. Il progetto permetterà notevoli risparmi per la sanità pubblica e creerà posti di lavoro e ai malati darà l’opportunità di rimanere nelle loro case, con i loro cari. Il servizio in parte sarà pagato dalla regione e parte dalle famiglie con una percentuale in Buoni. Lo scopo e l’obiettivo dei Buoni Locali possiamo dire sia quello di far intravedere alle persone che li usano che esiste la possibilità di un altro modo di relazionarci con il prossimo, facendo anche una sana economia. Uno stimolo a non vedere l’altro come un nemico, ma come parte di una comunità armonica. E’ un progetto fatto dalla gente per la gente e ha costi irrisori oltre ad essere semplice e pratico. Ricapitolando, l’insieme delle misure adottabili, cioè i due piani aziendali con l’ausilio della piattaforma informatica e l’ottimizzazione dei trasporti con il collante dei Buoni, sono la risposta immediata alle necessità di qualunque impresa, persona, territorio che voglia realmente uscire da questo stallo economico, grazie a idee chiare e una prospettiva di medio periodo. Attualmente sono numerose le città che stanno lavorando a questo progetto: Torino, Milano, Bergamo, Verona, Mantova, Pordenone, Genova, Bologna, Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Viareggio, Massa Carrara, Arezzo, Terni, Pesaro, Roma, Napoli, Acerra, Portici, Crotone, Foggia, Taranto, Salaparuta (TP) e anche in Sardegna. Molte di queste partiranno entro la primavera 2008. Le realtà attualmente già operanti sono Roma, Napoli e Portici, Salaparuta Riferimenti utili:

www.centrofondi.it www.arcipelagotoscana.org www.arcipelagoumbria.org www.arcipelagocalabria.it www.arcipelagolombardia.org www.progettoscec.com www.progettoreale.com www.ecoroma.org www.circuitotalento.org Articolo sul progetto in Calabria http://www.centrofondi.it/articoli/Art_Crotonese16feb2008.pdf Rassegna stampa sui Buoni Locali a Napoli : http://www.centrofondi.it/articoli/rassegna_stampaScec.pdf Lo SCEC di Napoli a uno mattina http://videoitalia.etleboro.com/?vid=986 Sui Buoni Locali in Toscana http://www.centrofondi.it/articoli/Controradio_nov_07.ram Articolo sui Buoni SCEC a Pistoia http://studimonetari.org/articoli/tirrenotoscanascec.pdf

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QUADRO ECONOMICO

Alcune indicazioni da focalizzare bene :

− In USA, nel 1950, 1 dollaro di debito innescava 4 dollari di attività economica − Nel 2000, 1 dollaro preso a prestito rendeva solo 20 centesimi − Nel 2005, solo 10 centesimi. − Oggi, praticamente, più nulla, secondo i dati forniti da Paul Kasriel, direttore delle ricerche

economiche della Northern Trust. Gli interessi cumulati sul debito si mangiano il profitto, e anche lo slancio produttivo occidentale. A quanto ammontano questi debiti ?

Alcune cifre sul debito delle nazioni industrializzate :

− Gli inglesi sono indebitati per il 162% del loro reddito e un 41,6 di debito pubblico − Gli americani sono indebitati per il 142% del loro reddito − I Giapponesi per il 136% con un debito pubblico al oltre il 150% − I tedeschi per il 109% e un debito pubblico al 66% − Gli italiani per il 49%, ma noi abbiamo un debito pubblico al 105%

Come il debito influenza la produttività e i prezzi ?

Debito privato USA :

� Debito delle famiglie americane nel 2001 : 29.000 miliardi di $ � Debito delle famiglie americane nel 2007 : 43.000 miliardi di $ � Il PIL nello stesso periodo è cresciuto di : 1500 miliardi di $

Ci sono voluti 14.000 miliardi di debito privato per far aumentare il PIL di 1.500 miliardi All'aumentare della massa monetaria a debito la produttività NON aumenta, i prezzi esplodono.

ESPORTAZIONI : L'IMPOSSIBILITA' DI PUNTARE ALLA VENDITA FUORI AREA EURO

Per mantenere il nostro livello di esportazioni avremmo dovuto avere un cambio abbondantemente oltre le 2000 lire,

quindi un cambio svalutato. Per chi si ostina a seguire la via che ogni giorno ci viene propagandata da giornali e

televisioni, vale a dire competitività e contenimento dei costi per esportare ha di fronte giorni miseri per motivi che ad

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oggi sono oramai evidenti. La forza dell'euro spalanca le porte alla merce import mai conveniente quanto oggi, e chiude

le porte all'export.

Lo svantaggio comparato ai paesi dell’area euro è forte, non parliamo neanche del sud-est asiatico.

ESPORTAZIONI : MOTIVI DI DIFFICOLTA’ DI VENDITA ANCHE NELL’ AREA

EURO

I costi di produzione risentono anche del prezzo dell’energia, che in Italia è molto più elevato dei concorrenti europei.

Unito anche ad un costo del lavoro molto più alto, determina la difficoltà ad esportare anche tra i paesi dell’unione

europea.

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Il grafico sotto prende in considerazione la differenza tra la nostra produzione e la media europea. Se fino al 1972

abbiamo avuto una produzione superiore rispetto alla media europea dell’8% e nel decennio successivo addirittura quasi

del 40% (!!!), dal 1982 la nostra economia non si è più ripresa. Cosa è successo?

Il grafico sopra, collegato al precedente, fa vedere come il TUS fino al 1980 era contenuto sotto il tasso di inflazione,

mentre dopo il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia è stato sempre ampiamente sopra ed ha contribuito molto

pesantemente alla lievitazione del debito pubblico.

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Con il decollare del debito pubblico crolla la competitività del Paese : vedete le due frecce, rosse e nera, come vanno in

direzioni opposte ? Il gravare degli interessi mangia anno dopo anno sempre di più il sistema Italia. Tanto nel pubblico

quanto nel privato.

Tutti questi problemi ( euro, petrolio, calo della qualità per rincorrere i

margini...) hanno un'unica soluzione : il mercato locale.

Il sapore del cuore Progetto per la filiera agroalimentare

Il comparto agroalimentare sta attraversando un processo di trasformazione di lungo periodo che sta

portando alla lenta, ma continua riduzione delle quote di mercato. La conseguenza è una serie di criticità

quali:

• l’innalzamento dell’età media degli imprenditori agricoli

• una progressiva diminuzione dell’occupazione stabile a favore di quella temporanea

• una mancanza di programmazione a medio lungo termine che porta molto spesso a fare le scelte aziendali in funzione solo degli aiuti comunitari, nazionali e regionali

• la prevalenza di produzioni non qualificate

• la scarsa forza contrattuale dei produttori a scapito delle altre parti che compongono la filiera produttiva (trasformazione e commercializzazione)

• mancanza di diversificazione delle attività aziendali

A questi fattori dobbiamo aggiungere la riforma della PAC sempre meno accomodante ed intenzionata a portare nel

prossimo futuro le aziende a contare solo sulle loro forze e sul mercato (cfr.

http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/Lia3206/pag15.asp )

La conseguenza di questo stato di cose, ad esempio per quanto riguarda la produzione di grano, è che nei primi tre mesi

del 2006 le importazioni di grano tenero sono aumentate del 2,6% (30.000 tonnellate) mentre quelle di grano duro

addirittura del 9,3% (217.000 tonnellate) e non sempre la qualità viene salvaguardata come dimostra lo scandalo dello

scorso anno sul grano contaminato proveniente dal Canada che ha portato anche all’arresto di alcuni noti produttori di

pasta (http://digilander.libero.it/nerowolfe/testi%20sito/Grano_contaminato.htm) . A livello globale le cose non vanno certo meglio

se una recente pubblicazione riporta che le stime sulla raccolta di grano per quest’anno sono circa 61 milioni di

tonnellate inferiori al fabbisogno mondiale e che per la settima volta consecutiva saranno intaccate le scorte di sicurezza.

E’ anche vero che i prezzi pagati ai produttori molte volte permettono a mala pena la copertura dei costi: sempre per

rimanere nell’esempio del grano, circa vent’anni fa il prezzo pagato al produttore si aggirava intorno alle 45.000 lire, pari

a circa 23 euro, nel 1993 è sceso a circa 37-38mila lire (19 euro) e la discesa è arrivata ai 13-16 euro attuali (sett.2006).

Una riduzione quasi del 50% rispetto a venti anni fa mentre le spese, per prima quella del gasolio, hanno subito aumenti

impressionanti. Da considerare che il prezzo del grano incide sul prodotto finito (pane) solo un 3-6% ed infinitamente

meno su tutti gli altri prodotti da forno mentre nel caso dell’ortofrutta i prezzi pagati al produttore sono, nel migliore dei

casi, un decimo dei prezzi che il consumatore paga al negozio o alla grande distribuzione.

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Per evitare che la trasformazione in atto pregiudichi irrimedialmente il settore agroalimentare ed il tessuto socio-

economico a lui connesso, occorre che i produttori e gli enti locali necessariamente pongano in atto contromisure volte

all’incremento della redditività aziendale ed allo sviluppo del tessuto economico locale.

Il progetto Il sapore del cuore si ripropone di rilanciare l’agricoltura e l’economia locale attraverso i seguenti punti:

1. raggruppamento degli imprenditori agricoli in associazione per attuare un piano strategico comune di medio termine a più ampio respiro che possa coinvolgere tutto il tessuto economico locale

2. viene perseguita la qualità anche riconvertendo la produzione all’agricoltura integrata o utilizzando metodi biologici ed aderendo ai vari consorzi di qualità

3. i produttori associati diventano parte attiva fino alla vendita dei prodotti accorciando in tal modo la filiera produttiva in modo consistente che permette di ricevere un’equa retribuzione per i propri prodotti e garantire al consumatore un prezzo ugale o addirittura inferiore a quello della media-grande distribuzione

4. si aprono punti vendita e di ristoro nei comuni interessati col marchio Il sapore del cuore 5. nelle zone interessate, oltre alla moneta ufficiale, viene utilizzato un Buono locale che circola solo a livello

locale il cui scopo è quello di mantenere nel territorio la ricchezza prodotta incentivando gli scambi tra consumatori, esercenti, artigiani e professionisti locali.

6. Il Comune o i Comuni dove hanno sede le aziende associate, possono aiutare il processo di rivitalizzazione dell’economie locali attraverso il finanziamento di campagne di sensibilizzazione sul progetto, di incentivazione all’uso privato ed aziendale di energie rinnovabili, agevolando l’iter di tutte le pratiche burocratiche e reperendo dal patrimonio immobiliare pubblico e mettendo a disposizione locali idonei all’apertura dei punti vendita.

Il punto 6 (intervento dei Comuni), pur essendo importante per tutta la comunità locale, può essere attuato anche in un

secondo momento o tralasciato se le condizioni non lo permettono.

1 L’associazione tra produttori

L’associazione tra imprenditori agricoli risulta necessaria per arrivare alla massa critica utile a mettere in moto il ciclo

virtuoso dei benefici ricavabili dal presente progetto. L’unione fra aziende permette anche di poter arrivare con maggior

facilità ad una programmazione aziendale comune di medio-lungo periodo il più possibile svincolata dal piano degli aiuti

comunitari oltre alla possibiltà di attivare interessanti economie di scala.

I Piani di Sviluppo Rurale agevolano le associazioni di imprenditori

Nota: La tendenza della politica agricola mondiale è preoccupante e ha reso praticamente impossibile ad un piccolo

produttore agricolo (sotto i 100 ettari) di poter ottenere un reddito soddisfacente dal suo lavoro. Per evitare che per

mantenere la sua famiglia debba svolgere anche un altro lavoro è necessario ottenere tutti i vantaggi economici derivanti

dal lavoro agricolo arrivando a controllare le varie fasi fino alla vendita dei suoi prodotti. Bisogna dire che in questo caso

si deve fare uno sforzo per superare lo spiacevole ricordo delle passate e fallimentari esperienze di associazionismo

(cooperative, consorzi) che avevano solamente connotazioni politiche e servivano solamente soddisfare esigenze

clientelari. L’associazione di cui stiamo parlando in questo progetto ha basi esclusivamente aziendali ed è strumentale

all’incremento del reddito da lavoro agricolo.

L’associazione dei produttori è essenziale per operare importanti economie di scala (ad es. mulino, frantoio, stoccaggio,

trasformazione di prodotti) che permetteranno di contenere i costi e poter ridurre i prezzi finali al consumatore che,

ottenendo anche lui un vantaggio economico, potrà così sostenere la produzione locale di qualità.

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2 La qualità dei prodotti

Dopo i recenti fatti di cronaca sulla partita di grano contaminato dal Canada, le carni avariate

http://www.beppegrillo.it/2006/09/wurstel.html#comments, riso cinese con ogm

http://www.greenplanet.net/Articolo16883.html e la notizia che l’uso mondiale di pesticidi ha raggiunto i 2 kg. per ettaro contro

gli 0,49 kg. del 1961 www.centrofondi.it/Articoli/pesticidi.htm , il mercato esige sempre più un prodotto locale di qualità, sano e

naturale come testimonia il consistente aumento del numero di persone che acquista prodotti biologici

http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/501_06.html e che annualmente passa le sue vacanze in agriturismo.

Una delle possibilità, ove naturalmente questo sia possibile, è di ritornare a produrre qualità di grano coltivato nei

decenni passati nella zona e riscoprire antiche lavorazioni come ad esempio il pane ottenuto da lievito madre.

NOTA: tornare alla coltura del grano, oltre ad essere una mossa strategica utile per prevenire gli effetti della crisi di

produzione mondiale attualmente in atto, è essenziale per ricreare la filiera del pane, pasta, prodotti da forno, pizza, da

cui si ricavano i maggiori utili aziendali.

3 – 4 Vendita e punti vendita

Il rafforzamento e l’accorciamento delle filiere agroalimentari sono il cardine di questo progetto perché consentono alle

aziende agricole di ottenere, oltre ad una giusta remunerazione della loro produzione, anche un incremento ed una

diversificazione del reddito nel caso decidessero di partecipare fino alla vendita del prodotto finito. In questo senso va

l’apertura, da parte dell’associazione, dei punti vendita agroalimentari dove il consumatore può trovare il pane e tutti i

prodotti da forno, l’ortofrutta, l’olio il vino e le altre eventuali lavorazioni fatte in modo artigianale dalle aziende associate

(passate, confetture, lavorazioni casearie e carni).

Il produttore che non se la sentisse di partecipare a tutte le fasi della filiera, può decidere eventualmente di limitarsi a

fornire solo un appoggio “esterno” all’associazione conferendo solo la materia prima ed in questo caso il suo apporto

termina con il ricevimento di un “prezzo equo” (in parte pagato con i Buoni Locali di cui al punto 5). Tutte le altre fasi

fino alla vendita verranno eseguite dall’associazione.

Oltre ai punti vendita l’associazione può aprire anche dei punti di ristoro, con il marchio Il sapore del cuore, come

fiaschetterie, pizzerie utilizzando esclusivamente le materie prime e lavorazioni provenienti dalle aziende aderenti o

dall’associazione stessa e nel caso in cui questo non sia possibile verranno usati prodotti di qualità analoga.

E’ cosa importante che ogni nuovo cliente sia del punto vendita che del punto di ristoro venga sensibilizzato al progetto

con la consegna di un piccolo opuscolo dove saranno riportate le linee guida e la filosofia dell’iniziativa oltre

naturalmente alla descrizione delle aziende produttrici.

Nota: Una corretta controinformazione al consumatore finale è determinante per contrastare gli effetti distruttivi di una

informazione "ufficiale" e pubblicitaria che ha “confuso” le abitudini alimentari di noi tutti e sconvolto la concezione di

stagionalità del prodotto. E’ per questo che l’associazione, ma anche gli Enti Locali si devono attivare per fare campagne

di corretta informazione alimentare.

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L’accorciamento della filiera produce un vantaggio in termini di prezzo anche per l’utente finale che potrà trovare in tutti i

punti de Il sapore del cuore oltre ad una qualità certificata, anche prezzi inferiori alla media di mercato.

In tutti i punti vendita e ristoro gestiti in prima persona dall’associazione, tutto il personale impiegato avrà una parte

della retribuzione variabile commisurata all’andamento dell’attività in cui è occupato (nel caso di utilizzo della moneta di

scambio locale la parte variabile sarà corrisposta con questa moneta). In accordo con i servizi sociali potranno essere

integrate nelle attività sia delle aziende che dell’associazione anche persone diversamente abili o con altre problematiche

e potrà essere attivato un servizio a domicilio per le persone con difficoltà motorie (anziani, diversamente abili ecc.).

Parallelamente alla gestione diretta delle attività, ma solo nel caso della produzione dei prodotti da forno e dei punti di

ristoro, l’associazione può decidere di concedere l’uso del marchio Il sapore del cuore a panifici, ristoranti, fiaschetterie,

pizzerie che si impegnino ad adottare la filosofia del progetto e utilizzare tutti i prodotti dell’associazione.

Per quanto riguarda l’apertura di un forno all’interno del punto vendita, questo potrà beneficiare delle disposizioni

contenute dal decreto legge 223 del 2006 (cd. Decreto Bersani)

(la regione Toscana sostiene gli investimenti fatti dalle aziende,anche associate, effettuati per la lavorazione,

trasformazione,, conservazione, confezionamento della loro produzione oltre a finanziare l’allestimento di locali e

l’acquisto diattrezzature destinate alla commercializzazione dei prodotti al punto 5.3.1.2.3 pag. 43 del Programma di

sviluppo rurale 2007-2013; da leggere con attenzione anche il punto 5.3.3.1.2 pag. 92 sul sostegno e la creazione e lo

sviluppo delle attività artigianali, commerciali e turistiche)

Nota: La scelta delle attività commerciali da intraprendere non sono casuali, ma dettate dall’alto ritorno economico che

queste possono dare.

5 Buoni Locali

Una caratteristica dell’economia odierna globalizzata è quella di “drenare” la ricchezza prodotta localmente per

alimentare mercati lontani migliaia di chilometri. E’ il caso della grande distribuzione che solo in minima parte acquista e

vende prodotti locali e dell’industria che con la delocalizzazione delle produzioni in paesi dove il costo del lavoro è molto

più basso investe sempre meno nel mercato domestico.

L’obiettivo è quello di invertire questo processo di progressivo impoverimento che rende la moneta un bene sempre più

“raro” ed insufficiente ad alimentare le economie locali.

Il successo di questo progetto si fonda sull’adozione di Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina) che si affianchino

alla valuta ufficiale (euro) e vengano adottati ed accettati in tutti i punti vendita e di ristoro che adottano il marchio.

Questi buoni di scambio, per la loro caratteristicha peculiare di facilitare gli scambi in un ambito geografico ristretto, al

contrario dell’euro che è considerato riserva di valore, hanno una velocità di circolazione molto più elevata, ovvero con la

stessa quantità di moneta vengono effettuati un maggior numero di scambi con la conseguenza di apportare maggior

ricchezza alla comunità che la adotta.

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Semplificando molto, i buoni di scambio locale sono equiparabili alla fidelity card o al buono sconto della grande

distribuzione, ma invece di circolare solo all’interno della stessa catena, viene utilizzata ed accettata in un contesto più

vasto.

La cosa ideale sarebbe che oltre ai punti vendita e di ristoro de Il sapore del cuore venissero adottati per piccoli

pagamenti anche dagli altri commercianti, dagli artigiani, dai professionisti e perché no anche dal Comune-i dell’area

interessata. Ovviamente, come è facilmente intuibile, più si allarga il bacino di utenza di questa moneta di scambio locale

più alto è il numero degli scambi e maggiore è la ricchezza che viene prodotta.

Provando ad immaginare il percorso ideale di questa moneta possiamo vedere che l’imprenditore agricolo viene pagato

per la sua produzione (ad es. il grano) parte in euro (es.70-80%) e parte in moneta di scambio locale (es.20-30%). Con

gli euro pagherà tutto quello che non è reperibile in zona ovvero il gasolio, le sementi (se non sono autoprodotte), i

macchinari ecc. mentre con la moneta di scambio locale pagherà una parte: della spesa alla panetteria (es. 20%),

dell’onorario dell’idraulico (es. 20%), della spesa nel negozio di abbigliamento (10-20%), del calzolaio (20%), del

geometra (15-20%), della babysitter (30%), del professore per le ripetizioni di matematica al figlio (20%), la multa

comunale per divieto di sosta e la sera quando porta fuori a cena la famiglia pagherà parte del conto del ristorante (20-

30%).

La percentuale di accettazione di questa moneta varia in funzione della possibilità dell’esercente di pagare a sua volta i

propri fornitori in Buoni Locali .

Il progetto Arcipelago permetterà lo scambio delle eccedenze produttive all’inetrno del circuito nazionale che adotterà i

Buoni Locali SCEC

6 Il ruolo del Comune

In questo progetto il ruolo del Comune, o dei Comuni se la zona interessata è più ampia, è importante per rilanciare

l’agricoltura e l’economia locale. Innanzitutto, in virtù dei benefici che ne trarrà tutto il territorio, può agevolare

l’associazione dei produttori agricoli reperendo e mettendo a disposizione i locali per l’esercizio delle attività e agevolando

il disbrigo di tutte le attività burocratiche (come ha fatto il comune di Montevarchi (Arezzo) per il progetto “Il

Mercatale”).

Nel caso in cui la zona fornisse una quantità sufficiente di biomasse potrebbe intraprendere la strada della costruzione di

piccoli impianti per il teleriscaldamento o per la produzione di energia elettrica.

Al fine di migliorare la competitività delle imprese e la qualità di vita nelle aree rurali potrebbe sostenere ed

intraprendere progetti per la diffusione della banda larga nelle aree non ancora servite attraverso l’utilizzo di tecnologie

come il WiMax o il WiFi e attivare servizi in rete

Potrebbe incoraggiare anche economicamente l’associazione tra imprenditori agricoli ed il passaggio all’agricoltura

integrata o biologica.

Potrebbe sostenere l’associazione con campagne informative sul progetto

Potrebbe accettare come pagamento, in tutto o in parte, di alcune tasse comunali il Buono Locale SCEC

Potrebbe incentivare, anche economicamente, i privati e le aziende all’uso di energie alternative (biomasse, solare

termico, fotovoltaico e, se lo permette la zona, l’eolico) attraverso convenzioni con installatori e ditte fornitrici del

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materiale in modo da sfruttare il peso contrattuale, magari promuovendo anche dei gruppi di acquisto.

Molte di queste attività sono finanziate dai Piani di Sviluppo Rurale

PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO

• Aiuta il settore agroalimentare a fare una programmazione comune per il medio-lungo termine uscendo dalla logica degli aiuti comunitari, statali, regionali e a diversificare le attività

• Gli investimenti hanno un impegno economico limitato e danno i loro frutti molto velocemente

• Si persegue la qualità dei prodotti tramite l’agricoltura integrata o biologica

• Il produttore ottiene un “prezzo equo” dalla vendita della sua produzione

• Dall’accorciamento della filiera il consumatore ottiene un prezzo inferiore a quelli di mercato ed una qualità migliore dei prodotti

• Insieme all’agricoltura si rivitalizza tutta l’economia locale e si aumenta la qualità della vita

• Si recuperano la cultura ed i sapori locali

• Si mette in moto un ciclo virtuoso che apre la strada ad altri progetti tesi al miglioramento della qualità della vita

• La struttura modulare del progetto consente la sua applicazione a più livelli ed ogni soggetto interessato, pubblico o privato, può decidere il suo grado di coinvolgimento senza per questo pregiudicare il successo dell’iniziativa

PUNTI DI DEBOLEZZA DEL PROGETTO

• Per riuscire a mettere in moto tutte le potenzialità positive del progetto è necessario, almeno inizialmente, un numero minimo di imprese e persone motivate

NOTIZIE UTILI

• L’Italia importa grano dal Canada, Stati Uniti, Australia, Kazakistan

• Nel 2006 nel mondo si produrranno 61 milioni di tonnellate in meno del fabbisogno mondiale e per il 7° anno consecutivo verranno utilizzate le riserve strategiche

• I consumi alimentari sono da anni in costante diminuzione

• I prezzi dell’ortofrutta pagati al produttore sono da 10 a 20 volte inferiori a quelli che paga il consumatore finale

• al produttore un quintale di grano viene pagato 13-16 euro , un ettaro produce da 25 a 35 quintali di grano e le spese si aggirano da 300 a 500 euro per ettaro per cui il ricavato ricopre a mala pena le spese sostenute dall’imprenditore agricolo

• se viene adottata la coltura biologica solo 1/3 della superficie può essere coltivata a grano per la necessaria rotazione delle colture

• 100 kg di grano rende circa 80 Kg. di farina e 20 di crusca, da 80 kg. di farina si ottengono circa 100 kg. di pane per cui alla fine 100 kg. di grano=100 kg. di pane

• il costo della farina varia da 34 euro a oltre 50 euro al quintale

• il prezzo medio del pane al forno si aggira intorno ai 2-3 euro al kg. (2-300 euro al quintale contro i 20-25 del grano)

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La prima veste grafica dei Buoni Locali

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Forza e debolezza dell’economia italiana è la frammentazione in piccolissima, piccola e media entità della quasi

totalità delle imprese. Il momento attuale vede una serie di criticità che stanno divenendo ogni giorno più pesanti, se

non insostenibili. Per le aziende di produzione vediamo :

1. Concorrenza dei paesi a basso costo di manodopera ( specie sud-est asiatico ) non sostenibile. 2. Mancanza di programmazione a medio e lungo termine. 3. Per le aziende export grandi difficoltà per la forza dell'euro. 4. Mancanza di risorse per ricerca e innovamento 5. Utilizzo, per abbattere i costi, di personale non specializzato con conseguente perdita di qualifiche. 6. Diseconomie di scala dovute alla chiusura di aziende interne ai processi di lavorazione.

Il risultato si traduce in :

• Poli e distretti produttivi del comparto industriale vedono ridursi le quote di mercato in maniera crescente e molto preoccupante.

• Delocalizzazione per massimizzare i margini con conseguente trasformazione da attività produttiva in attività di import.

• Minore qualità e/o nessun controllo della merce importata. • Licenziamento della forza lavoro o utilizzo di precariato e part-time.

Per quanto riguarda le aziende di distribuzione ( sia all'ingrosso che al dettaglio ) vediamo :

1. Concorrenza di prezzo ( spietata ) della grande distribuzione organizzata. (GDO) 2. Mancanza di risorse per marketing e pubblicità. 3. Offerta di servizi finanziari da parte della GDO non replicabili dai piccoli imprenditori ( card con pagamento

rateale come stanno facendo, ad es. LIDL e COOP ) http://www.lidl-card.it/ 4. Mancanza di potere contrattuale contro fornitori di beni e servizi. Scarso peso politico ( i parcheggi ne sono un'

esempio ). La grande distribuzione organizzata agisce invece in senso opposto : http://www.gdonews.it/2007/10/adesso-ufficial.html

Il risultato si traduce in :

• Margini troppo bassi ( per chi sceglie la via della concorrenza ) o prezzi troppo alti ( per chi cerca di scaricare sui prezzi le difficoltà ).

• Liquidazioni periodiche per evitare immobilizzazioni e rimanenze. • Poco magazzino per far fronte ai continui cambiamenti di mode e mercato. • Espandersi del franchising in ogni settore. • Riduzione al minimo del personale con licenziamenti o precarizzazione

In comune sia produzione che distribuzione sopportano anche :

1. Costi fissi molto al di sopra della media europea. ( energia, trasporti, comunicazioni....) 2. Costi finanziari altrettanto alti. 3. Burocrazia pesante con servizi lenti e costosi. 4. Tassazione ormai a livelli insostenibili.

Le aziende di servizi, in questo contesto, hanno il fiato corto e la prospettiva di dover prestare servizi ad un numero

sempre più esiguo di imprese (e che tagliano ogni tipo di costo). Le varie associazioni di categoria dovrebbero pensare

seriamente a chi daranno assistenza, in futuro, per non trovarsi senza base associativa. Vista la situazione è molto facile

che ogni finanziamento alle aziende serva solo a dare respiro momentaneo al sistema, visto che la liquidità creata verrà

utilizzata per import, de-localizzazione, operazioni di immagine ; dove si pensa che il ritorno in termini di utili sia più

consistente e immediato. Come ribaltare questa prospettiva ?

Oltre a fattori difficili da contrastare ci sono molti altri componenti che invece possono e devono venire superati, anche

perchè sono le uniche problematiche dove la volontà personale dell'imprenditore può incidere, mentre non ha nessun

FILIERE PRODUTTIVE IN RETE Progetto per piccole e medie imprese per lo sviluppo di aree locali integrate

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potere, ad esempio, sul prezzo del petrolio o trova un muro di gomma nella burocrazia. Vediamo nel dettaglio senza

distinzione fra produzione e distribuzione dove possiamo intervenire con profitto :

1. Mancanza di programmazione e strategia di settore, comparto, filiera verticale. 2. Mancanza di marketing, pubblicità e informazione culturale su prodotti locali. 3. Acquisti polverizzati nella piccola distribuzione, con costi di acquisto non concorrenziali. 4. Mancanza di potere contrattuale in campo finanziario. 5. Bassa informatizzazione. 6. Crescita dell'invenduto

Tutte queste criticità si traducono in :

� segno meno nelle vendite senza distinzione di settore o posizione

http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=a7.07.26.14.08

� difficoltà crescenti di carattere finanziario che acutizzeranno i problemi :

http://it.biz.yahoo.com/31102007/2/risparmio-draghi-famiglie-arrancano-rischio-mut.html

� problemi crescenti di carattere economico con la restrizione del credito in atto

http://it.biz.yahoo.com/28102007/92/liberta-individuale-come-impegno-sociale-liberta-positive-negative.html

http://it.biz.yahoo.com/30102007/58-65/subprime-meta-imprese-italia-colpite-restrizioni-credito-csc.html

Alla luce di quanto sopra esposto le linee guida di ogni progetto aziendale passa attraverso punti obbligati ed altri

vivamente consigliati per rendere perfomanti le soluzioni proposte.

1. Creare un gruppo di azione di consulenza aziendale che metta in contatto verticalmente ed orizzontalmente le imprese. Una struttura leggera che interagisca ( nel caso siano propositive ) anche con CNA, Confcommercio ecc. e per creare la spina dorsale e perseguire il disegno finale. Questo anche in prospettiva del terzo punto

2. Aprire show-room di prodotti del territorio locale direttamente dei produttori, IN COLLABORAZIONE con la piccola distribuzione, come i Centri Commerciali Naturali, al fine di incentivare al massimo le connessioni economiche di tipo verticale (filiera) ed orizzontale (settore di attività).

3. Legare il territorio con un Buono locale, che affianchi la valuta ufficiale e unisca tutte queste forze PER CONVENIENZA. In questo modo si cementa la auto-sostenibilità delle filiere con un meccanismo autonomo senza più dipendere dall'ausilio esterno, connettendo consumatori, esercenti, professionisti, artigiani.

4. Connettersi con le varie zone italiane che utilizzano i Buoni locali, in modo da scambiare le eccedenze produttive, le produzioni di eccellenza, i beni primari non reperibili in zona nonché organizzare flussi turistici.

5. Perseguire obiettivi di qualità e di forte caratterizzazione commerciale (marchio locale). Fare marketing territoriale a 360 gradi, non solo per settore specifico con grande opera di informazione culturale associata all’attività economica svolta.

6. Il Comune o i Comuni dove hanno sede le aziende associate, possono aiutare il processo di ri-vitalizzazione delle economie locali attraverso il finanziamento di campagne di sensibilizzazione sul progetto, di incentivazione all’uso privato ed aziendale di energie rinnovabili, agevolando l’iter di tutte le pratiche burocratiche e reperendo dal patrimonio immobiliare pubblico e mettendo a disposizione locali idonei all’apertura dei punti vendita.

La ricchezza prodotta deve rimanere e circolare nel sistema locale, ed evitare che venga dispersa all'estero.

E' basilare notare come dalla fine degli anni '80 la GDO ha iniziato a tagliare i fili che univano produzione-distribuzione

all'ingrosso-distribuzione al dettaglio, che assicurava la circolazione della moneta all'interno del circuito nazionale.

La merce import, da loro organizzata e distribuita, ha spazzato o sta spazzando via tutta la filiera di molti settori, dalla

produzione alla distribuzione ingrosso-dettaglio. Quindi la soluzione dei problemi passa senza mezzi termini dalla

ricostruzione delle filiere in maniera organizzata, non ci sono ricette miracolose o idee geniali che risolvano i problemi

senza affrontare il nodo centrale che è questo.

Non per niente il successo della grande distribuzione organizzata è ricostruire la “filiera” e organizzare il “gruppo di

acquisto” al suo interno http://www.gdonews.it/2007/10/adesso-ufficial.html

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La sola consapevolezza di questo passaggio non serve : vediamo che tanti progetti di rilancio locale, se solo di facciata (

spesso per raccogliere finanziamenti pubblici...), non hanno altro risultato che quello di togliere fiducia circa la possibilità

di rendere economicamente convenienti queste iniziative.

Come rendere le piccole imprese competitive sul mercato oggi, con l’obiettivo della auto-sostenibilità ?

Da un recente articolo apparso sull'Herald Tribune , si apprende di una interessante iniziativa che sta per essere lanciata

dalla catena americana di grandi magazzini a basso costo Wal-Mart. La società ha deciso di ampliare i servizi finanziari

che già sta offrendo in 225 negozi, estendendoli almeno a mille negozi.

A chi utilizza questi servizi, la Wal-Mart verserà 200 "Wal-Mart dollari" che saranno spendibili all'interno della catena

dei suoi negozi. In questo modo aumenta il potere d'acquisto dei suoi clienti e promuove l'uso e la rapida diffusione della

sua nuova valuta. Con l'apertura di 875 nuove filiali che accetteranno questa nuova valuta, entro il 2008 la Wal-Mart

raggiungerà una capillarità di sportelli simile a quella della Citibank.

In Cina sono ormai 200 milioni gli utenti che usano una moneta virtuale chiamata QQ emessa dalla società

Tencent. I sistemi di scambio come i Buoni locali sono semplici da usare e aiuteranno imprese e privati a superare

questo periodo di estrema difficoltà. Utilizziamo questi metodi per ridare potere di acquisto a famiglie, piccole imprese,

pensionati e chi altro; se gli stessi metodi di Wal- Mart iniziano ad utilizzarli qui, nella grande distribuzione ( e forse è

solo questione di tempo…), per le comunità locali saranno giorni molto, molto duri.

Quindi è arrivato il momento di muoversi senza esitare.

• Gruppo di consulenza aziendale : collaborazione con l’associazione di emissione

Avere una piccola struttura, un gruppo di lavoro formato sulle problematiche monetarie è il primo passo. Questa

collabora con l’associazione di emissione dei Buoni locali , ed assolve a questo compito in un'ottica diversa rispetto alle

associazioni di categoria oggi presenti.

Questo gruppo coordina l'apertura dello show-room locale, il quale assolve alla funzione di LUOGO DI INCONTRO E

DIALOGO, dove le attività omogenee e similari possono concordare nel tempo una strategia globale, adattarla ai

cambiamenti in atto, o dove si aggregano i gruppi di domanda ( ad esempio i GAS ) e di offerta pagabili in Buoni locali.

Le associazioni di categoria, se propositive, possono esserne parte attiva. Naturalmente ogni forma di collaborazione

con esse è ben accetta. La formazione in materia monetaria è basilare così come lo spirito di lavoro di gruppo anche con

le altre esperienze di rete, come avviene tra le località aderenti ad Arcipelago.

• Creare mercato per le aziende : sbocco della produzione alla vendita diretta

Lo show-room, snodo locale coordinato con la piccola distribuzione

Si legge dovunque la necessità di organizzare i produttori e mandarli alla vendita diretta. Questo è fattibile sia come

associazione di produttori che come singole entità in un’unica struttura. Cambiano le modalità operative ma non

la sostanza.

Si procede con l'apertura di SHOW-ROOM di produttori/prodotti locali collegati ai Centri Commerciali

Naturali, dove coordinare gli attori della filiera.

Il tutto da costruire intorno alla pietra angolare dell’agricoltura : il comparto alimentare ( la base per i Buoni locali ) è il

primo passo per dare forza e credibilità all’intero progetto : Il Sapore del cuore è davvero il cuore di tutto il resto.

http://www.centrofondi.it/articoli/sapore_cuore_progetto.htm

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In questi punti vendita agroalimentari il consumatore può trovare il pane e tutti i prodotti da forno, l’ortofrutta, l’olio il

vino e le altre eventuali lavorazioni fatte in modo artigianale dalle aziende associate (passate, confetture, lavorazioni

casearie e carni), oltre a punti di ristoro, fiaschetterie, pizzerie.

Queste attività catalizzeranno la potenziale clientela per il resto delle attività svolte all'interno dello show-room. E' in

questa sede che si organizza e garantisce lo sbocco alla vendita della produzione locale ; è necessario concentrare le

energie per farlo funzionare al meglio. Non per niente il successo della GDO parte dalla cura maniacale del punto

vendita.

Per effettuare quella sostituzione di merce di importazione con prodotti locali, dobbiamo assolutamente

accompagnare il prodotto locale nelle case della gente dandogli un’alternativa valida in termini di prezzo e qualità. In

questo caso il ruolo dei grossisti rimasti in piedi può diventare basilare. Conoscono il mercato, possono organizzare la

produzione e al tempo stesso incanalarla nei punti vendita da loro selezionati e sensibili all'iniziativa, nella veste di

consulenti/coordinatori e non più di grossisti, attuando così l'accorciamento della filiera.

Il rischio per i produttori è quasi nullo; devono solo far confluire una parte di produzione direttamente alla vendita, senza

stravolgere il proprio business, all’interno della loro normale attività. L’unione fra aziende permette anche di poter

arrivare con maggior facilità ad una programmazione aziendale comune di medio-lungo periodo il più possibile svincolata

da finanziamenti esterni, oltre alla possibilità di attivare interessanti economie di scala.

Possono in questo modo trovare sbocco quelle scorte di magazzino che si stanno inesorabilmente accumulando in attesa

(purtroppo) di uno smercio in frenata continua.

Queste condizioni consentirebbero una partenza veloce e potrebbe scongiurare il rischio di chiusure e licenziamenti.

Spostare gli spacci aziendali da zone remote in show-room organizzati, attivare una rete artigianale ( calzolai,

sarti, tappezzieri ecc. ) se possibile all’interno creando così ulteriore attrazione ( come stanno cercando di fare le Coop ) ,

altrimenti nelle vicinanze o comunque in stretto contatto e collaborazione è un ottimo coadiuvante.

Il produttore che non se la sentisse di partecipare a tutte le fasi della filiera, può decidere eventualmente di limitarsi a

fornire solo un appoggio “esterno” all’associazione agendo da fornitore, ed in questo caso il suo apporto termina con il

ricevimento di un “prezzo equo” (in parte pagato con Buoni locali ). Tutte le fasi di vendita verranno eseguite

dall’associazione.

In molti settori assistiamo al fenomeno crescente delle “due velocità”, vale a dire al produttore che vende a caro prezzo

ove possibile per fare utili alti atti a compensare la vendita sottocosto del resto del prodotto alla GDO. Ciò è deleterio

anche nei confronti del prodotto italiano stesso, tacciato di alto prezzo per il solo fatto di essere prodotto in Italia,

mentre spesso il problema è semplicemente la distribuzione.

Prezzo equo, sicurezza di smercio e pagamenti brevi dovranno essere perseguiti come obiettivo primario.

Le spese di gestione dello show-room possono essere abbassate notevolmente grazie all’uso di energie alternative

(biomasse, solare termico, fotovoltaico e, se lo permette la zona, l’eolico) attraverso convenzioni con installatori e ditte

fornitrici del materiale, che possono avere punti vendita nello show-room stesso, e grazie ai Comuni (vedi punto 6).

Dentro ogni show-room e nel Comune , si prevede l'apertura di uno Sportello multifunzione informativo sul progetto e

sulle aziende che partecipano al progetto comprese nuove tecnologie, energie alternative, artigianato, possibilità

turistiche fuori regione e scambi interregionali attraverso la rete nazionale dei Buoni Locali Arcipelago.

Il ruolo della piccola distribuzione alla luce della filiera corta

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Il rapporto sul commercio in Toscana 2006 (solo un’ esempio, ma vale per tutti) parla chiaro: la piccola distribuzione è

con l’acqua alla gola e non da segni di risveglio; non fa lo scatto in avanti culturalmente e consapevolmente verso forme

associative in grado di contrastare la GDO.

Risultato? Segno meno nelle vendite da molto tempo, e se ci aggiungiamo l’inflazione reale il quadro è desolante. E oggi

è in netta crescita la percentuale del credito al consumo, valutata dall'Abi intorno al 17,5% pari a 93,8 miliardi di euro,

mentre il credito fondiario è cresciuto del 10,8 per cento raggiungendo i 289,8 miliardi; altro dato allarmante arriva dalla

constatazione che il rapporto tra l'indebitamento e il reddito delle famiglie italiane è passato dal 48% al 75%, con un

terribile aumento del ricorso al credito al consumo e ai mutui http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/economia/credito-

mutui/credito-mutui/credito-mutui.html

Inoltre franchising e negozi mono-marca si stanno diffondendo sempre di più grazie all’ausilio e allo strapotere

finanziario della casa madre, togliendo spazio vitale ai prodotti non griffati e locali. Per non parlare degli outlet di griffes

(associati e in perfetta sintonia), che stanno nascendo come funghi accanto ai caselli autostradali, magari costruiti

appositamente per loro.

I piccoli negozi preferiscono chiudere che associarsi, e le associazioni di categoria non sempre svolgono appieno il loro

ruolo di guida e spesso sono ridotte al rango di aziende di servizio e nient'altro. La piccola distribuzione spesso è miope

da non vedere che, andando avanti così, chiudendo l’attività in proprio, dovranno spesso fare come dipendenti quello

che hanno rifiutato di fare da proprietari. Da proprietari a dipendenti precari di un business che prima era il loro. La

speranza comunque di vedere gli operatori aggregarsi, essere disponibili ad un lavoro di squadra (con quelli che prima

erano considerati concorrenti) sulla base di nuove regole condivise, c’è sempre.

Anche per loro i grossisti (interni o no allo show-room) possono trasformarsi in organizzatori di gruppi di acquisto per la

merce di importazione ad oggi non più reperibile da produttori italiani ma indispensabile alla soddisfazione dei bisogni

delle persone, andando a completare l'offerta di beni e servizi in Buoni locali. Potrebbero mettere insieme gli ex

concorrenti soprattutto se sono molto sparsi sul territorio, e assisterli nella informatizzazione dell’azienda. In fondo anche

i grossisti vedono l’affacciarsi di imprese import/ingrosso direttamente di proprietà estera (gli import/ingrossi cinesi si

stanno espandendo in tutti i settori e spesso giungono fino alla vendita diretta dell’importato).

Le due figure, show-room e piccola distribuzione sono quindi complementari e non in concorrenza.

Inoltre possono giungere ad accordi distributivi ad oggi difficili da realizzare per mancanza di coordinamento e figure

professionali di raccordo. Sinergia totale.

Inoltre si è alzata di molto la soglia minima di investimenti per stare sul mercato, a tal punto che solo nell’aggregazione

si troveranno, a breve, le risorse economiche per reggere il passo della GDO in fatto di marketing. I rischi per i

dettaglianti sono anche in questo caso minimi.

Diviene semplice anche organizzare un servizio di trasporto comune. Lo show-room diviene centro logistico di

smistamento anche per la piccola distribuzione con notevoli risparmi.

Possono essere stipulati accordi per la gestione dello show-room, dove il negoziante sposta parte della sua attività e

viene retribuito per la contemporanea vendita della merce dei produttori.

3- I Buoni locali : il collante

Dei semplici Buoni , detti Buoni locali SCEC ( la Solidarietà che cammina ), sono l’unica cosa che può unire ciò che fino

ad oggi, nonostante la crisi, non si è unito.

La piccola distribuzione, le aziende di servizio, i professionisti dal lato dell’offerta e la popolazione da quello della

domanda ne trarrebbero beneficio immediato vista la mancanza di potere d'acquisto e la forte diminuzione della

domanda ( già drogata dal credito al consumo ).

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Rende i prodotti commercializzati dalla rete meno cari, fidelizza la clientela, la sposta dalla GDO verso il locale con effetti

benefici e duraturi. Contribuisce alla rivitalizzazione del territorio e si identifica nel territorio, incentiva le connessioni

economiche tra zone limitrofe aderenti al progetto. Il Buono locale cercherà la sua via di spesa nel locale, ancorando

anche la parte di prezzo pagata in euro al territorio.

Far aderire le aziende al sistema dei Buoni, in maniera da formare un ampio circuito di offerta di beni e servizi è di

assoluta necessità ed è la condizione primaria del progetto: cementare i mattoni/aziende nella maniera migliore, per

convenienza.

Provando ad immaginare il percorso ideale di questa moneta possiamo vedere che l’imprenditore agricolo viene pagato

per la sua produzione (ad es. il grano) parte in euro (es.70-80%) e parte in SCEC (es.20-30%). Con gli euro pagherà

tutto quello che non è reperibile in zona ovvero il gasolio, le sementi (se non sono autoprodotte), i macchinari ecc.

mentre con gli SCEC pagherà una parte: della spesa alla panetteria (es. 20%), dell’onorario dell’idraulico (es. 20%), della

spesa nel negozio di abbigliamento (10-20%), del calzolaio (20%), del geometra (15-20%), della babysitter (30%), del

professore per le ripetizioni di matematica al figlio (20%), la multa comunale per divieto di sosta e la sera quando porta

fuori a cena la famiglia pagherà parte del conto del ristorante (20-30%).

La percentuale di accettazione di questi SCEC varia in funzione della possibilità dell’esercente di pagare a sua volta i

propri fornitori in Buoni Locali .

4- Connettere le zone per integrare le economie locali

L’obiettivo è quello di favorire e coordinare la diffusione dei Buoni locali di in tutto il territorio italiano e poi avviare,

avendo la stessa struttura e gli stessi criteri di emissione e distribuzione, lo scambio di merci e servizi in eccesso fra le

varie realtà pagando ognuno in percentuale in Buoni della propria località di origine. Questo permetterebbe di ricreare in

poco tempo una economia nazionale, non più dipendente dalle assurde e dannose logiche della globalizzazione, portare

ricchezza pura non gravata dal debito e dimostrare che esiste un altro modo di fare economia.

Ogni zona locale aderente beneficerebbe di una corsia economica preferenziale, con ottimi risultati specialmente nel

settore turismo. Inoltre va a completare l'offerta dello show-room con beni non reperibili in zona, agendo come snodo di

rete.

5- Informazione e marketing territoriale

E’ indispensabile avere almeno una azienda software e una pubblicitaria di fiducia, anche al fine di ottimizzare i costi per

promozioni comuni ed efficaci. I software applicativi gestionali e di rete sono un fattore tecnico e ne esistono di ben

rodati. Adeguata pubblicità stampata e internet sono una buona spinta che comunque sono niente se non sono uniti da

qualità e prezzo. Dare la possibilità alla gente di "toccare" le aziende della rete con applicativi software (siti web

descrittivi all'interno di un negozio virtuale, sul modello tedesco) può renderli coscienti che il prodotto è veramente locale

ed è di qualità superiore. Un altro problema non da poco, visto che nessuno sa più dove viene fatto cosa, la legislazione

sulla provenienza dei prodotti non tutela, i marchi spesso sono facciate che nascondono realtà di import e non di

produzione.

Il marchio locale, da associare a tutti gli attori del progetto, deve avere delle basi solide per non divenire un

boomerang nella mente della gente, con la conseguente perdita di fiducia nella località dei prodotti e quindi essere

messo sullo stesso piano di tutti gli altri canali di distribuzione (supermercati, discount) Anche il nome del Buono locale

puo’ essere un ottimo marchio/veicolo che fa associare il circuito locale all’idea di ricchezza locale.

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Si possono prendere accordi con le scuole per visite nelle aziende locali, e inoltre finanziare l’espansione territoriale della

editoria indipendente inserendola ogni dove nella distribuzione. Coinvolgere persone e aziende importanti per il territorio

è di primaria importanza per l’effetto traino che possono portare.

I GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), che spesso acquistano fuori regione direttamente da produttori, sono un’esempio

significativo di quello che noi dobbiamo far evolvere, con un vestito professionale, non occasionale e continuo,

garantendo al produttore prima l’alternativa, poi la continuità di vendita e quindi la sopravvivenza.

6- Il ruolo dei Comuni

L’adesione, diretta o indiretta all’emissione del Buono locale SCEC è di grande aiuto al successo dell’intera operazione,

anche nell’interesse del Comune stesso.

Esso potrebbe dare sgravi fiscali alle imprese che aprono aziende con finalità in sintonia con il progetto di rivitalizzazione

del territorio, creare coesione sociale con iniziative varie in collaborazione con le associazioni locali, promuovere turismo,

gemellaggi incontri con altre realtà che utilizzano Buoni locali con beneficio reciproco duraturo. Aiutare l’apertura e la

localizzazione dello show-room, che è un’ elemento importantissimo, agevolando il disbrigo di tutte le attività

burocratiche (come ha fatto il comune di Montevarchi (Arezzo) per il progetto “Il Mercatale”.

Contrastare lo sviluppo della GDO in quanto idrovora di ricchezza del territorio, passa necessariamente attraverso il

reale lancio dei Centri commerciali naturali, che ad oggi non hanno beneficiato di azioni concrete, ma solo di

operazioni di immagine.

Il problema dell’immigrazione poi , spinoso per molti comuni, può essere mitigato dando potere di acquisto agli immigrati

tramite i Buoni locali, favorendo l’integrazione e contrastando la delinquenza grazie alla migliorata situazione economica

e il contatto personale che crea il Buono.

Al fine di migliorare la competitività delle imprese e la qualità di vita nelle aree rurali potrebbe sostenere ed

intraprendere progetti per la diffusione della banda larga nelle aree non ancora servite attraverso l’utilizzo di tecnologie

come il WiMax o il WiFi e attivare servizi in rete. Potrebbe sostenere l’associazione con campagne informative sul

progetto. Potrebbe accettare come pagamento, in tutto o in parte, di alcune tasse comunali, gli SCEC locali.

Potrebbe incentivare, anche economicamente, i privati e le aziende all’uso di energie alternative (biomasse, solare

termico, fotovoltaico e, se lo permette la zona, l’eolico) attraverso convenzioni con installatori e ditte fornitrici del

materiale in modo da sfruttare il peso contrattuale.

Con una operazione “forte” come questa, il Comune ritorna ad avere il ruolo di indirizzo e supporto territoriale che gli

compete.

- Altre considerazioni generali

L’accorciamento delle filiere è importante anche per un altro motivo. La produzione che è stata spostata in Cina o in

Romania per approfittare della manodopera a basso prezzo e di beni meno cari, ora assorbe una parte sempre più vasta

del reddito nazionale, nella misura in cui i deficit commerciali crescenti intaccano la crescita nazionale.

Il costo si rivela in USA nella svalutazione del dollaro e in un deficit commerciale astronomico, e in Europa in un euro

«forte», che ha dimezzato il potere d’acquisto rispetto alla lira, al marco e al franco. Quindi in futuro la merce import

aiuterà progressivamente meno i portafogli della gente. Ma soprattutto, paghiamo i telefonini di Formosa e le carabattole

cinesi con il futuro dei nostri figli che non troveranno lavoro adeguato alle loro competenze. Ma quali competenze?

Le nazioni perdenti perdono e dissipano le competenze umane preziose. Un tecnico di computer trova sì lavoro a

McDonald’s, un ingegnere elettronico o un meccanico possono trovare occupazione nel commerciale, come venditori. Ma

presto, l’uno e l’altro avranno dimenticato le loro competenze tecniche preziose (e costose per la comunità), non le

aggiornano più. Queste competenze non sono facilmente recuperabili. Questo sta succedendo sempre più velocemente.

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Come evidenziato da molti economisti attenti, dall’America iniziano ad arrivare indicazioni del passaggio da “corporation”

a “confederation” delle grandi multinazionali. Queste ultime, tramite alleanze, join venture, partecipazioni di minoranza,

accordi di scambio di know on tendono a decentrare ogni aspetto di impresa andando a produrre dove i costi/benefici

sono inferiori ogni tipo di prodotto, anche immateriale, chiudendo ogni spiraglio di mercato alla piccola impresa che non

ha prospettive di sopravvivenza a medio termine. Le liberalizzazioni ordinate ai politici fanno il resto. Quindi anche i

distretti produttivi di eccellenza hanno un futuro tutto da riprogrammare per non scomparire sotto i colpi di una

globalizzazione selvaggia.

Saldare produzione e vendita farà si che non spariscono competenze e attori economici, che si vada a finanziare una

produzione senza sbocchi, in un vicolo cieco vista la concorrenza straniera, o una vendita locale in cui c’è solo

produzione estera e che quindi non sposta di un centimetro l’equilibrio economico verso il locale. Certo la sfida è molto,

molto dura: vediamo le produzioni locali, specie nell’alimentare, diventare “presidi territoriali” da proteggere

dall’industria, straniera in particolare. Queste produzioni, invece di essere sulle nostre tavole come accadeva solo 30 anni

fa, vengono venduti a peso d’oro quasi come souvenir mentre le tavole sono piene di prodotti OGM industriali al limite

del delinquenziale. Rendere i prodotti locali concorrenziali riattivando le produzioni locali e le economie locali è la sfida

della nostra generazione.

PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO :

− Realizzazione in tempi rapidi del sistema Buoni locali SCEC − Svincolo degli aderenti dalla dipendenza da finanziamenti esterni all'attività, con conseguente programmazione a

medio-lungo termine con quella serenità necessaria agli investimenti produttivi con ritorni economici non nell'immediato

− Grande diversificazione delle produzioni in spazi territoriali ristretti per show-room con offerta molto diversificata e concorrenziale.

− Coalizione tra produttori e punti vendita di zona con sinergie potenzialmente enormi per il territorio − I produttori ottengono un prezzo equo dalla vendita della loro produzione − Il consumatore ottiene un prezzo competitivo, una qualità migliore e un servizio ottimo e capillare − Si mantengono cultura e produzioni locali specializzate senza perdere competenze. − Gli investimenti hanno un impegno economico limitato e danno il loro frutto molto velocemente − Si mette in moto un meccanismo virtuoso che passa dall'arresto del degrado economico al rilancio del territorio ;

questo apre la strada ad altre iniziative con una base solida di autosostenibilità − La struttura modulare del progetto consente la sua applicazione a più livelli ed ogni soggetto interessato, pubblico o

privato, può decidere il suo grado di coinvolgimento senza per questo pregiudicare il successo dell’iniziativa

PUNTI DI DEBOLEZZA DEL PROGETTO:

− Per riuscire a mettere in moto tutte le potenzialità positive del progetto è necessario, almeno inizialmente, un numero minimo di imprese e persone motivate

− La collaborazione degli Enti locali può essere molto positiva, ma il loro coinvolgimento dipende da persone consapevoli e motivate al loro interno.

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La piattaforma telematica di ARCIPELAGO SCEC (www.arcipelagoscec.net) è stata fortemente voluta da tutti i partecipanti all’iniziativa per facilitare la creazione di mercato dei buoni locali che sono l’elemento di traino nella ricostituzione del mercato locale; in mancanza di strumenti validi l’azione dei Buoni è sicuramente meno penetrante. Questa piattaforma assolve tale funzione, con l’obiettivo di raggiungere una quota di imprese e di utenti cha assicurino la piena utilizzazione dei buoni, tanto in orizzontale (offerta al pubblico di beni e servizi) quanto in verticale (filiere produttive). Tramite questo strumento modulare, le varie isole potranno reperire fuori zona i beni e servizi non presenti nel territorio e distribuire le proprie eccedenze produttive ove ce ne sia richiesta. Sono presenti anche alcuni strumenti per facilitare la comunicazione interna; è possibile inviare messaggi al singolo utente, a determinati gruppi di persone, si possono creare dei sondaggi, inserire delle news e dei messaggi priorità e altro come da elenco sotto. Il mercato offre già portali internet: business to business (b2b) o business to consumer (b2c) siamo noi, con il lavoro sul campo a dover rendere vivo lo SCEC e a renderlo CONVENIENTE. Convenienza e semplicità sono le leve che determineranno la crescita del progetto Buoni Locali.

Caratteristiche tecniche della piattaforma telematica Intanto è utile premettere che la piattaforma è stata creata con l’autotassazione ed il lavoro che molti di noi volontariamente, hanno rubato agli affetti ed allo svago per inseguire un ideale. Il nucleo del sistema di ARCIPELAGO si trova in Liguria, nella città di Genova, presso una società informatica che ci ha offerto ospitalità e competenza tecnica di alto livello, i computer si trovano in un ambiente climatizzato 24 ore su 24, 365 giorni l’anno ed assistiti da personale qualificato che non ha nulla da invidiare ai tecnici di rinomate aziende. Il server è stato sviluppato con software OPEN SOURCE di ultima generazione La rete è in fibra ottica con banda da 10 Mbit nominali Il server è protetto da attacchi ed intrusioni esterne

Archivio Anagrafico (le pagine gialle dello SCEC) Il server contiene un database (rdbms MYSQL) che permette l’accesso di centinaia di utenti in contemporanea grazie anche alla capacità della banda in fibra ottica. L’archivio anagrafico contiene i nominativi degli iscrittti in tutto il territorio italiano (privati-imprese) la registrazione avviene anche online. Esistono numerose facilitazioni per i visitatori del portale: filtri di ricerca per provincia, regione, cap o quartiere; suddivisione fra privati ed esercizi pubblici; fra tipologie di attività (dettaglio, produzione, ingrosso), fra percentuali di SCEC accettate.

Promozione virtuale e baratto Ogni aderente al circuito, sia esso privato o impresa potrà avere una “vetrina elettronica” dove promuovere se stesso o la propria attività. Se si tratta di privati avremo un mercatino per il baratto, prestito di cose e adozione di animali, con possibilità di inserimento, variazione e cancellazione degli annunci direttamente da internet. Inoltre i privati possono unirsi in gruppo di acquisto solidale permanente o temporaneo. Se si tratta di imprese allora la gestione è più complessa e rimandiamo ai paragrafi successivi. Commercio virtuale Il sistema di commercio elettronico offre alle imprese una vetrina dove poter promuovere la propria attività e vendere i prodotti sia all’interno del circuito che all’esterno ai non aderenti. Per tutte quelle aziende che fanno parte della filiera del fabbisogno di beni e servizi destinati ai privati il sistema offre un estensione per vendere on-line ai gruppi di acquisto solidale. Di seguito si espongono in dettaglio le funzionalità offerte alle imprese:

Piattaforma telematica per le isole di Arcipelago Lo strumento informatico per imprese ed enti locali e per l’incontro tra

domanda e offerta in Buoni locali

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Modulo di registrazione on-line 1 pagina Web modificabile di presentazione Scheda valutazione visibile a tutti Delega all'associazione della gestione dei servizi di e-commerce (utenti non esperti) Gestione dei listini dei prodotti di magazzino Gestione degli ordini singoli o di gruppo Storico ordini Storico prodotti venduti Servizio di backup on-line, una cartella condivisa sul server dove salvare ad esempio files personali di natura confidenziale Di seguito potete vedere due pagine del sito www.economia-solidale.org dalla cui base sta nascendo la piattaforma online sopra descritta.

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PIANO GENERALE SULLA MOBILITA’ Grazie alla collaborazione di un’azienda che ha depositato, a livello italiano, 2 brevetti per invenzione industriale, finalizzati alla razionalizzazione del trasporto su gomma in modo da rispettare la normativa vigente, favorire il PIANO GENERALE SULLA MOBILITA’ promosso dal Ministero dei Trasporti sulla previsione e sulla pianificazione dei flussi, la piattaforma telematica di Arcipelago al proprio interno ha un collegamento che permetterà, ad ogni operatore, di ricercare in modo visuale, un autocarro con caratteristiche compatibili alla necessità di spedizione. Il sistema, in tempo reale, mostra l’itinerario (geo-localizzazione) di uno o più autocarri e la capacità di carico (mai implementato in precedenza), l’operatore potrà interagire direttamente con l’autista o con il responsabile dell’azienda coinvolta nel trasporto della merce e richiederne l’intervento.

Grazie a questo sistema si riuscirà a rendere competitivo il costo di ogni trasporto e fare in modo che ogni autocarro non percorra mai degli itinerari “a vuoto”, contribuendo al rispetto dei parametri sui gas serra imposti all’Italia dall’accordo di Kyoto.

Piattaforma per la razionalizzazione

del trasporto merci su strada

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Il sistema è stato concepito per favorire l’aggregazione tra le aziende di trasporto, contribuendo a ridurre il numero di micro-imprese (padroncini) che comunque saranno destinate al riassorbimento come previsto dalle finalità del PGM stesso. In quest’ottica di collaborazione è stato sviluppato un sistema che consente agli stessi trasportatori di interagire tra loro visualizzando le proprie posizioni direttamente dall’automezzo (sistema d’invito), tramite un display di bordo, un palmare o uno smartphone.

Questi stessi strumenti possono essere utilizzati per molteplici usi: il car-sharing, il car-pooling (per decongestionare il traffico cittadino), l’assistenza alle persone con malattie invalidanti (morbo di Alzheimer), lungodegenti (in caso di assistenza urgente), gli anziani soli e i professionisti che svolgono lavori di una certa pericolosità. Tutto questo porterà notevoli risparmi alle amministrazioni comunali ed al Servizio Sanitario Nazionale.

Altre caratteristiche Un Forum locale e nazionale Un sistema di video-conferenza tramite voip

In fase di studio Turismo : sezione dedicata alle offerte turismo in SCEC. Una sezione in cui mettere dei files/documenti scaricabili

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Regolamento Operativo per la gestione dei Buoni Locali SCEC PREMESSA Questo documento definisce e regolamenta la modalità di gestione degl i SCEC che le Associazioni Aff i l iate ad ARCIPELAGO SCEC si impegnano a r ispettare e a far r ispettare ai propri associat i , al f ine di consentire la c ircolazione degl i SCEC emessi da ogni Affi l iata al l ’ interno di tutte le analoghe realtà uff ic ialmente presenti sul terr itorio ital iano. Tecnicamente questo Regolamento intende rappresentare l ’attuazione del le fasi operative attualmente condivise dai partecipanti al Progetto Arcipelago SCEC. I l Regolamento è inserito in un percorso che storicamente traguarda, in una final ità di lungo termine, quel la di costituire una “Transit ion Money” al servizio del la Sovranità Monetaria del la Col lett ività. Le note tecniche di r ifer imento sono riportate nel l ’apposita sezione. Diritti e Obblighi delle Affil iate ad Arcipelago SCEC Le Aff i l iate sono le Associazioni che aderiscono allo Statuto di Arcipelago SCEC e sottoscrivono i l presente Regolamento. Gl i associat i sono le persone fisiche che regolarmente iscr itte ad una Aff il iata ad Arcipelago SCEC, ne condividono le f inal ità statutarie e partecipano al c ircuito di scambio. Le Affiliate ad Arcipelago SCEC si riconoscono vicendevolmente il diritto di: • stampare i propri Buoni Locali SCEC; autorizzare i propri associat i a spendere i Buoni Locali

anche presso gl i associat i (accettatori) del le altre Aff il iate; • verif icare, tramite i propri rappresentanti, la conformità del le operazioni svolte dal le altre

Aff il iate r ispetto al presente Regolamento. In capo a ciascuna Affil iata grava l ’obbligo di: • sostenere i costi di gestione del la propria att ività in ambito locale e quel l i eventuali , in

associazione con le altre, di sostegno ad Arcipelago SCEC da loro espressamente approvate;garantire agl i associati del le altre Aff il iate che i Buoni Local i saranno accettati al le stesse condizioni def inite dai propri soci accettatori;permettere ai rappresentanti del le altre Aff il iate di verif icare la conformità del le proprie operazioni r ispetto al presente Regolamento.

REGOLAMENTO Gestione: Premessa. La distr ibuzione gratuita degl i SCEC deriva da quote di altrettanta ed equivalente proprietà gratuitamente e l iberamente concessa, dai suoi legittimi proprietari, e destinata esclusivamente al c ircuito di scambio di SCEC contro, appunto, quote proporzional i di merce e servizi r itenuti sul la f iducia equivalenti. 5. Produzione: gl i SCEC vengono stampati da ogni Affi l iata r ispettando le caratterist iche

indicate al punto 1 del le note tecniche; l ’Aff i l iata si impegna altresì a garantirne la custodia e a prevenirne l’uso i l legitt imo;

6. Assegnazione: gl i SCEC entrano legitt imamente a far parte integrante del la vita economica

del la col lettività coinvolta una volta che sono state eseguite e documentate le seguenti operazioni NUMERARIE: a) Val idazione; b) Carico; c) Registrazione, e quindi distribuiti nel r ispetto del le norme d) Distr ibuzione, ed e) Antic ipazione. Le somme del le quantità numerarie val idate, r isultanti dai verbal i di carico, devono sempre corr ispondere al le quantità r isultanti dai verbal i di scarico sommate al le quantità in deposito (norma vincolante di pareggio)

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7. . Le quantità di SCEC ricevuti a fronte di ogni lotto di stampa dovranno inf ine corr ispondere al le quantità r isultanti dai corr ispondenti verbal i di scarico.Validazione: su ogni SCEC è apposto i l timbro identif icativo del l ’Aff i l iata t itolare del la stampa nonché qualsiasi altra informazione come prescritto dal punto 2 del le note tecniche;

8. Carico: la quantità di SCEC val idati viene registrata compilando i l verbal i di carico. 9. Registrazione: ogni volta che gl i SCEC vengono distr ibuiti , la quota/quantità oggetto del la

distr ibuzione e i l nominativo del r icevente viene registrato sul verbale di scarico ( la f irma per r icevuta non è vincolante nei casi previst i dagl i articol i 10 e 10a

10. Trasparenza: le att ività svolte dagl i iscritt i in nome e per conto del l ’Aff i l iata sono regolarmente comunicate al pubblico nonché aperte al la partecipazione degl i iscr itt i che manifestano interesse a seguirne lo svolgimento e/o a parteciparvi att ivamente.

Scarico: 11. Iniziale: a tutt i gl i iscr itt i saranno assegnati 100 SCEC all ’atto del l ’ iscr izione formale; 12. Ordinaria: quando le att ività di monitoraggio, promosse dal l 'Aff i l iata, fanno emergere che

un campione significativo di soci ha esaurito i Buoni Local i SCEC, l ’Aff i l iata si att iva per r ipetere la distr ibuzione iniziale.

13. Divulgativa: in occasione di eventi social i o di part icolari opportunità uti l i a molt ipl icare e

facil i tare i l contatto con i l pubblico e al f ine di diffondere la conoscenza del Progetto Arcipelago SCEC, le Aff i l iate possono uti l izzare una quota aggiuntiva di SCEC al massimo pari al 5% del totale già distr ibuito agl i iscr itti , per offrire piccole somme individual i di Buoni Locali .

14. Promozionale:La final ità di tale distr ibuzione promozionale è quel la di invogl iare le

persone potenzialmente interessate ad iscr iversi formalmente. Queste distr ibuzioni possono avvenire tramite: 1. in iziat ive auto-organizzate dal l ’Aff i l iata, uti l izzando una quota aggiuntiva di SCEC al

massimo pari al 20% del totale già distribuito agl i iscr itt i; 2. in iziat ive promosse in collaborazione con le Ist ituzioni Pubbliche Local i, ut i l izzando una

quota aggiuntiva di SCEC al massimo pari al 100% del totale già distr ibuito agl i iscr itt i; in questi casi le Ist ituzioni saranno tenute a r ispettare la normativa qui descritta.

15. Sociale: l ’Aff i l iata può promuovere e premiare comportamenti individuali virtuosi volt i al

migl ioramento e nell ’ interesse del la col lettività di ri fer imento. I r iconoscimenti verranno erogati uti l izzando proporzionate quantità di SCEC aggiuntivi, e rese note al pubblico.

Anticipazione: 16. Anticipazione Revolving: gl i iscr itti possono a propria discrezione fare r ichiesta di una

quantità di SCEC minima pari a 5 volte la quota iniziale e al massimo equivalente al le quote ordinarie distr ibuite nei precedenti due anni (se superiore al valore minimo indicato).

17. Gl i iscritt i che si trovano in questa condizione non r iceveranno le successive distr ibuzioni (di qualsiasi t ipo, ad esclusione di quel la sociale qualora appl icabi le) e f ino al la concorrenza del 100% del l ’anticipazione r icevuta. Fino a quando l’antic ipazione non viene completamente r iassorbita dal l ’Aff i l iata o restituita dal l ’ iscr itto, quest’ultimo non può fare r ichiesta di ulteriori antic ipazioni. La quantità di SCEC da r iassorbire o restituire sarà uguale al la quantità oggetto del l ’antic ipazione.

18. Amministrazione

Anagrafe: Al f ine di costituire un sodalizio organico e sinergico, grazie al la partecipazione cooperativist ica del le Aff il iate e dei propri associati , verrà ist ituito l ’albo uffic iale del le Aff i l iate e l ’anagrafe unica (dettagl i operativi def initi al punto 3 del le note tecniche) dei loro iscr itti permettendo così i l control lo incrociato del le singole iscr izioni. L’ iscr izione ad una Aff i l iata preclude la possibi l i tà di iscr iversi presso altre Aff i l iate.

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19. Report: Al f ine di permettere al le Affi l iate di valutare collett ivamente le dinamiche che si svi luppano nel complesso di Arcipelago SCEC, le creazioni e distr ibuzioni di SCEC verranno registrate tramite apposit i report, def initi al punto 4 del le note tecniche, e regolarmente pubblicati.

20. Modifiche al Regolamento. La complessità dei fenomeni economici in cui si inserisce

questa specif ica iniziativa di Arcipelago SCEC richiederà continui adeguamenti, modif iche, integrazioni. I l presente Regolamento r iguarda la fase iniziale e di avvio del l ’attività e, quindi, non è esaustivo di quanto sarà necessario mettere in essere per i l raggiungimento del le f inal ità indicate in Premessa. Pertanto, sottoscrivendo i l presente Regolamento gl i associat i, per il tramite del le Aff i l iate, r ipongono la loro f iducia nel l ’ in iziat iva, r itenendola coerente al raggiungimento del le f inalità, e non la faranno mancare f ino ad una evidente impossibi l i tà di raggiungerle condivisa dalla maggioranza assoluta degl i associat i . La stessa maggioranza sarà necessaria per approvare le variazioni indicate nel paragrafo precedente. I l presente Regolamento, e i suoi svi luppi, è fondato unicamente sul la fiducia occorrente in tutte la fasi, dal l ’avvio al compimento, fra le persone e fra queste e gl i organismi associat ivi di loro emanazione. E’ la f iducia i l col lante del l ’operazione attuale e futura alla quale occorre far r ifer imento nel la r icerca del la legitt imazione razionale del l ’ intera iniziat iva. Tutt i, indist intamente, sono impegnati a far accrescere i l senso di f iducia in quanto scaturente da intr inseca sol idarietà fra gl i associat i .

** DOMANDE VARIE SUI BUONI LOCALI ** Che cosa sono i Buoni Locali di Solidarietà? Un patto stretto fra persone comuni, imprese commerciali, artigiane, agricole, professionisti e anche Enti Locali, al fine di promuovere localmente lo scambio di beni e servizi accettando in cambio una percentuale del prezzo in Buoni (minimo 10%). Che rapporto hanno con l’euro? Sono convertibili? Il Buono Locale ha un rapporto 1:1 con l’euro, non è convertibile e si utilizza insieme agli euro senza sostituirli Quale è lo scopo di questi Buoni Locali di Solidarietà? Quello di ridare slancio all’economia locale perché circolano in un territorio limitato e permettono così di ancorare la ricchezza al territorio che l’ha prodotta Quale è il vantaggio dei consumatori e quello dei commercianti? I consumatori saranno indotti a usare i buoni per convenienza e invece di fare la spesa al supermercato, magari di una multinazionale estera, si rivolgono ai negozianti locali. Per i commercianti è un’ottima opportunità di aumentare il giro di affari incrementando il numero dei clienti Si può comprare un bene o un servizio al 100% con i Buoni Locali di Solidarietà? Non da chi ha partita Iva per ovvi motivi fiscali. I privati invece che ad esempio si scambiano un bene usato, ad esempio un divano, possono decidere liberamente di accettare fino al 100% in Buoni Locali, ma possono essere utilizzati al 100% anche per altre innumerevoli applicazioni che abbiano per oggetto scambi di tempo per mutuo aiuto ai singoli o alla comunità locale (vedi legge 8/3/2000 n. 53) I Buoni Locali di Solidarietà si acquistano? No. Vengono distribuiti gratuitamente dall’associazione che raggruppa persone fisiche e imprese, ma anche enti locali o associazioni di categoria, in base a criteri predeterminati, pubblici e trasparenti Quando si finiscono i buoni come si fa per ottenerne di nuovi? L’associazione provvederà a fare delle distribuzioni periodiche sempre con criteri ispirati a equità e trasparenza. I Buoni potranno anche essere ottenuti tramite servizi alla comunità (cura agli anziani, bambini ecc.) o comportamenti virtuosi (raccolta differenziata, car sharing).

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Una forma particolare è data dall’anticipazione di Buoni Locali di Solidarietà che l’associazione fa a chi ne fa richiesta per permettere ad esempio il pagamento dell’impresa che installa i pannelli solari. In questo caso il richiedente non percepirà altri buoni dalle distribuzioni periodiche fino a concorrenza dell’anticipazione ricevuto, ma potrà comunque procurarseli offrendo servizi alla comunità o adottando comportamenti virtuosi. L’imprenditore che li accetta in pagamento deve pagare tasse e Iva anche sull’importo pagato in Buoni Locali? No. Tecnicamente il buono da diritto ad uno sconto e quindi come tale non rientra nel computo dell’imponibile per il calcolo delle tasse e dell’Iva La percentuale di sconto è imposta dall’associazione? Ovviamente No. Ogni imprenditore, commerciante, professionista ecc. deciderà in quale percentuale accettare i Buoni Locali di Solidarietà con un minimo di accettazione del 10% Ma chi garantisce che il commerciante non aumenterà i prezzi? Semplicemente il mercato, se i suoi prezzi saranno concorrenziali grazie anche all’accettazione dei Buoni Locali, allora le sue entrate aumenteranno, se invece i suoi prezzi saranno più alti nonostante i Buoni allora nessuno avrà la convenienza a comprare da lui e perderà clienti. Ma come faranno gli imprenditori a fare prezzi vantaggiosi? Il compito dell’associazione sarà anche quello di lavorare sull’accorciamento delle filiere produttive a cominciare da quella alimentare. Eliminando i numerosi passaggi dal produttore al consumatore si potrà ridurre sensibilmente i prezzi dando un giusto prezzo ai produttori e un buon guadagno ai commercianti. Le figure intermedie (grossisti) continueranno a lavorare, ma organizzando i loro clienti commercianti in gruppi di acquisto per avere maggiore peso contrattuale con i fornitori e ottenere prezzi più vantaggiosi, magari convincendoli ad accettare anche loro i Buoni Locali di Solidarietà Per il commerciante i Buoni Locali di Solidarietà sono una perdita? No. Il motivo è semplicemente che lui potrà spendere i Buoni Locali incassati nel circuito e se si servirà dai produttori locali, potrà acquistare anche le sue merci in percentuale in Buoni Locali. Un esempio può essere il ristoratore che si rifornisce dai produttori locali che oltre a costare meno, essere più vicini e dare maggiori garanzie di qualità, accettano anche i Buoni Locali. Con i Buoni Locali il commerciante potrà anche pagarsi vari servizi, come la pubblicità organizzata dall’associazione o la spesa direttamente a casa di anziani o malati curata dai membri dell’associazione. Le possibilità di spesa sono moltissime. Ma tutti questi Buoni non produrranno inflazione? I Buoni Locali di Solidarietà vengono spesi solo in una percentuale del prezzo, la parte restante continua comunque ad essere pagata in Euro e quindi tutte le problematiche relative all’inflazione e riflessi sui prezzi vengono lasciati, volentieri, alla BCE. I Buoni sono solo un piccolo strumento per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e far rifiorire l’economia locale così disastrata e cosa importante da sottolineare, i Buoni Locali, al contrario degli Euro di carta, non producono debito pubblico E tutto questo quanto viene a costare? Questo è un progetto fatto dalla gente per la gente e per questo non ha nessuno scopo di lucro. I soli costi a carico degli associati saranno il rimborso delle spese di stampa dei buoni e altri piccoli costi di gestione per mantenere l’associazione, niente di più. Mettiamo il caso che tutto finisca che succede? Nel caso che l’esperienza locale finisca, i Buoni potranno essere scambiati con altri Buoni Locali degli aderenti al circuito Arcipelago dei Buoni Locali di Solidarietà (Arcipelago BLS). Comunque è bene ricordare che si fa riferimento alla sola percentuale di accettazione dei Buoni Locali che può tranquillamente rientrare nel normale esercizio di un’attività imprenditoriale. I Buoni Locali sembrano garantire molti vantaggi, possibile che nessuno ci abbia pensato prima ?

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Certamente ! Questi sistemi sono già in uso in diverse parti del mondo (esistono circa 6000 esperimenti ) con notevole successo. Attualmente, le particolari condizioni economiche in cui ci troviamo stanno favorendo la nascita di Buoni Locali anche in Italia.

** NOTE TECNICHE **

Ci sono obblighi particolari una volta entrati nell’associazione ? No, nessun obbligo particolare. Il solo obbligo è quello di accettare in pagamento i Buoni, nella percentuale precedentemente stabilita. Se non sono convertibili chi garantisce il valore ? I Buoni non sono convertibili in euro ma convertibili in beni e servizi del circuito. Se ci pensate bene l’euro in cosa è convertibile? La riserva aurea non c’è più, per cui è convertibile anche lui in beni e servizi. O in altra carta (dollaro ecc.). Al contrario dell’euro di carta non producono debito e siamo noi a dargli valore accettando i Buoni Locali di Solidarietà nei nostri scambi.

Cosa faccio se me trovo troppi, e fermi in cassa? La risposta è la creazione del mercato, che ne rafforza il “valore” dei Buoni Locali, vale a dire la possibilità di essere spesi per un vasto range di prodotti per di più con prezzi concorrenziali. All’inizio è più che normale avere una circolazione difficoltosa. Come ogni novità ha bisogno del suo tempo di lancio, di assestamento e poi di crescita continua. L'accortezza nella emissione e distribuzione sarà di mantenersi sempre sotto la saturazione del mercato, ma non perché se si mettono in circolazione più Buoni si crea inflazione, ma semplicemente perché si rischia di eccedere il potere di spesa in euro delle famiglie e quindi non avendo euro da spendere i Buoni giaceranno "inattivi" nel cassetto, perdendo il loro valore di accrescere il potere di acquisto. I Buoni Locali di Solidarietà possono essere falsificati? Cosa può comportare? La falsificazione dei Buoni in un primo momento è un falso problema. Essi circolano a fianco dell’euro, per cui chi volesse falsificarli avrebbe solo un beneficio minimo dovendo versare una ben più sostanziosa percentuale in euro. La cosa acquista un peso diverso nel caso si inizi a pagare parte delle tasse comunali o altri tributi, energia ecc. in Buoni Locali di Solidarietà. Questi acquisirebbero valore monetario e per questo abbiamo già previsto nella stampa dei Buoni Locali metodi antifalsificazione e sistemi di validazione. Nel territorio coperto dal Buono Locale non ci sono fornitori per la mia categoria merceologica: come posso fare? Stiamo lavorando con l’obiettivo di favorire e coordinare la diffusione di questi Buoni locali di solidarietà in tutto il territorio italiano e poi permettere, avendo la stessa struttura e gli stessi criteri di emissione e distribuzione, di potersi scambiare le merci e i servizi in eccesso fra le varie realtà oppure avere fornitori “fuori zona” pagando ognuno in percentuale in Buoni della propria località di origine. Questo permetterebbe di ricreare in poco tempo una economia nazionale, non più dipendente dalle assurde e dannose logiche della globalizzazione, portare ricchezza pura non gravata dal debito e dimostrare che esiste un altro modo di fare economia. E’ necessaria una spesa minima per utilizzare i Buoni Locali di Solidarietà? Visto che il taglio minimo è quello da 0,50 euro è opportuno utilizzarli con una spesa minima di 2,50- 5 euro per facilitare il più possibile il loro uso. Quali sono i tagli del Buono ? Come arrotondare le cifre in caso di decimali? Saranno messi in circolazione Buoni del taglio di 0,50 -1 – 2 – 5 – 10 - 50, ovviamente un arrotondamento è necessario. In caso di arrotondamento della cifra da riscuotere in Buoni si arrotonda per difetto fino allo 0,25 - 0,75 e per eccesso dallo 0,26 – 0,76. Esempio 11 euro con 20% di accettazione = 8,80 euro + 2,20 Buoni diviene : 9 euro e 2 Buoni Esempio 18 euro con 10% di accettazione = 16,20 euro + 1,80 Buoni diviene : 16 euro e 2 Buoni

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VANTAGGI PER GLI ASSOCIATI

· Gli associati sono uniti da un’elemento neutrale, il Buono locale di Solidarietà, che coinvolge gli aderenti per comunione di interessi e per CONVENIENZA. Il meccanismo di unione si autoalimenta senza intervento esterno.

· Il progetto dei Buoni locali, è ben più importante di un’iniziativa commerciale. Può assumere connotati di enorme interesse, anche mediatico; lo dimostra il circuito SCEC di Napoli www.progettoscec.com ne hanno parlato giornali come Repubblica, Oggi, Economy, Italia Oggi ecc. e Rai1 e Rai3 hanno mandato in onda servizi, interviste e approfondimenti. Oggi oltre 25 città in tutta Italia stanno lavorando a questa splendida idea.

· I costi di realizzazione del circuito Buoni locali sono minimi, anche in relazione al potenziale di successo del progetto. Ogni altra forma di promozione ha costi molto maggiori per la sua realizzazione = RISCHIO MINIMO

· Il Buono locale mette in relazione diretta gli aderenti che faranno acquisti reciproci alimentando il meccanismo, creando quella compattezza e identità che deve avere una realtà economico- sociale locale = AUMENTO DELLE VENDITE.

· La clientela abituale di ogni aderente sarà incentivata a rimanere nel circuito ottenendo una fidelizzazione ancora maggiore. Di fatto ogni commerciante invoglia la sua clientela abituale a fare acquisti anche dagli altri commercianti che accettano il Buono locale attuando così un interscambio che genera un maggior volume di affari.

· Consegnando il Buono locale direttamente ai nuclei familiari si incentivano le persone a fare la spesa sotto casa.

· Possibilità di aumentare la % di Buoni locali accettati in particolari momenti come ulteriore promozione commerciale senza sostenere nessun costo aggiuntivo = maggior rotazione di magazzino e minor incidenza delle rimanenze invendute.

· Il Buono locale è il volantino di se stesso. Una promozione commerciale, permanente tutto l’anno, che sta nelle tasche della gente, quindi visto,toccato e MEMORIZZATO ad ogni apertura del portafoglio. La circolazione permanente porterà il Buono locale ad essere familiare in breve tempo, e quindi all’uso abitudinario.

· Nella Grande Distribuzione solo alcuni articoli, a rotazione studiata ad hoc, sono in offerta. Il Buono locale è una promozione PERMANENTE su TUTTA la gamma dei prodotti che consente di risentire molto meno degli sbalzi di lavoro.

· Accanto all’uso del Buono Locale si lavora alla riduzione delle filiere produttive che riducono i prezzi e aumentano gli introiti alle categorie oggi svantaggiate come le imprese agricole. L’uso del Buono Locale induce ad una maggiore qualità dei prodotti che consumati freschi in zona saranno controllati direttamente dai consumatori; realizzare i piani aziendali proposti in questo progetto (reperibili anche su www.centrofondi.it ) a favore dell’imprenditoria locale organizzata in rete è basilare per i territori locali.

Per questo, a disposizione degli associati è a disposizione un sito dedicato con servizi professionali: pagine verdi per trovare gli aderenti, gestione gruppi di acquisto per settori per piccoli commercianti, gruppi di acquisto temporanei per determinati beni, e-commerce in Buoni Locali, turismo, aziende di trasporti aderenti allo SCEC e molto altro.

A livello sociale aiuta a creare un circuito in cui si rafforza la solidarietà reciproca e aiuta a vedere ciascun partecipante, consumatore, commerciante, produttore, come parti integranti di un tutto unico e armonico in cui tutti hanno dei vantaggi

Aiuta anche l’integrazione degli immigrati e l’emersione del lavoro nero e sostiene la qualità dei prodotti non gravando sul prezzo.

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Proposta di adozione dello strumento dei Buoni Locali di Solidarietà per gli Enti Locali

Premessa: l'introduzione del Buono locale come possibilità di reazione alle conseguenze negative

della globalizzazione economica e per il rilancio delle economie locali

Egregi Signori,

recentemente si sente sempre più parlare della perdita di potere d’acquisto da parte delle famiglie

italiane. Vari organismi hanno quantificato un aumento di spesa di circa 1.400 euro per il 2008 a

causa dei recenti rincari: petrolio, alimentari, spese bancarie, etc.; di contro abbiamo la piccola e

media impresa che vede ridursi le quote di mercato a causa degli effetti di una impari concorrenza

con i paesi asiatici.

L’introduzione di Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina) e dei progetti aziendali ad

essi collegati, reperibili nel progetto ArcipelagoSCEC (www.arcipelagoscec.net ) si propone di

alleviare – almeno in parte - le conseguenze economico-sociali aumentando il potere di acquisto

delle famiglie e creando mercato alle imprese di produzione e commercio. Per contrastare gli

effetti negativi della perdita di sovranità nazionale nella scelta delle politiche monetarie necessarie

allo sviluppo locale, in Germania, ad esempio, da tempo sono stati introdotti decine di buoni locali

aderenti al circuito REGIO (1).

Iniziative analoghe sono attualmente in corso in tutta Europa: Belgio, Danimarca, Francia – la cui

iniziativa SOL è finanziata dalla UE per 1,28 milioni di Euro (2) – Olanda, Polonia, Portogallo,

Spagna, Svezia, Gran Bretagna.

In Italia sono già attive: Roma, Napoli, Prato, Pistoia, Firenze, Terni, Torino, Salaparuta (Tp) e

Milano, che aderiscono al circuito ArcipelagoSCEC (3). Il circuito dei Buoni Locali si predispone

a far partire altre dieci iniziative in altrettante città entro l’anno in corso.

Il Buono Locale SCEC è:

- di proprietà del portatore;

- viene distribuito gratuitamente ai cittadini e alle imprese aderenti al sistema;

- permette al portatore dei risparmi (minimo 10%) a seconda delle condizioni applicate dagli

aderenti al circuito.

La proposta è quella:

- di patrocinare la diffusione del progetto di rilancio delle economie locali legato ai Buoni Locali

SCEC (la Solidarietà ChE Cammina).

- di aderire al circuito nazionale ArcipelagoSCEC.

Si chiede pertanto l’approvazione dei seguenti punti:

- Il Consiglio Comunale di _______________________ decide di promuovere l’adozione dei

Buoni Locali SCEC che aderiranno al circuito nazionale ArcipelagoSCEC accettandone il

regolamento operativo al fine di poter operare scambi delle eccedenze produttive del

territorio tra le varie realtà italiane;

- I BLS emessi dall’Associazione saranno immediatamente disponibili per la realizzazione delle

politiche sociali ritenute opportune, nella quantità decisa di comune accordo e in conformità con il

regolamento dell’Associazione.

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- Al fine dell'attuazione del progetto dei Buoni Locali SCEC per rivitalizzare l’economia locale, il

Comune ha facoltà di dotarsi, per le problematiche legate all’attuazione del progetto, di un nucleo

tecnico, eventualmente anche con professionalità complementari, avente funzioni consultive messo

a disposizione dall’associazione (4)

- Per la realizzazione del progetto di cui sopra, per il territorio di pertinenza del Comune, si stanzia

la cifra di euro ______________(______________________________________) per l’anno

_______.

Note:

1) Lista dei 61 buoni locali tedeschi aderenti al circuito REGIO : http://tinyurl.com/3x5zzn

2) Vedi: http://www.sel-terre.info/article.php3?id_article=134

3) Vedi il sito dell’Arcipelago SCEC: http://www.arcipelagoscec.net/

4) Lista delle attività svolte dalle professionalità sul territorio :

- Raccolta informazioni sull'economia locale ed elaborazione dati sull'iniziativa

- Contatti e raccordi con le attività imprenditoriali per la creazione di mercato, agevolato dai

Buoni Locali, per i vari settori

- Studio sull'applicazione dei progetti al territorio per lo sviluppo dell'economia locale

- Incontri e convegni informativi con gli imprenditori per la diffusione del progetto

- Consulenza agli imprenditori (agricoli e non) per l’attuazione di attività che creino qualità

dei prodotti e abbiano un impatto positivo sui redditi.

- Interdisciplinarietà tra i settori economici delle varie zone limitrofe, ma mancanti nel

Comune

- Ottimizzazione dei trasporti e della logistica delle merci del circuito locale ed inter

regionale aderente al circuito Arcipelago tramite l’adozione di un brevetto a disposizione

dell’Associazione

- Sviluppo di circuiti di qualità alimentare e rete del turismo anche inter regionale in Buoni

Locali (ristorazione, agriturismo ecc.)

- Valorizzazione dell’artigianato locale e altre prodotti di eccellenza attraverso la piattaforma

informatica di scambio

- Assistenza alle aziende senza competenze informatiche per il circuito Buoni Locali

- Interagire con le eventuali associazioni di categoria che vogliono collaborare al progetto

Cosa può fare il Comune nell’ambito della realizzazione del progetto :

- Agevolare lo sviluppo di piccoli centri di commercio locale, magari reperendo i locali nel

patrimonio immobiliare comunale

- Agevolare il disbrigo di tutte le attività burocratiche legate a queste attività (Farmer market,

supermercati locali ecc.)

- Aprire uno sportello dedicato al progetto

- Sostenere l’iniziativa con campagne informative sul progetto per i cittadini e per le imprese

- sostenere il reale lancio dei Centri commerciali naturali grazie ai Buoni Locali ed ai

progetti collegati

- Supporto alle famiglie meno agiate e agli immigrati tramite i Buoni locali, favorendo

l’integrazione e contrastando la delinquenza grazie alla migliorata situazione economica e

il contatto personale creato dal Buono Locale.

- Agevolare la raccolta differenziata con incentivi in Buoni Locali

- Consorziarsi con Comuni limitrofi per potenziare l’iniziativa

- Interagire con le eventuali associazioni di categoria

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- Eventuale tassazione agevolata per le imprese che mettono un’attività nel territorio

comunale aderente al circuito Arcipelago SCEC

- Recepire percentuale dei tributi locali direttamente in Buoni Locali

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